Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 2 e 3, Aut. C/TE/042/2010
Giugno 2016
SIAMO PRONTI A RISPONDERE? In questo numero: • I PROGETTI DELLA SPERANZA • AUTISMO, UNA CITTÀ IN BLU
• LA RIFORMA DEL VOLONTARIATO • MONUMENTI DA ACCUDIRE
l’Editoriale di Massimo Pichini, Presidente CSV Teramo di Nicola Catenaro
LA RISPOSTA DEL VOLONTARIATO Un uomo si sofferma a guardare una bacheca in cui, tra gli altri post, spicca prepotente quello che riporta la definizione (lasciata intenzionalmente incompleta) di autismo. L’uomo, una persona matura, sembra perplesso, quasi indeciso se restare qualche secondo in più lì davanti per tentare di dare una risposta o lasciarsi trasportare dalla curiosità di leggere gli altri messaggi. Qualcosa lo attrae. E non è certo la banalità di una risposta che potrebbe facilmente essere rintracciata in qualsiasi dizionario medico. È una delle foto scattate dal “nostro” Armando Di Antonio in occasione della Giornata della consapevolezza dell’autismo, evento che ha colorato di blu anche il centro del capoluogo teramano e al quale dedichiamo un approfondimento nelle pagine interne. Questa foto ci è apparsa la più emblematica per rappresentare la distanza che, spesso, separa la cosiddetta normalità dal mondo variegato delle diverse abilità. In fondo, sarete d’accordo con noi, chi ha lasciato incompleta la frase non voleva che i lettori del messaggio riempissero con una parola o una frase lo spazio vuoto. La sua appare piuttosto una provocazione lanciata a chi, passeggiando tra i propri simili, è abituato a ignorare i loro problemi e la loro vita. Ma se è vero che quei problemi non lo interessano, è altrettanto vero che restano lì ad interrogarlo. Come macigni. Come le testimonianze pubbliche dei genitori dei bimbi autistici che, ne parliamo in queste pagine, sono un grido che prova a sgretolare muri di sordità. Un ponte che lancia una sfida a chiunque sia di passaggio. E l’uomo della foto rappresenta noi stessi: siamo in grado di rispondere? Il volontariato, ma forse lo sapete, è già una risposta.
Questo numero si chiude dopo la sesta edizione del Festival del Volontariato di Lucca. Un luogo caro a tutti noi perché qui nacque l’idea dei Centri di Servizio. E ancora da qui Matteo Renzi annunciò, nel 2014, la riforma del Terzo Settore, definendolo primo. Anche Philippe Daverio, intervenuto al Festival, è sulla stessa lunghezza d’onda. Il noto critico, infatti, in una recente intervista (“VolontariatOggi.info” del 6.04.2016) stima il volontariato italiano la prima macchina produttiva, la più alta di tutto l’occidente. Una macchina chiamata ad “Abitare le città invisibili”, il tema propulsore dell’appuntamento lucchese che richiama quella parte emarginata delle nostre comunità urbane. Una zona in penombra nella quale il volontariato è invitato ad operare, inserendosi con la forza propulsiva che, da secoli, lo caratterizza. L’invisibilità, tuttavia, può essere letta anche come una esigenza: nella Misericordia di Firenze - si sofferma Daverio - i confratelli - spesso persone molto in vista - ricorrevano al cappuccio che garantiva, nello svolgimento della pia missione, l’anonimato. Un modus operandi che nella società odierna, dove la diffusione dei social spinge alla sovraesposizione mediatica, appare desueto. Ma nel Terzo Settore vige l’etica dell’anonimato, che, come sottolinea Daverio, è un’etica di civiltà. Vorremmo tuttavia aggiungere quanto sia necessario mitigare questo basso profilo, affinché le capacità, le potenzialità e le virtù di un mondo, sul quale lo Stato sembra oggi nutrire delle aspettative, non vengano inutilmente mortificate. Su queste premesse, dunque, è partita una riforma che include anche il servizio civile universale e l’impresa sociale per coinvolgere rispettivamente tanti giovani in un virtuoso processo di orientamento professionale e offrire reali opportunità di lavoro anche alle fasce più deboli. Si pensi, infatti, a coloro che sono affetti da disturbi della sfera autistica. Quello dell’autismo è un problema serio sul quale, solo negli ultimi anni, sta maturando una sensibilità idonea a contrastare, anche nelle scuole, l’intolleranza e l’esclusione. Atteggiamenti che ancora oggi, nonostante l’istituzionalizzazione della “Giornata mondiale di consapevolezza dell’autismo”, leggiamo nella cronaca. Infine, ci preme comprendere il futuro dei Centri di Servizio per il Volontariato. Il testo, approvato in via definitiva dalla Camera, prevede un allargamento dei nostri compiti istituzionali, ma solo nei decreti attuativi comprenderemo la reale portata della riforma. Ora, pur non negando legittimi dubbi e fondati timori, siano consapevoli - come insegnava Albert Einstein - che non possiamo pretendere cambiamenti, se continuiamo a fare le stesse cose. Dunque, coraggio!
COSTRUIRE INSIEME IL FUTURO
pag. 4
SOMMARIO RIFLETTORI SULL’AUTISMO Pag. 20
I PROGETTI DELLA SPERANZA La cucina da campo, il furgone alimentare, lo sportello d’ascolto: tre idee per costruire insieme il futuro 4 Duecentocinquanta pasti l’ora per far fronte a qualsiasi emergenza 6 Viaggia su 4 ruote la solidarietà che non ha scadenze
NUOVI VOLONTARI IN AZIONE Pag. 28
LE SFIDE DEI CSV Pag. 30
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Imparare ad ascoltare le voci nascoste di chi viene da lontano
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«Aiutare il Terzo Settore per aggiungere qualità alla vita dei cittadini»
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Essere Europei, negli obiettivi e nel metodo
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Lavagna delle associazioni / In ventisei per dare forza alle idee insieme
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UNA CITTÀ IN BLU Nicoletta, Michela, Antonietta, Paolo e Alessandra: le voci che accendono i riflettori sull’autismo 20 CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO DELLA PROVINCIA DI TERAMO
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Aut. Trib. Teramo n. 624 del 08/03/2010 Associazione Pro Volontariato Abruzzo Onlus A.P.V.A. Anno 7 n.1 Giugno 2016 Direttore Responsabile Nicola CATENARO Redazione Mauro ETTORRE, Catia DI LUIGI, Valerio PICHINI, Armando DI ANTONIO (servizi fotografici) Indirizzo Via Salvo D’Acquisto, 9 Loc. Piano D’Accio · 64100 Teramo Tel./Fax 0861.558677 · E-mail:
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Tante, troppe sfumature di blu
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LE NUOVE NATE Montorio, cinquanta nuovi volontari sono pronti ad entrare in azione
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Campli, gli angeli dei “Monti della Laga” aiutano la popolazione
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IL FUTURO DEL VOLONTARIATO Le nuove (e non facili) sfide dei Csv
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Abitare le città invisibili
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MONUMENTI DA ACCUDIRE La chiesa dimenticata
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STORIE DI (IM)MIGRAZIONE, STORIE DI VITA
LA CUCINA DA CAMPO, IL FURGONE ALIMENTARE, LO SPORTELLO D’ASCOLTO: TRE IDEE PER COSTRUIRE INSIEME IL FUTURO 4
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I PROGETTI DELLA SPERANZA
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aboratori di solidarietà. Così potrebbero essere definiti i tavoli di lavoro del corso “Progettare e crescere”, promosso dal Centro Servizi per il volontariato della provincia di Teramo con il sostegno finanziario della Fondazione Tercas, la collaborazione del Consorzio Punto Europa Teramo e il patrocinio del Comune di Teramo. Ne abbiamo già parlato e torniamo a farlo, nelle pagine che seguono, per ribadire che crediamo molto in questa esperienza. Dai labora-
in maniera così positiva – un modo di costruire il volontariato che parte dai bisogni veri delle associazioni e del territorio, sfrutta sinergie, mette insieme risorse e strumenti, dà forza ai sogni. I trentasette volontari (di ventiquattro diverse associazioni) che hanno seguito le lezioni e si sono poi impegnati a studiare la fattibilità delle proposte, d’intesa con il Comune di Teramo, su immigrazione, protezione civile, povertà ed esclusione sociale, hanno già
zione civile. Un progetto costruito pensando soprattutto ad anziani e bambini. Sono loro, nelle situazioni di emergenza, a
tori non sono nati soltanto tre progetti che attendono di essere finanziati, ma si è sperimentato – forse per la prima volta
conquistato un traguardo non facile da realizzare. Al di là delle possibilità di realizzare concretamente i progetti, vi è da dire che il primo vero obiettivo che il Csv si poneva – unire le idee e far sedere allo stesso tavolo di lavoro istituzioni e associazioni – è stato pienamente raggiunto. Ora si tratta di dare linfa vitale alla programmazione. Delle idee sono le stesse associazioni a parlare nel dettaglio nelle pagine seguenti. C’è la cucina da campo della prote-
risentire di più della situazione di disagio. Poi c’è l’acquisto di un furgone per il trasporto per il trasporto e la consegna di cibi freschi alle famiglie bisognose. Per cominciare, è necessario un mezzo di trasporto adeguato allo scopo. Infine, l’attivazione di uno sportello di ascolto per gli immigrati. Un progetto che, in futuro, potrebbe diventare un sistema di sportelli specializzati nell’erogazione di servizi mirati alle specifiche esigenze dei cittadini stranieri.
