Rivista Italiana di Telerilevamento / Italian Journal of Remote Sensing - 2011, 43 (1): 33-44
Applicazione del prodotto oceanico MODIS per la misura della SST alle acque marine della Sardegna Francesco Dessì1, Maria Teresa Melis1, Matteo Murenu2, Andrea Ortu2, Alberto Marini1 e Angelo Cau2 1
Dipartimento di Scienze della Terra, via Trentino 51 – 09123 Cagliari. E-mail:
[email protected] 2 Dipartimento di Biologia Animale ed Ecologia, v.le Poetto 1 – 09126 Cagliari
Riassunto
In questo manoscritto viene presentato il lavoro di testing dell’algoritmo oceanico standard del sensore MODIS utilizzato per stimare la temperatura superficiale del mare (SST) nelle acque marine della Sardegna. Per ottenere un confronto con le stime ricavate sulla base dei dati satellitari acquisiti da satellite, sono state utilizzate le misure in situ effettuate dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Cagliari, acquisite nell’ambito del progetto MEDITS (Mediterranean International Trawl Survey). La serie di dati analizzata in questa ricerca si riferisce agli anni 2006, 2007 e 2008. Parole chiave: MODIS, acque costiere, misure in situ, MEDITS, Sardegna.
MODIS standard SST product application in Sardinian coastal and marine waters Abstract
The aim of this work is the validation of MODIS SST standard ocean product for Sea Surface Temperature (SST) mapping in coastal and marine waters around Sardinia. In order to test the algorithm, oceanographic data collected by the Biology and Ecology Department of University of Cagliari during three years (2006, 2007 and 2008) of surveys in the framework of the MEDITS project (Mediterranean International Trawl Survey) have been used. Keywords: MODIS, sea, in situ measurements,MEDITS, Sardinia.
Introduzione
L’osservazione del mare tramite sensori multispettrali installati a bordo dei satelliti rappresenta un idoneo strumento di integrazione dei dati ottenuti dai campionamenti effettuati in mare [Robinson, 1985, 2004] ; [ESA, 2002]. In particolare, i radiometri montati su piattaforme satellitari oggi forniscono la possibilità di comprendere le dinamiche dei fronti di temperatura e quindi indirettamente delle correnti superficiali del mare [Rayner et al., 2003] e delle loro influenze sul clima [Donlon et al., 2002], oltre alla possibilità di studiare i movimenti delle masse di fitoplancton che si trova alla base della catena alimentare degli oceani e dei mari [Joint e Groom, 2000]. In altre parole è possibile quindi investigare da remoto su estese superfici marine, al fine di estrarne parametri geofisici e biofisici. In questo lavoro vengono riassunte le
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metodologie utilizzate per verificare la validità operativa dell’algoritmo standard di MODIS per la stima della temperatura superficiale del mare.
Area di studio: le caratteristiche delle acque costiere
Lo studio ha riguardato le acque marine che circondano la Sardegna, nel Mediterraneo occidentale. Le dimensioni della Sardegna (circa 24.000 km2) e il suo assetto geomorfologico non consentono l’esistenza e lo sviluppo di bacini idrografici importanti e, anche per via di fattori climatici, i corsi d’acqua presenti possiedono portate liquide e solide molto ridotte, e acque costiere di conseguenza generalmente molto limpide. L’idrografia della Sardegna è quella tipica delle regioni mediterranee. Data la ridotta distanza tra le vette e la costa tutti i corsi d’acqua si possono considerare a regime torrentizio, caratterizzati da piene anche rilevanti nei mesi tardo autunnali e da magre estive assai accentuate. Gli unici fiumi che presentano il carattere di perennità sono: il Flumendosa, il Coghinas, il Cedrino, il Liscia, il Temo ed il Tirso. A causa della costruzione di sbarramenti artificiali tuttavia anche questi corsi d’acqua presentano nei mesi estivi deflussi assai ridotti e talvolta nulli.
