Studio Osteoporosi ed attività fisica Indice: 1) Presentazione………………………………………………………………………………….p2-3 2) Prima di cominciare……………………………………………………………………………..p4 3) Distribuzione per età…………………………………………………………………………….p5 4) Età di comparsa e tipo di menopausa…………………………………………………………...p6 5) Fattori predisponenti all’osteoporosi……………………………………………………….....p6-8 6) Fattori di rischio non modificabili………………………………………………………………p8 7) Fattori di rischio modificabili…………………………………………………………………...p9 8) Densitometria prima della rieducazione muscolare……………………………………………p10 9) Pratica agli attrezzi…………………………………………………………………………….p11 10) Scheda d’allenamento…………………………………………………………………….p12-14 11) Risultati densitometrici…………………………………………………………………...p15-18 12) Aspetto farmacologico……………………………………………………………………….p18 13) Considerazioni sul corso di Rieducazione Motoria………………………………………….p19 14) Riduzioni visite Fisiatriche…………………………………………………………………...p20 15) Costi connessi a visite Fisiatriche………………………………………………………...p20-21 16) Conclusioni……………………………………………………………………………….p21-22 17) Bibliografia………………………………………………………………………………..…p22
Studio effettuato da: Sonia Fasolo: Medico chirurgo specializzato in fisiatria ULSS n°16 Ospedale dei Colli Padova Chiara Bertoncello, Medico chirurgo specializzato in medicina di comunità Università degli studi di Padova Andrea Farné: Dottore in Scienze motorie Marin Valeria:Professore associato di Igiene presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia Presidente C.L. in scienze motorie Università degli studi di Padova
(1) Presentazione
E’ stato effettuato uno studio su di un gruppo di 30 donne (età compresa tra i 60 e gli 85 anni) selezionate tra i soggetti osteoporotici del reparto di fisiatria dell’USLL n°16, Ospedale dei Colli a Padova. Detti soggetti sono caratterizzati dall’aver eseguito un ciclo di rieducazione motoria specifica per l’osteoporosi, di impegno trisettimanale, per una durata complessiva di tre mesi; il suddetto corso di rieducazione motoria, si è avvalso a tal fine, della collaborazione di un qualificato docente ISEF, in grado di definire un appropriato protocollo di lavoro, utilizzando nello specifico lievi sovraccarichi, esercizi a carico naturale, fasce elastiche ed una serie di particolari strumenti per la cura posturale. Oltre ad essere stati sottoposti alle sedute di allenamento, i soggetti in questione, sono stati anche trattati con un’appropriata cura farmacologia con anti-riassorbitivi, vitamina D e calcio. Per procedere all’oggettiva valutazione del gruppo di studio, svoltasi dal settembre 2002 al settembre 2004, si è utilizzato il sistema informatico di gestione dati della struttura ospedaliera, in grado di procurare informazioni a riguardo: dati anamnestici dei singoli soggetti, risultati densitometrici, esami radiografici, esami ematochimici ed informazioni sulle visite e terapie effettuate nell’arco di tempo d’interesse. Altro aspetto da evidenziare riguarda il fatto che tutte le donne in questione sono state sottoposte anche ad un opportuno questionario valicato, in grado di fornire maggiori informazioni riguardo la loro condizione patologica.