«Sfrutta sinergie, mette insieme risorse e strumenti, dà forza ai sogni delle associazioni e del territorio»
«Si è sperimentato un modo di costruire il volontariato che parte dai bisogni veri»
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I PROGETTI DELLA SPERANZA
Duecentocinquanta pasti l’ora per far fronte a qualsiasi emergenza O P M A C A CUCINA D
di ROBERTA RUGGIERI*
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vari, e purtroppo periodici, stravolgimenti di assetto che stanno interessando il nostro territorio sono dovuti a cause di carattere naturale, antropicostorico-demografico e urbanistiche che hanno portato sempre più ad attuare azioni volte alla previsione, alla prevenzione e al superamento dell’emergenza per garantire l’integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell’ambiente. Questo grado di urgenza ha portato a creare sinergie e procedure condivise al fine di contribuire a rafforzare il ruolo del volontariato e di conseguenza della Protezione Civile. A tal proposito, si è costituita una “colonna mobile provinciale”, grazie alla collaborazione del Centro Servizi per il volontariato della provincia di Teramo e a 17 associazioni di Protezione Civile della Val Vibrata. Si mettono quindi in campo le risorse, le forze, l’impiego e le professionalità di più associazioni per dar vita ad un cordone di prevenzione, sicurezza e superamento dell’emergenza su tutto il territorio. Il progetto della cucina da cam-
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po mobile, autonoma e trasportabile nasce perché si vogliono soddisfare due esigenze fondamentali: • superamento dell’emergenza attraverso una struttura di pronto intervento per fronteggiare le esigenze della popolazione garantendo un numero di pasti completi a ciclo continuo pari a 250 pasti/ora; • assicurare l’autosufficienza della colonna mobile non solo attraverso le esercitazioni, che hanno l’obiettivo di aggiornare le conoscenze del territorio, verificare l’adeguatezza delle risorse, preparare i soggetti interessati alla gestione dell’emergenza e ai corretti comportamenti da adottare, ma anche attraverso la formazione del volontario che, in questo caso,
«L’iniziativa è ambiziosa e va al di là del miglioramento delle attrezzature disponibili in caso di necessità»
ha l’obiettivo di migliorare le conoscenze delle tecniche di gestione di una cucina da campo, conoscere e definire le diverse competenze e i diversi livelli di responsabilità. Il progetto è ambizioso e va ben al di là del miglioramento delle attrezzature disponibili in caso di necessità. Le aspettative e le finalità intendono perseguire il tortuoso percorso di mettere insieme le diverse realtà delle svariate associazioni di Protezione Civile. Il preciso obiettivo del progetto è di ottenere la giusta sussidiarietà che non può prescindere dalla collaborazione e dalla messa in comune delle diverse sinergie. Occorre imparare ad operare in collaborazione e rimuovere le diversità e, spesso, le incomprensioni che minano alla base ogni azione congiunta e coordinata del mondo del volontariato. Un primo passo nella direzione della sussidiarietà fu mosso dalle associazioni di volontariato, con l’imprescindibile guida del CSV, in occasione del XIII Premio Volontariato Teramo con
STORIE DI (IM)MIGRAZIONE, STORIE DI VITA
La cucina da campo allestita dalla Protezione Civile durante l’esercitazione tenutasi a Tortoreto Lido l’anno scorso
la partecipazione del prefetto e attuale capo della Polizia Franco Gabrielli, allora Capo del Dipartimento Nazionale della Protezione civile. Successivamente, nell’ambito della sensibilizzazione di un progetto europeo sui rischi ambientali,
è stato raggiunto e compiuto un ulteriore passo verso la proficua collaborazione delle associazioni di Protezione Civile con l’allestimento della tendopoli di Tortoreto nell’evento “Emergenza Val Vibrata 2015”. La cucina da campo è l’ultimo,
ma non da ultimo, passo verso il miglioramento della collaborazione dei volontari di Protezione Civile di tutta la provincia di Teramo. *Ingegnere e volontaria di protezione civile GIUGNO 2016
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I PROGETTI DELLA SPERANZA
Viaggia su 4 ruote la solidarietà che non ha scadenze E
R A T N E M I L A FURGONE
di PINUCCIA BIZZARRI*
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L’idea è nata nell’ambito del tavolo sulla povertà, istituito tra le associazioni operanti nel settore e l’assessorato alle politiche sociali del Comune di Teramo, presso il Centro servizi per il volontariato: avere un furgone che possa essere di supporto al servizio di distribuzione e raccolta degli alimenti è sembrato un obiettivo utile al rafforzamento dell’intervento di aiuto alimentare. La società San Vincenzo de Paoli di Teramo è entrata con entusiasmo nel progetto presentato alla fondazione per godere anch’essa dell’utilizzo di un mezzo idoneo per il trasporto di alimenti in favore delle 284 famiglie che l’associazione attualmente assiste sul territorio. La San Vincenzo de Paoli è una associazione cattolica ma laica, che opera generalmente nelle parrocchie e ha come scopo principale quello di aiutare le persone più sfortunate: i poveri, gli ammalati, gli anziani soli, gli stranieri, sia dal punto di vista materiale-finanziario che da quello morale-culturale. Non si occupa quindi solo di pagare bollette e fornire pacchi alimenGiovani studenti volontari offrono la propria collaborazione al Banco di Soli- tari, ma cerca di capire le cause avorare in un sistema di rete e collaborazione può essere la strategia più utile ed efficace per migliorare il lavoro di solidarietà delle associazioni che operano nell’ambito della povertà. Scambiarsi informazioni ed esperienze significa rafforzare il raggiungimento degli obiettivi: aiutare ad uscire da una situazione di bisogno e disagio economico e sociale famiglie che, a causa della loro indigenza, non riescono a sopravvivere di-
darietà
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gnitosamente nella società attuale caratterizzata da una crisi economica che ha coinvolto un numero crescente di italiani e stranieri. Alla base del progetto “Un furgone per tutti” inoltrato alla Fondazione Tercas, c’è proprio questa scelta della condivisione e collaborazione tra le associazioni al fine di evitare che, nello stesso ambito di intervento, ci siano azioni non coordinate che indeboliscono l’efficienza dell’aiuto.
I PROGETTI DELLA SPERANZA
Magazzini per la raccolta del Banco Alimentare (foto: Enrico Genovesi)
della povertà e di combatterle. La visita domiciliare delle famiglie, che è alla base dell’azione di volontariato vincenziano, aiuta a capire meglio le loro necessità, arricchisce il contatto umano e rafforza il legame con gli assistiti in uno spirito di condivisione e fratellanza. A Teramo città l’Associazione nasce alla fine dell’ottocento. Ha la sua sede in Piazza Verdi presso l’ex Refettorio Gemma Marconi ed opera su sei parrocchie: Duomo, Carmine, Sant’Antonio, Cona, Via Pannella e Colleatterrato con un nucleo di 42 volontarie. La San Vincenzo di Teramo negli ultimi anni ha visto crescere in maniera esponenziale il numero delle famiglie da assistere. Ad essa si rivolgono italiani che prima non avevano necessità di aiuto e famiglie di immigrati che popolano ormai anche la nostra realtà cittadina. I loro bisogni sono tanti perché, oltre le necessità elementari quali vestiario,
alimenti, alloggi e salute, per gli stranieri la difficoltà linguistica e la mancanza di informazioni comportano un isolamento maggiore dal contesto sociale. Oggi esistono antiche e nuove forme di povertà: non c’è solo la figura tradizionale del povero, cui la San Vincenzo è andata incontro sin dalle sue origini, ma sono poveri tutti coloro che la società emargina. Povero attualmente non è tanto colui che non ha, quanto colui che non è, perché non può, perché è tenuto fuori e quindi ghettizzato ed emargi-
«Acquisteremo un furgone per la distribuzione e la raccolta degli alimenti destinati alle 284 famiglie che l’associazione assiste»
nato. Molto spesso il bisognoso è arrabbiato, scontento, cupo, cocciuto, esigente, irriconoscente e prepotente. Sta a noi riuscire ad accettarlo e accoglierlo nonostante le negatività, riconoscere nella sua persona il nostro prossimo e aiutarlo ad abbandonare il rancore e la rabbia in un atteggiamento più consapevole del proprio vivere, delle proprie difficoltà e dell’incontro con gli altri. Sta a noi ascoltarlo, aprirgli il cuore, soprattutto non giudicarlo e capire come intervenire di fronte alla sue necessità e mettersi al proprio servizio. Nell’Anno Santo del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco, più che mai il volontariato vincenziano deve rafforzare la sua azione verso situazioni di precarietà e di sofferenza presenti nel mondo di oggi e per lo più nelle periferie esistenziali. *Vice Presidente Abruzzo Società San Vincenzo de’ Paoli
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I PROGETTI DELLA SPERANZA
Imparare ad ascoltare le voci nascoste di chi viene da lontano O T L O C S A ’ D PORTELLO
S
di SILVANA XHENETI*
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a stesura del progetto sullo sportello per l’immigrazione è strettamente corrispondente alle finalità che si è posto il tavolo di coordinamento organizzato dal Centro Servizi per il volontariato della provincia di Teramo con tutte le associazioni presenti sul territorio che si occupano dell’immi-
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grazione, e cioè quelle di essere strumento conoscitivo al servizio del territorio e fornire conoscenza laddove realmente vi sia la necessità. In occasione del confronto con le associazioni che rappresentano gli immigrati, promosso dal CSV, è stato espresso un forte interesse da parte di tutti verso
un approfondimento della situazione degli sportelli informativi rivolti agli immigrati nel territorio provinciale. Da questa richiesta è scaturito un percorso, condiviso negli obiettivi e nella metodologia, che ha portato all’elaborazione di tale progetto. Affrontare la problematica dello sradicamento culturale, dell’impatto spesso traumatico con i Paesi di arrivo, richiede una conoscenza profonda delle motivazioni che spingono all’immigrazione e una conoscenza delle condizioni che il migrante vive quotidianamente sulla propria pelle. Tale progetto nasce dunque proprio dal contatto diretto con gli immigrati presenti sul nostro territorio, i quali, usufruendo dello sportello, ci danno la possibilità di comprendere i loro problemi, esigenze e bisogni e, successivamente, fornire a uomini e donne gli strumenti necessari per una partecipazione attiva alla vita socio-culturale della nostra provincia. Gli obiettivi, concretamente, sono quelli di arrivare ad una adeguata conoscenza della condizione degli immigrati
I PROGETTI DELLA SPERANZA
presenti nel nostro territorio, realizzare una proficua collaborazione tra cittadini stranieri immigrati e cittadini italiani al fine di assicurare ai primi la possibilità di una totale autoorganizzazione, veicolare tutte le informazioni legate all’immigrazione, quali: riconoscimento dei diritti civili e politici, primo orientamento dell’immigrato sul
«Affrontare il problema dell’impatto con i Paesi di arrivo richiede una conoscenza profonda delle motivazioni che spingono all’immigrazione» territorio di accoglienza, possibilità di corsi di formazione e lavoro, assistenza sulle pratiche burocratiche, compilazione moduli, orientamento e formazione sulla presenza di servizi nel territorio e sugli iter burocratici e legali. In poche parole, offrire agli immigrati la possibilità di un modo diverso di rapportarsi con la società che li accoglie. L’impiego dei mediatori interculturali nello sportello informativo garantirà adeguati livelli di informazione ed orientamento sui temi dell’ingresso ed il soggiorno, su diritti e doveri dei lavoratori immigrati e sulle diverse forme di lavoro in Italia, nonché sull’accesso ai diversi servizi (sanitari, scolastici, anagrafici etc.). *Presidente Associazione Interculturale IRIS Onlus
I nomi dei “progettisti” volontari
Il corso sulla progettazione, tenuto dai docenti Alessandro Perfetti, Cesare Di Martino, Matteo Ciabattoni e Angela De Lauretis, ha coinvolto tanti volontari. Ecco i loro nomi: Federica Serafini, Valentina Firmani (Associazione italiana sclerosi multipla), Lorenza Nespeca, Monica Cazzaro (Associazione nazionale Alpini Abruzzo – Nucleo Protezione civile CorTe), Stefano Marcantonio, Virginia Di Matteo (Assistenza e Soccorso Cortino Onlus), Lucia Prosperi, Pina Paradisi (Associazione Informamentis), Giuseppina Pelatti (Associazione cattolica diocesi di Teramo), Domenico Zuccarini, Serafino De Sanctis (Banco di solidarietà di Teramo), Franco Cartone (Gruppo Radiocomunicazioni Emergenza Tortoreto), Gabriele Costantini (Corpo volontari protezione civile Tortoreto – sez. Matteo Vannucci), Gianfranco Di Gennaro (Caritas Diocesana Teramo Atri), Anna Farina, Walter Santarelli (Pubblica Assistenza Croce Bianca Teramo), Eloisa Pirri, Matteo Gasparroni (Croce Rossa Giulianova), Francesco Rossi (Corpo volontari protezione civile Corropoli), Chiara Mazzocchetti, Giovanna Colancecco (Corpo volontari protezione civile Pineto), Angela Spinozzi (Fondazione Piccola Opera Charitas), Monia Mattiucci, Roberto Di Odoardo (Gli Scriccioli di Serafino), Anna Maria Di Berardino (Lega italiana per la lotta contro i tumori), Daniela Mascitti, Manuela Candelori (L’Abruzzo dei Bambini), Mariangela Passamonti (L’Elefante), Stefano Campanelli, Virginia Di Pietro (Madre Teresa Onlus), Gianluca Vagnozzi (Protezione civile Gran Sasso d’Italia Castelli), Giovanna Frastalli (Sodalizio dei cultori di Ercole), Gloria Di Rocco (Studio Psikè), Francesco Pietropaolo (Team Horse per il sociale), Alessandro Lellii (Protezione civile Gran Sasso d’Italia sez. Mosciano Sant’Angelo), Sandro Galli (Protezione civile Gran Sasso d’Italia sez. Alba Adriatica), Claudio Calisti (Wwf Teramo).
