2009
Relazione Annuale ASSOCIAZIONE ITALIANA TECNICO ECONOMICA CEMENTO
ASSEMBLEA ANNUALE DELLE ASSOCIATE Roma, 7 luglio 2010
Indice QUADRO ECONOMICO DI RIFERIMENTO Il contesto internazionale L’economia italiana Gli investimenti nelle costruzioni
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PRODUZIONE E MERCATO I consumi e la produzione di cemento nell’ambito europeo La produzione e i consumi di cemento in Italia L’export-import nazionale di cemento Ripartizione della produzione per caratteristiche tecniche e composizione Le destinazioni del cemento La struttura del settore I consumi energetici Il trasporto del cemento
11 11 14 18 24 27 29 33 35
NORMATIVA AMBIENTALE Emission Trading REACH (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals) Il cemento e il requisito del cromo esavalente: la conformità del prodotto e la tutela del mercato Revisione della Direttiva IPPC Recepimento Direttiva Quadro Rifiuti e revisione del Testo Unico Ambientale (D.Lgs 152/06) Campagna AITEC di Comunicazione sui rifiuti Forum PA 2009 Ecomondo 2009
37 37 39
ATTIVITÀ PROMOZIONALE E DIVULGATIVA AITEC e UNIVERSITA’ ROMA TRE giungono alla settima edizione del MASTER MICA Le forme del cemento - Plasticità FEDERBETON al SAIE 2009
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TABELLE STATISTICHE ANNESSE
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40 43 44 47 48 48
51 52 54
QUADRO ECONOMICO DI RIFERIMENTO
Il contesto internazionale L’attuale congiuntura recessiva, che nel corso del biennio 2008-2009 ha investito l’economia mondiale, non ha eguali quanto a intensità e rapidità di diffusione. A partire dalla crisi finanziaria innescata dall’esplosione della bolla finanziaria legata ai mutui sub-prime, nel corso dell’agosto 2007, si è infatti assistito a un rapidissimo propagarsi della crisi dal mondo della finanza a quello dell’economia reale, con effetti che pochi avrebbero potuto immaginare. I numeri sono impietosi: nel 2009 il PIL si è contratto del 2,4% negli Stati Uniti, del 5,2% in Giappone e ha subito un calo del 4,1% nell’Area Euro. In base alle stime OCSE, nell’arco temporale intercorrente tra ottobre 2008 e marzo 2009, il PIL dei principali paesi industrializzati si è contratto complessivamente di circa il 4%, colpendo in maniera violenta tutte le più importanti economie incluse quelle dei paesi emergenti. Nel medesimo periodo si è assistito a una contrazione di circa un sesto del volume degli scambi internazionali. Tali dati sono evidentemente eccezionali e, per poter riscontrare qualche similitudine, occorre ritornare alla prima fase della Grande depressione, quando la caduta del PIL appariva inarrestabile; certamente non si era mai assistito a un fenomeno depressivo così esteso e rapido nel corso di tutto il secondo dopoguerra. A differenza di quanto avvenuto nel corso della Grande depressione, tuttavia, a una inusitata violenza della recessione ha fatto da contrappunto una forte risposta delle istituzioni politiche e monetarie, le quali hanno predisposto degli strumenti senza precedenti per ampiezza ed entità (il solo pacchetto di stimolo dell’economia statunitense ha avuto un valore superiore al miliardo di dollari). Molti osservatori hanno evidenziato, in taluni frangenti, la mancanza di coordinamento tra i vari paesi; ciò è probabilmente vero, tuttavia la direzione imboccata dalle istituzioni è stata quella corretta e, a partire dal terzo trimestre del 2009, il PIL ha iniziato a cessare di contrarsi nella maggior parte delle principali economie. Anche l’Italia, naturalmente, è stata investita dagli effetti della recessione mondiale e il PIL nazionale ha iniziato una rapida contrazione a partire dal secondo trimestre del 2008. Tra la fine del 2008 e il primo semestre del 2009 la caduta ha assunto i contorni del crollo, arrestandosi soltanto nel terzo trimestre del 2009 prima di una nuova flessione nell’ultimo trimestre. I dati ISTAT hanno attestato un calo del PIL dell’1,3% nel 2008 e di ben il 5,0% nel 2009, valori che non si riscontravano (fortunatamente) da decenni. Le previsioni OCSE per il 2010 parlano di un PIL che dovrebbe aumentare poco meno dell’1%. Se tale previsione fosse corretta alla fine del 2010 il livello del PIL italiano sarebbe inferiore a quello fatto rilevare un quinquennio prima. Il Centro Studi Confindustria ha condotto uno studio, basato sui tassi di crescita potenziali calcolati dall’OCSE, che mostra come l’Italia, qualora riprenda a crescere dal 2011 a tassi equivalenti alla crescita potenziale stimata nel 2008, avrà bisogno di almeno quattro anni per vedere il proprio PIL ritornare ai livelli pre-crisi. Per quanto riguarda lo scenario internazionale le stime del Fondo Monetario Internazionale per il 2010 collocano la crescita del PIL al 2,7% negli Stati Uniti, all’1,7% in Giappone e all’1% nell’Area dell’Euro. Lo stesso FMI prevede, per i paesi dell’area BRIC, un PIL in espansione del 10% in Cina, del 7,7% in India e del 4,7% in Brasile. Nello stesso periodo dovrebbe riprendere quota anche il commercio internazionale che, dopo aver subito nel 2009 una contrazione superiore al 12%, dovrebbe espandersi del 6% circa. Sul fronte delle materie prime il prezzo del petrolio, dopo l’altalena di quotazioni del 2008, ha ridotto le proprie quotazioni, oscillando nel corso del 2009 tra i 50 e gli 80 dollari al barile. Secondo le quotazioni dei futures per il 2010 il prezzo del barile dovrebbe subire un lieve incremento attestandosi intorno ai 90 dollari alla fine dell’anno. Per quanto riguarda i volumi, l’attesa ripresa dell’economia mondiale, insieme alle previsioni di incremento dei consumi da parte dei paesi emergenti, ha indotto gli analisti economici a rivedere al rialzo le previsioni di consumo per il 2010, dagli 86,3 milioni di barili stimati a dicembre 2009 agli 86,6 della stima rivista a marzo 2010.
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RELAZIONE ANNUALE
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L’economia italiana Sulla base dei conti annuali dell’ISTAT il PIL dell’Italia è sceso del 5,0% nel 2009, proseguendo nella caduta iniziata l’anno precedente sull’onda lunga della recessione che ha colpito l’economia mondiale. Il forte decremento del PIL è stato originato in larga misura (3,8 punti percentuali) dalla flessione della domanda interna, sulla quale hanno pesato in maniera determinante la contrazione degli investimenti e dei consumi. In particolare gli investimenti sono arretrati del 12,1% (il calo più severo dal dopoguerra), mentre i consumi si sono contratti dell’1,8% nonostante le misure di stimolo legate al piano di incentivi alla rottamazione dei veicoli inquinanti. Il calo della domanda interna non ha trovato compensazione da parte della domanda esterna; nel corso del 2009 le esportazioni hanno, infatti, subito un calo del 19,1%. A tale decremento hanno contribuito tutti i settori della manifattura, in particolare quelli della meccanica, dei beni tradizionali del “made in Italy” e dei mezzi di trasporto, con vendite che si sono contratte su tutti i principali mercati di sbocco, sia nei paesi dell’Unione Europea sia al di fuori di essa. L’effetto di rallentamento del PIL legato alla contrazione delle esportazioni è stato parzialmente mitigato dal contemporaneo rallentamento dei flussi di importazione, che si sono contratti del 14,5%. Nel corso della fase acuta della crisi finanziaria internazionale (dal secondo trimestre del 2008 al secondo del 2009) il volume delle esportazioni italiane di beni (deflazionati e corretti per gli effetti stagionali) si è contratto del 24,8% a fronte di un calo della domanda mondiale del 17,7%. La flessione delle esportazioni dell’Italia è stata di entità comparabile a quella registrata in Germania e più intensa che in Francia (rispettivamente -25,6% e -18,8%). Pesantemente colpita dal collasso del commercio internazionale è stata la produzione industriale che ha toccato un minimo nel marzo del 2009, riducendosi del 25,0% rispetto a un anno prima. Nel complesso del 2009 ha subito un crollo del 18,3%. Sulla base dei primi dati del 2010 rilasciati dall’ISTAT, l’indice ha mostrato una moderata ripresa, più consistente nei settori dei beni di consumo non durevoli e intermedi. Nella media del primo bimestre del 2010 l’attività manifatturiera risulta infatti cresciuta dell’1,4% in termini congiunturali, riguadagnando circa sette punti percentuali rispetto al punto di minimo. Il calo del valore aggiunto che ha interessato l’economia nazionale ha colpito in maniera significativa l’industria in senso stretto, che ha evidenziato una contrazione del 15,1%. In tale scenario il settore delle costruzioni ha mostrato una contrazione del proprio valore aggiunto pari al 6,7%, mentre i servizi privati hanno contenuto il decremento al 2,6%. Nel complesso del 2009 la contrazione dei consumi (-1,8%) ha riflesso soprattutto l’andamento del reddito disponibile delle famiglie. Si stima, infatti, che in termini reali il reddito disponibile sia sceso di oltre due punti percentuali rispetto al 2008, registrando la seconda flessione annua consecutiva. In tale contesto, a incidere negativamente sulle decisioni di spesa delle famiglie vi è stato il deterioramento della situazione occupazionale complessiva unitamente al calo della ricchezza finanziaria, che è stato particolarmente accentuato nei primi mesi dell’anno. Ha fatto eccezione rispetto al contesto il mercato dei mezzi di trasporto il quale, beneficiando del piano di incentivi governativi, è riuscito a segnare una crescita del 5,2% rispetto all’anno precedente. A completamento del quadro di contrazione della domanda vi è da segnalare la dinamica della spesa per consumi all’estero da parte dei residenti italiani che si è decrementata in misura minore rispetto a quanto fatto rilevare dalla spesa in Italia da parte dei non residenti. L’effetto di tale fenomeno è stato un contributo dello 0,1% al decremento del PIL nel corso del 2009.
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QUADRO ECONOMICO DI RIFERIMENTO
Per quanto riguarda gli investimenti fissi, essi si sono ridotti del 12,1%: del 18,4% quelli in macchinari e del 15,2% quelli in mezzi di trasporto. Gli investimenti in costruzioni si sono ridotti del 7,9%, un dato che fa seguito al calo del 3,4% riscontrato nel corso del 2008. Tuttavia i prezzi delle abitazioni non sono scesi come in altri paesi, segnale di una minore sopravvalutazione degli immobili in Italia. L’esaurirsi della fase più acuta della crisi economica mondiale ha lasciato le grandi economie di fronte a una prospettiva di crescita del prodotto mondiale, sebbene essa sia attesa manifestarsi in misura eterogenea tra le principali aree economiche e all’interno delle stesse. All’interno dell’Unione Europea la ripresa dovrebbe manifestarsi a “macchia di leopardo”, analogamente a quanto avvenuto nel corso della fase recessiva. In particolare, per quanto riguarda l’Italia, ci si attende una crescita del PIL nell’ordine dell’1,0% nel corso del 2010. Nel successivo biennio 2011-2012, anche in considerazione della ripresa internazionale e del conseguente effetto di traino, la crescita del PIL si dovrebbe attestare nell’ordine dell’1,7%. L’effetto delle agevolazioni fiscali, dopo aver prodotto effetti marginali nel corso del secondo semestre del 2009, dovrebbe produrre un incremento degli investimenti in macchinari e attrezzature nel corso del 2010. Nel corso del biennio successivo, invece, per effetto dell’attesa ripresa del commercio internazionale e del conseguente aumento nel volume delle esportazioni, si dovrebbe riscontrare un incremento degli investimenti in macchinari poco al di sotto del 3,0% annuo. Gli investimenti in costruzioni, dopo il calo registrato nel 2009, sono attesi in ulteriore calo (-1,2%) nel corso del 2010, ma dovrebbero evidenziare una crescita del 2,1% medio annuo nel corso del biennio successivo. I consumi privati dovrebbero tornare a crescere moderatamente nel corso del 2010, per poi crescere in maniera più sostenuta (+1,6% medio annuo) nel corso del biennio successivo. Su tali prospettive, tuttavia, grava il peso delle tensioni sul mercato del lavoro che potrebbero frenare l’attesa dinamica di ripresa dei consumi privati. Sul fronte delle esportazioni è atteso un recupero che dovrebbe essere motivato dall’attesa ripresa della domanda estera e dall’attuale debolezza dell’euro. In tale contesto l’apporto delle esportazioni alla dinamica del PIL dovrebbe essere nullo nel corso del 2010, mentre dovrebbe ritornare a essere positivo nel successivo biennio. Il processo di ricostituzione delle scorte da parte delle imprese, dopo un biennio nel corso del quale vi erano stati solo decrementi, dovrebbe apportare un contributo positivo alla crescita del PIL nel 2010. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, la debolezza manifestata nell’ultimo anno e mezzo dovrebbe permanere anche nel corso del 2010, sebbene con un’intensità inferiore. In particolare, la previsione per il 2010 in termini di unità impiegate a tempo pieno stima un moderato decremento dei livelli occupazionali (-0,4%). Per quanto riguarda i singoli settori di attività economica l’occupazione dovrebbe manifestare una dinamica positiva nei settori delle costruzioni e nei servizi privati, mentre dovrebbe mantenersi in territorio negativo nell’industria in senso stretto. Per effetto di tali dinamiche il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi all’8,7% nel 2010, per poi ridursi all’8,2% nel 2012.
