Security & Safety Gestione e Coordinamento Sicurezza sul Lavoro
BOZZA
Rischio rapina negli uffici postali Il quadro di riferimento delle responsabilità Il “rischio rapina” s’inquadra nella vasta fenomenologia dei rischi indotti da atti criminali per i quali, gli obblighi in materia di sicurezza e salute a carico del Datore di Lavoro non possono equipararsi a quelli generati dai cosiddetti “rischi professionali”. La responsabilità che il Datore di Lavoro assume verso i lavoratori è piena riguardo ai rischi generati dalle “lavorazioni” dell’azienda, mentre, nella fattispecie, è normalmente subordinata ed eventualmente concorrente con quella di altri soggetti (Autorità, Pubblica Sicurezza, ecc.); trattandosi infatti di rischio conseguente ad attività criminosa di terzi, si ritiene che l’attività di prevenzione e repressione competa in via prioritaria ed istituzionale alle autorità suddette. Il rischio rapina si caratterizza quale rischio esogeno e, pertanto, non prevedibile. Il compito del Datore di Lavoro deve ritenersi quello di adottare le opportune misure di prevenzione e ridurre al minimo le conseguenze derivanti dall’evento criminoso. Poste Italiane ha adottato, negli ultimi anni, strategie volte a scoraggiare i rapinatori professionisti 1 mantenendo attiva ogni possibile sinergia con le autorità di pubblica sicurezza, finalizzata alla prevenzione dei reati.
Andamento del fenomeno delle rapine e strategie di contenimento del rischio Poste Italiane, nel periodo compreso tra la fine degli anni ’70 e gli ultimi anni ’90, aveva provveduto alla blindatura di quasi tutti gli uffici postali. In quel periodo la circolazione di contanti, era proporzionalmente più ingente di oggi 2 . I sistemi di conservazione del denaro disponibili erano comunemente di tipo tradizionale (classiche casseforti). Gli uffici postali, pertanto, erano nelle mire della criminalità organizzata che non esitava ad utilizzare tecniche molto aggressive, per attuare le rapine, quali: utilizzo di armi da fuoco, di mazze pesanti per far saltare le serrature della blindatura, di esplosivi, di automezzi o camion come arieti, presa di ostaggi, introduzione dei malviventi ad ufficio chiuso per sorprendere i dipendenti all’apertura; l’esperienza ha dimostrato perciò che la blindatura da sola non è risolutiva nello scoraggiare gli attacchi dei rapinatori professionisti e pertanto Poste Italiane ha messo in atto una strategia che ha come punto focale quello di rendere sempre meno disponibile il denaro contante negli uffici postali e darne evidenza attraverso una adeguata campagna di informazione. Le tradizionali misure antirapina, sono state sostituite da dispositivi tecnologicamente più avanzati di conservazione del denaro ad apertura ritardata non modificabili dal personale e di speciali cassetti utilizzabili dallo sportellista che non rendono disponibile l’erogazione del denaro immagazzinato. Ciò ha determinato che il rapinatore professionista, nel valutare il rischio di cattura in rapporto al bottino, ha dovuto tenere conto della poca convenienza dell’atto criminale. In linea con questa scelta strategica Poste Italiane, a partire dall’anno 2000, ha cominciato a ridurre la disponibilità di denaro contante, a introdurre sistemi di sicurezza avanzati per la conservazione del denaro, innovativi sistemi di pagamento, l’utilizzo di sistemi di erogazione del contante (ATM).
