Anno scolastico 2001-2002 Relazione sull’anno in prova
Presentazione personale
Sono nato nel 1962, anni in cui Beatles, Rolling Stones, Who e altri mitici gruppi iniziavano a creare la nuova musica, che avrebbe poi cambiato e guidato le sorti di intere generazioni... Ignaro di tutto ma armato di passione e di genitori pazienti e comprensivi, inizio a studiare chitarra al Conservatorio di Cuneo dove, ormai “maturo” e anche un pò corrotto “dall’altra musica” mi diplomo con il massimo dei voti. Frequento corsi di perfezionamento in Italia e Francia e, nel 1988, inizio la “carriera” di insegnante di chitarra nella scuola media a indirizzo musicale di Mondovì. Essendola mia una materia nuova, ai tempi ancora sperimentale, anche dal punto di vista didattico, ho organizzato inizialmente la mia didattica sulla scia di ciò che avevo appreso in conservatorio. Dopo poco tempo però mi sono accorto della necessità di creare qualcosa di alternativo al metodo di insegnamento “tradizionale”, e ho iniziato un cammino, assieme a tanti colleghi, che mi ha portato ad avere delle basi sicure e personali su cui basare le mie scelte di insegnamento. Svincolandomi dai programmi di Conservatorio ho dovuto personalizzare più approfonditamente la mia azione didattica, nel senso che ho cercato un repertorio alternativo su cui lavorarare con i ragazzi. Con l’apporto collegiale di altri colleghi di strumento abbiamo costruito questo repertorio, fatto sì anche di brani della tradizione chitarristica, ma soprattutto basato sulle aspettative dell’alunno, partendo proprio dal suo mondo musicale per giungere agli obiettivi didattici ed educativi preposti. Con l’anno scolastico appena terminato ho assistito a una progressiva conferma del ruolo
che la materia “strumento musicale”da anni cercava di assumere: non più corso di musica pomeridiano, troppo spesso svincolato dagli oneri e onori delle materie mattutine ma materia integrata nel curricolo complessivo, in grado di dialogare e interagire con le altre realtà scolastiche. Questo processo di crescita ha avuto come tappe fondamentali la creazione della cattedra di “strumento musicale”, sperimentale dal 1978, le abilitazioni riservate degli insegnanti nel 2000 e il loro conseguente passaggio in ruolo con decorrenza giuridica dal 1999-2000. Vista l’importanza di tale trasformazione riporto alcune righe tratte dall’o.m 201 del 6 agosto 1999, relativa ai programmi d’insegnamento della materia: L'insegnamento strumentale costituisce integrazione interdisciplinare ed arricchimento dell'insegnamento obbligatorio dell'educazione musicale nel più ampio quadro delle finalità della scuola media e del progetto complessivo di formazione della persona. Esso concorre, pertanto, alla più consapevole appropriazione del linguaggio musicale, di cui fornisce all'alunno preadolescente una piena conoscenza, integrando i suoi aspetti tecnico-pratici con quelli teorici, lessicali, storici e culturali che insieme costituiscono la complessiva valenza dell'educazione musicale; orienta quindi le finalità di quest'ultima anche in funzione di un più adeguato apporto alle specifiche finalità dell'insegnamento strumentale stesso. La musica e la sua evoluzione linguistica hanno avuto, e continuano ad avere, nel loro divenire, frequenti momenti di incontro con le discipline letterarie, scientifiche e storiche. L'indirizzo musicale richiede quindi che l'ambito in cui si realizza offra un'adeguata condizione metodologica di interdisciplinarità: l'educazione musicale e la pratica strumentale vengono così posti in costante rapporto con l'insieme dei campi del sapere. La musica viene in tal modo liberata da quell'aspetto di separatezza che l'ha spesso penalizzata e viene resa esplicita la dimensione sociale e culturale dell'evento musicale. Sviluppare l'insegnamento musicale significa fornire agli alunni, destinati a crescere in un mondo fortemente segnato dalla presenza della musica come veicolo di comunicazione,
spesso soltanto subita, una maggiore capacità di lettura attiva e critica del reale, una ulteriore possibilità di conoscenza, espressione e coscienza, razionale ed emotiva, di sé.
