San Marino Patrimonio mondiale dell’Umanità
San Marino Patrimonio mondiale dell’Umanità
Alto Patrocinio Segreteria di Stato per il Territorio Segreteria di Stato per il Turismo Unità di Coordinamento Unesco Collaborazioni Azienda Autonoma di Stato per i Lavori Pubblici Dipartimento Affari Interni Ufficio Progettazione Contributi Biblioteca di Stato Museo di Stato Unità di Coordinamento Unesco
p. 5 2008 - Centri storici di San Marino, Borgo Maggiore e monte Titano iscritti nella Lista del Patrimonio dell’Umanità
p. 7 SALUTO DELLE ISTITUZIONI
Ringraziamenti Archivio fotografico Museo di Stato Archivio fotografico Ufficio di Stato per il Turismo Fondazione Cassa di Risparmio di San Marino - S.U.M.S. Fotografie Monica Silva pag. 8, 12, 20, 21, 24, 26, 30, 46, 50, 56, 58, 60, 62, 64, 66, 68 Studio MW pag. 18, 25, 35, 36, 63, 71, 76, copertina Goffredo Taddei pag. 14 Renzo Broccoli pag. 70, 75 B.B.Tek srl pag. 4
Progetto editoriale Marina Turci, Cinzia Ceccoli, Renzo Broccoli, Cristina Guglielmi Art direction e impaginazione Marina Turci, Cinzia Ceccoli Pubblicazione a cura del gruppo vincitore del concorso “Scopriamo San Marino Patrimonio dell’Umanità: una nuova segnaletica per il sito dell’Unesco”.
p. 9 San Marino e l’Unesco: dal Titano al Patrimonio dell’Umanità
p. 13 San Marino Patrimonio tangibile e intangibile
p. 18 GUIDA AI MONUMENTI
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Prima Torre / Guaita / Rocca
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2008 Centri storici di San Marino, Borgo Maggiore e monte Titano iscritti nella Lista del Patrimonio dell’Umanità
Il 7 Luglio 2008, durante la 32ma Sessione, a Québec in Canada, il Comitato del Patrimonio Mondiale iscrive il Centro Storico di San Marino ed il Monte Titano nella Lista del Patrimonio Mondiale in base al criterio (iii) e adotta all’unanimità la seguente dichiarazione: “San Marino è una delle più antiche repubbliche del mondo e l’unica cittàStato che sussiste, rappresentando una tappa importante dello sviluppo dei modelli democratici in Europa e in tutto il mondo. Le espressioni tangibili della continuità della sua lunga esistenza in quanto capitale della Repubblica, il suo contesto geopolitico inalterato e le sue funzioni giuridiche e istituzionali si ritrovano nella sua posizione strategica in cima al Monte Titano, nel suo modello urbano storico, nei suoi spazi urbani e nei suoi numerosi monumenti pubblici. San Marino ha uno statuto emblematico ampiamente riconosciuto in quanto simbolo della Città-Stato libera, illustrato nel dibattito politico, la letteratura e le arti nel corso dei secoli. Le mura difensive e il centro storico hanno subito modifiche nel tempo, comportando un intensivo restauro e una
ricostruzione tra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX secolo - processo che può essere considerato come parte integrante della storia del bene e che riflette gli approcci in mutamento della conservazione e della valorizzazione del patrimonio nel tempo”. Motivazione con cui l’Unesco ha inserito il sito nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Criterio (iii): San Marino e il Monte Titano costituiscono una testimonianza eccezionale dell’istituzione di una democrazia rappresentativa fondata sull’autonomia civica e l’autogoverno, avendo esercitato con una continuità unica e senza interruzione il ruolo di capitale di una Repubblica indipendente dal XIII secolo. San Marino è una testimonianza eccezionale di una tradizione culturale vivente che perdura da settecento anni.
Elenco dei paesi votanti: Australia, Bahrein, Barbados, Brasile, Canada, Cina, Cuba, Egitto, Giordania, Israele, Kenya, Madagascar, Marocco, Mauritius, Nigeria, Perù, Repubblica di Corea, Spagna, Stati Uniti d’America, Svezia, Tunisia.
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Saluto delle istituzioni Segretaria di Stato per il Turismo, lo Sport, la Programmazione Economica e Rapporti con l’A.A.S.S. Segretaria di Stato per il Territorio e l’Ambiente, l’Agricoltura e i Rapporti con l’A.A.S.L.P.
In ogni continente i Beni iscritti sulla Lista del Patrimonio dell’Umanità rappresentano un’universalità di valori che segnano il cammino di una civiltà, una testimonianza per le generazioni future. Questo riconoscimento che è stato attribuito al nostro Paese, il 7 luglio 2008, è frutto di un lungo e articolato percorso e onora, attraverso la Dichiarazione di valore universale, l’essenza dell’identità sammarinese: “una delle più antiche Repubbliche del mondo”. Le autorità di governo sono consapevoli della necessità di condividere questa ammirevole e prestigiosa conquista con i propri concittadini, ma anche con i visitatori di questa piccola Repubblica, oggi considerata un Bene appartenente al Patrimonio dell’Umanità. Per queste ragioni si sono compiuti con celerità passi importanti e scelte strategiche per assicurare, con ogni migliore buona volontà, il piano di gestione, attraverso un oculato programma di tutela, di valorizzazione e di comunicazione. La Legge Quadro UNESCO (n. 133 del 2009) per la tutela e la valorizzazione, i continui interventi di restauro e
risanamento svolti in questi anni sui beni immobili, il rifacimento delle pavimentazioni con l’impiego esclusivo della pietra di San Marino, la Legge n. 190 del 2011 per la protezione e utilizzo dello stemma ufficiale della Repubblica, il concorso promosso per il rifacimento della segnaletica per il Sito Unesco, mostre, convegni culturali, non sono che l’espressione di un’unica volontà: custodire, divulgare e condividere il patrimonio di una storia universale. Salutiamo pertanto con grande favore la divulgazione della presente ricerca, sostenuta e patrocinata dalle autorità di Governo. Uno studio che documenta con attenzione e cura il patrimonio del nostro Paese attraverso la nuova segnaletica Unesco. Un lavoro importante che si svilupperà secondo un percorso interattivo e multimediale per una Città-Stato, San Marino sul Monte, che intende vivere appieno la propria storia con la propria gente in un dialogo aperto col mondo.
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San Marino e l’Unesco: dal Titano al Patrimonio dell’Umanità
Edith Tamagnini Ambasciatore, Delegato Permanente della Repubblica di San Marino presso L’Unesco
La sovranità di San Marino, rimasta intatta nei secoli, vive anche in un mito senza tempo: la libertà. Una libertà che si ritrova nella bandiera, negli stemmi, nelle espressioni visive della storia della Repubblica. La Città sul Monte inserita in un paesaggio di straordinaria incisività esprime, insieme alle rocche del Titano e la Cittadella fortificata, il patrimonio intangibile e tangibile, iscritto il 7 luglio 2008 sulla Lista del Patrimonio Mondiale. Per rendere più agevole la percezione del complesso percorso diplomatico che ha consentito di ottenere l’ambito riconoscimento, per valorizzare il patrimonio storico e urbano, è stata data alla stampa la presente pubblicazione, che ha lo scopo di essere una guida sui monumenti della Repubblica ed un incentivo ad approfondirne i valori. Il 18 ottobre 1974, San Marino diventa il 133mo Stato Membro dell’Unesco. Si tratta di una tappa politica essenziale per un piccolo Stato come il nostro che, per la prima volta, entra a far parte della grande famiglia delle Nazioni Unite.