Vengono riportati i risultati riguardo la valutazione delle 30 donne prese in analisi nell’arco temporale tra settembre 2002 e settembre 2004; si sono osservate le seguenti variabili:
• fattori di rischio e predisposizione alla patologia; • miglioramento della densitometria ossea a livello femorale e vertebrale; • variazioni nelle dosi di utilizzo dei farmaci analgesici; • modifiche riguardo la frequenza di visite fisiatriche e terapie specifiche; • giudizi personali dei soggetti analizzati, riguardi i benefici percepiti in seguito alla riabilitazione motoria
Come è noto, numerosi sono i fattori di rischio per lo sviluppo di osteoporosi e delle fratture conseguenti a tale condizione. Il principale tra essi è costituito sicuramente dalla densità minerale ossea: una ridotta densità ossea, infatti, conferisce il più alto rischio di sviluppare fratture. Grande rilievo hanno inoltre i fattori di rischio non scheletrici superando per importanza anche la densità minerale ossea; si evidenzia, a tal proposito, che i fattori di rischio non scheletrici possono essere classificati in due principali categorie: ((6) non modificabili e (7) modificabili). Dall’indagine sostenuta è emerso ((3) distribuzione per età) che il 70% delle donne ha un’età maggiore ai 65 anni, ed un 63% presenta una menopausa precoce, prima dei 50 anni di età ((4)età di comparsa e tipo di menopausa). Entrambe le sopraccitate condizioni, fanno parte dei fattori di rischio non modificabili(6), nei confronti dei quali occorre procedere con attente indagini preventive periodiche, che monitorino attentamente l’andamento della densità minerale ossea e che, in caso di squilibri nella stessa, portino ad una immediata ed accurata cura farmacologia. Diversamente i fattori di rischio modificabili (7) sono presi in considerazione nei programmi generali d’informazione e prevenzione, data la possibilità d’intervento li contraddistinguono; occorrerà per tanto ricordarne i principali, col fine di attuare prevenzione nei loro riguardi:
• inadeguato apporto di Calcio nella dieta; • inadeguato apporto di vitamina D; • sedentarietà; • fumo; • abuso di alcol e caffè; • lunghi trattamenti con alcuni farmaci quali, antiacidi contenenti alluminio, anticoagulanti, antiepilettici, ormoni tiroidei somministrati in eccesso, cortisonici, diuretici e lassativi; • patologie endocrine, del metabolismo e gastro-intestinali (ipertiroidismo, iperparatiroidismo, ipoganadismo, sindrome di Cushing, morbo celiaco, mal assorbimento, ulcere e gastriti
Dall’analisi effettuata sul campione considerato di donne in post-menopausa (4), sono parsi più significativi la presenza di patologie e l’utilizzo di farmaci, con un 57% dei soggetti, e l’apporto insufficiente di vitamina D (7), in un 50% degli individui. L’indagine a tal fine, si è valsa dei dati anamnestici ed ematochimici dei singoli pazienti, ricavati da specifici esami periodici a cui gli stessi erano sottoposti, evidenziando così la presenza di eventuali patologie pregresse e/o squilibrio a livello ematico; a confermare ulteriormente i dati così raccolti, si è giunta un ulteriore indagine, fatta direttamente ai soggetti, effettuata grazie a specifiche domande inserite nel questionario ((2) prima di cominciare..). Si è evidenziato ((5) Fattori predisponenti all’osteoporosi)che il 73% delle donne analizzate, manifesta da due a più fattori di rischio non modificabili (6) e modificabili (7) congiuntamente, identificando un’alta predisposizione all’osteoporosi: questo aspetto lascia intendere che se specifici interventi fossero stati fatti preventivamente nei loro confronti, con molta probabilità la patologia a cui sono andate incontro, sarebbe stata meno grave, o comunque si sarebbe posticipata una sua manifestazione.
(2) Prima di cominciare……
Riesco a camminare per 30 minuti senza fermarmi?
Si
No
Riesco a camminare per 15 minuti senza fermarmi?
Si
No
Riesco a camminare per 5 minuti senza fermarmi?
Si
No
Riesco a salire quattro rampe di scale (di circa 10 scalini ciascuna) Senza fermarmi?
Si
No
Riesco a salire due rampe di scale senza fermarmi?
Si
No
Fare una rampa di scale mi è difficile?
Si
No
Riesco ad alzarmi da una sedia rigida senza aiutarmi con le mani?
Si
No
- e sedermi di nuovo senza aiutarmi con le mani?
Si
No
- una volta
Si
No
- più di una volta
Si
No
- mai
Si
No
- senza difficoltà
Si
No
- con difficoltà
Si
No
- evito di farlo
Si
No
Negli ultimi sei mesi sono caduta?
