TITOLO
Infoday on Horizon 2020 SC5: Climate action,
Environment,
Resource
efficiency and Raw Materials 12 Novembre 2013 Commissione europea Centro Conferenze Albert Borschette Rue Froissart 36, 1000 Bruxelles
LUOGO E DATA
ORGANIZZATORE
Commissione europea
RELAZIONE Lo scopo della giornata informativa era quello di illustrare le opportunità offerte dal nuovo programma “Horizon 2020” nell’ambito della quinta sfida sociale “Azione climatica, ambiente, efficienza delle risorse e materie prime” individuata dalla Commissione europea. Come illustrato da Kurt Vandenberghe (Direttore per l’Ambiente presso la DG Ricerca e Innovazione della Commissione europea), la proposta della Commissione per “Horizon 2020” è intesa a seguire un approccio più integrato, rispetto ai precedenti programmi, che affronti allo stesso tempo una serie di sfide provenienti da ambiti diversi della ricerca e dell’innovazione. A tal fine sono state identificare dodici aree chiave di intervento, di cui cinque legate all’ambiente: 1. rifiuti: una risorsa per riciclare, riutilizzare e recuperare le materie prime; 2. innovazione delle risorse idriche: promuovere il loro valore per l’U.E. 3. efficienza energetica; 4. capacità di recupero dai disastri: salvaguardare la società e adattamento ai cambiamenti climatici; 5. crescita blu: liberare il potenziale degli oceani. Luisa Prista (Capo dell’unità “Tecnologie ambientali” della direzione Ambiente presso la DG Ricerca e Innovazione) ha spiegato come l’obiettivo di sostenere progetti legati all’innovazione nell’ambito delle tecnologie per il riciclo dei rifiuti derivi dalla volontà di valorizzare i punti di forza dell’U.E. nel settore, al fine di diminuire la dipendenza da tecnologie estere e di acquisire una posizione di leadership. Nell’ambito della strategia “Europa 2020”, puntare su un miglioramento delle tecniche di riciclo e di recupero delle materie prime significa guardare ad un modello di società “a rifiuto zero” (zero waste society), nell’ottica di un’economia di tipo circolare. In tale contesto, i progetti innovativi che verranno supportati da “Horizon 2020” nel settore dei rifiuti potranno riguardare sia il ciclo produttivo che il ciclo di consumo di tutti i settori economici, prevedendo una migliore organizzazione dei processi ed un maggior coinvolgimento di tutti gli attori interessati, compresi i cittadini, i quali devono essere resi più consapevoli attraverso l’uso dei mezzi di comunicazione. Inoltre proseguirà il supporto ad alcune iniziative comunitarie già avviate, ad esempio SPIRE (Sustainable Process Industry through Resource and Energy Efficiency). Per quanto concerne le risorse idriche, Luisa Prista ha sottolineato il fatto che l’U.E. ambisce
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a consolidare la propria posizione nel mercato mondiale delle risorse idriche e pertanto sosterrà tutte quelle iniziative, a contenuto innovativo, che produrranno un impatto concreto nel mercato. Uno degli aspetti maggiormente evidenziati riguarda la promozione dei partenariati europei innovativi (EIP – European Innovative Partnership), i quali sono costruiti a partire dalle stesse imprese europee, e delle iniziative congiunte di programmazione (JPI – Joint Programming Initiative), le quali sono condotte dagli Stati membri. L’efficienza energetica rappresenta un altro aspetto importante per il territorio europeo, data la notevole ricchezza di edifici storici ma che necessitano di un processo di ristrutturazione. A tal fine, il programma sosterrà quelle proposte che forniranno soluzioni in termini di efficienza energetica, mantenendo però la peculiarità dell’impianto urbanistico delle città europee. Andrea Tilche (Capo dell’Unità “Cambiamento Climatico e Rischi Naturali” della direzione Ambiente presso la DG Ricerca e Innovazione) ha affermato che è necessario sostenere le politiche climatiche attraverso lo sviluppo di alcune capacità strategiche nell’elaborazione delle previsioni climatiche, nell’analisi economica e nella cooperazione internazionale. Le aree