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Gli investimenti nelle costruzioni Il mercato delle costruzioni ha vissuto il più lungo ciclo espansivo dal dopoguerra con dodici anni consecutivi di crescita fino al 2008 quando si è registrata l’inversione di tendenza. Si è assistito, secondo i dati ISTAT, ad un calo degli investimenti del 3,4% nel 2008 e ad un decremento ancora più sostenuto nel 2009 pari al 7,9%. In particolare un deciso rallentamento è stato registrato nell’edilizia residenziale che ha mostrato un decremento del 9,3%, mentre gli investimenti in edilizia non residenziale e opere pubbliche nel loro complesso hanno registrato una diminuzione del 6,6%. Dal punto di vista della ricchezza prodotta dal settore delle costruzioni si rileva un forte decremento rispetto all’anno precedente: il valore aggiunto ha infatti subito un crollo del 6,7%, che è tuttavia risultato meno intenso rispetto a quello dell’industria in senso stretto (-15,1%). Il valore della produzione nel settore delle costruzioni ha registrato mediamente nel 2009 una diminuzione dell’11,4%, rispetto alla media del 2008, con decrementi particolarmente elevati nei primi tre trimestri (-14,2%, -11,1, -12,8%) solo in parte attenuato dal valore del quarto trimestre (-7,5%). Il quarto trimestre del 2009 ha cominciato, infatti, a mostrare un miglioramento con la produzione nelle costruzioni e le transazioni nel comparto residenziale che si sono contratte in misura minore rispetto al trimestre precedente (rispettivamente -0,9% e -3,2%). Anche le erogazioni di mutui in favore delle famiglie da parte del sistema bancario, hanno fatto rilevare un progressivo incremento che lascia ben sperare per una possibile ripresa delle compravendite immobiliari nel 2010. Tutto ciò potrebbe far proiettare per il 2010 un calo meno pronunciato, rispetto all’anno precedente, pari all’1,2% secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Tale riduzione dovrebbe poi essere prodromica alla prevista crescita media del 2,1% annuo nel corso del biennio successivo. Anche l’ANCE conferma che gli investimenti in costruzioni hanno vissuto un anno particolarmente difficile con un calo, tuttavia, più deciso nell’ordine del 9,4% rispetto al 2008. Tale calo ha colpito indistintamente i tre comparti di attività - residenziale, non residenziale e opere pubbliche - che sono calati, rispettivamente, del 9,5%, del 9,2% e dell’8,1%. In particolare, l’edilizia residenziale nuova appare essere in grande difficoltà, con una diminuzione degli investimenti pari al 19,0%. Nel 2010 gli investimenti in costruzioni dovrebbero continuare a risentire delle difficoltà del sistema economico, sebbene gli effetti del ciclo economico dovrebbero cominciare ad attenuarsi. L’ANCE aveva formulato a tale riguardo due distinti scenari: uno relativo alla sola previsione tendenziale con un calo atteso al 7,1%, l’altro che includeva anche gli effetti positivi attesi dal cosiddetto “Piano Casa 2” che avrebbe potuto limitare la contrazione degli investimenti al 3,9%. Questa seconda previsione è stata recentemente rivista al ribasso con una flessione pari al 6,4%, non riponendo più fiducia nell’effetto positivo di stimolo agli investimenti per il 2010. Relativamente all’andamento del prezzo degli immobili, le rilevazioni dell’Agenzia del Territorio evidenziano un diffuso calo delle quotazioni le quali, tuttavia, hanno rallentato la propria dinamica nel secondo semestre (-0,2%) rispetto a quanto riscontrato nella prima metà del 2009 (-0,5%). Ciò induce un cauto ottimismo negli operatori di mercato, come fotografato dal sondaggio Banca d’Italia-Tecnoborsa di gennaio 2010, secondo il quale si è ridotto il saldo negativo tra le aspettative di aumento e quelle di diminuzione dei prezzi delle case e sono contemporaneamente aumentati i giudizi di stazionarietà.
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QUADRO ECONOMICO DI RIFERIMENTO
INVESTIMENTI NELLE COSTRUZIONI DAL 2000 AL 2009 INVESTMENTS IN CONSTRUCTIONS FROM 2000 THROUGH 2009 Milioni di Euro / Millions of Euro
abitazioni
fabbricati non residenziali e lavori del genio civile non residential buildings and public works
residential buildings
ANDAMENTO DEGLI INVESTIMENTI NELLE COSTRUZIONI EVOLUTION OF CONSTRUCTION INVESTMENTS Milioni di Euro correnti - aggiustati per i giorni lavorativi Millions of current Euro - working days adjusted data
Variazioni % sull’anno precedente % Change over previous year
2007
2008
2009 (a)
(b)
(a)
(b)
167.510
167.326
155.666
-3,4
-0,1
-7,9
-7,0
- abitazioni / residential
78.483
78.546
71.681
-3,1
0,1
-9,3
-8,7
- fabbricati non residenziali e opere pubbliche non residential buildings and public works
89.027
88.780
83.985
-3,8
-0,3
-6,6
-5,4
Costruzioni / Constructions
2008
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(a) in Euro concatenati; (b) in Euro correnti. / (a) in chained Euro; (b) in current Euro Fonte: ISTAT, Conti Nazionali / Source: ISTAT, National Accounts
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PRODUZIONE E MERCATO
I consumi e la produzione Gli europeo investidi cemento nell’ambito menti nelle costruIl settore delle costruzioni in Europa ha purtroppo confermato e rafforzato nel corso del 2009 il trend negativo del proprio tasso di crescita. Nell’anno concluso infatti, secondo i dati zioni preconsuntivi diffusi da Euroconstruct, la produzione ha subito una contrazione dell’8,4% rispetto al 2008. A pesare in maniera rilevante su tale calo sono state soprattutto la Spagna e la Gran Una delle che principali cause dellaun perdita di dinami- da Bretagna (rispettivamente -21,5% e -12,6%), in un quadro vede comunque calo generalizzato smo dell’attività è stata (+5,3%). la sensibile freparte di tutti i paesi Euroconstruct, con le sole eccezioni di Svizzera economica (+3,3%) e Polonia natadella del ciclo di accumulazione. La domanda di cemento in Europa ha quindi risentito dinamica di contrazioneLa delmodesta settore crescita delle costrudegli investimenti fissi lordi sintetizza, però, dinamiche zioni. Ciò si è tradotto in un decremento nell’area UE 27 del 23,5%, secondo i dati diffusi da Cembureau, pari a differenziate un livello di 188 milioni di tonnellate; il calo si attesta al -20,2%tra se le si principali prendonocomponenti. in considerazione i soli paesi L’industria delle costruzioni ha assunto in corso d’anno un Cembureau. importante ruolo di sostegno dell’attività economica, contrastando impulsi recessivi provenienti dalle attività Il rafforzamento della crisi economica, che a partire dalla seconda gli metà del 2007 ha interessato l’economia mondiale, manifatturiere. ha acuito nel corso del 2009 i propri effetti sulla contrazione dei consumi pro-capite di cemento in Europa. La crisi del Complessivamente, gli investimenti costruzioni hanno consettore immobiliare che sta prostrando l’economia iberica, infatti, ha prodotto nel 2009 un in calo dei consumi pro-capite tribuito per oltre il 60% alla crescita degli investimenti fissi di cemento in Spagna superiore al 33%, che si aggiunge al -26,2% già rilevato nel 2008. A livello continentale, tuttavia, lordi ed hanno registrato, per il terzo anno consecutivo, il quadro generale non è confortante, con il Regno Unito che perde il 24,1% dei propri consumi pro-capite, la Franciaun che progresso anche se l’andamento appare orientato da un subisce una contrazione del 16,0% e la Polonia del 10,5%. In tale quadro appare poi significativa, pur a fronte di ridivalori modesti, la contrazione dei consumi pro-capite in Irlandamensionamento. che si dimezzano (-48,6%) rispetto all’anno precedente. Unica Sulla Svizzera, base delle stime mantiene di contabilità divulgate dall’Istituto eccezione a tale panorama di contrazione è costituita dalla la quale invariato il livello dei propri Nazionale di Statistica, investimenti in corso costruzioni sono consumi pro-capite. Per quanto riguarda l’Italia, i consumi pro-capite di cementogli hanno subito nel del 2009 una ammontati a 100.946 milioni di euro, con una crescita assolucontrazione pari al 16,4%, con il consumo che si è conseguentemente attestato a 601 kg/ab. ta di milioni al 2000, pari alrilevati 6,3% che, in preSotto la spinta di tali trend negativi di consumo a livello di 6.018 singolo paese,rispetto i consumi pro-capite nell’area UE senza di un incremento dei prezzi impliciti del 2,6%, evidenevidenziano un decremento a 391 kg nel 2009 contro i 487 kg del 2008. zia un di crescita reale del Per apprezzare appie-di Alla luce del forte rallentamento dell’economia mondiale intasso generale, ed europea in 3,7%. particolare, la produzione no 20,3% i dati sopracitati bisogna tenere conto delle complessirettifiche cemento nell’Europa a 27 subisce nel 2009 un crollo del rispetto al 2008, attestandosi su valore apportate agli investimenti 2000. del vo pari a circa 203 milioni di tonnellate. L’analisi relativa ai solidall’ISTAT paesi Cembureau evidenziadell’anno un decremento La crescita quantitativa investimenti, precedente15,4% dei volumi prodotti, con un livello di produzione complessivo che sidegli posiziona a circa 262 milioni di mente stimata nella misura del 3,6% per l’intero settotonnellate. re, risulta ora pari al 5,6%. Secondo le nuove valutazionicome gli investimenti in edilizia abitativa e nelle altre A livello di singoli paesi anche per la produzione, per i consumi, si conferma la forte contracostruzioni risultano accresciuti zione “a due cifre” in maniera diffusa in tutta l’Europa; in particolare larispettivamente Spagna subiscedel un 5,2% e del 6,0% anziché del e2,5% e del 5,1%. decremento del 28,9%, il Regno Unito perde il 24,1%, l’Austria il 16,0% la Francia il 14,7%. L’Associazione dei Costruttori Edili La Germania riesce a contenere il decremento a 9,4%, Nazionale mentre la Svizzera rappresenta ha stimatorispetto che l’andamento delle l’isolata eccezione con un’invarianza (ANCE) della produzione al 2008 (+0,4%). nuove costruzioni sarebbe origiNell’area extra UE l’unico paese significativo in grado(+6,0%) di mantenere il segno nato da tassi di crescita pari all’8,1% positivo, incrementando i propri volumi produttivi nonostante il calo degli la investimenti nei supera fabbricati dei consumi, è la Turchia (+7,8%) cui produzione i 57 milioni di tonnellate. non residenziali destinati ad attività economiche e al 3,0%
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PRODUZIONE DI CEMENTO IN EUROPA CEMENT PRODUCTION IN EUROPE 000 t / 000 tonnes Produzione / Production
Spagna / Spain Italia / Italy Germania / Germany Francia / France Regno Unito / UK Belgio, NL, L / Belgium, NL, L Austria / Austria Altri UE / Others EU Totale Paesi UE 27 / Total EU countries 27 Turchia / Turkey Svizzera / Switzerland Altri / Others Totale Paesi / Total Countries
Variazioni % / Change % 2009 / 2008
2009
2008
30.632 36.317 30.441 18.300 8.018 9.928 4.665 64.227
43.074 43.030 33.581 21.443 10.562 11.674 5.554 85.295
-28,9% -15,6% -9,4% -14,7% -24,1% -15,0% -16,0% -24,7%
202.527
254.212
-20,3%
57.567 4.303
53.380 4.284
7,8% 0,4%
4.580
5.725
-20,0%
268.978
317.601
-15,3%
Fonte: Cembureau ed elaborazioni AITEC / Source: Cembureau and AITEC workups
RIPARTIZIONE GEOGRAFICA DELLA PRODUZIONE EUROPEA DAL 2002 FINO AL 2009 GEOGRAPHIC DISTRIBUTION OF EUROPEAN PRODUCTION FROM 2002 THROUGH 2009 000 t / 000 tonnes 2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Paesi UE 27 EU Countries 27 di cui Italia of which Italy Altri Paesi Cembureau Other Cembureau countries
226.598
233.621
243.005
249.869
266.122
271.670
254.212
202.527
41.417
43.462
46.053
46.411
47.875
47.542
43.030
36.317
46.204
47.259
50.258
55.134
58.708
60.831
63.389
66.450
Totale Paesi / Total Countries
272.802
280.880
293.263
305.003
324.830
332.501
317.601
268.977
Fonte: Cembureau / Source: Cembureau
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PRODUZIONE E MERCATO
CONSUMI DI CEMENTO PRO-CAPITE IN EUROPA PER CAPITA CEMENT CONSUMPTIONS IN EUROPE kg 2009
2008
Variazioni % / Change % 2009 / 2008
Lussemburgo / Luxembourg Spagna / Spain Irlanda / Ireland Grecia / Greece Italia / Italy Portogallo / Portugal Austria / Austria Svizzera / Switzerland Turchia / Turkey Belgio / Belgium Norvegia / Norway Francia / France Finlandia / Finland Danimarca / Denmark Paesi Bassi / The Netherlands Germania / Germany Svezia / Sweden Regno Unito / Uk
Totale Paesi / Total countries (*)
1.005 625 413 c 601 580 600 601 551 530 332 325 252 c 321 310 208 154
1.228 936 803 913 719 689 709 601 567 583 418 386 359 339 384 337 271 202
-18,2 -33,2 -48,6 n.d. / n.a. -16,4 -15,8 -15,4 0,0 -2,9 -9,1 -20,5 -16,0 -29,7 n.d. / n.a. -16,4 -7,8 -23,1 -24,1
391
487
-19,7
Fonte: Cembureau / Source: Cembureau c = dato riservato / confidential data (*) Il dato non include i consumi di Grecia e Danimarca in quanto riservati / Data do not include Greece and Denmark consumptions which are confidential
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RELAZIONE ANNUALE
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La produzione e i consumi di cemento in Italia La crisi economica mondiale ha fatto sentire i propri effetti sul volume di produzione di cemento in Italia. Dopo il calo del 2008 (-9,8%), infatti, anche il 2009 ha mostrato una significativa contrazione, facendo registrare un arretramento del 15,6%, con un volume di produzione pari a 36,3 milioni di tonnellate. Il generale contesto di calo della produzione in ambito europeo ha generato un rimescolamento delle posizioni tra i principali produttori che, complice la forte crisi spagnola, pone l’Italia nella posizione di primo produttore di cemento in area UE, dopo aver storicamente occupato la seconda posizione nella graduatoria. La forte recessione economica in cui è caduto il Paese, a partire dal 2008, si è manifestata con rilevante vigore sul livello produttivo durante tutto il corso del 2009. L’andamento della produzione, infatti, già a partire dall’ultimo trimestre del 2008 ha evidenziato una chiara discontinuità. Ciò ha dato luogo a dei significativi decrementi su base mensile che hanno continuato a manifestarsi nel corso dei primi tre trimestri del 2009 per rallentare soltanto negli ultimi mesi dell’anno, pur mantenendo un segno negativo. Nei mesi iniziali del 2009, in particolare, sono stati raggiunti dei decrementi prossimi al 30%, acuiti anche dallo sfavorevole andamento della situazione meteorologica. Analizzando la ripartizione della produzione per area geografica si conferma il trend del 2008 che vedeva un calo della produzione generalizzato su tutto il territorio nazionale, con decrementi oscillanti tra il -12,6% del Centro e il -21,7% delle Isole. L’unica regione a marcare una variazione positiva della produzione (+7,7%) è la Liguria, ma su volumi poco significativi. Spiccano, viceversa, i decrementi della Puglia (-26,4%), dell’Emilia Romagna (-25,9%), del Piemonte (-22,5%) e della Sicilia (-23,5%). Analogamente alla produzione anche i consumi di cemento hanno rilevato una forte contrazione, evidenziando un decremento pari al 13,7% rispetto al 2008. E’ importante evidenziare come la domanda di cemento abbia registrato una fase di discontinuità a novembre del 2008 che ha dato luogo a una depressione dei consumi che si è protratta durante tutto il corso del 2009, abbattendo i consumi di cemento fino a raggiungere un livello pari a 36,1 milioni di tonnellate. A fronte del basso livello dei consumi interni di cemento rilevati nel 2009, anche la produzione di clinker si è contratta raggiungendo il livello di 25,3 milioni di tonnellate (-18,8% rispetto al 2008). Prosegue poi, anche nel 2009, il trend di decremento nel rapporto tra consumi di clinker e produzione di cemento, il cui valore si attesta al 75%. Tale andamento è la conferma ulteriore dell’impegno profuso dalle aziende produttrici di cemento nel produrre tipologie di cemento che, a parità di resa, richiedano un minore impiego di clinker, consentendo di compiere significativi progressi verso il rispetto dei gravosi impegni di riduzione di emissioni di CO2 che sono stati assegnati al settore.