Riesco a sollevare degli oggetti non pesanti sopra la testa? Esempio: i piatti nella scolapiatti, un libro su una mensola
Nome e Cognome:………………………………………………………………………………….. Data:…………………………………………………………………………………………………..
Dati inerenti gruppo di studio:
(3) Distribuzione per età
Donne con età ≥ 65 anni
Età 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 >85 totale persone
9 5 8 6 2
30% 17% 27% 20% 7% 0%
No 30%
Si 70%
30
Distribuzione per età 40% 30% 20% 10% 0% Et à
60-64
65-69
70-74
75-79
80-84
>85
30%
17%
27%
20%
7%
0%
(4) Età di comparsa e tipo di menopausa Un 63% delle donne analizzate è andata in menopausa precocemente, lasciando intendere una sicura carenza estrogenica, probabile responsabile dell’osteoporosi che si trovano ad avere.
Età della menopausa <39 40-44 45-49 50-54 >55 totale persone
2 4 13 8 3 30
7% 13% 43% 27% 10%
Età di comparsa della Menopausa 60% 40% 20% 0%
n°pazienti
<39
40-44
45-49
50-54
>55
7%
13%
43%
27%
10%
Tipo di menopausa Tipo di menopausa Naturale Chirurgica totale persone
24 6 30
80% 20%
chirurgica 20%
naturale 80%
(5) Fattori predisponesti all’osteoporosi Dall’elenco dei fattori predisponesti l’osteoporosi, risulta di rilievo solamente la menopausa precoce (sotto i 50 anni) che si trova in testa ai fattori predisponesti. Tra i fattori di rischio non scheletrici riportati appaiono di particolare rilievo anche: le malattie gastrointestinale (44% dei soggetti e possibili responsabili di un mal assorbimento del Ca), la familiarità alla patologia (44%), e un apporto insufficiente di Ca con la dieta (33%).
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
SI
NO
Fat t o ri p re d is p o ne nt i l'o s t e o p o ro s i
Me nopa us a pr e c oc e
Appor to ins uf f . di VitD
Fa milia r ità
Abus o di a lc olic i
Appor to ins uf f . di Ca
Abus o di c a f f e ina
Ma la ttie me ta bolic he
Ma la ttie ga s tr o-inte s tina li
As s e nz a di a tt. motor ia r e gola r e
Fuma tr ic e
Predisposizione per l'osteoporosi Si 22 73% No 8 27% totale persone 30
Predisposizione per l'osteoporosi
No 27%
Si 73%
(6) Fattori di rischio non modificabili Fattori di rischio non modificabili 80% 70% 60% 50%
Donne con età ≥ 65 anni
40%
Familiarità
30%
Menopausa precoce
20% 10% 0% Si
No
Familiarità SI NO totale persone
12 18 30
Menopausa precoce SI NO
19 11
totale persone
30
40% 60%
Donne con età ≥ 65 anni 63% 37%
Si
21
70%
No
9
30%
totale persone
30
(7) Fattori di rischio modificabili
Fattori di rischio modificabili 80%
Apporto insuff. di Ca
70% Apporto insuff. di VitD
60% 50% 40%
Assenza di att. motoria regolare
30%
Fumatrice
20%
Abuso di alcol e/o caffè
10% 0% Si
Patologie e/o utilizzo di farmaci
No
Apporto insuff. di Ca Si 8 No 22 totale persone 30
Fumatrice 27% 73%
SI NO totale persone
9 21 30
30% 70%
Apporto insuff. di VitD Si No
15 15
totale persone
30
50% 50%
Assenza di att. motoria regolare SI 10 33% NO 20 67% totale persone 30
Patologie e/o utilizzo di farmaci SI
17
57%
NO
13
43%
totale persone
30
*Abuso di alcol e/o caffè SI 8 NO 22 totale persone 30
*Abuso di alcolici
27% 73%
*Abuso di caffeina
SI NO
2 28
totale persone
30
7% 93%
SI
7
23%
NO
23
77%
totale persone
