SCHEMA SECONDO INCONTRO LE NOZZE DI CANA (Gv 2, 1-11) (L'INCONTRO CON GESU')
Obiettivi dell'incontro: • • • • •
Presentare Gesù come Buona Notizia per la coppia. Avvicinare i fidanzati alla Sacra Scrittura. Accompagnare i fidanzati ad interrogarsi e dialogare sulla fede. Riflettere sull'importanza del “vino buono” all'interno della coppia. Riscoprire il Battesimo come primo incontro con l'amore di Dio. 1) PRESENTAZIONE
A noi piace molto la lettura della Bibbia (sapete cos'è? Cosa significa il termine Bibbia?); penserete subito che siamo strani (e questo forse è vero) ma oggi vorremmo cercare di spiegarvi il perché di questa nostra passione; per noi la Parola del Signore, la Bibbia, (a proposito, quanti sono i testi della Bibbia? 46+27=73) non è solo un’insieme di racconti, storie che si possono raccontare come favole, o come le guerre puniche o i viaggi di Cristoforo Colombo: si tratta, è vero, di episodi accaduti secoli fa, ma quei fatti e quelle storie mi danno una mano a vivere in questo momento, mi aiutano a capire la mia vita personale e di coppia. la Parola non è “lettera morta”, raccontata una volta per tutte, sempre uguale in ogni tempo e luogo, ma è “viva” : tutte le volte che la leggo dice qualcosa di diverso, a seconda della situazione che sto vivendo; oltretutto a me un brano dice una cosa, a chi mi è accanto ne può dire un'altra; soprattutto però la lettura della Bibbia, con il conseguente dialogo-confronto, ci piace perchè ci viene a dare sempre una buona notizia, una bella notizia; non ci sentiamo mai le spalle caricate da pesi gravosi, ma al contrario, la Parola ci libera, ci dona serenità, ci fa sentire amati, ci offre luce e chiarezza rispetto al mondo e a noi stessi. Vi chiederei adesso di rispondere mentalmente ad una domanda: “che immagine ho io di Gesù? Come me lo immagino? Cosa penso di Lui”. Pensateci un attimo e fissatela nella mente. Cosa faremo oggi? Leggeremo insieme un brano del Vangelo molto noto (le nozze di Cana) e lo analizzeremo andando dentro ed oltre le parole, immedesimandoci nella situazione raccontata, per capire poi cosa possa dire di bello, a me, a noi, in questo particolare momento. Dopo la lettura faremo una drammatizzazione del testo, che non è una “scenetta, un teatrino”: non si tratta infatti di mimare quanto è accaduto 2000 anni fa ; si tratta piuttosto di immedesimarci nei panni degli sposi, di Maria, dei servi, di Gesù, tentando di capire cosa pensavano, per dare voce alle loro idee, speranze, preoccupazioni...che in molti casi saranno le nostre idee, speranze, preoccupazioni! Vogliamo che il nostro corpo, muovendosi, ci aiuti a prendere coscienza delle risonanze, soprattutto di quelle più profonde, di quelle che vengono dal cuore o dalla pancia.
Seguirà poi un lavoro in piccoli gruppi, per dare voce un po' più ampia alle nostre risonanze, a quello che ci risuona dentro, che pensiamo o proviamo, sia in positivo che in negativo. Infine, faremo la conclusione tutti insieme. 2) CONSEGNA DEL TESTO BIBLICO
LE NOZZE DI CANA dal Vangelo di Giovanni (2, 1-11)
Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: "Non hanno vino". E Gesù le rispose: "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora". Sua madre disse ai servitori: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela". Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le anfore"; e le riempirono fino all'orlo. Disse loro di nuovo: "Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto". Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto - il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l'acqua - chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora". Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
3) LETTURA DEL TESTO (il testo viene letto da uno degli accompagnatori)
4) SCELTA DEI PERSONAGGI 6 ragazzi (sposo - Gesù- 3 servi- maestro di tavola) 2 ragazze (sposa- Maria) (materiale: tovaglia, bottiglia, bicchieri, giara, vestito Gesù)
5) INPUT PER LA DRAMMATIZZAZIONE
Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea a quel tempo le nozze duravano 5-6 giorni e c'era la madre di Gesù. Maria è l'invitata principale; (come fanno gli sposi ad invitare Maria?) Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Gesù viene invitato per desiderio degli sposi o per imposizione (visto che c'era la madre)? Cosa pensano gli sposi dei discepoli? Perchè li invitano? Venuto a mancare il vino, perchè manca il vino? Calcolata male la quantità? Gli invitati hanno bevuto troppo? Ne è stato rubato? Troppi imbucati? la madre di Gesù solo Maria si accorge che manca il vino? Come mai non se ne accorge nessun altro? Perchè non se ne accorgono gli sposi? Ed il sommelier? gli disse: "Non hanno vino". E Gesù le rispose: "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora". E' strano questo dialogo tra Maria e Gesù. Sua madre disse ai servitori: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela". Immaginiamo che i servi lavorassero da 4-5 giorni, dall'alba al tramonto; cosa avranno pensato? Cosa si saranno detti? Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le anfore";
i servi come avranno riempito d'acqua le giare? Con che velocità? Con quale spirito? Erano contenti di farlo? e le riempirono fino all'orlo. Perchè le riempiono fino all'orlo? Per sfida? Per disperazione? Per obbedienza? Disse loro di nuovo: "Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto". Cosa pensano i servi di questo ordine? Cosa si aspettano di attingere? Cosa non si aspettano proprio di trovare? Ed essi gliene portarono. Quale dei servi va? Con che velocità? Con quale spirito? Cosa pensa dentro di sé? Come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto - il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l'acqua - chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora". Dialogo tra lo sposo ed il maestro di tavola. Cosa pensa lo sposo del sommelier? Cosa capisce di quanto gli dice? Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. Cosa pensano ora gli sposi di Gesù? Cosa avranno tentato di fare?
