PROF. SSA STREPPARAVA MG & DR.SSA MAGGI MD RITARDO MENTALE RITARDO MENTALE LIVE
Q.I. da 50-55 a circa 70
RITARDO MENTALE MODERATO
Q.I. da 35-40 a 50-55
RITARDO MENTALE GRAVE
Q.I. da 20-25 a 35-40
RITARDO MENTALE GRAVISSIMO
Q.I. inferiore a 20-25
RITARDO MENTALE di GRAVITA’ NON SPECIFICATA Q.I. non valutabile ma presumibilmente inferiore a 70 Tre elementi fondamentali per la diagnosi: 1. un funzionamento intellettivo significatamene inferiore alla media; 2. un marcato deficit di adattamento autonomia comunicazione abilità sociali abilità scolastiche abilità lavorative 3. l’esordio ben prima del diciottesimo anno di età
“Corso di PSICOPATOLOGIA dello sviluppo 2” Facoltà di Scienze della Formazione MG Strepparava-MD Maggi
(Ritardo Mentale) La probabilità di trovare una causa organica del Ritardo Mentale cresce con l’aumentare della gravità del disturbo Nel Ritardo Mentale Grave la causa organica è sempre presente e riconoscibile. Le cause sono molto varie e possono essere fatte rientrare in alcune grandi categorie (Cazzullo e coll., 1998; De Negri, 1999): - cause prenatali: errori congeniti del metabolismo; anomalie di un singolo gene, aberrazioni cromosomiche, sindromi poligenetiche familiari; - alterazioni precoci dello sviluppo embrionale: mutazioni cromosomiche, infezioni, fattori teratogeni o tossici, disfunzioni placentari; - cause postatali: infezioni, traumi, asfissia, disturbi dl metabolismo. Tali cause si possono ritrovare in tutti i gradi di ritardo anche se nei ritardi più lievi sembrano avere un ruolo preminente: le influenze ambientali come la malnutrizione, l’inadeguatezza sociale, culturale e organizzativa della famiglia. L’integrazione del bambino con ritardo mentale in un ambiente normale migliora l’apprendimento dei abilità sociali e integranti, favorisce i processi di apprendimento e diminuisce il rischio di condotte patologiche (Canevaro, Cocever e Weis, 1996; Vinello, 1997). E’ importante che la riabilitazione e la psicoterapia del bambino con ritardo mentale tenga conto degli atteggiamento, dello stile di attribuzione, della sua autostima e delle capacità di valutare e controllare la propria ansia e le proprie emozioni.
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Nel Ritardo Mentale Lieve le possibilità di recupero sono notevolissime e in pratica possono restare esclusi solo i livelli più alti di astrazione e di autonomia (Van Hasselt e Hersen, 1995). Tutto il resto (lavoro, relazioni sociali, matrimonio) non viene escluso a priori, purchè il bambino sia circondato da cure e fiducia e non presenti altri gravi disturbi psicopatologici associati al ritardo. Ritardo Mentale Grave: necessità di programmi educativi fortemente individualizzati 1. Un’attenta osservazione dell’allievo, dei suoi deficit e delle sue difficoltà, ma anche delle sue potenzialità. La programmazione dovrebbe partire dalle abilità, seppur minime, possedute dall’allievo e, da qui, cominciare a costruire abilità nuove. 2. Una definizione molto rigorosa degli obiettivi didattici indispensabile in bambini con ritardo intellettivo, scarsa autonomia e on bisogno di essere seguiti passo per passo in quello che fanno. 3. La necessità di un controllo molto forte sull’ambiente; necessità di estendere il rigore della programmazione anche agli aspetti ambientali. 4. Gli stimoli presentati al bambino devono seguire una successione rigorosa; 5. Ogni successo deve essere seguito in modo sistematico dal rinforzamento (+modellaggio+generalizzazione delle abilità). 6. Le metodologie sopra descritte dovrebbero essere messe in atto con una particolare attenzione agli aspetti emozionali e ai possibili effetti negativi sui disturbi di comportamento.
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RINFORZAMENTO
Il rinforzatore può essere definito come la conseguenza positiva di una risposta che ha, come effetto, di rendere la risposta più probabile in futuro.
