Atlante di storia antica
Atlante di storia antica
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ISBN 9788820135515 Nonostante la passione e la competenza delle persone coinvolte nella realizzazione di quest’opera, è possibile che in essa siano riscontrabili errori o imprecisioni. Ce ne scusiamo fin d’ora con i lettori e ringraziamo coloro che, contribuendo al miglioramento dell’opera stessa, vorranno segnalarceli al seguente indirizzo:
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Realizzazione Redattore responsabile: Duccio Canestri Redazione: Duccio Canestri Ricerca iconografica: Emanuela Mazzucchetti Progetto grafico: Gabriella Bussi & Gianfranco Gastaldi – Torino Adattamento progetto grafico e realizzazione tecnica: Softdesign – Torino
Referenze iconografiche p. 5 (fig. 2): K. Garrett/«National Geographic», febbr. 97; (fig. 3): © J. Reader/Science Photo Library/G. Neri; p. 7 (figg. 4-5): K. Garrett/«National Geographic», febbr. 97; p. 8 (fig. 1): O. Levati, 1995/La preistoria e l’età antica, BPN, 1995; p. 9 (fig. 2): www. lascaux. culture. fr; (fig. 3): «Connaissance des Arts», 521; (fig. 4): © Foto Austrian Archives/Scala, Firenze; p. 11 (fig. 7): «Archeologia», Mondadori, p. 36; (fig. 8): Museo Storico, Vladimir/«National Geographic», luglio 2000; p. 12 (fig. 10): Lessing Photo Archive/Contrasto; p. 13 (fig. 13): Museo Civico Archeologico Etnologico di Modena/archaeogate. org; p. 16 (fig. 1): J. Liepe, 1992/Staatliche Museen, Berlino; p. 17 (fig. 2): «Archeo», 102, 1993; (fig. 4): STET, 1990; p. 23 (fig. 2, 3): J. Liepe/Museo Egizio, Il Cairo; p. 25 (fig. 4): Curcio, 1990; (fig. 5): Chomon Perino, 1984/Museo Egizio, Torino; (fig. 6): Akg-images/E. Lessing/2008 Taschen GmbH; (fig. 7): © 2011. Foto Scala, Firenze; p. 26 (fig. 9): Marka, 1980; p. 27 (fig. 10): Olaf Tausch, 2009/Wikipedia/Wikimedia Commons; (fig. 11): Ricardo Liberato, 2006/Wikipedia Creative Commons 2. 0; p. 32 (fig. 2): Musée des Antiquités Nationales, SaintGermain-en-Laye/Archivio Fotografico Fabbri, Milano/«FMR», n. 85, 1991; p. 37 (fig. 1): Athena of Brooklyn, 2006/flickr; (fig. 2): G. Gerster/Frances Lincoln Ltd, 2005; p. 41 (fig. 2): G. A. Rossi/ The Image Bank, 1997; (fig. 4): Giulio Veggi/Archivio White Star; p. 43 (fig. 3): Museo Nazionale di Villa Giulia, Roma; p. 45 (fig. 3): G. Nimatallah/«Archeo», n. 78, 1991; p. 49 (fig. 2): Banca Popolare di Novara, 1995; p. 51 (fig. 2): S. Mavrommatis/Melissa Publishing House, G. Rayas & Co. , 1994; (fig. 3): G. Dagli Orti/White Star, 1997; (fig. 4): L. Ricciarini; p. 53 (fig. 3): Musei Vaticani, Città del Vaticano; p. 55 (fig. 2): © Photoservice Electa/AISA; (fig. 3): ©Phaidon Press Limited, 2005/Monaco, Alte Pinakothek; p. 57 (fig. 2): Museo Archeologico, Il Cairo/«FMR», n. 78; (fig. 3): G. Dagli Orti/White Star, 1997/Museo Archeologico Nazionale, Taranto; p. 61 (fig. 1): R. Meazza, 1989; (fig. 4): Museo Nazionale di Villa Giulia, Roma; p. 63 (fig. 1): © Foto Scala, Firenze - su concessione Ministero Beni e Attività Culturali; (fig. 2): Wikipedia; (fig. 4): R. e P. De Antonis/Museo di Villa Giulia, Roma; (fig. 5): © Photoservice Electa/ AISA; p. 65 (fig. 2): © Raffaello Bencini/Archivi Alinari, Firenze - Per concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali/Museo Archeologico Nazionale, Napoli; (fig. 3): G. Debenedittis/Credito Italiano; (fig. 4): © Foto Scala, Firenze - su concessione Ministero Beni e Attività Culturali; p. 69 (fig. 1): Agora Excavations, American School of Classical Studies at Athens, 1989/Musei Vaticani, Città del Vaticano; (fig. 2): Museo del Satiro Danzante, Mazara del Vallo; (fig. 6): Palazzo del Senato, Roma; p. 71 (fig. 7): J. Liepe, 1992/Staatliche Museen, Berlino; (fig. 9): Museo di Capodimonte, Napoli; p. 74 (fig. 1): © DeA Picture Library, concesso in licenza ad Alinari; p. 75 (fig. 2): G. Dagli Orti, 1996; (fig. 4): © Bridgeman Art Library/Archivi Alinari; p. 76 (fig. 1): Roma, Museo della civiltà romana/Curcio, 1980; p. 79 (fig. 5): atsjebosma, 28 maggio 2007/Flickr; p. 81 (fig. 6, 7): Città del Vaticano, Musei Vaticani; (fig. 8): Londra, British Museum/Yale University Press, 2000; (fig. 10): Parigi, Bibliothéque Nationale, Cabinet des Medailles; p. 83 (fig. 11): S. Occhibelli/«Bell’Italia», n. 113.
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indice
1 La Preistoria e le origini dell’uomo
4-7
2 L’età della pietra
8-13
3 L’età dei metalli
14
4 Dalla caverna alla città
15
5 Le origini della scrittura
16-17
Verifichiamo le conoscenze
18-19
6 Le «civiltà dei fiumi»
20
7 La Mesopotamia
21
8 L’antico Egitto
22-27
9 Ebrei e Fenici
28-29
10 Popoli e migrazioni
30
11 L’antica Europa
31
12 I Celti
32
Verifichiamo le conoscenze
33-34
13 La Grecia
35
14 Cretesi e Micenei
36-37
15 La Grecia dei secoli bui
38
16 La polis e l’espansione nel Mediterraneo
39-41
17 Sparta
42-43
18 Atene
44-45
Verifichiamo le conoscenze
46-47
19 Le guerre persiane
48-49
20 L’età di Pericle
50-51
21 La crisi del mondo greco
52-53
22 Alessandro Magno
54-55
23 L’Ellenismo
56-57
Verifichiamo le conoscenze
58-59
24 L’Italia antica e gli Etruschi
60-61
25 Le origini di Roma
62-63
26 Roma conquista l’Italia
64-65
27 Roma conquista il Mediterraneo
66-67
28 La crisi della Repubblica: dai Gracchi a Cesare
68-71
Verifichiamo le conoscenze
72-73
29 Ottaviano Augusto
74-75
30 L’impero romano
76-83
Verifichiamo le conoscenze
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scheda
1
La preistoria e le origini dell’uomo 3 milioni di anni fa
2 milioni di anni fa
1,5 milioni di anni fa
100 000 anni fa
80 000 anni fa
Paleolitico Australopiteco
1
Homo habilis
Homo erectus
Homo sapiens
10 000 anni fa
8000 anni fa
Mesolitico
Neolitico
Homo sapiens sapiens
La preistoria: una definizione Con il termine “preistoria” si indica il periodo più antico e lungo – oltre tre milioni di anni – della storia umana. Essa iniziò con la comparsa sulla Terra dei primi antenati dell’uomo e finì circa 5000 anni fa. Nella preistoria l’uomo non conobbe la scrittura, non seppe lavorare i metalli, visse prevalentemente in caverne o capanne. Convenzionalmente, gli studiosi dividono la preistoria in tre periodi. Il Paleolitico, o Età della pietra antica, che va all’incirca da 3 milioni a 12-10 000 anni fa. Il Mesolitico, o Età della pietra di mezzo, all’incirca da 10 000 a 8000 anni fa. Il Neolitico, o Età della pietra nuova, da 8000 a 5000 anni fa.
2
Ominazione È il processo evolutivo, durato milioni di anni, che ha portato, a partire dagli australopitechi e dai primi ominidi (Homo habilis, Homo erectus, Uomo di Neandertal), alla comparsa dell’uomo attuale.
Linguaggio Il primo ominide a possedere un rudimentale linguaggio fatto di suoni articolati e distinti fu probabilmente l’Homo erectus, che sviluppò questa abilità per collaborare meglio con i suoi simili nella caccia.