30 9
(8) Densitometria prima della rieducazione muscolare L’analisi dei dati relativi alle densitometrie ossee, condotta sul 63% dei soggetti analizzati a causa di una difficoltà di reperimento delle densitometrie, ha permesso di valutare come la stessa si sia modificata da prima a dopo la rieducazione motoria. Nello specifico, la densitometria ossea è stata misurata grazie alla metodica Dexa (Dual Energy Xray Absorptiometry), le cui caratteristiche la rendono particolarmente indicata ad un esteso uso clinico, sia per le indagini di primo livello, sia per i controlli dei pazienti a rischio e di quelli già in terapia. Questa tecnica consiste nel misurare l’assorbimento osseo di un raggio x permettendo all’operatore di stabilire in modo molto preciso (errore 1-2%) la densità ossea e dunque il contenuto di calcio delle ossa misurate. La valutazione densitometrica dei soggetti si è compiuta seguendo le definizione dettate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, le quali si riferiscono solo alla densità ossea misurata con un’apparecchiatura Dexa al collo del femore e alla colonna lombare; la densità ossea è stata misurata come valore Tscore, inteso come il numero di deviazioni standard (DS) del valore medio di una donna giovane, adulta e sana.
Definizioni diagnostiche secondo i valori densitometrici in T-score T-score > -1 -1 a –2.5 < -2.5 < -2.5 con frattura osteporotica
Diagnosi NORMALE OSTEOPENIA OSTEOPOROSI OSTEOPOROSI CONCLAMATA
Valori dei casi studio:
DEXA prima della RM – COLONNA inferiore a -1 2 da -1 a -1,9 7 da -2 a -2,4 5 da -2,5 a -3,5 5 oltre -3,5 19 Tot. DEXA prima della RM – FEMORE
11% 37% 26% 26% 0%
inferiore a -1 da -1 a -1,9 da -2 a -2,4 da -2,5 a -3,5 oltre -3,5 Tot.
5% 53% 21% 21% 0%
1 10 4 4 19
(9) Pratica agli attrezzi La ricerca si è svolta all’interno del reparto di fisiatrica dell’Ospedale dei Colli (Padova) dove, grazie alla collaborazione del personale medico, si è potuto procedere nell’analisi delle cartelle cliniche di 30 donne, di età compresa tra i 60 e gli 85 anni, afflitte da osteoporosi e con alle spalle almeno un ciclo di terapie con rieducazione motoria. Tutte le donne prese in analisi hanno quindi sostenuto almeno un ciclo di “rieducazione motoria”, svolto all’interno della struttura ospedaliera, e rappresentato dall’esecuzione di semplici esercizi a corpo libero, e volti a:
insegnare le corrette posture da assumere nella vita quotidiana (molti dei fenomeni dolorosi sono appunto causati da scorrette posture, molto spesso sottovalutate dagli stessi soggetti);
tonificare la muscolatura del busto e degli arti inferiori e superiori (un discreto tono muscolare rendere migliore la vita dei soggetti anziani, soprattutto se colpiti da patologie ossee, in quanto consente loro un maggiore grado di autonomia e libertà di movimento);
dare maggiore elasticità e mobilità articolare attraverso esercizi di stretching e di sbloccaggio articolare (utili per prevenire infortuni ed avere maggior velocità nella risposta dei movimenti, poi una buona mobilità rende più agevole qualsiasi movimento, dal banale allacciarsi le scarpe, al vestirsi).