14
PRODUZIONE E MERCATO
PRODUZIONE DI CEMENTO DAL 2000 AL 2009 CEMENT PRODUCTION FROM 2000 THROUGH 2009 Milioni di tonnellate / Millions of tonnes
PRODUZIONE MENSILE DI CEMENTO DAL 2008 AL 2009 MONTHLY CEMENT PRODUCTION FROM 2008 THROUGH 2009 Milioni di tonnellate / Millions of tonnes
anno 2009 / year 2009
RELAZIONE ANNUALE 2009
anno 2008 / year 2008
15
Nel corso del 2009 la produzione di leganti idraulici per le costruzioni (LIC) è stata circa 700 mila tonnellate, in ulteriore flessione rispetto all’anno precedente. Le aspettative per il 2010, seppur migliorative rispetto al 2009, continueranno a evidenziare un calo dei consumi interni. Il contesto macro-economico generale prevede, infatti, un’ulteriore contrazione degli investimenti in costruzioni che andrà a produrre i suoi effetti sul livello della domanda di cemento. Dopo la discontinuità evidenziata alla fine del 2008 ci si attende che, dal 2011 in poi, i consumi possano gradualmente tornare a crescere negli anni. Sulla dinamica che tale ripresa potrà assumere, giocheranno un ruolo determinante gli eventuali stimoli pubblici.
PRODUZIONE DI CEMENTO 2009 E 2008 PER REGIONI E PER GRANDI AREE TERRITORIALI CEMENT PRODUCTION IN 2009 AND 2008 BY REGION AND BY LARGE TERRITORIAL AREAS t / tonnes
2009
2008
Piemonte Liguria Lombardia Veneto Friuli-Venezia Giulia Trentino-Alto Adige Emilia-Romagna
2.621.670 210.038 5.694.471 3.868.682 1.140.543 363.075 2.880.409
3.382.892 195.062 6.209.096 4.625.194 1.361.004 432.025 3.889.731
-22,5 7,7 -8,3 -16,4 -16,2 -16,0 -25,9
Settentrione / North
16.778.888
20.095.004
-16,5
Toscana Marche Umbria Lazio
1.929.103 385.564 2.382.157 2.409.755
2.268.684 431.339 2.711.204 2.719.125
-15,0 -10,6 -12,1 -11,4
Centro / Centre
7.106.579
8.130.352
-12,6
Abruzzo Molise Campania Puglia Calabria Basilicata
990.811 869.976 1.827.272 2.391.109 1.335.696 1.306.249
1.136.686 1.018.381 2.104.711 3.250.048 1.449.021 1.105.753
-12,8 -14,6 -13,2 -26,4 -7,8 18,1
Meridione / South
8.721.113
10.064.600
-13,3
Sardegna Sicilia
1.013.294 2.697.416
1.214.954 3.525.011
-16,6 -23,5
Isole / Islands
3.710.710
4.739.965
-21,7
Totale / Total
36.317.290
43.029.921
-15,6
Fonte: Elaborazioni AITEC su dati Ministero Sviluppo Economico e ISTAT AITEC Processing of Ministry for Economical Development and ISTAT data
16
Variazioni % / change % 2009 / 2008
PRODUZIONE E MERCATO
GIACENZE, CONSUMI E CONSEGNE INTERNE DOMESTIC STOCKS, CONSUMPTIONS AND DELIVERIES t / tonnes Variazioni % Change % 2009 / 2008
Giacenze / Stocks
cemento cement
2009
1.354.331
clinker clinker
cemento cement
2.687.809 1,8
2008
1.331.018
clinker clinker
Consumi interni Domestic consumptions
Consegne interne Domestic deliveries
cemento cement
cemento cement
36.085.816
34.343.775
Variazioni % Change % 2009 / 2008
-13,7
-22,3 41.813.708
3.458.970
Variazioni % Change % 2009 / 2008
-15,3 40.554.974
PRODUZIONE MENSILE / MONTHLY PRODUCTION
t / tonnes
Totale / Total
2008
2.073.707 2.674.924 3.398.697 3.050.321 3.597.787 3.432.347 3.775.256 2.194.072 3.233.181 3.571.780 3.168.909 2.146.309
2.954.302 3.802.125 3.894.302 3.930.523 4.126.485 3.967.000 4.284.028 2.478.919 3.733.359 4.217.176 3.450.650 2.191.051
-29,8 -29,6 -12,7 -22,4 -12,8 -13,5 -11,9 -11,5 -13,4 -15,3 -8,2 -2,0
36.317.290
43.029.921
-15,6
RELAZIONE ANNUALE 2009
Gennaio / January Febbraio / February Marzo / March Aprile / April Maggio / May Giugno / June Luglio / July Agosto / August Settembre / September Ottobre / October Novembre / November Dicembre / December
Variazioni % / Change % 2009 / 2008
2009
17
PRODUZIONE DI CEMENTO PER ABITANTE (*) CEMENT PRODUCTION PER INHABITANT (*) kg
2009
2008
Variazioni % / Change % 2009 / 2008
Settentrione / North Centro / Centre Meridione / South Isole / Islands
613 602 616 553
737 693 712 707
-16,9 -13,0 -13,4 -21,8
Media / Average
605
719
-15,9
(*) Rapporto produzione-popolazione / Production-resident popolation ratio
L’export-import nazionale di cemento L’analisi dei saldi relativi all’interscambio con l’estero conferma lo status di importatore netto per l’Italia evidenziando, rispetto al 2008, un peggioramento del deficit tra importazioni ed esportazioni (-0,5 milioni di tonnellate) equivalente a un peggioramento del 64,1% del saldo negativo dei volumi scambiati. L’interscambio di cemento con l’estero evidenzia un netto peggioramento dei saldi (-83,7%) per effetto del decremento nel volume delle esportazioni, cui fa riscontro un incremento nel volume delle importazioni. Per quanto riguarda il clinker permane il forte squilibrio nei flussi con l’estero, con esportazioni quasi nulle (5 migliaia di tonnellate) e importazioni sostenute (1,5 milioni di tonnellate) sebbene in calo. Proprio il calo delle importazioni (-0,6 milioni di tonnellate) è alla base del miglioramento del saldo dei volumi scambiati (+27,6%). Il principale esportatore di clinker verso l’Italia nel 2009 è rappresentato dalla Turchia che, con un volume superiore a 1,1 milioni di tonnellate, supera decisamente gli altri paesi raggiungendo una quota di mercato pari al 74,7%. La Cina, che nel 2008 rappresentava il secondo paese esportatore con 604 migliaia di tonnellate e una quota pari al 28,8%, riduce i propri volumi ad appena poco più di 60 mila tonnellate, mentre l’Austria mantiene la stessa posizione pur riducendo i volumi.
18
PRODUZIONE E MERCATO
Nel corso del 2009 le esportazioni di cemento si sono contratte a 1,95 milioni di tonnellate, marcando un decremento rispetto all’anno precedente nella loro incidenza sul volume della produzione nazionale (5,4%). L’analisi territoriale pone in evidenza i forti decrementi delle Isole (-39,7%) e del Sud (-16,2%), una diminuzione del Nord (-6,8%), con il Centro che rimane sostanzialmente stabile (-0,3%), seppure con volumi poco significativi rispetto alle altre ripartizioni territoriali. Il principale mercato estero per il cemento italiano è rappresentato ancora dai Paesi del bacino del Mediterraneo, con la Spagna che sull’onda lunga della crisi del settore delle costruzioni perde, in favore di Malta, la prima posizione tra le destinazioni di esportazione del cemento italiano. La piccola isola mediterranea assorbe, infatti, il 21,6% delle esportazioni italiane, mentre la Spagna è destinataria del 15,9% dei flussi di esportazione. Gli altri principali mercati per il cemento italiano risultano essere Francia, Albania, Slovenia e Svizzera che, insieme a Malta e Spagna, assorbono l’87% dei flussi di export italiani. Nel 2009 le importazioni complessive di cemento e di clinker registrano un ulteriore calo rispetto a quello già rilevato nel 2008, con i volumi che si attestano a 3,2 milioni di tonnellate, in diminuzione del 3,5% rispetto al 2008. La presenza di importanti infrastrutture portuali, in grado di accogliere navi mercantili di notevole portata, si conferma essere determinante per attrarre i flussi di importazione del cemento. Anche nel 2009 infatti, così come in passato, essi si concentrano nelle regioni Sicilia, Puglia, Veneto e Liguria, le quali accolgono il 62% dei flussi di import. Anche nel 2009 i principali paesi di importazione di cemento per l’Italia risultano essere quelli dell’area mediterranea ma con una sostanziale concentrazione, rispetto al 2008, su un nucleo più ristretto di paesi. In particolare la Turchia e la Francia coprono oltre il 74% delle importazioni italiane, mentre se si estende l’analisi a Grecia e Croazia il volume di importazioni italiane da esse coperto supera l’85%. Tra tali paesi la sola Turchia copre quasi il 66% del totale dei flussi di import italiani, un dato di eccezionale rilevanza se rapportato al peso (19,4%) che aveva nel 2008, e che si abbina al forte incremento già segnalato nei volumi di esportazione di clinker. Si sono praticamente annullati, invece, i flussi di importazione dalla Tunisia che nel 2008 copriva il 6,5% delle importazioni di clinker in Italia. Per quanto riguarda le importazioni di clinker, come già detto i tre quarti dei flussi di import provengono dalla Turchia, mentre la Cina ha ridotto del 90% i propri volumi di export verso l’Italia. Gli altri paesi riducono in maniera sensibile i propri flussi di esportazione, tra essi in particolare la Croazia decrementa i propri volumi di oltre l’80%, la Thailandia del 68% e la Francia del 64%, tutti a vantaggio della Turchia. Da tale analisi si rileva quindi come nel 2009 vi sia stata un’elevata offerta di clinker nell’area del bacino mediterraneo. Anche nel 2009, pur confermandosi il principale esportatore a livello mondiale con 15,6 milioni di tonnellate, la Cina riduce vertiginosamente il volume delle proprie esportazioni (-40,0%). La Thailandia vede decrementare le proprie esportazioni soltanto del 7,6%, mentre sono cresciute le esportazioni della Turchia (+40,6%) a 17,6 milioni di tonnellate e di Taiwan (+6,7%) a 8,2 milioni di tonnellate.
2009
RELAZIONE ANNUALE
19
ESPORTAZIONI E IMPORTAZIONI DI CEMENTO E CLINKER CEMENT AND CLINKER EXPORTS AND IMPORTS RELATIVE TO ITALY 000 t / 000 tonnes Esportazioni / Exports
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
cemento cement
clinker clinker
2.480 2.466 2.477 2.274 2.178 1.999 2.426 2.637 2.640 2.536 1.950
92 95 100 83 55 7 7 61 143 38 5
Totale Total
2.572 2.561 2.577 2.357 2.233 2.006 2.433 2.698 2.783 2.574 1.955
Importazioni / Imports % di produzione esportata % of production exported
cemento cement
clinker clinker
Totale % della produzione Total % of production
6,9 6,6 6,5 5,7 5,1 4,6 5,2 5,6 5,9 6,0 5,4
1.457 1.793 2.219 2.101 2.202 2.276 2.167 1.749 1.449 1.259 1.742
220 547 1.001 1.777 2.323 2.720 2.829 2.872 2.827 2.096 1.495
1.677 2.340 3.220 3.878 4.525 4.996 4.996 4.621 4.276 3.355 3.237
4,5 6,0 8,1 9,4 10,4 10,8 10,8 9,7 9,0 7,8 8,9
ANDAMENTO DEL SALDO COMMERCIALE CON L’ESTERO DI CEMENTO E CLINKER DAL 2000 AL 2009 EXTERNAL TRADE PERFORMANCE FOR CEMENT AND CLINKER FROM 2000 THROUGH 2009 Migliaia di tonnellate / Thousands of tonnes
20
PRODUZIONE E MERCATO
ANDAMENTO DELLE IMPORTAZIONI NAZIONALI DI CEMENTO E CLINKER DAL 2000 AL 2009 NATIONAL CEMENT AND CLINKER IMPORTS FROM 2000 THROUGH 2009 Milioni di tonnellate / Millions of tonnes
ANDAMENTO DELLE ESPORTAZIONI NAZIONALI DI CEMENTO E CLINKER DAL 2000 AL 2009 NATIONAL CEMENT AND CLINKER EXPORTS FROM 2000 THROUGH 2009 Milioni di tonnellate / Millions of tonnes
2009
RELAZIONE ANNUALE
21
IMPORTAZIONI DI CEMENTO PER REGIONI NEL 2009 CEMENT IMPORT IN 2009 BY REGION t / tonnes Importazioni / Imports
% della produzione % of production
Piemonte Liguria Lombardia Veneto Friuli-Venezia Giulia Trentino-Alto Adige Emilia-Romagna
121.855 283.834 75.885 387.048 149.611 45.854 30.246
2.621.670 210.038 5.694.471 3.868.682 1.140.543 363.075 2.880.409
4,6 135,1 1,3 10,0 13,1 12,6 1,1
Settentrione / North
1.094.332
16.778.888
6,5
33.072 9.901 4.107 97.249
1.929.103 385.564 2.382.157 2.409.755
1,7 2,6 0,2 4,0
Centro / Centre
144.331
7.106.579
2,0
Abruzzo Molise Campania Puglia Calabria Basilicata
53.276 0 22.870 156.004 5.774 0
990.811 869.976 1.827.272 2.391.109 1.335.696 1.306.249
5,4 0,0 1,3 6,5 0,4 0,0
Meridione / South
237.925
8.721.113
2,7
Sardegna Sicilia
11.719 253.735
1.013.294 2.697.416
1,2 9,4
Isole / Islands
265.454
3.710.710
7,2
Totale / Total
1.742.041
36.317.290
4,8
Toscana Marche Umbria Lazio
22
Produzione / Production
PRODUZIONE E MERCATO
ESPORTAZIONI DI CEMENTO E CLINKER DI ALCUNI PAESI DELL’EUROPA OCCIDENTALE CEMENT AND CLINKER EXPORTS FROM WESTERN EUROPEAN COUNTRIES
000 t / 000 tonnes
2009
Turchia / Turkey Germania / Germany Grecia / Greece Belgio, NL, L / Belgium, NL, L Italia / Italy Spagna / Spain Francia / France Regno Unito / UK Austria / Austria
17.622 7.015 4.201 3.296 1.955 2.844 1.075 257 470
% della produzione % of production
30,6 23,0 n.d. / n.a. (*) 33,2 5,4 9,3 5,9 3,3 10,1
2008
12.533 8.919 4.557 4.294 2.574 2.335 1.177 339 677
% della produzione % of production
Variazioni % Change % 2009 / 2008
23,5 26,6 30,9 36,8 6,0 5,4 5,5 3,2 12,2
40,6 -21,3 n.d. / n.a. (*) -23,3 -24,0 21,8 -8,7 -24,1 -30,6
Fonte: Cembureau ed Eurostat / Source: Cembureau and Eurostat (*) dato sulla produzione riservato / confidential production data
MAGGIORI ESPORTATORI MONDIALI DI CEMENTO E CLINKER MAJOR WORLD CEMENT CLINKER EXPORTERS Milioni di t / Millions of tonnes
Cina / China Thailandia / Thailand Giappone / Japan Germania / Germany Turchia / Turkey Indonesia / Indonesia Taiwan / Taiwan India / India Corea / Korea Canada / Canada Grecia / Greece Malesia / Malaysia Italia / Italy Filippine / Philippines Francia / France Spagna / Spain
2009
2008
15,6 14,4 10,7 7,0 17,6 4,0 8,2 5,7 4,6 3,4 4,2 4,4 2,0 0,6 1,1 2,8
26,0 15,6 10,9 8,9 12,5 4,9 7,7 5,7 6,5 4,2 4,6 3,9 2,5 1,6 1,2 2,3
Fonte: Cembureau ed Eurostat / Source: Cembureau and Eurostat
2009
RELAZIONE ANNUALE
23
Ripartizione della produzione per caratteristiche tecniche e composizione L’analisi della ripartizione qualitativa della produzione di cemento per tipologia vede confermati, anche nel 2009, gli equilibri tra le diverse tipologie di cemento che appaiono essersi ormai consolidati da anni. Il Portland di miscela (CEM II), in particolare, si conferma il cemento maggiormente prodotto in Italia, con una quota del 73% circa sul totale della produzione nazionale; all’interno di tale categoria il grosso della produzione (66%) è assorbito dal Portland composito al calcare. Il cemento pozzolanico (CEM IV) si conferma la seconda categoria di cemento maggiormente prodotta in Italia, con una quota sulla produzione nazionale che si incrementa, rispetto al 2008, al 13,3%. Il Portland (CEM I) si mantiene su valori pressoché analoghi rispetto al 2008, attestandosi al 7,9% della produzione italiana, così come stabili rispetto al 2008 risultano sia il cemento d’altoforno (CEM III), al 4,3%, sia il cemento composito (CEM V) all’1,4%. L’analisi della distribuzione della produzione di cemento per classi di resistenza evidenzia il sorpasso, nel corso del 2009, dei cementi ad alta e ad altissima resistenza (classi 42,5 e 52,5) sulle altre tipologie di cemento (classe 32,5), con un peso sulla produzione nazionale pari al 52,3%. Analizzando gli impieghi a livello territoriale al Settentrione prevale ancora (57%) l’impiego di cementi di classe 32,5, sebbene in calo rispetto al 2008, mentre nel resto del territorio nazionale appare ormai evidente la preferenza per i cementi a elevate prestazioni in ragione delle ottime prestazioni che riescono a offrire in termini meccanici e di rapidità di esecuzione delle opere in cantiere.