Date queste premesse entriamo più specificatamente nella mia materia con uno sguardo alle indicazioni programmatiche generali.
CLASSE PRIMA Il lavoro con gli alunni della classe prima riguarda, nei primi due mesi circa, l’impostazione dello strumento, la postura e il movimento della due mani. Generalmente divido la lezione in due momenti fondamentali: il primo di apprendimento tecnico e il secondo di applicazione pratica, anche in forma di “gioco musicale” La lezione a coppie permette all’alunno di “specchiarsi” nel compagno di studio, migliorando sicuramente l’impostazione e inoltre consente di suonare subito brevi sequenze ritmico-melodiche, anche a corde a vuoto, in forma di canone, a diverse altezze, ecc., facilitando il lavoro di apprendimento e “divertendo” di più l’alunno. E’ importante, già dalle prime lezioni, impostare il lavoro riguardante la musica d’assieme, coinvolgendo i ragazzi con apposite musiche, scelte da libri o composte per l’occasione, anche in funzione di eventuali saggi, concorsi e altre manifestazioni esterne della scuola, grandi fonti di soddisfazione e stimolo per gli alunni.
Obiettivi Conoscenza ed applicazione della tecnica strumentale di base Saper usare consapevolmente le due mani con scioltezza e spontaneità Padronanza del tocco libero e appoggiato Capacità di eseguire semplici arpeggi Padronanza delle note doppie
Conoscenza della prima e seconda posizione Uso di semplici accordi Capacità di lettura, comprensione e interpretazione del linguaggio musicale Lettura e memorizzazione delle note, anche alterate, in prima posizione Lettura nei tempi semplici delle figure musicali di base organizzate aritmicamente Conoscenza e usi del punto semplice e della legatura di valore Uso dei più semplici segni dinamici ed agonici Conoscenza ed uso delle simbologie strumentali specifiche Saper eseguire semplici brani a due e tre voci Capacità di integrazione in un insieme strumentale Suonare una melodia mantenendo la pulsazione data dall’insegnante Eseguire brani a più parti monodiche inserendosi correttamente nel discorso musicale Capacità di costruzione e rielaborazione di materiali sonori Eseguire suoni, ritmi e semplici melodie per imitazione Saper improvvisare e costruire semplici melodie su materiali dati (tre, quattro suoni)
CLASSE SECONDA Il lavoro impostato nella classe prima dovrà essere acquisito e consolidato nelle prime lezioni, attraverso un’attenta verifica della corretta impostazione delle mani e di appositi esercizi e brani di ripasso. Contemporaneamente ritengo importante iniziare l’apprendimento degli accordi ed il loro uso grazie all’accompagnamento di brevi melodie e canzoni conosciute dai ragazzi. Per quanto riguarda il repertorio di studio do la preferenza ad autori moderni, a brani di mia composizione (scritti in funzione di alcuni problemi tecnici) e compendio questo materiale con degli studi dei autori classici come Carulli, Carcassi, Giuliani, importanti nel panorama
didattico della chitarra. Il lavoro sulla musica d’assieme è svolto sia all’interno del gruppo classe sia nell’ambiti dell’orchestra, dove gli alunni di seconda sovente si trovano a suonare con quelli di terza, anche in previsione delle manifestazioni esterne della scuola. Verso la fine dell’anno cerco di insegnare, in conformità con i gusti dell’alunno, alcune canzoni, in modo da dare a tutti la possibilità di continuare a suonare divertendosi durante le vacanze estive.