Materiali e metodi
I dati telerilevati In questo studio sono stati utilizzati i dati provenienti dal sensore MODIS fabbricato dall’Agenzia spaziale statunitense NASA. Sebbene il sensore MODIS sia presente in due esemplari montati su due satelliti differenti (Terra e Aqua), in questo lavoro si è preferito utilizzare i dati provenienti da un unico sensore, cioè quello presente su Aqua. La scelta di utilizzare esclusivamente i dati di Aqua è dovuta principalmente al fatto che tale satellite transita al di sopra dell’area di studio intorno alle ore 13 (ora locale) e questo ha permesso di considerare un maggiore numero di misure in situ, garantendo al contempo un’uniformità di acquisizioni radiometriche [Xiaoxiong et al., 2009] che potrebbe non verificarsi utilizzando anche i dati del sensore montato sul satellite Terra. Infatti i due satelliti Terra e Aqua e di conseguenza i relativi sensori MODIS installati su di essi non possiedono la stessa età e presentano quindi una deriva strumentale differente e una calibrazione non rigorosamente identica. È inoltre noto che le immagini acquisite da Terra sono affette sistematicamente da difetti di striping che, sebbene possano essere corretti mediante opportune tecniche, possono introdurre incertezze ed errori di difficile risoluzione. Infine, elemento di non poco conto, Terra e Aqua si muovono su orbite subpolari differenti: discendente per quanto riguarda Terra, ascendente per quanto riguarda Aqua. L’Università degli studi di Cagliari è dotata di un sistema di acquisizione diretto dei dati MODIS realizzato nell’ambito del progetto ANTENNA [Marini et al., 2005] presso il Laboratorio TeleGIS nel 2003. I dati acquisiti vengono stoccati in un server consultabile via web dagli utenti registrati al network ANTENNA. I dati MODIS sono stati processati seguendo i protocolli standard per l’estrazione della temperatura superficiale del mare.
Prodotti MODIS oceanici standard ed elaborazione dei dati
Esistono differenti livelli di elaborazione dei dati MODIS, livello 0 (dati grezzi), livello 1 (dati di radianza) e livello 2 (in cui si trovano i prodotti geofisici). Esiste anche un 34
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livello 3, costruito a partire da dati di livello 2 ricampionati sia in senso spaziale sia in senso temporale. In questo lavoro sono stati utilizzati i prodotti di livello 2 contenenti le stime di temperatura del mare: si tratta di prodotti definiti standard in quanto utilizzano algoritmi validati a livello globale. L’algoritmo di stima della temperatura superficiale SST per il MODIS (MODISSST) [Brown e Minnett 1999; Minnet et al., 2002] si basa sul metodo split window, che è un metodo non lineare [Kilpatrick et al., 2001] utilizzato per calcolare la SST per i dati AVHRR Pathfinder [Barton, 1982; Walton, 1988]. La formula utilizzata è la seguente [1]: MODISsst = c1 + c2* T31 + c3* T32 - 31 + c4* _sec ^jh - 1i * T32 - 31 61@
dove T31 e T32 sono le temperature di corpo nero (brightness temperature) registrate dalla banda 31 e dalla banda 32 e l’angolo ϑ è l’angolo di osservazione del sensore. I coefficienti c1, c2, c3 e c4 vengono forniti dal RSMAS (Rosenstiel School of Marine and Atmospheric Science - University of Miami) e vengono ottenuti dal confronto tra le misure del satellite di brightness temperature e le misure di campo della SST. Nella catena di processamento dei dati questi coefficienti vengono inseriti come file ASCII e sono riferiti a determinati periodi, in quanto i valori possono variare nel tempo. Diversamente dall’algoritmo utilizzato per l’AVHRR, questo algoritmo distingue tra alto e basso contenuto di vapore acqueo atmosferico utilizzando due set di coefficienti che dipendono dalla differenza fra le brighness temperature registrate nei canali 31 e 32. Il processing dei dati MODIS è avvenuto in ambiente SEADAS (SeaWiFS Data Analysis System) [Fu et al., 1998] software distribuito gratuitamente dal Goddard Space Flight Center della NASA e funzionante in ambiente Linux e/o MAC. Il software SEADAS utilizza per il processing dal livello 1 al livello 2 il codice MSl12 (Multi Sensor Level-1 to Level-2) sviluppato dal NASA’s Ocean Biology Processing Group (OBPG). Con la fase di elaborazione dal livello 1 al livello 2 è stato creato per ogni acquisizione un nuovo file contenente il parametro geofisico di interesse, cioè la temperatura superficiale del mare SST espressa in °C, generato a una risoluzione geometrica di 1 km. Successivamente è stato possibile procedere all’estrazione dei valori di interesse dalle immagini elaborate: tramite SEADAS è possibile individuare le coordinate di ciascun pixel e quindi leggere i valori stimati dall’algoritmo in corrispondenza dei punti di campionamento. Le campagne di misura in mare Le misure in situ utilizzate in questo studio sono state effettuate durante le campagne oceanografiche del progetto MEDITS [Bertrand et al., 2000], compiute durante i periodi primaverili ed estivi degli anni 2006 e 2008, e durante alcune campagne di pesca sperimentale tenutesi da gennaio ad aprile 2007. Gli scopi del progetto MEDITS sono di natura biologico-ecologica, infatti i dati acquisiti sono stati resi disponibili grazie a un programma di collaborazione con il Dipartimento di Biologia ed Ecologia dell’Università di Cagliari.
