PROGETTAZIONE SOCIALE il sostegno dei Centri di servizio alle iniziative del Volontariato
a cura del Gruppo Progettazione di CSV. net
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Prefazione Il volontariato deve essere intessuto nella società civile. Per non essere forza marginale deve esserci con una presenza altamente qualitativa. E ciò si ottiene anche con i finanziamenti che consentono di sviluppare i progetti, le competenze, le professionalità e le attività delle organizzazioni di volontariato. In questi anni sul tema della progettazione sociale sono state spese molte parole, spesso cercando di interpretare la norma, e quindi, partendo dall’esegesi degli articoli del decreto, cercando di capire cosa contenuto nelle pieghe del testo. Con questo lavoro CSV.net, invece, ha voluto osservare, conoscere le esperienze e riflettere sui risultati delle stesse. Da questo lavoro sarà poi possibile, assunti i ruoli e i compiti che la legge dà ai diversi attori, passare dalla fase della modellizzazione delle prassi a quella della definizione delle norme. Tuttavia, già da ora, alcune cose si possono dire. In particolare, occorre riflettere su una delle maggiori affermazioni che in questi anni sono state avanzate per negare l’attività della progettazione sociale, o quantomeno, per renderla estranea al compito dei CSV. Si è ripetutamente affermato che il sostegno, anche economico, ai progetti delle organizzazioni di volontariato da parte dei CSV, e in particolare, l’assunzione da parte di questi ultimi non solo del ruolo di aiuto alle odv nella definizione del progetto, ma anche quello della scelta dei progetti da sostenere, ponesse i CSV, i loro organi sociali e i loro componenti, in un palese conflitto di interesse. Ciò in quanto i rappresentanti del volontariato - che siedono negli organi sociali dei CSV, in quanto espressione dei soci - sono gli stessi destinatari dei progetti. La proposta che emerge è quindi quella che il volontariato e i CSV deleghino il compito dell’individuazione dei criteri e delle scelte dei progetti ai CoGe o alle fondazioni di origine bancaria, assumendosi solo il compito di aiutare il volontariato a proporre e fare i progetti. Certamente, questa ipotesi sembrerebbe togliere ogni conflitto di interesse in quanto i CoGe sono in maggioranza espressione delle fondazioni e delle istituzioni. Questa affermazione è però a mio parere due volte erronea e fuorviante. Infatti, nei CoGe sono presenti 4 rappresentanti del volontariato che si troverebbero così in identico conflitto di interesse. Inoltre, anche nelle fondazioni sono presenti i rappresentanti della società civile. Si riproporrebbe il problema. Ma soprattutto, risulta pericolosa l’affermazione in quanto non risolve il problema del conflitto di interesse ma elimina, togliendo al volontariato anche la sua facoltà di governare il proprio sviluppo futuro, ledendo così la sua autonomia, caratteristica esclusiva del suo operare secondo il principio della sussidiarietà. L’ingente somma di denaro (ingente per i budget al quale è abituato il volontariato, ma residuale per le fondazioni in quanto consistente nel 6,5% - o 3,3% dopo Visco - delle loro risorse) è per legge (266/91 art. 15) a disposizione delle organizzazioni di volontariato perché esse individuino le modalità per sostenersi e qualificarsi1.
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Art. 15, 1 co. legge 266/91: Fondi speciali presso le Regioni Gli Enti di cui all’articolo 12, comma 1, del decreto legislativo 20 novembre 1990, nr. 356, devono prevedere nei propri statuti che una quota non inferiore ad un quindicesimo dei propri proventi, al netto delle spese di funzionamento e dell’accantonamento di cui alla lettera d) del comma1, venga destinata alla costituzione di fondi speciali presso le Regioni al fine di istituire, per il tramite degli Enti locali, centri di servizi a disposizione delle organizzazioni di volontariato, e da queste gestiti, con la funzione di sostenerne e qualificarne l’attività.
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Se, per superare il conflitto di interesse, si delega il compito ai CoGe o alle Fondazioni di origine bancaria, il volontariato non solo supera il conflitto di interesse, ma delega a essi le decisioni riguardanti i progetti che sono più coerenti al proprio sviluppo, quale direzione dovrà assumere il volontariato, quale ruolo e in quali ambito dovrà svolgerlo, cioè delega il suo sviluppo e la sua autonomia a soggetti terzi. A mio avviso la strada da praticare è quindi un’altra: quella di cercare una modalità per differenziare la scelta di indirizzo da quella tecnica, separando così le decisioni strategiche, da quelle tecniche relative ai singoli progetti. Seguendo questo ragionamento spetta al volontariato che governa i gli organi sociali dei CSV, scegliere gli indirizzi e i criteri dei meccanismi individuati per il sostegno ai progetti del volontariato. Ai CoGe spetterà il compito di esprimere nel complesso del programma del CSV un parere di conformità dell’operato alla normativa. L’esame e la selezione dei progetti, attraverso l’inserimento in graduatoria - se si tratta di bando - oppure attraverso la proposta per l’approvazione - se si tratta di altri percorsi, dovrà essere svolta da soggetti tecnici, esperti di questi ambiti e conoscitori del volontariato. a questi ultimi il compito di “misurare” scientificamente il grado di coerenza dei progetti, delle azioni e delle compagini dei proponenti, con criteri individuati e resi pubblici. La scelta di approvazione dei progetti proposti o delle graduatorie sarà a questo punto di competenza degli organi sociali dei CSV, espressione del volontariato, che quindi potrà scegliere in autonomia gli strumenti per il proprio sviluppo, senza però votare la coerenza di ogni singolo progetto esponendosi così al possibile conflitto di interesse. Questa è una strada. Il compito dei prossimi mesi sarà di percorrerla insieme ai soggetti coinvolti nel sistema CSV. CSV.net sta muovendo i primi passi in questa direzione, l’invito è quello di proseguire insieme.
Marco Granelli Presidente CSV.net
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L a Progettazione sociale e i Centri di Servizio per il Volontariato in Italia NOTA METODOLOGICA Il DM 8 ottobre 1997 individua all’art. 3 le attività dei Centri di Servizio per il Volontariato e tra queste indica “in particolare tra l’altro” la promozione del volontariato, la formazione, l’informazione e la consulenza, la ricerca risorse umane e finanziarie, servizio civile e diversi altri servizi quali strumenti per sostenere il volontariato e migliorare la qualità della sua azione. Dopo i primi periodi di attività, risultò subito evidente che la “mission” dei Centri non poteva esaurirsi nella sola erogazione di servizi alle singole associazioni. Venne perciò l’idea di fornire sostegno al Volontariato anche attraverso la promozione e il supporto a una nuova progettualità sociale condivisa, ideata, costruita e realizzata a stretto contatto con i bisogni e le risorse del territorio. Questo fu favorito dalla maggiore disponibilità di risorse e dal confronto nazionale che si svolse nell’ambito delle riunioni dell’Osservatorio Nazionale del Volontariato nel corso dell’anno 2000. Dagli incontri ne scaturì il 22 dicembre 2000 la lettera dell’allora Ministro Livia Turco. In essa l’ interpretazione autentica del DM 8 ottobre 1997. Ciò consentiva l’utilizzo di parte delle risorse dei CSV per il sostegno alla progettazione sociale. In questi anni è stato possibile individuare diverse forme e modalità operative che possono essere ricondotte all’etichetta “sostegno alla progettualità sociale delle organizzazioni di volontariato”. Si può quindi sostenere che i Centri di Servizio hanno individuato in questo una propria funzione specifica e l’hanno interpretata attraverso una molteplicità di declinazioni. Nella determinazione di questa pluralità di esperienze hanno certamente influito le diversità insite nelle normative e nei sistemi regionali, ma anche e soprattutto le naturali diverse scelte conseguenti all’autonomia associativa e alle specificità territoriali. Le tante identità del volontariato e dei Centri di Servizio, le peculiarità delle diverse comunità locali hanno rappresentato, quindi, ancora una volta una risorsa e un valore nella produzione di servizi, attività, iniziative differentemente capaci di realizzare valore aggiunto in termini di supporto all’azione delle Organizzazioni di Volontariato. Affinché questa pluralità ed eterogeneità sviluppi il proprio potenziale per tutti i Centri di Servizio, per il volontariato gestore e destinatario del sostegno, per i territori di riferimento, abbiamo ritenuto opportuno favorire un’analisi e una riflessione comuni rispetto a quanto realizzato fino ad ora. Lo abbiamo fatto partendo dalle informazioni che i Centri di Servizio, che hanno esperienza di progettualità sociale, ci hanno comunicato con il questionario, i documenti e gli esempi. Ciò che abbiamo esaminato è comunque inferiore al reale e, soprattutto, le poche esperienze che 9
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questa pubblicazione propone sono ben poca cosa rispetto alla ricchezza di relazioni e solidarietà che genera la progettazione sociale. Lo scopo di questo documento è quello di raccogliere elementi diversi o comuni delle varie esperienze e interpretazioni di questa specifica funzione dei Centri di Servizio, in modo da favorire la costruzione di una semantica interpretativa comune, il confronto, la diffusione delle esperienze stesse. Nel pieno rispetto dell’autonomia di ogni Centri di Servizio, l’intento è quello di permettere una circolazione di informazioni e idee, attraverso alcune chiavi interpretative. Il lavoro è quindi propedeutico all’esame delle diverse esperienze per identificare e diffondere buone prassi sia a livello metodologico e procedurale, sia di contenuto delle azioni, rese possibili e potenziate. L’auspicio è che questo percorso fornisca ai Centri un’opportunità in più per riflettere rispetto alla propria funzione di supporto alla progettualità del volontariato e all’articolazione in concreto del proprio ruolo rispetto a queste tematiche. Un ringraziamento va ai Centri di Servizio che hanno reso possibile questa ricerca fornendo le informazioni, i dati e la loro esperienza. In particolare, desidero ringraziare i Centri che hanno messo a disposizione i loro professionisti, grazie ai quali è stata prodotta questa pubblicazione.
Franco Pizzarotti Responsabile Gruppo Progettazione CSV.net
HANNO COLLABORATO: Giorgio Bisirri (CSV Marche) Elena Casini (CESVOT) Alessandro Fedeli (CSV Marche) Lucio Garonzi (CSV Verona) Alessandro Ricchiuto (CSV Marche) Giorgio Sordelli (CSV.net) Giacomo Truffelli (CSV Parma)
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Il sostegno dei centri di servizio alla progettazione sociale 2.1 La progettazione sociale e il volontariato Rispetto al tema della progettazione occorre innanzitutto ricordare come esistano significati differenti e interpretazioni diverse ai comuni termini di progetto, progettazione, progettualità. Occorre, quindi, individuare termini comuni, che per quanto provvisori e non vincolanti, aiutino la riflessione. Ognuno di questi termini, e le molteplici interpretazioni che comportano, significano infatti spesso anche una lettura e una rappresentazione diversa della propria realtà operativa. Per fare un esempio, interpretare il termine “progetto” come documento cartaceo che definisce la procedura di realizzazione di un’azione, può comportare l’assunzione di un significato del proprio ruolo di supporto alla progettazione del volontariato in chiave esclusivamente tecnicistica e di buona redazione del progetto. L’esperienza dei centri dimostra come questo sia certamente riduttivo. Si ritiene quindi importante e opportuno introdurre alcuni chiarimenti terminologici, che assumono un interesse dal punto di vista metodologico, per favorire cioè il lavoro di analisi e confronto, e non hanno invece pretesa definitoria di tipo conclusivo. Supportare la progettualità delle Organizzazioni di Volontariato può significare, quindi, assumere oggetti di lavoro differenti. L’esperienza dei Centri di Servizio dimostra come facilmente tutti questi oggetti siano parte della domanda e dei bisogni delle organizzazioni del territorio, anche se non sempre in modo esplicito, chiaro o consapevole. Il percorso di chiarificazione degli oggetti di lavoro rappresenta certamente un aspetto della funzione di supporto da parte dei Centri. Il termine progetto può essere inteso come insieme delle attività destinate alla ideazione / realizzazione di una specifica iniziativa, ma anche come modalità di lavoro generalmente adottata dall’organizzazione nel suo complesso, metodologia di lavoro per progetti. Il progetto può, quindi, essere considerato come una realtà occasionale e specifica per le Organizzazioni di Volontariato, o piuttosto, come impostazione generale per le stesse della capacità di azione e di rapporto con il territorio. Analogamente – ma da altro punto di vista - il progetto può essere il documento cartaceo in cui si pianificano le attività o con il quale si comunica a un eventuale partner, finanziatore o sponsor. Può anche essere il percorso di realizzazione delle attività e delle azioni, e quindi uno strumento assolutamente flessibile e soggetto a variazioni e modificazioni. Pertanto, le capacità, competenze e abilità che le Organizzazioni di Volontariato devono possedere e coltivare sono ovviamente differenti in base alla diversa evoluzione di fase progettuale. Ciò vale a maggior ragione per i Centri di Servizio rispetto ai servizi che devono saper rendere. Il chiarimento che ogni Centro deve saper realizzare rispetto alle diverse concezioni del termine progetto si riflette naturalmente sulla concezione di progettazione e progettualità. Ribadendo l’opportunità che la strutturazione dei servizi e la tipologia delle azioni previste debba tendenzialmente rispondere alle diverse rappresentazioni e domande – salvo averne prioritaria11
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mente chiarite le differenze in termini di contenuti e di esiti - è opportuno soffermarsi sul senso dell’espressione supporto alla “progettazione sociale” delle Organizzazioni di Volontariato. In particolare, occorre soffermarsi sul concetto che la progettazione non è una mera attività tecnica di redazione e gestione di una somma di attività e azioni, quanto piuttosto, un processo di ricerca pratica che coinvolge una pluralità di soggetti per la produzione di un cambiamento in un contesto ritenuto problematico, incerto o comunque contrassegnato da incognite o fattori di resistenza. Nel momento in cui l’idea di progettazione si applichi al contesto “sociale”, al sistema di welfare in cui operano tuttora la grande maggioranza delle Organizzazioni di Volontariato, gli elementi di complessità e di “processo” aumentano ulteriormente, con ovvie ripercussioni sulle caratteristiche, le conoscenze e le competenze necessarie. Bisogna in questo caso considerare che il termine “sociale” può essere interpretato in senso molto ampio, con riferimento a progettualità e a cambiamenti sociali che afferiscono a sfere diverse della vita pubblica – per altro sempre più collegate e connesse tra di loro – dato che in tutti i settori e gli ambiti delle politiche pubbliche (dall’ambiente, alla cultura, al sanitario …) ci si orienta ormai verso forme di pianificazione partecipata e che, sempre più, cresce la consapevolezza dell’importanza e della necessarietà della capacità di lavorare all’interno di reti e sistemi complessi. Il volontariato, inoltre, si muove sempre più anche in settori diversi da quelli tradizionalmente legati alle politiche e ai servizi di welfare. Se quindi, affrontare il tema dei “progetti” con il volontariato richiede un’apertura a idee e concetti differenti, nonché la capacità di costruire risposte e servizi ampi e “individualizzati”, oltre a quella di porre a oggetto del proprio lavoro la “progettazione” del volontariato, ciò significa adottare come spazio di azione un contesto segnato dalla complessità e dalla necessità di percorsi, metodologie e strumenti di lungo termine e di grande sensibilità sociale. La possibilità di sviluppare progettazione, e l’attitudine a farlo (progettualità) richiedono infatti la capacità di promuovere e “reggere” processi complessi di progettazione con un ruolo attivo e partecipe. Questo significa, in termini di conoscenze, competenze, abilità, organizzazione, analisi, ecc. una consapevolezza e una preparazione che non possono essere improvvisate. I Centri di Servizio sono stati chiamati in questi anni a strutturarsi per rispondere a richieste e necessità che vanno dalla consulenza per la stesura di un progetto da presentare a altre associazioni per avviare una collaborazione, alla formazione dei rappresentanti del volontariato in sede di pianificazione zonale, dall’accompagnamento nella gestione della progettazione europea, alla predisposizione di veri e propri sistemi di valutazione per l’individuazione di progetti da sostenere, dall’informazione sui bandi delle fondazioni al supporto a reti e partenariati di rilevanza provinciale o sovra provinciale nella realizzazione di importanti interventi sociali. Questa ampia possibilità di azione rappresenta, quindi, il naturale sbocco dell’azione dei Centri e, pur restando valida e inviolabile la scelta di ogni Centro di orientare i propri servizi solo rispetto a determinate richieste, è opportuno che questa dimensione sia oggetto di una specifica riflessione e di una scelta consapevole. Il contesto che oggi caratterizza l’azione del volontariato è infatti determinato da alcuni elementi e fattori su cui i Centri di Servizio sono chiamati a riflettere a prescindere dall’impostazione che intendono dare alla propria organizzazione. In particolare: - l’impostazione delle politiche di welfare - e delle politiche pubbliche in generale - orientata oggi verso la costruzioni di sistemi locali in cui è riconosciuto un ruolo rilevante ai soggetti di terzo settore e al volontariato, in particolare rispetto al tema della pianificazione sociale e ai piani di zona; - la crescente richiesta e necessità di integrazione tra politiche, iniziative e soggetti di ambiti dif12
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ferenti (sociale, sanitario, educativo, del lavoro, ambientale, culturale, ecc.), così come di quadri concettuali e culturali plurali; - l’opportunità quotidianamente più evidente di sviluppare collaborazioni, partenariati e reti con soggetti differenti, sia dell’ambito del terzo settore che della sfera pubblica o di altri ambiti della società civile e del mercato; - la necessità di costruire sempre nuovi legami e rapporti con la cittadinanza tanto ai fini della promozione delle realtà organizzative quanto per la crescita della cultura della solidarietà, della cittadinanza responsabile e per il coinvolgimento dei cittadini nelle Organizzazioni di Volontariato. Questi e altri elementi di contesto richiedono quindi la determinazione consapevole e autonoma dell’interpretazione che ogni Centro vuole dare dei termini di progetto, progettazione e progettualità del volontariato, della conseguente definizione dei propri oggetti di lavoro e del proprio ruolo rispetto al volontariato del territorio.
2.2 Il Ruolo dei Centri di Servizio e le strategie di lavoro Parimenti alla determinazione del proprio oggetto di lavoro - e in parte conseguentemente – è opportuno che ogni Centro di Servizio determini il proprio specifico ruolo rispetto al tema della progettualità del volontariato. Se da un lato è necessario che i Centri tendano a migliorare costantemente la propria capacità di erogazione di servizi di qualità, dall’altro l’esperienza di questi anni ha fatto emerge un’identità degli stessi come soggetti progettuali, e quindi, attivi rispetto alla progettazione sociale del proprio territorio. Se, come si vedrà in seguito, agire per sostenere la progettualità del volontariato significa mettere in campo non solo servizi professionalmente qualificati, ma svolgere azioni di accompagnamento, promuovere nuova progettualità, gestire opportunità di presentazione di progetti e iniziative, agire direttamente su progetti e attività nel territorio, tutto questo richiede la consapevolezza del proprio ruolo. Le esperienze maturate in questi ambiti di attività dimostrano come i CSV possono legittimamente porsi come soggetti portatori di una peculiare interpretazione del territorio, dei bisogni e delle priorità di intervento, che nasconono dalle scelte e dalle priorità del volontariato che li governa. A sostegno di questa idea stanno anche le diverse esperienze realizzate dalle forme associative che gestiscono i Centri, in ambiti e con risorse ulteriori rispetto a quelle che scaturiscono dall’utilizzo del Fondo regionale. In questo caso, se anche il Centro partecipa a progetti e iniziative sempre attraverso l’erogazione di servizi, è evidente che il ruolo non è quello di “sportello di servizi” in ottemperanza ad un obbligo di legge, bensì, quello di un soggetto con identità progettuale propria – seppur costruita a partire dalle volontà e dalle interpretazioni dei soggetti che lo compongono (il volontariato associato) e di quelli che si relazionano con esso (il volontariato del territorio). Il Centro di Servizi è, quindi, luogo di sintesi e di elaborazione, mai slegata e autonoma rispetto al volontariato, certamente condizionata e determinata dalle diverse componenti da cui trae gli input, ma certamente, costruito come pensiero nuovo e particolare. Naturalmente, risulta determinante il percorso – soggetti e modalità - con cui questa identità e questa interpretazione del proprio ruolo vengono costruite, ma è ineludibile la necessità di questo passaggio nel momento in cui ci si pone il problema di supportare la progettualità sociale del volontariato. Sono tanti i fattori e gli elementi su cui occorre un’interpretazione strategica del proprio ruolo, nel momento in cui si strutturano servizi a supporto della progettazione: quale ruolo del volontariato all’interno del territorio, quale cultura della solidarietà e quali forme della partecipazione e della cittadinanza, quale rapporto tra Centro e Volontariato, quale tipo di collaborazione e partnership. 13
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La soluzione a queste domande comporta l’individuazione di obiettivi prioritari e le strategie di azione, a cui occorre poi indirizzare i propri servizi. Si deve, cioè, orientare le attività di ricerca, consulenza, documentazione, formazione, ecc. Queste attività non sono certamente neutre, e non possono essere erogate in modo asettico. Pensiamo al significato dell’azione “fare consulenza” rispetto ai rapporti convenzionali tra Enti locali e volontariato, piuttosto che “fare formazione” ai dirigenti delle organizzazioni rispetto al lavoro di rete e alla partecipazione al welfare locale. Ovviamente, bisogna considerare che i Centri di Servizio hanno il compito di servire tutto il volontariato e la cittadinanza nel suo complesso. Non vanno confusi tra loro l’assumere un ruolo e una identità con l’idea di “schierarsi” all’interno di contrapposizioni sui principi dell’intervento sociale. Favorire il pluralismo degli approcci di intervento sociale è però – ad esempio – una scelta di identità e strategia che i Centri possono fare o non fare. Favorire l’indipendenza rispetto alle istituzioni è un’altra scelta importante. Queste scelte trovano consistenza nella progettazione concreta delle proprie azioni. E’ importante che siano consapevoli e non affidate alla personale impostazione di chi le agisce. I Centri hanno, quindi, un ruolo importante e devono imparare a costruirlo in modo consapevole. Questa considerazione presuppone un’interpretazione che in questi anni è stata sostenuta con determinazione da CSV.net, condivisa dalla Consulta dei Comitati di Gestione e che si è realizzata nel più del 90% dei CSV italiani. È l’idea che il CSV sia governato dall’insieme maggiormente rappresentativo del volontariato di un territorio, che in questo modo e attraverso questo strumento, e attraverso scelte organizzative differenti, governa le strategie del CSV. A partire dal quadro degli indirizzi di crescita e sviluppo del volontariato, le idee vengono trasformate in servizi, opportunità e azioni di sostegno. Oggi il volontariato – e la collettività nel suo complesso – esprimono un bisogno: la capacità di immettersi in processi complessi con una pluralità di attori sociali differenti, alla ricerca di percorsi di soluzione a problemi collettivi. Il Centro non deve, quindi, essere solo capace di interpretare il proprio ruolo e stare dentro ai processi di progettazione sociale, ma soprattutto deve aiutare il volontariato a starci ed essere suo strumento affinché ciò avvenga realmente, in maniera competente e con qualità elevata. Questo tema genera spesso confusione, nel senso che si ritiene si nasconda dietro a questo ragionamento il desiderio dei Centri di Servizio di assumere una rappresentanza politica del volontariato. I Centri devono aiutare il volontariato a diventare soggetto politico del territorio, non devono sostituirsi a esso con forme sterili di rappresentanza. Ma devono spingere il volontariato a capire a fondo ed esserne pienamente cosciente di qual’è il proprio ruolo. La dimensione della partecipazione è oggi più che mai connaturata al volontariato. Spingere – attraverso i propri servizi e progetti – le singole organizzazioni di volontariato a rinchiudersi in una dimensione individualista e “separata” sarebbe un venir meno alla funzione propria 14
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dei Centri - funzione non scritta nel decreto ministeriale che ne elenca i compiti - ma evidente alla luce dell’esperienza realizzata in questi anni e delle scelte strategiche effettuate da CSV.net. Non bisogna, infatti, mai dimenticare che i Centri di Servizio hanno la funzione di aiutare il volontariato a essere protagonista, autonomo, in rete, competente e propositivo. L’azione dei CSV rispetto al tema della progettazione sociale del volontariato, alla luce delle esperienze realizzate e delle riflessioni svolte si sviluppa, quindi, su diversi livelli: - erogazione di servizi Organizzazioni di Volontariato in forma di “sportello” (consulenza, informazione, documentazione, ecc.); - accompagnamento alle singole Organizzazioni all’adozione di una logica progettuale (come metodo di lavoro e come capacità di relazione con il territorio); - supporto nella realizzazione dei progetti di singole Organizzazioni o di reti (per es: attraverso una pluralità di servizi “dedicati”, in forma di contributo o in forma di accompagnamento nella realizzazione con ruoli di coordinamento, supervisione, consulenza “complessa”, formazione “individualizzata”, ecc. come promotore di rete e raccordo); - promozione della progettazione (per es: promozione di concorsi, premi, realizzazione di bandi e conseguenti sistemi di valutazione ex ante); - presenza diretta per la nascita e/o la crescita di una progettualità sociale specifiche nel territorio in progetti innovativi e secondo priorità determinate. Ovviamente tutte queste tipologie di attività si risolvono in erogazione di servizi – e/o dove ritenuto opportuno in sostegno di natura economica. L’unicità della tipologia della prestazione non toglie rilevanza al fatto che, il contesto e la modalità di erogazione dei servizi viene connotato dalla impostazione strategica che lo origina.
2.3 I servizi messi in atto Rispetto ai diversi livelli di attività individuati, si proverà a rappresentare, qui di seguito, alcune idee metodologiche o “linee guida” per la realizzazione dei servizi. Ciò con l’auspicio che la diffusione e la discussione di questo documento permetta la raccolta di esperienze, riflessioni e pratiche positive che si aggiungano. Potrebbe così scaturirne una “guida”, costruita con il metodo “bottom-up”e con una strategia di condivisione allargata e approfondita.
2.3.1 I SERVIZI “ISTITUZIONALI” EX DM 8 OTTOBRE 1997 Si tratta dell’insieme delle azioni finalizzate a sostenere le organizzazioni nel lavorare per progetti e nell’intercettare le opportunità di finanziamento rappresentate dalle proposte emesse, generalmente per bandi, dalle istituzioni pubbliche (Regioni, Province, Comuni, ASL, …) e da soggetti erogatori privati (fondazioni di origine bancaria, altre fondazioni, soggetti profit, …). L’ottica è quella di mettere a disposizione servizi per potenziare la capacità del volontariato di accedere ai fondi disponibili, e quindi, di realizzare i propri progetti, anche individuando le possibili sinergie con altre organizzazioni di volontariato e le collaborazioni con il resto del terzo settore, gli enti locali, le istituzioni, il mondo profit. I servizi messi a disposizione rientrano nelle azioni istituzionali dei CSV previste dal Decreto dell’ottobre 1997: informazione, orientamento, consulenza, formazione, coordinate per dare un sostegno il più possibile integrato e personalizzato. 15
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Alcuni aspetti metodologici emergono dall’esperienza realizzata in questi anni: - la positività delle sinergie realizzate con altri soggetti che sul territorio svolgono azioni di carattere informativo e di documentazione, rispetto alle varie opportunità di progettazione; - la necessità di cercare la massima diffusione delle informazioni relativamente ai bandi e alle iniziative degli enti erogatori per fare in modo che tutto il volontariato possa ricevere le informazioni complete e nei tempi più celeri, ma al tempo stesso, che il volontariato riceva un’ informazione mirata e non eccessiva, poiché uno dei problemi più riscontrati, è la ridondanza di informazioni più che la scarsità delle stesse; - l’opportunità di strutturare i servizi informativi su livelli differenziati in modo da costruire una sorta di orientamento delle associazioni verso le opportunità, in continuità con le azioni di consulenza. L’azione si trasforma in orientamento, aiutando l’organizzazione a concentrarsi sulle opportunità maggiormente adatte alla propria attività e alle proprie idee progettuali. Da questo punto di vista appaiono particolarmente utili - oltre ai tradizionali strumenti di informazione - incontri informativi nei vari territori dove incontrare e discutere dei bandi in forma pubblica; - l’attività di consulenza e accompagnamento - con il fine di aiutare la singola organizzazione nell’azione di passaggio dall’idea alla stesura del progetto ed anche in alcuni casi, per alcuni CSV, nella fase di realizzazione e di rendicontazione all’ente erogatore – risulta maggiormente efficace nel lungo periodo se improntata alla crescita dell’autonomia progettuale delle singole organizzazioni; - spesso la domanda implicita in una richiesta di consulenza è la ricerca di un aiuto per definire meglio la propria idea progettuale, descriverla nel modo migliore e esplicitarne i suoi aspetti più significativi, per poi trasferirla nelle modalità richieste dal soggetto erogatore, interpretando nel modo migliore bandi, formulari e richieste di contributi; - la positività in termini di efficacia ed efficienza dei servizi se accompagnati da un’attività di intensi contatti con gli enti erogatori al fine di comprendere meglio le specificità e i criteri utilizzati nella selezione delle richieste, sia per meglio interpretare le caratteristiche premianti dei progetti e sia per favorire quelle scelte degli enti erogatori che maggiormente valorizzano e si adattano al volontariato; - l’opportunità di impostare azioni formative complesse e su livelli differenti, in modo da coprire la domanda di formazione che va dal primo approccio al lavoro per progetti alla “compilazione” di un progetto cartaceo, alla comprensione e elaborazione di una cultura di partecipazione attiva sul territorio, legata alle implicazioni con la costruzione dei sistemi di welfare locale.
2.3.2 I servizi di accompagnamento I servizi di accompagnamento mirano a costruire nelle Organizzazioni di Volontariato la capacità di lavorare per progetti e orientare la propria azione al territorio. Dal punto di vista della tipologia delle prestazioni erogate dal Centro di Servizio si tratta degli stessi servizi istituzionali di cui al paragrafo precedente. Ciò che cambia è la finalità dell’azione e la metodologia di erogazione: i servizi fanno parte di un’idea di cambiamento interno dell’associazione che viene condivisa con il Centro, il quale dedica alla singola organizzazione un insieme di servizi coerenti allo scopo. Lo scopo è quello di aiutare le organizzazioni a meglio valorizzare competenze, ruoli ed esperienze che costituiscono il patrimonio dell’organizzazione stessa. Riorganizzare la propria azione attraverso l’evidenziazione dell’analisi della situazione e del contesto, la definizione degli obiettivi, la declinazione degli strumenti e le modalità con le quali si intende raggiungere gli obiettivi, l’esame e la quantificazione delle risorse umane, economiche e di tempo, la predisposizione di azioni di verifica e valutazione, facilitano l’organizzazione nel valorizzare le proprie competenze e renderle più visibili e riconoscibili. I Centri di Servizio hanno sviluppato forme diverse per realizzare questo scopo ma si possono indi16
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viduare alcuni elementi comuni o analoghi che sembrano avere una certa rilevanza: - necessità della condivisione della decisione di cambiamento organizzativo all’interno dell’associazione: trattandosi di avviare un processo di cambiamento organizzativo rispetto alla metodologia di lavoro e ai rapporti con l’esterno, è assolutamente necessario che l’idea di cambiamento sia condivisa, pena l’impossibilità o incapacità della compagine associativa di supportare il cambiamento; - necessità di condivisione tra Organizzazioni di Volontariato e Centro di Servizio del progetto di cambiamento, con individuazione di una figura di riferimento (che può essere il consulente stesso o il responsabile del settore consulenze, ecc) all’interno di questo; - coordinamento tra le varie azioni programmate, anche di tipo formale attraverso la stesura di una sorta di “progetto di accompagnamento”; - gradualità dell’introduzione di nuovi strumenti di lavoro progettuale al fine di non “sbilanciare” l’organizzazione interna dell’associazione; - opportunità di momenti di “follow up” o richiamo del percorso svolto al termine dell’erogazione dei servizi, in modo da valutare l’impatto sull’organizzazione; - le azioni di formazione e consulenza specifica sono favorite se inserite in un percorso di accompagnamento, dove si acquisisce una formazione a partire dalla concreta esperienza di progettazione applicata a un caso reale; - positività della previsione di azioni “alternate” di formazione e consulenza all’interno dei percorsi di accompagnamento: questo favorisce l’accesso e l’utilità di azioni di consulenza e formative via via più completi, consapevoli e mirati;
2.3.3 I servizi di supporto Si tratta di quelle azioni realizzate da diversi Centri a sostegno dei progetti delle organizzazioni di volontariato finalizzate a sostenere la sperimentazione di nuove iniziative di volontariato, l’innovazione di esperienze significative, il consolidamento e la qualificazione di attività di volontariato, la promozione di reti di organizzazioni in un territorio. Il sostegno ai progetti delle organizzazioni di volontariato avviene attraverso differenti modalità: a) il sostegno dei costi del progetto attraverso contributi in denaro; b) la fornitura da parte del CSV alle organizzazioni di servizi, risorse umane, strumenti. In questo senso tali azioni non si identificano nel carattere di erogazione di contributi, ma di sostegno, promozione e qualificazione del volontariato e della cultura di solidarietà. Rispetto alle tipologie precedenti, seppur possa essere sostanzialmente identica la singola prestazione professionale che il Centro eroga, l’oggetto di lavoro non è più l’associazione ma il progetto. Si tratta quindi sempre di prestazioni che rientrano tra i compiti specifici dei Centri di Servizio secondo la 266 e il DM del ’97, ma trovano qui una interpretazione innovativa e propulsiva. Se infatti, rispetto alle tipologie descritte ai punti 1 e 2 l’oggetto di lavoro sono le competenze, capacità, l’organizzazione nel suo complesso e gli obiettivi dei servizi sono quelli di una crescita degli stessi, in questo caso l’oggetto di lavoro è invece il progetto in quanto tale e i servizi devono perseguire ed essere orientati agli obiettivi del progetto. È una pluralità di servizi “dedicati” a specifici progetti, o in forma di accompagnamento nella realizzazione con ruoli di coordinamento, supervisione, consulenza “complessa”, formazione “indivi17
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dualizzata”, come promotore di rete e raccordo, ecc. Non più solo servizi tipici ex DM 8 ottobre 97, ma servizi innovativi, maggiormente flessibili e legati alla progettualità del territorio. Servizi mirati a costruire una forma di apprendimento, auto-organizzazione e sviluppo delle realtà di volontariato e delle loro reti. La collaborazione su obiettivi specifici, la necessità di misurarsi con l’operatività concreta di progettazioni in cui si confrontano identità e letture differenti, rappresentano certamente il migliore – se non l’unico – percorso per la costruzione di reti sociali. L’effettiva possibilità di creare relazioni equilibrate e durature nasce soprattutto dalle occasioni di lavoro comune, dalla sfida rappresentata dall’individuare dei punti di arrivo condivisi e cercarne insieme i percorsi di accesso.
