SESSANT’ANNI DELLA SOCIETA’ ITALIANA DI STATISTICA
IL CONTRIBUTO DELLA SIS ALLO SVILUPPO DELLA STATISTICA E DELLA SOCIETA’
ROMA, 22 FEBBRAIO 1999 AULA MAGNA DELL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA “LA SAPIENZA”
INTERVENTI DI: GIUSEPPE LETI ALBERTO ZULIANI ALFREDO RIZZI LUIGI BIGGERI ___________________________________________________________________________
GIUSEPPE LETI Presidente della Società Italiana di Statistica dal 1980 al 1988 La vita della SIS dalla fondazione al 1988 Nel primo Statuto, approvato all'atto della fondazione nel 1939, fu stabilito, che "La Società Italiana di Statistica si propone di sviluppare le ricerche scientifiche nel campo delle discipline statistiche con particolare riguardo alla Statistica metodologica". Successivamente (nel 1975), a seguito anche della graduale modificazione del concetto di metodologia statistica, in un nuovo Statuto fu precisato che: "La Società Italiana di Statistica … ha lo scopo di promuovere lo sviluppo della statistica, nel campo della ricerca teorica, metodologica e applicata". A sessant'anni dalla fondazione è quindi naturale interrogarsi se la SIS ha adempiuto ai fini che le erano stati fissati. Non si possono però celebrare i sessant'anni di vita della Società senza ricordare che ricorrono anche i sessant'anni del discorso con cui fu inaugurata la prima Riunione Scientifica della SIS che ebbe luogo a Pisa, il 9 ottobre 1939, nella storica Aula Magna dell'Università. Il discorso fu tenuto dal più grande statistico italiano, Corrado Gini, ebbe come tema I pericoli della statistica, e segnò una tappa fondamentale del pensiero statistico di tutti i tempi. Fu proprio la personalità di Gini a dominare i primi venticinque anni di vita della SIS, che fu da lui presieduta dal 1941 fino alla sua scomparsa, che avvenne nel 1965. Egli dette un enorme contributo allo sviluppo scientifico della Società dedicando gran parte della sua immensa produzione alle Riunioni Scientifiche, ad ognuna delle quali contribuì generalmente con due comunicazioni, di cui una di carattere precipuamente metodologico, l'altra di tipo applicativo. Alcune delle sue relazioni sono diventate delle vere e proprie pietre miliari nella storia della statistica. Operando come Presidente della SIS Gini fu anche il regista dell'intera statistica italiana. Egli sentì infatti profondamente il dovere, e indubbiamente anche il diritto, di guidare la statistica italiana e di indirizzarla fermamente per farle acquisire una propria autonomia e una sua identità, impedendo al tecnicismo matematico incalzante di divenire qualcosa di più di un semplice strumento e di dissociare la disciplina dai problemi concreti. Durante la presidenza di Gini, si ebbe nella Società un'intensa fioritura dell'attività scientifica, che si espresse per lo più attraverso le Riunioni scientifiche, nelle quali, sebbene la presenza numerica degli studiosi non fosse larghissima, nondimeno la partecipazione era fervida e fattiva. Mediante la costituzione di Commissioni, gli studi furono indirizzati verso problemi importanti, sia di natura teorica che applicativa. L'ultima Riunione Scientifica presieduta da Gini fu la XXIV, che ebbe luogo a Roma il 31 ottobre 1964. Nel 1966, venne eletto Presidente della SIS il senatore Paolo Fortunati, professore di Statistica nell'Università di Bologna. Al grande scienziato che aveva guidato la Società con una visione verticistica, puntando soprattutto al progresso scientifico, subentrava, nella presidenza della SIS, un insigne studioso, deciso ad aprire la Società ad una massa più vasta di studiosi, a democratizzarne la gestione, aumentando la partecipazione dei soci alla vita della Società, e ad aprire la SIS alla società civile, estendendone gli interessi ai reali problemi sociali ed economici del Paese. Allo scopo di assicurare un adeguato riconoscimento della SIS in campo nazionale, furono stabiliti o ripresi i contatti con altre società scientifiche: furono anche promossi rapporti più stretti con l'Istituto Internazionale di Statistica che, nel 1967, decise l'affiliazione della Società all'Istituto. Un elemento di novità rispetto al passato fu l'introduzione nelle Riunioni scientifiche della trattazione di temi generali, intorno ai quali si sollecitavano diversi contributi, per esaminare i problemi dal più gran numero possibile di punti di vista. Gli argomenti dibattuti riguardarono questioni di grande attualità. Anche il ricorso a convegni dedicati esclusivamente a temi specifici e l'attivazione di Commissioni di studio su particolari argomenti furono finalizzati principalmente ad indirizzare la ricerca su problemi concreti. Furono ampliati i quadri della Società, reclutando nuovi soci che, sotto la Presidenza di Fortunati segnarono un aumento del 150%. E questo fu solo l'inizio dell'espansione della