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Nei mari italiani, le attuali conoscenze nel campo delle risorse demersali derivano principalmente dai Progetti di Ricerca condotti nell’ambito dei Programmi dell’Unione Europea (come MEDITS) e basati sui Trawl-survey (campagne sperimentali di pesca a strascico) i quali consentono di investigare la distribuzione delle risorse ittiche demersali [Ardizzone e Corsi, 1997] e, con particolare riferimento a quelle specie più importanti definite specie bersaglio, la loro struttura e dinamica di popolazione. MEDITS è un Programma di Ricerca Internazionale, avviato nel 1994, che ha come principale obiettivo lo studio delle risorse demersali lungo le coste del Mediterraneo e il consolidamento di una banca dati necessaria per valutare le variazioni nelle abbondanze relative, in biomassa, e nella struttura demografica delle principali specie sfruttate [Fiorentini et al., 1999; Bertrand et al., 2002]. Nel progetto, oltre ai partner iniziali Spagna, Francia, Italia e Grecia, sono coinvolti Slovenia, Croazia, Albania, Marocco e Malta. Con l’ausilio della strumentazione GPS (Global Positioning System) installata a bordo dei mezzi da pesca sono raccolti i punti cala e i tracciati percorsi durante la campagna. I survey coprono l’intera area strascicabile della piattaforma (0-200m) e della scarpata continentale (200-800m). Ciascun punto è selezionato in maniera casuale nelle diverse sub-aree definite, per ottenere un compromesso tra i vincoli statistici basati su un campionamento di tipo casuale e su quelli di tipo geostatistico [Green, 1979; Hilborn e Walters, 1992]. Nel caso specifico della campagna svolta nei mari della Sardegna data l’eterogeneità che caratterizza i fondali da pesca isolani, la costa è stata suddivisa in 7 zone. Il numero delle cale estratte per ogni strato batico risulta quindi proporzionale all’estensione dell’area potenzialmente strascicabile. In sintesi, la stratificazione della MEDITS nei mari sardi prevede la suddivisione dell’area di studio in 35 sub-aree (7 zone per 5 strati batici ognuna). Data la discreta copertura dell’area di studio e la risoluzione temporale dei campionamenti, i trawl survey rappresentano una buona opportunità per acquisire in situ ulteriori informazioni correlabili ai dati di pesca, mediante l’utilizzo di sonde multiparametriche per la misurazione dei parametri fisico-chimici superficiali del mare. Durante le campagne a mare MEDITS 2006 sono stati eseguiti diversi rilievi (campionamento puntiforme) mediante l’utilizzo di una sonda multiparametrica (Hydrolab DataSonde 4a). La sonda adoperata è uno strumento in grado di misurare più parametri simultaneamente, tra cui: temperatura, pH, ORP, conducibilità, ossigeno disciolto, profondità, torbidità, gas totale disciolto, ammoniaca, nitrati, cloruro, luce ambiente, trasmissività, e clorofilla a. La tecnica di campionamento adottata è quella standard definita vertical CTD cast [Emery e Thomson, 2001]. Nel presente lavoro sono stati presi in considerazione esclusivamente i dati di temperatura. Le stazioni di misura sono state definite in corrispondenza dei vertici dei tracciati di pesca, prima di ogni operazione di cala e al termine della pescata sperimentale. La sonda è stata calata in mare lungo la verticale fino ad una profondità massima di -10m dalla superficie, e poi nuovamente issata a bordo. I parametri calcolati dai sensori collegati alla sonda sono stati: data e ora dell’acquisizione; temperatura; pH; ORP; salinità; TDS; percentuale di ossigeno disciolto; profondità, concentrazione di clorofilla. Nel corso delle operazioni di pesca svolte durante la campagna a mare MEDITS 2008 36