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Il rapinatore professionista, considera la sua attività una professione, ha maturato esperienza di altre rapine e, normalmente, agisce nell’ambito della criminalità organizzata. Prima di agire prepara accuratamente il colpo. Spesso si avvale di complici. Ha generalmente il controllo della situazione contingente. Valuta il rischio di cattura in rapporto al bottino previsto. 2 In quel periodo il ricorso alla domiciliazione di utenze o all’accredito dello stipendio/pensione nonché l’utilizzo di sistemi di pagamento quali carte bancomat o carte di credito, non esisteva. Pagina 1 di 6
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La problematica perciò si restringe oggi a rapine che vedono come protagonisti rapinatori occasionali 3 . Questi agiscono spinti da necessità urgenti di reperire denaro, talvolta sotto l’effetto di droghe e, generalmente, agiscono con un’arma da taglio o con armi improprie (taglierino, siringa). Per molti versi, le rapine che avvengono nell’ufficio postale di tipo aperto, risultano non dissimili da quelle a danno di esercizi commerciali piccoli o medi.
Le conseguenze sulla persona esposta alla rapina Gli effetti della rapina sulle persone in quanto vittime di aggressione diretta oppure testimoni della stessa, sono correlati alla dinamica della rapina ma variano da soggetto a soggetto. Sono effetti soprattutto di tipo psicologico, anche se talvolta si registrano anche danni corporei dovuti ad aggressione fisica. I disturbi post traumatici da rapina si distinguono in: Disturbo acuto da shock (DAS). Esso si manifesta entro quattro settimane con durata da due giorni a quattro settimane. I sintomi si rivelano sotto forma di ansie, paure, rabbia, ecc. Disturbo post traumatico da shock (DPTS): Esso si manifesta immediatamente o anche a distanza, dopo esposizione a traumi particolarmente gravi, ed ha durata non inferiore a quattro settimane (da qui la distinzione con la DAS). Gli effetti, oltre a quelli dovuti al DAS, sono rappresentati da disturbi del sonno, difficoltà di concentrazione, pensiero che ricostruisce continuamente l’evento traumatico, irascibilità; il DPTS può verificarsi quando la rapina è particolarmente violenta, ad es. con presa di ostaggio, uso di armi, ecc. In tutti i casi, un sostegno psicologico adeguato può facilitare il superamento del trauma e favorire il reinserimento del lavoratore nel posto di lavoro.
Criteri di indirizzo nella scelta dei sistemi anticrimine in Poste Italiane Sulla scelta dei sistemi di sicurezza anticrimine è necessario riflettere sul “mandato sociale” di Poste Italiane. L’Azienda, mediante i 14.000 Uffici Postali dipendenti, è presente in quasi tutti i Comuni d’Italia con un servizio caratterizzato da massima capillarità. L’accessibilità è garantita a tutti senza “selezione” del cliente. In altre parole nell’ufficio postale normalmente può entrare la mamma con la carrozzina, il disabile su sedia a ruote, l’anziano con difficoltà motorie. Inoltre la clientela può introdurre nell’ufficio pacchi per la spedizione anche di misure ingombranti. È evidente che tale propensione, di valenza sociale, non risulta compatibile, con “sistemi filtro” eccessivamente selettivi quali le bussole 4 monopersona e metal detectors. In taluni casi, ove la fisicità degli spazi lo ha consentito 5 , sono state installate porte interbloccate multipersona. L'impegno di Poste italiane è, quindi, rivolto, da un lato verso la predisposizione di misure di sicurezza anticrimine volte a ridurre la disponibilità di denaro contante e, dall’altro, nell’informare e formare il personale applicato all’ufficio postale affinché: sia consapevole dei rischi che la rapina genera; si attenga alle disposizioni antirapina; conosca il funzionamento dei dispositivi anticrimine installati;
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Il rapinatore occasionale, ha scarsa esperienza, cura poco l’organizzazione del colpo che spesso è dettato da necessità incombenti, solitamente agisce da solo. Non riesce a controllare le situazioni impreviste. 4 Sistema che consente l’accesso di una persona alla volta, con ante interbloccate (un’anta si apre solo quando l’altra è chiusa) di tipo girevole, scorrevole, a cardini. Può essere associato un sistema tarabile per il riconoscimento di masse metalliche superiori ad una determinata consistenza. 5 Alcuni uffici postali, inseriti in particolari contesti, hanno dimensioni assai ridotte e non possono essere soggetti ad una diminuzione rilevante dello spazio per il pubblico per l’installazione di sistemi a doppie porte interbloccate. Pagina 2 di 6
