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ANNO LII - N. 117
lunedi' 28 aprile 2014
SPECIALE PESCA L'Economia e la politica della pesca nel mondo FRANCIA: IL SETTORE DELLA PESCA NUOVAMENTE INDEBOLITO DALLE TEMPESTE DI QUEST’INVERNO 05 aprile 2014 – A Guilvinec, secondo porto per la pesca del paese, poco meno di 3.000 anime, i pescatori hanno disertato le strade. Dopo il cessare delle continue tempeste che hanno immobilizzato le loro imbarcazioni alla banchina da meta’ dicembre alla fine del mese di febbraio, i marinai passano la maggior parte del tempo in acqua, per tentare di recuperare il mancato guadagno di questo inizio d’anno. “Siamo abituati al cattivo tempo ma questo e’ stato veramente eccezionale”, dice Gaetan Lappart, giovane pescatore di Douarnenez (Finistere), che e’ potuto uscire a bordo del suo bolincheur [nave per la pesca al pesce azzurro – sardine, acciughe…] solo cinque volte in un mese. Nei paesi della Cornovaglia in Bretagna, i cui sette porti nel sud di Finistere rappresentano un quarto della pesca francese, la quantita’ di pesce tra i mesi di gennaio e febbraio e’ crollata del 40% rispetto all’anno precedente, secondo la Camera di commercio e dell’industria di Quimper. In alcuni porti, come in quello di St Guenole’, questo dato ha raggiunto il 64%. (…) il governo, il 25 febbraio, ha deciso di accordare ai pescatori una ulteriore dilazione di tre mesi per pagare i loro contributi sociali dell’ultimo trimestre 2013. In un settore gia’ in crisi, questa diminuzione di tonnellaggio in pieno periodo di feste rappresenta un duro colpo, e non solo per i pescatori, ma per tutta la filiera. Gaetan ricorda che, come hanno dimostrato numerosi studi, “un posto di lavoro in mare, e’ tre posti di lavoro a terra”. Quindi “se uno soffre, e’ tutta la filiera che soffre”. (…) [Diane Jeantet, quotidiano – a cura di agra press (g)] SPAGNA: SECONDO LA COMMISSIONE EUROPEA LE TONNARE POTREBBERO BENEFICIARE DI AIUTI PUBBLICI FONDO PESCA 4 aprile 2014 – Le operazioni che prevedono l’uso delle tonnare, i proprietari e i pescatori potrebbero beneficiare degli aiuti pubblici previsti nell’ambito del Fondo europeo della pesca (Fep), in base alla risposta della Commissione Europea a un’interrogazione parlamentare. Il commissario europeo per gli affari marittimi e la pesca, Maria Damanaki, ha risposto a una domanda di due deputati socialisti, Dolores Garcia- Hierro (spagnola, ndt) e l’italiano Guido Milana, che hanno chiesto all’esecutivo UE di garantire che chi usa le tonnare possa beneficiare del sostegno previsto dal Fondo della pesca. Gli eurodeputati hanno spiegato che la definizione di tonnare approvata dal Parlamento Europeo come "arte della pesca tradizionale a rete fissa, ancorata al fondo per diversi mesi, costituita da un insieme di navi, reti, corde e ancoraggi che si trovano vicino alla costa per intercettare il passaggio delle specie ittiche migratorie, come il tonno e le specie affini, e condurle in un recinto da cui vengono pescate" non compare esplicitamente nel Fondo della pesca.
