Periodico ufficiale nazionale della Consap anno X novembre 2008 (foto Moretta)
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CONFEDERAZIONE SINDACALE AUTONOMA DI POLIZIA
SINDACATO MAGGIORMENTE RAPPRESENTATIVO DELLA POLIZIA DI STATO
O T A D AN M I R
Premio sicurezza, tornano le pantere d'argento
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Editoriale
Consap Magazine 2008
di Giorgio Innocenzi Segretario Generale Nazionale Consap
Editoriale
La Polizia abbia il diritto di sciopero. No alla politica della sicurezza chiacchierata.
Il Governo ha sempre dichiarato di voler mantenere le promesse elettorali, confermando che, tra le priorità della sua azione, ci sarebbe stata la sicurezza e il benessere del personale in divisa. I fatti hanno finora dimostrato esattamente il contrario. Dal governo Prodi al governo Berlusconi ben poco è cambiato. In questo frangente certi ben noti ambienti politici sono arrivati addirittura al punto di mettere in discussione la nostra fedeltà alla Costituzione. Attacchi assurdi ed ignobili al quale ha opportunamente risposto il Capo della Polizia ricordando i 150 anni di storia, i morti e il lavoro per il bene dei cittadini che migliaia di persone sottopagate svolgono diuturnamente. A tutto però, c’è un limite. Il Governo si appresta a varare una legge finanziaria che non prevede uno stanziamento adeguato per garantire il potere d’acquisto dei nostri miseri stipendi, con una riduzione superiore ad un terzo rispetto finanche al biennio 2006/2007. Nel testo licenziato dalla Camera dei Deputati non vi è traccia di alcuno stanziamento per finanziare la specificità, le indennità operative e la produttività del nostro lavoro. I continui tagli alle spese per la sicurezza costringono i
poliziotti ad anticipare risorse per pagare le spese di missione e per l’espulsione degli stranieri clandestini. Nella legge finanziaria non viene stanziato neppure un euro per riordinare, come promesso, le carriere del personale. La misura è veramente colma. E’ giunto il momento di far sentire chiara e forte la voce dei poliziotti. Il Governo deve immediatamente operare una inversione di rotta e garantire il rispetto degli impegni assunti. La Consap non intende assolutamente accettare la politica della sicurezza annunciata sugli organi di stampa alla quale, poi, non seguono adeguati stanziamenti economici. Il riconoscimento della specificità, cioè di un incremento di stipendio maggiore rispetto al tasso di inflazione riconosciuto al pubblico impiego è un obiettivo irrinunciabile. Contro questa situazione la Consap ha avviato una forte campagna di mobilitazione e di denuncia per smascherare gli imbonitori di professione, capaci esclusivamente a praticare la sicurezza chiacchierata. Se il Governo pensa che i poliziotti siano uguali agli altri impiegati pubblici, allora è giusto che ci sia concessa la possibilità di svolgere un secondo lavoro, in modo da rimpinguare i nostri magri stipendi ma soprattutto che finalmente ci sia riconosciuta la possibilità di fare sciopero per tutelare i nostri diritti.
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Consap Magazine 2008
Analisi del fenomeno suicidario in Polizia lo strumento dell’autopsia psicologica La Consap ha partecipato a Roma, all’Istituto Superiore di Polizia, ad un’interessante seminario, ottimamente organizzato dalla Direzione Centrale di Sanità guidata dal prof. Giovanni Cuomo, dedicato “all'analisi del fenomeno suicidiario nella Polizia di Stato: lo strumento dell’autopsia psicologica e i dati relativi al triennio2003/05”. Alla presenza del Capo della Polizia, prefetto Antonio Manganelli si è dibattuto su tale grave problematica. L’analisi ha consentito di riscontrare, pur nella drammaticità dei singoli eventi, come nel nostro settore la percentuale sia in media con il dato nazionale. Dal convegno, tuttavia, è emersa con forza la necessità di un impegno crescente che coinvolga al meglio gli psicologi, gli operatori con mansioni di “pari” ed i cappellani della Polizia di Stato. Nell’incontro, purtroppo, sono stati completamente ignorati i riflessi negativi prodotti dai disagi, dallo stress e dalla organizzazione attuale della Polizia di Stato. La Consap, dal canto suo, è da tempo impegnata per la risoluzione di questa problematica e l’avvio da circa un anno, in collaborazione con un team di psicologi della Polizia di Stato, di uno “Sportello di ascolto” sul nostro sito web, ha garantito a molti colleghi l’opportunità di trovare sostegno, consulenza ed orientamento nei momenti di difficoltà.
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ANNO X, NUMERO IV OTTOBRE-NOVEMBRE 2008 Periodico ufficiale nazionale della CONSAP aderente alla Confederazione delle polizie europee EUROCOP
Sommario EDITORIALE 2
La Polizia abbia il diritto di sciopero.
PRIMO PIANO Protesta nazionale: i poliziotti non sono fannulloni
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Incontro con il Ministro dell'Interno Roberto Maroni
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O.P. che fine hanno fatto le nuove tute antisommossa?
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IN EVIDENZA Riordino delle carriere, obiettivo prioritario al lavoro Camera e Senato
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A proposito di alloggi per il personale delle Forze di Polizia
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Specificità a costo zero, il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno?
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Francia amica dei terroristi, non compriamo i prodotti d'oltralpe
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Roma, si volta pagina. La Consap incontra il questore Caruso
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I tagli sulla sicurezza, colpiscono solo i poliziotti ed i cittadini.
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DIRETTORE POLITICO Giorgio Innocenzi DIRETTORE RESPONSABILE Massimo D’Anastasio SUPERVISORE PER LA FOTOGRAFIA Francesco Moretta REDAZIONE Via Nazionale, 214 - 00184 Roma tel. 06.47825541 r.a. - fax: 06.47825538 Registrazione Tribunale Civile di Roma - n. 542 dell’1.11.1999 Stampa e impaginazione Romana Editrice Tiratura 15.000 copie
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Primo piano
Tornano le pantere, a Roma il premio sicurezza 2008 della Consap Sarà ancora la splendida cornice dell’Hotel Nazionale a Montecitorio ad ospitare la cerimonia di consegna delle prestigiose pantere d’argento premio sicurezza Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia 2008. Giunto alla terza edizione, il premio, intende premiare le personalità che si sono distinte durante l’anno solare per il contributo fornito alla cultura della legalità. Come nelle precedenti edizioni fra i premiati figureranno dirigenti della Polizia di Stato, magistrati, giornalisti operatori ed anche come successe nella prima edizione semplici cittadini, che si sono distinti in particolare situazioni di pericolo fornendo aiuto a persone in difficoltà. Le convocazioni ai premiati sono già state inviate dalla Segreteria Generale Nazionale della Consap con un messaggio nel quale lo stesso Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi, illustra l’iter e le motivazioni che hanno portato alla consegna del premio. Dal 2006, prima edizione del premio, si sono moltiplicati i complimenti per la scelta di far rappresentare questo riconoscimento dalla statuetta che raffigura una pantera d’argento, l’animale agile ed elegante che rappresenta la Polizia di Stato sul territorio, e che campeggia sulla parte anteriore delle automobili con colori d’istituto impegnate nel controllo del territorio. L’appuntamento è per i primi giorni del mese di dicembre, fino ad allora i nominativi dei premiati saranno noti solamente ai vertici nazionale del sindacato. Nel prossimo numero della rivista ospiteremo un ampio servizio sulla cerimonia di premiazione.
I EDIZIONE ANNO 2006 ELENCO DEI PREMIATI SQUADRA DI POLIZIA AMMINISTRATIVA QUESTURA DI ROMA SERRA Achille - Prefetto MAZZA Mauro - Giornalista MICILLO Raffaele - Questore PEDULLA’ Gaetano - Giornalista IANUS Ramona - Cittadina rumena
II EDIZIONE ANNO 2007 ELENCO DEI PREMIATI CAVALIERE Nicola - Prefetto TAGLIENTE Francesco - Questore BUFALETTI Pasquale - Ispettore Capo P.S. BALDI Michele - Politico DELL’ANNO Pier Paolo - Avvocato POMPEI Claudio - Giornalista
Primo piano
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Protesta nazionale: i poliziotti non sono dei fannulloni Il decreto 112 diventa legge 133 e si concretizzano pesanti decurtazioni per uomini e donne della Polizia di Stato. La Consap, sindacato maggiormente rappresentativo della polizia di Stato, ha predisposto insieme al Codacons un ricorso gratuito per gli iscritti, per far riconoscere l’illegittimità delle nuove norme. Il provvedimento che porta il nome del ministro Brunetta, contiene il taglio dei fondi per il Viminale, il blocco del turn-over del personale e la riduzione della retribuzione accessoria in caso di malattia per i primi dieci giorni, che nel comparto sicurezza, si presenterà superiore a quella di altri dipendenti pubblici. La legge 133/08 avrà effetti devastanti sulla motivazione professionale, il vero valore aggiunto che spinge i colle-
SICUREZZA: CONSAP, IN PIAZZA CONTRO LEGGE BRUNETTA «Nel ricorso contro alcune delle disposizioni volute dal ministro Brunetta nel decreto su 'disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributarià, si solleverà dinanzi ai giudici - aggiunge il sindacato - la carenza di legittimità costituzionale della circolare Brunetta laddove viola la parità di trattamento, il sistema di tutela sociale e il principio di efficienza previsti dalla Costituzione, con riguardo ai trattamenti economici aggiuntivi per infermità dipendente da causa di servizio; la corresponsione del solo trattamento economico fondamentale, senza indennità o emolumenti nei primi 10 giorni di assenza per malattia; l'estensione delle fasce orarie di reperibilità del lavoratore per le visite di controllo». «Tutte disposizioni -come si legge nel ricorso Consap/Codacons - sembrano ledere il diritto inviolabile alla salute ed i diritti al ristoro economico per chi subisce una lesione alla salute invalidante per causa di servizio e trasformano la malattia in una colpa del lavoratore». «Le rassicurazioni pubbliche del ministro Brunetta e le promesse del ministro Maroni, cancelleremo in finanziaria le storture di questo decreto, non sono messe in discussione dal sindacato che, però, ricorda ai due esponenti del governo, che - conclude la Consap - le loro parole sono prive di riscontro visto che gli uffici contabili del Viminale, hanno già computato le prime detrazioni stipendiali».
ghi a rischiare la vita per difendere la libertà dei cittadini. Effetti devastanti che il nostro sindacato analizza nel dettaglio: Ogni collega si vedrà decurtato lo stipendio in media
CONSAP: “PIÙ RISPETTO PER CHI RISCHIA LA VITA ED È GARANTE DELLA SICUREZZA DI TUTTI” Poliziotti in piazza contro il “decreto Brunetta”. Un impiegato si sveglia con l'emicrania, va al lavoro e finisce male una pratica; un poliziotto si sveglia con l'emicrania va al lavoro e finisce male. Questa è la sottile differenza che ci spinge a promuovere un ricorso collettivo gratuito contro la legge Brunetta». Lo ha detto il segretario generale nazionale della Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia (Consap) Giorgio Innocenzi, dando il via ad una mobilitazione nazionale, che domani mattina vedrà gli iscritti al sindacato della Polizia manifestare in tutta Italia. L'appuntamento è alle ore 9 davanti al ministero dell'Interno ed in contemporanea nelle questure delle maggiori città (Torino, Udine, Venezia, Genova, Firenze, Ancona, Napoli, Salerno, Reggio Calabria, Palermo e altre) «per - spiega il sindacato - contestare la decisione del governo che trasforma la malattia del dipendente in una colpa punendola con sostanziali detrazioni sullo stipendio. La legge 133 - aggiunge la Consap - avrà effetti devastanti sulla motivazione professionale, il vero valore aggiunto che spinge i colleghi a rischiare la vita per difendere la libertà dei cittadini. Ogni collega si vedrà decurtato lo stipendio in media di 25 euro netti in caso di fruizione di malattia ma anche per congedi ex legge 104 e addirittura per assenza in caso di donazioni di sangue, piastrine e modello osseo, alle poliziotte inoltre non sarà più consentito assentarsi a causa di complicanze derivanti da eventuale stato di gravidanza». «Su queste basi la Federazione Consap Italia Sicura ha quantificato l'incidenza economica dei primi 10 giorni di malattia e dei congedi sulla retribuzione mensile di ogni poliziotto in un minimo di 140 euro ad un massimo di 290 euro, a fronte di stipendi che si aggirano in media sui 1.300 euro al mese. Contro questa legge - spiega la Consap - il sindacato ha impostato un ricorso collettivo gratuito in collaborazione con l'Associazione Consumatori Codacons, con la quale ha un rapporto di collaborazione, da presentare al Tar del Lazio, ed in tutta Italia si registrano già migliaia di aderenti fra gli appartenenti alla Polizia di Stato».
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Salerno: la raccolta delle firme.
di 25 euro netti giornalieri, in caso di fruizione di malattia ma anche per congedi ex legge 104 e addirittura per assenza in caso di donazioni di sangue, piastrine e midollo osseo, alle poliziotte inoltre non sarà più consentito assentarsi a causa di complicazioni derivanti da eventuale stato di gravidanza. Su queste basi la Consap ha quantificato l’incidenza economica dei primi 10 giorni di malattia sulla retribuzione mensile di ogni poliziotto in un minimo di 140 euro ad un massimo di 290 euro, a fronte di stipendi che si aggirano in media sui 1300 euro al mese. Contro questa legge, il sindacato ha impostato ricorso in collaborazione con l’Associazione Consumatori Codacons, con la quale ha un rapporto di collaborazione a tutela degli iscritti sia come poliziotti che come cittadini utenti, da presentare al Tar del Lazio, la cui adesione è
totalmente gratuita e in tutta Italia si registrano già migliaia di aderenti gli appartenenti alla Polizia di Stato. Nel ricorso contro le disposizioni volute dal ministro Brunetta si solleverà dinanzi ai giudici la carenza di legittimità costituzionale della circolare Brunetta laddove viola la parità di trattamento, il sistema di tutela sociale e il principio di efficienza previsti dalla Costituzione, con
riguardo ai trattamenti economici aggiuntivi per infermità dipendente da causa di servizio; la corresponsione del solo trattamento economico fondamentale, senza indennità o emolumenti nei primi 10 giorni di assenza per malattia; l’estensione delle fasce orarie di reperibilità del lavoratore per le visite di controllo. “Tutte disposizioni che si legge nel ricorso Consap/Codacons - sembrano ledere il diritto inviolabile alla salute ed i diritti al ristoro economico per chi subisce una lesione alla salute invalidante per causa di servizio e trasformano la malattia in una colpa del lavoratore. Il ricorso, ha già registrato decine di migliaia di adesioni è gratuito per gli iscritti alla Consap e solleva l’eccezione di incostituzionalità di una legge che presenta disparità di trattamento fra i lavoratori e che penalizza economicamente i primi10 giorni di malattia, ma anche situazioni contingenti legate alla professione come detto, i congedi ex lege 104, le complicanze derivanti da gravidanza per le colleghe e addirittura la solidarietà civile, innata in chi esercita questa professione, laddove si punisce l’assenza per donazione di sangue, piastrine e midollo osseo. Una legge che ci mortifica sul piano professionale ed umano contro la quale i poliziotti lotteranno con tutti i mezzi a disposizione. Siamo stanchi di venire penalizzati sempre: in Finanziaria, durante le trattative per il contratto ed ora anche in caso di malattia, il cui insorgere è spesso legato proprio al tipo di impegno che richiede un lavoro usurante e rischioso come il nostro. E.I.