Primati, ominidi, uomo La nascita della Terra avvenne poco meno di 5 miliardi di anni fa. Nell’acqua comparvero le prime elementari forme di vita, come batteri e alghe. Tra 4 miliardi e 500 milioni di anni fa si svilupparono forme di vita più complesse, come le prime piante e i primi animali provvisti di scheletro osseo. Dall’acqua la vita si propagò sulla terraferma, 500 milioni di anni fa comparvero i rettili. Sino a circa 230 milioni di anni fa, le terre emerse formavano un unico grande continente, la “Pangea”, circondato da un’unica massa d’acqua. Successivamente, quel grande blocco si divise in vari continenti ( 1) che si allontanarono l’uno dall’altro. Dai rettili si svilupparono uccelli e mammiferi. Ai mammiferi appartengono anche i primati, un ordine di proscimmie e scimmie che vivono sugli alberi. All’interno dei primati si sono individuate due distinte linee di evoluzione: la prima ha portato alle scimmie antropomorfe, come gorilla, scimpanzé, oranghi, gibboni; la seconda ha portato – tra 15 milioni e 3 milioni di anni fa – agli ominidi. È quindi importantissimo aver presente questo punto fondamentale: l’ominide non deriva dalla scimmia, ma da un primate. La linea che ha portato prima all’ominide e poi all’uomo non è “Primate-scimmia antropomorfa-ominide-uomo”, ma è “Primate-ominide-uomo”. Il processo di ominazione avvenne nell’arco di circa 3 milioni di anni: la colonna vertebrale da curva in avanti andò progressivamente raddrizzandosi (2), in modo da consentire una camminata eretta sulle due gambe ( 3) e l’uso delle mani per afferrare con forza e precisione gli oggetti, cosa che stimolò lo sviluppo del cervello (4-5, pag. 7) e quindi del linguaggio. L’uomo attuale comparve sulla Terra circa 80 000 anni fa.
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La preistoria e le origini dell’uomo Scheda 1
DOMANDE PER CAPIRE • Che cosa si intende con il termine “preistoria”?
• Quali sono i tre periodi in cui si divide?
• Quando nacque la Terra e come
si propagò la vita sulla sua superficie?
• L’uomo deriva dalle scimmie? • Che cosa si intende con il termine “ominazione”?
fig. 3 La prima testimonianza sino a oggi conosciuta della raggiunta posizione eretta giunge dalla Tanzania: circa tre milioni di anni fa due australopitechi hanno camminato su due gambe, lasciando sulla cenere di un’eruzione vulcanica le impronte fossili dei loro passi.
fig. 1 L’aspetto della Terra in tre epoche successive: 230 milioni di anni fa (a); 150 milioni di anni fa (b); oggi (c).
fig. 2 La figura va guardata da sinistra a destra: l’ominide, che ha ancora la colonna vertebrale inclinata in avanti, diviene uomo, con la colonna vertebrale eretta.
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Scheda 1 La preistoria e le origini dell’uomo I
primi ominidi comparvero certamente in Africa, più di 3 milioni di anni fa (6). Da lì, un milione di anni fa giunsero in Europa e in Asia, nelle regioni che oggi chiamiamo India e Cina. L’uomo giunse circa 40 mila anni fa in Australia e 20 mila anni fa in America settentrionale (7).
3 Reperti fossili Sono reperti fossili sia i resti di organismi umani, animali o vegetali vissuti in epoche passate, che si sono mineralizzati e conservati sino a oggi all’interno del terreno, sia le tracce di vita – piste, impronte, segni di abitazioni, tane – lasciate da un organismo umano, animale o vegetale. Da qui, un primo criterio per datare i fossili: il fossile avrà, all’incirca, l’età del terreno in cui è stato trovato.
Dall’ominide all’uomo di oggi Sulla base dei reperti fossili ritrovati nell’Africa orientale, scarsi per le epoche più antiche, più numerosi via via che si avanza nel tempo, gli studiosi hanno individuato alcuni fondamentali tipi che servono a darci un’idea sufficientemente precisa dell’evoluzione umana dai primi ominidi sino all’uomo di oggi. Sono stati trovati pochi incerti resti che potrebbero appartenere a un antichissimo progenitore degli ominidi, un primate a cui è stato dato il nome di Ramapiteco; quei resti risalgono a circa 15 milioni di anni fa. Nel 1974 ad Hadar, in Etiopia, una spedizione scientifica ha ritrovato i resti più antichi che possiamo attribuire con certezza a un nostro progenitore: lo scheletro sufficientemente completo di un’ominide femmina, vissuta circa 3,5 milioni di anni anni fa, ribattezzata Lucy. A questo ominide è stato dato il nome di Australopiteco: aveva un aspetto massiccio, era alto tra 1,10 e 1,30 m, aveva una larga faccia sporgente in avanti, camminava in posizione eretta (la colonna vertebrale è verticale), su due piedi, non più appoggiandosi su mani e piedi contemporaneamente. La dentatura, via via sempre meno sporgente in fuori, era poco adatta ad azzannare, e la bocca doveva essere servita di cibo dalle mani. Gli studiosi ritengono che in quell’epoca, intorno a 3 milioni di anni fa, siano vissuti circa 400 000 ominidi. In Africa si sono scoperti numerosi resti risalenti a circa 2 milioni di anni fa, come mandibole, denti, ossa del cranio, della mano e del piede, di un ominide più evoluto dei precedenti, a cui è stato dato il nome di Homo habilis: alto tra 1,30 e 1,50 m, aveva denti adatti a masticare carne e vegetali, camminava appoggiandosi sui due piedi, aveva le mani libere e – questo è un nuovo aspetto di fondamentale rilievo – era in grado di costruire alcuni strumenti. Sappiamo che circa 1 milione e mezzo di anni fa un ominide, a cui è stato dato il nome di Homo erectus, visse in Africa; da lì si mosse per raggiungere quelle terre che oggi chiamiamo Europa e Asia. I più antichi resti di Homo erectus in Europa e Asia risalgono a circa 1 milione di anni fa. Homo erectus era alto tra 1,50 e 1,60 m, aveva una buona capacità di ragionamento e di organizzazione; nel corso di centinaia di migliaia di anni capì come accendere e conservare il fuoco, usò i colori, migliorò il modo di scheggiare e lavorare la pietra, visse in accampamenti all’aperto. Si calcola che circa 500 000 anni fa, su tutta la Terra, siano vissuti poco più di 1 milione di ominidi. Homo erectus si estinse circa 300 000 anni fa; a quell’epoca troviamo un nuovo tipo di “Homo”, di statura media, dotato di cervello molto sviluppato: Homo sapiens o Uomo di Neandertal. Ormai abbastanza vicino all’uomo di oggi, visse in un tempo compreso tra 100 000 e 40 000 anni fa. L’Uomo di Neandertal scomparve per ragioni che non conosciamo; si affermò, circa 80 000 anni fa, il più evoluto essere vivente: l’Homo sapiens sapiens o Uomo di Cro-Magnon, in tutto simile nell’aspetto, nella statura, nella dimensione della scatola cranica, nell’andatura, all’uomo di oggi.
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La preistoria e le origini dell’uomo Scheda 1
DOMANDE PER CAPIRE • Che cosa sono i reperti fossili?
• Chi è Lucy? • Come doveva essere l’Australopiteco?
• Quali furono le
caratteristiche dell’Homo habilis e dell’Homo erectus?
• Quando vissero
l’Homo sapiens e l’Homo sapiens sapiens?
fig. 4-5 Lo sviluppo del cervello, da quello dell’Australopiteco, di circa 450 centimetri cubici (fig. 4), a quello dell’uomo di oggi, di circa 1350 centimetri cubici (fig. 5).
fig. 6 Ecco come doveva presentarsi un australopiteco di 3 milioni di anni fa.
fig. 7 La diffusione dell’uomo nel Paleolitico.
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scheda
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L’età della pietra 1 200 000 anni fa
400 000 anni fa
20 000 anni fa
Paleolitico Inizio della caccia
1
Pitture rupestri Realizzate a partire da 35 000 anni fa con colori di origine vegetale o minerale sulle pareti di caverne, in genere rappresentano animali, allo scopo di propiziarne la caccia.
Neandertal e Cro-Magnon Così sono detti rispettivamente l’Homo sapiens e l’Homo sapiens sapiens, dal nome delle località in cui furono ritrovati per la prima volta i loro resti, in Germania e Francia.
