Anno IV - Numero 196 - Venerdì 21 agosto 2015
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Immigrazione
Esteri
Economia
L'Italia è rimasta l'unica che accoglie
Attentati e tensioni: Medioriente in fiamme
Export a tutta birra, nonostante le tasse
a pag. 2
Moriconi a pag. 5
Di Giorgi a pag. 7
L’ultimo insulto del boss degli Zingari I funerali di Vittorio Casamonica diventano uno sfoggio di potere. Polemiche a non finire oma stuprata da un funerale. Da un’incredibile messinscena che ha salutato l’ultimo viaggio terreno di Vittorio Casamonica, 65 anni. Era il boss del clan degli Zingari, un impero che, a leggere le carte di miriadi di inchieste, si è fondato sullo spaccio, sull’usura, sul racket. Ma è stato salutato da “padrone di Roma”, con carrozze funebri, bande musicali e elicotteri che seminavano petali di rose al suo passaggio.
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Una dimostrazione di potere che ha fatto sollevare l’intero mondo politico italiano sulle macerie di Mafia Capitale; basta la “foto” scattata dalla presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi: ostentazione di potere mafioso. Per il sindaco Marino è “intollerabile”, il ministro Alfano (sul quale sono piovute interrogazioni) ha chiesto una relazione al prefetto Gabrielli. Persino la Chiesa ha espresso “imbarazzo”. Altro servizio a pagina 8
RENZIANI ALLO SBANDO A ROMA. LE TENTANO TUTTE PUR DI SCHIVARE LE PESANTISSIME BOTTE CHE ARRIVANO DA PALAZZO DI GIUSTIZIA di Francesco Storace l Pd ha un punto debole, sta a Roma ed è il suo spaventatissimo presidente del partito e commissario capitolino. Matteo Orfini trascorre le sue giornate a tentare di capire come schivare le pesantissime botte che arrivano addosso ai suoi uomini da Mafia capitale, stazione di partenza piazzale Clodio. L’apparato che si trova a governare, quello cattivo, dannoso e pericoloso descritto da Barca nella sua ormai celebre relazione, resiste imperterrito, sopporta a malapena il commissario, assiste attonito alle sciocchezze che pronuncia ogni giorno. L’ultima, quella di ieri, e’ davvero da Circo Orfini, come ormai viene ribattezzato questo signore che pensa di poter far credere a tutti di essere stato un turista negli anni della Roma dominata da Dalemiani e poi Bersaniani, ora Renziani. “Il Pd sarà parte civile nel processo Mafia capitale”, ha annunciato con un tweet che ha fatto sbellicare tutta la rete dalle risate. Il povero Orfini non è stato ancora informato, evidentemente, che il Pd e’ alla sbarra, sul banco degli imputati, il 5 novembre, grazie ai candidati messi in lista dal partito e non da Pignatone. Anche l’improntitudine più sfacciata deve conoscere dei limiti da non vali-
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capo di gabinetto di Zingaretti, Venafro - che certo non sarà felice dell’annuncio orfiniano, che pure non è per lui uno sconosciuto - per la semplice ragione che non è più in ufficio. In Campidoglio avrei l’imbarazzo della scelta: Coratti, Ozzimo, Pedetti e numerosa compagnia fanno la fine dello sciacquone. Prima usati. Poi scaricati. Orfini, ovviamente, vuol fare la parte del Santo subito. Magari ci spieghi anche se intende far costituire parte civile il Pd pure contro gli ex consiglieri regionali a rischio processo per rimborsopoli, tra i quali diversi parlamentari attuali. Sembrava il caso Fiorito, invece era il colore rosso a spiccare. Ma quella regione fu sciolta lo stesso, come gli potrebbe raccontare uno dei potenti di allora, Claudio Mancini. Quella attuale ancora no... Visto che è in vena ironica, Orfini annunci anche se intende costituire parte civile il suo partito nei confronti del compagno Marco Di Stefano, che è trattato come un tangentaro pericoloso dagli investigatori romani che dovrebbero aver chiuso indagini di cui si è pero’ persa ogni notizia. O è meglio lasciarlo stare, nel caso, non sfrugugliarlo, non sia mai dovesse parlare e raccontare un po’ di cosucce di casa? Evitate queste figure, signori del Pd, che il popolo si arrabbia veramente.
Punto Debole
Sparata comica di Orfini: su Mafia capitale “partito parte civile”. Ma è alla sbarra. E “dimentica” la rimborsopoli laziale e il caso Di Stefano care mai. Un politico cosi rappresenta oggettivamente un punto debole in un partito che si deve difendere politicamente e giudiziariamente. E un processo così importante non può essere trattato alla stregua di
una Festa dell’Unita’. Rullano i tamburi, “il 5 novembre parlerà....”, fermati Orfini, non andare oltre, che è rischioso per il partito.... Appena tornerò in regione, sperando di ritrovare la maggioranza scappata in una notte d’agosto,
potrei chiedere a qualche collega se i consiglieri Patanè e Vincenzi - attenzionati dalle cure degli inquirenti - resteranno iscritti al partito che potrebbe magari chiedere loro i danni, proveniendo dalla Luna. Non posso chiederlo all’ex
DAL REFERENDUM ANTI-AUSTERITY A UNA FUGA CHE SA DI GOLPE: LA PARABOLA ESTIVA DEL “CAMPIONE” DELLA SINISTRA EUROPEA
Il “capolavoro” di Tsipras a spese dei greci Il premier rassegna le dimissioni. Si vota a settembre per impedire alle opposizioni di organizzarsi di Robert Vignola ei settimane fa un referendum che sembrava dover rappresentare il primo macigno nell’ingranaggio dell’euro-austerity. Tra un mese, le elezioni con le quali si vuole andare esattamente nella direzione opposta. La parabola di Alexis Tsipras è stata veloce nel cielo dell’estate, sotto il rovente sole greco l’idolo delle sinistre europee si è sciolto
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come neve al sole. Forte della bocciatura del popolo a un memorandum imposto dall’Europa, ne ha accettato un altro assolutamente simile, ha incassato un paio di “programmi di sostegno” e ha scaraventato il Paese nella crisi politica, con le solite mega scadenze miliardarie da affrontare di qui a qualche mese. Vuole la campagna elettorale, il compagno Alexis. E la vuole subito, consapevole che se coloro che ha tradito (gente compresa) avranno tempo
per organizzarsi, i suoi compromessi saranno svergognati pubblicamente. Di qui l’accelerazione di ieri. Il primo annuncio è arrivato dalla Tv di stato greca ErT1. Tsipras aveva in quel momento convocato una riunione con i propri consiglieri, di grande importanza. Già uscivano le possibili date delle nuove elezioni. Poi, in serata, l’annuncio. “Il mandato che ho ricevuto il 25 gennaio ha fatto il corso. Ora il popolo sovrano deve decidere,
voi dovete decidere se siamo riusciti a portare il paese su una strada positiva, voi dovete decidere se siamo in grado di portare il paese all’uscita dal memorandum, se abbiamo avuto coraggio”. Al 20 settembre, allora. Nel frattempo il presidente cercherà comunque, da costituzione, di verificare se il secondo (Nea Democratia) o il terzo (Alba dorata) partito del Parlamento abbiano i numeri per governare. Siccome non è così, le elezioni saranno convocate in tempi rapidissimi, tanto da impedire all’opposizione interna, ormai fortissima, di Syriza di spodestare il suo ormai ex “campione”. L’Europa, intanto, applaude. Ancora una volta, la Grecia è il suo miglior capolavoro. A spese dei greci: ma questo non importa a nessuno. Altro che colonnelli…
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Venerdì 21 agosto 2015
AttUALItA’
IMMIGRAZIONE
Ormai “accoglie” solo l’Italia La Macedonia dichiara lo stato di emergenza e blocca le frontiere con la Grecia. L’Austria vuole sospendere il trattato di Dublino. Francia e Regno Unito firmano l’accordo: più controlli all’Eurotunnel. E chiamano in causa la Mogherini di Robert Vignola a Macedonia alza le mani. Semplicemente: non ce la fa. Ieri ha decretato lo stato di emergenza e chiuso le frontiere on la Grecia, quelle dalle quali penetrano gli immigrati. "In considerazione di una pressione crescente alla frontiera meridionale e di un flusso migratorio più intenso nel corridoio balcanico, si ritiene necessario un controllo più forte ed efficace nella regione frontaliera, dove si registrano passaggi illegali e massicci in provenienza dalla Grecia", si legge in un comunicato del governo. Per far fronte alla crisi il governo di Skopje intende far ricorso alle forze armate. Ivo Kotevski, portavoce della polizia macedone, ha detto che sia l'esercito sia la polizia pattuglieranno i 50 chilometri di frontiera che separano la Macedonia dalla Grecia in modo da bloccare il "massiccio" flusso di migranti. "Questa misura - ha detto - è stata introdotta per garantire la sicurezza dei macedoni che vivono nelle aree di con-
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fine e per assicurare un miglior trattamento ai migranti". Quasi 39mila persone, per la maggior parte siriani, hanno attraversato la Macedonia lo scorso mese, il doppio del mese precedente; centinaia di migranti approdati in questi giorni sull'isola di Kos, in Grecia, avevano in programma di dirigersi in Macedonia. Migliaia di migranti sono dunque bloccati vicino alla cittadina di Gevgelija, nella “terra di nessuno” che
si estende tra la Macedonia e la Grecia, da dove speravano di prendere un treno per raggiungere i confini con l'Ungheria. Un processo accelerato sia dalla spinta sempre maggiore di profughi che arrivano in Grecia dalla Turchia, sia dalla consapevolezza che presto il muro al confine con la Serbia sarà terminato e in terra magiara non si potrà più passare. Mentre la richiesta dell’Austria di sospendere il trattato di Du-
blino la dice lunga su quale sia l’atteggiamento anche di Vienna, possibile terminale di questa fuga dalla Grecia. Com dire: a Trieste e al Tarvisio sono avvertiti. Intanto anche altrove si ergono barriere contro l’emergenza. A Calais sono stati i ministri dell'Interno di Francia e Gran Bretagna, Bernard Cazeneuve e Theresa May, a cercare di porre riparo all’incredibile situazione che si registra sulla Manica.
L’accordo prevede mezzi supplementari per la sorveglianza dell'Eurotunnel e per il trattamento delle domande d'asilo, e misure di lotta al traffico di esseri umani. Si partirà comunque da un aumento della sorveglianza all'imbocco del tunnel e del monitoraggio dei mezzi in transito, con in particolare "nuove squadre di perquisizioni 24 ore su 24 e 7 giorni su 7" per individuare chi tenta di attraversare clandestinamente, oltre alla creazione di un centro comune di comando e controllo. Ma i due Paesi hanno anche suonato la sveglia all'Alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, chiedendole l'avvio di "un dialogo di alto livello con i principali Paesi di transito e provenienza", assicurando al contempo che si impegneranno per la creazione degli hotspots in Grecia e Italia. Come dire: da questa parte d’Europa non devono neanche arrivare. E in Italia? Qui tutto tace, anzi i migranti si vanno a prendere. Anche ieri sbarchi sulle coste siciliane con l’ausilio di Frontex.
POVERA PATRIA
L’Italia si vende le perle dei suoi mari Da Trieste a Capri, cinque porti all’asta. E nel Pd cadono dal pero e la Grecia vende gli aeroporti, il governo Renzi non vuole restare troppo indietro. E sul mercato mette i porti. Non quelli veri e propri, per carità. Ma i porti turistici, comunque infrastrutture di una certa rilevanza, che danno lavoro non solo direttamente ma anche indirettamente, attraverso quell’indotto di cantieristica, servizi e via dicendo. Un’operazione che stava procedendo sostanzial-
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mente a fari spenti, finché ieri mattina ad accendere la luce è stata un’inchiesta del Corriere della Sera. Così anche gli italiani hanno saputo che moli e pontili a Capri, la marina di Portisco in Costa Smeralda, la marina d'Arechi nel golfo di Salerno, il porto delle Grazie a Roccella Jonica e l'area di Porto Lido a Trieste potrebbero passare di mano a breve. Il parallelo con gli aeroporti greci svenduti dal governo Tsipras non
è peregrino. Perché si tratta di infrastrutture a forte interesse turistico, come lo sono gli scali per l’aviazione commerciale di Santorini, Mikonos, Creta e gli altri messi in vendita. Turismo di lusso, una miniera inesauribile: i cui clienti non conoscono crisi. Dall’altra parte dello Ionio, fiutato l’affare, si è catapultata la Fraport, un’azienda pubblica tedesca compartecipata dallo Stato federale dell’Assia. Curioso che una pri-
vatizzazione finisca per favorire un’azienda pubblica di uno Stato estero… Ma chissà che anche per l’Italia finisca così. D’altronde il valore non è eccezionale (è stato fin qui quantificato in 50 milioni, per ben 2500 posti barca) mentre il guadagno potrebbe essere sesquipedale. Basterebbe far funzionare le cose. Ciò che non è riuscita a fare Invitalia. Il progetto “Italia navigando” che era stato messo in pista un
decina d’anni fa sembrava davvero destinato a produrre benessere e a dare lustro alle bellezze del nostro Paese. Ma la costola del ministero dell’Economia, come del resto è accaduto nel caso del tutto analogo di Promuovitalia (sulla quale Il Giornale d’Italia ha ben informato i suoi lettori), ha presto cessato di essere un braccio operativo e si è trasformata in un fallimentare carrozzone. Ora incombe la privatizzazione e nel Pd cascano dal pero. I due parlamentari Vincenza Bruno e Nicola Stumpo hanno presentato un’interrogazione nella quale dipingono come illegittima la vendita e chiedono al governo se non ritenga “op-
Scuola, i trasferimenti? Ma no, era solo uno scherzo Dietrofront del Governo : un anno di “tregua”, ora vanno bene anche incarichi di supplenza vicino casa
portuno, per quanto di competenza, assumere iniziative urgenti per la sospensione dell’avviata procedura, in attesa che si faccia chiarezza”. E chiedono pure “opportune iniziative urgenti per assicurare la piena conformità alla legge dell’operato dell'Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa spa (società di proprietà del ministero dell’Economia e delle Finanze che agisce su mandato del governo), garantendo il rispetto dei principi di derivazione costituzionale di buon andamento, trasparenza ed imparzialità della pubblica amministrazione”. Vedremo come finirà questa storia… R.V.
