Versione Pdf del supplemento al n. 36 anno XVII del 7-13 ottobre 2014 per la pubblicazione sul sito della Regione Toscana www.regione.Toscana.it
Poste Italiane Sped. in A.P. D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1, c. 1, DCB Roma
Rivoluzione web tra sistemi, reti e percorsi
Nuova autocertificazione della fascia economica per pagare il ticket
E-HEALTH
di Valter Giovannini *
Ricetta digitale, cosa cambia
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Contattati 800mila utenti non presenti in banca dati - Istruzioni per l’uso
ambiare mentalità: il 20˚ è stato il secolo dell’ospedale, il 21˚ sarà il secolo del sistema. Bandire l’uso di termini come “primario” e “secondario”, “acuto” e “di comunità” che sono termini del 20˚ secolo e introdurre una nuova lingua: sistemi, reti, percorsi. È l’invito di Muir Gray, contenuto in un libretto dal titolo “How To Get Better Value Healthcare”. Sistemi, reti e percorsi non sono sinonimi di un nuovo linguaggio; sono dimensioni di un nuovo paradigma delle cure che richiede, per essere sostenuto, l’introduzione di adeguate tecnologie, strumenti e infrastrutture di comunicazione. Una rivoluzione, l’e-health, che interessa e interesserà i professionisti sanitari, il management, i cittadini. Gli ospedali e la sanità del futuro saranno contenitori di due dimensioni essenziali: informazione, energia ed e-prescription, ricetta dematerializzata, carta sanitaria, fascicolo sanitario sono solo i primi strumenti di questo futuro. La lunga stagione dell’informazione e comunicazione con modalità cartacea ha appesantito il sistema delle relazioni tra Ssr, professionisti e cittadino, anche per una crescente invadenza della dimensione burocratico-amministrativa, finendo con il sottrarre tempo, e qualità di relazione, nelle cure. Il recupero della dimensione burocraticoamministrativa, investendo direttamente caratteristiche proprie di ciascun cittadino, richiede necessariamente la sua partecipazioCONTINUA A PAG.
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ambia in Toscana la modalità di autocertificazione della fascia economica per il pagamento del ticket. Con il passaggio a ricetta elettronica dematerializzata, che in Toscana si concretizzerà a fine 2014, non sarà più possibile autocertificare la propria fascia di reddito sulla singola ricetta, né in farmacia né negli ambulatori delle aziende sanitarie: il codice della fascia economica sarà riportato sulla ricetta dal medico prescrittore attraverso il software di prescrizione elettronica che interroga le banche dati del Mef e dell’Inps. Le ricette informatizzate non potranno più essere integrate con informazioni non presenti nella stessa e, se non riportato alcun codice di fascia economica, l’utente sarà tenuto a pagare la quota massima di ticket. In previsione di questo cambiamento, la Regione ha iniziato da mesi una campagna di informazione e sensibilizzazione affinché i cittadini provvedessero, entro il 1˚ ottobre, a verificare ed eventualmente regolarizzare la propria posizione. Complessivamente i cittadini toscani non presenti nelle banche dati, e quindi tenuti a rilasciare l’autocertificazione, sono circa 800mila, comprensivi dei bambini con età inferiore a due anni (questi ultimi non presenti poiché non ancora nati nell’anno di riferimento delle dichiarazioni dei redditi). Per arrivare a informare tutti i cittadini, ogni Azienda sanitaria, attingendo alle informazioni della banca dati del Sistema tessera sanitaria dell’Agenzia delle Entrate e della banca dati degli assistiti, ha rilevato i nominativi degli utenti che risultano privi di codice di fascia assegnato. Questi cittadini hanno ricevuto una lettera informativa riportante, tra l’altro, le modalità operative e il modulo per l’autocertificazione, così da facilitarne la restituzione all’azienda sanitaria. In queste settimane si stanno verificando numerosi accessi sia agli sportelli delle Asl che ai PuntiSI e tante sono anche le autocertificazioni rilasciate tramite Pc, oltre a tutte le auto-
CONTROCANTO
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di Marco Nocentini Mungai * ket!!”, “mi è arrivata una lettera a casa ma non ho capito!”, “il mio medico mi ha detto...”, “devo attivare la tessera!?”, “ho dimenticato il mio Pin!”, “ma con la ricetta elettronica?” e così via. Le farmacie come al solito si sono trovate in prima fila e hanno cercato di essere di supporto ai legittimi dubbi e CONTINUA A PAG.
La sanità sul portale di Open Toscana Le esenzioni si possono aggiornare direttamente dalla multipiattaforma
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ochi click e la fascia di reddito per i ticket e le esenzioni sanitarie è certificata o può essere corretta: on line, comodamente seduti a casa o altrove, dal proprio computer. Utilizzando anche Open Toscana, la multipiattaforma che avvicina cittadini e pubblica amministrazione tenuta a battesimo dalla Regione negli scorsi giorni. Basta digitare open.toscana.it e cliccare sull’icona “Servizi”. Naturalmente occorre avere attivato la propria tessera sanitaria o godere comunque di un certificato digitale di accesso. Open Toscana non è solo una piattaforma legata al mondo sanitario on-line ma riguarda musei, biblioteche, appalti e gare, processo civile, fascicoli pagamenti, bollo auto, open data, partecipazione, start-up. Tra i servizi, quindi, nell’insieme della via digitale dei servizi, anche l’autocertificazione del reddito per usufruire dell’esenzione o della riduzione dei ticket sanitari. «È un esempio pratico di come la tecnologia possa aiutare i cittadini e semplificarne la vita - sottolineano l’assessore ai sistemi informativi e alla partecipazione Vittorio Bugli e il collega alla salute Luigi Marroni -: uno dei tanti modi e servizi che sul portale Open Toscana sono a disposizione per ridurre al minimo la burocrazia e rendere più agile la pubblica amministrazione».
Cecilia Chiarugi dirigente Sistema informativo e tecnologie informatiche Diritti Cittadinanza e coesione sociale Regione Toscana Carla Rizzuti responsabile Po Monitoraggio e controllo direzionale Regione Toscana
LEGGI E DELIBERE
Se l’innovazione la «pagano» le farmacie a compartecipazione alla spesa su base reddituale è una scelta condivisibile così come lo è la mappatura on-line dei redditi. Tuttavia in questi giorni chiunque ha avuto occasione di recarsi in farmacia, avrà sicuramente riscontrato un’affluenza notevole di persone preoccupate alla ricerca di informazioni. Era tutto un rincorrersi di “dovrò pagare il supertic-
LA TECNOLOGIA CHE AIUTA I CITTADINI
certificazioni inviate col modulo cartaceo e prontamente inserite nel sistema dagli operatori delle aziende. La Regione quindi, pur confermando la scadenza del 1˚ ottobre, ha previsto che per tutto il mese di ottobre si potrà autocertificare la propria fascia direttamente sulla ricetta, o sul promemoria in caso di ricetta dematerializzata, pertanto il cittadino che ancora non abbia regolarizzato la propria posizione, continuerà a pagare in base alla fascia economica di appartenenza. Continua quindi il processo di dematerializzazione in Toscana, che è già stato sperimentato in una Asl e che in questo mese di ottobre partirà in tutte le Aziende per la prescrizione e l’erogazione dei farmaci; successivamente verrà applicato anche alle ricette di specialistica ambulatoriale. Sulla base di questa scelta cambia quindi anche l’autocertificazione, frutto della volontà della Regione di modulare in modo diverso il superticket introdotto dal governo nel luglio 2011 che prevedeva la maggiorazione fissa di dieci euro su tutte le ricette di specialistica ambulatoriale, ma che in Toscana si è deciso di adottare in modo più equo rimodulando il gettito previsto e facendo contribuire i cittadini in base alla propria posizione economica, prevedendo la possibilità di utilizzare alternativamente o il reddito familiare o l’indicatore Isee. Da qui la necessità di acquisire il dato sulla fascia economica di appartenenza per tutti gli assistiti toscani. Tale dato è ricavato direttamente dalla banca dati dell’Agenzia delle Entrate e dalla banca dell’Inps nel caso in cui l’utente si avvalga dell’Isee.
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Ars al monitoraggio della qualità
Laboratori in chiave interaziendale
La giunta regionale ha approvato il monitoraggio intermedio per il 2014 riguardante l’andamento delle attività connesse agli obiettivi strategici nel primo semestre del corrente anno, con riferimento agli obiettivi, agli indicatori e ai valori target contenuti nel Piano della qualità della prestazione organizzativa 2014 dell’Agenzia regionale di sanità (Ars). La giunta ritiene che sia, al primo semestre, aderente ai contenuti programmatici del Piano della qualità della prestazione organizzativa per il 2014 e dunque allineata rispetto alle aspettative di risultato. (Delibera n. 662 del 4/08/2014)
Approvato lo schema di delibera aziendale sulle modalità di costituzione e funzionamento del dipartimento interaziendale regionale dei laboratori di sanità pubblica. Nella delibera si invitano i dg delle Asl di Lucca, Siena e Firenze ad adottare gli atti deliberativi aziendali necessari alla costituzione del dipartimento interaziendale regionale dei laboratori di sanità, pubblica. Le attività di carattere analitico inerenti la prevenzione collettiva sono svolte dalla struttura organizzativa denominata “laboratorio unico regionale di sanità pubblica” che si articola per sede unica o sede di Area vasta. (Delibera n. 671 del 4/08/2014)
ALL’INTERNO
Codice rosa a pieno regime A PAG.
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Arezzo: nuova oncologia A PAG.
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Disabilità in partnership A PAG.
