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Fecondazione assistita, coppie sempre più vecchi e più colte Mariposa 31 maggio 2016
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Decidere di avere un figlio è un percorso lungo e purtroppo si matura questa scelta sempre più tardi, andando incontro a eventuali problemi di fertilità. Per avere un figlio con l’aiuto della medicina le coppie con problemi arrivano sempre più tardi alla fecondazione assistita, e nel 35% dei casi la pagano di tasca propria. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket.
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Questa è la fotografia scattata dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma‘, presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Quanto si spende per intraprendere questo percorso? Un trattamento impegna mediamente 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l’esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). Le coppie che scelgono questa strada sono persone con un livello di istruzione elevato e una condizione professionale stabile. Di solito sono quasi 4 anni che cercano di avere un figlio e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Filippo Ubaldi, ginecologo e direttore clinico del Centro Genera della clinica Valle Giulia di Roma, ha commentato:
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“E’ completamente sbagliato il messaggio che la gravidanza si decide e si ottiene quando si vuole. Eppure viene veicolato spesso. I casi di donne di 48-50 anni che diventano madri vengono riportati con esaltazione, e a volte sui media si sentono parlare medici che di infertilità non sanno granché, ma magari fanno audience. La verità è che se dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti non arriva un bebè (dopo 6 mesi nel caso si abbiano oltre 38 anni), ci si deve rivolgere a uno specialista di medicina della riproduzione”. Come fare la pallina antistress dei Minion ...
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a questione della bassa natalità in Italia è avvalorata da dati decisamente
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chiari: basti pensare che lo sostiene ben l’88,7% degli specialisti, tra ginecologi, andrologi e urologi. Ma perché le coppie non fanno più figli? Le motivazioni sembrano essere per la maggior parte di tipo economico. Primo imputato della bassa natalità in Italia: la c r i s i.
Lo studio del Censis A indagare le ragioni della bassa natalità in Italia, è stato il Censis attraverso una ricerca condotta insieme alla Fondazione Ibsa e a medici specialisti. Lo studio si è focalizzato in particolare sulle ragioni dell’infertilità, condizione in aumento sia nella popolazione femminile sia in quella m a s c h i l e.
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Come sostiene il dottor Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa, il problema principale per i pazienti (e quindi per un significativo campione della popolazione) è la mancanza di strumenti e occasioni di screening sia per le donne sia per gli uomini. Ciò che manca è l’approfondimento della tematica dell’infertilità, la libertà nel poterla
PAPÀ
esporre e nel poter avviare un confronto su larga scala. La bassa natalità in Italia è, dunque, un tema piuttosto complesso.
Un rapporto di fiducia Per migliorare le condizioni di fertilità della popolazione e porre al centro il problema
Consigli utili per tutti i papà
della bassa natalità in modo costruttivo, è bene che tutto abbia inizio dal rapporto medico-paziente, che dovrebbe basarsi sulla massima fiducia. Da parte del medico, poi, sarebbe auspicabile l’offerta di un approccio diverso, più completo. Dalle indagini risulta che i pazienti gradirebbero anche sedute di counseling prima di decidere se mettere al mondo un figlio e dopo aver preso questa importante decisione. Insomma, decidere di avere un figlio dovrebbe diventare una questione paradossalmente più
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“sociale” che di coppia.
Conciliare famiglia e lavoro si può fare
In breve SERVONO INTERVENTI PER LA FAMIGLIA Perché la crisi non intacchi la natalità, è importante lavorare a 360° sui servizi offerti alle giovani famiglie così come sulle politiche dedicate alle donne-mamme lavoratrici. Invece, per quanto riguarda il “prima”, la mancanza di informazione e le paure relative all’infertilità, andrebbero messe al centro di approfondite riflessioni e condivisione sociale.
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Pma. Diventare genitori oggi il ‘punto di vista’ delle coppie 22 Maggio 2016
Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che Commenti N. commenti 0 Allegro Arrabbiato Stupito Triste
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ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico
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trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente
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allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’ realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema.
Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale
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La variabile geografica: al Centro costa di più. Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud).
I disagi delle coppie in terapia. Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%).
Sì alle modifiche alla legge 40/2004. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. «È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali – ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa – Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori». «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22% - ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis – Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi
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ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private». (PIERLUIGI MONTEBELLI)
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Procreazione Medicalmente Assistita, legge 40/2004, PMA, Censis, Fondazione Ibsa, Giuseppe Zizzo, Ketty Vaccaro
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Discussione: La maternità a pagamento è già in Italia Strumenti Discussione
Member Data Registrazione: May 2014 Messaggi: 81
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#31
18-05-2016, 23:07
jina
Ricerca Discussione
Fecondazione Assistita: il 46% delle coppie infertili è favorevole all’utero in affitto Il 46% delle coppie italiane con problemi di infertilità ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all'utero in affitto Il 46% delle coppie italiane con problemi di infertilità ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’utero in affitto, per il 45% la fecondazione assistita dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. E’ quanto emerge dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’ realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, presentata oggi a Roma. Guardando, nello specifico, alle tecniche disponibili e ai soggetti che possono accedere ai trattamenti, dunque, se la grande parte degli intervistati conviene nel ritenere che la fecondazione eterologa dovrebbe effettivamente essere disponibile per tutti (80,9%), il campione appare diviso sulla possibilità di ricorrere all’utero in affitto, rileva il Censis: infatti è il 46% a ritenere che la legge dovrebbe eliminare le restrizioni al ricorso a questa pratica. E in merito ai soggetti cui la legge dovrebbe consentire l’accesso alle tecniche di Pma, il 45% ritiene che si dovrebbe aprire anche ai single e il 41,6% anche alle coppie omosessuali, un dato che testimonia un’apertura verso un significato di genitorialità che va oltre l’idea di famiglia tradizionale. Infine, la quasi totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati negli anni alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2016/05/fecon...FrK4CsPoa4C .99 Rispondi Citando
Ieri, 10:07
Gnoma Member Data Registrazione: Feb 2015 Località: Romagna Messaggi: 40
#32
Messaggio per i moderatori: scusate ma è normale dover continuare a subire i post di questo utente relativamente ad un argomento che non mi sembra porti valore aggiunto e che non è infatti nè seguito nè commentato dagli altri utenti? Sbaglio o questo è un forum sull'adozione e l'affido? Dato che l'utente non sembra avere il minimo scrupolo e decenza continuando a pubblicare post insistenti come se dovesse convincerci sull'argomento...ma non è possibile eliminare questa discussione e basta? Attendo risposta. Grazie Rispondi Citando
Ieri, 11:37
lueva Junior Member Data Registrazione: Sep 2013 Messaggi: 27
#33
Jina, non capisco xchè perdi tempo a fare pubblicità alla maternità surrogata in questo forum dove è evidente che chi stà qui ha fatto un'altra scelta???? è come andare a fare pubblicità di preservativi in un monastero di clausura! e non credere che la scelta dell'adozione si possa fare xchè inconsapevoli delle alternative, tutte le persone qui dentro hanno fatto un percorso prima di arrivare a questa scelta e dopo per riuscire a realizzarla. quindi risparmiati il tempo di copiare ed incollare articoli qui e vai a vedere se da altre parti riesci a fare qualche proselite! oppure se vuoi restare x aprire un dibattito mettiti in ascolto delle motivazioni che portano alla nostra scelta invece di martellare con argomenti che proposti così sono inconsistenti.
Data
MEDICALIVE.IT
20-05-2016
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Fecondazione: coppie sempre più attempate e colte Posted by Redazione
Date: maggio 20, 2016
Censis, accesso Pma difficile o precluso a chi ha meno risorse Sempre più mature anagraficamente, istruite e occupate stabilmente. Sono le coppie che ricorrono alla Procreazione medicalmente assistita
(Pma):
aumenta infatti l’età media sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), e per entrambi i partner si rileva un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più ‘sicura’. L’identikit emerge dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’, presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. L’indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell’infertilità nelle diverse aree del paese. Tra i mutamenti più significativi nel profilo delle coppie che si sottopongono alla Pma, dunque, è proprio l’avanzare dell’età. Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Solo al 55% delle coppie è stata però riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine).
Video In provincia di Messina è attivo un servizio territoriale unico in Italia per la inoculazione della tossina botulinica ai soggetti affetti da patologie del sistema nervoso centrale. Medicalive Magazine ne ha parlato con il dott. Roberto Trifirò, dirigente medico fisiatra Asp di Messina, responsabile del servizio di Medicina riabilitativa integrata del Dipartimento di riabilitazione della stessa Azienda sanitaria.
”Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate è attestata infatti intorno al 22%”, ha sottolineato Ketty Vaccaro, responsabile Area Welfare e Salute del Censis. Inoltre, ”sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste ultime coppie – ha concluso – il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale”.
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fecondazione assistita in Italia Anna Lisa Bonfranceschi Pubblicato maggio 20, 2016
È caduto il divieto sul numero di embrioni prodotti e l’obbligo all’impianto contemporaneo di tutti quelli prodotti. È caduto il divieto di eterologa e anche quello di accesso alla coppie fertili portatrici di malattie genetiche e la selezione degli embrioni. E nel frattempo la fecondazione assistita è stata inserita nei Lea, Livelli essenziali di assistenza, almeno così dovrebbe essere. Cosa rimane, viene da chiedersi, che non funziona o potrebbe funzionare meglio oggi nella fecondazione assistita, uno dei temi sentiti dallo scomparso Marco Pannella?
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A leggere i dati raccolti dal Censis appare chiaro che ricorrere alla procreazione assistita è un percorso lungo e costoso. Lungo soprattutto se ci si rivolge alle strutture pubbliche, e costoso – con una media di 4mila euro per chi ha pagato di tasca propria –
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Eterologa, mancano i gameti Nel 2014 un altro dei paletti della legge 40, quello considerato tra i più proibizionisti, cadeva: il divieto di ricorrer alla fecondazione eterologa, ovvero alla possibilità di usufruire di gameti (spermatozoi e ovociti) esterni alla coppia. Ma a differenza dell’omologa qui rimangono ancora delle problematiche di tipo tecnico. “L’eterologa”, spiega Chelo, “è estremamente richiesta sul
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ricordato anche Filomena Gallo, segretario dell’Associazione Luca
Coscioni la sentenza era ed è immediatamente esecutiva, tanto che le eterologhe in Italia si fanno. Come? Ricorrendo ai gameti provenienti dall’estero o ai gameti che ogni centro può avere dai
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suoi donatori.
“Ma di fatto ad oggi siamo fermi” spiega Chelo: “Senza campagne che invitino le persone a donare, senza la possibilità a oggi di
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rimborsare le spese dei donatori, mancano i gameti necessari a rispondere alle grandi richieste che ci arrivano”. Il (discusso) regolamento che dovrebbe appunto contenere le indicazioni in materia di donazioni di gameti già approvato dal
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Consiglio auperiore di sanità e dalla Conferenza Stato Regioni, sarebbe fermo a Palazzo Chigi. Questo a più di due anni dalla caduta del divieto di eterologa. Ma non solo: “Si ipotizza un livello
altissimo di complessità per le analisi da compiere sui gameti destinati alla donazione”, aggiunge Guglielmino. L’idea, per entrambi, è quella di voler rendere un atto come la donazione
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come quelli spagnoli, sono già sbarcati in Italia con i loro gameti,
aggirando così i limiti imposti dalle nostre leggi”, aggiunge Chelo. Oltre i gameti, la donazione degli embrioni
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La questione degli embrioni congelati è particolarmente delicata, e non solo per il divieto di utilizzarli ai fini di ricerca, come ancora
previsto dalla legge 40. Gli embrioni congelati – quanti siano a oggi non è chiaro, almeno 10mila quelli abbandonati o in stato di abbandono – potrebbero forse essere anche donati, azzarda
Le morti più stupide (secondo la scienza)
Guglielmino: “in un paese in cui è accettata la doppia eterologa,
ovvero la possibilità di procedere con tecniche di pma usufruendo della donazione sia di spermatozoi che di ovociti, perché non immaginare anche una donazione di embrioni?”.
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Il problema delle linee guida Quelle vecchie furono condannate. Nel 2008, il Tar del Lazio
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riconosceva infatti nelle linee guida un testo che dovrebbe unicamente essere per definizione regolativo e funzionare da raccomandazioni per le attività del medico, un abuso di potere, sancendo il divieto della diagnosi genetica preimpianto non
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previsto dalla legge. Anche quelle nuove, a lungo attese, sono
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Il finale di Game of Thrones sarà “agrodolce”
manca nelle linee guida implica delle difficoltà per l’applicazione
delle procedure nei centri. E spesso genera ignoranza, sebbene non giustificata, tanto che se qualcosa non c’è si crede che non possa essere fatto”. This opera is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 3.0 Unported License.
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La procreazione assistita: un percorso lungo e costoso
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Aspettano quasi un anno prima di rivolgersi al medico, pagano tra i 2.900 e i 5.200 euro, sono istruite e hanno un’età media tra i 37 e i 40 anni (36,7 le donne e 39,8 gli uomini).
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È il ritratto delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita (Pma) uscito dalla ricerca “Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma”, realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa. ... Continua a leggere
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A L L N E W S 3 6 5, MAGGIO 19, 2016
mila euro. E’ questo il quadro delle famiglie italiane, secondo una indagine del Censis,
L’indagine ha preso in considerazione oltre 300 coppie e 23 centri di trattamento dell’infertilità, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità colpisce il 15% delle
IL FONDO MONETARIO TAGLIA LE STIME DI CRESCITA DELL'ARABIA SAUDITA
coppie nei paesi industrializzati.
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svolta in collaborazione con la Fondazione Ibsa.
Dal rapporto del Censis emerge che cresce l’età media di mamma e papà, che passa a 39,8 anni da 37,7 per l’uomo ed a 36,6 anni da 35,3 per la donna. Un aumento d’età che viene imposto anche dalle condizioni di lavoro, dato che le coppie oggi hanno un profilo professionale più stabile. Il primo albore delle difficoltà nasce dopo più di un anno di “tentativi” infruttuosi di avere una gravidanza, ma le coppie si rivolgono a centri specializzati per l’infertilità dopo circa 4
PARIGI IN ASSETTO DA "GUERRA" PER LE PROTESTE CONTRO IL JOB ACT FRANCESE A L L N E W S 3 6 5, MAGGIO 19, 2016
anni. In prima approssimazione è il ginecologo che viene consultato nel 72,5% dei casi e solo il 13,6% delle coppie si rivolge direttamente ad un centro per l’infertilità. Per 1 coppia su 3 la causa è inspiegata. Quanto ai tempi e costi delle cure, tutto dipende se si sceglie un centro pubblico o privato. In questo secondo caso, le terapie vengono iniziate entro tre mesi, mentre per le cure convenzionate si attende da 6 mesi ad un anno. Relativamente al costo, la metà delle coppie (49%) ha pagato il ticket, ma un terzo (35%) paga i trattamenti di tasca propria.
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Home / Notizie / Fecondazione assistita: cresce l’età media degl iaspiranti genitori
Fecondazione assistita: cresce l’età media degl iaspiranti genitori Pubblicato il 19 maggio 2016 in Notizie, Primo Piano con 0 Commenti
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Argomenti Aumenta sempre di più l’età media delle coppie che ricorrono alla fecondazione assistita.
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Dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’, realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, emerge infatti l’aumento dell’età media sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni).
Crescita Gravidanza Interviste Libri
L’indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell’infertilità nelle diverse aree del paese. Dai dati raccolti emergono inoltre un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più ‘sicura’ per entrambi i partner.
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Nasce Bon’t Worry, una task force per proteggere le donne vittime di violenza 19 MAGGIO 10:40
primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma, saltando l’appuntamento con il ginecologo (14%). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33 per cento delle coppie ha aspettato in media meno di tre mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26 per cento ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (41% in strutture private convenzionate), il 24 per cento ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17 per cento ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). I costi Un capitolo della ricerca è dedicato ai costi: per il 14 per cento delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49 per cento ha pagato il ticket, il 35 per cento invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria. I costi maggiori sono stati sostenuti dalle coppie che vivono nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4 mila euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). I disagi Per il 52 per cento il problema dell’infertilità diventa un pensiero costante, al punto che non si riesce a pensare a altro costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. La frustrazione dopo i tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano per l’82 per cento delle coppie. Il 61 per cento delle coppie ha difficoltà a conciliare la terapia con il lavoro quotidiano. Ma i disagi non finiscono qui. C’è la preoccupazione per gli effetti collaterali delle terapie (46%), la medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali (42%), la sensazione di essere diversi dalle altre coppie e di non essere compresi dai famigliari e dagli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). La legge Quasi tutti sono favorevoli ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90 per cento ritiene giusta la possibilità di selezionare
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l’embrione per escludere la possibilità di grave malattia e l’81 per cento pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno convinte sono le posizioni a favore dell’utero in affitto (46% a favore), dell’accesso alla Pma per i single ( 45%) e per le coppie omosessuali (42%).
