ISTITUTO COMPRENSIVO DI MONTEREALE VALCELLINA SCUOLA DELL’INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA PROVINCIA DI PORDENONE Via Via Stazione, 32 (Montereale Valcellina) - Cap: 33086 Tel. 0427/79034 Fax 0427/7906748 Comuni di Andreis – Barcis – Cimolais – Claut – Erto Casso – Montereale Valcellina
LA VITA UMANA SOGGIACE ALLA TIRANNIA DI DUE SENTIMNETI POTENTISSIMI: SPERANZA E PAURA... SIA PER CHI TEME SIA PER CHI SPERA LA PREVISIONE DEL FUTURO E' ASSOLUTAMENTE NECESSARIAE DESIDERABILE PIU' DI OGNI ALTRA COSA
Luciano, Alessandro o il falso profeta
UNITA' DIDATTICA: Il Mediterraneo, terra di profeti LABORATORIO: Caccia al tesoro profetico
Prof. ssa Chiarot Maila
CLASSE 1A:ALZETTA ENRICO,BON ANDREA, CORONA ERIK, DE FILIPPO JONATHAN, FADELLI JOSHUA, FRANCESCON NICOLA, KARIS KEVIN, MAHMOOD TUBBA, MANARIN CHIARA, MANARIN NADIR, MARCUZZO FEDERICO, MAROTTA EDOARDO, MATTIOZ MELISSA, MELLA FRANCESCO, NADIF ANAS, PARVES SAGAR, PITAU ANDREA, PUTZOLU PAMELA, ROSSETTI LIA, ROSSOLATO MICHELLE ,ROVEREDO MATTEO,SKENDERI EMILYAN, TOME' LAURA, ZOLDAN BRUNO
ANNO SCOLASTICO 2011-2012
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Titolo: Il Mediterraneo, terra di Profeti
Destinatari: la classe I A della scuola secondaria dell'Istituto Comprensivo “David Maria Turoldo” di Montereale Valcellina
Premessa metodologico-didattica Come Istituto portiamo avanti da molti anni un progetto intitolato “Mondi e Migranti” che ogni anno viene declinato in una particolare zona dell'ecumene; quest'anno
è stato scelto il
Mediterraneo, come culla di tutte le civiltà e come terra di partenza e di destino di molte migranti. Pertanto, il tema “Profeti” proposto quest'anno dal Estoria mi è sembrato opportuno declinarlo all'interno del progetto di Istituto e calarlo nella dimensione del Mare Nostrum, che essendo le scenario delle vicende storiche affrontate nel curricolo della classe prima secondaria, a mio pare ere era l'adeguato sostrato su cui calare un approfondimento non semplice per alunni di soli 11-12 anni. Nella fase di progettazione e di scelta dei contenuti non è stato difficile trovare un aggancio con la realtà quotidiana: come primo tema ho scelto Cassandra in quanto di questi tempi spesso sui quotidiani si è parlato di sindrome di Cassandra: la cara, vecchia Europa soffre della sindrome di Cassandra, una patologia che induce a formulare sistematicamente previsioni negative circa il proprio futuro1. Tale sindrome è ispirata al racconto omerico della profetessa Cassandra, che non poté salvare Troia e nemmeno se stessa, e si manifesta nelle persone e negli ambienti in crisi. La sua tragedia è quella di ogni lingua perdente, destinata a rimanere inascoltata anche se dice la “verità”2. Non è cosa secondaria che in questa condizione ci sia una donna, capace di prevedere il futuro semplicemente perché disposta a guardare davvero il presente. Quasi fosse il primo intellettuale
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Cassandra è profetessa veritiera (Ag. 1241), ma le sue parole sembrano vane, perché è anche privata della persuasione; come sottolinea M. Detienne, è stata privata anche di pístis (fiducia) e la sua alétheia viene condannata alla dimensione della “non realtà”; all’opposto di quello che accadrà - come vedremo - con la parola menzognera, ο la parola-bugia, di Clitemnestra, il cui discorso provvisto di peithó sarà tuttavia dotato anche di potere sugli altri. Per ciò, sostiene A. Iriarte, il discorso di Cassandra diventerà simbolo