Scoperta del fuoco
Prime forme artistiche graffite o dipinte sulla roccia
10 000 anni fa
8000 anni fa
Mesolitico
Neolitico
Suddivisione dei compiti tra uomo e donna
Nascono l’allevamento e l’agricoltura: l’uomo diventa stanziale
Il Paleolitico Con il termine “Paleolitico” – che significa “Età della pietra antica” – gli studiosi indicano il lunghissimo periodo, durato all’incirca 3 milioni di anni, che va dalla comparsa sulla Terra dei primi ominidi, come Australopiteco e Homo habilis, sino a circa 10 mila anni fa. Attraverso quello sterminato arco di tempo l’ominide divenne uomo. Per milioni di anni mangiò unicamente cibi crudi; poi, probabilmente circa 400 000 anni fa, l’Homo erectus conobbe e usò il fuoco (1) con cui riuscì a scaldarsi e, cuocendoli, a rendere migliori e più digeribili alcuni cibi. Imparò a prevedere l’alternarsi delle stagioni, costruì armi e attrezzi più evoluti e si perfezionò nella caccia. L’Homo sapiens cominciò a considerare il fenomeno della morte, e pensò alla sepoltura dei cadaveri; imparò a comunicare con i suoi simili per mezzo di un linguaggio non più fatto di urla indistinte, ma articolato in suoni e segnali sempre più precisi. Infine, circa 25 000 anni fa, l’Homo sapiens sapiens creò le prime forme di arte per esprimere il proprio pensiero: non sapeva ancora scrivere, ma realizzò pitture rupestri e scolpì (2-4), lavorò la pietra e il legno. L’uomo di Neandertal e quello di Cro-Magnon vissero in Europa contemporaneamente per alcune decine di migliaia di anni, fino a che, circa 35 000 anni fa, l’uomo di Neandertal si estinse. L’uomo del Paleolitico visse in rifugi naturali, sotto le rocce o in caverne (5), in ripari che costruì con foglie, rami, tronchi, pelli di animali, in buche che scavava nel suolo; non sapeva seminare e coltivare, e si nutriva cacciando e raccogliendo frutti, semi, radici e molluschi che trovava in natura. Esistevano diversi modi di procurarsi il cibo, a seconda degli ambienti, del clima e delle armi disponibili. fig. 1 Resti di un focolare di circa 100 mila anni fa Per migliaia di anni l’uomo ritrovato in Dordogna (Francia). non fu in grado, probabilmente, di cacciare animali vivi. Solo 1 200 000 anni fa iniziò a praticare la caccia vera e propria, spingendo gli animali prima verso precipizi e fosse naturali, poi in trappole scavate appositamente. A partire da circa 500 000 anni fa, infine, l’uomo riuscì a uccidere con i suoi strumenti di pietra o di legno in combattimenti ravvicinati o a distanza (6). Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
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L’età della pietra Scheda 2
fig. 2-4 La grande arte del Paleolitico: due pitture, che risalgono a circa 20 mila anni fa, sulle pareti di una grotta, una raffigurante un bue, l’altra un orso; una statuetta in pietra raffigurante una donna, simbolo della fertilità femminile, di circa 10 mila anni fa.
fig. 5 La caverna dei Balzi rossi, presso Ventimiglia, dove l’uomo visse per centinaia di migliaia di anni.
fig. 6 Pittura rupestre (Tanzania, 20 mila anni fa circa) che mostra la cattura di un animale molto simile a un elefante. Il tratteggio rappresenta probabilmente pali, recinti, corde.
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L’età della pietra Scheda 2
2 Nomadismo Il nomadismo è il sistema di vita dei popoli che si spostano continuamente alla ricerca di cibo. Prima della nascita dell’agricoltura e dell’allevamento, esso fu la condizione normale di tutte le società umane, che vivevano di caccia, di pesca, e della raccolta di frutti spontanei.
Glaciazione La glaciazione è l’espansione, su vaste zone, dei ghiacci causata dall’abbassamento delle temperature in conseguenza di oscillazioni climatiche. Nel corso delle ere geologiche la Terra è stata più volte interessata da questo fenomeno.
3
Il Mesolitico Circa 10 000 anni fa l’uomo era ormai presente in ogni parte del mondo. Africa, Asia ed Europa erano abitate da tempo; gruppi di cacciatori, partendo dall’attuale Siberia, avevano raggiunto il continente americano e ne avevano iniziato il popolamento; altri nuclei, muovendo dall’Indonesia, avevano raggiunto via mare la terra che oggi chiamiamo Australia e vi si erano insediati. L’uomo era ancora nomade: non conosceva l’agricoltura e quindi non poteva abitare stabilmente in un determinato territorio, ma si spostava alla ricerca di selvaggina, di piante, di acqua. Nei duemila anni circa del Mesolitico, da 10 000 a 8000 anni fa, uomini e donne iniziarono a suddividersi i compiti: ai primi era riservata la caccia violenta degli animali più grandi e pericolosi; alle seconde spettavano la cattura degli animali più piccoli, la raccolta dei vegetali ( 7), la cura più stretta dei figli. I gruppi umani cominciarono a riconoscere al loro interno dei capi, che si distinguevano per forza o abilità; l’uomo credeva in forze soprannaturali, celebrava riti, riservava spazi precisi al culto delle divinità e dei morti, usava sempre di più sostanze coloranti per decorare caverne, luoghi di culto e tombe (8). Finiva in quei secoli – all’incirca 10 mila anni fa – l’ultima grande glaciazione: l’Europa ebbe un clima temperato, una vegetazione e una fauna non dissimili da quelle di oggi.
Il Neolitico Nel Neolitico, compreso tra 8000 e 5000 anni fa (tra il 6000 e il 3000 a.C.), l’uomo riuscì a trasformare radicalmente la propria vita. Scoprì il modo di seminare e di coltivare i campi, di allevare e di addomesticare gli animali. Capì come filare e tessere; costruì strumenti sempre più perfezionati per la caccia, la pesca, l’aratura; inventò la ceramica e costruì recipienti in cui riporre e conservare i semi, il cibo, le bevande. Tutto questo accadde, quasi contemporaneamente, in territori molto lontani gli uni dagli altri: nel Vicino Oriente (gli attuali Iraq, Iran e Siria), nel continente americano (gli attuali Messico meridionale e Perú centrale), nell’Asia sudorientale.
4
Animali e piante Tra 10 000 e 8000 anni fa, l’uomo imparò a conoscere sempre meglio alcuni tipi di animali gregari, come gazzelle, capre e asini selvatici: ne comprese l’organizzazione, le abitudini, gli spostamenti, i processi di riproduzione. Vide che era più facile cacciare animali mansueti e di taglia non troppo grande, abituati a vivere in branco. Proprio questi animali sono anche i più adatti a essere allevati. Gli uomini, controllandone e selezionandone la riproduzione, hanno via via modificato l’aspetto e l’indole degli animali allevati: in genere sono divenuti più piccoli ma più grassi, con corna meno prominenti, con pelo più lungo e morbido; sono divenuti spesso miti e inoffensivi, sviluppando abitudini di gruppo, sino a mostrarsi incapaci di sopravvivere senza la protezione dell’uomo. Tra l’8000 e il 7000 a.C. furono “addomesticati” e coltivati anche alcuni cereali, legumi e frutti commestibili: orzo, grano, piselli, lenticchie, aglio, cipolle, olive, sesamo, uva, datteri, che crescevano selvatici nel Vicino Oriente (Mesopotamia, Siria, Palestina 9).
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L’età della pietra Scheda 2
DOMANDE PER CAPIRE • Che cosa vuole dire “Paleolitico”?
• Come possono essere
fig. 7 Un documento su una prima “divisione del lavoro”: una donna raccoglie il miele, in una pittura rinvenuta in una grotta della Spagna orientale.
chiamati l’Homo sapiens e l’Homo sapiens sapiens?
• In quali parti del
mondo abitò l’uomo durante il Mesolitico?
• Che cos’è una glaciazione?
• Come si sviluppò
il processo di addomesticamento di animali e piante?
fig. 8 Il culto dei morti, come appare da questa tomba scavata in Russia: vediamo i corpi di due giovani circondati da ocra rosso e abbelliti da centinaia di perline in avorio.
fig. 9 I luoghi e gli anni in cui furono addomesticati gli animali e seminate e coltivate le piante.
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L’età della pietra Scheda 2
5
I villaggi La scoperta dell’agricoltura – e quindi la necessità, per l’uomo, di diventare
Stanzialità La stanzialità è il sistema di vita dei popoli sedentari, che vivono stabilmente in un luogo. Esso si affermò come conseguenza della scoperta dell’agricoltura.
6
Artigianato Grazie allo sviluppo dell’agricoltura aumentò il cibo disponibile e ciò consentì a una parte della popolazione di dedicarsi ad altre attività, specializzandosi nella fabbricazione di strumenti e vasellame.
stanziale per curare ciò che coltivava – diede vita al villaggio (10-11).
I villaggi neolitici raggruppavano poche decine di capanne e poche centinaia di persone. Ogni capanna ospitava un nucleo familiare e serviva unicamente per ricoverare persone e animali domestici durante la notte e immagazzinarvi le scorte alimentari: ogni altra attività avveniva all’aperto. Tra le strutture in comune fra tutte le famiglie vi era il pozzo per l’acqua, nei luoghi dove non vi erano sorgenti o ruscelli. Mutarono via via i materiali da costruzione: in tempi più antichi, verso l’8000 a.C., pietra, paglia e fango; poi, circa duemila anni più tardi, verso il 6000 a.C., argilla seccata al sole, formata in blocchi rettangolari. Il mattone d’argilla diverrà il materiale da costruzione più diffuso, e lo resterà per millenni. Il villaggio fu talvolta protetto da una recinzione, altre volte aperto sulla campagna, dove vi erano le coltivazioni (12).