24
PRODUZIONE E MERCATO
ANDAMENTO DELLA RIPARTIZIONE PER TIPI DAL 1999 AL 2009 DISTRIBUTION BY TYPE FROM 1999 THROUGH 2009 %
1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
CEM I
CEM II
CEM III
CEM IV
10,08 9,61 8,93 8,98 8,51 8,54 7,03 6,53 6,91 7,81 7,89
72,83 74,41 76,01 76,83 76,98 76,95 76,75 75,50 76,11 74,99 73,10
3,06 2,67 2,87 3,11 3,26 3,49 3,42 5,32 4,28 4,62 4,31
13,52 12,42 11,44 10,45 10,58 10,17 12,18 11,83 11,72 11,50 13,33
CEM V 0,51 0,89 0,75 0,63 0,67 0,85 0,62 0,82 0,98 1,08 1,37
2009 RIPARTIZIONE PER TIPI DI CEMENTO 2009 DISTRIBUTION BY CEMENT TYPE t / tonnes
%
I II/A-S II/B-S II/A-P II/B-P II/A-L; II/A-LL II/B-L; II/B-LL II/A-M II/B-M III/A III/B IV/A IV/B V/A
2.866.606 378.693 517.490 80.568 244.713 16.908.326 7.020.885 80.420 1.313.480 1.559.312 4.938 2.064.399 2.778.955 498.505
7,89 1,04 1,42 0,22 0,67 46,56 19,33 0,22 3,62 4,29 0,01 5,68 7,65 1,37
Totale / Total
36.317.290
100,00
RELAZIONE ANNUALE 2009
tipo / type
25
2009 RIPARTIZIONE PER GRANDI CLASSI NELLE AREE GEOGRAFICHE 2009 DISTRIBUTION BY BROAD CLASSES 42,5 e 52,5 42.5 and 52.5
32,5 32.5 t / tonnes
%
t / tonnes
%
Settentrione / North
9.469.993
56,4
7.308.895
43,6
Centro / Centre
2.894.090
40,7
4.212.489
59,3
Meridione / South
3.681.950
42,2
5.039.163
57,8
Isole / Islands
1.764.308
47,5
1.946.402
52,5
Totale / Total
17.810.341
49,0
18.506.949
51,0
DISTRIBUZIONE DELLA PRODUZIONE DI CEMENTO PER CLASSI DI RESISTENZA DISTRIBUTION OF CEMENT PRODUCTION BY STRENGTH CLASSES %
26
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
32,5 / 32.5
59,1
58,2
55,3
53,9
52,8
52,4
52,0
51,0
51,3
47,7
42,5 e 52,5 / 42.5 and 52.5
40,9
41,8
44,7
46,1
47,2
47,6
48,0
49,0
48,7
52,3
PRODUZIONE E MERCATO
Le destinazioni del cemento L’analisi dei canali di destinazione del cemento prodotto in Italia nel 2009 (destinazioni intermedie) non evidenzia significative differenze rispetto all’anno precedente se non nei volumi movimentati. Ancora una volta il comparto di maggiore rilevanza tra le varie destinazioni di prodotto risulta essere quello del calcestruzzo preconfezionato il quale assorbe, attraverso le centrali di betonaggio, il 48,5% della produzione nazionale (pari a 17,6 milioni di tonnellate). Il canale della rivendita, dopo il calo rilevato nel 2008, evidenzia una ripresa con volumi che pesano per il 23,7% della produzione nazionale, pari a 8,6 milioni di tonnellate. La dinamica che emerge dal flusso di destinazioni intermedie evidenzia un arretramento del canale della prefabbricazione e di quello delle imprese di costruzione a vantaggio del canale della rivendita. A tale dinamica non è certamente estranea la crisi che ha investito il Paese che sta gradualmente riducendo il volume degli ordini nel portafoglio delle imprese. I canali di distribuzione del cemento rappresentano comunque, nella maggioranza dei casi, una destinazione intermedia tra l’azienda cementiera e il mondo delle costruzioni. Per coprire questo gap informativo l’AITEC svolge, già da diversi anni, un’analisi statistica sulle destinazioni finali del cemento, distinte per comparto, che possono essere così espresse: • Edilizia residenziale 36,1%; • Opere pubbliche 33,5%; • Edilizia strumentale 30,4%. Per maggiori dettagli sulle destinazioni finali del cemento si veda “Cemento e costruzioni”, AITEC Indagine 2005.
2009
RELAZIONE ANNUALE
27
2009 DESTINAZIONI INTERMEDIE DEL CEMENTO 2009 CEMENT INTERMEDIATE DESTINATIONS
Centrali di betonaggio / Ready-mixed Rivenditori / Retail sales Prefabbricatori / Pre-cast Imprese di costruzione / Construction firms Esportazione / Export Premiscelatori / Premixing Altre destinazioni / Other destinations
t / tonnes
%
17.611.472 8.620.798 4.163.534 2.213.745 1.950.202 1.499.490 258.050
48,5 23,7 11,5 6,1 5,4 4,1 0,7
ANDAMENTO DELLE DESTINAZIONI INTERMEDIE DEL CEMENTO DAL 2000 AL 2009 BEHAVIOUR OF INTERMEDIATE CEMENT DESTINATIONS FROM 2000 THROUGH 2009 2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
Centrali di betonaggio Ready-mixed
46,0
44,5
47,0
48,7
48,8
48,6
48,3
48,5
48,5
48,5
Rivenditori Retail sales
24,5
23,0
21,4
20,3
22,8
23,2
23,0
21,6
21,4
23,7
Prefabbricatori Pre-cast
13,2
12,6
13,1
12,5
11,9
11,2
11,0
11,0
12,2
11,5
Imprese di costruzione Construction firms
7,3
9,5
8,7
8,8
7,1
7,0
7,3
8,1
6,9
6,1
Esportazione Export
6,3
6,2
5,5
5,0
4,5
5,2
5,6
5,6
5,9
5,4
n.d./ n.a.
3,2
3,1
3,9
3,9
3,7
3,7
4,1
4,4
4,1
2,7
1,0
1,2
0,8
1,0
1,1
1,1
1,1
0,7
0,7
Premiscelatori Premixing Altre destinazioni Other destinations
28
%
PRODUZIONE E MERCATO
La struttura del settore La crisi economica, che ha comportato un arretramento dei volumi di produzione pari al 15,6% nel corso del 2009, non ha portato a stravolgimenti nell’assetto produttivo dell’industria cementiera italiana. Nel corso del 2009, infatti, sono stati soltanto due gli impianti cessati. La ripartizione per classi produttive evidenzia un adeguamento dei livelli di produzione, che nel 2009 si sono concentrati principalmente in impianti di media dimensione, mentre gli impianti di elevate dimensioni hanno assistito a un decremento della propria quota sul volume della produzione totale. In ogni caso sono state mantenute le caratteristiche principali della struttura produttiva quali: • la distribuzione capillare degli apparati produttivi su tutto il territorio nazionale; • un’elevata numerosità di imprese attive nel settore; • un livello tecnologico molto elevato degli impianti.
RIPARTIZIONE DELLA PRODUZIONE TRA LE MAGGIORI AZIENDE NEL 2009 PRODUCTION PERCENTAGE OF THE MAJOR COMPANIES IN 2009 % Italcementi Buzzi Unicem Colacem Cementir Sacci Cementi Rossi Holcim Cementizillo Cal.me Monselice Cementi Moccia Cementi della Lucania
(1 (1 (1 (1 (2 (1 (1 (1 (1 (1 (1 (1
e 25 unità / 1 company and 25 plants) e 13 unità / 1 company and 13 plants) e 8 unità / 1 company and 8 plants) e 4 unità / 1 company and 4 plants) e 6 unità / 2 companies and 6 plants) e 4 unità / 1 company and 4 plants) e 3 unità / 1 company and 3 plants) e 2 unità / 1 company and 2 plants) e 3 unità / 1 company and 3 plants) e 1 unità / 1 company and 1 plant) e 1 unità / 1 company and 1 plant) e 1 unità / 1 company and 1 plant)
Altre aziende / Other companies
(15 aziende e 17 unità / 15 companies and 17 plants)
11,8%
Totale / Total
(28 aziende e 88 unità / 28 companies and 88 plants)
100,0%
25,7% 16,4% 13,7% 7,1% 6,0% 5,4% 5,4% 2,5% 2,4% 1,9% 1,2% 0,5%
RELAZIONE ANNUALE 2009
azienda azienda azienda azienda aziende azienda azienda azienda azienda azienda azienda azienda
29
La numerosità delle aziende operanti nel settore cementiero in Italia si è attestata a 29 unità, recuperando così due aziende rispetto al 2008. Tale valore elevato testimonia, ancora una volta, la peculiarità dell’Italia rispetto ad altri contesti europei nei quali vi è una minor numerosità in conseguenza degli intervenuti processi di fusione e acquisizione tra aziende del settore. È da osservarsi, inoltre, come non sia soltanto la numerosità delle aziende del settore cementiero a caratterizzare il contesto italiano, ma anche l’eterogeneità delle stesse, sia a livello dimensionale sia a livello territoriale. Per quanto concerne la localizzazione degli impianti sul territorio nazionale essi risultano dislocati per il 45% circa nel Settentrione, per il 17% al Centro e per il 38% nelle regioni meridionali e insulari, assicurando in tal modo una costante presenza di impianti a breve distanza dai luoghi di consumo del prodotto.
RIPARTIZIONE DELLE CEMENTERIE PER CLASSI PRODUTTIVE NEL 2009 CEMENT PLANTS DISTRIBUTION BY PRODUCTION OUTPUT IN 2009 n.
t / tonnes
Fino a 100.000 tonn. / Up to 100,000 tons da 100.001 a 300.000 tonn. / from 100,001 to 300,000 tons da 300.001 a 600.000 tonn. / from 300,001 to 600,000 tons da 600.001 a 1.000.000 tonn. / from 600,001 to 1,000,000 tons oltre 1.000.000 di tonn. / over 1,000,000 tons
12 27 26 20 3
689.851 5.240.310 11.255.676 15.583.509 3.547.944
1,9% 14,4% 31,0% 42,9% 9,8%
Totale / Total
88
36.317.290
100,0%
%
FORNI DI COTTURA SINTERING KILNS
Forni attivi / Active kilns RS Rotanti a via secca e semisecca / RS-Rotary, dry and semidry type RH Rotanti a via umida / RH-Rotary, wet type
30
2009
2008
80 80 0
80 80 0
PRODUZIONE E MERCATO
I forni attivi in Italia sono 80, come nel 2008, e sono tutti quanti basati sulla tecnologia secca o semisecca la quale permette il conseguimento di una maggiore efficienza energetica. Come già anticipato la quota produttiva realizzata in impianti di grande dimensione (con capacità produttiva superiore al milione di tonnellate/anno) si è contratta nel corso del 2009, scendendo al di sotto del 10% della produzione nazionale, per effetto del ridimensionamento di ben 6 impianti che sono passati al di sotto del milione di tonnellate di livello produttivo.
DISTRIBUZIONE TERRITORIALE DELLE UNITÀ PRODUTTIVE NEL 2009 TERRITORIAL DISTRIBUTION OF PLANTS IN 2009 Sola macinazione Grinding only
Totale Total
Piemonte Liguria Lombardia Veneto Friuli-Venezia Giulia Trentino-Alto Adige Emilia-Romagna
3 0 7 6 3 2 2
6 1 0 3 1 1 5
9 1 7 9 4 3 7
Settentrione / North
23
17
40
4 1 3 2
2 0 0 3
6 1 3 5
10
5
15
3 2 4 3 3 3
0 0 1 2 1 0
3 2 5 5 4 3
18
4
22
Sardegna Sicilia
2 5
2 2
4 7
Isole / Islands
7
4
11
Totale / Total
58
30
88
Toscana Marche Umbria Lazio Centro / Centre Abruzzo Molise Campania Puglia Calabria Basilicata Meridione / South
RELAZIONE ANNUALE 2009
Ciclo completo Full cycle
31
AZIENDE E UNITÀ PRODUTTIVE COMPANIES AND PLANTS 2009
2008
Aziende / Companies
29
27
Unità produttive / Plants di cui a ciclo completo of which, full-cycle di cui officine di macinazione of which, grinding plants
88
90
58
60
30
30
RIPARTIZIONE DELLA PRODUZIONE PER CLASSI AZIENDALI PRODUCTION BY CLASSES OF COMPANIES n.