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Fecondazione assistita, coppie sempre più vecchie e cure spesso "a proprie spese"
(Teleborsa) - Genitori sempre più anziani e maggior ricorso alla fecondazione assistita, che in moltissimi casi viene pagata di tasca propria, con un esborso che supera in media i 5 mila euro. E' questo il quadro delle famiglie italiane, secondo una indagine del Censis, svolta in collaborazione con la Fondazione Ibsa. L'indagine ha preso in considerazione oltre 300 coppie e 23 centri di trattamento dell'infertilità, che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità colpisce il 15% delle coppie nei paesi industrializzati. Dal rapporto del Censis emerge che cresce l'età media di mamma e papà, che passa a 39,8 anni da 37,7 per l'uomo ed a 36,6 anni da 35,3 per la donna. Un aumento d'età che viene imposto anche dalle condizioni di lavoro, dato che le coppie oggi hanno un profilo professionale più stabile. Il primo albore delle difficoltà nasce dopo più di un anno di "tentativi" infruttuosi di avere una gravidanza, ma le coppie si rivolgono a centri specializzati per l'infertilità dopo circa 4 anni. In prima approssimazione è il ginecologo che viene consultato nel 72,5% dei casi e solo il 13,6% delle coppie si rivolge direttamente ad un centro per l'infertilità. Per 1 coppia su 3 la causa è inspiegata. Quanto ai tempi e costi delle cure, tutto dipende se si sceglie un centro pubblico o privato. In questo secondo caso, le terapie vengono iniziate entro tre mesi, mentre per le cure convenzionate si attende da 6 mesi ad un anno. Relativamente al costo, la metà delle coppie (49%) ha pagato il ticket, ma un terzo (35%) paga i trattamenti di tasca propria.
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18 maggio 2016 in Cronaca: Domenica senza lavoro? “Leggiamo realmente i bisogni delle persone”
Home » Cronaca » “Le coppie cercano tardi la gravidanza, ricorrendo a procreazione assistita”
“Le coppie cercano tardi la gravidanza, ricorrendo a procreazione assistita” "Lo dimostra - spiega Ketty Vaccaro, responsabile area Salute e welfare del Censis l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche. La percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, è attestata intorno al 22%"
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facebook e twitter Posted on 19 maggio 2016 by Davide De Amicis in Cronaca // 0 Comments
Lo ha affermato ieri Ketty Vaccaro, responsabile area Salute e welfare del Censis, presentando la ricerca sul ricorso delle coppie alla procreazione medicalmente assisitita Facebook 1
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Tweet di @laPorzione La Porzione.it @laPorzione riflette sui cambiamenti sociali in corso in Italia, alla luce delle difficoltà riproduttive delle coppie italiane fb.me/7XCkCCbjJ
Sempre più alta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni). Si tratta di coppie, con livello di istruzione più elevato e condizione professionale
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più stabile, che cercano di avere un figlio mediamente dopo 15,5 mesi di tentativi. È quanto emerge dalla ricerca “Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in
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procreazione medicalmente assistita (Pma)”, realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima indagine sul tema. La ricerca, condotta su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento
“Le coppie cercano tardi la gravidanza, ricorrendo a procreazione assistita”
dell’infertilità nelle diverse aree territoriali del Paese, è stata presentata ieri a Roma da Ketty Vaccaro, responsabile area Salute e welfare del Censis, e Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa: «Solo al 55% delle coppie – s i l e g g e n e l d o c u m e n t o – è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità». I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro prescelto: «L e c o p p i e a t t u a l m e n t e i m p e g n a t e i n u n p e r c o r s o d i p r o c r e a z i o n e medicalmente assistita – spiega Ketty Vaccaro – cominciano sempre più tardi a cercare una
La periferia pescarese raccontata in un film tra western e poliziesco Domenica senza lavoro? “Leggiamo realmente i bisogni delle persone”
gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche. La percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%».
Bagnasco: “Unioni civili in attesa del colpo finale con l’utero in affitto”
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In base ai dati Censis-Fondazione Ibsa, per il 14% delle Il Papa al clero: “Mantenete solo ciò che serve per l’esperienza di fede”
coppie che ricorre alla fecondazione assistita i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle Regioni dove è più forte la presenza di Ketty Vaccaro, responsabile area Salute e welfare del Censis
Autori
strutture private: il Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e il Sud (dove si arriva al
Davide De Amicis
51%).
published 2042 articles
Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4 mila euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per
Massimiliano Spiriticchio
chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media
published 680 articles
di 340 euro (280 euro al Nord, più del doppio, 700 euro, al Centro, 370 al Sud): «Si tratta – aggiunge la responsabile area Salute e welfare del Censis – di coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie, il
Simone Chiappetta published 377 articles
percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture
La Porzione.it
private».
Giovanni Marcotullio published 156 articles
2953 "Mi piace"
Per l’82% delle coppie che non riescono ad avere figli, la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapiaMi piace questa Pagina e del lavoro costituisce una fonte di
Claudia Mancini published 143 articles
disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante.
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Quasi la totalità delle coppie, riferisce il documento, si ritiene favorevole ai cambiamenti già
Corrado De Dominicis published 115 articles
apportati alla legge 40/2004 che disciplina la materia. Infatti, il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti.
Redazione La Porzione published 97 articles
Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’“utero in affitto”, per il 45% la procreazione medicalmente assistita dovrebbe essere consentita anche ai
published 68 articles
single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. Facebook 1
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Sabrina Antonella Robbe
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Roberta Fioravanti published 22 articles
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Antonio Farchione published 7 articles
Davide Di Fulvio published 6 articles
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Giovanni Covino
Nato a Pescara il 9 Novembre 1985 e laureato in Scienze della Comunicazione presso l'Università degli Studi di Teramo, è giornalista
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pubblicista. Oltre ad essere redattore del portale "La Porzione.it", collabora per la redazione pescarese del quotidiano "Il Messaggero". In passato ha già collaborato con "Radio Speranza", la radio dell'arcidiocesi di Pescara - Penne, e scritto sulla pagina pescarese del quotidiano "Avvenire" nonché sul quotidiano locale
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Fecondazione: una coppia su 3 paga di tasca propria, fino a 5.200 euro
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Aggiunto da Redazione il 19 maggio 2016. Tags della Galleria Salute Tags: alimentazione, benessere, curarsi, dieta, laretenonperdona.it, medicina, salute
"Sudditanza rispetto a Renzi". Chiesto trasferimento processo (184,489 visite) Roma – Sempre piu’ mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’eta’ media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione piu’ elevato e una condizione professionale piu’ stabile. E oltre una coppia su tre paga di tasca propria, spendendo fino a 5.200 euro. E’ quanto emerge dalla ricerca “Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma” realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Il rapporto fotografa coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficolta’ di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo piu’ lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco piu’ di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora piu’ lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo e’ il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 e’ raddoppiata la quota di chi si e’ rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie e’ stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilita’ (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che e’ stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove e’ piu’ forte la presenza di strutture private, cioe’ al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%).
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Fecondazione assistita, coppie sempre più vecchie e cure spesso "a proprie spese"
(Teleborsa) - Genitori sempre più anziani e maggior ricorso alla fecondazione assistita, che in moltissimi casi viene pagata di tasca propria, con un esborso che supera in media i 5 mila euro. E' questo il quadro delle famiglie italiane, secondo una indagine del Censis, svolta in collaborazione con la Fondazione Ibsa. L'indagine ha preso in considerazione oltre 300 coppie e 23 centri di trattamento dell'infertilità, che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità colpisce il 15% delle coppie nei paesi industrializzati. Dal rapporto del Censis emerge che cresce l'età media di mamma e papà, che passa a 39,8 anni da 37,7 per l'uomo ed a 36,6 anni da 35,3 per la donna. Un aumento d'età che viene imposto anche dalle condizioni di lavoro, dato che le coppie oggi hanno un profilo professionale più stabile. Il primo albore delle difficoltà nasce dopo più di un anno di "tentativi" infruttuosi di avere una gravidanza, ma le coppie si rivolgono a centri specializzati per l'infertilità dopo circa 4 anni. In prima approssimazione è il ginecologo che viene consultato nel 72,5% dei casi e solo il 13,6% delle coppie si rivolge direttamente ad un centro per l'infertilità. Per 1 coppia su 3 la causa è inspiegata. Quanto ai tempi e costi delle cure, tutto dipende se si sceglie un centro pubblico o privato. In questo secondo caso, le terapie vengono iniziate entro tre mesi, mentre per le cure convenzionate si attende da 6 mesi ad un anno. Relativamente al costo, la metà delle coppie (49%) ha pagato il ticket, ma un terzo (35%) paga i trattamenti di tasca propria.
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Fecondazione assistita, coppie sempre più anziane e pagano di tasca propria by Andrea Niceforo • 19 maggio 2016
Stando allo studio condotto dal Censis “Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma (Procreazione medicalmente assistita)” in collaborazione con la Fondazione Ibsa, emerge il profilo delle coppie che ricorrono alla fecondazione medicalmente assistita (Pma). In particolare questi risultati sono emersi da 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell’infertilità. Intanto la media per gli uomini passa dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016, quella della donna da 35,3 a 36,7 anni. Entrambi i partner hanno un titolo di studio più elevato e e anche una condizione professionale più consolidata. Mediamente prima di far ricorso ricorso al primo centro di procreazione assistita trascorre poco più di un anno (12,7 mesi). Per le coppie meno istruite il percorso è ancora più lungo: 19,2 mesi. Solo al 55% delle coppie viene riconosciuta una condizione clinica specifica quale causa dell’infertilità. Riguardo ai costi (per le coppie che hanno speso tutto di tasca propria) la spesa si aggira in media intorno ai 4 mila euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud. Inoltre riguardo ai tempi di attesa attesa per accedere ai trattamenti il quadro si presenta piuttosto variegato: il 33% delle coppie in media ha atteso meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si arriva al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha aspettato tra i 3 e i 6 mesi (si arriva al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si arriva al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici). Ci sono anche le coppie, il 17%, che ha atteso un anno e oltre prima di avere accesso ai trattamenti e la percentuale in particolare risulta più alta arrivando al 29% tra chi si è rivolto al pubblico. D’altronde dato che l’accesso alla procreazione medicalmente assistita prevista dalla legge 40 del 2004 è molto difficile, le coppie si rivolgono a strutture private pagando anche tremilacinquemila euro per un trattamento, oppure c’è chi prova ad andare all’estero in una
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sorta di viaggio della speranza, ed ancora c’è chi utilizza internet. In rete pullulano siti e forum relativi a banche del seme on-line.
D’altronde vi è anche da sottolineare che, nonostante le rassicurazioni che fece il ministro della Salute Beatrice Lorenzin all’epoca (nel 2014) la fecondazione eterologa non rientra nei Lea, ovvero nei livelli essenziali di assistenza che devono essere forniti ai cittadini.
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Fecondazione: Censis, 35% coppie paga di tasca sua, al Centro oltre 5000 euro. AdnKronos |
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Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Per avere un figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a
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36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). "Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. "Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private". "Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori", commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa.
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Fecondazione assistita, genitori sempre più vecchi. Il 35% delle coppie paga di tasca propria Articolo pubblicato il 19/05/2016
Fecondazione assistita, genitori sempre più vecchi. Il 35% delle coppie paga di tasca propria Repubblica.it 19 Mag 2016 Irma D'Aria Fecondazione assistita Con un lavoro più stabile e qualche anno in più sia per l’uomo che per la donna. Sono alcuni dei mutamenti più significativi nel profilo delle coppie che si sottopongono alla fecondazione assistita e che emergono dalla ricerca Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma, realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. L’indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell’infertilità situati in varie regioni. Un problema, quello dell’infertilità, che secondo le ultime stime fornite dall’Organizzazione mondiale della sanità, riguarda il 15% circa delle coppie dei paesi industrializzati avanzati. L'identikit degli aspiranti genitori. Rispetto all’ultima indagine condotta dal Censis otto anni fa, aumenta l’età del partner maschile (che passa da 37,7 anni nel 2008 a 39,8 anni nel 2016) e femminile (da 35,3 anni a 36,7 anni) e la condizione professionale è più stabile per entrambi. "Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che va direttamente a influire sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. E oltre una coppia su tre paga di tasca propria, spendendo fino a 5.200 euro. "Il messaggio che la fertilità non è una questione privata ma un bene sociale e che ha una scadenza va dato agli adolescenti altrimenti diventa tardi ed inutile", ha commentato Giulia Scaravelli, responsabile del Registro Nazionale della Pma dell'Istituto Superiore di Sanità. Quando inizia il percorso medico. Si tratta di coppie che cercano di avere un figlio mediamente da poco meno di quattro anni. I primi dubbi sulla capacità di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi, un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi di media nel 2008 e sono le donne più giovani a essersi interrogate per prime sulle difficoltà incontrate, mentre per le donne più avanti negli anni sembra essere data per scontata qualche difficoltà in più. Si incrementa, inoltre, il tempo che si lascia trascorrere tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi a un medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi indicati nella precedente indagine). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma,
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Foglio in media trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), circa 6 mesi in meno rispetto agli ultimi dati. In ogni caso, anche in quest’ultima indagine rimane confermato che le coppie meno istruite sono arrivate ai centri di Pma dopo un percorso decisamente più lungo rispetto a quelle con un livello di istruzione più alto. A chi si rivolgono. Il professionista a cui la coppia si è rivolta la prima volta è nella grande parte dei casi il ginecologo (72,5%), il 13,6% indica invece di essersi rivolto direttamente allo specialista di un centro di Pma, una percentuale raddoppiata rispetto al 7,1% dell’ultima indagine. Una percentuale ridotta, invece, fa riferimento all’andrologo o urologo (6,2%) e al medico di medicina generale (5,8%). "A guidare la scelta non dovrebbe essere la fama del centro, ma piuttosto la capacità dei ginecologi di instaurare un rapporto empatico con le coppie, il livello di tecnologia di cui il centro dispone, la qualità del laboratorio e il numero di embriologi che non dovrebbe mai essere inferiore a dieci", ha spiegato Filippo Maria Ubaldi, direttore del Centro Genera della Clinica Valle Giulia di Roma Le cause dell'infertilità. Solo al 55% delle coppie intervistate è stato diagnosticato un problema connesso a una causa specifica mentre per ben il 35,3% la causa di infertilità rimane inspiegata e per il 9,7% delle coppie il medico ha dei dubbi sulle possibili cause. Rispetto al 2008 c’è una diminuzione significativa (circa 9 punti percentuali) delle coppie a cui è stata diagnosticata una causa specifica dell’infertilità. Come si sceglie il centro di Pma. A guidare gli aspiranti genitori nella scelta del centro a cui affidarsi spicca la fama per gli ottimi risultati della struttura, che rappresenta il criterio principalmente seguito dalle coppie (38,6%), in particolare al Centro Italia (42,9%) e tra chi ha livelli alti di istruzione (45,1%). Inoltre, il 18,9% riconosce di aver scelto il centro perché vicino alla propria abitazione e con percentuali più ridotte si fa riferimento anche al parere ottenuto da altre coppie in cura presso il centro scelto, alla presenza nella struttura del proprio medico curante e alla dotazione tecnologica più adeguata. Il centro presso cui le coppie si trovano attualmente in cura rappresenta per il 72,2% del campione l’unico al quale si sono rivolti per sottoporsi alla Pma, una percentuale più bassa di quella rilevata nel 2008 (76% circa), a indicazione che è un numero più ampio di coppie a frequentare più di un centro di Pma. Quali trattamenti fanno. Il 60,9% delle coppie dichiara di effettuare la Fivet omologa (il 2,6% eterologa). Il 42,3% è invece sottoposto a Icsi omologa (l’1,7% eterologa). Una percentuale più bassa effettua la crioconservazione dei gameti e il Criotransfer da scongelamento (rispettivamente il 2% e il 5%). I tempi di attesa. Circa un terzo (33%) del campione ha atteso meno di tre mesi prima di iniziare la terapia, in particolare le coppie che si sono rivolte a centri privati (49%); il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi e si tratta più frequentemente di pazienti in cura presso strutture private convenzionate (41%), il 24% ha iniziato i trattamenti trascorsi da 6 a 11 mesi dal momento in cui si è rivolto al centro, in particolare le coppie in cura presso centri pubblici e privati convenzionati (rispettivamente il 32% e il 28%). Il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti, una percentuale che sale al 29% tra chi si è rivolto al pubblico. "Manca la volontà politica di rendere fruibili a tutti le tecniche di procreazione assistita che oggi sono disponibili. Perciò, bisogna investire sul Welfare e sulla Sanità per risolvere il problema dell'accesso anche economico. Ora c'è bisogno di una legge che renda applicabile ciò che di fatto è già applicato nella Pma dopo la caduta ddi quasi tutti i divieti della Legge 40", ha commentato sul problema dell'attesa Filomena Gallo, segretario nazionale dell'Associazione Luca Coscioni e presidente dell'Associazione Amica Cicogna. I costi. Quasi la metà del campione ha avuto accesso alla Pma pagando il ticket (49%), quota che tra le coppie residenti a Nord sale al 59%. Il 35% ha invece avuto accesso ai trattamenti pagando interamente di tasca propria, in particolare i residenti al Centro Italia (67%) e del Sud e Isole (51%), aree in cui è più ampia la concentrazione di strutture private. "Anche i dati del nostro Registro confermano che l'accesso alle cure di Pma è molto iniquo a seconda della regione in cui si abita, dato che si evince sia guardando al numero di centri pubblici disponibili sia al numero di bambini nati dopo le cure mediche", ha spiegato ancora Scaravelli. Per il 14% i costi sono stati sostenuti interamente dal Sistema sanitario regionale. Tra chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 al Nord, 5.200 al Centro Italia e 2.900 al Sud e Isole). Riguardo alla spesa per il ticket, le coppie in cura presso centri pubblici e privati convenzionati indicano di aver pagato in media 340 euro. "Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private, ha commentato Vaccaro. Gli aspetti critici. Anche se il livello di soddisfazione dichiarato dalle coppie nei confronti dei centri di Pma è abbastanza buono (48%), l’indagine ha evidenziato alcuni aspetti problematici. Ad esempio, il 41% dichiara di aver avuto difficoltà d’accesso legate alle liste d’attesa (soprattutto al Nord) e ai costi economici (specie al Centro-Sud). Internet non rappresenta la fonte primaria di informazione circa la possibilità di sottoporsi alla Pma ma una coppia su due (52%) sceglie la rete per leggere esperienze di altre coppie che hanno intrapreso un percorso di procreazione assistita e confrontarsi con esse. Un’esigenza che nasce anche dal fatto che per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. La reazione di fronte al fallimento. Che succede, se il tentativo di diventare genitori fallisce? Il 75,5% delle coppie in cui la partner ha fino a 34 anni, decide di riprovarci andando all’estero per accedere a tecniche di fatto di difficile accesso, come l’eterologa, o per trovare centri migliori. percentuale che scende al 54,9% se la donna ha 40 anni e oltre. Solo il 31% ha effettivamente contemplato la possibilità di adottare un bambino, mentre la grande parte (69%) risponde di non aver valutato questa possibilità. Cosa pensano della Legge 40. Qual è l’opinione delle coppie che vivono in prima persona le esperienze “disciplinate” dalla
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Legge 40/2004? Quasi la totalità delle coppie è d’accordo nel sostenere che nel nostro paese era necessaria una legge che regolamentasse un tema così delicato (93%), così come il 90% pensa che sia giusto che esista una legge che tuteli i diritti dell’embrione. Inoltre, oggi solo il 27% pensa che la legge metta in secondo piano la salute delle donne. Quasi la totalità delle coppie ritiene, inoltre, giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di gravi malattie (90%). Fecondazione eterologa e utero in affitto. Circa l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe effettivamente essere disponibile per tutti, mentre il campione intervistato appare diviso sulla possibilità di ricorrere all’utero in affitto: infatti, è il 46% a ritenere che la legge dovrebbe eliminare le restrizioni al ricorso a questa pratica. Infine, il 45% ritiene che la legge dovrebbe consentire l’accesso alle tecniche anche ai single e il 42% anche alle coppie omosessuali, un dato che testimonia un’apertura verso un significato di genitorialità che va oltre l’idea di famiglia tradizionale http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/fecondazione-assistita-genitori-sempre-pi-vecchi-il-35-delle-coppiepaga-di-tasca Fonte: http://www.associazionelucacoscioni.it/rassegnastampa/fecondazione-assistita-genitori-sempre-pi-vecchi-il-35-dellecoppie-paga-di-tasca
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Fecondazione assistita, coppie sempre più vecchie e cure spesso "a proprie spese" 19/05/2016 13.45.20 (Teleborsa) - Genitori sempre più anziani e maggior ricorso alla fecondazione assistita, che in moltissimi casi viene pagata di tasca propria, con un esborso che supera in media i 5 mila euro. E' questo il quadro delle famiglie italiane, secondo una indagine del Censis, svolta in collaborazione con la Fondazione Ibsa.