L’Unesco, creata il 16 novembre 1945 con il contributo dei più celebri filosofi del mondo, è l’Organizzazione dell’ONU che ha come missione l’edificazione della pace attraverso l’educazione, la scienza, la cultura e l’informazione. Nel 1960, una grande campagna salva il famoso tempio di Abu Simbel, in Egitto, dall’inondazione del Nilo. La comunità internazionale comprende quanto sia importante proteggere Beni con un valore universale. Si intraprende così il percorso che conduce nel 1972 all’adozione della Convenzione per la protezione del Patrimonio Mondiale, Culturale e Naturale, che celebra, il 16 novembre 2012, il quarantesimo Anniversario. Attualmente i Beni iscritti sono 936, in 188 Paesi. Come tutti gli Stati che hanno aderito, il nostro Paese ha facoltà di candidare il Bene che ritiene avere un valore eccezionale sul proprio territorio. L’iter che porterà la candidatura sammarinese al successo dell’iscrizione sulla Lista è arduo e complesso, poiché nel frattempo oltre al regolamento della Convenzione
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sono state approvate le “Linee Guida” del febbraio 2005, che rendono la procedura ancora più rigorosa. Dopo un indimenticabile affascinante percorso e non poche battaglie, il 7 luglio 2008 con una vittoria unanime San Marino entra nel Patrimonio dell’Umanità. Oggi tutto questo è parte di una storia e di una vittoria condivisa con tutti i Sammarinesi che hanno saputo difendere strenuamente la libertà di questa Terra nel corso di secoli. I criteri che consentono, su giudizio del Comitato, l’iscrizione di un Bene sulla Lista del Patrimonio dell’Umanità sono solo dieci. In base al primo articolo della Convenzione del 1972 e delle Linee Guida per l’attuazione della Convenzione sul patrimonio mondiale
(2 febbraio 2005, criterio III) San Marino rappresenta un caso eccezionale di una tradizione culturale e di una città storica vivente. Il Bene che è stato proposto per l’iscrizione (55 ettari) include il Centro Storico di San Marino con le sue mura difensive, il Monte Titano per il valore del paesaggio e dell’habitat naturale, Borgo Maggiore con il suo Centro Storico fino al Sacello del Santo Marino, fondatore dello Stato. Un paesaggio storico urbano in cui il patrimonio intangibile, rappresentato dalle istituzioni della Repubblica, vive ancora le proprie funzioni nel patrimonio tangibile, negli antichi palazzi e i monumenti. L’Unesco ha riconosciuto anche il valore dei lavori di restauro di Gino Zani, basati su studi approfonditi, per cui la Città, modellata nella sua
tipica pietra arenaria, divenne nel suo insieme espressione dell’identità nazionale ricercata attraverso un’immagine idealizzata del Centro storico. Non poteva esserci un’attestazione più consona per questa antica Repubblica che è un modello di democrazia rappresentativa e di pace nel mondo. Un modello che già i grandi della storia hanno compreso nel valore e nel fascino. Così Napoleone Bonaparte, che diceva: “Guardate San Marino come esempio di libertà”, così Abramo Lincoln che scriveva ai Capitani Reggenti “…benchè il Vostro Stato sia piccolo nondimeno esso è uno dei più onorati di tutta la storia…”. Un territorio che ha saputo, combattendo contro i marosi della storia e dei potenti, mantenere la sua piena sovranità nonostante i vari
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tentativi di annessione. Quali sono, ora, le sfide più importanti? L’ambito riconoscimento è stato percepito non come un punto di arrivo, ma un punto di partenza. In un’era sempre più globalizzata, è bello pensare che San Marino sia entrato nella Lista soprattutto come simbolo di pace a riprova che piccoli e grandi Stati possono restare indipendenti. Considerando anche che, oggi, la distinzione tra piccoli e grandi non dovrebbe più esistere, in quanto esiste un solo grande villaggio che si chiama Terra, un pianeta da amare e proteggere per i suoi valori e per l’umanità. E San Marino è pienamente consapevole della necessità di perseguire i suoi antichi valori di libertà e democrazia per le generazioni future.
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San Marino Patrimonio tangibile e intangibile
“Una società non può vivere, perpetuarsi rinnovandosi, se non coronando la realtà con l’immaginario. (..) Pochi paesi esprimono così bene quanto San Marino nelle sue forme visibili la riuscita di un destino.” Jacques Le Goff
Chi visita per la prima volta San Marino non può che restare affascinato dalla magnifica vista che si gode da questo balcone naturale sulla riviera adriatica e sul Montefeltro. Ma è solo immergendosi nella conoscenza del centro storico che si ritrova, in un continuum fra storia e architettura, l’essenza stessa della piccola Repubblica. Il racconto agiografico della vita del Santo Marino fissa la data di fondazione della comunità indipendente da altri poteri e territori alla fine dell’Impero Romano. Gli atti dell’archivio di Stato e degli archivi storici dei territori limitrofi testimoniano che a metà del XIII secolo San Marino disponeva già della propria autonomia giuridica. Il primo documento cui si fa risalire l’attestazione di indipendenza è del 1296.
Immutato nella estensione geografica dal XV secolo, con l’annessione dei castelli di Serravalle e Montegiardino, a seguito delle lotte contro la famiglia Malatesta, il territorio della Repubblica è, da allora, di 62 chilometri quadrati. Al pari del territorio anche l’ordinamento istituzionale che deriva dagli statuti del 1295-1302 è rimasto pressoché immutato nei secoli. Da allora la Repubblica è retta da due capi di stato che operano collegialmente con paritetico potere di veto l’uno sull’altro. La loro carica dura solo sei mesi per evitare la concentrazione del potere politico. I Capitani Reggenti, cui spetta il titolo di Eccellentissimi, sono nominati dal parlamento, già Consiglio Principe e Sovrano, quando la carica era ereditaria, ora Consiglio Grande
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e Generale, eletto a suffragio universale. Il Consiglio è costituito, da sempre, da 60 membri fra cui vengono scelti i due che ricopriranno il ruolo di Capi di Stato. Gli statuti elencano e normano anche le altre istituzioni: Il Congresso di Stato (Governo), l’Arengo dei capi famiglia (funzioni referendarie, petizioni di interesse pubblico), il Consiglio dei Dodici (istanza giuridica) e le Giunte di Castello (una per ciascuna delle nove entità amministrative della Repubblica). È in queste istituzioni, nell’esistenza continua nei secoli, nell’indissolubile legame col territorio e con i luoghi in cui si svolgono le azioni e le cerimonie, che si attesta il valore di unicità della realtà sammarinese.
L’ICOMOS accetta ed avvalla la candidatura di San Marino perché riconosce che il piccolo stato rappresenta “un esempio di centro storico ancora abitato che ha conservato tutte le sue funzioni istituzionali. Grazie alla sua ubicazione in cima al Monte Titano, non ha subito le trasformazioni urbane intervenute dopo l’avvenimento dell’era industriale fino ai giorni nostri. La sua struttura urbana, sviluppatasi nel corso dei secoli e circondata dalla terza cinta concentrica, di mura del XV secolo, è rimasta intatta, ad eccezione di alcuni rari interventi effettuati a metà del XIX secolo e dell’inizio del XX secolo (come dimostrano le mappe storiche). Il centro storico e i monumenti, riflettono le diverse fasi dello sviluppo urbano, che testimoniano ancora il collegamento,
mai interrotto nel corso dei secoli, tra la struttura urbana e la base storica di questo Stato autonomo. In questo senso, l’insieme composto dal Monte Titano, dal centro storico della Città e da Borgo Mercatale rappresenta un documento che attesta una cultura materiale, le cui funzioni vengono associate all’esercizio della sovranità e al proseguimento degli obiettivi strategici contingenti. La scala e il rapporto proporzionale tra la montagna e il territorio dello Stato, consolidati durante tutto il XV secolo con un’ultima estensione dopo le guerre contro i Malatesta, sono rimasti inalterati, conservando di conseguenza un equilibrio efficace tra l’azione collettiva e il contributo dei singoli cittadini alla difesa e alla gestione della res publica”. (dal dossier Icomos)
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Tra gli edifici e gli elementi più importanti del centro storico di San Marino si devono ricordare le Tre Torri e le mura di fortificazione con le loro porte e i loro due bastioni, il Palazzo Pubblico e altri edifici ad uso governativo e amministrativo, la Basilica del Santo (1835-1838) situata sul sito dell’antica chiesa romanica, i Conventi San Francesco (1361) e Santa Chiara (1565-1609) entro le mura, ed il convento dei Cappuccini fuori le mura, il Teatro Titano (1777) e alcuni palazzi che appartenevano a famiglie nobili. A Borgo Maggiore, storicamente luogo di mercati e fiere, si segnalano la Torre Campanaria e i portici del mercato, le cantine e le piazze.