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I PROGETTI DELLA SPERANZA / L’INTERVISTA
«Aiutare il Terzo Settore per aggiungere qualità alla vita dei cittadini» di NICOLA CATENARO
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residente Enrica Salvatore, come sostiene la Fondazione Tercas il sociale e qual è il suo ruolo in questo ambito? «Il sociale, la creazione del valore sociale e soprattutto la misurazione del suo impatto sono temi oggi molto attuali e complessi, come dimostrano anche studi internazionali. In Italia, le Fondazioni costituiscono un riferimento importante, forse perché sono viste come istituzioni che hanno grandi patrimoni, che possono operare programmando a lungo termine e che appaiono libere da immediate logiche di profitto. Chi le considera in questa ottica non sbaglia ed è proprio grazie alle sue peculiarità costitutive che la Fondazione Tercas, ad esempio, ha partecipato, insieme ad altre Fondazioni, alla costituzione
«La creazione del valore sociale e la misurazione del suo impatto oggi sono temi attuali e complessi»
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del Fondo HS Italia Centrale con l’obiettivo di valorizzare e gestire il patrimonio immobiliare in stretta collaborazione con gli enti pubblici territoriali e realizzare progetti di social housing: una forma di edilizia pensata per chi non può acquistare la prima casa o non riesce a sostenere il costo di un affitto a libero mercato ma, nello stesso tempo, non possiede tutti i requisiti necessari per accedere alle graduatorie per l’assegnazione dell’edilizia residenziale pubblica (E.R.P). Per dare, insomma, una risposta concreta ad un grande bisogno sociale come quello della casa». A cosa guardate di più quando finanziate i progetti che arrivano dal territorio? «La Fondazione fa riferimento dapprima alla coerenza del progetto, alle finalità programmatiche ed alle strategie di intervento dell’Ente, quindi ai valori ed agli specifici obiettivi anch’essi contenuti nei Documenti di Programmazione Pluriennali ed
Enrica Salvatore
Annuale, pubblicati sul proprio sito Internet, nonché alle procedure ed ai criteri di valutazione indicati negli avvisi che per ogni settore, di anno in anno, vengono anch’essi pubblicati sul sito e sui media locali. Tra i criteri di valutazione, vengono analizzati, in particolare, le caratteristiche e le capacità organizzative del soggetto, la trasparenza rispetto all’uso dei finanziamenti, le previsioni di strumenti di monitoraggio, l’impatto atteso dal territorio, la fattibilità e sostenibilità economica del progetto, la coerenza del piano finanziario proposto, la capacità di integrarsi con altre iniziative e di generare modelli e best practice, infine l’effetto traino e la innovatività della proposta in relazione a destinatari, procedure, partenariati». Cosa manca al nostro territorio per sostenere i progetti che incidono sui propri bisogni sociali?
I PROGETTI DELLA SPERANZA / L’INTERVISTA
«Direi che manca forse la cultura della programmazione a lungo termine e la capacità, da parte di enti pubblici e privati, di lavorare in rete. La Fondazione in questo senso da tempo si è impegnata a proporre e promuovere la partnership tra enti pubblici e privati ed associazioni: una visione che è stata confermata dalle analisi di uno studio commissionato dall’Acri al professor Carlo Trigilia dell’Università di Firenze dal quale, tra l’altro, è emerso che “tra i fattori necessari per l’attivazione di risorse potenziali dei territori ci siano almeno tre caratteristiche: la buona cooperazione tra operatori privati e pubblici locali, la messa a punto di una strategia di sviluppo condivisa, la promozione e la realizzazione concreta di alcune
«Al nostro territorio manca la cultura della programmazione a lungo termine e la capacità di lavorare in rete» sta la disciplina del volontariato e vengono ridefiniti i Centri di Servizio per il Volontariato, ai quali, come previsto dalla legge 266/91 vengono assegnate risorse dalla Fondazioni, attraverso i CO.GE. Il mondo del No Profit e quello del Volontariato a livello locale è molto simile a quello nazionale. Presenta anche nella nostra provincia quella vasta realtà, complessa ed articolata,
la loro specificità ed originalità, avranno la stesso cognome, come qualcuno ha felicemente sintetizzato, entrando nell’unica famiglia del Terzo Settore e potendo contare su un unico quadro giuridico. Sono convinta che anche il mondo teramano del Volontariato e quello dell’associazionismo senza fine di lucro - che opera tra lo Stato ed il Mercato - sapranno essere protagonisti nell’individuare nuove forme di relazioni sociali e nuovi modelli gestionali, così come proposto dal Secondo Welfare, dopo il fallimento di quel Welfare State che, dopo aver contribuito al benessere negli anni passati, oggi è messo ripetutamente in discussione.
Le sale interne della Fondazione Tercas
iniziative essenziali con funzione di traino di beni collettivi per la competitività e insieme per la coesione sociale”». Come vede la Fondazione Tercas il futuro del volontariato e del non profit a livello locale? «Nel futuro, c’è all’orizzonte il varo della riforma del No Profit con il ddl approvato in Senato un mese fa. Nel testo approvato, viene rivi-
costituita da associazioni ed altri organismi di natura privata che - operando nei settori più diversi: assistenza sociale, cultura, arte,sport, istruzione, formazione, tutela dell’ambiente - svolge un prezioso servizio di grande utilità per la collettività. Nel testo approvato, quel variegato mondo verrà riformato, diventando organico, definito e ben organizzato ed i vari nomi del No-Profit, pur mantenendo
La Fondazione Tercas, anch’essa un ente no profit privato, sarà ancora accanto a questo straordinario mondo teramano del Terzo Settore, dando concreta attuazione al principio della sussidiarietà orizzontale, con un supporto sia economico che progettuale, per aggiungere qualità alla vita dei cittadini, soprattutto a quelli in maggiore difficoltà». GIUGNO 2016
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I PROGETTI DELLA SPERANZA / L’INTERVENTO
Essere EUROPEI, negli obiettivi e nel metodo
di CESARE DI MARTINO*
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adesione alla definizione teorica di progetto come insieme coordinato di azioni finalizzate al raggiungimento di uno o più obiettivi specifici, in un tempo limitato e con un budget determinato, introduce anche nel mondo associativo, ai diversi livelli, un modus operandi “europeo” capace di adeguarne, qualificarne l’azione sul territorio. Il metodo, prima ancora che alla gestione del progetto, presiede alla scelta delle opportunità finanziarie e non che si presentano all’impresa sociale, tanto sul piano regionale quan-
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to su quello europeo. Progettare, che sia a scala locale o europea, non è e non può essere una risposta ad un bando o ad un invito a presentare proposte! Un progetto è una risposta, concreta ed innovativa, ad un fabbisogno o ad una pluralità di fabbisogni, ad una esigenza concretamente individuata che caratterizza o colpisce un territorio, un gruppo, una categoria sociale o ancora un insieme identificato. Progettare è piuttosto la capacità di legare soluzioni correlate al fabbisogno, di immaginare e sognare uno scenario diverso,
almeno nuovo se non innovativo, nel quale riusciamo ad eliminare o ridurre quelle barriere che avevano dato l’input ad agire. Il tema delle risorse, quale che sia la provenienza delle stesse, pur rimanendo centrale e fondamentale, non esaurisce la nostra ricerca, come del pari non dovrebbe, almeno in origine, limitarne il raggio, lasciando inalterata la dimensione del sogno, della quantità e della qualità delle risposte al problema. Se si affronta un problema reale, chiaramente individuato e concretamente definito, il meto-
I PROGETTI DELLA SPERANZA / L’INTERVENTO
do diventa valore aggiunto, anche per le associazioni, sia nella individuazione delle risposte che nel reperimento delle risorse stesse. In un breve contributo come questo, risulterebbe comunque parziale ogni elencazione, a partire dalla indicazione del Fondo sociale europeo (FSE) al Programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI), dal Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) al Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), così come il novero di diversi programmi a gestione diretta. In entrambi i casi, che trattasi di Fondi Strutturali o programmi a gestione diretta, risulta decisivo il possesso di un bagaglio
Cesare Di Martino
di competenze e conoscenze manageriali, tecniche, organizzative, finanziarie e relazionali che, probabilmente in modo etimologicamente improprio, vengono riassunte nella euro progettazione. Il problem solving ed il project management nelle imprese so-
ciali non sfugge a questa condizione prodromica che momenti formativi come quelli adeguatamente organizzati dal CSV di Teramo, supportati da laboratori dove i discenti sono stati attori protagonisti, concorrono a creare. Progettare con questo metodo afferma, ad ogni livello, individuale e di gruppo, la cultura del confronto e della cooperazione, sostiene nei contenuti il portato dei diritti che sono a fondamento della stessa costruzione dell’integrazione europea, aiuta a crescere il territorio ed i suoi operatori che necessitano e meritano un costante supporto formativo e consulenziale. *Esperto politiche europee
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| CENTRO SERVIZO PER IL VOLONTARIATO DELLA PROVINCIA DI TERAMO
La Rivista del NON PROFIT
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I PROGETTI DELLA SPERANZA / LA LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI
In ventisei per da
a cura di VALERIO PICHINI
In questa sede riassumiamo alcuni dati relativi alle associazioni coinvolte nei tavoli tematici dai quali sono scaturiti tre progetti di cui abbiamo parlato. Un’idea per far incontrare, sotto la guida del CSV di Teramo, l’irrinunciabile patrocinio istituzionale dell’Assessorato alle politiche sociali del Comune di Teramo, e il prezioso sostegno della Fondazione Tercas, alcune realtà non profit impegnate rispettivamente sul fronte migranti, povertà e protezione civile, per confrontare esperienze, scambiare buone prassi e potenziare la capacità di intercettare risorse finanziarie indispensabili per il raggiungimento di obiettivi prefissati. Il TAVOLO SULL’ IMMIGRAZIONE, al quale hanno partecipato anche i Gruppi di Volontariato Vincenziano di cui tratteremo più avanti, ha redatto il Progetto “R.E.T.I. AL.Te.R.n.a.t.i.v.e. (Rete territoriale per Immigrati di Alba Adriatica, Teramo e Roseto degli Abruzzi contro il disagio di adulti e giovani e la povertà), e riunisce: A.N.O.L.F. Associazione Nazionale oltre le frontiere Onlus Sezione Teramo: Viale Crispi, 44 (c/o CISL) Copresidenti: Alberico Maccioni - Elda Najdeni Tel. 0861.370.336/37/38 - Fax 0861.370339 E-mail:
[email protected] Web: www.anolf.it Associazione a tutela dei migranti, diffusa su tutto il territorio nazionale. Nasce nel 1989 con il sostegno del sindacato CISL. Cooperativa sociale “Lo spazio delle idee” Via Botticelli, 2 64026 Roseto degli Abruzzi (Teramo) Sede operativa: Via Nazionale Adriatica, 250 Presidente: Sabina Falà Tel. 085.89453658 E-mail:
[email protected] Web: www.lospaziodelleidee.org La Cooperativa nasce su impulso di alcune persone che decidono di condividere esperienze, professionalità e competenze per offrire servizi d’informazione e opportunità alla collettività. I.R.I.S. Onlus Via Salvo D’Acquisto, 9 - 64100 Piano D’Accio Teramo (domicilio c/o C.S.V. Teramo) Presidente: Silvana Xheneti Tel. 0861.242261 - 348.0037164 E-mail:
[email protected] Ente capofila del progetto “RE.T.I.”, si costituisce il 16 ottobre 2004. Scopo dell’associazione è l’integrazione di cittadini stranieri in Italia. IRIS si avvale di un qualificato team multiculturale per assistere gli immigrati e tutelare i diritti dei medesimi.