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Dal rapporto del Censis emerge che cresce l'età media di mamma e papà, che passa a 39,8 anni da 37,7 per l'uomo ed a 36,6 anni da 35,3 per la donna. Un aumento d'età che viene imposto anche dalle condizioni di lavoro, dato che le coppie oggi hanno un profilo professionale più stabile.
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Il primo albore delle difficoltà nasce dopo più di un anno di "tentativi" infruttuosi di avere una gravidanza, ma le coppie si rivolgono a centri specializzati per l'infertilità dopo circa 4 anni. In prima approssimazione è il ginecologo che viene consultato nel 72,5% dei casi e solo il 13,6% delle coppie si rivolge direttamente ad un centro per l'infertilità. Per 1 coppia su 3 la causa è inspiegata.
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Quanto ai tempi e costi delle cure, tutto dipende se si sceglie un centro pubblico o privato. In questo secondo caso, le terapie vengono iniziate entro tre mesi, mentre per le cure convenzionate si attende da 6 mesi ad un anno. Relativamente al costo, la metà delle coppie (49%) ha pagato il ticket, ma un terzo (35%) paga i trattamenti di tasca propria.
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L’indagine ha preso in considerazione oltre 300 coppie e 23 centri di trattamento dell’infertilità, che secondo l’Organizzazione mondiale della sanità colpisce il 15% delle coppie nei paesi industrializzati.
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Quanto ai tempi e costi delle cure, tutto dipende se si sceglie un centro pubblico o privato. In questo secondo caso, le terapie vengono iniziate entro tre mesi, mentre per le cure convenzionate si attende da 6 mesi ad un anno. Relativamente al costo, la metà delle coppie (49%) ha pagato il ticket, ma un terzo (35%) paga i trattamenti di tasca propria.
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Per avere un figlio con l’aiuto della medicina le coppie con problemi di infertilità arrivano sempre più tardi alla fecondazione assistita, e nel 35% dei casi devono accollarsi di tasca propria tutte le spese necessarie. Per il 14% dei casi i costi della Pma sono sostenuti dal Servizio sanitario regionale, per il 49% bisogna pagare il ticket: così, per chi sostiene personalmente la spesa, il costo si aggira intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi paga il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l’esborso è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). A fornire questi dati è la ricerca ‘Diventare genitori oggi’, presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Intervistate 361 coppie di 23 centri specializzati in tutta Italia dai dati raccolti è emerso quanto segue: gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta l’età media sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Le coppie che cercano di avere un figlio da 3,9 anni e i primi dubbi sulla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo intercorso tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Per questo motivo, Filippo Ubaldi, ginecologo e direttore clinico del Centro Genera della clinica Valle Giulia di Roma, commentando i dati dello studio dice: “E’ letteralmente sbagliato il messaggio che la gravidanza si decide e si ottiene quando si vuole. Eppure viene veicolato spesso. I casi di donne di 48-50 anni che diventano madri vengono riportati con
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esaltazione, e a volte sui media si sentono parlare medici che di infertilità non sanno granché, ma magari fanno audience. La verità è che se dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti non arriva un bebè (dopo 6 mesi nel caso si abbiano oltre 38 anni), ci si deve rivolgere a uno specialista di medicina della riproduzione” Per questo motivo, aggiunge l’esperto “andrebbero avviate iniziative di informazione e formazione anche nelle scuole, ma anche fra gli stessi medici, per cercare di far capire che la gravidanza non si può procrastinare
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più di tanto. Il ministero della Salute ha riunito una commissione e redatto un documento che andrebbe veicolato a vari livelli per trasmettere il messaggio che i figli vanno fatti prima possibile. Dovremmo puntare tutto su questo, con politiche economiche e sociali”. E per quanto riguarda la scelta del centro di Pma, il Censis evidenzia che la maggioranza delle coppie lo seleziona sulla base della ‘fama’ e del passaparola. Ma “bisognerebbe andare a verificare, ad esempio – consiglia Ubaldi – quanti embriologi sono presenti nello staff: se la struttura esegue più di 1.000 cicli l’anno ce ne dovrebbero essere almeno 10: anche con tecnologie all’avanguardia e ottenendo embrioni di buona qualità, senza l’adeguata professionalità si possono indurre danni gravi, per cui questi non si impianteranno mai”. POST TO:
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PROCREAZIONE ASSISTITA, RAPPORTO CENSIS / procreazione assistita, un percorso lungo e costoso
Ultime news - UnoNotizie.it - Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma» realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). La variabile geografica: al Centro costa di più. Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). I disagi delle coppie in terapia. Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema
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da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Sì alle modifiche alla legge 40/2004.Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggiAggiungi un appuntamento per oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. «È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali», ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. «Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori», ha concluso Zizzo. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro. Questi sono i principali risultati della ricerca «Diventare genitori oggiAggiungi un appuntamento per oggi: il punto di vista delle coppie in Pma»,realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, che è stata presentata oggiAggiungi un appuntamento per oggi a Roma da Ketty Vaccaro, Responsabile area Salute e Welfare del Censis, e Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa, e discussa da Filomena Gallo, Andrea Lenzi, Donella Mattesini, Giulia Scaravelli, Filippo Maria Ubaldi, Laura Volpini e da Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute.
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ROMA. FECONDAZIONE: COPPIE SEMPRE PIÙ AVANTI CON L’ETÀ E ISTRUITE 0 COMMENTI
18 MAG 2016
fecondazione eterologa
Sempre più mature anagraficamente, istruite e occupate stabilmente. Sono le coppie che ricorrono alla Procreazione medicalmente assistita (Pma): aumenta infatti l’età media sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), e per entrambi i partner si rileva un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più ‘sicura’. L’identikit emerge dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’, presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima
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18-05-2016
Pagina Foglio ricerca sul tema. L’indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell’infertilità nelle diverse aree del paese. Tra i mutamenti più significativi nel profilo delle coppie che si sottopongono alla Pma, dunque, è proprio l’avanzare dell’età. Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Solo al 55% delle coppie è stata però riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine). ”Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate è attestata infatti intorno al 22%”, ha sottolineato Ketty Vaccaro, responsabile Area Welfare e Salute del Censis. Inoltre, ”sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste ultime coppie – ha concluso – il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale”. Per le coppie che vogliono accedere alle tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma), il ‘fattore costo’ resta una delle discriminanti principali: il 35% delle coppie ha infatti pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro, e per l’80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni con una forte variabile geografica dal momento che al Centro la Pma costa di più. E’ quanto emerge dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’, presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa. Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, emerge dall’indagine, solo per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket e il 35% ha invece pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). Ma il percorso per la Pma segna profonde differenze non solo per quanto riguarda i costi: i tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano infatti in base alla tipologia del centro scelto. Così, il 33% delle coppie
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ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), ma c’è pure un 17% che ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti e la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico. Il 45% delle coppie che ha fatto ricorso alla procreazione medicalmente assistita (Pma) sostiene che la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla maternità surrogata, inoltre, dal 46% degli intervistati. Le risposte emergono dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’, su un campione di 361 coppie, presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004 sulla Pma: il 90% ritiene infatti giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. ”Meno nette, ma rilevanti”, afferma il Censis, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Così, ad esempio, il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all”utero in affitto’, per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. Quanto ai disagi segnalati durante la terapia, per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme poi gli effetti collaterali delle terapie e il 30% denuncia anche una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani, pari al 42%).
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COMMENTO ALL'ARTICOLO TESTATA LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SRL P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 - 10034 - Chivasso (To). Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de La Voce del Canavese tutti i diritti sono riservati. L'utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
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Sempre più mature e istruite le coppie che ricorrono alla procreazione assistita Il percorso per chi è alla ricerca di un figlio è lungo e costoso. Il 35% delle coppie, infatti, ha pagato di tasca propria, spendendo da 2.900 a 5.200 euro. Per l’80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni. Per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla maternità surrogata per il 46%. L'indagine Censis-Fondazione Ibsa di Redazione Aboutpharma Online
18 maggio 2016
Sempre più istruite, con un lavoro stabile e con un’età media che ruota attorno ai 39 anni per lui e ai 36 per lei. Questo l’identikit delle coppie che ricorrono alla procreazione assistita, coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e che hanno avuto i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza dopo 15,5 mesi di tentativi, un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008. A scattare la fotografia è la ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’, realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema e presentata oggi a Roma.
RASSEGNA STAMPA MEDICINA SCIENZA E RICERCA
Secondo l’indagine si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico: 10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008. Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). E non è tutto. Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud).
Farmaci biologici per l’asma, la battaglia fra le aziende è appena cominciata Sempre più mature e istruite le coppie che ricorrono alla procreazione assistita Troppi bisturi sulla tiroide: la chirurgia non è sempre indicata IDEE E OPINIONI
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Dispositivi Medici e Supply Chain Milano 26 novembre…
impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’’utero in affitto’, per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali.
“Dispositivi Medici 2015 “- Evento
“ITALIAN DIGITAL HEALTH SUMMIT 2015” – Evento
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Questa “è una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile a offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali – afferma Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa – Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori”. “Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22% – aggiunge Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis – Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private”.
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Il resto versa il ticket o si rivolge a strutture pubbliche senza esborso, aumenta età media Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Per avere un figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). "Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. "Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private". "Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medicosociali della vita dei futuri genitori", commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa.
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Roma - Sempre piu' mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l'eta' media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione piu' elevato e una condizione professionale piu' stabile. E oltre una coppia su tre paga di tasca propria, spendendo fino a 5.200 euro. E' quanto emerge dalla ricerca "Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma" realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Il rapporto fotografa coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficolta' di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo piu' lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre
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tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all'intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco piu' di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora piu' lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo e' il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 e' raddoppiata la quota di chi si e'
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rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie e' stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell'infertilita' (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che e' stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. Con riferimento all'ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il DA NON PERDERE
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Procreazione assistita è percorso lungo e costoso. Il rapporto Censis Mercoledì, 18 Maggio 2016 11:18
Scritto da Davide Lacangellera
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LE ULTIME NEWS Procreazione assistita è percorso lungo … Maggio 18, 2016
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Calcio e solidarietà, presentata la XV° … Maggio 17, 2016
Filiera del rifiuto organico, un patrimo… Maggio 16, 2016
Formazione tecnica fondamentale per fili… Maggio 16, 2016
Procreazione assistita è percorso lungo e costoso. Il rapporto Censis
Internazionali di Tennis 2016, Andy Murr… Maggio 16, 2016
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Aumenta l’età media delle donne che ricorrono, il 35% delle coppie ha pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro. Sì alla maternità surrogata per il 46%
Tennis, Serena Williams è la regina degl… Maggio 15, 2016
AGIPRESS - ROMA - Le coppie che ricorrono alla procreazione assistita sono Vota questo articolo
sempre più mature, istruite e occupate stabilmente, aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita (Pma), sia
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dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a
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36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale
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più stabile. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di Etichettato sotto Procreazione assistita, salute, eterologa, genitorialità, figli, Censis,
vista delle coppie in Pma» realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Il rapporto evidenzia che sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del
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2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero Davide Lacangellera
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percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre
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poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle
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coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica
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dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. .
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trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private
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convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). I COSTI - Al Centro costa di più. Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti
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la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). IL DISAGIO DELLE COPPIE IN TERAPIA - Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). LA LEGGE 40/2004 - Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. DIBATTITO ANCORA APERTO - «È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali», ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. «Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-
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sociali della vita dei futuri genitori», ha concluso Zizzo. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro. Agipress Ultima modifica ilMercoledì, 18 Maggio 2016 11:22
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Procreazione assistita è percorso lungo e costoso. Il rapporto Censis Mercoledì, 18 Maggio 2016 10:52
Scritto da Davide Lacangellera
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Procreazione assistita è percorso lungo … Maggio 18, 2016
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intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di
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rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero Davide Lacangellera
percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la
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rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine),
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ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel
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caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di
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di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). IL DISAGIO DELLE COPPIE IN TERAPIA - Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento,
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che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Politica LA LEGGE 40/2004 - Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di
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Home / Attualità / Procreazione assistita, cresce l’età media delle coppie
Procreazione assistita, cresce l’età media delle coppie Data 18 maggio 2016 autore Redazione categoria Attualità con 0 Commenti
Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Dal 2008 al 2016 l’età media degli uomini è passata dai 37,7 ai 39,8 anni. Quella delle donne, da 35,3 a 36,7 anni. Per entrambi i sessi il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Questi principali risultati della ricerca “Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma”, realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, che è stata presentata oggi a Roma. Le coppie che scelgono la strada della procreazione assistita cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi, un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008. Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi
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della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud).