della “mancanza di riconoscimento pubblico del discorso femminile”, e piú in generale, sarà emblema del discorso pubblico rifiutato e tuttavia successivamente verificato. Un ulteriore sviluppo di questo aspetto si avrà nei romanzi, nella poesia e nel teatro di epoche posteriori, come anche nei saggi politici e storici, che riprenderanno appunto l’esempio desolante di Cassandra per mettere in luce avvenimenti del presente. Ai nostri giorni, la veggenza-non creduta personificata da Cassandra ha ispirato il nome della cosiddetta “sindrome di Cassandra” o “complesso di Cassandra”, espressione che si usa per descrivere le persone che, dopo aver subito un trauma, fanno continuamente delle predizioni infauste, non essendo, ovviamente, in grado di evitare ciò che accadrà, e senza riuscire a farsi credere. 2 La figura mitico-tragica della principessa troiana si situa nella ambigua linea di confine che separa il divino e l’umano ed evidenzia il complesso rapporto che si stabilisce tra gli uomini e gli dèi. Cassandra, la donna del nómos ánomos è, nella sua sostanza, come afferma Nicole Loraux, innanzitutto un ossimoro(LORAUX 1999 : N. Loraux, La voce addolorata. Saggio sulla tragedia greca (ed. or. La voix endeuillée. Essai sur la Tragedie Grecque, 1999), trad. it. Torino, 2001) : nel suo rapporto con Dioniso e Apollo, nei confronti della verginità e del gámos, nel suo ruolo di vittima e di vendicatrice, nella accettazione delle norme e nella ribellione, nella rappresentazione della ragione e della manía, nella verità e nell’inganno, nell’appartenenza e nell’emarginazione, imponendosi precisamente per questo - come ritiene la studiosa - come la figura emblematica nella configurazione tragica della mescolanza delle voci.
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moderno affacciato sul baratro del sapere, Cassandra, che non rinuncia a dire anche se rimane inascoltata, è forse l’emblema di ogni concezione civile della cultura3. Va da sé che l’Europa è in una crisi finanziaria, culturale e politica senza precedenti e che i cittadini europei temono non solo la catastrofe socio-economica ma la fine del sogno comunitario4. Il primo passo perché ciò avvenga è ripristinare il concetto di responsabilità individuale e collettiva attraverso l'analisi dei protagonisti di quelle vicende “mitiche” affinché possano essere interpretati come figure dell'indissolubile connessione fra identità e alterità, assunta come connotato peculiare della condizione umana. Il secondo è inculcare nei bambini l’idea che l’Europa è la nostra culla comune, che nonostante le differenze “fenomenologiche” c'è un sostrato comune: nel “Curricolo di Cittadinanza e Costituzione” del nostro 'Istituto si suggerisce infatti di far
comprendere le dimensioni
multiculturali e delle società europee e il modo in cui l’identità culturale nazionale interagisce con l’identità europea. Da questo assunto ho pensato di fare un excursus sulla figura della Sibilla5 in diversi contesti religiosi e culturali (greco, romano, giudaico) per tracciarne una geografia “sibillina”, evidenziandone fratture e continuità e proseguire poi con un salto temporale sino ai giorni nostri dimostrando che , mutatis mutandis, ogni società ha prodotto, e molto spesso messo al bando, dei profeti, per la loro capacità di sconvolgere le comode esistenze dei credenti abitudinari, ricordando che una fede autentica, qualunque essa sia, non può non comportare impegno, lotta, rischio, amore per l’altro fino al sacrificio.