Società che, per la diffusione territoriale, per il superamento delle divisioni di scuole e di indirizzi scientifici, poteva finalmente fregiarsi, a giusto titolo, dell'attributo "italiana". Fortunati fu affiancato nella sua opera da molti collaboratori, tra i quali va menzionato il Segretario generale Antonio Golini che cooperò per molti anni, con grande efficienza e capacità lavorativa, col Presidente, di cui condivideva pienamente la politica scientifica e culturale. L'eredità che Fortunati lasciò alla sua morte, il 27 gennaio 1980, a chi gli sarebbe succeduto nella presidenza della SIS, era una Società avviata verso una fase di rapida espansione. Dopo poco più di due mesi l'Assemblea generale scelse me come nuovo Presidente della SIS. In quel periodi stavano avvenendo significativi cambiamenti nel mondo universitario italiano, dovuti, in primo luogo, alla creazione dei Dipartimenti e all'istituzione dei Dottorati di ricerca. La SIS non poté rimanere estranea ai mutamenti che coinvolgevano l'organizzazione della ricerca e dell'insegnamento della statistica e perciò promosse indagini periodiche conoscitive sui Dipartimenti, Istituti e Cattedre in cui si insegnava la statistica e sui docenti di statistica; fu stilato un documento-guida per la costituzione dei Dipartimenti in ambito statistico, e furono delineate pure alcune proposte relative all'istituzione del Dottorato di ricerca in statistica. Tutte le proposte riscossero ampio credito e furono generalmente messe in pratica. Oltre all'organizzazione della ricerca, fu significativamente potenziata l'attività scientifica della Società incrementando le Commissioni ed istituendo nuove occasioni di discussione scientifica e di presentazione dei lavori. Fu molto sentita anche l'esigenza di coinvolgere i soci nelle attività della SIS, di tenerli aggiornati sulle iniziative della Società e sull'attività scientifica degli altri soci. Per raggiungere questi fini si dette vita ad un Bollettino della Società, che ebbe un'entusiastica accoglienza. Queste ed altre iniziative avevano come scopo il rafforzamento interno della SIS che era finalizzato soprattutto a rendere possibile la presenza reale ed influente degli statistici italiani in campo nazionale e internazionale. Per raggiungere questo obiettivo si operò affinchè la SIS intervenisse, anche tramite lo scambio di rappresentanze, ai convegni e alle attività dell'ISTAT, del C.N.R., dell'Unione Matematica Italiana e della Società Italiana di Economia, Demografia e Statistica. Il continuo contatto, e quindi il confronto, con tali Enti, confronto a cui occorreva "reggere" se si voleva avere un reale peso nella vita scientifica nazionale, contribuì alla maturazione interna della Società e, naturalmente, a porre i presupposti necessari per una proiezione della SIS in un contesto più ampio di quello puramente nazionale. L'esigenza di una importante partecipazione alla vita scientifica internazionale fu attuata in molteplici modi: fu dato l'avvio ad una serie di attività volte all'inserimento degli statistici e dei demografi italiani nel dibattito scientifico delle organizzazioni internazionali, e ad un loro collegamento stabile con quelle organizzazioni; fu programmato e coordinato l'apporto scientifico degli italiani ai congressi internazionali ed esteri; si contribuì anche ai programmi scientifici delle varie istituzioni straniere e internazionali. Furono a tali fini istituiti il Gruppo dei membri italiani dell'Istituto Internazionale di Statistica, che funzionò perfettamente ottenendo immediati risultati, e gruppi analoghi per le altre principali associazioni internazionali, il cui successo non fu però pari a quello del primo. L'intensa attività di cooperazione scientifica con l'estero si estrinsecò anche in un gran numero di incontri e scambi di delegazioni ai convegni delle associazioni di statistica straniere (soprattutto con la Francia, la Spagna, la Polonia, la Grecia, la Svizzera e la Iugoslavia). Nell'ambito poi delle attività di cooperazione e di interscambio, furono curate due pubblicazioni: L'enseignement de la Statistique et de la demographie en Italie e il volume Italian contributions to the methodology of statistics. Questo volume era finalizzato alla divulgazione nei paesi esteri dei contributi apportati alla metodologia statistica dalla attività di ricerca degli italiani. Il libro, a cui collaborarono quasi tutti gli statistici italiani, fu presentato a Tokio nel corso della 46a sessione dell'I.S.I. e fu inviato ad un grandissimo numero di statistici stranieri, molti dei quali espressero alla SIS il loro più vivo apprezzamento per l'iniziativa presa dalla Società. Io ebbi la fortuna di avere accanto a me, nella conduzione della Società, in qualità di membri del Consiglio direttivo, collaboratori di grande valore, che assolsero il mandato affidatogli dai soci con spirito di dedizione e con la convinzione di prestare un servizio per il bene della collettività degli statistici. I compiti di maggior peso e responsabilità investivano