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Parlamento modifica la legge 133, ma solo dal 2009; necessario il ricorso La forte mobilitazione posta in atto dalla nostra organizzazione inizia a produrre i primi, positivi effetti. approvati alla camera due emendamenti. La commissione lavoro della Camera dei Deputati, nell’ambito dell’iter legislativo del disegno di legge, ha approvato due emendamenti rivendicati con forza dalla Consap: il primo riguarda l’esclusione totale del comparto sicurezza e difesa dal campo di applicazione dell’art.71 della legge 133/2008 (ex decreto brunetta) con effetto sin dalla data di entrata in vigore del decreto (26
giugno 2008), il secondo riguarda il riconoscimento del principio di specificità del nostro ordinamento ai fini economici, pensionistici, previdenziali nonché della condizione di stato giuridico del personale. Maggioranza ed opposizione, finalmente, si sono fatte l’esame di coscienza ed hanno riconosciuto quanto ci spetta. si tratta, ovviamente, solo di un primo, timido passo avanti che dovrà trovare conferma con il voto dell’aula di Montecitorio. sino alla approvazione definitiva; i devastanti effetti del decreto Brunetta non saranno quindi scongiurati. Per questo occorre mantenere lo stato di vigilanza, proseguendo con le nostre iniziative rivendicative e di denuncia su tutto il territorio nazionale, soprattutto proseguendo la raccolta delle adesioni al ricorso giurisdizionale promosso insieme al Codacons. Gli effetti del nostro ricorso, la massiccia adesione già raccolta ha sicuramente spinto i parlamentari a fare marcia indietro, riconoscendo il grave errore commesso nei confronti di una categoria che assolutamente non conta al proprio interno dei “fannulloni”. E.R.
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Un impiegato si sveglia con l'emicrania, va al lavoro e finisce male una pratica; un poliziotto si sveglia con l'emicrania va al lavoro e finisce male...
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La nota stonata A conclusione della manifestazione nella città di Terni si è verificata uno spiacevole episodio che il Segretario Generale Provinciale della Consap Francesco Zumbo, ha stigmatizzato con questa lettera al Questore dottor Gianfranco Urti: signor Questore gli ultimi fatti incresciosi avvenuti in conseguenza della manifestazione Consap del 16/09/08 mi impongono di scriverLe questa lettera, dove voglio esprimerLe tutto il mio rammarico e la mia indignazione per quanto avvenuto. Sono certo che Lei era all’oscuro di tutto, come poi emerso, però devo assolutamente constatare che secondo me è molto grave che un luogotenente dei carabinieri acquisisca un volantino di un sindacato di polizia, in questo caso a noi della Consap, senza formalizzare alcuna richiesta. È altrettanto grave che taluni consegnino documenti sindacali interni ai nostri uffici a persone estranee all’Amministrazione e prive di titolo per l’acquisizione. Le modalità con cui si sono svolti i fatti mi stupiscono essendo in questo paese ancora tutelati i diritti sindacali. Le formalità che lo scrivente ha espletato per poter effettuare l’attività sindacale in questione a difesa dei diritti dei colleghi è passata attraverso il normale iter informativo, e pertanto l’epilogo scaturito mi ha imposto di informare immediatamente la Segreteria Nazionale, che sì è attivata all’istante. Devo darLe atto che Lei ha sempre mostrato molta attenzione alle problematiche che il sottoscritto Le ha proposto nel tempo, quindi non ho alcun dubbio che anche questa volta se qualcuno l’avesse messa a conoscenza immediatamente della grave situazione che si stava verificando, forse le cose sarebbero andate diversamente. Personalmente voglio escludere che ci sia stato un tentativo di imbavagliare la Consap e il sottoscritto, anche perché l’organizzazione sindacale che ho l’orgoglio di rappresentare a livello
provinciale, non si farà intimidire, anzi Le posso assicurare che quadruplicheremo il lavoro. Ora sono qui a chiederLe gli opportuni accertamenti per chiarire la dinamica dei fatti e le responsabilità di quanto avvenuto. Colgo l’occasione, perché la circostanza mi è favorevole, per comunicarLe che si stanno vedendo già i primi risultati della nostra incisiva azione sindacale di rivendicazione dei sacrosanti diritti dei poliziotti, che non sono sicuramente dei “fannulloni” ed infatti sono stati presentati in Parlamento emendamenti contro i tagli stipendiali ai poliziotti. In attesa di un cordiale cenno di riscontro alla presente, La informo che unitamente alla Segreteria Nazionale stiamo valutando ogni possibile forma di tutela legale conseguente agli eventi descritti.
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Scoppia la polemica tra la Consap e il Ministro Con la circolare della Direzione Centrale per le Risorse Umane, datata 27 ottobre, il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha diramato a tutti gli uffici di polizia le opportune disposizioni “ai fini dell’applicazione della nuova disciplina delle assenze dal servizio dei pubblici dipendenti, a decorrere dal 25 giugno u.s.”. Cominceranno ad arrivare, come ha sempre denunciato la Consap, le prime decurtazioni stipendiali a carico dei poliziotti. Le chiacchiere di alcuni ministri e di molti parlamentari di maggioranza ed opposizione, non sono riuscite a fermare l’applicazione dello scellerato decreto. Solo la Consap ha, in questa fase, fatto di tutto per evitare l’ingiustizia e contrastare gli effetti nefasti del decreto, promuovendo insieme al Codacons un ricorso gratuito al Tar Lazio. Alle nostre denunce ha avuto l‘ardire di rispondere proprio il Ministro Brunetta attraverso un fitto lancio di agenzie di stampa che testualmente così hanno riportato le sue convinzioni: (ANSA) - Roma 6 nov - Il Ministro Brunetta ha presentato un emendamento al ddl lavoro (A.C. 1441 quater) che esclude il comparto sicurezza dall’applicazione delle norme sulle assenze per malattia. Lo precisa il Dipartimento della Funzione Pubblica dopo che la Consap ha denunciato l’avvio di procedure per la decurtazione stipendiale. La norma - precisa il ministero - dovrà essere approvata dal Senato prima di entrare in vigore. In ogni caso la norma non si applica alle cause di malattia per servizio.” Il Ministro Brunetta non ha il coraggio di ammettere che il suo decreto è operativo, che colpisce ingiustamente i poliziotti che fannulloni certo non sono ma soprattutto che, se tutto andrà bene a livello parlamentare, non sarà applicato solo ed esclusivamente per il 2009. E’ giunta l’ora di scendere in piazza per manifestare sotto la Funzione Pubblica. Nel frattempo non rimane che approfittare degli ultimi giorni disponibili per firmare il nostro ricorso giurisdizionale.
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Detrazioni stipendiali per malattia: sempre più necessario il ricorso occasioni per magnificare le doti del responsabile delle Finanze. Cosi come si poteva ragionevolmente prevedere è arrivato il parere contrario del ministero dell'economia sull'esclusione del personale di polizia dal taglio dello stipendio in caso di malattia e quindi a tutto il personale della Polizia non rimane che aderire al nostro ricorso al Tar del Lazio se vuole vedersi riconosciuto un diritto sancito dalla Costituzione come quello alla salute. Un parere che rischia di tagliare le gambe agli emendamenti all’Atto camera 1441 quater, approvati dalla Commissione Lavoro della Camera dei Deputati, sia sulla specificità sia sull’esclusione del personale del Comparto Sicurezza e Difesa dal taglio dello stipendio in caso di malattia. F.M.
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All’indomani della manifestazione della Consap e del crescente successo del ricorso gratuito per tutti gli iscritti, realizzato in collaborazione con l’associazione consumatori Codacons, si è aperta una corsa politico istituzionale per cancellare i nefasti effetti della legge 133. L’impegno più determinato è stato prodotto dai responsabili politici del Viminale che in collaborazione con i loro gruppi parlamentari hanno fatto pressione sul Ministro della Funzione Pubblica affinché modificasse la norma, individuando un meccanismo che esonerasse le forze di polizia. Consulti febbrili che hanno cozzato contro la determinazione del ministro Brunetta a non tornare sui suoi passi, forte anche dell’appoggio del Ministro dell’Economia Tremonti e di riflesso del Presidente del Consiglio che non si fa sfuggire
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Polizia incontro con Ministro Maroni: la legge finanziaria il banco di prova
“I dissesti alla sicurezza si vedranno in autunno” questo il nodo dell’intervento della Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia nel corso dell’incontro con il Ministro dell’Interno Roberto Maroni, anche se “il problema parte da lontano: dai tagli di spesa delle ultime due finanziarie del governo Prodi”. All’incontro tenutosi al Viminale, primo incontro fra sindacati e il nuovo Ministro dell’Interno Roberto Maroni, erano presenti anche il Sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, il Capo della Polizia prefetto Antonio Manganelli ed il Capo di Gabinetto prefetto Giuseppe Procaccini. Così, pur con poliziotti al limite della soglia di povertà ed i fondi per la manutenzione ordinaria pressocchè terminati, la Consap nel suo intervento ha inteso dare un’apertura di credito al ministro ed al Governo, ma ha chiesto la correzione degli errori del maxi emendamento, (contro il quale poi sarebbe scaturito il ricorso al Tar e la manifestazione della quale riferiamo nelle prime pagine della rivista) e fondi per il riordino delle carriere, per il rinnovo del contratto di lavoro e per
la specificità professionale. “Siamo coscienti che la sicurezza rappresenta per certi aspetti una voragine finanziaria di questo paese - ha detto il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi -
ma i risparmi non devono impedire il funzionamento della macchina, né colpire le retribuzioni del personale”. La Consap chiedeva quindi più rispetto per le Forze di Polizia ed un ministro dell’Interno “meno prono” verso i
Primo piano ministeri economici. Dal canto suo il Ministro dell’Interno Maroni ha parlato di “correzioni” nella prossima Finanziaria ad alcune “storture” del maxi emendamento che ad esempio sul tema delle malattie accomunava i poliziotti ai cosiddetti fannulloni dell’Amministrazione Pubblica, confidando di voler riorganizzare in chiave federale l’apparato di sicurezza e avocare a se la questione del riconoscimento della specificità: “che non può essere a costo zero”; anche se poi così è stato. “Un incontro interlocutorio, in attesa delle decisioni della prossima legge Finanziaria che dovranno prevedere idonei stanziamenti per il contratto di lavoro ed il riordino delle carriere nonché la differenziazione, per la categoria, dal pubblico impiego; qualora ciò non dovesse accadere - concludeva Giorgio Innocenzi - si pone la
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SICUREZZA: CONSAP, MARONI HA PROMESSO CORREZIONI A STORTURE (ANSA) - ROMA, 23 LUG - Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha promesso «correzioni» nella prossima Finanziaria ad alcune «storture» del maxiemendamento, confidando di voler riorganizzare in chiave federale l'apparato di sicurezza e avocare a sè la questione del riconoscimento della specificità, «che non può essere a costo zero». Lo fa sapere la Consap, al termine dell'incontro che il ministro, accompagnato dal sottosegretario Alfredo Mantovano e dal capo della Polizia, Antonio Manganelli, ha avuto con i sindacati di polizia. L'incontro è stato definito «interlocutorio» dal segretario generale della Consap, Giorgio Innocenzi, «in attesa delle decisioni della prossima legge Finanziaria che dovranno prevedere idonei stanziamenti per il contratto di lavoro ed il riordino delle carriere, nonchè la differenziazione, per la categoria, dal pubblico impiego; qualora ciò non dovesse accadere - ha sottolineato - si pone la questione del riconoscimento del diritto di sciopero oltre a prevedere la possibilità, per donne ed uomini della polizia di Stato, di esercitare una seconda attività lavorativa come consentito a tutti gli altri dipendenti pubblici».
questione del riconoscimento del diritto di sciopero oltre a prevedere la possibilità, per donne ed uomini della Polizia di Stato, di esercitare una
seconda attività lavorativa come consentito a tutti gli altri dipendenti pubblici”. E.I.
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Ordine pubblico: che fine hanno fatto le nuove tute antisommossa? «Una super-tuta, capace di proteggere le parti vitali del corpo dell’operatore del reparto». È così che la Consap definisce la tuta Antisommossa, «promessa alle forze dell’ordine - spiegano - dall’apposita Commissione istituita dopo la morte dell’Ispettore Filippo Raciti» per garantire la maggiore sicurezza degli agenti. La promessa, però, solo tale sembra essere rimasta. «La tuta anti-sommossa esiste e molti romani l’hanno vista alle celebrazioni per la Festa della Polizia. Ma solo lì è rimasta. Gli operatori che quotidianamente svolgono il loro lavoro a Ponte Galeria e che ne attendevano la consegna, infatti, continuano ad aspet-
tarla. Ma invano». In realtà, una consegna risulta: “ben” novanta pezzi. «Sono arrivate e sparite nel nulla, farle mettere ad un numero così esiguo di agenti rischierebbe di essere addirittura deleterio poiché renderebbe facilmente identificabile il gruppo. Intanto, gli operatori dei Reparti Mobili prestano servizio con le tute predisposte provvisoriamente per i mondiali di calcio del 1990». Ad essere inadeguati, ormai, sarebbero pure protezioni e caschi. «Mentre attendiamo il nuovo materiale aumentano i casi di agenti che riportano traumi proprio in quei punti del corpo che la nuova tuta proteggerebbe».
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Audizione alle commissioni Giustizia e Affari Costituzionali del Senato La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia è stata convocata nei giorni scorsi ad un’audizione informale davanti alla Commissione Giustizia e Affari Costituzionali del Senato. Gli organismi parlamentari presieduti dagli esponenti del Pdl senatore Carlo Vizzini (Affari Costituzionali) e senatore Filippo Berselli (Giustizia) hanno chiesto un parere in merito ad alcune decisioni del Governo relative all’ordine e la sicurezza pubblica. La Consap a Palazzo Madama ha espresso un parere favorevole all'introduzione del reato di clandestinità e all'aumento fino a 18 mesi del tempo di permanenza nei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE). “Scelte che possono consentire un recupero di sicurezza per i cittadini che però ha ribadito con forza la delegazione della Consap - passano anche attraverso maggiori investimenti per le Forze di Polizia e per tutto il settore, l’unica strada da percorrere se si vuole assicurare standard sempre più alti di servizio alla collettività.
Verso l’apertura delle trattative contrattuali Il protocollo d’intesa siglato dal Governo sui contratti del pubblico impiego contiene alcune note positive: ha fatto chiarezza innanzitutto sulla entità delle risorse economiche impegnate (sei miliardi) ed ha fissato le direttrici del nuovo contratto: chiudere tutte le partite ancora aperte per il biennio 2006- 2007, chiudere al più presto la parte economica del biennio 2008-2009, aprire il tavolo per il nuovo modello contrattuale dal 2010. Considerato il difficile momento e l’andamento non certo favorevole dell’economia le risorse stanziate appaiono sostanziose: incremento a regime per il biennio 20082009 del 3,2 per cento ma, se si contano anche le chiusure del biennio precedente, gli arretrati e il recupero integrale delle risorse per la contrattazione integrativa, si arriva ad un aumento, medio, per il biennio, superiore al sette per cento. Tutto sommato, dunque, un buon risultato specie se raffrontato alla miseria accordataci nell’ultimo contratto dall’Esecutivo di centro sinistra. A tutto ciò bisognerà
vedere quanto potrà aggiungersi a titolo di specificità per il nostro settore. La recente approvazione da parte della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, nell’ambito del provvedimento di delega al Governo in materia di lavoro pubblico, dell’art. 39 bis che prevede, com’è noto, il riconoscimento della nostra specificità ai fini della definizione degli ordinamenti, della tutela economica, delle carriere, pensionistica e previdenziale lascia ben sperare. Speriamo che il provvedimento sia definitivamente approvato consentendoci di poter contare su un ulteriore adeguato riconoscimento economico idoneo a compensare i rischi e i disagi insiti nella nostra professione. La Consap vigilerà affinché tutto questo sia possibile e al più presto si possano aprire le trattative al Dipartimento della Funzione Pubblica per un rinnovo contrattuale idoneo a garantire migliori condizioni di vita e lavoro a tutti i colleghi. E.R.