Questo ambito di attività dei Centri rappresenta una delle occasioni in cui meglio si possono rendere concrete ed effettive le scelte di strategia rispetto alla presenza sul territorio di cui si parlava in precedenza. Anche in questo caso dall’esperienza realizzata dai Centri di Servizio in questi anni emergono alcune linee guida rispetto al supporto dei progetti del volontariato: - l’attenzione specifica va prestata al decentramento e alla diffusione territoriale dei progetti, sia come dislocazione delle attività, sia come effettivo legame ai diversi territori e protagonismi delle varie realtà che questi esprimono; - l’intervento del Centro di Servizio non è mai sostitutivo dell’azione delle organizzazioni di volontariato, la funzione dei Centri resta quella di erogare servizi a favore di progetti che sono di titolarità delle organizzazioni di volontariato, dal punto di vista dell’ideazione, della realizzazione, dei processi decisionali, dei rapporti con il territorio, ecc; - l’importanza dei processi di condivisione tra il centro e le organizzazioni di volontariato titolari del progetto, rispetto ai servizi che vengono erogati; - l’opportunità di una programmazione di servizi che supportino progetti operativi nei diversi ambiti di attività del volontariato, in conformità e proporzionalmente rispetto ai bisogni del territorio ed alle possibilità effettive del volontariato; - l’intervento del Centro ha anche lo scopo di “aprire” il progetto ad altre realtà del volontariato, del terzo settore ed agli altri attori sociali del territorio, prestando specifica cura al mantenimento del ruolo del volontariato all’interno dei progetti stessi; 18
PROGETTAZIONE SOCIALE
- parimenti il Centro di Servizio può avere un’importante funzione rispetto ad alcuni obiettivi trasversali come può essere l’attenzione al tema del rapporto tra giovani e volontariato.
2.3.4 La promozione di occasioni di progettazione per il volontariato Si tratta dei servizi, anch’essi innovati e di rilevante complessità, attraverso i quali i Centri di Servizio, per propria iniziativa o per richiesta del volontariato o di altri soggetti (Enti locali, Fondazioni, Comitato di Gestione, Forum del Terzo settore, ecc) promuovono occasioni di progettazione. Questo può avvenire sia in forma diretta (ad es. attraverso l’indizione di “bandi, concorsi, premi, ecc.) che indiretta (nel caso in cui, per es., i Centri di Servizio siano chiamati a costruire o gestire i sistemi di selezione o valutazione, la supervisione rispetto alla realizzazione dei progetti, ecc.) È evidente come in questi casi il servizio a favore del volontariato può incrociarsi con una domanda che proviene da parte di altri soggetti. Questo sottolinea l’importanza di una riflessione a priori sul proprio ruolo nella promozione della progettualità del volontariato e rappresenta un’occasione per “servire” il volontariato anche in questo caso con forme innovative che rappresentano un’interpretazione di quelle “tipiche” elencate dal DM del ‘97. In questi casi è opportuno che, oltre alle indicazioni che emergono rispetto al supporto alla progettazione, i CSV adottino una serie di cautele e metodologie che ne evidenzino il ruolo di strumento tecnico super partes a disposizione del volontariato. In particolare i Centri si dovranno preoccupare, in particolare, tra altro di: - definizione dei soggetti proponenti, con attenzione al rapporto tra organizzazioni iscritte e non iscritte al registro regionale e relative garanzie, nonché al rapporto e all’effettivo ruolo dei partner diversi dalle organizzazioni di volontariato (Enti locali, altri enti pubblici, istituzioni private, cooperative sociali, ecc.); - presenza di obiettivi o attività legate alla sensibilizzazione su tematiche di particolare interesse per il mondo del volontariato, alla promozione e diffusione della cultura del volontariato e della solidarietà, alla realizzazione di azioni di sistema per lo sviluppo del volontariato, alla promozione della cittadinanza attiva; - tipologie delle spese, coerentemente con la funzione del Centro Servizi (se questo è anche soggetto erogatore) e con le caratteristiche del volontariato; presenza di eventuali forme di co-finanziamento; - attenzione agli aspetti formali della presentazione, realizzazione e rendicontazione dei progetti come: termini e modalità di presentazione dei progetti, rispondenza ai requisiti di ammissibilità, documentazione relativa alla realizzazione dei progetti, trasparenza e pertinenza delle spese, ecc. Pur cercando sempre la massima semplificazione, tutte le procedure devono essere certe e verificabili e gli adempimenti formali devono essere considerati in maniera ferma e precisa onde evitare equivoci e fraintendimenti, tenendo conto di: - correttezza, trasparenza e pubblicità delle procedure: i criteri per la valutazione dei progetti sono definiti antecedentemente la pubblicizzazione dell’azione e definiti dai CSV nel rispetto dell’autonomia del volontariato, la valutazione dei progetti deve garantire competenza, trasparenza, oggettività e imparzialità. I Centri di Servizio debbono garantire sull’autentica interpretazione e corretto utilizzo dei criteri di valutazione individuati; - monitoraggio, verifica e valutazione dei progetti: la struttura del CSV sottopone i progetti a monitoraggio e verifica nel corso della realizzazione, nonché a una valutazione finale circa il raggiun19
PROGETTAZIONE SOCIALE
gimento degli obiettivi prefissati nel progetto, anche prevedendo appositi strumenti formali quali relazioni, rapporti e simili. Tale sistema di valutazione si attua attraverso una presenza non intrusiva del Centro di Servizio, evitando quindi logiche e sistemi ispettivi e si concretizza in un supporto migliorativo alle attività della o delle associazioni proponenti, mirato a verificare la qualità e l’impatto sociale dell’iniziativa.
2.3.5 La presenza diretta nel processo progettuale Un’ulteriore possibilità per i Centri di Servizio di supportare la progettazione del volontariato è quella di partecipare in forma diretta a occasioni di progettazione sociale come partner del volontariato e/o di altri attori sociali del territorio. Questa possibilità è strettamente legata alla forma associativa del soggetto gestore del Centro e ai rapporti che ha con il volontariato del proprio territorio. Anche in questo caso, il Centro di Servizio non si sostituisce ma si affianca al volontariato e agli altri attori sociali, riscoprendo ruoli coerenti con il proprio mandato istituzionale e i propri obiettivi strategici. Questo ruolo può effettivamente essere opportuno e necessario per far accedere il volontariato a progetti e a reti ai quali altrimenti non riuscirebbe a partecipare. Il CSV quindi mantiene, anche in questa forma, il ruolo di strumento di sostegno e accompagnamento e non di sostituzione. La partecipazione diretta si può presentare, per esempio, nel caso di realizzazione di progetti di grande complessità e ampiezza, come possono essere quelli relativi ai bandi dell’Unione Europea o altri di dimensione sovra provinciale. La presenza del Centro come soggetto direttamente protagonista di progettazione deve sempre essere improntata comunque alla valorizzazione del ruolo del volontariato, alla promozione dello stesso, alla diffusione della cultura della solidarietà e della cittadinanza attiva. Deve tendere sempre a far crescere il volontariato, a far crescere le sue reti, a farle connettere con le altre reti del terzo settore, rendendolo quindi meno dipendente, più autonomo, più consapevole e capace di svolgere il proprio ruolo in una società più complessa. In questi casi, può essere opportuno – ma non vincolante, essendo condizionato dalle norme regionali, dalle regole emanate dai Comitati di Gestione, dai regolamenti interni dei singoli Centri di Servizio – che il Centro svolga queste azioni con fondi non derivanti dal Fondo speciale ex. art 15 L. 266/91. La rilevanza strategica di questo tipo di azioni è però certamente indubitabile.
20
PROGETTAZIONE SOCIALE
2.4 La promozione della progettazione del volontariato attraverso le risorse del volontariato Si tratta di una modalità scelta da numerosi Centri di Servizio al fine di realizzare parte delle proprie attività istituzionali attraverso la partnership con il volontariato. Servire il volontariato, sostenere il suo sviluppo, richiede il rispetto della sua autonomia e la valorizzazione di quanto sa fare, sa mettere a disposizione, vuole rappresentare. L’intuizione dei Centri di Servizio è stata quella di valorizzare il volontariato, rafforzando le proprie capacità di sviluppo, favorendo le reti e le collaborazioni. Le azioni dei Centri di Servizio non vengono così ideate e progettate altrove, ma messe a disposizione dalla raccolta di quanto il volontariato stesso sa produrre e promuovere. Molti Centri hanno così scelto di operare in partnership con il volontariato, soprattutto con le reti del volontariato, rafforzandole e sostenendole. Un volontariato che si sviluppa, che si articola in reti e collaborazioni saprà continuare a essere un contributo essenziale per la costruzione della comunità. Con questo modo di essere, i Centri di servizio non solo forniscono servizi, rispettando l’autonomia, valorizzando le eccellenze, fornendo azioni personalizzate, ma mettono a disposizione un prezioso contributo a sostenere la capacità del volontariato di costruire reti a garanzia del suo sviluppo. Sono così strumenti di una sussidiarietà partecipativa che rafforza i corpi intermedi, nel senso auspicato dalla nostra Costituzione all’art. 118. L’alternativa sarebbe pensare ai Centri di servizio come a strutture che si sovrappongono al volontariato, sovrastrutture che sostenendo il volontariato ne guiderebbero lo sviluppo, negando quella caratteristica fondamentale del volontariato che è l’autonomia dell’indirizzo, il rispetto delle differenti appartenenze antropologiche e visioni della persona, della società e del mondo. Questo modo di essere non da soli, ma in partnership con le reti del volontariato, in convenzione con esse, diffondendole a tutti, valorizzandole e sostenendole, si concretizza, in particolare, riguardo alla formazione, alla promozione, alle consulenze, alla documentazione. Nel 2002 i Centri di servizio hanno realizzato le proprie attività istituzionali avvalendosi di 320 con21
PROGETTAZIONE SOCIALE
venzioni con organizzazioni di volontariato di cui la metà per l’attività di formazione. Queste convenzioni rappresentano il 55% di quelle attivate dai Centri di servizio con altri soggetti del non profit e del profit. Se si osservano le attività di formazione o di promozione, la percentuale di attività realizzate nel 2002 in partnership con il volontariato rappresentano rispettivamente il 46% e il 43% del totale delle stesse attività. Per essere fedeli a questa impostazione si possono definire alcuni criteri da tenere come riferimento in questa modalità di realizzazione dei compiti istituzionali dei Centri di servizio: • metodologia trasparente e diffusa precedentemente la scelta o la presentazione delle disponibilità, sia dove l’individuazione dei partner avviene su richiesta sia dove si realizza un bando per selezionare i partner; • tipologia di destinatari: organizzazioni di volontariato iscritte ai Registri regionali di cui alla L. 266/91 e organizzazioni di volontariato non iscritte, ma che autocertificano di ispirarsi ai principi dell’art.3 comma 3 della L.266/91; • criteri di accessibilità e criteri di valutazione diffusi anticipatamente, pubblici e misurabili; • accordi scritti per attuazione con condivisione di responsabilità (protocolli, convenzioni, …); • attuazione attraverso fornitura di prestazioni, strumenti in uso e di materiali da parte dei Centri di servizio, oppure attraverso prestazioni effettuate per conto dei Centri di servizio in convenzione e rendicontate come rimborsi spese.
22
3
PROGETTAZIONE SOCIALE
CAPITOLO
Le esperienze di sostegno diretto alla progettazione sociale I risultati della ricerca 3.1 I dati complessivi L’analisi dei dati parte dal 1997, data di avvio dei primi Centri in Italia, anche se come si nota immediatamente i primi due anni sono chiaramente di “rodaggio”; nel 1997 un solo CSV realizza attività di sostegno diretto alla progettazione, mentre nel 1998 per diverse “motivazioni tecniche”, nessun centro svolge tale attività. Complessivamente, l’analisi dei dati si concentrerà solo sui 13 Centri, riportati in Tabella 1, che hanno riposto affermativamente al questionario; è importante sottolineare che alcuni di essi dichiarano che non svolgono tale attività in quanto tassativamente escluso da parte dei Comitati di Gestione, mentre i Centri di 2 regioni (Biella, Novara, Vercelli, Genova) dichiarano di aver sospeso tali attività, sempre su vincolo posto in itinere dai Co.Ge. In questo contesto sarà opportuno verificare anche dal punto di vista legale quanto questa posizione assunta dai Co.Ge sia in contrasto con la normativa vigente dell’art. 15 legge 266/91 e con il DM 8 ottobre 1997, anche vista l’interpretazione autorevole dell’allora Ministro Livia Turco, mai contraddetta da interventi di altri autorevoli interpreti (Ministeri, Regioni, …) o da sentenze.
NOME CSV
REGIONE
Cesvot
TOSCANA
Aosta
VAL D’AOSTA
Modena
EMILIA-ROMAGNA
Bologna
EMILIA-ROMAGNA
23
PROGETTAZIONE SOCIALE
Messina
SICILIA
Parma
EMILIA ROMAGNA
Piacenza
EMILIA ROMAGNA
Reggio Emilia
EMILIA ROMAGNA
Rovigo
VENETO
Verona
VENETO
AVM
MARCHE
Sardegna Solidale
SARDEGNA
Belluno
VENETO
Tabella 1
3.1.1 Modalità di realizzazione Diverse sono le modalità utilizzate per realizzare le attività di sostegno e, come si nota dalla Tabella 2, alcuni Centri ne hanno utilizzate più di una, in modo da differenziare i canali di relazione con le Odv del proprio territorio.
Domanda
SI
NO
Sostegno del CSV attraverso erogazione di fondi alle odv per la realizzazione di un progetto selezionato attraverso bando pubblico
6
7
Sostegno del CSV attraverso co-progettazione con odv per la realizzazione di un obiettivo scelto di comune accordo e con l’inserimento delle proposte e dei relativi oneri all’interno del programma annuale del CSV, attraverso l’accompagnamento delle odv nella elaborazione e realizzazione condivisa dei progetti
8
5
Sostegno del CSV attraverso co-progettazione con OdV di un progetto selezionato attraverso bando pubblico con assunzione dei costi direttamente da parte del CSV
4
9
Sostegno di CSV attraverso erogazione di fondi ad odv per la realizzazione di un progetto individuato senza bando
0
13
Tabella 2 24
PROGETTAZIONE SOCIALE
Di seguito riportiamo le modalità utilizzate per Centro.
Regione
Modalità 1
Modalità 2
Modalità 3
EMILIA-ROMAGNA
NO
Sì
NO
EMILIA-ROMAGNA
NO
Sì
NO
EMILIA-ROMAGNA
NO
Sì
NO
EMILIA-ROMAGNA
NO
Sì
NO
EMILIA-ROMAGNA
NO
NO
Sì
MARCHE
NO
NO
Sì
SÌ
NO
NO
NO
NO
SÌ
TOSCANA
SÌ
NO
NO
VALLE D’AOSTA
SÌ
SÌ
NO
VENETO
SÌ
SÌ
NO
VENETO
SÌ
SÌ
NO
VENETO
SÌ
SÌ
SÌ
SARDEGNA SICILIA
Tabella 3 È interessante notare come nessun Centro eroghi fondi senza l’utilizzo di un bando e questo evidenzia la particolare attenzione dei Centri verso procedure trasparenti e valutabili dall’esterno. Altro dato significativo è quello relativo alle prassi di co-progettazione nelle due diverse forme, quella con erogazione e quella con assunzione diretta dei costi; questi dati sottolineano l’importanza data alla costruzione di prassi condivise con le Odv e di forme di accompagnamento, finalizzate anche alla crescita delle competenze delle associazioni. Tali prassi diverse hanno origine da impostazioni differenti nel livello amministrativo e da disparate premesse nel rapporto con le Odv. Indicative di un orientamento abbastanza preciso sono le risposte alla domanda relativa ai soggetti che possono partecipare alla progettazione sociale, così come riportato in Figura 1; molta enfasi viene data alle forme di progettazione in rete e solo 8 su 13 centri permettono a singole organizzazioni di partecipare al processo progettuale.
25
PROGETTAZIONE SOCIALE
Figura 1 Particolare importanza viene data ai “secondi livelli”2, che possono presentare progetti senza collegarsi in rete con altre organizzazioni; questa impostazione parte dal presupposto che i secondi livelli siano già espressione di reti locali e di rappresentanze diffuse. Tuttavia, in alcuni casi viene incentivata la messa in rete anche per questa tipologia di organizzazioni, attraverso l’attribuzione di punteggi aggiuntivi. Ciò per sottolineare l’importanza comunque data allo sviluppo di sinergie tra organizzazioni di natura diversa o che si occupano di tematiche diverse.
3.1.2 LA GOVERNANCE Per quanto riguarda la governance complessiva del processo, dalla Tabella 4 si evince immediatamente il ruolo fondamentale ricoperto dai Comitati di Gestione nella definizione dei principi di tale attività, peraltro molto delicata sotto molti punti di vista.
La definizione delle caratteristiche delle modalità con le quali viene realizzata l’attività di progettazione sociale è elaborata e decisa da:
Esclusivamente CSV
CSV e CoGe
CSV, CoGe ed altri soggetti
CSV e altri soggetti
0
11
2
0
Tabella 4 In modo ancora più preciso emerge, dalla Tabella 5, il ruolo dei CoGe nelle responsabilità e decisioni rispetto alla selezione, approvazione e valutazione dei progetti; il ruolo dei Co.Ge risulta marginale sono nelle attività di selezione, dove invece hanno un ruolo più significativo le commissioni tecniche miste per nomina e composizione. Il compito di approvazione dei progetti viene svolto 2
26
Associazioni di associazioni.
PROGETTAZIONE SOCIALE
quasi nella totalità dei casi dai Consigli direttivi dei CSV e dai Coge. Individua criteri di selezione
Seleziona
Esprime parere consultivo
Approva
Valuta
Consiglio Direttivo CSV
9
6
4
9
3
Assemblea CSV
3
0
1
3
1
Commissione tecnica di nomina e composizione esclusiva CSV
2
3
3
0
3
Commissione tecnica mista di nomina e/o composizione
1
5
2
1
4
Comitato di Gestione
5
1
2
7
5
Commissione tecnica esterna
0
1
1
0
1
CHI
Tabella 5 La prassi di delegare a una commissione tecnica esterna le varie fasi del processo di selezione e valutazione è adottata da un solo Centro di Servizi, mentre sono maggiormente sviluppate forme miste e integrate con risorse e competenze interne ed esterne.
3.1.3 ANDAMENTO NEGLI ANNI Eccetto per una marginale “caduta” nel 2001, si rileva che il numero dei CSV che hanno adottato questa modalità è andato aumentando sino al 2004, anno in cui il trend di crescita si è fermato come evidenziato in Figura 2. Tale interruzione dell’evoluzione è chiaramente collegata al dimezzamento dei fondi a disposizione dei CSV. Ovviamente, il modificarsi delle condizioni esterne potrebbe portare a modificare questa tendenza, vista la non preclusione di fondo da parte della maggioranza dei Centri presenti in Italia. Il dato oggettivo è che in quegli anni, ha iniziato a incidere l’attuazione dell’Atto di indirizzo Visco, che ha comportato un diverso calcolo dell’1/15, di fatto ridotto del 50%. A questo si aggiunga l’atteggiamento di maggiore rigidità assunto da diversi Co.Ge e dalle Fondazioni. L’attuazione, nella seconda parte del 2006 e nel 2007, del Protocollo ACRI-Volontariato siglato nell’ottobre 2005 potrebbe far mutare tale situazione. In tale Protocollo, infatti, sono esplicitamente riservate alcune risorse per i CSV, destinate esplicitamente a quest’attività e che comporterebbero il parziale superamento del dimezzamento dei fondi. 27
PROGETTAZIONE SOCIALE
L’effettiva applicazione dell’accordo con l’erogazione dei fondi integrativi risultanti dal recupero medio nazionale del 60% della quota extra Visco, potrebbe quindi produrre il rilancio e l’ampliamento di tali esperienze significative per il volontariato e i CSV.
Figura 2 L’andamento dello scarto tra i progetti presentati e quelli approvati, non presenta sostanziali elementi di novità, rapportato al dato complessivo delle risorse utilizzate, in relazione a quelle a disposizione come evidenziato nella Tabella 6.
28
PROGETTAZIONE SOCIALE
Figura 3 Anche il dato relativo alla diminuzione delle Odv coinvolte, va correlato in parte al dato della diminuzione delle risorse e dei progetti e in parte con la non conclusione ad oggi di molti progetti e quindi dalla mancanza di dati abbastanza certi sul reale coinvolgimento delle organizzazioni. Figura 3 e 4.
Figura 4 29
PROGETTAZIONE SOCIALE
Rispetto alla tipologia di realtà coinvolte, come da Figura 5, emerge un dato interessante sulla percentuale sia di istituzioni pubbliche sia di soggetti profit coinvolti; questo dato disegna una interessante sinergia da parte delle Odv sia con le pubbliche istituzioni, forse una prassi già in qualche modo avviata, sia con i soggetti profit, che oggi si affacciano sempre più nelle progettazioni anche a carattere sociale. In un lavoro di approfondimento con le Odv stesse, sarebbe interessante capire quanto questa direzione sia stata favorita, stimolata o addirittura avviata, grazie alle opportunità offerte da questa azione dei Centri di Servizio.
Figura 5 Dati in valore assoluto riferiti a Figura 5
ODV coinvolte
3976
Altri soggetti 3°settore coinvolti
1297
Fondazioni coinvolte
36
Istituzioni pubbliche coinvolte
925
Istituzioni pubbliche coi
185
Infine dalla Tabella 6 si evidenzia l’evoluzione progressiva negli anni delle iniziative svolte e la repentina caduta dell’anno 2005. Pur mantenendo un impegno finanziario percentualmente stabile rispetto agli anni precedenti il drastico dimezzamento dei fondi ha prodotto di conseguenza un taglio delle risorse e di conseguenza dei progetti approvati.
30
Progetti presentati
Prgetti approvati
Sostegno economico csv
Media del contributo economico
Incidenza % del sostegno economico sul totale risorse csv
1999
42
38
€ 675.812,00
€ 23.102,00
44%
2000
152
102
€ 908.223,00
€ 18.860,75
45%
2001
49
52
€ 536.543,00
€ 14.201,67
24,8%
PROGETTAZIONE SOCIALE
2002
318
162
€ 2.498.962,00
€ 25.126,66
32%
2003
576
286
€ 4.747.875,00
€ 25.641,59
37,3%
2004
808
452
€ 8.162.726,00
€ 29.015,51
48,6%
2005
757
357
€ 4.986.086,00
€ 35.367,79
44,1%
Tabella 6
3.2 Le esperienze locali alla luce di alcune variabili 3.2.1 OBIETTIVI E VISION DEL CAPITOLO Nell’ambito del capitolo si cercherà di rilevare i diversi, possibili approcci al tema della progettazione sociale, identificando le opzioni strategiche che possono discriminare la scelta di un metodo rispetto all’altro, identificandone significati e implicazioni per la costruzione di un modello adeguato alla realtà dei singoli contesti. Tali indicazioni verranno poi analizzate alla luce delle esperienze a oggi maturate nell’ambito dei diversi Centri Servizi per il Volontariato, al fine di tracciare il quadro delle prassi in uso, e la specifica incidenza statistica. In questa prospettiva si intende offrire un contributo a quanti si trovano a dover strutturare un servizio di sostegno e promozione alla progettazione sociale, offrendo non soluzioni predefinite, bensì spunti di riflessione, suggestioni e stimoli in grado di orientare la definizione di modelli ed approcci originali, coerenti con lo specifico quadro di riferimento operativo. Le dimensioni lungo le quali si svilupperà l’analisi si articolano quindi come segue: • la promozione di modelli cooperativi e di co-progettazione, a fronte di sistemi centrati sull’adozione di diverse soluzioni che ingenerano processi competitivi tra le diverse candidature; • l’attenzione diretta alla valorizzazione di candidature che esprimono un fattivo coordinamentotra le Odv del territorio (o tra Odv e gli altri attori sociali significativi), mirato alla costituzione di un network permanente per la promozione integrata del territorio stesso, rispetto a proposte; • anche innovative e sperimentali – concepite e progettate da singole Odv nel proprio campo di intervento; • la generalizzazione dei progetti sul sistema del volontariato, ovvero la distinzione tra settore, ambiti e tipologie di intervento; • la modalità di sostegno garantita dai CSV, tra erogazione di risorse e assunzione diretta dei costi connessi alle diverse iniziative; • il livello di formalizzazione del rapporto che si definisce tra Centro Servizio e singola associazione per la gestione delle progettualità approvate; • i sistemi di governance utilizzati per la progettazione sociale e le relative procedure di attuazione.
31
PROGETTAZIONE SOCIALE
3.2.2 LA PROGETTAZIONE NEL CSV: APPROCCI COMPETITIVI E COOPERATIVI Le prime considerazioni che possiamo sviluppare nel campo della progettazione sociale delle Odv riguardano i due possibili approcci – entrambi accreditati nella prassi dei CSV– alla formulazione e alla presentazione dei progetti: l’approccio competitivo e l’approccio cooperativo/concertativo. Il primo approccio di riferimento, che è quello tradizionalmente adottato dai CSV regionali, è il modello “competitivo”, che prevede la predisposizione di un avviso pubblico a cui le Odv del territorio sono chiamate – entro termini prefissati – a rispondere. Tale modalità richiede un input iniziale del CSV, che individua le aree di intervento, fissa gli elementi costitutivi del bando, indica gli elementi di qualità, stabilisce le regole formali per l’elaborazione delle candidature, accoglie le proposte progettuali, elaborate dalle Odv, singolarmente e/o in partneriato, valuta secondo i criteri prestabiliti, redige la graduatoria finale e procede all’approvazione dei progetti entro i limiti delle risorse finanziarie attribuite. Il modello competitivo ha indubbiamente degli aspetti importanti a proprio favore: la pubblicazione di un avviso pubblico per la presentazione dei progetti garantisce la trasparenza nell’attribuzione delle risorse, in quanto vengono predefiniti i criteri di valutazione e di attribuzione dei punteggi per la formazione della graduatoria di merito; inoltre, l’attribuzione di un punteggio specifico per determinati fattori di qualità dell’elaborato progettuale (ad es., la ricognizione preliminare dei bisogni del territorio, la costituzione di una rete tra i soggetti proponenti, l’innovatività, la sostenibilità del progetto al termine del sostegno del CSV, ecc...) fa sì che possa realmente essere “premiata” l’idea più innovativa o più vicina alle esigenze espresse dalla comunità locale di riferimento. In questo approccio l’attitudine alla progettazione più accentuata nelle Odv più strutturate e organizzate, può produrre risultati migliori rispetto alle realtà più piccole, magari portatrici di interessi e di risorse altrettanto importanti per il territorio, ma che non hanno un impianto – a livello progettuale o amministrativo – tale da poter “competere”. In tal senso i Centri hanno sviluppato servizi di supporto a tali organizzazioni e hanno cercato di elaborare bandi, maggiormente adeguati a tale tipo di organizzazioni. Il secondo approccio, che potremmo definire cooperativo e/o concertativo, parte sempre dalla pubblicizzazione dei tempi e delle regole, si fonda su una lettura condivisa del territorio, delle sue esigenze e delle sue aspettative, da parte del CSV e delle Odv al fine di formulare insieme proposte significative per lo sviluppo della comunità locale di appartenenza. Nel contesto di tale attività è caratteristica l’attivazione di tavoli di lavoro territoriali, nell’ambito dei quali individuare le locali priorità di intervento e definire e condividere gli obiettivi e le azioni delle possibili iniziative da realizzare, promuovendo la costruzione di significative reti territoriali. Il valore aggiunto di questa impostazione metodologica consta nel fatto che la creazione di tavoli di lavoro, oltre ad essere elaborativi dei progetti integrati, divengono occasione permanente di confronto e scambio, garantendo la costruzione di rapporti collaborativi sinergici e qualificanti tra il CSV, le associazioni e tra queste ultime e gli altri interlocutori territoriali (si pensi alle pubbliche amministrazioni locali e alle sinergie che si possono individuare con i soggetti del terzo settore, fondazioni, sindacati, imprese, scuole, asl, ecc….), agevolando la conoscenza reciproca tra tutte le componenti sociali ed assicurando circolarità alle idee e alle proposte. Questa modalità richiede che i tavoli di lavoro debbano essere organizzati, promossi e condotti in maniera efficace e significativa dai referenti CSV di zona secondo regole e principi certi, al fine di permettere che essi dispieghino gli effetti positivi dianzi ricordati, ma che nello stesso tempo non percorrano i rischi individuati nei capitoli precedenti, quali quello della sovrapposizione di ruolo, dell’induzione delle scelte, della dipendenza delle odvOdv. 32
PROGETTAZIONE SOCIALE
Un terzo approccio, elaborato dai Centri è di tipo “partecipativo” attraverso la presentazione delle candidature. Tale modello, ampiamente diffuso nella prassi, come si evince da Tabella 2 presuppone un ruolo attivo del CSV, in quanto chiamato alla co-progettazione con le Odv, attraverso l’accompagnamento delle stesse nella elaborazione e realizzazione condivisa dei progetti. In alcuni Centri questa modalità si declina in un modo articolato: - messa a disposizione di una risorsa umana dedicata (coordinatore di progetto), che effettua un’azione di facilitazione alle relazioni di gruppo, di supporto alla realizzazione delle azioni, di consulenza, mediazione, integrazione, supporto alla verifica e riprogettazione; - messa a disposizione di servizi tipici (formazione, documentazione, comunicazione, promozione, …) coprogettati con le realtà coinvolte e attivati in modo specifico per il progetto; - accompagnamento in un percorso di valutazione rispetto al processo e alla ricaduta sulle associazioni e sugli utenti finali nonché rispetto alle relazioni con le istituzioni; Da una disamina dei dati raccolti, appare evidente come le varie impostazioni siano tutte presenti e rilevanti nell’operato dei CSV. In ogni caso è manifesta l’esigenza comune ai CSV di operare secondo principi di correttezza e trasparenza nell’impiego delle risorse attribuite; ciò comporta l’adesione, in ogni caso a una prassi pubblica (bando) o a un modello di concertazione territoriale (invito a tutte le Odv del territorio a partecipare ai tavoli di lavoro per la successiva presentazione dei progetti).