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Direttore responsabile
di Emma Moriconi ambio di rotta, o meglio dietrofront: gli spostamenti dei precari nella scuola non s'hanno da fare, almeno per quest'anno. Così il tandem Renzi-Giannini cade sotto i colpi della bufera dopo le proteste dei docenti a trasferirsi in un'altra regione. I neoassunti potranno, insomma, per l'anno 2015-2016, accettare una supplenza vicino casa senza perdere il ruolo. Il ministro Giannini ha chiesto agli uffici scolastici territoriali di effettuare le nomine per le supplenze entro l'8 settembre, ma i sindacati non sono comunque contenti e annunciano uno sciopero in autunno. Il problema sono le graduatorie: Domenico Pantaleo della Flc Cgil - riferisce il Tgcom - ha detto che "le graduatorie non verranno
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esaurite per quei 30mila iscritti che non vogliono l'assunzione e i 20 mila della scuola dell'infanzia che hanno presentato domanda". E per il 23 settembre si preannuncia una mobilitazione di studenti e docenti. Insomma, da "anno della svolta" siamo passati a "anno della tregua". La questione non è di facile soluzione, tra un anno si sarà da capo e settembre 2016 non è poi così lontano. Insomma al problema non è stata trovata una soluzione, si è solo prolungata l'agonia. Del resto, se la riforma ha subito così tante proteste nel corso della sua approvazione - e i media ne hanno riportato ogni fase forse valeva la pena interrogarsi prima sull'opportunità di insistere. L'Anief, poi, annuncia una class action contro il Governo, che ha bloccato le assunzioni del personale Ata, e il ministero
fa sapere che "andrà avanti": si, questa l'avevamo già sentita, si "va avanti", salvo dietrofront, come al solito. Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti ha picchiato duro: "L'avvio del prossimo anno scolastico si preannuncia all'insegna del caos, in barba alle promesse sbandierate dal ministro Giannini e da Renzi. Più che una 'buona scuola' - ha rincarato - quella che si profila per docenti e studenti sembra una 'scuola alla buona'. Il Governo ha detto ancora - ha spacciato la riforma come cura miracolosa contro la 'supplentite', ma in realtà anche quest'anno assisteremo al solito balletto dei supplenti, aggravato dal fatto che, in base al nuovo piano di immissioni in ruolo, bisognerà attendere novembre per sapere se e
dove verranno assunti". E sulla vicenda dei precari si sono espressi anche i dirigenti, per bocca del presidente dell'Andis Paolino Marotta, che ha detto: "Questo rinvio di un anno non va bene. Ma già a marzo avevamo annunciato che sarebbe andata in questo modo. Il sistema di assunzioni a tappe così ha una partenza difficile. L'Amministrazione lo sapeva e ora aggrava la situazione". E secondo il segretario generale di Uil Scuola "Si cominciano a vedere le contraddizioni di una legge di riforma sbagliata. La propaganda del Governo - ha riferito all'Ansa - dice che è una buona legge, invece non lo è. Ma si può rimediare e noi siamo disposti a collaborare. Si parla di boicottaggio, ma nessuno ha boicottato il piano, è solo sbagliato".
Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail:
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AttUALItA’
IL RISVEGLIO DEL MINISTRO DELL’INTERNO A BASE DI “CHOC FISCALE E BUROCRATICO”
Alfano vuole “vietare” la crisi Il leader del Ncd cerca di rilanciare l’immagine del partito. Con leggi speciali e “family act” di Robert Vignola a crisi vi ha tolto la serenità? Tranquilli, ci pensa Alfano. Che durante il suo soggiorno al Viminale, s’è accorto alla fine che qualcosa in Italia non va. E perciò ha annunciato (non da subito. Da settembre…) leggi speciali “anti-crisi”. Mica roba da poco: per cinque anni. Evidentemente spera di restare ancora a lungo dov’è. Ma tant’è. La sentinella delle tasse s’è scossa dal torpore e quindi lo ha promesso: “a settembre, con la ripresa dell’attività e in vista della legge di stabilità, presenterò a Renzi una proposta dettagliata su fisco, burocrazia, incentivi alle famiglie”. D’altronde, dice il ministro degli Interni, “siamo di fronte alla crisi economica più lunga dal dopoguerra”. Che sia colpa dei governi ai quali si è seduto, il pensiero non lo sfiora. Anzi, rivendica pure le sue “scelte importanti”. Ma ora “bisogna andare oltre: servono leggi speciali per alcuni anni che prevedano uno choc fiscale, uno choc burocratico e un forte sostegno alle famiglie“. A queste ultime è dedicata la parte centrale del progetto di Alfano: “Botta secca alla tassazione
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prima casa, fortissimo sostegno fiscale alle famiglie con detrazioni e deduzioni per i nuovi nati e aiuti alle spese, dai pannolini ai libri: per le famiglie abbiamo un piano da 7,5 miliardi, con solide coperture anche per coloro che assistono gli anziani”. Tanto per non distanziarsi troppo dal
lessico del premier, cui dovrà chiedere il permesso, ha trovato pure un nome: “family act”, da mettere in pratica con “un robusto taglio alla spesa pubblica da destinare a famiglie e imprese”. Per quanto concerne lo choc burocratico, invece, Alfano ha annunciato
che “per alcuni anni, noi proporremo cinque, ci deve essere per cittadini e imprenditori libertà assoluta di realizzare ciò che le leggi consentono loro senza dover chiedere autorizzazioni, licenze o permessi”. Una “profonda deregolamentazione”, quindi, un piano che “non ha bisogno di co-
perture, ma anzi si prefigge di mettere in moto risorse”. E “per un quinquennio, per dare certezza a investitori”. Non solo. Il leader di Ncd ha annunciato anche la proposta di “aumentare la soglia sull’uso del contante, come già previsto da una nostra mozione approvata in Parlamento, portandolo a 3mila euro”. “Le nuove norme antiriciclaggio approvate di recente – ha affermato il leader di Ncd – consentono di meglio contrastare e punire chi fa un uso illecito del denaro. E 3mila euro è una soglia pari alla metà della media europea. Uno Stato liberale non si esprime tramite vincoli all’uso dei contanti, ma incentivando l’uso della moneta elettronica”. Il pacchetto prevede inoltre proposte per il Sud. “Abbiamo proposte molto precise tipiche di un Sud moderno e senza cappello in mano – ha assicurato Alfano – che non aspetta salvatori ma è pronto a rischiare in proprio. Ci presenteremo all’appuntamento con la legge di stabilità con una proposta netta e chiara che dia un’impronta riformatrice”. Bravo: ma visto che sono quasi dieci anni che è ininterrottamente al governo (tra i pochissimi a vantare il record), non poteva pensarci prima?
MESSAGGI CONCILIANTI VERSO IL GOVERNO. CHE PERÒ GLI SPARA ADDOSSO SULLA GESTIONE DEI MUSEI
Crocetta cerca sponde. Ma va a vuoto rocetta manda messaggi concilianti verso Roma. Sa che la ferita è aperta, vorrebbe chiuderla. Anche perché, come da copione, la sua riottosa maggioranza ha ritrovato la quadratura del cerchio, per quanto i numeri siano labili. Il problema è che tutti sanno che il centro-sinistra non può permettersi le elezioni. Di qui i segnali di fumo che il governatore ha inviato a chi, sotto sotto, non vede l’ora di rottamarlo. “Il clima politico è mi-
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gliorato e adesso chiedo un grande patto con Renzi per la Sicilia in materia di precari, bilancio, rifiuti e infrastrutture”. Senza dimenticare un tentativo maldestro di chiudere la clamorosa polemica sul caso Lucia Borsellino. “Ho passato momenti difficili, ma l’unica colpa che ho è forse quella di aver peccato d’ingenuità: Tutino era il mio medico personale e avevo con lui un rapporto di fiducia, come chiunque con il suo medico. Ma io con lui e Sampieri
non ho fatto affari e non ho interessi in comune. Mi dispiace per la perdita dalla squadra di Lucia Borsellino: capisco che l’aver letto dossier falsi l’abbia scioccata”. Pace fatta? Insomma, a giudicare dalle parole del sottosegretario Faraone. Uno che nel Pd di Renzi conta. E che non le manda a dire. Ed entra a gamba tesa sulla gestione del patrimonio dei beni culturali siciliani. “Basta custodi a non finire per lasciare chiusi i musei, ba-
sta orari d’apertura decisi con i sindacati e non valutati per consentire una migliore fruizione del pubblico. Musei aperti come i più grandi e migliori poli museali europei, da Barcellona a Parigi a Londra, luoghi di cultura dove, dai bambini agli adulti, si possa fruire la bellezza che vi è custodita senza il rischio di trovarsi chiusa la porta, come spesso accade, purtroppo, in Sicilia”. E rincara la dose: “Faccio un appello all’assessore Antonino Purpura,
che so essere persona sensibile e preparata. Cambi tutto. Concorsi pubblici per i direttori (basati sul merito e non sull'appartenenza geografica o sul ruolo dirigenziale interno), autonomia e costituzione di poli museali, in cui i piccoli musei siano messi a sistema con i più grandi, potendo lavorare in maniera integrata, collaborativa ed efficiente. Quanto ancora dovremo vedere morire i nostri musei, sprofondati nel sonno, nella pigrizia e nell'incompetenza?”. E ancora: “Come vengono nominati i direttori dei musei regionali siciliani? Un concorso internazionale? Non
sia mai, impedito dalla legge che obbliga a scegliere solo tra dirigenti impiegati della Regione, tramite degli ‘atti di interpello’ interni, con piena discrezionalità del dirigente generale. In sostanza, una nomina diretta tutta interna agli uffici della Regione. I musei siciliani come le ‘società municipalizzate’, sempre e solo dipendenti pubblici pagati a prescindere dal profitto e dagli obiettivi raggiunti. Per carità ce ne sono di molto bravi, ma possibile si possa solo scegliere tra i dipendenti regionali? Una follia. I risultati? Sono sotto gli occhi di tutti”. R. V.
Marò, c’e pure chi ci “gioca” Fa discutere il videogame on line che si fa beffa della vicenda di Girone e Latorre di Cristina Di Giorgi l relitto di un sottomarino con su scritto “ridateceli”. E subito sotto un messaggio: “I due marò sono appena evasi. Riuscirai a farli tornare in Italia?”. E’ la home page del sito internet dal quale accedere al gioco on line “Marò Slug”, evidentemente basato sulla delicatissima vicenda dei fucilieri di marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Ideato da Emiliano Negri e Antonio Del Maestro, il programma si rifà a “Metal slug”, un celebre videogioco prodotto nel 1996 dalla Snk Playmore. In questa particolare versione con l’accompagnamento musicale dell’Inno di Mameli l’utente, usando la barra spaziatrice e le frecce della tastiera, guida il personaggio scelto (i nomi dei protagonisti sono la
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traduzione inglese di Girone e Latorre) nella fuga attraverso la giungla, ostacolata da “nemici” armati di spada da fermare sparando. “Abbiamo voluto scherzare non sulla vicenda dei due fucilieri - dice all'AdnKronos Emiliano Negri - ma su chi la strumentalizza. Il caso Marò rappresenta una questione estremamente complicata, gestita non alla perfezione da parte delle istituzioni italiane”. E per tutto quello che ruota attorno alla vicenda in sé Negri aggiunge: “siamo un po' schifati. Sfruttare una cosa del genere per ottenere consenso di pubblico e politico, dal mio punto di vista è proprio una mossa viscida. E uno dei motivi per cui è nato il gioco probabilmente è in minima parte anche quello di sottolineare tutto ciò. Comunque la nostra iniziativa – conclude
il co-autore del gioco - non ha fini propagandistici o politici e voleva solo strappare una risata". Ai commenti entusiasti degli utenti, fanno da contraltare le parole di Ignazio La Russa (Fdi-An): “Non credo sia il massimo legare a un videogioco una vicenda così drammatica. L'obiettivo del videogame è quello di salvare i Marò? Apprezzo lo scopo, ma non vorrei si trattasse di una trovata commerciale. Quello che emerge, purtroppo, è che fa notizia un videogioco – prosegue l’ex ministro della Difesa - e non l'iniziativa di un governo che non ha saputo rendere prioritaria la vicenda marò, che è una questione di dignità nazionale. Trovo il videogioco inopportuno, ma a far scandalo dovrebbe essere l'incapacità del governo di mettere la vicenda marò in
cima agli obiettivi del sistema Italia, dopo tre anni persi per niente” conclude Larussa. Ancora più dure le parole di Elio Vito, parlamentare di Forza Italia, secondo cui è “assurdo e sconcertante che in un momento così delicato per la libertà dei nostri fucilieri di Marina, alla vigilia della sentenza del Tribunale internazionale di Amburgo al quale l'Italia si è finalmente rivolta dopo 3 anni, i nostri fucilieri di marina possano addirittura diventare protagonisti di un videogioco. La vita e la libertà di Girone e Latorre non sono uno scherzo, sono stati già
maltrattati abbastanza”, ha concluso l'esponente azzurro. Al di là di qualunque commento sull’opportunità o meno del gioco in questione e sulle motivazioni che hanno spinto i due ideatori a realizzarlo, va detta comunque una cosa: la frase che dà inizio alla partita (“I due Marò sono evasi”), risulta sicuramente inappropriata. E piuttosto priva del rispetto per la dignità con cui Latorre e Girone stanno affrontando, da ormai quasi tre anni, l’offesa di accuse giuridicamente e moralmente prive di fondamento.