%
Inferiori a 500.000 tonn. Less than 500,000 tonnes
16
5,6
Da 500.000 a 3.000.000 tonn. From 500,000 to 3,000,000 tonnes
10
38,6
3
55,8
29
100,0
Oltre 3.000.000 di tonn. Over 3,000,000 tonnes Totale / Total
32
PRODUZIONE E MERCATO
I consumi energetici Se il 2008 è stato l’anno delle quotazioni record del petrolio, il 2009 è stato invece un anno più regolare con il barile che ha mantenuto una quotazione media intorno ai 60 dollari. Tuttavia non è stata tale dinamica (finalmente) favorevole per le imprese a determinare il contenimento dei costi energetici, quanto purtroppo la contrazione dei volumi di energia impiegati nei processi produttivi in conseguenza del forte decremento della produzione. Ciò nondimeno non si può non sottolineare, una volta di più, il forte impegno che già da anni viene profuso dalle imprese del settore per raggiungere e migliorare i livelli di efficienza energetica dei propri impianti. Gli ingenti investimenti in tecnologia condotti in passato dalle imprese del settore consentono loro oggi di vantare livelli di consumi termici unitari competitivi a livello europeo, candidandosi al contempo nel recupero dell’energia contenuta nei rifiuti. Tale ultimo aspetto assume una valenza particolarmente significativa, offrendo un’alternativa ottimale nella gestione integrata dei rifiuti che sia in grado di assicurare alla collettività il risparmio di risorse naturali non rinnovabili e il recupero dei rifiuti in condizioni estremamente controllate. Anche nel 2009 il fabbisogno di energia termica nel processo di cottura delle materie prime è stato soddisfatto in misura preponderante mediante l’utilizzo di combustibili solidi quali il carbone (sia fossile che pet-coke) che soddisfa circa l’89% del fabbisogno energetico dell’intera industria, con consumi che si sono decrementati di circa il 21% per effetto della diminuzione dei livelli produttivi. I consumi di energia elettrica rilevati nel 2009 sono risultati in calo di oltre il 16% rispetto al 2008, attestandosi di poco al di sopra dei 4 GWh. L’efficienza degli impianti produttivi italiani indica un fabbisogno medio di 110 kW per tonnellata di cemento prodotto, in lieve decremento rispetto al 2008.
2009
RELAZIONE ANNUALE
33
CONSUMI ENERGETICI NEL 2009 ENERGY CONSUMPTIONS IN 2009 2009/2008 4.006.315.831
-16,2%
mc / m3 t / tonnes
30.896.487
-26,1%
2.654.249
-21,2%
Heavy fuel oil Combustibili non convenzionali
t / tonnes
93.040
-25,1%
Non-conventional fuels
t / tonnes
280.000
-0,1%
Energia elettrica / Electrical power
kWh
Metano / Natural Gas Carbone / Coal Olio combustibile denso
ANDAMENTO DEI CONSUMI DI COMBUSTIBILI BEHAVIOUR OF FUEL CONSUMPTION % Carbone Coal 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Sfuso / Bulk
34
Metano Natural gas
Altri Other
5,1 4,9 4,6 5,2 4,9 4,8 4,0 3,5 3,9 3,7
1,8 1,6 1,3 2,2 1,7 1,4 1,1 1,4 1,3 1,2
2,2 2,1 3,0 5,3 5,7 4,9 3,9 3,6 6,0 5,8
90,9 91,4 91,1 87,3 87,7 88,9 91,0 91,5 88,8 89,3
RIPARTIZIONE CONSEGNE NEL 2009 DELIVERY DISTRIBUTION IN 2009
Insaccato / Sacked
O.c.d. HFO
t / tonnes
%
8.377.965
23,1%
27.939.325
76,9%
ANDAMENTO RIPARTIZIONE CONSEGNE DELIVERY DISTRIBUTION % 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 Insaccato / Sacked
23,2
22,2
21,7
21,0
22,1
21,9
20,5
20,9
21,6
23,1
Sfuso / Bulk
76,8
77,8
78,3
79,0
77,9
78,1
79,5
79,1
78,4
76,9
PRODUZIONE E MERCATO
Il trasporto del cemento L’analisi delle modalità di consegna relative al trasporto di cemento mostra una certa stabilità, rispetto al 2008, nell’allocazione delle consegne tra cemento sfuso e insaccato. In particolare le consegne di cemento sfuso decrescono leggermente attestandosi alla quota del 76,9%, con l’insaccato che pesa per il restante 23,1%. Le consegne di cemento sfuso nel corso del 2009 sono ammontate a 27,9 milioni di tonnellate, mentre le consegne di cemento insaccato sono state pari a 8,4 milioni di tonnellate. La motivazione di una tale mix può essere individuata attraverso l’analisi delle destinazioni intermedie del cemento, che vedono nel 2009 un peso maggiore del canale della rivendita che acquista prevalentemente prodotto insaccato. Le movimentazioni di prodotto via mare, rilevate attraverso un’indagine commissionata dall’AITEC, ammontano nel 2009 a circa 201 mila tonnellate (al netto dei flussi di importazione), secondo una direttrice principalmente da Sud e Isole verso le aree Centro e Nord. Nel 2009 l’entrata in vigore della scheda di trasporto e la discesa del costo del gasolio sono stati messi in secondo piano rispetto al perdurare della crisi economica che ha manifestato l’importante eccesso di offerta nel settore dell’autotrasporto. Il settore ha beneficiato nell’anno di incentivi di sostegno che hanno riguardato: • le accise sul gasolio; • i pedaggi autostradali; • l’acquisto di nuove macchine euro 5; • i fondi per gli investimenti, le aggregazioni e la formazione. Per il settore cementiero l’autotrasporto rappresenta un elemento di fondamentale importanza il cui costo, talvolta, raggiunge una percentuale rilevante del prodotto consegnato. Il caro-gasolio e la riforma dell’autotrasporto rappresentano un incentivo, per le Aziende associate AITEC nella ricerca di veri e propri partner logistici che offrano un servizio di maggior qualità e sicurezza.
2009
RELAZIONE ANNUALE
35
NORMATIVA AMBIENTALE
Normativa Ambientale Emissions Trading Per quanto riguarda gli adempimenti del secondo periodo ETS (2008-2012), nel corso del 2009 le aziende hanno potuto fare riferimento ad un quadro normativo finalmente compiuto; a febbraio è stato infatti adottato il Piano Nazionale di Assegnazione (PNA2) e a giugno è stata pubblicata la deliberazione recante “Disposizioni di attuazione della Decisione […] istitutiva delle linee guida per il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra”. Anche il secondo periodo è dunque formalmente entrato a regime e le aziende del settore hanno potuto misurarsi con le nuove regole, di cui hanno purtroppo dovuto constatare, per alcuni aspetti, l’inadeguatezza in un periodo di difficile congiuntura economica. Particolarmente problematiche si sono rivelate, per esempio, le regole per i Nuovi Entranti (a causa dell’esiguità della riserva), le razionalizzazioni delle produzioni e le chiusure degli impianti, sancite all’interno del PNA2. Lo strumento della razionalizzazione potrebbe essere un’importante opportunità in periodi di crisi: essa ha luogo quando un impianto autorizzato ad emettere gas serra viene chiuso e le attività sono trasferite ad un altro impianto autorizzato, di proprietà dello stesso gestore, in genere indicato come “impianto ricevente”; in questo caso, se sono verificate determinate condizioni, il gestore dell’impianto ricevente ottiene il rilascio delle quote assegnate all’impianto in chiusura. Tuttavia, le incertezze, dovute alla formulazione della norma che regola questo strumento, che accompagnano l’iter di approvazione e accettazione delle istanze di razionalizzazione presentate dalle aziende, ne condizionano pesantemente l‘efficacia. Agli operatori viene quindi chiesto di chiudere un impianto senza avere certezza dell’esito positivo dell’istanza, con il rischio di perdere le quote dell’impianto in chiusura e dover acquistare sul mercato le quote relative alla produzione trasferita negli impianti riceventi. L’eventualità di perdere le quote, in un periodo di crisi prolungata, è, nei fatti, un implicito incentivo a mantenere in vita un assetto produttivo poco efficiente, piuttosto che, come sarebbe più sostenibile, sotto tutti i profili, concentrare la produzione sugli impianti più performanti. Ma nel 2009, per quanto riguarda l’ETS, il settore non si è dovuto confrontare solo con l’applicazione delle misure contingenti per l’ottemperanza alle normative vigenti: nell’anno appena trascorso, infatti, è stato molto serrato il dibattito internazionale su come proseguire la lotta contro i cambiamenti climatici per il periodo che viene spesso definito come “post Kyoto”. L’Europa, che già con la Direttiva 2003/87/CE, istitutiva del sistema EU ETS, aveva anticipato le misure internazionali previste dal Protocollo di Kyoto, ha adottato, ad aprile 2009, la Direttiva 2009/29/CE, “che modifica la direttiva 2003/87/CE al fine di perfezionare ed estendere il sistema comunitario per lo scambio di quote di emissione di gas a effetto serra”.
2009
RELAZIONE ANNUALE
37
La nuova direttiva non prevede più la definizione di PNA nazionali, bensì l’allocazione diretta alle installazioni a livello comunitario. Le quote sono cedute a titolo oneroso (a mezzo d’asta) con eccezione dei settori riconosciuti come esposti ad elevato rischio di delocalizzazione a causa delle distorsioni competitive tra diversi Paesi ETS e non ETS - carbon leakage - ai quali le quote, allocate sulla base di benchmark settoriali, sono cedute gratuitamente. I criteri per la valutazione dell’esposizione dei vari comparti industriali al rischio di carbon leakage hanno evidenziato per il settore del cemento un’elevata esposizione, così come era stato già denunciato dall’industria europea del cemento, sulla base dei risultati di un studio appositamente condotto da Boston Consulting, nel quale sono stati ricostruiti e confrontati i costi di investimento, di produzione e di trasporto nei principali Paesi Europei e nei Paesi potenziali esportatori di clinker e cemento verso l’Europa. Tuttavia non va dimenticato che, secondo le previsioni dell’industria, le quote allocate gratuitamente al settore non potranno essere sufficienti e sarà comunque necessario reperire altre quote sul mercato e che il settore dovrà sopportare l’incremento degli oneri energetici, dovuti al trasferimento dei costi connessi alle emissioni di gas a effetto serra sui prezzi dell’energia elettrica. Inoltre la metodologia prevista dalla direttiva per la definizione dei benchmark settoriali - che saranno messi a punto dalla Commissione entro la fine del 2010 - è particolarmente insidiosa per l’industria italiana del cemento e rischia di creare distorsioni competitive all’interno dello stesso settore europeo, in quanto favorisce stabilimenti situati nei Paesi europei dove tradizionalmente vengono utilizzate grandi quantità di biomassa a discapito di quelli, quali quelli italiani, che hanno un mix energetico fortemente sbilanciato sui combustibili fossili a causa delle note difficoltà, di carattere amministrativo e sociale, ad utilizzare combustibili alternativi. AITEC ha più volte sottolineato, sensibilizzando le Istituzioni nazionali sulla specificità del settore italiano, le conseguenze che si avrebbero nel caso in cui tale peculiarità non venisse riconosciuta nella definizione del benchmark. Al di là degli aspetti legati ai criteri per l’allocazione delle quote, che pure sono evidentemente di fondamentale importanza, a destare preoccupazione sono soprattutto gli ambiziosi obiettivi di riduzione stabiliti dalla Unione Europea che, con la nuova direttiva ETS, sancisce il proprio impegno di ridurre le emissioni del 20% entro il 2020 e del 95% entro il 2050, rispetto ai valori del 1990, manifestando anche l’intenzione di incrementare il proprio obiettivo fino al 30% a condizione che gli altri Paesi sottoscrivano impegni di riduzione vincolanti. Il principale motivo di allarme per l’industria europea, in generale, e per i settori, come quello del cemento, più esposti alla concorrenza internazionale, in particolare, risiede nell’assunzione unilaterale da parte della UE di tali impegni vincolanti. Sul fronte internazionale, infatti, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, organizzata a Copenaghen a dicembre 2009, con l’obiettivo di definire un accordo sul clima che avrebbe dovuto sostituire l’attuale Protocollo di Kyoto, non ha portato ai risultati attesi. Fin dall’inizio dei lavori, infatti, sono state registrate forti difficoltà nel dialogo tra i diversi Paesi a causa di un divario crescente tra le differenti posizioni, in particolare tra quelle dei Paesi industrializzati e quelle dei Paesi in via di sviluppo. L’Unione Europea, malgrado al suo stesso interno si fosse creata una frattura tra i Paesi comunque disposti ad incrementare l’obiettivo comunitario e quelli (tra cui l’Italia) che invece hanno difeso il principio della comparabilità degli obiettivi da parte degli altri Paesi industrializzati, ha fermamente sostenuto la necessità di raggiungere un accordo globale ambizioso e legalmente vincolante per tutti, confermando gli obiettivi comunitari già stabiliti.
38
NORMATIVA AMBIENTALE
Dopo una serrata trattativa, non priva di polemiche, è stato finalmente raggiunto un accordo politico, chiamato “Copenhagen Accord”, che è stato stipulato a seguito di un negoziato ristretto dal quale è stata esclusa la UE e che non ha potuto essere formalmente adottato, a causa dell’opposizione di alcuni Paesi in via di sviluppo (la Convenzione delle Nazioni Unite sul Clima prevede l’unanimità). L’accordo raggiunto, del quale alla UE non è rimasto che prendere atto, riconosce, da parte di tutti i Paesi, la necessità di agire congiuntamente per contrastare efficacemente gli effetti del cambiamento climatico e prevede che i Paesi industrializzati e i principali Paesi emergenti comunichino i propri obiettivi di riduzione entro febbraio 2010. I Paesi industrializzati, inoltre, forniranno risorse ai Paesi in via di sviluppo. L’accordo non ha alcun valore giuridico e gli impegni indicati dai diversi Paesi mostrano obiettivi molto diversi sia in termini quantitativi, sia in termini di anni di riferimento. Se da un lato, dunque, l’esito deludente del vertice di Copenaghen ha sicuramente impedito di porre le condizioni per l’incremento dell’obiettivo di riduzione delle emissioni europee al 30%, non può comunque sorprendere la preoccupazione con cui l’industria del cemento vede lo scenario internazionale che si sta delineando. Il settore, infatti, non può che ribadire la propria convinzione – condivisa con Confindustria - secondo la quale un accordo internazionale per ridurre le emissioni dovrebbe prioritariamente evitare distorsioni della concorrenza internazionale e permettere alle imprese europee di poter continuare ad essere competitive a livello globale per sostenere la crescita economica, creare occupazione e proseguire attivamente a svolgere il proprio ruolo nella lotta ai cambiamenti climatici. Una possibile alternativa in grado di eliminare le distorsioni sul mercato derivanti dal diverso costo di conformità ai limiti di emissione, già oggetto di un approfondito studio condotto da Boston Consulting, potrebbe essere l’inclusione degli importatori nell’ETS, attraverso un sistema rispettoso delle regole del commercio internazionale ma tale da imporre gli stessi oneri ai produttori europei e a quelli extra-europei, in modo da ridurre lo svantaggio competitivo che deriva ai primi dagli impegni unilaterali di riduzione delle emissioni previsti dalla UE. Molto resta dunque da fare per arrivare ad un quadro che garantisca l’auspicato level playingfield per le nostre aziende che già oggi devono rispettare un obiettivo vincolante e impegnativo di riduzione delle emissioni con gli oneri che ne conseguono.