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Nel 2008 il Teatro Farneto ha dedicato un progetto alle donne del mito, Cassandra, Medea e Antigone, partendo nei primi due casi proprio dai testi di Christa Wolf, con regia e drammaturgia di Maurizio Schmidt. Nel comunicato stampa (29 febbraio 2008) leggiamo le ragioni che portano ad accomunare la storia mitica delle due eroine: “Si tratta di due donne barbare provenienti dall’Est geografico e culturale […] Entrambe testimoni della caduta delle loro antiche civiltà, al momento della sottomissione ai nuovi dominatori, i Greci. Entrambe deportate all’ovest dai maschi occidentali: Cassandra, recalcitrante preda di guerra del vincitore di Troia, Agamennone, Medea, complice preda di Giasone, per aiutare il quale tradisce il suo popolo”. 4 Il destino dell'Europa, come un Giano bifronte, ha mostrato l'altra faccia : ci fu un tempo in cui i popoli europei colonizzavano, adesso sono colonizzati. I nuovi padri pellegrini vengono dall’Islam per diffondere il loro credo, o dalla Cina e ci comprano. Le dinamica dicotomica OrienteOccidente sembra propendere verso la terra del Sol Levante e risuona nella mente la profezia del poeta Valery: “L’Europa diventerà quello che in realtà è, cioè un piccolo promontorio del continente asiatico”. La sindrome di Cassandra è giustificabile. Gli interessi nazionali continuano a prevalere sul bene comune. Nell’epoca del multipolarismo, l’Europa è un’entità ibrida e vulnerabile a causa della sua fragilità giuridica, che riflette l’incertezza politica. Ogni volta che un summit internazionale apre uno spiraglio, il giorno dopo qualcuno fa uno starnuto pernicioso che disturba i mercati finanziari. Gli sciacalli sono agguerriti e sanno dove e come colpire; cercano d’impedire che l’euro respiri e i malati più gravi (ieri la Grecia, la Spagna e l’Irlanda, oggi l’Italia) guariscano. Poi bisogna avere il coraggio di riformarla questa Europa vecchiotta e imbarazzante. Come? Sentendosi europei. Ispirandomi alla famosa frase di Massimo D’Azeglio, che nel 1861 notò che l’Italia era fatta ma bisognava fare gli italiani, oggi si può dire la stessa cosa dell’Unione Europea, che è un’incompiuta. dovrà vedere giocoforza la nascita degli Stati Uniti d’Europa. C’è una priorità, dunque: fare gli europei. 5 Tratto da: Le Grandi Profezie Autore Franco Cuomo, Newton & Compton Editori, dall'introduzione: “Rivestono un ruolo del tutto speciale nello scenario magico greco-romano le sibille, che con le loro profezie a lungo termine derogavano dalla consuetudine pagana di mantenere gli oracoli ancorati all’attualità. Per questo, a differenza dei responsi formulati dagli auguri e dalla maggior parte dei profeti operanti nell’antichità classica, i detti delle sibille assumevano in molti casi la portata di rivelazioni escatologiche, proiettate al di là dei millenni, verso un futuro nel quale si compivano i destini finali dell’umanità. Erano, in altre parole, delle apocalissi autentiche, analoghe per vari aspetti a quelle di matrice giudaicocristiana.”