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EStERI
GLI STATI UNITI E LA POLVERIERA DELLA QUESTIONE RAZZIALE
Neri e polizia, riesplode la violenza L’uccisione di un diciottenne a St. Louis ha dato il via a una nuova ondata di proteste
di Stella Spada
tornata altissima la tensione negli Stati Uniti dopo l’ennesimo episodio in cui un afroamericano è rimasto ucciso per mano di agenti di polizia. Il rischio, decisamente concreto, è l’esplosione di vere e proprie rivolte razziali.
È
La morte del diciannovenne Mansur Ball-Bey si aggiunge ad una lunga serie di casi, il primo dei quali è stato quello di circa un anno fa a Ferguson: era il 9 agosto quando Michael Brown, diciottenne di colore, venne colpito a morte da un poliziotto bianco nonostante fosse disarmato. La vicenda, che aprì un acceso dibattito sul modo delle forze dell’ordine di trattare le minoranze, ebbe purtroppo
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha ordinato la chiusura della frontiera con la Colombia per settantadue ore. Il motivo della decisione è legato ai fatti accaduti due giorni fa a San Antonio del Tachira, una cittadina situata al confine nordoccidentale del Paese: nel pomeriggio di mercoledì, riferisce la stampa locale, due uomini armati a bordo di una moto hanno dato vita ad una sparatoria, in cui un civile e due militari, che erano impegnati in controlli contro il traffico di droga, sono rimasti feriti (uno in modo grave). Maduro, parlando alla tv governativa VTV, ha dichiarato che si attende “la piena collaborazione delle autorità colombiane per identificare e catturare gli aggressori, nel caso si siano rifugiati Colombia” ed ha inoltre annunciato, senza fornire dettagli, che verrà messa in atto un’operazione speciale per arrestare gli aggressori.
Slovacchia: scontro tra due aerei, morti sette paracadutisti Due aerei turboelica con a bordo un gruppo di paracadutisti civili (che stavano effettuando un esercitazione per un air show) si sono scontrati nei cieli della Slovacchia, vicino a villaggio di Cerveny Kamen (non lontano dal confine con la Repubblica ceca). I morti sono stati sette: quattro piloti e tre paracadutisti; gli altri – 31, secondo fonti
tra bianchi e neri e dell’uso eccessivo della forza da parte della polizia negli Usa sono comunque ancora un problema. E nemmeno piccolo. L’episodio del 19 agosto a St. Louis (Missouri) rischia dunque di diventare il detonatore di una situazione già di per sé molto complessa. Quanto ai fatti, il capo della polizia locale ha raccontato che Ball Bey, quando una pattuglia si è recata a casa sua per
IERI MATTINA SCONTRO ARMATO A DISTANZA SUL CONFINE NORD ORIENTALE
DAL MONDO Venezuela: chiusa per 72 ore la frontiera con la Colombia
un seguito: appena dieci giorni dopo un altro ragazzo nero fu ucciso in Missouri, durante un tentativo di rapina in un negozio. Casi simili, inoltre, si verificarono nei mesi successivi a New York, a Cleveland, a Madison, a North Charleston, ad Arlington. Tutte vicende sulle quali si è discusso moltissimo e che hanno dimostrato, anche a prescindere dal concreto svolgersi dei fatti, che le questioni del rapporto
eseguire un mandato di perquisizione “alla ricerca di armi, criminali violenti e persone che avevano commesso crimini nel quartiere”, ha tentato la fuga insieme ad un altro uomo. A quel punto gli agenti avrebbero ordinato ai due di fermarsi e per tutta risposta il diciottenne ha puntato loro contro una pistola. I poliziotti hanno reagito sparando quattro colpi, che hanno ucciso il giovane. Come c’era da immaginarsi, alla morte del diciottenne sono seguite violente manifestazioni di protesta: la polizia ha disperso con i gas lacrimogeni una folla di circa 150 persone ed ha fatto sapere di aver eseguito nove arresti. “Alcuni manifestanti hanno anche dato fuoco ad una casa abbandonata ed altri hanno lanciato bottiglie di vetro e pietre contro gli agenti. Altri ancora – si legge su l’Internazionale - hanno intonato gli slogan del movimento Black lives matter, che denuncia la violenza della polizia, la povertà e il disagio delle comunità nere”. La polveriera sociale delle relazioni razziali negli Usa si è dimostrata dunque, ancora una volta, una questione aperta che, se non affrontata adeguatamente, rischia di provocare ancora più danni. E soprattutto, purtroppo, più vittime. Sia tra i bianchi sia tra gli afroamericani.
locali - sono riusciti a lanciarsi poro prima dell’impatto. Il ministro dell’Interno locale Robert Kalinak ha detto ai giornalisti che i due velivoli si sono scontrati poco dopo il decollo, per cause ancora da accertare. Secondo un funzionario del Servizio investigativo, l’incidente potrebbe essere stato provocato dall’improvvisa perdita di altitudine di uno degli apparecchi.
New York: un liceale ruba la scena a Donald Trump Colpo di scena nella campagna elettorale americana per la corsa alla Casa Bianca 2016: un quindicenne dell’Iowa è infatti riuscito a rubare la scena a Donald Trump (che comunque resta in testa con il 24%). Brady Olson - questo il nome del ragazzo - con lo pseudonimo di Deez Nuts è diventato, in tre Stati, l’indipendente con il maggior numero di consensi dai tempi di Hanry Ross Perot nel 1996. Secondo un sondaggio di Public Policy Polling, il liceale ha ottenuto da indipendente il 9% dei voti in North Carolina, l’8% in Minnesota e il 7% nel suo stato di origine. Senza mai fare comizi o interviste televisive: il giovane si è infatti limitato a riempire un modulo, registrandosi tra i 585 candidati per le prossime presidenziali. “È il segnale che c'è voglia di una alternativa ai due partiti maggiori" ha dichiarato in proposito Jim Williams, analista della casa che ha effettuato il sondaggio.
Alta tensione tra le due Coree Pyongyang ha lanciato un missile e Seoul ha risposto sparando alcuni colpi ale di nuovo la tensione tra la Corea del Sud e quella del Nord. Ieri mattina Seoul ha sparato una decina di colpi oltre il confine, secondo fonti militari in risposta ad un attacco di Pyongyang. Sembra infatti che poco prima dalla Corea del Nord, fosse stato infatti lanciato un missile contro una struttura militare sudcoreana nella contea di Yeoncheon, a nord est della capitale: l’obiettivo sarebbe un altoparlante che trasmetteva messaggi propagandistici contro il Nord. Secondo il ministero della Difesa di Seoul, non ci sono stati feriti né danni. Sono comunque state evacuate, dalle zone limitrofe all’installazione militare, un centinaio di persone. E il livello di allerta è stato innalzato al massimo. E se è vero che ad agosto, ogni anno, la tensione tra i due Paesi si alza pericolosamente – dando vita sia a situazioni di guerra psicologica e di nervi, sia a veri e propri scontri militari – resta ancora da chiarire se il vero obiettivo del missile lanciato questa mattina dal-
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l’esercito di Pyongyang era davvero un altoparlante. Forse – come ha ipotizzato un esperto – lo scopo dei nordcoreani era testare i tempi di reazione delle forze armate di Seoul. Che poco dopo l’episodio, hanno ricevuto dai nordcoreani una lettera in cui si chiedeva la rimozione degli altoparlanti entro 48 ore, pena il ricorso all’azione militare.
Quanto ai fattori che influenzano la tensione di questi giorni, come ricorda Giulia Pompili su Il Foglio.it, ne vanno registrati diversi. Innanzitutto l’esercitazione militare Ulchi Freedom Guardian (dal 17 al 28 agosto), che i sudcoreani stanno conducendo come ogni anno insieme alle forze statunitensi, proprio per prevenire eventuali attacchi nordco-
reani. E che, come sempre, provoca reazioni indignate da parte di Pyongyang. E poi ci le celebrazioni dei settant’anni dalla fine del Secondo conflitto mondiale, come la parata del 3 settembre a Pechino a cui i rappresentanti di entrambe le Coree avevano annunciato di voler partecipare. Con immediato reciproco scambio di battute al vetriolo. CdG
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EStERI
TRE ATTENTATI: BOMBE VICINO AL PALAZZO DELLA SICUREZZA NAZIONALE E A UN TRIBUNALE - SANGUE ANCHE IN SIRIA E IN IRAQ
Egitto, Il Cairo sotto attacco La rivendicazione dell’Isis: “Vendetta per i nostri fratelli e per tutti i martiri musulmani” di Emma Moriconi uoco e terrore al Cairo, in Egitto, dove nella notte di ieri tre attentati hanno sconvolto la zona: bombe sono esplose vicino al palazzo della Sicurezza nazionale a Shubra El-Khema e a un tribunale della capitale egiziana, almeno 29 i feriti nell’ attentato a Shubra, alla periferia a nord del Cairo, nel governatorato di Qalyubiyya, dei quali sei sono agenti. A rivendicare le azioni è stato l’Isis che in un comunicato ufficiale ha fatto sapere che gli attentati sono una “vendetta per i nostri fratelli e per tutti i martiri musulmani”. E su Twitter: “Dei soldati dello Stato islamico sono riusciti a entrare con una autovettura nell’edificio nel cuore del Cairo. L’attentato è destinato a vendicare i fratelli martiri. Tutti coloro le cui mani si sono macchiate del sangue in particolare di mujaheddin dovranno attendere il loro turno e... aspettarsi il peggio”. Prima di questo comunicato gli attentati erano stati rivendicati dai Black Bloc egiziani: “In nome di
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Allah misericordioso - avevano scritto sulla loro pagina Facebook - annunciamo la nostra piena e completa responsabilità per le esplosioni verificatesi poche ore fa”. Poi questo post sembra essere scomparso, forse cancellato dagli amministratori della pagina. A quanto ha riferito il mini-
stero dell’Interno egiziano, una autobomba è stata fatta esplodere da un assalitore fuggito su una moto. “Un uomo - dice il comunicato - ha improvvisamente fermato la sua auto davanti all’edificio della Sicurezza nazionale, è saltato fuori ed è fuggito a bordo di una motocicletta che se-
guiva il veicolo. L’esplosione della macchina ha ferito sei agenti di polizia”, secondo alcuni testimoni l’edificio sarebbe parzialmente distrutto. Le fonti locali parlano di tre esplosioni. Secondo la direzione della Salute di Qalyubiyya molti dei feriti non sono in gravi condizioni e alcuni sono stati dimessi. Per fortuna non è stata registrata nessuna vittima. A quanto riferisce il portavoce del ministero della Salute Hossam Abdel Ghaffar, la maggior parte dei feriti hanno riportato lesioni superficiali mentre “un poliziotto ha sofferto ferite moderate”. Al momento le forze di polizia stanno eseguendo le indagini per individuare gli autori dell’attentato, sul posto si è recato il ministro degli Interni Magdy Abdel Ghafar insieme a membri delle forze di sicurezza. Gli attentati arrivano 48 ore dopo il varo delle leggi più severe contro il terrorismo, volute dal presidente Abdel Fattah al Sisi, esse attribuiscono maggiori poteri alla polizia e inasprisce le pene, che tra l’altro ha provocato qualche protesta anche nella società civile egiziana e della comunità internazionale, che hanno
espresso il timore che queste nuove norme possano essere utilizzate per eliminare il dissenso e per limitare la libertà di opinione. Sotto attacco anche la Turchia, Siria e Iraq, a Istanbul sono stati esplosi colpi d’arma da fuoco fuori del palazzo Dolmabahce, sede dell’ufficio di rappresentanza del premier turco, come abbiamo visto ieri sono state fermate due persone. Otto militari di Ankara sono morti in un attentato nel sud est del Paese, attribuito al Pkk. In Siria, ancora, forze curde che combattono l’Is sono state attaccate dai terroristi, il bilancio è di 13 morti. E poi c’è stato l’assassinio di al Asaad, l’82enne esperto di antichità, ex direttore del sito di Palmira, che ha suscitato orrore e sdegno in tutto il mondo. Ancora, in Iraq un attentato suicida ha fatto venti vittime e proseguono i raid della coalizione sullo Stato islamico. Quattro palestinesi sono stati poi rapiti in Sinai da uomini armati, presumibilmente affiliati all’Isis, che hanno sparato in aria e fermato l’autobus su cui viaggiavano diretti all’aeroporto del Cairo.
