Comunità Pastorale Beata Vergine del Rosario
PARROCCHIA S. MAURIZIO - Vimercate
Notiziario parrocchiale N. 04.2014-2015 18 gennaio 2015
Una Chiesa aperta sul mondo. “La chiesa o è aperta, o si ammala” Così Francesco nel suo linguaggio immediato ha più volte affermato. Una Chiesa che guarda solo sé stessa e legge quello che succede a questo mondo solo con i suoi libri, le sue idee, le sue esperienze si ammala di una malattia che il Papa chiama “autoreferenzialità”. Una Chiesa che non esce da sé stessa, prima o poi, si ammala a causa dell’aria viziata che respira stando nelle sua stanza chiusa. È anche vero che a una Chiesa che esce allo scoperto può succedere quello che può avvenire a chiunque vada per strada: e cioè di avere un incidente. Ma, di fronte a questa alternativa, vi voglio dire francamente che preferisco mille volte una Chiesa ferita che una Chiesa ammalata. La malattia tipica della Chiesa chiusa è l’autoreferenzialità; guardare sé stessa, essere incurvata su sé stessa come quella donna del vangelo [fa riferimento alla donna di cui il vangelo dice: "C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo." Lc 13,11, ndr]. È una specie di narcisismo che ci spinge prima a una sorta di mondanità spirituale e di sofisticato clericalismo, e poi ci impedisce di sperimentare “la dolce e confortante gioia di evangelizzare”. (Papa Francesco ai vescovi dell’Argentina 25.03.2013) Questa strana malattia non inizia quando pensiamo alla nostra comunità sganciata dalle altre parrocchie, ma già quando pensiamo al nostro servizio interno alla comunità come un gruppo autonomo: i catechisti, i liturgisti, gli addetti alla carità, i preti… E sì, i preti, perché questo meccanismo si genera quando da collegio in servizio alla comunità ci trasformiamo in gruppo, magari un po’ ‘casta’, trasferendo sulla comunità e sui servizio i nostri stessi mali, il nostro “sofisticato clericalismo”, per riprendere Francesco. Non credo che una comunità possa ammalarsi di autoreferenzialità senza il nostro apporto. Di que-
sto ci tocca fare ammenda. E la circostanza è favorevole: il 1° febbraio, la parrocchia di S. Maurizio celebra la memoria del titolare della sua nuova Chiesa, il Beato Carlo Andrea Ferrari. Lui nella grande tradizione dei vescovi ambrosiani ci ha insegnato con la sua vita che “il campo è il mondo”, quasi vivendo “ante litteram” le intuizioni che hanno ispirato le linee pastorali del nostro Arcivescovo __ anni fa. Fu storia di sofferenze e ombre pienamente diradate dalla constatazione delle virtù eroiche nel processo di beatificazione. Carlo Andrea seppe scommettere su un mondo in cambiamento. E mi piace pensare che la scelta di questo grande pastore e testimone del suo tempo (per l’approfondimento rimando all’articolo di Renato Ravasi a pag. 5) quale titolare della nostra Chiesa, sia un segno della ‘mission’ di S. Maurizio che ho più volte sottolineato: una parrocchia anima di un quartiere. La visita natalizia alle famiglie per me è stato l’incontro con uomini e donne, bambini, giovani e anziani con un grande desiderio: uscire dalle solitudini e da quella cultura del sospetto che chiude e indurisce i cuori, come Papa Francesco ha ben spiegato nell’omelia del 9 gennaio u.s. a S. Marta.