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TOSCANA
7-13 ottobre 2014
MODELLI
Il progetto anti-violenza è operativo in tutte le aziende sanitarie
Codice rosa a pieno regime Pronto soccorso primo baluardo contro gli abusi - Focus sui minori
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a diffusione del progetto regionale Codice rosa nelle aziende sanitarie della Toscana si è completata con l’inizio del 2014, nel pieno rispetto della tabella di marcia che prevedeva l’estensione graduale del progetto a tutte le Asl toscane nell’arco del triennio 2012-2014. Nelle 12 Asl e nelle 4 Aou il progetto ha consentito di migliorare il riconoscimento, la cura e la presa in carico delle persone che hanno subìto violenze e abusi a causa di condizioni di fragilità all’interno di relazioni affettive o di fiducia o nell’ambito di relazioni psicologicamente subordinate: donne, uomini, bambini, anziani, immigrati, portatori di handicap, vittime di discriminazioni razziali, religiose od omofobiche, donne sottoposte a rischio di mutilazioni genitali. Il percorso di accoglienza che inizia e si sviluppa all’interno delle strutture di pronto soccorso intende dare riconoscimento e valore alla loro sofferen-
za, gli operatori sono formati per comprendere i casi che presentano i segni, non solo fisici, della violenza subita e per offrire una risposta adeguata. In ogni azienda è attivo un gruppo Codice Rosa che opera raccordandosi con la realtà territoriale dei consultori e si armonizza con la storica rete dei centri antiviolenza e delle associazioni di volontariato, con le Forze dell’Ordine e le Procure della Repubblica per l’attività di indagine e repressione dei reati. Il raccordo e la collaborazione tra i rappresentanti delle istituzioni si sono rivelati indispensabili per superare la frammentazione delle azioni svolte nell’adempimento dei compiti istituzionali, la conoscenza e la definizione di modalità e strumenti di lavoro, rappresentando il valore aggiunto del progetto. L’esperienza realizzata ha consentito di portare all’attenzione il fenomeno, aumentando l’emersione di casi che prima restavano nascosti
Gli ultimi dati
Maltrattamenti Abusi Stalking Totale generale Maltrattamenti Abusi Stalking Totale generale Maltrattamenti Abusi Stalking Totale generale
Adulti Minori Anno 2012 1.248 113 44 28 22 – 1.314 141 Anno 2013 2.536 293 85 59 25 – 2.646 352 1˚ semestre 2014 1.367 164 64 29 41 – 1.472 193
tra gli eventi accidentali e gli infortuni domestici. La conoscenza dei dati è indispensabile per progettare percorsi, strumenti e interventi adeguati ed efficaci. I dati degli accessi al pronto soccorso nelle aziende che hanno gradualmente aderito al progetto ci presentano un fenomeno in crescita.
Totale 1.361 72 22 1.455 2.829 144 25 2.998 1.531 93 41 1.665
La fase di avvio del progetto è molto delicata, richiede un’intensa attività di sviluppo dei rapporti interistituzionali, e ha tempi fisiologici di realizzazione, con la definizione e condivisione di procedure e modalità operative tra le strutture di Ps, i soggetti territoriali, le Forze dell’ordine e le procure. Per
tali motivi è necessario considerare il primo semestre come una fase di “rodaggio” durante la quale è possibile che i dati presentino una numerosità ancora da sviluppare per avvicinarsi alla reale consistenza del fenomeno. Nei dati rilevati nel primo semestre 2014, negli adulti la percentuale maggiore di incidenza riguarda il sesso femminile con l’84%, le fasce di età più colpite sono quelle 30-39 e 40-49 anni, la cittadinanza è italiana nel 72% di casi. Nei minori la maggiore incidenza riguarda il sesso femminile nel 52% di casi, ma a differenza degli adulti, nei minori la distinzione non è altrettanto netta, le fasce di età più colpite sono quelle 7-11 e 12-14 anni e la cittadinanza è italiana nel 70% dei casi. Questi dati devono stimolarci una riflessione, nella nostra società i tempi sono frenetici e gli adulti si trovano spesso in difficoltà a dedicare attenzione alle esigenze dei bambini, alla
loro vita emozionale e affettiva. Anche in conseguenza delle trasformazioni sociali che stiamo attraversando, si assiste da una parte ad atteggiamenti iperprotettivi nei confronti dei minori che rischiano di limitarne la capacità esperenziale e l’autonomia, mentre dall’altra i bambini vengono sottoposti con frequenza inimmaginabile a violenze fisiche e psicologiche. L’abuso del minore, vede coinvolti molti fattori, individuali, culturali e sociali intrecciati tra loro in modo molto complesso. I numeri riportati nelle tabelle dimostrano con evidenza una realtà tragica, si tratta di un fenomeno allarmante che chiama in causa la responsabilità di tutti noi adulti, familiari, operatori sanitari, rappresentanti delle istituzioni, e che il progetto Codice rosa può contribuire a far emergere. Paola Magneschi Settore Programmazione e organizzazione delle cure
TRE GIORNATE DI STUDIO A PRATO
Quali strategie contro le dipendenze patologiche tra i giovani
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ossicodipendenze, tabagismo, alcolismo e ludopatia: sono queste le dipendenze patologiche con cui sempre più spesso gli operatori sanitari, e la società in generale, si trovano costretti a fare i conti: i dati raccolti mostrano un’ampia diffusione dei fenomeni di addiction. E l’allarme riguarda anche i giovanissimi: l’indagine Edit, condotta dall’Agenzia regionale di Sanità, ha rilevato che oltre il 36% degli studenti toscani ha assunto almeno una sostanza illegale. Ora un seminario di studio, dal titolo Etica e dipendenze, organizzato dal Centro di Bioetica Gianna Beretta Molla in collaborazione con l’Associazione medici cattolici italiani, l’Associazione cattolica operatori sanitari, l’Associazione giuristi cattolici e il Sert di Prato, si propone di fare il punto della situazione, offrendo ai partecipanti un’importante occasione di riflessione e di aggiornamento professionale. Il ciclo di incontri, realizzato anche grazie a un contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Prato, si articolerà su tre giornate, offrendo un percorso formativo su tematiche emergenti legate al diritto. Gli incontri vedranno la partecipazione di tutti
coloro che operano in questo delicato settore - medici, infermieri, farmacisti, assistenti sociali, ma anche giuristi, avvocati, insegnanti e volontari - ma l’obiettivo dell’iniziativa è anche quello di informare e sensibilizzare coloro che non lavorano nel campo. Da tempo ci stiamo orientando su tematiche di sanità pubblica che presentano sempre più evidenti risvolti etici che riguardano cittadini, operatori e il tessuto sociale nel suo complesso. Dopo il convegno sulla spending review, stavolta ci dedichiamo al tema delle dipendenze, vecchie e nuove, con particolare attenzione alle questioni legate al diritto. I numeri ci confermano che quella del gioco d’azzardo è un’emergenza da non sottovalutare. Un problema che gli operatori dei Sert stanno già affrontando, anche se in maniera del tutto volontaria dato che la cura della ludopatia non è stata ancora finanziata. Il convegno vuole essere anche l’occasione per chiedere al Governo di intervenire perché questo importante capitolo di sanità pubblica venga gestito con adeguate risorse. Un appello che deve essere rivolto anche agli enti locali: anche loro devono fare la loro parte.
La prime due giornate, in programma per il 10 e l’11 ottobre presso la Fondazione Conservatorio San Niccolò a Prato, saranno tutte dedicate al tema della ludopatia. Il modulo introduttivo affronterà l’argomento dipendenze sul fronte del diritto: dalle misure di contrasto ai profili di costituzionalità passando per le novità giurisprudenziali che regolano la materia. La seconda giornata, invece, si propone di offrire una panoramica a 360 gradi sul mondo del gioco d’azzardo patologico. Si rifletterà sui confini tra vizio e malattia e si illustreranno i dati che riflettono la dimensione del fenomeno, analizzando anche gli interessi che ci sono in gioco. Una relazione sarà incentrata sulla diffusione della patologia tra gli adolescenti, mentre un’altra offrirà un focus sull’attività svolta dal Sert nel territorio pratese. L’8 novembre sarà una giornata tutta incentrata sulle dipendenze più “classiche”: quelle da sostanza. Anche in questo caso gli interventi in programma sono stati pensati per offrire un quadro il più possibile completo sul tema. Si partirà dai significati e dai risultati delle terapie oggi disponibili, frutto di anni di ricerca e sperimentazioni, per
CONTROCANTO (segue dalla prima pagina) alle richieste di tanti cittadini perplessi e disorientati rassicurando e informando tutti coloro che si rivolgono al farmacista. Anche nell’agosto 2011 e nell’agosto 2012, i provvedimenti d’introduzione del ticket farmaceutico per fasce di reddito furono resi possibili soprattutto grazie all’impegno delle farmacie che assistettero e tuttora lo fanno i pazienti nell’attestazione della fascia di reddito. La possibilità poi di procedere all’autocertificazione on-line previa attivazione della Tse ha a sua volta provocato una corsa all’attivazione di quest’ultima che ha ingolfato il lavoro delle farmacie poiché tanti si sono rivolti ai nostri presìdi per espletare tale pro-
cedura. Il cambiamento che, una volta a regime, semplificherà tutti i passaggi delle prestazioni sanitarie, data la complessità iniziale rende necessario un ulteriore approfondimento con i vari operatori coinvolti a chiarimento di chi debba fare e cosa. A tal proposito, sarebbe opportuno procedere con l’implementazione della ricetta elettronica, solo dopo aver completato tutta la fase di allineamento reddituale dei cittadini. Non è stato e non è facile gestire questa situazione anche perché le farmacie mai come adesso devono fare i conti con una situazione economica difficile, compresse come sono dalla generale crisi dei consumi anche di salute e dalla contrazione della spesa farmaceutica terri-
passare alla questione dell’etica nella cura della tossicodipendenza. Ma ci sarà spazio anche per parlare dell’esperienza di chi va incontro ai tossicodipendenti intercettandoli per strada e per riflettere sulla realtà del carcere, attraverso il modello organizzativo del Sert penitenziario di Prato. Dopo una relazione che approfondirà il tema dell’uso di sostanze stupefacenti e gravidanza, si parlerà del ruolo delle Comunità terapeutiche e dell’importanza di un intervento che comprenda una terapia familiare. L’ultimo appuntamento, quello del 6 dicembre, sarà dedicato alle altre dipendenze, in particolare il tabagismo e l’alcolismo, due emergenze spesso sottovalutate. Nel 2012 l’abitudine al fumo in Toscana interessava il 23,8% della popolazione, valore superiore alla media nazionale. E un’indagine multiscopo dell’Istat ha rilevato che se si valutano le quantità consumate, la Toscana è tra le Regioni in cui si registrano i valori più elevati. Riccardo Poli presidente del Centro di Bioetica Gianna Beretta Molla
Rivoluzione web... (segue dalla prima pagina) toriale (-30% in quattro anni), fattori per i quali si stanno verificando anche diversi casi di concordati o fallimenti. Concludendo, anche in questa occasione la farmacia non si tira indietro dimostrando di essere un punto di riferimento per tutti e confermando l’alto valore non solo sanitario ma anche sociale sul territorio. Le farmacie credono nell’ innovazione e sono pronte ad ampliare la loro attività in nuovi servizi e ruoli, e aspettano che il Dlgs 153/2009 (nuovi servizi in farmacia) venga riempito di contenuti e risorse per essere reso effettivamente operativo. * presidente Unione regionale toscana titolari di farmacia
ne. La compartecipazione alla spesa sanitaria e la correlazione con la relativa fascia economica è un modello esemplificativo delle diverse possibili modalità di coinvolgimento del cittadino. Fino a oggi, con l’uso della ricetta cartacea, l’eventuale errore contenuto nell’anagrafe tributaria era recuperabile autocertificando nella ricetta stessa la propria reale condizione di reddito e con l’introduzione della ricetta elettronica l’errore non è più correggibile. Nell’anagrafe tributaria Mef questo errore interessa quasi 800.000 cittadini toscani; per questo, per non alimentare successive ripercussioni sul cittadino, la Regione Toscana ha deciso, come poche altre Regioni, di segnalare personalmente al cittadino che