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sappia affrontare le difficoltà che l'evento criminoso può generare. In caso di rapina, le disposizioni impartite ai lavoratori degli uffici postali, privilegiano sempre l’incolumità delle persone rispetto all’integrità dei beni. Nel 2005, Poste Italiane e il Ministero dell’Interno hanno stipulato una convenzione che prevede lo sviluppo del progetto denominato “Sicurezza Uffici Postali”, in collaborazione con la Polizia Postale e delle Comunicazioni, finalizzato alla prevenzione di rapine e furti nei 14.000 uffici postali italiani. Il progetto consente, alle questure, di predisporre piani articolati e puntuali di controllo del territorio ed a Poste Italiane, di migliorare le difese anticrimine dei singoli uffici postali. Al riguardo giova evidenziare che le misure anticrimine fisiche, considerate le già accennate caratteristiche di non prevedibilità devono essere tali da assicurare un livello adeguato di protezione per tutte le dipendenze. Security & Safety ha il compito di aggiornare le misure al progresso tecnologico, tenendo conto degli studi di settore e delle indicazioni provenienti dalle FFO.
Le misure di tutela anticrimine fisiche Gli uffici postali esistenti sono configurati secondo due principali profili di protezione: - ufficio postale chiuso dove la retrosportelleria è separata fisicamente dall’atrio al pubblico da un bancone blindato; - ufficio postale aperto dove, in sostituzione della separazione fisica, sono installate alcune misure di dissuasione: forte riduzione del contante disponibile allo sportello, frazionamento dei valori con dispositivi a tempo non modificabili dal personale, videoregistrazione ecc. La diversità dei sistemi di protezione, determina che negli uffici di tipo chiuso le rapine hanno una minore frequenza ma dinamiche più cruente. Negli uffici di tipo aperto le rapine sono, generalmente, più ricorrenti, rispetto agli uffici blindati ma, di solito, meno violente. Poste Italiane ha individuato, pertanto, tre categorie di misure di sicurezza: Categoria A – Sistemi di controllo all’ingresso dell’ufficio: - bussola (ove installabile); - doppia porta automatica interbloccata (ove installabile); - Vigilanza; - rilevatore biometrico. Categoria B - dispositivi di deterrenza del compimento dell’atto criminoso: - bancone blindato; - camera di sicurezza; - attrezzature antirapina da sportello (frazionatore temporizzato dei valori disponibili); - casseforti; - ritardatore d’apertura - cassaforte passavalori bifronte. Categoria C - dispositivi di ausilio per le forze dell’ordine: - impianto di allarme con funzione antirapina; - videoregistrazione/videosorveglianza; - collegamento remoto con i Centri di Telesorveglianza aziendale. Le misure di tutela anticrimine si ritengono adeguate, quando sono presenti almeno tre dei dispositivi di sicurezza derivati da almeno due delle tre categorie; in ogni caso il fenomeno sarà oggetto di costante monitoraggio al fine di assicurare efficaci misure di tutela anticrimine per quegli uffici particolarmente esposti, operanti in contesti ambientali critici. Si evidenzia che le misure di sicurezza, anche appartenenti alla categoria C, hanno maggiore valenza di disincentivare l’atto criminoso se efficacemente pubblicizzate. In particolare sulle vetrine esterne e sulle pareti interne dell’ufficio, devono essere applicate vetrofanie o cartelli che mettano
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in risalto l’esistenza di sistemi ad apertura ritardata non modificabili dai dipendenti, l’esistenza di telecamere per la registrazione delle immagini non modificabili dal personale, ecc. Nell’ottica della prevenzione e ad ulteriore salvaguardia dei lavoratori l’azienda anche negli uffici dotati di bancone blindato sta adottando la strategia di diminuire sempre più la disponibilità dei valori utilizzando alcuni sistemi tecnici e organizzativi tipicamente impiegati negli uffici di tipo aperto.