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La forma urbana della città di San Marino e di Borgo Maggiore resta pressoché immutate fino agli ampliamenti del XIX secolo. Entrambe erano rimaste saldamente legate agli elementi caratterizzanti, le mura cittadine per San Marino, il sistema di piazze per Borgo Maggiore. Nel restauro compiuto fra il 1880 e 1894 da Francesco Azzurri dell’edificio simbolo dello stato, il Pubblico Palazzo, viene esaltata la radice medioevale che diverrà da allora un manifesto dei futuri interventi. Sarà nei primi anni del novecento, con i lavori di restauro e di ampliamento della città di Gino Zani, che San Marino assume il suo aspetto attuale. Ridisegnò le tre torri, le mura e numerosi edifici, tra cui le case Angeli che si affacciano sul Pianello, la facciata della Chiesa San Francesco e il Teatro Titano. Realizzò anche piazza Sant’Agata, nonché la nuova via Donna Felicissima. Nel 1935 elaborò un progetto per l’intero centro storico di cui solo una minima parte venne realizzata anche a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale. Dopo la seconda guerra ripresero i cantieri dei portici di Borgo Maggiore e dell’edificio della Cassa di Risparmio di San Marino. È questa la città che fa da sfondo alla cerimonia di insediamento degli Eccellentissimi Capitani Reggenti: Piazza della Libertà, piazzale Domus
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Plebis, piazza Garibaldi, contrada delle Mura, contrada Omagnano, contrada Omerelli. Nella sala del trono di Palazzo Valloni, i Capitani Reggenti appena eletti ricevono gli ambasciatori accreditati; nella Basilica del Santo assistono alla funzione religiosa e nel Palazzo Pubblico, nella Sala del Consiglio Grande e Generale, dopo aver letto il giuramento in latino, si compie il passaggio dei poteri con il trasferimento del collare di Gran Maestro dell’Ordine di San Marino. Qui si svolgono i cortei, si schierano i picchetti militari e la banda, ma soprattutto è qui che i cittadini assistono da secoli al perpetuarsi delle cerimonie, al rinnovarsi delle istituzioni che rappresentano l’unicità della piccola città sul monte.
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Prima Torre / Guaita / Rocca
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GUIDA ai monumenti
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Prima Torre / Guaita / Rocca
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Sec. XII Secoli XIII - XVII (restauri successivi) XX Gino Zani (restauro stilistico)
Fortilizio militare di guardia e difesa è la Rocca Maggiore, o Prima Arx, già citata con questo nome fin dal 1253. Attorno ad essa e all’interno del girone delle mura che da essa diparte, si è costituito il primo nucleo abitativo di San Marino. Fin dagli statuti del 1600 era previsto un custode residente che doveva sorvegliare a vista l’intero territorio limitrofo ed in caso di pericolo dare l’allarme suonando la campana della torre. La stessa campana, ancora oggi, annuncia ai sammarinesi la riunione del parlamento, il Consiglio Grande e Generale. Era dotata di ponte levatoio. Fino agli anni sessanta la Rocca è stata utilizzata anche come carcere.
Veduta aerea
Nel primo cortile interno, oltre alla cisterna, troviamo la piccola chiesa dedicata a Santa Barbara, patrona degli artiglieri. L’altare che si trovava anticamente all’interno del torrione sud è stato sostituito da questa chiesa più ampia restaurata negli anni sessanta. La lunetta duecentesca che sovrasta il portale di accesso proviene da una chiesa del castello di Acquaviva. I cannoni presenti nel cortile furono regalati dai re italiani, Vittorio Emanuele II e Vittorio Emanuele III, quale segno di fraterna amicizia fra i due paesi.
Cortile interno
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ph. Monica Silva
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Prima Torre / Guaita / Rocca
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Seconda Torre Cesta / Fratta Sec. XIII Secoli XIV - XVII (restauri successivi) Sec. XX Gino Zani (restauro stilistico)
La Seconda Torre o Cesta occupa la punta più elevata del Monte Titano (m. 756 slm) e costituisce il secondo fortilizio militare a guardia e difesa di San Marino. Era presidiata anticamente da un custode e, in caso di necessità, da una guarnigione di balestrieri. Utilizzata nei secoli passati come carcere, ospita oggi il Museo delle Armi antiche, un’ampia collezione di oltre 200 esemplari, di cui 700 esposti al pubblico.
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Seconda Torre / Guaita / Rocca
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Terza Torre Palatia Montalis / Montale
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Sec. XIII Secoli XIV - XVII (restauri successivi) Sec. XX Gino Zani (restauro stilistico)
Citata già nella Descriptio Romandiole del Cardinale Anglico del 1371 rimase in efficienza fino al sedicesimo secolo, ai tempi delle lotte contro i Malatesta. Con l’annessione del castello di Montegiardino nel 1463 e la distruzione del castello di Fiorentino nel 1479, la sua funzione strategica cessò. Fino al XIII secolo era una postazione di osservazione isolata fino a quando nel 1320 non fu costruita la muraglia che la univa alla seconda torre. Le mura di collegamento con la seconda torre sono state utilizzate per anni quali cava a cielo aperto di materiale
pronto per la costruzione delle case del centro storico, oggi non ne restano che poche tracce. È oggi una Torre isolata, ubicata sul lato sud est del crinale del Monte Titano. Vi si accede da un’unica porta posta ad alcuni metri di altezza. Il locale interno è chiamato il pozzo della torre ed è alto oltre sei metri. È circondata da una folta vegetazione in parte autoctona ed in parte posta a dimora negli anni venti del secolo scorso. Restaurata nel 1743 e nel 1817 con il restauro del 1935 assume l’aspetto attuale.
Veduta aerea. Sullo sfondo il castello di Serravalle
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Seconda Torre / Palatia Montalis / Montale
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Porta San Francesco 4
Sec. XIV Secoli XV - XIX (restauri successivi) Sec. XX Gino Zani (restauro)
Porta principale del terzo girone delle mura, chiamata anche Porta del Paese, costituisce l’ingresso ufficiale al centro storico della Città di San Marino. Un tempo era denominata Porta del Loco, termine che le deriva dal vicino convento di San Francesco. Edificata nel 1361 come semplice posto di guardia sul terzo girone delle mura, nel 1451 viene ampliata e sopraelevata e coronata da merli. La Porta, chiusa in passato ogni sera, oggi sempre aperta è costituita da arco a sesto acuto sormontato da bertesca su cui è posto lo stemma in pietra della Repubblica. Sotto la volta, due lapidi riproducono norme dello Statuto relative alla difesa del Paese. Nella facciata interna due stemmi in pietra ricordano l’antica amicizia fra la Repubblica e i Montefeltro. L’epigrafe bronzea, collocata in occasione dell’anniversario del primo anno dall’inserimento nell’elenco dei siti Unesco, riporta il testo della dichiarazione ufficiale. “I centri storici di Borgo Maggiore ed il Monte Titano sono stati iscritti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. San Marino costituisce una testimonianza eccezionale di democrazia rappresentativa fondata sull’autonomia civica e sull’autogoverno, avendo esercitato senza interruzione dal XIII secolo il ruolo di capitale di una repubblica indipendente. Il sito per il suo valore universale merita tutela a beneficio dell’umanità”.
