DOSSIER / I COSTI DI PRODUZIONE
COSÌ ASSOSUINI COMBATTE LA BATTAGLIA DEI CONTI Le spese sostenute per l’allevamento da tre aziende socie dell’associazione bresciana di Giorgio Setti ono tre le aziende zootecniche socie di Assosuini che hanno voluto contribuire a questo nostro dossier, sui costi di produzione in suinicoltura, for-
S
nendoci i conti economici dei propri allevamenti. La prima di queste è la società “La Fontana”, situata a Casalmaggiore (Cr), il cui rappresentante è Elio Martinelli. L’azienda ha una scrofaia a ciclo aperto, vende suinetti (le scrofe sono circa 680-700, ogni anno vende in media circa 17.500 suinetti svezzati), ma si occupa anche di ingrasso. Martinelli ha dato alla Rivista di Suinicoltura due riassunti dei conti del proprio allevamento: quelli relativi all’intero anno 2011 (tabella 1) e quelli relativi al primo semestre 2012 (tabella 2). Paragonando le due tabelle, che riportiamo a titolo di documentazio-
UN’ASSOCIAZIONE GIOVANE E “TRASVERSALE” Assosuini, un’associazione di un’ottantina di suinicoltori con sede a Manerbio (Bs), è nata nel 2003. Nel dicembre 2011, spiega il presidente Angiola Tomasoni, «dopo un momento di difficoltà l’associazione si è data un nuovo statuto, dove ogni allevatore conta un voto indipendentemente dalle dimensioni dell’azienda, ed è stato eletto un nuovo direttivo». Le aziende dei soci dell’associazione sono situate principalmente nelle regioni italiane a maggior vocazione suinicola: Lombardia, Emilia, Veneto e Piemonte. Fra i soci ci sono allevatori con allevamento a ciclo chiuso, con scrofaie a ciclo aperto e ingrassatori; tutti sono produttori di suini per le dop. «In termini di patrimonio suinicolo dei soci possiamo dire che “rappresentiamo” 40mila scrofe e 900mila suini grassi». Sono diversi i servizi che Assosuini offre ai propri soci: «Stiamo organizzando, con la collaborazione di professionisti, uno studio sulla direttiva nitrati sull’uso dell’azoto chimico e di quello proveniente da refluo, con particolare attenzione alle caratteristiche e alla capacità di assorbimento del terreno della sostanza ricostruita in laboratorio e quella di origine organica. Stiamo lavorando per una collaborazione con Ismea per un miglior accesso al credito delle aziende suinicole. Siamo presenti al tavolo di filiera zootecnica nazionale presso il Ministero. Abbiamo commissionato a Nomisma uno studio sulle dop e su prodotti come prosciutti “nostrani, casarecci eccetera” e sull’atteggiamento e la percezione dei
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ne, ogni suinicoltore nostro lettore potrà ricavare numerose informazioni utili anche per il proprio lavoro. Costo: 1,322 euro / kg carne Il secondo allevatore socio di Assosuini che ha collaborato con la nostra rivista, ha l’azienda in provincia di Brescia; ha preferito restare anonimo, ma ci ha ugualmente fornito molti dei propri conti. Si tratta di un allevamento a ciclo chiuso con una presenza media di 420 scrofe. Di regola vengono ingrassati tutti i suini prodotti in azienda, ma questa primavera, spiega l’allevatore, «considerato il prezzo