la posizione fiscale a lui attribuita risultava non corretta. Al fine di semplificare al massimo l’iter di regolarizzazione della posizione gli si è offerta l’opportunità, facendocene carico, di autocertificare con diverse modalità la sua reale condizione. Un minimo disagio per il cittadino, e un importante sforzo organizzativo del Ssr, a fronte di una sicura successiva facilitazione nell’accesso alle prestazioni sanitarie, nei rapporti con i nostri medici e le nostre farmacie. * direttore generale Direzione generale Diritto alla salute e politiche di solidarietà Regione Toscana
TOSCANA
7-13 ottobre 2014
SSR AI RAGGI X
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A fine ottobre partono i lavori all’Ospedale S. Donato di Arezzo
Arriva la nuova oncologia Il centro sarà il doppio dell’attuale - E nella palazzina Calcit nascerà l’hospice
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resto l’Ospedale San Donato di Arezzo avrà un nuovo centro oncologico con una dimensione doppia rispetto all’attuale. Tra fine ottobre e inizio novembre inizieranno i lavori del nuovo centro, che sarà al quarto piano dell’Ospedale, lasciando la storica palazzina realizzata a suo tempo dal Comitato autonomo per la lotta contro i tumori (Calcit) che, finiti i lavori, ospiterà l’hospice. L’area dei lavori - in questi giorni coinvolta dai trasferimenti dei servizi - è di 1.200 metri quadrati e la ristrutturazione prevista avrà un costo di 850mila euro. L’intervento porterà alla creazione di due percorsi separati per gli utenti, tramite i due corridoi principali: quello esterno riservato ai pazienti in trattamento, preceduto da uno spazio per la vestizione e da un controllo accessi, e quello interno dedicato agli ambulatori e agli studi medici. Il reparto sarà caratterizzato dalla presenza di un ampio spazio reception e attesa (per i pazienti in trattamento), da una distinta sala di attesa per il percorso ambulatoriale e da un’ampia zona per trattamenti chemioterapici su poltrone posta all’altra estremità del reparto, sul lato “pazienti in trattamento”. Verranno destinati cinque locali di preesistenti degenze al day hospital e saranno realizzati complessivamente 7 ambulatori e 3 sale visita. È prevista la realizzazione di specifici locali destinati a segreteria scientifica, archivio, sala riunioni-biblioteca, primario e segreteria amministrativa. Sono stati destinati a studi medici tre locali in corrispondenza dell’uscita di emergenza. Ci saranno spazi destinati a tutti gli altri locali di servizio necessari e previsti dalla normativa di accreditamento. Tutta la ristrutturazione si adeguerà alle normative vigenti in materia di sicurezza antincendio, igiene e accreditamento sanitario. Particolare attenzione è prevista per il fattore “Umanizzazione degli ambienti”, inserendo sistemi che rendano la permanenza del paziente meno stressante (a esempio sistemi di illuminazione autoadattanti alle condizioni atmosferiche esterne nelle sale di attesa e trattamento) e sistemi di indicazione luminosa colorata che differenzino i due percorsi principali di utenza sopra descritti. Il motivo di questa scelta deriva da una cresci-
Centro oncologico, esterno
ta esponenziale e continua di pazienti. In quattro anni sia per il day hospital che per gli ambulatori dell’oncologia del San Donato, le richieste hanno fatto registrare un aumento vertiginoso. Sono state attivate moltissime sperimentazioni cliniche e la stessa capacità di attrazione della oncologia, collegata con le altre branche coinvolte nella cura delle neoplasie, ha fatto diventare gli spazi occupati nella storica palazzina del Calcit del tutto insufficienti. Impossibile trovare soluzioni idonee all’interno dello stesso edificio che ospita anche la senologia e altri servizi. I 600 metri attuali andavano fortemente incrementati. La soluzione è stata individuata con il trasferimento della oncologia medica dentro l’ospedale San Donato, mettendo anche più a contatto questa specialistica con gli altri reparti ospedalieri. Una soluzione studiata sul piano tecnico e proposta al Calcit, che alla palazzina isolata del San Donato aveva destinato molti fondi con una precisa finalità: la lotta ai tumori. Con questa opera-
zione si otterranno altri risultati, quali l’aumento degli spazi per la senologia, l’aumento degli spazi per il servizio Scudo e la realizzazione di un hospice, oggi assente ad Arezzo. Una volta terminati i lavori del nuovo centro oncologico al quarto piano del San Donato, ed effettuato il trasferimento dalla vecchia sede, si metterà mano alla ristrutturazione e riorganizzazione dei servizi esistenti e di quelli nuovi all’interno della palazzina Calcit. Nella struttura troverà collocazione l’hospice, adesso assente ad Arezzo. In Toscana ce ne sono 16. Vi troveranno ospitalità in un ambiente sereno e confortevoli pazienti con problematiche e patologie di varia natura. Non solo coloro che sono affetti da una patologia cronica evolutiva per i quali i trattamenti specifici non sono più indicati e sono prossimi alla fine della vita, ma anche pazienti in dimissione che non possono essere seguiti adeguatamente al domicilio per le ragioni più diverse. Nella gestione saranno coinvolti Asl, coopera-
zione sociale, associazioni di volontariato ed enti locali che configurano un sistema nel quale la persona malata e la sua famiglia possono essere guidati e coadiuvati nel percorso assistenziale tra il proprio domicilio (sede d’intervento privilegiata e preferita nel 75-85% dei casi) e le strutture di degenza specificatamente dedicate al ricovero – soggiorno, sia parziale che temporaneo o definitivo. L’hospice costituirà un’alternativa alla casa quando questa non è, temporaneamente o definitivamente, idonea ad accogliere la persona malata, e permetterà di proseguire le cure in un ambiente protetto, con trattamento assistenziale continuativo nelle 24 ore. Negli oltre seicento metri disponibili della vecchia palazzina, al piano terra ci sarà la parte relativa all’accoglienza dei degenti e dei familiari, e la parte che accoglie il Servizio cure domiciliari (Scudo). Al primo piano saranno collocate 6 stanze di degenza di dimensioni tali da consentire la permanenza diurna e notturna di un accompagnatore, un tavolo per consumare i pasti, una poltrona relax e i servizi igienici. Le camere saranno dotate di angolo cottura con frigo e attrezzature per la preparazione delle bevande calde e di qualche alimento in completa autonomia. Oltre a queste ci saranno una cucina-tisaneria; depositi biancheria, attrezzature, carrozzine, materiali di consumo e farmacia; servizi igienici per il personale; stanza infermieri; ambulatorio medicheria e attrezzature per terapie antalgiche e prestazioni ambulatoriali; soggiorno polivalente; locale per il medico di turno e per i colloqui con il personale (psicologo, assistente sociale ecc.) e per il responsabile dell’hospice e delle cure palliative aziendali; coordinatore infermieristico; medico di turno dell’hospice; servizi igienici. In corso la definizione del progetto con la valutazione degli eventuali spazi per luogo di culto, locale dolenti, magazzino farmaci e attese pazienti. Nella struttura resterà operante la senologia alla quale saranno destinati ulteriori spazi rispetto agli attuali. A cura di Pierluigi Amorini ufficio stampa Asl 8 di Arezzo
L’ASL 8 COORDINA IL PROGETTO DI COOPERAZIONE
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anto lontano, ma anche tanto vicino. Il Libano, paese asiatico denominato la “Svizzera del Medioriente” fino agli anni 70, e ora martoriato da anni e anni di instabilità e guerre, affronta per i suoi cittadini i problemi tradizionali di tutti i Paesi del mondo: l’economia, la scuola, la crescita e la salute. Da qualche anno tra Arezzo e il Libano è nato un “ponte” legato alla organizzazione sanitaria. Lo scorso 12 settembre, dopo tre giorni di incontri e visite nelle strutture dell’azienda sanitaria aretina, si è svolto un incontro fra la delegazione del “Paese dei cedri” (formata dal direttore generale del ministero della Salute libanese, Walid Ammar, il responsabile del dipartimento della Family medicine dell’Università Americana di Beirut, Ghassan Hamadeh, la rappresentante di United Nations Development Programme, Marie Helene Kassardjian), la Regione Toscana con la dirigente Maria Dina Tozzi, e la Asl di Arezzo rappresentata dai vertici aziendali e dal gruppo di medici che in prima persona hanno seguito il programma di sviluppo del Si-
Un ponte con il Libano per la salute stema integrato di Primary care, coordinato da Luigi Triggiano, coordinatore scientifico del progetto. L’azienda sanitaria di Arezzo (nel progetto di cooperazione che coinvolge anche Comune di Arezzo, Regione Toscana, Ucodep-Oxfam e Nazioni Unite) ha assunto il coordinamento scientifico e insieme agli altri partner mette a disposizione uno staff interdisciplinare di nove formatori espatriati a turno, più altri 15 per i “traing on the job” durante le missioni in Italia di operatori e autorità libanesi. Lo sforzo è quello di esportare il modello di sanità territoriale adattandolo alle situazione economica, politica e organizzativa del Paese. In particolare il lavoro si concentra per promuovere il ruolo delle Municipalità che hanno il compito principale delle cure primarie e della prevenzione. Così nella Regione a sud di Beirut si è costituito un Network che abbraccia ulteriori tre municipalità (Chiah, Mereje, Furn al Chebbak) che seguono lo stesso approccio socio-
Walid Ammar e Enrico Desideri
sanitario integrato. La visita della delegazione libanese ha consentito di far visitare le strutture territoriali, prendendo quale esempio il sistema locale integrato a Civitella tra scuola, comune e casa della salute, incontrando gli operatori e apprezzando le linee di assistenza adottate, e alle quali si fa riferimento nel disegnare il progetto specifico per il Libano. Focus dell’incontro è stato il rafforzamento dell’idea di “investire in Primary
care”. Il tentativo è di condividere e sostenere la dirigenza libanese (dai ministeri alle municipalità coinvolte) nella spinta a destinare una parte anche piccola di quelle risorse, per finanziare la prima rete di Primary health care Centers accreditati dal Ministero (un centinaio in tutto il Libano, in parte gestiti da ministeri in parte da Municipalità e da Ong), e a far convergere parte dei finanziamenti di diversi donnors (Banca Mondiale, Inghilterra, Giap-
pone ecc.) a sostegno del piano di sviluppo pubblico dei servizi e non su specifici progetti nella solita logica dei “progetti verticali”. Negli ultimi mesi i rapporti costruiti sul campo hanno portato ad accreditare il gruppo aretino-toscano presso il ministero della Sanità libanese e l’Università Americana (che funge da sua consulente), con la richiesta di esprimere pareri sui possibili pacchetti di prestazioni che il Ministero potrebbe finanziare e lo sviluppo di un Sistema informativo di supporto alla gestione dell’intera rete di Phcc. Un sostegno concreto in un Paese che ha un’aspettativa alla nascita intorno ai 74 anni, il tasso di mortalità infantile intorno al 18/1.000 e sotto ai 5 anni del 9/1.000 e tasso di mortalità materna intorno a 25 per 100.000 nati vivi (2010). In Libano anche nel settore sanitario si registrano criticità del sistema pubblico: la spesa pubblica pro capite per la salute è di 235,8 dollari su un totale pro capite della spesa per la salute di 923 dollari; la spesa pubblica per la salute sul totale della spesa è del 5,8%
(dati Oms). Sul versante delle malattie croniche si registra una prevalenza del diabete del 12%, dell’ipertensione del 32% e dell’obesità over 20 anni del 29%. Dal sistema sanitario privato rimane escluso il 50% della popolazione generale (disoccupati e la quasi totalità degli anziani in pensione). Per i cittadini non coperti dall’assicurazione, lo Stato rimborsa solo le spese di ricovero che seguono alla prestazione di pronto soccorso (nella misura dell’85-90% circa). Inoltre, circa il 75% della spesa pubblica per la salute va in medicinali e solo una percentuale tra il 5 e il 7% in prevenzione e assistenza al paziente non coperto da assicurazione. Un parziale ruolo nel sopperire alle varie carenze è rappresentato dalle congregazioni religiose e da alcune Ong locali alle quali si rivolge una parte della società povera. Solo 120 sono i centri di cure primarie accreditati dal ministero della Salute in parte gestiti da istituzioni pubbliche, in parte da Ong. Si contano inoltre circa 800 dispensari, gestiti da Ong libanesi, a cui si rivolge solo il 15% della popolazione in gran parte non coperta da assicurazione.