Le misure di tutela individuali Gli studi sul fenomeno delle rapine, indicano che la formazione è uno degli elementi base per ridurre i possibili rischi. Fondamentale è, innanzitutto, la consapevolezza del potenziale rischio e dell’importanza del funzionamento delle misure anticrimine, siano esse di tipo organizzativo che tecniche. Il mancato utilizzo dei sistemi antirapina da sportello, il conteggio dei soldi in modo non riservato, possono suscitare l’interesse dei malviventi. La formazione si rivela ancora importante, per migliorare il controllo delle proprie azioni durante la rapina e ridurre al minimo le conseguenze dell’atto criminale. Di seguito si riportano le iniziative concernenti l’informazione già realizzate e quelle inerenti alla formazione in progetto che sarà erogata a breve. Informazione. Ai lavoratori applicati all’ufficio postale sono stati consegnati, nell’ambito dell’informazione prevista dal D.Lgs. 626/94, note informative contenenti indicazioni in merito al funzionamento dei dispositivi di sicurezza, al controllo degli accessi, alla tenuta dei valori e al comportamento da tenere in caso di rapina. Inoltre, quale misura di miglioramento dell’informazione ai lavoratori, si è provveduto, da alcuni mesi, alla consegna di un vademecum sotto forma di opuscolo interamente dedicato al rischio da rapina, articolato sui seguenti punti: la rapina e le sue caratteristiche; la prevenzione della rapina; comportamento durante la rapina; comportamento dopo la rapina. Il piano per il miglioramento nel tempo delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori Dal 2007, è prevista l’attuazione di nuove misure di tutela individuali, finalizzate ad una ulteriore riduzione dei rischi. Esse riguardano i seguenti aspetti: 1) Formazione. I lavoratori degli uffici postali seguiranno un corso di formazione della durata di tre ore, erogato in modalità e-learning e strutturato in moduli formativi corredati di video lezioni, costituite da filmati commentati da un tutor. Tale corso comprende anche test di verifica dell’apprendimento sia al termine del singolo modulo che a conclusione del percorso formativo ed è strutturato come segue: introduzione (finalità, contenuti, la sicurezza in azienda); la rapina (il rischio rapina, tipologie, frequenza e modalità, la rapina nel lay out e nel blindato); il rapinatore (tipologie, comportamenti, spinte psicologiche, travisamenti); la prevenzione (le buone abitudini, il rispetto delle procedure, l’attenzione agli sconosciuti, la conoscenza e l’utilizzo dei sistemi di sicurezza, operazioni particolari); cosa fare in caso di rapina (il comportamento idoneo, la gestione degli imprevisti, le azioni da evitare); cosa fare dopo una rapina (attività specifiche, la collaborazione con le forze dell’ordine, le azioni da evitare); consigli per la gestione dello shock; conclusioni.
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2) Tutela sanitaria. È stata studiata un’apposita procedura sanitaria da attivare a favore dei lavoratori coinvolti in un evento criminoso, che prevede una o più visite per individuare l’eventuale necessità di un supporto psicologico, adeguato alla sintomatologia post traumatica. Principali figure interessate alla procedura: lavoratori di Poste italiane; medici competenti territoriali; medico competente centrale coordinatore (gestisce, a livello centrale, i report della procedura); equipe psicologi.