ovviamente i Segretari generali e i Tesorieri. In particolare alla promozione delle attività di apertura della Società in campo internazionale operarono principalmente Raimondo Cagiano de Azevedo e Viviana Egidi, ai quali si devono importanti accordi a livello internazionale ed estero. Il risanamento del bilancio fu attuato dal Tesoriere Enrico Nenna che riuscì, nel corso dei quattro anni del suo mandato, a trasformare, con un'amministrazione oculata e parsimoniosa, un bilancio sostanzialmente deficitario in un bilancio fortemente in attivo. Grazie alla sua opera e a quella di Carlo Marullo di Condojanni, fui in grado dare, proprio al termine del mio secondo mandato, una sede stabile alla SIS che fino a quel momento aveva usufruito di generose ospitalità in locali però non esclusivi e spesso non idonei. La mia presidenza terminò il 29 Aprile 1988, in occasione della XXXIV Riunione Scientifica della Società, durante la quale fu eletto alla presidenza della SIS il prof. Alberto Zuliani. L'itinerario scientifico I contributi della SIS alla statistica hanno riguardato una molteplicità di argomenti: sia la metodologia statistica e i suoi fondamenti, sia la demografia, sia le applicazioni degli strumenti della metodologia allo studio dei fenomeni economici, sociali, biologici e tecnologici. Fu così coniugata felicemente la ricerca pura con le applicazioni alla realtà concreta. Nell'ambito della SIS ha trovato spazio il dibattito su problemi assai importanti di carattere generale. Si è discusso sullo stato e sullo sviluppo della statistica e sulla sua funzione strumentale per lo studio di molti fenomeni sociali, e si è dibattuto in particolare sullo stato e sugli orientamenti sia della statistica economica sia della demografia. Sono stati ampiamente discussi più volte nelle Riunioni scientifiche sia il carattere strumentale della statistica per le altre scienze sia la funzione della statistica nei riguardi della ricerca, della didattica e dell'attività professionale: in particolare sono stati trattati il tema dei rapporti fra statistica e matematica, quello dei legami fra statistica e macroeconomia e l'apporto della statistica all'astronomia; sono stati analizzati anche il contributo della statistica alla ricerca biomedica ed alla strategie clinica e quello alla soluzione di problemi nel campo della tecnologia e della produzione industriale. Su temi di grande importanza per la vita del Paese, la SIS ha promosso ampie discussioni, chiamando a parteciparvi i suoi soci. Sono stati trattati: l'organizzazione dei servizi statisti nazionali; le forze di lavoro; gli aspetti demografici, economici e sociali dei censimenti, gli indicatori sociali, le forze di lavoro e la stratificazione professionale ed economico-sociale delle popolazioni, il mercato del lavoro nel Mezzogiorno, l'apporto dei modelli statistici alla programmazione e alla contabilità economica, l'informazione statistica nei mezzi di comunicazione di massa, l'utilizzazione della statistica nella politica economica delle regioni e degli organismi sub-regionali, le metodologie ed analisi statistiche nel settore delle assicurazioni, la statistica per le risorse naturali. Un'intera Riunione Scientifica è stata dedicata ai problemi della previsione statistica. Sono stati oggetto di trattazione anche problemi di natura teorica, come: le tendenze nello studio della variabilità, le rappresentazioni grafiche, il problema della standardizzazione, un glossario di statistica, i problemi dell'inferenza statistica e quelli delle analisi statistiche multivariate, la qualità dei dati statistici e l'insegnamento della statistica a tutti i livelli, da quello delle scuole dell'obbligo a quello universitario. *** Quello che ho esposto sinteticamente sono le linee di sviluppo e di crescita della Società nei suoi primi cinquant'anni di vita. Da esse si rileva che la SIS ha adempiuto i suoi doveri istituzionali, sorretta da ideali di ricerca e di studio che le hanno consentito di raggiungere mete molto elevate.
