STORIA ANTICA DAI SUMERI AI GRECI, LE CIVILTÀ DELLA STORIA ANTICA
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Civiltà Antiche I Sumeri Introduzione Geografica
Mesopotamia è un termine greco traducibile in “terra tra i due fiumi”, esso indica la terra, facente parte della mezzaluna fertile (zona dove si diffonde l’agricoltura), bagnata dal Tigri e dall’Eufrate. Attorno al 10 000 A.C. le pianure attorno ad essi si iniziarono a seccare e le popolazioni nomadi che le abitavano emigrarono verso l’acqua. Queste terre erano chiamate dai sumeri Kiengir (“terra dei canneti”). I sumeri provenivano probabilmente dall’altopiano iranico e non erano s’origine semita. Organizzazione sociale e città stato
I sumeri (termine d’origine semitica, forse accadica “Shumer” potrebbe essere un evoluzione dialettale di “sag-giga” dal sumero “popolo delle teste nere”) non erano organizzati in uno stato unitario ben si in tante città stato indipendenti. In un primo periodo il ruolo di governante delle città era rivestito dal sacerdote che legittimava il suo potere dal privilegiato rapporto con le divinità. Esso abitava nel tempio-palazzo, svolgendo mansioni da funzionario: non esisteva la proprietà privata e le terre, proprietà del re, erano distribuite ai contadini che mettevano i raccolti in comune che venivano ridistribuiti. In un secondo periodo il potere religioso si scisse da quello del regnante portando a quest’ultimo maggior potere politico. Nel 2460 A.C. il re Lucazaggesi intraprese una campagna d’unificazione delle città stato. La scrittura cuneiforme
Quella sumera è una delle prime civiltà ad adottare la scrittura: in un primo momento questa è pittografica e somigliante ai geroglifici, tuttavia la scrittura si evolse diventando sillabica fino alla trasformazione dell’alfabeto in uno fonetico. Il motivo che portò all’invenzione della scrittura è sicuramente di carattere logistico-organizzativo: la catalogazione dei prodotti contenuti nei magazzini e le dimensioni dei fiumi per calcolarne (eccellendo in campo matematico e idraulico) le inondazioni e i modi per canalizzarli. Fu grazie a Pietro Della Valle che, nel 1616, si venne a conoscenza dell’esistenza della scrittura cuneiforme. La sua decifrazione si ottenne grazie ad una tavoletta trilingue riguardante Dario il Grande di Persia. Religione
I sumeri basavano la propria religione su divinità collegate strettamente alla natura. Il pantheon sumero è composto principalmente da Anu (divinità del cielo), Enlil (divinità del vento, a volte benefico e a volte malvagio) e la dea madre Ea (o Enki che governava le acque). La triade è spesso affiancata da altre divinità come il dio sole, la dea della fertilità (legata a Venere) e altri. La civiltà sumera aveva una visione piuttosto pessimistica della morte e dell’aldilà: per essi la vita nell’oltretomba era piena di sofferenza e regnava la mancanza della vita e quindi la tristezza assoluta (come raccontato nella tavoletta XII da Enkidu nell’Epopea di Gilgamesh).
Contributi alla storia
Ruota piena Dalle raffigurazioni pittografiche emerge che i sumeri conoscevano ed utilizzavano la ruota piena (per la pesantezza che ne deriva i carri erano trainati da asini). Epopea di Gilgamesh probabilmente il primo poema epico della storia ed il più antico che conosciamo, è ambientato nel secondo millennio A.C. e narra la storia di Gilgamesh re di Uruk e delle imprese che compie assieme al selvaggio Enkidu e alla ricerca dell’immortalità. Il poema indaga sulla fragilità dell’uomo e della sua impossibilità di superare la morte. Ziqqurat Le ziqqurat sono costruzioni in mattoni d’argilla con la forma di una piramide a gradoni, aveva funzione di tempio (nella parte alta) e di magazzino (all’interno). Sarà poi adottata da altre civiltà mesopotamiche. Crollo e rinascita della civiltà
Verso il 2450 A.C. il popolo Sumero subì l’attacco della nomade popolazione degli Accadi, iniziò un periodo di sottomissione all’impero semita fino a che quest’ultimo non fu invaso dai Gutei (anch’essa popolazione nomade originaria dell’altopiano iranico): quest’invasione (datata 2250 A.C. circa) permise una ripresa economica della civiltà sumera che ebbe un secondo periodo di splendore. Uno dei re che regnò durante questo periodo fu Gutea, esso ordinò la costruzione di un nuovo tempio descritto come una meraviglia. Scomparsa definitiva
Attorno al 2000 A.C. una tribù beduina, gli Amorrei (da “Amurru” “occidente”), attaccò le città sumere decretandone la fine: tuttavia l’incontro tra gli Amorrei e i Sumeri decreta la nascita della civiltà Babilonese. I Babilonesi Due popolazioni in una
Dopo che gli Amorrei posero fine alla civiltà Sumera, vennero fondate nuove città che conservavano (almeno in parte) la cultura dell’antica civiltà. Una di queste era la città di Babilonia (letteralmente “porta di Dio” e Babel in lingua originale). Attorno all’anno 2000 A.C. questa città era ormai diventata il principale punto socio-economico della Mesopotamia. Con l’accrescere della popolazione la città diventò indipendente e nacque un vero e proprio Impero Babilonese. Sotto Hammurabi
L’Impero Babilonese troverà il periodo di splendore massimo attorno al 1770 A.C. sotto il governo del re Hammurabi: conquistò la città di Mari ed emanò il Grande Codice di Leggi (noto appunto con il nome di “codice d’Hammurabi”). Il codice fu il primo strumento di leggi che permetteva il rilascio di sentenze giudiziarie omogenee a tutto l’impero. Le copie del codice erano esposte in ogni tempio, una delle più famose è oggi locata presso il Louvre di Parigi. Organizzazione sociale