A Natale abbiamo aperto una porta per andare a Betlemme, la casa-del-pane, nel nostro presepe parrocchiale. Continueremo ad aprire porte sul nostro quartiere, varchi sulle periferie, per continuare la chiamata a raccolta dei discepoli di Gesù e di uomini e donne che al di là di ogni credo hanno voglia di mettersi in gioco con noi. Il Beato Carlo Andrea ci benedica. Don Michele
La fretta dell’amore Impara a amare ciò che desideri Ma anche ciò che gli assomiglia Sii esigente e sii paziente È Natale ogni mattino che vivi Scarta con cura il pacco dei giorni Ringrazia, ricambia, sorridi. (Stefano Benni, Di tutte le ricchezze) Ogni nuovo giorno, come un nuovo Natale, ci è dato uno straordinario regalo da scartare con cura: il tempo. Bel mistero il tempo: calendari e orologi tentano di misurarlo, ma un'unica ora ci può sembrare un’eternità, un'altra invece vola in un attimo ... Capiterà così anche nel nuovo anno, nelle ore più difficili e pesanti e nelle ore più felici e lievi. Il tempo sfugge dalle nostre mani, nonostante i nostri tentativi di trattenerlo. Il quadro di Chagall (Il pendolo con l’ala blu, 1949) che ho scelto per la copertina ce lo racconta: una grande ala blu sembra far volar via il pendolo, il tempo. Ma a dare senso al tempo, a salvarlo, c’è una coppia di amanti dipinti proprio sul pendolo. Qualcuno ha scritto: “La brutta notizia è che il tempo vola, la buona notizia è che il pilota sei tu!” Auguro allora a ciascuno di saper “pilotare” il proprio tempo nelle curve della vita con l’audacia della speranza e della tenerezza. Come papa Francesco, che sa sempre arrivare al cuore di tutti, ci ha detto con straordinaria semplicità: “Il Natale oggi ci parla della tenerezza e della speranza. Dio incontrandoci ci dice due cose: abbiate speranza e non abbiate paura della tenerezza. Quando i cristiani si dimenticano della speranza e della tenerezza, diventano una Chiesa fredda ... Ho paura quando i cristiani perdono la speranza e la capacità di abbracciare e accarezzare”. E quando le ore difficili sopraggiungeranno, potremmo imparare da un padre-chef: Una figlia si lamentava con suo padre circa la sua vita e di come le cose le risultavano tanto difficili. Non sapeva come fare per proseguire e credeva di darsi per vinta. Era stanca di lottare. Sembrava che quando risolveva un problema, ne apparisse un altro. Suo padre, uno chef di cucina, la portò al suo posto di lavoro. Riempì tre pentole con acqua e le pose sul fuoco. Quando l’acqua delle tre pentole stava bollendo, in una 2
mise delle carote, in un’altra mise delle uova e nell'ultima mise alcuni grani di caffé. Lasciò bollire l’acqua senza dire parola. La figlia aspettò impazientemente, domandandosi cosa stesse facendo il padre. Dopo un po’ di minuti il padre spense il fuoco. Tirò fuori le carote e le collocò in una scodella. Tirò fuori le uova e le collocò in un altro piatto. Colò il caffé e lo mise in un terzo recipiente. Guardando sua figlia le disse: “Cara figlia mia, carote, uova o caffé?”. La fece avvicinare e le chiese di toccare le carote: la figlia le toccò e notò che erano soffici; dopo le chiese di prendere un uovo e di romperlo, e mentre lo tirava fuori dal guscio, osservò l’uovo sodo. Poi chiese di provare il caffé: sorrise mentre godeva del suo ricco aroma. La figlia allora domandò: “Cosa significa tutto questo, papà?”