Nel complesso il corso si è composto di 10 sedute per ogni ciclo di terapia, da svolgere 3 volte la settimana, per una durata complessiva di 5 settimane. Gli esercizi si sono svolti a gruppi di 5 persone, per il numero limitato delle attrezzature e per ottimizzarne il controllo, valutando bene, ogni singolo caso. Non si è potuto seguire un regola generale, ma mediamente si è cercato di fare 3 serie x ogni esercizio, con un’esecuzione di 15-20 ripetizioni a seconda dei casi “alcuni, soggetti avendo forti limitazioni scheletrico-muscolare, non hanno potuto completare il circuito d’allenamento, soprattutto per quanto riguarda gli esercizi in quadrupedia” con una pausa di un paio di minuti tra un serie e l’altra e di qualche minuto in più tra un esercizio e l’altro. La frequenza delle sedute è stata di tre volte a settimana, in giorni non consecutivi, con una durata media di un’ora. Sono stati utilizzati come sovraccarico degli elastici e dei pesi graduali da 0,5 kg fino ad un massimo di 3 kg, sia per gli esercizi degli arti superiori, con i manubri, che per gli arti inferiori, con le cavigliere.
Vedi gli esercizi del circuito di seguito:
(10) Scheda d’allenamento
(11) Risultati densitometrici DEXA prima della RM – COLONNA
DEXA dopo della RM - COLONNA
inferiore a -1 2 da -1 a -1,9 7 da -2 a -2,4 5 da -2,5 a -3,5 5 oltre -3,5 19 Tot. DEXA prima della RM - FEMORE
11% 37% 26% 26% 0%
inferiore a -1 4 21% da -1 a -1,9 4 21% da -2 a -2,4 7 37% da -2,5 a -3,5 4 21% oltre -3,5 0% 19 Tot. DEXA dopo della RM - FEMORE
inferiore a -1 da -1 a -1,9 da -2 a -2,4 da -2,5 a -3,5 oltre -3,5 Tot.
5% 53% 21% 21% 0%
inferiore a -1 da -1 a -1,9 da -2 a -2,4 da -2,5 a -3,5 oltre -3,5 Tot.
1 10 4 4 19
Miglioramenti di DEXA COLONNA 11 Migl. 5 Stab. 3 Pegg. 19 TOT. FEMORE 13 Migl. 3 Stab. 3 Pegg. 19 TOT.
58% 26% 16%
3 11 4 1
16% 58% 21% 5% 0%
19
Viene considerato un miglioramento l’aumento di almeno 0,2 unità nella Dexa; il peggioramento vede una diminuzione di 0,2 unità.
68% 16% 16%
Dalla sovra citata tabella, si identifica un miglioramento densitometrico in un 58% dei soggetti a livello di colonna vertebrale, ed in un 68% a livello di collo del femore. Occorre puntualizzare che il 16% dei soggetti che manifestano peggioramenti in entrambi i siti d’indagine hanno evidenziato, nella loro storia clinica durante il periodo di osservazione, nuovi fattori di rischio per l’osteoporosi. Quindi il peggioramento così evidenziato potrebbe essere legato ad una non adeguata, o non correttamente eseguita, cura farmacologia, oppure alla manifestazione di una patologia riconosciuta come fattore di rischio per l’osteoporosi. Si segnala la presenza di un più alto numero di valori densitometrici considerati normali (valore T-score >-1DS) in seguito alla rieducazione motoria: si assiste ad un passaggio da un 11% ad un 21% di soggetti, a livello di colonna vertebrale, e da un 5% ad un 16% di soggetti, a livello di femore, con risultati densitometrici nella norma. Colonna vertebrale
Femore
T-score > - 2.5 DS
da 26% a 21%
da 21% a 5%
T-score < - 1 DS
da 11% a 21%
da 5% a 16%
Confronto della DEXA del Femore da prima a dopo la RM 40% 30% DEXA prim a de lla R M
20%
DEXA do po la R M
10% 0% inferiore a -1
da -1 a -1,9
da -2 a -2,4
da -2,5 a -3,5
Si è passati a concentrare, dopo la rieducazione motoria, un 70% circa delle persone in un situazione di osteopenia lieve o normale; la situazione prima della RM era solo il 50% circa. In oltre prima della RM, il 50% delle persone era considerato da osteopenico a grave, contro il solo 30% dopo la RM.