ANCORA APERTA LA QUESTIONE DELL’EMBARGO IMPOSTO NEL 2011, IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI TOBRUK: “OCCORRONO MEZZI”
Lega Araba a Nazioni Unite: serve strategia contro lo Stato islamico Libia, il premier: “Siamo stati abbandonati nonostante ripetute richieste d’aiuto, che sono state ignorate” rgente bisogno di pianificare una strategia araba contro lo Stato islamico che comprenda anche assistenza militare alla Libia: è la sintesi del comunicato congiunto diffuso dai membri della Lega Araba, che hanno stabilito un nuovo incontro al Cairo per il prossimo 27 agosto. La vicenda riguarda da vicino le Nazioni Unite, per la questione dell’embargo sulle armi imposto alla Libia nel 2011 e tuttora in vigore, per il quale l’esecutivo libico di Tobruk ha
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chiesto più volte la revoca. Lo scorso marzo il Consiglio di sicurezza aveva incaricato una commissione di esaminare la possibilità di rimuovere le restrizioni e di recente l’esecutivo libico ha chiesto ai paesi arabi un intervento armato contro i jihadisti. Lo scorso 18 agosto, nel corso della riunione straordinaria della Lega araba, il ministro degli Esteri libico Mohammed al Dairi ha fatto sapere al governo di non disporre di mezzi capaci di battersi effica-
cemente contro lo Stato islamico. Il premier libico Abdullah al-Thani, che guida l’esecutivo di Tobruk, ha dichiarato all’Associated Press che “noi oggi ci siamo del tutto affidati alle nazioni arabe e non alla comunità internazionale visto che siamo stati abbandonati nonostante ripetute richieste d’aiuto, che sono state ignorate”. Il suo governo, ha detto, ha bisogno di armi per contrastare lo Stato islamico. Ha poi respinto ogni ipotesi di “azioni di terra”, ar-
gomentando che “sarebbe una violazione della sovranità della Libia” chiedendo invece che gli alleati compiano “bombardamenti aerei” diretti “dalle forze armate libiche, che poi potrebbero prendere il controllo dei territori oggi controllati dall’Isis”, riferisce l’Ansa citando ancora l’intervista all’Associated Press. La questione diventa via via più seria, tanto più che la città di Bengasi è diventata obiettivo di una serie di attacchi che hanno visto nelle ultime ore sette
vittime tra i militari e diversi civili feriti nell’area di Laithi, nel centro di al Sabri, dove lo scorso luglio le forze di sicurezza libiche avevano conquistato parte del distretto dotato di punti strategici. E a tentare di respingere gli attacchi dello Stato islamico - dice l’emittente Al Arabya - ci sono le forze armate libiche sostenute da alcune milizie di Bengasi. Secondo quanto scrive l’Ansa, in un’analisi di Lorenzo Trombetta, il pugno di ferro comun-
que non basta a fermare la violenza dell’Isis, ciò su cui bisognerebbe puntare - secondo quanto sostengono osservatori locali - è un miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni maggiormente esposte al richiamo jihadista: un problema non poco conto se pensiamo che le condizioni economiche della società effettivamente costituiscono un terreno fertile in cui facilmente può annidarsi un fenomeno come questo. E.M.
LA SITUAZIONE PRECIPITA NEL DONBASS. I FILORUSSI HANNO LE PROVE DEL COINVOLGIMENTO USA
Ucraina: la guerra è di nuovo a un passo di Tatiana Ovidi a tempo sorgevano dubbi circa la stabilità della tregua nel sud-est dell’Ucraina e della reale volontà di Kiev e dell’occidente di rispettare gli accordi ed i confini di Minsk 2. E così è stato. Questi mesi sono serviti agli atlantici a riorganizzare la controffensiva nel Donbass per riconquistare il terreno perduto. Ieri, il ministro degli Esteri della Russia, Sergei Lavrov, ha dichiarato chiaramente che nutre il forte sospetto che il governo di Kiev stia organizzando un nuova offensiva contro i separatisti filo-russi. I combattimenti che sono ripresi dopo mesi nei pressi della città portuale di Mariupol e della città
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di Gorlivka, in mano ai ribelli, non lasciano certo sperare in un futuro di pace e diplomazia. Non solo, gli assalti dei mercenari ucraini, che hanno provocato la morte di numerosi civili, stanno, di fatto, facendo cadere ogni accordo e terminare la già fragile tregua tra le forze di Kiev e i ribelli. Queste le parole di Lavrov, riportate dalla Reuters: “Siamo preoccupati degli sviluppi degli ultimi giorni che ricordano da vicino i preparativi per nuove azioni militari”. Il Ministro degli Esteri russo ha attaccato direttamente l’esecutivo di Kiev, colpevole di violare gli accordi di Minsk. Del fatto che la questione ucraina sia una “pentola a pressione” pronta ad esplodere, seppur da un
punto di vista diverso, ne è convinto anche il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier: “La situazione è esplosiva. Invito entrambe le parti a collaborare per evitare una nuova spirale di violenza” Intanto Putin continua a rimarcare che il governo ucraino è stato selezionato a tavolino dalla Nato, composto da numerosi ministri stranieri. E le parole del presidente russo sembrano essere confermate nei fatti. Non solo l’esecutivo di Kiev è in mano a Washington e Bruxelles, ma anche i soldati che massacrano civili, donne e bambini di lingua russa sono guidati da soldati yankee. Ieri 10 soldati americani, addestra-
tori, sono rimasti uccisi negli scontri nel Donbass. Questi 10 cadaveri non riceveranno nessuna medaglia e nessun onore militare, altrimenti
il governo americano dovrebbe spiegare al mondo la presenza di marines addestratori in Ucraina contro i ribelli russofoni.
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STORIA
LA DOMANDA PER LA CATTEDRA DI MAESTRO A CRESPELLANO, LA COLLABORAZIONE CON “LA FOLLA” DI VALERA, IL TRASFERIMENTO A MILANO
Mussolini direttore dell’Avanti! “Gli articoli politici, nel giornale che dirigo, me li faccio da me”. E la tiratura passa da 28mila copie a quasi centomila di Emma Moriconi l sottoscritto chiede di essere ammesso fra i concorrenti al posto di insegnante vacante nelle scuole elementari di codesto Comune. Acclude alla presente domanda i documenti di rito, più il diploma di abilitazione all'insegnamento della lingua francese nelle scuole secondarie e un libro sul Trentino. Confida che la presente sarà benevolmente accolta e si professa alla S.V.I. obbligatissimo Benito Mussolini". È il testo della domanda che Benito scrive, indirizzata all' "Illustrissimo Signor Sindaco del Comune di Crespellano" il 29 luglio 1912. Ha 29 anni, li compie proprio quel giorno. Di questa vicenda danno notizia per primi Giorgio Pini e Duilio Susmel nel loro "Mussolini l'uomo e l'opera", fino a quel momento di questo documento non v'era stata traccia in nessuna pubblicazione. Gli autori riferiscono inoltre che "Alla riunione del consiglio comunale di Crespellano tenutasi il 7 settembre 1912, Mussolini venne compreso nella terna dei concorrenti" e che "la votazione fu fatta col sistema delle palline bianche e nere ed egli riuscì secondo con palle bianche tre e nere nove. A richiesta del sindaco di Crespellano, rivolta a tutti i concorrenti, Mussolini rispose nel giugno del 1913, quando era già direttore dell'Avanti!: 'Ill.mo Signor Sindaco, in risposta a quanto Ella mi scrive, Le significo che mi ritiro senz'altro dal concorso, perché - anche se si addivenisse alla mia nomina non potrei assumere il servizio. Con molto ossequio mi creda suo dev.mo Benito Mussolini'". Nell'estate 1912 a Milano si tiene la prima riunione
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Cartolina dell’Avanti! e la domanda di Mussolini al sindaco di Crespellano - 29 luglio 1912 della nuova direzione del partito, Mussolini collabora all'Avanti! e alla Folla di Paolo Valera, si firma "L'homme qui cherche". È sempre critico nei confronti del suo partito: "Io sono un primitivo - attacca - Io deambulo nell'attuale società di mercanti come un esule. Ora che il socialismo sta diventando un affare per i singoli e per le collettività non lo capisco più. Io vivo in un'altra atmosfera. Sono cittadino di un'altra epoca. Io odio la professione. L'odio perché amo il rischio. Odio la professione perché la professione livella
gli uomini e ne esaspera gli egoismi. Odio la professione perché impedisce la selezione". E ancora: "Io mi vergogno di vivere in questa Italia di funamboli e di passivi, di giocolieri di ogni politica e di gente che li sopporta con una rassegnazione evangelisticamente idiota". Sembra una fotografia dei tempi odierni. È di questo periodo la sua designazione a direttore dell'Avanti! Il 16 novembre 1912 La Lotta di Classe scrive: "La Direzione del Partito dopo lunga discussione cui presero parte tutti i membri ricordando che
il compagno Bacci aveva assunto in via provvisoria la direzione del giornale, di fronte alle sue recise dichiarazioni di non poter più continuare in questo incarico, specialmente per gli impegni che lo legano alle organizzazioni romagnole, delibera all'unanimità di nominare direttore del giornale il prof. Benito Mussolini di Forlì, esprimendo la sua gratitudine ed il suo plauso a Giovanni Bacci per l'opera coscienziosa ed intelligente data in questo periodo". Il 1 dicembre 1912 Bacci, che come
abbiamo visto era direttore in via provvisoria, gli cede il posto, commentando che Mussolini sarebbe stato "la squilla mattutina della nostra giornata rivoluzionaria". Quando gli amministratori del giornale gli offrono lo stesso stipendio che prendeva Treves, lui rifiuta: prenderà solo 500 lire al mese. "Gli uomini passano - dice ai suoi della Lotta di Classe - ma noi non abbiamo il culto degli uomini, sibbene quello dell'idea, che è immortale. Io vado lontano, ma non vi dimenticherò". All'Avanti! mette subito le cose in chiaro: "Gli articoli politici, nel giornale che dirigo io, me li faccio da me". Treves, che continua a collaborare al quotidiano, non ha vita facile, e Benito ben presto chiama come vice caporedattore quell'Angelica Balabanoff che abbiamo già conosciuto in Svizzera. Il sodalizio restò tale finché, nel luglio 1913, non venne licenziata: troppi dissidi tra i due, che possedevano entrambi un carattere forte e determinato. Un rapporto destinato a rompersi definitivamente soprattutto a causa delle future prese di posizione di Benito sempre più di carattere interventista. Quando Mussolini arriva alla direzione dell'Avanti! la direzione Treves aveva fatto scendere la tiratura a 28mila copie. In breve Mussolini la porterà a quasi centomila. Benito si trasferisce così da Forlì a Milano, poco dopo la moglie Rachele, con la figlioletta Edda e la madre Nina lo seguono. La sua attività giornalistica è intensissima, come il suo impegno politico. In termini economici non va granché bene, cinquecento lire non sono molte, ma Rachele è bravissima a risparmiare e a condurre la famiglia con il poco di cui dispone.
