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L’editoriale del presidente Rinnovo Consiglio Direttivo S.U.S.O. 2010 - 2012 Prossimi appuntamenti Aggiornamenti sugli Studi di Settore La pec questa sconosciuta Quale ecm per i liberi professionisti odontoiatri ed ortodontisti? Elezioni S.I.D.O. Uso dei guanti nello studio odontoiatrico Il chirurgo maxillo-facciale può fare implantologia?
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Tac vietate ai dentisti Un socio ci scrive... Etica ed estetica in ortognatodonzia e chirurgia ortognatica Formazione continua S.U.S.O. Il convegno di Messina III congresso internazionale IFUNA e AIOFG Convenzioni S.U.S.O. A domanda... Risposta... Pubblicità S.U.S.O. Domanda di iscrizione al S.U.S.O.
L’Editoriale del Presidente Anno VIII - n.2 2009
SUSO news Notiziario trimestrale d’informazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia SUSO L.go Re Umberto, 104 - 10128 Torino Tel. 011.50.28.20 - Fax 011.50.31.53
[email protected] www.suso.it COMITATO DI REDAZIONE - Dott. Paolo Picchioni Presidente S.U.S.O. - Prof. Pietro Bracco Vicepresidente S.U.S.O. - Avv. Roberto Longhin Consulente legale S.U.S.O. - Dott. Pasquale Venneri Capo Ufficio Stampa S.U.S.O. Pubblicità SGI srl - Via Pomaro, 3 - 10136 Torino Tel. 011.35.99.08 / 32.90.702 Fax 011.32.90.679
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Redatto il 09|12|2009
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L’editoriale del presidente Rinnovo Consiglio Direttivo S.U.S.O. 2010 - 2012 Prossimi appuntamenti Aggiornamenti sugli Studi di Settore La pec questa sconosciuta Quale ecm per i liberi professionisti odontoiatri ed ortodontisti? Elezioni S.I.D.O. Uso dei guanti nello studio odontoiatrico Il chirurgo maxillo-facciale Può fare implantologia?
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Tac vietate ai dentisti Un socio ci scrive... Etica ed estetica in ortognatodonzia e chirurgia ortognatica Formazione continua S.U.S.O. Il convegno di Messina III congresso internazionale IFUNA e AIOFG Convenzioni S.U.S.O. A domanda... Risposta... Pubblicità S.U.S.O. Domanda di iscrizione al S.U.S.O.
UNA CATEGORIA FANTASMA Una categoria fantasma: questa mi sembra essere oggi la definizione più appropriata per indicare la classe odontoiatrica nel momento storico attuale. I politici, e con questa definizione intendo tutti, quale sia il colore di appartenenza, continuano non solo a dimenticarci in qualunque progetto che possa portare il pur minimo beneficio alla categoria, bensì ad additarci come professionisti privilegiati, se non addirittura evasori fiscali. Una tale considerazione della nostra professione non solo non è veritiera ma non è oltremodo tollerabile. In questa drammatica situazione si confrontano Associazioni di categoria (compresa la nostra) incapaci di una reazione efficace ormai da diversi anni e non in grado di istaurare un dialogo proficuo, che rimane invece sempre a senso unico, in quanto fatto solo di imposizioni ed ordini da una parte e indiscussa sottomissione dall’altra. La classe odontoiatrica è invece in Italia una importante fonte di lavoro ed un volano per l’intera economia che meriterebbe sicuramente maggiore attenzione e soprattutto più rispetto. Assistenti di studio, igieniste, odontotecnici e tante altre figure sono oggi impiegate stabilmente nei nostri studi; un’enorme quantitativo di materiale specifico di utilizzo quotidiano ed apparecchiature tecnologiche sempre più sofisticate entrano quotidianamente nell’ambito delle Strutture Odontoiatriche, una serie di attività professionali quali quelle svolte da elettricisti, idraulici, tecnici radiologi, aziende specializzate nello smaltimento di rifiuti e inoltre consulenti in ambito legale, fiscale e del diritto del lavoro e tante altre figure sono impiegate con frequenza continua e regolare per dar modo ai nostri studi di funzionare nel rispetto delle leggi vigenti e dell’ambiente. Ci siamo mai chiesti quanto vale tutto questo per l’economia del Paese? Ci siamo mai chiesti in quale modo la prevenzione dentale ed i trattamenti, sia odontoiatrici che ortodontici, contribuiscano al mantenimento della salute del paziente, facendo risparmiare alle casse dello stato ed alle aziende un fiume di denaro e di ore lavorative? Bene anzi male! A dispetto di tutto ciò, e provate a pensare quante altre categorie sono in grado di muovere un volano per l’economia di tale entità, non ho mai sentito parlare di incentivi alla professione di odontoiatria, anzi non è neppure possibile per gli utenti detrarre completamente gli oneri legati alle prestazioni usufruite. A dimostrazione di tutto questo è sufficiente ricordare anche l’ultimo decreto legge per quanto relativo alla detassazione dei nuovi “macchinari” che ha interessato solo le aziende dimenticando completamente la nostra categoria oltre a tutti gli altri professionisti, assolutamente non presi in considerazione dal legislatore. Le conseguenze di questa si-
Notiziario d’informazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia
tuazione sono sotto gli occhi di tutti: un esercito di giovani laureati del nostro settore è disoccupato ed i più fortunati sopravvivono prestando la loro opera saltuariamente in veste di consulenti negli studi professionali senza nessuna certezza di lavoro futuro e tanto meno garantito. Osservando quanto accade mi viene purtroppo da pensare che la colpa sia anche nostra: troppe Associazioni di categoria, tra l’altro spesso divise per futili motivi, non sono sicuramente un buon biglietto da visita e questo vale per tutti, nessuno escluso e quindi anche per noi ortodontisti. Proviamo infatti ad immaginare il nostro esercito e constateremo quanto sia smembrato: abbiamo la classe medica, all’interno della quale nelle varie specialità esistono gli Odontoiatri e nell’ambito di quest’ultimi una piccola fetta è costituita dagli Ortodontisti. Questa “fettina” è poi divisa in tanti piccolissimi bocconi, perché ci sono più Associazioni e così la frammentazione risulta completa. Mi domando
che peso possano avere poche centinaia di persone in una trattativa a livello centrale: nessuno di certo, l’unico sentimento che possono suscitare è l’ilarità. Eppure per interessi di “bottega” e nonostante uno scopo finale comune, continuiamo ad andare avanti in ordine sparso, sperando di raggiungere spesso un risultato che va a vantaggio di pochi, ma soprattutto deve essere a svantaggio di una parte di Colleghi, avendo in mente un concetto di “sopravvivenza” (“mors tua, vita mea”) che stento a comprendere: è inutile ribadire che le guerre interne non hanno mai giovato a nessuno. Cari amici odontoiatri e soprattutto ortodontisti, andando avanti con questo sistema e continuando a pensare solo al proprio “orticello” non solo saremo sempre esclusi da ogni azione politica da cui trarre anche il minimo vantaggio, ma diventeremo e forse lo siamo già, una categoria fantasma. Un caro e sincero augurio a tutti per un sereno 2010. Il Presidente Paolo Picchioni
RINNOVO CONSIGLIO DIRETTIVO S.U.S.O. 2010 - 2012 Sabato 3 Ottobre 2009, nell’ambito del Convegno IFUNA., svoltosi a Torino presso la Dental School, Via Nizza 230, si è tenuta l’Assemblea Nazionale dei Delegati Provinciali. L’Assemblea ha provveduto al rinnovo delle cariche sociali nazionali S.U.S.O. per il triennio 2010-2012. Alla luce dei risultati elettorali il Nuovo Consiglio Direttivo risulta così composto: PRESIDENTE VICEPRESIDENTE SEGRETARIO TESORIERE CONSIGLIERI
REVISORI DEI CONTI
ADDETTO STAMPA
PICCHIONI PAOLO BRACCO PIETRO GHIGLIONE VALENTINO MANUZZI WILLIAM ANELLI BRUNO ASSUMMA ROBERTA CHIARELLO GIANVITO DI MICHELE PIETRO FABBRI MAURIZIO FARRONATO GIAMPIETRO Dott. P. Picchioni Prof. V. Ghiglione FESTA FELICE GANDOLFINI MAURO GARAGIOLA UMBERTO PITTORITTO FRANCO VENNERI PASQUALE MORACI ENRICO PIANCINO M.GRAZIA VESCO GIORGIO SABBAGH FIRAS (supplente) VENNERI PASQUALE
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PROSSIMI APPUNTAMENTI AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA “SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA” DI UDINE
S.O.C. CHIRURGIA MAXILLO FACCIALE Centro di Riferimento per la Diagnosi e il Trattamento delle Malocclusioni su Base Scheletrica
Direttore Dott. Antonio Maria Miotti Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia
6°ConvegnoInvernale“MemorialProf.GiuseppeRossi” delSodaliziodegliOdontoiatri,degliOdontostomatologi edeiChirurghiMaxilloǦFaccialiOspedalieridelTriveneto(SOOCMFOT)
AMBITIDICOMPETENZAOSPEDALIERA DIODONTOIATRIECHIRURGHIMAXILLOǦFACCIALI: CONSIDERAZIONICLINICOǦGESTIONALIEIMPLICAZIONIMEDICOǦLEGALI 29gennaio2010SalaConvegniAPT–SanMartinodiCastrozza(TN) dalleore14:00alleore20:00
SALUTOAIPARTECIPANTI dott.CarloFavaretti
dott.ssaGabriellaCeretti
DirettoreGenerale AziendaOspedalieroǦUniversitariaSMMdiUdine
Prof.ac.,ScuoladiSpecializzazioneinOrtognatodonzia UniversitàdiPadova
dott.AlfonsoDeMaglio MedicoLegale,DirigenteMedicoSOCOrtopedia AziendaOspedalieroǦUniversitariaSMMdiUdine
dott.AntonioAlessandri DirettoreGenerale AziendaULSS6Vicenza
dott.GiulianoDePolo
ODONTOIATRIECHIRURGHIMAXILLOǦFACCIALI: AMBITIDICOMPETENZAOSPEDALIERA dott.ErnestoPadula DirettoreU.O.ChirurgiaMaxilloǦFaccialeeOdontostomatologia AziendaULSS6Vicenza
Moderatore: dott.FulvioCampolongo
DirettoreU.O.Odontostomatologia AziendaULSS8Montebelluna(TV)
prof.GiuseppeFerronato DirettoreClinicaeScuoladiSpecializzazioneinChirurgiaMaxilloǦFacciale UniversitàdiPadova
dott.GiacomoMarioFlammini MembrodellaCommissioneMedicoLegale OrdinedeiMediciǦChirurghiedegliOdontoiatridellaProvinciadiUdine
dott.GiuseppeLombardi
DirettoreU.O.ChirurgiaMaxilloǦFaccialeeOdontostomatologia APSSTrento, PresidenteSOOCMFOT
TAVOLAROTONDACONELABORAZIONEDELLEDIRETTIVEIN PREVISIONEDIUNDOCUMENTOFINALE SUCONSIDERAZIONICLINICOǦGESTIONALIEIMPLICAZIONI MEDICOǦLEGALI prof.DarioBetti Ricercatore,IstitutoMedicinaLegale UniversitàdiPadova
SostitutoProcuratoredellaRepubblica Trieste
prof.CarloMoreschi Ricercatore,IstitutodiMedicinaLegale UniversitàdiUdine
prof.PierFrancescoNocini DirettoreClinicaOdontoiatrica eScuoladiSpecializzazioneinChirurgiaMaxilloǦFacciale UniversitàdiVerona
prof.MassimoPoliti DirettoreClinicaeScuoladiSpecializzazioneinChirurgiaMaxilloǦFacciale UniversitàdiUdine
dott.ssaAntonellaBulfone
VERIFICAECMECONCLUSIONI
MedicoLegale,DirezioneSanitaria AziendaOspedalieroǦUniversitariaSMMdiUdine
SEGRETERIASCIENTIFICAEDIDATTICA
SEGRETERIAORGANIZZATIVA
dott.FrancoPittoritto PresidenteRegionaleeConsigliereNazionale SUSO
dott.MarcoSalerno SOCChirurgiaMaxilloǦFacciale Az.OspedalieroǦUniversitaria“S.M.M.”diUdine
SOSFormazione Az.OspedalieroǦUniversitaria“S.M.M.”diUdine Tel.0432Ǧ554245Fax.0432Ǧ554381 eǦmail:
[email protected] Responsabile:dott.MorenoLirutti
Inattesadell’accreditamentoECMper:MedicidiChirurgiaMaxilloǦFaccialeeMedicinaLegale,Odontoiatri
Lapartecipazioneègratuita.Siaccettanoiscrizionifinoadesaurimentodegli80postidisponibili.Sipregadiverificarneladisponibilità telefonandoallaSegreteriaOrganizzativa,dallunedìalvenerdì,dalleore11.00alle13.00. InviareviaFaxlaschedad’iscrizione,scaricabiledalsito:http://www.ospedaleudine.itǦ>FormazioneǦ>Modulidiiscrizioneesterni
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Notiziario d’informazione del Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia
AZIENDA OSPEDALIERO-UNIVERSITARIA SANTA MARIA DELLA MISERICORDIA DI UDINE
S.O.C. CHIRURGIA MAXILLO FACCIALE Centro di Riferimento per la Diagnosi e il Trattamento delle Malocclusioni su Base Scheletrica
Direttore Dott. Antonio Maria Miotti Sindacato Unitario Specialità Ortognatodonzia
6° Convegno Invernale “Memorial Prof. Giuseppe Rossi” del Sodalizio degli Odontoiatri, degli Odontostomatologi e dei Chirurghi Maxillo-Facciali Ospedalieri del Triveneto (SOOCMFOT)
IL TRATTAMENTO CHIRURGICO GLOBALE DELLE MALOCCLUSIONI SU BASE SCHELETRICA: ASPETTI CLINICI E IMPLICAZIONI MEDICO-LEGALI 30 gennaio 2010 Sala Convegni APT – San Martino di Castrozza (TN) dalle ore 8:00 alle ore 14:00 Moderatore:
dott. Giovanni Mazzoleni
SALUTO AI PARTECIPANTI dott. Carlo Favaretti
Direttore Generale Azienda Ospedaliero-Universitaria SMM di Udine
INTRODUZIONE AL CORSO dott. Paolo Picchioni
Direttore U.O. Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontostomatologia Azienda ULSS 9 Treviso
CHIRURGIA ORTOGNATICA ED ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE prof. Massimo Politi Direttore Clinica e Scuola di Specializzazione in Chirurgia Maxillo-Facciale Università di Udine
Presidente Nazionale SUSO Moderatore:
dott. Fulvio Campolongo Direttore U.O. Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontostomatologia APSS Trento Presidente SOOCMFOT
LA GESTIONE FUNZIONALE DELLE MALOCCLUSIONI SU BASE SCHELETRICA prof. Giuseppe Ferronato Direttore Clinica e Scuola di Specializzazione in Chirurgia Maxillo-Facciale Università di Padova Moderatore:
TAVOLA ROTONDA: ASPETTI CLINICI E IMPLICAZIONI MEDICO-LEGALI Tutti i relatori e prof. Dario Betti Ricercatore, Istituto di Medicina Legale Università di Padova
dott.ssa Antonella Bulfone
Medico Legale, Direzione Sanitaria Azienda Ospedaliero-Universitaria SMM di Udine
dott.ssa Gabriella Ceretti Prof. a c., Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia Università di Padova
dott. Alfonso De Maglio
dott. Ernesto Padula Direttore U.O. Chirurgia Maxillo-Facciale e Odontostomatologia Azienda ULSS 6 Vicenza
PROCEDURE ANCILLARI IN CHIRURGIA ORTOGNATICA prof. Pier Francesco Nocini Direttore Clinica Odontoiatrica e Scuola di Specializzazione in Chirurgia Maxillo-Facciale Università di Verona
Medico Legale, Dirigente Medico SOC Ortopedia Azienda Ospedaliero-Universitaria SMM di Udine
dott. Giacomo Mario Flammini Membro della Commissione Medico Legale Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri della Provincia di Udine
