1 LEZIONE – STORIA DELLE OLIMPIADI LE ORIGINI I Giochi olimpici antichi furono delle celebrazioni atletiche e religiose, svolte nella città della Grecia antica, Olimpia, storicamente dal 776 a.C. al 393 d.C, anno in cui l'imperatore Teodosio le soppresse, poiché considerate feste pagane (Editto di Tessalonica). Dal 473 A.C (77° olimpiade) in poi le manifestazioni sportive duravano 5 giorni: I giorno: Riti religiosi II giorno: mattina: corsa dei carri e dei cavalli con i fantini pomeriggio: pentathlon (lancio del disco, salto in lungo, lotta, giavellotto e corsa dei 200 m III giorno: -mattina: cerimonie religiose e sacrifici in onore agli dei -pomeriggio: gara degli juniores (12-18 anni) IV giorno: -mattina: varie gare di corsa -pomeriggio: pancrazio (mescolanza tra pugilato e lotta), pugilato V giorno: I vincitori banchettavano e si ringraziavano gli dei con cerimonie religiose. GARE IPPICHE Tra le gare più importanti c’erano la quadriga (o carro veloce a due ruote) trainato da quattro cavalli e il galoppo (i fantini non avevano ausili). Il vincitore era il proprietario del cavallo e non il fantino. Per gli uomini pubblici era importante avere cavalli e fantini di ottima qualità poiché da questi ne derivava la loro importanza e fama. Riguardo alle regole non si sa molto, salvo che la partenza era determinata da un sorteggio. CORSA (Stadio: 200 metri; Diaulo: 400 metri) Vi erano inoltre delle gare di resistenza come la corsa con addosso armature pesanti, oppure i 5000 metri corsi senza scarpe. Durante le olimpiadi veniva anche fatta la staffetta con fiaccola. Era necessario percorrere l’Olimpia nel minor tempo possibile tenendo in mano la fiaccola e facendo la staffetta (20002500 metri). La partenza e l’arrivo corrispondevano alla statua di Zeus. LANCIO DEL DISCO Sono stati ritrovati dischi in metallo di 2 kg e di 20-23 cm di diametro. Ogni città aveva tecniche diverse. L’antico agonista, dopo aver saldamente impugnato il disco, procedeva dalla piazzola di tiro (balbis) al lancio con una tecnica del tutto diversa da quella attuale, che prevedeva la rotazione completa del corpo per imprimere una spinta maggiore del disco. LANCIO DEL GIAVELLOTTO Si trattava di un bastone di legno leggero con una punta in metallo che non solo consentiva all’asta di conficcarsi perfettamente nel terreno, ma spostandone il baricentro verso la punta ne favoriva la
traiettoria che risultava così più lunga e stabile. Il lancio poteva avvenire da fermo oppure prendendo una rincorsa; in ogni caso non si doveva superare un determinato limite, pena la squalifica. La misura media di un buon lancio si aggirava intorno ai 46 metri. SALTO IN LUNGO L'atleta, nel salto in lungo, cominciava l'esercizio su una sorta di pedana e atterrava sul morbido, in una specie di buca dal terreno sufficientemente smosso, tanto da permettere un'agevole base d'appoggio a conclusione del salto. PUGILATO Il pugilato, agli inizi veniva disputato a mani nude. Ben presto, tuttavia, si passò all’uso di guantoni costituiti da corregge di bue intrecciate che, coprivano il polso e spesso salivano a cingere l’avambraccio, se non addirittura tutto il braccio del pugile. Gli incontri di pugilato, secondo il rituale olimpico, si svolgevano a mezzogiorno. La gara non consentiva interruzioni ma si prolungava fino all'atterramento di uno dei due contendenti, che doveva dichiarare apertamente la sconfitta, sollevando la mano. PENTATHLON Composto da corsa, salto, lancio del giavellotto, lancio del disco e lotta, il pentathlon era lo sport più completo. Per la corsa era necessaria una giornata intera. La lotta veniva eseguita per ultima ed era a eliminazione diretta. Le altre gare erano a eliminazione progressiva e si gareggiava secondo un sorteggio. LOTTA La lotta entrò a far parte delle discipline olimpiche nel 708 a.C. Gli incontri di lotta si suddividevano in tre specialità: l’ orthopale, che era il tipo più adatto agli atleti che sfoderavano colpi particolarmente spettacolari (valeva la regola della vittoria dopo tre atterramenti e fu la sola specialità accettata ai giochi); l’alindissis, che era la specialità praticata durante gli allenamenti (l’incontro terminava solo quando uno dei contendenti si dichiarava