3.2.3 LA PARTECIPAZIONE ALLA PROGETTAZIONE SOCIALE:
I PROPONENTI
Un ulteriore spunto di riflessione è rappresentato da un’analisi comparativa sui soggetti legittimati a presentare proposte progettuali al proprio CSV di riferimento, al fine di verificare se questo comporta differenti opzioni metodologiche nella scelta dei progetti e nella realizzazione delle attività. Molti CSV favoriscono la presentazione di proposte progettuali anche da parte di singole Odv poiché tendono a valorizzare sia l’adeguatezza e l’innovatività delle idee, sia la capacità di sviluppare partenariati sostenibili su base locale. Il modello di riferimento, in questo caso, tende a favorire le Odv più radicate nel territorio, o portatrici di interessi fondamentali nella comunità locale, o ancora le Odv il cui operato rappresenta l’unica risposta alle esigenze espresse dal territorio (si pensi alle comunità territoriali di dimensione molto limitate dove vi è una sola Odv – o comunque in numero limitato - a garantire un determinato intervento a favore della collettività). In questi casi, occorre comunque sottolineare che i CSV spesso richiedono alle singole Odv (nel bando o nella concertazione territoriale) di non presentare proposte per l’ordinario svolgimento delle attività, o finalizzato a garantire la prosecuzione dei servizi dell’Associazione, ma un interven33
PROGETTAZIONE SOCIALE
to di sviluppo innovativo nei contenuti e sostenibile nei risultati (e quindi adeguato alle esigenze del territorio, e replicabile anche al termine del sostegno del CSV). In altri casi, invece, l’esigenza di creare dei partnerariati di progetto che si possano tradurre in un network permanente, postula l’adesione del CSV ad un diverso modello interpretativo, che richiede, nell’individuazione dei soggetti titolati alla presentazione dei progetti, l’accordo tra almeno due o tre Odv, o la costituzione di un vero e proprio partneriato o ancora di più una rete comprendente anche alcuni tra gli attori sociali più rappresentativi del territorio. In questa circostanza, si vuole quindi incentivare, tra le associazioni di base, il lavoro “in rete”: progettare e gestire insieme progetti comuni è una delle sfide che i CSV da tempo stanno affrontando e che porta necessariamente ad abbandonare logiche di campanile e di conflitto per percorrere strategie di cooperazione e di condivisione, senz’altro più consone a organizzazioni di volontariato.In alcune realtà, questo criterio ha permesso alle organizzazioni di volontariato di mettersi insieme, di coordinarsi, di conoscersi. L’orientamento di fondo, che sostiene tale modello interpretativo, è rappresentato comunque dalla consapevolezza che lo sviluppo della progettualità sociale, in una logica di interazione con gli altri soggetti pubblici e privati del territorio, rappresenta oggi più che mai una necessità ineludibile dell’azione sociale, vista la crescente complessità dei problemi che difficilmente li rende affrontabili in modo isolato ed autoreferenziale. Del resto, un volontariato capace di rapportarsi secondo logiche di rete è condizione di credibilità e di sviluppo del volontariato stesso. Dall’analisi dei dati raccolti, Tabella 4, si evince come l’esperienza concreta dei CSV riguardo alla partecipazione alla progettazione sociale conferma tutti i modelli espressi – seppur brevemente – sotto il profilo metodologico. La maggioranza dei CSV monitorati prevede la possibilità che Odv in forma singola possano partecipare alla progettazione sociale (otto su tredici) presentando autonomamente delle candidature, mentre in caso di reti tra Odv o tra Associazioni di secondo livello, o di enti pubblici o soggetti del terzo settore in rete con il volontariato vi è un consenso pressoché unanime alla progettazione sociale, indice questo della rilevanza attribuita dai CSV alla costruzione del network tra gli attori e gli interlocutori più rappresentativi del territorio.
3.2.4 AMBITI DI INTERVENTO E DIVERSE TIPOLOGIE DI PROGETTI Un approccio comunemente diffuso tra i CSV, è rappresentato dall’adozione di un sistema “misto” e cioè dalla differenziazione degli interventi di sostegno: - ampiezza del partenariato; - ampiezza del bacino di utenza; - entità del sostegno economico garantio dal csv; - settori di intervento; Le linee comuni che emergono rispetto ad ambiti di intervento possono essere così riassunte: • molti CSV non prendono in considerazione progetti relativi a interventi di studio e ricerca se non inseriti in più ampi progetti di promozione del volontariato e della solidarietà, o di proposizione 34
PROGETTAZIONE SOCIALE
di azioni positive a favore delle fasce deboli e/o del patrimonio culturale e ambientale (a seconda dell’ambito di intervento) dei quali dovranno rappresentare una parte propedeutica; • la maggioranza dei CSV richiede che i progetti debbono preferibilmente consistere in interventi pilota, sperimentali e innovativi, finalizzati a mettere a punto modelli di intervento che possono essere trasferiti in altri contesti territoriali; • tutti i CSV monitorati confermano che non vengono presi in considerazione progetti che rappresentano la sostanziale continuazione di progetti che hanno goduto in passato del sostegno garantito dai CSV stessi; • la maggioranza dei CSV sottolinea che i progetti che si sostanziano in iniziative di formazione, relative a tematiche rientranti nelle finalità statutarie delle associazioni proponenti, non sono compresi nell’area progettazione ma rientrano nella competenza dell’apposita area destinata al sostegno delle iniziative formative proposte dalle associazioni.
3.2.5 LE MODALITÀ DI SOSTEGNO DELLA PROGETTAZIONE SOCIALE Ulteriori elementi di riflessione scaturiscono dalle diverse forme di intervento dei CSV a sostegno delle candidature presentate dai soggetti legittimati (singole Odv , Odv in accordo di partnerariato, Associazioni di secondo livello ecc..). In alcuni casi i CSV finanziano direttamente il progetto erogando il contributo a favore dell’Associazione, che quindi gestisce direttamente il budget approvato, e provvede alla realizzazione delle azioni progettuali e alla rendicontazione finale dell’intervento secondo le procedure definite dal CSV, spesso di concerto con il Comitato di Gestione. In altre ipotesi, invece, l’approvazione del progetto presentato fa sorgere un “contratto” tra CSV e Odv che condividono l’impostazione metodologica della candidatura, gli obiettivi e le azioni, e definiscono reciproche competenze, obblighi e responsabilità. Secondo questa impostazione, non vi è un’erogazione diretta del contributo da parte del CSV alla proponente, ma l’inserimento delle proposte e dei relativi oneri all’interno del programma annuale del CSV, attraverso l’accompagnamento delle Odv nella elaborazione e realizzazione condivisa del progetto. Il CSV sostiene quindi direttamente i costi di realizzazione del progetto (stipula le convenzioni, acquista i beni e i servizi, si assume tutte le obbligazioni derivanti dall’esecuzione delle azioni progettuali). Passiamo a esplicitare le diverse modalità di sostegno che i CSV – dall’analisi delle esperienze locali - garantiscono alle Odv impegnate nella progettazione sociale, evidenziandone punti di forza e criticità così come confermato dalla concreta esperien35
PROGETTAZIONE SOCIALE
za sviluppata. La prima forma di sostegno (erogazione diretta del finanziamento da parte del CSV e gestione del budget da parte della Odv) rappresenta la modalità di lavoro più “semplice” per il CSV che assume un ruolo di controllo dell’operato della proponente, che è tenuta a realizzare le azioni progettuali nel rispetto dei vincoli e dei limiti stabiliti dal bando. È senza dubbio una soluzione che privilegia meccanismi di responsabilizzazione della proponente, che viene chiamata non solo a gestire “operativamente” l’intervento (il fare ….), ma anche, a riflettere sulla congruità tra gli obiettivi e le azioni, e tra le azioni e i risultati, nonché ad analizzare le congruenze tra le diverse fasi di realizzazione del progetto. È una forma di sostegno che presuppone un volontariato “maturo” in grado di interrogarsi sul come e perché gestire un intervento, e presuppone una struttura organizzativa complessa in grado di seguire correttamente le prescrizioni del CSV (come ripartire il budget all’interno delle voci di spesa, come effettuare l’acquisto di beni e servizi, quali documenti giustificativi conservare, come effettuare la rendicontazione …). La seconda impostazione (la “contrattualizzazione” del rapporto tra il CSV e l’Odv con la gestione delle azioni progettuali da parte del CSV) è invece, l’ipotesi di lavoro più semplice per la Odv proponente e più onerosa, sotto il profilo dei carichi di lavoro, per la struttura centrale del CSV. Questa impostazione, infatti, consiste nel sostegno del CSV attraverso la co- progettazione con la Odv per la realizzazione di un obiettivo scelto di comune accordo e con l’inserimento delle proposte e dei relativi oneri all’interno del programma annuale del CSV. Tale opzione consente dunque di valorizzare metodologie concertative e partecipate per la programmazione e la gestione degli interventi e dei servizi progettati. Esse rappresentano un cantiere significativo di sperimentazione della nuova logica che privilegia il “percorso” progettuale (la lettura condivisa delle azioni progettuali, l’individuazione comune delle priorità di intervento, la definizione dei ruoli e delle competenze, la suddivisione dei compiti e delle responsabilità …..) rispetto ai risultati attesi e/o raggiunti. È importante sottolineare che il sostegno diretto da parte del CSV garantisce la correttezza delle azioni poste in essere sotto un profilo formale (adeguatezza dei costi sostenuti, rispetto delle previsioni di spesa assunte in sede progettuale, congruità tra gli obiettivi preordinati e le attività realizzate e tra esse e le risorse impiegate) nonché, molto spesso, l’effettivo raggiungimento degli obiettivi programmatici prefissati, attraverso l’opportunità di un coordinamento e di un monitoraggio sistematico degli interventi. Occorre evidenziare, come significativo valore aggiunto di questo approccio, che un rapporto costante e diretto tra CSV e proponente permette l’intervento nella progettazione sociale anche di Odv molto piccole e che non posseggono al proprio interno figure in grado di seguire un progetto. L’analisi dei dati pervenuti dal monitoraggio dei CSV conferma che gli approcci più comunemente sviluppati dai CSV territoriali sono il sostegno diretto alle Odv con erogazione dei fondi una volta selezionato il progetto (Tabella 2), oppure il sostegno del CSV attraverso co-progettazione con l’Odv per la realizzazione di un obiettivo scelto di comune accordo e con l’inserimento delle proposte e dei relativi oneri all’interno del programma annuale del CSV , con la gestione diretta quindi da parte del CSV (Tabella 2) È invece minoritaria l’ipotesi, anch’essa prefigurata, del sostegno del CSV attraverso la coprogettazione con una Odv di un progetto selezionato attraverso bando pubblico con assunzione dei costi direttamente da parte dei Centri.
3.2.6 FORMALIZZAZIONE DEI RAPPORTI TRA CSV E ODV Un approfondimento ulteriore merita la questione della formalizzazione dei rapporti tra il CSV e la Odv nel campo della progettazione sociale. 36
PROGETTAZIONE SOCIALE
In tale contesto vale la pena di formulare alcune riflessioni per il modello comunemente adottato dai CSV, che prevede il finanziamento a favore della Odv a seguito dell’approvazione del progetto. Alcuni CSV privilegiano un approccio alla costruzione delle procedure di gestione e rendicontazione delle spese che tende alla semplificazione massima degli adempimenti gestionali e amministrativi. Secondo tale approccio, la “prassi burocratica” per la presentazione e la gestione dei progetti è ridotta all’essenziale, richiedendosi una documentazione minima che garantisca la serietà del proponente e l’esecutività dei progetti medesimi. Assai frequente inoltre è l’anticipazione di una quota cospicua delle risorse assegnate (a partire dal 50% fino al 80% delle risorse assegnate) per l’attivazione delle azioni progettuali. In ogni caso la via, maggiormente seguita dai CSV, richiede una formalizzazione del rapporto “proponente – CSV”, proporzionata alla rilevanza del progetto. A fronte cioè di interventi economicamente più significativi da parte del CSV è richiesto il rispetto di norme e procedure di attuazione più precise ed articolate. In alcuni CSV, infatti, si prevede una convenzione per la gestione delle attività e delle operazioni amministrative tra CSV e soggetti realizzatori, per una gestione amministrativa, finanziaria e contabile condivisa. Un approccio più strutturato alla progettazione sociale è utile per valutare meglio la qualità del progetto in merito a: • la Rilevanza degli interventi messi in campo: intesa come grado di adeguatezza degli stessi rispetto alle esigenze espressi dal contesto socio-economico o dalla collettività presa in considerazione • la Pertinenza degli interventi: intesa come grado di rispondenza delle misure messe in campo rispetto agli obiettivi generali elaborati all’interno del progetto. • l’efficacia degli interventi: intesa come livello di raggiungimento degli obiettivi (operativi, specifici o globali) della programmazione attraverso la produzione di determinate realizzazioni, risultati e/o impatti. • l’efficienza degli interventi: intesa come rapporto fra realizzazioni, risultati e/o impatti e risorse fisiche e finanziarie utilizzate per ottenerli
3.2.7 I MODELLI DI GOVERNANCE DELLA PROGETTAZIONE SOCIALE I soggetti comunemente chiamati a rivestire un ruolo importante sia nella fase della definizione delle modalità della progettazione sociale (ambito di intervento, tipologia, soggetti legittimati, budget di spesa, contenuti e caratteristiche dei progetti), sia della selezione, approvazione e valutazione delle candidature sono: - il Consiglio Direttivo CSV; - l’Assemblea CSV; - il Comitato di Gestione; - la Commissione tecnica interna, esterna o mista. Un primo elemento su cui focalizzare l’attenzione attiene alla definizione delle caratteristiche delle modalità con le quali viene realizzata l’attività di progettazione sociale. Dall’analisi dei dati in possesso (Tabelle 4 e 5) le decisioni e il governo della progettazione sociale 37
PROGETTAZIONE SOCIALE
vengono normalmente elaborate e decise dal CSV di concerto con il Comitato di Gestione, solo sporadicamente con l’ausilio di enti terzi. Questo assunto ci suggerisce una duplice serie di considerazioni: da un lato la rilevanza e la centralità che il ruolo della progettazione sociale ha all’interno del sistema CSV, e quindi la necessità di coinvolgere sulle decisioni strategiche il Comitato di Gestione nella definizione degli ambiti, degli approcci e delle scelte programmatiche, (in nessun caso il CSV autonomamente decide i termini e le modalità della progettazione sociale) dall’altro, la scarsa volontà di ricorrere a soggetti terzi (e questo sottolinea la volontà di governare in autonomia i processi). Passando poi all’analisi della titolarità delle funzioni in materia di selezione, approvazione e valutazione dei progetti, (tabella 5) il modello più validato dalle esperienze locali monitorate prevede un ruolo di primo piano per il Consiglio direttivo per l’individuazione dei criteri di selezione, per la selezione delle candidature e l’approvazione della graduatoria di merito. In diversi casi, però, è al Comitato di Gestione che sono attribuiti i compiti di individuazione dei criteri di selezione delle candidature e di approvazione finale, mentre più sporadicamente è attribuita la selezione dei progetti. La tabella 5 ci suggerisce alcune riflessioni e spunti utili sull’impianto metodologico sui cui si fondano le procedure di selezione e valutazione adottate dai CSV. Un primo aspetto da considerare è la tendenza a rispettare un principio di “terzietà” nella fase di selezione dei progetti. Si intende cioè sottolineare che, nella maggioranza dei casi monitorati, l’organo che individua i criteri di selezione dei progetti (“redige il bando”) e che approva la graduatoria finale, non valuta da solo le singole candidature pervenute, ma rimette il compito a commissioni tecniche o interne (di nomina e composizione esclusiva CSV) o miste (di nomina e/o composizione) o addirittura esterne, o si limita a esprimere un parere consultivo. È questa una scelta che mira a coinvolgere organi o commissioni terze che rendono più oggettiva la fase della selezione. Ciò al fine di evitare l’accentramento di tutti i ruoli in un unico organo, con il rischio di creare disfunzioni o sviamenti. Stesso principio per quanto attiene l’attività di valutazione: il ricorso a un soggetto o a una commissione estranea alla gestione del progetto, selezionata per esempio sulla base dell’esperienza e della professionalità, garantisce un’attività di monitoraggio, controllo e valutazione più obiettiva in quanto “esterna” e più idonea a valutare la congruità tra obiettivi fissati, attività realizzate e risorse impiegate, evitando il rischio dell’autoreferenzialità. Un altro spunto che emerge dalla lettura dei dati rilevati dal monitoraggio è che nella maggioranza dei CSV monitorati è il Consiglio Direttivo che assume un ruolo di assoluto rilievo: in 9 casi redige il bando e fissa i criteri, in 6 seleziona, ancora in 9 casi approva la graduatoria finale; mentre, in altre situazioni, comunque numericamente significative, questo ruolo è assunto dal Comitato di Gestione: in 5 casi fissa i criteri e in 7 approva. Qui diviene importante un lavoro che si potrà effettuare nei prossimi mesi: studiare i processi utilizzati e individuare i differenti modelli che sono utilizzati rendendoli in qualche modo esemplificativi. A questo punto, il ruolo di CSV. net potrebbe divenire quello di effettuare delle scelte interpretative proponendo una modellizzazione possibile, partecipata perché nasce dalla lettura dell’esperienza, ma anche “identitaria” in quanto potrebbe assumere la funzione di indirizzo per i CSV che scelgono di appartenere a CSV.net. Questo lavoro potrebbe essere anche utilmente confrontato e condiviso con la Consulta nazionale dei CoGe e con gli altri rappresentanti nazionali dei principali stakeholder del sistema CSV (Volon38
PROGETTAZIONE SOCIALE
tariato, Terzo settore, Fondazioni di origine bancaria, Enti locali, Regioni, Governo e Parlamento). Ciò potrà fornire un contributo determinante a trasformare le buone prassi in norma, un utile processo per la riforma tanto auspicata della l. 266/91, con un processo rispettoso del volontariato, in cui esso sarebbe protagonista.
3.2.8 CONSIDERAZIONI FINALI In conclusione del presente capitolo si può tentare di individuare “le lezioni imparate” che scaturiscono dalle esperienze concrete, dalle strategie elaborate e dalle scelte operate dai C.S.V. locali in tema di progettazione sociale. Esse costituiscono un importante orizzonte di riferimento sia per l’attuale progettazione di interventi da parte delle Associazioni di Volontariato, sia, soprattutto, in vista di una riorganizzazione del welfare ispirato ai principi della progettazione partecipata, della definizione condivisa ed integrata delle attività e degli obiettivi da realizzare. La collaborazione tra il Volontariato e i Centri ha favorito: • la crescita all’attenzione sociale e culturale ai temi del volontariato, al senso della cittadinanza attiva e responsabile, allo sviluppo di una coscienza individuale e sociale critica e consapevole; • la promozione del lavoro di rete che rappresenta un’opportunità di coinvolgimento dei principali attori sociali del territorio; • l’occasione per elaborare strumenti di coordinamento e di integrazione; possibilità di costituzione di organismi partecipativi e consultivi, mezzo per la comunità locale per monitorare gli interventi; • la sperimentazione di strumenti concreti di cambiamento nelle politiche e nei servizi: la concertazione, il co- finanziamento, gli strumenti di partecipazione e il coinvolgimento degli attori sociali del territorio; • l’individuazione di risorse dedicate alla sperimentazione e all’innovazione degli interventi; • l’affermazione di una logica complessiva di “piano”: progettualità invece di “progettificio” ; flessibilità invece di frammentarietà; • la creazione o il consolidamento di tavoli di lavoro interistituzionale; • l’attivazione di staff di coordinamento e “cabine di regia” territoriali, attraverso la costituzione di gruppi di lavoro misti; • lo sviluppo un patrimonio diffuso di volontari attrezzati, motivati, competenti, capaci di progettare e gestire; • lo sviluppo di strategie innovative per realizzare l’effettiva partecipazione dei soggetti (tra progettazione, gestione e monitoraggio).
3.3 Orientamenti per le linee guida a partire dalle esperienze Sicuramente è necessario un percorso più lungo per definire delle linee guida uniformi che aiutino il sistema dei Centri di Servizio nello svolgimento di questo tipo di attività, e forse le peculiarità dei territori e delle storie locali delle organizzazioni di volontariato rendono impossibile una omogeneizzazione di regole e procedure. Dalle esperienze condotte in questi anni e dal lavoro di ricerca condotto è possibile definire alcuni principi generali di cui tenere conto nello svolgimento del supporto anche economico della progettualità sociale delle Odv.
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PROGETTAZIONE SOCIALE
Possiamo così riassumere i principi generali validi per tutte le realtà: - la centralità, l’autonomia e il pluralismo del volontariato; - la valorizzazione e il sostegno alle reti, la loro connessione con terzo settore e istituzioni,da privilegiare rispetto al supporto di iniziative promosse da singole organizzazioni; - la diffusione e la trasparenza di qualsiasi azione connessa al sostegno diretto della progettualità, in modo da favorire reali pari opportunità per tutte le organizzazioni del territorio e l’effettiva correttezza degli atti; - la separazione tra azioni tecniche di affiancamento e di prestazioni, le scelte di indirizzo e quelle di individuazione dei progetti, attraverso forme organizzativamente coerenti ed efficaci; è possibile prevedere, anche per favorire la trasparenza che le commissioni di selezione siano composte in modo da tenere conto delle competenze presenti nel territorio e delle diverse espressioni della società civile; - l’intesa con i Comitati di Gestione che, parte dal riconoscimento reciproco dei rispettivi ruoli, istituzione e controllo dei Csv da parte dei Co.Ge., autonomia del Volontariato nella gestione dei CSV circa l’indirizzo, le priorità, e i contenuti della loro azione istituzionale.in merito all’utilizzo dei fondi. Intesa che avvia le due componenti ad una proficua collaborazione quando è favorita dalla condivisione dei sistemi di rendicontazione, monitoraggio e valutazione; - l’attenzione metodologica e deontologica dei CSV ad affiancare le Odv senza sostituirle; deve essere molto chiaro che il ruolo dei Centri di Servizio, anche in questa azione, è di promozione alla crescita ed allo sviluppo delle competenze ed energie delle organizzazioni di volontariato, finalizzato alla loro autonomia; - la promozione del volontariato attraverso il sostegno e la diffusione delle buone prassi; i progetti devono diventare uno esempio e uno stimolo per tutto il territorio e devono avere una attenzione particolare nella condivisione con le altre realtà di quanto realizzato in modo da favorire sempre più uno sviluppo di una comunità competente e consapevole.
3.4 I comitati di gestione e le esperienze in atto In diverse occasioni abbiamo messo in evidenza che una caratteristica che ha accompagnato la costituzione e la nascita dei Centri di Servizio, è la diversità: di tempi, di identità, di storie e di modalità attuative. Questa varietà di esperienze e di culture quando ci si confronta per conoscersi, si apprezza e costituisce perciò un arricchimento per tutto il sistema dei Centri di Servizio, utile per migliorare la loro azione di supporto alle Organizzazioni di Volontariato e di promozione della cultura della solidarietà. Il sistema dei Centri di Servizio ha tuttavia una caratteristica comune e costante in tutte le sue attività e manifestazioni così come si è venuto a delineare dalla sua nascita: si tratta di un sistema a carattere regionale, che ha, come protagonista, il volontariato e, come fulcri operativi, i Centri di Servizio e i Comitati di Gestione. Le sinergie e collaborazioni che questi due attori riescono a promuovere e condividere, nel rispetto dei ruoli di ciascuno, sono essenziali per poter realizzare un’azione efficace di sostegno alle organizzazioni di Volontariato e di promozione della cultura della solidarietà. Ecco perché dove c’è più storia, rispetto dei rispettivi ruoli (istituzione e controllo dei Csv da parte dei Co.Ge., autonomia del Volontariato nella gestione dei CSV circa l’indirizzo, le priorità, e i contenuti della loro azione istituzionale in merito all’utilizzo dei fondi), meno complessità, maggiore conoscenza reciproca tra Co.Ge. e Centri di Servizio si è potuta realizzare l’idea di aprire alla pos40
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sibilità, per i Centri di Servizio, di fornire sostegno al Volontariato non solo attraverso l’erogazione di servizi (consulenza, informazione, formazione ecc..) finalizzati alle singole associazioni per le loro attività abituali, ma anche attraverso la promozione e il supporto ad una nuova progettualità sociale ideata, costruita e realizzata a stretto contatto con i bisogni del territorio. La progettazione sociale, come appare dai dati e dalle esperienze riportate è stata realizzata con modalità e interventi che hanno impostazioni differenti perché rispecchiano le caratteristiche regionali con cui sono partite. È però fondamentale evidenziare una considerazione di base che accomuna le iniziative avviate: la constatazione che i Centri di Servizio, quando operano in sinergia e sintonia con i Co.Ge. possono essere strumento, oltre che di sviluppo e di promozione del volontariato, anche volano di dialogo con gli altri attori sociali presenti nei diversi territori che concorrono insieme alla promozione del benessere della collettività. Questo perché la progettazione sociale, in particolare quella in rete, tendenzialmente pone l’attenzione sui bisogni e la coprogettazione tende a coinvolgere tutte le risorse e le potenzialità della comunità per affrontarli. Unità di intenti dei protagonisti, Volontariato e Co.Ge. (con tutte le sue componenti che comprendono Istituzioni e Fondazioni), supportata da criteri di rendicontazione, monitoraggio e valutazione condivisi che ne garantiscano la trasparenza, sono un obiettivo da perseguire con tenacia.
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PROGETTAZIONE SOCIALE
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ESPERIENZE PROGETTUALI Schede
ESPERIENZE PROGETTUALI Schede
PROGETTAZIONE SOCIALE
ARCOBALENO: ASILO NOTTURNO PER SENZA DIMORA RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione per la pace - Rovigo
Organizzazione e gestione della struttura abitativa adibita ad asilo notturno; ricerca della struttura, degli arredi, attivazione delle utenze e collaborazione nella gestione del servizio di accoglienza e sorveglianza
Donne in nero
Organizzazione e promozione di iniziative pubbliche, mostre, incontri-dibattiti sui diritti umani, per sviluppare la cultura dell’accoglienza e della solidarietà
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
Coop. sociale Porto Alegre
Attività di supporto e supervisione
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comune di Rovigo - servizi alla persona
Co-finanziatore
Provincia di Rovigo-servizi sociali
Co-finanziatore
Regione Veneto-poliche sociali
Co-finanziatore
CSV Rovigo
Co-finanziatore
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro PRIVATI
FINANZIATORI OBIETTIVI
Obiettivo generale Il progetto “Arcobaleno” Asilo notturno è nato con l’obiettivo di fornire un servizio sociale di prima accoglienza. Ciò è avvenuto mediante l’ospitalità notturna a persone prive di un alloggio, quale soluzione temporanea. I destinatari sono persone di passaggio, senza fissa dimora e che si trovano improvvisamente senza un posto dove trascorrere la notte. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Sostegno della dignità e dell’autonomia delle persone senza dimora. Sub-obiettivo 2: Fornire informazioni ed orientamento per il diritto al lavoro e alla casa con il concorso di altri servizi socio-sanitari istituzionali. Sub-obiettivo 3: Re-inserimento sociale degli ospiti che versano in grave stato di emarginazione
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Immigrati e non, richiedenti asilo, profughi, indigenti, presenti o di passaggio nel territorio provinciale, sprovvisti di alloggio o in difficoltà economica
45 nel 2003 100 nel 2004 83 nel 2005 TOTALE 228 OSPITI NEL TRIENNIO
ATTIVITÀ REALIZZATE Il servizio assicura dal 2003, anno del suo avvio, sulla base di uno specifico regolamento, che stabilisce condizioni di ammissibilità e diritti e doveri degli ospiti, la fruizione di un posto letto, l’uso di servizi per l’igiene o la pulizia della persona e il servizio di prima colazione. Il servizio, quindi, è rivolto a tutti, adulti italiani e stranieri, maggiorenni, in condizioni di disagio sociale o povertà, anche temporanea, senza distinzione di religione, razza, nazionalità. La struttura non accoglie persone che necessitano di ricovero ospedaliero o non autosufficienti. E’ necessario precisare che prima del 2003 non esisteva nella provincia di Rovigo un servizio strutturato di accoglienza. I volontari prestano un servizio di accoglienza, assistenza e di orientamento verso i servizi socio-sanitari del territorio, qualora possibile cercano di ricostruire la rete familiare ed amicale degli ospiti. Dal 2005 l’Asilo gestisce inoltre un piccolo “orto popolare” a cui collaborano anche gli ospiti e che serve anche altre strutture similari. L’associazione ha elaborato un report con i dati sulle giornate di apertura, il numero di volontari impiegati, la nazionalità degli ospiti, la loro età, la loro posizione lavorativa, il tempo di permanenza, la regolarità nel versamento del contributo per l’ospitalità, l’ente che ha segnalato l’ospite e le spese effettuate. Dalla data di apertura, avvenuta il 22 febbraio 2003, fino a fine 2003, l’asilo notturno ha accolto 45 persone, perlopiù straniere, con una permanenza media di 33 giorni. Nel 2004, anno in cui l’asilo si è trasferito in una sede più grande, gli ospiti sono stati 100 e la permanenza media 29 giorni
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PROGETTAZIONE SOCIALE
SISTEMA DI VALUTAZIONE Sono state effettuate verifiche quantitative: - sul n. di partecipanti alla gestione del progetto e alle iniziative di sensibilizzazione e di educazione: - sul n. di utenti; - sul n. di enti e associazioni che hanno collaborato. Sono state effettuate anche verifiche qualitative, attraverso schede e questionari, sul grado di soddisfazione relativo al servizio, sia rispetto ai soggetti accolti che agli enti ed associazioni partecipanti alla gestione del progetto. Sono stati inoltre predisposti strumenti per verificare: - la riproducibilità e l’ampliamento dell’esperienza in altri comuni della provincia; - la capacità degli utenti di attivarsi alla ricerca di soluzioni più stabili e permanenti; - il clima sociale e la ricaduta dell’esperienza nel quartiere in cui si è insediato il servizio.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / PROVINCIA DI ROVIGO Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
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DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Per gestione asilo notturno € 15.362,70 nel 2003 / € 30.043,37 nel 2004 / € 25.686,95 nel 2005 Tot. € 71.093,02 nel triennio + € 27.899,13 per progetti connessi (orto popolare, famiglia aperta, educazione interculturale) Importo complessivo del progetto (in euro):
TOTALE COMPLESSIVO: € 98.992,15 nel triennio 2003-2006
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 17.457,28 + € 27.899,13 (per progetti connessi) = tot. € 45.356,41
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 38.462,62
PROGETTO A.M.A. (AUTO - MUTUO AIUTO) RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Sulle ALI delle MENTI
ASSOCIAZIONE PROMOTRICE ED ADERENTE, attiva nell’ambito dei disturbi del comportamento alimentare;
IL CERCHIO AZZURRO
ASSOCIAZIONE PROMOTRICE ED ADERENTE, attiva nell’ambito delle dipendenze
AxA (ass.ne per l’affido)
ASSOCIAZIONE PROMOTRICE ED ADERENTE, attiva nell’ambito dell’affido;
IL DELFINO
ASSOCIAZIONE PROMOTRICE ED ADERENTE, attiva nell’ambito delle dipendenze e del disagio giovanile;
A.VO.PRO.RI.T.
ASSOCIAZIONE PROMOTRICE E ADERENTE, attiva in ambito oncologico;
VERSO IL SERENO
ASSOCIAZIONE PROMOTRICE E ADERENTE, attiva in ambito oncologico;
C.I.F.
ASSOCIAZIONE ADERENTE, attiva nell’ambito del mondo femminile
L.I.D.A.P.
ASSOCIAZIONE ADERENTE, attiva nell’ambito dei disturbi d’ansia e di panico;
A.C.A.T
ASSOCIAZIONE ADERENTE, attiva nell’ambito dei problemi alcolcorrelati;
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
COMUNITÀ BETANIA
COMUNITA’ TERAPEUTICA PROMOTRICE ED ADERENTE, attiva nell’ambito delle tossicodipendenze;
CONSULTA PASTORALE DELLA SANITA’
ORGANISMO CONFESSIONALE ADERENTE, attivo in ambito sanitario;
A.A.
ORGANIZZAZIONE DI AUTO – MUTUO AIUTO ADERENTE, attiva nell’ambito dell’alcolismo;
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PROGETTAZIONE SOCIALE
AL – ANON/ALATEEN
ORGANIZZAZIONE DI AUTO – MUTUO AIUTO ADERENTE, attiva nell’ambito dell’alcolismo;
N.A.
ORGANIZZAZIONE DI AUTO – MUTUO AIUTO ADERENTE, attiva nell’ambito delle tossicodipendenze;
CENTOFONTI
GRUPPO DI AUTO – MUTUO AIUTO ADERENTE, attivo nell’ambito dei disturbi cognitivi e dislessia;
CAMMINO CONSAPEVOLE
ASSOCIAZIONE DI PROMOZIONE SOCIALE ADERENTE, attiva nell’ambito del disagio psichico;
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro OBIETTIVI Obiettivo generale Sviluppare le potenzialita’ educative e prosociali della cultura e della pratica dell’auto – mutuo aiuto Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: diffondere la conoscenza dell’auto – mutuo aiuto sul territorio mediante interventi promozionali e di sensibilizzazione della popolazione locale; Sub-obiettivo 2: sostenere le attivita’ dei gruppi di auto – mutuo aiuto esistenti; incentivarne la costituzione di nuovi e la formazione della rete locale; Sub-obiettivo 3: implementare l’utilizzo della cultura dell’auto – mutuo aiuto quale strumento educativo e portatore di una filosofia improntata in senso etico e prosociale.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO che possano beneficiare dell’uso dell’auto – mutuo aiuto sia come filosofia di vita che come pratica gruppale;
n. d.
ORGANIZZAZIONI E GRUPPI DI AUTO – MUTUO AIUTO attivi nelle diverse aree di disagio sociale e/o socio – sanitario;
n. d.
SCUOLE di ogni ordine e grado;
n. d.
POPOLAZIONE LOCALE
n. d.