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i rilievi idrologici sullo strato superficiale della colonna d’acqua sono stati eseguiti secondo un protocollo differente da quello impiegato nelle precedenti campagne in quanto si è optato per una acquisizione in continuo dei parametri superficiali del mare nel corso delle operazioni di pesca. I parametri sono stati acquisiti mediante la stessa sonda Hydrolab DataSonde4A opportunamente fissata sui calamenti della rete in modo tale da garantire l’acquisizione dati dello strumento ad una profondità compresa tra -1 m e -2 m. L’intero set di dati comprendente i profili e i tracciati CTD delle due campagne sperimentali è stato inserito in una banca dati geografica e ulteriormente verificato, tramite procedure semiautomatiche, per eliminare eventuali valori incongruenti. Tali procedure sono risultate di fondamentale importanza nel trattamento dei dati acquisiti durante la MEDITS 2008, in quanto è stato necessario isolare dalle acquisizioni in continuo dello strumento, quelle relative alla sola durata della cala. Il numero inferiore di acquisizioni in riferimento al numero complessivo delle cale validate nel corso delle campagne è da imputarsi sia a cause di natura meteo marina che hanno impedito le delicate operazioni di campionamento sia a problemi di funzionamento nel collegamento fra l’unità di controllo e la sonda.
Risultati
Il processo di validazione dei prodotti standard del MODIS per la stima di temperatura superficiale è basato sul confronto dei dati elaborati con le informazioni provenienti dal database dei campionamenti. Data la ripetitività annuale delle campagne di misura, i risultati sono di seguito raggruppati in funzione dell’anno. 2006 I campionamenti delle acque superficiali sono stati effettuati nel periodo compreso tra il 14 giugno e il 7 luglio 2006 in diverse zone della Sardegna e a varie distanze dalla costa. Si è potuto disporre di un totale di 216 punti di campionamento, posizionati come in Figura 1. I dati utili allo sviluppo del progetto MEDITS sono stati acquisiti a diverse profondità da tre data logger differenti, uno posto in superficie per la misura di temperatura e salinità, e due posti in profondità, solidali con la rete da pesca, per la misura di temperatura, salinità e profondità. Per il confronto con il dato satellitare e con la stima che viene effettuata da satellite delle proprietà e dei costituenti marini, le misure in situ utili sono da ricercarsi esclusivamente nelle porzioni più superficiali dei log. Sono state ottenute due serie di dati: 1) dati di temperatura rilevati dai sondini di superficie; 2) dati di temperatura rilevata da sonda multiparametrica (valore medio relativo ai primi dieci metri della colonna d’acqua). I dati sui quali sono stati effettuate le analisi di correlazioni sono diminuiti in numero (originariamente 216) in quanto sono stati considerati solo quelli contemporanei ai passaggi del satellite. Tale numero risulta ancora diminuito da tutti quei casi in cui la procedura di processing del dato satellitare non è riuscita a determinare la grandezza cercata (ad esempio per via della copertura nuvolosa). 37
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Figura 1 - Ubicazione dei campionamenti in situ effettuati nel 2006. Le curve batimetriche indicano profondità di 100, 200, 500 e 1000 m.
Il periodo estivo del 2006 è stato caratterizzato da condizioni atmosferiche decisamente non ideali per gli strumenti ottici montati sui satelliti: molto spesso la copertura nuvolosa ha insistito sulla Sardegna, anche per via di venti del quadrante meridionale che hanno portato dal vicino Nord Africa masse d’aria calda molto umida e carica di polveri e pulviscoli, rendendo talvolta poco accurata la lettura da satellite. Per quanto riguarda le analisi delle stime della temperatura, sono state considerate due serie di misure, provenienti da due strumentazioni differenti: in entrambi i casi i coefficienti di correlazione ottenuti sono decisamente buoni, con valori rispettivamente pari all’85% nel caso delle misure effettuate dai sondini e pari all’88% per le misure della sonda. Le correlazioni hanno riguardato un numero importante di punti di misura: oltre 40 per ciascuna serie. Nelle figure successive è riportato il confronto tra la temperatura del mare stimata da satellite e quella misurata in situ (tramire sondini e sonda multiparametrica) e i relativi diagrammi di dispersione: la correlazione per le due serie di dati è decisamente buona, sia da un punto di vista di un confronto semi-qualitativo (Fig. 2), sia da un punto di vista statistico (Fig. 3).