Vista dall’interno delle mura
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Porta della Rupe 5
Secoli XV - XVI Secoli XIX - XX (restauri successivi)
Posta al termine di Contrada Omerelli, è la porta di accesso alla Città salendo da Borgo Maggiore a conclusione della Costa dell’Arnella, antico percorso, oggi solo pedonale, che mette in comunicazione la Capitale con l’antica area destinata ai mercati settimanali. È adiacente al cinquecentesco convento di Santa Chiara, claustro monastico francescano recentemente restaurato e sede dell’università. Come per la porta San Francesco anche qui una piccolissima abitazione posta al di sopra del varco di accesso ospitava il custode della porta che aveva il compito di aprire e chiudere ad orari prefissati gli accessi alla città. La porta, in posizione appartata ed a ridosso dello strapiombo roccioso era difesa, dalla seconda metà del cinquecento, dal grande torrione circolare che modifica il disegno delle mura quattrocentesche per adeguarsi all’introduzione delle armi da fuoco. Nelle immediate vicinanze della Porta, al di fuori delle mura, è stato realizzato nel 2007 un luogo di meditazione e preghiera privo di simboli religiosi, perpetuando così la vocazione di accoglienza del popolo sammarinese senza distinzioni di razza o credo.
Ultimo tratto della strada di accesso
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Secondo girone
Secoli XIII - XIV Sec. XX Vincenzo Moraldi, Gino Zani (restauro)
Il secondo girone di mura è parte del sistema difensivo della Città che si sviluppò nel XIII secolo. Grazie al camminamento di coronamento ha costituito un ottimo sistema di risalita dal Paese alla Rocca detta Guaita. Nelle mura del secondo girone si aprono la Porta della Fratta e la Porta della Murata Nuova, modificate ed ampliate negli anni trenta per permettere il collegamento con la zona di espansione del centro storico progettata dall’ingegnere sammarinese Gino Zani. Il numero e la distanza fra i torrioni di posta ci segnalano un sistema di difesa adatto all’uso della balestra, precedente all’introduzione della polvere da sparo, quando i torrioni saranno non più poligonali ma circolari per meglio resistere agli attacchi. All’uscita della porta della Fratta, nella grande cava antica utilizzata per estrarre la pietra da costruzione, si scorgono ancora le tracce del luogo dove era solito lavorare uno fra i più prolifici scalpellini locali, Romeo Balsimelli.
Ai piedi delle mura del secondo girone il volto che Romeo Balsimelli scolpì sulla viva pietra.
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Palazzo Pubblico
Sec. XIV Sec. XVI Giovanbattista Belluzzi, Niccolò Pellicano 1884 - 1894 Francesco Azzurri 1994 - 1996 Gae Aulenti (restauro)
Il Palazzo Pubblico è il luogo nel quale si svolgono le cerimonie ufficiali ed è sede dei principali organi istituzionali e amministrativi: la Reggenza, il Consiglio Grande e Generale, il Consiglio dei XII, il Congresso di Stato. Eretto sulle vestigia della Domus Magna Comunis, il vecchio palazzo fu costruito fra XIV e XV secolo. Addossato alle mura cittadine ingloba anche alcune torri di guardia, oggi di nuovo visibili grazie al restauro del 1994 ad opera dell’architetto Gae Aulenti. Gli alti ambienti dei piani seminterrati, già magazzini dei sali e cereali, furono divisi in due differenti piani per ospitare uffici prima del 1500. L’attuale immagine dell’edificio si deve all’architetto romano Francesco Azzurri. Il Palazzo progettato in stile neogotico fu inaugurato il 30 settembre 1894. La facciata, sovrastata dalla torre dell’orologio con il trittico contenente le immagini di San Marino, Sant’Agata e San Leone, è caratterizzata da grandi aperture a sesto acuto ed ha al centro il balcone dal quale vengono annunciati i nomi dei nuovi Capitani Reggenti. Nella sala del parlamento una grande tempera murale opera di Emilio Retrosi ricorda ai sammarinesi l’ideale di libertà che ha caratterizzato nei secoli la vita della Repubblica.
< Cerimonia del Corpus Domini > pagina successiva l’atrio d’onore
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Palazzo Pubblico
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ph. Studio MW
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Piazza della Libertà
Racchiusa fra Palazzo Pubblico (Domus comunis Magna), la Casa piccola del Comune (Domus comunis Parva) e le case Angeli risalenti al XIV secolo, la Piazza della Libertà o Pianello ha al centro la fontana con la statua della Libertà (1876 opera di Stefano Galletti), dono della contessa Otilia Heyroth Wagener. Sotto la piazza, splendido balcone panoramico sul Montefeltro, si trovano le antiche cisterne per la raccolta dell’acqua. Norme rigide sull’accesso alle cisterne si trovano fin dagli statuti più antichi. L’approvvigionamento idrico per un paese costruito direttamente sulla viva roccia era una questione fondamentale alla sopravvivenza. Ancora alla fine dell’ottocento, durante il restauro del pubblico palazzo, il cantiere dovette subire lunghe interruzioni nelle estati per mancanza di acqua nelle cisterne a seguito di inverni poco piovosi. A terminazione delle case Angeli dove tutt’ora esiste una fra le più antiche taverne sammarinesi, si può ammirare l’elegante balaustra disegnata da Vincenzo Moraldi, l’architetto che per alcuni anni precedette il sammarinese Gino Zani nei lavori di restauro della Città.
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Piazza della Libertà
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al centro Domus Parva a sinistra Palazzo Mercuri
Domus Parva Sec. XVII 1932 Collamarini - Rastelli La casa piccola del Comune venne restaurata nel 1932 da Edoardo Collamarini e Gaspare Rastelli per la sede delle Poste, assumendo l’immagine odierna. Alla base della torre della Domus Parva è inserita una pietra con le antiche misure di peso e lunghezza. Con l’inaugurazione del Pubblico Palazzo nel 1894 il meccanismo dell’orologio della Domus Parva fu spostato nella torre campanaria del palazzo. Gli antichi quadranti, rimossi negli anni del restauro, sono stati recentemente collocati sulle mura cittadine in prossimità del teatro Titano.
Palazzo Mercuri Sec. XVII 1987 Gilberto Rossini Dimora signorile della famiglia Mercuri, fu costruito nel XVII secolo su resti di abitazioni o mura preesistenti. Al palazzo e alle case Angeli si appoggiava un tempo un arco, avanzo di una delle più antiche porte fortificate di accesso alla parte alta della Città. Acquistato dall’Ecc.ma Camera a metà del XIX secolo, ha ospitato fino al 1963 il tribunale Commissariale le cui sedute si svolgevano nel salone principale del piano nobile. In quel momento alcune finestre e accessi del palazzo sulla retrostante contrada di Borgoloto furono chiusi per ragioni di sicurezza e di allestimento interno. In occasione dei lavori di ristrutturazione curati dall’ing. Gilberto Rossini nel 1987-88, per destinare il palazzo a sede istituzionale, fu commissionato all’artista sammarinese Walter Gasperoni un intervento decorativo ad affresco sulle volte del piano nobile.