Quando un bambino emette una risposta corretta, adeguata, adattiva, conforme all’obiettivo didattico programmato, dovrebbe ricevere un rinforzatore, perché in questo modo aumenta la probabilità che risposte simili si presentino in futuro. • E’ possibile aumentare la probabilità di emissione di risposte corrette se la risposta è seguita da una gratificazione; • E’ più facile ottenere risposte corrette se gli stimoli che controllano la risposta sono manipolati con particolare cura, presentati almeno inizialmente nel modo più semplice possibile e corredati di una serie di aiuti; • Quando un compito è troppo complesso per poter essere padroneggiato da un bambino in difficoltà intellettiva, lo si può spezzare nei suoi elementi semplici e si può così insegnare al bambino non il compito in un’unica soluzione, ma uno dopo l’altro i singoli passi che lo compongono; • Quando un bambino è tanto in difficoltà da non emettere mai una risposta corretta è ugualmente possibile e utile gratificarlo scegliendo, tra i suoi comportamenti, quelli meno distanti dalla risposta che si desidera ottenere (Perini e Bijou, 1992; Bijou, 1996; Meazzini, 1997; Ianes, 2001).
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I rinforzatori sono infiniti e possono essere classificati in primari e secondari: • I rinforzatori primari sono legati alla sopravvivenza (cibo). • I rinforzatori secondari sono appresi nel corso della vita (figurine dei pokemon) I rinforzatori secondari possono essere suddivisi in molte categorie: - a livelli più bassi ci sono i rinforzatori molto concreti detti consumatori (quelli che si mangiano ma non legati alla sopravvivenza) e i rinforzatori tangibili, quelli che si toccano (giocattoli); - a livelli più alti ci sono i rinforzatori sociali (un sorriso o la vicinanza fisica) e informativi (l’informazione sul risultato di un’azione) a volte detti anche feedback. Una tecnica di passaggio da rinforzatori più a rinforzatori meno concreti è la token economy che consiste nel rinforzare il bambino con gettoni (o con dei punti sotto qualsiasi forma) che, in seguito, possono essere scambiati con rinforzatori di livello più alto, come la possibilità di andare a giocare in giardino. Un rinforzatore può essere erogato secondo un programma continuo: tutte le volte che il bambino emette la risposta corretta riceve la gratificazione; oppure secondo un programma intermittente: la gratificazione arriva solo dopo alcune risposte corrette.
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Il graduale passaggio da programmi continui di rinforzamento a programmi intermittenti favorisce il mantenimento e la generalizzazione delle abilità acqusite e toglie artificiosità all’intervento educativo o psicoterapeutico.
Rinforzatori estrinseci cioè sono al di fuori dei comportamenti e delle abilità che vengono rinforzate; rinforzatori intrinseci dove la gratificazione è strettamente connessa al comportamento.
Rinforzatori positivi e negativi. Si chiamano positivi quando la conseguenza positiva è determinata dall’aggiunta di un elemento positivo (una caramella). I rinforzatori negativi non sono punizioni, le punizioni sono conseguenze negative (schiaffo), i rinforzatori negativi invece sono sempre conseguenze positive per definizione. Si chiamano negativi quando la conseguenza positiva è determinata dalla sottrazione di un elemento negativo o spiacevole. L’uso sistematico del rinforzamento, a sua volta, consolida e migliora la mia relazione con lui e aumenta la sua motivazione e la sua autostima.
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MODELLAGGIO (o shaping)
Il modellaggio consiste nel rinforzare quei comportamenti che più si avvicinano all’obiettivo, anche se ne sono ancora distanti.
Il modellaggio consiste nella capacità dell’educatore, dell’insegnante di accontentarsi delle risposte anche solo parzialmente positive che il bambino sa dare; nel cogliere la parte buona che c’è nell’altro e intanto rinforzare quella. E’ chiaro che poi mano a mano che il bambino mostra di migliorare alcuni comportamenti e alcune abilità, il modellaggio consisterà nel rinforzare comportamenti sempre più vicini alla meta, fino a raggiungere alcuni obiettivi prefissati.
Il modellaggio è una metodologia che ha tra i suoi scopi fondamentali quello di migliorare la relazione.
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APPRENDIMENTO SENZA ERRORI
L’apprendimento senza errori è una tecnica di insegnamento e di riabilitazione cognitiva che consiste nell’inserire nella situazione didattica uno stimolo con funzione d’aiuto. Questo stimolo (prompf) serve in un primo tempo a impedire al soggetto di sbagliare. In un secondo tempo, quando il soggetto comincia a padroneggiare la nuova abilità, lo stimolo di aiuto viene eliminato in modo graduale (metodi di dissolvenza).
GENERALIZZAZIONE
La generalizzazione è la capacità di usare anche in contesti differenti le abilità apprese in un contesto specifico. Con i bambini con ritardo mentale la generalizzazione deve essere esplicitamente programmata.
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LA METACOGNIZIONE
La metacognizione è il pensiero sul pensiero, una riflessione sui propri pensieri.
La capacità metacognitiva può favorire un miglioramento di molte prestazioni in un soggetto con ritardo mentale.
Anche le abilità metacognitive possono essere insegnate e far parte di un programma terapeutico dedicato ai bambini con difficoltà intellettive (Ianes e Cramerotti, 2000).
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