______________ Passando al TAVOLO POVERTÀ da cui è scaturito il progetto “Un furgone per tutti”, incontriamo: Aurora Cristiana Via Teramo, 3 64023 Mosciano S. Angelo (Teramo) Presidente: Claudio Malta Cell. 335/533.61.71 E-mail:
[email protected] [email protected] Nata nel 2012, Aurora Cristiana accoglie, in un’apposita struttura, una trentina di persone con forti disagi. L’associazione, che trae sostentamento dalla coltivazione di un terreno e da generose donazioni private, avverte la necessità di uno stabile rapporto con i servizi sociali per affrontare meglio le problematiche legate alla tossicodipendenza. Banco di Solidarietà “Santina Ruggieri” Roseto degli Abruzzi Onlus Contrada Fonte dell’Olmo s.n.c. (difronte Piscina Comunale) 64026 Roseto degli Abruzzi (Teramo) Presidente: Marco Massetti Cell. 393.9456918 E-mail:
[email protected] Capofila di “Un furgone per tutti”, l’associazione Banco di Solidarietà “S. Ruggieri” nasce nel 2007 sulla spinta di soggetti analoghi e già attivi nel capoluogo. Quella dei Banchi di solidarietà, da non confondere con Fondazione Banco Alimentare, è una realtà presente su tutto il territorio nazionale, e scaturisce dall’educazione alla carità cristiana provocata dagli insegnamenti di monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione. L’attività principale dei B.d.S. consiste nella consegna periodica di un pacco di alimenti a lunga conservazione per ciascun nucleo familiare assistito.
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are forza alle idee Banco di Solidarietà di Montorio al Vomano Onlus Via Settembrini, s.n.c. 64046 Montorio al Vomano (Teramo) Presidente: Fioravante Astolfi Cell. 338.3198810 - 334.6052096 E-mail:
[email protected] Costituitosi nel 2011 su incoraggiamento di quello teramano, il B.d.S. di Montorio assiste circa 80 famiglie fornendo anche capi di vestiario. L’associazione si sostiene con periodiche raccolte e con il progetto “Famiglie solidali”. Banco di Solidarietà di Teramo Onlus Via Salvo D’Acquisto, 9 (c/o C.S.V. di Teramo) Referente: Gennaro Tupitti Tel./ Fax 0861.558677 E-mail:
[email protected] Web: www.bancodisolidarieta.it L’associazione, costituitasi nel 2001, assiste oltre 300 famiglie residenti nel territorio teramano nonché alcuni nuclei residenti in comuni limitrofi. La consegna del pacco alimenti, presso il domicilio di ciascun assistito, viene assicurata, l’ultimo sabato del mese, da circa 110 volontari. L’approvvigionamento alimentare è assicurato da una convenzione con la Fondazione Banco Alimentare, da libere donazioni di privati, da una colletta alimentare straordinaria (oltre quella nazionale di fine novembre) e da varie iniziative tra le quali si segnala “DonaCibo”, una raccolta annuale effettuata presso le scuole. Si segnala l’esigenza di un magazzino più capiente per facilitare la gestione degli alimenti e il lavoro dei volontari. Caritas Diocesana Via Vittorio Veneto, 11 - 64100 Teramo Direttore: don Igor Di Diomede Tel./Fax 0861/241427 E-mail:
[email protected] Web: www.caritasteramoatri.it Costituita nel 1974 dal Vescovo Abele Conigli, sulla base dello Statuto Nazionale, e in seguito diffusa in alcune parrocchie della Diocesi, Caritas Teramo - Atri non poteva mancare al tavolo della povertà. L’ente eroga numerosi e preziosi servizi tra i quali ricordiamo: ambulatorio medico, centro di ascolto, raccolta e distribuzione vestiario, servizio mensa e l’emporio della solidarietà (Via Tevere, 38 Teramo), un piccolo supermercato rivolto a nuclei familiari in condizioni di accertato disagio.
Centro di Accoglienza “Dono di Maria” Onlus Via Traversa Torricelli, 15 64021 Giulianova Lido (Teramo) Presidente: Santina Di Domenico Tel. 085/800.91.11 - Fax 085/802.64.54 Cell. 349.8145988 - 393.6699198 340.6679699 E-mail:
[email protected] Aperto tutti i giorni, il Centro, iscritto al Registro regionale delle O.d.v. dal 1994, cerca di rispondere, nonostante la scarsità di risorse, a svariati bisogni. Cooperativa sociale a.r.l. “L’Aquilone” Via Traversa Torricelli, 15 64021 Giulianova Lido (Teramo) Presidente: Silvana Cianella Tel. 085.8009111 E-mail:
[email protected] La missione della cooperativa giuliese si può considerare un’evoluzione dell’esperienza del Centro di Accoglienza “Dono di Maria”. Offrire assistenza, nel doposcuola e in attività ricreative, specie ai ragazzi appartenenti a nuclei familiari numerosi, rappresenta il principale ambito operativo di “L’Aquilone”. Attualmente ci sono 30 bambini delle elementari affidati a insegnanti volontarie. Tra le esigenze, spicca la necessità di maggiore personale per assistere i disabili, e una gran quantità di alimenti per l’infanzia. Federazione Nazionale Società di San Vincenzo de’ Paoli Conferenza “Stella Maris” Giulianova Via Marconi ,s.n.c. - 64021 Giulianova (Teramo) Referente: Paolo Massacesi Tel. 085.8007287 - 8008047 Cell. 333.631817 E-mail:
[email protected] Da non confondere con i Gruppi di Volontariato Vincenziano, la Società di San Vincenzo, presente in Italia con oltre 13.000 membri distribuiti 1400 conferenze, risale al 1830 e allo studente Federico Ozanam che decise di “passare dalle parole all’azione”. La mancanza di una sede propria e la cronica scarsità di risorse economiche rappresenta per la Conferenza “Stella Maris” un serio ostacolo al perseguimento dei propri fini istituzionali, quegli stessi fini tracciati da Ozanam sull’esempio di San Vincenzo de’ Paoli, il Santo della carità.
I PROGETTI DELLA SPERANZA / LA LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI Gruppi di Volontariato Vincenziano A.I.C. Italia Comitato Comunale di Teramo Piazza G. Verdi, 20 - 64100 Teramo Presidente: Filomena Catitti Cell. 329.7142438 I Gruppi di Volontariato Vincenziano traggono la loro origine da le Sorelle della Carità. Oggi, come allora, le volontarie, note in seguito e sino al 1960 come Dame di Carità, aiutano i fratelli meno fortunati, ispirandosi agli insegnamenti del Santo francese fondatore delle “Figlie della carità”, le suore “cappellone” per Via del copricapo adottato sino a gli anni ’50 e presenti in alcune strutture ospedaliere. Nella nostra città le Vincenziane, coordinate da un Comitato Comunale, si riuniscono presso le chiese di S. Antonio, Madonna del Carmine, Madonna della Cona, Sacro Cuore e Duomo, assistendo circa 300 famiglie in difficoltà, consegnando alimenti e, se necessario, pagando bollette.
Cell. emergenze 333.9310669 - 347.3357804 E-mail:
[email protected] Impegnata in diversi settori, inclusa la formazione per aspiranti volontari, ma l’esperienza più importante è quella maturata sul fronte incendi.
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Corpo volontari di Protezione Civile “Gran Sasso d’Italia” Morro d’Oro C.da Piano Cesare, s.n.c. 64020 Morro D’Oro (Teramo) Presidente: Luciano Del Nibletto Tel. 085.4163993 Cell. 331.6299282 333.9927905 E-mail:
[email protected] [email protected] C.V.P.C. di Morro D’Oro conferma, anche per il 2016, la volontà di partecipare ai “Campi scuola – anch’io sono la protezione civile”. Un progetto promosso dal Dipartimento della Protezione civile e teso a diffondere la cultura della protezione civile tra i giovani.
Per concludere, al TAVOLO DELLE ASSOCIAZIONI DI PROTEZIONE CIVILE, aderenti al Progetto “A tutela di tutti” – cucina da campo, troviamo: Associazione Corpo Volontari Protezione Civile “Elpidio Di Girolamo” Roseto degli Abruzzi Via C.da Fonte dell’Olmo, snc 64026 Roseto degli Abruzzi (Teramo) Presidente: Asperino Di Nicola Tel./Fax 085.8936057 Cell. (emergenza) 328.4167522 E-mail:
[email protected] Iscritta, dal 2005, all’Albo Nazionale del Volontariato di Protezione Civile, l’associazione rosetana svolge, nel suo territorio di appartenenza, un’attività molto apprezzata. Associazione Corpo Volontari Protezione Civile di Torano Nuovo Onlus Via Roma, 12/a (c/o palestra Comunale) 64010 Torano Nuovo (Teramo) Presidente: Roberto Pennesi Tel. 0861.82361 (Municipio) Cell. 340.5346396 E-mail:
[email protected] Si costituisce il 28 aprile 2011 con una quarantina di soci formati, grazie al Coordinamento provinciale di protezione civile. L’associazione presta la sua opera in occasione di fiere e gare ciclistiche. C.I.V.E.S. – Corpo di Intervento Volontario di Emergenza e Soccorso Onlus Via Potito Randi, 8 (ex Villeroy) 64100 Teramo Presidente: Mauro D’Ubaldo Tel. 0861.220477
Corpo Volontari Protezione Civile Corropoli Onlus Via S. Giuseppe, 23 64013 Corropoli (Teramo) Presidente: Mario Di Saverio Tel. 0861.82179 0861.856914 Cell. 320.5799280 340.5575788 E-mail:
[email protected] Web: www.procivcorropoli.it Fruttuose, durante le svariate missioni, le esperienze maturate con associazioni appartenenti a regioni limitrofe.
