Sociologia delle migrazioni dati vari
Giorgio Osti Dipartimento di scienze politiche e Sociali, Università di Trieste
Raccolta di dati e figure • Situazione internazionale • Situazione dell’Italia
Source: International Migration Report 2015, ONU - http://chartsbin.com/view/2438
Source: International Migration Report 2015, ONU
Source: International Migration Report 2015, ONU
The number of refugees worldwide has reached the highest level since World War II. In 2014, the total number of refugees in the world was estimated at 19.5 million, representing about 8 per cent of all international migrants (UNHCR 2015). Developing regions hosted 86 per cent of the world’s refugees (12.4 million persons), the highest value in more than two decades. The least developed countries provided asylum to 3.6 million refugees, or 25 per cent of the global total. In 2014, Turkey became the largest refugee-hosting country worldwide, with 1.6 million refugees. Turkey was followed by Pakistan (1.5 million), Lebanon (1.2 million), the Islamic Republic of Iran (1.0 million), Ethiopia and Jordan (0.7 million each). More than half (53 per cent) of refugees under UNHCR’s mandate come from just three countries: the Syrian Arab Republic (3.9 million), Afghanistan (2.6 million) and Somalia (1.1 million). Source: International Migration Report 2015, ONU
Number of (non-EU) asylum seekers in the EU and EFTA Member States, 2014 and 2015 (thousands of first time applicants)
Source: International Migration Report 2015, ONU
Distribuzione dei migranti per paesi di origine e destinazioni – anno 2013; fonte: Elaborazione G. Picanza su dati UNDESA (2013) Nord=paesi industr.
Migranti per destinazione e provenienza per singolo paese (cartina parlante on line) International Migrant Populations by Country of Origin and Destination, mid-2015 Estimates (source: Migration Policy Institute) http://www.migrationpolicy.org/programs/datahub/charts/international-migrant-populationcountry-origin-and-destination
Immigration by country of birth, 2013,
Source: Eurostat
Source Eurostat
Popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2016. Sono considerati cittadini stranieri le persone di cittadinanza non italiana aventi dimora abituale in Italia.
Fonte: idem
Stranieri residenti in Italia 2011. Perc. Per classi di ampiezza
Andamento della concessione della cittadinanza italiana secondo il genere
Le acquisizioni di cittadinanza: ammontano a 178 mila i nuovi cittadini italiani nel 2015.
Iscrizioni e cancellazioni Fonte: Istat, http://www.istat.it/it/archivio/180494
Nel 2015 il saldo migratorio netto con l'estero è di 128 mila unità, corrispondenti a un tasso del 2,1 per mille (128/60.000*1000). Tale risultato, frutto di 273 mila iscrizioni e 145 mila cancellazioni, rappresenta un quarto di quello conseguito nel 2007 nel momento di massimo storico per i flussi migratori internazionali. Le iscrizioni dall’estero di stranieri sono state 245 mila e 28 mila i rientri in patria degli italiani. Le cancellazioni per l'estero riguardano 45 mila stranieri e 100 mila italiani.
3000000
2500000
2000000
Maschi
1500000
Femmine 1000000
500000
0 2003
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
2016
Stranieri residenti (all’1 gennaio) per genere e anno; fonte demo.istat.it
POPOLAZIONE CON BACKGROUND MIGRATORIO, http://www.cgilmodena.it/popolazione-con-background-migratorio.html 29 agosto 2014
L’83,3% della popolazione censita è di cittadinanza italiana, nata in Italia e con entrambi i genitori nativi italiani (…). Un ulteriore 2,9% di popolazione italiana è nata in Italia ma da genitori entrambi o almeno uno nato all’estero mentre circa il 2% degli italiani è nato all’estero da genitori nati in Italia o all’estero. Di questo contingente demografico, caratterizzato da background migratorio, ne fanno parte i figli di emigranti italiani rientrati in Italia e i figli di immigrati che hanno acquisito la cittadinanza italiana; questi ultimi sono italiani di origine straniera e, insieme agli stranieri nati all’estero da genitori nati all’estero rappresentano il 14% della popolazione in questa fascia di età. La popolazione di cittadinanza straniera costituisce il 6,4% dei censiti come residenti e il 5,4% è rappresentato da stranieri nati all’estero da genitori entrambi nati all’estero; essi costituiscono il contingente di popolazione immigrata che, per quasi il 50%, ha un’età non superiore a 34 anni. Meno dell’1% della popolazione censita come residente è rappresentata dagli stranieri nati in Italia da genitori entrambi nati all’estero e una percentuale irrilevante è costituita dagli stranieri nati in Italia da genitori entrambi nati in Italia, le cosiddette, rispettivamente, seconde e terze generazioni. Infine, una quota minima è data dagli stranieri nati all’estero da genitori entrambi nati in Italia; in questo aggregato possono essere inclusi anche i figli di italiani emigrati all’estero, nati nel paese di emigrazione dei genitori, acquisendone la cittadinanza. Essi fanno parte del contingente di stranieri di origine italiana e sono caratterizzati anch’essi da background migratorio. Si tratta di dati Istat basati sull’ultimo censimento.