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Palazzo Pergami-Belluzzi 11
Secoli XVI - XIX 1939 (restauri) 2001 Gilberto Rossini
Dimora signorile, di proprietà della famiglia Belluzzi sino alla seconda metà del sec. XIX e successivamente della famiglia Pergami, nel 1932 diventa proprietà della Camera di San Marino che vi insedia le scuole primarie. Nel 1920 viene destinato a casa da gioco e altri servizi pubblici. L’edificio di impianto cinquecentesco, dopo numerosi interventi di restauro, ha perso i tratti distintivi originari di cui restano visibili alcuni elementi architettonici decorativi. Nella torretta restaurata di recente è presente l’arco a ogiva di una più antica struttura trecentesca. Dal 2001 è sede del Museo di Stato grazie ad una ristrutturazione globale diretta dall’ingegnere Gilberto Rossini che ne ha curato il progetto e gli allestimenti.
> a destra San Marino risolleva la Repubblica Pompeo Batoni (1708-1787)
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Palazzo Begni con Oratorio 12
Secoli XVI - XVII Secoli XIX - XX (restauri) 1970 - 1975 arch. Luigi Pavan
Già Palazzo Ancaiani-Angeli, costruito fra il XVI e XVII sec., divenne poi proprietà della famiglia Begni. Le volte decorate del piano nobile presentano i cicli classici della decorazione tardo settecentesca con temi legati alla mitologia greco-romana, alle arti, e allo zodiaco. Fra le opere d’arte conservate spiccano, nel salone principale, le grandi vedute del Monte Titano fatte dipingere per l’allestimento del padiglione sammarinese all’esposizione universale di Parigi del 1880. Sulla facciata si trova lo stemma ufficiale in pietra che adornava la piccola stazione di arrivo della ferrovia Rimini-San Marino che cessò la sua attività a seguito dei bombardamenti della seconda Guerra Mondiale. Fino agli anni ‘60 sede del Collegio Belluzzi, oggi sede istituzionale. L’attuale assetto lo si deve all’architetto Luigi Pavan che per alcuni anni ricoprì il ruolo di sovraintendente ai monumenti della Repubblica.
Tela realizzata per il padiglione sammarinese all’Esposizione di Parigi del 1880
L’oratorio dedicato a San Filippo Neri, oggi sconsacrato, nasce come Cappella privata della famiglia Maggio-Staccoli e successivamente delle famiglie Begni e Angeli in quanto confinante con gli edifici omonimi. Verso la fine del secolo XIX assume il nome di oratorio Belluzzi perchè in uso al vicino collegio. L’elegante cappella è stata restaurata negli anni settanta mantenendo intatte le linee architettoniche settecentesche ed oggi è nuovamente collegata al Palazzo Begni. La grande pala d’altare raffigurante San Filippo Neri dipinta da Giovan Francesco Guerriei detto il Guercino nel 1656 è una delle tele più belle del Museo di Stato. Per colmare il vuoto lasciato dalla rimozione della tela nel 2005 fu commissionato all’artista sammarinese Leonardo Blanco l’opera attualmente esposta.
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Palazzo Valloni
Secoli XVII - XVIII Secoli XIX - XX (restauri) Gino Zani - Gilberto Rossini - Simona Faetanini
Edificio costruito fra il XVII e il XVIII sec. quale ampliamento di una casa del 1477 di proprietà della famiglia Belluzzi. Nel 1846-47 diventò proprietà dello Stato con diverse destinazioni d’uso. Fu restaurato nel 1881, per essere utilizzato come sede provvisoria di Governo, Consiglio e Archivio di Stato durante i lavori di riedificazione del Palazzo Pubblico iniziati nel 1884. Nel 1899 diviene Museo di Stato. Nel 1937 cominciarono i lavori di restauro necessari a renderlo idoneo a diventare sede definitiva del Museo, Biblioteca e Archivio, ma tali interventi furono interrotti a causa del bombardamento inglese del 1944; ingenti furono i danni al palazzo ed alle opere d’arte in esso contenute. Oggi è sede dell’Archivio e della Biblioteca di Stato. In occasione della cerimonia di insediamento dei capi di Stato, il primo aprile e primo ottobre di ogni anno, la coppia di Capi di Stato entranti saluta nella sala del piano nobile il corpo diplomatico e consolare accreditato. Sulle pareti della sala sono trascritti in ordine cronologico i nomi dei sammarinesi che hanno ricoperto la carica di capitano reggente iniziando da Oddone Scarito e Filippo da Sterpeto che la ricoprirono nel 1243.
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Ara dei volontari / quartiere delle milizie
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Cava e loggia dei Balestrieri 14
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1927 Gino Zani
Monumento del 1927, opera di Gino Zani, in memoria dei volontari Sammarinesi che presero parte ai movimenti insurrezionali e alle guerre per l’indipendenza d’Italia. L’Ara è posta tra due scale simmetriche che salgono l’una alla Torre delle milizie, l’altra al Giardino dei Liburni. Il fulcro del Monumento è la Cappella sormontata da un obelisco alto nove metri, alla cui base è lo stemma della Repubblica scolpito da Romeo Balsimelli. Sul muro prospicente alla cella è la lapide con i nomi dei caduti. A fare da sfondo al monumento le Logge dei Balestrieri, oggi sede di esposizioni temporanee.
Aperta e utilizzata negli ultimi venti anni del XIX sec. per l’estrazione della pietra utile al restauro del vicino Palazzo Pubblico, nel 1935 Gino Zani vi progettò il Palazzo degli Uffici. Di questo ambizioso progetto, interrotto dai bombardamenti del 1944, non resta che l’alto basamento che sostiene la strada e fa da quinta al monumento ai caduti. Dagli anni sessanta l’area è stata attrezzata per il tiro con la balestra grande all’italiana. Fin dal 1339 vigeva l’obbligo per i Capitani Reggenti di acquistare durante il loro mandato una balestra grande da posta per implementare la dotazione di armi di difesa dello Stato. Anticamente i tornei si svolgevano sul Pianello in occasione della festa del santo (3 settembre) o per salutare la visita di illustri personalità. La competizione fu da sempre considerata una festa popolare tant’é che fra i partecipanti il torneo del 3 settembre 1537 tirava anche Fra Leo del vicino convento di San Francesco.
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Teatro Titano e piazza Sant’Agata
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Chiesa e convento dei Cappuccini 16
1772 - 1809 - 1837 - 1902 1936 - 1941 Gino Zani (restauri e sopraelevazione) 1981 - 1986 Gilberto Rossini
L’edificio che sorge in Piazza Sant’Agata è stato oggetto di una vicenda costruttiva assai articolata e che si snoda per tutta le fine del XVIII secolo, attraverso il XIX, sino al 1902, anno in cui l’edificio fu ampliato con l’aggiunta dell’atrio e di una sala per il ridotto. Uno dei principali restauri, comprensivo di sopraelevazione, lo si ebbe nel 1936 ad opera di Zani. Teatro all’italiana costituito da platea, due ordini di palchi e loggione con al primo piano il palco reggenziale con annessi i salottini e la saletta ricevimenti. Al piano superiore le pareti della bouvette sono state decorate da Bico Martelli negli anni ‘60 con caricature di personaggi sammarinesi. Il sipario del 1846, raffigurante il Parnaso con le Muse e le Grazie, è opera del pittore Pietro Tonnini.
