Città di Torino Da "Bambini" n° 6/1989
Divisione Servizi Educativi-Settore Servizi per l'Infanzia Archivio "Bambini"
La proposta di uno strumento per la documentazione del primo periodo di frequenza del bambino nel nido
L’INSERIMENTO DEL BAMBINO NEL NIDO : VERSO UN APPROCCIO SISTEMICO di Aldo Fortunati*
Alcune considerazioni generali Non c'è dubbio che le problematiche legate al momento dell'inserimento del bambino piccolo nel nido siano fra quelle che hanno maggiormente polarizzato, nel corso degli ultimi quindici anni, l'attenzione e l'interesse di studiosi, educatori e genitori; tutti quanti, se anche per ,motivi e secondo angolature concettuali diverse, hanno attribuito rilievo a questo momento proprio in quanto contesto di transizione fra situazioni diverse. D'altra parte, ci sembra che in molti sensi siano andate mutando, nel corso del tempo, le modalità di concettualizzare questa situazione come anche le modalità partecipative dell'adulto (genitore e educatore) in relazione a questo momento. In particolare: 1) dall'idea, mutuata da una lettura "rigida" della teoria dell'attaccamento, della rischiosità dell'esperienza del nido per il bambino, si è passati ad una articolazione dei valori formativi di questa esperienza in relazione ad un maggiore accredito di competenze al bambino e alla consapevolezza.di poter offrire a queste un più ampio orizzonte di manifestazione proprio all'interno del nido;
Ciò non semplicemente e non solo in quanto l'inserimento al nido sarebbe uno stimolo alla socializzazione precoce, ma, più complessivamente, all'interno di una definizione generare dei processi di sviluppo in senso sistemico-ecologico; quest'ultima chiave di lettura, infatti, favorisce l'idea dello sviluppo non come effetto di semplici "fattori stimolanti" ma come prodotto dei processi di interazione che si svolgono fra un organismo che cresce ed un ambiente che va modificando e progressivamente articolando la sua struttura. All'interno di questo schema concettuale di riferimento, il processo di inserimento al nido può essere letto come una delle tante l'transizioni ecologiche" che si realizzano nel corso dello sviluppo l'ogni qualvolta la posizione di un indivi duo nell'ambiente ecologico si modi. fica in seguito ad un cambiamento di ruolo, situazione ambientale o di entrambi. (Bronfenbrenner U., 1986, Ecologia dello sviluppo umano. Bologna, Il Mulino, p. 61)
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2) dalla considerazione dei presunti tempi privilegiati per l'inserimento (legata alla questione della "paura degli estranei"), si è passati ad una specificazione dei requisiti di qualità -i modi e i tempi -da tenere presenti in questa situazione: Il concetto di continuità fra contesto familiare e del nido e quello di gradualità dell’adattamento; 3) dall’idea dell’educatore come “sostituto materno”, si è arrivati alla precisazione delle caratteristiche peculiari delle due figure – del ge nitore e dell'educatore -in relazione al bambino, e alla sottolineatura della loro complementarietà; 4) dalla rigida constatazione delle diversità fra contesto familiare e del nido, veicolo dell'idea del nido come "contesto alternativo" alla famiglia, si è passati ad un approfondimento del valore e della produttività, per il bambino, proprio delle differenze, non più lette in chiave oppositiva ma all'interno delle relazioni dt complementarietà che le legano. Questi fatti, legati più o meno direttamente alla maturazione progressiva dell'asilo nido come istituzione educativa ed all'incremento della percezione sociale di questo suo ruolo, convergono nella direzione di una concettualizzazione del processo di inserimento del bambino nel nido in termini di fattore determinante degli stessi processi evo lutivi del bambino.