ALBERTO ZULIANI Presidente della Società Italiana di Statistica dal 1988 al 1992 Il quadriennio durante il quale sono stato presidente della SIS è stato di realizzazioni. Molte cose erano state impostate. Ricevevo importanti eredità: fra le altre, un processo in atto di democratizzazione, avviato da Fortunati e portato avanti da Leti; da quest’ultimo un rafforzamento organizzativo, culminato con l’acquisizione della sede attuale ed anche l’impegno a celebrare i cinquant’anni della Società. Nei quattro anni, i soci sono aumentati da 750 a 1.000; la sede si è ampliata con una sala di riunioni che ha ospitato numerosissime iniziative scientifiche, nostre e di altri; si è celebrato l’anniversario, a Pisa dove la SIS era nata, con un convegno su “Statistica e società”, inaugurando un filone di riflessione interdisciplinare che sarebbe proseguito con il seminario di Giardini Naxos su “Crisi di teorie, crisi di indicatori”. Ma l’eredità più importante che ricevevo da Leti era il segretario generale, Viviana Egidi, che ha collaborato con me due anni, prima che Dionisia Maffioli fosse eletta nella carica. Viviana Egidi mi ha consentito di apprendere in fretta i problemi, mi ha evitato errori, ha fortemente contribuito all’elaborazione delle strategie. Per la mia esperienza, ritengo molto importante che presidente e segretario generale operino nella Società sfalsati di metà mandato e che abbiano, per tradizione, estrazione disciplinare differente e complementare. Spero che questa prassi sia confermata. Gli aspetti più importanti dei quattro anni di presidenza sono stati il coinvolgimento e la partecipazione. Alla scadenza, facendo un bilancio a Pescara, oltre la metà dei soci aveva dato qualche contributo personale: relatore a convegni, referee, organizzatore, discussant. Sui temi cruciali, la riforma degli studi universitari e l’introduzione dei diplomi, la riflessione si estese ben oltre i confini del Consiglio direttivo, coinvolgendo facoltà, dipartimenti ed esponenti dei vari settori disciplinari di nostro interesse. Anche i soci non provenienti dall’Università, l’Istat e gli enti furono interessati ad iniziative scientifiche e professionali. L’intento era di prendere da ciascuno tutto quello che poteva dare e in generale era moltissimo; c’era grande desiderio di contribuire alla crescita della cultura statistica nel paese, di esprimersi, di far sentire la propria voce, di essere protagonista. Consentitemi di ricordare un evento esemplare: il convegno di Cagliari su “Sviluppi metodologici nei diversi approcci all’inferenza statistica”. Riportava al centro del dibattito una riflessione fondamentale, al servizio di tutte le discipline empiriche; valorizzava la presenza e l’impegno di una realtà decentrata; predisponeva contemporaneamente la prima iniziativa formativa per i giovani statistici. L’attenzione ai giovani si espresse anche nella prima riunione dei dottorandi a Pescara, nell’istituzione del premio per la migliore tesi di dottorato in statistica e demografia, nella partecipazione alla Prima settimana della cultura scientifica che fu realizzata aprendo una mostra nella sede della Società, visitata da scolaresche e cittadini. Molti fermenti cercavano espressione: nacquero, così, il Gruppo di coordinamento della demografia, vivace allora come oggi; il Gruppo permanente per la didattica della statistica cui si deve, fra l’altro, la bella rivista “Induzioni”; il Gruppo statistica per la tecnologia e la produzione, tematica ancora oggi attuale e forse da affrontare con nuovo piglio; il Gruppo metodi statistici per l’econometria, per rilanciare la cooperazione riguardo a una linea metodologica d'avanguardia, consapevoli che lì, come d’altronde in ogni campo, l’antagonismo non giova; il Gruppo statistica e ambiente; il Gruppo statistica e pubblica amministrazione; il Gruppo misto di lavoro SIS-Istat che realizzò giornate di studio specializzate. Assecondare i fermenti, lasciare spazio alle iniziative, far confrontare la statistica con i bisogni del paese, questi mi sembrano i tratti fondamentali del quadriennio di mio servizio nella Società.