I babilonesi (si evince dal codice) erano organizzati in tre distinte classi sociali: •
Awilum (gli uomini liberi)
•
Mus-Kenum (i servi, comunque liberi)
•
Wardum (schiavi con la possibilità di riscattarsi)
Nuovi popoli invadono l’impero
Dopo un periodo di declino dell’Impero Babilonese (causato dalla scomparsa datata 1750 A.C. del Re Hammurabi) il territorio mesopotamico fu occupato da civiltà provenienti dall’oriente: gli Hurriti e i Cassiti. Queste civiltà caratterizzate da un comportamento spesso bellicoso, conoscevano il cavallo e sapevano lavorare lo stagno. Gli Assiri Popolo semita che si stabilì in Mesopotamia nel II millennio a.C. La capitale dello stato era Assur (già nome dell’omonima divinità assira, diede nome alla civiltà stessa). Un popolo guerriero Prima del 1300 a.C., data dell’indipendenza, il popolo assiro era una popolazione sottomessa ad altri regni, ai quali pagava un tributo. Con l’indipendenza lo stato Assiro si vide invadere più volte da quelli circostanti: sviluppò così un carattere fortemente militare. Fu con l’invasione dei popoli del Mare a danno dei grandi imperi dell’epoca, che permise a re Tiglapileser I (1100 a.C.) di iniziare una serie di invasioni, conquistando l’Anatolia e sottomettendo Babilonia (che manteneva una certa autonomia). Organizzazione dell’Impero L’impero Assiro era basato sulla conquista militare. Questo portò a deportare grandi masse di popolazioni sottomesse per coltivare i campi. Tutta l’organizzazione è incentrata al re: l’esercito in particolare ne prestava totale fedeltà. I loro domini erano controllati grazie al terrore: le stesse cronache Assire narrano di torture violente e barbare inflitte ai popoli sottomessi (Politica della Forza). Questo non solo impediva ribellioni ma metteva in guardia gli imperi contro eventuali attacchi. Organizzazione dell’esercito L’esercito Assiro, totalmente fedele al re (condottiero dell’esercito stesso), era così formato -
Cavalleria (maggior truppa dell’esercito era direttamente sul cavallo).
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Carri da combattimento
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Fanteria (assai numerosa, era attrezzata con macchine per l’assedio).
La rapida ascesa Tra l’800 e il 650 A.C. l’impero Assiro è al culmine del suo splendore: ebbe infatti sovrani come Sargon II (che sottomise il regno d’Israele), Sennacherib (che conquistò Babilonia in modo definitivo e invase l’Egitto) e ad Assurbanipal (in greco Sardanapalo) che terminò l’unificazione imperiale della Mesopotamia, fu mecenate delle arti facendo costruire un immensa biblioteca nel suo palazzo e abbellì la neo-capitale Ninive. Il declino dell’impero Alla morte di Assurbanipal, Babilonia recupera la sua indipendenza. Si forma quindi una coalizione di stati (tra cui i Medi) che dichiararono guerra all’impero Assiro. Quando al trono babilonese arriva Nabopolassar (un Caldeo), Ninive, capitale Assira, fu espugnata e saccheggiata nel 612 A.C. Nabopolassar riunificò la
Mesopotamia sotto l’Impero Neobabilonese strappando l’Egemonia agli Assiri. Fu così che la Civiltà Assira uscì dalla storia per Sempre.
Gli Accadi Un popolo nomade. Gli Accadi erano una popolazione nomade d’origine semitica presente nella parte alta della Mesopotamia chiamata Accad. Convivevano in rapporti di commercio e ostilità con la civiltà sumera fino alla seconda metà del terzo millennio, quando, a causa di conflitti interni allo stato sumero (Lucazaggesi, sovrano del 2460 A.C. aveva da poco unificato le città), la civiltà di Kenger si indebolì tanto da essere attaccata e conquistata dagli Accadi. L’impero di Sargon. La conquista della civiltà sumera (e della sua cultura) avvenne probabilmente attorno al 2560 A.C. sotto Sargon. Quest’ultimo era il coppiere del re di Kish che s’impadronì del potere e intraprese alcune campagne militari s’unificazione. Per legittimare il suo potere fu diffusa una leggenda secondo la quale fu trovato in una cesta di giunchi dalla dea dell’amore Ishtar e da lei allevato. La sua politica era basata sulla concentrazione a se del potere e di un esercito di 5600 guardie a suo servizio. A lui si deve la fondazione della città di Accad, capitale del regno. L’indebolimento dell’impero. I sovrani dopo Sargon continuarono l’espansione imperiale (Naram-Sin, ad esempio, conquistò Ebla nel 2300 A.C.), tuttavia l’impero aveva perduto il controllo di tutti i territori e i principi della regione potevano contrastare assai facilmente l’esercito accadico decretando la ben vicina fine dell’impero. Cultura e Religione. Gli accadi adoravano Ishtar come madre adottiva del fondatore Sargon. La loro cultura aveva assorbito molto dell’influenza sumerica: ne manteneva infatti la scrittura. Società La società accadica era incentrata sull’imperatore e il tempio aveva perduto il suo valore originario di centro città. Le varie città dell’impero assunsero dopo la conquista un indipendenza de facto essendo costretti al solo pagamento di un tributo all’impero per mantenere pieno potere. L’attacco dei Gudei La civiltà accadica crollò attorno al 2250 A.C. sotto l’attacco dei Gutei: popolo nomade proveniente dall’altopiano iranico. Questo attacco permetterà un secondo periodo di fioritura della civiltà sumera. Fino alla definitiva scomparsa sotto il dominio degli Amorrei.