prof. Carlo Moreschi
Ricercatore, Istituto di Medicina Legale Università di Udine VERIFICA ECM E CONCLUSIONI
SEGRETERIA SCIENTIFICA E DIDATTICA dott. Franco Pittoritto dott. Marco Salerno PresidenteRegionaleeConsigliereNazionale SOC Chirurgia Maxillo-Facciale SUSO Az. Ospedaliero-Universitaria “S.M.M.” di Udine
In attesa dell’accreditamento ECM per:
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA SOS Formazione Az. Ospedaliero-Universitaria “S.M.M.” di Udine Tel. 0432-554245 Fax. 0432-554381 e-mail:
[email protected] Responsabile: dott. Moreno Lirutti
Medici di Chirurgia Maxillo-Facciale e Medicina Legale, Odontoiatri
La partecipazione è gratuita. Si accettano iscrizioni fino ad esaurimento degli 80 posti disponibili. Si prega di verificarne la disponibilità telefonando alla Segreteria Organizzativa, dal lunedì al venerdì, dalle ore 11.00 alle 13.00. Inviare via Fax la scheda d’iscrizione, scaricabile dal sito: http://www.ospedaleudine.it->Formazione->Moduli di iscrizione esterni
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OSSERVATORIO FISCALE
AGGIORNAMENTI SUGLI STUDI DI SETTORE Gli Studi di Settore sono stati introdotti dall’articolo 62 bis del D.L. 30 agosto 1993, n. 331 per sostituire gradualmente i parametri di cui al D.L. 2 marzo 1989, n. 69. L’elaborazione degli Studi di Settore, applicando il software “Gerico” dell’Agenzia delle Entrate, determina il “ricavo puntuale” ed il “ricavo minimo ammissibile”. L’evoluzione della normativa sulla materia ha portato all’introduzione con l’articolo 1, comma 13 e 14, della L. 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria 2007) degli “Indicatori di Normalità Economica”. Si è venuta a creare una disciplina “a regime” ed una “transitoria”. La disciplina “a regime” riguarda gli studi revisionati a partire dal 2008 in cui i ricavi o compensi congrui sono determinati tenendo conto degli “INE” definitivi previsti dal comma 13 dell’articolo 1 della finanziaria 2007. Gli Indicatori transitori, pur avendo finalità simili a quelle degli Indicatori definitivi si differenziano da questi ultimi in quanto: • sono i medesimi per tutti gli studi di settore del comparto delle imprese, da un lato, e delle professioni, dall’altro; mentre i nuovi Indicatori sono stati specificamente elaborati per ciascun Studio di Settore; • sono stati individuati con riferimento all’intera platea dei contribuenti esercenti le attività considerate dai singoli Studi di Settore, mentre i nuovi Indicatori sono stati specificamente enucleati per ciascun gruppo omogeneo, spesso distinguendo, all’interno del gruppo, tra i soggetti con dipendenti e quelli senza dipendenti, oppure in funzione del luogo di esercizio dell’attività. I nuovi Indicatori dovrebbero, quindi, essere definiti con modalità assai più dettagliate, in quanto dovrebbero essere basati su di una specifica analisi economica. Il livello di congruità è, di conseguenza, differente a seconda degli Studi di Settore. I contribuenti, a cui si applicano gli Studi di Settore revisionati a partire dal 2008, sono considerati congrui, e quindi non possono ricevere dall’Agenzia delle Entrate accertamenti sulla base degli Studi di Settore, se dichiarano ricavi o compensi superiori al “ricavo puntuale”, che tiene conto degli Indicatori di normalità Economica defini-
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tivi. Per gli altri Studi di Settore, invece, non possono essere effettuati accertamenti sulla base degli Studi di Settore nei confronti dei contribuenti che dichiarino ricavi o compensi non inferiori al maggiore tra il “ricavo puntuale” determinato senza Indicatori di Normalità Economica e il “ricavo minimo” determinato con l’applicazione degli Indicatori transitori di cui all’articolo 1, comma 14, L. 296/2006. Lo Studio di Settore UK21U relativo all’”Attività degli Studi Odontoiatrici” è soggetto a revisione nel 2009 ed era stato emanato senza alcuna distinzione tra le varie specialità rientranti nell’attività odontoiatrica. Tuttavia l’attività ortodontica presenta alcune proprie peculiarità ed i parametri, presi in considerazione nella elaborazione degli studi di settore, hanno un peso diverso nella determinazione dei ricavi congrui. In particolare il “personale dipendente” e le “protesi ortodontiche”, producono nell’attività ortodontica un ricarico (valore aggiunto) minore rispetto alle altre tipologie dell’attività odontoiatrica. Si auspica che l’Agenzia delle Entrate nella revisione degli studi di settore, con l’elaborazione degli “Indicatori di normalità economica” definitivi, tenga in considerazione tali peculiarità. Nel corso del 2009, con riferimento all’anno 2008, sono stati poi approvati dei “correttivi” sugli studi di settore per tenere conto della crisi congiunturale. Questi correttivi operavano, tuttavia, unicamente nel caso i compensi dichiarati nel 2008 fossero inferiori a quelli del 2007. Di conseguenza nel caso in cui i compensi dichiarati nel 2008 fossero stati non inferiori a quelli del 2007, non si teneva in nessun conto il minore rendimento realizzato. Si spera che nella elaborazione dei correttivi anticongiunturali per il 2009, si tenga comunque sempre conto del minore rendimento realizzato dall’attività odontoiatrica, magari con dei correttivi sulle singole variabili considerate, a prescindere dai ricavi effettivamente conseguiti. La Finanziaria 2007 ha, inoltre, disposto, nel caso di accertamento sulla base degli Studi di Settore, l’obbligo per l’Agenzia delle Entrate di invitare il contribuente, prima della notifica dell’Avviso di Accertamento, a comparire, introducendo l’obbligo del cosiddetto “Contradditorio anticipato”. Si sottolinea l’importanza di tale contradditorio, in quanto l’Agenzia delle Entrate dovrà necessariamen-
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te tenere in considerazione gli argomenti difensivi addotti dal contribuente e dovrà evidenziare nella motivazione dell’Avviso di Accertamento le ragioni che l’hanno indotta a non ritenere fondate le controdeduzioni proposte dal contribuente, pena la nullità
dell’atto per difetto di motivazione. Il D.L. 185/2008 ha, infine, disposto la possibilità di aderire agli inviti al Contradditorio per gli Studi di Settore con il pagamento di sanzioni ridotte ad un ottavo del minimo. Dott. Maurizio TONINI Consulente fiscale S.U.S.O.
OSSERVATORIO NORMATIVO
LA PEC QUESTA SCONOSCIUTA La Posta Elettronica Certificata – PEC – nelle scorse settimane ha fatto parlare di sé in ambito professionale. Tutti i professionisti, e quindi anche gli odontoiatri, avrebbero dovuto dotarsi di PEC entro il 29 novembre 2009. Come per tutte le novità, moltissimi sono stati gli interrogativi sulla materia che riteniamo utile fare oggetto di alcuni chiarimenti. La Posta Elettronica Certificata (PEC) è stata disciplinata con il DPR 11/2/05 n. 68 che la definisce come un sistema di trasmissione di documenti informatici nel quale è fornita al mittente la documentazione elettronica, con valenza legale, attestante il suo invio e la sua consegna. Si tratta di un sistema per validare la spedizione e la ricezione di posta inviata a mezzo del computer equivalente alla raccomandata a.r.. Chi invia un e-mail ha certezza della avvenuta o mancata consegna. La disciplina della PEC è completata dalle regole tecniche contenute nel DPCM 2/11/05. Con il D.L. 29/11/08 n. 185 il legislatore ha previsto a carico di tutte le imprese costituite in forma societaria l’obbligo di attivare un indirizzo di posta elettronica certificata che è stato poi esteso anche a tutti i professionisti iscritti agli Albi ed Elenchi professionali. Costoro avrebbero quindi dovuto munirsi di PEC entro la fine del mese di novembre 2009. L’indicato termine deve intendersi come ordinatorio, in quanto la normativa non prevede alcuna sanzione per coloro che non si siano dotati di PEC entro l’indicata scadenza. Si evidenzia tuttavia che l’esigenza di certificazione del messaggio veicolato e-mail è ormai una realtà ineludibile, specie in un sistema in cui l’informatica è diventata parte del quotidiano. Il legislatore ha infatti disposto che i professionisti comunichino al proprio Ordine la loro PEC che verrà a costituire l’elenco degli indirizzi di posta certificata di tutti gli iscritti che dovranno essere resi disponibili alla Pubblica Amministrazione. Occorre quindi invi-
tare a prestare molta attenzione a questo nuovo sistema, perché una volta attivato avrà lo stesso rilievo del proprio indirizzo anagrafico, al quale chiunque potrà inviare posta elettronica che il destinatario non potrà più dire di non aver ricevuto, ma neppure di non aver potuto leggere entro eventuali termini di scadenza. La posta elettronica è infatti consultabile in qualunque momento e da qualsiasi parte del mondo. Presso i gestori accreditati rimarrà poi archiviata la traccia informatica delle operazioni svolte che sarà conservata per un periodo di tempo previsto dalla normativa, consentendo all’utente di ricostruire la propria posta con tutte le ovvie conseguenze. Attenzione inoltre che ai professionisti non è consentito avvalersi della casella di posta elettronica che l’INPS ha deciso di fornire gratuitamente a tutti i cittadini. Da ultimo, segnaliamo per coloro che volessero approfondire le novità due recentissimi Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 6 maggio 2009:DPCM 6 maggio 2009 su rilascio e uso della casella di PEC ai cittadini (pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.119 del 25 maggio 2009) e DPCM recante Individuazione delle regole tecniche per le modalità di presentazione della comunicazione unica e per l'immediato trasferimento dei dati tra le Amministrazioni interessate, in attuazione dell'articolo 9, comma 7 , del decreto-legge 31 gennaio 2007, n. 7 (pubblicato in G.U. n.152 del 3 luglio 2009).
Avv. Roberto Longhin Consulente legale S.U.S.O.
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QUALE ECM PER I LIBERI PROFESSIONISTI ODONTOIATRI ED ORTODONTISTI? La recente riforma del sistema di Educazione Continua in Medicina, con il passaggio di poteri dallo Stato alle Regioni pone queste ultime di fronte alla necessità di istituire un servizio che possa censire i soggetti interessati, proporre loro un’offerta formativa adeguata in base alla professionalità e caratteristiche di ciascuno ed alle necessità del territorio, oltre a verificare il percorso formativo pregresso e quello futuro. Il “cuore “ della riforma dovrà essere il cosiddetto Dossier Formativo, un documento che accompagnerà la vita professionale degli operatori sanitari riportando il curriculum universitario e post universitario del soggetto, compreso il piano di formazione futura, e della cui validità ed autenticità dovranno farsi garanti le Regioni. La sfida e la mole di lavoro per portarla a termine sono notevoli. Una delle difficoltà maggiori a nostro avviso è rappresentata dalla notevole eterogeneità degli operatori sanitari coinvolti dal progetto, poiché le necessità di aggiornamento di un medico dipendente di un ente ospedaliero non possono essere le stesse di un ortodontista libero professionista, né come modalità di scelta degli eventi formativi, né, tanto meno, come contenuti o come impatto amministrativo e fiscale degli stessi. In quest’ottica, il Convegno di Cernobbio dello scorso Settembre dal titolo “ Il Nuovo Sistema di Formazione Continua in Medicina” ha presentato, fra i numerosi interventi, quello del Dott. Giuseppe Renzo, coordinatore del “Gruppo Libera Professione” della Commissione Ministeriale ECM. L’intervento del Dott. Renzo, a nostro avviso altamente condivisibile, è imperniato sul riconoscimento fiscale dei costi sopportati dal libero professionistanell’espletamento dell’obbligo di aggiornamento, sia in termini di costi diretti che indiretti, nonché sulla “personalizzazione” della qualità, quantità e modalità di acquisizione dei crediti stessi. La scelta del percorso formativo per un medico dipendente del Sistema Sanitario Nazionale sarà ovviamente vincolata in modo più stretto alle necessità delle strutture pubbliche presso cui lavora, mentre un libero professionista dovrà avere sicuramente più libertà di scelta e di indirizzo nella composizione del suo Dossier Formativo, pur garantendo un livello minimo di aggiornamento delle conoscenze fondamentali della sua professione: si pensi ad esempio alla prevenzione della trasmissione delle infezioni, alla
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sicurezza sui luoghi di lavoro, e così via. Il Dott. Renzo lancia un appello per mobilitare Ordini, Collegi ed Associazioni Professionali per rilevare i bisogni formativi per ciascuna categoria, raccogliendo idee e proposte con un possibile questionario da distribuirsi agli interessati. La nostra Associazione è pertanto chiamata in causa in modo diretto per proporre le necessità formative e le opinioni degli Ortodontisti. Vi sollecitiamo perciò a volerci inviare in sede via fax o via mail le vostre idee in materia per concretizzare le nostre proposte alla Commissione ECM, con una partecipazione diretta della base che in una simile occasione si dimostra sicuramente necessaria. Sarebbe inoltre estremamente auspicabile confrontare le nostre idee in modo sereno con le altre Associazioni Sindacali e Culturali Odontoiatriche in modo da valutare se sia possibile creare un documento d’intenti comune, cosa necessaria se vogliamo che la voce dell’Odontoiatria smetta di essere un ridicolo ed ignorato vagito e cominci ad essere la voce forte e chiara che tutti noi auspichiamo! Non perdiamo questa importante occasione! Un cordiale Augurio di Buon Natale e Felice Anno Nuovo a tutti! Dott.ssa Giuseppina FERRERO
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ELEZIONI S.I.D.O.