6) DRAMMATIZZAZIONE
7) RIFLESSIONE DA SOLI O IN COPPIA
L'INVITO AL BANCHETTO ▪ Ma tu lo inviteresti Gesù alla tua festa? …....................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ▪Se io fossi stato lo sposo (o la sposa) e mi fossi accorto della fine del vino, cosa avrei fatto, come avrei agito? …....................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................
▪Che significato ha la festa nella mia vita, come vivo la festa quando sono invitato? La vita per me come singolo, per noi come coppia, è davvero una festa? …....................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ▪Cosa rappresenta il vino all'interno di una coppia? Da dove stiamo attingendo il nostro vino? Siamo in grado di accorgerci quando il nostro vino si sta esaurendo? …....................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ▪Chi ci aiuta ad accorgerci che stiamo entrando in crisi? …....................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................... .........................................................................................................................................................
7) LAVORO DI GRUPPO (8-10 persone per gruppo)
9) CONCLUSIONE IN PLENARIA
All'inizio dell'incontro vi ho chiesto di rispondere a questa domanda: “che immagine ho io di Gesù? Come me lo immagino? Cosa penso di Lui”. Sarebbe bello vedere se l'immagine che avete in questo momento di Gesù è la stessa che avevate due ore fa. Che immagine abbiamo noi di Gesù, di Dio? Lo riconosciamo come un amico che entra in punta di piedi nella nostra vita di coppia per riempirla di vino buono, in maniera gratuita, senza chiedere niente? Sono disposto/a ad assaggiare un po' di questo vino buono o immagino che a me venga data solo acqua o aceto? Ho paura che Lui abbia qualcosa da dire a noi come coppia? Vorrei condividere, a questo punto, quella che è la nostra esperienza collegandola al brano delle nozze di Cana che abbiamo visto. Quando ci siamo sposati, abbiamo deciso di sposarci non in 2, ma in 3, coinvolgendo nella nostra coppia anche il Signore. Non è stata una scelta fatta una volta per tutte, ma va confermata di giorno in giorno. Abbiamo deciso di invitare Cristo nel nostro matrimonio senza tanta convinzione e consapevolezza, ma ci siamo accorti poi, con il passare degli anni, di quanto lui riempia di vino buono la nostra famiglia. Eravamo un po' paurosi all'inizio, temevamo che il Signore, per darci la sua benevolenza, ci chiedesse chissà quali sacrifici, ma ci siamo accorti un po' alla volta come Lui non chieda niente. E' successo un po' come agli sposi di Cana, cui non ha chiesto niente né all'inizio, né durante il miracolo, né alla fine, non ha chiesto neanche un ringraziamento, e forse gli sposi neanche si sono accorti di quello che era successo; non avevano meriti particolari questi sposi, non erano bravi a fare chissà cosa, non avevano talenti speciali, anzi forse erano un po' tonti, visto che non avevano saputo fare neanche i conti di quanto vino serviva, forse erano anzi un po' tirchi, visto che per lo meno potevano un po' abbondare con le scorte; l'unico merito che hanno avuto è stato quello di invitarlo alla festa, magari anche controvoglia, ma l'hanno invitato, gli hanno lasciato uno spiraglio per poter operare! Ci piace lasciarci avvicinare da Cristo perchè se sono molte le volte in cui noi ci accorgiamo di quanto la nostra coppia faccia fatica ad andare avanti, sono molto di più quelle in cui non ci accorgiamo di niente e rischiamo di andare alla deriva inconsapevoli: è qui che Cristo agisce, ci riporta sulla giusta via, ci dona del vino nuovo che noi neanche avevamo chiesto, perchè non sapevamo di doverlo chiedere, un vino così buono che neanche osavamo immaginare. E l'ascolto insieme della Parola ci fa fare un sospiro di sollievo perchè il Signore ci viene a dire: non preoccuparti, ci sono io a guidarti, mi accorgo di quello che non va, ti mando messaggi e segnali, basta che tu li colga e li ascolti. E alla fine non voglio niente da te: voglio solo che voi due siate felici, non abbiate paura, voglio solo che stiate bene insieme, per sempre, e vi godiate l'amore che io vi dono.