che il programma “Horizon 2020” coprirà nel settore sono: modelli avanzati dei sistemi terrestri; economie per il cambiamento climatico, intese a sviluppare una strategia di risposta al cambiamento (dimensione interna) e legami con le strategie di sviluppo sostenibile, attraverso la cooperazione con altri organismi internazionali (dimensione esterna); ricerca e innovazione nelle azioni climatiche, con particolare attenzione alla attenuazione degli effetti del cambiamento climatico. Come lo stesso Tilche ha spiegato nella sessione pomeridiana dell’evento, tali azioni dovrebbero consentire di migliorare le capacità previsionali e sostenere le decisioni politiche. Per quanto concerne le capacità di risposta alle calamità naturali, si prevede per l’anno prossimo di avviare una sistematizzazione delle conoscenze esistenti e di utilizzarle per intraprendere azioni coordinate. Rimanendo nell’ambito della quinta sfida, Arnoldas Milukas (Capo dell’Unità “Gestione delle risorse naturali” della direzione Ambiente presso la DG Ricerca e Innovazione) ha illustrato come “Horizon 2020” coprirà anche quelli interventi finalizzati alla preservazione della biodiversità e degli ecosistemi, favorendo e coordinando la ricerca e l’innovazione in tema di gestione delle risorse naturali. Inoltre verrà fornito supporto a quei sistemi di osservazione terrestre che consentiranno di elaborare modelli degli ecosistemi e quindi di elaborare soluzioni per un uso “intelligente” delle risorse. Il sostegno dei programmi COPERNICUS e GEOS rientra in tale contesto. Infine, per quanto riguarda la strategia per una “crescita blu”, l’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo degli strumenti di osservazione dell’Oceano Atlantico, al fine di elaborare una migliore strategia di gestione e sfruttamento delle risorse marittime. Mattia Pellegrini (Capo dell’Unità “Materie prime, metalli, minerali e industrie del legno presso la DG Imprese e Industria) ha introdotto l’argomento facendo riferimento all’Iniziativa europea sulle materie prime (European Raw Materials Initiative), lanciata dalla Commissione europea nel 2008 e poi rinnovata nel 2011, la quale si è basata su tre pilastri: assicurare pari opportunità di accesso alle risorse nei paesi terzi; incoraggiare una fornitura “sostenibili” delle materie prime europee: Pellegrini ha evidenziato come l’U.E. non sia sprovvista di materie prima ma non ha ancora trovato la strategia corretta per estrarle in maniera sostenibile; promuovere l’efficienza nelle risorse e nel processo di riciclo. A tal fine, verranno incoraggiati i partenariati europei innovativi sulle materie prime, con
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l’obiettivo di contribuire alla politica industriale dell’U.E. affinché raggiunga un incremento del PIL pari al 20%. Ciò che viene incoraggiato è, nello specifico, la riduzione della dipendenza europea dalle importazioni di materie prime e l’attenuazione degli effetti negativi del processo di estrazione sull’ambiente. Le proposte che verranno finanziate tramite “Horizon 2020” dovranno individuare soluzioni innovative e sostenibili per la produzione e l’estrazione delle materie prime. Torsten Woellert (Vice – capo dell’Unità “Tecnologie a basso consumo di carbonio” della DG Azione per il clima) ha illustrato l’importanza della cooperazione internazionale, nell’ambito delle azioni per il clima, al fine di accrescere la consapevolezza, a tutti i livelli, dell’impatto del cambiamento climatico e di favorire le ricerche multidisciplinari e gli strumenti di valutazione. In tale ottica, Woellert ha sottolineato il ruolo chiave di alcune iniziative, quali le “Joint Programming Initiatives” sulle ricerche climatiche e l’IPCC – Panel Intergoverantivo sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change). Nell’ambito di “Horizon 2020”, si prevede che il 20% del Quadro Finanziario Pluriennale produrrà un impatto positivo sulla questione del cambiamento climatico. Nicholas Banfield (Capo dell’unità “Conoscenza, rischi e ambiente urbano” della