consumatori finali: sicuramente è la prima volta che degli allevatori di propria iniziativa commissionano e finanziano di tasca propria uno studio su aspetti così legati alle loro produzioni. E poi quest’anno Assosuini collabora con Cremonafiere nell’organizzazione di Italpig». Infine, ed è uno dei motivi per i quali l’esperienza di Assosuini viene citata nel dossier di questo numero della Rivista di suinicoltura, «abbiamo sottoscritto una convenzione / collaborazione con Sip Consultors per una migliore e più attenta gestione dei costi di produzione; i soci possono accedere a questo servizio con sconti interessanti». Fra l’altro questa società di consulenza si preoccupa di segnalare ai suinicoltori che le mettono in mano i propri conti quando qualche voce di costo si distacca eventualmente dai valori medi. Angiola Tomasoni continua sottolineando: «Assosuini è un’associazione di suinicoltori voluta dagli allevatori e per gli allevatori. Nella nostra compagine sociale figurano suinicoltori appartenenti alle diverse organizzazioni sindacali: ci riteniamo una “lobby” trasversale che vuole dialogare con le organizzazioni con le istituzioni ed in particolare con i consumatori. La nostra mission è quella di valorizzare la provenienza delle carni suine tramite iniziative di sensibilizzazione nei confronti dei consumatori e delle istituzioni». E conclude: «Vorrei anche fare un appello agli allevatori: dobbiamo essere uniti, dialogare tra noi e insieme organizzare iniziative utili al nostro settore. Le azioni necessarie al cambiamento strutturale della filiera suinicola non possono essere condotte dai singoli o delegate ad altri, devono essere condotte dagli allevatori tutti insieme». G.S.
Suinicoltura – n. 10 ottobre 2012
DOSSIER / I COSTI DI PRODUZIONE
elevato dei suinetti e il costo elevato della razione alimentare, che è in continuo aumento, abbiamo venduto alcune partite di suinetti realizzando introiti soddisfacenti e necessari al sostegno dei flussi di cassa. C’è da dire però che l’utile dei primi 8 mesi del 2012 non è stato sufficiente a coprire la perdita del 2011». Riassumiamo i costi di produzione di questo allevamento suinicolo del Bresciano nella tabella 3: si tratta delle spese sostenute nei primi otto mesi del 2012. Il totale costi per otto mesi su dodici è di 668.993 euro. E siccome i kg di carne venduta dall’azienda nei primi otto mesi del 2012 sono stati complessivamente, tra suinetti e grassi, 506.068, si può dedurre che il costo unitario di produzione è stato di 1,322 euro per kg di carne prodotta. Non malissimo, ma «l’utile dei primi 8 mesi del 2012 non è stato sufficiente a coprire la perdita del 2011». L’allevatore ci dice di più: «In azienda guardiamo sempre con attenzione al pig flow e al cash flow (flow = flusso), in questi anni è stato difficilissimo farli colli-
Suinicoltura – n. 10 ottobre 2012
mare. Attualmente alcuni segnali positivi dal mercato dei suini stanno arrivando, ma il fatto è che non sono dovuti a un miglioramento strutturale del sistema produttivo o a un miglior equilibrio all’interno della filiera suinicolo. Sono semplicemente dovuti al fatto che dopo anni di crisi molte aziende hanno chiuso o ridotto il numero di capi allevati; l’offerta si è notevolmente ridotta e la conseguenza è il prezzo elevato dei suini». Vezzoli: perché la crisi La terza azienda agricola socia di Assosuini che ha collaborato a questo nostro articolo è la società “Vezzoli S.S. società agricola di Vezzoli Mario e Grazioli Eugenia”, situata a Soncino (Cr). L’allevamento consiste in una scrofaia a ciclo aperto, con 500 scrofe in stabulazione fissa; sono state scattate qui le tre foto di questo articolo. Eugenia Grazioli e Mario Vezzoli illustrano il proprio punto di vista con questa premessa: «La crisi finanziaria, economica, del debito pubblico e sociale incide pesantemente