ALFREDO RIZZI Presidente della Società Italiana di Statistica dal 1992 al 1996 Dopo le belle illustrazioni dei colleghi Leti e Zuliani desidero aggiungere solo brevi considerazioni sulla informazione statistica ai cittadini, di cui si è ripetutamente occupato il Consiglio direttivo della Società italiana di Statistica anche negli anni della mia presidenza e cioè nel periodo 1992-96. La SIS, in occasione del Convegno “ Statistica e Società “, organizzato a Pisa per celebrare i 50anni della nostra associazione, aveva rivisitato la vita scientifica del primo mezzo secolo di vita delnostro sodalizio; in particolare con gli interventi di Benito Vittorio Frosini, per quanto riguarda la Statistica metodologica, di Renato Guarini per la Statistica economica, di Nora Federici per gli studi Demografici e di Luigi Pinto per l’informazione statistica ed il ruolo del sistema statistico Nel giugno 1994 abbiamo presentato, presso l’associazione dei giornalisti economici di Roma, un documento, approvato dal Consiglio direttivo della Società nella seduta del 10 maggio 1994, contenente lineamenti per un codice deontologico della Statistica. Con questa iniziativa la Società Italiana di Statistica non voleva entrare nel merito sul quando e quanto siano opportune queste indagini, compito questo che spetta al legislatore, ma soltanto porre in evidenza alcuni requisiti scientifici che queste indagini devono possedere, per essere, per così dire, date in pasto alla opinione pubblica. Ciò soprattutto per due motivi: è sempre difficile – per non dire impossibile – per un non specialista o per il lettore di un quotidiano o di una rivista o l’ascoltatore di un programma radio o TV, poter valutare dei risultati entrando nel merito di come queste sono state raccolte ed elaborate; i dati per la loro stessa natura sembrano “oggettivi”, cioè incontestabili, dando così forza alla tesi che sono chiamati a confermare. I mezzi di comunicazione di massa hanno in parte accolto le articolate raccomandazioni della SIS E’ da augurarsi che si continui nella strada intrapresa. Il prof. Antonio Baldassarre, Presidente della Corte costituzionale all’epoca del Convegno organizzato dalla SIS, a Roma il 31 ed il 1 giugno 1995 sul tema “ Cento anni di indagini campionarie “, - Giorgio Marbach presidente del Comitato scientifico ed organizzatore -, affermava: “Non spetta a me fare proposte normative. Intendo, però, sottolineare l’esigenza che – in qualsiasi forma , in qualsiasi modo – sia stabilita una vigilanza sull’attività dei sondaggi per campione, per quanto riguarda l’oggetto, il modo di porre il quesito – perché questo è determinante -, le metodologie di campionamento e così via. “ E così concludeva: “ E’ una primaria esigenza costituzionale pretendere che ci sia una vigilanza organizzata in modo corrispondente ai principi costituzionali, che pertanto rispetti la libertà di iniziativa economica, della scienza, dell’arte, ma faccia sì che quelle che oggi sono solo norme deontologiche, largamente disattese, abbiano un giusto grado di cogenza. In tal modo si garantirà al pubblico che i dati ad esso offerti dalle indagini campionarie siano garantiti e non corrano il pericolo di “ falsificare “ la discussione politica e di svuotare, in tal modo, la nostra democrazia. “ La SIS è stata ed è ben cosciente che tra i suoi compiti istituzionali – lo statuto , nella versione attuale, approvato nell’assemblea dei Soci del 10 aprile 1996, recita “La SIS, organizzazione senza fine di lucro, ha lo scopo di promuovere lo sviluppo delle scienze statistiche e delle loro applicazioni “ – vi è anche quello di orientare l’opinione pubblica, quindi i cittadini comuni non specialisti delle nostre discipline, verso una pressante richiesta di informazioni statistiche corrette ed affidabili . Tale impegno deve essere costante ed impegnare, nelle diverse sedi, tutti noi. Naturalmente non dobbiamo dimenticare che la SIS è una Società scientifica; le nostre posizioni si devono sempre basare su argomentazioni che traggono origine da acquisizioni consolidate e poco soggette – ma esiste nel nostro campo di interesse la conoscenza assoluta? - ad interpretazioni. Anche un sommario esame di ciò che stato pubblicato nell’ambito della SIS – gli atti delle nostre riunioni scientifiche annuali o biennali, i resoconti degli incontri su specifiche tematiche, delle tavole rotonde, i risultati dei gruppi di lavoro e delle commissioni permanenti o temporanee, il Bollettino, il SIS-informazioni, il Journal of italian statistical society- , nei sessanta della nostra Società che oggi celebriamo in questa importante Aula
Magna dell’Università di Roma “ la Sapienza”, mostrano chiaramente la tendenza di fondo che sposta l’interesse di molti soci verso aspetti operativi legati alla statistica ufficiale italiana. Importante caratteristica della Statistica italiana è quella di compenetrare gli aspetti della ricerca scientifica nelle nostre discipline con le applicazioni ed in particolare con la statistica ufficiale. Questo stato di fatto percepibile anche immediatamente dalla presenza alla presidenza della Commissione di garanzia per l’informazione statistica e dell’ISTAT di Alberto Zuliani prima e di Luigi Biggeri poi, è, a mio parere, molto positivo. Del resto molti insigni studiosi delle discipline Statistiche hanno operato nell’ambito dell’ISTAT prima di raggiungere la cattedra universitaria. Oggi, peraltro, si assiste al passaggio inverso: non solo dall’ISTAT all’università, ma anchedall’università all’ISTAT. Anche la composizione dei Soci, con riferimento al luogo dove si svolge l’attività di ricerca – università, enti pubblici e privati di ricerca, organismi appartenenti alle pubbliche amministrazioni o aziende aventi altre finalità - sta cambiando rapidamente. In sostanza il complesso dei Soci era costituito all’inizio della nostra storia solo da professori ordinari; si è passati, poi , ad una società scientifica costituita sostanzialmente solo da universitari che occupavano le diverse posizioni accademiche. Oggi la Società Italiana di Statistica è costituita da quasi tutti coloro che operano, in Italia, nel mondo della ricerca statistica. Naturalmente è anche aumentato il numero degli istituti e dipartimenti universitari , delle amministrazioni dello stato, degli altri enti di ricerca e delle aziende che aderiscono alla SIS, portando il loro fondamentale contributo di esperienza, di conoscenza dei problemi, finanziario. Nei colloqui con i colleghi stranieri l’organizzazione statistica italiana , che si basa su una forte interazione tra mondo accademico e statistica ufficiale – peraltro voluto dalla legge- , è vista con molto interesse .