Obiettivi Conoscenza ed applicazione della tecnica strumentale di base Saper elaborare ed applicare autonomamente la diteggiatura delle due mani Sviluppo della tecnica dell’arpeggio Sviluppo delle note simultanee, anche con i bassi pieni Uso di scale a due ottave Sviluppo degli accordi senza e con il barrè Uso più specifico della seconda posizione e impostazione delle posiz. più avanzate Iniziale uso dei legati più semplici Capacità di lettura, comprensione e interpretazione del linguaggio musicale Sviluppo della conoscenza delle note nelle posizioni più avanzate Lettura musicale nei tempi semplici e composti con figurazioni ritmiche più complesse Iniziale capacità di analisi formale ed uso del fraseggio Saper eseguire brani a due e tre parti Capacità di integrazione in un insieme strumentale Sviluppo delle capacità evidenziate in prima Uso della chitarra anche in funzione ritmica di accompagnamento Capacità di costruzione e rielaborazione di materiali sonori. Saper improvvisare sulla scala pentatonica completa (tutte le corde) nelle tonalità più
semplici, come mi m. e sol M. Saper sviluppare una costruzione melodica su materiale armonico dato
CLASSE TERZA Durante lo svolgimento del terzo anno scolastico comincia ad apparire evidente il divario di conoscenze e aspettative tra chi vorrà continuare lo studio dello strumento anche dopo la terza media e chi invece considererà terminato lo studio dopo l’esame di licenza. Per chi continua il lavoro dovrà estendersi a comprendere esercizi di tecnica pura, scale di Segovia, arpeggi ecc., studi del periodi classico come Sor, Aguado, Giuliani, Carcassi, in modo da offrire all’alunno i mezzi più idonei per sostenere un eventuale esame di ammissione in un Istituto Musicale o in Conservatorio. Con i ragazzi che non intendono continuare in modo “professionale” si privilegerà la pratica dell’accompagnamento, cercando di far capire quali sono io criteri che permettono di crare un ritmo, una melodia, un’armonia, in modo da renderli il più possibile autonomi nel suonare e cantare le canzoni.
Obiettivi Conoscenza ed applicazione della tecnica strumentale di base Sviluppo ed applicazione autonoma della diteggiatura delle due mani Ulteriore sviluppo della tecnica dell’arpeggio Conoscenza ed uso delle scale nelle tonalità più agevoli Sviluppo della conoscenza delle varie posizioni Uso degli accordi completi, arpeggiati e con il plettro Saper eseguire legature più complesse Capacità di lettura, comprensione e interpretazione del linguaggio musicale Conoscenza delle note su tutta la tastiera
Letture musicali con figurazioni più complesse Sviluppo della conoscenza delle tonalità di base, accordi e loro concatenazione Saper eseguire brani a più parti Sviluppo delle capacità di analisi formale di base e uso corretto del fraseggio Capacità di operare scelte interpretative Capacità di integrazione in un insieme strumentale Sviluppo delle capacità evidenziate nella classe seconda Capacità di costruzione e rielaborazione di materiali sonori. Sviluppo degli obiettivi evidenziati nella classe seconda
Libri usati nel corso del triennio: R.Chiesa-Guitar Gradus, B.Giuffredi-A scuola con la chitarra,V.Paradiso-La chitarra volante, V.Paradiso-La chitarra volante, H.TeuchertMusiche rinascimentali e barocche, F.Carulli, F.Sor, D.Aguado, M.Giuliani-estratti dai metodi e dai volumi di studi semplici, G.Signorile-Composizioni per chitarra sola e d’assieme
UNA LEZIONE IN PRIMA…(esemplificazione metodologica)