anche sul settore agricolo. Anzi, la speculazione finanziaria penalizza in modo particolare le aziende del mercato reale». Ma passano subito a declinare il concetto in chiave suinicola: «La crisi del settore per noi inizia nel 2003, quando nascono dal nulla grosse realtà con migliaia di scrofe a ciclo chiuso. Il mercato soffre di un eccesso di offerta. Gli ingrassatori iniziano a ristallare suinetti di peso superiore: si passa dai 25/30 kg ai 40/45 kg di peso medio per capo venduto. E aumentano le importazioni di suinetti esteri da ristallo, che penalizzano ulteriormente le scrofaie nazionali». Seconda fase: «Dal 2007 in poi la crisi economica internazionale non ci dà tregua e viviamo in balia della speculazione, accumuliamo perdite vediamo dimezzare il valore delle nostre aziende. Chi non conosce l’impegno e la dedizione che richiede la professione dell’allevatore ci chiede: ma chi ve lo fa fare di andare avanti a lavorare dalla mattina alla sera senza una prospettiva per il futuro, senza sapere che il vostro prodotto vi darà reddito? La risposta è sempre la stessa: non possiamo smettere perché il ciclo biologico lungo delle nostre produzioni non ci permette di chiudere quando perdiamo e di riaprire nel momento in cui il mercato sarà positivo». I due allevatori aggiungono: «Stiamo pagando a caro prezzo la mancanza di una politica agricola italiana e la nostra assenza a livello europeo. Stiamo pagando la nostra mancata partecipazione attiva alla politica. Stiamo pagando il delegare sempre gli altri a rappresentarci. Stiamo pagando la nostra non aggregazione e la mancanza di scambio di informazioni». Peculiarità italiana «è quella di produrre ma-
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DOSSIER / I COSTI DI PRODUZIONE
TAB. 1 - AZIENDA AGRICOLA LA FONTANA, ANNO 2011 (12 MESI) FATTORI
COSTI
GLOBAL
GLOBAL
Prezzo Mangime
0,316
Mangime
169,7
Consumo Mangime
3,84
Fissi+ Soccida
59,0
Costo Posto-anno
58
Farmaci
10,8
Mortalità post-sala parto
11,9%
Rimonta+Copert.
3,9
Totale
243,5
SITO 1 (SCROFE)
SITO 1 (SCROFE)
Prezzo Mangime
0,315
Mangime
348
Cons. Mangime annuale (Kg)
1.274
Copertura
18
Cons. ML+MG/Suinetto (Kg)
54
Medicinali
76
Rimonta
69
Scrofe- Occupazione Costo Posto-anno
519
Fissi+Soccida
443
Prezzo Scrofette entrate
273
Costo Scrofa-anno
953
% Rimonta annual
70%
Suinetti svezz. per SA
23,9
Prezzo Scrofa riformata
183
Suinetti svezz.
39,9
% Mortalità annuale
13%
Peso Suinetti svezz.
6,6
Parti Sccrofa-anno
2,17
Svezzati per Parto
9,6
SITO 2 (SUINETTI*)
SITO 2 (SUINETTI *)
Prezzo Mangime
0,436
Mangime
34,3
IC - RESA
2,57
Medicinali
4,7
Fissi+Soccida
12,0
Suinetti -Occupazione Crescita (Kgs-giorno)
0,348
Costo Fase
51,0
Costo Posto-anno
55
Costo Suinetto
92,7
% Morti
7,2%
Costo Kg vivo
2,15
Peso Ent./Usciti
Costo kg della fase
1,41
SITO 3 (INGRASSO)
SITO 3 (INGRASSO)
Prezzo Mangime
0,292
Mangime
118,2
IC - RESA
4,03
Medicinali
2,5
Fissi+Soccida
26,3
Suini -Occupazione Crescita (Kgs-giorno)
0,596
Costo Fase
147,0
Costo Posto-anno
65
Costo Suino
243,5
% Morti
4,7%
Costo Kg vivo
1,47
Costo kg della fase
1,24
Peso Ent./Usciti *) suinetti che non vengono venduti appena svezzati, ma a uno stadio più avanzato.