vinto); l’acrochirismòs, che era la lotta speciale in cui i lottatori si servivano esclusivamente delle dita ed era certamente la più cruenta tra le lotte. I LUOGHI DELLO SPORT GRECIA Gli addestramenti atletici venivano compiuti nel Gymnàsion, un complesso campo sportivo, situato nelle immediate vicinanze della città, comprendente un'area per la corsa e una palestra. Come ci testimonia Vitruvio (I sec. d.C.) nel suo "De architectura", il ginnasio era un impianto genuinamente greco, ed era articolato in una sala ipostila ("sostenuta da colonne"), con un cortile al centro destinato all’allenamento degli atleti, in scuole di lotta (la cosiddetta palaìstra o xystòs), in piste di corsa (il cosiddetto stàdion).. I ginnasi erano diretti da magistrati professionisti. Lo stadio era anticamente un luogo destinato soprattutto alle gare di atletica, così denominato perché la pista, in cui si svolgevano le competizioni. Le gare equestri, invece, si svolgevano nell’ippodromo (in greco il termine ippòdromos indica "pista per corse di cavalli"). I carri, affiancati sulla linea di partenza, erano disposti a forma di prua di nave. I momenti cruciali e più spettacolari di tutta la competizione erano la partenza ed il giro della meta.
OLIMPIADI MODERNE Solo nel 1894 la tradizione olimpica cominciava a riprendere piede, grazie alla fondazione del CIO (comitato olimpico internazionale) da parte di Pierre de Coubertin. La prima edizione delle Olimpiadi moderne ebbe sede ad Atene e, per la prima volta fu pronunciata la formula di apertura dei Giochi: Dichiaro aperti i Giochi della I edizione dell’era moderna. Il simbolo dei cinque anelli intrecciati rappresentanti i cinque continenti compare per la prima volta ad Anversa 1920, mentre il rituale della fiamma olimpica fu introdotto da Hitler a Berlino 1936. Un piccolo risollevamento degli ideali si è visto ad Amsterdam 1928 quando per la prima volta hanno gareggiato le donne, e a Città del Messico 1968 quando l'ultimo tedoforo è stato per la prima volta una donna. Per ciò spesso i valori proclamati da De Coubertin si sono dissolti, come nelle Olimpiadi naziste di Berlino 1936 o nell'attentato a Monaco 1972. Nelle ultime edizioni si è fatto sempre più vivo il problema del doping. Succede così che i titoli olimpici, che in precedenza erano il coronamento dell’esistenza sportiva di un’atleta non professionista, siano ora vinti da sportivi per professione che certo non tengono in gran conto il motto di De Coubertin: conta più partecipare che vincere. SPARTA Sparta era una città Stato dominata da una aristocrazia guerriera che spingeva ad una selezione degli individui sin dalla nascita. Una delle prove iniziatorie con le quali dimostrare di essere divenuto un vero soldato consisteva nell’andarsene per un mese dalla città, tornando con un uomo morto, ucciso dal soldato. I ragazzi dovevano mostrare ogni anno di essere forti e coraggiosi disputando delle prove molto dure e severe davanti agli occhi di genitori ed insegnanti. L’educazione (spartana), conserva lo stesso spirito di un addestramento dell’oplita (soldato spartano). La formazione Alla nascita il neonato veniva presentato alla commissione di anziani che valutava il futuro cittadino: non veniva accettato se non bello, ben formato e robusto. Fino a sette anni lo Stato delegava i suoi poteri alla famiglia, parlando più propriamente di allevamento. A sette anni il giovane passava sotto intera tutela statale. La dura educazione che andava da quell’età fino ai vent’anni era posta sotto autorità di un commissario dell’educazione: 7-11: preparazione dei fanciulli 12-16: preparazione dei ragazzi 17-20: preparazione degli efebi L’educatore spartano cerca di sviluppare nel fanciullo la resistenza al dolore; la sua virilità e la sua combattività sono create abituandolo ai colpi. Lo scopo era quello di formare dei soldati forti. ATENE (6° a 3° sec. a.C, egemonia sulla Grecia) Ad Atene, società democratica e raffinata da un punto di vista intellettuale la concezione dello sport e dell’esercizio fisico era molto più filosofica rispetto a Sparta. Vennero costruite numerose palestre pubbliche, e tutto si basava sul concetto noto di: MENS SANA IN CORPORE SANO. I SOFISTI I sofisti ("i sapienti") erano dei maestri di virtù che si facevano pagare per i loro insegnamenti. Per tale motivo furono criticati aspramente dai loro contemporanei, soprattutto da Socrate (e poi da Platone e Aristotele). In realtà la figura del sofista si pone in questo senso come precursore dell'educatore e dell'insegnante, in quanto si guadagnava da vivere vendendo il suo sapere. Essi furono i primi ad elaborare