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Camera e Senato al lavoro per le carriere Un ex carabiniere ed un poliziotto, oggi parlamentari, hanno confezionato una proposta che denuncia gravi carenze. Riparte così l’iter infinito del Riordino delle nostre carriere. Prima abbiamo dovuto dare notizia della proposta di legge relativa al riordino delle carriere del personale di polizia, presentata alla Camera dei Deputati dall’onorevole Filippo Ascierto, carabiniere in quiescenza, a poca distanza di tempo registriamo l’emendamento pro riordino, presentato al Senato dall’esponente del Pdl Saltamartini, poliziotto neo parlamentare, nell’ambito del provvedimento legislativo relativo all’ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico. In tutte e due le azioni parlamentari però manca qualcosa. La mancata attuazione del famigerato coordinamento tra Carabinieri e Polizia ha purtroppo prodotto ancora una volta dei danni. Cosicché le due proposte, pur perseguendo un medesimo disegno complessivo, vanno a prevedere diversi percorsi per la progressione in carriera del personale ma soprattutto, entrambe, trascurano le enormi penalizzazioni patite e il fatto che altre amministrazioni da tempo hanno attuato i ruoli speciali, ma soprattutto che al personale dell’Amministrazione civile dell’Interno non sono stati chiesti titoli e concorsi per dar luogo alla loro speciale riqualificazione. L’aria (qualcuno dice i lauti stipendi da parlamentare, aumentati di recente dal governo dei tagli contro l’improduttività) fanno a volte brutti scherzi, facendo dimenticare da dove si proviene ma soprattutto la triste realtà. Ne deriva che chi in ambito sindacale aveva parlato di “pattuglie in Parlamento” (ex carabinieri e poliziotti) che avrebbero dato corpo alle aspirazioni del personale, deve riconoscere che la natura umana è cangiante e che la realtà si deforma a seconda dell’angolazione dalla
quale viene vista. La riprova che fra partiti e rappresentanza del personale del comparto sicurezza, non possono esistere contiguità se non a danno dei diritti del personale. Le pattuglie tanto decantate hanno le gomme sgonfie non possono andar lontano, come speriamo non vadano lontano le loro azioni parlamentari maledettamente incomplete.
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Riordino delle carriere obiettivo prioritario!
Le proposte presentate da singoli parlamentari non rispondono alle aspettative del personale e alle esigenze della polizia. La Consap ha sempre considerato la realizzazione del riordino delle carriere un obiettivo prioritario. In tutte le occasioni è stata evidenziata la necessità e l’urgenza di avviare un percorso legislativo finalizzato a realizzare una riforma dei ruoli e delle qualifiche degli appartenenti alla Polizia di Stato coerente con l’esigenza, rappresentata dalla stessa Amministrazione, di costruire un nuovo modello organizzativo più funzionale ed efficace che possa migliorare la sicurezza dei cittadini attraverso la valorizzazione delle risorse umane. La condivisione di tali presupposti e la volontà di realizzarli, costituiscono il punto di partenza obbligato per l’apertura immediata di un tavolo di confronto che possa giungere ad individuare obbiettivi, percorsi e tempi per l’ approvazione di un articolato ed atteso provvedimento legislativo. Per questi motivi è stato chiesto al
ARRIVA EMENDAMENTO GOVERNO Con un emendamento al ddl Brunetta sulla produttività del lavoro pubblico arriva la riforma delle carriere delle forze di polizia. A presentarlo sarà il Governo che sta lavorando alla razionalizzazione delle funzioni del personale direttivo e non direttivo. "L'obiettivo della norma - ha riferito il Ministro della Funzione Pubblica Brunetta - sarà di razionalizzare i ruoli e le qualifiche del personale e allo stesso tempo di omologare i ruoli funzionali delle forze di polizia a quelli del pubblico impiego".
Governo, non solo l’impegno a tradurre in legge la manifestata volontà politica di dare comunque attuazione a quanto la categoria invoca da molto tempo, ma di conoscere le modalità e l’entità delle risorse economiche disponibili per compiere una riforma ordinamentale complessiva dei ruoli. In questi ultimi giorni abbiamo preso atto delle iniziative assunte da singoli parlamentari che hanno presentato singole proposte di legge sulla materia, ma che non rispondono appieno alle aspettative del personale ed alle esigenze delle Amministrazioni. Per questa ragione è stato richiesto un incontro urgente con il Sottosegretario di Stato Mantovano al fine di riprendere un dialogo sulla riforma delle carriere che non si è mai definitivamente chiuso, ma che si è solo interrotto nel tempo, per compiere insieme un approfondimento preventivo della situazione e per la ricerca di possibili soluzioni con l’avvio di un percorso condiviso. E.R.
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Proposta per i Nocs un'indennità di appartenenza In relazione alla riunione convocata presso il Complesso Viminale su “problematiche connesse al trattamento economico dei N.O.C.S., è opportuno premettere una considerazione di fondo essenziale per motivare la conseguente richiesta di un particolare trattamento economico per il personale del N.o.c.s., che ha un organico di poco inferiore alle 140 unità articolato principalmente in quattro Sezioni: Sezione Operativa, Sezione Protezione, Sezione di Supporto Operativo, Sezione Sanitaria. Il personale delle prime due sezioni (c.d. Operativa e Protezione) viene assegnato a queste dopo il completamento di un Corso basico di formazione per operatore N.o.c.s. tale personale svolge attività addestrative ed operativa specifiche per interventi ad alto rischio e scorte di massima sicurezza. Il personale della Sezione di Supporto Operative e quella Sanitaria, oltre ad assicurare l’espletamento delle ordinarie incombenze burocratiche dell’ufficio, svolge attività propedeutiche ai servizi operativi e collabora con le due sezioni al fine consentire a queste di concentrarsi esclusivamente sulle attività di servizio. Il personale operativo che ha frequentato specifici corsi (paracadutista, sub, etc) percepisce le relative indennità previste, il restante personale della Sezione di Supporto Logistico e Sezione Sanitaria non percepisce alcuna indennità. Nel 2006, un’apposita Commissione dipartimentale istituita con decreto del Capo della Polizia ha effettuato un’accurata disanima delle questioni attinenti al N.o.c.s., sia dal punto di vista economico che normativo al fine di sanare le incongruenze tra le attività svolte dal personale del Reparto e la normativa vigente. Dal punto di vista economico si sono evidenziati due principali argomenti degni di nota. Il primo riguarda la necessità di un’assicurazione contro gli infortuni che copra il personale dei N.o.c.s. (delle Sezioni Operative, Logistico e Sanitario) per lesioni riportate in attività operative ed addestrative (ciò perché è elevata l’incidenza di infortuni in tali contesti). Il secondo riguarda, la necessità di istituire un’indennità che “gratifichi” la specificità ed il costante sacrificio del personale tutto operante nel N.o.c.s. In merito l’Amministrazione è indirizzata alla previsione, per la sezione Operativa e Protezione, di una indennità supplementare per “incursori e subacquei” corrisposta mensilmente calcolata con una percentuale legata ai giorni di effettiva, partecipazione ad operazioni ed addestramenti. Per il restante personale (Sezione di Sup-
porto e Sezione Sanitaria) prevede una diaria giornaliera ridotta (1/30 di quella operativa mensile) nei giorni di effettiva partecipazione ad operazioni ed esercitazioni del N.o.c.s. Si pensi ad un operatore infortunatosi in attività di servizio, cosa molto frequente nel Reparto, che per tutto il corso della degenza e fino all’efficienza fisica piena non percepirebbe indennità. Si pensi altresì alla sospensione per qualsiasi motivo delle attività addestrative (mancanza di fondi per s.f.s., mancanza di munizioni per attività di tiro) cose già accadute, condizioni queste che non consentirebbero di percepire l’indennità così come prospettata. Oppure si pensi a tutta la componente che comunque è chiamata ad operare a qualsiasi titolo per il perseguimento dei fini del reparto (uff. servizi, uff. amministrazione, armeria, segreteria, etc,), che non partecipa direttamente all’operazione o all’addestramento ma che indirettamente permette la realizzazione di ciò. Appare pertanto necessario che, in particolare, l’indennità in questione, non sia caratterizzata da tale “variabilità”, o peggio non sia strumento di discrezionalità da parte di chi decide chi deve o non deve andare a fare attività. addestrativa ed operativa, La questione sarebbe risolvibile in maniera esustiva ed equa attraverso l’attribuzione al personale tutto (sezioni operative e non) del N.o.c.s. di una indennità fissa di appartenenza (tipo quella attribuita al personale della D.I.A.) con ulteriore riconoscimento di una indennità aggiuntiva variabile in base ai giorni di effettiva attività (o ai giorni di presenza in ultima ipotesi) demominabile “indennità di impiego operativo” per il personale che a qualsiasi titolo svolga attività addestrativa ed operativa. M.B.
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Il caso
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Manutenzione aeromobili, in caso di incidente chi tutela il personale? I quesiti per i quali ancora attendiamo “fiduciosi” un autorevole intervento chiarificatore del Capo della Polizia anch’esso messo a conoscenza, ma soltanto pochi mesi orsono, del silenzio colpevole dei delegati al dialogo con i sindacati, sono stati sollecitati dal rappresentante Consap per i Reparti Volo e riguardano il fatto che da qualche tempo presso queste strutture di Polizia si effettuano grosse lavorazioni senza che il personale operante, ancorché abile, ne sia abilitato. Presso tutti i Reparti Volo della polizia la manutenzione (e non solo) dei velivoli è svolta da colleghi con apposito brevetto che rivestono la
...aerei ed elicotteri hanno la “deprecabile” abitudine di cadere...
Foto Orlando
La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia segnala la scarsa attenzione dell’Amministrazione ad una richiesta di chiarimenti circa una ravvisabile inidoneità del personale impiegato nella manutenzione ordinaria e straordinaria degli elicotteri della Polizia di Stato. Una vertenza che si protrae da oltre un anno, e che oggi, di fronte al silenzio dei vertici ci spinge alla denuncia pubblica sulla nostra rivista nazionale. I fatti: in data 11 Luglio 2007, la Segreteria Nazionale inoltrò all’Ufficio Relazioni Sindacali una serie di quesiti che, predisposti da personale altamente competente, avrebbero meritato una ben maggiore attenzione, perché ponevano rilievi ai quali appare inaccettabile non si sia voluto dare risposte assolutamente chiare, esaustive e, principalmente, urgenti! Dai dati raccolti, e mai confutati, risulterebbe che i cieli italiani sono solcati da velivoli della Polizia di Stato che hanno avuto una manutenzione da parte di personale non abilitato ai livelli imposti dalle norme in materia. Giova sottolineare che la questione non attiene auto o moto veicoli, che potrebbero fermarsi sul ciglio di una strada e costringere il personale che si trova a bordo a spingere (cosa che su “you tube” è abbondantemente documentata con filmati che, se non fossero mortificanti, sarebbero esilaranti); aerei ed elicotteri hanno la “deprecabile” abitudine di cadere, nel caso si fermassero durante il volo i motori o i rotori o altre parti essenziali atte a tenerli in aria! Riteniamo, quindi, che sia assolutamente indispensabile che alla questione posta si presti la massima ed urgente attenzione, specificando se ed a che titolo si impone a specialisti di “primo livello” di svolgere mansioni che prevedono un livello superiore, perché il fatto che i”nostri” siano comunque bravissimi non esclude, a carico di chi ha violato le norme, responsabilità. gravissime e personali che ricadrebbero, in primis, sulla dirigenza.
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qualifica di “specialista elicottero o aereo”. Questo personale come da normativa vigente Aerpol 1 in attuazione del decreto Capo della Polizia n.500/B/9212.AN.1 del 25/5/90 art. 7 e 9, registrato alla Corte dei Conti il 17/11/90, di cui ministeriale n.500/B/9212.AN.1/6505 del 21 luglio 92 e suo allegato, è abilitato al primo livello tecnico di manutenzione, invece allo stesso personale viene ordinato di effettuare lavorazioni per le quali è prevista un “manodopera” di secondo e addirittura di terzo livello tecnico. È intuibile che la scelta di far operare solo personale e reparti con un livello tecnico di manutenzione “più alto” è ovviamente dovuta alla complessità ed alla difficoltà insita nella lavorazione stessa. Nei reparti volo, invece si oltrepassa quanto ha attinenza con il primo livello tecnico, ma il ministero caldeggia operazione su componenti fondamentali: motori, parti
Il caso strutturali, rotori ed altro, nonostante sia stabilito da ente superiore (Aeronautica) l’utilizzo di personale e reparti abilitati ad un livello tecnico più alto. Un’anomalia ed un rischio fisico per il personale navigante e di onere di responsabilità per il personale manutentore, tutta nostra, infatti l’Arma dei Carabinieri, (evidentemente più attenta), ha dipendenti e reparti abilitati al secondo e terzo livello; è il caso del reparto di Roma dei CC dove confluiscono tutte le lavorazioni gravose e delicate, prevedendo anche la trasferta per il personale abilitato qualora fosse difficile il trasporto dell’aeromobile. Questo per dire che tutto il personale specialista della Polizia di Stato è abilitato ad un primo livello tecnico di conseguenza anche il loro reparto eppure viene invitato a compiere lavorazione che prescrivono un livello di manutenzione superiore. In caso di incidente chi tutela questo personale?
E come l’anno scorso. Stessi problemi, stesso freddo... Dopo esser riusciti a sopravvivere ad un’estate difficile e costellata di problemi, per gli elicotteristi della Polizia di Stato di Bologna si prospetta un non meno impegnativo inverno poiché attualmente, la situazione che si presenta è allarmante in quanto, come lo scorso inverno, si ripeterà l’emergenza freddo: l’impianto di riscaldamento non può essere messo in funzione, se non a costo di vedere nuove e gravi predite d’acqua far breccia nel terreno del Reparto Volo e, aspetto ancor più grave, con il rischio che il sistema di riscaldamento possa irrimediabilmente rovinarsi. In entrambi i casi l’unica certezza è che non ci sono i fondi per porre
Il caso rimedio alle rotture poiché la situazione pone in risalto due aspetti gravi, allarmanti e sull’orlo dello scandaloso: la prefettura non ha i soldi neanche per sostituire un neon esausto ed ha un debito con la ditta appaltatrice dei lavori dal 2006. Inoltre, la ditta costruttrice del complesso edilizio che ospita il III Reparto Volo della Polizia di Stato non può intervenire per ripristinare la normale situazione perché non si sa effettivamente di chi sia la proprietà della struttura. Di certo non è del Ministero dell’Interno, che in questo caso si può paragonare ad un affittuario, mentre potrebbe essere del Comune di Bologna o dell’E.N.A.C… o di tutti e due, in quanto non essendo noti i termini contrattuali con i quali il Comune ha dato la possibilità all’E.N.A.C. di costruire il Reparto, la disputa della proprietà potrebbe presentare tre scenari: prima ipotesi: il Comune è proprietario del terreno e l’E.N.A.C. del fabbricato; seconda ipotesi: il Comune, essendo proprietario del terreno che rappresenta il bene maggiore, assorbe anche il fabbricato, divenendone proprietario; terza ipotesi: l’E.N.A.C. compra dal Comune il terreno e, quindi, diviene tutto di sua proprietà. Riuscire a risalire alla, proprietà effettiva, per noi della Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia che tuteliamo i diritti del personale diventa di fondamentale importanza, infatti solo così si potrebbe aggirare l’aspetto scandaloso della mancanza di fondi da parte della Prefettura, in quanto la legge prevede che sia il proprietario a doversi rivalere sul costruttore e non l’affittuario. In tal modo la ditta che ha costruito la sede del III Reparto Volo Polstato di
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Bologna, chiamata in causa dal proprietario, dovrebbe intervenire per far fronte alle disfunzioni, in considerazione del fatto che ad esso compete la responsabilità sulla struttura per i primi dieci anni dalla costruzione. Come già detto, ma proprio perché incredibile giova ripeterlo, la mancanza assoluta di fondi da parte della Prefettura è forse l’aspetto più grave, perché genera una successione di problemi. Durante l’estate scorsa la mancanza prolungata (per quattro giorni!) dell’acqua ha pregiudicato fortemente l’operatività del Reparto, facendo raggiungere livelli critici alla salubrità dei locali, ha compromesso l’aspetto igienico-sanitario e costretto tutto il personale a condizioni di lavoro al limite dell’umana sopportazione. Va segnalato anche un aspetto ancor più allarmante legato alla sicurezza per il personale aeronavigante: infatti effettuare lavorazioni sugli aeromobili in tali condizioni abbassa, se
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non abbatte, il limite della sicurezza necessario affinché ogni intervento sia eseguito “a norma’’. Come successo lo scorso inverno, e come si prospetta per il prossimo, non avere il riscaldamento negli hangar vuol anche dire che avvitare viti e bulloni o magari realizzare una “frenatura” (un’ulteriore sicurezza affinché un bullone non si sviti, realizzata a mezzo di un filo metallico che deve essere intrecciato manualmente) quando le temperature sono prossime allo zero, e da esperienza vi possiamo garantire che è impresa ardua. L’impossibilità di riscaldare tali ambienti di lavoro inoltre genera una serie di problematiche che possono anche compromettere seriamcnte la sicurezza, e la vita del personale dipendente. La Consap di concerto con la Dirigenza, cercherà di percorrere ogni strada che possa porre rimedio a questa, ormai, insostenibile e paradossale situazione.