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Suinicoltura – n. 10 ottobre 2012
DOSSIER / I COSTI DI PRODUZIONE
TAB. 2 - AZIENDA AGRICOLA LA FONTANA, PRIMO SEMESTRE 2012 FATTORI
COSTI
GLOBAL
GLOBAL
Prezzo Mangime
0,295
Mangime
170,2
Consumo Mangime
3,45
Allogio+Gestione
60,0
Costo Posto-anno
48
Farmaci
12,1
Mortalità S-2+3
11,4%
Riproduzione
3,8
Peso Uscita
166,5
Totale
246,2
Costo Kg vivo
1,48
SITO 1 (SCROFE)
SITO 1 (SCROFE)
Prezzo Mangime
295
Mangime
355
Cons. Scrofa-anno-kg
1.204
Copertura
20
ML+MG/Suinetto-kg
51
Farmaci
77
Scrofe- Occupazione
98%
Rimonta
61
Costo Posto-anno
426
Allogio+Gestione
435
Prezzo Scrofette entrate
251
Scrofa-anno
948
% Rimonta annual
59%
Suinetti svezz.
39,8
Prezzo Scrofa riformata
182
Peso Suinetti svezzati
6,6
% Mortalità annuale
10%
Parti Sccrofa-anno
2,27
Svezzati per Parto
10,5
Svezzati per SA
23,8
SITO 2 (SUINETTI *)
SITO 2 (SUINETTI*)
Prezzo Mangime
433
Mangime
31,2
IC - RESA
2,21
Farmaci
5,1
Occupazione
96%
Allogio+Gestione
11,5
Crescita gg
370
Costo Fase
47,8
Costo Posto-anno
46
Costo Suinetto
90,6
% Morti
6,8%
Costo Kg vivo
2,26
Peso Ent./Uscita
6,8 - 40,0
Costo kg della fase
1,46
SITO 3 (INGRASSO)
SITO 3 (INGRASSO)
Prezzo Mangime
273
Mangime
121,1
IC - RESA
3,59
Farmaci
3,1
Occupazione
98%
Allogio+Gestione
27,7
Crescita gg
681
Costo Fase
151,9
Costo Posto-anno
54
Costo Suino
246,2
% Morti
4,6%
Costo Kg vivo
1,48
Peso Ent./Uscita
39,5 - 166,5
Costo kg della fase
1,23
*) suinetti che non vengono venduti appena svezzati, ma a uno stadio più avanzato.
Suinicoltura – n. 10 ottobre 2012
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DOSSIER / I COSTI DI PRODUZIONE
TAB. 3 SOCIO ASSOSUINI CON ALLEVAMENTO NEL BRESCIANO, I COSTI DI PRODUZIONE (IVA COMPRESA) NEI PRIMI 8 MESI DEL 2012
Spese veterinarie
2.281,63
Servizi diversi
2.512,41
Voci di costo
Servizio smaltimento liquami
-
Servizio smaltimento carcasse
-
Euro
Acquisto concimi e ammendanti
5.405,00
Acquisto sementi e piante
5.613,40
Acqua per l'irrigazione
-
Integratori e nuclei (89.550 kg)
31.345,68
Acquisto mangimi scrofaia (40.120 kg)
46.170,99
Mangimi e nucleo per i grassi (52.370 kg)
18.318,08
Mangimi per lo svezzamento (122.880 kg)
51.895,54
Acquisto mais (768.800 kg)
164.743,67
Acquisto crusca (63.380 kg)
13.350,62
Acquisto orzo (239.501 kg)
59.097,95
Manutenzione impianto elettrico
67,15
Manutenzione attrezzature
967,08
Gas (25.450 mc)
15.875,69
Elettricità
24.653,59
Forniture d'ufficio
57,21
Disinfettanti e simili
1.795,20
Spese telefoniche
1.475,06
Consulenze varie
2.081,81
Fitti agrari
-
Consulenze finanziarie o amministrative Acquisto soia (124.520 kg)
48.934,84
Acquisto mangime chiari (65.570 kg)
19.716,49
Acquisto prodotti difesa animale
75,94
Acquisto medicinali
8.905,50
Acquisto prodotti rip. animale Acquisto carburanti e lubrificanti
Acquisto 160 scrofette
500,00 52.041,37
Acquisto verri
-
Acquisto magroncelli
-
Costi straordinari
400,00
4.452,74
Oneri finanziari diversi
805,55
-
Totale costi effettivi
584.193
Oneri finanziari
28.800
Acquisto materiali diversi
213,23
Prodotti di manutenzione
-
Affitti
26.000
Contoterzisti
-
Manodopera familiare e non, oneri compresi
30.000
Totale generale costi di produzione
668.993
Servizi est. per animali