. Il padre le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa avversità, “l’acqua bollente”, ma avevano reagito in maniera differente. La carota arrivò all'acqua forte, dura, superba; ma bollendo con l’acqua, era diventata debole e facile da disfare. L’uovo invece era arrivato all'acqua fragile con il suo guscio fine che proteggeva il suo interno molle, ma dopo essere stato nell’acqua bollente, il suo interno si era indurito. Invece, i grani di caffé, erano unici: dopo essere stati in acqua, bollendo, avevano cambiato l’acqua. “Quale sei tu figlia. quando l’avversità suona alla tua porta; come rispondi?”, le disse. “Sei come una carota che sembra forte ma quando l’avversità ed il dolore ti toccano, diventi debole e perdi la tua forza?” “Sei come un uovo che comincia con un cuore malleabile e buono di spirito, ma che dopo una avversità o per un inciampo durante il tragitto, diventa duro e rigido? Esternamente ti vedi uguale, ma sei amareggiata ed aspra, con uno spirito ed un cuore indurito?” “O sei come un grano di caffé? Il caffé cambia l’acqua, l’elemento che gli causa dolore. Quando l’acqua arriva al punto di ebollizione il caffé raggiunge il suo migliore sapore.” “Se sei come il grano di caffé, quan-
do le cose si mettono peggio, tu sai reagire in forma positiva, senza lasciarti vincere, e fai sì che le cose che ti succedono migliorino, fai in modo che esista sempre una luce che illumina la tua strada davanti all'avversità e quella della gente che ti circonda. Per questo motivo non mancare mai di diffondere con la tua forza e positività il “dolce aroma del caffé”. Un ultimo augurio: affrettiamoci ad amare! Perché chi non ha ancora cominciato ad amare non è ancora nato. Perché l’amore ha fretta di farci felici. Il cristiano non crede a una vita futura, questo è l’oppio dei popoli; il cristiano crede a una vita eterna. Se è eterna è già incominciata. Allora comincia adesso la vostra felicità. (Louis Evély) DON MIRKO BELLORA www.donmirkobellora.it
Festa della Santa Famiglia A tutti gli sposi e le spose degli ultimi cinque anni e ai bimbi e alle bimbe frutto di questo amore. La Chiesa Ambrosiana celebrerà domenica 25 gennaio prossimo la festa della Famiglia di Nazaret. Abbiamo pensato di invitare tutti voi ad un momento di gioia per dire grazie al Padre per il dono che siete voi e per ringraziare ciascuno di voi perché avete scommesso sull'amore. Un amore che non ci aspettiamo 'perfetto', senza intoppi e fragilità. Lui lo sa... E si allea con noi per farci forti della sua forza... Raoul, Annamaria, Franco e Francesca, che vi hanno accompagnato nel percorso in preparazione al matrimonio, saranno lieti di condividere con voi questa festa. Sono invitati tutti coloro che sono passati per San Maurizio in preparazione del loro matrimonio celebrato in questi ultimi cinque anni, come anche coloro che abitano nel territorio parrocchiale. Don Michele rivolge un invito personale agli sposi di cui ha celebrato personalmente le nozze in questi anni di ministero a Vimercate: c'è una benedizione da rinnovare a cui Gesù vi invita.
Ci vedremo dunque domenica 25 gennaio in parrocchia di San Maurizio alle 18.00 nella Chiesa "Card Ferrari" (via Donizetti - Vimercate) per fare Eucarestia, per rinnovare l'alleanza nuziale. A seguire un happy hour alla nostra "Locanda di Cana" per stare un pò in amicizia (un cenno di adesione, o comunque di replica alla proposta, è molto gradito). Dimenticavo: portate i bambini. Una festa senza bimbi è un mortorio. Sono autorizzati a gattonare dovunque, a parlare e a giocare... Buon 2015 a tutti, in Gesù. la comunità di S. Maurizio
Centro Aiuto alla Vita (CAV) E’ stato nominato quale rappresentante della nostra parrocchia di San Maurizio all’interno del Centro Aiuto alla Vita (CAV) di Vimercate, Gianfranco Novielli, che ringraziamo per la sua disponibilità ad accettare l’incarico. Compito di Gianfranco, che peraltro svolge già da tempo il suo servizio di volontariato, sarà di tenere collegamenti tra il CAV e la nostra parrocchia, in particolare la Caritas parrocchiale e il Centro d'Ascolto, animando e promuovendo nella comunità parrocchiale quella cultura della vita che oggi, specialmente in Italia, esige nuova fiducia per una crescita della natalità cui Papa Francesco ci ha invitati il 28 dicembre scorso, nella festa della S. Famiglia. Ma poi c'è un motivo peculiare, un po' nostro: nel territorio di San Maurizio sorge la "Casa di Chiara", segno concreto della cultura dell'accoglienza della vita per tutto il decanato di Vimercate. Collocazione questa che non crediamo affatto 'casuale'... Da questo dono è scaturita, tra l'altro, la gioia di ritrovarsi una volta l'anno attorno a Gesù Eucarestia, nella vigilia del Corpus Domini, per contemplare la vita nel Pane della Vita. Ci auguriamo che nel servizio che Gianfranco svolgerà all’interno del CAV non vengano a mancare necessarie nuove collaborazioni che, ci auspichiamo, possano affiancarlo. un sentito grazie da parte della comunità di San Maurizio