REACH (Registration, Evaluation, Authorisation of Chemicals) Archiviata la fase di pre-registrazione delle sostanze chimiche, il ricorso alla quale ha consentito alle aziende di usufruire di un periodo transitorio più ampio per effettuare la registrazione definitiva delle sostanze, nel corso dell’anno si è passati alla fase operativa rappresentata dalla preparazione per la registrazione, anche attraverso consorzi appositamente istituiti spesso sulla base dei lavori svolti all’interno dei SIEF (Forum per lo Scambio delle Informazioni sulle Sostanze). Come noto, il processo di registrazione richiede al fabbricante e all’importatore di fornire informazioni circa tutte le sostanze chimiche prodotte o importate nell’Unione Europea; ai fini della registrazione deve essere trasmesso un fascicolo contenente le informazioni sulle sostanze e sui rischi che le sostanze comportano nonché le misure appropriate di gestione dei rischi.
2009
RELAZIONE ANNUALE
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I SIEF sono lo strumento previsto dal REACH per la condivisione dei dati per la registrazione comune della stessa sostanza e per la ripartizione dei costi ed evitare la duplicazione di test. Le imprese che hanno pre-registrato le loro sostanze partecipano al SIEF relativo alla propria sostanza pre-registrata. Benché la costituzione di consorzi tra le imprese non sia espressamente prevista dal REACH, il consorzio costituisce lo strumento più adeguato per la raccolta dei dati in possesso delle imprese interessate alla registrazione di una stessa sostanza. Questo tipo di adempimento ha riguardato le Aziende del settore che, condividendo l’approccio adottato dall’intero comparto europeo del cemento, hanno aderito al Consorzio delle “Flue dust”, cioè le polveri da elettrofiltri (CKD, clinker kiln dust e BPD, by pass dust). Ciò si è reso necessario in quanto le polveri costituiscono un prodotto dell’attività e per la loro quota parte utilizzata nella produzione del cemento, oltre che per le piccole quantità che sono eventualmente commercializzate, è appunto obbligatoria la loro registrazione. Quindi, oltre agli adempimenti previsti in quanto utilizzatori di sostanze e per i rapporti all’interno della catena di approvvigionamento, le Aziende del settore produttrici delle polveri da elettrofiltro hanno aderito al Consorzio per usufruire dei vantaggi, sia dal punto di vista tecnico sia economico, che offre la partecipazione ai consorzi per lo svolgimento della procedura di registrazione “congiunta” di questa sostanza e consentirne il futuro utilizzo. Diverso sarà invece lo sviluppo delle pre-registrazioni effettuate a scopo cautelativo delle sostanze recuperate nel ciclo produttivo del cemento, poiché lo status di rifiuto che in Italia le caratterizza consentirà alle Aziende, in virtù di quanto la stessa normativa comunitaria sancisce, di proseguire con il loro impiego grazie alla registrazione effettuata dai rispettivi produttori nei Paesi europei dove tali materiali sono classificati come sottoprodotti. Dal punto di vista delle novità normative intervenute, è stata avviata la fase di studio e di implementazione per recepire nell’attuale quadro normativo europeo quanto previsto dal nuovo Regolamento CLP (Classification, Labelling, Packaging) n. 1272/2008 per le sostanze e le miscele, entrato in vigore il 20 gennaio 2009 e che ha definitivamente introdotto il cosiddetto GHS (Globally Harmonised System) delle Nazioni Unite in Europa. Pertanto, entro il 1 dicembre 2010 per le sostanze e il 1 dicembre 2015 per le miscele, sarà obbligatorio adottare il nuovo sistema di classificazione che comporterà, tra l’altro, la revisione di tutte le schede di dati di sicurezza (SDS).
Il cemento e il requisito del cromo esavalente: la conformità del prodotto e la tutela del mercato In ottemperanza alle prescrizioni del regolamento REACH, che ha raccolto in un unico provvedimento tutte le norme riguardanti le sostanze chimiche e le miscele, come ormai noto, tutto il cemento prodotto, commercializzato e impiegato sul territorio nazionale, come nel resto di Europa, deve avere un contenuto di cromo esavalente idrosolubile inferiore allo 0,0002% (2 parti per milione). Il provvedimento normativo è stato introdotto a tutela della salute dei lavoratori, che possono andare incontro a forme allergiche da cromati se esposti al contatto diretto della pelle con cemento non trattato con appositi agenti riducenti.
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Proprio in relazione alle problematiche connesse all’applicazione di questo provvedimento, nel corso dell’anno si sono verificati episodi che hanno destato preoccupazione tra le Aziende produttrici nazionali tali da indurre l’Associazione a intervenire presso gli organismi competenti in materia di importazioni e di vigilanza del mercato. Gli episodi hanno riguardato, in modo specifico, l’immissione sul mercato nazionale di cementi importati da Paesi extra-UE per i quali sussistevano fondati sospetti sulla presenza di cromo esavalente ben al di sopra del valore di soglia ammissibile, in aggiunta alla inesistenza dell’informativa obbligatoria al consumatore costituita dalla Scheda di Sicurezza e l’etichettatura sugli imballaggi e dalla documentazione di consegna. Tra l’altro il fenomeno ha riguardato anche altri Paesi della UE, nei quali le Autorità preposte, su sollecitazione degli stessi produttori nazionali, hanno adottato tempestivamente dei provvedimenti per inasprire i controlli sulle importazioni. La pericolosità del fenomeno risiede non solo nel rischio per la salute dei lavoratori ma anche nell’illecito vantaggio a discapito dei produttori nazionali di cemento, i quali hanno adeguato i propri impianti al trattamento con agenti riducenti con uno sforzo economico rilevante, dotandosi, in forma volontaria, anche del marchio CromiNO® come segnale di riconoscimento dell’esistenza di un sistema di gestione del processo produttivo in modo specifico esteso al controllo del tenore di cromo, così come richiesto dalla UNI EN 196-10. Le iniziative intraprese dall’Associazione per far fronte alla situazione di criticità che si stava delineando hanno riguardato due ambiti: quello istituzionale e quello della clientela. Nel primo caso è stata svolta un’azione di sensibilizzazione dell’Agenzia delle Dogane, del Ministero dello Sviluppo Economico, della Guardia di Finanza nonché della Commissione UE sulla necessità di attuare procedure più rigorose per la verifica dei prodotti immessi sul mercato. Gli esiti di questa azione sono stati significativi in quanto, il Ministero ha richiesto il supporto dei Nuclei Speciali della Guardia di Finanza per effettuare numerose rilevazioni, mentre il Ministero della Salute ha diramato una circolare destinata alle Regioni e all’Agenzia delle Dogane per sollecitare l’attività di controllo e verifica dei prodotti immessi sul mercato. Nel secondo caso, invece, è stato predisposto un avviso alla clientela inviato alle associazioni di categoria dei settori appartenenti alla filiera del cemento con lo scopo di dare massima visibilità al fenomeno della presenza sul mercato nazionale di cementi con contenuto di cromo esavalente superiore al limite fissato dalla norma in 2 ppm. Ad accrescere la sensibilità e l’attenzione sulla questione ha contribuito anche l’emanazione nel corso del mese di settembre di un decreto legislativo che ha definito le sanzioni in caso di commercializzazione di prodotti soggetti a restrizione non conformi sia per i produttori che per gli utilizzatori.
Revisione della Direttiva IPPC Nel corso dell’anno è proseguito, a livello europeo, il processo di revisione della Direttiva IPPC, rinominata IED (Industrial Emissioni Directive); il nuovo testo prevede l’integrazione della direttiva IPPC con altre sei direttive settoriali tra cui Grandi impianti di combustione, Impianti di incenerimento e coincenerimento, Impianti che usano solventi, Impianti di produzione del biossido di titanio. La Commissione con la nuova proposta di normativa intende rafforzare alcune disposizioni ed aggiungerne altre finalizzate al miglioramento del controllo dell’applicazione della legislazione da parte delle Autorità competenti, conseguendo un livello più elevato di protezione ambientale. Il nuovo provvedimento, integrando le numerose direttive settoriali citate, si propone anche di conseguire una semplificazione normativa e un contenimento degli oneri amministrativi.
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L’industria europea ha da subito riconosciuto l’approccio innovativo introdotto con la direttiva IPPC, ma allo stesso tempo rileva che al momento dell’introduzione della proposta di revisione da parte della Commissione non era ancora possibile valutare pienamente i risultati della sua applicazione, considerato che la scadenza prevista per l’adeguamento degli impianti alle nuove disposizioni era ottobre 2007. In questo senso la nuova proposta di direttiva può sembrare prematura. La nuova normativa inoltre persegue la finalità di una maggiore protezione ambientale attraverso un irrigidimento del principio di flessibilità su cui si fonda la Direttiva IPPC, quando, a parere dell’industria, tale obiettivo dovrebbe essere perseguito attraverso una più efficace attuazione della legislazione esistente negli Stati membri e una più rigorosa procedura di rilascio delle autorizzazioni a livello nazionale. La salvaguardia del principio della flessibilità è per il settore del cemento, come per tutti i settori industriali, una priorità e per questo motivo i lavori di approvazione della nuova normativa sono oggetto di particolare attenzione da parte delle associazioni di settore, italiana ed europea. I BRef sono i documenti di riferimento per le BAT (Best Available Techniques). Nei BRef vengono individuati livelli di emissione espressi come intervalli di valori che riflettono le prestazioni che possono generalmente essere raggiunte con l’applicazione delle BAT, ma non riportano prescrizioni tecniche o indicazioni di valori limite di emissione; la nuova Direttiva rischia di irrigidire la flessibilità legata ai BRef in quanto vi è una tendenza ad attribuire carattere vincolante agli stessi BRef e ai valori limite associati alle BAT. È inoltre di estrema importanza che sia assicurata la coerenza tra il testo della nuova direttiva ed i BRef di settore che individuano le BAT. Per quanto riguarda il settore del cemento, il BRef (2001) è stato uno dei primi a subire il processo di revisione, che si è concluso il 18 maggio 2010 con l’adozione formale della Commissione Europea. Un altro elemento di novità piuttosto critico per l’industria è la possibilità, prevista dalla nuova norma, di istituire un sistema di Emissions Trading per le emissioni di NOx e SO2; tale novità è stata oggetto di un approfondito dibattito nel corso della prima lettura al Parlamento Europeo. Il settore del cemento, attraverso la propria Associazione europea (Cembureau), ha commissionato alla società Ecofys (NL) uno studio indipendente finalizzato a comprendere gli impatti tecnici ed economici che tale sistema avrebbe sul nostro comparto produttivo. I risultati dello studio, basati sui livelli attuali di emissione di NOx e SO2 e sullo stato di applicazione delle BAT a livello di singola installazione, evidenziano una forte criticità per le cementerie europee già soggette a limiti molto restrittivi per tali parametri e a costi specifici elevati per l’installazione e la gestione di sistemi di abbattimento adeguati. Il Parlamento europeo si è pronunciato in prima lettura nel marzo 2009, il Consiglio UE ha adottato la posizione comune a giugno 2009; il testo è ora all’esame delle due istituzioni in seconda lettura e sono in corso accese discussioni sui temi principali che saranno seguite con attenzione dai rappresentanti industriali.
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Recepimento Direttiva Quadro Rifiuti e revisione del Testo Unico Ambientale (D.Lgs 152/06) Sul fronte nazionale nel corso dell’anno si sono aperti due importanti “cantieri normativi”: i lavori per il recepimento della Direttiva Quadro Rifiuti (Dir. 2008/98/CE), che si dovranno concludere entro il 12 dicembre 2010, e quelli per la revisione del Testo Unico Ambientale (D.lgs 152/06), da finalizzare entro il 30 giugno 2010. L’Italia si ripropone di essere il primo Paese in Europa a recepire la Direttiva Quadro Rifiuti all’interno del quadro della revisione del Testo Unico Ambientale, dunque con anticipo rispetto alle scadenze europee. I processi normativi in corso, con particolare riferimento al recepimento della Direttiva Quadro Rifiuti, sono di notevole interesse per il settore che auspica che, in questo contesto, possano trovare attuazione alcuni principi che contribuirebbero in modo determinante ad un incremento dell’utilizzo di materie prime secondarie e di combustibili alternativi nelle cementerie, con significativi benefici per l’ambiente e per la competitività dell’intera industria italiana del cemento. In particolare sono obiettivi prioritari per il settore: - l’ottenimento della classificazione come “sottoprodotto” di alcuni rifiuti utilizzati oggi nelle cementerie italiane per il recupero di materia, secondo una prassi ormai consolidata in molti Stati Membri considerati ambientalmente avanzati (es. Germania); - la messa a punto, a livello nazionale, di criteri di “End of Waste”, criteri previsti dalla Direttiva per sancire la cessazione della qualifica di rifiuto, per alcuni dei combustibili alternativi oggi utilizzati nel settore; - la risoluzione dei conflitti normativi che oggi condizionano il rilascio in tempi certi delle autorizzazioni ambientali. La corretta declinazione delle nozioni comunitarie di “sottoprodotto” e “End of Waste”, da un lato, e la semplificazione delle procedure autorizzative, dall’altro, possono infatti contribuire in modo determinante al raggiungimento degli obiettivi citati e a consentire all’Italia di intraprendere il percorso che possa portare a livelli di utilizzo di materie e combustibili alternativi almeno confrontabili con le medie europee. Data l’importanza strategica di queste tematiche AITEC ha avviato un confronto con le istituzioni interessate, tuttora in corso, sulle aspettative e le proposte del settore. Sul fronte della semplificazione delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni, AITEC ha inoltre partecipato attivamente ai lavori svolti dal CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) in attuazione dell’Accordo interistituzionale con il Ministro della Semplificazione normativa sulla riforma della regolazione e sulla semplificazione normativa in campo economico e sociale firmato il 24 luglio 2008. Ad aprile 2009 il CNEL ha presentato ai Ministeri competenti il documento “Proposte legislative di semplificazione degli adempimenti dell’impresa in materia ambientale” contenente le richieste di diversi settori industriali per semplificare le procedure a carico delle aziende, individuando procedimenti duplicati o accorpabili senza modificare i livelli di tutela attualmente previsti dalla normativa ambientale. Le proposte avanzate da Confindustria sono state accolte dai referenti istituzionali che hanno individuato nella revisione del D.Lgs. 152/2006 l’occasione opportuna per valutare la possibilità di recepirle.