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TOSCANA
7-13 ottobre 2014
DOCUMENTI
TOSCANA
7-13 ottobre 2014
Via libera al progetto Posit: la Toscana è tra le cinque Regioni coinvolte nella cooperazione sanitaria
SÌ ALLA NUOVA STRUTTURA
Nasce l’Officina trasfusionale dell’Area vasta Nord-Ovest
In Palestina per migliorare la sallute delle donne Previsti interventi anche per i disturbi psichici, le malattie croniche e la disa abilità - Fondi per 5,4 mln in tre anni IL TESTO DEL PROVVEDIMENTO
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ubblichiamo la delibera n. 637/2014 con cui la Giunta regionale ha approvato l’adesione della Toscana al progetto Posit di cooperazione internazionale.
LA GIUNTA REGIONALE Vista la Lr 22 maggio 2009, n. 26 (Disciplina delle attività europee e di rilievo internazionale della Regione Toscana); Visto il Piano integrato delle attività internazionali 2012-2015 approvato dal Consiglio regionale con deliberazione n. 26 del 4 aprile 2012; Visto il Piano sanitario regionale 2008-2010, approvato con Deliberazione n. 53 del 16 luglio 2008 del Consiglio regionale e, in particolare, il punto 5.6.1.5 La cooperazione internazionale; Dato atto che il Psr 2008-2010 resta in vigore, ai sensi dell’art. 133 della Lr 27 dicembre 2011 n. 66, fino all’entrata in vigore dei Piani e Programmi attuativi delle strategie di intervento e degli indirizzi per le politiche regionali individuati dal Prs 2011-2015, tra cui il Pssir 2012-2015; Vista la Delibera di Giunta regionale n. 277 del 7 aprile 2014 denominata “Lr 26 del 2009 - Piano integrato attività internazionali 2012-2015. Documento di attuazione Anno 2014” in cui i territori palestinesi risultano essere tra i Paesi prioritari per la strategia di cooperazione sanitaria internazionale della Regione Toscana; Premesso che il Comitato direzionale del ministero degli Affari esteri (Mae) ha approvato in data 19 settembre 2013 l’iniziativa di cooperazione denominata “Potenziamento del sistema di cure primarie” (progetto Posit) di durata triennale, per un importo complessivo di €5.450.000,00 che si avvarrà di esperti in diverse discipline sanitarie compresa la sanità pubblica; Dato atto che il progetto Posit promuove il potenziamento dei servizi sa-
direttore responsabile ROBERTO NAPOLETANO Vice direttore ROBERTO TURNO comitato scientifico Valtere Giovannini Susanna Cressati Sabina Nuti Lucia Zambelli Versione Pdf dell’Allegato al n. 36 del 7-13 ottobre 2014 per la pubblicazione sul sito della Regione Toscana www.regione.Toscana.it reg. Trib. Milano n. 679 del 7/10/98 Stampa: Il Sole 24 Ore Spa Via Tiburtina Valeria (Ss 5) km 68,700 67061 Carsoli (Aq)
“Sanità Toscana” è una pubblicazione informativa realizzata in base a un accordo tra Il Sole-24 Ore Spa e la Regione Toscana
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nitari di cure primarie in Palestina, con particolare riferimento alla salute delle donne, alle malattie croniche, alla salute mentale e disabilità, attraverso la fornitura di nuove infrastrutture e di attrezzature medicali, la formazione in collaborazione con i sistemi sanitari regionali - del personale sanitario e le attività a livello di comunità; Ritenuto pertanto di aderire al progetto Posit visto il ruolo di coordinamento svolto dalla Regione Toscana nell’ambito del progetto “Mattone Internazionale” (delibera Cipe del 18 dicembre 2008), finalizzato a promuovere il coinvolgimento e la partecipazione dei servizi sanitari regionali in iniziative di cooperazione sanitaria internazionale; Ritenuto opportuno, per quanto sopra esposto, sottoscrivere la convenzione di cui all’allegato A, sottoposta dal Mae; Richiamato il decreto del Presidente della Giunta regionale n. 64 del 5 maggio 2010 “Sottoscrizione di accordi di programma, protocolli d’intesa, convenzioni e altri accordi comunque denominati - delega agli Assessori e ai dirigenti regionali”; Dato atto che dal presente provvedimento non derivano oneri a carico del bilancio regionale; a voti unanimi DELIBERA 1. di aderire all’iniziativa di cooperazione denominata “Potenziamento del sistema di cure primarie” (progetto Posit) al fine di promuovere il coinvolgimento e la partecipazione dei servizi sanitari regionali al progetto stesso, in particolare nell’area di intervento Salute delle donne; 2. di sottoscrivere, per le motivazioni sopra esposte, il documento “Convenzione tra Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del ministero degli Affari esteri della Repubblica Italiana e Regione Toscana, Regione Campania, Regione Sicilia e Regione Umbria per la realizzazione delle attività previste dal progetto Posit”, di cui all’allegato A, parte integrante della presente deliberazione; 3. di dare atto che dal presente provvedimento non derivano oneri a carico del bilancio regionale; 4. di dare mandato alla Direzione Generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale di porre in essere tutti gli atti necessari per dare attuazione all’accordo approvato con il presente atto. ALLEGATO A CONVENZIONE per la realizzazione delle attività previste dal progetto POSIT tra Il Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana - Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo (di seguito indicato come Dgcs), nella persona del Ministro Plenipotenziario Giampaolo Cantini e la Regione Campania nella persona del Presidente, dott. Stefano Caldoro;
la Regione Lazio nella persona del Presidente, dott. Nicola Zingaretti; la Regione Sicilia nella persona dell’Assessore alla Salute, dott.ssa Lucia Borsellino; la Regione Toscana nella persona dell’Assessore al Diritto alla Salute, dott. Luigi Marroni; la Regione Umbria nella persona del Presidente, dott.ssa Catiuscia Marini. Premesso Che, ai sensi della legge n. 49/1987, la Dgcs intende sostenere lo sviluppo dei Paesi in via di sviluppo anche al fine di promuovere e consolidare i rapporti politici, economici, sociali e culturali tra l’Italia e detti Paesi; Che nelle Linee guida e indirizzi di programmazione della cooperazione nel triennio 2013-2015 la Palestina è stata individuata tra i Paesi prioritari per gli interventi di cooperazione; Che il settore sanitario in Palestina è da molti anni priorità di intervento della Cooperazione italiana;
Che il Comitato direzionale del ministero degli Affari esteri ha approvato in data 19 settembre 2013 l’iniziativa di cooperazione denominata “Potenziamento del sistema di cure primarie” (progetto Posit) di durata triennale, per un importo complessivo di 5.450.000; Che il progetto Posit si avvarrà di esperti in diverse discipline sanitarie compresa la sanità pubblica e della collaborazione degli Enti territoriali italiani per la realizzazione delle attività previste; Che il progetto Posit promuove il potenziamento dei servizi sanitari di cure primarie in Palestina, con particolare riferimento alla salute delle donne, alle malattie croniche, alla salute mentale e disabilità, attraverso la fornitura di nuove infrastrutture e di attrezzature medicali, la formazione del personale sanitario e le attività a livello di comunità. Preso atto Che le Regioni parte della presente convenzione hanno come missione la tutela della salute della popola-
zione attraverso i servizi socio-sanitari di prevenzione, di cure primarie e l’assistenza ospedaliera; Che le Regioni parte della presente convenzione partecipano a progetti di ricerca operativa nel settore delle cure primarie; Che le Regioni parte della presente convenzione hanno partecipato a diverse iniziative intraprese dalla cooperazione governativa o decentrata; Che le Regioni parte della presente convenzione hanno manifestato la disponibilità a contribuire alla costituzione e sviluppo delle iniziative della Cooperazione italiana in Palestina in campo sanitario e che tale collaborazione ha trovato origine nell’ambito delle iniziative finalizzate a promuovere la partecipazione dei servizi sanitari regionali a iniziative di cooperazione sanitaria internazionale intraprese nel contesto del progetto “Mattone Internazionale” approvato con deliberazione del Ci(continua a pagina 5)
Tabella 1 Regione con compiti di coordinamento di area Regione Campania
Area di intervento Salute mentale
Regione Sicilia
Malattie croniche
Regione Toscana
Salute delle donne
Regione Umbria
Disabili; Disabilità
Attività prevista Riabilitazione psicosociale e auto-mutuo aiuto Campagne informative, di educazione sanitaria e di sensibilizzazione; Assistenza tecnica relativa alla legislazione di settore Formazione a riguardo di: Lettura mammografica; Ecografia mammaria; Biopsie mammarie; Diagnostica colposcopica Organizzazione di eventi di informazione e sensibilizzazione; Valutazione delle infrastrutture sanitarie per facilitare l’accesso fisico delle persone disabili
ACCORDO DI COLLABORAZIONE
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LA GIUNTA REGIONALE
sorse su un nuovo capitolo denominato “Iniziative inerenti la carta dei servizi, trasferimenti ad associazioni”, al fine della corretta classificazione economica e che il successivo impegno di spesa sarà subordinato all’atto deliberativo dell’apposita variazione di bilancio; 4. di subordinare l’assegnazione dei finanziamenti alla presentazione di un progetto relativo alle attività inserite nel presente Accordo di collaborazione, da parte delle associazioni che lo sottoscrivono; 5. di precisare con successivo decreto dirigenziale le procedure per l’assegnazione dei finanziamenti; 6. di incaricare la Direzione generale Diritti di cittadinanza e coesione sociale di provvedere alla gestione operativa dell’Accordo di collaborazione in oggetto.