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Commissione Famiglia Decanale
Festa della Famiglia - 2015 Famiglia piccola Chiesa domestica Incontro con i coniugi Colzani Responsabili dal 2009 al 2014 dell’Ufficio Famiglia della Diocesi di Milano
Agrate Brianza domenica 18 gennaio 2015 ore 15,00 Centro Parrocchiale - Via Mazzini 54 www.decanatovimercate.org
Un euro per … San Maurizio Sottoscrizione a premi 2015
ESTRAZIONI Domenica 1° febbraio, ore 17,00, Locanda di Cana 1° premio - Smart Box (tre giorni e due notti in località a scelta tra le proposte 2° premio - Bicicletta uomo 3° premio - 2 Wonderbox (1 notte per due persone + trattamento SPA) 4° premio - Acquarello “Bouganville” (pittrice Adele Morosati) 5° premio - Anello con perla 6° premio - Macchina per il pane Moulinex 7° premio - Scacchiera in pietra dura e poi altri simpaticissimi e utilissimi premi … I premi dovranno essere ritirati entro il 28 febbraio 2015 presso la Segreteria Parrocchiale
Chiedi uno o più carnet (10 biglietti) alla Segreteria Parrocchiale e coinvolgi amici, parenti e colleghi … Per reperire i biglietti contatta la Segreteria Parrocchiale: Dopo le SS Messe festive fino all’Epifania Lunedì, Giovedì e Sabato dalle 9,00 alle 12,00 Martedì, Mercoledì e Sabato dalle 15,30 alle 17,30 Telefona al 039 668718 oppure al 333 6069417 Invia una e_mail
[email protected] Le matrici dei biglietti dovranno essere riconsegnate entro il 25 gennaio 2015 presso la Segreteria 4
Parrocchiale
Il Card. Andrea Carlo Ferrari Una storia Il prossimo 1° febbraio la Chiesa Ambrosiana celebrerà la festa del Card. Arcivescovo Andrea Carlo Ferrari (il martirologio romano, invece, lo celebra il 2 febbraio, data della sua morte) al quale è dedicata la nostra chiesa parrocchiale. Chi era il card. Ferrari? Abbiamo raccolto qualche notizia sulla sua vita. Andrea Ferrari, figlio di Giuseppe e Maddalena Longarini, nasce a Lalatta di Palanzano, in diocesi di Parma, il 13 Agosto 1850. Nel 1861 viene accolto nel Seminario di Parma, dove studia teologia e filosofia. Nel 1873 viene ordinato Sacerdote. Nei primi anni da parroco, prima a Mariano poi a Fornovo Taro, si dedica soprattutto all’educazione dei giovani. Nel 1875 il Vescovo lo richiama a Parma come Vicerettore del Seminario dove lui stesso ha studiato. Due anni dopo, a soli 26 anni, succede al Rettore e per 15 anni vive con i suoi seminaristi e insegna fisica e matematica. Su richiesta del Vescovo si laurea in Teologia e diviene l’anima degli studi teologici diocesani. Nel 1890, a soli 40 anni, Papa Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci, 1878-1903) lo nomina Vescovo di Guastalla e un anno dopo Vescovo di Como, succedendo allo scomparso Luigi Nazari di Calabiana al quale era legato da profonda amicizia. In un clima difficile, dove ateismo e anticlericalismo dilagano, il Vescovo Ferrari si distingue per il suo zelo, che lo porta a visitare tutta la vastissima Diocesi di Como e, in primis, i poveri e gli ammalati. Nel 1894 il Papa lo nomina Arcivescovo di Milano. È in questa occasione che assume, accanto al suo nome di Battesimo, anche quello di Carlo, in onore di San Carlo Borromeo. Facendo sua l’esortazione di Papa Leone di “uscire dalle sacrestie”, il Cardinale intensifica il proprio impegno nel sociale. Per arginare la propaganda marxista e aiutare la popolazione, l’arcivescovo decide di attuare