LUIGI BIGGERI Presidente della Società Italiana di Statistica dal 1996 al 2000 C’è ancora più di un anno al termine del mio mandato di presidente della SIS ma ritengo sia doveroso iniziare l’intervento dei ringraziamenti a tutti i componenti dei due Consigli Direttivi e ai due Segretari Generali, Giuseppe Gesano e Maurizio Vichi, che sono stati determinanti nell’impostare e nel portare avanti l’attività della nostra Società. Permettetemi anche un ulteriore caloroso ringraziamento alla cosiddetta “Segreteria” della SIS, alla Signora Italia Benedetti, che ora è in pensione non lavorando più per la SIS ma che certamente non scorderemo, e alle Signore Maria Luisa Turato e Grazia De Rosas, senza l’impegno e la dedizione delle quali tutte le attività programmate non si sarebbero poi realizzate, ed anche oggi non saremmo qui. Con riguardo alla illustrazione dell’attività svolta nel periodo non credo ci sia bisogno entrare nei dettagli, sia perché sarebbero troppo noiosi, sia perché, trattandosi di attività recente, ritengo che siano presenti a tutti voi i “proclami” e le notizie che vengono diffuse mensilmente tramite SIS Informazioni, che si è rivelato un mezzo di “collegamento” con i Soci molto importante; collegamento che si è arricchito, con le nuove tecnologie, dell’indirizzo di posta elettronica presso la Segreteria e di una Home page nel sito web. Dando per scontato che abbiamo cercato di quanto i precedenti presidenti e consigli direttivi avevano ideato ed impostato, concentrerò, pertanto, l’attenzione sulle iniziative tese a rafforzare la nostra organizzazione in termini di manifestazioni scientifiche e di capacità di attrazione dei giovani e, soprattutto, tese a rafforzare il rapporto della SIS con l’esterno, con le altre società scientifiche e con la Società nel suo complesso in modo da contribuire anche al suo progresso. Per tentare di coinvolgere il più possibile i soci e, in particolare i giovani, nella vita della società, abbiamo cercato di evitare il rischio di elefantiasi delle nostre manifestazioni scientifiche “nazionali” rivedendone in parte l’organizzazione e modificando le forme di pubblicazione e di diffusione degli atti. Ma soprattutto abbiamo sollecitato le iniziative locali, “diffuse” sul territorio e su temi specifici in relazione alle molte competenze che esistono, che quando considerate valide, hanno ottenuto la sponsorizzazione della SIS. Abbiamo anche ritenuto opportuno puntare di più sullo sviluppo delle Scuole Estive, che consentono non soltanto di fornire formazione di elevato livello e interesse scientifico ed applicativo ma anche una forte integrazione tra i giovani studiosi della statistica, nonché sulla attivazione e l’attività dei Gruppi di Coordinamento che riguardando temi di ampio respiro interessano molti Soci in modo trasversale, rispetto ai metodi e ai campi disciplinari, e consentono anche il coinvolgimento dei non soci interessati al tema, con una notevole potenzialità di integrazione delle competenze. In base all’esperienza estremamente positiva delle Scuole estive finora svolte e dell’attività del Gruppo di Coordinamento per la Demografia e di quello per la Classificazione e Analisi dei Dati stiamo lavorando per rendere permanente La scuola della SIS (dando ai Soci la possibilità di proporre e organizzare Corsi che ricevano l’approvazione del Consiglio Direttivo) e per definire un apposito regolamento per i Gruppi di Coordinamento suggerendo anche la costituzione di nuovi gruppi. La partecipazione dei Soci alle manifestazioni scientifiche organizzate dalla SIS o nell’ambito della SIS è sempre stata alta e molto attiva, in particolare da parte dei giovano che si iscrivono alla nostra società sempre più numerosi, ma forse troppo condizionata dalle scadenze concorsuali. Occorre inoltre francamente rilevare che, forse il motivo appena detti, i giovani in genere, salvo alcuni, sono al momento poco propensi ad impegnarsi sulle attività organizzative della società, mentre è evidente che il loro apporto di idee ed il loro contributo operativo sono determinanti per lo sviluppo di una società scientifica. E’ pertanto sicuramente opportuno trovare qualche meccanismo che favorisca la piena integrazione dei giovani nella vita della SIS. Con riguardo alla attenzione della SIS verso la società è già stato fatto tanto da chi mi ha preceduto. Comunque, desidero ricordare che in occasione della Riunione Scientifica di Pisa, richiamata poco fa da Zuliani, in cui celebrammo il 50° anniversario della SIS, ebbi l’onore di essere chiamato a svolgere la relazione generale su “Statistica e Società” e quindi è ovvio che, come tutti sanno, io sono molto sensibile a questi temi e che durante il mio mandato sto cercando di avviare anche nuove iniziative in questo campo.