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«Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma», realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, che è stata presentata oggi a Roma da Ketty Vaccaro, Responsabile area Salute e Welfare del Censis, e Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa, e discussa da Filomena Gallo, Andrea Lenzi, Donella Mattesini, Giulia Scaravelli, Filippo Maria Ubaldi, Laura Volpini e da Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute. Roma. Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le
coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma» realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). L a v a r i a b i l e geografica: al Centro c o s t a d i p i ù . C o n riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi
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ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). I disagi delle coppie in terapia. Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Sì alle modifiche alla legge 40/2004. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. «È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali», ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. «Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori», ha concluso Zizzo. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro.
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FECONDAZIONE: CENSIS, 35% COPPIE PAGA DI TASCA SUA, AL CENTRO OLTRE 5000 EURO 18 maggio 2016
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loading... Per avere un figlio con l’aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilit paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il
ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l’esborso stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). il quadro tracciato dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’, presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione
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con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre pi maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l’et media sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione pi elevato e la condizione professionale pi stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficolt di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo pi lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si rivolto al pubblico). “Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre pi tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilit di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, attestata intorno al 22%”, ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. “Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione pi bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare pi lungo e complesso ed comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private”. “Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo
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ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori”, commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa.
Fonte: lasaluteinpillole.it
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ANSA > Salute e Benessere > Medicina > Fecondazione: Censis, da 45% coppie sì Pma a single e gay
Fecondazione: Censis, da 45% coppie sì Pma a single e gay Favorevole a maternità surrogata il 46% 18 maggio, 15:00 Consiglia
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(ANSA) - ROMA, 18 MAG - Il 45% delle coppie che ha fatto ricorso alla procreazione medicalmente assistita (Pma) sostiene che la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla maternità surrogata, inoltre, dal 46% degli intervistati. Le risposte emergono dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', su un campione di 361 coppie, presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004 sulla Pma: il 90% ritiene infatti giusta la possibilità di selezionare l'embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l'81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. ''Meno nette, ma rilevanti'', afferma il Censis, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Così, ad esempio, il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all''utero in affitto', per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. Quanto ai disagi segnalati durante la terapia, per l'82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell'infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme poi gli effetti collaterali delle terapie e il 30% denuncia anche una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani, pari al 42%).(ANSA).
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ANSA > Salute e Benessere > Sanità > Fecondazione: coppie sempre più avanti con l'età e istruite
Fecondazione: coppie sempre più avanti con l'età e istruite Censis, accesso Pma difficile o precluso a chi ha meno risorse 18 maggio, 13:16 0 Indietro
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ROMA - Sempre più mature anagraficamente, istruite e occupate stabilmente. Sono le coppie che ricorrono alla Procreazione medicalmente assistita (Pma): aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), e per entrambi i partner si rileva un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più 'sicura'. L'identikit emerge dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. L'indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell'infertilità nelle diverse aree del paese. Tra i mutamenti più significativi nel profilo delle coppie che si sottopongono alla Pma, dunque, è proprio l'avanzare dell'età. Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all'intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Solo al 55% delle coppie è stata però riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell'infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine).
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ANSA > Salute e Benessere > Medicina > Fecondazione:costi a carico per 35% coppie, fino 5.200 euro
Fecondazione:costi a carico per 35% coppie, fino 5.200 euro Censis,al Centro Pma più costosa;nel pubblico anche attesa 1anno 18 maggio, 15:00 Consiglia
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(ANSA) - ROMA, 18 MAG - Per le coppie che vogliono accedere alle tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma), il 'fattore costo' resta una delle discriminanti principali: il 35% delle coppie ha infatti pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro, e per l'80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni con una forte variabile geografica dal momento che al Centro la Pma costa di più. E' quanto emerge dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa. ANSA SALUTE PROFESSIONAL
Con riferimento all'ultimo ciclo di trattamenti effettuato, emerge dall'indagine, solo per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket e il 35% ha invece pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell'ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). Ma il percorso per la Pma segna profonde differenze non solo per quanto riguarda i costi: i tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano infatti in base alla tipologia del centro scelto. Così, il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), ma c'è pure un 17% che ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti e la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico.
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pubblicato il 18/mag/2016 10:39
Procreazione, Censis: la utilizzano coppie più mature e istruite Il 35% spende fino a 5.200 euro di tasca propria
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Avvenire Home Page > Vita > Figli in provetta sempre più tardi e a ogni costo
Vita Indagine
Figli in provetta sempre più tardi e a ogni costo Angelo Picariello
Cresce l’età media delle coppie che fanno
18 maggio 2016
ricorso alla procreazione assistita: l’Italia diventa così detentrice di un altro primato
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che fa il paio in negativo con il record di denatalità saldamente e tristemente detenuto dal nostro Paese. È il dato più eclatante che emerge da un rapporto del Censis («Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in procreazione medicalmente assistita»),
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presentato al Senato. Si è passati dai 37,7 anni di media del 2008 ai 39,8 anni del 2016
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per gli uomini, e dai 35,3 ai 36,7 anni per le donne. «C’è un problema di informazione, ma ancor prima culturale – ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e salute del Censis – che porta a sottovalutare i limiti alla fertilità e il tema delle genitorialità. Un limite culturale che investe anche la sfera politica, mancando un piano organico di interventi a favore della natalità». «La possibilità di avere un bambino è molto ridotta oltre i 40 anni e viene definita "aneddotica" a 44 – ha detto Filippo Ubaldi, direttore del Centro Genera della Clinica Valle Giulia di Roma –. Sono dati ben conosciuti dai ginecologi, ma poco presenti nella percezione diffusa, in cui prevale il mito della donna quarantenne ancora nel pieno dello splendore». Il racconto degli operatori descrive donne che, alla soglia dei 37-38 anni, prendono atto della amara verità delle leggi naturali e vengono prese da improvvisa fretta e da un’ansia che va incontro, man mano che l’età cresce, a una
percentuale sempre maggiore di insuccessi nelle pratiche procreative. Interessante anche il dato che vede il 30 per cento delle coppie che praticano la fecondazione assistita aperta anche all’adozione di un bambino. La ricerca, curata in collaborazione con la fondazione Ibsa di Lugano (il Canton Ticino è fra le zone dove si pratica il mercato libero della
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procreazione assistita, dunque appena oltre confine) evidenzia anche una spinta forte, ma pur sempre minoritaria, proprio verso la piena liberalizzazione che viene dalle coppie che in Italia fanno ricorso alla procreazione assistita. Il 46 per cento di esse è favorevole alla maternità surrogata, il 45 per cento ritiene che la procreazione assistita dovrebbe essere consentita anche ai single e il 42 anche alle coppie omosessuali, mentre il 46 dice sì all’eterologa. Un campione, per ovvie ragioni, non particolarmente rappresentativo proprio alla luce del diffuso errore di prospettiva che porta a guardare in ritardo e come ultima chance a queste pratiche riproduttive, con il rischio più alto, fra chi vi fa ricorso, di cadere nella sindrome del "figlio a tutti i costi" abbattendo ogni regola o divieto.
Ma dal convegno arriva un’importante novità anche sul piano dei lavori parlamentari. La porta la senatrice del Pd Donella Mattesini, che annuncia che «per fine giugno» inizierà alla Commissione Sanità del Senato, con la fase delle audizioni, l’esame della riforma della legge sulla procreazione assistita (la legge 40) alterata da alcune sentenze della Consulta. Secondo la tesi di chi vorrebbe allentare ulteriormente i vincoli dellalegge, si tratterebbe di riadattare il testo alla luce di questi pronunciamenti, ma c’è già chi chiede molto di più. «Sarebbe il caso di eliminare anche tutti i residui divieti», auspica Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni, che indica nell’utilizzo ai fini della ricerca degli embrioni sopranumerari uno dei prossimi obiettivi. L’associazione prende la palla al balzo, partendo da una discutibile interpretazione di questi dati: «Italiani
più avanti della politica», dice con un comunicato a commento del rapporto Censis. © riproduzione riservata
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Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma Indagine sulla fertilità/infertilità in Italia La situazione delle coppie con problemi di fertilità appare oggi contrassegnata da una molteplicità di questioni da affrontare che spaziano dalla dimensione strettamente medica a quella psicologica, sociale ed economica. Lungo, faticoso e non sempre risolutivo può rivelarsi il percorso terapeutico, dal riconoscimento del problema alla diagnosi, dalla selezione del Centro all'accesso ai trattamenti, senza tralasciare l'impatto innegabile sull'equilibrio della vita di coppia. È una realtà molto articolata quella che il Censis, insieme alla Fondazione Ibsa, ha analizzato in questo terzo step dello studio sulla fertilità in Italia, mettendo in luce il punto di vista delle coppie in Pma (Procreazione Medicalmente Assistita).
Sanità
Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma Biblioteca del Senato «Giovanni Spadolini» - Sala degli Atti parlamentari - Piazza della Minerva, 38 - Roma
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Procreazione assistita, un percorso lungo e costoso
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Rapporto Censis-Fondazione Ibsa «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma» printStampa
Procreazione assistita, un percorso lungo e costoso Aumenta l'età media delle donne che vi ricorrono. Il 35% delle coppie ha pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro. Per l'80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni. Per il 45% dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla maternità surrogata per il 46% Roma, 18 maggio 2016 - Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l'età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all'intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell'infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma» realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). La variabile geografica: al Centro costa di più. Con riferimento all'ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell'ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). I disagi delle coppie in terapia. Per l'82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell'infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Sì alle modifiche alla legge 40/2004. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l'embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l'81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all'«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali.
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«È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma
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significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali», ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. «Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l'impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori», ha concluso Zizzo. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l'incremento dell'età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro.
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Questi sono i principali risultati della ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma», realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, che è stata presentata oggi a Roma da Ketty Vaccaro, Responsabile area Salute e Welfare del Censis, e Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa, e discussa da Filomena Gallo, Andrea Lenzi, Donella Mattesini, Giulia Scaravelli, Filippo Maria Ubaldi e Laura Volpini.
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Fecondazione assistita, genitori sempre più vecchi. Il 35% delle coppie paga di tasca propria mag 18, 2016 | Generale
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Home \ Fecondazione assistita, genitori sempre più vecchi. Il 35% delle coppie paga di tasca propria
CON UN LAVORO più stabile e qualche anno in più sia per l’uomo che per la donna. Sono alcuni dei mutamenti più significativi nel profilo delle coppie che si sottopongono alla fecondazione assistita e che emergono dalla ricerca Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma, realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. L’indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell’infertilità situati in varie regioni. Un problema, quello dell’infertilità, che secondo le ultime stime fornite dall’Organizzazione mondiale della sanità, riguarda il 15% circa delle coppie dei paesi industrializzati avanzati.
Le nostre Referenze
L’identikit degli aspiranti genitori. Rispetto all’ultima indagine condotta dal Censis otto anni fa, aumenta l’età del partner maschile (che passa da 37,7 anni nel 2008 a 39,8 anni nel 2016) e femminile (da 35,3 anni a 36,7 anni) e la condizione professionale è più stabile per entrambi. “Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che va direttamente a influire sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%”, ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. E oltre una coppia su tre paga di tasca propria, spendendo fino a 5.200 euro. “Il messaggio che la fertilità non è una questione privata ma un bene sociale e che ha una scadenza va dato agli adolescenti altrimenti diventa tardi ed inutile”, commenta Giulia Scaravelli, responsabile del Registro Nazionale della Pma dell’Istituto Superiore di Sanità.
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Quando inizia il percorso medico. Si tratta di coppie che cercano di avere un figlio mediamente da poco meno di quattro anni. I primi dubbi sulla capacità di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi, un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi di media nel 2008 e sono le donne più giovani a essersi interrogate per prime sulle difficoltà incontrate, mentre per le donne più avanti negli anni sembra essere data per scontata qualche difficoltà in più. Si incrementa, inoltre, il tempo che si lascia trascorrere tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi a un medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi indicati nella precedente indagine). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma, in media trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), circa 6 mesi in meno rispetto agli ultimi dati. In ogni caso, anche in quest’ultima indagine rimane confermato che le coppie meno istruite sono arrivate ai centri di PMA dopo un percorso decisamente più lungo rispetto a quelle con un livello di istruzione più alto. A chi si rivolgono. Il professionista a cui la coppia si è rivolta la prima volta è nella grande parte dei casi il ginecologo (72,5%), il 13,6% indica invece di essersi rivolto direttamente allo specialista di un centro di Pma, una percentuale raddoppiata rispetto al 7,1% dell’ultima indagine. Una percentuale ridotta, invece, fa riferimento all’andrologo o urologo (6,2%) e al medico di medicina generale (5,8%). “A guidare la scelta non dovrebbe essere la fama del centro, ma piuttosto la capacità dei ginecologi di instaurare un rapporto empatico con le coppie, il livello di tecnologia di cui il centro dispone, la qualità del laboratorio e il numero di embriologi che non dovrebbe mai essere inferiore a dieci”, spiega Filippo Maria Ubaldi, direttore del Centro Genera della Clinica Valle Giulia di Roma Le cause dell’infertilità. Solo al 55% delle coppie intervistate è stato diagnosticato un problema connesso a una causa specifica mentre per ben il 35,3% la causa di infertilità rimane inspiegata e per il 9,7% delle coppie il medico ha dei dubbi sulle possibili cause. Rispetto al 2008 c’è una diminuzione significativa (circa 9 punti percentuali) delle coppie a cui è stata diagnosticata una causa specifica dell’infertilità. Come si sceglie il centro di Pma. A guidare gli aspiranti genitori nella scelta del centro a cui affidarsi spicca la fama per gli ottimi risultati della struttura, che rappresenta il criterio principalmente seguito dalle coppie (38,6%), in particolare al Centro Italia (42,9%) e tra chi ha livelli alti di istruzione (45,1%). Inoltre, il 18,9% riconosce di aver scelto il centro perché vicino alla propria abitazione e con percentuali più ridotte si fa riferimento anche al parere ottenuto da altre coppie in cura presso il centro scelto, alla presenza nella struttura del proprio medico curante e alla dotazione tecnologica più adeguata. Il centro presso cui le coppie si trovano attualmente in cura rappresenta per il 72,2% del campione l’unico al quale si sono rivolti per sottoporsi alla Pma, una percentuale più bassa di quella rilevata nel 2008 (76% circa), a indicazione che è un numero più ampio di coppie a frequentare più di un centro di Pma. Quali trattamenti fanno. Il 60,9% delle coppie dichiara di effettuare la Fivet omologa (il 2,6%
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Foglio eterologa). Il 42,3% è invece sottoposto a Icsi omologa (l’1,7% eterologa). Una percentuale più bassa effettua la crioconservazione dei gameti e il Crio-transfer da scongelamento (rispettivamente il 2% e il 5%). I tempi di attesa. Circa un terzo (33%) del campione ha atteso meno di tre mesi prima di iniziare la terapia, in particolare le coppie che si sono rivolte a centri privati (49%); il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi e si tratta più frequentemente di pazienti in cura presso strutture private convenzionate (41%), il 24% ha iniziato i trattamenti trascorsi da 6 a 11 mesi dal momento in cui si è rivolto al centro, in particolare le coppie in cura presso centri pubblici e privati convenzionati (rispettivamente il 32% e il 28%). Il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti, una percentuale che sale al 29% tra chi si è rivolto al pubblico. I costi. Quasi la metà del campione ha avuto accesso alla Pma pagando il ticket (49%), quota che tra le coppie residenti a Nord sale al 59%. Il 35% ha invece avuto accesso ai trattamenti pagando interamente di tasca propria, in particolare i residenti al Centro Italia (67%) e del Sud e Isole (51%), aree in cui è più ampia la concentrazione di strutture private. Per il 14% i costi sono stati sostenuti interamente dal Sistema sanitario regionale. Tra chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 al Nord, 5.200 al Centro Italia e 2.900 al Sud e Isole). Riguardo alla spesa per il ticket, le coppie in cura presso centri pubblici e privati convenzionati indicano di aver pagato in media 340 euro. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private» ha commentato Vaccaro.