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A proposito di alloggi per il personale Questa Confederazione Sindacale, sentiti i propri iscritti, intende porre l’attenzione, sulla problematica delle abitazioni, molto sentita da tutti gli appartenenti alle Forze di Polizia. Preliminarmente, preme precisare che gli appartenenti alle Forze di Polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Corpo della Guardia di Finanza e Polizia Penitenziaria) sono assegnati dalle loro rispettive Amministrazioni, secondo una pianificazione organica a livello centrale, a prestare servizio su tutto il territorio dello Stato italiano, con evidenti disagi abitativi, in particolar nodo nel momento in cui decidono di metter su famiglia. Si è cercato nel corso degli anni di ovviare a questo con l’istituzione di cooperative di costruzione incentivate dalle regioni e altri enti locali, ma ciò si è rivelato un vero e proprio disastro a causa di: alti costi, lungaggini per la consegna degli appartamenti; notevole burocrazia per ottenere mutui adeguati alle possibilità stipendiali Ne è conseguito che la maggior parte degli appartenenti alle Forze di Polizia che hanno adottato questa soluzione si sono dovuti ben presto ricredere, trovandosi a fronteggiare delle infinite situazioni debitorie e di emergenza. Ciò, in molti casi ha creato notevoli scompensi di ordine psico-fisico quali abbassamento dell’attenzione da parte dei dipendenti interessati, tanto da produrre ricadute anche nella loro prestazione professionale. Il tema in parola è molto delicato se si considera che un semplice agente della Polizia di Stato raggiunge lo stipendio di circa 1.200/1.300 euro al mese e con moglie e due figli arriva (per effetto delle detrazione e degli assegni familiari) a circa 1500 euro, a queste condizioni la casa diventa un’utopia e il mutuo un peso insostenibile.
In realtà molte potrebbero essere le soluzioni: aumentare lo stipendio degli operatori di polizia tanto da permettere di comperare un’abitazione; o anche costruire case per le Forze di polizia, oppure ottenere mutui a tasso di interesse fisso e bassissimo. Le risposte anzidette non troveranno sicuramente acquiescenza dai prossimi governi, in quanto non si possono reperire fond in una situazione di emergenza generale come questa. Eppure fu proprio l’attuale Presidente del Consiglio a parlare in campagna elettorale di edilizia a basso costo, pertanto la Consap si impegnerà a richiedere nelle opportune sedi ed attraverso i propri referenti politici, un poderoso intervento che possa indurre, utilizzando magari una procedura similare a quella per la realizzazione delle caserme delle Forze di Polizia all’emanazione di una legge di snellimento burocratico. Tale legge dovrebbe andare ad incidere sulla materia di esproprio dei terreni improduttivi dei quali possano beneficiare singoli operatori delle Forze dell’Ordine, con una concessione in tempi congrui delle concessioni edilizie, dal canto suo il proprietario/poliziotto si impegna alla non cessione del fabbricato, che dovrà avere una grandezza congrua per un nucleo familiare, per un numero predefinito di anni. Sante Sassi
ESECUTIVO NAZIONALE DI CASSINO TOFANI ILLUSTRA L’EMENDAMENTO AL DECRETO BRUNETTA Nel corso della riunione dell’Esecutivo Nazionale tenutasi a Cassino, sono state analizzate e dibattute le questioni relative al riordino delle carriere, al rinnovo del contratto, al ricorso contro il decreto Brunetta oltre ad una serie di vertenze instaurate sul territorio a livello periferico. Alla riunione sono interventi il Questore di Frosinone e numerosi esponenti politici. Particolarmente apprezzato è stato l’intervento del sen. Oreste Tofani (PDL) che ha illustrato il testo dell’emendamento appena predisposto dalla maggioranza di governo allo sciagurato decreto Brunetta e che dovrebbe essere presentato in aula nei prossimi giorni. Nel frattempo la Consap continuerà la propria mobilitazione e la raccolta delle adesioni al ricorso gratuito collettivo.
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Specificità a costo zero, il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno? A.C. 1441-quater-A - Articolo 39-bis Il 28 ottobre scorso la Camera dei Deputati approvava questo testo ARTICOLO 39-BIS DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE Art. 39-bis. (Specificità delle Forze armate e delle Forze di polizia). 1. Ai fini della definizione degli ordinamenti, delle carriere e dei contenuti del rapporto di impiego e della tutela economica, pensionistica e previdenziale, è rico-
nosciuta la specificità del ruolo delle Forze armate e delle Forze di polizia, nonché della condizione di stato giuridico del personale ad esse appartenente, in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell'ordine e della sicurezza interna ed esterna, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività usuranti.
Incidenti stradali: da Piacenza un messaggio di impunità inaccettabile La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia interviene dopo il processo di Piacenza, che ha liquidato la guida in stato di ebbrezza e l’assassinio di 4 giovani con tre anni di carcere e poco più di mille euro di multa. “Un messaggio d’impunità dalla portata devastante commenta il Segretario Nazionale della Consap con delega alle Specialità di Polizia Stefano Spagnoli - che vanifica, davanti all’opinione pubblica l’eccezionale lavoro della polizia contro la strage stradale”. “I colleghi pur con annose carenze di personale e mezzi, accresciute da ripetuti tagli economici, svolgono un lavoro prezioso, che, con alcune decisioni del governo in tema di normativa penale, si tenta di rendere più efficace, eppure arrivano dalla Magistratura queste sentenze che sconcer-
tano – prosegue Spagnoli – senza mettere in dubbio la correttezza dell’operato dei giudici, riteniamo che ci sia un limite etico da non travalicare ossia quello che esista una sorta d’impunità per chi si mette alla guida in condizioni assolutamente inadeguate, mettendo a rischio certo la sua incolumità personale e quella degli altri”. La Consap, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, ritiene che sia urgente un intervento legislativo chiaro, che restituisca dignità alla vita alla vita umana e renda più efficaci le azioni di prevenzione e repressione delle Forze dell’Ordine, anche in previsione dell’enorme ritardo che il nostro Paese continua ad accumulare rispetto all’obiettivo comune europeo di ridurre sensibilmente la mortalità sulle strade entro il 2010.
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Forze di Polizia fisicamente efficienti sono un diritto del cittadino “Lo sconcertante episodio della negazione della causa di servizio al Vice Questore Maurizio Genolini, dimostra quanto miope sia l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza e ci da maggior vigore per rivendicare con forza la necessità di un ricorso al Tar contro chi vuole tassare la salute dei poliziotti” questa la dichiarazione del Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi. La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia ha predisposto un ricorso gratuito al TAR del Lazio che ha già raggiunto le 30 mila adesioni contro il decreto Brunetta: “Il fatto che ad un collega eroe, con una carriera ricca di encomi, sia stato riservato questo vergognoso trattamento, come ha denunciato un autorevole quotidiano nazionale quale Il Tempo chiosa Innocenzi - deve far capire che
solo con la mobilitazione possiamo difendere i nostri diritti, che poi non sono altro che i diritti del cittadino a poter contare su forze di polizia che siano integre dal punto di vista psico-fisico, nel momento in cui a bordo di una volante, piuttosto che in attività di ordine pubblico, rischiano la vita per la libertà, la sicurezza e la democrazia”. Equiparare la malattia di un poliziotto, che opera in situazioni border line, sempre a rischio dell’incolumità fisica, a quella dei “fannulloni” della Pubblica Amministrazione è una vergogna - conclude la Consap - cosi come vergognoso e pericolosamente dilatatorio è l’atteggiamento del ministro artefice del decreto, che non perde occasione per dichiarare di aver risolto la questione con l’esclusione dagli effetti di legge del comparto sicurezza e difesa, senza che però
a queste affermazioni pubbliche abbiano mai fatto seguito concreti atti parlamentari in questo senso”. F.M.
La questura di Rimini l’ufficio Complicazioni Affari Semplici La vicenda inerente la nuova sede della Questura di Rimini é, per certi versi paradossale, e per altri emblematica della incapacità di alcuni Uffici del Dipartimento della P.S. di procedere alla risoluzione di problemi gravi, che espongono il personale a riconosciuti disagi e rischi. In estrema sintesi: l’attuale sede della Questura è assolutamente inadeguata; c’è uno stabile - inizialmente indicato quale nuova sede il cui affitto costa più di quanto l’Amministrazione sia disposta a pagare; c’è uno stabile alternativo che potrebbe soddisfare, almeno in parte, le esigenze della Questura, il cui affitto rientrerebbe nel budget stabilito dall’Amministrazione stessa.
Parrebbe tutto facile, ma l’Ufficio “Complicazione Affari Semplici”, attivissimo eppur mai individuato, non riesce a mettere insieme domanda ed offerta, anche quando queste coincidono. Certo è che la Consap, nell’adempimento del preciso dovere di tutelare anche la salute ed il decoro dei propri iscritti, non potrà più attendere e consentire che questi Poliziotti lavorino in condizioni che lo stesso Questore di Rimini, pubblicamente, ha definito “incredibili”, presumiamo anche sotto il profilo della consistenza organica, con la quale affrontare una realtà quotidiana che ha registrato il maggior incremento a livello nazionale di borseggi e furti in esercizi pubblici!
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Sarebbero bastati mille euro per salvare i colleghi del R.P.C. deceduti a Caserta La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia esprime forte cordoglio per quello che passerà alla storia come un “venerdì nero” per la sicurezza nazionale. “Se l’episodio di Genova, può essere inquadrato nella variabile impazzita di chi è impegnato per la sicurezza di tutti, i fatti di Caserta denunciano responsabilità importanti da parte di chi dovrebbe garantire condizioni ottimali per svolgere il servizio. Si dimostra nei fatti che la lotta alla camorra è impegno di assoluto rischio e non può vivere sull’improvvisazione di Reparti Prevenzione Crimine che pur
vivendo in continua emergenza operativa, non hanno mezzi idonei per svolgere al meglio il servizio. Non tutto può essere ricondotto alle carenze di uomini e probabilmente qualche centinaia di migliaia euro destinati ai militari potevano essere spesi per dotare i mezzi di polizia di un sistema di protezione, sul mercato un rollbar (dispositivo di protezione ribaltamento) costa poco meno di 1000 euro, sarebbe bastato questo per salvare la vita ai colleghi”. Il sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato aveva più volte denunciato la carenza di addestramento e di disponibilità di mezzi per i Reparti Prevenzione Crimine della Polizia, nuclei di specialisti che in realtà sono tali solo sulla carta, in quanto soffrono della stessa inadeguatezza di disponibilità economiche di tutti gli apparati di sicurezza nazionali. “Nell’esprimere il cordoglio per la giovani vite spezzate, per le loro famiglie e per i colleghi auspichiamo che i vertici organizzati in prefettura quando si verificano queste emergenze di criminalità possano riuscire laddove la Consap non ha ottenuto risultati, ossia nel far giungere ai reparti prevenzione crimine impegnati in Campania mezzi e tecnologie adeguate, senza le quali la Polizia rischia di continuare a pagare prezzi altissimi in termini di vite umane”. F.M.
POLIZIOTTI MORTI: CONSAP, CON MILLE EURO SI POTEVANO SALVARE ROMA, 26 SET - Sarebbero bastati mille euro - il costo di un roll bar per la protezione dal ribaltamento - per salvare i due poliziotti morti a Caserta durante un inseguimento. Lo sostiene la Confederazione sindacale autonoma di polizia (Consap). «I fatti di Caserta - aggiunge la Consap - dimostrano che la lotta alla camorra è un impegno di grande rischio, e non può vivere dell'improvvisazione di reparti che non hanno i mezzi idonei per contrastare il crimine. Le centinaia di migliaia di euro destinati ai militari potevano essere spesi per dotare i mezzi di polizia di un sistema di protezione».
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Tristezza e cordoglio per gli amici “nomadi” deceduti Tante volte ho raccontato episodi d’incomprensione, ho manifestato il mio disappunto sulle dinamiche del Reparto Prevenzione Crimine, ho vantato i traguardi raggiunti, ed espresso, anche se nel mio piccolo, la volontà di collaborare ad iniziative che avrebbero reso gradevole la vita lavorativa: è stato appassionante aprire discussioni a proposito delle realtà problematiche quotidiane che investono il nostro mestiere. “alzare la voce” per ottenere diritti e garanzie. Ma in questa occasione ritengo che non ci siano parole per descrivere quello che è successo!!! Tre colleghi del Reparto Prevenzione Crimine di Torino, aggregati nel casertano per fronteggiare l’emergenza criminalità organizzata, il 26 Settembre ca. durante un inseguimento, restano vittime in un incidente gravissimo: due di loro sono scomparsi, lasciando un vuoto incolmabile nelle loro famiglie. Un’attività di routine, che noi poliziotti conosciamo bene ma che, nel mio caso (e lo dico con intima sincerità), sarà difficile riuscire ad accettare e metabolizzare. Stavolta il sapore del tragico evento ha un retrogusto ancora più amaro, che mi suscita incomprensibilmente intolleranza nei confronti di tutti coloro che non hanno mai ascoltato le richieste del personale, e aumenta il dolore per la perdita di due ragazzi che come me appartengono al
Reparto Prevenzione Crimine. È complicato descrivere le sensazioni che si provano ogni volta che i componenti del contingente del Reparto si muovono in occasione di emergenze lavorative, lasciando la famiglia a casa con la promessa di farvi rientro presto e continuare a dare la buonanotte a tutti i propri cari. Carenze di mezzi, equipaggiamenti inadeguati e inefficienze organizzative sono i temi. più discussi fra noi “nomadi” che, ironizzando ed esorcizzando sui disagi, lasciamo alle
spalle pochissimi attimi prima della partenza mentre sorseggiamo da una tazzina di caffè. Il ricordo di questi due colleghi, con cui ho condiviso altre esperienze in giro per l’Italia, sarà indelebile e significativo per tutta la mia carriera lavorativa e per tutti quelli che hanno avuto un’esperienza, seppur breve, all’interno del fantastico mondo del R.P.C. Una realtà affascinante, ricca di sorprese e di bellezze da scoprire, piena di possibilità per arricchire il bagaglio culturale, fatta di viaggi di durata indefinita allo scopo di svolgere il dovere per cui siamo chiamati in tutte le parti d’Italia che lo richiedono. Vivere nel Reparto Prevenzione Crimine significa condividere con i colleghi di squadra tutti i momenti della giornata, rinunciare alle comodità, avere la volontà di conoscere nuove persone, nuove dimensioni sociali, dove le difficoltà si insinuano fra le soddisfazioni. E a voi che rivolgo il mio pensiero, cari Francesco e Gabriele, con l’augurio che il vostro impegno ed il vostro sacrifico sia di incoraggiamento per tutti i Poliziotti. Per non dimenticare. Danilo Di Leo
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Indennizzo ex legge Pinto sulla irragionevole durata del processo Lo studio legale Pellegrino & Partners, dopo un’ attenta disamina della normativa vigente e della giurisprudenza ormai consolidata sulla sussistenza dei presupposti giuridici per la proposizione dell’azione giudiziale, al fine di ottenere il ristoro dei danni per eccessiva durata dei procedimenti civili, penali ed amministrativi, pendenti o già definiti con sentenza passata in giudicato, precisa che; l’art. 2 della Legge 89/2001 stabilisce i criteri da seguire nella verifica dell’eventuale durata non ragionevole del processo, imponendo di considerare “la complessità del caso e, in relazione alla stessa, il comportamento delle parti e del giudice, nonché quello di ogni altra autorità chiamata a collaborarvi”. Inoltre, i parametri cronologici elaborati nella giurisprudenza della Corte Europea (che ha ritenuto che può essere considerato ragionevole il termine di tre anni per la durata del giudizio di primo grado e di due anni per la durata del secondo grado) hanno valore orientativo, ma non tassativo; che l’accertamento costituisce una tipica valutazione di merito operata caso per caso e che il diritto all'equa riparazione sorge dunque (solo) allorché la eccessiva durata del processo abbia cagionato alla parte un danno patrimoniale e/o non patrimoniale. Il danno patrimoniale indennizzabile corrisponde alla perdita che sia conseguenza dell’irragionevole perdurare del processo,
nella cui valutazione deve tenersi conto dell'interesse in gioco e dell'importanza dell'oggetto della lite. Il danno patrimoniale indennizzabile può comprendere il pregiudizio subito per perdita di “chances”, se l’interessato dimostra che la indebita protrazione del processo ha impedito il verificarsi di concrete ed effettive occasioni suscettibili di procurargli risultati economici. Il danno non patrimoniale deve essere oggetto di prova da parte del ricorrente al pari degli altri elementi costitutivi della domanda, almeno attraverso la deduzione delle circostanze di fatto o quelle notorie da cui desumere presuntivamente la sua esistenza. Alla luce di tali considerazioni, seppur brevi, la nostra consulenza legale suggerisce l’opportunità di poter inoltrare una istanza indirizzata all’Avvocatura del distretto della Corte di Appello nella cui circoscrizione si svolge o è stato svolto il giudizio che si lamenta eccessivamente lungo. L’opportunità che tale procedura offre è costituita dalla possibilità di poter transigere in tempi stretti, recuperando così, la somma ritenuta equa per la riparazione del danno subito se riconosciuto; solo nella ipotesi in cui l’accordo non si dovesse raggiungere, sarebbe utile ed opportuno proporre la conseguente azione giudiziaria, ovviamente previa valutazione preventiva di ogni singolo caso.