Completando e continuando quanto era stato programmato e portato avanti in precedenza, abbiamo teso a rafforzare i contatti con le imprese e con le società scientifiche che trattano dei problemi delle imprese. Il Convegno intermedio svoltosi a Torino nel 1997 si “La Statistica per le imprese” è stato in gran parte finalizzato a questo obiettivi e ha avuto una grande successo. Sta a noi raccoglierne i frutti non fermandosi sugli allori ma procedendo prima possibile alla costituzione di un apposito Gruppo di coordinamento sul tema in modo di continuare a sviluppare rapporti ed iniziative importanti. In questo periodo si è poi dedicata particolare attenzione alla diffusione della cultura statistica nella pubblica amministrazione e, in particolare nella scuola, nella convinzione che la conoscenza dei metodi statistici elementari e la capacità di interpretazione delle informazioni statistiche sono indispensabili per tutti i cittadini, sia per prendere decisioni razionali, sia per poter sviluppare la democrazia in modo corretto senza essere sopraffatti dall’orgia delle cifre. Tre sono le iniziative intraprese in questo campo. In primo luogo abbiamo organizzato nel novembre del 1998 assieme all’Istat e con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione (MPI) e del Dipartimento della Funzione Pubblica, una Conferenza Nazionale di due giorni su “Diffusione della Cultura Statistica”, alla quale, hanno partecipato attivamente e con profitto moltissimi soci e, soprattutto, non soci della SIS e che ha avuto come conseguenza l’attivazione di molte altre iniziative locali sul tema. In secondo luogo, siamo riusciti dopo tanti anni ad ottenere di far parte del Comitato Paritetico MPI ed UMI (Unione Matematica Italiana) che si occupa delle problematiche della diffusione e sviluppo dei metodi matematici statistici nelle scuole di ogni ordine e grado. Infine, sulla base anche di tale accordo, con l’aiuto dell’attivo gruppo di lavoro SIS sulla didattica e del CIRDIS, abbiamo impostato una vera e propria attività di diffusione della statistica nelle scuole. L’iniziativa che stiamo cercando di portare avanti con il determinante aiuto dell’Istat e con l’ausilio del MPI, riguarda la preparazione di un progetto a livello nazionale dal titolo evocativo di “Censimento dei bambini” che ha l’obiettivo primario di diffondere la cultura quantitativa, e in particolare statistica, con riguardo ad aspetti della vita reale e si propone di far condurre dagli alunni, guidati dagli insegnanti, un Censimento su argomenti che possono interessare ed incuriosire i bambini delle ultime classi delle elementari e delle prime classi delle medie; progetto che ovviamente richiede l’interesse e l’impegno di tutti i docenti e, soprattutto, di quelli delle discipline matematiche. L’iniziativa mira ad introdurre fattivamente elementi e concetti di statistica nei primi cicli scolastici, confermando l’impegno della SIS e dell’Istat a sviluppare e promuovere l’uso e la cultura statistica e dei numeri nel nostro Paese. Siamo ancora agli inizi, ma crediamo e ci auguriamo che tale iniziativa possa portare risultati molto fecondi per la Statistica. Come risulta anche da quanto appena detto, i proficui rapporti e le interazioni tra la SIS e la Statistica Ufficiale e tra i ricercatori accademici ed ufficiali, menzionati da Rizzi come un fiore all’occhiello della Statistica italiana, sono proseguiti e sono stati valorizzati. Altre iniziative sono state prese che non sto qui a menzionare, se non quella che stiamo organizzando nel nostro Convegno intermedio, che si terrà il prossimo giugno ad Udine, e che sarà dedicato ai Censimenti del 2000. Infine non vi è dubbio che la Società civile sta cambiando sempre più rapidamente, sia dal punto di vista tecnologico che dal punto di vista organizzativo economico-sociale, e che la SIS e gli statistici devono contribuire al suo sviluppo. I cambiamenti che negli ultimi tempi ci hanno interessato più da vicino riguardano: (i) la previsione di una riforma dei percorsi formativi nelle università e la revisione dei settori scientifici disciplinati; (ii) l’introduzione, per legge, della valutazione delle attività della pubblica amministrazione