Intervento del medico competente territoriale dopo il verificarsi della rapina Scopo: Informare i lavoratori dell’esistenza della procedura sanitaria post rapina (qualora non fosse già nota a tutti), spiegandone la natura, lo scopo e le modalità d’attivazione; valutare, personalmente, le circostanze raccogliendo sul posto utili informazioni sulle modalità d’esecuzione della rapina e delle sue possibili ripercussioni sui lavoratori; fornire un primo supporto psicologico ai lavoratori direttamente coinvolti 6 nella rapina; individuare i lavoratori che, sulla scorta delle prime valutazioni, potrebbero usufruire degli interventi previsti dalla procedura sanitaria post rapina. Successivamente, in linea con quanto previsto dall’art. 17 del D.Lgs 626/94 e s.m.i, a richiesta dei lavoratori 7 direttamente coinvolti e che denuncino problemi di salute riconducibili 8 all’evento criminoso sarà attivata la procedura sanitaria post rapina che prevede:- al lavoratore direttamente coinvolto in un evento criminoso di incontrare il medico competente territoriale ed eventualmente uno psicologo, che potranno tempestivamente diagnosticare l’eventuale insorgenza di disturbi riconducibili all’evento traumatico, suggerendo gli adeguati percorsi terapeutici, valutando nel tempo l’evolversi del quadro clinico. Gli interventi medici modulati secondo l’esigenza di recupero, sono: visita medica da parte del medico competente territoriale; valutazione da parte dell’equipe di psicologi con effettuazione test MMPI-2; 2^ Visita medica da parte del medico competente a 6 mesi dalla precedente; ulteriori valutazioni da parte dell’equipe di psicologi e del medico competente territoriale secondo necessità. Il documento di valutazione dei rischi, aggiornato con le misure di tutela in via di predisposizione, si presenta come di seguito
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Si intendono “direttamente coinvolti” nell’evento, i lavoratori applicati al front office al momento dell’evento criminoso. 7 L’attivazione “a richiesta” della procedura, della cui esistenza devono essere adeguatamente informati tutti i lavoratori, in considerazione del carattere prettamente sanitario dell’intervento previsto (visita medica), risulta essere pienamente rispettosa della normativa vigente in materia di accertamenti medici per i lavoratori. 8 In questa fase il medico competente territoriale garantirà il suo intervento per tutti coloro che si trovino nelle condizioni di richiederlo. Solo successivamente sarà possibile valutare la diretta connessione fra un problema di salute e l’evento traumatico (rapina), se necessario mediante anche accertamenti sanitari e test psicologici ripetuti nel tempo. Pagina 5 di 6
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Cod.
Esposizioni
Rapina I rischi connessi all’evento criminoso della rapina producono effetti di tipo: • psichico da shock (frequenti); • danni corporei (rari): In entrambi i casi la gravità è proporzionale alla tipologia della rapina
Misure di tutela preventive e protettive Rischio (a cura di Dirigenti e Preposti) 2 Formazione: - Informare e formare (anche a cura del preposto) il personale dipendente sul corretto uso dei dispositivi anticrimine che deve utilizzare (mezzi forti, ritardatori d’apertura, sistemi di allarme, ecc.) e sulle disposizioni anticrimine. - corso di formazione on-line sulla rapina ed i comportamenti da adottare; - consegna ai lavoratori del Vademecum “La rapina nell’ufficio postale”; Organizzazione del lavoro La sicurezza del lavoro dipende dal funzionamento delle misure tecniche di prevenzione installate nell’ufficio e dai comportamenti adeguati. Inoltre ogni atto deve essere finalizzato ad evitare rischi per l’incolumità dei lavoratori e del pubblico. A tal fine corre l’obbligo di: - rispettare scrupolosamente le disposizioni aziendali emanate in materia di sicurezza antirapina (security). - segnalare immediatamente eventuali malfunzionamenti dei sistemi anticrimine. - assicurare la migliore visibilità, dall’esterno, dell’interno dell’ufficio. Evitare di affiggere manifesti sulle vetrate esterne che possano compromettere tale visibilità. - Rendere sempre visibili le vetrofanie e le altre segnalazioni di dissuasione che avvisano dell’esistenza degli impianti anticrimine. Tutela sanitaria Il personale coinvolto nell’evento criminoso può richiedere di essere sottoposto ad accertamento da parte del Medico Competente.
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