LA PUBBLICAZIONE DI “GIOVANNI HUSS IL VERIDICO”, LA TRADUZIONE DE “IL SOCIALISMO RIVOLUZIONARIO, IL SUO TERRENO, LA SUA AZIONE E IL SUO SCOPO” E “UTOPIA”
“Cavalcata paradossale”, elogio della follia “Io ho sempre detestato, esecrato, sputacchiato il buon senso. Non lo posso soffrire. Lo odio in nome della vita e del mio invincibile gusto per l’avventura” u “La Folla” Paolo Valera il 24 novembre 1912 scrive: "La Direzione ha finalmente dato all'organo massimo del socialismo italiano una testa direttiva. I nostri lettori conoscono Benito Mussolii. Egli è un atleta della penna rivoluzionaria. Ha della gioventù e delle idee da disseminare. Il suo stile è senza lenocini. Congratulazioni a coloro che lo hanno scelto". Nel marzo del 1913 commemora la Comune di Parigi, in questo periodo conosce Leda Rafanelli, l'anarchica con la quale instaura una relazione. Di lei abbiamo parlato qualche tempo fa. Scrive di lui: "è il socialista dei tempi eroici. Egli senta ancora, ancora crede, con uno slancio pieno di virilità e di forza. È un uomo. La sua conferenza non fu una volgare commemorazione: fu un ricordo del periodo sacro alla rivoluzione, e, al tempo stesso, una esposizione di constatazioni e di rapporti preziosissimi. Mi è piaciuto di ritrovare, alfine, un socialista vero. In ogni
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sua parola, in ogni suo gesto anche, la sua personalità spiccata si rivela e incatena l'attenzione dei più distratti. Sintetico come un affermatore di assoluto. Diceva e passava oltre. Non una volta ha ricercato l'applauso. È un artista rude e colossale che abbozza rigorosamente e va avanti senza aver tempo di limare e di finire. Ma l'impressione resta nei cuori, l'eco delle sue parole nei cervelli. Egli ha detto di essere pessimista sugli uomini, ma crede ancora nella forza della folla sollevata dalla raffica della reazione borghese che vuole la guerra per arricchirsi, per sostenere il suo dominio". Lui apprezza e ringrazia, nasce così una relazione che durerà fino a circa la fine del 1914. Interessante un passo di un suo articolo sulla Folla di Valera, alla quale continua sporadicamente a collaborare. L'articolo si intitola "Cavalcata paradossale" e Benito vi scrive: "Io ho sempre detestato, esecrato, sputacchiato il buon senso. Non lo posso soffrire. L'ho
in uggia. Quando sento parlare di buon senso , quando si fa l'elogio del buon senso io mi inalbero. Lo odio in nome della vita e del mio invincibile gusto per l'avventura. [...] Tutta la storia non è che una lotta feroce e immane fra il buon senso e la follia. I cavalieri dell'alto medioevo che andavano cercando duelli e tornei; i santi che si ritiravano a macerarsi la carne nel deserto; i guerrieri, gli alchimisti e gli astrologi e gli stregoni e gli eretici e i fascinatori di popoli da Rolando di Roncisvalle a Pietro l'Eremita, da San Francesco d'Assisi a Ruystrock l'Ammirabile, dovettero lottare sino alla disperazione contro il buon senso che lo consigliava al riposo, alla sosta, alla transazione, alla viltà. Poiché il buon senso è conservazione... è - udite! Udite! O socialisti - la filosofia delle classi che sono arrivate, non di quelle che vogliono arrivare. Le rivoluzioni devono essere considerate come le rivincite della follia sul buon senso". Del 1913 è la pubblicazione "Gio-
vanni Huss il Veridico", il saggio che - come abbiamo detto - aveva finito di scrivere nel carcere di Forlì. E sempre di questo periodo è la rivista quindicinale del Socialismo Rivoluzionario Italiano "Utopia", diretta da Benito Mussolini: dieci fascicoli pubblicati, dal novembre 1913 al dicembre 1914. Ancora del 1913 è la traduzione de "Il Socialismo Rivoluzionario, il suo terreno, la sua azione e il
“La folla” e “Giovanni Huss il veridico” (in questa pagina, immagini tratte dalla mostra Il giovane Mussolini - Predappio 2014) suo scopo", di Charles Albert e Jean Duchene, di cui firma anche la prefazione. Il volume era stato pubblicato in Francia nel 1912.
Del 1913 sono, ancora, le elezioni, ma ne parleremo nella prossima puntata.
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ECONOMIA
L’ESPANSIONE DEL SETTORE RISCHIA DI ESSERE FRENATA DALL’AUMENTO DELLE ACCISE
Birra artigianale per uscire dalla crisi, tasse permettendo L’associazione di categoria: “Chiediamo al governo un intervento strutturale. Noi siamo pronti a fare la nostra parte” di Giuseppe Sarra e esportazioni di birra italiana nel 2015 hanno registrato un aumento del 27% rispetto al 2014. E’ quanto emerso da una recente indagine della Coldiretti basata sui dati Istat relativi ai primi cinque mesi dell’anno in corso. Un risultato – sottolineano gli esperti – progressivamente consolidatosi negli ultimi dieci anni, in netta controtendenza rispetto alla crisi. A sostenere il settore ci sono le coltivazioni nazionali di orzo la cui produzione, su una superficie complessiva di 226 mila ettari, è stata nel 2014 di circa 860mila tonnellate. Novantamila delle quali sono annualmente destinate alle aziende che producono il liquido ambrato nostrano, divenuto sempre più un fiore all’occhiello del Made in Italy. E non solo: la birra “oltre a contribuire all’economia – spiega la Coldiretti – rappresenta anche una forte spinta all’occupazione soprattutto tra gli under 35, che sono i più attivi nel settore con profonde innovazioni” tra cui “la certificazione dell’origine a chilometri zero, il legame diretto con le aziende agricole, la produzione di specialità altamente distintive e forme distributive innovative come i brewpub e i mercati di Campagna Amica”. Quanto a quest’ultimo elemento, Coldiretti aggiunge che da tempo ha stimolato la politica delle filiere corte, che vedono la
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A sinistra un banner della campagna per salvare la birra italiana partecipazione del produttore alla gestione del prodotto finito sul mercato, in particolare mediante la rete distributiva Campagna Amica, che dà al consumatore la possibilità di acquistare direttamente dall’azienda produttrice. Tale approccio “ha stimolato anche la nascita di alcune iniziative progettuali nel settore della birra, avviando una nuova imprenditorialità costruita con l’impiego di orzo aziendale in un contesto a ciclo chiuso garantito dallo stesso agricoltore”. Un’offerta sotto molti aspetti variegata dunque, in grado di soddisfare non solo i consumatori italiani
(stimati in circa 30 milioni per un consumo pro capite di 29 litri; basso se si pensa che quello della Repubblica Ceca è di 144 litri, quello dell’Austria di quasi 108 litri e quelli di Irlanda, Lussemburgo e Spagna intorno agli 80 litri) ma anche quelli stranieri: quasi la metà delle esportazioni delle birre artigianali italiane è infatti destinata al Regno Unito, dove risultano sempre più diffuse ed apprezzate. Tutto bene dunque? Nemmeno per idea. Perché l’espansione del settore rischia di essere frenata e limitata, tanto per cambiare, dall’eccessiva
pressione fiscale. Secondo AssoBirra infatti, le accise stanno sottraendo risorse alle aziende a scapito di investimenti e redditività. A confermarlo, uno studio di Format research presentato in questi giorni a Milano alla presenza di rappresentanti di tutti i settori della filiera birraria. L’analisi, partendo dall’anomalia tutta italiana dell’alta tassazione sulla birra (“su una birra da 66cl – ha spiegato il presidente di AssoBirra - gli italiani pagano 46 centesimi di tasse tra accisa e IVA, gli spagnoli 21,3 e i tedeschi 19,5”), fotografa la situazione del settore attraverso un campione
rappresentativo di esercizi operanti nello stesso. E dice che “quasi metà delle imprese birrarie non è riuscita ad assorbire gli aumenti delle accise scattati tra ottobre 2013 e gennaio 2014, mentre il 43% non riuscirà a farlo neppure con l’ultimo aumento intervenuto a gennaio 2015”. La ricerca Format però mostra anche ampi margini di positività: il 44% delle imprese si dice pronta ad assumere nuovo personale se le accise tornassero al livello del 2013. Una percentuale che sale addirittura al 60% se le tasse fossero al livello di Germania e Spagna (circa il 70% più basse che in Italia). E per quanto riguarda le prospettive per il futuro, fa ben sperare che, a patto ovviamente di un’inversione della tendenza fiscale, “3 imprese su 10 (33,3%) pensano che la situazione economica del Paese migliorerà nel 2015, mentre 6 su 10 (58%) ritengono che la situazione della propria azienda migliorerà nel 2015. 3 su 10 (27,2%) sono pronte ad assumere nuovi addetti nel 2015 e 8 su 10 (76.5%) effettueranno investimenti nel prossimo biennio”. Per questo l’intera filiera della birra chiede dunque al governo “un intervento strutturale basato su importi e tempistiche certe e ragionevoli. A fronte di una riduzione delle accise siamo pronti – ha dichiarato il presidente di Assobirra – a fare la nostra parte: generare nuova occupazione, far nascere nuove imprese, ritornare a investire nel Paese”.
ECCELLENZE ITALIANE
La “Dolcissima” cipolla rossa di Breme Da dieci secoli un prodotto della terra di Lomellina coltivato ancora oggi con metodi tradizionali reme è un piccolo paese di meno di mille abitanti in provincia di Pavia. Che da circa dieci secoli a questa parte è celebre per essere la patria della “Dolcissima”, come i suoi estimatori chiamano la particolare varietà di cipolla rossa coltivata nei terreni circostanti. La sua storia – è spiegato sul sito del Comune - comincia nel 906 d.C, quando un gruppo di monaci della Novalesa (Torino) giunsero a Breme. Ritenendola, come riportano antiche cronache del tempo, ‘la migliore di tutte le città costruite nel Contado di Lomellina’, la elessero a sede della Congregazione e si stabilirono nella locale abazia. Anche perché il luogo era ‘ubertoso, ameno e fruttifero’. E quindi particolarmente adatto alla coltivazione di frutti della terra. Come, appunto, quella che in pochi anni divenne celebre in tutto il circondario e non solo: la Cipolla rossa di Breme. Oggi, a distanza di centinaia di anni, la produzione della
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Dolcissima è rimasta legata alla tradizione antica e ai ritmi della natura. Il complesso procedimento di coltivazione comincia, in fase di luna calante, con il mettere i semi a bagno in sacchi di iuta. In seguito, appena germogliati, vengono selezionati e seminati in vivaio, dove restano per un breve periodo. Quindi le piantine vengono trapiantate nei campi. Gli stessi che da secoli le accolgono. Il tempo della raccolta comincia da giugno, e si protrae per circa due mesi. I produttori che coltivano la Cipolla Rossa di Breme sono una dozzina e ogni anno il raccolto si aggira intorno ai 400 quintali. Nel 2008 il Comune, per caratterizzare in modo inequivocabile questo particolare frutto della terra di Lomellina, ha istituito l’identificazione “De.C.o” (denominazione comunale di origine) e da oltre trent’anni si organizza, nella seconda domenica di giugno, una frequentatissima Sagra in cui “il sapore della Cipolla di Breme, persistente
CALA IL COSTO DEL PETROLIO, NON QUELLO DEL CARBURANTE: I DUE TERZI DEL PREZZO VANNO ALLO STATO
Benzina, quanto sei cara? a notizia del calo del prezzo del greggio che in America è arrivato molto vicino ai 40 dollari al barile (una contrazione, negli ultimi dodici mesi, pari a quasi il 50%) ha fatto ben sperare gli automobilisti italiani. Che si illudevano di riuscire a fare rifornimento mantenendo il portafogli un po’ più pieno. Speranze deluse, in quanto la flessione del costo dei carburanti da noi è stata decisamente modesta. La colpa della mancata discesa dei prezzi, tenendo conto in parte anche degli elevati costi di produzione, è soprattutto – manco a dirlo! – delle tasse: basta pensare, in proposito, che dal 2011 ad oggi le accise sul carburante sono cresciute dal 29% ad addirittura il 46%. In parole povere, le tasse (accise e Iva) pesano per il 64% sul prezzo finale della benzina e per il 62% su quello del diesel.
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ma pacato, assolutamente unico e irriproducibile altrove”, viene gustato oltre che in modo tradizionale, anche attraverso “interessanti speri-
mentazioni culinarie e accostamenti solo in apparenza arditi, ma molto apprezzati tipo: marmellata, mostarda, CdG gelato, torta, pizza”.
Lo Stato dunque “da ogni litro di benzina che viene erogato alla pompa, ottiene più di un euro (0,870 con il gasolio). Imposte – si legge in un articolo on line – aumentate senza sosta per poter coprire le numerose clausole di salvaguardia a garanzia di leggi e decreti, ma anche per finanziarie cultura e interventi post alluvioni e terremoti”. E anche se, per fortuna, molti dei problemi ad esse collegati ormai sono stati risolti, il relativo prelievo fiscale sui carburanti è rimasto. E rimarrà ancora a lungo, dato l’andazzo gestionale al quale, purtroppo, faremmo meCdG glio a rassegnarci.