I Persiani L’indipendenza della Persia. La Perside, regione orientale sopra il Golfo Persico, era dipendente al regno dei Medi. Fu nel 550 a.C. che il principe persiano Ciro II (Nipote si Ciro I e figlio di Cambise I, entrambi re di Persia, faceva parte della dinastia degli Arcmenidi) si ribellò al suo sovrano Astiage (allora re dei Medi) e lo spodestò. Un impero sotto Ciro il Grande. Il neo re, Ciro II (detto “Ciro il Grande”), non tardò ad avviare campagne militari per unificare la Mesopotamia sotto il suo impero Medo-Persiano. Il primo regno a cadere sotto il dominio persiano fu la
Lidia, nel 546 a.C. con re Creso. La campagna proseguì dall’Anatolia a Babilonia, dove caddero la Licia e, nel 538 a.C., l’impero Neobabilonese. Il re aveva intenzione di spingersi oltre il Mar Rosso, ma morì durante un invasione dei Massageti (nonostante fonti greche parlassero erroneamente di Sciti, seppur simili nei vestiti e in guerra, come affermato da Erodoto, avevano una cultura differente: con donne comuni, olocausti alla divinità e la necrofagia dei defunti), popolo al quale aveva imprigionato il principe, che si suicidò per onore. Erodoto narra una fine violenta di Ciro, avvenuta nel 529 a.C., dove la sua testa venne immersa in una botte di sangue per “placare la sua sete di sangue”. Il suo corpo fu deposto in una tomba rialzata su una gradinata, a ricordare le Ziqqurat (seppur l’altezza totale, 5m, sia nettamente inferiore a quella dei monumenti mesopotamici). Il breve regno di Cambise e la contesa successione. Sale al trono persiano il figlio di Ciro il Grande, Cambise II. Tra le imprese principali del suo regno, la conquista d’Egitto (allora sotto Psammetico III) nel 525 a.C.: di quest’ultimo si fece investire Faraone, delegò tuttavia il compito ad Aryandes, un satrapo, con l’intento di avviare tre campagne militari d’espansione. Di queste, due fallirono miseramente e un'altra non ebbe inizio (a causa di questi avvenimenti, Erodoto afferma una pazzia di Cambise che uccise il bue Api, sacro agli egizi. Tuttavia quest’ipotesi non è confermata dagli storici che affermano una certa parzialità anti-persiana, forse a causa delle sue origini, d’Erodoto). Il re Cambise morì in un complotto, nel durante il viaggio di ritorno in patria dall’Egitto. Alla morte del re, senza eredi, iniziò un periodo di instabilità Persiana. Seheruibra Patibastet, spodestò il satrapo d’Egitto e si autonominò re con il nome di Petubasis III. In Persia intanto, i magi fomentavano una rivolta delle folle per acquisire potere. Il trono persiano era ora sotto Gaumata (Mago e sacerdote che governava da tempo fingendosi il Fratello di Cambise: Bardia, regnando come Smerdi di Persia), esso regnò indisturbato per 7 mesi prima d’essere ucciso da Dario I. Dario I e il massimo splendore dell’Impero Persiano. Dario, già parente di Cambise (figlio di Istaspe e sposo di Atossa: sorella del re Cambise. Appartenente anche ad un ramo cadetto della dinastia) faceva parte degli immortali persiani. Grazie ad essi organizzò un attentato per uccidere Gaumata. Vi riuscì nel 522 a.C. Salito al potere emanò una riforma religiosa che avrebbe limitato il potere dei Magi, la riforma appoggiava lo Zoroastrismo come religione di Stato. Rinforzò il potere imperiale che, a causa della successione e al periodo di instabilità che ne conseguì, era minato da richieste d’indipendenza dei popoli sottomessi. Organizzò poi una spedizione per rinforzare i confini imperiali, tuttavia, a causa di errori geografici, la spedizione diventò un fallimentare vagare per le pianure Ucraine alla ricerca del mar Nero. Rivolse particolare attenzione anche all’Egitto: fece giustiziare Aryandes (per paura d’una sua scalata al potere), recuperò ogni documento d’Egitto e della sua storia e si fece nominare sovrano al posto di Petubasis III. A causa dell’occupazione della costa ellenica asiatica e dell’appoggio dato da Atene alle Polis di questa, scoppiarono le guerre Persiane. A causa d’una rivolta in Egitto, Dario non poté pianificare al meglio le guerre e perse a Maradona nel 490 a.C. Morì l’anno dopo, lasciando il maestoso impero Persiano al figlio Serse I. L’organizzazione dell’impero. Lo stato Persiano era diviso in Satrapie (quasi delle “provincie persiane”), ognuna governata da un funzionario del re detto Satrapo. Questa divisione permetteva l’autonomia politica e culturale delle provincie. I Satrapi erano controllati da alcuni ispettori detti “gli occhi e le orecchie del re” che monitoravano in segreto la situazione dell’impero. Le satrapie erano costrette a pagare grandi contributi allo stato. Non si può omettere che il bilancio statale era impiegato in gran parte dalla corte e dal sovrano. Il re era chiamato “Re dei Re” o “Gran Re” e alla sua presenza bisognava prostrarsi a terra, pena la morte.
Le capitali dello stato erano tre: Susa (la città di Ciro II, era il centro amministrativo), Ectebana (residenza reale) e Persepoli (“città dei Persiani” era la capitale originaria dell’Impero, vi sorgeva il palazzo principale). Gli immortali Le guardie personali dell’imperatore erano chiamati “immortali”. Questa denominazione deriva dal fatto che alla morte di un soldato, esso veniva immediatamente sostituito, lasciando inalterato il numero di guardie: ben mille. L’economia L’economia persiana si basava molto sugli scambi interni: la grande espansione dell’impero permetteva infatti di avere una grande varietà di prodotti. Con Dario I fu adottata una moneta unica: il darico, moneta utilizzata anche negli scambi internazionali. Caduta dell’impero Nel 334 a.C. Alessandro il Macedone invade l’Asia Minore, conquistando gran parte della Persia. Lo stesso anno avanza al centro dell’impero. Un satrapo, Besso uccide Dario III desideroso d’ingraziarsi Alessandro, nel giugno del 330 a.C. (nonostante sarà poi cercato da Alessandro stesso, desideroso di vendicare Dario), ponendo fine alla dinastia Arcmenide e all’antico impero Persiano.