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1593 - Sec. XVII e XVIII Secoli XIX - XX (restauri)
La Chiesa e il convento furono eretti nel 1549 in luogo della Cappella dedicata a San Quirino, in memoria dello scampato pericolo per il tentativo di invasione del capitano di ventura Fabiano da Monte avvenuto il 4 giugno del 1544. Vi si accede da ampia gradinata in pietra che conduce al portico a cinque arcate in mattoni sorrette da colonne monolitiche. In seguito, all’aula originale furono affiancate, sulla sinistra, tre cappelle e un vano per la sagrestia. All’interno il soffitto è a volta a botte unghiata e in fondo all’aula compare il sontuoso tabernacolo ligneo con al centro la Pala di Taddeo Zuccari. L’altare ligneo in noce si inserisce perfettamente nella tradizione cinque-secentesca delle pale d’altare cappuccine il cui massimo esponente fu Fra Liberato da Macerata. Dall’ingresso posteriore si accede al convento e al piccolo chiostro provvisto di una vera da pozzo in pietra, una grande cisterna di accumolo dell’acqua piovana.
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Basilica del Santo
Secoli IX - XI Sec. XVI 1826 - 1838 - 1855 Sec. XX: anni ’20 - ’60 - ’90 (restauri)
La Basilica, riedificata in stile neoclassico nel 1825, sorge sul luogo dell’antica Pieve di San Marino il cui altare era stato dedicato nel 1263, ma di cui si hanno notizie anteriori al 1000. Qui si radunava l’Arringo dei capi famiglia prima istituzione democratica locale. La chiesa è caratterizzata da un pronao a otto colonne corinzie. Sul frontone è l’iscrizione dedicatoria a San Marino. Sulla porta maggiore è presente lo Stemma della Repubblica. All’interno sedici colonne corinzie formano le navate e un ambulacro semicircolare intorno all’abside. La Basilica ha sette altari ed è adorna di statue che raffigurano i dodici Apostoli e il Redentore e numerose opere pittoriche di pregio. A sinistra dell’altare maggiore è presente lo scranno della Reggenza costruito nel seicento in legno di noce. Dietro l’altare troneggia la statua di San Marino che Adamo Tadolini scolpì nel 1830. Al di sotto dell’altare maggiore, una piccola urna contiene le ossa di San Marino rinvenute il 3 maggio del 1586. A destra del presbiterio, in un monumento in marmo, vi è la teca d’argento del 1602 che racchiude la parte superiore del cranio del Santo. Massiccio il campanile, già romanico, fu rinnovato nel cinquecento e all’interno sono presenti sette campane fuse tra il 1961 e il 1963. La Pieve fu aperta al pubblico il 5 febbraio 1838 e consacrata solennemente nel 1855 dal Vescovo del Montefeltro monsignor Agostinucci.
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Basilica del Santo
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Chiesa di San Pietro
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Chiesa e convento di San Francesco 19
Sec. I d.c. Secoli IX - XI 1826 - 1838 Antonio Serra 1940 - 1941 Gino Zani (restauro e costruzione cripta)
La cappella primitiva a pianta cruciforme sorse, secondo la tradizione, dove San Marino aveva edificato il sacello in onore dell’Apostolo Pietro. Tale cappella giunta a noi nelle forme che assunse presumibilmente nel XI sec. fu in parte demolita nel 1826, durante i lavori di allargamento della Pieve. Oggi, dei quattro bracci identici ne resta uno solo ma conserva un interessante copertura in pietra locale a coppi ed embrici osservabile dagli attigui giardini Borghesi. Al suo interno conserva le nicchie scavate nella roccia che la tradizione identifica come i letti di San Marino e San Leo. L’altare di San Pietro proviene dall’antica Pieve. Il Monumento funebre a Giovanni XXIII è opera dell’architetto Amos Luchetti Gentiloni. Sotto la chiesa si trova la cripta, scavata da Gino Zani nel 1941. L’altare con la figura del Santo accanto all’orso, che rammenta uno dei miracoli che la tradizione attribuisce al santo Marino, è opera di Romeo Balsimelli. Gli scavi archeologici effettuati nell’occasione fecero emergere chiaramente come il luogo fosse in uso quale sepolcreto già in epoca romana.
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Secoli XIV - XV Secoli XVII - XVIII (ampliamenti, rifacimenti) Sec. XX (restauri)
Chiesa e Convento furono costruiti nel 1361 “intra muros” dai Minori Conventuali a seguito del permesso di spostamento di papa Clemente VII, per motivi di sicurezza, dalla Murata vecchia o “Serrone“. Il complesso negli anni subì numerosi interventi. La facciata e il portico furono riportati alle linee originarie per opera di Gino Zani. All’interno il Crocifisso ligneo dell’altare maggiore risale al Trecento proveniente dalla primitiva chiesa. Il campanile del 1405 venne ampliato nel sec. XVIII. Nella loggia inferiore del chiostro è visibile una lapide gotica che racconta la storia della chiesa. Gli affreschi quattrocenteschi sono opera di Antonio Alberti da Ferrara. Nella parete laterale, che si affaccia sulla Contrada San Francesco, si possono scorgere le finestre trecentesche e i rilievi con i simboli delle maestranze comacine: un’ascia, un’incudine, due stelle, una mezza luna e un cane.
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Chiesa e convento di Santa Chiara 21
Oratorio Valloni Chiesa di San Giovanni Battista
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Secoli XIV - XVII Secoli XVIII - XIX
Sec. XVIII Sec. XX Gino Zani (restauri)
La prima parte del monastero fu quella edificata a ridosso del ciglio del monte e della porta della Rupe. Nel 1565 ebbe inizio la costruzione delle mura per la clausura. I lavori, lasciati incompiuti, vennero ripresi nel 1580, quando si procedette alla costruzione della chiesa, dell’infermeria e dei dormitori a seguito di cospicue donazioni. Al convento è collegata la chiesa dedicata a Santa Chiara, alla quale si accede sia dall’interno, sia esternamente tramite gradinata. La facciata della chiesa ha un portico costituito da quattro colonne di pietra, che sostengono tre archi a tutto sesto. Elemento significativo sull’architrave del portale é l’iscrizione dedicatoria a Santa Chiara. L’interno ha una sola navata con il soffitto a crociera e lunette laterali affrescate. Il catino dell’abside circolare è decorato a forma di conchiglia. Nel 1980 ebbero inizio i lavori di restauro e di rifacimento dell’intero complesso che oggi è sede di istituti culturali. All’interno è conservata l’opera murale di Enzo Cucchi, SCALA SANTA del 1987, appositamente studiata per questi spazi.
Edificato nel XVIII secolo, l’Oratorio ha mantenuto gli originari caratteri architettonici anche dopo i restauri ad opera di Gino Zani nel 1934, anno in cui la Cappella venne consacrata a San Giovanni Battista, patrono del Sovrano Ordine dei Cavalieri di Malta. La chiesa ad aula absidata è decorata con stucchi barocchi. Sull’altare è presente un San Giovanni Battista in atto di predicare. Sopra le porte laterali sono posti i busti di Alessandro Belluzzi, che eresse la Cappella, Gian Paolo e Pasio Antonio Valloni, proprietari del contiguo Palazzo Valloni a cui anticamente si accedeva tramite la porta sulla parete destra. L’esterno, pur con qualche vezzo tipico del periodo barocco, mantiene la sobrietà dell’architettura sammarinese che predilige sempre l’uso della pietra locale al posto dei marmi policromi, anche per gli edifici di maggior pregio.
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Cimitero di Montalbo 23
Chiesa del Crocefisso e Costa dell’Arnella
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1887 - 1910 Francesco Azzurri
Secoli XVI - XX
Eretto in forme neogotiche fra il 1887 e il 1910 su progetto di Francesco Azzurri, il cimitero monumentale è raccolto in una cinta muraria rettangolare, costruita con conci squadrati di arenaria locale; la cortina è definita da guglie ottagonali. Il cancello in ferro battuto, retto da due pinnacoli a base quadrata, chiude il recinto sacro. Il portico e la cappella si aprono con alte arcate ad ogiva. La decorazione a tempera del quadriportico è opera di diversi artisti fra cui spicca per la qualità delle immagini dipinte il sammarinese Rufo Reffi. Fra i capolavori della scultura sammarinese i due leoni a grandezza naturale scolpiti nella pietra locale dal, già anziano e quasi cieco, Mansueto Mariotti.