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In questo senso, il momento dell'inserimento diventa un importante crocevia all'interno del più generale processo di adattamento reciproco (di "accoppiamento strutturale" in termini di teoria dei sistemi; cfr. Maturana, H. e F. Varela, 1987, L'albero della conoscenza, Milano, Garzanti) fra sistemi diversi, la famiglia e il nido. La nostra impressione è che proprio in questa direzione si stia orientando il lavoro degli educatori, nella consapevolezza che una misura della qualità dell'esperienza del bambino nel nido sia riconducibile in modo diretto alla misura dei margini di discrepanza ed equilibrio all'interno delle relazioni fra contesto familiare e del nido. Questo orientamento, inoltre, tende ad emanciparsi da atteggiamenti ancora frammentari e approssimativi (per esempio, la semplice constatazione dell'importanza di inserire il genitore insieme o prima del bambino) per inscriversi in un complesso sistemico di strategie relative ai tempi e alle modalità di gestione dell'inserimento in relazione sia al bambino che all'adulto. A questa organizzazione complessiva sono riconducibili alcuni punti sui quali ci sembra si vada realizzando una progressiva convergenza: 1) "la determinazione dei periodi in cui inserire i bambini". È opportuno che gli inserimenti non si svolgano in tutti i periodi dell'anno ma in uno o due "scaglioni", concentrandosi nei primi mesi di apertura del nido -settembre, ottobre -e, eventualmente, nei mesi di gennaio e febbraio; questo influisce positivamente sulla stabilità del sistema nido e, conseguentemente, sulla qualità delle esperienze fatte dai bambini al suo interno. Questo aspetto richiede una sintonia fra programmazione pedagogica e amministrativa del servizio. 2) "L'incontro con i genitori prima dell'inserimento". Non è semplicemente importante che un genitore partecipi direttamente, con la propria presenza, ai primi giorni di frequenza del proprio bambino nel nido; occorre che questo momento sia preparato da altre occasioni di con aspetti rilevanti
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in questo contesto ci sembrano due: a) la presentazione del nido -il suo ambiente e i principali dati sulla sua organizzazione -possibilmente nell'ultima parte dell'anno scolastico precedente l'inserimento del bambino e in una situazione assembleare; b) un contatto individualizzato fra educatori e genitori una decina di giorni prima dell'inserimento per approfondire la conoscenza reciproca, e come occasione offerta al genitore per esprimere e confrontare con l'educatore le proprie aspettative, i problemi, le eventuali ansie; questo colloquio, in cui concordare anche i tempi dell'inserimento, può svolgersi nel nido e/o a casa del bambino. Queste circostanze preliminari promuovono l'immagine del nido come contesto formativo e non di custodia e contribuiscono al buon svolgimento dell'inserimento. 3) "Le strategie specifiche mirate al sostegno del bambino nei processi di adattamento alla situazione nuoya:'. Si _tratta di un campo nel quale le scelte e le proposte sono anche molto diver-
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sificate, eppure tutte orientate, se con angolature diverse, alla non occasionalità dell'intervento; in particolare, i punti sui quali l'attenzione ci sembra focalizzarsi secondo precise intenzioni e scopi sono: a) il contesto interpersonale offerto al bambino nei primi giorni di frequenza, con proposte diversificate ma che si stanno -ci sembra produttivamente orientando anche verso una valorizzazione del ruolo dei bambini che già frequentano da tempo come mediatorio nei processi di adattamento del bambino nuovo; b) il contesto fisico dell'inserimento, con la sua caratterizzazione non in termini di contenitore neutrale delle relazioni interpersonali che il bambino va progressivamente costruendo, ma come rilevante elemento del sistema nei confronti del quale il bambino costruisce le sue strategie di esplorazione e conoscenza; c) il contesto dei tempi di svolgimento dell'inserimento, con la individuazione della necessità di una compartecipazione equilibrata di genitori e educatori alla loro determinazione in
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pagine della Rivista (cfr. numeri da settembre a maggio), in relazione alla documentazione di altri aspetti dell'esperienza del bambino nel nido. In continuità col criterio seguito già in alcuni dei precedenti articoli, presentiamo, di seguito, uno strumento predisposto per la documentazione completa del periodo dell'inserimento del bambino nel nido, dal momento del colloquio individuale con i genitori fino al completamento del primo mese di frequenza.