Il giorno 7 Novembre 2009 in Roma, in concomitanza con il XXI Congresso Internazionale S.I.D.O., si è svolta la giornata elettorale per il rinnovo delle seguenti cariche sociali: Presidente S.I.D.O. 2012 Presidente S.I.D.O. 2013 Tesoriere 2012-2013 Probiviri Revisori dei Conti Un consenso unanime e suffragato da una numerosa partecipazione al voto ha portato all’elezione di: PRESIDENTE S.I.D.O. 2012 Dr. Maurizio Manuelli Libero professionista PRESIDENTE S.I.D.O. 2013 Prof. Felice Festa Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Chieti TESORIERE 2012 – 2013 Dr.ssa Chiara Buraglio Libero professionista Sono inoltre risultati eletti: PROBIVIRI Prof. Adolfo Ferro Prof. Giuseppe Sfondrini Dr. Giuseppe Cozzani REVISORI DEI CONTI Dr.ssa Giuseppina Laganà Dr.ssa Alessandra Lucchese Il S.U.S.O. intende congratularsi con i neoeletti ed auspica di continuare, anche nel prossimo futuro, la collaborazione con la S.I.D.O. nell’interesse della cultura ortodontica del nostro Paese. Il Presidente e tutto il Consiglio Direttivo augurano ai neoeletti un proficuo lavoro nel corso del loro mandato.
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USO DEI GUANTI NELLO STUDIO ODONTOIATRICO PER LA GUARDIA DI FINANZA Pubblichiamo la memoria relativa al consumo di guanti eseguita da un nostro socio in seguito ad accertamenti da parte della Guardia di Finanza. La lotta alle infezioni crociate rappresenta un problema enorme per il medico odontoiatra. Come recita il codice deontologico medico: ”primum, non nocere”, è fondamentale evitare che, nel corso delle terapie mediche, si possano trasmettere germi da un pazien-
te all’altro, e non solo, nocendo ad essi. Purtroppo la trasmissione di germi, se non si seguono regole molto precise, rigide, è facilissimo. E proprio perché il rischio è alto, basti pensare che per anni e tuttora, in certi centri, ai donatori di sangue è stato fatto divieto della donazione di sangue, se questi si fossero sottoposti a cure dei denti nei sei mesi antecedenti la donazione stessa! Tecnicamente questo viene definito come pericolo di infezioni crociate! (vedi foto) Occorre una grande attenzione quando si lavora in ambiente odontoiatrico, data la miriade di infezioni, che possono essere trasmesse: Epatite B, Epatite C, AIDS, Tubercolosi (anche questa in grande espansione), solo per citare le forme più pericolose di contagio; ma anche una “banale” influenza può avere conseguenze gravi, specie in soggetti anziani! Per evitare ciò, occorre mettere in atto una serie
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d’attenzioni onde evitare che i germi di un paziente possano essere trasmessi ad un altro paziente; ma occorre evitare che anche i germi dal paziente passino al medico e viceversa; ma anche il personale ausiliario (vige, tra l’altro, l’obbligo di vaccinazioni specifiche, per esso) deve essere protetto da questi rischi, nonché i tecnici odontoiatrici, i tecnici addetti alla manutenzione, la donna delle pulizie. E all’inizio degli anni novanta è stato reso obbligatorio l’uso dei guanti in corso di terapie odontoiatriche. Questa è, infatti, una delle tante accortezze, che occorre mettere in atto nella lotta alle infezioni crociate. E’ fondamentale che, nel corso delle terapie, il medico, che opera, eviti di toccare, con le proprie mani contaminate dai germi del cavo orale del paziente, i materiali utilizzati per effettuare le terapie del caso e le strutture circostanti. A questo scopo è indispensabile l’operato dell’assistente, che coadiuva lo specialista. L’assistente prepara il paziente, facendolo sedere alla poltrona, applicando la protezione, aggiustando il poggiatesta e con ciò si consuma il primo paio di guanti. Poi l’assistente prepara le attrezzature necessarie in funzione della terapia da effettuare, almeno si preparano le cose fondamentali; poi, se non sono state toccate aree non protette, aiuta il medico a tenere il campo operatorio e con esso si consuma il secondo paio di guanti, se avrà toccato aree non protette, utilizzerà il terzo paio di guanti. Se occorre un altro materiale o un cuneo o una nuova matrice o una fresa per lucidare diversa o quant’altro è necessario, ma non previsto preventivamente, o già prevista, ma da cambiare, l’assistente dovrà necessariamente sostituire i guanti e con i nuovi guanti porgere quanto occorre e tornare ad aiutare il medico. E se arriva una telefonata? E’ lo stesso, anzi, se deve rispondere il medico, i guanti consumati raddoppiano (assistente e medico), e purtroppo le telefonate giornaliere sono sempre molte! Nel frattempo, ad esempio, il
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medico può avere la necessità di cambiare più volte i guanti, pur curando lo stesso paziente: vuoi perché il materiale da impronta si attacca ai guanti e non permette più di lavorarci, vuoi perché occorre asciugare il sudore delle mani, che rende difficile l’uso degli strumenti, oppure la cera impasta le dita, o una legatura metallica buca il guanto stesso e quindi i guanti si cambiano ancora, o dalla turbina è uscito olio, che fa scivolare lo strumentario, o involontariamente è stata toccata un’area non protetta e anche in questi casi si debbono cambiare i guanti. Magari un paio o più paia di guanti sono difettosi; oppure e, soprattutto in estate, quando si calzano i guanti, questi, essendo senza polvere (quelli con polvere creano allergie con molta facilità ed è meglio evitarli) si calzano con maggiore difficoltà e spesso si rompono, e poi si cambiano più frequentemente, per problemi di maggiore sudorazione. Pensiamo poi ai tanti tempi morti, che troviamo nel nostro lavoro. Allora ci si organizza cercando di trattare più pazienti contemporaneamente. Faccio un esempio: mentre attendo che il cemento di una banda solidifichi (occorrono circa 15 min.) cercherò di preparare un filo ortodontico, e magari posso anche rispondere al telefono. Bene, ad ogni spostamento ci sarà almeno un paio di guanti consumati dal medico e un paio dall’assistente! E a questo punto il consumo dei guanti aumenta a dismisura, ma il costo sarebbe molto più alto se medico e assistente rimanessero fermi in attesa che i tempi tecnici si compiano. E queste regole devono essere seguite in modo ferreo, perché o la lotta alle infezioni crociate viene fatta in modo serio e globale o non serve a nulla e allora le terapie odontoiatriche possono diventare una roulette russa per il paziente e per il personale, che lavora nello studio. Guanti li consumano anche i pazienti. Come? E’ presto detto. Quando si effettua una seduta di curettage o di detartrasi, o una estrazione o una terapia protesica estesa, si possono avere anche sanguinamenti importanti e il paziente, quando si asciuga la bocca viene a contatto con il proprio sangue e sempre con le sue mani, se non venissero protette, diffonderebbe i germi a tutto lo studio. Il paziente tocca il bracciolo del riunito, poi, magari, quando esce prende le proprie cose e magari accarezza un bambino seduto in sala d’attesa, poi va in ufficio e tocca la scrivania, le sedie e quant’altro…, quindi le tante attenzioni avute dal medico e dall’assistente, verrebbero vanificate. A proposito della maniglia della porta d’ingresso dello studio, sapete che può diventare quanto di più efficace per la trasmissione dei germi? Lo stesso, in caso di una radiografia endorale, l’uso della protezione anti raggi x e l’applicazione del sensore, che deve essere sostenuto dalle dita del pa-
ziente, che vengono messe in bocca, implica la necessità di far calzare i guanti al paziente. E dopo aver effettuato le cure del caso l’uso dei guanti non è certo finito. In primis, occorre portare in sala di sterilizzazione quanto è stato usato e i ferri vanno messi in una soluzione disinfettante e ivi lasciati onde ridurre la carica batterica. Poi, e con nuovo consumo di guanti, si passa al risciacquo dei ferri stessi e quelli con ancora residui vanno messi in una vasca ad ultrasuoni e quindi ancora consumo di guanti. Poi i ferri vengono imbustati e messi in autoclave, e di nuovo si usano guanti. Poi, dopo la sterilizzazione, i ferri, i manipoli vengono prelevati dall’autoclave e stoccati, chiaramente con guanti nuovi. Poi non dimentichiamoci che la poltrona, la sputacchiera, la lampada, la faretra, del riunito, dopo che il paziente si è sottoposto alle terapie, devono essere disinfettati. Quindi altro consumo dei guanti. Come dicevo prima, anche i tecnici fanno uso dei guanti, ad esempio mentre si discute un caso protesico, poiché il manufatto va sterilizzato e può essere toccato solo con i guanti, così come quando il tecnico, nel corso di una prova, aiuta il medico, userà anche lui i guanti. Quando arriva il tecnico della manutenzione, anche lui deve usare i guanti per proteggere se stesso nonché impedire la diffusione di germi da uno studio all’altro. Altro consumo dei guanti si ha quando si prelevano i materiali dal magazzino o quando si ripongono i materiali nella dimora definitiva. Anche la donna delle pulizie deve usare i guanti e deve sempre tener presenti i livelli d’intervento, ovvero le superfici più contaminate e quelle meno contaminate e quelle assolutamente da non contaminare. Il passaggio, da un livello all’altro, implica sempre un cambio dei guanti. Da quanto detto, il consumo dei guanti è davvero rilevante, e, nel caso in cui questo non risulti, le ipotesi sono solo due: o il medico non si comporta in modo corretto o compra i guanti in modo extra contabile. Cronologia dell’acquisto: L’acquisto dei guanti è iniziato al mese di gennaio e si è protratto fino al mese di novembre, per complessive n.765 scatole di cui 101 come “sconto in natura”. Queste ultime sono state utilizzate per uso familiare (la mia, di mio padre, allora 92ennne con badante e di mio suocero, allora gravemente malato). Quindi da 765 scatole, si scende a 664. A queste occorre togliere una percentuale, pari al 10%, che è il normale indice di difettosità accettabile per questo prodotto, quindi si scende a 597 scatole. A queste se ne possono togliere circa 40 “per altra via”, quindi ne restano 550, che è il numero reale da considerare
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per quanto concerne il consumo ambulatoriale relativo all’anno 2005. Le settimane lavorative sono 40, quindi il consumo settimanale è di 13,75 pacchi, e poiché ogni settimana vengono effettuati otto accessi : lunedì e martedì - mattino e pomeriggio (4) /mercoledì e venerdì - pomeriggio (2) /giovedì e sabato – mattino (2), il consumo di guanti è pari a pacchi 1,72 per ogni accesso al lavoro, che tradotto in paia è pari a 86 paia. Ora questi guanti vengono consumati da tutte le figure presenti nello studio, dal medico, dalle assistenti, dalla donna delle pulizie, dal tecnico protesico, dal tecnico della manutenzione, dagli altri tecnici (riuniti, autoclavi, impianti etc.), dai pazienti ( rx-igiene-lavori con sanguinamento etc.), quindi ad ogni accesso siamo in quattro persone, a cui vanno aggiunte le altre figure, che possiamo riassumere come un addetto in più al giorno. Analisi dei contatti con i pazienti in rapporto alla tipologia delle terapie. Il numero dei contatti con pazienti trattati nel corso dell’anno non può, con tutta evidenza, farsi coincidere col numero delle fatture emesse. E’ infatti noto che normalmente la fattura viene emessa al termine del trattamento e che le sedute spesso sono ripetute in ragione della complessità dell’intervento. Terapia conservativa: una terapia canalare, ovvero una devitalizzazione del dente, che comprende l’alesaggio dei canali radicolari e il loro riempimento e sigillatura, implica un lavoro, che oscilla dalle due ore alle quattro ore, a seconda del tipo del dente e conseguente numero dei canali, da uno a tre o quattro e spesso con orientamenti anomali, che portano ad un ulteriore incremento di lavoro. Completata la terapia canalare, viene effettuata la ricostruzione della corona (la parte del dente, che vediamo in bocca). E’ evidente che le sessioni per questo tipo di terapia saranno molte, almeno cinque o sei. Se, poi, c’è infezione, un granuloma o una piccola cisti, la terapia sarà molto più lunga. Si effettua una terapia “ocalettica” con idrossido di calcio, che va inserito nei canali con cadenza bi o trisettimanale per almeno sei mesi, ma si arriva anche a dodici, con relativi controlli radiografici; poi, una volta risolto il problema osseo, si procede alla sigillature dei canali radicolari, prima e alla ricostruzione coronale nella seduta successiva (non va mai fatta, in un’unica seduta, la chiusura dei canali e la ricostruzione della corona). Terapia protesica fissa: ad esempio il confezionamento di un ponte semplice di tre elementi. Una prima seduta sarà necessaria per rilevare le impronte, da cui si ricaveranno i modelli in ges-
