Seminario «Imprese, mercati, nuove tecnologie e nuovi settori: come cambia l’organizzazione aziendale nello scenario competitivo»
Torino, 28-30 Novembre 2011 Luca Pignatelli Ufficio Studi Economici
L’economia torinese in sintesi
Demografia (2010-2011)
Popolazione residente
2.302.000
incremento naturale
-0,8%
incremento migratorio
6,7%
incremento totale
5,8%
perc.stranieri/popolaz.
6,0% 1985
2025
Indice di vecchiaia
74,6
193,8
Perc.popolazione > 64 anni
12,9
25,8
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L’economia torinese in sintesi
Mercato del lavoro (media 2010)
Forze di lavoro (*1000) Occupati (*1000)
1.026 929
In cerca di occupazione (*1000)
97
Non forze di lavoro in età 15-64
471
Tasso disoccupazione
9,4%
Tasso di attività (15-64)
68,3%
Tasso di occupazione
61,7%
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L’economia torinese in sintesi
Il sistema delle imprese (media 2010)
Numero imprese attive
208.016
manifatturiero
20.767
edilizia
36.179
commercio e ristorazione
70.082
servizi privati
45.829
Fonte: Movimprese (Camere di Commercio)
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L’economia torinese in sintesi
Livello di istruzione della popolazione
Laurea o dottorato
10,2
Diploma 4-5 anni
26,1
Diploma 2-3 anni
7,0
Licenza Media
32,7
Licenza elementare
24,0
TOTALE
100,0 Ufficio Studi Economici
L’economia torinese in sintesi Dove si crea la ricchezza torinese (percentuale sul valore aggiunto) Agricoltura
1%
Industria
5%
Commercio e Trasporti 18%
26%
Servizi alle imprese Servizi pubblici Costruzioni
28%
22%
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L’economia torinese in sintesi Uno sguardo più ravvicinato all’industria (perc.sul valore aggiunto)
8%
industrie alimentari
14% tessile-abbigliamento
8%
ind.cartaria-grafica 6%
chimica, farmac. metallurgia e prod.metallo
7% meccanica,ind. elettrica, mezzi trasporto legno,gomma, plastica e altre manifatturiere
40% 17%
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L’economia torinese in sintesi
Struttura dimensionale
Totale imprese
Manifatturiero
Grandi (> 250 addetti)
33,7%
49,7%
Medie (50-250 add.)
12,4%
16,7%
Piccole (10-50 add.)
16,5%
19,9%
Micro (< 10 add.)
37,4%
13,7%
100,0%
100,0%
Totale
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L’economia torinese in sintesi
In Sintesi
popolazione anziana e con indicatori strutturali in peggioramento il carico sociale tenderà ad aumentare;
pochi giovani, soprattutto in prospettiva potranno emergere problemi di reperimento di giovani e competenze più elevate;
l’immigrazione può essere una soluzione al declino demografico e ai conseguenti problemi di carenza di competenze solo se il profilo degli immigrati corrisponde al modello di sviluppo; oggi non è così;
in ogni caso l’immigrazione richiede nuove e diverse politiche sociali per inserimento, qualificazione ecc.;
Livello di istruzione in crescita ma ancora troppo basso rispetto ai concorrenti (Francia, Germania, Gran Bretagna, USA, nuovi paesi industriali);
negli ultimi decenni si è registrato un rapido processo di terziarizzazione (aumento del peso dei servizi) ma ancora oggi Torino mantiene una forte specializzazione manifatturiera; Torino è uno dei «cuori manifatturieri» dell’Italia e dell’Europa;
la specializzazione prevalente rimane meccanica e automotive (soprattutto componentistica), ma si è verificato un significativo processo di diversificazione produttiva anche vs. settori a tecnologia medio-alta (meccatronica, aerospazio)
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L’economia torinese in sintesi
In Sintesi
il peso della piccola e media impresa è prevalente ma rispetto alla media nazionale Torino ha una più forte presenza della grande impresa; negli ultimi decenni è diminuito il peso della grande impresa ed è aumentato quello della piccola e soprattutto della media impresa; si afferma il modello del “quarto capitalismo” e delle “multinazionali tascabili”
Torino ha forte propensione all’export (circa un quarto del fatturato dell’industria manifatturiera viene esportato); il saldo commerciale è sempre positivo; in Italia Torino è una delle principali aree esportatrici;
l’export rimane molto concentrato verso il nucleo storico dell’Unione Europea ma sta aumentando il peso di Est Europa, Asia e in generale dei paesi extra-europei;
è molto importante la presenza di capitale estero; la maggioranza delle grandi imprese insediate in provincia di Torino fa parte di gruppi esteri;
è relativamente diffusa anche la presenza all’estero delle imprese torinesi, attraverso investimenti greenfield,acquisizioni, filiali commerciali, accordi, joint-ventures).