degli interventi sociali: vengono fondate le Casse di risparmio e le Cooperative di consumo. Nel 1898, durante i gravissimi disordini scoppiati a Milano a causa del malessere sociale, lo si accusò di tutto: di aver fomentato la rivolta in odio allo stato italiano, di essere fuggito nel giorno più sanguinoso della rivolta, con la scusa della visita pastorale che lo attendeva ad Asso, di non avere il coraggio di rientrare in città... il Generale Bava Beccaris, tra una cannonata e l'altra contro gli operai, gli dedicò una lettera sprezzante ed offensiva, la stampa lo denigrò senza complimenti, e si arrivò a spargere la voce
che Ferrari era ormai finito, e che il Papa l'avrebbe imboscato in Vaticano. Il Cardinale non si arrese e restò al suo posto. C'era un'altra tempesta da affrontare, ben più dolorosa, che doveva venirgli dall'interno della Chiesa di lì a qualche anno. Durante la campagna antimodernista (primo decennio del secolo), il Cardinale, così ossequiente alle direttive della S. Sede, fu sospettato di deviazionismo se non proprio di eresia, e come tale pubblicamente attaccato da intransigentissimi giornali cattolici, quali La Riscossa di Vicenza e La Liguria di Genova. Nell'accusa - presa per buona purtroppo dal Papa San Pio X - vennero coinvolti il seminario e il clero: né le sue precisazioni, né le lettere spedite in Vaticano da molti Vescovi e Cardinali servirono a chiarire l'equivoco; il Cardinale allora si chiuse nel silenzio e nella preghiera aspettando che l'ora delle tenebre passasse. E l'ora passò; negli ultimi mesi della sua vita, Pio X fu udito dire:"Su Ferrari ci siamo sbagliati". Ma fu soprattutto il nuovo Pontefice, Benedetto XV, a consolare l'Arcivescovo. Poche stagioni della storia della Chiesa, come quella in cui visse il Card. Ferrari, sono rivelatrici della complessità e talora della drammaticità di quel confronto-scontro con la modernità che, iniziato già con il Rinascimento, doveva concludersi soltanto a Novecento inoltrato, se non con una piena conciliazione, almeno con l’instaurazione di un rapporto benevolo e amicale con il concilio Vaticano II (1962-1965). In questo contesto il modernismo fu un movimento innovatore dei primi del Novecento che si è collocato ai limiti, e talora oltre i limiti dell’ortodossia cattolica, ma che tuttavia ha lasciato un segno profondo nella storia della Chiesa, concorrendo al rinnovamento delle scienze bibliche, all’aggiornamento della teologia, all’apertura di nuove prospettive nelle ricerche di storia della Chiesa. La vigilanza contro talune estremizzazioni del modernismo fu necessaria, ma troppo spesso si fu tentati di trasformare il libero dibattito delle idee, e la stessa libera ricerca storica, in un attentato alla ortodossia. Di talune intemperanze dei vertici ecclesiali ne fecero le spese, oltre al Card. Ferrari, anche altre grandi figure, in seguito pienamente riabilitate, quali ad esempio lo stesso Angelo Giuseppe Roncalli, poi Papa Giovanni XXIII, oggi santificato. Ma riprendiamo il corso della vicenda del nostro Card Ferrari quando una nuova prova lo attende con lo scoppio della prima guerra mondiale (1915-18). Contrario all’utilizzo delle armi e deciso fautore di una via diplomatica alla soluzione delle controversie internazionali il Cardinale si dedica alle attività di carità verso i più bisognosi e finalmente, anche nell'opinione pub5