e, in particolare, delle università; (iii) la tutela, sempre per legge, dei dati personali per protegger la privacy dei cittadini. Senza ovviamente entrare nel merito di questi importantissimi argomenti, è ovvio che la SIS non si è fatta trovare impreparata e ha subito iniziato le attività per fare proprie proposte al riguardo. Con riguardo al primo argomento abbiamo costituito appositi gruppi di lavoro che stanno già presentando le proposte concrete. L’attività di valutazione, dopo l’uscita delle leggi in merito, si è molto sviluppata e recentemente è divenuta uno strumento irrinunciabile del management dei programmi, degli interventi in campo economico e sociale e delle attività delle amministrazioni pubbliche, in particolare di quelle unità che producono servizi di pubblica utilità alla persona. Proprio per questo, si sta assistendo al diffondersi, in modo esponenziale, di studi sia empirici che teorici nel campo della valutazione e sulle tecniche e metodologie di ricerca e di analisi da impiegare.
Stante ciò, poiché la Statistica occupa sicuramente un posto di primo piano nelle attività di valutazione, sia in termini di “misurazione” che di modelli di analisi, riteniamo opportuno che la SIS e tutti gli statistici si impegnino in questo ambito analizzando criticamente ciò che si sta facendo e, al tempo stesso, per mettere in evidenza il contributo che la statistica e gli statistici possono e dovrebbero dare all’argomento, sia in termini scientifici che operativi, sviluppando apposite attività di ricerca. Occorrerà a questo fine anche intensificare la nostra presenza nei vari organismi (o nuclei) di valutazione che si stanno costituendo. Infine, le nuove leggi sulla privacy hanno chiesto un impegno preciso e chiaro da parte degli statistici nei riguardi dell’utilizzo dei dati personali che deve avvenire senza invadere i diritti alla riservatezza dei rispondenti. E’ apparso subito evidente-e del resto su questo la SIS era stata antesignana con la organizzazione nel 1985, da parte del presidente Leti, di una apposita giornata di studio-che occorre garantire due diritti di pari livello: il diritto alla privacy e il diritto all’informazione statistica. Sul primo non si discute, ma anche il secondo è particolarmente importante per la collettività ed è riconosciuto dalla Costituzione, sia per il contributo alla conoscenza che allo sviluppo della ricerca scientifica fornito dalle informazioni statistiche. La limitazione di questo diritto, se portata all’estremo, potrebbe provocare seri inconvenienti allo sviluppo della ricerca in generale e alla produzione delle informazioni statistiche in particolare (mentre come è ovvio la statistica e la ricerca scientifica non sono interessare ai dati individuali in quanto tali ma li usano soltanto per fare analisi sui fenomeni collettivi di cui si occupano e è sicuro che i ricercatori e gli statistici in particolare sono sempre stati garantisti nei riguardi dei rispondenti). Per tutelare gli interessi di tutti i ricercatori scientifici e degli statistici in particolare, ma al tempo stesso anche gli interessi della Società civile, la SIS si è subito occupata dell’argomento chiamando tra l’altro il Garante della Provaci a tenere la relazione generale alla Riunione Scientifica tenutasi a Sorrento nell’aprile del 1998. Attualmente abbiamo costituito un gruppo di lavoro e stiamo facendo frequenti riunioni con lo stesso Garante per definire i punti salienti di una normativa che consenta di garantire entrambi i diritti. Ho parlato sicuramente troppo, ma mi premeva mettere in evidenza che, nella Società civile e nell’analisi dei problemi che la riguardano e che ci riguardano tutti, vi sono ampi spazi per l’impiego adeguato delle metodologie statistiche e per il contributo degli statistici. Ciascun socio può contribuire secondo i propri interessi e specializzazioni, ma non vi è dubbio che l’impegno della SIS nei riguardi dello sviluppo della Società deve continuare ed essere costante, in modo che anche gli statistici possano contribuire efficacemente a promuovere una Società “migliore”. Vi è certamente ancora tanto lavoro da fare nell’ambito degli scopi sociali che a suo tempo ci siamo dati.