Dopo alcuni anni di sperimentazioni didattiche relative a metodi di approccio alla chitarra ho elaborato alcune idee che mi hanno permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati. Innanzitutto l’individualizzazione del programma: ogni alunno è un caso a sé, dal punto di vista comportamentale, cognitivo, fisico e difficilmente le tappe dell’apprendimento saranno comuni a tutti. Di qui l’esigenza di formare gruppi di due allievi che durante la lezione possano interagire sia praticamente che emozionalmente, suonando ed osservando, anche per poterli utilizzare contemporaneamente per piccole improvvisazioni estemporanee o brevi melodie con l’aggiunta di un semplice accompagnamento. I brani da studiare a volte li improvviso anch’io, seguendo naturalmente dei criteri precisi, nel senso che in basa al momento che si sta vivendo insieme in classe mi oriento su una sequenza di note anziché su un’altra. Es.:Federica mi chiede dove ho trascorso le vacanze. Io le rispondo che sono stato in Oriente. Parlo un po’ di quest’argomento, mi accorgo che la cosa interessa, parlo degli strumenti musicali che usano i ragazzi in Cina, improvviso una sequenza di note di ispirazione orientale, la scrivo alla lavagna, la suoniamo insieme. Scrivo una piccola parte d’accompagnamento sulle corde basse, la propongo all’altra alunna, ed ecco un brano su cui lavorare, non solo a livello strumentale, ma anche a livello culturale più ampio. Questo tipo di lezione è un piccolo esempio di ciò che significa per me educare alla musica ed educare con las musica, ma non voglio tralasciare del tutto gli aspetti tradizionali del mio insegnamento. E’ importante che un allievo sappia riconoscere una nota, un simbolo, una frase e sappia suonare correttamente lo spartito proposto, ma ciò che mi preme è che il cammino che porta a ciò abbia un connotato di attività e volontà e non di succube passività. Trovo quindi giusto compendiare questo lavoro con lo studio di alcuni brani scelti fra i i classici metodi di Carulli, Giuliani, Sagraras, Storti ecc., tenendo presente che se al posto di “esercizio n.3” o “Moderato” intitoliamo gli stessi brani “Passeggiata nel bosco” o “A
caccia delle note”, otterremo che gli allievi saranno più incuriositi e stimolati nello studio, pensando di suonare una “canzone”, e non un esercizio!
ATTIVITA’ EXTRA-DIDATTICA 2000-2001 Per parlare di questa parte importante della mia vita scolastica desidero premettere alcune considerazioni. Vi sono attività che non fanno parte strettamente della vita didattica del corso a indirizzo musicale ma possono essere di grande aiuto nella gestione dello stesso e nel motivare maggiormente i ragazzi che lo frequentano. Faccio riferimento in particolar modo a saggi, concorsi musicali, rassegne ecc… Con la classe a ind.mus. quest’anno abbiamo partecipano ai concorsi di Rivoli, Città di Castello, Casarza Ligure e abbiamo contribuito alla riuscita dello spettacolo “La città in classe”. Come sempre, ho notato che queste manifestazioni sono di grande stimolo per i ragazzi che riescono a finalizzare meglio alcuni obiettivi del proprio studio e a trarre soddisfazioni meritate in relazione all’impegno. Cosa importante da sottolineare è che queste attività sono state vissute bene non solo dal punto di vista strumentale ma anche e soprattutto da quello comportamentale, dimostrando che la musica è una disciplina che educa e contribuisce a migliorare le relazioni interpersonali ed il proprio autocontrollo.
TEORIA E SOLFEGGIO A partire dall’anno scolastico 2000-2001 si è deciso (come suggerito dal d.m.) di affidare agli insegnanti di strumento l’insegnamento di teoria e solfeggio. Questa nuova materia ha innanzitutto creato un po’ di disagio, dato che i docenti probabilmente non l’avevano mai insegnata, ed ha costretto gli stessi a diminuire leggermente il monte ore dedicato allo
strumento, portando le lezioni da 50 minuti (strumento)o un’ora (musica d’assieme)a 45 minuti. Il corso si è sviluppato in modo orizzontale: ogni insegnante ha gestito la propria classe strumentale (prima, seconda e terza) programmando con i colleghi una traccia di lavoro comune e verifiche collegiali dell’attività svolta. Si è dato particolare rilievo all’attività ritmica, specialmente nella classe prima, data l’importanza che tale materia riveste nell’applicazione pratica strumentale. Le lezioni si sono avvalse di dispense, tratte da libri in uso nelle scuole di musica, e di appunti dettati dall’insegnante.