Le grandi invenzioni L’invenzione fondamentale del Neolitico fu l’aratro, fatto generalmente con un’intelaiatura di legno e con un vomere di legno o di pietra e trainato dai buoi; l’uso dell’aratro richiede il lavoro di almeno due persone, una che dirige i buoi, l’altra che tiene il vomere calcato nel terreno. Rispetto alla vanga e alla zappa, ha avuto il grande vantaggio di lavorare il suolo molto più profondamente. In età neolitica furono anche inventate la falce per mietere, in genere fatta di lame di pietra incastrate in un manico ricurvo; e la macina nella sua forma più rudimentale, una coppia di sassi, uno più grande, il mortaio, per poggiarvi sopra i semi, l’altro più piccolo, il pestello, per battere e frantumare i semi in farina. In età neolitica troviamo anche gli inizi delle tecniche artigianali della filatura e della tessitura. Era già ben nota l’arte di intrecciare panieri e di fabbricare stuoie: da quelle tecniche primitive si sono sviluppate la filatura e la tessitura, partendo non più da giunchi, o ramoscelli, o paglia, ma da lino, lana, cotone. La ceramica è stata una delle maggiori conquiste del Neolitico. Si fabbricarono giare, pentole, vasellame “da tavola” come ciotole e bicchieri. La tecnica si fonda sulla scoperta delle caratteristiche dell’argilla: mescolata all’acqua può essere modellata e poi fatta seccare per fabbricare vasi, brocche, altri recipienti. Ma i vasi di argilla secca sono molto fragili; se invece l’argilla è cotta a un’alta temperatura, intorno a 450°, diviene assai resistente. Le più antiche stoviglie mostrano chiaramente nella forma irregolare di essere state modellate a mano e cotte a fuoco libero (13); solo successivamente furono inventate la ruota da vasaio e apposite fornaci.
fig. 10 Pastori presso il loro villaggio di capanne con una mandria di buoi, in una pittura rupestre di circa 10 000 anni fa.
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L’età della pietra Scheda 2
fig. 11 Nomadi e stanziali: la situazione 5000 anni fa circa. Come si vede, il nomadismo era ancora prevalente.
fig. 12 Odierno Iraq: resti di un’abitazione neolitica, 8000 anni fa circa.
DOMANDE PER CAPIRE • Come erano fatti i villaggi nel Neolitico?
• Che cosa si intende con
fig. 13 Vasi di ceramica di età neolitica, rinvenuti in Italia settentrionale.
“stanziale”?
• Perché l’aratro fu l’invenzione fondamentale del Neolitico?
• Che cosa inventò anche l’uomo del Neolitico?
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scheda
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L’età dei metalli 3000 a.C.
Età del rame
1
Eneolitico La fase finale del Neolitico – in cui accanto alla lavorazione della pietra, che resta il materiale più usato, comincia a diffondersi la lavorazione del rame – è detta anche Età eneolitica, da aeneus (che significa in realtà “di bronzo”) e lithikós (“di pietra”).
2000 a.C.
Età del bronzo
1000 a.C.
Età del ferro
Rame, bronzo, ferro Gli storici individuano, dopo i lunghi secoli dell’Età della pietra, un periodo molto più breve, che, in un certo senso, fa da “cerniera” tra preistoria e storia: sono gli anni in cui l’uomo impara a estrarre e a lavorare i metalli. Circa 5000 anni fa (Eneolitico) gli uomini arrivarono a capire che, se riscaldato a una certa temperatura, il rame diviene morbido, e può quindi essere modellato e lavorato senza che si spezzi; se riscaldato a temperatura ancora più alta, fonde e può essere messo in uno stampo di pietra, assumendo qualsiasi forma; quando si raffredda, ridiventa solido. Il rame si trova in natura puro e misto ad altri metalli: mediante il calore e la fusione è possibile separarlo dai minerali che lo contengono. In una fase successiva il rame fu generalmente sostituito da una lega, assai più resistente, di rame e stagno: il bronzo. La sua diffusione, nonostante la rarità dei giacimenti di stagno, fu possibile grazie all’esistenza di scambi commerciali anche tra aree molto lontane. Era nata la metallurgia, cioè la tecnica di lavorare i metalli (1). Circa 3000 anni fa (1000 a.C.) iniziò la lavorazione del ferro: estratto da altri minerali e raffinato mediante la fusione, era poi colato in stampi, infine era martellato (forgiato) per rifinirne le forme. Il ferro, più duro del bronzo, fu usato soprattutto per armi e attrezzi.
fig. 1 La progressiva diffusione della lavorazione del rame e del bronzo, dal Medio Oriente (zona chiara) all’Europa (zona più scura).
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La preistoria e le origini dell’uomo Scheda 1
Dalla caverna alla città 3 milioni di anni fa
8000 a.C.
Caverne, ripari, buche
Capanne, villaggi
6000 a.C.
2500 a.C.
Il villaggio diviene città Le prime città in Mesopotamia, Egitto, India e Cina
1
fig. 1 Ricostruzione, basata su ritrovamenti archeologici, di un villaggio-città in Tessaglia (Grecia), 6000 anni fa circa. fig. 2 Gerico (in Palestina) è ritenuta una delle più antiche città del mondo: i resti delle mura risalgono a 5000 anni fa circa.
Tempio La nascita di un edificio appostamente destinato ai riti religiosi è legata al superamento del culto famigliare degli antenati a favore del culto di un dio comune, che protegge tutta la comunità.
Palazzo Il palazzo del sovrano, oltre alle funzioni politiche e militari, svolse anche, come il tempio, la funzione economica di immagazzinare e amministrare le ricchezze prodotte dalla città.
La nascita della città Nel Neolitico l’uomo era diventato stanziale e aveva costruito i primi villaggi abitati permanentemente. Con l’aumento della popolazione anche i villaggi crebbero di dimensioni, furono costruiti con materiali più duraturi e si specializzarono in alcune attività, come abbiamo visto a pagina 12. Tra il 3000 e il 2500 a.C., nelle fertili vallate fluviali di varie parti del mondo – in Mesopotamia lungo il corso del Tigri e dell’Eufrate, in Egitto sulle sponde del Nilo, in India sul fiume Indo, in Cina tra l’Hoang-ho (il Fiume Giallo) e lo Yang Tze-kiang (il Fiume Azzurro) – l’aumento della popolazione portò alla nascita delle prime città. Mentre alcuni villaggi si limitarono alla produzione alimentare, altri si specializzarono in certe produzioni artigianali, come ceramica e metalli, divenendo quindi luogo privilegiato per gli scambi commerciali (fiere e mercati); oppure attirarono gente per la presenza di santuari famosi. Mentre un tempo tutti i villaggi si equivalevano nelle dimensioni e nelle attività, ora si giunse a una “differenziazione” e ben presto a una vera e propria gerarchia. Alcuni villaggi si ingrandirono, divennero centri notevoli per l’importanza (1), per la densità degli abitanti, per la presenza di edifici caratteristici come le mura di cinta, il tempio del dio protettore, il palazzo in cui risiedeva chi governava, i magazzini, le botteghe degli artigiani, lo spazio per il mercato (2). Nella città ebbero notevole peso nuove figure sociali, che nei villaggi avevano avuto scarso rilievo: artigiani, mercanti, guardie, sacerdoti. La città non avrebbe potuto vivere senza i villaggi, perciò si stabilì un flusso di cibo dal villaggio alla città, in cambio di un secondo flusso, questa volta dalla città al villaggio, costituito da “beni invisibili”, come la difesa dagli attacchi esterni, il culto e le feste religiose, l’organizzazione del lavoro collettivo per realizzare lo scavo dei canali d’irrigazione.
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scheda
5
Le origini della scrittura 3000 a.C.
2500 a.C.
1700 a.C.
Scrittura pittografica
Scrittura cuneiforme
Lineare A
Primi esempi di scrittura pittografica Presso i Sumeri si sviluppa in Mesopotamia e in Egitto la scrittura cuneiforme su tavolette d’argilla
1
Cretule Così sono dette le tavolette di argilla essiccata o cotta al fuoco, grandi solo pochi centimetri, su cui i Sumeri incidevano la loro scrittura cuneiforme.
Alfabeto fenicio Il termine “alfabeto” deriva da aleph e beth, il nome delle prime due lettere di questo sistema di scrittura, che comprendeva 22 segni corrispondenti ad altrettante consonanti. Le vocali erano segnalate sono in qualche caso: furono i Greci a introdurle definitivamente.
fig. 1 Un significativo documento sulle origini della scrittura cuneiforme, di circa 4500 anni fa, mostra il passaggio dalla raffigurazione al testo scritto: i caratteri cuneiformi descrivono la caccia all’antilope.
1450 a.C.
1000 a.C.