Gli Ebrei Storia L’origine degli ebrei è da ricercare attorno al XX e al XIII secolo a.C., nella stirpe semitica. Originariamente queste popolazioni si stabilirono nella terra di Canaan organizzate in Città-Stato indipendenti e in Clan. Durante la dominazione Egizia, datata XVI – XIII secolo si era instaurata una fitta rete commerciale, da ricordare è la via dell’incenso che si snodava da Petra, prospera città situata nell’attuale Giordania, sino alla Palestina e all’Egitto. Si hanno documenti anche di un commercio dello Stagno e del Rame, rispettivamente dall’Iran e da Cipro. Ed è in questo periodo che, secondo il testo biblico, popolazioni nomadi dedite alla pastorizia migrarono dalla Mesopotamia alla Palestina sotto la guida d’Abramo. Lui e i suoi discendenti diretti: Isacco e Giacobbe (detto Israele, “colui che combatte con Dio”, da cui prenderà nome il suo popolo) e, secondo alcuni, suo figlio Giuseppe sono detti i “Patriarchi Ebrei”. Gli altri figli di Giacobbe sono secondo gli ebrei i capi delle dodici tribù (ne esiste anche una tredicesima, quella di Levi, composta principalmente da sacerdoti). Al tempo di Giuseppe gli ebrei, a causa di una grave carestia, migrarono in Egitto assieme agli Hyksos. Se in un primo periodo furono ben accolti dagli egiziani, durante il Nuovo Regno furono costretti a lavorare per il faraone. Sembrerebbe che nel 1250 a.C. furono liberati dalla schiavitù. Il faraone non meglio identificato nella Bibbia è nella la maggior parte della filmografia sull’evento lo identifica come Ramses II (figlio di Seti I), Erodoto parla invece di Ahmose come anche Giuseppe Flavio; Tacito discorda anche sull’identificazione Ebrei = Hyksos ed identifica il faraone come Wahkara. La storia, narrata nell’Esodo, racconta di un bambino salvato dalle acque, Mosè, fu accolto nella corte egizia ed educato come un principe per poi incontrare Dio nel deserto e chiedere la liberazione degli Ebrei. Questa avviene tramite l’uscita dal Mar Rosso, questo nome è usato per indicare un mare non meglio identificato. Dopo quest’uscita vengono, sempre secondo il libro dell’Esodo, consegnate a Mosè le tavole della legge e dopo quarant’anni nel deserto (per espiare il peccato del Vitello D’Oro) il popolo d’Israele entrò nella terra promessa. La terra che accolse il popolo ebraico attorno al XIII secolo a.C. era abitata da diverse popolazioni autoctone. Lo stesso termine “ebreo” deriva da “Habiru” che significa “brigante”, questo perché il popolo
ebreo, nomade, era visto come un “invasore dei pascoli”. La popolazione più ostile agli ebrei è però quella Filistea (che died che videro modificare profondamente l’organizzazione sociale. Quelli che erano i Clan, divennero Tribù governate da Giudici (Età dei Giudici) e poi un unico regno. Ed è in quest’ultimo che gli Ebrei ebbero massimo splendore: con Salomone infatti venne costruito il Tempio di Gerusalemme e furono firmati molti trattati commerciali. Dopo la morte di Salomone il regno fu diviso in due: Regno d’Israele (con capitale Samaria ebbe vita breve e fu conquistato da Sargon II) e Regno di Giuda (con capitale Gerusalemme). Quest’ultimo fu occupato nel 586 a.C. da Nabucodonosor e gli ebrei deportati in Babilonia. Nel 536 a.C., quando il regno babilonese fu conquistato da Ciro il Grande, gli ebrei furono liberati con il Cilindro di Ciro e gli fu riconosciuta la possibilità di ricostruire il tempio. Dopo la conquista romana e la distruzione del 70 d.C. ad opera di Tito, si ha quella che è detta la Diaspora. Organizzazione Sociale Originariamente gli ebrei erano organizzati in Clan e con una struttura patriarcale dove l’uomo più anziano della famiglia era il Capo e conferiva al figlio il “potere” tramite una benedizione. Successivamente l’organizzazione cambiò in favore dei giudici, amministratori della politica e dell’economia, che governavano le tribù, nonostante le funzioni religiose fossero svolte dai sacerdoti, che mantenevano grande potere. Sotto Saul (nel XI secolo a.C.) le tribù si unificarono per fronteggiare i Filistei. Una vera e propria monarchia si avrà solo sotto David (1004 – 965 a.C.) che legittimerà il suo potere attraverso l’unzione d’un profeta. Religione In origine il culto ebraico era enoteista, riconosceva infatti l’esistenza di altri dei nonostante YHWH fosse l’unico dio venerato. Successivamente il culto diventò esclusivamente monoteista. Tuttavia gli ebrei erano frequenti adorare altri dei delle civiltà vicine. Non esisteva infatti una legge scritta sino a che con le Tavole della Legge non vennero impartiti dei Comandamenti Unici. Il dio degli ebrei è battagliero e geloso, impartisce il proprio popolo nonostante lo aiuti. È importante ricordare che gli ebrei si considerano il “Popolo Eletto” che attende il Messia. Identità Il popolo ebreo ha una forte identità culturale e non considera necessaria l’esistenza di uno Stato degli Ebrei. Questo lo ottennero soltanto nel 1948 d.C.