Corpo Protezione Civile Pineto Onlus Via Largo della Chiesa, 1 (c/o chiesa Borgo S. Maria) 64025 Pineto (Teramo) Presidente: Giovanni Cagliostro Cell. 377.2774135 333.4063800 E-mail:
[email protected] Spesso l’operato dei volontari è silenzioso non ama clamori. Su questo stile opera il C.P.C. della “città dei pini” che recentemente (21 marzo) ha inaugurato un corso base aperto ad aspiranti volontari di età compresa tra i 18 e i 65 anni. Corpo Volontari Protezione Civile Silvi Onlus Via Roma, 190 64028 Silvi Marina (Teramo) Presidente: Romano Fanì Tel./ Fax 085.930035 Cell. (H24) 328.8791212 E-mail:
[email protected] Web: www.protezionecivilesilvi.it
I PROGETTI DELLA SPERANZA / LA LAVAGNA DELLE ASSOCIAZIONI Il C.V.P.C. di Silvi nasce il 19 gennaio 2002, spronato dal Comune e con il sostegno della Protezione civile di Mosciano. Corpo Volontari Protezione Civile Tortoreto Onlus sezione “Matteo Vannucci” Via Napoli (c/o Palazzetto dello Sport) 64018 Tortoreto Lido (Teramo) Presidente: Loredana Cifà Tel. 0861/78.64.58 Fax 0861/78.84.87 E-mail:
[email protected] Fondata (2009) per affiancare la protezione civile di Corropoli, la sezione è intitolata ad uno studente morto nel terremoto aquilano del 6 aprile. Il Corpo volontari collabora anche con altre associazioni. Croce Rossa Italiana Comitato Locale di Giulianova Onlus Via Simoncini, 41/A 64021 Giulianova (Teramo) Presidente: Adriano Renzo Voogt Tel. 085/800.78.47 Fax 085/802.87.32 E-mail:
[email protected] [email protected] Con il Decreto legislativo n° 178 del 2012, Croce Rossa Italiana è entrata a pieno titolo nel Terzo Settore, assumendo la natura giuridica di associazione di promozione sociale, e mantenendo una capillare presenza territoriale attraverso Comitati regionali, provinciali e locali. Gruppo Radiocomunicazioni Emergenza Tortoreto Via Napoli (c/o Palazzetto dello Sport) 64018 Tortoreto Lido (Teramo) Presidente: Franco Cartone Fax 0861.1994545 Cell. 393.9271059 - 329.6190262 E-mail:
[email protected] Il Gruppo nasce per volontà di associazioni che operano già, a livello nazionale, nel settore delle radiocomunicazioni in emergenza e intendono, mantenendo la propria autonomia associativa, contribuire a formare una struttura di volontariato per interventi a supporto del Dipartimento Nazionale in caso di emergenze. Gruppo Volontari Protezione civile Giulianova Onlus Via G. Di Vittorio, s.n.c. (c/o centro commerciali “I Portici”) 64021 Giulianova (Teramo) Presidente: Michele Maruccia Tel./ Fax 085.8028661 Cell. 340.3236593 - 347.0516453 - 349.7605846 E-mail:
[email protected] [email protected]
Web: www.protezionecivilegiulianova.it Nata nel 2005, ha ricevuto delle benemerenze per il servizio prestato a L’Aquila in occasione del sisma 2009. Protezione civile Val Vibrata Onlus sede di S. Omero Via Metella Vecchia,7 64027 S. Omero (Teramo)) Presidente: Rossano Ruggieri Tel./ Fax 0861.887469 Cell. 335.8140755 E-mail:
[email protected] *Capofila del progetto “cucina da campo”, P.C. Val Vibrata si costituisce nell’anno 2000, grazie alla sensibilità dell’Amministrazione municipale e al sostegno della Protezione civile di Mosciano. Società Nazionale di Salvamento “Per la Sicurezza della vita sul Mare” Sez. territoriale di Teramo sede in Tortoreto Lungomare Sirena, 594 Direttore di sezione: Domenico Surace Tel. 0861.789177 Cell. 347.9123011 E-mail:
[email protected] Iscritta, dal 1997, all’Albo Nazionale di Protezione civile, la sezione Salvamento di Tortoreto lido cura la prevenzione e il soccorso di incidenti in mare e organizza periodici corsi per “bagnino di salvataggio”. Volontari Protezione civile “Gran Sasso d’Italia” Onlus Via Terracini, 16/18 64023 Mosciano S. Aangelo Presidente: Alessandro Lellii Tel. 085.8062525 (H24) Fax 085.7992958 E-mail:
[email protected] La più antica (1990) associazione di protezione civile della nostra provincia, e i numerosi volontari ne vanno giustamente orgogliosi. Esperienza e accurata logistica contraddistinguono l’operato di questa decana alla quale, nel corso degli anni, sono stati conferiti riconoscimenti dalla Regione, dal Dipartimento di Protezione civile e dalle popolazioni soccorse. Attualmente la copertura nei servizi viene assicurata dalle sezioni di Alba Adriatica, Bellante, Civitella Del Tronto, Croce Amica di Colleranesco, Mosciano, Notaresco e Valfino.
UNA CITTÀ IN BLU
NICOLETTA, MICHELA, ANTONIETTA, PAOLO E ALESSANDRA: LE VOCI CHE ACCENDONO I RIFLETTORI SULL’AUTISMO di CATIA DI LUIGI
A
pochi giorni dall’approvazione in Senato del disegno di legge sull’autismo e dalla nascita della Fondazione Italiana per l’autismo, si sono tinte ancora una volta di blu tante città, in Italia e nel mondo, lo scorso 2 aprile, in occasione della Giornata Mondiale per la consapevolezza dell’autismo. Simbolo della giornata – dedicata questa volta al tema del lavoro – è il colore blu, in quanto «tinta enigmatica», che risveglia il desiderio di conoscenza e di sicurezza. Nell’ambito di “Light it up Blu”, evento indetto dall’ONU in tutte le città del mondo, da Sydney a Rio de Janeiro, da Parigi a New York passando per le Cascate del Niagara fino ad arrivare a Teramo, piazze, monumenti e palazzi si sono colorati di blu per «accendere i riflettori» e dimostrare vicinanza alle persone affette da questo disturbo e alle loro famiglie, ma anche per invitare le istituzioni ad occuparsene di più. L’autismo, come è stato ribadito nel corso della ma-
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nifestazione promossa a Teramo dall’Anffas, dal Comune di Teramo, dal Centro Servizi per il Volontariato e da tanti altri enti solidali, non è una malattia, ma un disturbo dello sviluppo neurobiologico che impedisce a chi ne è affetto di interagire in maniera adeguata con le persone e con l’ambiente. Si manifesta con un’ampia gamma di livelli di gravità, tuttavia tutti coloro che ne sono affetti presentano tipiche difficoltà nell’interazione sociale alterata, problemi nella comunicazione verbale e non verbale e di immaginazione, nelle attività e interessi insoliti o estremamente limitati. L’autismo è una condizione che, con coraggio, le mamme teramane lottatrici e indomite come Nicoletta, hanno scelto di raccontare in una piazza Martiri gremita. «Fino ad un anno e mezzo - esordisce la giovane mamma - mio figlio non aveva problemi. Poi ho iniziato a notare cose strane. Non rispondeva se lo chiamavamo, ad esempio. E così inizialmente pensai fosse
Una platea di giovanissimi studenti in ascolto mentre, durante la Giornata della consapevolezza dell’autismo, si alternano le testimonianze delle famiglie e di chi vive direttamente il problema
sordo. Però correva e andava verso la televisione quando andavano in onda le pubblicità. Credetemi, non è stato facile. Tutti in famiglia mi ripetevano “il bambino non ha nulla”. Mamme… qualsiasi dubbio, non abbiate paura. Nascondersi, avere paura non serve. Mio figlio è autistico, ma per me è perfetto così com’è. Ricordatevi che non siete sole ma siamo in tante». E l’invito a parlarne lo lancia anche Michela: «Parlatene. L’autismo ha bisogno di parole, di essere conosciuto. Non nascondetevi nel silenzio». E insieme a lei, Antonietta: «All’inizio è stato un po’ complicato, perché siamo stati presi tutti dallo sconforto. Oggi ne parliamo. Siamo qui a testimoniare». Anche Osvaldo parla delle difficoltà provate inizialmente: «Non è facile accettare, ma piano piano impari a conviverci. Non puoi abbandonare un bambino a se stesso. I bambini autistici devono vivere nella maniera più normale possibile. Il nostro compito, pertanto, è quello di renderlo il
più autonomo possibile, permettendogli di fare tutto quello che fanno gli altri. Io sono stato fortunato, poiché i compagni di scuola lo hanno abbracciato e fatto sentire uno di loro. Anche i bimbi del vicinato lo tengono in considerazione e lo chiamano non appena scendono in strada a giocare. La normalità lo fa vivere bene». Alessandra e Paolo, che insieme hanno scelto di dare la propria testimonianza, non nascondono le difficoltà che hanno visto aumentare con il passare del tempo. «I problemi non spariscono, e con la crescita aumentano. Mio figlio - spiega Alessandra - ha 23 anni ora. Negli ultimi tempi sono insorte altre problematiche, per cui non riusciamo più a gestirlo e così abbiamo pensato di affidarlo nelle mani di persone specializzate. Con loro anche nostra figlia, autolesionista, è cambiata. L’autolesionismo lì viene tenuto sotto controllo. Cosa dirvi - conclude la solare Alessandra - nei momenti di sconforto l’uGIUGNO 2016
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UNA CITTÀ IN BLU nione tra moglie e marito fa la forza». Arriva da un’esperienza non positiva Sabrina, che è una mamma un po’ più attempata e guarda pertanto al futuro del suo ormai uomo. «Ci vuole il “durante noi”, non solo il “dopo di noi”. Nella mia esperienza i cinque anni di scuola elementare non sono stati belli. Franco ha cominciato a lavorare alle medie, tanto da riuscire a studiare Cyrano de Bergerac. A 19 anni, purtroppo, all’autismo si sono aggiunte delle crisi epilettiche che lo hanno portato quattro volte in rianimazione. E poi sono cominciati i problemi di male assorbimento, che oggi gli impediscono di mangiare». Attorno a Nicoletta, Michela, Antonietta, Osvaldo, Alessandra e Paolo, ruotano assistenti, insegnanti ed educatori che si incamminano lungo un viaggio di conoscenza e di scoperta, alla fine del quale l’autismo farà meno paura. Non solo: fornirà informazioni e strumenti più efficaci per poter rendere un bambino con autismo un adulto indipendente, migliorandone sensibilmente le capacità comunicative e le abilità sociali. Il tutto analizzando i punti di forza e di debolezza dell’ambiente scolastico, familiare e
della società in generale, mettendone in luce sia gli ostacoli sia le risorse a disposizione. Maria Luisa, assistente educativa, ogni giorno osserva i bambini autistici per valutarne le capacità, studiarne le preferenze utili per attirare la loro attenzione. «Tutto deve essere accompagnato da tanto amore e fermezza - aggiunge -. Gli ostacoli più difficili si incontrano nel momento di crisi. Ma ci vuole pazienza, amore e fermezza. E poi un’equipe di lavoro che coinvolga la famiglia e la scuola». Elena, insegnante di scuola primaria spiega che «i bambini autistici sono tutti diversi. Per questo ciò che chiediamo è la collaborazione e il supporto per ricostruire il vissuto del bambino. Collaborare tutti insieme per l’inclusione del bambino. I bambini non sono spesso un problema, perché hanno una grande capacità di accoglienza; a volte le difficoltà le incontriamo con i genitori dei compagni. Spesso sono più gli adulti che non i bambini ad avere problemi». Jenny, educatrice della Fattoria Didattica, è un’esperta delle attività tecniche e cinofile. «Noi ci focalizziamo sul gioco - spiega - perché per noi è fondamentale educare attraverso il gioco. Attraverso il legame
con i cavalli insegniamo loro le regole e cerchiamo di tirare fuori le emozioni». Al momento non esiste una cura per questo disturbo, ma la diagnosi precoce, interventi riabilitativi specifici e un’educazione strutturata possono potenziare le capacità del bambino, ma anche ridurre i comportamenti problematici e migliorare la qualità della sua vita, perché, a parità di danno biologico o neurologico, la differenza tra due bambini - e due futuri adulti - la fanno il contesto affettivo familiare e le opportunità di educazione ed inserimento che la vita riconosce loro.