Alfabeto fenicio
A Creta compare una I fenici inventano una scrittura scrittura non pittografica, con soli 22 segni ancora indecifrata
I vari tipi di scrittura L’uomo aveva imparato a seminare e coltivare i campi, ad allevare il bestiame, a lavorare alcuni metalli; erano sorte le prime città, la società diveniva più complessa, nel senso che non vi erano più soltanto cacciatori, pastori, pescatori, ma anche sovrani, guerrieri, artigiani, sacerdoti, mercanti. Prima dell’invenzione della scrittura, complesse conoscenze tecniche, storiche, letterarie e religiose furono trasmesse di bocca in bocca da una generazione all’altra solo grazie alla loro memorizzazione, tramite quella che viene definita “tradizione orale”. Fu proprio in quel mondo, intorno a 5000 anni fa, cioè verso il 3000 a.C., che fu inventata la scrittura. Essa nacque per permettere alle autorità di registrare le merci che venivano prodotte e avere un’idea precisa delle loro ricchezze: i quantitativi di grano, il numero degli animali. I più antichi documenti scritti che possediamo risalgono al popolo dei Sumeri e riportano il via vai delle merci nei magazzini di alcune città della Mesopotamia. In un primo momento, l’addetto raffigurava ciò che voleva ricordare: fu la scrittura pittografica, cioè “scrittura per immagini” in cui la pecora era rappresentata con una testa di pecora, il grano con una spiga, e così via; per raffigurare più animali si disegnava un’immagine affiancata da tanti puntini o trattini quanti erano gli animali che si volevano indicare. In seguito gli stessi segni vennero utilizzati come ideogrammi, per rappresentare concetti più astratti, ad esempio una spiga poteva indicare l’azione di mangiare. Queste registrazioni si fecero abitualmente incidendo una tavoletta di argilla (cretula) ancora molle con una stecca di canna. Col tempo queste operazioni si sveltirono e si semplificarono: lo scrivano tracciò segni sempre più stilizzati, a “chiodo”: fu la scrittura cuneiforme (1-2), nata intorno a 4500 anni fa (2500 a.C.), in area mesopotamica. Anche la scrittura geroglifica (3) fu inizialmente una scrittura pittografica, creata dagli antichi Egizi. All’incirca nello stesso periodo, altre forme di scrittura comparvero in altre aree, in Europa in Grecia e a Creta (4), in Asia in quelle terre che oggi chia miamo Turchia, nell’India settentrionale e in Cina (5). Siamo intorno a 4000 anni fa (2000 a.C.): come vediamo le zone “che scrivono” sono ben poche, rispetto all’intero mondo (6). L’alfabeto fenicio, da cui deriva quello che ancora oggi usiamo, comparirà molto più tardi, circa 3000 anni fa (1000 a.C.). Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
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Le origini della scrittura Scheda 5 fig. 2 Un altro documento importante sulle origini della scrittura cuneiforme, di circa 4300 anni fa, è una tavoletta completamente scritta, senza più alcuna immagine, a differenza della figura 1. fig. 3 Geroglifici egizi. Nella scrittura egizia alcuni segni rappresentano dei concetti, altri indicano dei suoni.
fig. 4 Tavoletta cretese su cui è incisa una scrittura ancora oggi non decifrata, la cosiddetta Lineare A.
fig. 5 Scrittura pittografica cinese, dal Libro dei mille caratteri, un manuale di apprendimento della scrittura ad uso delle scuole (VI secolo d.C.).
fig. 6 Diffusione della scrittura.
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Verifichiamo le conoscenze Schede 1-5
Il tempo
1 Riordina le seguenti fasi dell’evoluzione degli ominidi numerando ciascuna casella. Homo erectus Australopiteco Uomo di Neandertal
Homo habilis Uomo di Cro-Magnon
2 Riordina, numerandoli, i seguenti avvenimenti e riporta sulla linea del tempo il numero corrispondente.
Comparvero i primi oggetti in rame. Costruzione dei primi villaggi. I Fenici inventarono l’alfabeto. In Palestina fu edificata Gerico. Introduzione dell’agricoltura in Europa.
6000 a.C.
5000 a.C.
4000 a.C.
Venne scoperta la lega di rame e stagno. Prime forme d’arte. Furono inventati i caratteri cuneiformi. Venne introdotto l’uso del ferro.
3000 a.C.
2000 a.C.
1000 a.C.
3 Colloca nella tabella i seguenti fatti nelle epoche in cui avvennero. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12.
Addomesticamento degli animali. Passaggio dalla Preistoria alla Storia. Culto delle divinità e dei morti. Invenzione della ceramica. L’uomo abbandona il nomadismo e diventa stanziale. Nascita delle prime forme artistiche. Primi rudimentali strumenti di pietra, legno, osso. Sepoltura dei morti. Fine dell’ultima glaciazione. Suddivisione dei compiti tra uomo e donna. Sviluppo dei commerci anche tra aree molto lontane. Invenzione della scrittura.
Paleolitico
I fatti e i fenomeni
4 Vero o falso?
Mesolitico
Neolitico
Età dei metalli
Vero Falso
1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
Il primo ferro utilizzato dall’uomo era ricavato da meteoriti. Il bronzo è una lega di rame e zinco. Il rame è duttile e malleabile. Le miniere di stagno sono molto diffuse in tutta Europa. La ceramica diventa impermeabile dopo essere stata alcuni giorni a seccare al sole. Il tornio viene utilizzato per forgiare i metalli. Il mortaio è il contenitore in cui venivano frantumati i semi per ottenere la farina. La tessitura è il procedimento che permette di ottenere un filo continuo e omogeneo da fibre animali o vegetali.
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Le relazioni
5 Collega con una freccia ogni causa della prima colonna con il suo effetto nella seconda. 1. G li ominidi impararono a camminare eretti, nacque cioè il bipedismo. 2. Nelle società c’era il bisogno di registrare quantità di merci prodotte e di beni messi in commercio. 3. L’uomo nel Neolitico imparò a coltivare i campi e ad allevare gli animali. 4. Progressiva specializzazione dei lavori e delle attività umane. 5. Rilevanza per l’uomo dell’acqua come mezzo di trasporto e per l’irrigazione dei campi. 6. Scoperta del fuoco. 7. L’agricoltura consentì di produrre eccedenza di cibo.
a. N acquero i primi villaggi abitati in modo permanente. b. Maggiori possibilità per l’uomo di difendersi da bestie feroci. c. Si affermò la scrittura, i cui primi documenti sono stati rinvenuti nelle città della Mesopotamia. d. Una parte della popolazione iniziò a dedicarsi all’artigianato. e. Capacità di maneggiare oggetti con precisione e sviluppo del cervello. f. Sorsero le città, articolate in gruppi sociali con funzioni differenti. g. Le prime civiltà si svilupparono lungo i fiumi.
6 Trova una breve espressione che definisca i seguenti termini di origine greca. Neolitico: ............................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................
Mesolitico: ............................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................
Eneolitico: ............................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................
Paleolitico: ............................................................................................................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................................
Le parole e i concetti
7 Scegli per ogni termine la sua corretta definizione.
Pangea Mitico continente scomparso 230 000 anni fa. Epoca in cui comparvero le prime forme di vita. Antico continente che riuniva tutte le terre emerse. Primati Primi ominidi a camminare in posizione eretta. Ordine di scimmie e proscimmie arboricole. Primi ominidi apparsi sulla terra. Ominide Tappa dell’evoluzione che ha portato alla nascita dell’uomo attuale. Homo sapiens sapiens. Scimmia antropomorfa.
8 Stabilisci se ciascuna delle seguenti
affermazioni si riferisce alla scrittura pittografica (P), ideografica (I) o fonetica (F). Fu il primo tipo di scrittura ad essere inventato. Ha un numero di segni molto limitato. Fu utilizzata dagli antichi Sumeri. Ogni segno rappresenta un concetto, anche idee astratte. Può essere sillabica o alfabetica. Rappresenta i suoni della lingua. Richiede lunghi anni di studio ed è conosciuta da poche persone privilegiate. Rappresenta soltanto oggetti concreti. Si può definire una scrittura “per immagini”.
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scheda
6
Le «civiltà dei fiumi» 3200 a.C.
3000 a.C.
2500 a.C.
1500 a.C.
800 a.C.
450 a.C.
322 a.C.
300 a.C.
Civiltà Mesopotamica lungo il Tigri e l’Eufrate Civiltà Egizia nella valle del Nilo Civiltà cinese dello Huong-ho Civiltà Indiana nella valle dell’Indo
1
Il quadro generale Le prime grandi civiltà della storia – pur molto diverse tra loro perché si svilupparono in luoghi molto lontani gli uni dagli altri, perché ebbero credenze religiose differenti, perché furono organizzate in modi profondamente dissimili – ebbero però un tratto in comune, che, in un certo senso, le unifica. Tutte nacquero sulle rive di grandi fiumi: lungo il Nilo in Egitto, il Tigri e l’Eufrate in Mesopotamia, l’Indo nella penisola indiana, l’Hoang-ho (il Fiume Giallo) e lo Yang Tze-kiang (il Fiume Azzurro) in Cina (1).
2
Mezzaluna fertile È la grande regione che si estende dall’Egitto settentrionale alla Palestina, ai confini occidentali dell’attuale Iran, comprendendo la pianura alluvionale del Tigri e dell’Eufrate, detta Mesopotamia.