Tutela legale: convenzione Consap e Pellegrino & Partners Nell’ottica di una tutela estesa a 360 gradi, tesa a garantire servizi di qualità e di alto livello professionale a favore dei nostri iscritti, abbiamo intrapreso un rapporto di collaborazione con un prestigioso ed ambìto avvocato penalista, specializzato, fra l’altro, nella difesa degli appartenenti alle forze dell’ordine ed, in particolare, dei poliziotti: l’avvocato Fulvio Pellegrino dello Studio Legale Pellegrino & Partners. Non ci bastava intessere un rapporto privilegiato con un bravo penalista, per noi occorreva che questi conoscesse il nostro mondo caratterizzato dalle sue precipue peculiarità, intriso di difficoltà operative, da un lato, e di formalismi ed appesantimenti burocratici, dall’altro. Studio legale Pellegrino & Partners: Milano Via Morosini, 39 - Tel. 02/36571478 Napoli (Piazza Borsa - Tel. 081/8625918); Torre Annunziata Via G. Alfani, 62 - Tel. 081/5368266 è possibile anche contattare la nostra Segreteria Generale.
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Francia amica dei terroristi, non compriamo prodotti d'oltralpe di Lorenzo Conti
Sono Lorenzo Conti, figlio di Lando, già Sindaco di Firenze, assassinato dalla BR-PCC il 10 febbraio 1986. Dopo venti anni di sofferto silenzio con il quotidiano impegno a "sopravvivere", ho iniziato una battaglia in difesa della Democrazia e dello Stato e contro il terrorismo. È a lui che la nostra rivista ha chiesto un intervento dopo l’inaccettabile rifiuto dell’estradizione della terrorista Petrella: Ho appreso dai numeri delle petizioni effettuate che chi uccide ha il doppio o il triplo della solidarietà di cui è capace questa umanità, mentre chi si rifiuta di uccidere o contesta gli assassini gode di poca eco e ben pochi apprezzamenti in mezzo a certi umanisti. Questa triste realtà si addice pienamente anche al Presidente francese Nicolas Sarkozy e consorte che hanno rifiutato all’Italia l’estradizione, per motivi umanitari, della ex terrorista Marina Petrella condannata all’ergastolo nel processo Moro Ter. Tale scelta è grave per i seguenti motivi: a. i familiari delle vittime hanno diritto alla Giustizia! b. lo Stato Italiano è Civile e non ha mai torturato nessuno (vedi trattamento riservato ad altri ex terroristi “malati” come Bompressi e Sofri) c. le Convenzioni Internazionali
vanno rispettate d. si vanifica il lavoro di anni e anni effettuato con accuratezza dalle ns. Forze dell’Ordine e. la Signora Petrella non è affetta da malattia ma è in uno stato depressivo e si rifiuta di alimentarsi. Mi nascono così alcune domande spontanee: se i detenuti smettono tutti quanti di alimentarsi, chi ci sta in galera? E la giustizia per le vittime? Ma la legge è veramente uguale per tutti? L'arroganza del presidente francese va contrastata con fermezza e decisione cercando di arrecare danno alla Francia al fine di stimolare una riflessione interna proprio nello Sato francese.
Ecco quindi perché invito tutti gli italiani a boicottare la Francia non comprando più il vino e lo champagne francese, simbolo proprio della “grandezza francese”. Mi auguro, con il cuore e con la mente, che il Presidente Sarkozy, sollecitato da questa e da altre iniziative promosse dalle altre vittime del terrorismo, acconsenta l'espatrio alla ex terrorista Petrella. Io sono e starò sempre dalla parte delle Forze dell’Ordine.
La terrorista Marina Petrella
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Il testimone
Gli anni difficili della nostra Repubblica documentati con una fotocamera Nikon F.2.A. di Francesco Moretta
Molti anni sono trascorsi dal 1960 al 2008 e avvenimenti gravi e meno gravi si sono susseguiti in questo spazio di tempo. Ricordi ancora vivissimi, accantonati nella memoria, mi sovvengono a tratti catapultandomi indietro di circa mezzo secolo. I ricordi più inquietanti, sono le violenze che sono state fatte durante l’occupazione dell’università “la Sapienza di Roma“ nell’inverno del 1968 da parte del movimento studentesco. All’epoca il movimento era sempre in fermento e pronto a contestare le istituzioni ed il governo del Paese. In quel periodo di massima tensione, gli studenti, formati da gruppi leninisti, maoisti e Potere Operaio erano sempre pronti alla guerriglia urbana capeggiata da professori che per lungo tempo impedirono, a studenti liberali, di seguire i corsi d’istruzione nelle facoltà dell’ateneo. L’assedio da parte dei movimenti si prolungò per settimane senza che le autorità accademiche decidessero con provvedimenti idonei l’evacuazione, e così, ristabilire l’ordine. In quel periodo di forti tensioni e contrasti sociali, lo scrivente con una squadra di FotoReporter della Polizia di Stato (istituita dal compianto capo della Polizia Angelo Vicari che migliorò l’amministrazione della Pubblica Sicurezza creando reparti speciali d’intervento) era presente nell’ateneo allo scopo di documentare qualsiasi violenza si fosse verificata. Spesso si è trovato a fotografare piccoli gruppi di giovani di fazioni opposta e con visi coperti da sciarpe e fazzoletti variopinti, stravolti da rancori politici mentre si sprangavano al canto di “bandiera rossa la trionferà”. Sembrava che non interessasse a nessuno lo stato di occupazione e di abbandono all’anarchia dell’istituto, ma il 16 marzo del 1968, il segretario del Movimento Sociale Italiano Giorgio Almirante accompagnato dall’Onorevole Giulio Caradonna
e successivamente anche dall’Onorevole Luciano Lama segretario generale della CGIL, durante una visita all’ateneo constatarono il clima turbolento esistente dentro e fuori l’università quindi informarono le autorità di OO.PP. affinché fosse ristabilito l’ordine sociale e la sicurezza. Purtroppo in quegli anni, dal 1963 in poi, l’ordine pubblico in tutto il Paese aveva subito dei rallentamenti, a causa di un progressismo voluto da una certa politica. Le occupazioni delle università iniziarono nel nord e poi, con scioperi ad oltranza, nelle grandi fabbriche che portarono alla chiusura di molte aziende. Eppure nel ‘68 l’economia e l’occupazione stavano crescendo, tanto che gli italiani incoraggiati dai risultati economici iniziarono a firmare cambiali per acquistare mobili, utilitarie, elettrodomestici. Quindi non sussistevano ragioni per paralizzare il Paese con scioperi ed assenteismi ad oltranza. Sembrava che esistesse un piano preordinato per abbattere il governo, anche se, l’università romana, fu una delle ultime a subire l’infame occupazione iniziata con aggressioni sporadiche tra gruppi che poi sfociò in manifestazioni di massa. Il terreno della contesa fu Piazza della Minerva. Dopo lo schieramento dei 2 movimenti, su posizioni strategiche, in quel pomeriggio di fuoco si fronteggiarono opposte squadre con visi mascherati: da un lato campeggiavano bandiere rosse con falce e martello innestate su grandi bastoni, dall’altro bandiere tricolori su altrettante aste. Ad un certo punto, iniziarono gli scontri cruenti, una vera battaglia mai vista prima. Si frontreggiavano opposte fazioni studentesche, pronte a dare sfogo, alla loro furia selvaggia: bombe molotov che esplodevano tra la folla inferocita, catene che roteavano per colpire con rabbia gli avversari, sam-
Il testimone pietrini scavati per essere lanciati sul “nemico”. I contestatori impugnavano paletti di ferro e spranghe, lanciavano bulloni e sassi. I laboratori delle facoltà furono devastati e le attrezzature scientifiche gettate dalle finestre, molte auto della Polizia danneggiate e date alle fiamme assieme a quelle di civili. Nel vedere quelle scene provai tanta rabbia, mi sembrava di sognare, mentre documentavo sulla pellicola quell’odio viscerale tra fratelli, generato dalla politica. Quelle sequenze piene di violenza, fissate dalla fotocamera, che registrava i volti di quei ragazzi stravolti e le loro menti che avevano completamente perso la ragione rimarranno sempre vivi nella mia memoria. Era ancora in atto la battaglia quando intervenne il I Reparto Celere con la famosa squadra del Vice Questore Santillo, assieme ai Carabinieri. Con le sirene spiegate, il Dirigente dell’ufficio Politico della Questura di Roma, che indossava la sciarpa di ordinanza ordinò al trombettiere di suonare i tre squilli di tromba regolamentari e subito dopo iniziò la carica per sgombrare la piazza, fu a quel punto che, agli ordini del Generale Arista (un simpatico toscano) con il Reparto Celere al completo, in piedi su una Jeep con il manganello in pugno iniziò il classico carosello operativo delle forze dell’ordine che agirono con determinazione e coraggio nonostante la pioggia di sassi, di bombe e quant’altro gli fu scagliato addosso. L’operazione delle Forze dell’Ordine bene addestrate a quei compiti e nominate “celerini” dai romani, durò moltissime ore, alla fine riuscirono a portare la calma e l’ordine dentro e fuori la città universitaria. Dopo la guerriglia si contarono molti feriti, tra civili e Forze dell’Ordine, tutti furono soccorsi e accompagnati negli ospedali adiacenti. Incalcolabili
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furono i danni alle strutture universitarie. Dopo l’ultima battaglia, all’alba del giorno dopo, mentre scendeva una pioggia fredda, il Reparto Celere evacuò gli studenti “resistenti” ancora asserragliati nelle facoltà di lettere e filosofia, l’operazione si concluse senza nessun incidente. La stanchezza dei contestatori era evidente nei loro visi sofferenti e barbuti. Dopo l’evacuazione mi fu ordinato di documentare i danni procurati dagli studenti nei laboratori. Mentre scattavo fotografie fui colpito dalle scritte oscene sulle pareti ed altre schifezze indescrivibili. Nel focalizzare sulla pellicola le frasi scritte a caratteri cubitali dissi a me stesso: “questi saranno i professori e i dirigenti di domani?”. Dopo lunghi anni vissuti sul campo, documentando avvenimenti di varia natura sul territorio nazionale sono portato a pensare che se il governo di allora fosse stato più deciso e fermo nelle applicazioni delle regole Costituzionali, nel garantire l’ordine e la sicurezza pubblica molti giovani si sarebbero potuti salvare dal terrorismo strisciante e tanti lutti non si sarebbero verificati. Fu in quel periodo di lassismo che fiorì il terrorismo che portò tanti lutti e dolori alle famiglie dei servitori dello Stato, dei giornalisti e degli imprenditori. Furono gli anni più bui del nostro Paese che la stampa defini “anni di piombo”. Non vorrei che la storia si ripetesse come allora, visto che all’università La Sapienza si stanno verificando le stessi intolleranze del 1968: non è stato consentito al nostro Papa Benedetto XVI di fare una conferenza ai giovani studenti ne è stato possibile un dibattito sulle foibe allo scopo di illuminare tanti giovani che non conoscono la storia del nostro Paese. È inaccettabile che sia garantita l’agibilità all’ateneo romano ad una sola parte politica, quella radicale (chissà!! Saranno figli d’arte del ’68?). Ho potuto accertare che molti portatori di odio politico di allora oggi occupano le migliori poltrone nelle istituzioni della Repubblica, nelle testate di alcuni importanti quotidiani e nelle grandi aziende dello Stato. Approfitto di questo squarcio di storia per ringraziare tutti gli ex collaboratori, dei quali molti sono morti per le troppe emozioni, provate durante i servizi per lo stato, di altri si sono perse le tracce. L’ultimo contatto telefonico è stato con un caro collega, Ilario Scuderi, operato più volte all’apparato cardiaco, al quale auguro una pronta guarigione. Lo scrivente dopo il pensionamento, per sentirsi ancora vivo continua nella sua professione di fotoreporter free lance a scopo culturale a documentare avvenimenti importanti per meglio capire il futuro del suo Paese.
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Somala perquisita: Consap, l’operato dei poliziotti è garanzia di legalità La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia apprezza la posizione assunta dal Governo e dal Ministro dell’Interno Maroni in merito alla vicenda della cittadina somala Amina Shkeikh Sahid, ma soprattutto per il fatto che è stata formalizzata querela all’autorità giudiziaria da parte dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza. Il fatto è quello noto della cittadina somala verosimilmente oltraggiata dalla Polaria presso lo scalo aereo di Ciampino, ma il sindacato ribadisce che i colleghi hanno fatto il loro dovere con correttezza senza tenere in alcun conto l’origine etnica della persona sottoposta a controllo. “Una bomba a miccia lunga che la cittadina somala ed i suoi rappresentanti hanno fatto esplodere in un momento in cui l’emergenza razzismo occupa le prime pagine - afferma il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi ma in questo caso non devono esistere tentennamenti da parte del Governo e bene ha fatto il Ministro Maroni a far sentire la sua voce schierandosi dalla parte delle Polaria. Ora però bisogna fare in modo che polemiche irresponsabili possano rendere ancor più ostico il compito di controllo delle Forze di Polizia, circostanze queste che, come noto, favoriscono chi delinque e non i cittadini onesti di qualunque estrazione etnica essi siano. Va riaffermato con forza il principio della legalità che i colle-
ghi dello scalo romano hanno saputo garantire”. “L’auspicio della Consap - conclude Innocenzi - è che l’Amministrazione della Pubblica Sicurezza adotti ogni altra utile iniziativa concreta a tutela degli operatori di polizia e consenta così agli stessi di adempiere con la necessaria serenità allo svolgimento del servizio ed alla puntuale applicazione della legge”.