Numero di migranti sbarcati in Italia, 1997-201 fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Immigrazione_in_Italia
Richieste di asilo in Italia, 1990-2015
In arancione, le richieste di asilo ricevute; in blu, le decisioni prese sulle richieste di asilo presentate; in verde, le decisioni che hanno avuto esito positivo, col riconoscimento dello status di rifugiato o altra forma di protezione internazionale. Date19 May 2015, fonte: commons.wikimedia.org, based on data of the Italian Ministry of Interior, 1990-2014, 2015
Nel 2013 le forze di lavoro straniere rappresentano l’11,2 per cento del totale. Il tasso di occupazione 20-64 anni degli stranieri, sebbene in diminuzione, continua ad essere più elevato di quello degli italiani (61,9 per cento a fronte del 59,5). Resta alto il divario tra i tassi di disoccupazione: 17,3 e 11,5 per cento, rispettivamente tra stranieri e italiani.
Il tasso di inattività della popolazione straniera è, invece, inferiore di quasi otto punti percentuali a quello della popolazione italiana (29,7 contro 37,3 per cento). Il deterioramento delle condizioni di lavoro degli stranieri, con riguardo soprattutto al tasso di occupazione, in calo per il settimo anno consecutivo, risulta più accentuato in confronto a quello degli italiani. Il tasso di occupazione 20-64 anni si ottiene dal rapporto tra gli occupati stranieri di 20-64 anni e la popolazione straniera della stessa classe di età. Il tasso di disoccupazione si ottiene rapportando gli stranieri in cerca di occupazione e le forze di lavoro straniere di 15 anni e più (occupati e persone in cerca di occupazione). Il tasso di inattività 15-64 anni, infine, si ottiene dal rapporto tra le non forze di lavoro straniere e la popolazione straniera della stessa classe di età. Nei confronti europei, il tasso di disoccupazione disponibile è relativo alla classe 15-74 anni.
Fonte: http://noi-italia2015.istat.it/
Tra i paesi europei, l'Italia si caratterizza per un processo di immigrazione relativamente recente. È ancora predominante la prima generazione di immigrati, per la quale il lavoro è il principale motivo di emigrazione. La più elevata partecipazione al mercato del lavoro in confronto alla popolazione autoctona dipende peraltro anche dalla struttura della popolazione, concentrata nelle classi di età centrali. Nei paesi con una storia di immigrazione più lunga e consolidata (Svezia, Paesi Bassi, Francia, Germania e Belgio) il tasso di occupazione degli stranieri è, invece, più basso di quello dei nazionali, mentre si allarga a sfavore dei primi il differenziale tra tassi di disoccupazione. Nella media della Ue28, nel 2013, il tasso di occupazione 20-64 anni rimane pressoché invariato su base annua per la componente autoctona e diminuisce di tre decimi di punto percentuale per gli stranieri, mentre in Italia il calo dell'indicatore interessa entrambe le componenti ed è più accentuato per gli stranieri (rispettivamente -2,8 punti percentuali contro -1,1 per gli italiani). Il tasso di disoccupazione degli stranieri si conferma nell'Ue28 quasi doppio rispetto a quello dei nazionali (17,8 e 10,2 per cento). Condizioni particolarmente critiche si registrano in Spagna, dove il tasso di disoccupazione della popolazione straniera raggiunge il 37,0 per cento (24,4 per cento per gli autoctoni).
Tassi di occupazione, disoccupazione e inattività della popolazione nazionale e straniera per ripartizione geografica (anno 2013 valori percentuali; fonte: Fonte: http://noi-italia2015.istat.it/)
Nel Centro gli stranieri manifestano il più alto tasso di occupazione, mentre nel Mezzogiorno, dove risiede il 13,3 per cento della forza lavoro straniera, gli immigrati registrano tassi di disoccupazione inferiori agli italiani (17,6 contro 19,8 per cento). Per l'insieme del territorio nazionale, il tasso di inattività della popolazione straniera resta inferiore a quello degli autoctoni di quasi otto punti percentuali, a fronte di un lieve incremento sia per gli stranieri sia per gli italiani (rispettivamente +0,3 e +0,2 punti). Con riguardo al genere, la distanza è più ampia per la componente maschile rispetto a quella femminile. Nel Mezzogiorno, tuttavia, il tasso di inattività delle donne straniere risulta decisamente inferiore a quello delle italiane (rispettivamente 45,8 e 61,8 per cento). La riduzione nei tassi di occupazione e la crescita di disoccupazione e inattività rafforzano la tendenza avviatasi nel corso del 2009 - a una minore partecipazione al mercato del lavoro degli stranieri, avvicinando la situazione italiana a quella dei paesi con una più lunga storia di immigrazione.