Un’ipotesi Perché lungo i fiumi? Si può avanzare un’ipotesi di spiegazione. In quei secoli lontani, quando l’uomo possedeva una tecnica ancora rudimentale, aveva poche risorse e pochi strumenti, contarono moltissimo le condizioni geografiche e ambientali. Oggi, anche se con qualche disagio, l’uomo è in grado di vivere stabilmente in luoghi inospitali, difficili da raggiungere, molto caldi o molto freddi. Un tempo, al contrario, era essenziale occupare spazi prevalentemente ampi, pianeggianti, sulle rive di mari calmi e temperati, lungo fiumi facili da navigare, che potessero collegare agevolmente un luogo a un altro. Le pianure dove scorrono il Nilo, il Tigri, l’Eufrate, il Fiume Giallo e il Fiume Azzurro hanno queste caratteristiche di buona vivibilità perché offrono condizioni di clima accettabili, gran quantità di acqua potabile essenziale all’irrigazione, suoli fertili, ricchezza di selvaggina, un immenso reticolo di corsi d’acqua tutti navigabili.
fig. 1 I luoghi dove fiorirono le civiltà dei fiumi. Loescher Editore - Vietata la vendita e la diffusione
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xxx Scheda x
scheda
7
La Mesopotamia 3200 a.C.
2300 a.C.
2100 a.C.
1700 a.C.
1000 a.C.
Città stato
Regno di Sargon
Città stato
Regno di Babilonia
Assiri
I Sumeri si istallano nella Mesopotamia
La regione viene unificata sotto un unico sovrano
Il re babilonese Hammurabi sottomette la regione
Invasione assira: nasce un regno con capitale Ninive
1
fig. 1 La Mesopotamia antica.
Codice di Hammurabi Il codice di Hammurabi fu scritto con l’intento di garantire i poveri e i deboli, ma la legge non era uguale per tutti: le punizioni inflitte ai nobili erano meno severe di quelle delle persone umili e degli schiavi, per i quali valeva il principio del taglione: “occhio per occhio”.
600 a.C.
540 a.C.
Nuovo regno di Babilonia Cacciata degli assiri e nascita del nuovo regno di Babilonia
La Mesopotamia è conquistata dai persiani
I popoli e la storia La Mesopotamia è un vasto territorio solcato da due fiumi – il Tigri e l’Eufrate – che nascono sulle montagne dell’Asia Minore, scorrono affiancati per un lungo tratto e sfociano nel golfo Persico ( 1). La regione è pianeggiante, aperta, priva di ostacoli e di frontiere naturali ed è il naturale punto di passaggio tra India e mare Mediterraneo, tra Asia ed Europa. Intorno al 3200 a.C. i Sumeri, un popolo di origine sconosciuta, giunsero nella parte inferiore del corso del Tigri e dell’Eufrate e vi si stabilirono, mescolandosi e sovrapponendosi alle genti locali. Sorsero città fiorenti e ricche, ognuna padrona del proprio territorio, con propri capi e sacerdoti, con un proprio esercito, sovente in lotta l’una contro l’altra. Verso il 2350 a.C. l’intera regione fu conquistata e unificata da Sargon, capo delle genti akkadiche che abitavano il medio corso del Tigri e dell’Eufrate. Questo regno cadde dopo circa due secoli, per ragioni che non conosciamo; le città sumere riottennero l’indipendenza. Verso il 1700 a.C., un nuovo popolo, i Babilonesi, sotto la guida del grande re Hammurabi, estese il proprio potere su tutta la Mesopotamia. L’impero babilonese impose pace e ordine per un lungo periodo; per la prima volta nella storia furono promulgate leggi scritte, valide per tutti i sudditi. Ma un nuovo popolo – gli Assiri – raggiunse quelle terre; prima si stabilirono lungo la parte superiore del corso del Tigri; poi si riversarono a sud, travolgendo ogni resistenza. Verso il 1000 a.C. l’impero assiro, con capitale a Ninive, si estendeva su un vastissimo territorio. Dopo circa 400 anni, il crollo: le popolazioni sottomesse si ribellarono e riuscirono a rovesciare la potenza assira. Nel 600 a.C. circa Babilonia tornò ad essere la splendida capitale di un ricco regno. È il periodo del cosiddetto «Secondo impero babilonese». Ma dopo pochi anni, intorno al 540 a.C., essa cadde, conquistata da un nuovo popolo proveniente da nord: i Persiani.
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scheda
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L’antico Egitto 3000 a.C.
Antico Regno L’Alto e Basso Egitto sono unificati. Vengono costruite le piramidi
1
2000 a.C.
1780 a.C.
1570 a.C.
Medio Regno Dominazione straniera Nuovo Regno La capitale è a Tebe
Gli Hyksos invadono il Delta dell’Egitto
Cacciata degli Hyksos. L’Egitto amplia il proprio impero
1085 a.C.
322 a.C.
Ultimo periodo Nascono Crisi e fine dell’indipendenza l’allevamento e l’agricoltura: dell’Egitto l’uomo diventa stanziale
L’ambiente Osservando una cartina dell’Egitto (1) notiamo due ambienti totalmente diversi. Il primo addossato lungo le rive del Nilo, una lunga striscia verdeggiante larga poche decine di chilometri, ricca di coltivazioni, di acqua, di abitanti. Il secondo, lontano dal fiume, un territorio grande tre volte l’Italia, desolato, disabitato e desertico. Questa diversità ha una spiegazione nel Nilo, il più lungo fiume del mondo, e uno dei più ricchi di acqua. Il Nilo nasce all’interno del continente africano e dopo un percorso di circa 6700 chilometri sfocia nel Mediterraneo. Ogni anno, dai primi di giugno agli inizi di settembre cadono piogge torrenziali nelle zone delle sue sorgenti. Il Nilo quindi straripa, sommergendo le terre poste vicino alle sue rive, depositando un terriccio finissimo – il limo – che rende il suolo molto fertile. Poi, verso ottobre decresce e rientra nei propri argini. La popolazione si stabilì lungo il corso del fiume, nelle zone irrigate e coltivabili. Gli antichi dicevano, giustamente, che: «L’Egitto è un dono del Nilo».
2
La storia La storia dell’Egitto antico va dal 3000 a.C. circa sino al 322 a.C. È divisa, dagli storici, in alcuni periodi. Antico Regno (3000-2000 a.C.). Lo stato andò consolidandosi (2); la capitale fu prima a Tini, poi a Menfi; sorsero le grandi piramidi dei faraoni Cheope (3), Chefren, Micerino. Medio Regno (2000-1780 a.C.). Dopo un periodo in cui l’autorità del faraone fu insidiata da alcuni capi di città, il potere centrale ritornò a essere assoluto. Dominazione straniera (1780-1570 a.C.). Genti che provenivano da nord-est, gli Hyksos, conquistarono il paese; dopo una lotta durata quasi 100 anni un principe egizio riuscì a ricacciarli, a riunificare lo stato e a farsi proclamare faraone. Nuovo Regno (1570-1085 a.C.). L’Egitto si rafforzò, respinse nuove invasioni e occupò nuovi territori. Ultimo periodo (1085-322 a.C.). Furono gli anni della decadenza: il paese fu attaccato e invaso successivamente dagli Assiri, dai Persiani, dai Greci di Alessandro Magno.
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L’antico Egitto Scheda 8
fig. 1 L’Egitto.
DOMANDE PER CAPIRE
fig. 2 In un antichissimo altorilievo del 3000 a.C. circa troviamo le origini della storia egizia: Narmer (che sul capo tiene il tipico “casco”, segno di divinità e di comando) sottomette i nemici e unifica il regno, rappresentato dall’intreccio dei lunghi colli dei tre animali.
• Perché le prime grandi civiltà si svilupparono lungo i fiumi?
• Dove si sviluppò la civiltà mesopotamica?
• Quali popoli vissero in Mesopotamia?
• Come descriveresti l’Egitto?
• Perché gli antichi dicevano che l’Egitto era un dono del Nilo?
fig. 3 Chefren, uno dei tre primi faraoni della storia egizia.
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Scheda 8 L’antico Egitto
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La società e la religione Al livello più basso della società egizia vi erano gli schiavi: prigionieri di guerra, stranieri rapiti da briganti o pirati e venduti come merce. A un gradino poco più alto vi erano i contadini, la stragrande maggioranza della popolazione; essi erano obbligati a versare al sovrano tributi in natura – la moneta non era conosciuta – e, in certi periodi dell’anno, a lavorare alla costruzione dei canali, dei templi e delle tombe regali. Al di sopra dei contadini troviamo artigiani e bottegai. In posizione più elevata vi erano coloro che formavano l’esercito, dai soldati ai comandanti. Un nuovo strato sociale comprendeva gli scribi (4), coloro che conoscevano la complessa scrittura geroglifica, privilegiati e potenti, giunti sovente a posti di comando. C’erano poi i governatori delle città o delle regioni, dotati di grande potere. Ancora superiori a questi erano i sacerdoti, ricchissimi e influenti. Al vertice dello Stato il faraone, reputato un dio vivente (5). La fede negli dei era diffusa e sentita. Troviamo molti dei, alcuni adorati su tutto il territorio, come Amon, Hator, Iside, Osiride, Ptah, Ra, altri venerati solo in alcune regioni. Alcuni avevano forma animale; altri aspetto misto di animale e di uomo (6); altri ancora sembianze umane.