DG Ambiente) ha ricordato come uno dei pilastri della strategia “Europa 2020” sia la promozione di una crescita intelligente, inclusiva e sostenibile. Il concetto di sostenibilità deve comprendere un utilizzo più efficiente delle risorse e la trasformazione di un’economia più attenta alle esigenze dell’ambiente. L’elaborazione delle politiche ambientali è da sempre guidata dai progressi della scienza e dell’innovazione. Questo rappresenta la ragione per cui nel programma di lavoro previsto da “Horizon 2020” sono contemplati anche gli interventi che ricadono nei settori del riciclo dei rifiuti, della gestione delle risorse idriche e della produzione sostenibile di materie prime, con uno sguardo anche ai temi della biodiversità, delle “eco – innovation”, delle osservazioni terrestri e dell’utilizzo dell’aria e del suolo. Peter Haertwich (Vice – capo dell’Unità “Processi d’impresa e semplificazione” della DG Ricerca e Innovazione) ha in seguito illustrato il funzionamento del portale per accedere ai bandi di finanziamento di “Horizon 2020”. Rispetto ai precedenti sistemi, la piattaforma messa a disposizione dalla Commissione è stata strutturata in modo tale da essere di immediata comprensione e di facile utilizzo. La gestione delle domande verrà effettuata esclusivamente tramite tale portale, che è il medesimo del programma “COSME”, da cui sarà possibile monitorare l’andamento delle domande e cercare nuovi bandi. Michael Arentoft (Direttorato C della DG Ricerca e Innovazione) ha illustrato le differenti forme di finanziamento rese possibili dall’U.E: i finanziamenti diretti, utilizzati per il 90% dal budget “Horizon 2020”, appalti, assegnazione di premi e strumenti finanziari particolari (ad esempio la concessione di garanzie o di prestiti a condizioni speciali). Nell’ambito dei finanziamenti diretti, sono state previste sette azioni per il programma “Horizon 2020”: azioni di ricerca ed innovazione; azioni innovative; azioni di coordinamento e di supporto; strumento PMI: si tratta di uno strumento che dovrebbe consentire alle imprese di avvicinare i propri prodotti innovativi al mercato e di commercializzarli; co – finanziamento di ERANET; appalti pre – commerciali co – finanziati; soluzioni di appalti pubblici innovativi co – finanziati.
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Tutte queste azioni servono a sostenere attività innovative che abbiano ricadute dirette sui consumatori e sul mercato. Con azioni innovative si intende principalmente quelle attività dirette a definire nuovi prodotti, processi o servizi o a migliorare quelli esistenti. Il cuore di tali attività è costituito dai progetti pilota e dimostrativi, compresa la creazione di prototipi, i test di verifica, le dimostrazioni, la produzione su vasta scala e sul mercato. I finanziamenti di tali azioni innovativi si limitano al 70% dell’intero ammontare dei costi (sia diretti che indiretti), con possibilità di arrivare ad una copertura del 100% se i progetti sono presentati da associazioni no – profit. Per quanto concerne lo strumento PMI, voluto fortemente dal Parlamento europeo, il finanziamento ai progetti viene suddiviso in tre fasi: 1. progettazione e fattibilità: in questa prima fase viene garantito il sostegno alle imprese nella redazione dello “business plan” e nella conduzione degli studi di fattibilità e di valutazione del rischio. Tale fase è coperta dal 10% del budget, con una somma totale all’incirca di 50.000 € per un periodo di sei mesi; 2. realizzazione dei prototipi: si tratta della parte maggiormente interessante per le imprese perché, grazie al finanziamento di attività quali sviluppo e verifica, l’impresa dovrebbe ottenere un prodotto commercializzabile. Tale fase è coperta dell’88% del budget per un periodo che va dai dodici ai ventiquattro mesi. 3. commercializzazione: la copertura del 2% del budget consente di finanziare azioni quali la promozione dei progetti come marchi di qualità nel settore, la facilitazione all’accesso agli strumenti finanziari, la diffusione dei risultati e