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Figure 2 - Confronto dati di temperatura misurati tramite sondini (a) e dati di di temperatura misurati da sonda multiparametrica (b) (valore mediato nei primi dieci metri della colonna d’acqua) con la stima effettuata da MODIS. I dati sono ordinati per T crescente.
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Figura 3 - Diagramma di dispersione relativo alle misure di temperatura effettuate in situ (a) e dal sensore MODIS (b) per le campagne estive 2006.
Da una prima analisi appare chiaro come le misure effettuate in mare e le stime da satellite differiscano reciprocamente: ordinando i dati per TMODIS crescente si nota come per i rispettivi punti la temperatura ottenuta dal MODIS talvolta è sovrastimata rispetto alla realtà misurata in situ e talvolta risulta sottostimata. C’è comunque da considerare che la stima del valore di temperatura fornito dalle elaborazioni dei dati “approssima” la realtà in quanto si tratta di un valore riferito a pixel di 1 km e quindi tende a mediare le informazioni di una superficie più grande rispetto a quella riferibile a un punto di campionamento. In ogni caso il modello del prodotto oceanico MODIS standard di temperatura, utilizzato a livello globale, sembra potersi ben adattare alla stima della temperatura dei mari della Sardegna, anche utilizzando dati di campionamento riferiti alla colonna d’acqua, come evidenziato dai diagrammi di dispersione.
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2007 I dati in situ utilizzati nel 2007 si riferiscono a una serie di campagne svolte da gennaio ad aprile da alcune imbarcazioni per la pesca a strascico, appositamente fornite di sonde e data-logger per rilevare la temperatura. Le sonde venivano posizionate dai pescatori fuori bordo durante la navigazione e, soprattutto, durante le operazioni di pesca. La registrazione dei dati è avvenuta in continuo, con l’acquisizione dei valori di temperatura a cadenza di un minuto. Il database risultante è stato quindi elaborato in modo tale da considerare i valori misurati fino a 10 metri di profondità, ottenendo un totale di 27.091 punti campionamento. Sono stati creati specifici database georiferiti per ogni giorno di acquisizione. Al contempo sono state processate un totale di 98 immagini MODIS al fine di ottenere delle stime di temperatura relative al Golfo di Cagliari basandosi sull’algoritmo standard SST. In questo caso il range orario considerato per effettuare le correlazioni tra misure dirette in mare e letture da MODIS è stato scelto con una forbice di ± 2 ore dal momento del passaggio del satellite, questo per poter meglio utilizzare il rilevamento continuo nelle correlazioni Sfruttando le informazioni di georeferenziazione, tramite un’apposita routine sono stati estratti i valori di temperatura dei pixel campionati da tutte le immagini raster ottenute dall’elaborazione dei dati MODIS, aggiornando i campi tabellari dei database giornalieri precedentemente menzionati. Il database originario ha visto quindi una diminuzione del numero di punti utili per i seguenti motivi: 1) mancata corrispondenza spazio/temporale fra le misure; 2) valore di temperatura letta da satellite incerta (secondo parametri di qualità standard fissati dalla NASA); 3) contributo atmosferico predominante e correzione atmosferica non precisa. Il database definitivo è diventato in questo modo composto da 3921 record che sono stati sottoposti ad alcune analisi statistiche (Fig. 4). Osservando il diagramma della figura 4 è possibile notare che i punti tendono a disporsi lungo linee verticali: il fenomeno è chiaramente dovuto alla risoluzione dell’elaborazione, in quanto all’interno del medesimo pixel, che nell’immagine satellitare possiede un solo valore ricadono molti campioni con valori simili fra loro ma comunque differenti. Il risultato che si ottiene è una sorta di ridondanza dei dati, che non consente di estrarre dei parametri statistici significativamente validi. Per eliminare questo effetto e per rendere più interpretabili i dati, si è proceduto allora a calcolare dei valori medi che fossero riferiti alle singole immagini, basandosi sul principio che in uno spazio ristretto, dato da un tracciato di cala, i valori di temperatura del mare possono essere ritenuti ragionevolmente simili, visto che le differenze assolute fra le due misure sono sempre inferiori a 2 °C. Operando in questo modo, il numero di correlazioni si è drasticamente ridotto a 18, generando un nuovo diagramma che può essere definito un diagramma di sintesi (Fig. 5). I risultati ottenuti con la metodologia seguita portano a un coefficiente di correlazione fra le grandezze vicino al 90%. 2008 Le campagne MEDITS del 2008 si sono svolte tra il 23 giugno e il 21 luglio nelle zone della Sardegna interessate dalle campagne del 2006. Poiché per il 2008 i protocolli di campionamento hanno previsto un’acquisizione in continuo, i log acquisiti in mare sono 40
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stati trattati al fine di eliminare i dati di non interesse, accorpando e filtrando i valori in modo da ottenere dei dati mediati che fossero riferiti alle cale effettuate per la pesca sperimentale, ottenendo un totale di 56 punti di misura.