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Pertanto dopo un approfondita vaglio degli studi relativi al tema6, mi sono interrogata sulla modalità di trasmissione o meglio di co-costruzione di questo approfondimento da declinarsi prevalentemente in forma laboratoriale per renderlo più accessibile. L'attualità del tema profeti è lapalissiana però nella formulazione di un'ipotesi di lavoro per gli alunni il mio timore era che loro lo intendessero come una sorta di “indottrinamento religioso” e non un'analisi critico dal punto di vista storico della figure profetiche. La finalità di questo lavoro è stata quella di stimolare la ricerca di una sorta di "filo rosso", che unificasse la frammentarietà “delle opere e dei giorni” degli uomini, e alimentando il desiderio di una meta, che rendesse in qualche modo comprensibili alcuni difficili momenti del passato e del presente. "L'interpretazione della storia è in ultima analisi un tentativo di comprendere il senso dell'agire e del patire degli uomini in essa" (K Löwith, Significato e fine della storia, Milano 1989, p. 23). Da sempre l'uomo si è interrogato e ha interrogato per avere soluzioni chiare ed evidenti, organizzate all'interno di un significato onnicomprensivo e solare, ma spesso si è scontrato contro l'oscura eccedenza della vita rispetto ad ogni "senso" ideale, il ceppo doloroso della finitudine e della morte, il travaglio non risolto del negativo, la differenza, che spiazza ogni presunzione di possesso dell'identità. La divinazione, intesa come insieme di pratiche codificate di esplorazione di fatti non normalmente conoscibili dall’uomo – come la conoscenza anticipata degli eventi futuri ha avuto e ha tuttora un ruolo notevole in quelle culture che presentano una diversa organizzazione del simbolico rispetto ai grandi sistemi monoteistici. Ci riferiamo ad esempio ai sistemi politeistici7 In un momento storico come quello che stiamo vivendo la perdita del senso, conseguente alla crisi delle risposte totalizzanti della ragione moderna, diventa così sempre più, sull'onda lunga del rifiuto, perdita del gusto a porsi la domanda sul senso: l'indifferenza, il disinteresse a porsi la domanda sul senso, più ancora che la stessa mancanza di un senso, si profilano come la "malattia mortale". Il percorso da me realizzato ha tenuto conto delle direttive per la costruzione di Curricoli interculturali (dal canone etnocentrico a quello del cittadino cosmopolita) con un approccio ai fatti storici che permetta agli allievi di essere consapevoli dei limiti delle conoscenze umane, di mostrare un’attenta considerazione delle culture “altre”, di crearsi una forma mentis propria del cittadino di una democrazia.
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Per Cassandra la proposta di F. Razzetti riprende in maniera semplificata e per alunni del ginnasio l'esaustivo studio di Diana De Paco Serrano intitolato Cassandra. Il destino di una donna tragica , tema di una conferenza tenuta a Trieste il 9 giugno 2010. 7
Sono le culture che non riconoscono un' unica e inconfutabile fonte di sapere e potere non non riconoscono l’unico Dio dei monoteismi, il quale non può lasciare fuori controllo il vasto campo della elaborazione di saperi autonomi. Da ciò il rifiuto, nelle culture monoteistiche della divinazione, ma anche delle pratiche magiche. SABBATUCCI 1989, p.VII – IX; cfr. SABBATUCCI 1999, p.39. Per l’analisi dei sistemi politeistici, rimandiamo a SABBATUCCI 1998, vedi in particolare vol. I, pp. 9 –19
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Spesso, nella storia degli uomini, ciò che stava ‘al di là delle frontiere’ era assolutamente ignoto. La terra incognita si affollava allora, nella mente di chi stava al di qua dei confini, di ogni genere di terribili supposizioni, associazioni, fantasticherie. Contro chi abitava la terra sconosciuta, era necessario erigere muraglie e cinte difensive. Anche ora che la terra è tutta conosciuta e molti confini e barriere sono stati eliminati sul territorio, queste stesse fantasie rimangono e si riproducono, guidando i nostri comportamenti, e una geografia immaginaria si sovrappone e si connette strettamente con