ATTIVITÀ REALIZZATE COS’È L’AUTO – MUTUO AIUTO Lo strumento dell’auto – mutuo aiuto, benché ormai diffuso su tutto il territorio nazionale ed utilizzato nelle più diverse aree problematiche, è ancora sconosciuto ai più. Si tratta di una modalità di intervento sociale la cui origine viene fatta risalire in letteratura alla fondazione del primo gruppo di Alcolisti Anonimi (A.A.), costituito nel 1935 negli U.S.A., per volontà di due alcolisti, Bill e Dr. Bob, i quali compresero che, scambiandosi accoglienza e comprensione reciproca, potevano stare lontani dall’alcol. A partire da quella prima esperienza, i gruppi di auto – mutuo aiuto si diffusero in tutto il mondo estendendo la loro operatività a tutte le aree di disagio sociale e/o sociosanitario (oggi esistono gruppi per le dipendenze patologiche, per l’elaborazione del lutto, per problemi oncologici, per disturbi psichici e psicologici, per difficoltà relazionali, nell’ambito dell’handicap, della sieropositività, delle separazioni, ecc.). In essi persone che hanno in comune un problema si offrono reciprocamente sostegno ed ascolto per giungere a sviluppare migliori condizioni di vita. Se inizialmente le istituzioni ebbero un atteggiamento diffidente verso queste realtà, il mondo del volontariato, invece, si aprì spontaneamente alla opportunità che l’auto – mutuo aiuto rappresentava, promuovendo al proprio interno attività gruppali di self – help (auto – mutuo aiuto nell’accezione anglosassone) e sostenendo l’auto – mutuo aiuto nella sua progressiva espansione. Oggi, anche le istituzioni si sono aperte alla filosofia del self – help e spesso i servizi pubblici avviano e promuovono iniziative relative all’ auto – mutuo aiuto. IL PROGETTO A.M.A. Il Progetto A.M.A., prese avvio nel 2003, quando un gruppo di 6 associazioni di volontariato, con il supporto del locale C.S.V. (Forum Solidarietà) decise di avviare un’esperienza di approfondimento sull’auto – mutuo aiuto quale pratica sociale. Da allora il Progetto ha proseguito le proprie attività senza sosta, vedendo rapidamente crescere il numero delle associazioni adenti, passate da 6 a 16 nel giro di un anno. Nel corso del 2004, avviando una approfondita ricerca sul fenomeno self – help, il Progetto ha potuto censire tra Parma e provincia più di 71 gruppi, iniziando da allora a tessere le prime maglie della rete locale di auto – mutuo aiuto, in cui organizzazioni di self - help ed associazioni di volontariato collaborano insieme per promuovere e diffondere la cultura e la pratica dei gruppi. Oltre a contribuire costantemente al buon funzionamento della rete dei gruppi offrendosi come snodo di contatti e polo informativo e di ricerca, il Progetto opera per promuovere l’auto – mutuo aiuto mediante:
46
PROGETTAZIONE SOCIALE
1) corsi di formazione rivolti a volontari che desiderino avviare un gruppo di auto – mutuo aiuto e/o operare in qualità di facilitatori di gruppo (all’ultimo corso, tenutosi nell’autunno 2005, sono state raccolte, senza necessità di alcuna pubblicità, ben 20 adesioni); 2) attività di sostegno ai nuovi gruppi (attualmente il Progetto sta collaborando alla costituzione di un gruppo di auto – mutuo aiuto che una delle associazioni aderenti sta avviando in ambito oncologico); 3) organizzazione di giornate di studio e convegni, come quello svoltosi a Parma a maggio 2005 presso il Seminario Minore, che ha visto la partecipazione di oltre un centinaio di persone; 4) progettazione e realizzazione di eventi finalizzati a far emergere dell’auto – mutuo aiuto le valenze educative e le sue prerogative di strumento non solo di recupero, ma anche d prevenzione e promozione della salute e della qualità della vita delle persone. In questo senso, particolarmente innovativa risulta essere l’esperienza che il Progetto ha avviato da un paio d’anni nelle scuole, in cui le associazioni ed i gruppi aderenti hanno potuto incontrare i giovani e i loro genitori per informarli e orientarli ai valori e ai principi dell’auto – mutuo aiuto, facendo loro conoscere una realtà sociale capace di contribuire concretamente alla costruzione di una cittadinanza attiva e consapevole. Rispetto agli interventi nelle scuole, l’attenzione del progetto sarà riservata quest’anno agli insegnanti, ai quali si auspica di poter trasmettere l’efficacia dello stile di comunicazione proprio dei gruppi di auto – mutuo aiuto quale valido strumento dialogico nella costruzione di contesti educativi; 5) realizzazione di attività che avvicinino la popolazione locale alle attività dei gruppi e alla loro filosofia (un esempio, lo spettacolo teatrale interpretato dai volontari che verrà rappresentato alla Festa del Volontariato prevista a Parma per il 26/27/28 maggio 2006).
SISTEMA DI VALUTAZIONE Rispetto all’annualità 2006, il sistema di valutazione vede quali soggetti coinvolti in diversi modi e tempi: la rete implicata nel progetto (nello specifico: i soggetti promotori e i destinatari dell’azione 2, promozione rivolta a studenti) ed il coordinatore del progetto; il coordinatore C.S.V.; il Comitato Esecutivo (consiglio direttivo). Obiettivi della valutazione sono: - permettere alle organizzazioni coinvolte nel progetto - soggetti beneficiari dell’intervento di supporto da parte del C.S.V. – al Comitato Esecutivo ed alla struttura operativa del Centro di servizio di disporre di dati ed informazioni condivisi relativi a: lo svolgimento delle attività; l’avanzamento rispetto agli obiettivi, i risultati ed i prodotti previsti dal progetto; le modalità di erogazione e la partecipazione delle organizzazioni stesse al progetto; - favorire attraverso questi dati e informazioni la possibilità per le stesse organizzazioni di poter costantemente monitorare: la rispondenza e coerenza dello sviluppo progettuale alle motivazioni e finalità iniziali, l’emergere di elementi innovativi rispetto al percorso progettuale ipotizzato, l’insorgere di elementi di criticità che impediscono o ostacolano l’avanzamento del progetto; - facilitare il tra i soggetti direttamente coinvolti nel progetto il confronto e l’assunzione di decisioni rispetto alla necessità di modificare o riformulare il percorso progettuale, in base agli elementi conoscitivi raccolti e condivisi. Sono previste tre fasi di valutazione: a) ex ante rispetto alla rilevanza del bisogno e al processo di progettazione: - Di quali dati/elementi disponiamo a conferma dell’idea progettuale? - Quali sono le rappresentazioni del bisogno da parte dei soggetti che lo ritengono rilevante? - Perché è importante intervenire su quel problema? - Per chi è rilevante: quali soggetti, associazioni, enti, istituzioni, ecc..? - Quali sono le aspettative di cambiamento? - Le risorse umane ed economiche previste sono adeguate? - Tempi e modalità tengono conto del contributo di tutti i soggetti promotori? - C’è coerenza tra obiettivi, ruolo, strategia e organizzazione complessiva del C.S.V.? Esiste un rapporto di consequenzialità? Gli strumenti previsti sono: momenti di analisi e confronto tra le realtà coinvolte che si avvalgono della competenza dei coordinatori di progetto; équipes di lavoro tra coordinatori di progetto e coordinatore del C.S.V. b) in itinere/finale rispetto a: la Partecipazione: - presenza - assunzione di quote di responsabilità - relazione tra referente dell’associazione (delegato) e associazione rappresentata (delegante) nei tavoli di lavoro del progetto il processo: - la tipologia della rete coinvolta - il rapporto tra C.S.V. e associazioni - il lavoro del coordinatore - la congruità delle azioni rispetto alle finalità del progetto - le risorse e le persone impegnate la ricaduta sulle associazioni: - la creazione di relazioni con altre associazioni - la visibilità esterna - l’accesso alle istituzioni - lo sviluppo di competenze interne - il soddisfacimento delle aspettative iniziali - le energie spese nel progetto - la promozione di nuovi soggetti autonomi dal progetto che diano continuità e sviluppo alle sue azioni - Per chi è rilevante: quali soggetti, associazioni, enti, istituzioni, ecc..? - Quali sono le aspettative di cambiamento? - Le risorse umane ed economiche previste sono adeguate? - Tempi e modalità tengono conto del contributo di tutti i soggetti promotori? - C’è coerenza tra obiettivi, ruolo, strategia e organizzazione complessiva del C.S.V.? Esiste un rapporto di consequenzialità? Gli strumenti previsti sono: momenti di analisi e confronto tra le realtà coinvolte che si avvalgono della competenza dei coordinatori di progetto; équipes di lavoro tra coordinatori di progetto e coordinatore del C.S.V. b) in itinere/finale rispetto a: la Partecipazione: - presenza - assunzione di quote di responsabilità - relazione tra referente dell’associazione (delegato) e associazione rappresentata (delegante) nei tavoli di lavoro del progetto
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PROGETTAZIONE SOCIALE
il processo: - la tipologia della rete coinvolta - il rapporto tra C.S.V. e associazioni - il lavoro del coordinatore - la congruità delle azioni rispetto alle finalità del progetto - le risorse e le persone impegnate la ricaduta sulle associazioni: - la creazione di relazioni con altre associazioni - la visibilità esterna - l’accesso alle istituzioni - lo sviluppo di competenze interne - il soddisfacimento delle aspettative iniziali - le energie spese nel progetto - la promozione di nuovi soggetti autonomi dal progetto che diano continuità e sviluppo alle sue azioni La ricaduta sugli utenti finali: - elementi e dati - rappresentazioni dei soggetti coinvolti l’impatto sulle istituzioni: - tipologia del rapporto ed evoluzione nel tempo - coinvolgimento in specifici tavoli di concertazione Gli strumenti previsti sono: - momenti di analisi e confronto tra le realtà coinvolte avvalendosi di un tecnico esperto in materia di valutazione messo a disposizione dal C.S.V.; - somministrazione ed elaborazione di questionari somministrati a tutti i soggetti coinvolti; - colloqui informali con i referenti delle realtà coinvolte; - somministrazione di questionari agli studenti coinvolti nelle attività; - un numero significativo di interviste qualitative ai soggetti promotori coinvolti. c) ex post - attivazione un equipe di progetto che, con l’ausilio di una idonea figura professionale, mette a punto di una serie di indicatori per la valutazione dei risultati - condivisione con tutti i partecipanti al progetto - definizione delle modalità e degli strumenti di valutazione - rilevazione e analisi dei dati che le associazioni impegnate nel progetto si impegnano a realizzare anche ad annualità ultimata. Gli strumenti previsti sono: - momenti di concertazione tra le realtà coinvolte - colloqui formali e informali con i referenti di tutte le realtà coinvolte - somministrazione ed elaborazione di questionari alle realtà coinvolte - un numero significativo di interviste in profondità. A supporto di tutto il percorso di valutazione il coordinatore di progetto parteciperà periodicamente ad un’equipe di lavoro dei coordinatori di tutti dei progetti sociali supportati dal centro. l’equipe, diretta dal coordinatore del c.s.v., è un luogo di confronto anche per la definizione degli strumenti di monitoraggio e valutazione. i risultati rilevati nell’attività di valutazione, con particolare riguardo a quelli relativi alla fase ex post, stanno particolarmente a cuore a forum solidarietà in quanto costituiranno una base importante anche nella realizzazione del bilancio sociale che realizzerà relativamente all’attività del 2005.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
20
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 30.700
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 30.700
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
C’ERA UNA VOLTA RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato
48
Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione AUSER di Ramiseto
Promotore
PROGETTAZIONE SOCIALE
Associazione “Il Gabbiano” della VI Circoscrizione del Comune di Reggio Emilia
Promotore
Lega Italiana Protezione Uccelli Oasi del Bianello
Promotore
Ass. Pro Natura Reggio Emilia
Promotore
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
COOP FLUMENENSIS
partner
Circolo ARCI “Soccorso Alpino” di Gazzolo
partner
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comunità Montana
partner
VI circoscrizione
partner
Comune di Ramiseto
partner
Comune di Quattro Castella
partner
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro OBIETTIVI Obiettivo generale Le notevoli trasformazioni del contesto ambientale e socio economico provinciale fanno di alcune zone della nostra provincia zone di “sopravvivenza”, in cui si abita solo nelle ore del riposo, zone che vengono vissute nel week-end o nelle ferie estive. Tali zone non sono necessariamente zone dell’Alto Appennino, ma possono esistere nella prima periferia o nella zona pedemontana. Questo processo provoca uno svuotamento di significato dell’ambiente stesso, riduce il concetto di “abitare” semplicemente ad un luogo ove stabilire la propria abitazione, senza alcun rapporto con le caratteristiche della zona abitata, la sua storia e le relazioni che su di essa si sono nei secoli costruite. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Gli anziani e le persone di una certa età sono detentori di vissuti di esperienza e di relazione con il territorio, tale competenza se non viene in qualche modo trasferita rischia di andare perduta; dalle persone anziane c’è molto da imparare, anche in merito al rapporto con l’ambiente in cui si vive. Sub-obiettivo 2: Creare modalità di ricerca che comportino una trascrizione fedele e rigorosa delle iformazioni raccolte. Valorizzare la cultura del passato, per ridare valore a un’identità territoriale, che possa diventare tratto d’unione tra le generazioni, e per creare un legame con il territorio e con l’ambiente, anche nel collegamento di risorse umane intorno alle associazioni direttamente coinvolte.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Anziani dei territori di riferimento
30
Amministrazioni comunali o di circoscrizione 3 Cittadini
200
ATTIVITÀ REALIZZATE Il Centro di Servizi per il Volontariato di Reggio Emilia intende supportare le organizzazioni proponenti in un percorso di ricerca comune sulla lettura del territorio che si modifica; tale percorso è volto a soddisfare la necessità che le organizzazioni ambientaliste hanno di conoscere le culture in estinzione della nostra Provincia. Tale ricerca - azione è finalizzata ad acquisire maggior competenza in merito alle azioni svolte nei diversi territori in cui esse operano. Il percorso, attivato attraverso una progettazione comune e partecipata, può evidenziare prassi condivise, linee guida di lettura del territorio poi applicabili in altri territori della nostra provincia e quindi da altre organizzazioni. La ricerca, che valorizza i saperi in estinzione delle generazioni precedenti, valorizza e restituisce dignità alle persona anziane, permette alle stesse organizzazioni che si occupano di anziani di favorire una maggiore integrazione sociale.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Il Centro di Servizio ha adottato da quest’anno uno strumento unico per il monitoraggio delle attività che raccoglie in itinere i dati quantitativi e qualitativi del progetto: - numero di persone coinvolte, - interviste effettuate, - ore volontari - azioni intraprese
49
PROGETTAZIONE SOCIALE
- scheda di ricaduta sull’associazione - andamento dei costi - nodi critici. Tale strumento viene utilizzato per i momenti di verifica in itinere con la responsabile della progettazione e sarà utilizzato per la rendicontazione al Comitato di Gestione
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Reggio Emilia, Quattro Castella, Ramiseto Comunale / COMUNI COINVOLTI:
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
2 formatori che (ad oggi) hanno svolto 20 ore di formazione
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 28.486
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 28.486
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
CTNET - RETE TELEMATICA TRA COMUNITÀ TERAPEUTICHE DELLA SARDEGNA RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
ASSOCIAZIONE CCS COORDINAMENTO DELLE COMUNITA’ OPERANTI IN SARDEGFNA PER IL RECUPERO DEI TOSSICODIPENDENTI
Coordinamento capofila
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro OBIETTIVI Obiettivo generale Migliorare l’integrazione tra le diverse comunità terapeutiche aderenti al CCS, affinché, valorizzando le specificità offerte dalle varie strutture, si favorisca una collaborazione sinergica a vantaggio dei destinatari dei servizi Valorizzare il contributo culturale, esperienziale e scientifico che le varie strutture possono offrire nel campo del recupero dalla tossicodipendenza attraverso la condivisione on-line e la diffusione via web.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO
50
Tipologia destinatari
Numero destinatari
Operatori e volontari delle comunità terapeutiche aderenti al CCS
n. d.
Operatori degli altri servizi per le tossicodipendenze, pubblici e privati
n. d.
Tossicodipendenti ed ex tossicodipendenti e le loro famiglie
n. d.
PROGETTAZIONE SOCIALE
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto ha realizzato una rete telematica per l’interconnessione delle Comunità Terapeutiche per tossicodipendenti aderenti al CCS. Ciò con lo scopo di: - consentire lo scambio tra le varie sedi in tempo reale di notizie, programmi, informazioni cliniche e esperienze in un ambiente che consenta un livello di sicurezza adeguato anche alla trasmissione di dati sensibili; - favorire la messa in comune e la valorizzazione dell’esperienza educativa e clinica degli operatori, nonché offrire un valido supporto che favorisca la realizzazione e la diffusione di studi e ricerche scientifiche sui temi della tossicodipendenza; - offrire agli utenti finali la possibilità di accedere in modo semplice alle informazioni sulle varie Comunità Terapeutiche, i loro programmi, indirizzi, contatti diretti, nonché all’utilizzo del sistema di gestione integrato degli appuntamenti.
SISTEMA DI VALUTAZIONE A 12 mesi dall’inizio del progetto, raccolta delle valutazioni delle singole Associazioni su funzionalità e utilità del progetto. La valutazione tiene conto del gradimento espresso dagli operatori tramite apposito questionario, dell’effettivo utilizzo da parte degli operatori e del gradimento da parte dell’utenza finale del sito (misurato tramite dati sulla frequentazione, sull’utilizzo delle varie sezioni, nonché dall’analisi dei dati di un questionario predisposto on-line per gli utenti del sito).
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale SARDEGNA Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
10
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 30.000
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 24.000
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€ 6.000
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
DIALOGO NEL BUIO RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Ass. Progresso Ciechi
Coorganizzatore
Ass. Sportabili
Coorganizzatore eventi collaterali
Ass. Cantare Suonando
Coorganizzatore eventi collaterali
Ass. Teatro di Bambs
Coorganizzatore eventi collaterali
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
CSV TRENTO
Coordinatore progetto
UNINE CIECHI – SEZ. TRENTO
Coorganizzatore
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Provincia Autonoma di Trento
Patrocinatore e finanziatore
Comune di Trento
Patrocinatore e finanziatore
Comune di Rovereto
Patrocinatore e fornitore servizi
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
51
PROGETTAZIONE SOCIALE
5. Altro RAI – SEGRETARIATO SOCIALE
PATROCINATORE
FONDAZIONE METALSISTEM
SPONSOR
CASSE RURALI TRENTINE
SPONSOR
TRENTINO SPA
SPONSOR
MEDIOCREDITO TRENTINO
SPONSOR
TRENTINO SERVIZI
SPONSOR
MART MUSEO ARTE
OSPITALITÀ EVENTO E SERVIZI
OBIETTIVI Obiettivo generale Sensibilizzare l’opinione pubblica e i giovani sulla realtà della disabilità con un evento che coinvolge direttamente attraverso l’inversione dei ruoli. “Vedere” l’handicap dal di dentro, viverlo in prima persona, è un’esperienza che, per quanto breve, ci cambia. Acquisire un altro metro di misura, più realistico, concreto e pratico, per guardare ad un mondo così particolare senza ipocrisia o malcelato disinteresse, ma con cognizione di causa, sapendo di cosa si parla.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Cittadini
16.000 visitatori accertati
Scuole
5.000 visitatori accertati
ATTIVITÀ REALIZZATE Dal 14 dicembre 2003 al 18 aprile 2004 L’evento è stato allestito su 800 mq del garage messo a disposizione dal MART-Museo Arte Contemporanea - Dialogo nel Buio. Allestimento di un percorso da seguire in condizione di buio totale. Un viaggio di della durata di un’ora, che attraversa ambienti diversi, dalla natura alla città, dagli spazi chiusi a quelli aperti. E che si conclude, sempre al buio, davanti al bancone di un bar. Una mostra al buio. Per imparare a veder, per capire. Da vivere con il tatto e l’udito, l’olfatto e il gusto. E con le parole di una guida speciale: un non vedente, con il quale fare una passeggiata di un’ora e un “dialogo nel buio”. Hanno collaborato: Unione Italiana Ciechi – Sezione di Trento e Associazione Progresso Ciechi - L’ARTE. L’arte è prima di tutto apertura. Ricerca di quiete ed armonia. Necessità di espressione. E’ impossibile incontrare qualcuno che sia indifferente alla bellezza: La bellezza è una ricerca costante dell’essere umano ed una grande risposta ai suoi mali. Questo è il motivo per cui è possibile riconoscere uno stretto legame tra sofferenza e creazione. Come ci insegnano millenni di storia, non esiste un’arte dei sani ed un’arte dei malati: esiste l’Arte. Hanno collaborato: Associazione Trentina Sclerosi Multipla e Centro Socio Educativo ‘Villa Igea’ di Lodi. - LO SPORT Se lo sport è in sé tensione al superamento dei propri limiti, il disabile può essere considerato lo sportivo per antonomasia. Ciò nonostante sono ancora troppo poche le persone disabili che praticano uno sport, soprattutto per la mancanza di spazi dedicati. Laddove le strutture esistono le barriere su superano. La concentrazione richiesta dallo spirito agonistico e l’eccitazione per il gesto sportivo fanno perdere la consapevolezza della limitazione e nella mente dell’atleta, per qualche istante, c’è la chiara sensazione di potersi sollevare e volare… e davvero per qualche istante egli si solleva e vola. Hanno collaborato: SportAbili ONLUS di Predazzo e Film Festival della Montagna di Trento. - IL TEATRO La musica varca tutti i confini, passa attraverso i muri, scavalca le barriere… E come la musica il teatro: linguaggio universale, rappresentazione dell’emozione del corpo o discorso del corpo emozionato, parola, suono, immagine, buio e luce. Questo spazio è un invito ad addentrarsi in una visione moderna, completa e profonda della disabilità. Hanno collaborato: Associazione Teatro di Bambs
SISTEMA DI VALUTAZIONE AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Pensato come un evento a livello provinciale, si è subito trasformato in un evento nazionale per l’alto afflusso di visitatori da tutta Italia.
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
n. d.
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO
52
Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 320.000
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 64.000
PROGETTAZIONE SOCIALE
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 150.600
Entrate proprie
€ 104.800
IL CARCERE NEL CUORE DELLA CITTÀ RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
S.V.E.P.
Promotore, capofila
Associazione P.A.Ce.
Partner
Carmen Cammi Volontari per la Caritas
Partner
Società San Vincenzo de Paoli
Partner
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione di Solidarietà La Ricerca
Partner
Conferenza regionale Volontariato Giustizia Emilia Romagna
Partner
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Casa Circondariale di Piacenza
Partner
Assessorato formazione del Comune di Piacenza
Patrocinio
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Liceo Scientifico Respighi
COLLABORAZIONE
Liceo Classico Gioia
COLLABORAZIONE
Liceo artistico Cassinari
COLLABORAZIONE
Istituto agrario Marcora
COLLABORAZIONE
Istituto magistrale Colombini
COLLABORAZIONE
Settimanale diocesano “Il Nuovo Giornale”
COLLABORAZIONE
OBIETTIVI Obiettivo generale - Creare un proficuo scambio di informazioni tra carcere e territorio per ottimizzare i servizi già esistenti e progettarne nuovi in risposta ad esigenze meglio identificate che possono ragionevolmente essere sintetizzate in alcuni capitoli principali: lavoro, casa, ascolto, animazione, formazione… - “Far incontrare” i giovani con la realtà del disagio e produrre conseguentemente un’azione di efficace prevenzione della devianza - Sensibilizzare il mondo del lavoro, stimolare un impegno maggiore nel formulare ipotesi di inserimenti lavorativi dignitosi per le persone detenute - Creare un centro di documentazione e studio che sia facilmente fruibile da volontari e operatori impegnati all’interno e all’esterno del carcere e favorire un coordinamento tra i diversi soggetti in modo da rappresentare un efficace risorsa per il Comitato per l’esecuzione penale della provincia di Piacenza Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Raccogliere le esperienze e le riflessioni dei detenuti presenti nel carcere di Piacenza, corredarle di approfondimenti scientifici su argomenti di stringente attualità quali lo studio e la sperimentazione della “mediazione penale” in ambito adulto, il nuovo codice penale… e diffonderle in città con particolare attenzione alle organizzazioni di volontariato che si occupano di disagio/devianza/prevenzione, agli enti pubblici, alle scuole, alle parrocchie, agli studenti dell’Università Cattolica, ai sindacati, alle cooperative sociali che realizzano inserimenti lavorativi di persone svantaggiate e alle organizzazioni in genere che si occupano di lavoro. Offrire uno spazio di dialogo con la Conferenza Regionale del Volontariato Giustizia cui è riservato uno spazio fisso per ogni numero del giornale. Sub-obiettivo 2: promuovere la lettura all’interno del carcere / sensibilizzare il territorio Sub-obiettivo 3: creare un percorso culturale parallelo tra detenuti “narratori” e studenti “selezionatori” degli elaborati che si concluda con un evento pubblico di restituzione condotto dagli stessi e aperto a tutta la cittadinanza piacentina
53
PROGETTAZIONE SOCIALE
Sub-obiettivo 4: creare a Piacenza un punto di consultazione di giornali del carcere, video prodotti in carcere, leggi e decreti nonché testi specialistici sulla detenzione. Questo obiettivo nasce dalla constatazione che non esiste sul nostro territorio nulla di simile, per cui le richieste di informazioni e documenti rimangono molto spesso insoddisfatte.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Volontari delle associazioni coinvolte nel progetto
n. d.
Persone detenute
n. d.
Studenti degli istituti superiori di Piacenza
n. d.
Studenti della sede piacentina dell’Università Cattolica
n. d.
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto deve essere considerato come lo sviluppo “necessario” del laboratorio di giornalismo interno al carcere coordinato e gestito da un giornalista iscritto all’Ordine dell’Emilia Romagna. Attivo già da oltre due anni, il laboratorio ha dato vita a un Premio di scrittura riservato alle persone detenute che ha coinvolto, nel lavoro di inserimento dei testi numerosi volontari e nel lavoro di selezione, 4 classi di 4 Istituti Superiori piacentini. Oggi si avverte la necessità di crescere e di interagire più profondamente con il tessuto sociale circostante. Mettere in comunicazione il carcere con il territorio significa: da un lato sensibilizzare l’opinione pubblica, creare un clima meno ostile alle persone in esecuzione penale esterna o agli ex-detenuti che si apprestano a riconquistare la libertà e, quindi, avere la possibilità di progettare percorsi di reinserimento meno traumatici; dall’altro creare occasioni di confronto e scambio di idee con i giovani in una logica di educazione al rispetto delle regole e della legalità. La città di Piacenza vede, all’interno del carcere, la presenza di un volontariato generoso impegnato in pregevolissime attività di sostegno ma privo di coordinamento e, quindi, spesso nella oggettiva difficoltà di trovare informazioni utili e di scambiare esperienze significative. D’altro canto ci pare molto significativo l’impegno di volontariato degli stessi detenuti che, nel corso di questi due anni, hanno contribuito con i loro articoli (più volte apparsi sul giornale diocesano “Il Nuovo Giornale” e sulla rivista “La Ricerca”) a sostenere la cooperativa Futura presente all’interno del carcere da oltre 10 anni, a promuovere il “Progetto Icaro” di accoglienza alle famiglie di persone detenute che non abitano a Piacenza e versano in difficoltà economiche e a sensibilizzare la città su varie tematiche sociali mettendo a disposizione le proprie esperienze di vita. Pare doveroso sottolineare l’urgenza di una informazione/formazione adeguata alla revisione del codice penale che prevede un forte impulso all’esecuzione penale esterna e, quindi, il necessario coinvolgimento del territorio. E per concludere, non è nuova la teoria che sostiene che la “sicurezza sociale” passa attraverso l’accoglienza e l’inclusione e non certo attraverso l’esclusione e la discriminazione di chi si trova in difficoltà anche per propri errori o scelte errate. Le azioni realizzate sono: 1) Giornale del carcere: sono stati pubblicati quattro numeri del giornale “Sosta Forzata”, distribuiti gratuitamente a tutte le organizzazioni di volontariato, in edicola, a tutti gli abbonati del Nuovo Giornale (abbinato alla testata diocesana) e a tutti i soggetti coi quali è stato aperto un dialogo “pubblico”. 2) “Arrestiamo un libro”: i detenuti hanno compilato una regolare domandina con alcuni titoli di libri desiderati. Tale lista dei libri è stata consegnata a due librerie cittadine che collaborano al progetto ed hanno segnalano le preferenze a eventuali clienti-donatori. Nelle due librerie aderenti all’iniziativa è stato esposto un volantino di presentazione dell’iniziativa. 3) Concorso di scrittura “Parole Oltre il muro” ed evento pubblico: alcune persone recluse hanno partecipato al concorso di scrittura “Parole Oltre il Muro”, scrivendo un racconto o una poesia a tema; i volontari hanno inserito i racconti in computer e resi anonimi, gli studenti di alcuni Istituti Superiori e dell’Università Cattolica “Scienze della Formazione” hanno selezionato i racconti finalisti tra cui la “giuria tecnica” ha scelto i vincitori. E’ stato poi organizzato un evento pubblico con la premiazione del vincitore del concorso. All’evento è intervenuta l’attrice Lella Costa. 4) Centro di Documentazione sull’esecuzione penale: presso la sede di SVEP è stato creato un punto di consultazione di giornali del carcere, video prodotti in carcere, leggi e decreti nonchè testi specialistici sulla detenzione. L’esigenza di realizzare il centro di documentazione è nato dalla constatazione che non esiste sul territorio piacentino nulla di simile, per cui le richieste di informazioni e documenti rimangono molto spesso insoddisfatte.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Sicuramente positive le azioni di sensibilizzazione legate alla pubblicazione del giornale “Sosta Forzata”, al concorso di scrittura e all’evento pubblico. La massiccia presenza di pubblico, lo spazio dedicatoci dalla stampa locale e nazionale, hanno evidentemente confermato la serietà del lavoro svolto. Si può lavorare di più e meglio nelle scuole e si può sollecitare ulteriormente la donazione di libri da parte dei cittadini di Piacenza direttamente alle persone detenute attraverso l’azione “Arrestiamo un libro” che, comunque ha permesso a una trentina di persone recluse di possedere libri nuovi e recentissimi.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale SARDEGNA Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / PIACENZA Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
54
15
PROGETTAZIONE SOCIALE
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 30.500
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 30.500
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
FIRENZE-ASMARA KM0 RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Annulliamo la Distanza
Associazione capofila, coordinamento, segreteria, organizzazione logistica, assistenza e cura dei bambini, organizzazione degli eventi collaterali e delle conferenze stampa, realizzazione e diffusione materiale di promozione delle iniziative di sensibilizzazione e informazione, rendicontazione
Associazione Arché
Assistenza ospedaliera e domiciliare dei bambini sieropositivi
Un cuore un mondo
Assistenza ospedaliera presso l’Ospedale di Massa
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
MISERICORDIA DI FIRENZE
Operatori per trasporto dei bambini
Croce Rossa Internazionale – Comitato Regionale della Toscana
Coordinamento dell’assistenza ospedaliera presso l’Ospedale di Massa
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Ospedale pediatrico Meyer
Direttore della sezione Cooperazione Internazionale e altri operatori ospedale: selezione bambini, organizzazione soggiorno ospedaliero, cure, partecipazione coordinamento progetto
Comune di Firenze – Ass. Politiche socio sanitarie
Partecipazione coordinamento, organizzazione della conferenza stampa
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Stato Eritreo – Ministero Sanità
Selezione bambini, partecipazione coordinamento
Comunità Eritrea di Firenze
MEDIAZIONE CULTURALE
Comunità Eritrea di Massa
MEDIAZIONE CULTURALE
OBIETTIVI Obiettivo generale Assistenza e accoglienza per 8 bambini eritrei che hanno usufruito di prestazioni sanitarie all’interno della nostra regione. Il progetto si proponeva di risolvere casi urgenti e non curabili sul posto, selezionati dall’Ospedale Meyer in accordo con il Ministrero della Sanità Eritreo. Il progetto si inquadra nell’ambito di un importante programma di ristrutturazione dell’Ospedale Pediatrico Mekane Hiwet di Asmara, promosso da Annulliamo la Distanza assieme ad altri enti, teso ad apportare all’Ospedale miglioramenti tecnici e strutturali, per permettere alla struttura di raggiungere progressivamente un sempre maggior grado di autosufficienza. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Creare protocolli di cura per le malattie trattate che verranno replicati dai medici eritrei presso le locali strutture ospedaliere; in questo modo, oltre ai risultati positivi ottenuti per i bambini che hanno fatto parte del progetto, si prevede che un numero molto ampio di piccoli pazienti beneficerà dell’esperienza maturata, considerando che il Mekane Hiwet, l’Ospedale Pediatrico di Asmara, effettua circa 25.000 visite e 7.000 ricoveri ogni anno Sub-obiettivo 2: Instaurare un duraturo rapporto di collaborazione tra le strutture sanitarie toscane e quelle eritree; consentire la formazione e l’aggiornamento per il personale medico e paramedico eritreo che si troverà ad operare sulle patologie trattate.
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PROGETTAZIONE SOCIALE
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Bambini provenienti dall’Eritrea, che presen- 8 tano patologie gravi risolvibili con interventi chirurgici o terapie altamente specializzate Volontari che operano nel sociale, nella cooperazione internazionale, medici, bambini, studenti e insegnanti, cittadini in genere
n. d.