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Gli aspetti critici. Anche se il livello di soddisfazione dichiarato dalle coppie nei confronti dei centri di Pma è abbastanza buono (48%), l’indagine ha evidenziato alcuni aspetti problematici. Ad esempio, il 41% dichiara di aver avuto difficoltà d’accesso legate alle liste d’attesa (soprattutto al Nord) e ai costi economici (specie al Centro-Sud). Internet non rappresenta la fonte primaria di informazione circa la possibilità di sottoporsi alla Pma ma una coppia su due (52%) sceglie la rete per leggere esperienze di altre coppie che hanno intrapreso un percorso di procreazione assistita e confrontarsi con esse. Un’esigenza che nasce anche dal fatto che per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. La reazione di fronte al fallimento. Che succede, se il tentativo di diventare genitori fallisce? Il 75,5% delle coppie in cui la partner ha fino a 34 anni, decide di riprovarci andando all’estero per accedere a tecniche di fatto di difficile accesso, come l’eterologa, o per trovare centri migliori. percentuale che scende al 54,9% se la donna ha 40 anni e oltre. Solo il 31% ha effettivamente contemplato la possibilità di adottare un bambino, mentre la grande parte (69%) risponde di non aver valutato questa possibilità. Cosa pensano della Legge 40. Qual è l’opinione delle coppie che vivono in prima persona le esperienze “disciplinate” dalla Legge 40/2004? Quasi la totalità delle coppie è d’accordo nel sostenere che nel nostro paese era necessaria una legge che regolamentasse un tema così delicato (93%), così come il 90% pensa che sia giusto che esista una legge che tuteli i diritti dell’embrione. Inoltre, oggi solo il 27% pensa che la legge metta in secondo piano la salute delle donne. Quasi la totalità delle coppie ritiene, inoltre, giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di gravi malattie (90%). Fecondazione eterologa e utero in affitto. Circa l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe effettivamente essere disponibile per tutti, mentre il campione intervistato appare diviso sulla possibilità di ricorrere all’utero in affitto: infatti, è il 46% a ritenere che la legge dovrebbe eliminare le restrizioni al ricorso a questa pratica. Infine, il 45% ritiene che la legge dovrebbe consentire l’accesso alle tecniche anche ai single e il 42% anche alle coppie omosessuali, un dato che testimonia un’apertura verso un significato di genitorialità che va oltre l’idea di famiglia tradizionale
Article source: http://www.repubblica.it/salute/benessere-donna/fertilita-einfertilita/2016/05/18/news/fecondazione_assistita_il_35_delle_coppie_paga_di_tasca_propria_spesa_fino_a_5_200_euro140041882/ Tags:
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Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Per avere un figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). "Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. "Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private". "Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori", commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa.
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Fecondazione: coppie sempre più avanti con l'età e istruite Censis, accesso Pma difficile o precluso a chi ha meno risorse - ROMA, 18 MAG - Sempre più mature anagraficamente, istruite e occupate stabilmente. Sono le coppie che ricorrono alla Procreazione medicalmente assistita (Pma): aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), e per entrambi i partner si rileva un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più 'sicura'. L'identikit emerge dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. L'indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell'infertilità nelle diverse aree del paese. Tra i mutamenti più significativi nel profilo delle coppie che si sottopongono alla Pma, dunque, è proprio l'avanzare dell'età. Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all'intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Solo al 55% delle coppie è stata però riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell'infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine). ''Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate è attestata infatti intorno al 22%'', ha sottolineato Ketty Vaccaro, responsabile Area Welfare e Salute del Censis. Inoltre, ''sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste ultime coppie - ha concluso - il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale''.
Multimedia 16 aprile 2016
Cosmofarma: convegno Federfarma
16 aprile 2016
Cosmofarma: convegno Sunifar
16 aprile 2016
Cosmofarma: la farmacia nel nuovo contesto economico e normativo 15 aprile 2016
Cosmofarma: convegno sulle carenze dei farmaci 7 marzo 2016
Annarosa Racca sul protocollo di sicurezza 3 marzo 2016
Cosmofarma 2016
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18/05/201610:43
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Procreazione assistita: maturi, aperti a single e gay e pagano di tasca propria. Ecco l’identikit delle coppie in cerca di un figlio Mature,”open mind” e solide economicamente e professionalmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all'intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell'infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma», realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma» Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti
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La variabile geografica: al Centro costa di più Con riferimento all'ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell'ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). La variabile geografica: al Centro costa di più
Cosmofarma: convegno sulle carenze dei farmaci 7 marzo 2016
Annarosa Racca sul protocollo di sicurezza 3 marzo 2016
Cosmofarma 2016 I disagi delle coppie in terapia Per l'82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell'infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). I disagi delle coppie in terapia
Sì alle modifiche alla legge 40/2004
17 febbraio 2016
Racca e Alfano firmano Protocollo in materia di videosorveglianza 15 febbraio 2016
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Foglio Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l'embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l'81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all'«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. Sì alle modifiche alla legge 40/2004
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Annarosa Racca a Elisir sulla consegna dei farmaci a domicilio 2 novembre 2015
«Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l'incremento dell'età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro. Ketty Vaccaro
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Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Per avere un figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema.
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Procreazione assistita, un percorso lungo e costoso 18 MAGGIO 2016 - REDAZIONE GALILEO -
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Secondo l’indagine Censis aumenta l’età media
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delle donne che ricorrono alla Pma. Per il 45% del campione dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla COMPLIMENTI!
Sei il visitatore numero
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ONLINE: 18/05/2016
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cerebrali legate all’affettività. Lo
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dimostra uno studio dell’Università (Censis) – Sempre più mature, istruite e occupate
di Milano-Bicocca
stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono alcuni dei risultati della ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma», realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, presentata oggi a Roma da Ketty Vaccaro, Responsabile area Salute e Welfare del Censis, e Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa, e discussa da
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Filomena Gallo, Andrea Lenzi, Donella Mattesini, Giulia Scaravelli, Filippo Maria Ubaldi e Laura Volpini. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto
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sostenuto la spesa di tasca propria, il costo
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dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente
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370 al Sud).
19 maggio @ 8:00 - 22 maggio @
centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in
17:00 I disagi delle coppie in terapia. Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Sì alle modifiche alla legge 40/2004. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. «È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali», ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. «Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione
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Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori», ha concluso Zizzo. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro. Se vuoi ricevere gratuitamente notizie su Procreazione assistita, un percorso lungo e costoso lascia il tuo indirizzo email nel box sotto e iscriviti:
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Quotidiano della Federazione Ordini Farmacisti Italiani Mercoledì 18 MAGGIO 2016 Ultimo aggiornamento ore 12:35:00 Redazione
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Pma. Una coppia su tre si rivolge al privato. Con spese fino a 5.200 euro. Ma l’età della donna penalizza i risultati e solo in un caso su 5 le tecniche hanno avuto successo. Il focus Censis Le coppie che vi ricorrono sono sempre più avanti con gli anni (36,7 anni le donne e 39,8 gli uomini) e questo penalizza i risultati. C'è poi un problema di qualità nell'assistenza che risulta molto differenziato tra le Regioni. Per il 45% delle coppie intervistate la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche agli omosessuali. E il 46% dice sì alla "surrogata". 18 MAG - “Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo”. È quanto emerge dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’ realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti. “I tempi di attesa – si evidenzia nel report - per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico)”. La variabile geografica: al Centro costa di più. “Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato – si legge - , per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le
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Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l`età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell`uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. È quanto emerge da uno studio del Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all`intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma (Procreazione medicalmente assistita) trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell`infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3
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e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). La variabile geografica: al Centro costa di più. Con riferimento all`ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell`ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). Per l`82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell`infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l`embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l`81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all`”utero in affitto”, per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali.
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L'infertilità, secondo le stime fornite dall'Organizzazione mondiale della Sanità, è un problema per circa il 15 per cento delle coppie dei paesi più sviluppati. Il Censis, nello studio "Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma (Procreazione medicalmente assistita)" in collaborazione con la Fondazione Ibsa, ha fatto il punto sulla fecondazione assistita in Italia a otto anni dall'ultima ricerca effettuata su questa tematica. I risultati emersi dall'analisi di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell'infertilità, dimostrano come in questi anni sia aumentata l'età media di chi richiede questo tipo di pratiche mediche: quella maschile sale ai 39,8 rispetto ai 37,7 del 2008, quella femminile passa dai 35,3 ai 36,7.
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I figli in provetta sono “roba“ da ricchi. Una coppia su tre paga di tasca propria
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Censis e Fondazione Ibsa: ottenere una maternità con la fecondazione artificiale costa caro. Le tariffe vanno dai 3.000 euro in su. Sempre più anziane le donne che si sottopongono ai trattamenti. Solo il 22 per cento delle coppie riesce ad arrivare alla gravidanza Francesca Angeli - Mer, 18/05/2016 - 19:41
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I figli in provetta costano e il processo per arrivare alla fecondazione assistita è spesso troppo lungo. La conseguenza ovvia è che le coppie che riescono a coronare il sogno di avere un figlio grazie alla PMA, Procreazione medicalmente assistita, sono sempre più mature, istruite e con un lavoro stabile e ben retribuito.
Inserisci le chiavi di ricerca Sono i risultati delle ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma», realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, presentata a Roma da Ketty Vaccaro, Responsabile area Salute e Welfare del Censis, e Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa, e discussa da Filomena Gallo, Andrea Lenzi, Donella Mattesini, Giulia Scaravelli, Filippo Maria Ubaldi e Laura Volpini. A otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema[/TESTO] si alza l’età media sia dell’uomo ﴾dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016﴿ sia della della donna ﴾da 35,3 a 36,7 anni﴿. Entrambi hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Passano anni prima di prendere la decisione di accedere alla fecondazione artificiale perchè il percorso dall’acquisizione della consapevolezza di non
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riuscire ad averli naturalmente e la decisione di rivolgersi ad un centro specializzato è lungo e lastricato di dubbi e difficoltà. Le coppie passano in media quasi 4 anni tentando di avere un figlio dopo aver gia trascorso almeno un anno e mezzo a tentare di concepirlo senza aiuti. Si dilatano anche i tempi tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico ﴾10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008﴿. Dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno ﴾12,7 mesi﴿, un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite ﴾19,2 mesi﴿. Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie ﴾72%﴿ e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma ﴾14%﴿. Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità ﴾circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine﴿, che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. I tempi di attesa son diversi anche a seconda della centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia ﴾si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati﴿, il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi ﴾si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate﴿, il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi ﴾si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici﴿, il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti ﴾la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico﴿. Differenze sostanziali anche per i costi a seconda dell’area di appartenenza. I più sfrotunati sono i cittadini del Centro dove proliferano le cliniche private più costose. Soltanto per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale mentre il il 49% ha pagato il ticket Una percentuale molto altra, il 35%, invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro ﴾dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%﴿ e al Sud ﴾dove si arriva al 51%﴿. Gli aspiranti genitori che hanno speso tutto di tasca loro hanno dovuto sborsare in media 4.000 euro ﴾4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud﴿. Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro ﴾280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud﴿. Avere un figlio con la PMA non è facile dal punt di vista tecnico ma anche dal punto di vista psicologico. Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità si è trasformato in una sorta di ossessione che rende quasi impossibile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Per il 41% è un problema sentirsi diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici ﴾un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%﴿.
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Un percorso difficile e complesso porta le coppie intervistate a dichiararsi favorevoli ad una legge aperta che non ponga altri ostacoli oltre a quelli che già si devono affrontare. Dunque sì alla possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia per il 90 per cento degli intervistati e sì all’eterologa per l’81%. Rispetto alle possibilità di accesso alla PMA per le coppie omosessuali il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro. ANNUNCI
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Fecondazione: Censis, 35% coppie paga di tasca sua, al Centro oltre 5000 euro Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) Per avere un figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Fonte: adnkronos
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Fecondazione: Censis, 35% coppie paga di tasca sua, al Centro oltre 5000 euro Il resto versa il ticket o si rivolge a strutture pubbliche senza esborso, aumenta età media
Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Per avere un figlio Altri articoli che parlano di... con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Categorie (1) Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti ADN Kronos dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). "Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. "Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private". "Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori", commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa.
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Home . Salute . Sanità . Bebè in provetta, coppie sempre più 'vecchie' e pagano le cure di tasca loro
Bebè in provetta, coppie sempre più 'vecchie' e pagano le cure di tasca loro
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Flessioni allo zoo, la reazione dell'orso polare
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Pubblicato il: 18/05/2016 13:06 Per avere un figlio con l'aiuto della medicina le coppie con problemi di infertilità arrivano sempre più tardi alla fecondazione assistita, e nel 35% dei casi la pagano di tasca propria. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). "E' completamente sbagliato il messaggio che la gravidanza si decide e si ottiene quando si vuole. Eppure viene veicolato spesso. I casi di donne di 48-50 anni
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che diventano madri vengono riportati con esaltazione, e a volte sui media si sentono parlare medici che di infertilità non sanno granché, ma magari fanno audience. La verità è che se dopo 12 mesi di rapporti sessuali non protetti non arriva un bebè (dopo 6 mesi nel caso si abbiano oltre 38 anni), ci si deve rivolgere a uno specialista di medicina della riproduzione". Così Filippo Ubaldi, ginecologo e direttore clinico del Centro Genera della clinica Valle Giulia di Roma, commentato i dati. L'avanzare dell'età della coppie è un fenomeno che si riscontra nella realtà odierna dei centri specializzati: "Oggi nei nostri centri l'85% dei pazienti ha più di 35 anni assicura Ubaldi - ma sono moltissime le coppie con più di 40 anni. Dobbiamo spiegare loro che, ad esempio, a 43 anni la donna per ottenere un embrione sano da impiantare ha bisogno di produrre 30 ovociti, quando in un ciclo di stimolazione se ne possono ottenere 34. Anche con le tecnologie più avanzate non si può invertire questa tendenza: la possibilità di concepire a quell'età è aneddotica". A parere dell'esperto "andrebbero avviate iniziative di informazione e formazione anche nelle scuole, ma anche fra gli stessi medici, per far capire che la gravidanza non si può procrastinare più di tanto. Il ministero della Salute ha riunito una commissione e redatto un documento che andrebbe veicolato a vari livelli per trasmettere il messaggio che i figli vanno fatti prima possibile. Dovremmo puntare tutto su questo, con politiche economiche e sociali". Per quanto riguarda la scelta del centro di Pma, il Censis evidenzia che la maggioranza delle coppie lo seleziona sulla base della 'fama' e del passaparola. Ma "bisognerebbe andare a verificare, ad esempio - consiglia Ubaldi - quanti embriologi sono presenti nello staff: se la struttura esegue più di 1.000 cicli l'anno ce ne dovrebbero essere almeno 10: anche con tecnologie all'avanguardia e ottenendo embrioni di buona qualità, senza l'adeguata professionalità si possono indurre danni gravi, per cui questi non si impianteranno mai". Infine, secondo l'esperto "anche in Italia sarebbe necessaria un'autorità indipendente come la Human Fertilisation and Embryology Authority britannica, che possa interagire col governo sulle leggi da varare e per controllare quello che fanno i centri di Pma". "Quello delle coppie che aspettano troppo prima di rivolgersi a uno specialista - aggiunge Andrea Lenzi, ordinario di Endocrinologia all'Università Sapienza di Roma - è un dato devastante. Dobbiamo insegnare nelle scuole che la fertilità è un bene comune, sociale, e il calo di natalità è peggiore di molte malattie che sono in grado di sterminare un'intera società. Forse la Pma costa troppo, ma se si fanno mutui e si comprano auto si vede che il problema non è poi così sentito dagli italiani".
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I figli in provetta sono “roba“ da ricchi. Una coppia su tre paga di tasca propria
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18/05/2016 - 20:00 Censis e Fondazione Ibsa: ottenere una maternità con la fecondazione artificiale costa caro. Le tariffe vanno dai 3.000 euro in su. Sempre più anziane le donne che si sottopongono ai trattamenti. Solo il 22 per cento delle coppie riesce ad arrivare ... il Giornale
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Figli in provetta sempre più tardi e a ogni costo 18/05/2016 - 18:15 - Cresce l'età media delle coppie che fanno ricorso alla procreazione assistita: l'Italia diventa così detentrice di un altro primato che fa il paio in negativo con il record di denatalità saldamente e tristemente detenuto dal nostro Paese. È il dato più ... Fonte: Avvenire.it
Fecondazione assistita, i dati del Censis La scelgono genitori sempre più anziani 18/05/2016 - 18:18 - La ricerca “Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma”, realizzata dal Censis (Centro Studi Investimenti Sociali), ha evidenziato come e quanto spendono le coppie che desiderano avere un bambino creato con la fecondazione assistita. Fonte: Si24 - Il vostro sito quotidiano
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Fecondazione, a sceglierla sempre più coppie avanti con l'età e istruite 18/05/2016 - 18:17 - Sono le coppie che ricorrono alla Procreazione medicalmente assistita (Pma): aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), e per entrambi i partner si rileva un livello ... Fonte: Giornale di Sicilia
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Fecondazione assistita: coppie in cura sempre più vecchie 18/05/2016 - 16:43 - “E' completamente sbagliato il messaggio che la gravidanza si decide e si ottiene quando si vuole. Eppure viene veicolato spesso. I casi di donne di 48-50 anni che diventano madri vengono riportati con esaltazione, e a volte sui media si sentono ... Fonte: Meteo Web
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Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Per avere un figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). "Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. "Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private". "Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l'impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori", commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa. I contenuti di questa pagina sono a cura di Adnkronos
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Home | Arte e Cultura | Vita e Società | Procreazione assistita, un percorso lungo e costoso
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Procreazione assistita, un percorso lungo e costoso
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Rapporto Censis-Fondazione Ibsa: «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma»
Di seguito riportiamo i principali risultati della ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma», realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, che è stata presentata oggi a Roma da Ketty Vaccaro, Responsabile area Salute e Welfare del Censis, e Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa, e discussa da Filomena Gallo, Andrea Lenzi, Donella Mattesini, Giulia Scaravelli, Filippo Maria Ubaldi, Laura Volpini e da Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute. Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma» realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). La variabile geografica: al Centro costa di più Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). I disagi delle coppie in terapia
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Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Sì alle modifiche alla legge 40/2004 Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. «È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali, – ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. – Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. «Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori.»