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so, di studio del caso clinico, e quelli necessari per il confezionamento del ponte provvisorio da parte dell’odontotecnico. Si prende anche “l’arco facciale” per il corretto montaggio in articolatore dei modelli stessi e riprodurre, così, in modo quanto più verosimile possibile la bocca del paziente. Alla successiva seduta si applica il provvisorio, dopo aver preparato i denti, per permetterne l’inserimento, previa ribasatura in resina dello stesso e rifinitura e lucidatura. Talvolta non va bene, e si ricomincia daccapo. Applicato il provvisorio, si insegna al paziente a tenere una buona igiene e si aspetta che i tessuti molli, dopo la preparazione, si “ricondizionino”. In genere una quindicina di giorni. Alla seduta successiva si prendono le impronte con materiali di precisione per ottenere i modelli di lavoro per confezionare i metalli . Il tecnico confeziona i metalli, che vengono provati con materiali rilevatori di “frizione”, similari a materiali da impronte e si provano a lungo; se i metalli vanno bene, si va avanti, altrimenti si rimanda tutto al tecnico, dopo aver ripreso le impronte di precisione! E purtroppo succede più spesso di quanto si possa pensare! Se, invece, i metalli sono giusti, si procede al loro bloccaggio con resine appropriate e inviate al tecnico, che provvederà alla loro saldatura. Altra seduta con il paziente, a cui si proverà il ponte e se tutto va bene si prende una nuova impronta “di posizione”, nonché il colore, poi si invia di nuovo al tecnico il manufatto. Alla seduta successiva si effettuerà la prova della ceramica grezza per il controllo del colore, dei punti di contatto, della masticazione, delle guide dentali etc.. Se tutto va bene, si rimanda al tecnico il manufatto per la glassatura. Alla seduta successiva si applica il ponte definitivo, si prova il tutto e se tutto è a posto, si procede all’inserimento del ponte stesso, che viene cementato con un cemento provvisorio. Si ricordano le norme di igiene e il paziente tiene in prova il ponte ed effettuerà altri due rientri, di cui uno a sette giorni ed uno dopo tre settimane. In quest’ultima seduta si procede alla cementazione definitiva del manufatto. Come si evince da tutto ciò, gli accessi per un semplice ponte sono numerosi, almeno dieci, ed ogni volta, con un continuo togli il provvisorio-prova il nuovo ponte-riapplica il ponte provvisorio. E con tutte le figure professionali, che ruotano intorno ad esso, è evidente che il consumo di guanti è davvero imponente. Se, poi, la protesi è su impianti, di sedute ne occorrono altre tre. Se trattasi di protesi, magari su paziente con problemi all’articolazione della bocca, allora le cose si complicano a dismisura, tra esami elettromiografici, assiografie, sedute per la relazione centrica (ovvero capire come si posizionano le basi osse con le cuspidi dentali a contatto e non), etc.. E ricordiamo sempre che il sistema è rigidamente a cascata, quindi se un passaggio non è corretto, oc-
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corre tornare indietro! Consideriamo anche i “tempi morti”, che si hanno nel corso di queste lavorazioni: tempi di indurimento dei materiali da impronta, delle resine, dei rilevatori di contatto, delle cere etc.. E allora invece di stare con tutto lo staff fermo, si cerca di avviare un’altra lavorazione su un altro paziente. Facendo così, certamente si riducono i tempi di lavoro, ma si aumenta a dismisura il consumo dei guanti, proprio per un passaggio continuo da un paziente all’altro e alla conseguente necessità di impedire le infezioni crociate. Perciò ad ogni passaggio da un paziente all’altro, occorre cambiare guanti con consumi elevatissimi. Trattasi di una necessità inderogabile!!! Terapia Ortodontica: Per quanto riguarda la terapia ortodontica, gli accessi sono numerosissimi. Di norma il controllo è bimensile, ma si arriva, nei casi complessi, a controlli settimanali. Questo vuol dire che se c’è un gruppo di 50 pazienti (indicativo), si hanno come minimo 150 accessi mensili (in questo numero si mettono anche i casi più complessi) e quindi in un anno si hanno almeno 1500 accessi annui solo per ortodonzia, e solo con questa voce si ha un consumo di guanti davvero enorme! Il controllo ortodontico, chiaramente, non consiste in un mero “sguardo”, ma occorre ogni volta togliere le legature ortodontiche, smontare i fili, ricondizionarli o sostituirli con fili nuovi, riapplicare i fili con le legature, quando, poi, non occorre ricementare una banda o attaccare uno o più attacchi staccati, con incremento della lavorazione e del consumo di guanti, legato, sempre, al numero elevato di passaggi da effettuare per l’espletamento delle varie terapie. Poi c’è da considerare il lavoro di applicazione e di rimozione dell’apparercchiatura ortodontica (necessita di circa 4 ore l’applicazione e di circa 4 ore la rimozione) e più i tempi sono lunghi più alto sarà il consumo dei guanti “per incrocio”. Poi ci sono i tempi relativi all’acquisizione dei dati pre-trattamento: visita, impronte per i modelli di studio, cartella clinica, foto, radiografie, previsione di crescita con e senza terapia e successiva discussione del caso con i genitori. Solo dopo si procederà all’applicazione dell’apparecchio ortodontico. E’ evidente che anche questo tipo di terapia comporta un consumo enorme di guanti.
ogni volta altri consumi di guanti. Criteri di igiene generale (donna delle pulizie): Vanno considerati i guanti consumati dalla donna delle pulizie, poi ci sono i guanti consumati da chi ritira i rifiuti speciali, poi vanno considerati i guanti consumati per la igienizzazione delle superfici da nebulizzazione! (Un prolungato uso delle turbine provoca un effetto spray, con diffusione ampia di acqua e germi sia sulle superfici del riunito, che viene igienizzato ad ogni utilizzo, ma vanno igienizzate anche le superfici dei servomobili e dei mobili accessori, le cassettiere etc. con ulteriore consumo dei guanti. Consumo da parte dei pazienti: Come già accennato in apertura, al consumo dei guanti partecipano anche i pazienti. Infatti, in corso di detartrasi, di preparazioni protesiche, di diagnostica radiologica, di terapia ortodontica (quando le sedute si protraggono nel tempo) occorre isolare anche le mani del paziente, che portando le proprie mani in bocca e poi toccando le superfici dello studio, potrebbero contaminare con i propri germi le superfici dello studio e propagare infezioni. E dato l’elevato numero di contatti, che comportano le terapie di natura odontoiatrica, anche questa diventa una voce pesante per quanto riguarda il numero dei consumi dei guanti! Conclusioni: Indubbiamente la realtà insegna che le regole, non solo quelle d’igiene degli studi odontoiatrici, sono interpretate in maniera molto soggettiva per cui si manifesta del tutto aleatorio attribuire all’utilizzo dei guanti una valenza di prova del numero di interventi sulla base di ipotetici standard inconsistenti e inesistenti. I guanti sono mero materiale di consumo, di cui si fa uso e abuso, che non rappresentano certamente elementi costitutivi nei processi relativi ai trattamenti odontoiatrici. Si manifesterebbe del tutto incongruo attribuire ai soli guanti potere di prova nella presunzione di numeri, o addirittura di valore, di interventi in campo odontoiatrico.
Dr. Alessandro LUPIDI
Controlli di routine: Alle prestazioni terapeutiche vanno aggiunte le miriadi di controlli preventivi alle cure stesse, i controlli post terapeutici, le visite ortodontiche preliminari all’intervento (spesso 3 o 4), le visite della fase post ortodontica, le sedute di controllo gnatologico, ed
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IL CHIRURGO MAXILLO-FACCIALE PUÒ FARE IMPLANTOLOGIA? Se il medico specialista in chirurgia maxillo facciale non iscritto all’Albo degli Odontoiatri possa o meno praticare la disciplina della implantologia di certo è stata questione molto controversa. La querelle ha inizio con una richiesta di chiarimenti, inviata nel 2008 dalla commissione Albo Odontoiatri di Siracusa al Ministero della Salute, con la quale si chiedeva di esprimere un parere in merito al comportamento di alcuni chirurghi, specialisti in chirurgia maxillo-facciale, che eseguivano implantologia in quanto iscritti all’ordine dei medici - chirurghi, ma non all’albo degli odontoiatri. Gli specialisti in questione ritenevano di operare correttamente, vista la loro formazione accademica che prevede competenze di chirurgia speciale odontostomatologica, e visto che limitavano la loro prestazione all’atto chirurgico di inserimento dell’impianto e non alla finalizzazione riabilitativa protesica. Il presidente dell’Albo degli Odontoiatri di Siracusa, invece, sosteneva che, essendo l’implantologia una disciplina dell’odontoiatria finalizzata alla riabilitazione protesica rientrante nella legge 409/85, potesse questa essere esercitata esclusivamente dagli iscritti all’Albo degli Odontoiatri. Il 14 marzo del 2008 veniva accolta dal Ministero della Salute la tesi della Cao di Siracusa, con l’ulteriore precisazione che con l’istituzione della professione di Odontoiatra si definiscono rigorosamente gli ambiti nei quali deve essere svolta tale professione, separando di fatto nettamente la professione di medico chirurgo specialista in chirurgia maxillo-facciale da quella di odontoiatra. Tuttavia la questione non poteva chiudersi così, in quanto rimanevano ancora dubbi di merito che continuavano ad agitare gli uni e gli altri, portando il Ministero della Salute ad inoltrare il 19 gennaio 2009, a firma del direttore generale Giovanni Leonardi, una nuova circolare agli organismi competenti. Questa volta il Ministero riprende la definizione di “implantologia dentale” differenziandola dalla “implantologia endossea” e chiarendone gli ambiti di esercizio. Più precisamente si chiarisce che la chirurgia implantologica endossea orale è una branca della chirurgia orale e come tale può essere eseguita sia dai laureati in odontoiatria sia da laureati in medicina specia-
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listi in chirurgia maxillo-facciale, lasciando invece all’odontoiatra l’appannaggio esclusivo della riabilitazione protesica. In questo modo il Ministero concede all’odontoiatra la possibilità di richiedere una consulenza al medico
Dott. P. DI MICHELE chirurgo specialista in chirurgia maxillo-facciale per poter eseguire gli impianti, ma non di confezionare una protesi dentaria, mentre continua a rimanere il divieto per il maxillo-facciale non iscritto all’Albo degli Odontoiatri di esercitare l’odontoiatria.
Dott. Pietro DI MICHELE
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TAC VIETATE AI DENTISTI Nuovamente in discussione il limite dei RX per i dentisti La diagnostica per immagini ha raggiunto livelli inimmaginabili fino a qualche tempo fa grazie a sempre più sofisticate apparecchiature. Tra queste anche i nuovi tomografici 3D Cone Beam, sempre più presenti negli studi degli ortodontisti per la cui corretta esecuzione di prestazioni è utile una ricostruzione in 3D. La loro utilizzazione rischia però di essere loro interdetta, grazie ad un parere di una Commissione Provinciale per la protezione sanitaria della popolazione contro i rischi da radiazioni ionizzanti che ha sollevato dubbi sulla possibilità di utilizzo diretto da parte dei dentisti degli scanner per tomografie computerizzate a raggi X. Il pronunciamento è scaturito da una specifica richiesta della Commissione di Vigilanza di una ASL che, avendo rilevato in un noto studio dentistico torinese la presenza di apparecchiature OPT-CBTC volumetriche, ha sollevato l’interrogativo all’organo di controllo sulla possibilità di loro legittima utilizzazione da parte dei laureati in odontoiatria. La radiodiagnostica è infatti l’unica disciplina praticabile solo dagli specialisti in radiologia ed è consentita dall’art. 2, comma 1, lett. b), del D.Lgs. 26.5.2000 n. 187, quale attività complementare di ausilio diretto all’odontoiatria per lo svolgimento di specifici interventi di carattere strumentale propri della disciplina, purchè contestuali, integrati e indilazionabili rispetto all’espletamento della proce-
dura specialistica. La particolare e complessa architettura tecnologica delle costosissime apparecchiature di ultima generazione e la funzione di rilevazione diagnostica nel campo dell’ortopedia facciale, dove i valori di riferimento sono millimetrici o submillimetrici, hanno indotto la Commissione a ritenere irrinunciabile una diagnosi formalizzata ad opera di un radiologo specialista. Il negativo parere del qualificato organo tecnico rischia di mandare in fumo investimenti di centinaia di migliaia di euro, ma soprattutto di privare gli odontoiatri di apparecchiature divenute indispensabili per l’esecuzione di interventi e di cure sempre più complesse e delicate. Eppure queste nuove apparecchiature per tomografie computerizzate a raggi x poco si diversificano sul piano del rischio da tutte le altre che consentono all’odontoiatra di disporre di radiogrammi tradizionali, di ortopantomografie, di teleradiografie del cranio. L’apparecchiatura CBTC consente di realizzare immagini ad altissima definizione con una esposizione limitata ed una dose di radiazioni stimata di soli 0,035-0,10 mSv, approssimativamente equivalente a quella di 2-8 OTP tradizionali. L’interrogativo sollevato dalla Commissione è comprensibile nella funzione di garanzia contro i rischi da radiazioni ionizzanti, ma proprio il principio di ottimizzazione e di giustificazione delle esposizioni mediche radiografiche nell’uso di apparecchiature sostanzialmente simili per il rischio a quelle per RX o per OTP ed ormai utilizzate nella quotidianità degli interventi dei dentisti suscita il dubbio di un interrogativo poco convincente e meritevole di un doveroso vaglio di verifica a garanzia della salute di tutti. Proprio per questa ragione è stata investita della questione la Direzione Generale Farmacovigilanza e dispositivi medici del Ministero della Salute. L’organo centrale dovrà dire se l’uso di queste nuove apparecchiature sia riservato esclusivamente allo specialista radiologo oppure sia consentito anche agli odontoiatri quale attività complementare. Gli ortodontisti che avessero pensato alla letterina per Babbo Natale per una bella apparecchiatura TAC 3D, sarà forse opportuno ne rinviino la spedizione al prossimo Natale. Avv. Roberto Longhin Consulente legale S.U.S.O.