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto ”Firenze Asmara Km 0” ha permesso a bambini eritrei affetti da patologie gravi di curarsi in Toscana presso l’Ospedale Meyer di Firenze e il reparto pediatrico dell’Ospedale di Massa, coinvolgendo un’ampia rete di soggetti che vanno dalle Associazioni di volontariato alle Istituzioni locali. Sono stati accolti 8 bambini e 5 accompagnatori (4 genitori più un medico), a cui si è provveduto a fornire trasferimenti nazionali e internazionali, vitto, alloggio, mediazione culturale, attività di sostegno psicologico e intrattenimento, vestiario e altro materiale utile alla permanenza del bambino e dell’accompagnatore in Italia durante il periodo di degenza e post-degenza. E’ stata creata e gestita una linea telefonica dedicata al coordinamento del progetto. Al fine di sensibilizzare il maggior numero possibile di soggetti, sono state realizzate varie iniziative di informazione e di incontro, quali: una conferenza stampa; una mostra fotografica; realizzazione e proiezione di un video documentario e relativa pubblicizzazione; una cena sociale presso la sede di Annulliamo la Distanza a cui hanno partecipato volontari, simpatizzanti, sostenitori e tutti coloro che hanno collaborato al Progetto Firenze-Asmara Km 0, inclusi i partners; uno spettacolo musicale al Teatro Puccini di Firenze; stampa e diffusione di magliette con il nome del progetto ed il logo del Cesvot; un numero del giornalino di Annulliamo la Distanza ha dedicato ampio spazio al progetto, ai risultati ottenuti e all’esperienza maturata. La valenza innovativa del progetto risiede essenzialmente nella sua capacità di sfruttare l’esperienza della cura di un numero molto limitato di soggetti, quindi con costi contenuti, per avere ampia ricaduta sull’intero sistema sanitario eritreo. Infatti nel corso del progetto sono stati creati per le malattie trattate protocolli di cura che verranno replicati dai medici eritrei presso le locali strutture ospedaliere; in questo modo, oltre ai risultati positivi ottenuti per i bambini che hanno fatto parte del progetto, si prevede che un numero molto ampio di piccoli pazienti beneficerà dell’esperienza maturata, considerando che il Mekane Hiwet, l’Ospedale Pediatrico di Asmara, effettua circa 25.000 visite e 7.000 ricoveri ogni anno. I bambini accolti al Meyer sono in gran parte sieropositivi (6 bambini su 8 curati). Grazie alla stretta collaborazione instauratasi con i medici del Meyer, per la prima volta in Eritrea ci sono oggi bambini in cura con le terapie antiretrovirali per quella che è una patologia sempre più diffusa in Africa, mentre i medici eritrei hanno acquisito competenze che attualmente permettono loro di gestire una macchina per il confezionamento in pasticche dei farmaci anti-retrovirali per i malati di HIV. Proprio in base all’esperienza maturata con il progetto e alle relazioni istituzionali instauratesi grazie ad esso, la Regione Toscana ha programmato una serie di interventi di cooperazione sanitaria nel paese, con la collaborazione del Meyer, dell’ospedale di Careggi e dell’Università di Medicina di Firenze. Medici e paramedici eritrei che hanno collaborato con i colleghi italiani potranno avvalersi in futuro del loro sostegno per organizzare a loro volta attività di formazione per il restante personale sanitario, garantendo in questo modo la continuità della formazione e la sostenibilità del progetto nel lungo periodo.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Su iniziativa del Comune di Firenze è stato istituito agli inizi del 2003 un gruppo di lavoro composto dai partner del progetto, che si è occupato di seguirne le varie fasi di sviluppo e di risolvere i problemi incontrati. L’associazione “Annulliamo la Distanza” ha redatto rapporti operativi periodici distribuiti a tutti i partners. Al termine del progetto è stato stilato un rapporto operativo allegato alla rendicontazione economica da per gli enti finanziatori. Il questionario di valutazione che si prevedeva di sottoporre agli accompagnatori dei bambini non è stato realizzato, poiché gli accompagnatori si sono detti non in grado di esprimere un giudizio scritto; ai mediatori culturali, così come ai volontari ed ai medici del Meyer, hanno tutti comunque espresso profonda riconoscenza per l’operato di ciascuno
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale TOSCANA Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Firenze, Massa Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
30
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO
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Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 79.760
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 59.760
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€ 20.000
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
PROGETTAZIONE SOCIALE
DISABILITÀ ED EUROPA: QUALI RISPOSTE? RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione FACE Reggio Emilia
Promotore
Associazione ABC Emilia Romagna
Promotore
ANFAAS Correggio
Promotore
Associazione Sostegno e Zucchero Reggio Emilia
Promotore
G.R.D Gruppo Genitori ragazzi Down Reggio Emilia
Promotore
Associazione Paraplegici
Promotore
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
ASL Reggio Emilia
Consulenza a titolo gratuto
Reggio nel Mondo – Reggio Emilia
Promotore con le odv
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Inclusion - Scotland
PARTNER ESTERO
Swedisc Disability Federation
PARTNER ESTERO
Avifes - Spagna
PARTNER ESTERO
Aspaym - Spagna
PARTNER ESTERO
Ffou - Norvegia
PARTNER ESTERO
Plymaouse Carers - GB
PARTNER ESTERO
OBIETTIVI Obiettivo generale Obiettivo generale e tema trasversale del confronto è l’Associazione come entità presente sul territorio, e, in particolare, la valorizzazione delle conoscenze e professionalità assunte da queste organizzazioni. Il progetto propone una riflessione tra associazioni europee per comprendere meglio come le organizzazioni hanno lavorato al loro interno e nelle rispettive realtà per valorizzare la conoscenza acquisita e dare voce ai loro associati (riflessione organizzativa / riflessione sulle conoscenze interne / riflessione nel contatto dell’associazione con le istituzioni / riflessione sul ruolo delle associazioni a supporto della disabilità e delle famiglie). Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: La ricerca avverrà attraverso l’incontro – scambio con queste realtà in cui anziché andare con uno schema di intervista preordinato si cercherà di farsi illustrare ciò che l’associazione stessa vive come prodotto di eccellenza. La ricerca è supervisionata da un operatore dell’Azienda Sanitaria Locale che lavora sul progetto a titolo volontario.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Famiglie e aderenti delle associazioni proponenti
100
Famiglie e aderenti delle associazioni partners europee
100
ATTIVITÀ REALIZZATE Dopo aver identificato alcune realtà significative del territorio europeo, realtà che possano aiutare le organizzazioni di volontariato del nostro territorio a ri-progettare le attività e a dare loro stimoli innovativi, il progetto di pone l’obiettivo di promuovere tra realtà diverse uno scambio di esperienza che possa proseguire anche a progetto concluso. L’obiettivo di tali azioni sono ad un tempo quello
57
PROGETTAZIONE SOCIALE
di promuovere nuove forme di sperimentazione dei soggetti disabili all’inclusione sociale, e allo stesso tempo quello di promuovere esperienze significative di relazione, per le famiglie e i soggetti inseriti nelle organizzazioni di volontariato, al di fuori dell’ambito ristretto della realtà in cui spesso sono costretti, e quindi essere essi stessi al tempo soggetti di promozione e beneficiari di inclusione sociale. Il tavolo di progettazione organizzerà tre seminari nel periodo marzo-giugno per incontrare e avviare lo scambio di buone prassi con 6 associazioni europee. Nel periodo luglio – settembre il gruppo di ricerca rielaborerà i risultati della ricerca. A dicembre sarà organizzato un convegno pubblico per riportare alla comunità reggiana i risultati della ricerca.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Il Centro di Servizio ha adottato da quest’anno uno strumento unico per il monitoraggio delle attività che raccoglie in itinere i dati quantitativi e qualitativi del progetto: • numero di persone coinvolte, • interviste effettuate, • ore volontari • azioni intraprese • scheda di ricaduta sull’associazione • andamento dei costi • nodi critici. Tale strumento viene utilizzato per i momenti di verifica in itinere con la responsabile della progettazione e sarà utilizzato per la rendicontazione al Comitato di Gestione.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Reggio Emilia, Albinea, Castelnovo ne’ Monti, Correggio Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI STABILMENTE
5 che lavorano sulla progettazione del percorso 1 consulente di ricerca.
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 35.156 + spese di viaggio (da definire)
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 35.156
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
spese di viaggio (da definire)
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
LIBERE TUTTE RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato
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Nome
Ruolo all’interno del progetto
SOCIETÀ DI SOCCORSO PUBBLICO
Soggetto capofila, coordinamento, gestione e rendicontazione progetto. Svolge le attività di sportello per la zona della Valdinievole, mette a disposizione il posti residenziali per il Centro Antiviolenza per donne con minori, contribuendo al cofinanziamento.
AGCI
Partecipa allo staff d’intervento territoriale. Azioni di promozione e di diffusione. Contribuisce al cofinanziamento con attività di segreteria
ASSOCIAZIONE SYNTHESIS
Partecipa allo staff d’intervento territoriale. Azioni di promozione e di diffusione. Contribuisce al cofinanziamento con attività di segreteria
ASSOCIAZIONE TRAME
Partecipa alle azioni di promozione e di diffusione. Collabora all’esecuzione assicurando la presenza dei Propri membri agli incontri per lo scambio di documentazione, tecnologie e buone prassi
MISERICORDIA DI PISTOIA
Partecipa allo staff d’intervento territoriale. Azioni di promozione e di diffusione. Contribuisce alla sostenibilità del progetto successiva al contributo richiesto. Collabora nell’esecuzione assicurando il supporto per Soggiorni estivi e altri servizi specialistici e alla persona
PROGETTAZIONE SOCIALE
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
COMUNE DI MONTECATINI
Partecipa allo staff d’intervento territoriale. Azioni di promozione e di diffusione. Contribuisce alla sostenibilità del progetto successiva al contributo richiesto
COMUNE DI PISTOIA
Partecipa allo staff d’intervento territoriale. Azioni di promozione e di diffusione. Contribuisce alla sostenibilità del progetto successiva al contributo richiesto
COMUNE DI QUARRATA
Partecipa allo staff d’intervento territoriale. Azioni di promozione e di diffusione. Contribuisce alla sostenibilità del progetto successiva al contributo richiesto
COMUNE DI PONTE BUGGIANESE
Partecipa allo staff d’intervento territoriale. Azioni di promozione e di diffusione. Contribuisce alla sostenibilità del progetto successiva al contributo richiesto
COMUNE DI UZZANO
Partecipa allo staff d’intervento territoriale. Azioni di promozione e di diffusione. Contribuisce alla sostenibilità del progetto successiva al contributo richiesto
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Pragma Service srl
Ideazione e progettazione esecutiva; monitoraggio, valutazione e reporting del progetto.
OBIETTIVI Obiettivo generale Rendere visibile il disagio femminile all’interno del contesto sociale. Fornire risposte tempestive che interrompano la pratica violenta. Ripristinare l’autostima e la dignità delle vittime della violenza. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Rilevare dati entità del fenomeno - Fornire risposte territoriali Sub-obiettivo 2: Organizzare i servizi in rete per rispondere efficacemente e con rapidità; Incidere diminuendo i costi indiretti delle situazioni di violenza Sub-obiettivo 3: Attivare percorsi di sostegno e di reinserimento sociale e lavorativo
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Destinatari delle attività del progetto LIBERE Servizio Sportelli delle due zone - n. 100 TUTTE sono donne che vivono situazioni di Casa Rifiugio - n. 3 donne + 1 nucleo familiare (madre con bambini) solitudine, di maltrattamenti, di abusi e di Casa di Accoglienza - n. 3 donne o nuclei familiari violenze; che hanno problemi familiari e che esprimono la volontà di intraprendere una possibile via d’uscita dalla situazione che le fa stare male.
ATTIVITÀ REALIZZATE Le attività realizzate sono le seguenti. Promozione: - E’ stato creato ed attivato in rete un Sito Web per la diffusione e la pubblicizzazione del Centro Antiviolenza e di tutte la altre iniziative collaterali: convegni, corsi di formazione, gruppi di lavoro, ecc… - comunicati mass media Un Corso di formazione per volontari, dal titolo “D.D.D. dignità, difficoltà, donna: parliamone!”, iniziato il 27 Maggio 2004 e terminato il 18 Giugno 2004, della durata di 32 ore e con la partecipazione di 25 corsiste. Il corso si è concluso positivamente creando una rete di contatti tra le partecipanti, alcune delle quali hanno dato la loro disponibilità a collaborare volontariamente al progetto, attraverso turni al centralino, giornate informative, corsi di formazione, ecc... lavoro di rete: - Costituzione Comitato Territoriale - Fin dall’apertura del Centro Antiviolenza sono stati promossi contatti e attivate collaborazioni (Lavoro di rete), con i principali Enti del territorio: Conferenze dei Sindaci, A.S.L., Consultorio Donna di Montecatini, scuole, Servizi sociali, Centri per l’impiego , Agenzie formative, ecc... Sono stati istituiti due Sportelli informativi con due centralini telefonici per fornire informazioni sui servizi offerti dal Centro e fissare colloqui di accoglienza tra le operatrici e le donne in difficoltà. Durante i colloqui vengono analizzate le singole situazioni per individuare le possibili soluzioni. Questi sportelli sono in funzione ad orari stabiliti e permettono alle donne in difficoltà, previo appuntamento, di fissare colloqui orientativi e di sostegno, coprendo l’intero territorio provinciale. Centro Residenziale di accoglienza e Casa Rifugio, azioni di sostegno e consulenza: - E’ stata predisposta la Consulenza psicologica, grazie alla collaborazione di due psicoterapeute; i colloqui sono fissati a cadenza settimanale ed hanno la durata di un ora circa. - Gruppi terapeutici - Sostegno genitoriale
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PROGETTAZIONE SOCIALE
- E’ stata attivata la Consulenza legale attraverso la collaborazione con un avvocatessa penalista. - E’ stato attivato un servizio di Consulenza e di orientamento al lavoro, in collaborazione con il “Centro per l’Impiego” territoriale, per alcune donne ospiti della struttura e non; dopo un’ attenta osservazione e valutazione delle capacità e abilità delle donne, le abbiamo sollecitate a riflettere sulle proprie potenzialità e le reali opportunità di lavoro e sulla possibilità di intraprendere dei corsi di formazione professionali. - Nel Centro Antiviolenza, è stata predisposta la Casa Rifugio, un appartamento ad indirizzo segreto, che consta di una cucina, un soggiorno, due camere matrimoniali ed un bagno; nella Casa Rifugio possono essere ospitate contemporaneamente due nuclei familiari. Inoltre disponiamo di un Centro Residenziale (struttura già attiva da oltre quattro anni), destinato al transito delle donne dirette alla Casa rifugio o indirizzate ad altri Centri, inteso come luogo di riflessione, di consolidamento e anche di distacco dalla situazione di violenza per poter più consapevolmente intraprendere il nuovo percorso. - Sono state attivate diverse azioni per la ricerca di Soluzioni abitative, in previsione di una futura autonomia, sia per le donne ospiti nel nostro centro sia per quelle che si sono rivolte al nostro sportello. monitoraggio e valutazione diffusione: - depliant / - convegno / - aggiornamento sito web / - comunicati stampa come di seguito illustrate nel diagramma di flusso. FLUSSO ATTIVITÀ DI PROGETTO
SISTEMA DI VALUTAZIONE Il monitoraggio è stato svolto da una società esterna, Pragma Service srl, mediante un auditor qualificato SICEV. L’azione è stata svolta con lo scopo di accompagnare in itinere l’implementazione del progetto e valutarne il processo, assumendo la funzione di feed-back, in maniera da rendere possibili aggiustamenti, fornire indicazioni utili per un eventuale miglioramento o riprogettazione degli interventi, nel caso in cui lo scarto fra il piano e la realizzazione sia consistente, o, comunque, se emergono elementi tali da renderla opportuna Le modalità di monitoraggio sull’andamento del progetto sono state svolte seguendo il seguente modello: - Auditing con le operatrici per la valutazione della qualità erogata - Auditing con il coordinamento per la valutazione della qualità erogata - Rilevazione della qualità percepita con gli stakeholder del progetto - Controllo e valutazione sullo stato di avanzamento delle singole fasi del progetto. La valutazione della qualità erogata e delle qualità percepita è avvenuta attraverso la verifica in loco della documentazione prodotta e mediante colloqui/interviste agli stakeholder del progetto.
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PROGETTAZIONE SOCIALE
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / PISTOIA Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Pistoia, Quarrata, Ponte Buggianese, Uzzano Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
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DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 85.700
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 59.990
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€ 25.710
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
DOMINO - LA CASA POSSIBILE RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione Arc en Ciel
Promotore - Capofila
Associazione Andare a veglia
Promotore
Associazione ANGLAT
Promotore
Mosaico di solidarietà
Promotore
Auser
Promotore
Ass. Amici di Piazza Grande
Promotore
Centro di accoglienza La Rupe
Promotore
Volontariato Vincenziano
Promotore
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
CARITAS DIOCESANA
Promotore
COOP. SOCIALE VERSO CASA
Promotore
FORUM TERZO SETTORE
Promotore
OPERA PADRE MARELLA
Promotore
SOCIETÀ DOLCE
Promotore
CNCA DELEGAZIONE PROVINCIALE
Promotore
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comune di Bologna
Promotore
Provincia di Bologna
Promotore
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Lega delle cooperative
Promotore
Rappresentanza Unitaria Sindacati
Promotore
CGIL-CISL-UIL
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PROGETTAZIONE SOCIALE
OBIETTIVI Obiettivo generale Il progetto è stato finalizzato a trovare una soluzione abitativa in tempi rapidi per persone con varie tipologie di disagio sociale, attraverso la realizzazione di una serie di micro-progetti con i quali si è cercato di individuare le possibilità di recupero a scopo abitativo di alcuni spazi abbandonati al degrado e verificare la possibilità di affiancare agli interventi tradizionali, modelli di costruzione e ristrutturazione ispirati a criteri di economia sociale Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Approfondire i bisogni prioritari e i valori culturali dei soggetti destinatari onde prospettare tipologie abitative rispettose delle loro varie identità. Sub-obiettivo 2: Allargare la rete degli organismi e dei soggetti operanti appartenenti al settore non-profit, con il coinvolgimento dei destinatari delle azioni poste in essere. Sub-obiettivo 3: Promuovere la diffusione della conoscenza e un confronto tra le varie realtà ed esperienze, anche approfondendo la legislazione vigente in Italia e all’estero.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Immigrati, persone senza fissa dimora con fragilità psichiche o sociali, soggette a dipendenze, disabili, anziani in condizioni di povertà, ex-carcerati.
n. d.
ATTIVITÀ REALIZZATE Nel corso del progetto sono state realizzate le seguenti attività: 1. Analisi e ricerca documentale: la ricerca è stata svolta nel corso di tutta l’annualità di progetto e ha consentito di raccogliere una grande quantità di materiali sito-bibliografici specifici, ora disponibili in una pagina del sito: www.domino.bo.it 2. Presentazione del progetto e creazione della rete: è stata l’azione cruciale e più complessa. Il progetto è stato favorevolmente accolto nell’ambito dell’”Associazione Intercomunale Terred’acqua” partecipando anche alle consultazioni per il Piano Sociale di Zona. 3. Restringimento del focus (azione realizzata a Crevalcore): l’idea di organizzare il concorso – workshop con studenti di architettura italiani si è dimostrata vincente sia in termini di partecipazione che di qualità della partecipazione, e ha dato esiti superiori alle aspettative. 4. Seminari: presentazione e primo incontro di attivazione della rete interistituzionale (Comune di Bologna, Regione, Provincia, e altri soggetti); realizzazione di due workshop; convegno conclusivo esterno alla progettazione che costituirà l’avvio ufficiale di un tavolo di confronto interistituzionale sul tema della casa. 5. Viaggi e visite di studio: sono state effettuate varie visite in Italia ad alcune esperienze di edilizia sociale e di coinvolgimento del Terzo Settore nell’ambito abitativo. L’équipe ha inoltre partecipato a convegni e a varie occasioni seminariali 6. Mappatura del territorio: è stato costruito un modello per osservare il territorio e per rappresentare in modo geo-referenziato la presenza di disponibilità immobiliare dismessa. Lo strumento è ancora solo dimostrativo, in attesa di un accoglimento da parte di enti pubblici e privati. 7. Attività informativa: è stato realizzato un sito di qualità ( www.domino.bo.it ), come un punto di riferimento per quanto riguarda il tema casa. Inoltre, per pubblicizzare i vari eventi sono stati prodotti, oltre a numerosi comunicati stampa, anche manifesti, volantini e la pubblicazione finale delle iniziative progettuali.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Il primo indicatore di valutazione è stato rappresentato dalla partecipazione dei volontari e dal coinvolgimento dei vari organismi alle diverse fasi operative. Un rappresentante del Centro di Servizi ha consentito sia la rilevazione che il raccordo per l’utilizzazione e la realizzazione dei vari risultati attesi e dei prodotti visibili durante e alla fine del progetto, attraverso l’utilizzo di schede di rilevazione presenze e questionari per la rilevazione dell’interesse delle pubbliche manifestazioni. La valutazione complessiva ha trovato espressione in una realtà tuttavia esterna: si è rivolto ad una società esperta nel settore dell’economia sociale fuori dai confini locali e ed è stata supportata dal contributo di esperti nella comunicazione sociale presenti nella nostra Università. I risultati parziali, legati alle prime fasi, sono stati pubblicizzati nel corso del Workshop e nel contesto dell’attività del Centro di Servizi, per mezzo di una comunicazione pubblica aperta a tutto il volontariato, Terzo Settore, gli EEPP e la cittadinanza.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / BOLOGNA Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Ass. Intercomunale “Terre d’acqua” comprendente i comuni di Crevalcore, San Giovanni in Persiceto, Anzola Emilia, Sala Bolognese, Sant’Agata Bolognese, Comune di Bologna Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
n. d.
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO
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Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 49.600
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 49.600
PROGETTAZIONE SOCIALE
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
LA CASA DEL DRAGO RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione Lupi del Monte
Supporto e promozione del progetto
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
ARCI EMPOLESE-VALDELSA
Coordinamento e cofinanziamento
CENTRO TOSCANO MUSICOTERAPIA
Consulenza specifica e diffusione dei risultati
A.R.TE.R.P. Associazione per la riabilitazione e le terapie di Recupero Psicofisico
Consulenza specifica e diffusione dei risultati
TEATRINO DEI FONDI DI SAN DOMENICO
Consulenza specifica, promozione del progetto e diffusione dei risultati
CONSULTA SALUTE MENTALE
Promozione del progetto e diffusione dei risultati
COOPERATIVA SOCIALE INTRECCI
Supporto logistico al progetto
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Ospedale Psichiatrico Giudiziario
Soggetto cofinanziatore, con ruoli di progettazione, coordinamento, supervisione, verifica e monitoraggio
Comune di Montelupo Fiorentino
Soggetto cofinanziatore con ruoli di verifica e promozione
Circondario Empolese-Valdelsa
Promozione del progetto e diffusione dei risultati
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro OBIETTIVI Obiettivo generale Il progetto è finalizzato alla costruzione di uno spazio nell’ambito del quale realizzare laboratori, incontri, eventi a carattere ricreativo, culturale e di socializzazione per e con gli internati dell’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo Fiorentino. Fra le più significative funzioni del Centro quella di creare un luogo in cui gli internati possano incontrare, in una situazione più accogliente, i loro familiari Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Realizzazione di percorsi individualizzati di riabilitazione psico-sociale per internati in Ospedale Psichiatrico Giudiziario Sub-obiettivo 2: Promozione di azioni finalizzate a far conoscere la realtà dell’OPG al territorio e viceversa e all’abbattimento dello stigma, anche facilitando l’inserimento di nuovi volontari Sub-obiettivo 3: Promozione e implementazione di una rete a sostegno del progetto
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Internati dell’OPG che hanno avuto accesso al progetto fruendo dei benefici previsti dall’Ordinamento Penitenziario per le persone sottoposte a una misura di sciurezza: (Licenze orarie, Semi-libertà,Art. 21 Ordinamento Penitenziario)
40
63
PROGETTAZIONE SOCIALE
ATTIVITÀ REALIZZATE Attraverso il progetto La Casa del Drago è stata attivata la prima sperimentazione a livello nazionale di uno spazio esterno all’OPG, funzionale all’attivazione di percorsi di “de-istituzionalizzazione” in un’ottica di psichiatria di comunità La Casa del Drago è aperta cinque giorni alla settimana in orario pomeridiano per un totale di 30 ore settimanali, estendibili, a seconda degli eventi e delle iniziative programmate. Ogni pomeriggio vengono realizzati laboratori specifici a cui partecipano circa 10 pazienti sulla base dei diversi progetti individualizzati esterni redatti dalla apposita equipe di riferimento dell’OPG. Il progetto individualizzato esterno rappresenta lo strumento metodologico principale poiché, formulato per ogni paziente sulla base di abilità e interessi, contiene gli obiettivi riabilitativi a breve-medio e lungo termine, i giorni di frequenza, le attività a cui partecipare e i tempi di verifica dei risultati raggiunti. Le attività sono distinte in 2 livelli secondo un criterio di complessità: Attività 1° livello • Attività espressive • Attività scrittura creativa • Attività di socializzazione primaria • Laboratorio “Costruzione Burattini” • Laboratorio di cineforum • Laboratorio di informatica • Laboratorio di attività psicomotoria Attività 2° livello - Attività Teatro – Compagnia del Drago - Laboratorio di piccola falegnameria e restyling - Attività di socializzazione e integrazione con il territorio (Partecipazione ad eventi e iniziative locali, contatti ed integrazione con attività di Associazioni ed Enti locali) Queste prevedono sempre anche una proiezione sul territorio locale in modo da dare visibilità e promuovere il Centro attraverso azioni quali la diffusione di piccole pubblicazioni, la partecipazione a mostre di pittura e a mercatini locali per la promozione degli oggetti realizzati nei laboratori, la presentazione di spettacoli teatrali. LO STAFF operativo per la realizzazione delle azioni specifiche presso la Casa del Drago è costituito da educatori professionali, conduttori esperti per gli specifici laboratori, volontari e tirocinanti.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Gli strumenti di monitoraggio e valutazione utilizzati al fine di valutare l’andamento del progetto in riferimento al raggiungimento degli obiettivi e dei sub-obiettivi previsti sono diversificati: 1) incontri mensili fra gli operatori del Centro e fra gli operatori e i referenti dell’Istituto 2) incontri settimanali di verifica degli operatori con i vari gruppi di internati frequentatori del Centro 3) incontri trimestrali con le Associazioni e i soggetti partners del progetto Gli indicatori di verifica sono stati quantitativi e qualitativi e in particolare: - le ore di apertura settimanali della Casa del Drago - il numero complessivo degli internati frequentatori delle attività - il numero di laboratori attivati - il numero delle Associazioni coinvolte - il numero dei familiari coinvolti La procedura adottata è stata la registrazione sistematica e giornaliera dei dati e l’elaborazione finale nei tempi della verifica finale. Per quanto attiene l’andamento dei percorsi individualizzati dei singoli internati che partecipano alle attività, il monitoraggio e le verifica vengono effettati nell’ambito del lavoro della specifica equipe di riferimento alla presenza di un operatore del Centro.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale / Comune di Montelupo Fiorentino
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
6
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO
64
Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 75.000
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 60.000
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 15.000
PROGETTAZIONE SOCIALE
IMMIGRAZIONE ASILO E CITTADINANZA RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Coordinamento Pace e Solidarietà
Promotore
Associazione Mwasi
Promotore
AIPP Associazione immigrati di Parma e provincia
Promotore
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
UFFICO IMMIGRATI CGIL PARMA
Promotore
ANOLF CISL
Promotore
GVC GRUPPO VOLONTARIATO CIVILE
Promotore
ICS CONSORZIO ITALIANO DI SOLIDARIETÀ
Promotore
ASGI ASSOCIAZIONE STUDI GIURIDICI IMMIGRAZIONE
Collaborazione scientifica
ASSOCIAZIONE MANI
Aderente
ASSOCIAZIONE VAGAMONDE
Aderente
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Provincia di Parma
Collaborazione
24 Comune della provincia
Collaborazione
ASL di parma
Collaborazione
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Centro Territoriale per l’educazione permanente degli adulti di San Secondo
COLLABORAZIONE
Caritas Diocesana di Parma e Fidenza
COLLABORAZIONE
Amnesty International di Parma e Fidenza
COLLABORAZIONE
OBIETTIVI Obiettivo generale Avvicinare gli immigrati al diritto. Per pretendere il rispetto delle regole su cui si basa la convivenza civile di una comunità è necessario lavorare affinché le stesse regole siano conosciute da tutti. Una piena integrazione, il senso di appartenenza ad una comunità che accoglie, passa anche dalla conoscenza delle regole e dalla possibilità per tutti di pretenderne una corretta applicazione. Si rende necessario quindi fornire servizi informativi e di orientamento legale atti a rendere l’immigrato consapevole dei propri diritti, doveri e responsabilità civili, mettendolo in condizione di poterli attuare. Promuovere la creazione di una rete di competenze giuridiche sul tema immigrazione asilo e cittadinanza estesa al territorio provinciale. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Formazione di un centro di competenze costituito da un gruppo di avvocati ed operatori del diritto in genere, esperti nella legislazione relativa alla posizione dello straniero sul territorio italiano e suo collegamento con realtà, locali e non, che operano nel campo dell’immigrazione. Sub-obiettivo 2: Formare e individuare negli ambiti locali figure professionali in grado di fornire consulenze specialistiche Sub-obiettivo 3: Creazione di un centro di documentazione e di raccolta del materiale riguardante le tematiche del progetto: bibliografia, giurisprudenza, dottrina, modulistica, riviste, ecc.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Cittadini stranieri immigrati residenti a Parma e Provincia
25.000
Richiedenti asilo/titolari di protezione umanitaria/rifugiati
300
65
PROGETTAZIONE SOCIALE
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto ha preso avvio nel marzo del 1999 e si è concluso nel 2003. Nel 2000 sono stati organizzati tre seminari di studio e formazione con il patrocinio dell’Università e dell’Ordine degli Avvocati. I seminari, curati dall’ASGI, hanno visto la partecipazione di oltre 90 tra avvocati e operatori del settore provenienti anche da alcune province vicine. La buona riuscita dei seminari ha fatto sì che si creassero le condizioni per un positivo e concreto interessamento nei confronti delle finalità del progetto di un numeroso gruppo di avvocati ed operatori (inizialmente circa venti persone). Sono stati tenuti incontri periodici di approfondimento e di confronto. Ciò ha permesso il progressivo consolidamento del gruppo e l’individuazione di percorsi comuni di risposta ed intervento rispetto a problematiche concrete. Attraverso la ripartizione di compiti in gruppi di lavoro si è proceduto alla sistemazione del materiale di documentazione raccolto ed all’organizzazione di quattro incontri di informazione per immigrati. Questi incontri, aperti alla partecipazione delle comunità di immigrati presenti sul territorio e degli operatori di enti e associazioni impegnate in servizi rivolti ad extracomunitari, sono stati tenuti da esperti in materie giuridiche con l’intervento di responsabili di servizi pubblici destinati anche agli immigrati. Hanno avuto un taglio divulgativo-informativo relativamente a temi che investono direttamente la vita quotidiana degli immigrati (il lavoro, la famiglia, la circolazione automobilistica, il soggiorno). Il percorso brevemente esposto ha permesso l’individuazione di un pool di legali affiatati e in sintonia con lo spirito e le finalità del progetto, l’attivazione di un servizio di consulenza giuridica e la sua strutturazione, l’affermarsi di un interlocutore autorevole nei confronti dei soggetti cui è affidata l’applicazione delle leggi che regolano il soggiorno degli stranieri (in particolare Questura e Prefettura). Nel frattempo le associazioni promotrici hanno maturato l’esigenza di dare vita ad un coordinamento stabile e di aprire una sede nella quale organizzare attività e servizi. È nato quindi, nel gennaio del 2001, il CIAC (Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione internazionale) cui hanno aderito inizialmente: Associazione Immigrati Parma e Provincia, ANOLF-CISL, Ufficio ImmigratiCGIL, Coordinamento pace e solidarietà, Associazione Mwasi, Consorzio Italiano di solidarietà, Gruppo Volontariato Civile. Nel 2001 il CIAC è stato impegnato nella realizzazione di un progetto cui hanno aderito Provincia di Parma, Comuni di Collecchio, Montechiarugolo, Traversetolo, Sala Baganza, Felino, Langhirano per l’attivazione di un servizio di orientamento e consulenza legale ai cittadini stranieri. Nel 2002 il progetto si salda con il progetto europeo “Rete italiana per il supporto e la riabilitazione delle vittime di tortura” (2002 – 2003) cui partecipano CIAC, Comune di Sala Baganza, Provincia di Parma, Azienda USL, oltreché numerose associazioni ed istituti italiani. Già nel 2002 il progetto “Accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati in stato di necessità” si realizza anche a Langhirano. Negli anni 2003 – 2004 CIAC è stato partner dell’ Assessorato Servizi sociali e Sanità nel progetto “Osservatorio sulle discriminazioni”. Nel 2003 il progetto si estende anche ai comuni della bassa parmense con San Secondo come comune capofila, anche in questo caso portando all’apertura in ogni comune di sportelli rivolti agli stranieri. Nel 2004 l’accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati si estende anche ai comuni della bassa parmense. CIAC con il comune di Fidenza a capofila di 24 comuni partecipa al bando ANCI per progetti rivolti a richiedenti asilo e rifugiati con il progetto “Terra d’asilo” che nella graduatoria dei progetti approvati si colloca al primo posto in ambito nazionale. Nel 2005 CIAC è impegnato con l’ Assessorato Provinciale alle politiche per il lavoro - Centri per l’impiego in un progetto di facilitazione nell’accesso al lavoro (il titolo del progetto era, ancora, “Immigrazione, asilo e cittadinanza”). Nel 2005 vengono nuovamente presentati ed approvati i progetti di CIAC: al progetto “Immigrazione asilo e cittadinanza-rete sportelli” partecipano 26 comuni del Parmense; al progetto “Terra d’asilo”, per l’accoglienza e l’integrazione di richiedenti asilo e rifugiati, partecipano 27 comuni del Parmense. Tale progettazione è parte integrante dei piani di zona di due distretti: quello di Langhirano e quello di Fidenza, coinvolgendo tutti i comuni che ne fanno parte. Il Ciac attualmente - in virtù delle esperienze e delle competenze - maturate è un soggetto riconosciuto sul territorio e può contare: - una convenzione con la Provincia di Parma e 24 Comuni per l’apertura e la co-gestione di altrettanti sportelli di orientamento legale per stranieri (gestendo circa 2500 pratiche l’anno). - un’altra convenzione con la Provincia di Parma e 28 comuni per attuare il programma accoglienza e sostegno ai rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria (gestendo circa 150 pratiche anno). - altre convenzioni con i centri per l’impiego e la gestione di case d’accoglienza per 50 posti La mole di lavoro che queste iniziative comportano hanno creato i presupposti per l’attivazione di 9 posti di lavoro, metà dei quali coperti da immigrati. Il CIAC oggi è una realtà molto attiva, animata quotidianamente dalla presenza di un numero di volontari che cresce di anno in anno.