10) AGGANCIO AL RITO DEL MATRIMONIO IL BATTESIMO
11) APPROFONDIMENTO PER GLI ACCOMPAGNATORI: ANALISI DEL TESTO
Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. (Gv 2, 1) Una festa di nozze prevede canti, balli, tavolate ricche di ogni pietanza, ma soprattutto di vino. Per gli ebrei il matrimonio era (ed è ancora, per la maggior parte) una grande festa, celebrata con solennità, tanto che arrivava a durare sette giorni. La festa di nozze (ed anche ogni altra festa) è fondamentale, coinvolgente, vitale; chi si esclude da essa si esclude dalla vita: l'uomo desidera la festa, perché è fatto per la gioia, per la felicità. La voglia di fare festa viene dalla voglia di guardare al futuro; la salute di una famiglia, di una comunità, si misura dalla capacità di fare festa, di saper gioire, di riconoscere le cose belle e celebrarle. Il segreto del fare festa è gioire del dono dell'altro. Possiamo chiederci: Che significato ha la festa nella mia vita? Riesco a far festa? Come vivo la festa quando sono invitato? La vita per me come singolo, per noi come coppia, è davvero una festa? Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.(Gv 2, 2) A questo matrimonio l'invitata principale della parentela di Gesù è Maria. Anche Gesù e i suoi primi discepoli sono invitati. Non viene specificato dall'autore se Gesù e i suoi compagni fossero stati invitati volontariamente o se si sia trattato di una imposizione vista la presenza di Maria; non si coglie se questi invitati fossero graditi o giunti per un atto di pura formalità fra famiglie d'origine, come spesso accade in occasione di cerimonie. Possiamo chiederci: io scelgo attentamente (col setaccio) i miei invitati (amici, persone che frequento...) o sono aperto a nuove amicizie, a doni inattesi? Mi piace “rischiare”, correre il “pericolo” di trovarmi un Gesù tra i piedi, o sono attento a selezionare (secondo quali criteri?) le persone che mi si possono avvicinare? Venuto a mancare il vino, (Gv 2, 3) Ad un certo punto la situazione festosa si fa critica, dolorosa e lascia presagire una catastrofe: viene a mancare il vino. Il vino è l'anima della festa, simbolo della felicità che si realizza; venendo a mancare, la festa decade, si smorza, termina prematuramente: sarà inevitabile mandare a casa gli invitati, lasciando soli gli sposi. La fine del vino causa la fine delle nozze e la crisi della coppia, per le reciproche accuse e recriminazioni. Il vino assume molteplici significati; tra questi: • è bevanda inebriante che alimenta la festa; • è simbolo dell'amore umano. L'unione tra l'uomo e la donna è fragilissima: l'esperienza quotidiana dimostra che non può essere sufficiente la nostra volontà, la forza personale per mantenere salda l'unione, perchè volontà e forza finiscono (e finisce così la festa)! L'amore umano (= amore di desiderio = eros), come il vino, è destinato prima o poi a finire, anche se il
cuore crede di potercela fare da solo. E' un'illusione iniziale per tutti ("io e te staremo insieme per sempre"; "non ti lascerò mai"; "il mio amore per te è eterno"...), che corrisponde alla fase dell'innamoramento. Alla resa dei conti la coppia “scoppia” come una bolla di sapone: quando l'amore di desiderio finisce, l'altro diventa per me una maledizione. Quando il limite dell'altro diventa per me insopportabile (delusione, difetto, vecchiaia, malattia, mancanza, insuccesso, tradimento...) io lo scarico, in barba ad ogni impegno e ad ogni promessa! La fine dell'amore (la mancanza di vino) deriva dal fatto che, anche nella coppia, ognuno si difende dall'altro, vive per sé, cerca di soddisfare i propri bisogni, vuole essere servito, per paura, diffidenza, avidità, incapacità di servire, egoismo, con la conseguenza che si resta soli. E non si può far festa da soli! Possiamo chiederci: siamo in grado di accorgerci quando il nostro vino si sta esaurendo? Quanto ne abbiamo ancora? Di che qualità è? Da dove stiamo attingendo il nostro vino? la madre di Gesù gli disse: "Non hanno vino". (Gv 2, 3) Si sono accorti gli sposi di non avere più vino? Il brano biblico non lo precisa, né lascia intendere nulla al riguardo. Maria è la