ROMA: CONSAP SU DONNA SOMALA, BENE POSIZIONE GOVERNO E MARONI Roma, 6 ott. - (Adnkronos) - La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia (Consap) «apprezza la posizione assunta dal governo e dal ministro dell'Interno Maroni in merito alla vicenda della cittadina somala Amina Shkeikh Sahid, e per il fatto che stamane è stata formalizzata querela all'autorità giudiziaria da parte dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza». Il fatto è quello noto della cittadina somala che si dice oltraggiata dalla Polaria presso lo scalo aereo di Ciampino, ma il sindacato «ribadisce che i colleghi hanno fatto il loro dovere con correttezza senza tenere in alcun conto l'origine etnica della persona sottoposta a controllo». «Una bomba a miccia lunga che la cittadina somala ed i suoi rappresentanti hanno fatto esplodere in un momento in cui l'emergenza razzismo occupa le prime pagine -afferma il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi - ma in questo caso non devono esistere tentennamenti da parte del governo e bene ha fatto il Ministro Maroni a far sentire la sua voce schierandosi dalla parte delle Polaria». «Va riaffermato con forza il principio della legalità che i colleghi dello scalo romano hanno saputo garantire. L'auspicio della Consap che parla anche a nome del personale di Ciampino iscritto all'organizzazione sindacale - conclude Innocenzi - è che l'Amministrazione della Pubblica Sicurezza adotti ogni altra utile iniziativa concreta a tutela degli operatori di polizia e consenta così agli stessi di adempiere con la necessaria serenità allo svolgimento del servizio ed alla puntuale applicazione della legge». (Sin/Pn/Adnkronos)
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Solidarietà ai colleghi e preoccupazione per la deriva dell’ordine pubblico La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, esprime solidarietà ai poliziotti rimasti contusi davanti a Palazzo Madama fra i quali il dirigente dell’Ispettorato P.S. Senato; e manifesta forte preoccupazione per la deriva che sta assumendo il controllo dell’Ordine Pubblico. “È preoccupante che manifestanti con armi atte ad offendere, (spranghe, catene ecc) siano potuti giungere, fino alla sede del palazzo istituzionale che rappresenta la seconda carica del Paese quando questo accade, significa che si è sottovalutato politicamente il problema, confidando sul fatto che poi sarebbero state le Forze dell’ordine a sbrogliare la matassa con il consueto impegno e sacrificio. Ancora una volta contiamo feriti che si potevano evitare, se solo, chi di dovere, non fosse ostaggio di un “teatrino della politica” che con scarso senso di responsabilità alterna la faccia dura al permissivismo totale”. “Il paradosso è stato - conclude la Consap - che mentre come sindacalisti manifestavano contro le decisioni del Governo che penalizza a livello economico il comparto sicurezza, con sit in e volantinaggi davanti a Palazzo Chigi dall’altra, come poliziotti, ci
SCUOLA: CONSAP, SODALI CON COLLEGHI FERITI, DERIVA PREOCCUPA La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia esprime solidarietà ai poliziotti rimasti contusi oggi davanti a palazzo Madama fra i quali il dirigente dell'Ispettorato Senato; e manifesta «forte preoccupazione per la deriva che sta assumendo il controllo dell'Ordine Pubblico». «È preoccupante che manifestanti con armi atte ad offendere, (spranghe, catene ecc) siano potuti giungere, fino alla sede del palazzo istituzionale che rappresenta la seconda carica del Paese - sostiene la Consap in una nota - quando questo accade, significa che si è sottovalutato politicamente il problema, confidando sul fatto che poi sarebbero state le Forze dell'ordine a sbrogliare la matassa con il consueto impegno e sacrificio». Secondo il sindacato, «il paradosso è stato che mentre come sindacalisti manifestavano contro le decisioni del Governo che penalizza a livello economico il comparto sicurezza, con sit-in e volantinaggi davanti a Palazzo Chigi dall'altra, come poliziotti, ci siamo schierati a fianco delle istituzioni a rischio dell'incolumità fisica. Questo può accadere soltanto ad una categoria come la nostra, eppure qualcuno continua a considerarci dei semplici impiegati dello Stato». (ANSA). COM-FM 29-OTT-08 20:35 NNN
PIAZZA NAVONA, CONSAP: «SOLIDARIETÀ A COLLEGHI FERITI» (OMNIROMA) Roma, 29 ott - «La Confederazione sindacale autonoma di polizia, esprime solidarietà ai poliziotti rimasti contusi oggi davanti a palazzo Madama fra i quali il dirigente dell'ispettorato Senato; e manifesta forte preoccupazione per la deriva che sta assumendo il controllo dell'Ordine Pubblico». Così il Consap in una nota. «È preoccupante - prosegue la nota - che manifestanti con spranghe e catene siano potuti giungere, fino alla sede del palazzo istituzionale che rappresenta la seconda carica del Paese quando questo accade, significa che si è sottovalutato politicamente il problema, confidando sul fatto che poi sarebbero state le forze dell'ordine a sbrogliare la matassa con il consueto impegno e sacrificio. Ancora una volta contiamo feriti che si potevano evitare, se solo, chi di dovere, non fosse ostaggio di un 'teatrino della politicà che con scarso senso di responsabilità alterna la faccia dura al permissivismo totale. Il paradosso è stato - conclude la Consap - che mentre come sindacalisti manifestavano contro le decisioni del Governo che penalizza a livello economico il comparto sicurezza, con sit in e volantinaggi davanti a Palazzo Chigi dall'altra, come poliziotti, ci siamo schierati a fianco delle istituzioni a rischio dell'incolumità fisica. Questo può accadere soltanto ad una categoria come la nostra, eppure qualcuno continua a considerarci dei semplici impiegati dello Stato».
siamo schierati a fianco delle istituzioni a rischio dell’incolumità fisica. Questo può accadere soltanto ad una categoria come la nostra, eppure qualcuno continua a considerarci dei semplici impiegati dello Stato!!! Elisabetta Ricchio
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Osservatorio manifestazioni sportive, organismo debole e da sopprimere Tre mesi fa, eravamo all'inizioe del campionato di calcio di serie A, incidenti e ferimenti a Roma ed in altre città hanno dimostrato, che la "guerra degli stadi" è molto aldilà dall'essere vinta. La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, chiede la soppressione dell’Osservatorio per la sicurezza delle manifestazioni sportive del Viminale. “Avallare le indicazioni del CASMS - spiega la Segreteria Provinciale di Roma della Consap - era un errore che si doveva evitare, bastava consultare i dossier giacenti presso le questure di Napoli e Roma, per impedire una trasferta pericolosa, autorizzata peraltro in un periodo in cui negli organici di controllo ci sono carenze anche a
seguito delle ferie estive”. “Al primo tentativo di “apertura di credito verso i tifosi” l’organismo ha fallito in pieno la valutazione, cancellando in un sol colpo gli stentati passi avanti che si erano fatti nella lotta contro la violenza negli stadi, avviata con appositi decreti ministeriali”. “I poliziotti romani ed i colleghi della Polizia Ferroviaria di Napoli e Roma - rincara la dose la Segretaria Provinciale della Consap di Roma - sono stati adoperati come cavie, nella speranza che la violenza ultras si fosse autoestinta al sole dell’estate, da un organismo di controllo, che una volta di più si è dimostrato debole e pertanto potrebbe essere abolito senza nessun rimpianto”.
La bolla di sapone è scoppiata: ribadita l’impunità per gli ultras violenti “Quattordici ore di devastazione e quattordici minuti di processo, è questo rapporto che spaventa e che rende ingestibile la violenza negli stadi”. La Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, esprime l’amarezza di chi quel giorno è rimasto in servizio dalle ore 10 alle ore 24, respingendo attacchi proditori, assistendo a devastazioni gratuite, subendo offese
In evidenza continue tutto per “non peggiorare la situazione. Se la linea dura del governo si limita a proibire le trasferte, chiudere le curve e comminare interdizioni che nessuno rispetta, tanto varrebbe parlare di assoluta impunità, per chi con il viso travisato e coperto dal gruppo, aggredisce veementemente le Forze di Polizia e gli spettatori tranquilli. A questo punto le autorità di polizia devono far sentire la loro voce. “Il messaggio che arriva oggi dai giudici romani che hanno liquidato i due arrestati i tafferugli e le distruzioni della prima giornata di campionato, alla stazione Termini e nel tragitto verso lo stadio Olimpico con una pena che non verrà scontata ed un rinvio in attesa di perizia afferma la Segreteria Provinciale di Roma della Consap racchiude un potenziale destabilizzante, in quanto ribadisce l’impunità per gli ultras violenti”. E.I.
CALCIO: CONSAP, SOLIDARIETÀ AL QUESTORE DI NAPOLI Roma, 5 set. (Adnkronos) - La Federazione Consap Italia Sicura esprime «solidarietà al Questore di Napoli fatto oggetto d'ispezione ministeriale dopo gli incidenti verificatisi nella prima giornata di campionato. Come di consueto si è tentato di far volare gli stracci afferma la Segreteria Generale del sindacato- mettendo sul banco degli imputati la dirigenza napoletana, mentre appariva evidente che gli errori erano stati commessi altrove: se un Questore informa i suoi superiori che la trasferta romana sarebbe stata di massa e che fra le frange teppistiche non sarebbe stato impossibile che si fossero uniti elementi della criminalità organizzata, ha fatto in pieno il suo lavoro, le colpe, semmai, sono di chi, in sede ministeriale per ragioni che ancora non sono state chiarite, ha sottovalutato l'allarme». A giudizio della Federazione Consap Italia Sicura, «i cosiddetti esperti hanno preso una cantonata clamorosa, esponendo i colleghi impegnati nell'ordine pubblico a rischi gravi, i viaggiatori delle stazione di Napoli e Roma alla follia dei delinquenti ed in ultimo andando a cercare responsabilità diverse. Alla luce di quanto accaduto - conclude il sindacato - ci chiediamo che utilità possa avere un organismo di controllo che ha fallito clamorosamente il suo compito». (Pun/Ct/Adnkronos) 05-SET-08 17:49
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Roma, si volta pagina Il 4 novembre scorso, si è svolto un incontro cordiale e costruttivo tra il Questore di Roma Giuseppe Caruso e una delegazione della Consap guidata dal Segretario Generale Nazionale, Giorgio Innocenzi e composta dal Segretario Generale Provinciale, Guglielmo Frasca e dai Segretari Provinciali Francesco Paolo Russo, Giovanni Guerrisi e Giulio Incoronato. Nel corso del lungo e proficuo incontro, il Segretario Generale Giorgio Innocenzi, dopo aver presentato la segreteria provinciale, ha illustrato le valutazioni e le proposte del sindacato per garantire migliori condizioni di vita e di lavoro al personale e livelli più elevati di sicurezza ai cittadini. In particolare la Consap ha chiesto il rispetto della normativa vigente in tema di relazioni sindacali e mobilità interna, da realizzarsi attraverso l’applicazione puntuale della doverosa informazione al sindacato e la scrupolosa osservanza, da parte dei dirigenti delle Divisioni e dei Commissariati delle previsioni normative relative allo straordinario, ai cambi turno, alla reperibilità e all’aggiornamento professionale. In generale, è stata ribadita l‘esigenza di garantire una sempre più oculata, efficiente e sensibile gestione del personale al fine di rendere più agevoli le attività di verifica e confronto previste dalla legislazione vigente in materia di relazioni sindacali, dopo la negativa esperienza della gestione Fulvi. La Consap ha altresì rivendicato un incisivo piano di investimenti sul fronte del ripianamento degli organici, dell’adeguamento dei mezzi e degli apparati tecnici a disposizione degli Uffici centrali e periferici ed una particolare attenzione ai problemi logistici e di equipaggiamento degli operatori impegnati in stressanti servizi di polizia giudiziaria, amministrativa e di ordine pubblico. Per la loro rilevanza, in questa fase, sono state affrontate le questioni della sollecita concessione dei ticket-restaurant al personale, la riapertura del bar interno della Questura e della revisione dei criteri di prelievo del personale da impiegare nei servizi di ordine pubblico. Il Questore di Roma nel confermare piena adesione all’esigenza di confronto costante con le organizzazioni sindacali, ha assicurato il suo impegno per avviare a soluzione tutte le questioni prospettate dalla Consap. Emanuele Innocenzi
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I poliziotti in Ordine Pubblico “contusi e mazziati” “Poliziotti contusi e mazziati” conia un nuovo proverbio la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia (Consap), rendendo noto un episodio accaduto ad un collega in servizio
presso una questura marchigiana. Nei giorni scorsi al poliziotto è giunta una richiesta di pagamento da uno studio legale “in nome e per conto dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale San Salvatore” di Pesaro”. La vicenda, che rasenta l'assurdo riguarda un collega, iscritto alla Consap, che il 3 dicembre del 2006 si trovava in servizio di Ordine Pubblico presso il palazzetto dello sport, dove si giocava il quasi derby di basket fra Scavolini Despar Pesaro e Coop sette Rimini. In quell'occasione il dispositivo di ordine pubblico respingeva un tentativo di forzare settori interdetti, da parte dei tifosi ospiti e due colleghi riportavano danni fisici. Alla richiesta del dirigente "se avessero intenzione di farsi medicare o se ce l'avrebbero fatta a proseguire il servizio", rispondevano che “il contingente di personale era esiguo e avrebbero proseguito il servizio, per non danneggiare i colleghi". Concluso il servizio venivano invitati dal dirigente a farsi controllare presso l’ospedale, dove venivano accettati in pronto soccorso e al collega nostro iscritto veniva riscontrata una forte contusione alla caviglia con la concessione di 5 giorni di riposo medico. La Consap sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato lamenta l'abbandono da parte di
un'Ammministrazione “che tanto pretende e poco rende” e spedisce i poliziotti a prendere le botte negli impianti sportivi senza alcuna tutela, finanche quella riconosciuta dalla Costituzione del diritto alla salute. Giorgio Innocenzi Segretario Generale Nazionale della Consap ha confermato il pieno sostegno del sindacato al collega: “la somma è esigua e, se del caso, pagheremo, ma lo faremo con una colletta fra tutto il personale che sarà invitato a versare un centesimo, fino al raggiungimento della quota di euro 52,31”. A tanto ammonta la richiesta inoltrata personalmente al poliziotto, che comprende le spese di intervento legale e gli interessi, che hanno fatto “lievitare” l’importo da euro 34,30 per l’intervento di pronto soccorso, fino a 52,31; “in caso contrario - è scritto nella lettera dell’avvocato - mi vedrò costretto ad adire le via giudiziarie con conseguente e notevole aggravio delle spese a vostro carico”. Elisabetta Ricchio
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La strada in mostra
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E’ stata inaugurata il 13 ottobre, giornata europea della sicurezza stradale, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Viale Castro Pretorio a Roma la mostra ''La strada che parte da Roma'', che rimarra' aperta al pubblico fino al 10 gennaio 2009. "La strada che parte da Roma" è una mostra che intende riunire in una stessa iniziativa finalità di carattere sociale e culturale, che rendono l'evento di alto livello grazie alla collaborazione tra la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e la Polizia Stradale che, con il Ministero dei Trasporti, e insieme all'Ania e Anas da anni conduce campagne di informazione sulla sicurezza stradale. Nel percorso museale in ordine strettamente cronologico è possibile osservare l'origine delle strade da quelle romane fino alle più moderne realizzazioni; le opere grafiche e pittoriche che sono state create per illustrarle: i documenti cartografici che riguardano la viabilità nel territorio della campagna romana, gli strumenti con cui sono state misurate le strade nel tempo: come sono state raccontate nella narrativa sugli itinerari del viaggio in Italia. Fin dalle sue lontanissime origini la strada, il primo segno dell'uomo sul territorio, si presenta come luogo di scambio, evolvendo nei secoli dall'antica rete viaria delle via consolari a sistema globale di comunicazione.