I Fenici Introduzione Attorno al 2000 a.C. nella fascia costiera della Palestina settentrionale, si sviluppò la civiltà fenicia. La scarsa presenza di terre coltivabili e invece l’ampiezza dei boschi di cedro (la zona è infatti quella del Libano) permise ai Fenici di produrre barche in legno. La parola “fenici” si traduce con porpora, per via della loro conoscenza del metodo d’estrazione del colore. Storia Dal 2000 a.C. al 1200 a.C. il paese fu tributario dell’Egitto, quando questo affrontò l’invasione dei popoli del mare la Fenicia riuscì ad ottenere l’indipendenza. Il periodo di massima prosperità si ha tra il 1000 e l’800 a.C. circa. Tuttavia le città – stato non riuscirono a fronteggiare la sottomissione dei grandi imperi
dell’epoca: dall’VIII secolo quello Assiro, quello Babilonese e quello Persiano. Nonostante questo, la loro grande abilità diplomatica riuscì a garantirgli una certa indipendenza. Nascerà poi una rivalità tra Greci e Fenici sulle rotte commerciali, ciò generò pirateria e razzie nei mari. I Fenici si allearono, in funzione antigreca, con i Persiani e li affiancarono durante tutte le battaglie. Questo determinò, in concomitanza con la sconfitta Persiana, anche il crollo della civiltà Fenicia: con Alessandro Magno che conquista Tiro nel 332 a.C., dopo ben un anno di conflitti. Economia Tutta l’economia fenicia era basata sul commercio di beni preziosi e articoli di pregio, lo scambio commerciale avveniva senza il contatto diretto con gli acquirenti dei beni: i Fenici portavano infatti i beni sulla costa e aspettavano nelle navi lo scambio merce – pagamento. Organizzazione Politica Non esisteva presso i Fenici uno stato unitario, esistevano invece città-stato autosufficienti salle quali partivano le navi dirette verso le colonie. Queste erano indipendenti dalla città madre. Il potere politico nelle città-stato era retto da un’aristocrazia mercantile e da un re. Quest’ultimo venne però sostituito dai suffeti: dei magistrati eletti annualmente dal popolo. Innovazioni nelle tecniche di navigazione I Fenici costruirono barche con una superficie più ampia per favorire il contenimento delle merci, furono primi a cospargere di bitume le barche per renderle impermeabili e usarono la chiglia per stabilizzare la nave. Utilizzavano contemporaneamente i remi e le vele delle navi per andare più veloci e la loro conoscenza della stella polare (allora “stella fenicia” o “stella sidonea”) gli permetteva la navigazione notturna. Città principali e colonie Le città principali dei fenici furono Tiro, Sidone e Biblo. Famose anche le loro colonie in Italia: due in Sicilia (tra cui Palermo) e una in Sardegna. E più famosa tra tutte è la città di Cartagine, in Tunisia. L’alfabeto Una delle importanti invenzioni Fenice è quella dell’alfabeto fonetico: ogni fonema ha un suo grafema corrispondente. L’alfabeto fenicio era però privo di vocali (come la lingua parlata stessa) che furono aggiunte precedentemente. La moneta In molti attribuiscono ai Fenici l’invenzione della moneta, gli oppositori a questa tesi accusano una male interpretazione dell’espressione “pagamenti in oro” ritrovati su alcune tavolette fenicie e che si possono rifare sia all’oro come elemento che come sinonimo di moneta. La certezza dell’invenzione della moneta si ha invece con i Lidi.
Gli Hittiti Popolo indoeuropeo. Gli Hittiti sono una popolazione di origine indoeuropea che si stabilì in Anatolia agli inizi del 1700 A.C. circa. In origine la civiltà si organizzò in più principati, fino al 1650 A.C. quando Labarna (primo imperatore Hittita, il suo nome fu usato probabilmente da altri Re) intraprese una campagna d’unificazione delle città-stato. La capitale del nuovo impero si chiamava Hattusa.
Storia Dopo l’unificazione l’impero venne espanso e rafforzato con due importanti re: Hattusili I (che probabilmente diede nome alla capitale e sottomise gli Hatti, autoctoni dell’altopiano iranico meridionale) e Murshili I (che conquistò Babilonia). Tuttavia dopo questi re l’impero Hittita ha un breve periodo di decadenza, nel quale i Mitanni ebbero un secondo periodo di splendore. Tuttavia con Telipinu e Suppiluma l’impero torna al suo antico splendore. È nel 1284 A.C. che, con la massima espansione dell’impero Hittita, Muwatalli II entra in guerra, a Quadesh, contro il regno d’Egitto di Ramsesse II. L’esito della battaglia, seppur fonti egizie esaltano la propria vittoria, è probabilmente pari. Sembra che venne stabilito, ne abbiamo prove scritte in entrambe le lingue, che fu stabilito un trattato di pace internazionale (chiamato “pace eterna”, è il primo della storia) in caso d’attacco d’un terzo stato. Nel 1200 A.C. l’invasione di “popoli del mare” (almeno così definiti dalle fonti Hittite e Greche, nonostante sembra che le popolazioni nomadi provenissero dal nord Anatolia) porterà al declino completo della civiltà Hittita. L’organizzazione Sociale Nella società hittita il re era un sovrano d’origine laica (a differenza delle civiltà allora esistenti che esaltavano la discendenza regale discendenza divina): esso era nominato primes inter pares (primo tra i pari) ed era eletto da un’assemblea composta da uomini liberi detta pancus. Tuttavia, quando salì al trono Telipinu, il potere diventa ereditario. Il monopolio del ferro Il segreto della potenza dell’impero Hittita stava nella capacità di lavorare il ferro e formare l’acciaio. Queste tecniche furono apprese dagli Hittiti quando conquistarono i Calibei: popolazione autoctona dell’Anatolia. Il prezioso segreto sarà uno dei motivi fondamentali della vittoria in guerra degli Hittiti e loro custodivano gelosamente i segreti della lavorazione del ferro e del metallo. Religione La religione hittita era basata sulle principali divinità mesopotamiche, veneravano in modo particolare il cielo (a causa delle loro nomadi origini indoeuropee). Si dimostravano anche tolleranti nei confronti del senso religioso delle popolazioni sottomesse che potevano mantenere indipendenza anche in tal senso. Il codice di leggi Hittita Il codice di leggi hittita è il principale testo giuridico della civiltà Hittita, differisce dal codice d’Hammurabbi per la non-applicazione della legge del Taglione. Prevedeva principalmente sanzioni pecunarie e la pena di morte era applicata a casi estremi (quali potevano essere il reddicidio). L’assassinio o la storpiatura, ad esempio, erano ripagati attraverso il completo onere per i funerali o il mantenimento totale della persona lesa.