blica più anticlericale, si dissipa il pregiudizio che faceva apparire “il Ferrari” come antipatriota. La Curia di piazza Fontana divenne il luogo a cui tutti potevano rivolgersi per sapere notizie di un congiunto disperso o defunto. La carità dell’arcivescovo fu instancabile specialmente nel corso delle epidemie infettive (la “spagnola”). Come San Carlo Borromeo, il Card. Ferrari non smise di girare la sua immensa arcidiocesi, composta di oltre 800 parrocchie, per portare i soccorsi della religione ed impose ai parroci la medesima vicinanza ai fedeli, che vedevano i loro giovani spediti allo sbaraglio nelle trincee in quella guerra che fu bollata da Papa Benedetto XV come “l’inutile strage”. Nel 1912 aveva promosso la fondazione di un nuovo quotidiano che sostituisse "L'Unione". Il nuovo organo d'informazione si chiamò "L'Italia". Dopo la guerra, l’opera sociale del Cardinale prosegue senza sosta: nascono le mense operaie, le mense quotidiane per i poveri. Nel 1921 sorge la Casa del Popolo, poi chiamata Opera Cardinal Ferrari. Nello stesso anno, viene inaugurata anche l’Università Cattolica, progetto alla cui realizzazione il Cardinale aveva fortemente lavorato negli anni precedenti. Nella primavera del 1918 il Cardinale si ammala di cancro alla gola. Il male si manifesta , «con una forte tosse e con una molesta raucedine», come si legge nelle cronache dell’epoca, che vela la voce del Cardinale e che, con il passare delle settimane, invece di regredire s’aggrava sempre di più. La sua grande generosità, del resto, per tutto il tempo del suo episcopato, aveva sottoposto la laringe a uno sforzo immane, pronunciando oltre ventimila discorsi, sempre a voce spiegata (non c’era il microfono allora..). Il 16 febbraio 1919, nella chiesa del Carmine a Milano è costretto ad annunciare ai fedeli che non può tenere il solito discorso, perché non gli basta la parola. Nonostante ciò non vuole limitare né tantomeno interrompere la sua intensa attività pastorale. Nel giugno di quell’anno, il suo medico curante scopre un papilloma sulla corda vocale di sinistra, che dopo una serie di esami istologici si rivela come un tumore maligno. Sono i medici che impongono al Card. Ferrari un periodo di riposo assoluto. Il Cardinale parte per Alassio dopo le celebrazioni per la festa di San Carlo, che coincideva con il giubileo del suo episcopato milanese. L’intera diocesi ambrosiana in quei giorni si stringe in preghiera attorno al suo pastore convalescente, che tuttavia non risparmia visite né benedizioni. E con l’inizio del periodo d’Avvento è di nuovo a Milano, senza che la sua salute, purtroppo, sia migliorata. Anzi, il Cardinale continua a peggiorare, tra febbri, emorragie, interventi chirurgici (che alla fi6
ne saranno ben tredici). Sopporta ogni cosa con forza esemplare, non rinunciando a nessuna delle funzioni né delle visite pastorali programmate, come rendendosi conto che ormai gli è rimasto poco tempo e ancora molto da fare.. Negli ultimi mesi non respira che a stento, e anche solo deglutire gli comporta una sofferenza atroce: eppure, per rimanere lucido e presente, fino all’ultimo rifiuta qualsiasi intervento per attutire il dolore. Il 13 novembre 1920 celebra la Santa Messa per l'ultima volta. Una folla enorme si assiepa intorno all'arcivescovado e poiché essa non accennava ad andarsene fu spalancato il portone d'ingresso. Al suo capezzale inizia un pellegrinaggio incessante, di persone di ogni condizione sociale, credenti e non credenti, che gli fanno visita. Si calcola che non meno di 15.000 persone siano sfilate davanti a lui nei tre mesi che ancora visse. Muore il 2 febbraio 1921. Nonostante la pioggia, i funerali del pastore defunto riuscirono un trionfo per l'incredibile concorso di vescovi, di sacerdoti e di fedeli. Il governo italiano lo commemorò alla camera e permise che fosse sepolto in duomo. Don Angelo Roncalli, che ebbe frequenti contatti con lui, lo considerò sempre "un autentico santo", e quando diventò papa non si stancava di ripetere: "Se Pio X aveva una statura di santità di un metro, il Card. Ferrari l'aveva di quattro". Il Beato Paolo VI (Giovanni Battista Montini, 1963-1978) ne riconobbe l'eroicità delle virtù il 1° febbraio 1975 e San Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) lo canonizzò il 10 maggio 1987. Le sue spoglie mortali, ancora ben conservate, sono venerate nel duomo di Milano sotto l'altare dedicato al S. Cuore di Gesù. Renato R.