IL LIBRO DI CONCEZIO PER SOSTENERE IL METODO ABA
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n libro per sostenere l’attività di due associazioni di volontariato. Si tratta del volume di poesie dialettale “Ndè preoccupà, ce penze j’” di Concezio Del Principio. L’iniziativa, patrocinata dalla Provincia di Teramo, ha uno scopo benefico. Il ricavato della vendita del libro sarà infatti interamente devoluto all’associazione Ob.ABA di Atri, per la promozione del metodo ABA (Applied Behavior Analysis) che si occupa del trattamento di patologie riconducibili allo spettro autistico attraverso un metodo riabilitativo comportamentale di tipo intensivo, e all’Unione italiana ciechi sezione di Teramo. L’autore, Concezio Del Principio, fondatore e presidente dell’associazione Ob.ABA, ha presentato l’iniziativa insieme al presidente dell’Uic Teramo Italo Di Giovine. La famiglia di Concezio affronta quotidianamente le difficol-
tà patologiche di un figlio affetto da una grave forma di autismo. Da questa esperienza e dalla necessità di sostenere altre famiglie, spesso demoralizzate e frustrate dalla difficoltà e dall’impossibilità di migliorare le cose, sono nate Ob.ABA (Obiettivo ABA) e l’idea del libro. A.B.A. è l’acronimo di Applied Behavior Analysis (tradotto in italiano con Analisi Comportamentale Applicata) ed è la scienza applicata che deriva dalla scienza di base conosciuta come Analisi del Comportamento. L’efficacia dell’ABA applicata all’autismo è riconosciuta già a partire dai primi anni ’60 ma è dal 1980, quando l’autismo era considerato una patologia incurabile, che è stata dimostrata l’efficacia dei suoi interventi comportamentali intensivi in oltre il 47% dei pazienti coinvolti.
Nella foto, Concezio Del Principio con il presidente dell’UIC Teramo Italo Di Giovine
Lettere a figli speciali
UNA CITTÀ IN BLU
le di 27 anni. Un ra ia ec sp o zz ga ra un “Sono la mamma di curo che da piccolo si as i V . io er al V e m no Non gazzo meraviglioso di eciale. Mi dicevano: « sp to ol m : ni bi m ba ri c’è: era come i vost dico che una ricetta vi io a m » ra cu a un c’è una ricetta, o rsi che possono farcece in nv Co . za en zi pa tanto amore. Tanta o! Insegnare perché tt tu ro lo e ar gn se In . la. Dare loro fiducia viene insegnato…. i gl n no se a m , se co nte possono imparare ta ? Lottare per loro. re ra pa im o on ross po e Com edere a chi ci dice: «P cr n no e e ar tt lo o m Noi genitori dobbia ole accettare i provu n no e ch e) dr pa il (o blemi li ha la madre …». blemi del figlio». Tanto non può capire e? rv se sa co A « : ce e Oppure a chi di persone bravissime ch te ol m o in m m ca io m Ho incontrato nel a le ho dimenticate. m o, en m ’ po un re lt mi hanno aiutato. A olto nei momenti m o at eg pr e ch an o .H messa Questa è la mia cura miglia ce l’abbiamo fa ia m la e io , io er al a di sconforto. V i di avere una person lic fe o am si e ch re di tutta. Oggi vi devo speciale con noi. n un ultimo invito: co re ta or es io gl vo vi e Vi faccio tanti auguri I!” Non arrendetevi MA
“30 giugno 2008… ore 9.45… arrivi tu, 3 chili e 9 di perfezione assoluta, due braccia, due gambe, due occhioni neri e tanti tanti capelli. Mille sogni, mille pensieri, mille domande. Morivo dall’idea di vederti crescere, vedere le tue conquiste, vederti prendere il volo… Dopo qualche anno… tutto è cambiato. fuL’autismo è entrato nella nostra vita come una folta nebbia, che ha offuscato il turo. . Lo sconforto, la paura, il buio. Tutto… da riprogrammare e la paura di non farcela Però, amore mio, a distanza di quattro anni, ti dico grazie, grazie di avermi reso una mamma migliore. Non posso prometterti che il nostro futuro sarà una passeggiata… ma sappi che anche nei momenti bui, io ci sarò. Sarò il tuo faro e il tuo porto sicuro, ti terrò stretta la mano e affronteremo tutto insieme. Non ti lascerò mai fino al mio ultimo respiro. Ogni giorno quando vedo il tuo sorriso, il tuo sguardo… penso veramente che sei un bambino speciale. esChe sciocca che sono stata… come ho fatto a pensare anche solo un minuto… di non sere una mamma fortunata? Amo tutto di te! Amo il tuo sguardo distratto, i tuoi discorsi non detti, i tuoi strani momenti. Mi batterò per far sì che la parola autismo… non faccia più paura a nessuno. Mi batterò per far capire che autismo non vuol dire: VOGLIO STARE SOLO. Mi batterò per far capire che l’autismo non è un malattia, ma una condizione, un modo diverso di essere e di vedere il mondo. e Per l’autismo non esiste medicina, ma l’unica cura siamo tutti noi, con la conoscenza l’inclusione. Ce la farò amore… di L’autismo fa parte di te, ma non rappresenta tutto ciò che sei, tu sei molto più una diagnosi. Tu sei tu… unico e meraviglioso. Ogni giorno mi rinnamoro di te. Ti amo, la mamma.
UNA CITTÀ IN BLU / RIFLESSIONI
TANTE, TROPPE SFUMATU di UMBERTO BRACCILI
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on amo molto le ricorrenze e le feste a tema. La festa della donna, quella del papà, della mamma, del nonno e tutte le altre. Sono condizionato, lo ammetto, da quello che diceva mio padre, Luigi Braccili. «La festa degli innamorati è solo la festa dei Baci Perugina». E come dargli torto. Fai una festa il giorno tot e poi molti continuano a fregarsene del soggetto festeggiato. La festa della consapevolezza intorno alla sfera autistica, come le altre, registra in tv o sui giornali pagine speciali con toni che oscillano dal patetico al falso amorevole. Per 364 giorni, ma non sbaglio a scrivere 365, esclusi i bisestili, spesso non c’è proprio festa nei protagonisti della stessa. E allora la festa diventa un giorno più amaro quando due genitori, stipendio pro capite 1.400 euro, rinunciano alla metà per usufruire del parttime allo scopo di seguire un figlio autistico e poi arriva la sorpresa. È la storia di Concezio, che ha investito tutto sul figlio più debole Daniele, un figlio debole ma che regala un percorso bello, forte e costruttivo in cui padre, madre e tre figli credono più di altri con gli stessi ruoli, perché la debolezza di Daniele si trasforma nella forza di una famiglia intera e solo Dio sa quanto sia importante la forza di una famiglia che oggi crolla al minimo problema e va in crisi quando i soldi sono pochi. Loro potrebbero stare meglio con 2.800 euro, somma degli stipendi di mamma e papà, parcheggiare in un posto buio del cuore il figlio 24
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disabile e incrementare i loro introiti e quelli dei figli sani attraverso l’accompagnamento. Invece portano avanti un programma non riconosciuto dalle Asl, investono su Daniele e ogni miglioramento è una festa non paragonabile a quella sulla festa della consapevolezza dell’autismo. Stanno meglio con 1.400 euro, la metà dello stipendio di mamma e papà. Sono i miracoli dell’etica della famiglia che non si vendono nel supermarket in cui il proprietario, conoscendo Daniele, ha accettato di usufruire del lavoro a metà della mamma. Poste italiane, dove Concezio lavora come porta lettere, no. Ha mandato una lettera il solerte dirigente romano - che, provo ad indovinare, non ha un figlio autistico – per dire che Concezio deve tornare al tempo pieno. Le Poste hanno bisogno di lui. Concezio ha scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e al solerte dirigente delle Poste. «Se mi allontano da mio figlio un giorno intero, Daniele regredisce». E chissenefrega, si può leggere nell’atteggiamento delle Poste che non hanno risposto all’appello. Per essere precisi, ha risposto prima il presidente della Repubblica Mattarella che ha chiesto alle Poste di interessarsi al caso. Mattarella ha risposto prima della società per azioni che, solo dopo l’intervento del Capo dello Stato, ha convocato Concezio. Che sfumatura di blu diamo a questa storia? Un’altra. Alessandra e Paolo non possono avere figli. Decidono di adottare Gianmarco, poi pieni di
amore chiedono al governo bulgaro di adottare anche la sorella più piccola. I bimbi crescono, entrambi autistici. La più piccola è autolesionista. «La coppia non era in grado di gestirla - ci dice Dario Verzulli, che come antidoto alle ingiustizie si è inventato l’associazione Abruzzo Autismo -. La ragazzina è da tempo a Cicciano, in Campania». Alessandra e Paolo, che non riuscivano a gestire i due figli, vanno a trovare la piccola e vivono l’amore per Gianmarco che, crescendo lui e invecchiando loro, diventa pesante da gestire. Purtroppo la malattia avvicina il comportamento del figlio alla figlia. Poi la decisione di chiedere anche per Gianmarco il trasferimento a Cicciano, visto che la pic-
URE DI BLU
Prima la persona, poi gli autismi di IDETTA GALVANI*
cola è migliorata e non di poco. È amore di genitori quella che guida la coppia. Per ottenere il trasferimento a Cicciano, ne sono io protagonista, la burocrazia ci si mette a tal punto che il sottoscritto pensa che la Asl di Teramo non voglia trasferire Gianmarco a Cicciano per risparmiare. La coppia alla fine ce la fa grazie a Dario Verzulli di Abruzzo Autismo che sbroglia la burocrazia che tutto distrugge. Alessandra e Paolo accompagnano Gianmarco dalla sorella a Cicciano. Voi vi aspetterete la liberazione. Invece mi chiamano quasi in lacrime. I figli, anche se non sono usciti dal tuo grembo, sono tuoi figli e Cicciano è troppo lontano per andarli a trovare sempre. In Abruzzo esistono tante strutture chiuse che potrebbero accogliere i tanti figli che sono a Cicciano, Forlì, Firenze, insomma sparsi per l’Italia con rette pagate dalla Regione Abruzzo molto salate. L’autismo è purtroppo in aumento e purtroppo ancora non si sa perché. In Abruzzo ci sono strutture chiuse, finanziate nel passato dalla Regione o da associazioni. Potrebbero accogliere questi ragazzi e far felici i genitori, spesso anziani e quindi affaticati. Chiedo il perché all’assessore regionale alla sanità abruzzese. Lui risponde: «Stiamo lavorando per farlo». Una risposta inutile, non è la politica del fare questa. Il bacio Perugina di mio padre Luigi Braccili ritorna alla mente. È un cioccolatino amaro.