I Neobabilonesi L’impero Neobabilonese era la restaurazione di quella che era la fiorente civiltà di Babilonia. La scala sociale e la cultura erano le stesse. L’impero di Nabopolassar. Nabopolassar, che riuscì a riportare indipendente la città di Babilonia nel 626 A.C., fu il primo Imperatore dei Neobabilonesi. Tra le sue imprese, la conquista della’assira Ninive (ex città Babilonese dedicata a Nin).
Gli avvenimenti sotto Nabucodonosor II. Nabucodonosor II, figlio di Nabopolassar, è stato uno dei più grandi sovrani dell’impero Babilonese. Salì al trono nel 605 A.C., anno della morte del padre. Vinse a Karchemish (o Karkemiš, città siriana), lo stesso anno, gli Egiziani. Nel 601 A.C. conquista il Regno di Giuda e avanza alla conquista d’Egitto, tuttavia una potente controffensiva del popolo del Nilo, riuscì a farlo ritirare. Nel 597 A.C. sottomette definitivamente gli ebrei e, a marzo dello stesso anno, li deportò in cattività (cattività babilonese). Mise sul trono di Gerusalemme lo zio dell’ex re Ioiachim: Sedecia. Quest’ultimo strinse un’alleanza con l’Egitto e si ribellò a Babilonia: questo portò ad un intervento militare di Nabucodonosor che distrusse il tempio di Gerusalemme. Sempre sotto di lui fu ricostruita la porta della dea Ishtar e i giardini pensili di Babilonia, in omaggio alla malata moglie (ma questo non è ancora condiviso da tutti gli studiosi). Crollo definitivo L’impero termina con la conquista da parte di Ciro il Grande, sotto l’imperatore Nabonedo (figlio d’un ricco commerciante, eletto dai sacerdoti), nel 538 a.C.
I Minoici Quella cretese fu un importante civiltà nata nel III millennio a.C., conosciuta anche con il nome di “civiltà minoica” probabilmente per il nome dei sovrani (probabilmente comune a tutti e facente parte della titolatura): Minosse. I sovrani del mare Attorno al 2300 a.C. si sviluppo una fiorente civiltà sull’isola di Creta nell’Egeo. Protetti dal mare, le loro città non avevano bisogno di fortificazioni, ed il surplus alimentare (in modo particolare l’olio e il vino) permetteva loro il commercio. Da questo acquistavano materie prime che divenivano poi manufatti prodotti dagli abitanti di Creta. Questi intensi scambi commerciali e la loro centralità nel mare ne fece i sovrani assoluti del Mediterraneo, tanto da venir citati come una talassocrazia (dal greco: “dominio sul mare”). Questo loro verrà però soppiantato dai Fenici secoli dopo. Organizzazione sociale La civiltà minoica non fortificò con mura le proprie città perché protette dal mare. Era organizzata in tante città stato indipendenti governate da un re. Questo abitava in un palazzo formato da molte stanze dove si svolgeva gran parte della vita cittadina. Tra i palazzi più importanti figurano certamente Cnosso, Festo, Haghia Triada e Mallia. Storia Nel 2300 a.C. si ha un grande sviluppo della civiltà, vennero costruiti i grandi palazzi di Cnosso, Festo e Mallia, situati nelle zone fertili dell’isola e di proprietà di sovrani locali. Questi palazzi rivelano l’esistenza di una forte manodopera d’allora e di una precisa divisione del lavoro. Esisteva probabilmente un schiavitù (non è tuttavia una società schiavista). Sono stati ritrovati numerosi sigilli, ch testimoniano un’organizzata burocrazia del tempo. La civiltà sviluppò in questo periodo raffinate tecniche di lavorazione della ceramica (stile Kemarés) e dei metalli (erano abili bronzisti). Un potente cataclisma pone fine a questa epoca nel 1700 a.C. Dopo il disastro che travolse l’isola, probabilmente una calamità naturale, si ricostruirono i palazzi che vennero abbelliti con colonne e portici e anche corridoi. Vengono inoltre adornati con affreschi policromi. Sempre in questo periodo vengono costruiti ulteriori edifici, più piccoli dei palazzi ma egualmente belli: un esempio è la villa di Haghia Triada. Sempre in questo periodo si ha un passaggio dalla scrittura geroglifica a
quella sillabica chiamata Lineare A. Anche questa fase ebbe però una fine improvvisa, sono testimoniati altri cataclismi ma è probabile anche una contemporanea invasione micenea: una civiltà militare della Grecia continentale. Religione I Cretesi erano adoratori della Grande Madre e celebravano riti all’aperto, all’interno di uno spazio sacro (che darà poi vita alla parola “tempio”, che deriva dal greco “temenos” ovvero “recinto sacro”). Erano inoltre venerate le forze della natura e anche allora si praticavano i riti misterici. Lingua Non abbiamo prove certe della lingua parlata dai Cretesi, sappiamo tuttavia decifrare una delle loro scritture, la Lineare A. Questa scrittura è probabilmente l’evoluzione di un precedente sistema ideografico, chiamato geroglifico cretese, che non è ancora stato decifrato. La lineare A è nata attorno al 1750 a.C. e fu decifrata da Arthur Evans. Fu in uso nella Creta post-minoica un terzo tipo di scrittura: la lineare B. Essa era in vigore in gran parte del mondo greco antico, prima dell’adozione dell’alfabeto fonetico. Della sua decifrazione si occupò Micheal Ventris (quest’ultimo crittografo della seconda guerra mondiale). Anche la lineare B fu abbandonata dopo l’invasione dei Dori. Breve cronologia Fase Palaziale (2300 – 1700 a.C.) Fase Neopalaziale (1700 – 1450 a.C.) Fase Postpalaziale (1450 – 1200 a.C.)