Dura vertenza alla Polstrada di Venezia Il lungo braccio di ferro con i responsabili locali della Polstrada di Venezia, visti anche gli infruttuosi esiti degli interventi dell’Ufficio Relazioni Sindacali del Ministero dell’Interno, avrà il suo epilogo in Tribunale. Non è infatti tollerabile che un diri-
gente di polizia con futili motivi rinvii, sine die, una verifica sindacale legittimamente richiesta e prevista dalla normativa vigente. Sarà il giudice competente a stabilire se non ci troviamo di fronte ad una vera e propria condotta antisindacale. Certo questa ennesima imbarazzan-
te situazione ripropone la vecchia questione: a che cosa serve l’Ufficio Relazioni Sindacali del Viminale, se non riesce nemmeno a far rispettare le norme fondamentali in materia di relazioni sindacali? Il Capo della Polizia è tenuto a fornire adeguate risposte.
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Gianni Valeri Segretario Nazionale con delega ai Ruoli Tecnici
Quel titolo di studio "specifico", che blocca una carriera Sul supplemento straordinario n. 1/40 datato 8 ottobre 2008 del “Bollettino Ufficiale del Personale” è stato pubblicato il bando di concorso per Vice Perito Tecnico. Questa O.S. chiede delucidazioni in merito al requisito del titolo di studio “specifico”. In particolare denunciamo con forza, il fatto che l’Amministrazione ha cambiato le regole senza garantire coloro che avevano già acquisito alcuni diritti. Si ricorda che la maggioranza dei Revisori Tecnici che fu ammessa a partecipare al precedente concorso per Vice Perito, ora, non avendo il titolo specifico, non potrà partecipare al bando di concorso appena pubblicato. Non appare corretto soprattutto per coloro che sono transitati nel triennio 1997-1999 dal ruolo ordinario al ruolo tecnico. All’atto del transito non era prevista tale limitazione e quindi non si può ora limitare la progressione di carriera a coloro che sono in possesso di un titolo di studio di scuola media superiore, anche se non specifico. Anche in considerazione del fatto che da oltre dieci anni quel personale svolge mansioni tecniche e, quindi, ha acquisito un ampio bagaglio professionale anche grazie alla partecipazione a molti corsi di formazione e aggiornamento professionale organizzati dalla stessa Amministratore. Inoltre, la maggior parte di coloro che appartengono al Ruolo dei Revisori hanno frequentato un corso di formazione della durata di un anno. Benché molti tecnici svolgano nelle sedi di appartenenza compiti delicati quali Amministratori di sistema, Referente informatico, Capo Posto TLC, tecnici di laboratorio, ecc., la nostra Amministrazione ha ritenuto di non tenere per nulla in considerazione la professionalità acquisita.
Infine appare evidente che, specialmente per alcuni settori, il personale con maggiore esperienza è impossibilitato ad avere quello specifico titolo di studio. Se, ad esempio, un revisore tecnico si è diplomato negli anni ’70 o all’inizio degli anni ’80 non potrà essere in possesso di un titolo specifico per il settore informatico, perché all’epoca non erano previsti diplomi con tale specializzazione. Inoltre, anche il personale appartenente al Settore Sanitario è fortemente penalizzato, sia per i pochi a concorso (13 a fronte di circa 250 partecipanti), sia per la richiesta del Diploma Universitario (per poi essere inquadrati in un Ruolo dove basterebbe il Diploma di scuola media superiore). Questa O.S. chiede che siano rivisti i criteri di partecipazione al concorso in parola, significando di aver dato mandato al proprio ufficio legale di predisporre un ricorso collettivo da presentare al TAR, con contestuale richiesta di sospensiva del concorso stesso.
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I tagli sulla sicurezza colpiscono solo colleghi e cittadini “Polizia senza carta ma con le Mercedes” così la Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia, sindacato maggiormente rappresentativo della Polizia di Stato, rende nota la situazione di ristrettezza economica che mortifica la polizia romana. La carenza di fondi per la sicurezza, partita da Prodi e proseguita con Berlusconi ed i suoi, sta producendo effetti anche sulla quotidianità, si dà il caso che alcuni commissariati periferici della capitale, che hanno fatto richiesta all’ufficio competente per la periodica consegna di materiale di cancelleria, si sono visti liquidare con pochissimo materiale, insufficiente per il fabbisogno dell’ufficio. La dirigenza della zona TLC Lazio di Piazza Vittorio a Roma che rifornisce il materiale di consumo ai commissariati, ha imposto un limite minimo per la consegna di materiale da cancelleria, indispensabile per le denunce e per tutte le attività burocratiche
che sovrintendono alle attività di polizia: “Un esempio è la semplice carta bianca – spiega la Consap – che è stata fornita in numero inadeguato che anche nel più piccolo ufficio di polizia della periferia romana finirebbe in pochissimo tempo”. La Consap ha voluto fare chiarezza sulla situazione, e la risposta è stata che la scarsità dei fondi costringe tutti a qualche sacrificio, i poliziotti ma anche i cittadini che dovendo presentare una denuncia rischieranno di doversi portare la carta da casa: “Sacrifici per tutti? Il conto però non torna – spiega la Segreteria Provinciale della Consap di Roma – alla luce della notizia che nei prossimi giorni il Ministero dell’Interno si accinge ad inviare, alla Questura di Roma una fornitura di autoveicoli nuovi della prestigiosa marca Mercedes- Benz senza colori d’istituto, che, ne siamo certi non andranno certo a rimpinguare la carenza di autoveicoli della polizia romana”. Elisabetta Ricchio
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Perricelli nuovo segretario generale regionale della Calabria La Segreteria Nazionale ha proceduto, ai sensi dell'art.4 del Regolamento dello Statuto, a designare Luca Perricelli, nuovo Segretario Generale Regionale della Calabria. Nel corso della trasferta che il Segretario Generale Nazionale della Consap Giorgio Innocenzi ha effettuato nel meridione, il leader del sindacato ha incontrato il neo eletto Segretario e la sua squadra, confermando il sostegno per tutte le iniziative che si vorranno intraprendere per salvaguardare il personale in servizio in quella regione. Innocenzi ha anche chiesto alla struttura regionale di veicolare le iniziative in ambito nazionale intraprese dalla Consap, in considerazione dell’importanza delle azioni prodotte, prima delle quali la battaglia contro il Ministro che vuole tassare la salute dei poliziotti.
Dal Coisp alla Consap Cresce in tutta Italia il consenso della Consap in danno del Coisp. In questi mesi da quel sindacato si è assistito ad un vero e prorio esodo nelle fila della Consap, ad aprire la diaspora il Segretario Regionale dell'Emilia Romagna Giovanni Ciampi che è uscito dal Coisp ed ha aderito alla Consap. La Segreteria Nazionale formula al valente collega ed esperto sindacalista i più sinceri auguri di buon lavoro. La decisione di centinaia di colleghi di aderire al nostro sindacato e di tanti dirigenti di altre OO.SS. di proseguire il loro impegno nella Consap è un fatto tanto evidente quanto inconfutabile. Anche a Napoli nei mesi scorsi, è stato l’ex Segretario Generale Provinciale del Coisp dr. Sergio Vece, unitamente agli ex Segretari Provinciali Coisp Carmine Di Matteo, dr.ssa Concetta Mauriello, Michele Angelo Moscuzza e a diverse centinaia di dirigenti locali con relativi iscritti, a decidere di aderire alla Consap riconoscendosi nei valori fondanti della nostra organizzazione, l’accoglienza ai nuovi quadri sindacali Consap si è tenuta nel corso della 2° Conferenza Organizzativa Provinciale presso l’Aula Magna della Questura, Un fatto importante e significativo che fa seguito all’ingresso nella Consap di dirigenti di altre OO.SS. del Piemonte e della Campania. La serietà, la determinazione, la professionalità della Consap evidentemente stanno facendo breccia. La nuova squadra napoletana, dopo la presentazione ufficiale al Questore di Napoli dr. Antonino Puglisi, si è subito messa
Sindacato al lavoro per far diventare la Consap sempre più forte ma soprattutto per assicurare ai colleghi migliori condizioni di vita e di lavoro. Poi è stata la volta di Pesaro dove è in atto una spaccatura in seno al Coisp e componenti della segreteria provinciale unitamente a molti iscritti sono transitati nella Consap. Così dopo Napoli, Taranto, Reggio Emilia, Chieti, Valle d’Aosta e Piemonte ora anche diversi dirigenti provinciali ed iscritti Coisp di Pesaro hanno deciso di entrare nella Consap a causa della fallimentare politica sindacale portata avanti dalla dirigenza nazionale di quel sindacato.
Pagliuca nuovo segretario generale provinciale della Consap a La Spezia Cambio al vertice nella struttura provinciale Consap di La Spezia. Il Consiglio Provinciale ha nominato all'unanimità Pagliuca Leonardo, iscritto alla Consap sin dalla fondazione, Segretario Generale Provinciale. Al neo segretario gli auguri più sinceri della Segreteria Nazionale.
Marche e Campania: incontri con il Segretario Generale Innocenzi Il Segretario Generale Nazionale Giorgio Innocenzi si è recato ad Ancona per un incontro con i dirigenti sindacali Consap della regione Marche ed il 23 ottobre ad Avellino per una riunione con i dirigenti sindacali della Campania. Nell’occasione sono stati consegnati i “Manuali sulla disciplina” a tutti gli iscritti.
Sindacato La Consap Pensionati non dimentica Bruno Contrada In occasione della concessione degli arresti domiciliari per Bruno Contrada, il presidente della Consap Pensionati Rolando Balugani, ha espresso le felicitazioni inviando allo stesso tutti gli interventi effettuati dalla Consap e dalla Consap pensionati in suo favore: telegrammi al Capo della Polizia, al Ministro della Giustizia oltre ad una serie di comunicati stampa. Bruno Contrada ha ringraziato il presidente Balugani con una lettera. Carissimo Rolando, grazie di cuore della cortese ed affettuosa lettera che mi ha scritto e, in particolare, delle espressioni di umana solidarietà ed incoraggiamento che mi ha rivolto. Le sono grato per ciò che ha detto e scritto sulla mia tristissima vicenda umana e giudiziaria e, specificatamente, del suo intervento presso il sindacato di polizia. Spero vivamente di poterla un giorno incontrare, e parlare a lungo con lei. Ora l’abbraccio forte e con affetto. Balugani nel ringraziare l’ex funzionario del Sisde ha voluto ribadire: ”il povero Contrada è stato abbandonato da tutti e che, a differenza dei vari Sofri ed altri, non ha avuto nessuno che lo ha difeso”.
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Stefano Belfiore, risposta ai "sappisti" di Torino Carissime Amiche e Cari Amici torinesi Mi aspettavo sì una replica furiosa da parte del SAP di Torino alla mia recente lettera, tuttora pubblicata sul sito del Sindacato a cui appartengo, ma non certamente dal carattere scadente nella forma e priva di contenuti, sterile nel suo aspetto generale. Noto con dispiacere l’incapacità di quello struttura di controntarsi con la mia memoria storica che nessuno può cancellare, nemmeno “montecristo”, su argomenti fondamentali riguardanti l’autonomia del SAP messa in discussione dal leader Carmine Fioriti, fondatore del vero Sindacato Autonomo di Polizia, questione da me ripresa con la citata lettera e diffusa ad onor di verità e per la massima informazione, soprattutto tra coloro che aderirono al SAP allorché aveva nel proprio DNA i valori di autonomia e di indipendenza. Il nervosismo con cui ‘il sapiente” (l’amico Silverio si sarà dotato di pseudonimo) ha scritto quella lettera è palpabile; segno che ho toccato alcuni punti deboli (autonomia indipendenza e politicizzazione) in merito ai quali i vertici torinesi del SAP non hanno modo di dare risposte convincenti agli associati. Nessuna indebita intrusione! Si tratta solamente di mettersi in gioco per una ragione di alto profìlo culturale e di fare informazione chiara e leale per impedire di ”nascondere” lo tragedia contemporanea in cui versa il SAP che ha un ìncancellabile significato storico, degno di essere conosciuto subito e senza ciurmeria! Dunque, invece di alimentare polemiche utilizzando a pretesto argomentazioni di basso profilo, perché l’amico Sabino Silverio non cerca di spiegare che fine abbia fatto l’autonomia del SAP e come si fa a fare una lunga e positiva carriera che ha portato l’amico da Segretario Generale del SAP a Vice Capo Vicario dello Polizia”?l?i? Come è possibile ricoprire incarichi politici e nello stesso tempo mantenere posti nei quadri sindacali del SAP. in violazione alle regole statutarie???
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Il mio consiglio più accorato ai vertici del SAP torinese è quello di dimostrare la loro intelligenza, rispondendo a questi interrogativi anziché perdere tempo a scrivere sciocchezze e pubblicarle anche sul loro sito internet. I tanti amici di cui posso vantarmi di avere ancora a Torino, esigono che le incongruenze innanzi indicate abbiano chiarimenti. Solo in questo modo i colleghi potranno anche comprendere le ragioni per le quali in tanti abbiano lasciato il deturpato SAP e regolarsi di conseguenza! A presto!
Adeguamento valore buoni pasto e straordinari: in arrivo convocazione Consap alla funzione pubblica Il Dipartimento della Funzione Pubblica ha informato la Consap di aver attivato le procedure per l'apertura delle trattative per l'adeguamento delle tariffe orarie del lavoro straordinario e per gli interventi opportuni in materia di buoni pasto. La Consap nei prossimi giorni sarà dunque chiamata a partecipare alle trattative per la distribuzione dei famigerati 200 milioni di euro stanziati dal precedente Governo.
Costituito il coordinamento nazionale per le sezioni di Polizia Giudiziaria presso le Procure della Repubblica La Consap, nel quadro delle iniziative volte a dare giusta rappresentanza e tutela a tutte le molteplici branche della Polizia di Stato, ha costituito, in data odierna, il Coordinamento Nazionale Consap per le Sezioni di Polizia Giudiziaria, affidandolo a Mauro Stefanelli, esperto dirigente sindacale in servizio alla sezione di Perugia, il quale ha l’incarico di seguire le problematiche di un settore delicatissimo che, mai come in questo momento, è al centro di iniziative politiche ed istituzionali che meritano di essere monitorate con attenzione, al fine di salvaguardare la professionalità ed i diritti di quanti vi operano. Mauro Stefanelli, che ha già avviato primi contatti con importanti parlamentari, potrà essere contattato a sua volta all’indirizzo di posta elettronica
[email protected] da tutti i colleghi interessati a fornire indicazioni e ricevere notizie in merito alle nostre iniziative.
Sindacato Fittipaldi un pioniere della Consap Dieci anni fa la Consap compariva sulla scena del sindacalismo di polizia, in appena due anni dal 99 al 2001 otteneva la maggiore rappresentatività, grazie all'impegno di molti che fin dall'inizio credettero in questo nuovo modo di fare sindacato al servizio di colleghi. Fra questi personaggi spiccava Agostino Fittipaldi, dirigente sindacale della Campania, che in quel periodo era fatto oggetto di un accanimento professionale che ne voleva mettere in discussione le doti e la brillante carriera, in quella fase difficile per l'amico Agostino la Consap scese in campo con determinazione fino ad inscenare una protesta sotto la questura di Salerno, dove alcuni iscritti arrivarono ad incatenarsi. Oggi che Agostino Fittipaldi ha raggiunto la meritata pensione è arrivato anche il riconoscimento dell'Amministrazione per la sua brillante carriera, sancita con l'encomio nella foto.