Confronto della DEXA della Colonna da prima a dopo la RM. 80% 60% DEXA prim a de lla R M
40%
DEXA do po la R M
20% 0% inferiore a -1
da -1 a -1,9
da -2 a -2,4
da -2,5 a -3,5
Si è mantenuta una situazione di equilibrio-stabilità tra prima e dopo la RM; si può dire che gli effetti positivi della RM si intravedono dal fatto che dopo la stessa nessuno ha più avuto una dignosi di osteoporosi grave o severa.
DEXA in seguito alla Rieducazione Motoria. 80% 60% 40% 20% 0% Migl.
Stab.
Pegg.
COLONNA
58%
26%
16%
FEMORE
68%
16%
16%
16
Situazione DEXA del Femore dopo la RM. Pegg. 16% Stab. 26%
Migl. 58%
Il fatto che solamente il 16% sia peggiorato, lascia intendere che la RM funziona. S ituazione DEXA della Colonna dopo la RM.
Pegg. 16% Stab. 16%
Migl. 68%
Si nota un marcato miglioramento di Dexa nella colonna, si possono ipotizzare effetti positivi maggiormente concentrati in questa zona. Dall’analisi si evince che il 42-45% delle persone ha avuto un miglioramento della Dexa e solo un 16% è peggiorato. Considerando come positivo anche una posizione stabile (altrimenti si assisterebbe ad un peggioramento) del 33-42%, si ritiene la RM un valido strumento per trattare l’osteoporosi.
(12) Aspetto farmacologico E’ stato analizzato anche l’aspetto farmacologico connesso all’osteoporosi, andando a considerare il consumo dei farmaci analgesici nelle donne in esame; questo tipo di farmaco e considerato di ampio utilizzo nei pazienti osteoporotici a causa delle costanti e notevoli algie di cui i malati soffrono. E’ importante ricordare che i dolori osteoporotici, al contrario di quelli da artrite per esempio, non diminuiscono significativamente in seguito all’assunzione di un farmaco analgesico, portando spesso ad un aumento graduale delle dosi assunte nel soggetto malato. Diminuzione anti-dolorifici Si Mai presi No
TOT.
14 11 5 30
47% 37% 17%
17
Diminuzione degli anti-dolorifici in realzione ai dolori da osteoporosi 80% 60% 40% 20% 0%
Si
No
Diminuzione anti-dolorifici
47%
37%
Diminuzione dei dolori
70%
30%
Diminuzione di anti-dolorifici No 17%
Diminuzione dei dolori No 30%
Si 46%
Mai presi 37%
Diminuzione anti-dolorifici Si 14 No 11 Mai presi 5 totale persone 30
Si 70%
47% 37% 17%
. Più del 50% dei soggetti ha diminuito-sospeso l’utilizzo di anti-infiammatori, con notevoli benefici sulla salute e a carico del SSN. Si prevede continuando con la RM, un miglioramento continuo della condizione fisica dei soggetti.
(13) Considerazioni sul corso di Rieducazione Motoria Considerazioni sul corso di Rieducazione Motoria 100% 90% 80%
Soddisfazione per il corso
70% Diminuzione dei dolori
60% 50%
Miglioramento della qualità di vita
40% 30%
Ripetizione degli esercizi appresi
20% 10% 0% Si
No
Soddisfazione per il corso Si No totale persone
28 2 30
% 93% 7%
Diminuzione dei dolori Si No totale persone
21 9 30
70% 30%
Miglioramento della qualità di vita Si No
28 2
totale persone
30
Ripetizione degli esercizi appresi Si No totale persone
%
17 13 30
93% 7%
% 57% 43%
Inoltre pare indicativo anche il risultato, vedi tabelle, che il 70% delle donne dichiara di avere meno dolori, il 93% rivela di aver complessivamente migliorato la propria qualità di vita ed, in effetti, un 63% medio dei soggetti manifesta reali miglioramenti densitometrici.
