Approfondimento: normativa esami di stato secondaria I grado e II grado Verifica del lavoro svolto
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Chiara Trubini Psicologa, Psicoterapeuta, PhD in psicologia dell’educazione e delle disabilità
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Indicatori Ds e percentili di difficoltà
Se è compromessa velocità e/o correttezza
Memoria, cifrario, differenza verbale e performance Aspetti emotivi
La collaborazione con la famiglia e gli specialisti
Ricordare che … Lentezza e l’affaticabilità sono causa di un impegno quotidiano di più ore a scuola e a casa. Non incoraggiare la rinuncia ad attività sportive
ricreative e ludiche. Riduci per quanto possibile il carico dei compiti, selezionare solo gli esercizi più utili.
Riconosci gli sforzi compiuti e gratifica.
Le difficoltà vengono scambiate per scarso impegno e disattenzione: “stai più attento!” “impegnati di più!” L’allievo prova ansia L’ansia altera la prestazione Abbassamento del senso di efficacia personale (disimpegno, aggressività, inibizione, chiusura)
L‘allievo vive un senso di fallimento (impotenza appresa, depressione, “non valgo niente”).
. Abbandono scolastico …
C’era una volta un re che si chiamava Trentatrè. Un giorno Trentatrè pensò che un re deve essere giusto con tutti. Chiamò Sberleffo, il buffone di corte: “Io voglio essere un re giusto - disse Trentatrè al suo buffone - così sarò diverso dagli altri e sarò un bravo re”. “Ottima idea maestà” - rispose Sberleffo con uno sberleffo. Contento dell’approvazione il re lo congedò. “Nel mio regno - pensò il re - tutti devono essere uguali e trattati allo stesso modo”. In quel momento Trentatrè decise di cominciare a creare l’uguaglianza nel suo palazzo reale. Prese il canarino dalla gabbia d’argento e gli diede il volo fuori dalla finestra: il canarino ringraziò e sparì felice nel cielo. Soddisfatto della decisione presa, Trentatrè afferrò il pesce rosso nella vasca di cristallo e fece altrettanto, ma il povero pesce cadde nel vuoto e morì. Il re si meravigliò molto e pensò: “Peggio per lui, forse non amava la giustizia”. Chiamò il buffone per discutere il fatto. Sberleffo ascoltò il racconto con molto rispetto, poi gli consigliò di cambiare tattica. Trentatrè, allora, prese le trote dalla fontana del suo giardino e le gettò nel fiume: le trote guizzarono felici. Poi prese il merlo dalla gabbia d’oro e lo tuffò nel fiume, ma questa volta fu il merlo a rimanere stecchito. “Stupido merlo - pensò Trentatrè - non amava l’uguaglianza”. E chiamò di nuovo il buffone Sberleffo per chiedergli consiglio. “Ma insomma! - gridò stizzito il re - come farò a trattare tutti allo stesso modo?”. “Maestà - disse Sberleffo - per trattare tutti allo stesso modo bisogna, prima di tutto, riconoscere che ciascuno è diverso dagli altri. La giustizia non è dare a tutti la stessa cosa, ma dare a ciascuno il suo”.
Infanzia
Primaria
Secondaria di primo grado
Secondaria di secondo grado
…. Della scuola ?
Conoscenza … differenza
Collaborazione … rete
Relazione con lo studente … che strumenti ti
possono servire?
Metodo Inclusivo
Apprendimento cooperativo
Miglioramento individuale
Apprendimento senza errori
Apprendimento attivo (far sentire capaci e
lasciare spazi di autonomia)
Valorizzare competenze multiple (teoriche e
manuali)
Tutto cominciò da lì, da una finestra spalancata sul mondo. "Sì, fu il mio primo giorno di scuola a San Giovanni in Croce, al principio degli anni Cinquanta. Mentre parlavo, uno dei bambini si alzò dal suo banco
e andò a guardare cosa succedeva sui tetti di fronte. A poco a poco, anche gli altri fecero lo stesso. E allora mi domandai: lasciar fare o
reprimere? Così mi alzai, e insieme a loro mi misi a guardare il mondo dalla finestra". Da insegnante tornava bambino, e gli scolari si facevano maestri. La nuova scuola era cominciata.
Mario Lodi