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L’economia torinese in sintesi
Punti di forza
la consolidata tradizione artigiana e manifatturiera del «saper fare» e la imprenditorialità diffusa garantiscono un buon potenziale innovativo e una elevata flessibilità di impresa;
nella sua storia l’industria torinese ha più volte dimostrato grandi capacità di evoluzione o “metamorfosi”, dalle vocazioni tradizionali a nuove specializzazioni;
la elevata apertura alla concorrenza internazionale è uno stimolo all’innovazione ed è una buona base per la proiezione all’estero;
il peso del capitale estero garantisce un migliore accesso al mercato internazionale, una minore sensibilità ai cicli locali, un migliore accesso a risorse finanziarie, tecnologiche e manageriali;
il posizionamento tecnologico complessivamente medio-alto e il robusto patrimonio imprenditoriale garantiscono un vantaggio competitivo sui paesi low-cost e favoriscono l’innovazione continua;
le numerose punte di eccellenza tecnologica e imprenditoriale garantiscono diffuse ricadute sul tessuto produttivo;
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Punti di forza (2)
la rete di relazioni tra imprese e tra imprese e territorio crea rilevanti economie di scala riducendo gli svantaggi della piccola dimensione d’impresa («impresa-rete» e distretti industriali);
il contesto socio-economico e istituzionale è complessivamente favorevole all’impresa e allo sviluppo economico; esiste una buona capacità di dialogo e cooperazione degli stakeholders pubblici e privati; sono presenti collaudati meccanismi di governance distrettuale (v. «Poli di Innovazione», «Distretto Aerospaziale», ecc.);
il livello dei costi è generalmente competitivo rispetto ad aree di pari livello (soprattutto il costo del lavoro);
la qualità della vita e dell’ambiente è di buon livello e potrebbe contribuire a migliorare l’attrattività del territorio se sostenuta da politiche adeguate;
il continuum città metropolitana-campagna e le risorse paesaggistiche, architettoniche e culturali assicurano buone potenzialità di sviluppo per il turismo (congressuale, d’affari e leisure)
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… e di debolezza La scarsa presenza sui mercati emergenti e negli Stati Uniti non consente di sfruttare al meglio le potenzialità dei mercati più dinamici e/o più competitivi; qualità e prezzi dei prodotti made in Torino sono generalmente troppo elevati per la domanda dei paesi emergenti; i paesi low cost stanno risalendo rapidamente la piramide tecnologica minacciando anche leadership consolidate; la forte presenza di imprese a capitale estero può determinare un più rapido smobilizzo degli investimenti quando le condizioni di competitività del territorio peggiorano; può inoltre determinare una scarsa autonomia dei manager locali se il modello gestionale è molto centralizzato e gerarchico; la dimensione d’impresa è spesso troppo piccola per perseguire strategie di innovazione e internazionalizzazione; i rapporti tra Università, centri di ricerca e imprese sono ancora troppo deboli per sostenere un modello di specializzazione basato su innovazione e industrie ad alta tecnologia;
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… e di debolezza (2)
le competenze delle risorse umane disponibili sul territorio non sono adeguate (quantitativamente e qualitativamente); l’immigrazione attualmente non è una risorsa (riduce i costi ma non innalza le competenze);
la debolezza reale o percepita del sistema-paese penalizza anche le imprese di eccellenza;
i fondi pubblici destinabili a politiche per lo sviluppo industriale (ricerca, infrastrutture, ecc.) sono scarsi e inferiori a quelli mobilizzabili dai concorrenti; le politiche pubbliche inoltre sono spesso poco mirate e dispersive;
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Opportunità Buone potenzialità di adattamento in un contesto di rapido cambiamento grazie a flessibilità e agilità imprenditoriali; possibilità di connessione e rafforzamento tra le eccellenze esistenti; buoni potenziali negli scenari tecnologici avanzati per quanto riguarda i sistemi di produzione e alcune tecnologie trasversali (es. meccatronica, tecnologie eco-compatibili e energy-saving); buone opportunità di inserirsi su mercati e/o nicchie in crescita non ancora sfruttati da altri concorrenti; possibilità di diversificazione della base produttiva sfruttando le sinergie e complementarietà tra settori/tecnologie “tradizionali” e “innovativi”; buone opportunità di rafforzare la capacità di attrazione del territorio per risorse qualificate.
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L’economia torinese in sintesi
… e minacce Progressivo indebolimento e erosione della base manifatturiera, con perdita di competenze importanti; criticità crescenti in alcuni comparti di specializzazione (maturità della domanda e/o aumento concorrenza low cost); progressivo deterioramento della attrattività territoriale del sistema Italia e locale in un quadro di crescente concorrenza tra localizzazioni alternative; migrazione di competenze elevate verso l’estero; innalzamento della soglia di investimento in R&S a cui non corrisponde una più stretta integrazione tra ricerca pubblica e privata.
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