I Micenei I micenei furono una popolazione stanziatasi nel continente greco nel II millennio a.C. e conosciuti dagli elleni come “achei”. Storia I micenei erano una popolazione indoeuropea e dopo la loro ascesa nel continente risalente al II millennio a.C., fondarono delle città sul continente greco: Micene, Pilo, Tirinto e altre. Queste erano circondate da possenti mura definite “ciclopiche”. Attorno al XV secolo a.C. iniziarono ad espandersi verso il mediterraneo, conquistando Creta ed assumendo l’egemonia dei mari appartenente alla scomparsa civiltà minoica, che sarà in realtà inglobata. Colonizzarono molte terre sulla costa, tuttavia esse non erano dei veri e propri centri urbani ma scali ed appoggi commerciali. Quest’espansione è definita dagli storici “prima colonizzazione”. Nel 1250 a.C. conquistarono Ilio, come narrato nell’Iliade. Il nome achei fu ritrovato nei documenti hittiti come “akhiywa”, la popolazione li considerava un popolo terribile. Attorno al 1200 a.C., una popolazione barbara proveniente dal nord, invade il territorio miceneo distruggendo le città. I greci attribuirono tale avvenimento al ritorno degli Eraclidi (i discendenti di Ercole), tuttavia gli storici individuano nella civiltà barbara i Dori. Tuttavia alcune tavolette in Lineare B rinvenute a Pilo, cotte nell’incendio e così preservate dal tempo, parlano dell’invasione di “popoli del mare”, gli stessi che hanno portato al crollo la civiltà hittita nello stesso periodo, facendo riconsiderare l’invasione dei Dori come un ripopolamento della regione.
Società La società micenea era strutturata intorno alla figura del Wanax, il sovrano assoluto, il Lawagetas (leggesi lavaghetas) capo dell’esercito, i Lawoi (Lawos), nobili guerrieri, i Damoi (Damos), il popolo, i sacerdoti e il Basileus, il portavoce dei gruppi gentilizi e della gherusia. Il Wanax alloggiava nel palazzo (come in era minoica), formato da una grande stanza centrale: il Megaron e tante piccole stanze attorno. Il palazzo aveva poche finestre, essendo la popolazione abituata a climi più freddi. I Damoi dovevano lavorare le terre, di proprietà del sovrano che le dava in concessione ai Lawoi e ai sacerdoti, e il surplus del raccolto destinato al palazzo. Religione I micenei adoravano la Grande Dea Madre, celebravano i loro culti all’aperto, all’interno del recinto sacro: il temenos, corrispondente alla porzione di cielo abitata dalla divinità. Il Wanax possedeva anche funzioni religiose. Scrittura La scrittura micenea fu scoperta da Arthur Evans nell’ottocento e chiamata Lineare B a causa della somiglianza con la scrittura cretese (Lineare A). Fu decifrata da Ventris, conoscitore dei codici criptati della seconda guerra mondiale, soltanto il secolo dopo. La scoperta permise di discernere due diverse civiltà abitanti Creta. La scrittura era eseguita su tavolette, conservate per un determinato lasso di tempo e poi distrutte: a causa di questo procedimento non abbiamo molti reperti. La scrittura fu poi abbandonata dai Dori, avendo perso la sua utilità commerciale.
I Greci Le stirpi greche Fra il IX e l’VIII secolo a.C., al termine del medioevo ellenico, il territorio greco era abitato da tre differenti stirpi: i Dori, gli Ioni e gli Eoli. I primi, provenienti dal nord, avevano preso il posto dei micenei nel Peloponneso, e altri si erano stanziai nelle regioni settentrionali della Grecia. Nonostante tale espansione, i Dori rimasero in uno stato di arretratezza culturale ed economie agro-pastorali. Gli Ioni si erano stanziati sin dall’età micenea sulle coste dell’Asia Minore (detta appunto Ionia), era parte del loro territorio anche l’Attica, la cui capitale era Atene. Infine gli Eoli popolavano alcune delle isole egee e la Boezia, con capitale Tebe. La nascita delle polis Le differenze tra stirpi erano sentite nel mondo greco, ognuna aveva una propria identità culturale, tuttavia tutte erano gelose della propria libertà e consideravano i non-greci “barbari” (colui che balbetta: che non sa parlare greco, e quindi gli stranieri). Tutte le comunità erano organizzate in tante città-stato, chiamate appunto “polis”. Le cause della loro nascita sono molteplici: si pensa perciò che non sia un solo evento ma un insieme di eventi (detti “concause”). La prima è probabilmente una rivoluzione agraria. Gli archeologi hanno infatti trovato in alcune tombe dell’850 a.C., dei modellini in terracotta di granai, differenti da quelli dei secoli precedenti. Questi modellini permettevano un miglior conserva mento del grano, quindi una miglior distribuzione e, di conseguenza, uno sviluppo commerciale ed economico. Lo sviluppo agricolo è decantato anche in Opere e Giorni di Esiodo nel VIII secolo a.C., dove si celebra tra l’altro la fondamentale importanza dell’aratura. Lo sviluppo economico di questa rivoluzione ha generato un forte incremento demografico: aumentavano infatti le possibilità di mantenere più figli, cosa dimostrata anche dall’aumento del numero di tombe attorno ad Atene nell’VIII secolo a.C., e quindi l’aumento della popolazione. Altro segno evidente dell’aumento demografico è anche il movimento di colonizzazione del 750 a.C., dove i greci