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Venerdì 21 agosto 2015
DA ROMA E DAL LAZIO
SFARZO E OSTENTAZIONE DI POTERE AL FUNERALE DI VITTORIO CASAMONICA, BOSS DEL CLAN “DEGLI ZINGARI”
“Così se ne va il re di Roma” Carrozza trainata dai cavalli, la banda che suona le musiche de “Il Padrino” e l’elicottero che versa sulla folla petali di rose rosse per l’ultimo rumoroso saluto alla chiesa Don Bosco del Tuscolano di Robert Vignola n tempi in cui si discute di Mafia Capitale, non è certo passato inosservato il funerale di ieri. Né era quella, evidentemente, l’intenzione di chi l’ha organizzato. Vittorio Casamonica, 65 anni, se n’è andato così col massimo del clamore. Qualcuno, con termine senz’altro forte, lo ha definito un “funerale di Stato parellelo”. Di certo c’è che chi gli è stato vicino ha profuso il massimo dello sforzo affinché la sua figura fosse ricordata come quella di un vero e proprio padrone della capitale d’Italia. Ai lati della chiesa di Don Bosco, dove si sono celbrate le esequie, sono stati appesi dei manifesti. Su uno, era riportata la scritta 'Re di Roma' insieme a un fotomontaggio raffigurante il Colosseo accanto alla Basilica di San Pietro e l'immagine dell'esponente di Casamonica vestito di bianco con un crocifisso. Su un altro manifesto, era scritto invece: “Hai conquistato Roma ora conquisterai il paradiso”. Una frase che immediatamente in molti hanno accostato alla Banda della Magliana, anche e soprattutto per via della letteratura della mala
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aperta da Romanzo Criminale e da quella frase (“se pjamo Roma”) che tanto successo ha avuto nell’immaginario collettivo. D’altronde, con la nota organizzazione criminale locale, Casamonica aveva secondo la storia giudiziaria anche lavorato,
da addetto al recupero dei crediti. Fino a diventare uno dei maggiorenti del clan omonimo, specializzato nel racket e nell'usura nella periferia sudest di Roma. Città che ora fa i conti con una celebrazione che è stata vissuta come
una dimostrazione pubblica di potere pressoché assoluto. Il feretro, tanto per intenderci, è arrivato su una carrozza antica trainata da quattro cavalli irlandesi e la musica del Padrino (sì, proprio il film sulle mafie di produzione hollywoodiana)
suonata dalla banda Panizza di Frascati. Il corteo era partito da via di Roccabernarda, nel cuore della Romanina, il regno della cosca nomade accusata, tra le altre cose, di aver costruito il suo impero anche e soprattutto sullo spaccio. L’occupazione della piazza prospiciente la chiesa del Tuscolano è quasi militare. Come scrive l’inviato del Messaggero, “è invasa da Jaguar e Mercedes in doppia fila, oltre ai 12 suv, carichi di corone di fiori, che hanno accompagnato la carrozza durante il corteo funebre. Il traffico va subito in tilt. Due autobus rimangono bloccati dalle auto parcheggiate in mezzo alla piazza. Sono costretti a far scendere i passeggeri”. Dopo la funzione, la bara è stata trasportata da una Rolls-Royce mentre la banda musicale ha suonato la colonna sonora di un altro celebre film: “2001 odissea nello spazio”. È il wagneriano “Così Parlo Zarathustra”, che viene presto coperto dal rumore di un elicottero che sorvola la folla sulla quale getta migliaia di petali rossi. È la Roma che piange, sembrano voler dire gli organizzatori. Ma ha più di un motivo per farlo.
ALTRE ROGNE PER IL CAMPIDOGLIO
Canili: gli operatori vanno alla guerra nnesima manifestazione contro il Comune. Con cento tra operatori e volontari dei canili a urlare la loro protesta contro il bando di gara aperto dall’amministrazione. L’Associazione volontari canili di Porta Portese (Avcpp) sembra anzi decisa a portare avanti la sua battaglia fino in fondo. “L’Assessorato all’Ambiente si sta assumendo la responsabilità politica di aver fatto uscire una gara nella quale la diaria di mantenimento giornaliera per ogni cane o gatto è di 2.7 euro al giorno, manco nei canili lager del Sud d’Italia”, dice Simona Novi, presidente della onlus che gestisce i canili comunali dal 1997. “Questa è la somma, calcolando la gestione delle migliaia di cani e gatti in entrata ogni anno, delle centinaia presenti e delle migliaia che escono in adozione oltre ai servizi che vengono resi ai 20.000 cittadini che vengono accolti ogni anno e le 30.000 telefonate che vengono lavorate, che esce dall''esiguo importo messo nel bando di gara uscito il 13 agosto e per il quale le buste verranno aperte il 26 agosto”. Ciò detto, “è inutile che l’assessorato - continua Novi - dica che la cifra stanziata è di 4.3 euro al giorno perché quella è la cifra che viene data ai canili privati convenzionati dove viene pagato solo l’affitto della gabbia, la sua pulizia e la somministrazione del cibo ed i cani entrano solo su base programmata e solo stabilizzati, guarda caso proprio grazie
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al lavoro che viene fatto nei canili comunali”. L’incontro di ieri tra l’Assessorato e le sigle sindacali Cgil-Cisl-Usi rappresentanti dei lavoratori “non ha avuto alcun esito”, prosegue la nota Avcpp. L’assessore all’Ambiente Estella Marino “non era presente ed i delegati dell’Assessorato (capo segreteria; direttore di area del Dipartimento Ambiente nonché responsabile del procedimento di gara, e consulente dell’Assessore) hanno potuto solo ascoltare - prosegue Simona Novi, presidente dell’Avcpp – però è stato comunicato l’incontro che Estella Marino avrà martedì 25 agosto con il collega del Bilancio Marco Causi, speriamo propedeutico alla richiesta di maggiori fondi. Se questa è l’intenzione, chiediamo intanto la sospensione del bando in autotutela, in attesa della decisione del Bilancio sullo stanziamento di un importo congruo da mettere in gara. E chiederemo la sospensione aspettando l’esito di questo incontro direttamente in Campidoglio: diamo appuntamento a tutti gli amanti degli animali sotto a Palazzo Senatorio, sulla piazza del Campidoglio per martedì 25 agosto alle ore 11”. E se questo appuntamento “non basterà - conclude Novi - diamo appuntamento per il giorno dopo, mercoledì 26 agosto alle ore 14 sotto il Dipartimento Ambiente in circonvallazione Ostiense 191: dovrebbero essere aperte le buste della gara che noi chiederemo di non aprire”. Per direttissima. R.V.
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DALL’ITALIA
PADOVA - L’EPISODIO RIACCENDE LA POLEMICA SULL’IMMIGRAZIONE INCONTROLLATA
Violenta una ragazza: arrestato immigrato Era arrivato lo scorso maggio a Lampedusa su una “carretta del mare”. Il sindaco Bitonci: “Castrazione chimica” di Barbara Fruch
arrivato il 31 maggio scorso a Lampedusa. Poi si è diretto verso Padova, dove è stato arrestato per violenza sessuale. È un immigrato del Mali.Vittima una minore: una ragazza 17enne che ha denunciato l’accaduto. I fatti sono avvenuti nella cintura urbana della città veneta nel pomeriggio di mercoledì. Il giovane, verso le 17.30, ha avvicinato in bicicletta la 17enne che stava camminando in strada prima limitandosi a qualche avances di cattivo gusto, poi allungando le mani fino a toccarle il sedere e le parti intime. Sono stati momenti di terrore per la giovane. L’uomo ha iniziato a palpeggiarla dappertutto e quel comportamento faceva presagire il peg-
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gio. Fortunatamente la minorenne è riuscita a liberarsi dalla morsa del suo aggressore e a fuggire via a piedi. Non appena ha potuto, con il telefonino ha chiesto aiuto al padre, che ha immediatamente chiamato i carabinieri lanciando l’allarme. I militari si sono messi subito in moto e grazie alle informazioni ri-
cevute hanno stretto le manette ai polsi di Jaja Krubally, 22 anni del Mali: si trovava ancora in sella alla sua bicicletta. Quando la ragazza è andata in caserma per raccontare i fatti avrebbe riconosciuto il clandestino che nel frattempo era stato fermato. L’uomo risulta fotosegnalato a Lampedusa nel maggio di quest’anno, dove è arrivato dal Nord Africa a bordo di un gommone. L’arrestato è stato rinchiuso nel carcere Due Palazzi di Padova, mentre sono ancora in corso le indagini per capire dove dimorasse nel Padovano. L’episodio ha inevitabilmente riacceso la polemica sull’immigrazione
incontrollata e selvaggia che sta creando non pochi problemi alle città, in particolare in Vento. “Spero che la gente si renda conto di avere clandestini che girano per le strade senza controllo – ha detto il sindaco Massimo Bitonci al sito locale ‘Il Gazzettino’ – Non sappiamo chi sono, che precedenti hanno. È vergognoso che girino per la città come cittadini normali: non lo sono. In questo caso propongo la castrazione chimica, avevo già segnalato episodi di molestie in corso Milano. Ribadiscono all’accoglienza si ai campi in nord Africa”. E sul caso è intervenuto anche il presidente della Regione Luca Zaia. “Uno delle migliaia di fantasmi senza volto né identità che girano liberamente nel Veneto ha colpito. Purtroppo eravamo stati facili profeti nel lanciare, inascoltati dal Governo e dall’intero impero romano, un
forte e ripetuto segnale d’allarme rispetto alla possibilità che, nel caos che regna sovrano, si verificassero reati e atti rivoltanti come questo – afferma il Governatore – Questo delinquente i Carabinieri l’hanno preso e ora non resta che buttare le chiavi, ma siamo di fronte alla prova inconfutabile, non la prima e, temo, purtroppo non l’ultima, del fallimento totale e colpevole di un meccanismo di identificazione che fa acqua da tutte le parti, della disfatta organizzativa di un Governo privo di autorevolezza internazionale e incapace di gestire la situazione anche a livello interno, al punto che può servire anche un anno per decidere chi è profugo e chi no. E comunque quando si è deciso nessuno caccia fisicamente i tanti che non hanno diritto all’asilo. La situazione - conclude - è intollerabile e vicina all’esasperazione”.
RIMINI - IL FERMO DOPO CINQUE GIORNI DI INDAGINI
Abuso in spiaggia: fermato lo stupratore Il senegalese riconosciuto dagli agenti per il marcato accento piemontese. La ragazza di Monza era stata aggredita in spiaggia a Ferragosto. E sono stati altri due i casi in pochi giorni opo cinque giorni di indagini è stato arrestato presunto stupratore che a ferragosto aveva violentato una ragazza in spiaggia a Rimini. È stata la polizia a dare la notizia via twitter. Si tratta di un 27enne senegalese, regolare in Italia e conosciuto col nomignolo “Sek”, fermato l’altra notte dalla task force della polizia che ha pattugliato il litorale riminese. L’immigrato corrisponde alla descrizione fatta dalla vittima, una 20enne di Monza, alla squadra mobile: treccine, barba, maglia rossa, pantaloni neri, accento del nord. Si tratta infatti di un africano cresciuto in Italia, a Novara, e che dunque si esprime correttamente in italiano.
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Il giovane è stato fermato in spiaggia nei pressi del bagno 106 ancora vestito nella stessa maniera. E, su disposizione del sostituto procuratore della repubblica Paolo Gengarelli, trasferito in carcere. Ad incastrarlo definitivamente è stato il cellulare. La polizia ha infatti trovato il numero della ragazza stuprata nell’agenda del telefono del senegalese, riconosciuto dalla vittima anche attraverso le foto segnaletiche. Come noto, durante la notte ferragostana la vittima dopo una festa era andata cercare la comitiva in spiaggia incontrando invece il senegalese che educatamente, per non allarmarla, le aveva chiesto un'informazione; in seguito lei come ha poi raccontato agli inquirenti al momento della denun-
cia - gli aveva prestato il suo codice fiscale per permettergli di acquistare le sigarette a una mac-
chinetta automatica. Un primo approccio tra i due sarebbe stato consenziente ma lei, ancora pro-
BRESCIA
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Caporalato, Nello Musumeci: “Il governo si sveglia tardi” o aveva denunciato già lo scorso anno. Ma il suo appello era caduto nel vuoto. Dopo che il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina ribadisce la necessità di combattere il caporalato, sull’argomento interviene anche il presidente regionale dell'Antimafia, Nello Musumeci. “Era il 25 giugno dello scorso anno, quando denunciai il caporalato in Sicilia e il 23 ottobre la Commissione Antimafia ha avviato una sua indagine (nel ragusano, nel trapanese e nel catanese) che sta per concludersi. Dissi allora con chiarezza che non si poteva più fare finta di nulla. Oggi si è svegliato il governo nazionale: c'è voluto
L valità commerciale (un movente che non convince del tutto gli inquirenti). Il complice indiano assoldato dal primo ha invece riferito di essere stato ingaggiato al prezzo di cinquemila euro (ne avrebbe poi ricevuti solamente 500) dietro la promessa di un lavoro. “Ha riferito che non sa-
sonale della questura e della squadra mobile”. “Questo arresto e il lavoro fatto dal capo del mobile, Nicola Vitale, mi ha fatto tornare alla mente - ha detto ancora il questore - quando esattamente 18 anni fa, il 20 agosto del 1997, mi trovai faccia a faccia col killer della Maiella, il pastore macedone che violentò e uccise due ragazze di Padova”. Sul caso è intervenuto anche il Sindaco di Rimini Andrea Gnassi. “La comunità e le istituzioni riminesi chiedevano risposte rapide e efficaci in merito agli episodi di violenza sessuale degli ultimi giorni e immediatamente queste sono arrivate – ha detto il primo cittadino – Una buona notizia. A quanto pare, il lavoro investigativo delle forze dell'ordine ha portato in queste ore al fermo di una persona, presunta responsabile di una delle vicende incriminate. E con questo si tratta del secondo arresto in appena quattro giorni, relativo a due dei tre episodi deB.F. nunciati”.