...(omissis)... A voti unanimi DELIBERA 1. di approvare lo schema di Accordo di collaborazione fra Regione Toscana e Federconsumatori Toscana, Adiconsum Toscana e Adoc Toscana, per gli anni 2014-2015, contenuto nell’allegato A parte integrante del presente atto; ALLEGATO A 2. di destinare per l’attuazione del presente Accordo di collaborazione, Accordo di collaborazione una somma massima di 20.000,00 euro, fra Regione Toscana così ripartita: e - anno 2014 euro 10.000,00.=; Federconsumatori Toscana, - anno 2015 euro 10.000,00.=; AdiconsumToscana, Adoc da prenotare sul capitolo 24055 per Toscana il 2014, e sul corrispondente capitolo L’anno duemilaquattordici il giorper il 2015, che presentano la necessaria no....... del mese di .................... a Firenze, disponibilità; 3. di dare atto che è in corso una presso la sede della Giunta della Regiovariazione di bilancio delle predette ri- ne Toscana, P.zza Duomo, n. 10 Firenze
La Dgcs, nei limiti dei mesi/uomo previsti dal programma Posit contribuirà all’invio in missione degli esperti designati dalle Regioni. Per l’aggiornamento professionale previsto in Italia del personale sanitario palestinese, le Regioni assicurano la disponibilità delle proprie strutture e del proprio personale, nel quadro delle attività concordate con le Regioni. Articolo 5 - Visibilità La Dgcs si rende disponibile a: A. riconoscere i contributi tecnici forniti dalle Regioni nei progetti di cooperazione cui parteciperanno, citandole con il proprio logo nelle iniziative di divulgazione e pubblicizzazione quali congressi, convegni, seminari o simili svolti in Italia e a livello internazionale; B. organizzare eventi seminariali di presentazione dei risultati delle iniziative con la partecipazione delle Regioni coinvolte. Articolo 6 - Modifiche La presente Convenzione potrà essere emendata o integrata solo a seguito di emendamenti sottoscritti tra le Parti. Articolo 7 - Forza maggiore Le parti non saranno responsabili per tutte le occorrenze di natura imprevedibile all’atto di sottoscrizione della presente Convenzione, quali guerra e calamità naturali. Articolo 8 - Durata della convenzione La presente Convenzione avrà validità a partire dalla data della firma e rimarrà in vigore sino alla conclusione delle attività progettuali o fino a che una delle parti non manifesterà, con preavviso scritto di tre mesi, l’intenzione di recedere.
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Consumatori «alleati» sulla carta elettronica ubblichiamo la delibera n. 636/2014 con cui la Giunta ha varato l’accordo di collaborazione tra Regione e associazioni dei consumatori su iniziative per la tutela della salute.
pe del 18/12/2008 e coordinato dalle Regioni Veneto e Toscana. Considerato Che la collaborazione tra la Dgcs e le Regioni parte della presente convenzione si rende in tal modo proficua per lo sviluppo e la realizzazione dell’iniziativa Posit. Le parti concordano quanto segue: Articolo 1 - Caratteristiche generali Le Regioni parte della presente convenzione si rendono disponibili a partecipare a iniziative di formazione e assistenza tecnica nell’ambito delle attività previste dall’iniziativa Posit, e a mettere a disposizione risorse professionali del proprio Servizio sanitario regionale, con esperienza nel settore, per le quali la Dgcs potrà fare opportuna richiesta, ai sensi dell’articolo 27 della legge n. 49/87 sulla cooperazione dell’Italia con i Paesi in via di sviluppo. Articolo 2 - Impegni delle parti Le parti - relativamente agli obiettivi specifici di intervento individuati nel piano operativo del programma Posit - coopereranno tra di loro nelle aree prioritarie di intervento e relativamente alle attività inserite nella tabella 1. Articolo 3 - Programmazione delle attività Le parti si impegnano a programmare semestralmente attività individuate all’interno del piano operativo del programma Posit e relative agli ambiti di intervento di cui all’art. 2. Articolo 4 - Modalità attuative Le parti contribuiranno attivamente alle iniziative tese a garantire l’effettiva realizzazione del contenuto della presente convenzione.
Fra - la Regione Toscana, con sede in Firenze, P.zza Duomo, 10 rappresentata da ......................; - l’Associazione Federconsumatori Toscana, con sede in .........................., rappresentata da …........................; - l’Associazione Adiconsum Toscana, con sede in .........................., rappresentata da …........................; - l’Associazione Adoc Toscana, con sede in .........................., rappresentata da …..................; Premesso che lo Statuto della Regione Toscana riconosce il Diritto alla Salute come una delle principali finalità della propria azione di governo, in attuazione del principio costituzionalmente riconosciuto ai singoli e alla collettività; la Regione Toscana tutela e promuove l’associazionismo e il volontariato, in quanto qualificati momenti di partecipazione del cittadino alla vita civile e sociale della comunità regionale; la Regione Toscana ricerca la collaborazione delle Associazioni di volontari, che operano su tematiche di salute, al fine di elevare e qualificare il livello dei servizi forniti dal Sst nel suo complesso, (continua a pagina 5)
alla luce dei bisogni di salute della collettività regionale e delle singole comunità territoriali; Dato atto che la Regione Toscana ha previsto nel Piano sanitario regionale 2008-2010, oltre che nei Piani sanitari regionali che lo hanno preceduto, e nella Lr n. 40/2005 “Disciplina del Servizio sanitario regionale”, un forte e continuativo coinvolgimento del volontariato per contribuire, in termini di qualità, alla crescita del Sistema sanitario regionale, riconoscendo loro un ruolo propulsivo e operativo anche a livello territoriale Considerato che la Carta sanitaria elettronica (Cse) diviene la chiave di accesso sicuro a tutti i servizi on-line non solo in ambito sanitario e sociale ma più in generale nel rapporto del cittadino con il servizio pubblico regionale e che diventa rilevante promuovere azioni per promuovere la conoscenza da parte dei cittadini della Cse, migliorare l’accessibilità e la facilità d’uso dei servizi on-line da parte dei cittadini Rilevato opportuno prevedere, attraverso un apposito Accordo di collaborazione per gli anni 2014-2015, azioni congiunte fra Regione Toscana e Federconsumatori Toscana, Adiconsum Toscana, Adoc Toscana, al fine di sviluppare momenti di cooperazione che siano rispondenti agli indirizzi programmatici contenuti negli at-
ti di governo del Consiglio e della Giunta regionale Vista la deliberazione di Giunta regionale n. ....... del ..... che approva il presente Accordo di collaborazione Si conviene e si stipula quanto segue Articolo 1 - Collaborazione per attività di informazione Le parti concordano sulla necessità di attivare forme di cooperazione, integrazione e supporto alle iniziative di carattere istituzionale. Saranno svolte azioni specifiche e diversificate di informazione sulle diverse funzioni della nuova carta sanitaria elettronica e, in particolare, sulle possibilità e modalità di accesso ai dati che riguardano la salute di ogni cittadino. Federconsumatori, Adiconsum e Adoc, forti della loro presenza capillare e diffusa in tutti i capoluoghi di Provincia e nei principali centri della Toscana, si mettono a disposizione per contribuire a questo importante progetto, non limitandosi soltanto all’informazione, ma sollecitando i cittadini utenti all’attivazione della tessera, sottolineando l’utilità e le potenzialità della medesima. Articolo 2 - Collaborazione per attività di formazione Federconsumatori, Adiconsum e Adoc si impegnano a offrire occasioni di approfondimento e di formazione di ba-
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Avrà il compito di lavorare il sangue intero e gli emocomponenti ricevuti dai servizi
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ubblichiamo la delibera n. 635/2014 che approva il progetto dell’Officina trasfusionale e i servizi trasfusionali per la sede Area vasta Nord Ovest. In tutto la Giunta regionale ha stanziato 500mila euro.