Figura 4 - Dispersione dei 3921 valori di temperatura misurati in situ e letti da MODIS. La disposizione di alcuni punti riflette la risoluzione dell’elaborazione (1 km).
Figura 5 - Diagramma di dispersione dei valori di temperatura ottenuto dalla sintesi dei valori rilevati in mare e da satellite.
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Il numero di dati per effettuare la correlazione con i dati satellitari ancora una volta è stata un numero inferiore ai punti campionati in quanto non necessariamente le misure in mare ricadono nel range orario di riferimento utilizzato. Per la stima della temperatura le correlazioni sono state effettuate su oltre 40 punti di misura confermano quanto verificato in precedenza: l’algoritmo standard di MODIS si adatta abbastanza bene alle misure effettuate in situ nelle acque della Sardegna. Analogamente a quanto visto in precedenza, le variazioni puntuali di scala inferiore a quella della risoluzione dello strumento non possono essere individuate (Fig. 6a), mentre la correlazione tra i due set di dati (Fig. 6b) è decisamente buona, con un coefficiente di correlazione pari all’87%.
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Figure 6 - Confronto tra i dati di temperatura misurati da sonda multiparametrica e la stima effettuata da MODIS per le campagne del 2008 (a) e relativo diagramma di dispersione (b).
Discussione e conclusioni
Per quanto riguarda la stima della temperatura si sono trovate delle correlazioni abbastanza buone tra i dati acquisiti in mare e la lettura da satellite. A questo proposito va rimarcato il fatto che l’algoritmo standard SST è stato concepito per stimare esclusivamente la temperatura della superficie del mare, nella bibliografia tipicamente descritta come un film di pochi micron che sovrasta la colonna d’acqua. Nello studio si è invece evidenziato che il valore misurato dal sensore è correlabile con la temperatura media della colonna d’acqua sino a 10 metri di profondità. Questa correlazione può essere almeno in parte giustificata con la profondità del cosiddetto “mixed layer”. Durante il periodo primaverile-estivo, quando l’insolazione è più forte e i venti sono mediamente più deboli, il primo strato d’acqua ha una temperatura pressoché costante, e la profondità del mixed layer, cioè lo strato di mare rimescolato dal vento e dalle correnti, può attestarsi intorno ad alcune decine di metri. Al di sotto di questo strato, la temperatura decresce rapidamente con la profondità, e si ha il termoclino stagionale. L’animus di questo lavoro può essere riconosciuto nel cercare di dare una validità pratica ed operativa alle letture da satellite di questo parametro estendendo il loro potenziale al di là di quello che solitamente è un limite fisico ben marcato. La mole di dati in situ e la peculiarità delle acque sarde hanno consentito di ottenere dei risultati importanti: la stima della temperatura dell’acqua può avvenire su superfici estese 42
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con continuità non offerta dalle indagini dirette. La sperimentazione di questo studio, per certi versi l’azzardo, è stata quella di cercare una correlazione tra questo dato superficiale e un dato più profondo, ottenendo dei risultati interessanti. La stima della temperatura superficiale può essere messa in relazione con la stratificazione delle acque e di conseguenza con la struttura termoclina che si verifica alle nostre latitudini. I risultati fin qui ottenuti potrebbero essere implementati approfondendo delle tecniche di geostatistica per spazializzare l’informazione puntuale rilevata in situ in un’area più vasta e correlare questa con il dato a 1 km.
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