SICILIA
Agguato in pizzeria, killer restano in carcere estano in carcere i presunti assassini dei coniugi Seramondi. Lo ha stabilito il Gip di Brescia Giovanni Pagliuca che ha convalidato il provvedimento di fermo ed emesso una ordinanza di custodia cautelare in cella per Muhammad Adnan e Sarbjit Singh, il pizzaiolo pakistano e il complice indiano fermati domenica con l’accusa di aver ucciso Francesco Seramondi e la moglie Giovanna Ferrari. Sono ora accusati di duplice omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. Nella giornata di mercoledì si era tenuto l’interrogatorio di convalida durato quasi tre ore. Muhamad Adnan, titolare pakistano della pizzeria concorrente, ha ribadito al gip di aver agito per ri-
babilmente stordita dall'alcol, non si è resa subito conto delle intenzioni dell'uomo che a un certo punto l'ha aggredita e trascinata tra le cabine per consumare la violenza sessuale; solo dopo alcune ore la poveretta è riuscita, ancora sotto shock, a presentarsi in ospedale in ospedale per farsi medicare e sporgere denuncia. Il senegalese, in Riviera per trascorrere il ferragosto, avrebbe dormito sempre nella spiaggia libera non lontano dal luogo dello stupro. Nella località rivierasca erano stati denunciati altri due casi: quello che ha avuto per vittima una 19enne tedesca, mentre una 24enne del posto si è salvata dall'aggressione e ha fatto arrestare il colpevole “Sono soddisfatto e contento del lavoro fatto”, ha detto il questore di Rimini, Maurizio Improta, ricordando come la risposta celere ad un crimine odioso sia arrivata anche grazie “al sacrificio” in termini di lavoro e “umano del per-
peva che il pakistano volesse sparare, il mio assistito ha anche cercato di fermarlo”, aveva spiegato il suo legale Nicola Mannatrizio. L’uomo ha inoltre negato di avere partecipato all’aggressione del primo luglio al dipendente albanese di Frank, Arben Corri.
un morto e il rischio è che sembri solo una triste ricerca di visibilità. C'è la mafia dietro questi fenomeni? Ne ho parlato tempo addietro con alcuni magistrati e non lo si può escludere. Certo
c'è un sistema corrotto e illegale che riguarda anche la distribuzione delle derrate alimentari e persino la gestione di alcuni grandi mercati. E oggi c'è il fenomeno dello sfruttamento degli immigrati dei centri accoglienza. In Italia come in Sicilia ci si sveglia solo al momento dei funerali e per qualche settimana al massimo. Poi si attende la tragedia successiva e, di tragedia in tragedia, lo Stato rischia di perdere di credibilità e la criminalità di acquistare potere sul territorio. Un fatto è certo, non ci sono forze dell'ordine sufficienti per il controllo delle campagne e gli agricoltori ormai si organizzano autonomamente”.
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DALL’ItALIA
SBARCO CON UN’IMBARCAZIONE DI LUSSO NELLE COSTE DEL SALENTO
Gli immigrati ora usano gli yacht Dieci siriani, tutti di uno stesso nucleo famigliare, hanno noleggiato la barca di lusso per confondersi con i turisti. Erano diretti in Francia con 20mila euro on solo “carrette del mare” ma anche yacht di lusso. Imbarcazioni che servono per trasportare immigrati di lusso. Succede nel Salento, ed è la prima volta che ciò avviene in Puglia. In Sicilia infatti era già successo, a Pozzallo (Ragusa) lo scorso 21 marzo era stata individuato proprio un vecchio panfilo per trasportare ricchi stranieri che potevano permettersi di pagare 8.500 euro a passeggero (con qualche “sconto” per i bambini). E ora un lussuoso yacht è approdato anche nel Salento. Anche in questo caso, proprio come avvenne nel ragusano, gli immigrati speravano di confondersi e di “passare” per turisti, sfuggendo così ai controlli e introducendosi clandestinamente in Italia. Così non è stato. A finire nei guai è stata un’intera famiglia siriana e i due scafisti turchi arrestati con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. A segnalare il curioso sbarco in corso a Torre Vado, marina di Morciano di Leuca, erano stati mercoledì alcuni bagnanti che, insospettiti dall’imbarcazione, hanno allertato i carabinieri.
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Immediatamente sono stati fermati i siriani, padre, madre ed otto figli. Gli accertamenti congiunti del pool anti-immigrazione (di cui fanno parte Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia Costiera) hanno consentito di appurare che volevano introdursi clandestinamente in Italia, per poi raggiungere Ventimiglia e, da qui, la Francia. Dall’analisi dei loro cellulari, inoltre, è emerso che gli
stranieri avevano studiato le rotte ferroviarie per raggiungere, appunto, la città ligure. E per farlo la famiglia era partita con soldi, e non solo: aveva con sé 20.500 euro in contanti, alcuni smartphone e la ricevuta di prenotazione per un pernottamento in una struttura ricettiva di Santa Maria di Leuca. Nel corso dell’ispezione, le forze dell’ordine hanno rintracciato anche un undicesimo pas-
seggero, anch’egli straniero, che ha ammesso di avere pagato tremila euro, per essere trasportato illegalmente in Italia. La stessa imbarcazione, finita poi sotto sequestro, era già stata intercettata due giorni fa a circa due miglia da Leuca e scortata a terra da un Guardacoste della Sezione Operativa navale della Guardia di Finanza di Otranto. Gli occupanti avevano dichiarato di essere in transito nelle acque nazionali perché diretti in Tunisia e, non avendo il visto di ingresso nel territorio nazionale, erano stati invitati ad allontanarsi. Insomma gli immigrati facoltosi non hanno problemi a pagare pur di raggiungere il loro scopo. “La dinamica accertata dagli agenti pare essere un’assoluta novità con riferimento al territorio salentino – si legge nella nota – ed è indicativa del fatto che facoltose famiglie siriane abbiano adottato questo nuovo stratagemma per raggiungere in clandestinità l’Italia: dai ‘viaggi della speranza’ sulle famigerate ‘carrette del mare’ al noleggio di un costoso yacht con l’intento di confondersi tra i diportisti che nel periodo estivo navigano lungo le coste del Salento”. Barbara Fruch
REGGIO CALABRA
MILANO
LIVORNO
Geloso, uccide la moglie e poi si impicca
Martina Levato chiede di andare in comunità
Masso in spiaggia: giovane ferito alla testa
ragedia a Reggio Calabria. In un appartamento del centro storico i carabinieri hanno trovato i cadaveri di due coniugi romeni. Secondo le ipotesi formulata dai militari si tratterebbe di omicidio-suicidio. L'uomo avrebbe ucciso la moglie, strangolandola (presentava evidenti segni di ecchimosi e contusioni al volto), e poi si sarebbe impiccato. A dare l'allarme erano stati nella serata di mercoledì i vicini di casa della coppia, allarmati dal fatto di non vedere i due da diversi giorni e dal cattivo odore proveniente dall'appartamento. Da quanto emerso dalle prime indagini, infatti, la morte dei coniugi potrebbe risalire anche a diversi giorni fa dal momento che i cadaveri erano già in decomposizione. Il movente più accreditato sarebbe la gelosia. I due, Gheorghe Sandu, 64 anni, e Fanica Stamate, 47, non avevano figli e vivevano insieme da 12 anni. Finora non si hanno notizie di parenti della coppia
dicembre ha sfigurato il suo ex con l’acido. Per quell’episodio è stata condannata a 14 anni e, attualmente, si trova ancora sotto processo per altre aggressioni. Ma nel frattempo, Martina Levato, ha partorito. E ora vuole essere trasferita assieme a suo figlio in una delle comunità Exodus di don Antonio Mazzi o in alternativa all'Icam (Istituto per madri detenute con figli). E il prete ha già dato la sua disponibilità: “Siamo pronti ad accoglierli. Eravamo pronti anche prima che Martina partorisse”. E proprio nella giornata di oggi i legali della 24enne dovrebbero formalizzare una istanza in tal senso. In essa, come richiesto dagli avvocati, la difesa proporrà il trasferimento della mamma ponendo sullo stesso piano le due alternative. A dare un parere in tal senso dovranno essere il pm Marcello Musso e anche quello minorile. È probabile che, proprio a seguito della richiesta della difesa Levato, i tempi per la decisione dei giudici possano allungarsi. Dalla clinica Mangiagalli intanto si è appreso che Martina Levato e suo figlio stanno bene e avrebbero già potuto essere
ragedia sfiorata sulla spiaggia di Sansone a Portoferraio (Livorno), una tra le più belle dell'Isola d'Elba. Un turista 20enne di Bergamo è stato colpito alla testa da un masso staccatosi improvvisamente da un costone di roccia. È accaduto nel pomeriggio di ieri: il giovane, che ha perso i sensi, è stato soccorso con l’elisoccorso e portato all’ospedale di Livorno. Ferita, ma in modo lieve, anche la fidanzata, colpita di striscio a una spalla e ricoverata per precauzione all'ospedale di Portoferraio. La coppia si era spostata da San Vincenzo, dove si trovavano in vacanza, per passare una giornata al mare all’Elba. Da quanto è emerso, il 20enne stava richiudendo l’ombrellone verso le 15.30 quando il masso si è staccato da un’altezza di 78 metri dal costone di roccia sopra l’arenile e lo ha colpito. Il ventenne ha perso i sensi e in spiaggia si è creato il panico, mentre dalla centrale operativa del 118 è stato dirottato sul posto un elicottero che stava rientrando alla base di Grosseto e che in pochi attimi ha raggiunto
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che siano residenti in città. In passato i due avevano litigato in molte occasioni proprio per motivi legati alla gelosia dell'uomo: la pista passionale è dunque la più probabile. L'uomo faceva il muratore, ma era da tempo senza lavoro, mentre la donna era collaboratrice domestica. Per chiarire il motivo della tragedia e l’esatta dinamica di quanto accaduto gli inquirenti stanno sentendo i vicini di casa e i conoscenti della coppia. In particolare, stanno cercando di verificare quando i coniugi, o almeno uno dei due, siano stati visti per l'ultima volta in modo da risalire al giorno in cui sarebbe avvenuto l'omicidio-suicidio. Accertamenti anche in Romania per verificare se prima di arrivare in Italia i due avessero avuto precedenti relazioni e figli nel Paese d'origine. Nel frattempo il magistrato di turno ha già dato autorizzazione allo spostamento dei corpi, trasportati nell’obitorio dell’ospedale Riuniti di Reggio in attesa dell’autopsia. B.F.
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dimessi “secondo le modalità di una dimissione protetta”, visto che si tratta di un parto cesareo. Tuttavia, in considerazione della situazione, la clinica ha ritenuto opportuno prendere tempo, anche dopo il “confronto informale” con il Comune. Nei prossimi giorni sarà formalizzata a Tribunali e Comune che a Martina e al neonato sia trovata una sistemazione “adeguata a una madre che non può allattare”. Intanto anche ieri mattina, come concesso dal tribunale per i minorenni con un provvedimento alcuni giorni fa, Martina è rimasta con il suo bimbo per una quarantina di minuti. La donna vorrebbe che il padre, Alexander Boettcher, possa vedere il piccolo. L’uomo ha riconosciuto il figlio dopo che il sindaco, Giuliano Pisapia, ha inviato due messi comunali a San Vittore dove è detenuto. B.F.
la spiaggia: il personale sanitario è stato calato con un verricello e ha praticato sul posto la manovra di rianimazione che ha fatto riprendere i sensi al turista. Sul posto anche i vigili del fuoco insieme a carabinieri per mettere in sicurezza la zona: è stato interdetto l’accesso al pubblico un fronte di 20 metri. Oggi saranno effettuati altri rilievi geotecnici sulle pareti rocciose circostanti per verificarne lo stato e scongiurare eventuali pericoli di nuovi crolli. Un episodio che riporta alla mente quanto avvenuto a Camerota, in provincia di Salerno, dove l’11 agosto scorso, quando un giovane è stato ucciso da un masso staccatosi da un antro roccioso in una discoteca all’aperto sul litorale del Cilento. B.F.