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Pertanto, l’eurodeputata spagnola Garcia-Hierro e l’italiano Milana hanno chiesto alla Commissione di assicurarsi che "questa tecnica di pesca potra’ accedere a tutte le possibili sovvenzioni nell’ambito del Fondo della pesca, alle stesse condizioni degli altri pescatori". A questo proposito, la Commissione ha sottolineato che "il legislatore non ha ritenuto necessario includere una definizione di tonnara nel Fep, dal momento che le definizioni adottate ai fini del Regolamento sulla politica comune della pesca, in particolare quella che definisce la tonnara, si applicano anche agli effetti del Fep". Secondo un comunicato del Partito socialista spagnolo, Garcia- Hierro ha espresso la sua soddisfazione "per la conferma ufficiale da parte dell’esecutivo UE della possibilita’ di finanziare il settore delle tonnare". [periodico on line - a cura di agra press (pf)] EGITTO: PAESE LAVORA AD AMMODERNAMENTO DEL PROPRIO SETTORE ITTICO 1 aprile 2014 – L’Egitto sta ammodernando il proprio settore ittico, attraverso l’applicazione di soluzioni tecnologiche e comunicative, come sensori remoti e sorveglianza satellitare, hanno dichiarato alcuni funzionari. Il Ministero dell’Agricoltura ha completato la prima fase del progetto di ammodernamento, in collaborazione con i Ministeri della Ricerca Scientifica, e delle Telecomunicazioni, ha confermato Fakhri Atallah, del Ministero dell’Agricoltura. L’autorita’ generale, competente per il telerilevamento e le scienze spaziali, presso il Ministero della Ricerca Scientifica, sta procedendo alla raccolta di dati, che scienziati specializzati in gestione della zona costiera e scienze marine utilizzeranno, poi, per emettere delle raccomandazioni, ha spiegato. Il progetto servira’ per creare un database geografico, basato su immagini satellitari, ha aggiunto. “La sorveglianza fermera’ lo sconfinamento nelle aree di pesca, e il loro inquinamento, e misurera’ la produzione ittica attuale, cosi’ da consentire l’incremento delle quantita’ pescate”, ha detto, spiegando che l’obiettivo e’ quello di raggiungere l’autosufficienza nazionale, nella prima fase del progetto, e quello di avviare le esportazioni, nella seconda. “Il progetto migliorera’ la sicurezza alimentare dell’Egitto e fara’ dell’attivita’ ittica un’importante fonte delle entrate nazionali”, ha confermato Atallah. Oltre all’aumento della produzione delle aziende ittiche egiziane, il progetto dovrebbe fornire, nei prossimi tre anni, migliaia di nuovi posti di lavoro, ed estendere i suoi benefici ai settori collegati alla pesca, ha detto. La produzione ittica dell’Egitto proviene dalle aziende che operano nel settore dell’acquacoltura, e dalla pesca commerciale effettuata nel Mar Mediterraneo, nel Mar Rosso, nel Nilo e nei laghi. “L’Egitto occupa il primo posto, all’interno della regione dell’Africa e del Medio Oriente, per quanto riguarda l’allevamento ittico, e l’ottavo posto al mondo, con 1,1 milioni di tonnellate”, ha dichiarato Mesbah Khairuddin, della Central Agency for Public Mobilization and Statistics. La pesca commerciale produce circa 300.000 tonnellate di pesce all’anno, ha detto. La domanda egiziana di pesce e’ pari a quasi due milioni di tonnellate l’anno, ha ricordato Khairuddin, e il deficit produttivo viene importato dall’estero. “Il Ministero dell’Agricoltura incoraggera’ gli investimenti nel settore ittico, fornendo agevolazioni creditizie a coloro che desiderano creare nuove aziende ittiche, o espandere quelle esistenti, con l’obiettivo precipuo di portare da uno a cinque acri di terra la superficie destinata all’allevamento ittico, ha dichiarato. L’inquinamento marino e la mancanza di moderni metodi di pesca costituiscono le sfide principali cui il settore si trova, oggi, a dover far fronte, ha spiegato. “Questo progetto e’ destinato ad aumentare la quota pro capite di pesce da 14 a 16,5 chili al mese, entro il 2017, tenendo conto delle previsioni di crescita della popolazione in