Interessante appare la ripetizione degli esercizi in una ½ abbondante delle persone; lascia trasparire l’aver percepito l’attività fisica come un elemento positivo per la salute, a qualsiasi età. Si può in fine puntualizzare che, gli esiti ricavati dal questionario riguardo i giudizi personali dei soggetti analizzati, potrebbero essere stati influenzati dalla personalità più o meno forte del Trainer con cui si sono svolte le sedute di allenamento. Nonostante ciò si percepisce comunque una maggior consapevolezza dei soggetti, nei riguardi dei benefici connessi allo svolgimento di una vita attiva, aspetto preventivo fondamentale non solo per l’osteoporosi, ma anche per molte altre patologie legate all’invecchiamento e alla sedentarietà.
(14) Riduzione visite Fisiatriche Andando ad analizzare il numero di visite fisiatriche e di terapie specifiche, dal settembre 2002 al settembre 2004, si pone in evidenza una riduzione della richiesta di prestazioni mediche nei soggetti analizzati, con una riduzione media di 1 visita a soggetto per anno. Questo risultato si mostra particolarmente interessante soprattutto se considerato da un punto di vista economico-finanziario: in effetti meno visite e terapie fisiatriche (Magnetoterapia, laser-terapia, raggi infrarossi, etc…) inducono meno costi, sia a carico della struttura sanitaria nel complesso, che del singolo soggetto nel particolare
2003* N° totale visite N° visite/paziente *dal settembre 02 a settembre 03
2004**
93
63
3.10
2.27
**dal settembre 03 a settembre 04
(15) Costi connessi a visite Fisiatriche Data la limitatezza dei dati posseduti non è stato possibile trasportare i risultati ottenuti a tutta la popolazione osteoporotica, a tal proposito ci si è limitati alla sola stima per il campione analizzato. Partendo dal presupposto che il numero di donne non esenti, nel periodo considerato, sono state al massimo di due unità, si è stimato l’intero gruppo considerandolo come esente; a tal proposito si mette in luce la diminuzione di spesa così ottenuta, osservando una diminuzione complessiva di circa 1.134 Euro, ed un risparmio effettivo del 8%.
2003* Costi persona/anno Costi gruppo Risparmio ottenuto *dal settembre 02 a settembre 03
2004**
Euro 593.74
Euro 555.95
Euro 17.812,32
Euro 16.678,48 8%
**dal settembre 03 a settembre 04 20
Costi sostenuti dal gruppo in analisi € 16'000.00 € 14'000.00 € 12'000.00 € 10'000.00
2003
€ 8'000.00
2004
€ 6'000.00 € 4'000.00 € 2'000.00 € 0.00 TOT costi persona/anno
tot costi gruppo tot costi in analisi persone esenti
La migliore condizione fisica globale delle pazienti, il miglioramento della Dexa, e la diminuzione dei dolori percepiti dai soggetti, potrebbero aver ridotto l’esigenza di ripetuti controlli medici e di terapie specifiche, attribuendo al corso di RM, la riduzione dei costi medici così evidenziata. Occorre inoltre sottolineare che il risparmio economico in questo modo stimato, che tiene conto anche delle spese strettamente connesse al corso di RM, può essere ulteriormente aumentato grazie ad una diminuzione nell’utilizzo dei farmaci per l’osteoporosi. Come visto in precedenza per i farmaci analgesici, una migliore condizione di salute raggiunta dai soggetti che hanno sostenuto il corso di rieducazione motoria porta ad una diminuzione nella loro assunzione; correlando questo risultato anche nei confronti dei farmaci anti-riassorbitivi si può presupporre una loro riduzione di utilizzo, in relazione al miglioramento densitometrico rilevato, portando ad una conseguente diminuzione di spesa complessiva: si otterrebbe un risparmio sia a favore dei singoli pazienti, se non esenti, che del Sistema Sanitario Nazionale, per persone esenti.
(16) Conclusioni La rieducazione motoria deve rientrare a pieno titolo all’interno di specifici e mirati protocolli preventivi
e
terapeutici
per
l’osteoporosi.