il concetto occidentale di cultura (paideia), non intesa come un insieme di conoscenze specializzate, ma come la formazione di un individuo nell'ambito di un popolo o di un contesto sociale. La retorica è l'argomento centrale del loro insegnamento; mediante la carica persuasiva della parola, infatti, essi insegnano la morale, le leggi e i sistemi politici. I Sofisti e lo sport I sofisti si preoccupavano principalmente del successo politico. Per loro il corpo non era un fattore da considerare, per tale motivo essi svalutavano l’educazione corporea. Tuttavia i ginnasi continuarono ad essere ben frequentati, ma solo perché ciò era diventata un’usanza. PLATONE Platone si trovò davanti a due sistemi di educazione: - uno si incentrava sul corpo e trascurava la mente; - l’altro la paideia dei sofisti preparava la mente dei giovani per suscitare in loro ambizioni politiche. E venne influenzato da Socrate secondo il quale l’anima era spirito e doveva dominare se stessa e il corpo. LA REPUBBLICA Nella Repubblica, Platone non mette mai in dubbio il valore educativo e la necessità della ginnastica. Nell’opera, analizza la differenza tra ginnastica militare, ginnastica degli atleti professionisti e ginnastica preconizzata dai medici. Considera in particolare il clima psicologico ed etico della ginnastica militare mettendone in rilievo gli intimi rapporti con l’anima e il suo ruolo nella preparazione alla guerra. IL TIMEO Si trattava di un’opera di fisiologia, che si concentrava sulle relazioni dell’uomo con il mondo e di quelle dell’anima con il corpo nell’individuo. Nella parte conclusiva del dialogo vengono descritte le caratteristiche fisiche dell'uomo, analizzando funzione e costituzione dei vari organi e trattando delle parti mortali dell'anima, quella irascibile e quella appetitiva. Vengono inoltre trattati l'invecchiamento e la morte, e le malattie che colpiscono corpo e anima. In conclusione si descrivono le sorti dell'anima dopo la morte che, se poco curata, va a reincarnarsi in corpo di donna o di animale, in base alla gravità della sua condizione. ANIMA E CORPO Secondo Platone era necessaria un’educazione che stabilisse le giuste relazioni tra anima e corpo. Dalla giusta proporzione di queste due derivavano bellezza e virtù. Anche se l’anima veniva considerata superiore al corpo solo insieme ad esso si poteva raggiungere la perfezione. GINNASTICA E MUSICA Platone associava la ginnastica alla musica, poiché entrambi erano aspetti complementari dell’anima, per cui avevano valore solo se associate. La prima si concentrava sulla formazione di un temperamento ardente, la seconda su un temperamento filosofico. Erano entrambe un duplice dono di Dio. Repubblica: La ginnastica militare ha un ‘importanza pratica nella difesa dello Stato. Timeo: La ginnastica ha un’importanza metafisica. L’individuo prende esempio dal Macrocosmo.
LE LEGGI Le Leggi prendono in considerazione anche esercizi di genere diverso rispetto a quelli per la preparazione del guerriero come ad esempio la danza e la corsa. Secondo Platone non esisteva miglior addestramento alla guerra della ginnastica. Platone e Ippocrate Per Platone erano esercizi ginnici tutti i movimenti che non venivano costretti da cause esterne. Nasceva così il concetto di esercizio passivo. Platone riteneva assurdo sottoporre l’anima a esercizi ginnici. Ippocrate distingueva gli esercizi naturali da quelli forzati. Ma non riconosceva la superiorità di uno sull’altro. Egli prendeva in considerazione la ginnastica dell’anima. CONCLUSIONI Platone aveva superato al distinzione tra le tre ginnastiche. Era arrivato alla conclusione che esisteva una sola ginnastica meritevole di considerazione nella misura in cui aveva funzione educativa. Incluse la ginnastica nella paideia che a sua volta era determinata in tutti i suoi aspetti da una conoscenza del Bene.