MUSICA D’ASSIEME Da molti anni ormai il corso a indirizzo musicale della nostra scuola ha uno spazio orario dedicato alla musica d’assieme (una lezione per settimana), ritenendo la stessa un veicolo privilegiato per l’educazione alla musica, al rispetto delle regole, alla socializzazione, e contribuendo a creare entusiasmo e impegno attorno al corso stesso. Le lezioni sono iniziate nel mese di novembre, con la preparazione del saggio di Natale, che ha coinvolto l’orchestra di seconda e terza e il gruppo di prima come parte del coro. Successivamente si sono scritte, arrangiate e studiate partiture sia come orchestra che come gruppi strumentali e alcuni lavori sono stati portati a importanti concorsi dedicati agli allievi delle scuole medie a indirizzo musicale. Mi sembra giusto far notare che il risultato di tale lavoro è stato eccellente e i nostri ragazzi hanno avuto la soddisfazione di vincere anche alcuni primi premi, sia come piccoli gruppi che come orchestra. Il lavoro finale si è concretizzato attraverso la realizzazione del progetto “La città in classe”, mostra-spettacolo che ha coinvolto l’intera scuola, con installazioni riguardanti la cultura, la storia, la natura di Busca e un’azione teatrale-musicale avente come soggetto la storia della città. Al progetto hanno partecipato tutte le componenti della scuola e il corso a indirizzo musicale si è naturalmente occupato della scrittura e della realizzazione delle musiche di
scena.
RELAZIONE FINALE
Classe prima: è sicuramente una delle migliori classi che ho avuto negli ultimi anni, per cui il risultato raggiunto è notevole. Alcune individualità spiccano particolarmente e grazie alla loro azione anche i meno dotati hanno trovato motivazioni ed esempi a cui attingere. E’ servita molto in questo caso la lezione a coppie, sia come confronto che come stimolo. Il programma ha riguardato gli aspetti fondamentali della tecnica e dell’impostazione strumentale per giungere infine a studi e brani polifonici a due parti. Classe seconda: in questa classe si avverte molto la diversità di mentalità, di stimoli ed aspettative dei singolo allievi. Alcuni di loro hanno affrontato il programma con serietà e sono giunti ad un ottimo livello di conoscenze e di padronanza dello strumento, mentre altri presentano ancora problemi di impostazione, diteggiatura, lettura ecc… Parlo di aspettative perché è chiaro che per qualcuno di loro lo studio dello strumento è molto secondario a qualsiasi altra attività per cui non possono pensare di ottenere risultati apprezzabili senza impegno. Il programma affrontato riguarda la continuazione di studi e brani anche polifonici a tre parti e l’inizio della pratica dell’accompagnamento. Classe terza: l’ottimo livello medio del gruppo ha permesso il raggiungimento di tutti gli obiettivi proposti a inizio anno; in più l’affiatamento creatosi tra i ragazzi anche nei miei confronti mi ha consentito di affrontare argomenti tecnici che raramente avevo affrontato prima. Ad esempio, nel corso dell’esame di licenza un allievo ha eseguito un preludio di Bach, altri allievi dei blues, collegandoli alla storia della musica e della società americana… Per finire, tutti gli allievi della classe di chitarra continueranno a studiare lo strumento, chi all’Istituo Musicale, chi al Liceo a ind.mus., chi privatamente, cosa che ritengo importante indice di interesse, volontà e maturità.
Busca, 15 giugno 2001 EMBED MS_ClipArt_Gallery