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ell’opera di divulgazione sociale che anche la medicina ha necessità di operare favorendo, tramite le associazioni delle persone affette dai vari disturbi, la conoscenza delle malattie e le relative opportunità di cura, nonché importanti raccolte fondi per finanziare la ricerca, anche l’autismo occupa uno spazio di interesse comunicativo sociale. Colpiscono in questo caso la particolare terminologia utilizzata e il ruolo assunto dall’ONU nella risoluzione 62/139 del 2007 per indicare il 2 aprile Giornata per la consapevolezza dell’Autismo. La scoperta di tale disturbo ha attraversato fasi di interpretazione decisamente contrapposte passando da letture di tipo psichiatrico, connesse a relazioni affettive genitrici della malattia, a descrizioni di funzionamento neuropsicologico atipico con manifestazioni comportamentali sulla base di un disturbo di sviluppo biologicamente determinato. Su tali opposti fronti si è generato negli ultimi trent’anni un processo di chiarimento culturale ed operativo da cui emergono utili evidenze diagnostico prognostiche. Chi ha avvicinato professionalmente le persone con autismo nello stesso lungo arco di tempo è testimone diretto di un vertiginoso cambio di posizione culturale ed atteggiamento di cura. La valutazione delle sensibilità individuali, la possibilità di accedere a misure di intelligenza e la verifica di una competenza cognitiva nei bambini autistici, così come le difficoltà disprassiche interferenti con le performances motorie comprese quelle connesse al linguaggio, hanno spostato il fulcro opera-
tivo sull’esercizio abilitativo del bambino agganciato relazionalmente grazie ad una socialità elicitabile nel bambino stesso. A fronte di tanta operatività, in un processo sincronico, è stato possibile valorizzare la diversità dei quadri clinici personali cominciando a definire non più l’autismo ma gli autismi fino ad utilizzare il contenitore dello spettro autistico per esprimere la variabilità non della malattia ma delle “condizioni”. Ed è proprio su questo che si apre il fronte dell’operatività attuale illuminata dai progressi scientifici, dall’impegno professionale connesso alla consapevolezza/conoscenza dei risultati suffragati dalle evidenze. Gli imperativi che dettano le azioni culturali sociali non possono che essere: • diffusione della diagnosi precoce; • tempestività della presa in carico globale e continuativa; • progettazione individuale e personalizzata; • ottica dell’ intero arco di vita. Infine, a cornice di tali impegni, la convinzione centrale: poiché tra la base biologica e l’espressione clinica c’è di mezzo la complessità della persona e della sua esperienza “…prima LA PERSONA poi GLI AUTISMI”. L’invito, rassicurante e di fiducia è quello di ascoltare le esperienze delle persone con autismo e i loro familiari, umanità viva e pulsante di storia e desideri da accompagnare, con rispetto umano e competenza professionale, verso lo sviluppo delle proprie risorse esistenti ed attivabili. *Direttore operativo Fondazione ANFFAS Onlus GIUGNO 2016
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UNA CITTÀ IN BLU
Teramo colorata di blu in occasione della Giornata per la consapevolezza dell’autismo. Tanti i partecipanti e le presenze d’eccezione, come quella del sottosegretario alla Giustizia Federica Chiavaroli (in alto, con il presidente del CSV di Teramo Massimo Pichini) e il consigliere regionale Giorgio D’Ignazio). A sinistra, la madrina della manifestazione Tiziana Di Sante e le testimonianze dei genitori.
LE NUOVE NATE
MONTORIO, cinquanta nuovi volontari sono pronti ad entrare in azione di CATIA DI LUIGI
È
stata inaugurata lo scorso marzo, a Montorio, in via Settembrini, accanto al cineteatro comunale, la nuova sede di Protezione Civile intitolata a Mirko Di Lorenzo, un volontario iscritto all’associazione scomparso prematuramente lo scorso dicembre. Fortemente voluto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Gianni Di Centa, il corpo di Protezione Civile recentemente costituito si avvale oggi di un gruppo di cinquanta volontari del posto, formati attraverso un corso base organizzato gratuitamente dal Cives di Teramo. Docenti qualificati si sono alternati affrontando tematiche importanti quali il ruolo della protezione civile, la sicurezza in fase operativa, l’uso dei dispositivi di protezione individuale, la cartografia, le operazioni di antincendio boschivo, la psicologia dell’emergenza e la gestione di eventi in emergenza. Il primo corso base ha così consentito
«A breve è prevista una imponente simulazione, un’esercitazione che coinvolgerà l’intera cittadinanza»
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agli ottanta iscritti di conseguire l’attestato di formazione di volontario di protezione civile. Di questi, cinquanta hanno dato la propria disponibilità a proseguire nell’’impegno e sono andati poi a costituire il nuovo gruppo. «Da quando ci siamo insediati - ha spiegato il vicesindaco e assessore alla Protezione Civile, Andrea Guizzetti - abbiamo vissuto nel primo anno di legislatura avvenimenti che ci hanno segnato. Diversi sono stati i momenti difficili affrontati, alcuni dovuti a condizioni meteorologiche avverse, con distacchi di energia elettrica e mancanza di acqua in diverse zone e per diversi giorni, ingenti danni alla viabilità e rischi per il dissesto idrogeologico. O l’esperienza della scomparsa della piccola Katia che, fortunatamente, grazie ad un lavoro di squadra, è stata ritrovata e tutto ha avuto un lieto fine. Ci sono diverse associazioni di volontariato operative sul territorio
da molti anni, che si contraddistinguono per il loro impegno nei momenti di bisogno affiancando in modo considerevole la struttura pubblica comunale e sempre pronte a supportare il Centro Operativo Comunale. Da molto tempo - ha proseguito Guizzetti - ci siamo organizzati per affrontare le varie emergenze. Ora stiamo lavorando al potenziamento del sistema di protezione civile comunale. Grazie alla collaborazione con il Cives di Teramo, abbiamo formato volontari specifici in affiancamento al già nutrito corpo di volontari delle altre associazioni presenti che, da sempre, si contraddistinguono per il loro prezioso ed indispensabile operato». Il nuovo nucleo del Teramano darà supporto al Centro operativo comunale nel sistema di gestione delle emergenze, che può contare su una struttura efficiente, costituita da personale tecnico ed operativo e da svariati mezzi, una sala radio ben attrezzata, un sistema digitale di videosorveglianza e soprattutto il coinvolgimento diretto dei cittadini tramite il piano di emergenza. A breve, proprio per questo, è prevista una imponente simulazione, un’esercitazione che coinvolgerà l’intera cittadinanza.
LE NUOVE NATE
CAMPLI, gli angeli dei “Monti della Laga” aiutano la popolazione
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nche Campli ha il nucleo comunale di protezione civile. Il suo nome per esteso è “Monti della Laga – sezione Campli” e ha sede nell’ex palazzo Marziale in piazza della Misericordia. «Compito istituzionale del nuovo organismo - ha spiegato il sindaco Pietro Quaresimale - è l’intervento in soccorso della cittadinanza in situazioni di emergenza che vedano coinvolto il territorio comunale. I volontari saranno impegnati in attività di assistenza alla popolazione anche in occasione delle manifestazioni di massa ed elaboreranno proposte volte all’informazione alla cittadinanza e agli studenti delle scuole in materia di previsione e prevenzione dei rischi civili e di gestione delle emergenze. Altri settori strategici di intervento sono le attività di sostegno in ambito socio-assistenziale e di salvaguardia del patrimonio ambientale». «Tra le prime attività promosse - ha detto il presidente dell’associazione, Davide Guiguet - ricordiamo il primo corso di protezio-
ne civile, patrocinato dal Comune e articolato in una serie di incontri per spiegare finalità e attività generali del nucleo». Nell’ottica di una collaborazione con l’amministrazione comunale, il nuovo nucleo di protezione civile sta lavorando in direzione del sostegno alle famiglie in difficoltà, attraverso il progetto “AlimentiAmoci”, promosso dall’assessorato alle Politiche sociali. Un’iniziativa, questa, che sta coinvolgendo già da febbraio – come ha sottolineato l’assessore comunale alle politiche sociali, Valentina Di Francesco - i supermercati del territorio per far fronte alla situazione di povertà alimentare in cui versano molte persone e famiglie. I prodotti donati da chi aderisce all’iniziativa vengono distribuiti dal punto di raccolta “Vesti il tuo cuore”, allestito presso l’ex palazzo Marziale, aperto ogni mercoledì dalle 15 alle 20, e attivato in collaborazione con i volontari della protezione civile e della Gioventù francescana”. «Ma il nostro operato - ha spiegato Guiguet - va anche in dire-
zione del sociale. Lo scorso aprile ad esempio abbiamo aderito alla campagna del Telefono Azzurro. E poi ancora abbiamo fatto assistenza logistica e organizzativa alla manifestazione di quad “Gli affossati”. Continua il nostro coinvolgimento con la Colletta alimentare nel territorio comunale, che ci vede coinvolti ogni settimana nella raccolta e consegna di cibo, vestiario e materiale vario come passeggini, lettini, fasciatoi e altro. Con i nostri 40 volontari abbiamo anche formalizzato un accordo con “Gli affossati”, per il quale i soci sono a disposizione su base volontaria e per quanto fattibile con i quadricicli in caso di calamità naturali». (cdl)
«Saranno impegnati nell’assistenza durate le manifestazioni e lavoreranno per prevenire le emergenze»
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IL FUTURO DEL VOLONTARIATO
LE NUOVE (E NON FACILI) SFIDE DEI CSV
di CARLA PANZINO *
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a mia storia è profondamente legata al mondo del volontariato, al quale continuo a dedicare tantissimo del mio tempo ed energie attraverso alcune realtà associative regionali. Per questo motivo, quando nel 2012 sono stata invitata a far parte del Comitato di Gestione dei
«Grazie alla capacità di ascolto e al lavoro di squadra, i Centri di servizio sapranno affrontare il futuro»
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Fondi Speciali per il Volontariato della Regione Abruzzo, ho vissuto quasi come un conflitto tale decisione dibattuta tra il rinunciare, per non togliere inevitabilmente del tempo alle mie opere di volontariato, e l’accettare, nell’ottica di poter contribuire in maniera più energica a servire questo mondo, attraverso l’azione del CoGe al fianco dei Centri di Servizio. Nel constatare che la mia partecipazione nel biennio 2012/2014 (in veste di vice presidente), poteva essere utile per la comunità del terzo settore, ho accettato di far parte del CoGe Abruzzo e, già da subito, mi sono accorta che la mia attività poteva essere di sostegno al Comitato Abruzzese, poiché i CSV rappresentano una grossa
occasione di aiuto per le OdV. Il CoGe Abruzzo, nel biennio 2014/2016 da me presieduto e coadiuvata dal vice presidente
IL FUTURO DEL VOLONTARIATO