Cappella votiva dedicata anticamente a San Rocco, protettore dal morbo della peste, fu restaurata negli anni trenta dopo un lungo periodo di abbandono. La piccola chiesa ha pianta rettangolare e copertura in legno; la facciata riprende i classici stilemi cinquecenteschi con portale, in pietra locale, e finestre ai lati. All’interno si trova un palliotto settecentesco e immagini di santi cari alla tradizione popolare. La cappella è ubicata all’inizio della “costa dell’Arnella”, percorso che, collegando la Porta della Rupe a Borgo Maggiore, sin dall’alto medioevo unisce la città fortificata con la piazza del mercato. Lastricato con conci e fermacarri in arenaria locale, il percorso, oggi solo pedonale, è inserito in uno scenario naturale classificato fra gli organismi storico monumentali del paese.
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BORGO MAGGIORE
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Torre civica dell’Orologio
1896 arch. Francesco Azzurri 1967 arch. Amos Luchetti Gentiloni
La nuova torre civica, voluta in sostituzione del precedente orologio cittadino posto sul seicentesco vecchio ospedale all’imbocco della contrada Sant’Antonio, che ancora si ammira seppur mutilo, è una torre di pianta quadrata sormontata da una cuspide poligonale. Incuneata tra due edifici, ha un alto portale di accesso inquadrato da un bugnato a finti conci; sopra ad esso la scritta, simbolo del Castello di Borgo Maggiore, LIBERTAS. Il balcone sul fronte è sorretto da mensole in pietra in aggetto; sul parapetto delimitato da due pilastini gli stemmi di Borgo e San Marino. In alto, sui quattro lati della torre, è posto l’orologio e, sopra di esso è visibile la cella campanaria. Il portone sul retro funge da accesso privilegiato al meccanismo dell’orologio. Fu edificato nel 1896 come riporta la data incisa in numeri romani. Opera anch’esso dell’architetto romano Francesco Azzurri che lavorò al Palazzo Pubblico ed al cimitero di Montalbo riprende lo stile cinquecentesco. Nel 1967 Amos Luchetti Gentiloni curando la ristrutturazione dell’attiguo edificio per la Cassa di Risparmio eseguì un primo restauro.
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Santuario della Beata Vergine della Consolazione
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Chiesa di Sant’Antimo e Marino 27
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1962 - 1967 Giovanni Michelucci
La settecentesca chiesa della Beata Vergine della Consolazione, distrutta in seguito ai bombardamenti che colpirono la Repubblica nell’estate del 1944, fu ricostruita su progetto dell’architetto Giovanni Michelucci e aperta al culto nel 1967. Il complesso presenta una pianta trapezoidale, irregolare, con una serie di percorsi interni che si sviluppano attorno all’aula principale, su due livelli diversi. Al piano della superstrada, la prima aula ci richiama, per dimensioni ed orientamento, l’antica chiesa distrutta, scendendo si accede all’aula principale, più ampia, circondata dal deambulatorio sormontato dal matroneo continuo. L’originale copertura in piombo, che le conferiva un senso di unicità cromatica non durò che pochi anni e già a metà anni settanta fu sostituita dal rame conferendole l’immagine attuale. La luce naturale accentua l’elaborazione plastica degli interni, conferendo profondità o leggerezza a seconda dei momenti della giornata. È luogo in cui il rapporto personale-intimo e quello corale-comunitario con il sacro convivono. È riconosciuta dalla critica come uno dei capolavori dell’architettura moderna.
Fine sec. XVI Sec. XVIII (ampliamento) 1863 - 1878 M. Reffi 1991 - 1992 arch. Maurizio Del Din
Costruita sui resti di una Cappella quattrocentesca, vi si accede da un portico, sostenuto da colonne monolitiche, che è il prolungamento delle logge di Piazza Grande. All’interno, il soffitto è voltato a crociera e sul lato sinistro si trovano tre cappelle e l’ingresso alla sagrestia. La Chiesa di Sant’Antimo è luogo particolarmente significativo per i sammarinesi in quanto vi è custodita l’immagine di Sant’Agata che il 5 febbraio di ogni anno è trasportata dal Borgo alla Pieve di San Marino in ricordo del giorno della liberazione dalla breve dominazione dal Cardinale Alberoni nel 1740. Il settecentesco palliotto in scagliola, riportante l’iconografia della passione di Cristo, venne commissionato in occasione di un’importante trasformazione della chiesa che ampliò ed allungò il presbiterio. Sulla parete di fondo una secentesca crocefissione tela del Loli, proveniente dal Convento San Domenico di Forlì.
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Il sentiero va percorso con attenzione seguendo il tragitto segnalato.
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Percorso della Rupe
La rupe aspra e rocciosa che per tanti anni rappresentò l’inespugnabilità delle rocche sammarinesi agli attacchi nemici, fu piantumata a metà anni venti con lo scopo principale di dar lavoro agli operai e ai braccianti agricoli per lenire le conseguenze della crisi economica post bellica. Nell’arco di 5 anni oltre 100.000 piante dai vivai toscani furono trasferite e messe a dimora su terrazzamenti artificiali e trincee di muretti a secco. L’immagine del monte rimase comunque brulla fino ai primi anni cinquanta quando la vegetazione iniziò ad assumere una discreta consistenza. Oggi è, insieme al parco di Montecerreto posto sull’altro versante, il polmone verde della Repubblica. Qui nidifica il falco pellegrino, è abitat naturale di cervidi selvatici, istrici e scoiattoli che non è difficile incontrare ai bordi delle strade e nei percorsi interni. Naturale complemento alla escursione è la visita al centro naturalistico a Borgo Maggiore in cui 5 diorami rappresentano i diversi abitat naturali presenti in Repubblica. Il percorso è ad anello e si sviluppa per la maggior parte nel bosco. Le parti più ripide sono attrezzate.
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Santuario della Tanaccia
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Sacello del Santo 29
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Area di culto, dedicata ad una divinità taumaturgica, frequentata già nella seconda età del ferro (V-VI sec. a.C.). Fu in età romana repubblicana (seconda metà del III secolo - I secolo a.C.) che i pellegrini vi accorsero più numerosi, abbandonata poi nella media età imperiale. Vi sono state ritrovate statuette votive in bronzo, anticamente dorato che venivano fissate allo sperone roccioso con colature di piombo. Riutilizzato in età tardoantica (IV-V sec. d.C.) per scopi militari e durante le guerre tra Goti e Bizantini. A quest’epoca risalgono i ritrovamenti tipici dell’insediamento stabile (cisterna, monete, frammenti ceramici e armi). I reperti sono in mostra al Museo di Stato. La tanaccia, piccola grotta naturale, fu utilizzata anche nella seconda guerra mondiale quale stazione di appostamento.
È questo il luogo che la tradizione popolare consacra quale primo rifugio del dalmata Marino, dopo aver lasciato Rimini ove lavorava come scalpellino nei cantieri del porto nel III sec. d.C.. Secondo la tradizione agiografica nel tentativo di scacciare Marino dalle sue terre, Verissimo, figlio di donna Felicissima, matrona romana proprietaria del Monte, rimane paralizzato. La donna intercede con il Santo per la salute del figlio e come ringraziamento della guarigione ottenuta gli dona il Monte Titano. Il 3 settembre 301 d.C. è la data a cui si attribuisce l’inizio dello status d’indipendenza della prima comunità raccolta attorno all’eremita. Per volontà popolare, in occasione del Giubileo del 2000, il luogo fu reso facilmente agibile e posto in sicurezza il ripido sentiero di accesso. Splendido dall’alto il panorama sulle colline dell’entroterra della riviera adriatica.