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«Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate,
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considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%, – ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. – Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso,
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a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi.
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«Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque
di Giuseppe Maiolo
fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private.»
DA UNA FOTO UNA STORIA
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FECONDAZIONE: CENSIS, 35% COPPIE PAGA DI TASCA SUA, AL CENTRO OLTRE 5000 EURO diventa fan
Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) 10:53
Per avere un figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008).
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Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto.
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Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private".
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NEFROLOGIA "Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori", commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa.
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Home » cronaca » Fecondazione assistita, coppie più avanti con l'età e istruite
Fecondazione assistita, coppie più avanti con l'età e istruite Il 35% delle coppie paga di tasca propria per accedere alla terapia. Che può arrivare a costare oltre 5 mila euro. A rivelarlo una ricerca del Censis. 18 Maggio 2016
Aumenta l'età media, il livello di istruzione e la stabilità dell'occupazione delle coppie che ricorrono alla procreazione assistita (Pma). È quanto emerge dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', realizzata dal Censis in (© Ansa)
collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di
distanza dalla prima ricerca sul tema. L'indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell'infertilità nelle diverse aree d'Italia. L'età media di chi ricorre alla terapia: 39,8 anni per lui, 36,7 per lei L'età media dell'uomo passa dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016, quella della donna da 35,3 a 36,7 anni. Per entrambi i partner si rileva un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più solida. Si allunga quindi il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). TEMPI PIÙ LUNGHI PRIMA DI DECIDERE SE FARE LA PMA. Guardando all'intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di procreazione assistita trascorre poco più di un anno (12,7 mesi). Per le coppie meno istruite il percorso è ancora più lungo: 19,2 mesi. Solo al 55% delle coppie è stata però riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell'infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine). ACCESSO ALLA FECONDAZIONE COMPLESSO PER I MENO ABBIENTI. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate è attestata
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infatti intorno al 22%», ha spiegato Ketty Vaccaro, responsabile area welfare e salute del Censis. Inoltre, «sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste
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ultime coppie il percorso appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale». Il 35% delle coppie ha pagato di tasca propria la terapia Indubbiamente il costo incide nella scelta di ricorrere alla pratica: il 35% delle coppie ha infatti pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro. Con riferimento all'ultimo ciclo di trattamenti effettuato, solo per il 14% delle coppie i costi sono stati sostenuti per intero dal servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket e il 35% ha invece pagato interamente le prestazioni di
Parma, Pizzarotti e le mutazioni del M5s
tasca propria. Al Centro la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67% e al Sud si arriva al 51%.
Morini, fautore delle liste civiche, a Lettera43: «Estinti i critici come Pizzarotti, nel mirino ci sono gli ortodossi di Fico». E lo staff spiana la strada a Di Maio.
340 EURO DI SPESA CON IL TICKET. Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell'ultimo ciclo di terapia si è aggirato in media intorno ai 4 mila euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). UNO SU TRE ASPETTA MENO DI TRE MESI. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di cominciare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha cominciato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), ma c'è pure un 17% che ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti e la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico. Il 46% di chi ricorre alla terapia a favore dell'utero in affitto Il 45% delle coppie che ha fatto ricorso alla procreazione assistita sostiene che la terapia dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Il 90% ritiene infatti giusta la possibilità di selezionare l'embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l'81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Inoltre il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all''utero in affitto'. I FALLIMENTI INCIDONO SULLA VITA QUOTIDIANA. Quanto ai disagi segnalati durante la terapia, per l'82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell'infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme poi gli effetti collaterali delle terapie e il 30% denuncia anche una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari e degli amici (un problema che riguarda in particolare le coppie più giovani, pari al 42%). Mi piace
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TAG: fecondazione assistita età - fecondazione assistita costi - fecondazione assistita attesa
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Fecondazione Assistita: il 46% delle coppie infertili è favorevole all’utero in affitto Il 46% delle coppie italiane con problemi di infertilità ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all'utero in affitto Di Ilaria Quattrone - 18 maggio 2016 - 11:32
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Il 46% delle coppie italiane con problemi di infertilità ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’utero in af tto, per il 45% la fecondazione assistita dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. E’ quanto emerge dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’ realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, presentata oggi a Roma. Guardando, nello speci co, alle tecniche disponibili e ai soggetti che possono accedere ai trattamenti, dunque, se la grande parte degli intervistati conviene nel ritenere che la fecondazione eterologa dovrebbe effettivamente essere disponibile per tutti (80,9%), il campione appare diviso sulla possibilità di ricorrere all’utero in af tto, rileva il Censis: infatti è il 46% a ritenere che la legge dovrebbe eliminare le restrizioni al ricorso a questa pratica. E in merito ai soggetti cui la legge dovrebbe consentire l’accesso alle tecniche di Pma, il 45% ritiene che si dovrebbe aprire anche ai single e il 41,6% anche alle coppie omosessuali, un dato che testimonia un’apertura verso un signi cato di genitorialità che va oltre l’idea di famiglia tradizionale. In ne, la quasi totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati negli anni alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti.
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cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%“, ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. “Sono coppie privilegiate sotto il
pro lo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia dif cile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private“. “Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che
affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori“, commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa. (Adnkronos)
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Ilaria Quattrone Nata il 6 agosto 1992 a Melito di Porto Salvo (RC), laureata nel 2015 all'Università degli Studi di Messina. Collabora con MeteoWeb dal 2015 quando ha iniziato la sua carriera da giornalista scientifica. Studia l'ambiente e la climatologia.
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Fecondazione assistita, il 35% delle coppie paga di tasca propria
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di oggisalute | 18 maggio 2016 | pubblicato in Attualità
Per avere un figlio con l’aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l’esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud).
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VALENTINA BIGAZZI
“Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%”, ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. “Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private”. “Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori”, commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa.
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MERCOLEDÌ, 18 MAGGIO 2016
Rapporto CensisFondazione Ibsa «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma» Il 35% delle coppie ha pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro. Per l’80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni. Per il 45% dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla maternità surrogata per il 46%.
Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7
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anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma» realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). La variabile geografica: al Centro costa di più. Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). I disagi delle coppie in terapia. Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Sì alle modifiche alla legge 40/2004. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni
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di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. «È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali», ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. «Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori», ha concluso Zizzo. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro.
Questi sono i principali risultati della ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma», realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, che è stata presentata oggi a Roma da Ketty Vaccaro, Responsabile area Salute e Welfare del Censis, e Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa, e discussa da Filomena Gallo, Andrea Lenzi, Donella Mattesini, Giulia Scaravelli, Filippo Maria Ubaldi, Laura Volpini e da Beatrice Lorenzin, Ministro della Salute.
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Isabel Zolli
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genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa traccia un quadro della situazione italiana, aggiornando i dati della prima ricerca sul tema avvenuta otto anni fa. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. A spiccare sono soprattutto le percentuali riguardanti le coppie che hanno aspettato un anno e oltre prima di iniziare la terapia, cioè il 17% (chi ha scelto una clinica privata) e il 29% (chi si è rivolto a una struttura pubblica). In altri casi le tempistiche sono state più rapide: il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi, il 26% tra i 3
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e i 6 mesi, il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi. Tempi a parte, anche i costi incidono pesantemente, visto che il 35% di coloro che si sono sottoposti a fecondazione assistita ha dovuto pagare interamente le prestazioni di tasca propria (con una cifra media intorno ai 4000 euro). Il 49% delle coppie ha pagato il ticket e solo il 14% è risultato esente da qualsiasi spesa, sostenuta dal Servizio sanitario regionale. Chi intraprende la strada della Pma? Da quanto emerge dall’indagine, si tratta di coppie sempre più mature, istruite e occupate: rispetto al 2008 è aumentata l’età
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media sia delle donne (da 35,3 a 36,7 anni) sia degli uomini (dai 37,7 ai 39,8 anni). «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza» spiega Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. «Lo dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%». IN EDICOLA
Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità. Da non sottovalutare sono soprattutto i disagi dei futuri genitori in terapia: molti di loro si sentono frustrati a causa dei tentativi di concepimento falliti (82%), per alcuni (61%) la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce un problema serio, per altri (52%) l’infertilità è diventata un pensiero costante. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie, per il 41% delle coppie invece il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dagli altri. TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE Fecondazione assistita: le nuove linee guida. Fra le novità l’accesso all’eterologa Fecondazione assistita: selezionare gli embrioni non è reato in caso di gravi malattie
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Fecondazione: Censis, 35% coppie paga di tasca sua, al Centro oltre 5000 euro Il resto versa il ticket o si rivolge a strutture pubbliche senza esborso, aumenta età media 18/05/2016 10:53 Consiglia
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Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Per avere un figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). "Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. "Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private". "Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori", commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa.
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Fecondazione: Censis, 35% coppie paga di tasca sua, al Centro oltre 5000 euro Scegli Tu!
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Categoria principale: Speciali Categoria: Salute Pubblicato: Mercoledì, 18 Maggio 2016 11:53 Scritto da Redazione
Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Per avere un figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilita' paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si e' aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso e' stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). E' il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre piu' maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'eta' media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione e' piu' elevato e la condizione professionale piu' stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficolta' di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo piu' lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si e' rivolto al pubblico). "Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre piu' tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilita' di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, e' attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. "Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione piu' bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare piu' lungo e complesso ed e' comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private". "Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l'impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori", commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa.
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Fecondazione: Censis, 35% coppie paga di tasca sua, al Centro oltre 5000 euro
18 maggio 2016
Panorama / Scienza / Salute / Fecondazione: Censis, 35% coppie paga di tasca sua, al Centro oltre 5000 euro
Scienza, le news Torna ‘Rock per un Bambino’, sabato a Genzano serata di beneficenza Alimenti: rischio ipertensione con 4 o più porzioni di patate a settimana
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Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Per avere un
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figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati
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in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'età
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media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016)
Il cloud e tutti i consigli per utilizzarlo al meglio
che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti
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dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008).
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I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso
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strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico).
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"Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del
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economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile,
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se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più
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bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e
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complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello
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territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private". "Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della
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genitori", commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione
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Procreazione assistita, un percorso lungo e costoso 18/05/2016 in News
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Presentato il Rapporto Censis-Fondazione Ibsa “Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma”: Aumenta l’età media delle donne che vi ricorrono. Il 35% delle coppie ha pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro. Per l’80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni. Per il 45% dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla maternità surrogata per il 46%. Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca “Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma” realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). La variabile geografica: al Centro costa di più. Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). I disagi delle coppie in terapia.
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Cipomo: La sostenibilità Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%).
dell’oncologia medica nel servizio sanitario 19/05/2016 - 21/05/2016 Napoli XXXVI Congresso Nazionale Aidm: Strade tortuose per i percorsi di genere 20/05/2016 - 21/05/2016 Matera - Tutti gli eventi
Sì alle modifiche alla legge 40/2004. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. «È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali», ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. «Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori», ha concluso Zizzo. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro.
Gli ultimi commenti agli articoli pubblicati Rivedere ruolo delle Regioni e recuperare affidabilità del SSN - Sindacato Nazionale Area Radiologica su Sulla pelle del personale… Jurinovich su Bernini e Rizzotti: Garantire presenza personale medico su ambulanze del 118 No all’onere della prova a carico del paziente | Sismla su Appello di Cittadinanzattiva e SISMLA ai Parlamentari: non approvare l’art.7 del DDL su responsabilità professionale del personale sanitario
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Pma. Una coppia su tre si rivolge al privato. Con spese fino a 5.200 euro. Ma l’età della donna penalizza i risultati e solo in un caso su 5 le tecniche hanno avuto successo. Il focus Censis Le coppie che vi ricorrono sono sempre più avanti con gli anni (36,7 anni le donne e 39,8 gli uomini) e questo penalizza i risultati. C'è poi un problema di qualità nell'assistenza che risulta molto differenziato tra le Regioni. Per il 45% delle coppie intervistate la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche agli omosessuali. E il 46% dice sì alla "surrogata". 18 MAG - Età media, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016)
che della donna (da 35,3 a 36,7 anni) in crescita, livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Questo l’identikit delle coppie italiane che ricorrono più frequentemente alla procreazione medicalmente assistita tracciato dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema, che è stata presentata oggi a Roma. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo”. Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti. “I tempi di attesa – si evidenzia nel report per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico)”. La variabile geografica: al Centro costa di più. “Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato – si legge - , per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud)”. I disagi delle coppie in terapia. “Per l’82% delle coppie – rimarca il Censis - la frustrazione derivante dai
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tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%)”. Sì alle modifiche alla legge 40/2004. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. “È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali”, ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. “Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori”, ha concluso Zizzo. “Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%”, ha dichiarato Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. “Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private”, ha concluso Vaccaro. 18 maggio 2016
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Acque contaminate. Rapporto ISPRA:+20% in quelle superficiali, +10% in quelle sotterranee. Pesticidi nel 64% di laghi e fiumi
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Programma Nazionale della Ricerca. Mantenere le promesse per rinascere
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Fecondazione: CENSIS conferma, italiani più avanti della politica Articolo pubblicato il 18/05/2016
Fecondazione: CENSIS conferma, italiani più avanti della politica Associazione Luca Coscioni 18 Mag 2016 Fecondazione assistita Dichiarazione di Filomena Gallo, segretario dell'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica soggetto costituente il Partito radicale. "La ricerca del Censis e della Fondazione Ibsa sulla procreazione medicalmente assistita dimostra ancora una volta come gli italiani siano culturalmente molto più avanti della politica per quanto riguarda l'accesso a questa tecniche fecondative anche per single e coppie omosessuali, ma anche sulla gravidanza per altri, cioè sul cosiddetto 'utero in affitto' che secondo il presidente della Cei rappresenterebbe una sorta di apocalisse”, a dichiararlo il segretario dell'Associazione Luca Coscioni, Filomena Gallo, che questa mattina ha preso parte alla presentazione della ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma' “Inoltre - continua Gallo - emerge chiaramente che l'età delle coppie che cerca di avere un figlio è più alta rispetto al resto d'Europa e che affidarsi alla sanità pubblica è sempre più difficile per via dei pochi centri nel sud Italia e di lunghe liste di attesa al nord, con costi poco sostenibili per le coppie. Tutto ciò indica un problema di welfare e di assistenza, con palese violazione di diritti fondamentali in uno stato che dovrebbe rimuovere gli ostacoli al rispetto dei diritti dei propri cittadini. Questo prevede la Costituzione". "A 12 anni dall'entrata in vigore della legge 40 che dovrebbe disciplinare l'applicazione in Italia delle tecniche di Fecondazione assistita - spiega ancora il segretario dell’Associazione Coscioni - la situazione nel nostro Paese è certamente cambiata. Alcuni divieti, infatti, sono stati rimossi a seguito di ben quattro interventi della Corte Costituzionale. L'assenza totale di iniziativa politica su questi temi evidenzia però la mancanza di volontà politica di rendere effettivamente accessibili e applicabili queste tecniche, sia omologhe che eterologhe. Non viene rispettato, infatti, il principio di equità nell'accesso alle cure per i pazienti infertili o sterili, che devono fare i conti con il tempo che passa, abbassando le possibilità di riuscita, e con costi troppo altri per un paese in cui il federalismo sanitario è sempre più causa di disuguaglianze. Mancano, inoltre, campagne informative, mentre la legge 40 vieta ancora l'uso per la ricerca di blastocisti non idonei per una gravidanza e l'accesso a queste tecniche di fecondazione assistita per i single e per le coppie dello stesso sesso: divieti incomprensibili e da rimuovere. In un paese democratico dovrebbe infatti essere ampliato l'esercizio di libertà che corrispondono a diritti riconosciuti dalla
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Costituzione, che sancisce per tutti i cittadini pari accesso alle cure. Negare tutto ciò significa negare l'esistenza di uno stato di diritto. E' giunto il momento che il Governo dica basta a strumentalizzazioni e trattative a ribasso sui diritti, e rimetta al centro la vita reale delle persone", conclude Filomena Gallo. http://www.associazionelucacoscioni.it/comunicato/fecondazione-censis-conferma-italiani-pi-avanti-della-politica Fonte: http://www.associazionelucacoscioni.it/comunicato/fecondazione-censis-conferma-italiani-pi-avanti-della-politica
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Censis,aumenta età e solo 22% riesce ad avere bimbo con tecniche 16:54 - 18/05/2016
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(di Manuela Correra) (ANSA) - ROMA, 18 MAG - Più avanti con l'età - tanto da sfiorare la soglia dei 40 anni per lui e dei 37 per lei - ma anche con un livello di istruzione elevato ed un'occupazione 'sicura'. Si presentano così le coppie che accedono oggi alle tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma), rispetto a soli 8 anni fa: un identikit che rende chiaro come il poter avere un 'figlio in provetta' sia oggi possibile, sempre di più, solo per una fortunata 'elite', mentre l'accesso alla Pma risulta difficile o addirittura precluso a chi ha meno risorse. Il quadro aggiornato è quello descritto dall'indagine 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell'infertilità nelle diverse aree del paese. Il primo dato che colpisce - rispetto ad una prima indagine del 2008 - è proprio l'aumentare dell'età dei potenziali genitori e si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Risultato: spesso si arriva alla pma anche dopo 4 anni e ad un'età matura. Con la conseguenza che, proprio in gran parte per il fattore età, solo il 22% delle coppie riesce a coronare il sogno di una gravidanza. Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma ''cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: il tempo della presa di coscienza - spiega Ketty Vaccaro, responsabile Area Welfare e Salute del Censis - è cioè più lungo, come se avere difficoltà procreative fosse diventato un fatto oggi più socialmente compatibile''. Inoltre, ''sono coppie privilegiate sotto il profilo socio-economico e rappresentano in altri termini un'elite: il 45,9% delle donne che arriva alla Pma è infatti laureato contro il 23% delle donne in generale ed il 99% ha un'occupazione stabile, ed è laureato il 36,6% degli uomini, con l'83% che ha un lavoro 'sicuro', contro il 14,8% della media generale''. Altro nodo è il 'fattore costo', che resta una delle discriminanti principali: il 35% delle coppie ha infatti pagato di tasca propria la Pma spendendo da 2.900 a 5.200 euro, e per l'80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni con una forte variabile geografica dal momento che al Centro la Pma costa di più. I centri sono in prevalenza privati, con tempi di attesa minori, mentre nel pubblico le liste di attesa si possono protrarre anche per un anno. La scelta del centro si effettua soprattutto in base alla fama (38%), ma il 52% delle coppie sceglie Internet per leggere esperienze di altre coppie. Quanto alle tecniche, il ricorso all'eterologa è al momento marginale e riguarda poco più del 4% degli intervistati. L'indagine Censis evidenzia pure che quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004 e ben il 45% sostiene che la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla maternità surrogata, inoltre, dal 46% degli intervistati. E se i tentativi di ottenere una gravidanza falliscono? Il 75,5% delle coppie decide di riprovare, mentre solo il 31% ha considerato la possibilità di adottare un bambino. (ANSA).