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questo stesso lasso di tempo”, ha dichiarato Ayman Othman, esperto del settore e professore presso la Facolta’ di Scienze dell’Universita’ del Cairo. Il continuo aumento della popolazione e il deficit produttivo hanno determinato una contrazione delle scorte ittiche pro capite, ha spiegato, nel corso di un’intervista rilasciata al sito internet Al-Shorfa. Il progetto utilizzera’ le nuove tecnologie che consentiranno al Ministero dell’Agricoltura di stimare la quantita’ di scorte ittiche e la loro localizzazione, per meglio guidare i pescatori, ha detto. Studi condotti dalla Facolta’ di Scienze dell’Universita’ del Cairo “hanno evidenziato la necessita’ di un attento monitoraggio del settore ittico, da parte dei ministeri competenti”, ha affermato. Tutto cio’ si traduce nel “controllo dei mangimi utilizzati per allevare i pesci, della freschezza del pesce venduto nei mercati, delle condizioni di conservazione, trasporto e refrigerazione, oltre all’adozione di provvedimenti tesi a contrastare gli sconfinamenti nelle aree di pesca, e a fermare la crescita urbana, impedendo che questa possa causare l’inquinamento dei mari”, ha concluso. [Waleed Abu al-Khair, portale – a cura di agra press] SPAGNA: IL GOVERNO RAFFORZA LA LEGGE PER COMBATTERE LA PESCA ILLEGALE 11 aprile 2014 – La riforma della legge sulla pesca marittima approvata dal Consiglio dei ministri e’ l’ultima iniziativa di Miguel Arias Canete a capo del ministero dell’agricoltura. Il suo scopo: impedire la pesca illegale, promuovere l’uguaglianza di genere e il turismo marino. Con la revisione della legge sulla pesca il governo vuole "aggiornare" regole risalenti al 2001, adeguandole all’evoluzione delle norme comunitarie e alla necessita’ di una "profonda revisione", come ha spiegato Arias Canete in conferenza stampa. Il ministro ha indicato che, in questo modo, il governo si adegua all’ultima riforma della Politica comune della pesca e alle indicazioni delle Nazioni Unite nei confronti delle flotte e dei pescatori illegali. Un altro scopo della nuova normativa e’ quello di riconoscere la parita’ di trattamento tra uomini e donne nel settore della pesca e dell’acquacoltura e di responsabilizzare gli imprenditori in questo campo. Come ha spiegato Arias Canete, la revisione della legge della pesca ha diversi punti, due dei quali sono legati con le sanzioni per gli operatori che non agiscono in modo "sostenibile". Inoltre , la riforma si inquadra nella realizzazione della cosiddetta "patente a punti" che funziona per la pesca in modo inverso quella delle automobili, perche’ il proprietario o la barca che fa delle infrazioni riceve punti e quando raggiunge un certo livello puo’ avere sospesa la licenza. Il regolamento distingue tra diverse sanzioni pecunarie, a seconda della gravita’ dell’infrazione. (...) La riforma presentata oggi definisce un "quadro giuridico coerente" a livello internazionale, per evitare vuoti legislativi e rafforzare gli interventi dell’amministrazione contro gli operatori illegali. (...) Un’altra parte del regolamento ha come obiettivo la promozione della "diversificazione" economica di questo settore e, in particolare, la regolamentazione del cosiddetto "turismo della pesca o marittimo", in cui i pescatori possono imbarcare passeggeri, un’attivita’ che puo’ essere un complemento al reddito della flotta. Si tratta secondo il ministro di "gettare le basi" per dinamizzare le zone costiere con questo tipo di opzione turistica. [agenzia di informazione - a cura di agra press (pf)]