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UN SOCIO CI SCRIVE... Dispositivi medici - verbale dei N.A.S. I N.A.S. di ……., pongono l’assunto che le protesi ortodontiche, sono dispositivi medici su misura, non invasivi di classe 1, e secondo un indice di vulnerabilità, appartenenti alla classe inferiore e necessitano di certificazione di conformità, segnatamente all’art. 1 comma 2, lettera a e d del D.Lgs 46/97, in quanto modificano l’anatomia e fisiologia umana. L’ortodontista utilizza dispositivi medici fabbricati in serie e marcati CE (archi, fili, attacchi, bande, catenelle elastiche, resine, dischi termostampabili, ecc), e li appone ai propri pazienti, direttamente o indirettamente, tramite la presa di impronte delle arcate dentarie, adattandoli e assemblandoli, per renderli su misura e finalizzarli allo scopo terapeutico esplicitato nel consenso informato. Sia la dichiarazione di conformità del fabbricante alla Direttiva 93/42/CEE (dei dispositivi su misura e non), sia la marcatura Ce, rappresentano l’evidenza oggettiva che sono stati rispettati i requisiti essenziali previsti dal D.Lgs 24/02/1997 n. 46 e che, quindi, il dispositivo medico è stato realizzato rispettando i criteri essenziali di sicurezza per il paziente utilizzatore finale ed eventualmente i terzi (circolare del Ministero della Sanità del 17/07/1998) La costruzione di tali dispositivi medici su misura (cioè fabbricati dall’odontotecnico su indicazione del dentista e dell’ortodontista), e la loro messa in commercio o in servizio, pone l’obbligo della certificazione conforme alla direttiva CEE per i “fabbricanti”, purchè iscritti nell’elenco ministeriale ed abbiano adempiuto a tutti gli oneri di legge. Tali dispositivi medici su misura non devono recare la marcatura CE. Il legislatore, nel tutelare l’incolumità e la salute dei pazienti, non differenzia esaustivamente le due figure professionali.
totecnico, purchè non venga ceduta a terzi a titolo oneroso o gratuito: nel qual caso si pone il problema di garanzia delle procedure e della rintracciabilità del dispositivo stesso, che solamente l’emissione di un certificato di conformità può assicurare e la cui omissione nel rilascio, viene sanzionata dall’art. 23 comma 3 del D.Lgs 46/97. Da quanto esposto, traspare l’evidente incertezza per la nostra categoria, nell’applicazione dei provvedimenti attuativi e delle circolari esplicative di regolamentazione, emanate dal Ministero della Salute segnatamente al D.Lgs 46/97, nonostante i successivi aggiustamenti, posti dalla Direttiva 37/2007 del Parlamento Europeo. Pare, quindi opportuno e cogente la richiesta di interpello da porsi alla CUD (Commissione Unica sui Dispositivi Medici) presso il Ministero della Salute – Dipartimento per l’Ordinamento Sanitario.
Dott. Elvio Bellini Specialista in Ortognatodonzia e Medicina legale Dottore in Scienze Giuridiche
L’odontotecnico o “fabbricante” è obbligato a certificare la conformità del dispositivo, mentre l’odontoiatra, abilitato dallo Stato ed iscritto all’Ordine Professionale, per i suoi manufatti è tenuto ad attestare la conformità, attraverso l’assunzione diretta di una responsabilità oggettiva. Pertanto, per lo stesso dispositivo medico, quale per esempio una protesi provvisoria od una placca ortodontica od un arco linguale, confezionati dall’odontoiatra per i propri pazienti, si avrà un regime diverso e distinto di regolamentazione rispetto all’odon-
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DAI CONVEGNI
ETICA ED ESTETICA IN ORTOGNATODONZIA E CHIRURGIA ORTOGNATICA Il 24 gennaio 2009 si è svolto a San Martino di Castrozza il 5° Convegno Invernale “Memorial Prof. Giuseppe Rossi”, organizzato dal Sodalizio degli Odontoiatri, degli Odontostomatologi e dei Chirurghi Maxillo-Facciali Ospedalieri del Triveneto (SOOCMFOT) in collaborazione con la Struttura Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Maria della Misericordia di Udine, l’Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari dell’Ospedale S. Chiara di Trento, la Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Padova ed il Sindacato Unitario Specialità Ortodonzia (SUSO). Il Dott. Carlo Favaretti, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Maria della Misericordia di Udine, già Direttore Generale dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento ha aperto i lavori del Convegno, successivamente introdotto dal Dott. Antonio Maria Miotti, Coordinatore della Scuola Triveneta Ospedaliera di Discipline Odontostomatologiche e Maxillo-Facciali del SOOCMFOT, Direttore della Struttura Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-Facciale della stessa Azienda. E’ stato specificato il significato dei termini “etica” ed “estetica”, e definito lo standard dei canoni facciali per la popolazione caucasica, secondo i dati più recenti della letteratura specialistica. L’oratore ha, inoltre, sottolineato la differenza che esiste tra estetica e bellezza, precisando che la prima si basa su un’interpretazione oggettiva di analisi precise e misurabili che rivelano l’armonia del volto analizzato, mentre la ”bellezza” non è quantificabile per mezzo di analisi ma, avendo un’interpretazione soggettiva, i suoi canoni possono essere diversi tra una razza e l’altra e anche all’interno di una
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stessa razza. La conclusione è stata che la differenza tra “estetica” e “bellezza” impone delle priorità diverse all’interno del progetto terapeutico. In particolare sono stati indicati come punti prioritari del piano terapeutico, oltre alla stessa estetica, le funzioni masticatoria e articolare, e la fonazione. Il primo relatore, introdotto dalla Prof.ssa Gabriella Ceretti, professore a contratto nella Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Padova, è stato il Prof. Mauro Gandolfini, titolare della cattedra di Ortognatodonzia dell’Università di Parma, che ha parlato sul tema “Etica ed estetica nel trattamento ortodontico e ortodontico-chirurgico”, che si è soffermato su alcuni interessanti aspetti relativi all’analisi estetica facciale. Il trattamento combinato ortodontico-chirurgico, infatti, ha l’obiettivo di correggere le malocclusioni, mantenere l’integrità dei tessuti parodontali, rendere armonico il profilo e stabilizzare le articolazioni, adattandosi alle caratteristiche estetiche del paziente (sesso, età, razza) ed alla complessità del caso. Per questo è indispensabi-
San Martino di Castrozza (TN)
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le che l’analisi facciale e del sorriso siano eseguite con il massimo rigore, valutando le linee estetiche del profilo e la simmetria orizzontale e verticale sul piano frontale. Il relatore, inoltre, ha approfondito l’importanza del rapporto tra ortodontista e paziente, sottolineando l’obbligo da parte del professionista di prospettare al paziente le varie alternative terapeutiche, e l’importanza di una comunicazione estremamente approfondita, che consenta di valutare anche le aspettative del paziente ed il suo atteggiamento psicologico nei confronti del trattamento. In questo senso, dunque, la comunicazione con il paziente deve essere considerata come parte integrante della terapia stessa. La relazione “L’estetica nella valutazione del danno” del Prof. Dario Betti, docente presso l’Istituto di Medicina Legale e la Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Padova, è stata introdotta dal Dott. Franco Pittoritto, consigliere nazionale e presidente provinciale SUSO di Udine. Il Prof. Betti ha iniziato parlando delle funzioni dell’apparato stomatognatico - nutrizione, fonazione ed estetica – soffermandosi poi su quest’ultima ed evidenziando come l’estetica sia in realtà parte integrante della salute orale. E’ stata però sottolineata dal relatore la necessità di non generare nel paziente aspettative poco realistiche o troppo ottimistiche riguardo ai risultati estetici ottenibili, sia in seguito a trattamento ortodontico che avvalendosi anche di un approccio ortodontico-chirurgico. La conclusione è stata che, nella comunicazione informativa con il paziente, l’estetica deve essere scissa dall’aspetto funzionale ed è opportuno spiegare al paziente che il miglioramento estetico non è l’obiettivo principale del trattamento, ma una conseguenza del ripristino funzionale dell’apparato stomatognatico. L’ultima relazione: “Danno estetico: analisi del magistrato”, tenuta dal Dr. Giuseppe Lombardi, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trieste, è stata introdotta dal Dr. Giuliano De Polo, Direttore dell’Unità Operativa di Odontostomatologia dell’Azienda ULSS 8 di Montebelluna (TV). Il Dr. Lombardi ha iniziato introducendo i principali articoli del Codice Penale e Civile che regolano il reato di lesione personale, il reato più frequentemente imputato ai chirurghi, esaminando in modo più ap-
profondito gli articoli 582 e 590 del Codice Penale. In seguito il relatore ha analizzato le problematiche legate al consenso informato, più correttamente definito in tempi recenti “consenso consapevole”, e si è soffermato ad illustrare l’articolo 5 del Codice Civile relativo agli atti di disposizione del proprio corpo. Nella successiva Tavola Rotonda, presieduta dalla Prof.ssa Francesca A. Miotti, Direttore della Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia dell’Università di Padova, si è svolta un’interessante discussione tra tutti i relatori, con l’intervento di medici legali ed esperti in materia: Dott.ssa Antonella Bulfone, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Maria della Misericordia di Udine e il Dott. Alfonso De Maglio, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine. Numerosi ed importanti sono stati i concetti approfonditi nella Tavola Rotonda, spunto per una vivace discussione che ha coinvolto chirurghi, ortodontisti, medici-legali e tutti i presenti, che hanno trovato risposte esaurienti alle molte domande. In particolare, l’attenzione si è soffermata sulla problematica della comunicazione con il paziente e sulla capacità del professionista di individuare e indirizzare le aspettative estetiche del paziente verso risultati veritieri e raggiungibili. Inoltre, è stata sottolineata la pericolosità dei nuovi supporti informatici, relativi alla simulazione tramite morphing, in quanto potrebbero creare false aspettative nei pazienti. E’ quindi necessario che nell’ottenimento del consenso siano date al paziente il maggior numero possibile di informazioni e che il paziente abbia ben compreso i vari passaggi e la progressione in sequenza delle diverse fasi del piano di trattamento, senza creare in chi si sottopone alla cura aspettative superiori ai risultati raggiungibili. Il convegno si è concluso con il tradizionale incontro conviviale per Relatori, Moderatori e per quanti hanno contribuito all’evento, allietato dalla splendida cornice dolomitica di S.Martino di Castrozza, con un innevamento particolarmente pittoresco ed assolutamente eccezionale. Il successo dell’incontro, confermato dalla partecipazione sempre crescente, conferma l’importanza per i professionisti del settore di incontrarsi e scambiare le proprie opinioni ed esperienze personali su queste problematiche così attuali e vicine all’esperienza clinica. G.Ceretti, A.Caburlotto, C.Cotarca, S.Sega, D.Stomaci, A.Traldi
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DAI CONVEGNI
IL CONVEGNO DI MESSINA FORMAZIONE CONTINUA S.U.S.O. L’Avvocato Roberto Longhin, consulente legale S.U.S.O. con la sua relazione “Pubblicità sanitaria: il nuovo sistema e le tendenze” e successivamente sul tema “La valutazione da parte del Collegio Peritale” ha iniziato la mattinata con una analisi storica della genesi e della evoluzione fenomenologica della pubblicità in ambito sanitario, ricostruendone le normative a partire dal testo unico delle leggi sanitarie fino alla recente “Legge Bersani”. Ha soffermato in particolare l’attenzione sull’ analisi critica di una disciplina inadeguata contenuta nella legge 175/92 per poi analizzare le ultime frontiere individuate dalla C.E.E. in materia di restrizioni nel settore delle professioni liberali, per concludere con una verifica critica della recente normativa che ha liberalizzato la materia della pubblicità in ambito sanitario. In seguito l’Avv. Longhin ha illustrato la funzione del Collegio Peritale, quale organo al servizio dell’Ortodontista , per la verifica oggettiva delle contestazioni di prestazioni professionali imperite, negligenti e non rispondenti alle regole dell’arte. Ha poi illustrato i principi della responsabilità civile e le modalità con le quali vengono solitamente promosse le vertenze; i criteri di valutazione del nesso causale e le analisi delle relative risultanze ai fini della prova di resistenza. Il Prof. Pietro Bracco nella sua Prof. Bracco - Dott. Picchioni
Sabato 23 Maggio 2009, a Messina presso il Capo Peloro Resort, nell’ambito del programma dei corsi itineranti di formazione continua, si è tenuto un incontro sul tema: “Ortodonzia: professione o mestiere?” La giornata di aggiornamento organizzata dal nostro Socio Dott. Enrico Moraci, con il patrocinio del Corso di Laurea in Odontostomatologia e Protesi dentaria dell’Università di Messina, dell’A.N.D.I. provinciale, del C.A.O., e dell’Ordine dei Medici ha visto la partecipazione di numerosi Colleghi, anche non iscritti al nostro Sindacato. La presenza del Prof. Giancarlo Cordasco, titolare della Cattedra di Ortognatodonzia dell’Università di Messina ha conferito un’ulteriore valenza culturale all’evento. Nell’ambito della manifestazione si sono succeduti oratori e consulenti del S.U.S.O. con una particolare conoscenza ed esperienza delle tematiche trattate.
Un momento dell’incontro
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relazione: “Pubblicità sanitaria : specialità e professione Odontoiatrica in Italia e all’estero” ha poi esaminato la situazione professionale che si è venuta a creare negli anni anche in conseguenza della globalizzazione. Il mancato rispetto delle regole, spesso anche poco chiare, è alla base di questa bufera che ha interessato non solo il nostro Paese, bensì presenta una valenza mondiale. Pubblicità arrogante e gestione allegra della professione ne sono state la conseguenza. Paolo Picchioni ha trattato i rapporti di collaborazione professionale. L’oratore ha evidenziato come a partire dagli anni 70 si sia verificato un progressivo aumento dei professionisti dell’area odontoiatrica, fenomeno che ha determinato il proliferare della figura del Consulente in tutte le branche dell’Odontoiatria, ma soprattutto in ambito ortodontico. Una tale situazione non è però stata accompagnata da una chiarificazione della figura in oggetto ed esistono ancora insolute problematiche di ordine etico, deontologico, normativo, fiscale e medico legale. Il relatore ha concluso che nel prossimo futuro, soprattutto alla luce delle prospettive legate all’introduzione nella professione di rapporti di tipo convenzionato ed accreditato, sarà necessario chiarire e regolamentare queste figure professionali. Nella seconda parte della mattinata il Dott. Pietro Di Michele ha trattato le alternative terapeutiche in Ortodonzia dal punto di vista clinico. Il relatore con il suo intervento ha voluto approfondire il tema dell’obbligatorietà da parte del professionista di chiarire e spiegare al paziente il percorso terapeutico a cui si dovrà sottoporre e le eventuali alternative. Risulta infatti necessario che il paziente valuti e condivida le eventuali scelte terapeutiche proposte, considerando insieme al professionista eventuali vantaggi e svantaggi e questo soprattutto grazie allo strumento dell’informazione al consenso. La relazione del Dott. Maurizio Tonini, consulente fiscale del Sindacato, è stata, come sempre per quanto riguarda gli aggiornamenti in ambito fiscale,
seguita con grande interesse. Sono state esaminate le nuove disposizioni relative alle spese per soggiorni alberghieri e prestazioni di ristorazione. Con il D.L. 25/06/08 n. 112 convertito dalla legge 06/08/08 n. 133 è stata sancita la possibilità di detrarre l’IVA da queste prestazioni. Questo però implica la necessità da parte del professionista di essere in possesso di regolare fattura e non più di semplice ricevuta fiscale. Il costo di tali prestazioni è tuttavia deducibile dal 2009 nella misura del 75%. L’oratore ha poi aggiornato i presenti sulle ultime disposizioni relative alla riscossione accentrata dei compensi da parte delle strutture sanitarie private. La giornata di aggiornamento è stata conclusa dal Dott. Manuzzi che ha parlato del tariffario ortodontico nella nuova realtà del mercato: la cosiddetta ”rete del sorriso”. L’oratore ha ricordato come da sempre il S.U.S.O., sia nei Convegni che nell’ambito dell’informazione stampata, si sia sempre impegnato nel formulare prezziari delle prestazioni ortodontiche basati su costi di gestione che prevedano il rispetto di tutte quelle spese professionali e legislative che devono essere garanzia di tutela per il paziente. L’apertura delle frontiere, l’aumento dei Paesi all’interno della C.E.E., la pletora dei laureati in odontoiatria, il fenomeno dell’abusivismo, una concorrenza sempre più spietata, l’utilizzo della rete, l’ingresso del capitale in Odontoiatria e la stesura della legge “Bersani” stanno invece sempre più sconvolgendo la nostra professione dal punto di vista etico, deontologico e professionale. Al termine delle relazioni si è svolta una vivace discussione ed i relatori hanno risposto ai numerosi quesiti da parte della platea. Il S.U.S.O., data l’importanza di questi argomenti e le implicazioni pratiche a livello professionale, ha confermato anche in questa sede l’intenzione di portare il corso itinerante nelle varie Regioni in un prossimo futuro.