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Gallerie Borgo e Montale
1928 - 1932
La ferrovia internazionale San Marino-Rimini, realizzata a completo carico dell’amministrazione fascista italiana fra il 1928 ed il 1932 a seguito di accordi in materia di trasmissioni radiofoniche e trasporti, vide per la sua costruzione l’impiego di oltre 1000 operai. I 32 chilometri del tracciato furono presto realizzati con una media di avanzamento di 25 metri al giorno. Le 17 gallerie si trovano tutte in territorio sammarinese. La ferrovia elettrica a scartamento ridotto per adeguarsi alle elevate pendenze del terreno, fu inaugurata il 12 giugno 1932. Viaggiava su una sola linea in salita e discesa per cui fu necessario realizzare delle stazioni di scambio. Oltre alle vetture di Iª IIª e IIIª classe esisteva una vettura saloncino per i capi di Stato e per gli ospiti illustri. Nonostante la neutralità San Marino fu bombardata e invasa. La ferrovia, seriamente danneggiata dal bombardamento inglese del 26 giugno 1944, il mese successivo eseguì l’ultima corsa per trasportare gli sfollati da Rimini. Negli anni del conflitto anche le gallerie furono attrezzate per dare ospitalità agli oltre 100.000 italiani che chiesero rifugio. Negli ultimi anni l’amministrazione è impegnataal recupero delle gallerie e del tracciato quale percorso ciclo-pedonale.
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Centri Storici di San Marino, Borgo Maggiore e Monte Titano: storia di una candidatura.
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----- Perimetro sito ‘Centri Storici di San Marino, Borgo Maggiore e Monte Titano’ ----- Buffer-zone del sito ‘Centri Storici di San Marino, Borgo Maggiore e Monte Titano’
Edith Tamagnini Ambasciatore, Delegato Permanente della Repubblica di San Marino presso L’Unesco
Si riassumono le tappe più importanti del percorso che è stato necessario per presentare la candidatura sammarinese: risale al 10 dicembre 2004 l’invio della Lista indicativa, con la quale sono illustrate le motivazioni per l’ambito riconoscimento. Il Centro del Patrimonio Mondiale approva la richiesta e pertanto si procede alla stesura del dossier, in lingua inglese, che viene inoltrato il 2 gennaio 2006 all’attenzione degli esperti. Con rammarico, si apprende che il dossier, pur essendo preparato con la massima cura, è respinto. Ciò accade in molti casi. Inizia così la stesura di un nuovo dossier, di circa duecentocinquanta pagine, sempre redatte in inglese, corredato di nuove indicazioni, mappe, foto, che viene inoltrato al Centro del Patrimonio Mondiale, il quale ne accusa ricevuta il 31 gennaio 2007 e lo giudica esauriente. Il Centro Internazionale dei Monumenti e Siti (ICOMOS) organo consultivo dell’Unesco sottopone, a sua volta, il dossier all’esame del Comitato Scientifico Internazionale per le città e i villaggi storici. Segue a San Marino, nell’agosto 2007, una missione tecnica da parte di un Esperto che ha il compito di trasmettere all’Unesco un rapporto dettagliato con le sue impressioni e un giudizio sul Bene candidato; rapporto che resterà riservato anche per le autorità sammarinesi, tutto procede nel massimo rigore. Quindi ICOMOS, il 18 dicembre 2007, invia una lettera per avere ulteriori chiarimenti relativi agli elementi materiali e immateriali
del Bene proposto per l’iscrizione e all’attuazione del piano di gestione. Richiesta che viene puntualmente evasa e che è oggetto di una valutazione resa nota l’11 marzo 2008. ICOMOS, nel suo documento di analisi, riconosce il valore universale del Bene candidato, tuttavia ritiene che debba essere ulteriormente rinviata l’iscrizione in attesa di nuovi indicatori. Questo giudizio condizionerà moltissimo l’esame e il voto degli Esperti del Comitato. Nel frattempo, non è mai cessata un’intensa
campagna diplomatica per sostenere la candidatura, la quale è, anche, una eccellente promozione culturale e turistica. La Delegazione Permanente di San Marino presso l’Unesco, composta dall’Ambasciatore Edith Tamagnini e dal Ministro Plenipotenziario Dominic Bunford si accinge, il 1° luglio 2008, a partire alla volta del Canada, per sostenere un esame molto difficile. Infatti partire, con una sentenza già scritta di rinvio, è un atto di coraggio;
si ritiene necessario rappresentare la Repubblica di San Marino con il massimo dell’impegno, poiché è già un onore essere arrivati all’esame finale. Esame che si conclude con una storica vittoria diplomatica: I Centri Storici di San Marino, di Borgo Maggiore e il Monte Titano, sono iscritti all’unanimità il 7 luglio 2008 sulla Lista, vittoria difficile e proprio per questo ancora più bella, che onora tutti i Sammarinesi.
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Prima Torre / Guaita / Rocca
San Marino Patrimonio dell’Umanità
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INDICE DEI MONUMENTI p. 20 1 Prima Torre
p. 57 18 Basilica del Santo
p. 25 2 Seconda Torre
p. 60 19 Chiesa San Pietro
p. 28 Terza Torre
20 p. 61
Chiesa e convento di San Francesco
4 p. 32 Porta San Francesco
p. 62 21 Chiesa e convento di Santa Chiara
p. 34 5 Porta della Rupe
p. 63 22 Oratorio Valloni
p. 37 6 Secondo girone
p. 64 23 Cimitero di Montalbo
p. 39 Palazzo Pubblico
p. 65 Chiesa del Crocefisso e Costa dell’Arnella
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8/9/10 p. 42 Piazza della Libertà, Domus Parva, Palazzo Mercuri
p. 46 11 Palazzo Pergami Belluzzi p. 48 12 Palazzo Begni con Oratorio 13 p. 51 Palazzo Valloni
p. 52 Ara dei volontari e Quartiere milizie 14
p. 53 15 Cava e loggia dei Balestrieri p. 54 16 Teatro Titano e piazza Sant’Agata p. 55 17 Chiesa e convento dei Cappuccini
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p. 69 Torre civica dell’orologio 25
p. 70 26 Santuario della Beata Vergine della Consolazione p. 71 27 Chiesa S. Antimo e Marino 28 p. 72 abc Percorso della Rupe
p. 74 29 Santuario della Tanaccia p. 75 Sacello del Santo 30
p. 76 31 Gallerie Borgo e Montale
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Prima Torre / Guaita / Rocca
San Marino Patrimonio mondiale dell’Umanità
“Una società non può vivere, perpetuarsi rinnovandosi, se non coronando la realtà con l’immaginario. (..) Pochi paesi esprimono così bene quanto San Marino nelle sue forme visibili la riuscita di un destino.” Jacques Le Goff
Il 7 Luglio 2008, durante la 32ma Sessione, a Québec in Canada, il Comitato del Patrimonio Mondiale iscrive il Centro Storico di San Marino ed il Monte Titano nella Lista del Patrimonio Mondiale avendo riconosciuto che: “San Marino e il Monte Titano costituiscono una testimonianza eccezionale dell’istituzione di una democrazia rappresentativa fondata sull’autonomia civica e l’autogoverno, avendo esercitato con una continuità unica e senza interruzione il ruolo di capitale di una Repubblica indipendente dal XIII secolo. San Marino è una testimonianza eccezionale di una tradizione culturale vivente che perdura da settecento anni”.
Contatti Unità di Coordinamento Unesco
[email protected] whc.unesco.org Info www.visitsanmarino.com www.sanmarino2000.sm Ufficio informazioni turistiche (+378) 0549.882914