SISTEMA DI VALUTAZIONE I soggetti coinvolti sono, in diversi modi e tempi: la rete coinvolta nel Progetto (promotori, destinatari; il coordinatore del CSV, il Comitato Esecutivo (consiglio direttivo). Obiettivi della valutazione sono: - permettere alle organizzazioni coinvolte nel progetto - soggetti beneficiari dell’intervento di supporto da parte del CSV – al Comitato Esecutivo ed alla struttura operativa del Centro di servizio di disporre di dati ed informazioni condivisi relativi a: lo svolgimento delle attività; l’avanzamento rispetto agli obiettivi, i risultati ed i prodotti previsti dal progetto; le modalità di erogazione e la partecipazione delle organizzazioni stesse al progetto; - favorire attraverso questi dati e informazioni la possibilità per le stesse organizzazioni di poter costantemente monitorare: la rispondenza e coerenza dello sviluppo progettuale alle motivazioni e finalità iniziali, l’emergere di elementi innovativi rispetto al percorso progettuale ipotizzato, l’insorgere di elementi di criticità che impediscono o ostacolano l’avanzamento del progetto; - facilitare il tra i soggetti direttamente coinvolti nel progetto il confronto e l’assunzione di decisioni rispetto alla necessità di modificare o riformulare il percorso progettuale, in base agli elementi conoscitivi raccolti e condivisi. Sono previste tre fasi di valutazione: a) ex ante Si segnalano gli elementi più significativi, relativi alla rilevanza del bisogno ed al processo di progettazione, che hanno guidato le organizzazioni ed il CSV nel percorso di coprogettazione: - la problematica sociale sulla quale si intende intervenire tramite il progetto - l’analisi dei bisogni e la definizione degli interventi è avvenuta attraverso modalità che hanno cercato di raggiungere e coinvolgere il maggior numero di gruppi, organizzazioni e volontari attivi in città sui temi dell’accoglienza; a tal fine sono stati realizzati vari incontri presso il CSV che hanno portato alla definizione e valutazione del progetto, che risulta essere espressione di una pluralità di realtà ed esperienze; - le risorse umane ed economiche sono valutate adeguate rispetto all’articolazione delle azioni che si intende realizzare. b) in itinere/finale Oggetto di indagine: la partecipazione; il processo; la ricaduta sulle associazioni; la ricaduta sugli utenti finali; l’impatto sulle istituzioni.
66
PROGETTAZIONE SOCIALE
Gli strumenti: - momenti di analisi e confronto tra le realtà coinvolte, avvalendosi di un tecnico esperto in materia di valutazione messo a disposizione dal CSV; - somministrazione ed elaborazione di questionari; - un numero significativo di interviste qualitative ai soggetti promotori e coinvolti (questionari, colloqui etc.) c) ex post - condivisione con tutti i partecipanti al progetto - definizione delle modalità e degli strumenti di valutazione - rilevazione ed analisi dei dati che le associazioni impegnate nel progetto si impegnano a realizzare anche ad annualità ultimata. Gli strumenti: - momenti di concertazione tra le realtà coinvolte - somministrazione ed elaborazione di questionari - colloqui formali ed informali con i referenti delle organizzazioni coinvolte. Indicatori utilizzati: n. partecipanti ai seminari formativi n. consulenze giuridiche realizzate n. contatti sportelli attivati rapporti con enti pubblici rapporti con Istituzioni (questura, prefettura)
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / PARMA Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
20
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 45.600
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 34.600
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€ 6.000
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 5.000
MENSA “OZANAM” RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
San Vincenzo de’ Paoli
Gestione quotidiana della mensa
ANDOS – Ass. Naz. Donne operate al seno - Rovigo
Collaborazione nella gestione
Arcisolidarietà
Ospitalità notturna degli utenti
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
CARITAS DIOCESANA
Collaborazione nella verifica e valutazione
COOP. SOCIALE PROGETTO 81
Promozione e diffusione del progetto e supporto nella fase di avvio
COOP. SOCIALE PORTO ALEGRE
Promozione e diffusione del progetto e collaborazione effettiva nella fase di avvio del
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comune di Rovigo- Servizi alla persona
Promozione, diffusione e valutazione del progetto e messa a disposizione di risorse economiche finalizzate all’avvio della mensa
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
67
PROGETTAZIONE SOCIALE
5. Altro OBIETTIVI Obiettivo generale Istituire un servizio di mensa serale rivolto alle persone in condizione di povertà estrema, anche senza dimora. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Con l’occasione del pasto, fornire alle persone indigenti un’opportunità di socializzazione e di contatto con i servizi socio-sanitari istituzionali
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Persone in condizioni di povertà estrema o senza fissa dimora
40 al giorno
ATTIVITÀ REALIZZATE Nella sua fase iniziale il progetto ha visto la ristrutturazione di alcuni locali presso l’istituto “Don Giovanni Bosco” di Rovigo dai quali è stato ricavato uno spazio attrezzato per una mensa in grado di ospitare contemporaneamente circa 20 persone. Sistemati i locali è iniziato il servizio di somministrazione, a persone in stato di disagio economico e talvolta anche senza fissa dimora, di panini caldi, bevande calde, alimenti confezionati non deperibili di uso corrente e pasti caldi prodotti e confezionati in mono-porzioni. Il servizio è svolto da circa 23 volontari che garantiscono l’apertura per sei giorni settimanali, dal lunedì al sabato, in orario serale dalle ore 18.00 alle ore 21.00. La riuscita del progetto è testimoniata sia dall’elevato numero degli utenti, oltre 300, che dei pasti somministrati, oltre 10.000, sia dalla collaborazione creata attorno all’associazione promotrice e all’adesione di nuovi volontari. Un ulteriore elemento di qualità è rappresentato dalla socializzazione che si crea tra gli ospiti e tra ospiti e volontari negli orari di apertura della mensa.
SISTEMA DI VALUTAZIONE La valutazione finale si è basata oltre che sull’afflusso di persone realmente bisognose del servizio (numero e tipologia di utenti, provenienza territoriale, varietà dei bisogni espressi) anche sul grado di soddisfazione espresso dalle medesime. Inoltre è stato valutato il coinvolgimento del territorio, non soltanto in termini di volontari ma anche in termini di sostegno morale e materiale all’iniziativa. A questo scopo sono state adottate le modalità ritenute più opportune mano a mano che il servizio ha superato la fase sperimentale, con l’obiettivo finale di reinserire gli utenti che si sono rivolti alla mensa nella rete più complessa dei servizi territoriali, al fine di un loro totale recupero.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Rovigo, Comuni della cintura di Rovigo Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
23
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 47.611,44
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 15.000
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€ 10.011,44
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 6.000 (contributo del Comune di Rovigo) € 5.500 (contributi di enti e associazioni) € 11.100 (offerte di soggetti privati)
VERSO LA CASA DELLE CULTURE RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato
68
Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione Donne nel Mondo
Con il supporto del Centro Servizi Volontariato, promuove e indirizza l’attiva partecipazione delle Associazioni degli stranieri immigrati alla vita pubblica locale;
PROGETTAZIONE SOCIALE
promuove le capacità dell’associazionismo degli stranieri di trasmettere le proprie culture e di farle conoscere anche alla popolazione locale; svolge un ruolo di supporto per lo sviluppo delle capacità progettuali delle singole associazioni straniere Circolo culturale multietnico Milinda
Con il supporto del Centro Servizi Volontariato, promuove e indirizza l’attiva partecipazione delle Associazioni degli stranieri immigrati alla vita pubblica locale; promuove le capacità dell’associazionismo degli stranieri di trasmettere le proprie culture e di farle conoscere anche alla popolazione locale; svolge un ruolo di supporto per lo sviluppo delle capacità progettuali delle singole associazioni straniere.
Arci Nuova Associazione
Garantisce la crescita delle associazioni straniere attraverso la sua presenza continuativa; si fa garante del progetto e della Casa delle Culture rispetto al quartiere San Faustino.
AVPA - Croce Blu, Modena
Garantisce la crescita delle associazioni straniere attraverso la sua presenza continuativa; si fa garante del progetto e della Casa delle Culture rispetto al quartiere San Faustino.
Associazione Differenza Maternità, Modena
Aderisce al progetto, ne condivide gli obiettivi; contribuisce alla sua realizzazione
Associazione Gruppo Donne e Giustizia, Modena
Aderisce al progetto, ne condivide gli obiettivi; contribuisce alla sua realizzazione
Casa per la Pace
Aderisce al progetto, ne condivide gli obiettivi; contribuisce alla sua realizzazione
Unione Donne in Italia (UDI), Modena
Aderisce al progetto, ne condivide gli obiettivi; contribuisce alla sua realizzazione
Unione Donne Migranti per la Pace
Aderisce al progetto, ne condivide gli obiettivi; contribuisce alla sua realizzazione
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione Ghanese; Associazione Egiziana; Associazione Culturale del Marocco; Comunità Ortodossa di Modena; Unione Cattolica Africana; Centro Lavoratori Stranieri CGIL; Associazione Lavoratori Commercianti del Marocco; Arfa; Associazione Culturale Democratica Iraniana a Modena;
Con il supporto del Centro Servizi Volontariato, promuovono e indirizzano l’attiva partecipazione delle Associazioni degli stranieri immigrati alla vita pubblica locale; promuovono le capacità dell’associazionismo degli stranieri di trasmettere le proprie culture e di farle conoscere anche alla popolazione locale; svolgono un ruolo di supporto per lo sviluppo delle capacità progettuali delle singole associazioni straniere
Associzione Culturale Integra; Associazione DAWA; Associazione Nord Africa; Associazione Ucraina Kievskaya Rus;
Aderiscono al progetto, ne condividono gli obiettivi; contribuiscono alla sua realizzazione
ACLI, Caritas Diocesana
Garantiscono la crescita delle associazioni straniere attraverso la loro presenza continuativa; si fanno garanti del progetto e della Casa delle Culture rispetto al quartiere San Faustino.
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comune di Modena
Sostiene la realizzazione della Casa delle Culture sia con la concessione in uso di un immobile e la sua ristrutturazione sia con le proprie competenze specifiche, comprese quelle del Centro Stranieri, nonché per le idonee iniziative di promozione
Provincia di Modena
Sostiene la realizzazione della Casa delle Culture sia con proprie risorse, quando disponibili, sia attivandosi per il reperimento dei finanziamenti necessari, nonché per le idonee iniziative di promozione.
Circoscrizione n.4 di Modena
Collabora all’iniziativa, la sostiene e la valorizza.
Consulta comunale dei Cittadini Stranieri Modena
Collabora all’iniziativa, la sostiene e la valorizza
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
Ha finanziato per una somma di � 100.000 nell’anno 2005 il progetto di arredamento della casa
5. Altro Polisportiva San Faustino
COLLABORA ALL’INIZIATIVA METTENDO A DISPOSIZIONE DELLE ASSOCIAZIONI DEL PROGETTO I PROPRI LOCALI PER I PERIODICI INCONTRI DEL PERCORSO FORMATIVO
69
PROGETTAZIONE SOCIALE
OBIETTIVI Obiettivo generale Verso la Casa delle Culture è un progetto di supporto al progetto, complesso e innovativo, denominato Casa delle Culture. L’obiettivo principale è quello di rafforzare le competenze progettuali e gestionali delle associazioni dell’Associazione “Casa delle Culture” e parallelamente creare condivisione sul progetto con la cittadinanza modenese
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Il Consiglio di gestione dell’Associazione Casa 26 componenti delle Culture I volontari delle associazioni dell’ Associazione Casa delle Culture
260 componenti circa
Enti e istituzioni
4 istituzioni; 2 enti
Centri interculturali; case di associazioni
6 centri interculturali e di associazioni
Gli abitanti italiani e stranieri del Quartiere San Faustino e della città
Di difficile quantificazione
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto Verso la Casa delle Culture è un progetto servizio del progetto, ma ormai dell’Associazione, “Casa delle Culture”. Dal 2001 il CSV ha messo disposizione delle associazioni della Casa delle Culture le sue risorse di coordinamento, formazione e documentazione, facendo propri le macrofinalità della Casa delle Culture, ossia: definire una nuova forma associativa e una specifica struttura che, da un lato, rinforzino e diano maggiori capacità progettuali alle singole organizzazioni etniche e dall’altro, fungano da momento e spazio di aggregazione comune, riconoscibile e socialmente connotato come “incubatore” di idee e progetti. Un’associazione e un luogo insomma, in cui si possa produrre “cultura”, intesa sia come nuova cultura della multietnicità, sia come cultura di appartenenza a valori e tradizioni dei diversi Paesi di origine. 1.1.1 PERCORSO FORMATIVO DI ACCOMPAGNAMENTO Contenuto L’azione è stata realizzata in anticipo rispetto ai tempi programmati dal progetto. La decisione è stata presa di comune accordo tra la formatrice e il Consiglio di Gestione dell’Associazione Casa delle Culture dopo la costituzione formale dell’Associazione Casa delle Culture e l’elezione degli organismi dell’Associazione stessa. Il percorso ha consentito di sperimentare prassi di lavoro di équipe, di rafforzare le competenze progettuali delle associazioni, le competenze gestionali in vista dell’apertura della Casa delle Culture e ha consentito la costituzione formale dell’Associazione di secondo livello denominata, appunto, Casa delle Culture. 1.1.2 MATERIALE DI DOCUMENTAZIONE DEL PERCORSO DI FORMAZIONE Contenuto La documentazione, dettagliatissima, degli incontri del percorso di formazione ha creato uno strumento di documentazione che potrà essere utile alle associazioni di volontariato in generale e a quelle che si occupano di intercultura (regionali e nazionali) in particolare. 1.1.3 PERCORSO DI AUTOFORMAZIONE/COLLABORAZIONE CON CENTRI INTERCULTURALI E CASE DI ASSOCIAZIONI SIMILARI ALLA CASA DELLE CULTURE Contenuto L’azione è stata realizzata attraverso visite presso centri interculturali e case di associazioni. L’obiettivo in particolare si è attuato attraverso un corso (La rete dei Centri Interculturali in-formazione) patrocinato dall’Assessorato alle Politiche Sociali della Regione Emilia Romagna. Il corso si è sviluppato in 6 incontri di 4 ore ciascuno presso i centri interculturali/case di associazioni di Bologna (Zonarelli); Imola (Trame di Terra); Rimini (Casa dell’Intercultura); Parma (Rose e Pane); Ferrara; Reggio Emilia (Mondinsieme). 1.1.4 COLLABORAZIONE CON LA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLE CULTURE DELL’UNIVERSITÀ DI MODENA Contenuto In questa fase la collaborazione si è manifestata attraverso la partecipazione di laureandi della facoltà (in qualità di uditori) al corso di formazione; ed inoltre con un accreditamento presso il “Centro Studi sulle Culture della Pace e della Sostenibilità dell’ Università di Modena e Reggio Emilia”, presso il Dipartimento di Scienze del Linguaggio e della Cultura e il suo direttore, Claudio Baraldi. 1.2 AZIONI NON PROGRAMMATE E REALIZZATE 1.2.1 ELABORAZIONE DEL MANIFESTO CASA DELLE CULTURE Contenuto L’azione non programmata nasce dalla volontà di condivisione del progetto da parte di tutte le Associazioni della Casa delle Culture e dall’esigenza, sentita da alcune associazioni, di superamento del vecchio volantino di presentazione. Il manifesto è stato elaborato da un gruppo ad hoc, rivisto dal Comitato Esecutivo, rivisto, discusso e approvato infine dal Consiglio di Gestione. Ha contribuito all’azione anche il coordinatore di progetto 1.2.2 ELEZIONE ORGANISMI DELL’ASSOCIAZIONE CASA DELLE CULTURE. Contenuto L’elezione degli organismi dell’Associazione da parte del Consiglio di Gestione si è resa necessaria per una serie di motivi: 1. per responsabilizzare ulteriormente le associazioni fondatrici tramite l’assegnazione di incarichi e compiti formalizzati; 2. per creare organismi ben definiti tali da favorire ancora di più l’incontro e la collaborazione con le istituzioni del territorio; 3. per razionalizzare le attività dell’Associazione; 4. per rendere trasparente la richiesta e la raccolta fondi; 5. per poter accedere alla nuova Consulta Provinciale dell’Immigrazione. 1.2.3 Richiesta fondi alla Fondazione Casse di Risparmio di Modena per gli arredi Contenuto L’azione, propedeutica all’inaugurazione, ha sfruttato il lavoro del gruppo – arredi (giugno/ottobre 2004) e di un’équipe formata dal Presidente, da due consiglieri dell’associazione e dal coordinatore di progetto per preparare la corposa documentazione (e le integrazioni) richiesta dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Il lavoro dell’équipe, condiviso dal Consiglio di Gestione, è stato premiato con lo stanziamento di 100.000 per gli arredi e le attrezzature tecnologiche e di ristoro della Casa delle Culture. 1.2.4 ISCRIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE NELL’ALBO COMUNALE DELLE ASSOCIAZIONI Contenuto L’azione, non prevista, si è resa necessaria a causa delle integrazioni documentali richieste dalla Fondazione Casse di Risparmio di Modena. Come è noto la natura composita dell’Associazione di secondo livello Casa delle Culture ha impedito sia l’iscrizione all’albo provinciale delle associazioni di volontariato sia a quello di promozione sociale.
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PROGETTAZIONE SOCIALE
1.3 AZIONI PROGRAMMATE E IN FASE DI REALIZZAZIONE 1.3.1 INAUGURAZIONE Contenuto L’inaugurazione della Casa delle Culture rappresenta l’inizio di quel processo di condivisione del progetto (come obiettivi e finalità) e della Casa (come spazio fisico di incontro) con la cittadinanza del quartiere San Faustino e modenese in generale. È stato costituito un gruppo ad hoc denominato gruppo – inaugurazione che da maggio in poi si è via via rapportato sia al Comitato Esecutivo sia al Consiglio. Il Gruppo ha anche elaborato una decina di possibili progetti della Casa delle Culture per il biennio 2006 – 2007. Riportiamo qui i titoli: a. corso di formazione per gli insegnanti sull’idea della nascita; b. elaborazione di un cd e di un cd – rom per bambini <>; c. conoscenza e promozione delle singole Associazioni della Casa delle Culture; d. conoscenza dell’ “altro” visto dagli italiani; e. storia della Casa delle Culture; f. promozione di una società interculturale attraverso la conoscenza delle attività e delle Associazioni della Casa delle Culture; g. i giochi degli altri; h. laboratori trimestrali per bambini; i. formazione autodidatta; j. contributo alla creazione dell’Archivio Nazione sull’Immigrazione; k. Microprogetti di sviluppo e di cooperazione tra le associazioni e gli Stati di appartenenza; l. Semantica della vita quotidiana; m. Corso di formazione per le nuove associazioni. Il gruppo, poi, oltre a fissare, col contributo del Comitato Esecutivo e del Consiglio di Gestione, il calendario definitivo della due giorni di inaugurazione (20 e 21 maggio 2006), ha contribuito a costituire e a nominare i coordinatori di gruppi di lavoro su specifici aspetti dell’inaugurazione. 1.3.2 RISTRUTTURAZIONE COMPLETA SITO INTERNET Contenuto Il nuovo sito della Casa delle Culture (www.casadelleculturedimodena.org) dovrà assolvere a due funzioni molto generali: a) informare, dare notizie, visibilità, pubblicità alla Casa; b) creare uno spazio virtuale, speculare a quello fisico della Casa, in cui sia possibile non solo il reperimento di informazione (materiali, date, attività…), ma anche – in prospettiva – la nascita di una comunità di utenti in grado di partecipare alla vita di quel luogo. 1.3.3. COSTITUZIONE DI UN COORDINAMENTO CASA DELLE CULTURE Contenuto L’azione è tesa a coinvolgere formalmente Enti (Ex – Provveditorato agli Studi, Polisportiva San Faustino), Istituzioni (Comune, Provincia, Circoscrizione) e CSV che per disposizioni normative non possono essere organici all’Associazione Casa delle Culture. Lo statuto del coordinamento, approvato dal Consiglio di Gestione ed elaborato dal Comitato Esecutivo, entrerà in funzione non appena verrà stipulata la Convenzione (cfr. azioni non programmate e in fase di realizzazione; punto 1.4.2) tra Comune, Provincia e Centro Servizi Volontariato. Collaborazioni interne L’azione è condivisa con la responsabile dell’Area Progettazione e la Direttrice del CSV. 1.4 AZIONI NON PROGRAMMATE E IN FASE DI REALIZZAZIONE 1.4.1 PARTECIPAZIONE DEL COORDINATORE DI PROGETTO AI LAVORI DEL CONSIGLIO DI GESTIONE Contenuto L’azione, non prevista, è stata espressamente richiesta al coordinatore dal Consiglio di Gestione. Il Consiglio medesimo si è affidato al coordinatore di progetto per: a) organizzazione logistico – materiale del Consiglio; b) documentazione dei lavori; c) comunicazione dei lavori e delle decisioni dei vari Consigli ai consiglieri medesimi; d) elaborazione dell’ordine del giorno con il Presidente dell’Associazione e/o col Comitato Esecutivo; 1.4.2 PARTECIPAZIONE DEL COORDINATORE DI PROGETTO AI LAVORI DEL COMITATO ESECUTIVO Contenuto L’azione, non prevista, è stata espressamente richiesta al coordinatore dai consiglieri del Comitato Esecutivo dell’Associazione. Il Comitato medesimo si è affidato al coordinatore di progetto per: a) organizzazione logistico – materiale del Consiglio; b) partecipazione effettiva ai lavori del Comitato in qualità di Consigliere informale/consulente; c) elaborazione dell’ordine del giorno del Comitato Esecutivo con il Presidente dell’Associazione. 1.4.3 CONVENZIONE Contenuto L’Amministrazione Comunale e Provinciale di Modena, il CSV di Modena e la Casa delle Culture di Modena ritengono necessario individuare e sostenere percorsi di integrazione in grado di costruire, anche nella società multietnica e multiculturale che si sta sempre più sviluppando in Italia, un alto livello della qualità della vita per tutti. Considerano pertanto la Casa delle Culture un valido strumento per attuare politiche d’integrazione perché da un lato, agevola la conoscenza e la comprensione reciproca fra le diverse culture e dall’altro favorisce l’attivazione, anche attraverso il coinvolgimento degli immigrati, di politiche più corrispondenti ai bisogni reali degli immigrati stessi e della collettività. 1.4.4 CORSO DI FORMAZIONE PER AGGIORNATORI DEL SITO DELLA CASA DELLE CULTURE Contenuto Il corso, tenuto dai costruttori del nuovo sito ufficiale della Casa delle Culture, renderà autonoma l’Associazione Casa delle Culture per quanto concerne l’aggiornamento del sito. Il corso per due volontari prevede 4 incontri di tre ore ciascuno per un totale di 12 ore di formazione. 1.4.5 PARTECIPAZIONE ALL’XI INCONTRO CRISTIANO-MUSSULMANO Contenuto La proposta degli organizzatori si propone di presentare la Casa delle Culture come laboratorio di convivenza fra diversi credi religiosi. La partecipazione è stata discussa e approvata dal Comitato Esecutivo che vede nella discussione con i relatori del Convegno anche un momento di formazione. La decisione del Comitato dovrà ottenere l’approvazione del Consiglio di Gestione. 1.4.6 ELABORAZIONE DEL REGOLAMENTO INTERNO DELLA CASA DELLE CULTURE Contenuto L’azione, non prevista tra le azioni del Progetto Verso la Casa delle Culture 2005, è stata favorita dal rinvio dell’apertura della Casa e resasi necessaria, come ulteriore momento di responsabilizzazione, dopo l’elezione degli organismi costituenti dell’Associazione.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Il percorso valutativo ha coinvolto i seguenti soggetti che hanno avuto ciascuno compiti specifici: • Gruppo di coordinamento (Coordinatore progetto CSV, facilitatrice del gruppo, associazioni della rete): verifica in itinere sull’andamento del progetto sulla base degli obiettivi e dei tempi prefissati; valutazione annuale tramite somministrazione alle associazioni di un questionario; • Coordinatore di progetto: report trimestrali sulle attività svolte, le risorse impiegate, i soggetti coinvolti, report finale; incontri periodici con l’Area Progettazione • Consiglio Direttivo CSV: verifica periodica • Interviste telefoniche alle associazioni di volontariato presenti nell’associazione Casa delle Culture, a cura dell’IRESS.
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PROGETTAZIONE SOCIALE
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / PROVINCIA DI MODENA Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
Circa 50 volontari
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
circa € 530.000
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 18.000 (per azioni 2005) + € 13.100 (per azioni finanziate per il 2004 e in corso di realizzazione nel 2005)
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
nessuna quota
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
circa € 400.000 sostenuti dal Comune di Modena per la ristrutturazione del cascinale destinato alla Casa delle Culture. € 100.000 erogati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena per gli arredi
GIOVANI ALL’ARREMBAGGIO RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
MODENA: Amnesty international, Anffas Modena, Gruppo donne e giustizia, Auser, Avis, Avo, Avpa, Bambini nel deserto, Ceis, Cesav, Protezione civile, Amici del cuore, Gruppo volontari crocetta, Insieme a noi, Lega per la difesa ecologica, Associazione Porta Aperta – Modena, Uildm Modena, Telefono amico modenese, Università per la libera età, Univoc.
Partecipano alla progettazione annuale, forniscono volontari per gli interventi nelle classi, sono disponibili ad accogliere gli studenti per uno stage
CARPI: Croce Rossa Italiana, Avis, Hip Hop, Amici del Centro Emmanuel, Kabara Lagdaf, Associazione Porta Aperta, Progetto Chernobyl, Ushac, Cat, Gruppo zoofilo carpigiano, Lega per la difesa ecologica, Ma c’è, Bottega del sole, Centro missionario diocesano, Volontari per le missioni
Partecipano alla progettazione annuale, forniscono volontari per gli interventi nelle classi, sono disponibili ad accogliere gli studenti per uno stage
MIRANDOLA: Noi per loro, Porta aperta, Con- Partecipano alla progettazione annuale, forniscono volontari per gli interventi nelle ferenza San Vincenzo De Paoli, Auser, Avis, classi, sono disponibili ad accogliere gli studenti per uno stage Consulta del volontariato Mirandolese, Ail, AVO, ADMO, Comitato Chernobyl (Cavezzo e Medolla), Comitato Chernobyl (Concordia e S.Possidonio), Il paese delle Meraviglie (San Possidoino), AMO (dei 9 comuni dell’area nord), CAV (Cavezzo), CROCE BLU (Mirandola), CROCE BLU (Cavezzo), CROCE BLU (Camposanto) CROCE BLU (SAN FELICE), Associazione di volontariato pro handicap, AVIS (Medolla), AVIS (CONCORDIA), AVIS (S.Possidonio), CROCE blu MIRANDOLA, L’isola del vagabondo (Mirandola), Croce rossa (FINALE EMILIA), CROCE ROSSA (di POGGIO RUSCO), Mani tese (Finale Emilia), La clessidra (banca del tempo di Finale E.), Anffas (Ostiglia), ASEOP, ISOLA DEL VAGABONDO PAVULLO: Consulta del volontariato comune Partecipano alla progettazione annuale, forniscono volontari per gli interventi nelle Pavullo, Coordinamento pianeta Anziani, classi, sono disponibili ad accogliere gli studenti per uno stage ANFFAS (Pavullo), AVAP (Pavullo), AVO (Pavullo), Oratorio di San Bartolomeo (Pavullo),
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PROGETTAZIONE SOCIALE
AVAP (Polinago), A casa di Giulia (Serramazzoni), Avap (Serramazzoni), G.E.V. (Sestola e Pievepelago), ENPA (Pavullo), ENPA (Fanano), ENPA (Riolunato), AVAP (Sestola), AVAP (Montecreto), Misericordia (Pievepelago), AVAP (Fiumalbo), AVPA (Lama Mocogno), Gruppo Caritas (Serramazzoni) SASSUOLO: Avo (Associazione volontari Partecipano alla progettazione annuale, forniscono volontari per gli interventi nelle ospedalieri), Avis Formigine, Gruppo Babele, classi, sono disponibili ad accogliere gli studenti per uno stage Associazione Chernobyl, Avap Formigine, Anffas, Admo, Avap Maranello, Commercio equo e solidale, Unione Italiana Ciechi, Croce Rossa, Momo 2003, Aism ,Acat
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
La zerla – coop sociale, Hesed, KorovodarPartecipano alla progettazione annuale, forniscono volontari per gli interventi nelle te, L’arco (Serramazzoni), Coordinamento classi, sono disponibili ad accogliere gli studenti per uno stage Frignano Servizio civile, Casa per anziani (Montese), Assistenza domiciliare (Sestola), Centro Bucaneve 2 (Sestola), Centro diurno per disabili (Riolunato), Centro Bucaneve (Pavullo), Casa S. Rocco (Polinago), Casa Carani (Pievepelago), Casa Mariola (Acquaria), Casa del sole (Sestola), Ist. S.Giuseppe (Fanano), Assistenza domiciliare (Montese), Assistenza domiciliare (Serramazzoni), SAP Modena , SAP Carpi, Agesci
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comuni di Pavullo, Serramazzoni, Polinago, Lama Mocogno, Fiumalbo, Pievepelago, Riolunato, Fanano
Erogano contributo per un’operatrice a supporto del progetto
Comune di Modena
Partecipazione attraverso il SAP – Servizio di aiuto alla persona
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro OBIETTIVI Obiettivo generale Sostenere le associazioni nell’attivare canali di comunicazione con il mondo giovanile Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Sostenere le associazioni nell’attivazione di percorsi di ingresso e accompagnamento dei giovani Sub-obiettivo 2: Dare coerenza ai diversi interventi rivolti ai giovani, rispetto alle metodologie, ai contenuti, alle buone prassi. Sub-obiettivo 3: Sostenere le associazioni nell’apprendimento di competenze comunicative adatte al pubblico giovanile.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Organizzazioni di volontariato
87
Scuole e classi (triennio scuola sup)
29 scuole, 153 classi
Studenti
2745
Studenti in stage
294
ATTIVITÀ REALIZZATE Le associazioni di volontariato coinvolte in “Giovani all’arrembaggio” si impegnano a formulare un progetto di stage che permetta agli studenti un’esperienza positiva; che consenta loro di sentirsi utili in un contesto di tutoraggio e che permetta di dare una valutazione dell’esperienza sia nel caso in cui questa prosegua sia nel caso in cui questa venga interrotta. Le associazioni si impegnano a fornire i volontari che vanno nelle classi ad animare gli incontri, non con finalità pubblicitarie legate alla propria organizzazione ma disponibili a trasmettere contenuti ed emozioni del mondo del volontariato. Il csv convoca gli incontri dei referenti, cura i rapporti con le scuole, organizza la presenza dei volontari nei singoli istituti, pianifica i diversi livelli di valutazione e di restituzione del progetto, cura la redazione e la stampa del materiale informativo o di altro materiale utile.
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PROGETTAZIONE SOCIALE
Nella fase preparatoria i referenti delle associazioni si confrontano tra loro per decidere le modalità di cui sopra; si confrontano anche all’interno della propria associazione per coinvolgere altre figure con cui condividere il progetto di stage e, più in generale, le finalità del progetto. Le associazioni individuano i volontari disponibili ad incontrare le classi. In settembre iniziano le prenotazioni dei docenti per gli interventi nelle classi e la loro realizzazione prosegue fino a marzo. In ottobre sono previsti i percorsi di formazione per tutors e volontari. In aprile inizia la valutazione finale ai diversi livelli. Metodologia I punti fermi della metodologia sono quattro: 1) lavoro di preparazione all’interno delle associazioni in modo che l’esperienza degli studenti negli stage sia educativa e ben guidata ; 2) scelta di mezzi comunicativi adatti ai giovani in modo da parlare il più possibile con il loro linguaggio (testimoni giovani, video, uso dell’animazione); 3) cura del gruppo dei referenti in modo che sia un luogo di elaborazione alla pari in cui la riuscita degli interventi prevale sugli interessi di ogni singola associazione; 4) valutazione a diversi livelli (studenti, docenti, associazioni e loro rapporto con il coordinamento).