Dott. Paolo PICCHIONI
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DAI CONVEGNI
III CONGRESSO INTERNAZIONALE IFUNA E AIOFG
Si è tenuto a Torino nei giorni 1-4 Ottobre 2009 il III Congresso Internazionale IFUNA e AIOFG, che ha visto la partecipazione di relatori di 15 nazioni sull’argomento. Il Congresso si è svolto non a caso nei locali della Dental School, che ospita il “Centro di Eccellenza per l’Assistenza, la Didattica e la Ricerca in campo Odontostomatologico”. L’IFUNA è stata fondata con lo scopo di rispondere ad un sempre crescente interesse di un numero in costante aumento di professionisti del nostro settore. In questo Congresso abbiamo avuto il privilegio di avere presenti relatori fra i più importanti esponenti a livello internazionale del Funzionalismo Ortodontico. E’ chiaro che lo scopo principale del Congresso è stato quello di mettere a confronto tutte le metodiche di coloro che esercitano effettivamente, cioè con la pratica clinica e con la ricerca, l’Ortodonzia Funzionale. Sappiamo benissimo che l’Ortodonzia Funzionale spesse volte è trascurata, cedendo alla motivazione del “tutto e subito”. La maggior parte degli ortodontisti vuole fare trattamenti brevi e usare apparecchiature che non implicano la collaborazione del paziente. Purtroppo gli studiosi dell’occlusione e dell’aspetto miofunzionale e neurologico ci dicono che il trattamento ortodontico troppo rapido non rieduca l’apparato neuromotorio e neuropsichico e quindi, pur essendo applicabile in una certa percentuale di casi, specialmente dopo la risoluzione di questi problemi tramite apparecchiature funzionalizzanti ortopediche, non può essere sostitutivo di queste. Fra le tante interessantissime relazioni spiccano
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2 ottobre 2009- Da sinistra il Prof. P. Bracco, il Prof. M. Gorbonos, Presidenti del Congresso, il Prof. S. Carossa, Direttore della Dental School di Torino, il Prof. S. Roda, Pro-Rettore dell’Università di Torino, la Prof.ssa M. Bresso, Presidente della Regione Piemonte, il Dott.G. Galanzino, Direttore Generale Ospedale San Giovanni Battista, al tavolo delle Autorità
L’IFUNA (International Functional Association) è stata fondata nel 2007 a Parigi, con lo scopo di: 1) Formare un network tra Università e singole associazioni interessate all’Ortodonzia Funzionale 2) Preservare le tecniche già esistenti insegnandole alle nuove generazioni di ortodontisti 3) Sviluppare nuove conoscenze e analizzare i rapporti tra le anomalie funzionali della masticazione e la salute del resto del corpo 4) Diffondere il Funzionalismo
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quelle del Prof. S. Palla, dal titolo “Sistema masticatorio e dolore orofacciale”, del Prof. A. Moreau, dal titolo “Verso una comprensione molecolare della scoliosi idiomatica: dalla colonna vertebrale alle patologie ortodontiche! Nuove sfide e prospettive”, e infine la relazione della Prof.ssa W. Simoes, dal titolo “Contributo funzionale ed ortopedico nello sviluppo occlusale”. In questo Congresso è stato trattato anche lo scottante tema “Occlusione e Postura”, e in questo settore del Congresso si è parlato anche dell’aspetto di ricerca nel campo della biologia molecolare.
L’affascinante relazione del Prof. Moreau ci ha fatto considerare come sia necessaria una ricerca approfondita, oggi appena agli albori, su temi molto importanti per valutare le implicanze e le influenze che l’occlusione e la postura hanno reciprocamente. Il comitato organizzatore del III CONGRESSO INTERNAZIONALE IFUNA era composto da: Prof. Pietro Bracco (Presidente del Congresso), Prof. Stefano Carossa, Prof. Cesare Debernardi, Prof. Giulio Preti, Prof. Ennio Giannì, Prof. Andrea Deregibus, Prof.ssa Maria Grazia Piancino, Dott.ssa Patrizia Ronco.
2 ottobre 2009- la Sala monumentale dell’Università di Torino durante l’inaugurazione del Congresso IFUNA
3 ottobre 2009- L’Aula Magna della Dental School durante il Congresso gremita di partecipanti
Per ciò che concerne il network, al momento hanno aderito (oltre a quella di Torino) le Università di Mosca (Russia), di Barcellona (Spagna), di Toluca (Messico), di Lodz (Polonia) e si chiede l’adesione anche all’Università di La Havana (Cuba).
Al fine di preservare le tecniche già esistenti, già nell’incontro di Parigi 2007, l’IFUNA ha deciso di creare una biblioteca mondiale della letteratura pubblicata, nel campo dell’Ortodonzia Funzionale: la sede prescelta è l’Università di Torino. Prof. Pietro Bracco Presidente del congresso
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PROPOSTA DI CONVENZIONE “INVESTO NELL’ORTO” Reale Mutua e S.U.S.O. Sicurezza esclusiva, vantaggi assicurati.
“INVESTO NELL’ORTO” Titolare della Convenzione
S.U.S.O. – Reale Mutua Assicurazioni (TO Cavour)
Contraente
Il genitore del giovane paziente
Assicurato
Il giovane paziente
Oggetto
Assistenza correttiva apparato dentario (no cure dentistiche)
Durata
Da età di ingresso fino ai 18 anni
Copertura
Rimborso spese documentate (tariffa convenzione) con un primo tetto massimale di Euro 2000 nella fascia di età compresa tra i 4/6 anni ed un secondo di Euro 4000 (comprensivo eventualmente del tetto precedente) nella fascia di età compresa tra i 7/10 anni. Una terza fascia di età (dagli 11 ai 18 anni) prevede una copertura di Euro 7000 (comprensiva dei tetti precedentemente eventualmente usufruiti)
Operatività
Tra iscritti S.U.S.O. – Reale- Blue Assistance
Liquidazione
Diretta dalla Compagnia al Professionista
Al termine:
Nel caso in cui il paziente abbia usufruito delle prestazioni, gli verrà liquidato il capitale residuo + interessi. Nel caso di non utilizzo, l’assicurato riceverà, alla scadenza, tutto il capitale maturato + gli interessi composti.
In caso di contenzioso, il giudizio è demandato ad una Commissione arbitrale nominata dall’Assicurato, dalla Compagnia e dal Sindacato che ne nomina il Presidente.
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Nessuno meglio del S.U.S.O. conosce la tua realtà di professionista. Nessuno meglio di REALE MUTUA Assicurazioni sa come proteggerla e valorizzarla. Per questo S.U.S.O. e REALE MUTUA insieme hanno studiato un’esclusiva convenzione “INVESTO NELL’ORTO”. Una testimonianza concreta di quanto l’Associazione sia impegnata nel favorire e tutelare i propri iscritti e di quanto Reale Mutua si senta parte di quel mondo vitale, attivo e laborioso che è l’Ortognatodonzia. INVESTO NELL’ORTO Grazie all’accordo tra S.U.S.O e REALE MUTUA, da oggi tutti gli operatori del settore ortodontico hanno la possibilità di fidelizzare ulteriormente i propri pazienti, dedicando loro un servizio in più: Investo nell’orto. Investo nell’orto offre ai genitori dei giovani pazienti al di sotto dei 18 anni, che si sottopongono ad un’assistenza correttiva dell’apparato dentario (sono escluse pertanto le cure dentistiche) l’opportunità di beneficiare di condizioni esclusive presso i professionisti associati al S.U.S.O.
diata specificamente da Reale Mutua, i genitori dei giovani pazienti possono mettere da parte, anno dopo anno, una somma che potrà tornare utile: sia in caso di necessità per sostenere i costi di cure ortodontiche, sia per sostenere economicamente i progetti futuri del ragazzo. In più questa soluzione offre anche importanti garanzie infortuni e malattie per proteggerlo durante la crescita. I vantaggi per il paziente sono pertanto evidenti, ma anche chi esercita l’attività odontoiatrica può trarne notevole beneficio. Avrà infatti la possibilità di fidelizzare ulteriormente i suoi clienti e, soprattutto, di godere della tranquillità nei pagamenti delle prestazioni. CONSULENZA ASSICURATIVA DEDICATA Noi di Reale sappiamo come proteggere il tuo mondo. Perché è anche il nostro. Ecco perché puoi affidarti all’Agenzia Reale Mutua Torino Cavour, che garantisce ai propri Assicurati serietà, professionalità e attenzione alle diverse esigenze assicurative. Vicinanza, competenza ed esperienza. Tutto questo è Reale.
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Dott. Paolo Garbaccio
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RINNOVO CONVENZIONE U.G.F. (Unipol Gruppo Finanziario) S.U.S.O. Il Consiglio Direttivo S.U.S.O. sta valutando insieme ai Rappresentanti di U.G.F. la possibilità di integrare e migliorare la polizza R.C. già esistente a vantaggio degli Associati S.U.S.O. Sono anche allo studio altre proposte per formule di polizze in regime di convenzione tra S.U.S.O. e U.G.F. . Speriamo nel prossimo numero di “S.U.S.O. News” di essere in grado di comunicare le nuove normative e le tariffe concordate. Il Presidente Dott. Paolo Picchioni
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A DOMANDA... RISPOSTA...
REGOLAMENTO Ogni socio in regola con la quota può inviare quesiti, inerenti la vita sindacale del SUSO, ai quali riceverà risposta, tramite mail o fax, il più rapidamente possibile e in differita sulla stampa del Sindacato nella forma ritenuta opportuna. La pubblicazione del SUSONEWS sarà a scelta e nella forma decisa dalla direzione della rubrica. Ogni socio potrà avere in pubblicazione non più di 2 comunicati all’anno. Annotiamo che forma e contenuti dei quesiti sono concordati preliminarmente con gli associati.
D Vi scrivo per avere da Voi un consiglio sul compenso da richiedere per le mie consulenze. Mi trovo in una situazione un po' particolare e forse non proprio regolare: esercito la mia attività di odontoiatra presso un unico studio effettuando prestazioni di ortodonzia e pedodonzia su pazienti prevalentemente inviati a me e in minor parte proveninti dallo studio che mi ospita. Lo studio mi concede l'utilizzo di un riunito per tre mezze giornate alla settimana, un'assistente (non dedicata soltanto a me) e mi fornisce i materiali per la pedodonzia. I materiali utilizzati per i trattamenti di tipo ortodontico sono interamente a carico mio, dallo sviluppo delle impronte, ai bracketts, al composito per gli splintaggi. Per quanto riguarda la parte finanziaria, sono io a fatturare direttamente ai pazienti e poi a versare al titolare dello studio una percentuale dei miei incassi. Da molti anni ormai questa percentuale è ferma al 40% ; a me sembra molto alta, e quindi Vi chiedo: sarebbe lecito chiedere una diminuzione di questa percentuale? O sarebbe più logico proporre una sorta di affitto da pagare mensilmente? E come individuare la cifra giusta? Ho chiesto al commercialista e ad altri colleghi ma non ho avuto grandi aiuti. Vi sarei molto grata se poteste darmi qualche linea di riferimento da seguire, pronta a comunicarvi altri dati sulla mia situazione se possono servire. Resto in attesa di un Vostro riscontro. Cordiali saluti. E.B. RGentile Dottoressa, in riscontro al quesito postoci, Le significhiamo quanto di seguito: “Il corrispettivo per l’utilizzazione dello studio del collega nel rapporto di collaborazione specialistica è rimesso alla discrezionale intesa tra le parti non essendoci contratti scritti ma esclusivamente una prassi ancorché sperimentata, nulla preclude la possibilità di modificare il corrispettivo. Più difficile risulta indicarLe la misura in quanto la stessa dipende dalla tipologia dello studio, dalla sua organizzazione e dai servizi che risultano fruibili. Mediamente l’incidenza dei costi di studio sull’onorario delle prestazioni può variare da 40 a 60%. La cifra percentuale da Lei corrisposta è dunque abbastanza allineata con la realtà di mercato, ancorché potrebbe essere rivista al ribasso in relazione ai materiali direttamente forniti da Lei. Sicuramente in una situazione come la Sua potrebbe risultare più conveniente una locazione che presenta l’incognita di un costo fisso senza sapere se ci sarà guadagno. Ci pare di capire che il Suo avviamento sia comunque tale da poterLe garantire una corretta valutazione di quale delle due situazioni sia da preferirsi. Per quanto concerne la quantificazione del costo orario La invitiamo a volerlo calcolare con riferimento ai Costi di gestione da noi pubblicati e che Le alleghiamo. Sarà sufficiente individuare quale delle voci elencate trovino riscontro nella Sua realtà, sommando gli importi e dividendoli per il numero complessivo delle ore potenziali di loro utilizzazione (pari a 9 ore/die x 21 giorni lavorativi mese) COSTO diviso 189 = COSTO ORA Con la speranza di essere stati esaustivi, porgiamo cordiali saluti.