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Fecondazione: Censis, da 45% coppie sì Pma a single e gay
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Favorevole a maternità surrogata il 46% 10:32 - 18/05/2016
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(ANSA) - ROMA, 18 MAG - Il 45% delle coppie che ha fatto ricorso alla procreazione medicalmente assistita (Pma) sostiene che la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla maternità surrogata, inoltre, dal 46% degli intervistati. Le risposte emergono dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', su un campione di 361 coppie, presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004 sulla Pma: il 90% ritiene infatti giusta la possibilità di selezionare l'embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l'81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. ''Meno nette, ma rilevanti'', afferma il Censis, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Così, ad esempio, il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all''utero in affitto', per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. Quanto ai disagi segnalati durante la terapia, per l'82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell'infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme poi gli effetti collaterali delle terapie e il 30% denuncia anche una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani, pari al 42%).(ANSA).
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Fecondazione: coppie sempre più avanti con l'età e istruite
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Censis, accesso Pma difficile o precluso a chi ha meno risorse 10:31 - 18/05/2016
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(ANSA) - ROMA, 18 MAG - Sempre più mature anagraficamente, istruite e occupate stabilmente. Sono le coppie che ricorrono alla Procreazione medicalmente assistita (Pma): aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), e per entrambi i partner si rileva un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più 'sicura'. L'identikit emerge dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. L'indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell'infertilità nelle diverse aree del paese. Tra i mutamenti più significativi nel profilo delle coppie che si sottopongono alla Pma, dunque, è proprio l'avanzare dell'età. Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all'intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Solo al 55% delle coppie è stata però riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell'infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine). ''Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate è attestata infatti intorno al 22%'', ha sottolineato Ketty Vaccaro, responsabile Area Welfare e Salute del Censis. Inoltre, ''sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste ultime coppie - ha concluso - il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale''. (ANSA).
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Fecondazione:costi a carico per 35% coppie, fino 5.200 euro
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Censis,al Centro Pma più costosa;nel pubblico anche attesa 1anno 10:32 - 18/05/2016
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(ANSA) - ROMA, 18 MAG - Per le coppie che vogliono accedere alle tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma), il 'fattore costo' resta una delle discriminanti principali: il 35% delle coppie ha infatti pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro, e per l'80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni con una forte variabile geografica dal momento che al Centro la Pma costa di più. E' quanto emerge dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa. Con riferimento all'ultimo ciclo di trattamenti effettuato, emerge dall'indagine, solo per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket e il 35% ha invece pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell'ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). Ma il percorso per la Pma segna profonde differenze non solo per quanto riguarda i costi: i tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano infatti in base alla tipologia del centro scelto. Così, il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), ma c'è pure un 17% che ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti e la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico. (ANSA).
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Censis,al Centro Pma più costosa;nel pubblico anche attesa 1anno (ANSA) - ROMA, 18 MAG - Per le coppie che vogliono accedere alle tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma), il 'fattore costo' resta una delle discriminanti principali: il 35% delle coppie ha infatti pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro, e per l'80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni con una forte variabile geografica dal momento che al Centro la Pma costa di più. E' quanto emerge dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa. Con riferimento all'ultimo ciclo di trattamenti effettuato, emerge dall'indagine, solo per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket e il 35% ha invece pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell'ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). Ma il percorso per la Pma segna profonde differenze non solo per quanto riguarda i costi: i tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano infatti in base alla tipologia del centro scelto. Così, il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), ma c'è pure un 17% che ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti e la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico. (ANSA).
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Fecondazione assistita, genitori sempre più vecchi. Il 35% delle coppie paga di tasca propria Spesa fino a 5.200 euro. Il resto versa il ticket o si rivolge a strutture pubbliche senza esborso. Aumenta l'età media dei futuri mama e papà
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CON UN LAVORO più stabile e qualche anno in più sia per l’uomo che per la donna. Sono alcuni dei mutamenti più significativi nel profilo delle coppie che si sottopongono alla fecondazione assistita e che emergono dalla ricerca Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma, realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. L’indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell’infertilità situati in varie regioni. Un problema, quello dell’infertilità, che secondo le ultime stime fornite dall’Organizzazione mondiale della sanità, riguarda il 15% circa delle coppie dei paesi industriali avanzati.
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L'identikit degli aspiranti genitori. Rispetto all’ultima indagine condotta dal Censis otto anni fa, aumenta l’età del partner maschile (che passa da 37,7 anni nel 2008 a 39,8 anni nel 2016) e femminile (da 35,3 anni a 36,7 anni) e la condizione professionale è più stabile per entrambi. "Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che va direttamente a influire sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. E oltre una coppia su tre paga di tasca propria, spendendo fino a
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Quando inizia il percorso medico. Si tratta di coppie che cercano di avere un figlio mediamente da poco meno di quattro anni. I primi dubbi sulla capacità di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi, un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi di media nel 2008 e sono le donne più giovani a essersi interrogate per prime sulle difficoltà incontrate, mentre per le donne più avanti negli anni sembra essere data per scontata qualche difficoltà in più. Si incrementa, inoltre, il tempo che si lascia trascorrere tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi a un medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi indicati nella precedente indagine). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma, in media trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), circa 6 mesi in meno rispetto agli ultimi dati. In ogni caso, anche in quest’ultima indagine rimane confermato che le coppie meno istruite sono arrivate ai centri di PMA dopo un percorso decisamente più lungo rispetto a quelle con un livello di istruzione più alto.
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A chi si rivolgono. Il professionista a cui la coppia si è rivolta la prima volta è nella grande parte dei casi il ginecologo (72,5%), il 13,6% indica invece di essersi rivolto direttamente allo specialista di un centro di Pma, una percentuale raddoppiata rispetto al 7,1% dell’ultima indagine. Una percentuale ridotta, invece, fa riferimento all’andrologo o urologo (6,2%) e al medico di medicina generale (5,8%). Le cause dell'infertilità. Solo al 55% delle coppie intervistate è stato diagnosticato un problema connesso a una causa specifica mentre per ben il 35,3% la causa di infertilità rimane inspiegata e per il 9,7% delle coppie il medico ha dei dubbi sulle possibili cause. Rispetto al 2008 c’è una diminuzione significativa (circa 9 punti percentuali) delle coppie a cui è stata diagnosticata una causa specifica dell’infertilità. Come si sceglie il centro di Pma. A guidare gli aspiranti genitori nella scelta del centro a cui affidarsi spicca la fama per gli ottimi risultati della struttura, che rappresenta il criterio principalmente seguito dalle coppie (38,6%), in particolare al Centro Italia (42,9%) e tra chi ha livelli alti di istruzione (45,1%). Inoltre, il 18,9% riconosce di aver scelto il centro perché vicino alla propria abitazione e con percentuali più ridotte si fa riferimento anche al parere ottenuto da altre coppie in cura presso il centro scelto, alla presenza nella struttura del proprio medico curante e alla dotazione tecnologica più adeguata. Il centro presso cui le coppie si trovano attualmente in cura rappresenta per il 72,2% del campione l’unico al quale si sono rivolti per sottoporsi alla Pma, una percentuale più bassa di quella rilevata nel 2008 (76% circa), a indicazione che è un numero più ampio di coppie a frequentare più di un centro di Pma. Quali trattamenti fanno. Il 60,9% delle coppie dichiara di effettuare la Fivet omologa (il 2,6% eterologa). Il 42,3% è invece sottoposto a Icsi omologa (l’1,7% eterologa). Una percentuale più bassa effettua la crioconservazione dei gameti e il Crio-transfer da scongelamento (rispettivamente il 2% e il 5%). I tempi di attesa. Circa un terzo (33%) del campione ha atteso meno di tre mesi prima di iniziare la terapia, in particolare le coppie che si sono rivolte a centri privati (49%); il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi e si tratta più frequentemente di pazienti in cura presso strutture private convenzionate (41%), il 24% ha iniziato i trattamenti trascorsi da 6 a 11 mesi dal momento in cui si è rivolto al centro, in particolare le coppie in cura presso centri pubblici e privati convenzionati (rispettivamente il 32% e il 28%). Il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti, una percentuale che sale al 29% tra chi si è rivolto al pubblico.
di Valentina Bindi
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I costi. Quasi la metà del campione ha avuto accesso alla Pma pagando il ticket (49%), quota che tra le coppie residenti a Nord sale al 59%. Il 35% ha invece avuto accesso ai trattamenti pagando interamente di tasca propria, in particolare i residenti al Centro Italia (67%) e del Sud e Isole (51%), aree in cui è più ampia la concentrazione di strutture private. Per il 14% i costi sono stati sostenuti interamente dal Sistema sanitario regionale. Tra chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 al Nord, 5.200 al Centro Italia e 2.900 al Sud e Isole). Riguardo alla spesa per il ticket, le coppie in cura presso centri pubblici e privati convenzionati indicano di aver pagato in media 340 euro. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private» ha commentato Vaccaro. Gli aspetti critici. Anche se il livello di soddisfazione dichiarato dalle coppie nei confronti dei centri di Pma è abbastanza buono (48%), l’indagine ha evidenziato alcuni aspetti problematici. Ad esempio, il 41% dichiara di aver avuto difficoltà d’accesso legate alle liste d’attesa (soprattutto al Nord) e ai costi economici (specie al Centro-Sud). Internet non rappresenta la fonte primaria di informazione circa la possibilità di sottoporsi alla Pma ma una coppia su due (52%) sceglie la rete per leggere esperienze di altre coppie che hanno intrapreso un percorso di procreazione assistita e confrontarsi con esse. Un’esigenza che nasce anche dal fatto che per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. La reazione di fronte al fallimento. Che succede, se il tentativo di diventare genitori fallisce? Il 75,5% delle coppie in cui la partner ha fino a 34 anni, decide di riprovarci andando all’estero per accedere a tecniche di fatto di difficile accesso, come l’eterologa, o per trovare centri migliori. percentuale che scende al 54,9% se la donna ha 40 anni e oltre. Solo il 31% ha effettivamente contemplato la possibilità di adottare un bambino, mentre la grande parte (69%) risponde di non aver valutato questa possibilità. Cosa pensano della Legge 40. Qual è l’opinione delle coppie che vivono in prima persona le esperienze “disciplinate” dalla Legge 40/2004? Quasi la totalità delle coppie è d’accordo nel sostenere che nel nostro paese era necessaria una legge che regolamentasse un tema così delicato (93%), così come il 90% pensa che sia giusto che esista una legge che tuteli i diritti dell’embrione. Inoltre, oggi solo il 27% pensa che la legge metta in secondo piano la salute delle donne. Quasi la totalità delle coppie ritiene, inoltre, giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di gravi malattie (90%). Fecondazione eterologa e utero in affitto. Circa l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe effettivamente essere disponibile per tutti, mentre il campione intervistato appare diviso sulla possibilità di ricorrere all’utero in affitto: infatti, è il 46% a ritenere che la legge dovrebbe eliminare le restrizioni al ricorso a questa pratica. Infine, il 45% ritiene che la legge dovrebbe consentire l’accesso alle tecniche anche ai single e il 42% anche alle coppie omosessuali, un dato che testimonia un’apertura verso un significato di genitorialità che va oltre l’idea di famiglia tradizionale
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Censis: Procreazione assistita, un percorso lungo e costoso
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Pubblicato da : Salutepiu.info | May 18, 2016 | in: Fertilità
ADV Procreazione assistita: aumenta l’età media delle donne che vi ricorrono. Il 35% delle coppie ha pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro. Per l’80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni. Per il 45% dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla maternità surrogata per il 46%. Questi sono i principali risultati della ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma», realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre
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tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a
cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto
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direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una
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condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma» realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema.
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Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la
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terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico).
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La variabile geografica: al Centro costa di più. Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). I disagi delle coppie in terapia. Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%).
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situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la
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Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali.
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«È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo
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contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche,
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personali e sociali», ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. «Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori», ha concluso Zizzo. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma
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appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro.
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Procreazione assistita: maturi, aperti a single e gay e pagano di tasca propria. Ecco l’identikit delle coppie in cerca di un figlio
Mature,”open mind” e solide economicamente e professionalmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all'intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell'infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma», realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). La variabile geografica: al Centro costa di più Con riferimento all'ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell'ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900
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al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). I disagi delle coppie in terapia Per l'82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell'infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Sì alle modifiche alla legge 40/2004 Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l'embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l'81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all'«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l'incremento dell'età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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Fecondazione: Censis, 35% coppie paga di tasca sua, al Centro oltre 5000 euro Il resto versa il ticket o si rivolge a strutture pubbliche senza esborso, aumenta età media 18/05/2016 10:53
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Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Per avere un figlio con l'aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l'esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca 'Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma', presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in tutta Italia. Innanzitutto gli aspiranti genitori appaiono sempre più maturi, istruiti e occupati stabilmente. Aumenta infatti l'età media sia dell'uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), il livello di istruzione è più elevato e la condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). "Le coppie impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%", ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell'area Welfare e Salute del Censis. "Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l'accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private". "Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori", commenta Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa.