SISTEMA DI VALUTAZIONE Si è creata una équipe composta dai cinque coordinatori dei progetti di promozione di volontariato giovanile, coordinata e supervisionata dal coordinatore di Giovani all’Arrembaggio, che si incontra periodicamente per svolgere attività di progettazione, monitoraggio, valutazione dei progetti. Nel complesso, le modalità attraverso le quali vengono svolte le attività di valutazione e monitoraggio sono: - Report periodici del coordinatore di progetto (raggiungimento degli obiettivi, azioni previste e realizzate, azioni non programmate, nodi critici, risorse impiegate, risultati raggiunti , soggetti coinvolti nel progetto); - Incontri periodici con la responsabile dell’area progettazione e con la direzione - Incontro tra il coordinatore e il Consiglio Direttivo del CSV, al termine dell’annualità, per un momento di valutazione condiviso - Incontri periodici di supervisione, monitoraggio e valutazione della équipe. Per le attività nelle scuole Incontri con referenti delle associazioni coinvolte Questionari e/o interviste di valutazione per le diverse categorie di partecipanti al progetto (studenti, insegnanti, tutor delle OdV)
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / DISTRETTI COINVOLTI: Modena, Carpi, Mirandola, Pavullo, Sassuolo Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
150
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 43.890
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 41.390
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 2500 (valorizzazione del contributo in natura garantito dai comuni per una operatrice di supporto al progetto)
PAGINE ARCOBALENO RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione Avvio
Promotore - Capofila
2. Altre organizzazioni del terzo settore
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Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione La Madia
Promotore
Coop. Sociale Ex-Aequo
Promotore
Amici dei popoli
Promotore
Bologna Free Software Forum
Promotore
Rete di Lilliput – Nodo di Bologna
Promotore
PROGETTAZIONE SOCIALE
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comune di Bologna
Promotore
Provincia di Bologna
Promotore
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Attori sociali e non presenti sulla provincia di Bologna che a vario titolo sono stati coinvolti nel progetto.
Hanno collaborato circa un centinaio di realtà che si occupano di economia solidale con diverse ragioni sociali e appartenenti a vari settori produttivi.
OBIETTIVI Obiettivo generale Il progetto è nato dall’impegno di vari enti del Terzo Settore interessati allo sviluppo delle reti di economia solidale. Si tratta di reti di relazioni che connettono tra loro, e con i consumatori, quelle piccole realtà economiche che rispettano precisi criteri di inclusione sociale e di sostenibilità ecologica nella realizzazione e nella commercializzazione di prodotti e servizi. Il progetto ha perseguito l’obiettivo di stimolare la crescita delle reti dell’economia solidale nel territorio della Provincia di Bologna, diffondendone la conoscenza tra i cittadini, favorendone l’integrazione e promuovendo l’inclusione di nuove realtà che condividano le stesse scelte etiche.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Realtà che operano secondo criteri di compatibilità sociale e ambientale in diversi ambiti merceologici.
500
Cittadini consumatori responsabili
4000
Realtà istituzionali ed associative
500
ATTIVITÀ REALIZZATE Nel corso del progetto sono state realizzate le seguenti attività: 1. Definizione dei criteri (sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale, promozione culturale) da utilizzare per la ricerca e la selezione delle realtà da considerare nella pubblicazione della nuova versione della guida Pagine Arcobaleno. 2. Lavoro collettivo di redazione: sono stati scritti testi di introduzione alle tematiche del consumo critico, dell’ecologia e dell’economia. Su questo tema sono stati effettuati lavori di editing e di grafica 3. Stampa di 4.500 copie della guida “Pagine Arcobaleno di Bologna e provincia – indirizzi e consigli per un’ altro consumo” (prodotta su carta riciclata). 4. Distribuzione della pubblicazione e dei materiali allegati sul territorio provinciale, principalmente rivolta ai soggetti appartenenti alla rete stessa. Più della metà delle realtà recensite nella guida si sono rese disponibili a distribuire la guida cartacea nei propri circuiti. 5. Attività di presentazione della pubblicazione: conferenze stampa rivolte ai media locali, iniziative pubbliche, pubblicità. 6. Restyling, aggiornamento e implementazione della nuova versione del sito internet di Pagine Arcobaleno ( www.bologna.paginearcobaleno.it ). 7. Coordinamento di iniziative collettive di auto-promozione di prodotti e di servizi in favore dell’economia solidale locale. 8. Organizzazione del workshop “La progettazione tra attori dell’economia locale” all’interno del programma di “Mercato diverso – La fiera dell’economia solidale” svolta a Bologna.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Il progetto ha consentito l’esplorazione del settore dell’economia solidale provinciale mettendo in rete realtà che operano secondo gli stessi criteri di compatibilità sociale e ambientale in diversi ambiti merceologici. Il monitoraggio dell’attività svolta ha utilizzato indicatori di tipo quantitativo e qualitativo; Indicatori quantitativi: numero di copie distribuite, di contatti ed utenze al sito, di partecipanti alle iniziative di presentazione, sensibilizzazione e promozione. Indicatori qualitativi: livello delle competenze attivate durante l’attuazione del progetto, livello di coinvolgimento di soggetti attivi nell’economia solidale, qualità e stabilità della rete costruita, ownership dei risultati delle attività di gruppo. Sarebbe utile proseguire il lavoro iniziato con il progetto, per sviluppare ulteriormente le potenzialità di questo settore economico, che può rappresentare un elemento di solidità e di eccellenza per la Provincia, per la Regione e per tutto il paese, anche considerando le sfide poste dal processo di globalizzazione economica, sociale e ambientale attualmente in atto.
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PROGETTAZIONE SOCIALE
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comuni della Provincia di Bologna Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
16
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 35.000
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 35.000
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
RICERCA SULLA QUALITÀ DEI SERVIZI SOCIO-ASSISTENZIALI E SANITARI NELLA PROVINCIA DI PIACENZA RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
S.V.E.P.
Promotore
Tribunale per I Diritti del Malato
Capofila
Associazione Alzheimer Piacenza
Partner
Auser di Piacenza
Partner
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Azienda USL
Collaborazione, patrocinio
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
Fondazione di Piacenza e Vigevano
Patrocinio
5. Altro Liceo scientifico “Respighi”
Partner
OBIETTIVI Obiettivo generale Dalle associazioni coinvolte è scaturita la necessità di effettuare una ricerca che consentisse di monitorare l’attività dei servizi a partire dal punto di vista degli utenti. Del resto la normativa in ambito sociale e sanitario attribuisce grande importanza al ruolo delle associazioni e dei singoli cittadini nel controllo e nella verifica della qualità degli interventi e delle strutture deputate alla cura. Da una considerazione della persona come fruitore passivo si sta gradualmente passando al concetto di utente-cliente attivo ed esigente. I servizi sociali e sanitari non possono più considerarsi cittadelle auto-referenziali e chiuse, protette dal preteso primato del sapere tecnico; la trasparenza e la necessità di sottoporsi serenamente a verifiche da parte degli organismi di tutela e dei cittadini stessi si fanno sempre più strada. Gli strumenti di rilevazione della qualità percepita utilizzati attualmente dall’Usl appaiono troppo standardizzati e schematici, non adatti a comunicare in profondità i vissuti, le proposte, le indicazioni dell’utenza coinvolta. La disponibilità degli studenti del Liceo scientifico Respighi di partecipare all’iniziativa inoltre garantisce un valore aggiunto in termini di esperienza educativa e sociale che i ragazzi potranno vivere. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Verificare la qualità degli interventi nelle strutture sanitarie e socio-assistenziali sopra richiamate. Sub-obiettivo 2: Individuare eventuali eventi sentinella, ovvero segnali di mancata o scorretta risposta ai bisogni delle persone. Sub-obiettivo 3: Sensibilizzare la comunità locale, attraverso il tramite privilegiato delle associazioni di volontariato e del Terzo settore, del mondo della scuola, nonché le strutture sanitarie e socio-assistenziali.
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PROGETTAZIONE SOCIALE
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Cittadinanza
n. d.
Volontari delle associazioni coinvolte
n. d.
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto è volto alla realizzazione di una verifica della qualità assistenziale in alcune strutture sanitarie e socio-assistenziali attraverso l’utilizzo di interviste qualitative in profondità, capaci di far emergere e rappresentare le esperienze e i vissuti degli utenti di tali servizi. Le risultanze serviranno per orientare alcune azioni migliorative della qualità e dell’appropriatezza degli interventi. Le strutture che verranno prese in esame sono : reparti ospedalieri di Ostetricia/Ginecologia; Nefrologia/Dialisi; Neurologia; Geriatria; Centro di Riabilitazione di Villanova d’Arda; Casa protetta Vittorio Emanuele. I risultati dell’indagine verranno raccolti in un apposito rapporto che verrà inviato a tutte le realtà coinvolte; presentato in un apposito convegno; utilizzato dall’Azienda USL per impostare specifici progetti di miglioramento della qualità assistenziale; nonché alle associazioni di volontariato impegnate in questo ambito. Azioni realizzate: • 80 interviste in profondità nei reparti ospedalieri e nelle strutture socio-assistenziali sopra richiamate; • Raccolta e sbobinatura dei materiali raccolti tramite registrazione delle interviste; • Analisi dei materiali e prima stesura del report di ricerca; • Organizzazione di un seminario pubblico di presentazione del lavoro con il coinvolgimento degli studenti e degli operatori sanitari e socio-assistenziali;delle organizzazioni di volontariato; • Stesura del rapporto di ricerca definitivo • Cura e stampa di una pubblicazione con i materiali della ricerca dal titolo “Voci di qualità” • Individuazione, in collaborazione con l’Az. USL delle azioni e dei percorsi di miglioramento della qualità assistenziale.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Periodicamente, nelle diverse fasi del lavoro, sono stati tenuti incontri di verifica dell’andamento dell’attività con tutte le organizzazioni di volontariato coinvolte. Un momento di verifica specifico, propedeutico al seminario conclusivo, è stato realizzato con gli studenti coinvolti nell’indagine ed alcuni insegnanti per rielaborare l’esperienza dal punto di vista della partecipazione personale e della cittadinanza attiva. La collaborazione stretta dell’Azienda Usl ha permesso di condividere un monitoraggio costante e alcuni aggiustamenti del lavoro in corso d’opera. Il primo rapporto provvisorio di ricerca è stato sottoposto a tutti gli attori coinvolti nel progetto (Associazioni proponenti, Scuola, Azienda Usl, S.V.E.P.) per ricavarne una prima valutazione e indicazioni di arricchimento e modifica dello stesso. Ulteriore momento di confronto e valutazione è stato costituito dal seminario pubblico di presentazione. Solo in seguito a questo percorso aperto è stato predisposto e pubblicato il rapporto definitivo. Nella valutazione del progetto sono stati considerati indicatori privilegiati, tra gli altri: - Il numero di interviste effettivamente realizzate (si ritiene ottimale il raggiungimento almeno dell’80% dell’obiettivo); - Il coinvolgimento e livello di gradimento da parte degli studenti (da rilevare attraverso relazioni conclusive a cura di ciascun intervistatore). - Il livello di motivazione e di collaborazione degli intervistati (da rilevare attraverso le interviste stesse).
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / PROVINCIA DI PIACENZA Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
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DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 17.500
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 17.500
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
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PROGETTAZIONE SOCIALE
UN ELEFANTE NON È UNA ROSA RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
ACAT Feltre (BL)
Ente capofila del progetto. Programmazione, coordinamento e supervisione delle attività previste.
ACAT Belluno (BL)
Partner operativo alle attività previste
ACAT Cadore (BL)
Partner operativo alle attività previste
ACAT Agordino (BL)
Partner operativo alle attività previste
ACAT OVEST VICENTINO (VI)
Partner operativo alle attività previste
ACAT Pedemontana (VI)
Partner operativo alle attività previste
ACAT Baldo Garda (VR)
Partner operativo alle attività previste
ACAT Basso veronese (VR)
Partner operativo alle attività previste
ACAT Verona Est (VR)
Partner operativo alle attività previste
ACAT ADIGE LESSINIA (VR)
Partner operativo alle attività previste
ACAT Castelfranco (TV)
Partner operativo alle attività previste
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
ULSS 1 di Belluno
Partner operativo alle attività previste
ULSS 2 di Feltre
Partner operativo alle attività previste
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Varie Associazioni di volontariato e sportivo dilettantistiche dei territori coinvolti
Promozione delle attività previste dal progetto
OBIETTIVI Obiettivo generale - Protezione e promozione della salute, intesa come equilibrio psico-fisico sociale e ambientale. - Prevenzione dei comportamenti a rischio rispetto all’uso di alcolici. Educazione alla sobrietà e alla solidarietà. - Ottimizzazione delle risorse umane attraverso la collaborazione e la costruzione di una rete di solidarietà tra associazioni con diverse finalità. - Coordinamento e ottimizzazione delle risorse territoriali per la prevenzione. - Promozione del ruolo dei club degli alcolisti in trattamento come risorsa nella comunità Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Aumentare la coscienza critica sui comportamenti a rischio rispetto all’uso di sostanze psico-attive attraverso i programmi delle scuole alcologiche territoriali. Approfondire l’approccio ecologico-sociale ai problemi alcol-correlati complessi. Sub-obiettivo 2: Sensibilizzare ai temi della sobrietà intesa come stile di vita e comportamento individuale e sociale. Sottolineare l’importanza della responsabilità nel promuovere la salute personale, familiare e della comunità Sub-obiettivo 3: Sensibilizzare alle tematiche legate alla solidarietà costruendo dei percorsi pratici trasversali concreti per attuarla. Sensibilizzare alla tematica della spiritualità antropologica nel lavoro dei club degli alcolisti in trattamento. Aumentare la conoscenza del lavoro dei club degli alcolisti in trattamento nella comunità
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Bambini
Potenzialmente le popolazioni interessate per territorio. Difficile da quantificare
Giovani Adulti Anziani
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PROGETTAZIONE SOCIALE
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto si è sviluppato secondo il seguente percorso: 1. Formazione dell’equipe di lavoro(servitori insegnanti e famiglie dei club) e attivazione di un percorso metodologico. 2. Lavoro di rete: attivazione di un importante lavoro di rete interprovinciale. 3. Due incontri di due ore ciascuno per ogni gruppo specifico, dove sono state approfondite le tematiche della scuola alcologica territoriale, utilizzando la strategia della conferenza dibattito, dell’informazione scientifica e l’approccio teatrale. 4. Un ulteriore incontro che è stato organizzato a livello di interclub in ogni territorio,dove si è cercato di creare un movimento di riflessione ed interazione in cui le famiglie dei club e dei corsisti che hanno partecipato al percorso formativo della scuola alcologica hanno discusso della propria spiritualità,dei propri cambiamenti,difficoltà,paure ecc… 5. Laboratori teatrali e di scrittura trasversali aventi come tema la sobrietà, la solidarietà e la spiritualità antropologica. I laboratori teatrali sono stati condotti da alcuni servitori-insegnanti esperti in teatro e nelle scene teatrali erano presenti i contenuti delle sat nei programmi alcologici. Con tale azione si è inteso creare un laboratorio teatrale trasversale in uno spazio comune nel quale ognuno ha riflesso la propria spiritualità, rielaborando nel gesto e nella parola il proprio vissuto e le proprie priorità. Lo scopo del laboratorio è stato quello di elaborare una modalità collettiva e individuale che ha permesso attraverso lo strumento della rappresentazione scenica teatrale interattiva cioè anche musicale e pittorica di toccare esigenze e problemi collegati sia con la propria autobiografia che con le problematiche del territorio, individuando un terreno comune a tutte le differenze, che si è concretizzato negli spettacoli organizzati nelle diverse province. Metodologia applicata Le scuole alcologiche territoriali hanno rispettato i contenuti previsti nella metodologia del prof.Hudolin. La metodologia applicata ha unito la conferenza-dibattito e l’approccio teatrale che ha l’obiettivo di accrescere il livello di partecipazione dei destinatari riunendo due differenti modalità di intervento. A: Il modello della conferenza-dibattito e dell’informazione scientifica, attraverso l’utilizzo di lucidi su lavagna luminosa, supporto informatico, riflessione in piccoli gruppi sul contenuto teorico del programma e discussione in plenaria con un approccio nella comunicazione dei dati e nella relazione con gli interlocutori. B: L’approccio teatrale che consente di coinvolgere i destinatari attraverso l’esecuzione di monologhi e personaggi che restituiscono le informazioni scientifiche o i luoghi comuni sotto forma di vissuto, utilizzando il linguaggio teatrale, ossia l’emozione espressa dalla grammatica corporea (fisicità) e dalla parola dentro uno spazio non teatrale che permette un contatto fra attore e pubblico più ravvicinato ed efficace. In questo modo l’intervento accresce il livello di tensione e il coinvolgimento degli ascoltatori, rendendo gli incontri delle conferenze-spettacolo nelle quali interagiscono le due modalità espressive che sono saldamente e intimamente unite fra loro. La costruzione collettiva di dialoghi e monologhi è avvenuta attraverso un laboratorio di scrittura contemporaneo a quello teatrale. Perché il teatro? Si è partiti dalla considerazione che non solo gli antropologi ma anche nel mondo della cultura il teatro viene considerato una manifestazione originaria del comportamento umano, organizzatasi spontaneamente nel rito, nella caccia e nel mito, e via via laicizzatosi nel corso dei secoli, soprattutto nella civiltà Europea e Nord Americana abbracciando infine ogni aspetto della vita umana e costituendo sempre un momento alto sia sul piano della riflessione sociale che esistenziale ma anche una manifestazione sociale di incontro e scambio fra il pubblico e gli attori in scena. Sempre e comunque è l’uomo il soggetto principale attraverso cui passano i significati e le emozioni e di cui è il destinatario. Il teatro in questi ultimi anni si ripresenta come momento importante di ritorno verso l’uomo, interpretando e rispondendo alle esigenze che stanno emergendo nella società attuale, confermate da recenti statistiche che sottolineano l’esigenza da parte degli italiani di affiancare alla tecnologia l’aspetto umano e relazionale. La necessità emergente sembra essere quella di portare nel quotidiano una maggiore qualità emotiva come problema legato alla salute, intesa non solo nei suoi aspetti marcatamente fisiologici ma anche sul piano della spiritualità e della qualità delle relazioni.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Il sistema di valutazione adottato si è sostanziato nel seguente percorso: 1. Valutazione della pianificazione del programma: analisi della situazione e delle strategie adeguate da utilizzare; 2. Relazioni periodiche sullo stato di avanzamento del progetto; 3. Compilazione del questionario di verifica in entrata e uscita che ha permesso di monitorare i cambiamenti rispetto alla situazione iniziale e di verificare se sono stati raggiunti gli obiettivi 4. Valutazione partecipata; 5. Pubblicazione finale: con analisi degli indicatori di percorso e di risultato Gli indicatori di risultato individuati sono stati i seguenti: • Aumento della percezione e della coscienza critica dei giovani sul comportamento a rischio rispetto all’uso di sostanze psicoattive. • Livelli di conoscenza e atteggiamento rispetto alle sostanze psicoattive e ai comportamenti a rischio. • Livelli di conoscenza e atteggiamento rispetto alle tematiche della sobrietà, solidarietà e della spiritualità antropologica. • Livelli di conoscenza del ruolo dei club degli alcolisti in trattamento nella comunità
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Belluno, Treviso, Verona Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
20
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 132.910
79
PROGETTAZIONE SOCIALE
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 10.000
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€ 42.910
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 80.000
IL SERVIZIO TRASPORTO A CHIAMATA PROVINCIALE RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Circolo Auser di Arsiè
n. d.
Anteas La Cometa di Seren del Grappa
n. d.
Circolo Auser di Lentiai
n. d.
Le Famiglie di Portaperta di Feltre
n. d.
Circolo Auser di Pieve di Cadore
n. d.
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
ULSS 1 di Belluno
n. d.
ULSS 2 di Feltre
n. d.
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
Fondazione Cariverona
n. d.
5. Altro OBIETTIVI Obiettivo generale Offrire un idoneo servizio a tutti coloro che, impossibilitati, hanno bisogno di raggiungere le strutture sanitarie più vicine senza rivolgersi a trasporti onerosi e spesso scomodi od inadeguati: anziani con difficoltà motorie, disabili, etc….
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
anziani e disabili
25% della popolazione attiva
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto “Servizio Trasporto a Chiamata “ ha messo concretamente in rete le principali organizzazioni di volontariato operanti nel settore del trasporto per anziani e disabili in provincia (circa 20), nonché le due Ulss provinciali, le relative Conferenze dei Sindaci e gli enti locali coinvolti per territorio di competenza. In una prima fase si è proceduto a realizzare un’ analisi dei bisogni di mobilità sul territorio provinciale. Per la completa attuazione del progetto è stato necessario attrezzare le associazioni di mezzi ed autovetture appositamente allestiti che sono stati resi accessibili anche ai disabili e al trasporto in sicurezza delle persone e delle carrozzine. E’ stato quindi attivato un call center che fa da punto di riferimento unico per le chiamate degli utenti e che coordina i trasporti in modo tale da ottimizzare i viaggi verso le strutture socio-sanitarie, soprattutto quelli provenienti dalle zone più periferiche della provincia. Ulteriore funzione del call center è quella di segnalare alle Ulss e alle Conferenze dei Sindaci delle stesse difficoltà e problematiche legate al trasporto di persone anziane e disabili.
SISTEMA DI VALUTAZIONE La valutazione passa attraverso: - una raccolta dei dati quantitativi relativi ai servizi erogati (n. utenti, n. viaggi effettuati, n. chilometri percorsi);
80
PROGETTAZIONE SOCIALE
- una valutazione qualitativa del servizio erogato e della penetrazione del servizio tra le persone che ne hanno bisogno, anche attraverso il supporto delle assistenti sociali delle due Ulss.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Belluno, Feltre Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
Il numero dei volontari complessivamente coinvolti nel progetto, sul territorio provinciale, è pari a 296: 140 (nel territorio dell’Ulss n. 2 di Feltre) e 156 (territorio dell’Ulss n. 1 di Belluno)
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 360.000
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 90.250
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€ 12.500
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 55.000
“OLTRE LA STRADA”: DA VITTIME A CITTADINE RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Free Woman - Ancona
Associazione capofila del progetto che ha coordinato e monitorato tutte le azioni programmate
Senza Confini - Ancona
Lavoro di rete, prevenzione sanitaria, facilitazione dell’accesso ai servizi sanitari, monitoraggio dell’accessibilità ai servizi sanitari per gli stranieri.
On the road – S. Benedetto del Tronto
Lavoro di rete, studio dell’evoluzione del fenomeno nel territorio marchigiano, collaborazione per la realizzazione di momenti di sensibilizzazione del territorio.
Associazione San Martino di Terni
Lavoro di rete, accoglienza
CEIS di Lucca
Lavoro di rete, accoglienza
Gruppo Abele - Torino
Lavoro di rete e organizzazione di un corso di formazione nazionale per operatori
Tenda di Abramo - Falconara
Collaborazione nell’accompagnare famiglie o persone all’autonomia abitativa e all’inserimento sociale
Casa di Elisabetta - Ancona
Valutazione di situazioni personali o familiari che potrebbero essere seguite congiuntamente con l’Associazione Free Woman
Associazione Il Seme - Senigallia
Collaborazione nel seguire le famiglie con minori;
Gruppo Solidarietà - Jesi
Partecipazione al coordinamento sui livelli minimi di assistenza
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
USMI Roma
Lavoro di rete, collaborazione per i rapporti con le ambasciate di provenienza delle destinatarie del progetto.
Caritas Ancona
Segnalazioni di casi all’Associazione e gestione comune di alcuni di essi; impiego per un breve periodo di una volontaria del Servizio Civile Volontario
Caritas Camerano
Segnalazione di casi, coinvolgimento dei volontari a supporto dell’inserimento sociale di alcuni destinatari e nella ricerca del lavoro
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comune di Ancona
Facilitazione accesso ai servizi sociali e demografici
Comune di Senigallia
Presa in carico congiunta di un caso legato allo sfruttamento lavorativo
Comune di Montemarciano
Facilitazione accesso ai servizi sociali e demografici
Comune di Camerano
Lavoro di rete a sostegno dei percorsi di protezione sociale
81
PROGETTAZIONE SOCIALE
Comune di Chiaravalle
Presa in carico congiunta di un caso legato allo sfruttamento lavorativo
Comune di Jesi
Presa in carico congiunta di un caso legato allo sfruttamento lavorativo; organizzazione di un incontro-dibattito aperto alla cittadinanza, in collaborazione con l’Ass. Free Woman, dal titolo “La tratta di esseri umani nella Provincia di Ancona. Percorsi di accoglienza e di integrazione sociale”
Comune di Loreto
Programmazione e organizzazione del Convegno “Tratta e Territorio-Servizi Integrati nell’applicazione dell’art.18,S.L.286/98” realizzato il 23 giugno 2005, presso la Sede comunale di Loreto
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro CISL
Supporto inserimenti lavorativi. Servizi vari di accompagnamento ai destinatari
OBIETTIVI Obiettivo generale Promuovere la sperimentazione di interventi innovativi nel settore della prostituzione, capaci di integrare sinergicamente le diverse risorse umane, organizzative ed istituzionali del territorio, sostenendo un ruolo attivo del volontariato ed offrendo l’opportunità di reali percorsi di inclusione sociale per le persone vittime della tratta. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: miglioramento della qualità della vita per le persone che si prostituiscono, prevenzione sanitaria, riduzione del danno, proposta di percorsi di uscita dalla strada, abbassamento della soglia di accesso ai servizi. Sub-obiettivo 2: sensibilizzazione e messa in rete dei servizi del territorio, anche attraverso una conoscenza maggiormente analitica del fenomeno e degli aspetti di disagio/devianza allo stesso connessi Sub-obiettivo 3: rendere la persona che si affranca dalla tratta degli esseri umani, partecipe del proprio percorso di inserimento nel tessuto sociale locale.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Donne che si prostituiscono per strada
530
Travestiti e transessuali che si prostituiscono per strada
22
Cittadini (che potranno beneficiare di una maggiore percezione di sicurezza e superare le rappresentazioni sociali spesso fuorviate e fuorvianti che accompagnano la lettura del fenomeno)
Di difficile quantificazione
Uomini e donne inseriti nei percorsi di reinserimento sociale
25
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto si è snodato negli anni 2003 e 2004 ed è stato caratterizzato dalle seguenti attività: Unità di strada: organizzazione di un servizio di unità di strada, con sei uscite mensili attraverso la costituzione di un’équipe multidisciplinare composta da volontari, mediatrici culturali, operatrici di strada e una psicologa a cui è stato affidato il compito di supervisionare i processi di presa in carico attivati, agevolare il lavoro all’interno dello staff, promuovere il case management e strutturare percorsi di autonomia possibile per i singoli destinatari. Le attività gestite includono in particolare: ¸ Mappatura e monitoraggio delle dinamiche del fenomeno, ¸ contatto con il target, ¸ ascolto e analisi dei bisogni, ¸ gestione di relazioni di aiuto, ¸ informazione e prevenzione sanitaria, ¸ offerta di percorsi di uscita dalla prostituzione. Implementazione drop in center: il Drop In Center (o Unità Fissa o Sportello) è un spazio intermedio, dinamico e trasversale, in cui agiscono e si raccordano figure diverse operanti in differenti settori/ambiti: consulenza ed assistenza, accoglienza, accompagnamento verso l’autonomia, mediazione ai servizi, orientamento, … In questa logica, le attività all’interno dello specifico servizio hanno previsto: ¸ informazione, orientamento e consulenza sanitaria, sociale e legale; ¸ accompagnamento ed educazione all’accesso ai servizi del territorio; ¸ lavoro di rete specifico; ¸ counselling e relazione di aiuto; ¸ risposta alla domanda e/o offerta di percorsi di uscita dalla prostituzione e, quindi, affrancamento dalla violenza e dallo sfruttamento ¸ orientamento all’uscita dalla prostituzione e verso i programmi di assistenza ed integrazione sociale; Il servizio ubicato presso la sede dell’associazione Free Woman è stato disponibile ogniqualvolta che dalla strada emergevano richieste, con la massima flessibilità organizzativa e di orari.
82
PROGETTAZIONE SOCIALE
Mediazione sociale dei conflitti: il fenomeno della prostituzione tende ad innalzare il livello del conflitto sociale e genera processi di demonizzazione degli “operatori del sesso”. E’ stato quindi ritenuto importante gestire azioni mirate di sensibilizzazione della comunità locale, che hanno consentito di valorizzare il contributo dato al miglioramento della qualità della vita e della risoluzione dei problemi sociali del territorio. Il progetto ha previsto l’organizzazione di incontri con le assemblee dei quartieri interessati dal fenomeno, al fine di condividere le finalità dell’intervento e costruire una cintura di sicurezza che ha coinvolto i singoli cittadini. Lavoro di rete La crescente complessità sociale assunta dal fenomeno della prostituzione, impone l’esigenza di assicurare risposte integrate e plurime, capaci di farsi carico della multidimensionalità dei problemi posti. Questa circostanza esige quindi un intenso e sistematico lavoro di rete, capace di coinvolgere, con funzioni, ruoli e responsabilità specifiche, i diversi interlocutori territoriali pubblici e privati. Il progetto ha promosso quindi la costiruzione di tavoli di concertazione in grado di coinvolgere Regione, Enti locali, Forze dell’Ordine, ASL, Altre associazioni di volontariato e del Terzo Settore, con l’obiettivo di pervenire ad una lettura condivisa del fenomeno e delle sue dinamiche evolutive, di promuovere lo scambio di competenze ed esperienze e di agevolare il confronto e la programmazione partecipata degli interventi. Attivazione di reti di collegamento con le Autorità preposte: Colloqui con le Questure e le Procure di riferimento per il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno, presentazione congiunta di un programma di protezione sociale. Accompagnamento e sostegno durante i processi giudiziari. Attivazione di rete di collegamento con i servizi sociali locali: sono stati garantiti contatti costanti e continui con i servizi sociali territoriali, tramite incontri di verifica periodici tra la coordinatrice del progetto, il personale dei servizi sociali e i destinatari. Tale attività ha consentito di attivare una rete di protezione ampia, in grado di rispondere alla molteplicità dei bisogni dei destinatari, attivando servizi in grado di assicurare reali processi di autonomia. Sostegno psicologico ed educativo degli utenti: Sono stati realizzati per la persona in presa in carico territoriale una serie di incontri di sostegno psicologico ed educativo. Orientamento al lavoro: E’ stata altresì implementato un percorso di orientamento e di ricerca del lavoro attraverso diverse attività: bilancio competenze della persona, elaborazione di un curriculum vitae, ricerca di offerte di lavoro, accompagnamento alle agenzie di lavoro o ai colloqui di lavoro. Laddove è stato possibile sono state attivate dall’associazione capofila borse lavoro in aziende locali. Accompagnamento ai servizi locali e ricerca dell’alloggio: Ai volontari presenti nel territorio dove abitano i destinatari è stato richiesto, nei casi di non completa autonomia della persona, di accompagnare le ragazze/i ai servizi presenti sul territorio (iscrizione all’anagrafe sanitaria, accompagnamento ai servizi sanitari e ai servizi sociali del territorio, accompagnamento per il rilascio del codice fiscale, ecc…) e di adoperarsi per la ricerca di un alloggio. Attività di socializzazione: I volontari presenti nei territori di domicilio dei destinatari si sono attivati per aiutare le persone a trovare dei luoghi di incontro e di socializzazione nel territorio così da poter instaurare relazioni significative.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Vista la natura dell’intervento, a contatto diretto con l’utenza, il sistema di valutazione del progetto ha previsto un sistema informativo/documentale, basato su rilevazioni trimestrali ed analisi degli scostamenti tra risultati attesi (stimati sulla base dell’esperienza pregressa dell’associazione, della sua conoscenza del fenomeno e dei dati comparabili a livello nazionale) e risultati conseguiti. In particolare, gli indicatori che sono stati oggetto di valutazione sono: 1. Numero dei contatti su strada 2. Numero telefonate ricevute al numero di reperibilità dell’Unità di Strada 3. Numero degli accompagnamenti ai servizi sanitari 4. Numero colloqui di consulenza e orientamento 5. Numero percorsi di protezione sociale avviati 6. Numero assemblee nei quartieri toccati dal fenomeno 7. Numero incontri di coordinamento per il monitoraggio, la valutazione e la programmazione con i servizi territoriali coinvolti. (Tavolo Regionale sulla prostituzione, Gruppo sulla tratta all’interno del Consiglio territoriale per l’immigrazione presso la Prefettura di Ancona, osservatorio sulla prostituzione del Comune di Montemarciano, tavolo sulla prostituzione del Comune di Senigallia, incontri con ASL 7 Ancona e ASL 4 Senigallia) Sono state redatte delle schede personali di raccolta dei bisogni e degli obiettivi da raggiungere della persona presa in carico, una volta uscita dalla prostituzione, e sono stati fatti degli incontri di valutazione e di verifica tra i volontari che seguono i singoli casi.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Ancona, Macerata Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
30
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 57.325 (anni 2003 e 2004)
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 35.125 (anni 2003 e 2004)
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€ 14.567 (anni 2003 e 2004)
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 7.633 (anni 2003 e 2004)
83
PROGETTAZIONE SOCIALE
PROGETTO DI INTESA CITTADINI IMMIGRATI RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Associazione di Carità San Zeno Onlus Ass. San Benedetto
n. d.
Ass. Famiglia Canossiana Nuova Primavera
n. d.
Centro Diocesano Aiuto Vita
n. d.
Gruppo di Volontariato Vincenziano
n. d.
Metis Africa
n. d.
Vita Virtus
n. d.
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
Acli
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Questura di Verona
n. d.
Prefettura di Verona
n. d.
Provincia di Verona
n. d.
Comune di Verona
n. d.
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Caritas Diocesana Veronese
n. d.