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DSpett.le Suso, la presente per richiedere per quanti anni è utile conservare in archivio i modelli in gesso? M.M. R “I modelli in gesso costituiscono documentazione clinica alla stessa stregua di ogni altro documento di cura e, pur non esistendo un obbligo normativo di loro conservazione, si suggerisce di conservarli per il tempo necessario a scongiurare azioni risarcitorie ovvero il tempo di prescrizione fissato dalla legge in 10 anni. Qualora dovessero essere eliminati in un tempo minore occorrerà ne sia data informazione al paziente all’atto dell’assunzione in cura nel contesto delle notizie per l’assolvimento degli obblighi della privacy. La legge non impedisce l’archiviazione dei modelli in formato digitale, avendo tale formato valenza probatoria sostanzialmente identica al modello in gesso, salvo la prova contraria da parte del paziente che disconosca come suoi i modelli archiviati digitalmente.”
DGentile Avvocato, devo eseguire una terapia ortodontica con estrazioni ad un paziente non vedente di 22 anni. Come devo stilare il consenso informato? T.B. RRiscontro la Sua in merito alla quale suggerisco di far precedere il trattamento da un colloquio informativo alla presenza di un testimone del quale indicare il nome nel modulo del consenso. Se il paziente si fa accompagnare da un familiare individuerei lo stesso come testimone unitamente alla Sua assistente alla poltrona. Se poi il paziente non può firmare farei apporre una croce e la firma del testimone accompagnata dalla dicitura “sottoscrive per conferma che il paziente ha espresso il suo consenso”.
DCon la presente invio alcune domande per il consulente legale: Riguardo ai dati dei pazienti che noi manteniamo in studio, modelli , radiografie e ecc., siamo obbligati a consegnarle al paziente o a un suo delegato in caso di richiesta specifica (in caso di contenzioso)? Possiamo mantenere una copia di modelli, radiografie, ecc da usare in sede legale a discolpa in un contenzioso? G.B. R ”La materia è regolata dal T.U. sulla privacy in ragione del quale i dati personali sono di proprietà del paziente che ha diritto di conoscerli, accedervi, richiederne copia, etc. Il medico ha diritto a conservarne copia solo nei limiti in cui ciò sia stato oggetto di specifico consenso all’atto della loro raccolta (N.B.: si tratta del consenso al trattamento dei dati, non al consenso informato per la cura che è cosa diversa).”
DChiedo un parere su quanto mi è accaduta la settimana scorsa. Ho trattato dal 2005 al 2007 una bambina di undici anni per una seconda classe seconda divisione importante e da allora la controllo semestralmente come tutti i pazienti fino all’età di diciotto anni. Ho rivisto la paziente tre mesi fa ed ho notato una leggera recidiva monolaterale con conseguente deviazione della linea mediana di 2 mm. Ho fatto notare questo al padre della mia paziente che ora ha quindici anni rinviando tutto al successivo controllo. Quindici giorni fa è venuto il padre lamentandosi del fatto che aveva fatto visitare la figlia altrove e gli avevano consigliato di rifare il trattamento. Ho fatto presente che, come avevo già detto tre mesi prima, una recidiva fino a 18 anni è sempre possibile ed è questo il motivo per cui tutti i miei pazienti compresa la figlia tornavano ogni sei mesi. In tutti i casi per il trattamento della recidiva nulla era dovuto a me: tutto gratis.
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Abbiamo fissato l’appuntamento per il ritrattamento al quale non si sono presentati. Per tutta risposta ieri mi è arrivata dal loro avvocato una richiesta danni. Cosa debbo fare? La ringrazio immensamente in attesa di una sua risposta. V.C. R”Credo non si possa far altro che buon viso a cattiva sorte! Concretamente suggerisco di inviare tutta la contestazione alla Compagnia assicuratrice a titolo cautelare. Farei quindi rispondere al legale che viene respinta ogni responsabilità, ferma rimanendo la disponibilità a prendere in esame la relazione del medico legale che individua le negligenze addebitatele. Con questa sarà poi possibile ragionare concretamente su come muoversi. Nel frattempo sarà importante raccogliere la documentazione, i modelli, il diario clinico e tutto ciò che consente la verifica del suo trattamento” Con la speranza di aver soddisfatto la sua richiesta le diamo appuntamento a Messina, dove potrà, se ritiene necessario, parlare direttamente e aggiornare il nostro legale.
DSpett.le S.u.s.o., da parte dell’ASL di appartenenza, è giunta richiesta a tutti gli ambulatori odontoiatrici del Comune di P. , dove insiste il mio Studio specialistico ed esclusivistico ortodontico, della documentazione per l’ottenimento dell’autorizzazione all’esercizio ai sensi del D.G.R.C. n. 7301/01. Documentazione che, nello specifico, non e’ indicata neanche dall’Ente richiedente e tutto cio’ dopo aver presentato domanda nel 2001. Da voci comunicatemi dal consulente della sicurezza pare che l’orientamento di alcune ASL regionali sia quello di equiparare gli studi esclusivisti di ortodonzia agli studi medici professionali, e come tali, non necessitanti di autorizzazione. Ricordo anche che fosse tale l’orientamento avanzato dal SUSO, per cui Vi scrivo questa mia email. M.F. RMi è difficile rispondere perché il Dr. F. non chiarisce se questa richiesta è la risposta tardiva ad una sua domanda oppure se è una iniziativa rivolta a tutti gli studi. Occorre invitarlo a meglio spiegare la situazione, anche perché se avesse fatto una domanda, sarebbe assurdo contestarne il seguito ancorché tardivo.
Segue ulteriore chiarimento del Dott. M.F. DSpett.le Suso, A seguito delle normative emesse nel 2001 dalla Regione riguardo i requisiti necessari per i presidi medico chirurgici risiedenti sul terrritorio (piu’ volte in seguito modificati su iniziative dell’ANDI in quanto troppo vessatori) tutte le strutture odontoiatriche presentarono una semplice domanda di autorizzazione alle ASL di appartenenza, riservandosi di presentare la documentazione che fosse stata richiesta. Ora, nel 2009, gli uffici preposti hanno inviato a tutte le strutture allora richiedenti una comunicazione nella quale si chiede di presentare la documentazione mancante ( ma ottenere un elenco pare essere impossibile). Io di certo non contesto la richiesta, in quanto come giustamente nota l’avvocato sarebbe assurdo! Chiedevo solo se, dato che all’epoca non si parlava neanche di studi di pura ortodonzia mentre ora sono sicuramente piu’ numerosi, il SUSO avesse esperienza, riferimenti, interpretazioni di legge ecc. che possano riferirsi a queste strutture e che quindi le differenzino normativamente da un classico ambulatorio odontoiatrico. Non esitate a contattarmi se la mia richiesta non fosse chiara. M.F. R”In riscontro alla precisazione riteniamo utile chiarirti quanto segue: le autorizzazioni per l’apertura degli studi/ambulatori sono correlate alla tipologia delle strutture ed ai rischi ad esse connesse. La normativa nazionale demanda alle singole regioni la regolamentazione della materia mediante atto amministrativo. L’esperienza in atto sul territorio ha esclusivamente diversificato in ambito odontoiatrico strutture dove si eseguono interventi di alta chirurgia (necessità di sala operatoria) e strutture in cui questi non vengono praticati.
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Nell’uno e nell’altro caso sono prescritti requisiti diversi e maggiori. Vi sono invece regole sostanzialmente uniformi per qualsiasi tipo di struttura costituite da: - disponibilità di servizi per il personale e per i pazienti - separazione dei percorsi sporco-pulito - dotazione di sicurezza degli impianti (elettrico, idrico, vetri studio, rumori, aria condizionata ecc) ed altre ulteriori misure minime. Non è possibile allo stato poter contare diversamente fra studio odontoiatrico e ortodontici ai fini del rilascio delle autorizzazioni di accreditamento”.
DLa presente per richiedere quale sia l’utilizzo medio dei Tray e dei guanti negli studi di odontoiatria. L.A. REgregio Dottore, con riferimento alla Sua richiesta di conoscere quale sia l’utilizzo medio dei Tray e dei guanti negli studi di odontoiatria riteniamo poterLe significare che il dato statistico non è di facile determinazione, essendo molteplice la possibile utilizzazione che può essere fatta. La variabile è costituita dalle modalità di organizzazione di ciascuno studio e delle esigenze dei suoi operatori. A) Il Tray ha infatti molteplici usi avendo la prevalente funzione di vassoio di supporto materiali e strumenti vari, non avendo alcuna specifica correlazione diretta con le prestazioni di cura. Proprio per la particolare versatilità il Tray si presta alle più svariate utilizzazioni e tra gli odontoiatri viene utilizzato in maniera ampia e variegata che spazia dal supporto ferri alla poltrona, al supporto per la conservazione dei ferri nella cassettiera semovibile, al pianale di appoggio strumenti vari a fianco delle relative apparecchiature quali l’elettrobisturi, i micromotori, etc., fino al semplice utilizzo come vassoio d’appoggio di pezzi vari in laboratorio. L’indagine svolta tra i nostri iscritti ha consentito di individuare quanto meno nove diverse tipologie di utilizzazione del Tray che di seguito si elencano, allegandoLe altresì documentazione fotografica che consente una più chiara rappresentazione dell’utilizzo 1. Impiego alla poltrona per gli strumenti : vassoio per il medico e per l’assistente per le terapie 2. Utilizzo per l’uso di supporto sulla faretra del riunito 3. Utilizzo per contenere i ferri nel servo mobile 4. Utilizzo per supporto di strumenti vari, elettrobisturi, alesatori, micromotori da laboratorio, ecc. 5. Utilizzo per il supporto alla radiologia endorale 6. Utilizzo da parte dell’infermiera per la pulizia delle protesi, di apparecchi ortodontici etc. 7. Utilizzo per supporto di oggetti da utilizzare clinicamente (dai manipoli alle vaschette per alginato, ai materiali da impronta, etc. 8. Utilizzo in sala sterilizzazione come supporti per evitare che cadano gli strumenti e per ridurre la contaminazione 9. Utilizzi in laboratorio L’elencazione sopra riportata non riproduce certo tutte le possibili utilizzazioni del Tray che sicuramente si presta ad una gamma ben maggiore, ma rappresenta quelle più comuni negli studi odontoiatrici. È oggettivamente impossibile determinare quanti Tray possano quindi essere funzionali all’assistenza al paziente e quanti vengano utilizzati a fini diversi. Può tuttavia ritenersi sensato ipotizzare che per ciascun paziente la media possa variare da due a tre Tray a seduta in quanto uno deve essere previsto per lo strumentario di cura, uno quale supporto per l’assistente per la movimentazione materiali (es. spostamento protesi, o apparecchi ortodontici, movimentazione modelli, etc.), è inoltre possibile che un terzo possa essere utilizzato per l’appoggio dell’elettrobisturi o la strumentazione al seguito di macchinari mobili. Va da sé che non tutte le sedute determinano l’utilizzo di tre Tray, ma può presumersi che in casi di chirurgia o di interventi complessi possano invece esserne utilizzati un numero maggiore. La determinazione presuntiva è impossibile, mentre quella ottenuta dall’indagine a campione tra un numero significativo di pazienti ha portato ad un uso medio di 2,3 Tray a seduta. B) Altro capitolo molto particolare è quello dell’uso dei guanti, fondamentale per combattere la trasmissione del contagio delle infezioni che possono essere trasmesse in ambiente odontoiatrico (epatite B, epatite C,
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AIDS, tubercolosi ecc) ed è proprio per questo che, dall’inizio degli anni ’90, è stato reso obbligatorio l’uso dei guanti in terapia ortodontica. Notevole è il numero di situazioni che ne caratterizzano la sostituzione tanto che essa sia determinata da esigenze soggettive quanto estemporanee: modalità di lavoro dei singoli operatori, utilizzo improprio dei guanti da parte del personale, rotture, uso del telefono, colloqui, formulazione di preventivi, uso di strumenti trafittivi, taglienti e rotanti propri dell’odontoiatria, sono tutti fattori che moltiplicano per ogni seduta la necessità di continue sostituzioni. Va inoltre ricordato che negli ultimi tempi le sedute dei pazienti si sono anche ridotte come tempo alla poltrona per sempre maggior esigenze di lavoro, depressione, stress e impegni vari con sedute più brevi e più numerose con conseguente aumento di utilizzo dei guanti. Si può quindi parlare di numeri assolutamente variabili che possono andare dalle 2-3 paia, nei casi particolarmente semplici e fortunati, a seduta, sino alle 10-12 paia per casi particolarmente complessi che richiedono l’intervento di più operatori e maggior numero di sostituzioni. Confidando averLe fornito una esaustiva risposta al quesito, il SUSO rimane a disposizione per eventuali ulteriori e maggiori chiarimenti Le necessitassero in proposito.