4 Papiro Il papiro è una pianta di palude, originaria dell’Egitto e dell’Arabia; è alto sino a 5 metri, e sulla cima si sviluppano grandi ciuffi filamentosi. Di facile coltura, richiede terreno costantemente umido e in posizione soleggiata. È noto sin dalla preistoria, impiegato per vari usi: con la pianta intera, riunita in fasci, si sono costruite imbarcazioni a forma di lunga canoa, con prua e poppa spesso rialzate; con le fibre si sono fatte corde, calzature, reti da pesca; con la corteccia sandali; dal midollo del fusto, tagliato in strisce lunghe e sottili, e opportunamente sovrapposte, pressate e poi sbiancate, si è ricavato un tipo di carta a rotolo, probabilmente il materiale scrittorio più diffuso dell’antichità.
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La vita quotidiana Il ritrovamento di un gran numero di oggetti, la possibilità di leggere i moltissimi testi scritti che ci sono rimasti (in particolare su papiro), hanno permesso agli studiosi di farsi un’idea abbastanza precisa della vita dell’uomo nell’antico Egitto. In questo senso, la documentazione esistente è di una varietà e di una immediatezza senza confronti in tutto il mondo antico. La popolazione dell’Egitto antico visse essenzialmente lungo le rive del Nilo e sulla costa mediterranea, sul delta del grande fiume, disseminata in case sparse, villaggi, alcune città. Le città e i villaggi sorgevano di solito su un lato del Nilo; sul lato opposto vi era la necropoli, il luogo di sepoltura. Il lavoro era regolato in periodi di dieci giorni (otto di lavoro, due di riposo) e si svolgeva di solito dall’alba al tramonto. Le case erano in legno o, perlopiù, in mattoni essicati al sole, a un unico piano, con una o due o tre stanze; avevano di solito una cantina e un terrazzo; l’arredamento era povero: un letto, pochi sgabelli, alcuni vasi, un tavolo. A causa del clima molto caldo, l’abbigliamento era scarso e comune sia ai poveri che ai ricchi: un drappo di tela annodato attorno ai fianchi (7), una veste quasi sempre di lino, un paio di sandali; i capelli erano di solito tenuti corti; al posto di cappelli o copricapi spesso venivano usate le parrucche e le barbe finte (8). Le scuole erano abbastanza diffuse, per ragazzi dagli 8 ai 20 anni; in esse si imparavano la lingua, attraverso i dettati, la copiatura di testi, i riassunti, e la matematica; pare non esistessero gli esami.
Economia, scienza, tecnica L’Egitto antico, povero di legname e di minerali, viveva sui contadini e sul lavoro dei campi. I raccolti erano in genere abbondanti, e la popolazione solo raramente conobbe la fame. Il massimo del lavoro si concentrava nell’arco di alcune settimane, da quando il Nilo si ritirava dall’inondazione a quando la terra, di nuovo riarsa dal sole, diveniva durissima e impossibile da lavorare. Allora, in quei giorni favorevoli, i ritmi divenivano massacranti: su quella terra ancora umida e fangosa si doveva zappare, arare, seminare, ricostruire argini, dighe, canali, bacini di raccolta; uomini e donne, controllati e costretti dai sorveglianti,
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fig. 4 Lo scriba in una celebre scultura in pietra dipinta, del 2200 a.C. circa.
fig. 5 Il faraone Ramses II (1279-1213 a.C.), uno dei più grandi sovrani della storia egizia.
fig. 6 Il dio Anubi, uomo-sciacallo, protettore dei riti funerari e dell’imbalsamazione.
fig. 7 Il semplice abbigliamento delle persone comuni è ben visibile in questa bella statua in legno, 1900 a.C. circa. fig. 8 L’uso della parrucca è evidente in questa coppia di coniugi, raffigurati in una scultura in pietra colorata, 2500 a.C. circa.
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lavoravano disperatamente, sino, a volte, a morirne. Gli Egizi svilupparono al massimo quelle scienze e quelle tecniche necessarie alla loro sopravvivenza e alla loro religione. Furono grandi costruttori di dighe e di canali per domare le acque del Nilo; furono matematici e astronomi per poter prevedere con esattezza i periodi dell’anno in cui il fiume ingrossava, straripava, si ritirava; furono grandi ingegneri e architetti per costruire templi, palazzi, piramidi; furono grandi medici perché, attraverso le tecniche della mummificazione (9), impararono a conoscere a fondo il corpo umano. L’anno fu diviso in 365 giorni, ripartito in 12 mesi di 30 giorni, a cui si aggiungevano 5 giorni alla fine di ogni anno; il giorno fu diviso in 24 periodi (12 di luce e 12 di buio), corrispondenti alle nostre ore.
6 Mummificazione e necropoli L’uomo dell’Egitto antico ebbe due convinzioni: chi muore può sopravvivere nella tomba se il suo corpo resta intatto, se ha con sé il nutrimento e gli oggetti che gli servirono in vita; l’anima del defunto può raggiungere l’aldilà, grazie all’intervento di un dio o del faraone. Queste idee spiegano l’importanza data alla mummificazione, cioè il tentativo di conservare il corpo del morto disidratandolo e avvolgendolo in bende cosparse di resine, e alla costruzione di un luogo accogliente dove conservare per l’eternità il corpo e gli oggetti del defunto. Le necropoli, “città dei morti”, sorgevano nel deserto, sulla riva occidentale del Nilo, lontano dai centri abitati.
L’arte monumentale e la costruzione delle piramidi La convinzione che il faraone fosse un dio si rispecchiò in un aspetto particolare e tipico del mondo egizio, e cioè nella grandiosità e nella sacralità delle costruzioni. Un particolare importante: fu prevalentemente usata la pietra, materiale solido e duraturo, e non il mattone d’argilla, che può sfaldarsi e rovinarsi rapidamente. Tombe e statue reali, palazzi e templi offrirono ai sudditi l’immagine di un faraone divino e immortale (10). In particolare, la tomba del sovrano divenne l’edificio-simbolo: passò dalla primitiva forma a parallelepipedo a una seconda forma a gradoni, e infine a una terza forma, la piramide liscia (11), diventando via via più imponente. Lo studioso della tecnologia si trova di fronte a un mistero: attorno al 2800 a.C. gli Egizi, non conoscendo alcun apparecchio di sollevamento, si servivano soltanto di due macchine semplici conosciute sin dalla preistoria, la leva e il piano inclinato, e per i trasporti utilizzavano slitte e rulli; in che modo allora, con quelle rudimentali conoscenze, furono mossi e piazzati blocchi di pietra pesanti decine o centinaia di tonnellate? La spiegazione più logica appare questa: furono usate rampe via via sempre più allungate, a mano a mano che la costruzione saliva in altezza. I disegni mostrano questa tecnica. La pietra veniva estratta da cave sulla sponda opposta del Nilo: i blocchi venivano tagliati nelle dimensioni richieste e incisi con il nome del gruppo di cavatori, la data e il luogo in cui dovevano essere messi in opera. Per erigere la grande piramide di Cheope si impiegarono non meno di 2 300 000 blocchi di pietra calcarea; un’enorme quantità di blocchi e lastre di granito e altri materiali di rivestimento fu importata dall’Egitto meridionale per mezzo di zattere lungo il Nilo. Il greco Erodoto, nel V secolo a.C., racconta che a quel progetto lavorarono per vent’anni 100 000 operai, e la notizia è sostanzialmente attendibile: un terzo di quella manodopera era impiegata per innalzare il corpo della piramide, un altro terzo cavava e trasportava la pietra e gli altri materiali richiesti, il resto si occupava dei rifornimenti di cibo e della costruzione di capannoni e dormitori per gli operai.
fig. 9 Il corpo del morto, lavato e trattato (in ciò consisteva il processo di mummificazione), veniva avvolto in bende e posto in un sarcofago.
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L’antico Egitto Scheda 8
fig. 10 Abu Simbel: un enorme complesso fatto di templi e tombe in onore del faraone Ramses II.
DOMANDE PER CAPIRE • Secondo quale
gerarchia era organizzata la società egizia?
• Che cos’è il papiro? • Quali scienze e
tecniche svilupparono gli Egizi?
• Come e dove venivano conservati i defunti?
• Che cosa sono le piramidi e come venivano erette?
fig. 11 Le piramidi di Cheope, Chefren e Micerino a Giza, presso Il Cairo, 2200 a.C. circa.
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scheda
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Ebrei e Fenici 1800 a.C.
1600 a.C.
1300 a.C.
1200 a.C.
1000 a.C.
721 a.C.
586 a.C.
539 a.C.
Indipendenza ed espansione dei Fenici I Fenici inventano l’alfabeto
Gli Ebrei giungono in Palestina
Gli Ebrei si trasferiscono in Egitto
Gli Ebrei tornano in Palestina
Regno di David. Affermazione del monoteismo.
I Fenici sono conquistati dai Persiani Gli Assiri conquistano il regno di Giuda
Conquista babilonese e distruzione di Gerusalemme
Età dei giudici Età monarchica Età dei profeti
1 Ebrei Il nome deriva forse da ebr, che in un’antica lingua palestinese significava “fuggiasco, senza radici”.
Semiti Insieme di popoli stanziati nella regione araba, siro-palestinese e mesopotamica, che parlavano lingue con caratteristiche comuni. Ne fanno parte gli Akkadi, i Babilonesi, i Fenici, gli Arabi e gli Ebrei.