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Reggio Emilia: cresce il consenso della Consap in Emilia Romagna Recentemente a Reggio Emilia si è tenuta una importante riunione di tutti i dirigenti sindacali Consap dell’Emilia Romagna. La riunione, promossa dal Segretario Generale Regionale, Roberto Butelli ed organizzata dal Segretario Generale Provinciale di Reggio Emilia, Ciro Perna è servita per discutere le problematiche relative al riordino delle carriere, il rinnovo del contratto di lavoro, il decreto Brunetta e la bozza dell’accordo nazionale quadro. All’importante riunione è intervenuta una delegazione della Segreteria
Nazionale composta da Giorgio Innocenzi, Pietro Taccogna e Raffaele Tavano. Dopo l’inaugurazione della bella ed accogliente sede sindacale Consap situata all’interno della Questura, si è tenuta un’affollata assemblea sindacale presso la sala conferenze, nel corso della quale è stata ufficialmente annunciata l’adesione alla Consap dell’ex Segretario Regionale coisp Emilia Romagna, Giovanni Ciampi. Una adesione importante e significativa che testimonia la bontà dei programmi e delle azioni della Consap,
ma soprattutto la capacità di intercettare sempre maggiori consensi tra il personale. Al termine dell’incontro si è proceduto alla consegna agli iscritti, in regola con il tesseramento, del manuale sulla disciplina.
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L'alcoltest non prova l'ebbrezza La sentenza di un gip di Firenze L'etilometro usato sulle strade dalle forze dell'ordine non è sufficiente a provare penalmente lo stato di ebbrezza dei guidatori. Lo stabilisce un gip di Firenze, che ha assolto un italiano 56enne. L'uomo, dopo un incidente, era risultato positivo all'alcoltest, con un tasso 3 volte sopra il limite. Per il giudice questo è un pre-test. Mentre solo quello eseguito negli uffici di polizia giudiziaria o in ospedale costituisce elemento di prova. L'uomo, accusato di guida in stato di ebbrezza, aveva chiesto il patteggiamento. Contro la sentenza, dell'aprile scorso, la procura ha presentato ricorso in Cassazione. Nel motivare la sua decisione, il giudice spiega che "se l'esito della misurazione con apparecchio portatile è positivo, ad esso non consegue l'accertamento della soglia penalmente rilevate", che può avvenire solo negli uffici di procuratore generale o negli ospedali. Nel ricorso, la procura, dopo aver ricordato
Il Segretario Nazionale Pietro Taccogna insieme ai dirigenti sindacali Consap della regione Toscana
che l'indagato venne sottoposto all'alcoltest negli uffici di polizia, sottolinea che, in ogni caso, l'etilometro è "lo strumento valido, appositamente prescritto, per la misurazione del tasso alcolemico". La procura ricorda che, ritenendo l'etilometro portatile un semplice pre-test, lo stesso gip ha respinto decine di richieste di decreti penali di condanna. (TGCOM DEL 6/10/2008). Commento di Pietro Taccogna Ancora una volta in Italia si dimostra che tentare di trovare una soluzione ragionevole ad un problema gravissimo ed urgente, è tempo perso. Molte sono le considerazioni che affollano la mente in questo momento, in cui apprendo, casualmente, questa notizia. Difficile sintetizzarle in un pensiero che non sia espressione di rabbia e sgomento, che riesca a contemperare il mio essere uomo “di legge” - e quindi che della Legge ha rispetto - con l’essere un cittadino, un padre, un contribuente – e quindi che vuole che la Legge sia umana, giusta e logica – lì dove di umanità, giustizia e logica ne registro poca. Ogni anno, con un crescendo agghiacciante, incidenti causati da automobilisti alla guida in stato di ebbrezza alcolica provocano centinaia e centinaia di morti, migliaia e migliaia di feriti, dolore e drammi nelle famiglie, danni per milioni e milioni di euro alla collettività, un vero bollettino di guerra. Ogni giorno le Forze dell’Ordine, in condizioni lavorative spesso difficili e rischiose, effettuano migliaia di controlli,
sempre nel massimo rispetto di chi viene fermato ed osservando quelle procedure che scongiurano errori ed iniquità. Eppure le stragi non si fermano… Nel momento in cui, quindi, vi è unanime la richiesta di acuire l’asprezza delle pene nei confronti di chi, ponendosi alla guida consapevole di essere ubriaco, dovrebbe essere considerato un potenziale omicida consapevole, giunge questa interpretazione di un G.I.P. di una provincia, il quale si erge a nume tutelare del diritto così gravemente violato da leggi e controlli, e sentenzia che i nostri controlli non danno la certezza di trovarsi di fronte ad un ubriaco al volante. Non conta il risultato di una apparecchiatura sempre più affidabile; non contano le procedure a garanzia dell’automobilista fermato; non conta l’evidenza, non conta l’esperienza degli Operatori delle Forze di Polizia, non conta nulla di tutto ciò. Conta che questo riscontro avvenga davanti al Procuratore Generale (!?) o in un ospedale. Ma domani qualcuno potrebbe dire: e chi l’ha detto che le apparecchiature dell’ospedale non siano sballate? E chi l’ha detto che il Procuratore Generale sappia riconoscere, più di un Poliziotto della PolStrada, se ha di fronte un ubriaco? A questo punto tutto è discutibile, tutto è opinabile, nulla più ha valore (salvo l’opinione di un G.I.P?).
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Aggiornamento un esempio di collaborazione interforze Iniziativa congiunta della Consap di Terni e di altre quattro sigle sindacali, per tutelare la frequenza dei corsi di aggiornamento per il personale. Come noto queste organizzazioni sindacali - si legge in una nota congiunta - hanno intrapreso, un’intensa attività mirata a ripetere le note iniziative degli anni scorsi che hanno consentito a molti colleghi di poter frequentare corsi di aggiornamento. L’esperienza ha avuto un successo tale che ha, indotto queste organizzazioni ad incontrare anche le o.s. della Polizia Penitenziaria e del Corpo Forestale dello Stato nonché le rappresentanze militari dell’Arma dei Carabinieri e della. Guardia di Finanza allo scopo di pianificare insieme sia gli interventi che i percorsi formativi da inserire nella formazione. Durante gli incontri si sottolineava da più parti l’importanza di una formazione congiunta ritenendola come una indispensabile premessa per favorire una. fattiva collaborazione tra tutte le Forze di Polizia.
Dell’iniziativa veniva anche interessato il Signor Prefetto di Terni che valutata l’importanza e il peso del progetto dava la sua massima disponibilità contribuendo alla riuscita dell’iniziativa Ciò premesso, la Consap e gli altri ritengono opportuno informare tutti i colleghi che l’iniziativa, è andata a buon fine e che sarà possibile, per tutti gli interessati, ripeterla. Quest’anno inoltre l’offerta formativa sarà più ricca, e differenziata per rispondere non solo alle diverse esigenze delle Amministrazioni di appartenenza, ma per consentire una scelta, rispettosa anche dei “gusti” dei colleghi. Ancora, una volta - concludono le o.s. in una lettera aperta diffusa in tutti gli uffici di polizia del capoluogo umbro - queste organizzazioni vogliono evidenziare la sinergica attività portata avanti per il bene di tutti e invitare i colleghi a diffidare di eventuali millantatori che vorrebbero attribuirsi la paternità del progetto Per ulteriori informazioni siamo a disposizione.
Polizia Stradale, iniziativa coronata da successo della Consap ternana Dopo l’intervento della Consap rivolto direttamente al dirigente del Compartimento Polizia Stradale, si sono visti i primi effetti positivi. Abbiamo ricevuto una telefonata dal dirigente del compartimento con la quale venivamo informato che a breve avrebbe, previa convocazione del signor dirigente la Sezione di Terni, ci sarebbero impartite direttive per un miglior funzionamento delle turnazioni del reparto, come da noi auspicato, altresi, nel corso della medesima telefo-
nata è stato assicurato che nel giro di qualche settimana sarebbe divenuto operativo il nuovo piano compartimentale di vigilanza stradale delle vie di comunicazione umbre, con uno sgravio del lavoro per la sezione di Terni. Ancora una volta la dettagliata denuncia della Consap ha sortito un primo effetto, seppur la nostra O.S. rimane attenta all’evolversi della situazione sino a quando non si vedranno i risultati sperati, che poi sono nelle aspettative di tutti gli operatori della sezione.
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Convenzione
Finanza in briciole, un servizio per orientarsi in Borsa Parliamo di finanza, personale, innanzitutto mi presento: mi chiamo Benigni Pietro, sono nato nel 1942, ho studiato ragioneria e poi economia e commercio a Venezia all’università Cà Foscari Mi sono laureato nel 66 e la Banca Nazionale del Lavoro mi ha assunto subito. Nel 1972 sono stato promosso funzionario e mi sono occupato di organizzazione, poi di informatica, e infine di andamento commerciale. Negli anni ‘90 la Bnl ha creato una società di gestione del risparmio con una sua gamma di fondi comuni che, per essere collocati fuori sede necessitavano della figura del promotore; per capire quali potevano essere i compiti e le problematiche di questa nuova figura professionale, feci l’esame di abilitazione al ruolo di promotore, lo superai e mi iscrissi all’albo. Al cambio di millennio decisi di passare dal lavoro dipendente al lavoro autonomo; così mi misi in pensione e iniziai a fare l’agente finanziario per conto di una Società d’intermediazione mobiliare che non dipendeva da nessuna banca e poteva collocare qualsiasi prodotto finanziario o assicurativo, insomma un broker. Questa Sim si chiama Solidarietà & Finanza, ha la sede principale a Milano e una agenzia a Roma. Nell’affrontare il nuovo lavoro ho pensato che la cosa più importante era farsi conoscere e allo stesso tempo aiutare la gente a capire e a decidere, Le persone hanno quasi tutte la stessa esigenza: sa1vare dall’inflazione il proprio risparmio e se possibile trarne una remunerazione non troppo rischiosa; però trovano ostacoli: non sanno di chi fidarsi, non conoscono il significato di molti termini presenti nel “gergo” finanziario, non sanno che uso fare dei diversi stnimenti finanziari. Così, durante le serate invernali, dopo l’orario di ufficio, ho iniziato a tenere nell’agenzia delle conversazioni con i risparmiatori per dire a piccoli gruppi composti da medici, avvocati o ingegneri quali sono le cose da sapere prima di fare un investimento finanziario, sia per sceglierlo bene prima, sia per gestirlo bene dopo. Questa attività gratuita di divulgazione tornava utile anche a me perché poi, chi diventava mio cliente, sapeva già cosa mi doveva chiedere prima di sottoscrivere qualsiasi investimento, e inoltre era in grado di gestirselo da solo in seguito. L’iniziativa ha
avuto successo. La nuova normativa europea MIFID poi mi ha dato ragione. Adesso è proibito dare consigli personalizzati al di fuori di un vero e proprio contratto di consulenza: ognuno deve essere in grado di decidere da solo, ed è compito degli intermediari verificare se il singolo risparmiatore è a conoscenza dei rischi insiti nei vari strumenti finanziari, tanto che, se appare impreparato, deve essere avvisato e scoraggiato dall’effettuare operazioni di cui non sa, apprezzare il rischio. Chi desidera partecipare ai prossimi incontri può farlo inviando semplicemente una e-mail all’indirizzo
[email protected]. Chi invece volesse una risposta diretta a un suo problema immediato di conoscenza può invece espormelo. sempre via email, ed io cercherò di dare la risposta al meglio delle mie conoscenze, sempre tenendo presente che sarà una risposta generale, di metodo, che suggerirà i fattori da tenere presenti prima di decidere, al massimo potrà evidenziare i pro e i contro, ma sarà sempre poi il risparmiatore alla fine che deciderà cosa sarà meglio per lui. Deve essere chiaro infine che questo impegno di divulgazione o di informazione sarà assolto senza scopo di lucro immediato e senza assunzione di responsabilità di alcun tipo. (convenzione)
Contrappasso
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Un paese in agitazione, dall'Alitalia al decreto Brunetta
Foto Moretta
Il giorno 16 settembre ci sono stati due incontri con personalità politiche e sindacali, il primo in piazza Montecitorio, sede del palazzo della politica e del Parlamento della Repubblica e il secondo davanti al Viminale, lo scopo del primo era di capire se tra i sindacati, il Governo e L’Alitalia si fosse raggiunto l’accordo in corso da parecchi giorni ma dalle risposte degli onorevoli si è capito subito che a causa di egoismi di parte l’accordo non ci sarebbe mai stato.
Qualche giorno dopo, poi, la televisione annunciava il fallimento delle trattative tra gli interessati al progetto, con una lunga riflessione su ciò che poteva accadere in futuro anche alle altre aziende collegate ad Alitalia e ai dipendenti della stessa, è prevalsa la saggezza con la conclusione della tanto sospirata e così questa storia, tutta italiana, sembrava essere andata a buon fine nell’interesse del Paese ma gli sviluppi di
questi giorni hanno rimesso tutto in ballo. Il secondo incontro si è avuto con autorevoli esponenti della Confederazione Sindacale Autonoma di Polizia che, con un megafono annunciavano ad una piazza piena di poliziotti le negatività. del Decreto Brunetta, ministro della Funzione Pubblica. Egli intendeva prendere provvedimenti circa il trattamento economico dei dipendenti pubblici che si assentano per malattia, per meglio capire il perché dell’agitazione in atto, lo scrivente, assieme a giornalisti della Rai e del quotidiano Libero è andato ad intervistare il Segretario della Confederazione Dottor Giorgio Innocenzi. Le risposte sulla contestazione al decreto in questione sono state assai esaurienti, in quanto trattasi di proteste legittime e giuste. I timori inquietanti del Segretario sono che la legge 133 potrebbe avere un effetto devastante sulla motivazione professionale ed operativa ed è auspicabile che il T.A.R. tenga conto del ricorso in atto visto che le forze dell’ordine sono esposte continuamente a disagi e intemperie sia di notte che di giorno a causa dei numerosi compiti istituzionali che adempiono. Il Segretario ha fatto presente che è pronto a qualsiasi contestazione, qualora in avvenire fossero lesi i diritti costituzionali, precisando altresì, che gli iscritti al Sindacato che rappresenta, non appartengono a nessun colore politico, sono autonomi per libera scelta e sono solo al servizio della gente del Paese. Nelle scuole di formazione dove vengono addestrati e istruiti al rispetto delle leggi e dei regolamenti, sulle pareti delle aule è scritto a gros-
si caratteri: “Sub Lege Libertas”. Comunque, a mio parere, i provvedimenti che il Ministro ha nel suo programma, sono giusti e necessari per raddrizzare la schiena ai fannulloni. Era ora, che qualcuno prendesse l’iniziativa nell’interesse degli Enti di Stato e del Paese. Di abusi ce ne sono stati tanti. Questo è stato possibile a causa di un certo “buonismo” troppo a lungo tollerato. L’assenteismo ed altre manchevolezze gravi che andavano censurate a tutti i livelli si sono verificate soprattutto dopo la Rifornia della Polizia - prima mai successi ne tollerati. Il personale che mostrava di interessarsi alla politica e i turbolenti non in linea con il regolamento di disciplina, venivano trasferiti, nei reparti inquadrati dove i superiori ne seguivano la condotta. Oggi, purtroppo la politica ha corrotto un po’ tutti. Le Forze dell’Ordine a parere dello scrivente, dovrebbero stare fuori dai conflitti politici. E’ successo di tutto dopo la riforma. In alcuni Enti di Stato i meritevoli segnavano il passo in carriera, mentre altri, solo perché targati di un certo colore politico, venivano gratificati e occupavano prestigiose poltrone. Queste disparità di trattamento hanno lasciato tanta amarezza in bocca ai meritevoli che nonostante i diritti acquisiti non hanno avuto alcun riconoscimento. L’opera di bonifica del Ministro è stata apprezzata dal Paese “meglio tardi che mai” e non credo che voglia colpire le forze di Polizia con quel decreto visto che esse vigilano di notte e di giorno sull’incolumità e la serenità di tutti gli italiani. Francesco Moretta
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