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ONG PRESENTA PETIZIONE LEGALE PER DIVIETO PESCA TONNO ROSSO DEL PACIFICO – FISH INFORMATION AND SERVICES 11 aprile 2014 – Il Centro per la Diversita’ Biologica (organizzazione no profit statunitense, NdT) ha presentato una petizione legale sollecitando il National Marine Fisheries Service (NMFS, agenzia federale USA, responsabile delle risorse marine viventi e del loro habitat, NdT) a proibire la pesca del tonno rosso del Pacifico. L’ONG evidenzia come la popolazione di questo pesce, una volta abbondante, abbia subito un calo del 96% da quando e’ iniziata la pesca su larga scala, che ha reso necessario richiedere l’intervento del Pacific Fishery Management Council, nel raccomandare nuove norme per la gestione del tonno rosso del Pacifico entro l’8 aprile. Il Centro sostiene che il consiglio abbia rifiutato di adottare misure per aiutare il tonno rosso. “Nonostante il tonno rosso sia un pesce molto rapido e che vive ad alte profondita’, non e’ in grado di sfuggire all’insaziabile amore mondiale per il sushi,” afferma l’avvocato del Centro, Catherine Kilduff. “Per salvare il tonno rosso del Pacifico sono necessarie azioni drastiche ad ogni livello, e si dovrebbe iniziare proteggendoli nelle zone di alimentazione al largo della California e del Messico”. La petizione richiede all’NMFS di aggiungere il tonno rosso del Pacifico ad una lista di specie in pericolo, che devono essere immediatamente liberato se catturate, lista che include i grandi squali bianchi e altri pesci vulnerabili al declino dovuto alla pesca. Il Centro dichiara che, mentre nella pesca sportiva statunitense si continua a catturare il tonno rosso, spesso spostandosi in acque messicane, ormai la marineria commerciale per il tonno rosso del Pacifico, una volta molto attiva, e’ una reliquia, con poche catture sporadiche negli ultimi decenni. E afferma che la maggior parte dei tonni rossi catturati lungo la Costa Ovest non sono ancora adulti. “I giorni in cui era possibile vedere tonni rossi del Pacifico lunghi tre metri sono ormai purtroppo pochi e distanti tra loro. Chi gestisce le marinerie statunitensi non dovrebbe stare a guardare mentre uno dei piu’ splendidi pesci del nostro oceano viene eliminato prima di aver raggiunto la completa maturita’,” afferma Kilduff. “Non prendere tutte le misure possibili per prevenire l’estinzione del tonno rosso sarebbe un tragico errore”. L’ONG spiega che il tonno rosso del Pacifico depone le uova nel Pacifico occidentale, vicino al Giappone, e alcuni dei nuovi nati migrano verso la corrente della California ancora giovani, per cibarsi di acciughe, aringhe e di granchi rossi pelagici. Una volta giunto nell’Oceano Pacifico Orientale, il tonno rosso vi rimane per qualche anno, prima di tornare nelle acque giapponesi per deporre le uova. Non si sa che percentuale della popolazione migri, attraverso l’oceano fino alla Costa Ovest degli Stati Uniti, non avendo ancora raggiunto la completa maturita’ o ritorni dopo aver deposto le uova completamente sviluppato. [portale – a cura di agra press (gin)] MAROCCO: PESCA, NUOVO CENTRO DI QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE MARITTIMO A TANGERI 11 aprile 2014 – Con un investimento di 10,7 milioni di dirham, questa nuova struttura per la formazione e’ destinata a sostenerne l’attivita’ marittima della regione. In questa occasione, il ministro dell’agricoltura e della pesca marittima, Aziz Akhannouch, ha dichiarato che “questo centro importante, la cui creazione fa parte del Progetto “Halieutis” di sviluppo del settore della pesca, rafforza la regione in questo settore nel bacino del Mediterraneo”. Realizzato su di un terreno di 2.789 mq, questa nuova struttura contribuira’ allo sviluppo delle competenze umane attraverso la formazione continua, e l’alfabetizzazione funzionale. Inoltre, l’impianto assicurera’ la formazione in settori legati all’utilizzo, alla guida e alla manutenzione delle navi da pesca, alla valorizzazione dei prodotti della pesca, alla conservazione delle risorse alieutiche e alla salvaguardia dell’ambiente marino. (…) Frutto di una collaborazione tra i ministeri dell’agricoltura e della pesca marittima e dell’educazione nazionale e della formazione professionale, il centro dovra’ soddisfare tutte le condizioni di occupazione dei giovani e di promozione del tessuto economico