«È stato impegnativo mantenere con sempre minori risorse lo stesso standard qualitativo» Marino Iommarini, ha visto la partecipazione, tra gli altri, anche del presidente della Consulta Nazionale, dottor Carlo Vimercati, dei due presidenti di Fondazioni come il professor Nicola Mattoscio della Fondazione Pescarabruzzo e il dottor Pasquale Di Frischia della Carichieti, nonché del presidente del CoGe Lazio ed ex senatrice Cristina De Luca. Il Comitato ha lavorato al sostegno del Volontariato interfacciandosi direttamente con i quattro CSV abruzzesi, con grande impegno e dedizione nonché professionalità, acquisita grazie agli incontri periodici e ai seminari organizzati dalla Consulta Nazionale. La Consulta si propone infatti di realizzare un collegamento permanente tra i diversi Co.Ge per lo scambio e la valorizzazione delle esperienze maturate, nonché per individuare e affrontare insieme aspetti critici e problematiche comuni, nell’ottica di realizzare al meglio il ruolo ed i compiti che la normativa riserva ai Comitati di gestione dei fondi speciali per il volontariato. Infatti ho avuto modo di approfondire ancor di più la conoscenza di questi Centri e, con questa, la possibilità di apprezzare ulteriormente la loro importantissima funzione a favore delle OdV, anche grazie all’ulteriore incarico come consigliere CoGe, in seno al Consiglio Direttivo del CSV di Pescara. Tale apprezzamento è poi cresciuto nel tempo trasfor-
mandosi in sincera stima, soprattutto quando, nel secondo mandato, sono stata chiamata a presiedere il CoGe Abruzzo: questo prestigioso e oneroso incarico ha infatti favorito la possibilità di incontrare, nel corso dei lavori, i presidenti, i direttori e i collaboratori dei quattro Centri abruzzesi e mi ha dato occasione di valutare con maggiore contezza l’effettivo spessore dell’azione svolta a favore delle OdV. Un simile giudizio è certamente rafforzato dal fatto che i fondi disponibili degli ultimi anni sono stati sempre minori, pertanto i CSV sono stati chiamati a scelte virtuose di non poco conto: non è facile, infatti, mantenere con sempre minori risorse lo stesso standard qualitativo anche migliorandolo sotto alcuni aspetti! Naturalmente occorre continuare sulla strada del miglioramento dell’efficienza della gestione e del massimo sforzo, nel cercare ogni possibile occasione in ambito di raccolta fondi extra Fondazioni Bancarie. Un tale auspicio è legato alla vista delle nuove sfide dettate dalla triste situazione economico-finanziaria e, non ultimo, dalla riforma I membri del Co.Ge 2014/2016 PRESIDENTE: Carla Panzino VICE PRESIDENTE: Marino Iommarini CONSIGLIERI: Carlo Vimercati Nicola Mattoscio Pasquale Di Frischia Pierluigi Caputi Daniela Cozzi Cristina De Luca Giannicola Scarciolla Mario Crivelli
Carlo Vimercati, presidente della Consulta nazionale e consigliere nel CoGe Abruzzo. Nella pagina accanto, la presidente del CoGe Abruzzo Carla Panzino
della Legge sul Volontariato che certamente produrrà dei nuovi scenari con i quali ogni attore del sistema dovrà fare i conti. In questo senso però sono certa, e con me tutti i miei colleghi del CoGe, che i CSV sapranno affrontare adeguatamente tali sfide per due motivi di estrema evidenza: la capacità di ascolto della base, quindi attenzione verso le istanze e le esigenze che provengono dalle OdV servite, e la disponibilità a fare “squadra” tra di loro e con tutti coloro che hanno veramente a cuore questo prezioso mondo, al quale da anni dedicano il loro lavoro, con personale di grande capacità ed esperienza e senza il quale sarebbe difficile garantire un’attenzione capillare e di qualità verso tutte le organizzazioni di Volontariato presenti sul territorio. Il CoGe Abruzzo non può che rinnovare la sua storica disponibilità alla massima collaborazione per operare costruttivamente al fianco del Volontariato abruzzese attraverso i quattro CSV della Regione e, nel contempo, collaborare con le Fondazioni Bancarie (anche a livello nazionale), per il superamento dell’attuale crisi, riguardante l’assegnazione dei fondi per ogni Regione. *Presidente del Comitato di Gestione F.S.V. Abruzzo
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IL FUTURO DEL VOLONTARIATO
ABITARE LE CITTÀ
INVISIBILI
di VALERIO PICHINI
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oesione, condivisione, sicurezza, solidarietà, servizio civile, identità, volontariato, benessere e riuso dei beni comuni, riforma del Terzo Settore. Sono parole protagoniste della sesta edizione del Festival del Volontariato a Lucca (14-17 aprile 2016), il cui tema propulsore, “Abitare le città invisibili”, mutuato dal romanzo “Le città invisibili” di Italo Calvino, richiama quella parte della città dove si annidano sacche di emarginazione, ma allude anche all’opera silenziosa di buona parte del volontariato italiano, chiamato ad operare (leggi abitare) in un contesto che non sempre provoca l’attenzione della cronaca. Il Volontariato, dunque, da vero e proprio esercito del bene, pur
«Il Volontariato, da esercito del bene, pur non amando le luci della ribalta, è sempre più consapevole delle sfide che lo attendono»
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Renè Magritte, Il castello dei Pirenei (1959), olio su tela
non amando le luci della ribalta, è sempre più consapevole delle sfide che lo attendono. Tra queste, la Riforma del Terzo Settore, giunta al traguardo e sulla quale il sottosegretario al welfare, Luigi Bobba, si è espresso con soddisfazione, soprattutto per l’impostazione conferita al servizio civile universale e all’inserimento -
peraltro alquanto contrastato dell’impresa sociale che per il padre della riforma rappresenta un’occasione storica per rafforzare l’etica nel profit e ampliare le opportunità d’inserimento lavorativo. In realtà l’attenzione del Festival 2016 si è soffermata sulle nuove generazioni, che un (abusato?) luogo comune descrive
IL FUTURO DEL VOLONTARIATO
L’intervento del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini al Festival del volontariato a Lucca
apatiche, disinteressate e senza sogni, una “generazione liquida”, per usare una definizione del sociologo polacco Zygmunt Bauman. Ma i nostri ragazzi sono così? Dall’incontro, il 15 aprile, con gli allievi dell’Istituto superiore “Pertini” siamo usciti con tutt’altra convinzione: gli studenti dell’Istituto lucchese ci sono apparsi maturi e altrettanto consapevoli che, nel lavoro come nell’impegno non profit, non c’è un futuro da comparse, ma un ruolo da protagonisti ad attenderli. Lo conferma il successo dell’esperienza di volontariato in Expo, il cui gradimento, Stefano Tabò, presidente del nostro coordinamento CSVNET, ha definito imbarazzante. «Noi - ha aggiunto Tabò, riferendo l’esperienza meneghina - come Centro di Servizio, non abbiamo creato quel volontariato: lo abbiamo intercettato e favorito. Non immaginavamo questo riscontro. Ha sorpreso anche noi per dimensioni e immediatezza. La svolta avvenuta con Expo ci ha fatto capire che è in corso un cambiamento rilevante nella disponibilità al volontariato da parte di una platea di cittadini che non sempre trovano la proposta adatta. Ribaltiamo
la logica con cui guardiamo al volontariato: dobbiamo contare un po’ meno chi lo fa e concentrarci molto, invece, su chi non lo fa. Questo deve essere il programma per promuovere nei prossimi anni il volontariato in Italia che interpella certamente tutto il volontariato organizzato e che noi, come CSV, stiamo già realizzando». Intanto, alle sollecitazioni del volontariato, il Governo ha risposto con un bando del Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca da 470.000 euro per sostenere progetti di promozione del volontariato nelle scuole. Ad annunciarlo, il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, intervenuta, a Lucca, sabato 16 aprile, accanto al collega Bobba. Rivolgendosi ad un’attenta e qualificata platea, Il vertice di viale Trastevere ha spiegato che «le attività di volontariato saranno riconosciute nel curriculum degli studenti e avranno una collocazione nella valutazione». In altre parole, crediamo che la scuola, consapevole delle proprie criticità e dei propri ritardi, e preso atto del valore del volontariato, abbia voluto inviare allo stesso una richiesta di aiuto. Non va tralasciato, infine, che l’apporto del volontaria-
to può rivelarsi prezioso anche per il patrimonio dei beni culturali. Philippe Daverio, anch’egli a Lucca, si è subito dichiarato strenuo sostenitore dell’ingresso dei volontari nei musei. «Il mondo dei beni culturali deve guardare al volontario come ad una risorsa. In Italia – ha sottolineato il popolare critico –
«La riforma rappresenta un’occasione storica per rafforzare l’etica nel profit e ampliare le opportunità d’inserimento lavorativo»
il sistema dei musei di Stato è impermeabile alla presenza del volontariato. I dirigenti e i dipendenti che gestiscono e lavorano in essi non accettano i volontari. Perché nel nostro Paese, a differenza che all’estero, c’è quello che io chiamo un sacerdozio museale e che, come tale, è inviolabile per i non addetti ai lavori».
Stefano Tabò, presidente di Csvnet, parla alla platea. Lo affianca Luigi Bobba, sottosegretario al Welfare e padre della riforma del Terzo Settore GIUGNO 2016
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MONUMENTI DA ACCUDIRE
LA CHIESA DIMENTICATA
Nella foto di Armando Di Antonio, si osservano le condizioni del tetto della chiesa di San Giuseppe, ormai parzialmente crollato, e la mancanza di parte della ringhiera, rimpiazzata da una transenna, lungo la circonvallazione
MONUMENTI DA ACCUDIRE
di VALERIO PICHINI
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iprendiamo la rubrica “Monumenti da accudire” per esaminare un edificio di culto molto caro a generazioni di teramani: la chiesa di San Giuseppe, edificata alla fine del ‘500 lungo la discesa omonima a pochi passi dal vecchio stadio comunale nel territorio della parrocchia di Santo Spirito. Sulle precarie condizioni del tetto, l’associazione Teramo Nostra lanciò, un paio di anni fa, un accorato allarme, dal luglio scorso una triste realtà. Chiusa da diversi anni e in balia delle intemperie, San Giuseppe richiede interventi urgenti per
consentirne la riapertura al culto o - Curia permettendo - l’affidamento a qualche istituzione o associazione che ne assuma il patronato. Ma occorrono soldi, dove trovarli? Ricordiamo la recente mostra di capi d’alta moda, organizzata da Lions Club Teramo con la collaborazione dello stilista teramano Filippo Flocco e finalizzata ad una raccolta fondi da destinare al restauro dell’edificio. Ma la lodevole iniziativa, vista l’esigua somma raccolta, rappresenta un gesto simbolico per sensibilizzare istituzioni, associazioni e concittadini. Riteniamo, inoltre, che la chiesa dedicata al patrono dei lavoratori, potrebbe essere inclusa in un progetto sul futuro della città voluto dall’amministrazione comunale. Si tratta di “Teramo South side”, un laboratorio per il recupero di contenitori vuoti, aree abbandonate o poco sfruttate da attuare con l’Università di Camerino (Il Centro, 18 marzo 2016). Una opportunità, quella in tandem con l’ateneo marchigiano, che permetterebbe di salvare
un edificio che conserva un antico soffitto con decorazioni barocche, un altare ligneo dorato in oro zecchino pregevole opera di una bottega locale risalente alla metà del ‘600, e quattro tele (messe in sicurezza dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo) dipinte, intorno al 1630, da un pittore polacco, Sebastianus Majewski. Il Majewski, giunto a Teramo intorno al 1620, conquistò in breve tempo la fiducia dei teramani, realizzando diverse opere tra le quali, degne di menzione,la grande pala d’altare raffigurante San Berardo che celebra in armi, oggi conservata presso la sacrestia nuova della Cattedrale aprutina, e alcuni affreschi nel chiostro di Santa Maria di Propezzano, la cui attribuzione al Polacco è attestata dallo storico Nicola Palma. Una curiosità: in passato San Giuseppe era custodita dalla famiglia Di Pietro della quale uno dei componenti, Vincenzo, aveva nei pressi della chiesa una bottega per orologi da torre, prestandosi ad interventi di manutenzione su organi a canne di alcune chiese della zona.
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Cuore
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