LA GIUNTA REGIONALE ...(omissis)... A voti unanimi DELIBERA 1. di approvare, per le motivazioni espresse in narrativa, l’allegato A) “Progetto per la sede Area Vasta Nord Ovest dell’Officina Trasfusionale e i Servizi trasfusionali” parte integrante e sostanziale del presente atto; 2. di supportare finanziariamente i costi necessari all’avvio della Officina trasfusionale dell’Area Vasta Nord Ovest; 3. di destinare la somma complessiva di euro 500.000,00 di cui euro 243.637,40 a valere sull’impegno 7892/2012 assunto con Dd 6535/2012 sul capitolo del bilancio di previsione 2014 gestione residui, euro 144.218,18 a valere sull’impegno 7106/2013 assunto con Dd 6167/2013 sul capitolo del bilancio di previsione 2014 gestione residui e prenotando infine la somma di euro 112.144,42 sul capitolo 26181 “Applicazione norme specifiche comunitarie per il Servizio trasfusionale” del bilancio di previsione 2014 per sostenere i costi relativi all’avvio del progetto di cui al punto 1 del presente dispositivo; 4. di dare mandato al laboratorio regionale per la formazione sanitaria e indirizzi formativi (Formas), presso l’Azienda ospedaliero universitaria Careggi, di seguire gli aspetti tecnici e organizzativi degli eventi formativi su argomenti specifici individuati dalla Direzione del Crs; 5. di prenotare, per le attività di cui al punto precedente del presente dispositivo, euro 10.000,00 a favore dell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi, Laboratorio regionale per la formazione sanitaria (Formas) sul capitolo 26181 del bilancio di previsione 2014. ALLEGATO A
Il medico responsabile della selezione del donatore, secondo il proprio giudizio, può prescrivere l’esecuzione di ulteriori indagini cliniche, di laboratorio e strumentali volte ad accertare l’idoneità del candidato donatore alla donazione. In attesa che si completi il percorso di accentramento degli esami di laboratorio di routine da eseguire sui donatori nei Laboratori di analisi delle Aziende sede di Ot previsto in Dgrt 1235/2012, gli esami core-lab saranno effettuati presso il Laboratorio analisi dell’Azienda sanitaria alla quale appartiene il St e conferisce il referto validato al St, per la comunicazione al donatore e all’Ot. Deve rispondere ai requisiti di autorizzazione e accreditamento corrispondenti alle attività sopra elencate. Il Centro di Qualificazione biologica (Cqb) È una funzione di laboratorio interna del St dell’Auop, e raccoglie i prelievi per la validazione delle donazioni dell’Area Vasta Nord Ovest. È responsabile dell’esecuzione di test finalizzati alla validazione biologica degli emocomponenti: - esegue gli esami sierologici e di biologia molecolare (Nucleic Acid Test - Nat); - effettua eventuali attività diagnostiche di look-back; - fornisce al St e all’Ot il risultato finale confermato che come tale viene recepito. I tre Cqb regionali devono essere connessi per garantire il backup in caso di necessità. I Cqb funzioneranno da sieroteca di back up per le unità lavorate nell’Ot di riferimento entro i termini previsti dalla normativa vigente. L’Officina trasfusionale (Ot) È una struttura semplice funzionale dell’Aoup. Gli obiettivi strategici e il budget, definiti dal Comitato direttivo dell’Area Vasta Nord-Ovest, sono assegnati dal Direttore generale dell’Auop. I costi d’avvio e di funzionamento dell’Ot sono sostenuti dalle Asl dell’Av-No e dall’Aoup, in funzione dei prodotti distribuiti ai St. Il Direttore della struttura è nominato dal Direttore generale dell’Aoup. Svolge le funzioni di: 1) lavorazione del sangue intero e degli emocomponenti ricevuti dai St, finalizzata alla produzione di emocomponenti: - di primo livello per la produzione di emazie deleucocitate (filtrazione in linea prestorage), buffy coat, plasma fresco congelato, emocomponenti ottenuti direttamente da procedure di aferesi; - di secondo livello ossia emocomponenti lavati e irradiati, emocomponenti derivanti dall’assemblaggio di altri (concentrati piastrinici da buffy coat); 2) testing immunoematologico (su donatore e di conferma sulle unità): il referto di gruppo è comunicato al St per la comunicazione al donatore; 3) validazione delle unità; 4) distribuzione degli emocomponenti agli St in base ai volumi concordati, garantendo il soddisfacimento del fabbisogno necessario all’attività di assegnazione; 5) assicura l’attività di scambio degli emocomponenti fra gli St sulla base di un protocollo condiviso a livello della cabina di regìa regionale come previsto in Dgrt 1235/2012; 6) conferimento del plasma destinato alla lavorazione industriale. L’Ot funziona da banca di Av e gestisce la distribuzione del sangue in condizioni ordinarie e straordinarie. Per evitare inutili duplicazioni di dati, le anagrafiche dei donatori rimarranno di gestione dei St, l’Ot acquisirà i dati strettamente necessari per tracciare la validazione del sangue lavorato e per la corretta etichettatura degli emocomponenti. Punto centrale per la nuova configurazione del Sistema trasfusionale è la gestione dei codici Uni che identificheranno la donazione e i prodotti derivati. Si adotta la soluzione di mantenere le codifiche attuali derivanti dai singoli St responsabili della donazione, che consente l’identificazione immediata del punto di donazione. L’Ot dovrà in ogni caso avere un suo codice Uni che sarà usato per la numerazione dei pool da Bc e per le comunicazioni del flussi informatici con il Crs e l’industria.
Progetto per l’Officina Trasfusionale e i Servizi Trasfusionali dell’Area Vasta Nord-Ovest in applicazione della Dgrt 1235 I 2012 I Servizi trasfusionali (St) delle Asl e dell’Aoup Lo St svolge le seguenti attività: - selezione del donatore; - raccolta del sangue intero ed emocomponenti in aferesi in base alla programmazione del Centro regionale sangue (Crs); - rapporti con le associazioni e i donatori, comprese le attività di comunicazione dei risultati degli esami obbligatori e dei controlli periodici e le attività di richiamo in caso di look back; - testing finalizzato alla selezione del donatore (valutazione preselezione: Hb predonazione, visita, esami periodici del donatore); - testing immunoematologico (paziente); - invio dei campioni per le procedure di testing a Cqb e Ot (validazione biologica: sierologia, Nat, Immunoematologia); - invio all’Officina trasfusionale delle unità raccolte presso tutti i punti di prelievo e presso le Unità di raccolta (Udr) afferenti; - produzione di unità destinate a trasfusioni autologhe; - aferesi terapeutica e produttiva; - validazione delle unità di piastrine da aferesi e da donazione multicomponente; - conservazione di emocomponenti, inclusa la gestione delle emoteche delle strutture afferenti; - assegnazione degli emocomponenti al paziente; - distribuzione degli emocomponenti ai punti di utilizzo terapeutico; - emovigilanza; (...omissis...) - medicina trasfusionale, inclusa la definizione delle strategie di uso del sangue e degli emoderivati e le procedure di Il testo integrale del documento è consultabile tra gli atti della Regione al sito www.regione.toscana.it sicurezza trasfusionale.
se volti non solo ad accrescere la consapevolezza delle opportunità e potenzialità del fascicolo sanitario personale, ma anche a dare le nozioni informatiche di base per come accedervi e leggere i dati in esso contenuti. Questa attività di formazione potrà essere svolta direttamente e/o tramite protocolli d’intesa con associazioni di volontariato/enti che svolgono attività di educazione e formazione degli adulti, ri-
correndo a una implementazione dell’attività didattica con specifico riferimento all’uso e alle funzioni della tessera sanitaria elettronica in particolare nell’ambito dei corsi di informatica programmati dagli stessi enti/associazioni. Saranno svolte inoltre iniziative divulgative presso alcuni centri commerciali della nostra Regione.
una somma massima di euro 20.000,00 per il presente Accordo di collaborazione, stabilendo di subordinare l’erogazione dei finanziamenti alla presentazione di un progetto relativo alle attività inserite nel presente Accordo, da parte delle associazioni che lo sottoscrivono. Articolo 4 - Durata dell’accordo di collaborazione Il presente Accordo di collaborazione Articolo 3 - Importo finanziario La Regione Toscana rende disponibile ha validità per gli anni 2014-2015.