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Campagna AITEC di Comunicazione sui rifiuti Il 2009 ha visto un’importante attività associativa di comunicazione, con il proseguimento delle iniziative intraprese alla fine del 2008 e volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del recupero dei rifiuti in cementeria. In questo contesto si inserisce la realizzazione, nel mese di maggio 2009, del sito www.aitec-ambiente.org, interamente dedicato all’utilizzo di rifiuti nel processo produttivo del cemento. Il sito è stato rapidamente indicizzato dai più importanti motori di ricerca nei quali risulta al primo posto nelle ricerche con parole chiave quali ad esempio “cemento/sostenibile, cemento/emissioni cementiere /impatto ambientale”, etc. Il sito si propone come punto di riferimento, in grado di fornire numerose informazioni, oltre che sulle iniziative di AITEC, anche sugli aggiornamenti della normativa ambientale nazionale e comunitaria per gli stabilimenti del settore e sulle tecnologie presenti in Italia e nel mondo sul recupero dei rifiuti in cementeria. Il giudizio dei numerosi visitatori (pubbliche amministrazioni, privati cittadini, operatori del settore, istituiti universitari e di ricerca, aziende associate, associazioni di categoria) sulla qualità e quantità delle informazioni presenti è stato più che positivo; link a w w w .ai t ec-am b i ent e.o r g sono presenti sul web, oltre che nelle pagine di Cembureau e delle aziende associate, anche sulle pagine del Forum PA, Ecomondo e sul sito web del forum rifiuti della regione Campania.
RECUPERO ENERGETICO RIFIUTI ENERGY RECOVERY ALTERNATIVE FUELS Tonnellate / Tonnes
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Rifiuti non pericolosi / Not hazardous waste CDR di qualità normale (UNI 9903-1) RDF (*)
117.000
CDR di qualità elevata (UNI 9903-1) RDF-Q (*)
27.700
Farine animali, grassi animali Animal meal and fat
23.000
Plastiche, gomme Rubber, plastic
6.000
Pneumatici Used tyres
48.500
Altro (es. fanghi, rifiuti comb. liquidi) Others (i.e. sludge, pulp, liquid waste fuel)
8.100
Rifiuti pericolosi / Hazardous waste Oli usati/emulsioni oleose Waste oils
31.000
Solventi non clorurati No chlorinated solvents
18.700
Totale / Total
280.000
Sostituzione calorica (%) Thermal substitution rate (%) (*) CDR: Combustibile Derivato da Rifiuti RDF: Refuse-Derived Fuel
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7,4%
I dati relativi al recupero di energia e materia dai rifiuti sono da considerarsi provvisori e stimati. I dati reali a consuntivo saranno elaborati sulla base del MUD 2010 (Modello Unico Dichiarazione Rifiuti ) che le aziende dovranno presentare al Ministero dell’Ambiente con i dati relativi al 2009. Per il 2010 il termine per la consegna del MUD da parte delle aziende è stato posposto dal 30 aprile al 30 giugno. Si stima che la quantità totale di combustibili alternativi utilizzati in sostituzione dei combustibili fossili rimarrà invariata nel 2009 rispetto all'anno precedente. Nonostante ciò la percentuale di sostituzione termica risulterà maggiore nel 2009 (7,4 %) rispetto allo stesso dato del 2008 (6,0%). Con il calo della produzione di clinker, è diminuito anche il fabbisogno di energia termica dei forni da cemento: gli impianti autorizzati al recupero di energia (R1) hanno infatti utilizzato i quantitativi annui di combustibili alternativi autorizzati e hanno diminuito l'utilizzo di combustibili fossili tradizionali.
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Dal sito sono oggi scaricabili liberamente più di 220 documenti tra cui articoli tecnico-scientifici pubblicati su importanti periodici specializzati nazionali ed internazionali, rapporti e studi sulla gestione dei rifiuti realizzati da istituzioni nazionali ed enti di ricerca, studi indipendenti sull’impatto ambientale e sulla salute del processo produttivo del cemento. Tutta la documentazione presente viene aggiornata periodicamente. Nella sezione “multimedia” è possibile accedere in streaming a video contenenti sia interventi di AITEC e delle aziende associate sui media, sia filmati divulgativi realizzati dalle aziende allo scopo di promuovere in campo internazionale il recupero dei rifiuti in cementeria. All’interno del sito è in progetto la realizzazione di una “community” con accesso riservato per ospitare e stimolare il dialogo e il confronto sulle principali tematiche dell’impatto ambientale delle cementerie tra gli operatori del settore e i funzionari delle pubblica amministrazione a livello nazionale e locale, incaricati dei procedimenti autorizzativi. La creazione della community on-line risponde all’esigenza, emersa nel corso degli incontri pubblici con AITEC, delle amministrazioni locali di confrontarsi su tali tematiche allo scopo. Ad un anno dalla sua creazione, gli oltre 38.000 accessi e i 13.000 documenti scaricati in consultazione sono un segnale inequivocabile dell’interesse su tali tematiche e una conferma del lavoro svolto dall’Associazione.
RECUPERO DI MATERIA DA RIFIUTI MATERIAL RECOVERY FROM WASTE Tonnellate / Tonnes Tipologia di rifiuto / Waste category Ceneri da impianti di combustione / Fly and bottom ashes Gessi chimici / Chemical gypsum Fanghi da lavorazioni varie / Sludges Rifiuti inerti / Inert waste Scorie industria siderurgica / Slags from steel Industry Totale / Total
2009 570.000 220.000 68.000 65.000 215.000 1.138.000
I dati relativi al recupero di energia e materia dai rifiuti sono da considerarsi provvisori e stimati. I dati reali a consuntivo saranno elaborati sulla base del MUD 2010 (Modello Unico Dichiarazione Rifiuti ) che le aziende dovranno presentare al Ministero dell’Ambiente con i dati relativi al 2009. Per il 2010 il termine per la consegna del MUD da parte delle aziende è stato posposto dal 30 aprile al 30 giugno. Il totale dei rifiuti utilizzati in sostituzione delle materie prime naturali (1.138.000 t) ha subito nel 2009 un calo rispetto all'anno precedente (1.460.000 t) dovuto alla diminuzione della produzione di cemento e al conseguente minor fabbisogno di materie prime naturali e alterantive.
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FORUM PA 2009 Forum PA 2009 è stata un’iniziativa di successo come dimostrano i numeri che l’hanno caratterizzato: 13.219 m2 per 315 espositori, partecipazione media quotidiana di 8.000 persone, oltre 400 giornalisti accreditati; durante l’evento le pubbliche amministrazioni centrali e locali, i soggetti economici e i cittadini si sono incontrati e confrontati su proposte e soluzioni relative alle principali tematiche tecniche ed amministrative. Tra i temi in discussione nell’edizione 2009 e di particolare interesse per AITEC sono da segnalare quello sulla promozione delle fonti rinnovabili di energia: dalla costruzione di parchi eolici e fotovoltaici all’utilizzo dei rifiuti per la produzione di energia attraverso i termovalorizzatori, gli impianti per il trattamento delle biomasse e le cementerie. AITEC ha partecipato a Forum PA con il proprio stand, all’interno del quale è stato svolto un Master formativo, tenuto da tecnici dell’Associazione e da dirigenti delle pubbliche amministrazioni. Attraverso il master è stato possibile portare le testimonianze di percorsi autorizzativi e di controllo che hanno consentito alle Aziende cementiere di entrare a far parte di un circuito virtuoso per la gestione dei rifiuti sul territorio. Con l’organizzazione del Master, AITEC ha potuto ribadire come l’utilizzo di combustibili non convenzionali sia un’alternativa possibile alle fonti energetiche tradizionali nel pieno rispetto degli standard qualitativi del prodotto e della salvaguardia dell’ambiente. Questa iniziativa ha consentito anche di favorire una campagna informativa a livello istituzionale per agevolare il definitivo chiarimento normativo-procedurale in materia di utilizzo di combustibili alternativi impiegati dall’industria cementiera. È stata inoltre l’occasione per illustrare il ruolo che l’industria del cemento può svolgere nella ricerca di fonti energetiche alternative per il proprio ciclo produttivo, con il duplice scopo di salvaguardare le risorse energetiche tradizionali non rinnovabili e di contribuire allo sviluppo economico del territorio in cui opera.
Ecomondo 2009 Il secondo appuntamento fieristico di rilievo dell’anno è stato Ecomondo, il salone internazionale del recupero di materia ed energia e dello sviluppo sostenibile, con sede a Rimini. La manifestazione ha visto 1.500 imprese, oltre 65.000 visitatori ed un´offerta di iniziative che ha abbracciato vari settori merceologici ispirati dalla cultura del recupero e del riuso. AITEC ha portato ad Ecomondo l’esperienza dei propri Associati e i risultati ottenuti nel campo della valorizzazione dei rifiuti (tra cui CDR e fanghi da depurazione). La strada percorsa per contribuire alla gestione integrata dei rifiuti nei casi di studio selezionati è stata raccontata direttamente dai soggetti coinvolti, dalle Aziende cementiere e dagli altri operatori della filiera. Le esperienze presentate hanno permesso di evidenziare i vantaggi dell’utilizzo dei rifiuti in cementeria in parziale sostituzione sia dei combustibili tradizionali che delle materie prime di origine naturale. Sia nei convegni di Forum PA che in quelli di Ecomondo è stata preziosa per il settore la possibilità di portare testimonianze concrete di collaborazioni virtuose tra amministratori ed Aziende per l’ottenimento delle autorizzazioni per il recupero dei rifiuti. Amministratori e controllori, sottolineando la collaborazione con le Aziende associate, hanno avuto modo di trasmettere ai loro colleghi messaggi rassicuranti circa l’impiego dei rifiuti in cementeria; inoltre durante il confronto, in presenza delle Amministrazioni, tra AITEC e i rappresentanti delle associazioni ambientaliste sono stati espressi in più occasioni, anche da parte di queste ultime, pareri favorevoli al recupero di materiali alternativi in cementeria. Si è così avuta conferma della convinzione di AITEC che la diffusione della conoscenza di realtà in cui le problematiche ambientali e sociali sono state affrontate e risolte in modo proficuo per tutti i soggetti interessati (amministratori, imprenditori, collettività e associazioni ambientaliste) possa costituire un incentivo alla replica delle stesse soluzioni e strumenti in altre situazioni simili.
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ATTIVITÀ PROMOZIONALE E DIVULGATIVA
Attività promozionale e divulgativa AITEC e UNIVERSITA’ ROMA TRE giungono alla settima edizione del MASTER MICA Il Master universitario di II livello dal titolo “Innovazione nella progettazione, riabilitazione e controllo delle strutture in cemento armato” finanziato da AITEC e coordinato dal Prof. Camillo Nuti, dell’Università Roma Tre, con la collaborazione di altri 7 atenei nazionali, ha nel 2009 concluso la sua settima edizione, avviata nell’autunno 2008. 42 docenti, 12 mesi di studio e successivi stages della durata da 3 a 6 mesi e la certezza di un esito lavorativo al termine del percorso formativo. Considerando infatti i livelli occupazionali di tutti gli anni di realizzazione del Master si rileva una percentuale media del 49% di studenti che ha conseguito un’occupazione sotto forma di impiego e il 37% che ha avviato l’attività di libera professione. Gli stages danno la possibilità di effettuare esperienze nel mondo del lavoro e rappresentano una fase fondamentale di questa iniziativa che vuole formare figure professionali ad elevata competenza e specializzazione nella progettazione, realizzazione e controllo delle strutture in cemento armato. Con lezioni in aula altamente qualificate e specialistiche il Master ha approfondito i temi relativi a tecniche e materiali non solo convenzionali, ma anche avanzati e innovativi che stanno modificando significativamente i principi della progettazione strutturale. Una particolare attenzione è stata rivolta alla tematica sismica con lo studio di particolari criteri e tecniche costruttive, nonché di monitoraggio, adeguate alla problematica. Ai temi della progettazione in zona sismica e della sostenibilità legata alla ricostruzione post terremoto sono state dedicate, nel corso dell’anno, una serie di conferenze mirate all’approfondimento della tematica e alla testimonianza dei diretti operatori. Tra i docenti e i relatori figurano professori provenienti da Università della Spagna, Gran Bretagna e Portogallo: uno scambio tra docenti che costituisce la peculiare caratteristica di fertile eterogeneità e internalizzazione del Team, il valore aggiunto di questa iniziativa. In campo architettonico sono stati affrontati i temi riguardanti il rapporto tra forma e funzione nelle nuove realizzazioni; negli interventi sull’esistente è stato invece approfondito il rapporto tra progetto di consolidamento e di rinforzo strutturale ed esigenze della conservazione. Nell’autunno 2009 è stata lanciata l’ottava edizione, l’ultima del secondo quadriennio, che ha preso avvio in febbraio 2010.
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Le forme del cemento - Plasticità Tra i progetti del 2009 vi è da segnalare il terzo volume della collana editoriale LE FORME DEL CEMENTO, dal titolo “Dinamicità”. La collana di architettura, ideata e promossa da AITEC e diretta dalla Prof. Arch. Carmen Andriani documenta, attraverso una serie di volumi tra loro correlati, l’estensione formale e tecnica che il calcestruzzo è in grado di esprimere. Leggerezza, plasticità, dinamicità, sostenibilità e concretezza sono alcune delle categorie formali secondo cui declinare le possibilità formali e di realizzazione delle opere in calcestruzzo, indipendentemente dalla tipologia: siano esse edifici per il culto, infrastrutture, stazioni e musei, strutture per lo spettacolo o lo sport. Il volume sarà realizzato nel corso del prossimo anno, dopo i precedenti “Leggerezza” (Ed. Gangemi 2006) e “Plasticità” (Ed. Gangemi 2008).
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ATTIVITÀ PROMOZIONALE E DIVULGATIVA
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FEDERBETON al SAIE 2009 FEDERBETON, Federazione delle Associazioni della filiera del Cemento e del Calcestruzzo Armato, nata nel 2008 è stata proponente e promotrice di tutte le iniziative SAIE Concrete 2009 che ha visto protagoniste le Associazioni aderenti. Tra le molte iniziative da segnalare il Convegno organizzato dalla Consulta per il Calcestruzzo dedicato all’analisi del mercato delle costruzioni e della filiera del calcestruzzo armato con la presentazione del rapporto Cresme; la giornata promossa da ASSOBETON e dedicata alla presentazione del tema e del volume “I 100 vantaggi dell’edilizia industrializzata in calcestruzzo”; il convegno dedicato alle Norme Tecniche per le Costruzioni, indispensabili per un costruire in sicurezza, organizzato da ATECAP con il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, alla presenza del Presidente di FEDERBETON, Ing. Augusto Federici. Di grande interesse anche il seminario organizzato da Progetto Concrete dal titolo “Il terremoto a L’Aquila - Diario di una esperienza per la ricostruzione” con la partecipazione dei rappresentanti della Protezione Civile e del consorzio ForCASE. Argomenti come efficienza energetica e regolamenti comunali sono stati affrontati nel corso della tavola rotonda promossa da Fiera di Bologna – Saie Energia, Legambiente e Cresme a cui ha partecipato il Presidente Augusto Federici. Tutti i convegni e le diverse iniziative hanno sottolineato il ruolo di indiscusso protagonista del cemento armato a SAIE Concrete, e dimostrato come esso e la sua tecnologia siano gli interpreti del costruire oggi. A tal proposito la conferenza “Progettare in cemento armato: L'architettura seduttiva di UNstudio” ha presentato straordinarie applicazioni del calcestruzzo armato, metodi di progettazione tra i più avanzati utilizzati dallo Studio di Van Berkel, vincitore nel 2008 del prestigioso Concrete Architecture Award per la progettazione del Museo Mercedes-Benz di Stoccarda. Un esempio di ingegneria avveniristica per l'uso di materiali innovativi e per la scelta di tecniche all'avanguardia e tecnologia 3D.