teria prima alimentare di qualità da destinare alle produzioni Dop, leggi prosciutto crudo di Parma, prosciutto crudo di San Daniele, culatello di Zibello, salame Felino, Coppa piacentina, eccetera. Un salume di qualità non può essere prodotto con materia non di qualità. Vogliamo parlare del rispetto dei disciplinari dei consorzi di produzione, che richiedono una genetica del
62
439,5
suino certificata, un’alimentazione con solo cereali nobili, un tempo di accrescimento minimo e il riconoscimento dei suini dei circuiti Dop attraverso una marchiatura identificativa controllata. Vogliamo parlare della funzione di pubblica utilità dell’agricoltura a partire della produzione di cibo sano, all’allevamento nel rispetto delle normative comunitarie, fino alla tutela del terri-
torio e dell’ambiente. Tutte azioni che poniamo in atto ogni giorno, come fossero dovute, e che nessuno ci riconosce». Vezzoli: il costo di un suinetto Dai problemi generali a quelli aziendali. «Tanti – continuano Grazioli e Vezzoli – ci fanno i conti in tasca ogni giorno: spesso e volentieri non riusciamo a ricavare delle
Suinicoltura – n. 10 ottobre 2012
DOSSIER / I COSTI DI PRODUZIONE
TAB. 4 DALL’AZIENDA VEZZOLI: STIME DEL COSTO DI PRODUZIONE DI UNA SCROFA E DI UN SUINETTO Stima del costo di una scrofa da riproduzione per un anno: Costo acquisto scrofetta da riproduzione (su base annua)
€ 128,68
Vaccinazioni d’ingresso
€ 6,82
Alimentazione per 1 anno
€ 395,87
Fecondazione
€ 23,75
Vaccinazioni e medicazioni, routine
€ 18,34
Totale
€ 573,46
Costo di una scrofa per suinetto venduto: € 573,46: 22 (suinetti venduti) = € 26,06 (A)
Stima del costo di produzione di un suinetto, dalla nascita sino a kg 40 (da 0 gg a 100 gg): da 0 gg, sottoscrofa farmaci e vaccini
€ 3,24
+ mangime da sottoscrofa a gg 100 kg 40
€ 40,5
Totale costo suinetto, dalla nascita alla vendita
€ 43,74 (B)
Spese generali: Manodopera
€ 8,45
Ammortamenti ed interessi finanziari
€ 4,07
Luce e riscaldamento
€ 2,36
Altre spese generali
€ 8,81
Totale spese generali
€ 23,69 (C)
TOTALE COSTO PRODUZIONE SUINETTO (al 10 agosto 2012)
€ 93,49 a capo ( A + B + C)
nostre produzioni quanto basta per coprire i costi, ma c’è sempre chi ci dice dovete produrre a meno!». Calcolare i costi di produzione aziendali, dicono i due allevatori di Soncino, «non è così semplice, troppi fattori congiunturali variano di settimana in settimana; però ci proviamo con la tabella 4. Si tratta di stime, ovviamente». Da queste risulta che il costo totale di produzione di un
Suinicoltura – n. 10 ottobre 2012
suinetto, al 10 agosto di quest’anno, è di 93,49 euro a capo. Dai costi ai ricavi: «Vendiamo i suinetti di circa kg 40 a ingrassatori e facciamo riferimento alle quotazioni di Milano più un premio di € 0,05 al kg (il premio serve a coprire il costo delle vaccinazioni). Ai nostri clienti garantiamo, oltre all’uniformità delle forniture, la copertura vaccinale dei
capi, cosa che negli ultimi anni è venuta a mancare spesso e volentieri sul mercato a causa del mancato riconoscimento dei costi di produzione. Stimare la nostre aspettative di ricavo potrebbe essere facile – concludono i due allevatori di Soncino – difficile è far capire agli ingrassatori che se hanno scelto di proseguire nell’allevamento del suino pesante italiano, rientrante nel