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TOSCANA
7-13 ottobre 2014
WELFARE
La Regione sostiene il modello delle Fondazioni di partecipazione
Disabilità, partnership vince La flessibilità di questi organismi favorisce l’autonomia degli assistiti
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e politiche regionali per il “durante e dopo di noi” confermano la volontà di realizzare interventi indirizzati all’empowerment della persona con disabilità e della sua famiglia, rafforzando le capacità individuali e garantendo la piena partecipazione alla vita della società. Da tempo nella programmazione regionale della Toscana sono state inserite misure volte ad approfondire e migliorare le problematiche che interessano le persone con disabilità, anche attraverso la progettazione di soluzioni idonee a preservare la propria autonomia di vita anche dopo la scomparsa dei congiunti, in forza della garanzia di quel benessere psicofisico cui fa riferimento il primo articolo della legge quadro 328/2000. Il vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi, sottolinea l’impegno su questo tema: «La mia intenzione è quella di codificare seriamente con un atto regionale il percorso sulla disabilità con una presa in carico che inizia da quando i disabili sono in casa con i propri Soggiorno estivo, Fondazione “Il Sole” familiari fino a quando si trovano da soli ad affrontare le difficoltà della vita. Questa è la mia visione del “durante e dopo di noi”. È indubbia la necessità di affrontare la complessità di tale ambito assistenziale a alcuni anni in Toscana sono operativi modelli di Fondazione, ognuno attraverso una presa in carico integrata con proprie caratteristiche e peculiarità: delle malattie croniche e della disabilità - La Fondazione “Nuovi Giorni” nella Zona Fiorentina Sud Est, prevede la da attuarsi attraverso la sinergica condivipartecipazione di 70 famiglie e 80 associazioni, con un buon equilibrio di sione di risorse e la forte volontà e capacirappresentanza pubblico/privato nel Consiglio di amministrazione e un intentà di collaborazione e scambio di compeso capitale sociale operante nell’assistenza all’handicap, in realizzazione di un tenze da parte di tutti i soggetti che a reale welfare integrato; vario titolo partecipano al miglioramento - La Fondazione “Polis” nella Zona Fiorentina Nord Ovest ha come soggetti della qualità di vita della persona disabile promotori comuni e Società della salute che hanno inizialmente messo una nella società». dotazione iniziale di risorse e successivamente coinvolto associazioni e famiPer avviare questo percorso sono inglie nella messa a disposizione di beni e servizi. La sua finalità è solidarietà e scindibili alcuni fattori: la famiglia quale mutualità sociale nei confronti delle persone con disabilità fisica, psichica e nucleo primario, legato al processo di sensoriale, attraverso formazione, organizzazione del tempo libero, delle accompagnamento verso la vita autonovacanze e delle prime esperienze di autonomia residenziale. ma della persona; un approccio organizza- La Fondazione “Il Sole” nella Società della salute di Grosseto, è il risultato di tivo trasversale e interistituzionale che un percorso partecipato da organizzazioni del terzo settore per la realizzaziocoinvolga, nell’offerta assistenziale, tutti ne di strutture per il dopo di noi con l’adesione di amministrazioni pubbliche e i settori dell’amministrazione pubblica; fondazioni bancarie, in particolare rafforzando le reti a sostegno di attività lo sviluppo di comunità solidali, attraversocioeducative e lavorative delle persone disabili; so la promozione sociale di una “rete” - La Fondazione “Dopo di Noi” della Zona Empolese, presenta soggetti costituita da persone, famiglie, piccole fondatori pubblici e privati, tra i quali undici Comuni dell’Empolese-Valdelsa e comunità, associazioni, imprese profit e non, volontariato, cooperative che faciliti- quattro del Valdarno Inferiore e funge da collettore dell’articolata rete dei servizi sul territorio, fornendo tutela giuridica e garanzia di continuità assistenno l’affermazione di un senso di responsaziale in conformità con la volontà della famiglia. bilità civile, di fiducia e di solidarietà reciproca. In questo scenario la Regione Toscana ha scelto di sostenere e accompagnare to nel sostenere e accompagnare il territoUna delle peculiarità della Fondazione l’applicazione delle Fondazioni di parteci- rio nel percorso di delineazione e attiva- è rappresentata dal fatto che essa può pazione (Fdp), quale strumento giuridico zione di modelli di Fondazioni di parteci- prevedere la partecipazione di soggetti particolarmente funzionale a gestire for- pazione per il “dopo di noi” attraverso pubblici al fianco di fondatori privati conme di sostegno all’autonomia delle perso- incontri con soggetti pubblici e privati e sentendo che i primi siano deputati al ne disabili, garantendo strutture di convi- approfondimenti di aspetti e tematiche perseguimento e realizzazione dell’intevenza che ricreino ambienti di dimensio- tecnico-giuridiche inerenti alla loro costi- resse pubblico e i secondi siano portatori ne familiare. La Fondazione di partecipa- tuzione, oltre che messa in rete e scam- di economicità e managerialitrà, ma anzione permettendo la realizzazione di par- bio di informazioni circa le realtà già che conoscenza e pratica. In altre parole tenariato tra pubblico e privato, familiari esistenti. con la costituzione di fondazioni miste e associazionismo, si confiMolti sono i punti di forza pubblico-privato si realizza un’applicaziogura come una soluzione aldelle modalità di gestione in- ne concreta ed efficace del principio costilo sviluppo sul territorio di tegrata dei servizi e delle ri- tuzionale di sussidiarietà orizzontale. progettazioni abitative inno- Associazioni sorse a disposizione per la L’altra specificità attiene alla natura vative che da un lato potenqualità della vita del disabi- giuridica che rappresenta una sintesi tra ziano la responsabilizzazio- e famiglie sono le: la qualifica di onlus, orga- il modello giuridico della fondazione ne locale nella gestione di nizzazione senza scopo di lu- tout court e quello dell’associazione. Dalservizi pubblici e dall’altro protagoniste cro, delle Fondazioni, anche la prima attinge l’elemento patrimoniale, forniscono alla famiglia la se partecipate da enti pubbli- ossia l’esistenza di un patrimonio vincolacertezza della continuità di ci; la realizzazione del princi- to alla realizzazione di uno scopo immuprotezione della persona dipio costituzionale di sussidia- tabile nel tempo, dall’associazione invesabile nelle forme e modalità più confa- rietà; la necessaria flessibilità e appropria- ce è mutuato l’elemento personale essencenti. tezza assistenziale necessaria per i singoli do l’atto giuridico che dà vita alla fondaL’obiettivo è creare rete e sistema fra casi. Esse rispondono pertanto pienamen- zione un contratto plurilaterale a struttura questi organismi, diffondere la conoscen- te all’orientamento della programmazio- aperta che consente a nuove persone fisiza dei diversi modelli e delle buone prassi ne sociosanitaria regionale degli ultimi che o giuridiche di entrare a farne parte fra gli attori coinvolti, promuovere, pres- anni, improntata sia alla tutela dell’auto- anche in un momento successivo alla sua so i soggetti pubblici del sistema che nomia e dell’inclusione sociale della per- costituzione. gestiscono i servizi sociosanitari territoria- sona che all’ottimizzazione delle sinergie pagina a cura di li, le fondazioni di partecipazione e valo- tra pubblico, privato e reti sociali del Elena Cinelli rizzarne i punti i forza. Per questo l’impe- territorio, per una maggior efficienza dei Agenzia Toscana Notizie gno regionale negli ultimi anni è consisti- servizi alla persona.
Ecco l’identikit di chi garantisce aiuti su misura
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L’INIZIATIVA A LIVELLO NAZIONALE
Misure sotto la lente con l’Osservatorio I
l 29 luglio 2014 è stato costituito l’Osservatorio nazionale per le persone con disabilità, con al suo interno il Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio (Cts). L’osservatorio è presieduto dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ed è previsto dalla legge 18/2008 che ha ratificato la Convenzione dell’Organizzazione delle Nazioni unite sui diritti delle persone con disabilità e ha la finalità di fornire consulenze e supporto tecnico-scientifico per l’elaborazione delle politiche nazionali in materia di disabilità. L’Italia è stata tra l’altro uno dei Paesi più attivi durante l’elaborazione della Convenzione. L’Osservatorio è composto per circa metà da rappresentanti di amministrazioni centrali, regionali e locali, da esperti e per l’altra metà dai rappresentanti delle associazioni L’organismo previsto di persone con disabilità, nella Convenzione Onu dalle parti sociali e a cui è sui diritti dei disabili affidato il compito di monitorare l’attuazione in Italia della Convenzione. Tra i principali compiti di questo nuovo Osservatorio nazionale per le persone con disabilità sono previste infatti la predisposizione di un programma di azione biennale, la raccolta di dati statistici, la relazione sullo stato di attuazione delle politiche in materia e l’elaborazione del rapporto sulle misure adottate sulla base della Convenzione dell’Onu di cui sopra. Tra i primi atti compiuti dal Comitato tecnico-scientifico c’è stata in particolare l’elaborazione delle «Note metodologiche per l’organizzazione del lavoro delle Commissioni dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità» in cui è stato dato un inquadramento generale al lavoro dell’Osservatorio nella consapevolezza che la Convenzione dell’Onu impone la necessità di introdurre elementi di innovazione nel modo di leggere e intervenire sulle diverse tematiche che riguardano la disabilità. Tra i primi risultati raggiunti che si possono segnalare ci sono in particolare: la predisposizione di un report dettagliato sulle misure adottate ai sensi dell’articolo 35 della convenzione sui diritti delle persone con disabilità (l’articolo 35 prevede infatti che ogni Stato stili un rapporto dettagliato sulle misure prese per adempiere ai propri obblighi in virtù della Convenzione e sui progressi conseguiti); la predisposizione di un programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità; la promozione della raccolta dati statistici che illustrino la condizione delle persone con disabilità; la predisposizione della relazione sullo stato di attuazione delle politiche sulla disabilità; la promozione di studi e ricerche che possono contribuire a individuare aree prioritarie verso cui indirizzare azioni e interventi per la protezione dei diritti di tali persone. La Regione Toscana è stata inoltre individuata dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome quale Regione rappresentante in entrambi gli organismi (sia l’Osservatorio nazionale per le persone con disabilità che il Comitato tecnico-scientifico) di tutte le Regioni e delle pubbliche amministrazioni.