D Gentile Avvocato, Le vorrei chiedere cortesemente delle delucidazioni sulla seguente questione: un mio collega odontoiatra, per motivi legati ad una sua consulenza presso uno studio il cui proprietario gli ha detto di non volere che lui risulti intestatario di uno studio tutto suo pena la fine della sua consulenza, mi ha chiesto, sulla base di una mia possibile consulenza in ortodonzia lì, di intestarmi questo studio che lui ha acquistato insieme con un odontotecnico e la cui apertura è prevista per i primi mesi del 2010. Premesso che non ho mai visto questo studio, che la situazione non mi è molto chiara e che sono assolutamente alle prime armi mi chiedo: 1. in qualità di intestataria quali sarebbero i miei oneri economici e legali? 2. non è possibile intestarsi lo studio solo da un punto di vista legale e non far comparire il proprio nome sulla targa? R L’assunzione della titolarietà di uno studio odontoiatrico comporta l’accollo di tutte le responsabilità, a prescindere che il nome della responsabile compaia o meno su targa che consentirebbe esclusivamente una facilità di sua individuazione. L’intestazione può essere di due tipi: solo direzionale sanitaria oppure direzionale sanitaria e proprietaria. Alla prima si legano tutte le responsabilità connesse ai profili gestionali (sicurezza dello studio, privacy, controllo dei dipendenti e dei collaboratori, radiologici, malattie professionali, approvvigionamenti, igiene, ect), alla seconda si riconnettono invece anche le responsabilità di carattere patrimoniale (debiti per acquisti, rapporti con il Fisco, responsabilità per danni professionali ect). Quanto agli oneri che possono essere assunti è indubbio che con l’atto costitutivo di assunzione di titolarietà possa essere eventualmente limitata la responsabilità nel rapporto interno fra comproprietari ma un tale accordo non assume rilievo nei confronti dei terzi che potranno far affidamento sulla posizione nominale di carica. “
DSpett.le SUSO ho necessità di una consulenza su come comportarmi con una paziente che ho in cura con l’apparecchio fisso e che oltre a non pagare ormai da un po’ di tempo gli acconti del preventivo per la terapia in atto non si presenta più neanche agli appuntamenti concordati se non in caso di urgenze con l’apparecchio. Quando era stato fatto presente al papà che erano molto in arretrato con i pagamenti lui ha chiesto e firmato la sospensione della terapia dicendo che avrebbe saldato il tutto entro i tempi stabiliti. La paziente tuttavia ha disdetto gli appuntamenti presi per la rimozione dell’apparecchio e il padre non è passato a pagare. E’ stata inviata una raccomandata con ricevuta di ritorno per comunicare alla famiglia la necessità di effettuare dei controlli della apparecchiatura o di presentarsi per la rimozione della stessa secondo loro richiesta. Il papà della paziente non ha ritirato la raccomandata, ma si è presentato un mese fa in studio per un urgenza chiedendo di riprendere la terapia e dicendo che avrebbe saldato nel pomeriggio quanto doveva.
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Il saldo non è arrivato e la paziente non si è presentata all’appuntamento fissato per il controllo della terapia. Il collega titolare dello studio è propenso a procedere per vie legali per il recupero crediti; la mia domanda riguarda la mia posizione come responsabile della terapia, e cioè se è possibile rimuovere l’apparecchiatura nel caso la paziente dovesse presentarsi per una urgenza anche senza la presenza dei genitori( la paziente è minorenne e il papà aveva in un primo tempo firmato la sospensione della terapia, ma in un secondo tempo ne aveva richiesto la ripresa) La ringrazio per la consulenza. F.M. R”La situazione credo meriti di essere valutata con attenzione prima di acuire disagi già manifesti. Se la raccomandata contiene sufficienti specificazioni del rischio al mantenimento dell’apparecchio ortodontico senza controlli, non c’è di che preoccuparsi, anche se la paziente non si è presentata per farlo rimuovere. Dubito che la paziente si ripresenterà ma qualora ciò succedesse nulla preclude di rimuovere l’apparecchiatura e se ciò non fosse fatto occorrerà inviare una nuova raccomandata spiegandone la ragione perchè tale situazione non sia interpretata come negligenza professionale. Suggerirei inoltre, prima di agire giudizialmente, di far controllare modelli, radiologie ecc ad un medico legale affinchè assicuri la perfetta esecuzione del trattamento. Solo in questo caso rivendicherei il compenso non pagato”.
DBuon giorno, in seguito alla telefonata,come da accordi, Vi inviamo questa mail, per richiedere gentilmente, informazioni sulla procedura da seguire per il consenso informato al paziente minore di anni 18, da sottoporre a trattamento ortodontico fisso, i quali genitori risultano separati e/o divorziati. Se su questa materia esiste una legge, ed eventualmente quale, e se esiste un fac-simile di tale consenso informato, che vi chiediamo di farci pervenire. Importante è anche la situazione nel quale solo uno dei due genitori è consenziente a eseguire tale trattamento e quindi la procedura più idonea da seguire. A.M. R”In riscontro al quesito posto evidenzio che non esiste una normativa specifica che regola la materia, né è necessario che il consenso sia raccolto in un modulo particolare. In caso di genitori separati è sufficiente che il consenso sia sottoscritto da entrambi oppure anche da uno solo che sottoscrive con espressa indicazione e doppia firma: “anche a nome e per conto del padre Sig. ...”. La firma delle parti può anche essere raccolta con consegna per sottoscrizione a domicilio. La mancanza di sottoscrizione determina la nullità del contratto ed espone a responsabilità per trattamento non autorizzato. Piuttosto che procedere in assenza del consenso di entrambi i genitori è preferibile non iniziare la cura e suggerire al genitore affidatario di chiedere l’intervento del Giudice Tutelare affinché si sostituisca al coniuge che rifiuta la cura per il proprio figlio.
DBuongiorno, mi chiamo A.C., sono un’odontoiatra specialista dal 2000 e socia del Suso. Lavoro come consulente di ortognatodonzia in diversi studi. Di recente mi si è presentata una situazione particolare e direi davvero spiacevole: un collega presso cui collaboro da anni e fatturo dall’ott. 2007 mi nega di proseguire la consulenza in corso, per motivi suoi personali (“si sono rotti degli equilibri ed non ho voglia di fare alcuno sforzo per conciliare, nel mio studio faccio quello che voglio, ritieniti fuori.”!!!!). Non mi consente di concludere i casi in corso, di congedarmi dignitosamente con i pazienti che hanno riposto in me la loro fiducia e sono di mia esclusiva responsabilità, o almeno di poter effettuare una decente consegna dei casi con affiancamento ad un eventuale sostituto. L’aspetto economico, inoltre, che per me è secondario al rispetto della mia figura professionale (ma ne è anche parte integrante), è stato liquidato con la stessa trascuratezza: resto con l’ultima fattura emessa ancora insoluta; i materiali ortodontici di scorta in studio, comprati dividendo a metà le spese, tutti in mano sua; l’impossibilità di percepire la mia parte delle rate dei pagamenti arretrati dei pz. per il lavoro già svolto. So che incomprensioni possono capitare, ma possono anche risolversi, offrendo occasioni per una collaborazione ancora più soddisfacente. Personalmente ho ottimi rapporti professionali e umani, da sempre, con colleghi, pazienti, personale ausilia-
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rio, nell’ambiente ospedaliero quanto nel privato. Credo che questa capacità sia per altro indispensabile ad un consulente che per scelta si reca in un ambiente di lavoro ogni giorno differente per organizzazione e panorama umano e che, credo, deve sapere inserirsi con il giusto modo, prendendo il proprio posto senza interferire con lo stato preesistente. Il buon senso ed il rispetto reciproco garantiscono l’armonia nel lavoro e la continuità dei rapporti. In questo caso, però, il comportamento del mio collega mi lascia perplessa ed in profondo disaccordo. Ritengo ingiusto essere esclusa dalla consulenza di prepotenza, credo sia un comportamento non deontologico nei confronti miei e dei pazienti. Ho espresso al collega per iscritto, la mia disponibilità a superare questa temporanea incomprensione, volendola attribuire più a cattiva intesa che a cattiva intenzione. La sua totale chiusura ad una possibilità di conciliazione mi rende impotente. E preoccupata a nome di tutta la categoria. Esiste davvero la possibilità che un serio professionista sia trattato così biecamente? E che i pazienti siano sballottati dal titolare della loro cura a chiunque altro, pur essendoci casi molto delicati che richiederebbero invece un attento passaggio di consegna? Cosa si può fare in risposta? Vorrei la vostra competenza specifica e il vostro sostegno per capire meglio e risolvere questa situazione in modo dignitoso per tutti. Il prossimo controllo ortodontico presso lo studio in questione doveva essere …. novembre. Non ho problemi a fornirvene i dati. Credo che la mia esperienza possa servire anche ad altri e che approfondire la questione di principio sia importante per dare il giusto spessore etico al nostro lavoro. Sono a disposizione per chiarimenti e per un colloquio personale.” A.C. RRispondo alle richieste della dr. ssa C., richiamando le relazioni da me svolte nei convegni promossi dal Suso, nel corso dei quali più volte è stato affrontato il tema delle collaborazioni e delle consulenze di studio e gli strumenti di tutela del consulente. Purtroppo devo constatare che, nonostante i suggerimenti, il rapporto oggetto del quesito non risulta regolato da contratto scritto e questo posiziona la dr. ssa C. in situazione critica. Se bene ho inteso, la collaborazione di studio era un rapporto privo di ogni autonomia, salvo quella tecnico-professionale. Ciò desumo dal fatto che il rapporto economico non intercorreva direttamente con i pazienti, ma con il collega titolare di studio che stipulava con il cliente il rapporto contrattuale di cura, avvalendosi poi della collaboratrice che con cadenza periodica veniva remunerata dal titolare dello studio, al quale venivano rese le prestazioni di collaborazione. Se questa è la situazione, l’interruzione del rapporto di collaborazione può determinare azione di responsabilità nei confronti del collega, ma non certo rivendicazioni sui pazienti. Il rapporto di collaborazione si regge infatti sulla fiducia, cui qualunque delle due parti può mettere fine in qualsiasi momento, ritengo anche senza alcuna giustificazione. Se esistesse un contratto, troverebbero regolamentazione le eventuali sanzioni, il preavviso, le modalità di commiato dai pazienti, il passaggio di consegne e quant’altro. Nella situazione in esame, la collaboratrice non ha alcuna possibilità di condizionare le determinazioni del collega che, essendo il titolare del rapporto di cura, può gestirlo come meglio ritiene, fermo rimanendo il diritto del paziente di non condividere e interrompere il rapporto di cura e rivolgersi alla collaboratrice in via diretta. Certo è che la collaboratrice può opporre identica condotta, rappresentando ai pazienti anche con lettera le ragioni della sua scomparsa dallo studio. Potrà indicare loro il suo nuovo recapito e rendersi disponibile, facendo attenzione a non sconfinare nella concorrenza illecita. Il Suso ha testi di lettere di commiato che non espongono a rischi. Il modo più corretto di dirimere la situazione di conflittualità è però quello previsto dall’art. 3 lett. g) della legge professionale che prevede la possibilità della procedura conciliativa davanti all’Ordine.” Segue ulteriore chiarimento
DSalve, la ringrazio da subito per la sua lettera di risposta. Circa il contratto di lavoro, effettivamente, non esiste per iscritto ma solo sulla reciproca fiducia. Esistono, però, i seguenti documenti: il consenso informato personalizzato(scritto a mano da me sul retro del diario clinico),il consenso informato ortodontico generico (su prestampato), il preventivo economico, di studio del caso, terapia, contenzione, preparati e firmati da me e controfirmati dal genitore o dal paziente maggiorenne. La mia fatturazione allo studio è mensile, e l’importo corrisponde a metà di ciò che il paziente paga ciascuna volta. Alla luce di questa condizione descritta, cambia la mia posizione? Lo studio è tenuto a fornirmi i dati dei pazienti per poterli contattare? Posso avere copia di una delle lettere di cui mi ha accennato?
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R”Ad ulteriore riscontro della richiesta della Dott.ssa C. devo purtroppo confermare il parere precedentemente esternato. La documentazione di cui la Dott.ssa è in possesso non sposta i termini della questione che rimane circoscritta nel limite indicato. Lo studio è tenuto a fornire i dati dei pazienti solo ed esclusivamente se ciò sia specificamente previsto dal consenso sulla privacy. Per eventuale conflittualità deontologica potrà essere richiesta la mediazione dell’Ordine.
DUn’iscritta chiede da quale anno è obbligatorio far compilare i moduli consenso al trattamento ortodontico e autorizzazione al trattamento dati personali. E’ tutto riferito alla Privacy 675/96 oppure anni prima? R”Il consenso informato non è mai stato regolato per legge e non esiste, salvo che per alcune prestazioni normativamente regolate, alcuna data di inizio della raccolta. L’istituto è una elaborazione della condotta medica che ha assunto rilievo a livello giurisprudenziale attorno agli anni 1985 e che si è successivamente sviluppata come prassi ormai consolidata in tutti gli ambienti medico-odontoiatrici. Diverso è il discorso sul consenso al trattamento dei dati che essendo stato introdotto con legge dello Stato è databile al 1996.”
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PUBBLICITA’ S.U.S.O.
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Realizzato in co llaborazione con il Socio: Dott. Medico chirurg o Odontoiatra Specialista in Or tognatodonzia Via
Come anticipato in Assemblea e nell’incontro di Messina, abbiamo realizzato un pieghevole, da esporre in sala d’attesa e da consegnare ai propri pazienti, che, molto sinteticamente, affronta l’argomento “Ortodonzia e Ortodontista” puntando l’attenzione sull’importanza della scelta del professionista, sulla sua qualifica e sulla sua preparazione: l’iscrizione al S.U.S.O. diventa garanzia di veridicità in quanto sottoposta a controllo da parte del Direttivo. Il pieghevole, come potete vedere nell’esempio riportato e dal campione allegato, può essere individualizzato inserendo l’intestazione e l’indirizzo dello studio, qualifiche, orari e quant’altro di lecito vogliate portare a conoscenza del pubblico.
Tel.: Fax: e-mail:
[Gli interessati sono pregati di contattare la nostra Segreteria per conoscere e definire le modalità e i costi di produzione] Uno degli obiettivi più importanti che si è posto il nostro Sindacato, d’ora in avanti, è quello di cercare di aiutare i propri iscritti a combattere la battaglia della “spietata” concorrenza, che troppo spesso utilizza forme pubblicitarie che si limitano ad evidenziare “sconti” “visite gratuite” “prezzi stracciati” “convenzioni e finanziamenti” “messaggi ingannevoli”, utilizzando mezzi di propaganda atti a mettere in risalto dati quali la professionalità, la preparazione, la qualifica, il rispetto delle leggi e della deontologia ordinistica. Questo è il primo lavoro realizzato in questo senso, a cui seguiranno altre iniziative tipo “Investo nell’orto” (presentato in questo numero della nostra rivista), l’istituzione di un sito “Cerco Ortodontista SUSO”, Scuole per assistenti ortodontiche alla poltrona…………. Confidiamo ovviamente in una positiva risposta da parte vostra che sia di stimolo a proseguire su questa strada nel tentativo di evitare che ognuno di noi debba abbassarsi a forme “mercatare” di squallida pubblicità come unica possibilità di sopravvivenza professionale. Dott. William Manuzzi
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QUOTA ASSOCIATIVA S.U.S.O. EURO 130,00 QUOTA ASSOCIATIVA NEO-LAUREATI EURO 20,00 SCADENZA 31|01|2010 MODALITA’ DI PAGAMENTO - Bonifico bancario: BANCA INTESA SANPAOLO AG. 26 - TORINO IBAN IT 38 M 03069 01026 100000007765
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