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Venerdì 21 agosto 2015
SPETTACOLI
LO STATUNITENSE CHRISTOPHER MCQUARRIE PORTA IN SALA IL QUINTO FILM DELLA SERIE MISSION IMPOSSIBLE, INIZIATA NEL 1996
Una nuova mission per Tom Cruise “Rogue Nation”, scritto da Will Staples e Drew Pearce, è stato disegnato su misura per il protagonista di sempre, che non si risparmia esibendosi in stunt sensazionali di Luciana Caprara ontinua la saga Impossible. “Rogue Nation” mostra Tom Cruise nei panni di Ethan Hunt alle prese con la sua nuova mission. Co-scritto e diretto da Christopher McQuarrie, il film ritrova Tom Cruise e la sua squadra dell’IMF alle prese con la distruzione de “Il Sindacato”, un’organizzazione criminale a livello internazionale, descritta come l’anti-IMF. Effetti speciali come sempre impeccabilmente sensazionali, ad arricchire il nuovo capitolo della saga questa volta è anche la parte ironica, il lato comico del film, supportato dal talento di Simon Pegg. Nel cast troviamo anche:Ving Rhames, Jeremy Renner, Sean Harris, Simon McBurney, e Alec Baldwin. Straordinario il marketing che ruota intorno al film diventato un vero e proprio business come l’idea sviluppata dalla nota Glu Games, un gameplay progettato ad hoc e che prende le sembianze di un titolo d’azione/avventura, con una formula free to play, che porterà il giocatore ad infiltrarsi in livelli direttamente ripresi dal film. Insomma, una spettacolarità che non vede fine, così la Paramount ha appena pubblicato nuovi poster, ognuno dedicato alla scena più spettacolare con protagonista Ethan Hunt nei 5 film della saga. Con le spettacolari immagini di Tom Cruise aggrappato a un aereo durante le
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riprese di Mission: Impossible - Rogue Nation. L’uscita estiva nelle sale è stata una scelta seppur infelice ma abbastanza meditata e giustificabile con il principale timore da box office che tutti i blockbuster si troveranno di fronte questo Natale, ovvero Star Wars il Risveglio della Forza. Sembra quindi più che probabile che il film diretto da Christopher McQuarrie si sia lasciato giustamente spaventare dal colosso di JJ Abrams. Insomma, guardando questo ultimo capitolo possiamo dire di trovrci di fronte ad un “retorico capolavoro” (retorico nel genere, capolavoro di effetti speciali) ricco di inventiva, divertente e con una azione incredibilmente tesa a servire una solida storia. Alcuni lo definiscono addirittura il miglior film della saga” forse anche grazie ai consolidatissimi stunt di Tom Cruise letteralmente fuori di testa o anche grazie ad una Rebecca Ferguson che fa capolino rubando la scena a tutti, e che come una signora Bond che si toglie i tacchi ed entra in azione. Insomma, un film che racchiude la brutalità di Reacher, l’umorismo di EoT, colpi di scena come i Soliti Sospetti e il cuore ancora della Mission Impossible. Così Rogue Nation si dimostra acuto nella sua spettacolarità che va anche a vantaggio di una buona sceneggiatura. Riguardando uno dietro l'altro i film della saga di Mission: Impossible si resta basiti di fronte all'alto grado di
spettacolarità che il suo protagonista indossa con cotanto sprezzo del pericolo. Così Tom Cruise punta tutto sull'empatia, potenziata dal fatto che lui sia là fuori, appeso per davvero, a fare qualcosa di spericolato come si richiede al personaggio di una buona spy story d'azione. In questo montaggio con le più rocambolesche sequenze di tutte le missioni impossibili, incluse alcune immagini di Mission Impossible Rogue Nation, vediamo spesso Tom Cruise aggrappato o appeso a qualcosa come a voler rimarcare, sinte-
tizzandolo all'estremo, l'effetto di sospensione dalla realtà che il cinema produce sullo spettatore. Conosciamo tutti ormai l'intraprendenza di Tom Cruise quando si tratta di scene d'azione: a differenza della maggior parte dei suoi colleghi lui ama girarle in prima persona, noncurante dei rischi. Ci riferiamo alla famosa scena in cui Ethan Hunt rimane appeso fuori dal portellone di un aereo. Sembra molto realistica! In realtà, a parte una fune di "sicurezza" tolta con la CGI, Cruise è rimasto per davvero
appeso all'esterno di un aereo e non una, non due, ma per ben otto ciak, per realizzare la scena. L'attore stesso afferma di non aver dormito la notte precedente alle riprese, ben sapendo cosa lo aspettava: se qualcosa fosse andato storto si sarebbe potuto fare molto male e avrebbe comunque dovuto attendere che l'aereo atterrasse per poter essere soccorso ma questo fa ovviamente di Cruise “l’eroe” idiomatico di sempre! Il film sarà nelle sale italiane il 19 agosto con Universal Pictures.
ANNUNCIATA AGLI MTV AWARDS, ARRIVA IN ITALIA LA TEEN COMEDY DISTRIBUITA DA EAGLE PICTURES
L’A.S.S.O. nella manica è riscoprirsi belle al cinema Tratto dal romanzo “Quanto ti ho odiato” di Kody Keplinger, la storia racconta di un’adolescente che decide di dare una svolta alla sua vita per diventare una leader utto scorre liscio nella vita di Bianca, fino a che non scopre di essere l'A.S.S.O. nella manica di Casey e Jess, le sue due amiche più belle e desiderate di lei. Il teen movie d'ambientazione scolastica presenta struttura, personaggi e location immutabili per raccontare proprio la codifica di comportamenti e relazioni tipiche di quell'età. I personaggi sono sempre intrappolati in ruoli che non desiderano, relegati ai margini di strutture sociali ben determinate e inseriti in un carcere formato da orari, campanelle, armadietti e umilianti sessioni di educazione fisica. In questo mondo L'A.S.S.O. nella manica introduce piccole variazioni per raccontare l'eterna storia della scalata sociale adolescenziale. Non è l'esito del film o la possibilità che la protagonista, evidentemente poco popolare, poco considerata e destinata all'invisibilità, possa trovare un amore che nemmeno cerca a fare la differenza ma la possibilità tramite la sua parabola di raccontare i mutamenti sociali. L'A.S.S.O. del film, ovvero l'Amica Sfigata Strategicamente Oscena non è la secchiona vestita fuori dal tempo dei film degli anni '80, nè quella problematica e triste degli anni '90 o ancora l'emo dei 2000, quanto una ragazza interessata, sveglia e vivace, dall'intelligenza acuta e la lingua vivace, un essere umano che può essere messo ai margini solo in una struttura sociale in
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cui le più popolari) aspirano a far parte di reality televisivi. Le commedie amorose per adolescenti, o come va di moda dire, Young Adult, seguono tutte necessariamente una serie di cliché. Spesso tratte da romanzi scritti da adulti, queste teen story riscuotono gli entusiasmi dei giovani lettori proprio in virtù del pedissequo rispetto di queste regole: dopo una serie di incomprensioni e problemi iniziali, il brutto anatroccolo di-
venta cigno e conquista il più bello del reame, alla faccia delle stupide bellone popolari che rimangono con un palmo di naso. Non fa eccezione a queste premesse il film acronimo inesistente con cui si è tradotto l'originale The DUFF (Designated Ugly Fat Friend), usato dai teenager americani per definire la persona meno attraente e più abbordabile in un gruppo di amici. Quella, per intendersi, che pur non essendo necessariamente brutta o poco interessante come vuole l'espressione, resta sempre in ombra e permette agli altri di risaltare e che viene spesso abbordata solo come mezzo per arrivare alle femmine o ai maschi alfa cui si accompagna. Nel film di Ari Sandel dal romanzo omonimo di Kody Keplinger (tradotto in italiano col poco attraente titolo “Quanto ti ho odiato”), per quanto sappia di essere diversa dagli altri, la spiritosa Bianca, brillante studentessa, amante del cinema e in particolare dei B-movies di zombi, non si fa alcun problema ad essere quello che è ed è da
sempre amica di due ragazze molto popolari. Fino al giorno in cui l'amico d'infanzia Wesley, diventato campione di football del liceo, le rivela en passant, senza pensare di ferirla, la sua condizione di DUFF. Tutte le insicurezze di una ragazza di 17 anni emergono prepotentemente e per superare quella che scopre essere una condizione comune a molti gruppi di amici, è proprio a lui che Bianca chiede aiuto: gli passerà i suoi appunti di chimica se Wesley le insegnerà i trucchi per diventare popolare e conquistare il ragazzo di cui è infatuata. Dopo un disastroso inizio, che la vede diventare protagonista involontaria di un video diventato virale per colpa dell'ex di Wesley che non vede di buon occhio la loro amicizia, Bianca riuscirà a capire se stessa e chi vuole veramente accanto. Quello che rende diverso questo film da altri del filone di cui dicevamo prima sono la qualità della recitazione e della scrittura, sempre garbata e ironica. Contrappuntata da continui riferimenti alla tecnodipendenza dei ragazzi di oggi, è una commedia brillante che non guarda i giovani con condiscendenza ma si mette al loro livello ed è in grado di far ridere e riflettere anche chi ha figli di quell'età. Anche se i protagonisti hanno tutti almeno 10 anni in più della loro età nel film, non lo si nota affatto, tanto sono affiatati e credibili L.C. nei panni dei liceali.
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Venerdì 21 agosto 2015
SPORT
IL TRIBUNALE NAZIONALE DELLA FIGC HA EMESSO LE SUE SENTENZE. CAMPIONATI RIVOLUZIONATI DALLA B IN GIÙ
Il Catania paga le colpe di Pulvirenti Riconosciuta la collaborazione: l’ormai ex presidente se la cava con cinque anni di squalifica mentre la squadra etnea retrocede in Lega Pro con 12 punti di penalizzazione. Serie D diretta per Teramo e Savona di Robert Vignola ttenti alla novità: nella giustizia sportiva fa il suo esordio il “pentitismo”. Perché Pulvirenti, avendo collaborato, scampa il pericolo radiazione. Anche se la sentenza del tribunale nazionale della Figc è parecchio dura col “suo” Catania. Mentre la geografia della Lega Pro 2015/2016 esce rivoluzionata dall’ennesimo giro di calcio scommesse. Tant’è: lo si sapeva ed è stato confermato dai fatti, l'impianto accusatorio di Stefano Palazzi ha retto alla prova del Tribunale federale. I due collegi giudicanti, entrambi presieduti da Sergio Artico, hanno sostanzialmente accolto le richieste della Procura federale, almeno per quanto riguarda i due processi principali, cercando solo di ridurre la distanza messa in campo dall'accusa tra la scelta di "premiare" le rivelazioni di Pulvirenti e quella di "stangare" le responsabilità di Campitelli e Dellepiane, che invece hanno negato tutto. Risultato? Leggermente rimodulate le richieste di Palazzi, più che raddoppiata la penalizzazione (aveva proposto -5) e aggiunta la sanzione record. Nel dettaglio, per le sei partite comprate, decisive a mantenere la Serie B, il Catania viene retrocesso
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in Lega Pro e condannato a cominciare il prossimo campionato da 12. Al club etneo è comminata anche una multa di 150mila euro, cui vanno aggiunti i 300mila per Pulvirenti, che grazie alle sue ammissioni (su cinque delle sei sfide incriminate) scampa alla radiazione, cavandosela con cinque anni di squalifica. Condannato, ma a quattro anni, anche l'ex ad etneo Cosentino, con ammenda di 50mila euro. Della Cadetteria non farà parte però anche una fresca neopromossa. Per
quanto riguarda la combine Savona-Teramo, ultima partita della scorsa stagione di Lega Pro finita con la vittoria e la promozione in serie B del Teramo, per il club abruzzese è confermata la responsabilità diretta del patron Luciano Campitelli e quindi la retrocessione in Serie D, ma senza la penalizzazione di -20 punti avanzata dalla procura federale. Lo stesso vale per il Savona. Il Tribunale Federale ha comminato una multa di 30mila euro ai due club mentre per responsabilità og-
gettiva è stato disposto 1 punto di penalizzazione a Barletta, L'Aquila, Luparense San Paolo Fc (già Atletico San Paolo Padova). Per quanto riguarda le altre società coinvolte a titolo di responsabilità diretta e oggettiva nel filone di Calcioscommesse di Catanzaro, il Tribunale Federale Nazionale ha comminato le seguenti sanzioni: esclusione dal campionato di competenza con assegnazione da parte del Consiglio Federale a uno dei campionati di categoria inferiore al Brindisi; -5 punti e 25 mila euro di ammenda per la Vigor Lamezia, -2 punti di penalizzazione e 25mila euro di ammenda alla Torres, - 2 punti e 2.500 euro di ammenda all'Usd Akragas Città dei Templi; -2 punti di penalizzazione per Barletta, Neapolis, San Severo; -1 punto di penalizzazione per la Puteolana Internapoli; 25mila euro di ammenda all'Aquila Calcio. Riguardo alle condanne del filone di Catanzaro per i tesserati: Claudio Arpaia (9 mesi di inibizione e 40mila euro di ammenda); Salvatore Astarita (2 anni e 3 mesi di squalifica e 25mila euro di ammenda); Felice
Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione dell’Agricoltura del Lazio
Bellini (5 anni di inibizione e 50mla euro di ammenda); Domenico Capitani, Ercole Di Nicola (2 anni di inibizione e 25mila euro di ammenda);William Carotenuto (3 anni e 6 mesi di squalifica e 60 mila euro di ammenda); Antonio Ciccarone (5 anni di inibizione con preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc e 50 mila euro di ammenda); Ninni Corda (1 anno e 6 mesi di squalifica e 20 mila euro di ammenda); Francesco Massimo Costantino (3 anni di squalifica e 15mila euro di ammenda); Savino Daleno (5 anni di inibizione con preclusione alla permanenza in qualsiasi rango o categoria della Figc e 50 mila euro di ammenda); Fabio Di Lauro (2 anni e 6 mesi di squalifica e 35mila euro di ammenda). Giorgio Flora (4 anni e 6 mesi di inibizione e 70mila euro di ammenda); Fabrizio Maglia (9 mesi di inibizione e 30mila euro di ammenda); Emanuele Marzocchi (1 anno e sei mesi di squalifica); Vito Morisco (3 anni e 9 mesi di inibizione e 50mila euro di ammenda); Vincenzo Nucifora (3 anni e 15 mila euro di ammenda); Giuseppe Sampino (2 anni di inibizione e 25mila euro di ammenda). Prosciolti dalle accuse la Paganese Calcio e i tesserati Salvatore Casapulla, Luigi Condò e Giuseppe Perpignano.