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regionale. Dovra’ accompagnare la realizzazione dei diversi cantieri marittimi e portuali avviati nella regione (nuovo porto di pesca di Tangeri, complesso portuale Tangeri-Med e il villaggio di pesca “Dalia”). (…) [Laila Zerrour con MAP, quotidiano – a cura di agra press (g)] MAURITANIA: AZIENDE ITTICHE DOVREBBERO CONTRIBUIRE DI PIU’ ALL’ECONOMIA 9 aprile 2014 – A prima vista, la Mauritania non sembra essere un contesto geografico promettente per la produzione alimentare. Il paese si trova al margine dell’inospitale deserto del Sahara, con milioni di chilometri quadrati formati da nient’altro che da dune di sabbia. Secondo l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), piu’ dell’80% della superficie del paese e’ costituita da deserto. Per di piu’, ricorrenti siccita’, degrado ambientale e periodiche invasioni di locuste fanno si’ che il paese sperimenti “deficit alimentari strutturali”. Eppure, i 754 chilometri di costa atlantica della Mauritania sono tra le piu’ ricche zone di pesca del mondo. La costa, che si estende dal Sahara occidentale, controllato dal Marocco, al Senegal, offre al governo di Nouakchott la rara opportunita’ di migliorare la sicurezza alimentare interna, guadagnare valuta pregiata, e sviluppare l’economia nazionale. Ma i critici sostengono che la Mauritania abbia finora sfruttato queste zone di pesca solo come fonte di valuta pregiata, senza riuscire a sviluppare la sua economia, o a migliorare la sicurezza alimentare. Il paese ha iniziato a sfruttare sistematicamente il settore ittico nel 1979, e da allora ha concluso accordi bilaterali con diversi paesi confinanti, come il Marocco e l’Algeria, e con paesi leader del settore, come la Russia, il Giappone e l’Unione Europea. L’Unione Europea, per esempio, sostiene che il suo accordo ittico con il paese africano, noto come EU-Mauritania Fisheries Partnership Agreement, sia il piu’ importante accordo ittico di Bruxelles, sia in termini di volume, sia in termini di diversita’ produttiva. Nel 2012, le due controparti hanno firmato l’ultimo accordo biennale, che consente a piu’ di 100 imbarcazioni di 11 paesi membri dell’Unione Europea di pescare nelle acque della Mauritania. In cambio, l’Unione Europea paga 70 milioni di euro l’anno. Gli accordi con i paesi stranieri offrono un importante fonte di reddito per il governo a corto di soldi, ma gli esperti sostengono che debba fare di piu’ per sviluppare il settore. Solo il 5%-10% del pesce catturato viene scaricato nei porti della Mauritania, e una percentuale molto piu’ piccola viene lavorata localmente, secondo le stime europee. Il Marocco, al contrario, e’ stato in grado di sviluppare un’industria forte, costringendo i pescherecci europei a scaricare la maggior parte delle loro catture nei porti locali. La FAO ha esortato Nouakchott ”a migliorare l’integrazione del settore ittico all’interno dell’economia nazionale, lavorando le catture in Mauritania”. Attualmente, piu’ del 95% del pesce catturato viene esportato come prodotto surgelato. “Il settore e’ fondamentale per le entrate del governo, ma non crea molti posti di lavoro, come avviene altrove”. Alcuni dirigenti stranieri lamentano il fatto che il paese offra servizi scadenti per l’industria ittica, e che i costi siano elevati, in particolare per quanto riguarda l’elettricita’ necessaria per lo stoccaggio a freddo. Un dirigente sostiene che i costi siano tre volte superiori, rispetto a quelli delle isole spagnole delle Canarie, situate nell’oceano Atlantico, a nord della Mauritania. Anche l’eccessivo sfruttamento delle ricche zone di pesca – soprattutto delle specie piu’ pregiate, come calamari e gamberetti – costituisce una seria preoccupazione, secondo alcuni critici stranieri. Come riportato da Greenpeace, i pescherecci europei stanno contribuendo al sovrasfruttamento delle risorse ittiche della Mauritania. L’organizzazione ambientalista sostiene che ci vogliano piu’ di 56 tradizionali imbarcazioni mauritane all’anno per catturare il volume di pesce che un peschereccio industriale europeo e’ in grado catturare e lavorare in un solo giorno.