prima ad accorgersi della mancanza del vino e che la festa sta per finire; in altri termini, Maria si accorge che c'è qualche difficoltà all'interno della coppia e che la crisi è imminente. Quanto discreta è la presenza di Maria in questo frangente: non va dagli sposi per non gettarli nello sconforto (comunque, al massimo, avrebbero saputo solo recuperare del vino scadente), ma va direttamente alla sorgente dell'amore, da Gesù, l'unico in grado di dare un vino nuovo. Quando l'amore umano si rivela impotente, esaurito, fallimentare, la coppia ha bisogno di un intervento esterno, di un interessamento di altri... Da sola la coppia non è in grado di rilanciare l'amore, la festa (il vino). Il fallimento dell'innamoramento, dell'amore di desiderio, non ha l'ultima parola (sarebbe davvero, alla fine, una crudeltà illudersi di amarsi e scoprire che è impossibile): c'è il VINO NUOVO, offerto da Gesù, per interessamento di Maria. Prima, però, di accorgersi di aver bisogno del vino nuovo e disporsi a riceverlo, è necessario fare esperienza dell'esaurimento del vecchio, cioè dell'amore di desiderio. Possiamo chiederci: chi solitamente si accorge che una coppia sta entrando in crisi? E' più facile che sia qualcuno di esterno alla coppia ad accorgersene? Quanto viene tollerata o, invece, considerata una benedizione, la presenza di un “terzo” che faccia da mediatore, da paciere, da riconciliatore, da facilitatore, all'interno della coppia, aiutando a riconoscere e superare un momento di crisi? E noi, a chi ci rivolgeremmo per cercare dell'altro vino? Dove andremmo a cercare del vino nuovo da dare agli invitati e a noi stessi, del vino che non faccia interrompere la festa? E' importante che la coppia conosca e frequenti persone (amici, direttore spirituale, gruppi di famiglie, mediatori familiari.....) che siano in grado di riconoscere e segnalare, senza paure e calcoli d'interesse, eventuali segnali di crisi. Quali strumento offrono la comunità civile e cristiana per aiutare la coppia in crisi? E Gesù le rispose: "Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora". (Gv 2, 4) "Donna...": è evidente qui il riferimento a Gen 3 (Maria è la nuova Eva, colei che vince il Separatore, il Divisore e che contribuisce a riconciliare i due sessi, eliminando, vincendola, la separazione) e a Gv 19,27
(ai piedi della croce c'è Maria; lì ci sono le componenti della Festa dell'Amore: Gesù è lo sposo, l'umanità è la sposa; il vino è il sangue della riconciliazione dell’umanità con il Padre e dei fratelli tra di loro). Maria si rivela la paladina dell'amore di quei due sposi: si accorge del disagio, ci tiene a salvare la festa e la buona fama degli sposi, rivelandosi solidale con loro. Maria si fida del figlio: rivive l'Annunciazione e si affida all'intervento di Gesù. A Cana, Maria, già si prende cura della riconciliazione dell'umanità, della realizzazione dell'amore umano, intercedendo per gli sposi, presso Gesù. Maria è sicura che Gesù non rifiuterà di rilanciare la Festa... E' venuto per questo! E Gesù si sottomette a Maria e, preannunciando l'ora della riconciliazione, compie il primo dei suoi miracoli. Possiamo chiederci: Perché proprio Maria ha il ruolo di paladina dell'Amore umano? - Perché ha fatto l'esperienza che il Dono di Dio realizza la vita, ben al di là delle illusioni dell'amore di desiderio. Il Signore ha a cuore il bisogno di essere amato dell'uomo e offre il modo di soddisfare tale bisogno. Gesù e Maria sono la mediazione celibataria per la realizzazione dell'amore umano: sono stati, infatti, i primi portatori dell'Amore-dono, i primi a fare esperienza che è l'Amore-dono e non l'amore di desiderio, a realizzare la vita! Sua madre disse ai servitori: "Qualsiasi cosa vi dica, fatela". (Gv 2, 5) Maria non sa cosa farà di preciso Gesù, ma sa che in qualsiasi caso agirà per il bene degli sposi. Possiamo chiederci: • se io fossi stato lo sposo/a e mi fossi accorto della fine del vino, cosa avrei fatto, come avrei agito? • cosa avrei pensato del mio sposo/a che non ha saputo prevedere quanto avrebbero bevuto i parenti? • cosa avrei pensato dei miei parenti e dei parenti di mio marito/moglie che si sono scolati anzitempo tutto il vino? • se io fossi stato al posto di Maria e mi fossi accorto che non c'era più vino, cosa avrei fatto, da chi sarei andato per risolvere la situazione? Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: "Riempite d'acqua le anfore"; (Gv 2, 6-7) La situazione prende delle sfumature grottesche: della mancanza di vino, forse gli sposi non si sono ancora accorti, ma di sicuro lo hanno verificato i servi che stanno portando le pietanze e le bevande agli invitati. Possiamo chiederci: cosa avranno pensato i servi dell'invito di Gesù a riempire nuovamente le giare per lavarsi? Come avranno fatto questo riempimento, con quale spirito? Quanto tempo ci sarà voluto? Io avrei fatto ciò che Gesù chiedeva o avrei obiettato qualcosa? e le riempirono fino all'orlo.(Gv 2, 7) Possiamo chiederci: perchè i servi riempiono fino all'orlo le giare? Lo hanno fatto con la fede che qualcosa di grande possa capitare o in segno di sfida?
Io fin dove avrei riempito le giare? E fin dove sarei pronto a riempirle adesso? Con il senno di poi possiamo verificare che il Signore non vuole darci una quantità di vino misurata, scarsa, appena sufficiente, ma è pronto a ricolmare la nostra vita di amore riempendola fino all'orlo, tanto da non riuscire a coglierne di più, fino a colmare il nostro bisogno di essere amati. Disse loro di nuovo: "Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto". Ed essi gliene portarono. (Gv 2, 8) Possiamo chiederci: quale dei servi sarà andato a portare l'acqua al direttore del banchetto? Con quale velocità avrà camminato? Cosa avrà pensato durante il breve tragitto? Io, al posto di quei servi, avrei avuto il coraggio di attingere dalla giara e portare al “sommelier” dell'acqua? Cosa mi sarei aspettato? Con quale velocità avrei camminato? Come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto - il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l'acqua - chiamò lo sposo e gli disse: "Tutti mettono in tavola il vino buono all'inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora". (Gv 2, 9-10) Qualcosa di sconvolgente è successo: la festa di nozze, destinata a terminare anzitempo ed in malo modo, si rivela più ricca e sorprendente di quanto atteso, perchè presenta in tavola del vino buono! Il vino che Gesù procura è meritevole di elogio e fa sì che la festa continui. Il desiderio di Gesù, il suo progetto, la sua passione, lo scopo ultimo della sua vita è donare all'uomo una festa che non finisca mai (= la vera felicità, per la quale l'uomo è stato creato per sempre, da Dio). Il "vino" che solo Gesù procura, è l'Amore-Dono, buono e sovrabbondante. Questo vino permette non solo la riconciliazione tra uomo e donna, ma fa sì che la festa si irradi, si diffonda, coinvolgendo tutti coloro che stanno attorno alla coppia. Gesù, a Cana, spinto da Maria si adopera per la realizzazione di Gen 2,24: l'uomo e la donna sono destinati a diventare una creatura, una persona, una realtà sola, un cuor solo e un'anima sola, a vivere in comunione e in fraternità. Il cuore però non crede che il vino nuovo sia migliore del vecchio, finché non lo prova... e non lo prova se non finisce il vecchio: il cuore infatti ha paura che il Dono di Dio renda la vita tetra, austera, chiusa, senza gratificazioni, per questo idolatra l'amore di desiderio. Possiamo chiederci: cosa avranno pensato i servi, unici a sapere cosa era successo? Cosa avrà pensato lo sposo ignaro dell'accaduto? Cosa mai avrà bevuto il maestro di tavola per esprimere tali parole? Cosa penso io sposo/a quando vengo a sapere dei retroscena accaduti alla mia festa di nozze? Cosa penso di quel Gesù invitato forse per caso, se non controvoglia? Cosa faccio dopo aver conosciuto l'accaduto (lo cerco, gli mando un biglietto di ringraziamento, lo desidero accanto a me...)? Ho fiducia in questo Gesù o ho paura? Ho paura che Lui abbia qualcosa da dire a noi come coppia? Sono disposto/a ad assaggiare un po' di questo vino buono o immagino che a me venga data solo acqua? Questo, a Cana di Galilea, fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui. (Gv 2,11)