I lavori in corso... Come ormai diciamo da diverso tempo, sono numerosi gli interventi necessari per mantenere in efficienza, almeno entro i limiti di una normale ordinaria manutenzione, gli stabili del nostro complesso parrocchiale. Impostazioni costruttive poco lungimiranti, come anche qualche evidente errore di realizzazione, hanno fatto sì che la costruzione della nuova chiesa card. Ferrari con le sue pertinenze sia risultata carente in varie sue parti strutturali. Oggi, questo comporta l’onere di intervenire oltre che nell’ordinarietà, anche nella straordinarietà.
I lavori attualmente in corso sono i seguenti: Seconda parte di rifacimento della copertura del complesso card. Ferrari, che interessa la sostituzione delle lattonerie in rame che coprono i muri perimetrali in mattoni, nonché la revisione dei canali sulle parti curve del fabbricato. Impermeabilizzazione e rivestimento della scala esterna di sicurezza di accesso alla Sala di Betania. Imbiancatura della parte bassa dell’aula liturgica della chiesa card. Ferrari. La parte alta, la cupola, è prevista quest’anno. Messa in sicurezza sagrato chiesa San Maurizio. Rifacimento gradini di accesso e posa di parapetto in ferro lungo il lato su strada. I canali sul tetto saranno oggetto quest’anno di un intervento di pulizia. il segretario CAEP
Insieme al sacerdote nella visita Natalizia Un’esperienza vissuta: sentirsi più ricchi.. dentro! Lunedì 1° dicembre 2014, in occasione della visita nelle case per il Santo Natale, ho sostituito un collaboratore che non ha potuto accompagnare Don Michele e Leonardo in questo percorso. Ho potuto così constatare un altro volto del nostro Don: la sua spiccata volontà di stare vicino a chi è solo, il non voler abbandonare chi soffre, il volere un bene speciale ai più deboli, l’amare i piccoli.. ai quali non fa mancare una parola dolce, scherzosa, ma soprattutto una Benedizione particolare facendo loro un segno della Croce sulla fronte. Spesso, sia ai grandi che ai piccini, ha fatto scegliere la preghiera che più si sentivano di recitare, non mettendo in imbarazzo chi magari non avrebbe saputo seguire la preghiera se fosse stata scelta dal prete stesso. Un neo però c’è stato.. ho incontrato tante persone che non partecipano all’incontro settimanale della domenica.. La cosa mi è molto dispiaciuta perché queste famiglie si perdono, innanzitutto, l’occasione della comunione fraterna nella comunità che riunita ringrazia il suo Signore, e poi anche di sentire le omelie di Don Michele. Arrivando a casa ho subito espresso in famiglia la gioia di questa esperienza, dicendo: “ Da questa sera mi sento più ricca.. dentro!” Grazie Don Michele. Mara G.