1I “quaderno del1’inserimento”
relazione ai diversi casi individuali. Anche in questo caso siamo di fronte allo sviluppo di una prospettiva di approccio di tipo sistemico; un suo ulteriore sviluppo -lo proponiamo come considerazione nostra personale -consisterebbe in una nuova concettualizzazione del ruolo dell'educa~ tore, esplicitamente orientata a individuarlo non come "figura di riferimento" ma piuttosto come "mediatore di relazioni" fra il bambino e gli altri elementi (altri bambini, spazi, oggetti, etc.) del sistema. Di contrappunto rispetto a queste considerazioni, ci sembra se ne possano fare altre in relazione ad alcune questioni che ci sembrano meno diffusamente sviluppate; si tratta del problema della documentazione delle diverse fasi dell'inserimento e dell'altro relativo ad una maggiore articolazione della dimensione del rapporto con le famiglie nell'arco dell'anno. I due aspetti sono evidentemente legati da relazioni forti. Per un verso, infatti, l'affermazione della complementari età degli universi familiari e del nido implica l'impegno
per una non occasionalità dei reciproci contatti, anche oltre la fase dell'inserimento del bambino, e, dunque, la programmazione di situazioni di incontro periodiche che riescono probabilmente ad essere massimamente produttive in quanto diversificate (per esempio: assemblee, incontri di sezione, colloqui individuali, incontri di lavoro, feste, etc.). Per l'altro verso, inoltre, l'investimento sull'osservazione, documentazione e valutazione del momento dell'inserimento costituisce un contributo per il perseguimento di due importanti obbiettivi: 1) alimentare il processo di riflessione sulle strategie adottate e orientare il loro rimodellamento/adeguamento permanente; 2) rendere disponibile una memoria organica delle esperienze del bambino nel nido, anche durante il primo periodo di frequenza, perché su questa base possa realizzarsi nel modo migliore lo scambio di informazioni e conoscenze con i genitori. Questi due ultimi obbiettivi sono identici a quelli che abbiamo proposto, in altre recenti occasioni, sulle
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Occorre dire, in via preliminare, che lo strumento che presentiamo è il risultato di una esperienza di riflessione sul momento dell'inserimento tesa alla individuazione di consapevoli modalità operative per la sua gestione. Il "quaderno" è uno dei prodotti di questa esperienza, che si è svolta, secondo direzioni relativamente omogenee, in numerosi nidi della Toscana*"; come tale, non pensiamo sia possibile un suo automatico trasferimento in situazioni diverse da quelle che hanno condotto alla sua genesi; non vogliamo escludere questa possibilità, ma sot tolineare l'importanza di un processo di appropriazione (e forse di parziale rimodellamento) dello strumento da parte degli educatori, che preceda il suo uso vero e proprio. Una caratteristica dello strumento che ci sembra importante evidenziare è quella di possedere 'una articolazione interna che individua quattro diverse parti (vedi oltre); all'interno di ognuna di queste parti, la ulteriore strutturazione, pur avendo lo scopo di orientare l'osservazione e/o la raccolta di dati, non contiene nessuna domanda "chiusa" o "a scelta multipla". Questo criterio ha corrisposto;,in sede di elaborazione dello strumento, all'esigenza di orientare una raccolta ordinata e sistematica di dati dando tuttavia contemporaneamente spazio a tutti gli aspetti caratteristici di ogni situazione particolare. * in particolare, nei nidi di: Camaiore, Castelfranco, Certaldo, Empoli, Impruneta, Pietrasanta, Poggibonsi, Pontedera, S. Croce, S. Gimignano, S. Miniato, Scandicci, Signa, Viareggio.
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Lo strumento si compone di quattro parti: 1) scheda per la documentazione del colloquio preliminare; 2) schede per la documentazione del comportamento del bambino nel coro so dei primi giorni di frequenza; 3) schede per la raccolta ordinata e organica delle informazioni e dei dati sul bambino e sul contesto familiare; 4)scheda per il l/profilo" del bambino. Le schede del 1 o tipo vanno utilizzate prima dell'ingresso del bambino nel nido; quelle del 2° tipo nel corso delle prime settimane di frequenza, quelle del 3° e del4° tipo nell'arco del primo mese di frequenza. Nessun tipo di scheda va compilata quando sia in corso una interazione col bambino o con i genitori. Sulla base delle prime esperienze d'uso dello strumento, è possibile fare alcune considerazioni: 1) le voci contenute nelle schede numerate da 1 a 5 sono risultate talvolta ripetitive e, in certi casi, gli educatori hanno provveduto ad alcune “cancellazioni"; 2) nei casi di frequenza irregolare del bambino, è risultato troppo stretto
il termine orientativo di un mese per la compilazione del primo l/profilo" del bambino, che, in questi casi, è stato fatto dopo due-tre mesi dall'inizio della frequenza. A parte queste riflessioni critiche, che hanno condotto ad un parziale rimodellamento di alcune parti e di alcune regole d'uso dello strumento, è tuttavia emersa la produttività del suo impiego sia in relazione al continuo Il monitoraggio" dello svolgimento dell'inserimento, sia come contributo di partenza alla documentazione sistematica delle esperienze del bambino nel nido; in questo ultimo senso, è già avviato un lavoro di integrazione dei dati raccolti nel contesto dell'inserimento con quelli risultanti dall'uso di altri strumenti di osservazione in relazione agli altri contesti di esperienza cui partecipa il bambino nel corso della sua frequenza al nido.
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