TOSCANA
7-13 ottobre 2014
PISTOIA
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Il presidio inaugurato appena 14 mesi fa registra ottime prestazioni
S.Jacopo, buona la prima Potenziamento in corso dell’attività chirurgica - Presto nuove assunzioni
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e tredici nuove sale operatorie dell’ospedale San Jacopo sono tutte operative. A quattordici mesi di distanza dall’apertura del nuovo presidio ospedaliero di Pistoia gli interventi operatori non solo sono aumentati (300 in più rispetto al 2013), ma si effettuano anche interventi di maggiore complessità. Inoltre si è ridotta la “mobilità passiva”: sono diminuite le cosiddette «fughe» in ambito chirurgico. «Le sale - spiega la responsabile del blocco operatorio, Federica Pellegrini - come accade in tutti gli ospedali, non restano mai chiuse, ma funzionano, alternativamente, in relazione alla
disciplina chirurgica per la quale sono utilizzate: oncologica piuttosto che ortopedica o di otorinolaringoiatria e quindi vengono organizzate, con il personale e gli strumenti, in base alle specifiche sedute operatorie che devono essere svolte». Obiettivo dell’azienda sanitaria pistoiese è quello di aumentare ancora l’attività operatoria, per arrivare al massimo utilizzo delle potenzialità offerte dalle nuove sale chirurgiche. Per questo si stanno effettuando ulteriori investimenti e sono in arrivo nuovi progetti di sviluppo tecnologico e di collaborazione anche con altre aziende sanitarie, in particolare sarà sviluppata l’attività
SIENA
di ricerca e formazione. Nuovo personale. Le attuali dotazioni organiche saranno invece integrate con nuovo personale. Si stanno espletando i concorsi per l’arrivo di nove nuovi primari. Gli infermieri, già aumentati con il passaggio dal vecchio al nuovo ospedale, saranno supportati dagli operatori socio-sanitari che stanno svolgendo gli specifici corsi di formazione per incrementare gli interventi di chirurgia minore. Il responsabile dell’area chirurgica aziendale Sandro Giannessi rende inoltre noto che da questo mese di ottobre aumenteranno anche gli
FIRENZE
interventi alle colecisti, patologia molto diffusa. «Il progetto - fa sapere il chirurgo - prevede di raddoppiare gli interventi operatori che passeranno dagli attuali venti a quaranta al mese». Tutto questo è stato possibile grazie alla collaborazione e all’impegno dei professionisti chirurghi dell’azienda sanitaria, i quali oltre a favorire l’integrazione tra gli ospedali stanno sviluppando percorsi congiunti e condivisi che coinvolgono i tre stabilimenti ospedalieri. Daniela Ponticelli ufficio stampa Asl 3 di Pistoia PISA
In crescita la qualità dei ricoveri Mesi di “lavori in corso” al Meyer «Fisiopatologia della gravidanza» I pazienti promuovono i servizi Così si riduce al minimo il disagio Tokyo premia l’eccellenza pisana
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’84% dei pazienti che han- buona o ottima in oltre l’85% no subìto un ricovero negli dei casi (inferiore all’80% nel ospedali dell’Asl 7 di Siena è 2011). soddisfatto dell’assistenza riceAppare inoltre prossima alvuta. Questo il risultato emerso l’85% la percentuale di chi racdall’indagine sui ricoveri ospe- comanderebbe sicuramente il dalieri ordinari svolta dal Mes, reparto a parenti e amici in cail laboratorio del Sant’Anna di so di bisogno. Si rileva poi che Pisa che ha l’incarico da parte i rispondenti inclusi nel campiodella Regione Toscana di misu- ne hanno percepito una complerare la performance delle azien- ta soddisfazione del proprio bide sanitarie. sogno di salute dopo la dimisI contenuti, raccolti attraver- sione: in un’elevata percentuale so un questionario autocompila- di casi (89,5%, la più elevata in to dai pazienti, fanno riferimen- Toscana), infatti, dichiarano di to a momenti salienti dell’assi- non aver sentito la necessità di stenza ospedalierivolgersi ad alra, dalla fase di tri professionisti accesso a quella o ad altre struttudi dimissione. L’85 per cento re per avere un Per l’azienda n. secondo parere. 7 di Siena sono consiglierebbe Al contempo apstati raccolti pare la più bascomplessiva- le strutture dell’Asl sa in ambito remente 218 quegionale la quota stionari, afferendi utenti ricoveti ai Dipartimenrati da strutture ti chirurgico, di Medicina inter- Asl di Siena che, sentendone il na e materno-infantile. L’assi- bisogno, hanno optato per una stenza complessiva è stata valu- second opinion (6,9%). tata positivamente (buona o ottiRispetto al 2011 risulta in ma) dall’84% dei rispondenti netto miglioramento anche la (contro circa l’80% del 2011); comunicazione e positivi, e stauna percentuale sovrapponibile bili rispetto alla precedente edi(risultava inferiore all’80% nel zione, i giudizi relativi alla chia2011) riguarda i giudizi positivi rezza delle risposte ricevute dal (buoni+ottimi) sull’organizza- personale medico e infermierizione del reparto, mentre la per- stico. cezione che i pazienti hanno Roberta Caldesi del modo di lavorare insieme ufficio stampa Asl 7 di Siena dei medici e degli infermieri è
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a inizio settembre il pronto pensato in fasi modulari per risoccorso dell’Aou Meyer durre al minimo l’impatto sulla di Firenze è interessato da alcuni fruibilità del pronto soccorso. lavori di ristrutturazione necessaTuttavia, in questo periodo alri per varare una nuova organiz- cuni ambulatori e parzialmente zazione dell’attività di emergen- anche la sala di attesa non saranza e urgenza finalizzata a miglio- no utilizzabili. Per ovviare agli rare la presa in carico dei bambi- inevitabili disagi è stato previsto ni che vi accedono, ridurre le il potenziamento del servizio di attese e la permanenza al pronto accoglienza, al fine di indirizzasoccorso. I lavori, che dureranno re al meglio l’utenza, e sono stafino a novembre, consentiranno ti predisposti nuovi locali a supinfatti di realizzare ben tre posta- porto dell’attività, con percorsi zioni di triage, postazioni di pri- interni opportunamente segnalama valutazione dove l’infermie- ti. Inoltre, per far fronte ai more, insieme al medico, offriranno menti di maggiore afflusso, in un’immediata particolare nei fipresa in carico ne settimana, è dei casi in attesa, previsto l’utilizdecidendo il per- Saranno realizzate zo di ulteriori corso assistenziaambulatori a pole che il bambi- tre postazioni ca distanza dal no dovrà fare. pronto soccorso. «La nuova or- per il baby triage «Lo stimolo ganizzazione», a questa riorgacome illustra Stenizzazione è vefano Masi, renuto dal personasponsabile del pronto soccorso le infermieristico del Ps, attento «vuole rispondere ai criteri regio- a cogliere le criticità e le esigennali più innovativi e a più moder- ze rappresentate dalle famiglie e ne impostazioni organizzative dai bambini. Invece di rassegnarnei flussi dei pazienti in urgen- si ai problemi - evidenziano in za. Tra le molte novità anche la pronto soccorso - il personale si realizzazione di una sala di atte- è chiesto: cosa possiamo fare sa osservata, cioè presidiata dal- per rendere più efficiente il nol’operatore sanitario dove il bam- stro lavoro e offrire un servizio bino, clinicamente già inquadra- migliore?». to, può sostare per quei trattaRoberta Rezoalli menti che ne possono consentirufficio stampa Aou Meyer ne la dimissione in tempi brevi». di Firenze Il cantiere dei lavori è stato
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orella Battini, ginecologa quanto impegnata da anni neldell’Unità operativa di la ricerca scientifica sull’ipoteOstetricia e ginecologia 2 del- si immunogenetica dell’eziol’azienda ospedaliero-univer- logia della gestosi, killer nusitaria di Pisa, ha ricevuto in mero uno in ambito ostetrico, Giappone un riconoscimento eredità scientifica di Irma de scientifico internazionale nel- Luca Brunori, pioniera in quel’ambito del 46˚ International sti studi. congress on pathophisiology Il lavoro presentato a Toof pregnancy, svoltosi a To- kio è un ulteriore esempio di kio. In quella sede la ginecolo- integrazione e multidisciplinaga pisana, esperta nella gestio- rità dell’azienda di Pisa, frutto ne delle gravidanze diabeti- dell’attività dell’ambulatorio che e a rischio trombotico, congiunto diabetologico-osteparticolarmente delle gravi- trico dell’Aou, che integra le danze complicate da gestosi, due specialità nello studio e ha partecipato nella cura delcome relatore, le gravidanze presentando la diabetiche, e l e t t u r a Riconosciuto di cui è respon“Screening and sabile Alessanmanaging diabe- il grande impegno dra Bertolotto, tes in pregnancon la collabocy: the italian multidisciplinare razione di Gramodel”, nel corziano Di Cianso del II ni, direttore workshop interdel dipartimennazionale sul diabete gestazio- to di Diabetologia dell’Ospenale. dale di Livorno, già coordinaIl presidente del congresso, tore del Gruppo di studio itaMasao Nakabayashy, le ha liano diabete e gravidanza. consegnato il certificato di apLorella Battini ha condiviprezzamento scientifico «per so il riconoscimento con tutti il grande contributo al pro- i colleghi coautori e i direttori gresso della scienza medica citati, ma anche con tutto il nel campo della fisiopatolo- personale sanitario dell’Unità gia della gravidanza», dice la operativa di Ostetricia e ginemotivazione. È stata inoltre in- cologia 2. vitata a far parte dello Emanuela Del Mauro “Steering committee” della ufficio stampa Aou di Pisa Organization gestosis, in
IN BREVE ▼ LIVORNO ▼ EMPOLI ▼ PISA ▼ PRATO Lo scorso 27 settembre a Portoferraio si è Negli scorsi giorni, nelle zone colpite dal Vincenzo Nardini, direttore dell’Unità opeIl 22 settembre ha preso il via il servitenuto il convegno dal titolo “Aritmie magforte evento meteorologico del 19 settemrativa di Anatomia patologica 2 dell’Aou zio “Interventi socio-educativi per giori e minori in Medicina interna”, che ha bre scorso, è iniziata la raccolta dei materiadi Pisa, è stato identificato come referente alunni disabili” presso gli Istituti scoaffrontato il delicato tema della morte imli contenenti amianto, che sta avvenendo per l’Anatomia patologica dalla Regione lastici della Provincia di Prato. Per provvisa nei giovani. L’incontro, che si rivolcon tutte le possibili precauzioni al fine di Toscana nell’ambito del progetto del minil’anno scolastico 2014/2015, il servigeva a tutti i medici elbani, ha portato l’attenridurre i rischi per la popolazione di esposistero della Salute sul monitoraggio della zio è finalizzato a favorire l’integrazione su questo tema con l’illustrazione di zione a fibre libere di amianto. L’Asl 11 di mortalità materna. Tale progetto si propozione degli alunni portatori di gravi uno specifico progetto. Ma, come da titolo Empoli, con il supporto di Arpat, ha stabiline di definire e sperimentare un modello disabilità nel contesto scolastico, a dell’appuntamento, si è parlato di fibrillazioto, allo scopo di monitorare l’eventuale predi sorveglianza attiva della mortalità materpromuoverne l’autonomia personale, ne atriale, un’aritmia “minore”, ma estremasenza di fibre di amianto nell’aria per la na in alcune Regioni italiane, distribuite la comunicazione, la relazione con i mente frequente con l’aumentare dell’età, e verifica delle azioni già effettuate, un piano sull’intero territorio nazionale, e validarne compagni e con gli insegnanti, sostesoprattutto temibile in quanto importante fatdi monitoraggio con dei campionamenti. l’efficacia nel produrre rilevazioni affidabinendone la regolare frequenza. Gli tore di rischio dell’ictus cerebrale. Illustrate, Questi verranno effettuati in prossimità di li, monitorando e raccogliendo le informainterventi diretti agli alunni sono svolquindi, le terapie più innovative, particolararee abitate o interessate dalla presenza di zioni utili a prevenire i decessi materni ti da personale socio-educativo apparmente mirate alla prevenzione dell’ictus ceframmenti di materiali contenenti amianto, evitabili, anche attraverso l’incrocio dei tenente al Consorzio di cooperative rebrale. Si è parlato specificamente anche di con le modalità e nelle condizioni previste data-base fra le schede di morte Istat e le sociali Astir/Consorzio Metropoli, la alcuni aspetti fondamentali del trattamento per l’ambiente esterno dalle Linee guida schede di dimissioni ospedaliere. Il progetgestione è a cura dei servizi sociali dell’ictus ed è stata affrontata un’altra comgenerali da adottare durante le attività di to coprirà un periodo di sorveglianza di dell’azienda sanitaria locale 4 di Praplicazione, frequente nelle aritmie nell’anziabonifica da amianto nei siti da bonificare di due anni, al termine dei quali è prevista to, per conto dei Comuni dell’intera no, rappresentata dalle cadute. interesse nazionale (Ispesl 2010). una pubblicazione dei risultati. area pratese.
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