News In segreteria è a disposizione la nuova agenda liturgica 2014-2015 con la possibilità di prenotare le “Intenzioni di SS. Messe” sia per i defunti che per altre necessità. Il sito internet di S. Maurizio contiene sempre aggiornate le ultime informazioni e il calendario pastorale annuale con tutti gli eventi liturgici e non…
Anagrafe parrocchiale Hanno vissuto la loro Pasqua:
Beretta Giuseppe anni 88. 7
Ringraziamenti GRAZIE a Madre Orsolina e Don Luigi che durante le benedizioni natalizie hanno fatto molto per la nostra Parrocchia; GRAZIE agli accompagnatori adulti: Silvano, Maria Luisa, Renato, Lucia, Ileana, Chiara, Viviana C., Gabriella, Giovanna, Alberto, Ferruccio, Martina, Barbara, Maria Adele, Fabrizio, Mariano, Beppe, Fernanda, Mara, Viviana V., Agnese, Eugenio, Andrea, Giuliano, Gianfranco, Carolina. GRAZIE agli accompagnatori giovani: Gaia, Leonardo, Mattia, Stefano, Alessia, Giorgio, Andrea, Sara, Simone ed Aurora. GRAZIE ad Angelo Farina e Fausto Frigerio che con i lori trattori hanno ripulito i piazzali della nostra Chiesa e GRAZIE anche a Pierluigi, Enzo e Filippo che durante l’intero anno, costantemente, seguendo le varie stagioni..diserbano le varie zone verdi, mantengono in ordine la parte esterna della Chiesa, innaffiano piante, fiori, giardini, raccolgono le molteplici foglie che cadono in autunno. GRAZIE a chi si è dedicato per anni all’allestimento del “Banco vendita”, a chi si è impegnato nella vendita delle Stelle di Natale, a chi ha confezionato deliziosi bijou, agli Amici di Padre Marco, agli Scout, a chi si è fatto e si farà carico di distribuire ad amici e parenti i biglietti della sottoscrizione a premi. A tutti.. GRAZIE!!!
Orari, contatti e riferimenti Chiesa Card. Ferrari – Orari apertura settembre- giugno Lunedi
9-12
15.30-17.30
Martedì
9-12
15.30-17.30
Mercoledì
9-12
15.30-17.30
Giovedì
9-12
15.30-17.30
Venerdì
9-12
15.30-17.30
Sabato e prefestivi
9-12
15.30-19.00
8.30-12.00
15.30-19.00
Domenica e festivi
Riferimento: Raoul Raminzoni (
[email protected]) Chiesa San Maurizio (via Motta) – Orari apertura Lunedì - Venerdì 7,30 – 9,00 (esclusi festivi) Riferimento: Luigi Galbussera cell. 3393668202 Segreteria - Orari apertura settembre- giugno Lunedi Mercoledì Venerdì Domenica e festivi
9-12 15.30-17.30 15.30-17.30
Martedì Giovedì Sabato
15.30-17.30 9-12 9-12
Prima o dopo le celebrazioni, ci si può rivolgere agli incaricati di segreteria o di sacrestia presenti nell’assemblea liturgica.
Tel. 039.668718 – 333.6069417 - Mail:
[email protected] Per accedere alla segreteria, utilizzare l’ingresso su via Pergolesi (cancelletto piccolo) Coordinatrice: Mara Gianni (
[email protected]) Centro d’Ascolto Caritas Sabato: 16.00-17.30 Tel. 039.668718 Incaricato: Gianfranco Mauri - Mail:
[email protected] Ritrovo “Locanda di Cana” – Orari apertura settembre - giugno Sabato 14.30-18.00 Domenica 10.15-11.00 14.30-18.00 Coordinatrice: Rosella Vimercati (
[email protected]) Notiziario parrocchiale “Andate” Redattore: Renato Ravasi (
[email protected]) Sito internet parrocchiale: www.iqt.it (seguire link…) Riferimento: Maurizio Montefiori (
[email protected]) Vicario Referente Don Michele Di Nunzio – Riferimenti - Mail:
[email protected] Dal Lunedì al Giovedì ore 9,00 circa riceve in S. Maurizio (Via Motta) Mercoledì dalle 10.30 alle 11.30 confessa in Santuario Sabato ore 16,30-17,45 confessa in Card. Ferrari. 8
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