OBIETTIVI Obiettivo generale Gli scopi principali di questo progetto sono: - aiutare l’immigrato a godere dei propri diritti civili, sociali e sanitari; - fornire una consulenza qualificata; - orientare ai servizi del territorio (servizi sociali, ricerca casa e/o lavoro, inserimento dei minori nelle scuole, orientamento per pratiche burocratiche); - offrire un servizio di formazione permanente e supervisione ai volontari coinvolti; - rafforzare la rete delle istituzioni pubbliche e private in materia di immigrazione. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Diminuzione del numero di volte in cui gli stranieri tornano in Questura per aver presentato pratiche incomplete; Sub-obiettivo 2: Diminuzione dei tempi di attesa nell’espletamento delle pratiche burocratiche per l’ottenimento o il rinnovo dei permessi di soggiorno; Sub-obiettivo 3: Creazione di una sinergia sul territorio tra enti pubblici e privati per ottimizzare gli interventi sull’immigrazione e consentire ai cittadini stranieri di godere dei propri diritti e di adempiere i rispettivi doveri.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari ATTIVITÀ REALIZZATE
1 - “Censimento” indagine conoscitiva delle risorse per immigrati presenti nel territorio veronese. Tale ricerca è stata condotta nel secondo semestre 2005 e i risultati ottenuti verranno inseriti in una base date intranet funzionale agli operatori degli sportelli 2 - Pubblicazione materiale Versione informatizzata: mediante un intranet che funzioni da collegamento tra gli sportelli e come fonte di informazioni utili all’orientamento degli immigrati Versione cartacea: opuscoli in più lingue per gli immigrati con indicazioni di base per l’espletamento di pratiche burocratiche e informazioni utili
84
PROGETTAZIONE SOCIALE
- materiale informativo per la promozione degli sportelli - vademecum per gli sportelli 3 - Formazione Percorsi di formazione per preparare gli operatori di sportelli e i volontari coinvolti su tre livelli: - corso base aperto anche agli addetti ai lavori del territorio; - stage presso la Questura per imparare ad istruire le pratiche di rinnovo dei permessi di soggiorno; - formazione permanente presso gli sportelli e consulenza alle associazioni che ne facciano richiesta. 4 - Sportelli Apertura di 5 sportelli in sedi istituzionali: due nel comune di Verona e tre nei comuni della provincia.
SISTEMA DI VALUTAZIONE AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Verona Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
n. d.
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€0
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€0
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
“SILENZIO DEI PASSEROTTI” RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Centro per la Famiglia e per la Vita
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Associazione Progetto Famiglia
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Centro Promozione Famiglia
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Consultorio Pro Familia
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
AGESCI
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Casa Famiglia La Casetta
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Comunità Incontro telefono amico
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Centro ascolto Caritas
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Il Campo delle fragole
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comunità Padri Somaschi
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Istituto san Secondo
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Istituto Padre Semeria
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Istituto Sacro Cuore
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
Consorzio Il Seme
Partecipazione gruppo di governance
Federsolidarietà
Utente della formazione e partecipante gruppo tecnico
85
PROGETTAZIONE SOCIALE
Coop. Hermes
Utente formazione
Coop. Il Faggio
Utente formazione
Lega delle cooperative sociali
Utente formazione
Centro servizio sociale Adulti Ministero Giustizia
Utente formazione e partecipante della Governance
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Regione Liguria
Partner finanziario per la prosecuzione del progetto Osservatorio permanente sul fenomeno e supervisione dei casi
Provincia Imperia
Partner logistico
Comune di Imperia
Partner logistico partecipante alla governance
Tutti i Comuni della provincia Imperia attraverso i tre distretti sociali: -Ventimigliese-Sanremese e Imperiese
Partner finanziari con fondi regionali ex legge 269/1998 e 476/1998 per la formazione degli operatori dei servizi sociali. Dirigenti partecipanti al gruppo di Governance Utenti della formazione (asili nido- operatori servizi sociali)
ASL N.1 Imperiese
Partner logistico e finanziario Utenti della formazione (Operatori ASL e medici pediatri) Dirigenti partecipanti alla Governance
Scuole Primarie e secondarie
Alcune partner finanziari e altre partner logistici. Dirigenti partecipanti al gruppo di Governance
Consulta Provinciale femminile
Partner finanziario
Prefettura Imperia
Appoggio costante al progetto e promotore iniziale
Questure Sanremo e Imperia
Utenti per la formazione
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro C.B.M . Centro Bambino Maltrattato e cura della Famiglia - Milano
Agenzia preposta alla formazione
OBIETTIVI Obiettivo generale Avvio di un percorso condiviso verso una corresponsabilità istituzionale e professionale sul problema del maltrattamento e abuso. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: diffusione e promozione di cultura e buone prassi di prevenzione Sub-obiettivo 2: Diffusione e sostegno di competenze professionali degli operatori Sub-obiettivo 3: Individuazione e attuazione di nuovi modelli organizzativi interistituzionali
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Minori e famiglie con situazioni di maltrattamento
Di difficile quantificazione
Destinatari della formazione: operatori di contatto
194
Destinatari della formazione: operatori di presa in carico
43
Destinatari della formazione: pediatri di libera scelta
28
Destinatari della formazione: volontari
30
ATTIVITÀ REALIZZATE - Ricerca/intervento sui minori maltrattati/abusati e sugli interventi effettuati con particolare attenzione alle risorse esistenti e sugli aspetti critici. - Formazione degli operatori di contatto finalizzata a diffondere e sostenere competenze per una lettura precoce del malessere dei bambini e per una efficace collaborazione tra diversi soggetti istituzionali. • Formazione degli operatori della presa in carico per l’acquisizione e il sostegno di competenze professionali nelle fasi di rilevazione, segnalazione, valutazione, trattamento e protezione. • Costruzione di una rete tra le Organizzazioni di Volontariato impegnate nel settore dei minori e famiglie, quale soggetto sociale attivo e protagonista nella Comunità.
86
PROGETTAZIONE SOCIALE
- Formulazione, formalizzazione ed attuazione di un Protocollo d’intesa tra le diverse istituzioni pubbliche e private che lavorano per bambini e famiglie in vista di una più efficace prevenzione e presa in carico delle situazioni di maltrattamento/abuso. Al fine di produrre un cambiamento significativo nell’approccio al problema da parte della Comunità il Progetto ha scelto ed attuato una metodologia atta a favorire il massimo di partecipazione e collaborazione allargando ed approfondendo progressivamente il suo raggio di azione.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Un gruppo di governance, rappresentativo delle Istituzioni e professionalità aderenti al Progetto, ha monitorato e governato costantemente tutto il processo, valutando le varie fasi del percorso, sulla base di dati quantitativi e qualitativi relativi ai diversi risultati.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / IMPERIA Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
60
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 254.853
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 178.765
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 76.088
LE PAROLE DEL MARE E I SENSI DEL VENTO RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
VOLERE VOLARE - Fermo
Associazione capofila del progetto che ha coordinato e monitorato tutte le azioni programmate
UNITALSI - Fermo
Collaborazione alle attività di promozione e sensibilizzazione. Partecipazione al percorso formativo ed agli incontri della rete. Collaborazione nell’organizzazione e gestione delle attività realizzate il sabato pomeriggio con i ragazzi disabili Organizzazione e gestione del campo estivo montano Partecipazione alla diffusione dell’intervento
LIBERI NEL VENTO – Porto S. Giorgio
Collaborazione alle attività di promozione e sensibilizzazione. Partecipazione agli incontri della rete. Gestione della scuola di vela per ragazzi disabili
P.A. CROCE VERDE - Fermo
Collaborazione alle attività di promozione e sensibilizzazione. Partecipazione al percorso formativo ed agli incontri della rete. Attività di clownterapia ai ragazzi disabili. Assistenza sanitaria per l’attività velica.
FARSI PROSSIMO - Fermo
Collaborazione alle attività di promozione e sensibilizzazione. Partecipazione al percorso formativo ed agli incontri della rete. Affiancamento nell’organizzazione e gestione delle attività realizzate il sabato pomeriggio con i ragazzi disabili e nel campo estivo marino
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comunità di Capodarco
Collaborazione alle attività di promozione del progetto e nell’attività di tutela e promozione dei diritti.
Cooperativa Sociale Cogito
Collaborazione alle attività di promozione del progetto e nell’attività di tutela e promozione dei diritti.
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Comune di Fermo
Partecipazione alle attività di promozione del progetto ed agli incontri di rete.
87
PROGETTAZIONE SOCIALE
Disponibilità gratuita della sala per il seminario conclusivo. Servizio di trasporto dei disabili. Disponibilità gratuita del Centro Montessori e dell’Ospizio Marino. Comune di Porto S. Giorgio
Collaborazione alle attività di promozione del progetto. Servizio di trasporto dei disabili. Partecipazione agli incontri di rete.
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Lega Navale Italiana
Supporto tecnico per la scuola di vela e spazi per il rimessaggio di mezzi e attrezzature
Assonautica
Supervisione della scuola di vela e disponibilità del pontile per disabili
OBIETTIVI Obiettivo generale Favorire l’integrazione dei portatori di handicap, attraverso l’offerta di opportunità concrete di socializzazione e di valorizzazione delle potenzialità residue, restituendo fiducia, dignità e protagonismo al loro quotidiano. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Garantire, ai portatori di handicap, la partecipazione all’attività sportiva velica consentendo alle persone, diversamente abili e normodotate, di regatare ad armi pari e di vivere assieme lo sport quale forma di aggregazione sociale. Sub-obiettivo 2: Fornire un servizio di supporto alle famiglie di ragazzi disabili non solo restituendo alle stesse alcuni essenziali spazi e tempi per una migliore qualità di vita ma anche mediante azioni dirette al sostegno psicologico e alla gestione di una corretta relazione educativa genitori-figli con handicap. Sub-obiettivo 3: Superare la carenza di identità e di “senso del sé” che spesso caratterizza le giovani generazioni, attivando processi di solidarietà che li avvicini alle diverse forme di emarginazione del contesto in cui vivono, e ne valorizzi il ruolo di cittadini attivi e responsabili. Sub-obiettivo 4: Gestire attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza, per cercare di rompere il muro di solitudine che spesso compagna lo stato di disabilità, favorendo l’adozione di misure volte ad assicurare un’effettiva attuazione dei diritti previsti.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Disabili
25
Famiglie di ragazzi portatori di handicap
25
Ragazzi normodotati
30
L’intera cittadinanza dei comuni facenti parte del coordinamento handicap
di difficile quantificazione
ATTIVITÀ REALIZZATE Le attività svolte nel progetto possono essere così sintetizzate: Attività di sensibilizzazione e promozione del progetto Questa prima fase dell’intervento ha inteso sensibilizzare il territorio, promuovendo una maggiore consapevolezza dei cittadini rispetto alle problematicità connesse all’handicap e presentando i contenuti della presente proposta progettuale. Sono stati organizzati incontri nelle parrocchie e nei centri/luoghi di aggregazione dei giovani al fine di coinvolgerli nelle attività previste dal progetto ed è stato organizzato un seminario di lancio del progetto che ha coinvolto i diversi interlocutori attivi nel campo della disabilità (pubbliche amministrazioni, cooperative sociali, associazioni di volontariato, agenzie educative e formative,…), con l’obiettivo di confrontarsi sui temi della disabilità, dei bisogni disattesi e dei possibili sistemi di risposta. Al fine di raggiungere un pubblico di potenziali destinatari quanto più ampio ed eterogeneo possibile, sono state diffuse brochures informative ed organizzata una conferenza stampa. Formazione dei volontari Al fine di far acquisire ai volontari quelle competenze necessarie a stabilire un corretto ed efficace rapporto con le persone disabili nel contesto di riferimento, qualificando altresì le loro conoscenze anche per la futura realizzazione di attività di altro tipo è stato realizzato un percorso formativo ad hoc. Nel corso dei diversi moduli particolare attenzione è stata prestata: - alla conoscenza di tutte le implicazioni psicologiche, relazionali e di “gestione del sé” connesse allo stato di disabilità; - alla presentazione di tecniche animative e di aggregazione, utilmente spendibili nella specifica attività del progetto. - all’acquisizione delle basilari nozioni tali da permettere ai volontari di garantire un prezioso sostegno ai disabili destinatari della scuola di vela Scuola di vela E’ stato l’intervento centrale del progetto che ha consentito al soggetto disabile di sfruttare le proprie potenzialità residue e di confrontarsi alla pari con soggetti normodotati in un’attività apparentemente fuori dalla propria portata, l’uscita in mare in barca a vela appunto, ma che, nelle esperienze finora compiute ha rivelato invece tutta la propria valenza per una effettiva aggregazione e protagonismo di soggetti disabili. La scuola di vela è stata operativa tre giorni alla settimana ed ogni edizione del corso risultava così strutturata: • lezioni teoriche introduttive della durata di circa due ore; • 8 lezioni formate da una parte teorica per la durata di circa un’ora ed una uscita in mare di circa tre ore e trenta con barche monoposto e lightning • lezioni teoriche sugli elementi essenziali di educazione alla navigazione
88
PROGETTAZIONE SOCIALE
Attivazione dei laboratori E’ stato attivato un servizio tutti i sabati per una durata di 4 ore. Nel periodo autunnale-invernale il servizio si è svolto presso il Centro Montessori a Fermo mentre nei mesi primaverili ed estivi si è trasferito presso l’Ospizio Marino situato sul lungomare di Porto S. Giorgio, altra struttura adeguata ad ospitare le attività previste e sicuramente preferibile nei mesi primaverili ed estivi. Al fine di assicurare la partecipazione continuativa dei ragazzi, sollevando le famiglie dell’impegno necessario ad assicurare il raggiungimento della sede, si è attivato un servizio di trasporto fruibile gratuitamente, attraverso l’uso di mezzi messi a disposizione dal Comune di Fermo e di Porto S. Giorgio e dalla Pubblica Assistenza Croce Verde di Fermo. Le attività del centro hanno previsto, oltre ad interventi meramente ludici e ricreativi, finalizzati a favorire la socializzazione, l’incontro ed il confronto tra i disabili, anche la conduzione di esperienze più strutturate quali: • Laboratorio di Animazione (Disegno e pittura) • Laboratorio di Musicoterapia • Laboratorio di teatro terapia • Laboratorio di fotografia e videoripresa • Laboratorio di materiali creativi • Attività di animazione in spiaggia La Pubblica Assistenza Croce Verde che ha implementato, grazie ad un finanziamento del Ministero delle Politiche Sociali, un attività di clownterapia e sorrisoterapia rivolta a bambini con problemi psico-fisici, ha messo a disposizione i propri volontari per realizzare tali attività. Sostegno psicologico alle famiglie Le famiglie dei disabili coinvolti nel servizio sono state accompagnate attraverso un percorso di sostegno psicologico che le ha aiutate ad elaborare la disabilità dei propri figli, a gestire una più efficace relazione educativa e a prevenire fenomeni di burn out legati al pesante coinvolgimento in attività di cura ed assistenza. A tal fine si è costituito un gruppo di mutuo-aiuto, organizzato con cadenza mensile e coordinato da uno psicologo. Campo estivo e montano Le associazioni proponenti si son fatte altresì carico di organizzare e gestire due momenti della durata di una settimana ciascuno, uno al mare e l’altro in montagna, sfruttando la vicinanza del territorio sia al mare che ai Monti Sibillini. Tali momenti hanno rappresentato un’ulteriore occasione di socializzazione e di aggregazione ove poter cementare le dinamiche di gruppo e sperimentare quelle della vita in comunità. Lavoro di rete Coerentemente con gli obiettivi e lo scenario esplicitato, sono stati promossi incontri con tutti gli interlocutori territoriali attivi nello specifico ambito di azione. Diffusione dei risultati del progetto Al termine delle attività previste dal progetto è stato organizzato un momento pubblico nel quale sono stati presentati i risultati conseguiti. La diffusione dell’intervento al termine del progetto era infatti condizione imprescindibile al fine di rendere conto alla comunità territoriale degli obiettivi raggiunti, sensibilizzando quegli interlocutori di riferimento (pubblici e privati) che possono attivare le risorse necessarie per la continuità delle attività. L’innovatività delle azioni sopra descritte può essere declinata come segue: - Se è ormai assodato e riconosciuto il valore socializzante ed aggregante dello sport, solo recentemente tali potenzialità sono state riconosciute anche nei confronti di soggetti disabili. In tale contesto l’uscita in mare in barca a vela rappresentava a quel tempo un’esperienza con pochissimi precedenti a livello nazionale; - La presa in carico non solo dei ragazzi disabili, ma anche delle loro famiglie, attraverso l’organizzazione di gruppi di mutuo-aiuto ed il loro coinvolgimento all’interno delle attività dei laboratori, che ha consentito non solo di far sentire più a loro agio i ragazzi, ma ha offerto anche l’opportunità di acquisire elementi di conoscenza utili alla gestione della relazione educativa genitori-figli - l’organizzazione ed i tempi dell’intervento, che mira ad integrare i servizi già disponibili, mettendo a disposizione delle famiglie opportunità di sollievo senza precedenti
SISTEMA DI VALUTAZIONE Il sistema di valutazione che è stato utilizzato nell’ambito del progetto può essere distinto in relazione alle specifiche attività. A tal fine nelle varie attività oggetto dell’intervento si è fatto ricorso a: Attività di sensibilizzazione e promozione: • Partecipazione agli incontri di sensibilizzazione nelle parrocchie, nei centri/luoghi di aggregazione e presso le diverse organizzazioni dell’associazionismo giovanile • Rassegna stampa Percorso formativo • Registro delle presenze al percorso formativo • Questionario di valutazione finale che mira a definire il grado di soddisfazione dei partecipanti e quello di raggiungimento degli obiettivi conseguiti dal corso. • Valutazione dettagliata e puntuale dei docenti coinvolti nel percorso formativo Scuola di vela • N. disabili partecipanti alla scuola • Verifica periodica da parte del docente del grado di soddisfazione dei partecipanti alla scuola attraverso interviste mirate • Relazione del docente mirata in particolare a riferire sul grado di apprendimento delle abilità acquisite nell’utilizzo della barca a vela Laboratori • Incontri trimestrali dei referenti dei soggetti coinvolti nell’intervento, incontri mensili tra i volontari e gli operatori coinvolti nel progetto, che si confrontano sull’esito delle attività gestite, sull’impatto prodotto nei ragazzi e sulla possibile riprogettazione delle attività in essere; • N. di disabili coinvolti; • Presenza media; • Livello di coinvolgimento quali-quantitativo delle famiglie; Sostegno psicologico alle famiglie • Grado di partecipazione delle famiglie al servizio di sostegno psicologico;
89
PROGETTAZIONE SOCIALE
• Le relazioni dello psicologo che segue i gruppi dei genitori; Lavoro di rete • Partecipazione agli incontri • Relazione degli incontri Attività di diffusione • Report della partecipazione ai tavoli di concertazione territoriale sulla disabilità; • Presenze al seminario • Rassegna stampa Il sistema di valutazione ha previsto altresì la realizzazione di sistematiche riunioni tra i referenti di tutti i soggetti coinvolti e tra tutti i volontari impegnati, per l’organizzazione e la verifica delle attività ed ove far emergere i possibili punti di forza e di debolezza delle attività condotte. La partecipazione a tali incontri è stata allargata anche ai destinatari dell’intervento che hanno desiderato e potuto intervenire.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comuni appartenenti al coordinamento handicap: Fermo, Porto S. Giorgio, Altidona, Lapedona, Porto S.Elpidio, Sant’Elpidio a Mare, Petritoli e Montegiorgio. Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
42
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€0
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€0
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€0
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
MINIOLIMPIADI NAZIONALI PER BAMBINI E RAGAZZI CARDIOPATICI - ANNO 2004 RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
Tutti i cuori di Rossana
Associazione capofila del progetto che ha coordinato e monitorato tutte le azioni programmate
Ass. per la lotta contro l’infarto
Cura dell’aspetto medico scientifico della manifestazione ed organizzazione vitto e alloggi per gli atleti ospiti.
Gruppo Comunale di Protezione Civile di Pesaro
Vigilanza e controllo area in cui si sono svolti gli spettacoli sportivi e gestione logistica del pubblico intervenuto.
AGE Ass. Italiana Genitori
Cura della fase di accoglienza dei partecipanti.
2. Altre organizzazioni del terzo settore Nome
Ruolo all’interno del progetto
CONA CUORE Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore
Promozione dell’iniziativa attraverso le altre associazioni per bambini cardiopatici presenti nel panorama del volontariato italiano.
ABC Ass. Bambino Cardiopatico di Palermo
Promozione della partecipazione delle famiglie legate all’Unità operativa di cardiochirurgia Pediatrica dell’Ospedale Civico di Palermo
Gruppo Agesci Pesaro - Scout
Gestione dei bambini nelle varie discipline sportive
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
Unità Operativa di Cardiochirurgia Pediatrica Collaborazione medico scientifica con il coinvolgimento dell’équipe del Prof. Carlo Ospedale Civico di Palermo Marcelletti che ha monitorato dal punto di vista medico gli atleti, presenziando all’intera manifestazione.
90
Comune di Pesaro Assessorato allo sport Assessorato politiche educ.
Patrocinio iniziativa e concessione impianti sportivi. Supporto nella gestione logistica delle iniziative.
Provincia di Pesaro-Urbino
Patrocinio e promozione dell’iniziativa attraverso il proprio ufficio stampa.
PROGETTAZIONE SOCIALE
Regione marche Assessorato servizi sociali
Patrocinio e promozione dell’iniziativa attraverso il proprio ufficio stampa.
FISD regionale
Patrocinio e promozione dell’iniziativa attraverso il proprio ufficio stampa.
FISD federazione italiana sport disabili nazionale
Patrocinio e promozione dell’iniziativa attraverso il proprio ufficio stampa.
118 Ospedale di Pesaro
Fornitura ambulanza e assistenza medica di primo soccorso durante tutta la manifestazione
Corpo dei Vigili Urbani di Pesaro
Vigilanza e tutela partecipanti alla manifestazione
Coni Nazionale
Patrocinio e promozione dell’iniziativa attraverso il proprio ufficio stampa.
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro Pesaro Nuoto
Società sportiva che ha messo a disposizione atleti volontari.
SEC società italiana educazione cinofila
Dimostrazione addestramento cani e relazione sull’importanza terapeutica dell’animale per la sicurezza del ragazzo e per l’accrescimento della sua autostima
Pesaro Village
Società di animazione per la cura e gestione di tutte le attività complementari alle sportive
Gruppo informale di Capoeira
Esibizione di una lotta/danza tipica brasiliana come forma dimostrativa atletica e di integrazione culturale.
Circolo Ippico Zorigo
Sfilata di Pony con atleti della scuola di equitazione e prove gratuite per i bambini cardiopatici; relazione sull’importanza dell’ippoterapia per ragazzi con disabilità o invalidità
Scuola di Judo Sakura di Milano
Esibizione di una disciplina atletica filosofica molto adatta per la crescita psico-fisica dei minori e dimostrazioni con la partecipazione dei bambini.
Club dei Brutti i Piobbico
Gestione della gastronomia della manifestazione.
Associazione Ristoratori e Federazione Italiana Panificatori
Cura e gestione gratuita del Gran Galà di premiazione
OBIETTIVI Obiettivo generale Consentire ai bambini cardiopatici tra i 4 e i 17 anni, in condizioni fisiche adeguate e valutate tali da professionisti, di praticare sport come i coetanei senza discriminazioni di sorta partecipando ad una competizione sportiva dedicata. L’obiettivo è quindi quello di migliorare la qualità della vita di un bambino che in età scolare avverte la necessità del movimento non solo come sviluppo fisico ma anche come crescita psicologica e grande opportunità relazionale, di conoscenza, di accettazione nel gruppo dei pari. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Considerare i ragazzi degli atleti fuori dalla cardiopatia dando loro l’opportunità della normalizzazione della vita quotidiana, anche e soprattutto considerando la mole di ospedalizzazione vissuta. Sub-obiettivo 2: Sfruttare l’importanza della competizione per la formazione del carattere e per le capacità di socializzazione, favorendo l’autostima attraverso “io lo posso fare”. Sub-obiettivo 3: Stimolare la consapevolezza del genitore in merito al desiderio di un figlio di godere di una soddisfacente qualità della vita fornendo agli stessi anche un momento di autocritica sui principi e le linee educative adottate fino a questo momento. Allo stesso tempo spalleggiare i genitori che già hanno scelto la qualità di vita aiutandoli ad osare in iniziative e situazioni che ancora le Istituzioni non sono pronte a proporre dimostrando che la famiglia è una fondamentale risorsa per la crescita della collettività. Sub-obiettivo 4: L’evento su scala nazionale consente di divulgare una coscienza più ampia sull’esistenza delle cardiopatie congenite che colpiscono l’8 per mille dei bambini nati vivi (6.000 casi all’anno in Italia) promuovendo e tutelando la salute dei cittadini. Sub-obiettivo 5: Stimolare il coinvolgimento della cittadinanza consente di mettere in atto anche ulteriori sub-obiettivi quali la prevenzione verso la propria salute, la cultura del volontariato e del suo ruolo educativo, il concetto della solidarietà come strumento per la lotta al disagio e all’esclusione sociale.
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Bambini cardiopatici operati e non dai 4 ai 17 anni
80
Famiglie di bambini cardiopatici (genitori)
150
Cittadinanza, Scuole elementari, medie e superiori
di difficile quantificazione
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto ha previsto la messa in opera – in una giornata centrale tra le tre previste - di vere attività sportive individuali e di squadra in base ad un regolamento specifico che ha consentito di attuare condizioni di sicurezza per i ragazzi partecipanti attraverso tempi e
91
PROGETTAZIONE SOCIALE
quantità di sforzi adeguati (come l’individuazione di sport individuali e di squadra da disputarsi in sessioni di giochi separate o l’adozione di un sistema di punteggi cumulativi che consentono comunque ad ogni atleta di raggiungere un minimo punteggio garantito anche con una sola partecipazione di modo che l’effettiva difficoltà fisica o l’obbligata inesperienza sportiva non siano discriminanti ma stimolanti…). Sono state realizzate discipline sportive standard non modificate per l’occasione ma rispettate nei criteri fondamentali al fine di dare il vero senso sportivo alla manifestazione e alla partecipazione dei ragazzi (tornei di minibasket ad arbitraggio regolamentare con dimensioni ridotte dei campi di gioco; corsa a cronometro con metri di percorso divisi per fasce di età; gare di nuoto con percorso assistito a staffetta, ecc…). Alla competizione sportiva ha fatto seguito la cerimonia di premiazione finale con medaglie di partecipazione per tutti e coppe e medaglie per i vincitori per categorie di sport ed età. Tale cerimonia ha rappresentato un momento ufficiale in cui ogni bambino ha ottenuto il premio per il suo impegno e ogni genitore la gratitudine per il coraggio dimostrato. L’intera manifestazione si è altresì caratterizzata per: momenti di confronto e ascolto delle problematiche vissute dai genitori; momenti conviviali di gruppo e individuali; la gestione del “Villaggio di Rossana” come momento aggregativo per bambini di diverse fasce di età, che non si conoscono ma accomunati da una patologia comune, ove è stata proposta la sperimentazione ludica di attività sportive sia spettacolari che terapeutiche (equitazione, judo, trial bike, skate, ecc); incontro con campioni dello sport di livello nazionale per testimoniare quanto lo sport abbia una valenza educativa e di sana crescita psicofisica per ognuno.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Gli strumenti di valutazione finale sono stati riferiti sia al progetto in generale che alla prestazione sportiva di ogni singolo ragazzo quale metro di misura sulla capacità sportiva di un bambino o ragazzo cardiopatico. Per quanto riguarda questa seconda valutazione sono i punteggi delle gare stesse che hanno consentito una valutazione sulle prestazioni che anche un ragazzo cardiopatico può realizzare nonostante la sua patologia. Per quanto riguarda invece la bontà del progetto globale sono stati somministrati ai partecipanti (atleti e genitori) questionari di rilevazione sulla soddisfazione degli stessi. Sulla base di questo materiale è stato possibile stilare una relazione finale che ha messo in evidenza punti di forza e punti deboli del progetto per consentirne lo sviluppo futuro. La partecipazione della cittadinanza è stato invece l’indicatore di cui si terrà conto di individuare strategie atte a migliorare l’appetibilità di simili eventi.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Nazionale: i bambini/atleti e le loro famiglie sono arrivate da tutta Italia e alcuni di loro anche da paesi esteri (Romania, Francia, Africa) Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale /
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
133
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 50.000
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 17.000
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€ 23.000
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€ 10.000
SGUARDI A CONFRONTO RETE DEI SOGGETTI PROPONENTI 1. Associazioni di volontariato Nome
Ruolo all’interno del progetto
AIDOS SARDEGNA
CAPOFILA
2. Altre organizzazioni del terzo settore
92
Nome
Ruolo all’interno del progetto
FILEF
PARTNER
ASS. INTERCULTURALE NUR
PARTNER
ASS. CULTURALE GHINE
PARTNER
PROGETTAZIONE SOCIALE
3. Amministrazioni pubbliche locali (Regione, Provincia, Comune, ASL) Nome
Ruolo all’interno del progetto
4. Fondazioni di origina bancaria Nome
Ruolo all’interno del progetto
5. Altro OBIETTIVI Obiettivo generale Integrazione di donne immigrate e locali attraverso momenti di convivenza e l’approfondimento di tematiche di mediazione fra culture diverse. Declinare l’obiettivo generale in sotto obiettivi specifici (se presenti) Sub-obiettivo 1: Rimuovere barriere linguistiche e culturali Sub-obiettivo 2: Prevenire e gestire i conflitti Sub-obiettivo 3: Offrire un supporto relazionale per favorire l’inserimento nella vita locale
DESTINATARI FINALI DELL’INTERVENTO Tipologia destinatari
Numero destinatari
Donne immigrate
n. d.
ATTIVITÀ REALIZZATE Il progetto è stato realizzato attraverso momenti d’incontro nei quali sono state approfondite le tematiche della mediazione fra diverse culture, sia utilizzando l’apporto di varie esperienze professionali, sia rendendo protagoniste le stesse donne immigrate, che hanno presentato le loro “storie di migrazione” e le tradizioni e la cultura dei loro paesi. A questi momenti sono stati affiancati quelli conviviali e di condivisione di attività culturali e ricreative, attraverso visite a luoghi caratteristici della Sardegna. A testimonianza del lavoro svolto nel corso di tutto il progetto è stato realizzato un libro, diffuso poi nelle scuole, nei consultori e nelle associazioni con l’intento di fornire un valido aiuto per maturare il processo di integrazione.
SISTEMA DI VALUTAZIONE Sostanzialmente sono stati la partecipazione costante ai vari incontri, l’impegno dei partecipanti e il grado di soddisfazione, nonché la realizzazione del libro in cui tutto è convogliato, a rappresentare la testimonianza del lavoro svolto e dei risultati raggiunti.
AMBITO TERRITORIALE DI RIFERIMENTO Regionale Interprovinciale / PROVINCE COINVOLTE: Provinciale / Intercomunale / COMUNI COINVOLTI: Comunale / CAGLIARI
VOLONTARI IMPIEGATI TOTALE VOLONTARI IMPEGNATI
10
DATI ECONOMICI DEL PROGETTO Importo complessivo del progetto (in euro):
€ 8.000
Quota sostenuta dal CSV (in euro):
€ 7.000
Quota sostenuta dalle associazioni di volontariato proponenti (in euro):
€ 1.000
Quota sostenuta da tutti gli altri soggetti partner (in euro):
€0
93
INDICE
PREFAZIONE
5
1. La progettazione sociale e i Centri di Servizio per il Volontariato in Italia NOTA METODOLOGICA
9 9
2. Il sostegno dei centri di servizio alla progettazione sociale 2.1 La progettazione sociale e il volontariato 2.2 Il ruolo dei Centri di Servizio e le strategie di lavoro 2.3 I servizi messi in atto
11 11 13 15
2.3.1 I servizi “istituzionali” ex DM 8 ottobre 1997 2.3.2 I servizi di accompagnamento 2.3.3 I servizi di supporto 2.3.4 La promozione di occasioni di progettazione per il volontariato 2.3.5 La presenza diretta nel processo progettuale
15 16 17 19 20
2.4 La promozione della progettazione del volontariato attraverso le risorse del volontariato
21
3. Le esperienze di sostegno diretto alla progettazione sociale I risultati della ricerca 3.1 I dati complessivi
23
3.1.1 Modalità di realizzazione 3.1.2 La Governance 3.1.3 Andamento negli anni
24 26 27
3.2 Le esperienze locali alla luce di alcune variabili
31
3.2.1 Obiettivi e vision del capitolo 3.2.2 La progettazione nel CSV: approcci competitivi e cooperativi 3.2.3 La partecipazione alla progettazione sociale: i proponenti 3.2.4 Ambiti di intervento e diverse tipologie di progetti 3.2.5 Le modalità di sostegno della progettazione sociale 3.2.6 Formalizzazione dei rapporti tra CSV e ODV 3.2.7 I modelli di governance della progettazione sociale 3.2.8 Considerazioni finali
31 32 33 34 35 36 37 39
3.3 Orientamenti per le linee guida a partire dalle esperienze 3.4 I comitati di gestione e le esperienze in atto
39 40
ESPERIENZE PROGETTUALI Schede
43
23
Impaginazione grafica
SINTESI - PISA
Stampato nel mese di aprile 2006
GRAFICHE CAPPELLI Sesto Fiorentino (FI)