andavano anche alla ricerca di nuove terre. Tutte queste concause hanno portato alla necessità di una nuova organizzazione sociale, non più basata sul rapporto di sudditanza. Organizzazione militare La nascita delle polis e l’economia basata sulla terra (quindi agricola e non più pastorale), rende di interesse comune la difesa del territorio cittadino, a cui ogni abitante deve contribuire. I contadini si associarono e diventarono cittadini in arme, che combattevano in modo organizzato e non più ad imboscata, come i pastori o diretto come nei poemi omerici. Tutti i cittadini erano armati alla mano destra di una lunga lancia, che non veniva scagliata ma bensì utilizzata per “sfondare” lo scudo nemico. Nella sinistra veniva tenuto un grande scudo, che permetteva la difesa di sé e dei compagni. Indossavano tutti una pesante armatura di bronzo (costituite da elmo, corazza e gambali). Seguiva agli opliti un suonatore di flauto che scandiva il tempo di marcia. Origine e sviluppo Nei poemi omerici con il termine “polis” era indicata la città alta, dove si trovava il palazzo reale e il tempio “poliade”: cioè quello dedicato alla divinità protettrice della città. La popolazione viveva invece nella città bassa, detta “astý”, più estesa. All’arricchirsi degli abitanti della città bassa, che avevano rapporti sempre più stretti con quelli della città alta, si andò via via perdendo la distinzione dei due termini, e la parola polis già dall’VIII secolo a.C. indicava l’intera città. La polis era uno Stato indipendente, definito città-stato a causa della presenza dell’agglomerato urbano esteso per la maggior parte del territorio, generalmente non troppo grande. Tuttavia polis come Atene si estendevano anche per 70 km. Organizzazione sociale Nonostante esistessero diversi tipi di polis, tutte erano organizzate tramite assemblee di cittadini con diritto di voto, ovvero i maschi con almeno un genitore ateniese (entrambi con Pericle), che prendevano decisioni e/o eleggevano i propri rappresentanti politici. Un diritto fondamentale nelle assemblee era la parresia: ovvero la libertà di parola. Essere privati della cittadinanza o della parresia era un infamia e significava aver commesso un reato gravissimo. In base al numero di persone che svolgevano cariche pubbliche e che detenevano il potere, queste dette “magistrati”, si distinguevano principalmente tre tipi di polis:
Monarchica: nel caso vi fosse un solo magistrato (re) che governava in nome del popolo. Oligarchica o aristocratica: nel caso vi fosse un ristretto gruppo di persone detentore del potere. Democratica: se era governata dalla massa e quindi dal popolo (démos)
Poteva capitare che una polis passasse da una forma di governo ad un’altra o che adottasse diversi aspetti da tutte le forme. Le Tirannidi Tra il VII e il VI secolo a.C., a causa di una forte crisi dell’aristocrazia, in conflitto con il popolo, si elessero degli “arbitri” con il compito di ristabilire l’ordine. Essi avevano il potere assoluto, e sotto di loro furono compiute grandi opere in favore della polis. Si appoggiavano inoltre ai ceti più bassi per garantirsi il potere ed erano circondati da eserciti di mercenari. Tuttavia il potere dei tiranni sopprimeva quello degli aristocratici, che si ribellarono e fondarono delle associazioni dette “eterìe” (dal greco “etairoi” ovvero “compagni”), che screditavano i tiranni.
Cause dell’espansione coloniale L’espansione coloniale è un fenomeno di forte emigrazione. La sua causa è da ricercarsi nell’inasprimento dei contrasti sociali tra aristocratici e contadini, e dalla necessità per quest’ultimi di ricercare nuove terre: i contadini erano spesso costretti ad indebitarsi ed a perdere le terre e, non potendo competere con gli aristocratici latifondisti, dovettero emigrare alla “ricerca di fortuna”. Oltre a questi conflitti, anche il forte aumento demografico, la ricerca di metalli come ferro e rame non presenti sul territorio, e quella di nuovi mercati, spinsero la Grecia ad intraprendere la seconda espansione coloniale (così chiamata per distinzione da quella micenea). Un’organizzata colonizzazione Non bisogna però pensare ad un emigrazione incontrollata di massa, ma ad un processo di colonizzazione di nuovi territori organizzato dalla madrepatria, apoikia (“trasferimento di casa”) in greco, che forniva le navi e le risorse per la colonizzazione. Consultava l’oracolo di Delfi e nominava un “eicista”, ossia “fondatore”, con il compito di guidare con pieni poteri militari e politici i coloni. Giunti sulla nuova terra questi dovevano combattere contro gli autoctoni (che vincevano la maggior parte delle volte per la superiorità militare), ma anche contro i Fenici, come nel caso di quelli Cartaginesi in Sicilia, con i quali trovarono tuttavia un accordo, stanziandosi solo ad oriente. Una volta stanziatisi i coloni si dividevano equamente le terre e l’eicista perdeva il potere assoluto. Il rapporto tra colonie e madrepatria A differenza delle colonie delle altre popolazioni (come ad esempio quelle dei Fenici), quelle greche non sono considerati dei semplici scali commerciali e non devono pagare tributi alla madrepatria (detta “metropolis” in greco), con essa avevano invece dei commerci privilegiati, ma non esclusivi. Il mondo delle colonie era più libero e svincolato dal peso delle tradizioni, è per questo considerato all’avanguardia: nelle colonie nascono i primi codici di leggi scritti, grandi autori dell’antichità e grandi matematici, e alcuni storici pensano anche la moneta. Effetti della colonizzazione Il periodo di espansione economica che la nascita delle colonie aveva portato, si tradusse con la nascita di una nuova classe commerciale: quella “media” degli artigiani, dei marinai, degli armatori e dei mercanti. Questa nuova classe sociale mise ancor più in disagio quella che era la situazione nelle polis originarie: gli aristocratici perdevano anche il “privilegio della ricchezza” e venivano soppiantati da questa nuova classe sociale che Teognide definisce ignara del bene e del male, quasi a volergli dare, con un termine francese, del parvenu. L’Identità culturale A differenza dai grandi regni orientali, che si unificarono rapidamente, i greci non costituirono mai un regno unitario ma lo fecero a livello culturale. Erano infatti, come descrive anche Erodoto, consapevoli di discendere da un'unica stirpe e di avere costumi affini. Le Anfizionie Le “anfizionie”, letteralmente “associazioni di vicini”, erano leghe createsi tra più città confinanti con lo scopo di amministrare un centro di culto (come gli oracoli) di particolare rilevanza. Avevano il compito di organizzare giochi sacri o amministrare santuari come quello di Apollo a Delfi. Con il tempo il significato originario muta in favore di una lega politica con interessi comuni atta a riunire più città di una stessa regione.
Realizzato nel corso dell’A.S. 2011/2012. Grafica il 16/09/2015 Da Paolo Franchi, per Sapere Aude!
AMDG