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DOSSIER / I COSTI DI PRODUZIONE
circuito tutelato Dop, devono essere disposti a fare filiera con le scrofaie e riconoscere il giusto prezzo. Perché in questo caso la regola “morte tua, vita mia” non è applicabile. Si sta minando alla base un settore produttivo di primaria importanza e un poco di coesione e lungimiranza non guasterebbe». Sostiene Tomasoni Come leggere tutti questi dati? Una chiave interpretativa può venire dai dettagli delle tabelle, che non tutti abbiamo qui com-
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mentato: utile per esempio confrontare l’incidenza relativa sul totale costi aziendali delle singole voci di spesa, oppure confrontare le singole voci di spesa così come sono state quantificate in un tipo d’azienda con le stesse voci di un diverso tipo d’azienda. Un’altra chiave interpretativa viene fornita dallo stesso presidente di Assosuini, Angiola Tomasoni, che attribuisce alla speculazione e alla mancanza di informazioni molte responsabilità nel determinare la pesantezza dei costi di produzione. Nel pri-
mo caso, per esempio, il presidente dice: «Non dobbiamo perdere di vista il mercato delle materie prime, soggetto a continue speculazioni che causano prezzi così elevati». Nel caso invece del problema della mancanza di informazione Tomasoni è ancor più netta: «Le lacune strutturali nella formazione del prezzo, nella divulgazione dei dati di produzione e di consumo delle carni e dei dati della salumeria prodotta con suini italiani, ad esempio, sono ancora coperti dal segreto di stato. Chiaro, solo per alcuni attori della filiera suinicola restano un segreto; altri ben li conoscono e li usano. Molte lacune poi risiedono nella comunicazione al consumatore, che non può riconoscere la provenienza della carne suina che acquista sul banco della macelleria o non può sapere da dove viene il prosciutto “nostrano” che acquista nel supermercato vicino a casa; o non può sapere da dove viene la carne con cui è fatto il prosciutto cotto “italiano”, solo perché prodotto da un brand italiano, magari in uno stabilimento polacco». Altri ostacoli il presidente Assosuini li attribuisce alla normativa Ue: «Difficoltà dovute all’applicazione delle direttive comunitarie, fatte per una suinicoltura che non è quella italiana che produce un suino pesante unico al mondo. E le difficoltà della direttiva nitrati. Quest’ultima racchiude in sé un grande controsenso: l’azoto proveniente da refluo non si può usare, o solo in quantità limitata, rispetto al fabbisogno agronomico della pianta che si coltiva; quello chimico prodotto dalle multinazionali si può utilizzare anche nella totalità del fabbisogno della pianta. Da un punto di vista chimico l’azoto è azoto; anzi sembra che quello proveniente da refluo venga maggiormente assorbito dal terreno rispetto a quello prodotto in laboratorio, che ha una capacità lisciviante superiore. In mezzo a tutto questo quelli che realmente producono cibo e si occupano di territorio siamo noi. Noi allevatori, noi agricoltori, noi operatori del settore primario».
Suinicoltura – n. 10 ottobre 2012