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Procreazione assistita: il punto 18-05-2016 10:43 - News in evidenza
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Sempre più mature anagraficamente, istruite e occupate stabilmente. Sono le coppie che ricorrono alla Procreazione medicalmente assistita (Pma): aumenta infatti l´età media sia dell´uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), e per entrambi i partner si rileva un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più ´sicura´. L´identikit emerge dalla ricerca ´Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma´, presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. L´indagine è stata realizzata su un campione di 361 coppie seguite da 23 centri per il trattamento dell ´infertilità nelle diverse aree del paese. Tra i mutamenti più significativi nel profilo delle coppie che si sottopongono alla Pma, dunque, è proprio l ´avanzare dell´età. Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del
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2008). Guardando all´intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Solo al 55% delle coppie è stata però riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell´infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine). ´´Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate è attestata infatti intorno al 22%´´, ha sottolineato Ketty Vaccaro, responsabile Area Welfare e Salute del Censis. Inoltre, ´´sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l´accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste ultime coppie ha concluso - il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale´´. Per le coppie che vogliono accedere alle tecniche di Procreazione medicalmente assistita (Pma), il ´fattore costo´ resta una delle discriminanti principali: il 35% delle coppie ha infatti pagato di tasca propria spendendo da 2.900 a 5.200 euro, e per l´80% la qualità delle cure si differenzia tra le regioni con una forte variabile geografica dal momento che al Centro la Pma costa di più. E´ quanto emerge dalla ricerca ´Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma´, presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa. Con riferimento all´ultimo ciclo di trattamenti effettuato, emerge dall´indagine, solo per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket e il 35% ha invece pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell´ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). Ma il percorso per la Pma segna profonde differenze non solo per quanto riguarda i costi: i tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano infatti in base alla tipologia del centro scelto. Così, il 33% delle coppie ha atteso in media meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), ma c´è pure un 17% che ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti e la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico. il 45% delle coppie che ha fatto ricorso alla procreazione medicalmente assistita (Pma) sostiene che la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% alle coppie omosessuali. Sì alla maternità surrogata, inoltre, dal 46% degli intervistati. Le risposte emergono dalla ricerca ´Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma´, su un campione di 361 coppie, presentata oggi e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004 sulla Pma: il 90% ritiene infatti giusta la possibilità di selezionare l´embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l´81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. ´´Meno nette, ma rilevanti´´, afferma il Censis, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Così, ad esempio, il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all´´utero in affitto´, per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. Quanto ai disagi segnalati durante la terapia, per l´82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il
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61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell´infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme poi gli effetti collaterali delle terapie e il 30% denuncia anche una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani, pari al 42%)
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Sempre più mature, istruite e occupate stabilmente le coppie che ricorrono alla procreazione assistita. Aumenta l’età media delle coppie che ricorrono alla procreazione medicalmente
Mattarella a Venzone: mandi fr...
assistita, sia dell’uomo (dai 37,7 anni del 2008 ai 39,8 anni del 2016) che della donna (da 35,3 a 36,7 anni), hanno un livello di istruzione più elevato e una condizione professionale più stabile. Sono coppie che cercano di avere un figlio mediamente da 3,9 anni e i primi dubbi in relazione alla difficoltà di ottenere una gravidanza sono intervenuti dopo 15,5 mesi di tentativi (un tempo più lungo rispetto ai 12,2 mesi del 2008). Si allunga anche il tempo che intercorre tra i primi
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dubbi e la scelta di rivolgersi al medico (10,9 mesi contro i 9,2 mesi del 2008). Guardando all’intero percorso, dal primo contatto con il medico al ricorso al primo centro di Pma trascorre poco più di un anno (12,7 mesi), un percorso ancora più lungo per le coppie meno istruite (19,2 mesi). Il ginecologo è il professionista a cui si rivolge la maggioranza delle coppie (72%) e rispetto al 2008 è raddoppiata la quota di chi si è rivolto direttamente allo specialista del centro di Pma (14%). Solo al 55% delle coppie è stata riconosciuta una condizione clinica come causa specifica dell’infertilità (circa 9 punti percentuali in meno rispetto alla precedente indagine), che è stata individuata nel 40% dei casi dallo specialista del centro e nel 36% dei casi dal ginecologo. È quanto emerge dalla ricerca «Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma» realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a otto anni di distanza dalla prima ricerca sul tema. Un percorso differenziato per accedere ai trattamenti. I tempi di attesa per accedere ai trattamenti variano in base alla tipologia del centro scelto. Il 33% delle coppie ha atteso in media
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meno di 3 mesi prima di iniziare la terapia (si sale al 49% nel caso delle coppie che si sono rivolte a centri privati), il 26% ha atteso tra i 3 e i 6 mesi (si sale al 41% nel caso di pazienti in cura presso strutture private convenzionate), il 24% ha iniziato i trattamenti dopo 6-11 mesi (si sale al 32% tra le coppie in cura presso centri pubblici), il 17% ha atteso un anno e oltre prima di accedere ai trattamenti (la percentuale aumenta al 29% tra chi si è rivolto al pubblico). La variabile geografica: al Centro costa di più. Con riferimento all’ultimo ciclo di trattamenti effettuato, per il 14% delle coppie i costi della Pma sono stati sostenuti interamente dal Servizio sanitario regionale, il 49% ha pagato il ticket, il 35% invece ha pagato interamente le prestazioni di tasca propria, soprattutto nelle regioni dove è più forte la presenza di strutture private, cioè al Centro (dove la percentuale di chi ha pagato di tasca propria sale al 67%) e al Sud (dove si arriva al 51%). Per chi ha sostenuto la spesa di tasca propria, il costo dell’ultimo ciclo di Pma si è aggirato mediamente intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, il costo è in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). I disagi delle coppie in terapia. Per l’82% delle coppie la frustrazione derivante dai tentativi di concepimento falliti ha un impatto negativo sul vissuto quotidiano. Per il 61% la difficile conciliazione tra le esigenze della terapia e del lavoro costituisce una fonte di disagio. Per il 52% il problema dell’infertilità è diventato un pensiero costante, al punto che risulta difficile pensare ad altro. Il 46% teme gli effetti collaterali delle terapie. Il 42% fa riferimento, come fonte di disagio, alla medicalizzazione di aspetti della vita intimi e personali, come la procreazione e la sessualità. Al 41% il disagio deriva dalla sensazione di essere diversi dalle altre coppie. Il 30% denuncia una scarsa comprensione e condivisione del problema da parte dei familiari più intimi e degli amici (un problema che riguarda principalmente le coppie più giovani: 42%). Sì alle modifiche alla legge 40/2004. Quasi la totalità delle coppie si ritiene favorevole ai cambiamenti già apportati alla legge 40/2004. Il 90% ritiene giusta la possibilità di selezionare l’embrione per eliminare situazioni di grave malattia e l’81% pensa che la fecondazione eterologa dovrebbe essere realmente disponibile per tutti. Meno nette, ma rilevanti, le posizioni su altri aspetti oggi non previsti dalla legge. Il 46% delle coppie ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’«utero in affitto», per il 45% la Pma dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. «È una ricerca in cui la Fondazione Ibsa ha creduto sin da subito, utile ad offrire un piccolo ma significativo contributo a un dibattito che è stato ed è ancora caldo, ampio e articolato, coprendo tematiche etiche, politiche, personali e sociali», ha detto Giuseppe Zizzo, Segretario della Fondazione Ibsa. «Portare informazione e nuove chiavi di lettura vuol dire contribuire a trovare soluzioni ai problemi che affliggono ancora troppe coppie. Questa nuova ricerca non esaurisce l’impegno della Fondazione Ibsa in questo ambito, continueremo a sostenere nuovi progetti per migliorare gli aspetti medico-sociali della vita dei futuri genitori», ha concluso Zizzo. «Le coppie attualmente impegnate in un percorso di Pma cominciano sempre più tardi a cercare una gravidanza, come dimostra l’incremento dell’età media dei partner, il che impatta sulle possibilità di successo delle tecniche: la percentuale di gravidanze sulle coppie trattate, considerando tutte le tecniche, è attestata intorno al 22%», ha detto Ketty Vaccaro, responsabile dell’area Welfare e Salute del Censis. «Sono coppie privilegiate sotto il profilo sociale ed economico, il che fa supporre che l’accesso al percorso sia difficile, se non precluso, a chi ha meno risorse e livelli di istruzione più bassi. Per queste coppie il percorso di Pma appare più lungo e complesso ed è comunque fortemente differenziato a livello territoriale, anche a causa di una offerta caratterizzata dalla prevalenza di strutture private», ha concluso Vaccaro.
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Fecondazione: il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca di propria (Di mercoledì 18 maggio 2016) Per avere un figlio con l’aiuto della medicina il 35% delle coppie con problemi di infertilità paga di tasca propria i trattamenti. Per il 14% invece i costi della Pma sono stati sostenuti dal Servizio sanitario regionale, mentre il 49% ha pagato il ticket. Per chi ha sostenuto la spesa personalmente, il costo si è aggirato intorno ai 4.000 euro (4.200 euro al Nord, 5.200 al Centro, 2.900 al Sud). Per chi ha pagato il ticket presso centri pubblici e privati convenzionati, l’esborso è stato in media di 340 euro (280 euro al Nord, 700 al Centro, 370 al Sud). È il quadro tracciato dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’, presentata a Roma e realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa a 8 anni di distanza dalla prima indagine sul tema. Sono state intervistate 361 coppie seguite da 23 centri specializzati in ...
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Fecondazione Assistita: il 46% delle coppie infertili è favorevole all’utero in affitto (Di mercoledì 18 maggio 2016) Il 46% delle coppie italiane con problemi di infertilità ritiene che dovrebbero essere eliminate le restrizioni al ricorso all’utero in affitto, per il 45% la Fecondazione Assistita dovrebbe essere consentita anche ai single e per il 42% anche alle coppie omosessuali. E’ quanto emerge dalla ricerca ‘Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma’ realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Ibsa, presentata oggi a Roma. Guardando, nello specifico, alle tecniche disponibili e ai soggetti che possono accedere ai trattamenti, dunque, se la grande parte degli intervistati conviene nel ritenere che la Fecondazione eterologa dovrebbe effettivamente essere disponibile per tutti (80,9%), il campione appare diviso sulla possibilità di ricorrere all’utero in affitto, rileva il Censis: infatti è il 46% a ritenere che la legge dovrebbe ...
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Fondazione IBSA: Borse di studio in Svizzera per Ricercatori 17 maggio 2016
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E’ stato indetto il bando 2016 della Foundazione IBSA volto a giovani ricercatori under 35. Il bando offre 5 borse di studio in Svizzera, del valore di 24.000 € ciascuna, nelle aree di ricerca di dermatologia, endocrinologia, fertilità e infertilità, ortopedia e terapia del dolore. E’ possibile inviare i propri progetti di ricerca fino al 31 Dicembre 2016.
BORSE DI STUDIO SVIZZERA IBSA Foundation for Scientific Research è una organizzazione svizzera non-profit che ha lo scopo di promuovere, sostenere e contribuire allo sviluppo della ricerca scientifica investendo sull’impegno e il lavoro dei giovani. Con il bando 2016 la Fondazione mette in palio 5 borse di studio nelle seguenti aree: – Dermatologia; – Endocrinologia; – Fertilità; – Ortopedia-Reumatologia; – Medicina del Dolore. Saranno concesse 5 borse di studio del valore di 24.000 € ciascuna. Per tutta la
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DESTINATARI Le borse di studio per ricercatori in Svizzera sono rivolte a laureati in medicina, biologia, farmacia, biotecnologia, bioingegneria, che non abbiano superato i 35 anni di età e che si distingueranno con le loro proposte nelle suddette aree scientifiche.
SELEZIONE Un Comitato Scientifico Internazionale valuterà le proposte di ricerca presentate selezionando una sola proposta per ogni area scientifica alla quale sarà assegnata la borsa di studio come contributo di ricerca. I vincitori saranno invitati a partecipare a una cerimonia che si svolgerà nel corso del primo trimestre del 2017 presso la sede di IBSA Fondazione a Lugano (Svizzera).
COME PARTECIPARE Per candidarsi alle borse di studio in Svizzera per ricercatori, è necessario presentare le proprie proposte entro il 31 Dicembre 2016 via mail all’indirizzo:
[email protected]. Inoltre, sarà necessario inoltrare anche una copia cartacea attraverso servizio di posta ordinaria all’indirizzo: IBSA Fondazione per la ricerca scientifica Via del Piano, 29 CH – 6915 – Pambio Noranco, Lugano. Per maggiori informazioni sul bando si rimanda al sito web di IBSA Foundation. © RIPRODUZIONE RISERVATA - E' VIETATA QUALSIASI FORMA DI PUBBLICAZIONE DEI CONTENUTI DEL SITO. Tutti gli annunci di lavoro pubblicati sono rivolti indistintamente a candidati di entrambi i sessi, nel pieno rispetto della Legge 903/1977.
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10 maggio 2016
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DIPENDENZE x ITALIA
DROGHE: DON BATTAGLIA (FICT), IERI IL RITO COLLETTIVO DEL “BUCO”, OGGI “L’USO SOLITARIO DI SOSTANZE” 19:25
INCONTRI x ROMA
MONSIGNOR GALANTINO: SCAMBIO DI BATTUTE SCHERZOSE CON PAPA FRANCESCO 19:17
PAESI POVERI x PIEMONTE
SOLIDARIETÀ: A FINE SETTIMANA LA CAMPAGNA “ABBIAMO RISO PER UNA COSA SERIA” 19:16
INFERTILITÀ
Procreazione assistita: Censis/Fond. Ibsa, il 18 maggio a Roma indagine e incontro sul punto di vista delle coppie 10 maggio 2016 @ 18:36
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“Diventare genitori oggi: il punto di vista delle coppie in Pma. Indagine sulla fertilità/infertilità in Italia”: la ricerca, realizzata dal Censis insieme alla Fondazione Ibsa, verrà presentata il 18 maggio a Roma (Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini” – Sala degli Atti parlamentari, Piazza della Minerva,
DIPENDENZE x ITALIA
38 – ore 10). “La situazione delle coppie con problemi di
MONSIGNOR GALANTINO: NO AL “SONNO DELLA RAGIONE” E ALLA “RESA” COME SE IL FENOMENO NON ESISTA
fertilità – spiega una nota di presentazione – appare oggi
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contrassegnata da una molteplicità di problematiche che spaziano dalla dimensione strettamente medica a quella psicologica, sociale ed economica. Lungo, faticoso e non sempre
POLITICA x ROMA
risolutivo può rivelarsi il percorso terapeutico, dal
UNIONI CIVILI: GANDOLFINI (DNF), CON FIDUCIA RENZI SI CONFERMA “PREMIER DELLE LOBBY”. MATTARELLA “RINVII LEGGE ALLE CAMERE”
riconoscimento del problema alla diagnosi, dalla selezione del
18:56
Centro all’accesso ai trattamenti, senza tralasciare l’impatto innegabile sull’equilibrio della vita di coppia”. L’indagine costituisce il terzo step di uno studio sulla fertilità in Italia,
DIPENDENZE x ITALIA
mettendo in luce il punto di vista delle coppie in Pma. Dopo
MONSIGNOR GALANTINO: “IL WELFARE NON È UNA SPESA MA UN INVESTIMENTO”
l’introduzione di Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione
18:54
Censis, presenterà la ricerca. A discuterne, tra gli altri, Filomena
ANNIVERSARI x NAPOLI
SOLIDARIETÀ: COMUNITÀ DI SANT’EGIDIO NAPOLI, GIOVEDÌ LITURGIA CON CARD. SEPE PER 48° FONDAZIONE 18:48
Ibsa, Ketty Vaccaro, responsabile area Welfare e salute del Gallo, presidente dell’associazione Amica Cicogna; Andrea Lenzi, endocrinologo e presidente del Consiglio universitario nazionale; Giulia Scaravelli, responsabile del Registro nazionale della procreazione medicalmente assistita del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute
Data
10-05-2016
Pagina Foglio
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(Istituto superiore di sanità); Laura Volpini, presidente Aidagg SOLIDARIETÀ x ITALIA
(Associazione italiana per la donazione altruistica e gratuita di
MONSIGNOR GALANTINO: OTTO PER MILLE, “SOLDI PER CULTO NON PER INCENSO O CANDELE, MA ATTENZIONE ALLA PERSONA”
gameti. Attesa per le conclusioni Beatrice Lorenzin, ministro della Salute.
18:42
INFERTILITÀ x ROMA
PROCREAZIONE ASSISTITA: CENSIS/FOND. IBSA, IL 18 MAGGIO A ROMA INDAGINE E INCONTRO SUL PUNTO DI VISTA DELLE COPPIE
Argomenti CENSIS
FECONDAZIONE ASSISTITA
Luoghi
Persone ed Enti
BEATRICE LORENZIN
ROMA
18:36
ARTE E FEDE x GENOVA
DIOCESI: GENOVA, DOMANI PRESENTAZIONE DEL RESTAURO DELLA MADONNA DELLA MISERICORDIA DI BARNABA DA MODENA
10 maggio 2016 © Riproduzione Riservata
18:29
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