I risultati
positivi,
determinati
dall’analisi
precedentemente effettuata, e dimostrati a livello densitometrico, psicofisico, sociale ed economico, inducono a ritenere l’attività motoria come un’utile strumento per migliorare le condizioni generali di salute e specifiche nei soggetti che la praticano. Nel complesso si può considerare la rieducazione motoria anche con un approccio sociale, portando quindi i soggetti a svolgere una vita più normale ed instaurando in loro un’utile e proficuo circolo virtuoso. Anche gli aspetti prettamente economici e finanziari hanno avuto riscontri positivi dall’impiego della rieducazione motoria nel trattamento dell’osteoporosi, evidenziando notevoli risparmi economici sia per il singolo che per la collettività; in effetti i costi connessi a questa patologia costituiscono un grosso peso: basti pensare che nel 1999 le fratture del femore erano ben 78.000 unità, con un costo ospedaliero complessivo di oltre Euro 550.000. Occorre tuttavia considerare che l’attività motoria non si vuol sostituire in nessun modo agli specifici interventi per il trattamento dell’osteoporosi, mostrandosi utile proprio come strumento integrativo da abbinare, in tutte le fasi della patologia, alle specifiche cure prescritte dal medico curante; inoltre, affinché si abbia uno stimolo allenante ottimale, che induca quindi un adattamento stabile nel soggetto in questione, il previsto allenamento dovrà essere accuratamente programmato e ripetutamente monitorato.
(17) Bibliografia 1. Isaia G. Osteoporosi 100 domande e risposte. 2nd ed. Pavia: EDMES; 2003. p. 6- 11. 2. Girasole G. Biologia del tessuto osseo e fisiopatologia dell’osteoporosi. In: Bianchi G, Palummeri E, editors. Syllabus sull’osteoporosi. Pavia: EDMES; 2004. p. 9- 32. 3. Respizzi S. Osteoporosi aspetti riabilitativi. 1st ed. Torino: Minerva Medica; 1993. 4. Bardini N, Spazzafumo L, Fargoli A, De Tommaso G. La Prevenzione dell’osteoporosi con la ginnastica. Difesa Sociale. 1998; 4:169-174,. 5. Kemmler W. Benefits of 2 years of intense exercise on bone density, physical fitness, and blood lipids in early postmenopausal osteopenic women: results of the Erlanger Fitness Osteoporosis Prevention Study (EFOPS). Arch Intern Med. 2004 May 24; 164(10). 6. Malmros B, Mortensen L, Jensen MB, Charles P. Positive effects of physiotherapy on chronic pain and performance in osteoporosis. Osteoporois Int. 1998; 8:215-221. 7. Vecchiet L, Ripari P, Pieralisi G, Di Matteo A. Attività fisica nel soggetto anziano. Geriatrics. 1985; 2(9): 9-31. 8. Sarto D. Attività motoria preventive e compensative nel trattamento dell’osteoporosi. 1st ed. Padova: Cortina; 2002. 9. Nelson ME, Wernick S. Le donne toste restano giovani. 1st ed. Milano: Sperling & Kupfer Editori s.p.a.; 2001. 10. Del Puente A. Fattori di rischio non scheletrici per le fratture. In: Bianchi G, Palummeri E, editors. Syllabus sull’osteoporosi. Pavia: EDMES; 2004. p. 33- 43. 11. Di Munno O. La diagnosi densità minerale ossea e rischio di frattura: sito di misura e sito di frattura. In: Crepaldi G, Isaia G, Di Munno O, Sinigaglia L, Filippini P, Adamo S, Dalle Carbonare L, Giannini S, editors. I determinati clinici delle fratture. Osteo News. 12. Milesi G, Procter & Gamble. Indagine conoscitiva sui problemi socio-sanitari connessi alla patologia osteoporotica. In: 12a commissione permanente del Senato della Repubblica, settore Igiene e Sanità, editor. Indagini conoscitive, raccolta di atti e documenti. Roma: Senato della Repubblica; 2003. p. 249- 252.