Popolo eletto L’identità del popolo ebraico si basa sul suo profondo legame con Dio. Jahvè li avrebbe prescelti, stabilendo con loro un patto di alleanza.
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Gli Ebrei La maggior parte delle informazioni sugli Ebrei ci vengono dal loro testo sacro, la Bibbia. In essa si legge che questo piccolo popolo di origine semitica lasciò Ur in Mesopotamia al seguito di Abramo e si stabilì in Palestina verso il 1800 a.C. Gli Ebrei erano nomadi che vivevano di pastorizia; a causa di un impoverimento dei territori di pascolo migrarono verso l’Egitto, dove furono ridotti in schiavitù, finché un capo di nome Mosè non li ricondusse nuovamente a Canaan, la loro «terra promessa» ( 1). Questo lungo e faticoso viaggio attraverso il deserto, noto come «esodo», si concluse intorno al 1200 a.C. Gli Ebrei erano divisi in 12 tribù, ciascuna con un proprio capo politico e spirituale (i cosiddetti Giudici), ed erano uniti soltanto dalla convinzione di essere un popolo eletto e dalla fede in un unico dio: Jahvè. Verso il 1000 a.C. gli Ebrei decisero di dar vita a un regno unitario, in cui il potere politico e religioso appartenenne a un solo re-sacerdote. La capitale fu Gerusalemme, sede del tempio e dei sovrani (Saul, Davide, Salo mone). Alla morte di Salomone però il regno si divise in due: il regno di Giuda a sud e quello di Israele a nord. Così indebolito, il regno di Israele nel 721 a.C. fu conquistato dagli Assiri che ne deportarono gli abitanti a Babilonia. Il regno di Giuda fu invece sottomesso dai Babilonesi nel 586 a.C. e Gerusalemme fu distrutta. Nonostante ciò, gli Ebrei mantennero la loro identità e la loro religione.
I Fenici I Fenici furono un popolo di origine semitica stanziati sulle coste dell’attuale Libano. Qui sorsero varie città-stato indipendenti, governate da sovrani locali: Biblo, Berito, Sidone, Tiro (2). Verso il 1300 a.C. le navi fenicie cominciarono a solcare il Mediterraneo per commerciare con varie popolazioni occidentali, creando basi commerciali, che nel X secolo a.C. divennero vere e proprie colonie: Cadice in Spagna, Utica e Cartagine in Tunisia, Palermo in Sicilia, e ancora altri centri a Malta, a Cipro, in Sardegna. I Fenici furono grandi inventori e abilissimi artigiani; si specializzarono nella fabbricazione e nella vendita di prodotti di lusso, come vasellame di vetro (di cui scoprirono la tecnica di fusione), gioielli, armi, oggetti di arredamento e preziosi tessuti tinti con la porpora, una sostanza rossa estratta da particolari molluschi. Furono i mercanti fenici, per poter facilmente annotare i loro traffici, che ancor prima del 1000 a.C. inventarono l’alfabeto. Nel corso del VI secolo a.C. le città fenicie del Libano furono conquistate dai Persiani entrando a far parte del loro impero.
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Ebrei e Fenici Scheda 9
DOMANDE PER CAPIRE • Quale terra d’origine ebbero gli Ebrei?
• Perché si
considerarono un “popolo eletto”?
• Quale fu la sorte dei due regni di Israele e di Giuda?
• Dove fiorì la civiltà fenicia?
• In quali settori
del commercio si specializzarono i Fenici?
fig. 1 Le migrazioni del popolo ebraico.
fig. 2 La diffusione dei Fenici nel Mediterraneo e le loro colonie.
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Popoli e migrazioni 1
Parole simili Le lingue parlate oggi in Europa hanno per la maggior parte la stessa origine e a seconda delle «parentele» si suddividono in varie famiglie, come quella germanica (tedesco, inglese, svedese e norvegese), slava (russo, serbo-croato, polacco), neolatina (spagnolo, francese, italiano, rumeno).
Gli Indoeuropei Verso il 2000 a.C. alcune popolazioni raggiunsero le terre a sud del mar Nero e la penisola greca; furono chiamate, rispettivamente, Hittiti e Greci. Sappiamo che intorno al 1500 a.C. altri popoli raggiunsero le terre che oggi chiamiamo Iran e India; a questi popoli è stato dato il nome di Medi e Persiani, e di Indiani. Verso il 1200 a.C. altri gruppi raggiunsero l’Europa occidentale. Sappiamo che tutte queste popolazioni presentavano alcune caratteristiche comuni: usavano parole simili per indicare cose e concetti simili, come ad esempio le parole «padre» e «madre»; avevano religioni che prevedevano tre divinità maggiori; offrivano agli dei sacrifici umani o, più spesso, di animali; suddividevano la società in tre grandi gruppi, e cioè i sacerdoti, i guerrieri, i contadini; usavano cremare, cioè bruciare, il corpo dei morti, raccogliendone le ceneri o spargendole al vento. Tutti questi «nuovi venuti» si insediarono in luoghi già almeno parzialmente abitati, scontrandosi spesso anche violentemente con le popolazioni locali. Ad esempio gli Indoeuropei che giunsero in India sottomisero chi precedentemente vi abitava. Anche se non si ha alcuna prova dell’esistenza di una «sede originaria», probabilmente tutti questi gruppi umani provenivano da un’unica zona, per quanto estesa, probabilmente i territori posti nelle pianure che oggi formano l’Europa centrale e orientale. Gli studiosi hanno dato a quelle popolazioni il nome di Indoeuropei (1).
fig. 1 La cartina mostra altre grandi famiglie di popoli. Oltre agli indoeuropei vi erano i Semiti (Fenici, Ebrei, Arabi, Babilonesi e Assiri, stanziati sulle coste del Nord Africa e in Medio Oriente), i Camiti (nell’Africa nord-orientale), i Mediterranei, gli Altaici (Turchi, Mongoli, Manciù, popoli originari della Siberia), gli Uralici (stanziati nella regione russa dei monti Urali) che, nel corso dei secoli, a volte abbandonarono le loro sedi originarie, mescolandosi con altre genti.
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xxx Scheda x
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L’antica Europa 6000 a.c.
Non si conosce l’agricoltura
Megaliti Nel III e II millennio a.C. in vari punti d’Europa si innalzarono pietre di grandi dimensioni (megaliti), alcune volte isolate (menhir), altre allineate, disposte in circolo o sormontate da una lastra di pietra orizzontale (dolmen). Tali monumenti, la cui elevazione richiedeva notevoli conoscenze tecnologiche, potevano avere funzioni segnaletiche, funerarie, di culto o astronomiche.
Dal Medio e dal Vicino oriente agricoltura e allevamento
2000 a.c.
Lavorazione del rame e del bronzo
1000 a.c.
700 a.C.
Uso del ferro
In circa 5000 anni, a grandi linee tra il 6000 e il 1000 a.C., le condizioni di vita in Europa lentamente si trasformarono e passarono da un livello molto primitivo a uno nettamente più evoluto e organizzato. Dalla caccia e dalla raccolta si passò all’agricoltura, dall’uso della pietra alla ceramica e al metallo. Verso il 6000 a.C., in Europa, l’agricoltura era sconosciuta; l’uomo si nutriva unicamente dei prodotti della caccia e della raccolta. Nei millenni successivi si diffusero anche in Europa le conoscenze più avanzate che si erano affermate in Mesopotamia, nel Vicino e Medio Oriente e nella Penisola Anatolica (l’attuale Turchia), regioni in cui già da tempo si praticavano l’agricoltura e la lavorazione dei metalli. I ritrovamenti archeologici mostrano molto chiaramente il «percorso delle conoscenze» da quelle zone più progredite sino all’estremità dell’Europa e all’attuale Inghilterra. Verso il 5500 a.C. l’agricoltura cominciò a diffondersi nelle regioni europee più vicine alla Mesopotamia; verso il 4000 a.C., essa fu conosciuta nel centro dell’Europa; poi, verso il 2000 a.C., si trovano tracce di lavori agricoli e di allevamento in zone ancora più lontane, come l’attuale Francia (1). Tra il 6000 e il 2000 a.C., gli uomini, in Europa, passarono da una condizione dispersa a una di gruppo. Con l’affermarsi dell’agricoltura andò finendo il nomadismo; divennero sempre più rari, con il passare dei secoli, gli accampamenti sparsi, ma si moltiplicarono i villaggi, i centri abitati, spesso fortificati, circondati da canali e fossati. Furono elevati grandi monumenti in pietra, i megaliti. Verso il 6000 a.C. ogni utensile, ogni recipiente, ogni arma era in pietra o in legno; verso il 2000 a.C. vi fu una graduale diffusione della terracotta, della ceramica, del rame e del bronzo. Tra il 1000 e il 700 a.C. l’Europa conobbe e usò il ferro.
fig. 1 La diffusione delle conoscenze dalla Mesopotamia e dalle zone del Vicino Oriente in Europa è avvenuta lungo due «corridoi», due «passaggi»: uno sulla terraferma, risalendo le vallate del Vardar, del Danubio, del Reno (in rosso); l’altro lungo le coste del Mediterraneo, dalla Grecia alla Spagna all’Inghilterra (in blu).
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