l’informazione agli utenti. Il finanziamento richiesto può coprire anche solamente una di queste fasi. Lo strumento PMI verrà implementato attraverso un’unica agenzia, l’EASME (European Agency for Small and Medium Enterprises). Come illustrato nella sessione pomeridiana da Samuel Maenhout, il target individuato dallo strumento PMI sono le PMI innovative, indipendentemente dal settore economico di provenienza, e le domande potranno essere presentate sia da singole imprese che da consorzi (il numero di imprese coinvolte direttamente non andrà ad inficiare la valutazione del progetto). Secondo la definizione data dalla raccomandazione 2003/361/CE, una PMI può essere definita tale sulla base degli impiegati e del fatturato o del totale di bilancio: Categoria di imprese Media Impresa Piccola Impresa Micro Impresa
Impiegati effettivi < 250 < 50 < 10
Fatturato ≤ € 50 m ≤ € 10 m ≤€2m
Totale di Bilancio ≤ € 43 m ≤ € 10 m ≤€2m
Le PMI devono però essere già legalmente costituite al momento della presentazione del progetto e devono avere sede nell’U.E. o in un paese associato al programma “Horizon 2020”. È possibile presentare un solo progetto alla volta e si prevede che, nei prossimi sette anni, verranno finanziati circa 5.200 progetti per la fase 1 e 1.700 progetti per la fase 2. La valutazione dei progetti presentati per lo strumento PMI, verrà effettuata sul prodotto, il quale deve essere: orientato al mercato; facile da utilizzare per i consumatori e le altre imprese; migliorabile attraverso la continua ricerca di nuove soluzioni tecniche. La rete EEN (Enterprise Europe Network) rappresenta una componente importante in questo strumento, poiché fornirà sostegno nella fase di presentazione delle domande, di gestione del
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progetto e di valutazione dei rischi finanziari. Inoltre svolgerà un ruolo di facilitazione e di moderazione. Infine la rete EEN si occuperà dell’attività di “business coaching”, che verrà offerta per quanto riguarda la prima fase (cinque giorni) e per la seconda fase (dieci giorni). Si tratta, nello specifico, di affiancare le PMI, fornendo loro gli input necessari per diventare sostenibili ed innovative nel lungo periodo, e non solamente per il periodo previsto dal progetto. Il “business coaching” servirà anche a verificare che lo strumento PMI venga effettivamente utilizzato per gli obiettivi che la Commissione europea ha individuato. Verrà previsto un budget separato per finanziare le attività di “coaching”, senza pertanto influire sul budget previsto per ogni singola fase. Alison Imrie e Birgit De Boissezon (Unità “Aspetti orizzontali” della direzione Ambiente presso la DG Ricerca e Innovazione) hanno evidenziato alcuni aspetti, di carattere intersettoriale, che vengono presi in considerazione dalla programmazione “Horizon 2020”: la cooperazione internazionale, sia per rispondere agli impegni internazionali dell’U.E. sia per rispondere alle sfide che provengono dalla società e dalle imprese europee. In alcune aree la cooperazione internazionale svolge un ruolo fondamentale, ad esempio nelle tematiche ambientali; sviluppo sostenibile e cambiamento climatico; scienze sociali ed umane, per incrementare la consapevolezza dei cittadini sull’impatto globale di alcune questioni; dimensione di genere, per raggiungere un maggiore equilibrio tra uomini e donne impegnati nel settore della ricerca e dell’innovazione. Il potenziamento dei “contact point” nazionali dovrebbe infine favorire la creazione di un network. LINK http://ec.europa.eu/research/environment/index_en.cfm?pg=events&eventcode=82B9816AF1DB-AF81-2607E2CCFD22F439 Per il portale dei partecipanti a cui accedere per i bandi: http://ec.europa.eu/research/participants/portal/page/home;efp7_SESSION_ID=1LlGSLSRVJ 5TT6zgJyxQGmf8nYkJWWSpbVCbMGM5C8yS3JJsl7zp!-1777275326 Eseguito da: Silvia Celano UNIONCAMERE DEL VENETO Delegazione di Bruxelles Av. de Tervueren 67 - B-1040 Bruxelles Tel. +32 2 5510494 Fax. +32 2 5510499 e-mail:
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