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In un rapporto pubblicato lo scorso anno, il governo tedesco afferma che “sfruttando le proprie risorse ittiche, in modo sostenibile, la Mauritania potrebbe preservare, nel lungo periodo, circa 40.000 posti di lavoro”. Mentre il settore ittico e’ in attesa di riforme che potrebbero renderlo un fattore propulsivo della crescita economica e della sicurezza alimentare, il settore agricolo si trova a dover far fronte a una situazione ancora piu’ difficile. Situato all’interno del Sahel – l’arida regione a sud del deserto del Sahara, che comprende paesi come il Burkina Faso, il Mali, la Mauritania, il Niger, il Senegal e il Ciad – il paese necessita urgentemente di infrastrutture idriche, per coltivare maggiori quantita’ di generi alimentari. La Banca Mondiale e l’Unione Europea hanno stanziato 8 miliardi di dollari di aiuti a favore della regione, in parte per migliorare il sistema di irrigazione e aumentare la produzione agricola. “I prezzi alimentari continuano a essere elevati, riducendo il potere d’acquisto di famiglie vulnerabili, e rendendo piu’ difficile il loro accesso ai generi alimentari”, spiega la FAO. A Nouakchott, il costo della farina di frumento e’ arrivato, quest’anno, al picco record di 188 ouguiya mauritane (0,68 dollari) al chilo, quasi il doppio rispetto al prezzo di dieci anni fa, secondo quanto si evince dalla lettura dei dati diffusi della FAO. Il prezzo della farina di frumento e’ fondamentale, trattandosi di un alimento base, consumato sia come pane, sia come couscous. Il prezzo della carne di cammello, un importante fonte di proteine di origine animale, ha registrato un ulteriore aumento, raggiungendo quota 1.577 ouguiya mauritane al chilo, e una crescita del 130% in 10 anni. “Negli ultimi anni, la Mauritania e’ stata colpita da diverse gravi crisi alimentari che hanno determinato un depauperamento delle risorse familiari, ed elevati livelli di indebitamento”, ha avvertito la FAO nel suo ultimo rapporto. “Il conflitto armato nella zona settentrionale del paese ha spinto migliaia di maliani ad attraversare il confine, e a entrare in Mauritania … Questi rifugiati rappresentano un onere aggiuntivo per una regione che, nel 2012, e’ stata colpita da una grave crisi alimentare e nutritiva”, ha aggiunto. [Javier Blas, quotidiano – a cura di agra press] STATI UNITI: NUOTARE FINO AL MARE? AI SALMONI VIENE DATO UN PASSAGGIO 18 aprile 2014 – Nel suo scivolare lungo il fiume Sacramento, la Merva W sembrava uguale a qualunque altro peschereccio dimesso diretto verso il Golden Gate Bridge. Tuttavia nessun’altra barca conteneva un carico cosi’ sorprendente o aveva una missione cosi’ inusuale come la sua: la Merva W dava un passaggio verso il Pacifico a 100.000 giovani salmoni, nella speranza di farli sopravvivere. La siccita’ record in California non costringe solamente le citta’ a razionare l’acqua e gli agricoltori a vendere il bestiame. Minaccia anche milioni di salmoni, poiche’ lo scarso livello di acqua dei fiumi non permette una corrente sufficiente a guidare il pesce fino al mare. E con la temperatura dell’acqua dei fiumi in aumento, vi sono piu’ predatori in agguato. Con un atto che trasuda disperazione e speranza in parti uguali, il governo trasporta il salmone con camion e barconi nel tentativo di imitare la natura, per far si’ che nel giro di tre anni pesci completamente sviluppati possano risalire i fiumi. Per alcuni tipi di salmone “questo e’ un modo per sostenere la marineria,” ha affermato Peter B. Moyle, un biologo dell’Universita’ della California a Davis. “Per una specie in via di estinzione, e’ una misura disperata”. Durante questa primavera, circa 30 milioni di salmoni si muoveranno verso il mare. La speranza e’ che, nel giro di tre anni, ne ritornino decine di migliaia. [Felicity Barringer, quotidiano – a cura di agra press (gin)] NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 19:28 E' vietata la riproduzione totale o parziale e la distribuzione con qualsiasi mezzo delle notizie di AGRA PRESS, salvo espliciti e specifici accordi in materia con citazione della fonte. I TESTI CITATI SONO DISPONIBILI CON RIFERIMENTO AL NUMERO DI NOTIZIA Tel 0668806721 - fax 0668807954 - email
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