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ATTIVITÀ PROMOZIONALE E DIVULGATIVA
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TABELLE STATISTICHE ANNESSE
• ATTIVITÀ DELL’INDUSTRIA CEMENTIERA
• PRODUZIONE, GIACENZE E CONSUMI DI CEMENTO PER CIRCOSCRIZIONI GEOGRAFICHE
• PRODUZIONE MENSILE DI CEMENTO
• PRODUZIONE MONDIALE DI CEMENTO
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ATTIVITÀ DELL’INDUSTRIA CEMENTIERA CEMENT INDUSTRY PRODUCTION
ATTIVITÀ DELL’INDUSTRIA CEMENTIERA DAL 1984 AL 2009 CEMENT INDUSTRY PRODUCTION FROM 1984 THROUGH 2009 milioni di Euro correnti millions of current Euro
000 t / 000 tonnes
1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Produzione Production
Consegne interne Domestic deliveries
38.851 37.266 35.909 37.008 38.747 40.374 40.751 40.717 41.347 34.705 33.084 34.019 33.832 34.378 36.076 37.299 39.020 39.804 41.417 43.462 46.053 46.411 47.875 47.542 43.030 36.317
38.351 36.960 35.857 36.728 38.441 40.040 40.438 40.541 41.200 34.623 32.443 32.821 32.346 32.384 33.601 34.690 36.544 37.250 39.168 41.310 44.082 43.884 45.130 44.918 40.555 34.344
Esportazioni (*) Exports (*) 522 384 275 375 358 351 338 273 255 255 678 1.330 1.651 2.136 2.731 2.572 2.561 2.577 2.357 2.233 2.006 2.433 2.698 2.783 2.574 1.955
Importazioni (*) Imports (*) 252 381 319 765 1.889 2.347 2.906 3.042 3.637 3.182 2.454 1.841 1.304 1.533 1.185 1.677 2.340 3.220 3.878 4.525 4.996 4.996 4.621 4.276 3.355 3.237
(*) Cemento e clinker / Cement and clinker (**) Dati Eurostat fino al 2006; stimati dal 2007 / Eurostat data through 2006; estimated from 2007
58
Investimenti (**) Investments (**) n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d n.d
/ / / / / / / / / / /
n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. n.a. 123 99 86 93 138 208 201 365 225 222 195 251 210 250 200
TABELLE STATISTICHE ANNESSE
PRODUZIONE, GIACENZE E CONSUMI DI CEMENTO PER CIRCOSCRIZIONI GEOGRAFICHE CEMENT PRODUCTION, STOCKS AND CONSUMPTION BY GEOGRAPHIC DISTRICT
CONSUMI APPARENTI PER ABITANTE APPARENT CONSUMPTION PER INHABITANT Totale Total
Settentrione North
Centro Centre
Meridione South
34.868.291 34.638.927 33.622.812 33.767.446 34.685.376 36.147.317 38.337.636 39.468.813 41.268.850 43.511.280 46.357.983 46.051.596 46.878.642 46.367.798 41.813.708 36.085.816
Media Average
kg / kg
t / tonnes 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Isole Islands
601 652 656 640 646 666 711 742 801 831 838 831 833 834 737 613
541 525 553 561 598 588 627 712 664 704 753 746 797 636 707 553
516 515 483 522 564 603 626 635 629 659 730 747 785 726 712 616
631 604 595 620 681 698 689 722 716 770 783 792 811 823 693 602
610 605 586 587 603 628 664 703 724 763 792 794 813 804 719 605 (*)
(*) Calcolati sulla popolazione del giugno 2009 / Computed using june 2009 population data
GIACENZE STOCKS Cemento / Cement
Clinker
t / tonnes
t / tonnes
1.160.109 1.220.757 1.183.224 1.172.970 1.063.428 1.192.566 1.201.977 1.279.092 1.254.109 1.228.064 1.199.601 1.300.625 1.409.303 1.392.320 1.331.018 1.354.331
2.193.567 2.440.921 2.521.632 2.689.417 2.081.337 2.202.105 2.005.533 2.317.193 2.040.430 2.091.439 2.471.218 2.702.014 2.267.047 2.894.688 3.458.970 2.687.809
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Settentrione North
Centro Centre
15.281 16.572 16.709 16.347 16.527 17.085 18.311 18.973 20.473 21.247 22.025 21.972 22.295 22.295 20.095 16.779
6.913 6.637 6.549 6.833 7.520 7.730 7.653 7.648 7.809 8.395 8.763 8.940 9.216 9.243 8.130 7.107
Meridione South 7.260 7.266 6.835 7.400 7.983 8.520 8.834 8.640 8.753 9.173 10.255 10.524 11.049 10.714 10.065 8.721
Isole Islands 3.630 3.544 3.739 3.798 4.046 3.964 4.222 4.543 4.382 4.647 5.010 4.975 5.315 5.290 4.740 3.711
Totale / Total 000 t / 000 tonnes 33.084 34.019 33.832 34.378 36.076 37.299 39.020 39.804 41.417 43.462 46.053 46.411 47.875 47.542 43.030 36.318
RELAZIONE ANNUALE 2009
1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
PRODUZIONE, GIACENZE E CONSUMI DI CEMENTO PER CIRCOSCRIZIONI GEOGRAFICHE DAL 1994 AL 2009 CEMENT PRODUCTION, STOCKS AND CONSUMPTION BY GEOGRAPHIC DISTRICT FROM 1994 THROUGH 2009
59
PRODUZIONE MENSILE DI CEMENTO MONTHLY CEMENT PRODUCTION
PRODUZIONE MENSILE DI CEMENTO DAL 1999 AL 2009 MONTHLY CEMENT PRODUCTION FROM 1999 THROUGH 2009 1999
2000
2001
2002
2003
2005
2004
2006
2007
2008
2009 t / tonnes
Gennaio / January Febbraio / February Marzo / March Aprile / April Maggio / May Giugno / June Luglio / July Agosto / August Settembre / September Ottobre / October Novembre / November Dicembre / December Totale / Total
2.293.416 2.472.384 3.303.655 3.223.971 3.602.843 3.553.637 3.795.676 2.471.169 3.371.174 3.578.940 3.028.064 2.604.015
2.353.532 3.093.299 3.675.380 3.258.450 3.804.682 3.702.130 3.803.920 2.527.502 3.496.719 3.447.784 3.051.364 2.805.387
2.453.949 2.951.315 3.595.884 3.320.671 3.776.109 3.884.029 3.851.438 2.524.345 3.590.840 3.921.608 3.377.913 2.555.967
2.485.318 3.158.838 3.887.004 3.407.565 3.992.488 3.843.681 3.994.457 2.658.833 3.613.587 3.917.220 3.646.509 2.811.112
2.650.781 3.226.042 4.153.230 3.765.823 4.239.299 4.025.937 4.204.915 2.566.117 3.694.826 4.134.038 3.914.649 2.885.873
2.828.628 3.565.623 4.116.383 3.980.129 4.436.008 4.225.713 4.540.839 2.815.507 4.188.153 4.471.334 3.708.516 3.175.848
2.873.488 3.267.192 3.964.373 4.180.410 4.635.124 4.427.626 4.629.252 2.891.532 4.084.987 4.357.963 3.987.944 3.111.495
2.879.298 3.521.899 4.157.734 4.038.604 4.561.578 4.509.880 4.664.480 3.013.021 4.154.101 4.585.143 4.295.861 3.493.350
3.362.061 3.734.582 4.482.755 4.005.422 4.461.975 4.389.989 4.600.814 2.825.102 4.090.886 4.382.702 3.944.004 3.261.345
2.954.302 3.802.125 3.894.302 3.930.523 4.126.485 3.967.000 4.284.028 2.478.919 3.733.359 4.217.176 3.450.650 2.191.051
2.073.707 2.674.924 3.398.697 3.050.321 3.597.787 3.432.347 3.775.256 2.194.072 3.233.181 3.571.780 3.168.909 2.146.309
37.298.944
39.020.149
39.804.068
41.416.612
43.461.530
46.052.681
46.411.386
47.874.949
47.541.637
43.029.921
36.317.290
PRODUZIONE DI CEMENTO PER MESI E PER CIRCOSCRIZIONI GEOGRAFICHE NEL 2008 E NEL 2009 MONHTLY CEMENT PRODUCTION BY GEOGRAPHIC DISTRICT IN 2008 AND 2009 Italia Settentrionale Northern Italy 2009
2008
Italia Centrale Central Italy 2009
2008
Italia Meridionale Southern Italy 2009
2008
Italia Insulare Italian Islands 2009
2008
Totale Total 2009
2008 t / tonnes
Gennaio / January Febbraio / February Marzo / March Aprile / April Maggio / May Giugno / June Luglio / July Agosto / August Settembre / September Ottobre / October Novembre / November Dicembre / December Totale / Total
60
879.861 1.274.726 1.674.299 1.412.379 1.660.370 1.596.131 1.774.127 952.581 1.462.456 1.685.520 1.484.078 922.360
1.274.037 1.785.960 1.936.155 1.789.462 1.937.392 1.863.936 2.049.748 1.147.634 1.773.640 2.030.133 1.566.903 940.006
460.795 526.520 657.716 603.621 703.234 661.488 731.248 431.039 635.658 688.404 595.816 411.040
568.125 725.189 686.301 754.983 767.991 764.640 830.732 464.607 731.584 782.776 644.865 408.559
16.778.888
20.095.004
7.106.579
8.130.352
740.229 868.994 848.522 927.984 967.881 894.839 972.547 595.033 851.023 971.485 846.223 579.841
230.956 291.986 319.119 311.565 375.610 350.780 363.997 215.088 343.063 335.659 329.112 243.776
371.911 421.982 423.324 458.095 453.222 443.585 431.001 271.646 377.112 432.782 392.660 262.645
2.073.707 2.674.924 3.398.697 3.050.321 3.597.787 3.432.347 3.775.256 2.194.072 3.233.181 3.571.780 3.168.909 2.146.309
2.954.302 3.802.125 3.894.302 3.930.523 4.126.485 3.967.000 4.284.028 2.478.919 3.733.359 4.217.176 3.450.650 2.191.051
8.721.113 10.064.600
3.710.710
4.739.965
36.317.290
43.029.921
502.095 581.692 747.563 722.756 858.573 823.948 905.884 595.364 792.004 862.198 759.903 569.133
TABELLE STATISTICHE ANNESSE
PRODUZIONE MONDIALE DI CEMENTO WORLD CEMENT PRODUCTION
PRODUZIONE MONDIALE DI CEMENTO DAL 2005 AL 2009 WORLD CEMENT PRODUCTION FROM 2005 THROUGH 2009 2005
2006
2007
2008
2009
Europa / Europe di cui Italia / Italy
1.603,8 1.079,6 72,7 146,8
1.808,4 1.962,0 1.253,5 1.377,8 73,2 71,4 162,0 172,9
2009 2005
Variazioni % / Change %
Milioni di t / Millions of tonnes Asia / Asia di cui Cina / China di cui Giappone / Japan di cui India / India
2009 2008
2005
2009
Incidenza % / Percentage %
2.012,9 1.388,4 67,6 185,9
2275,4 1637,1 59,6 193,1
0,0 17,3 -11,9 3,8
25,5 51,6 -18,1 31,5
68,2 45,9 3,1 6,2
72,6 59,1 2,1 7,0
312,2 46,4
329,8 47,9
338,1 47,5
316,7 43,0
273,1 36,3
-15,3 -15,6
-13,8 -21,7
13,3 2,0
9,7 1,3
78,1 49,5
87,9 55,2
96,6 60,1
90,3 53,6
76,2 47,2
0,0 -9,8
15,6 -4,6
3,3 2,1
3,3 1,7
America / America di cui U.S.A. / U.S.A.
244,4 99,4
254,5 98,2
263,9 95,5
259,1 87,7
237,2 71,9
0,0 -16,9
6,0 -27,7
10,4 4,2
9,3 2,6
Africa / Africa
103,3
114,3
125,1
130,0
137,1
0,0
25,8
4,4
4,7
10,5
10,7
11,1
11,1
10,7
0,0
5,7
0,4
0,4
2.820,1 3.004,6
-1,7
17,9
100,0
100,0
CIS di cui Russia
Oceania / Oceania Totale / Total
2.352,2
2.605,5 2.796,8
Fonte: Cembureau ed elaborazioni AITEC / Source: Cembureau and AITEC workups
MAGGIORI PRODUTTORI DI CEMENTO NEL MONDO DAL 2004 AL 2009 MAJOR WORLD CEMENT PRODUCER FROM 2004 THROUGH 2009 2004
2005
2006
2007
2008
2009
967,8 136,9 97,4 72,4 41,3 32,2 36,4 55,8 46,2 37,9 36,7 33,2 46,1 46,6 32,7
1.079,6 146,8 99,4 72,7 45,6 32,6 39,2 49,1 49,5 36,1 37,9 36,7 46,4 50,3 31,9
1.253,5 162,0 98,2 73,2 49,0 35,3 42,4 51,4 55,2 38,1 41,3 39,2 47,9 54,0 33,6
1.377,8 172,9 95,5 71,4 50,8 40,0 47,2 54,4 59,9 39,9 43,2 39,9 47,5 54,7 33,4
1.395,3 186,1 86,5 67,6 53,4 44,4 52,3 55,1 52,3 41,8 39,5 38,9 43,0 43,1 33,6
2009 2008
Variazioni % / Change %
Milioni di t / Millions of tonnes Cina / China India / India USA / USA Giappone / Japan Turchia / Turkey Iran / Iran Brasile / Brasile Corea del Sud / South Korea Russia / Russian Federation Indonesia / Indonesia Thailandia / Thailand Messico / Mexico Italia / Italy Spagna / Spain Germania / Germany
2009 2008
1.637,1 193,1 71,9 59,6 57,6 56,3 52,3 52,2 47,2 39,7 37,7 37,1 36,3 30,6 30,4
1,3 7,6 -9,4 -5,4 5,0 11,0 10,9 1,4 -12,7 4,8 -8,5 -2,4 -9,5 -21,3 0,6
17,3 3,8 -16,9 -11,9 7,8 26,8 -0,1 -5,3 -9,8 -5,1 -4,5 -4,7 -15,6 -28,9 -9,4
Fonte: Cembureau ed elaborazioni AITEC / Source: Cembureau and AITEC workups
2009
RELAZIONE ANNUALE
61
In copertina MAXXI, Museo Nazionale delle Arti del XX Secolo, Roma, Italia Rivista L’industria italiana del Cemento n° 851, marzo 2009 In II di copertina Speciale L’industria italiana del Cemento ”Italian National Report-Research and Construction” In III di copertina www.aitec-ambiente.org All’interno Foto tratte dall’archivio della rivista L’industria italiana del Cemento
Progetto grafico: PaPress• - Roma Stampa: Grafica e Stampa di G. Scalia - Roma