la reale topologia dei luoghi. La nostra esperienza umana è innanzitutto esperienza degli altri e la nostra stessa identità, il senso che abbiamo di noi stessi, si costruisce nella relazione con gli altri (prossimi o lontani), rispetto ai quali ci confrontiamo, cogliamo differenze o somiglianze. Il continuo paragone e confronto reciproco è il filo unitario che dà senso alla trama delle nostre esistenze e che tiene insieme la nostra esperienza vissuta (sensazioni, emozioni, atti conoscitivi e volitivi) e la realtà (il mondo esterno e gli altri). L'una non può prescindere dall'altra. Da sempre però ogni popolo, ogni cultura, tende a porre se stesso al centro del mondo, in ogni senso. Discende da qui quel complesso fenomeno che le scienze sociali, e in particolare l'antropologia culturale, hanno definito, studiando le società più arcaiche, etnocentrismo. Tale atteggiamento pregiudiziale8 induce a chiudersi entro i propri limiti; a ritenere la propria prospettiva come ovvia e normale, a difenderla come l'unica possibile, l'unica vera; e quindi superiore a ogni altra. Da qui deriva l'atteggiamento di riserva, di ripulsa e persino di disprezzo verso gli ‘altri’ (ossia verso tutto quello che rimane o viene posto ‘fuori’ dagli schemi di riferimento del ‘noi’). Si fissa così nella mente un'opposizione tra ‘noi’ e gli ‘altri’, i ‘diversi’. In realtà, è sufficiente, spostare lo sguardo, mettersi in una diversa prospettiva, e ognuno diventa ‘altro’ per l'’altro’. Nei percorsi di riflessione seguenti i protagonisti di quelle vicende possono essere interpretati come figure dell'indissolubile connessione fra identità e alterità, assunta come connotato peculiare della condizione umana. Pertanto attraverso la costruzione di un gioco multimediale “Caccia al tesoro profetico” ho voluto riprodurre quell'anelito a non perdere la speranza di cercare un senso e una interpretazione alla realtà , a cui si arriva solo attraverso la conoscenza del passato e da cui si può partire per profetizzare un orizzonte futuro.
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L'etnocentrismo, inteso come atteggiamento pregiudiziale di svalutazione degli ‘altri’, dei ‘diversi’, persiste e si riproduce in molti modi, magari sottili, spesso inconsci. A volte, invece, assume le forme di una ideologia distruttiva verso popolazioni diverse da noi; come ancora oggi avviene nelle cosiddette ‘guerre etniche’, dove, in nome di una presunta purezza d'origine autoctona, un gruppo etnico tende ad annientare un altro presente nel suo stesso paese. L'etnocentrismo può esprimersi in un doppio atteggiamento solo apparentemente opposto: quello di chi disdegna gli altri e li rifiuta (espulsione) e quello di chi vuole integrare gli ‘altri’ in ‘noi’ fagocitandoli fino a farne sparire ogni forma di diversità (assimilazione). Come se il fatto di essere altro, diverso da me, da ‘noi’, costituisse una caratteristica anomala, quasi mostruosa e intollerabile, di una parte dell'umanità e che va cancellata.
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In tutte le attività si è cercato pertanto di confrontare il nostro punto di vista e il punto di vista ‘altro’ e in particolare di utilizzare diversi tipi di fonti9, ovvero fonti scritte (fonti a stampa), fonti visive (fonti iconiche e fotografie), fonti materiali (manufatti archeologici riprodotti in carta pesta), fonti orali (interviste orali),
fonti audiovisive(film “Gli Ultimi”) di facile lettura ed
interpretazione, visto l’età dei destinatari, ma che hanno permesso di elaborare, nel contempo, considerazioni, riflessioni, discussioni in modo da far emergere lo spirito critico degli alunni. Al di là quindi della doverosa trattazione cattedratica di tali argomenti, per inquadrare l'orizzonte culturale che avrebbe fatto da scenario al nostro approfondimento, parallelamente ho progettato l'attività laboratoriale (piccoli archeologi al lavoro e “costruzione” del gioco multimediale), con l'intenzione
di far sentire i miei alunni dei “piccoli profeti” alla ricerca,
attraverso un percorso storico-geografico dell'ultima profezia. La storia è stata vissuta quindi in parte come come un gioco tramite un role playing
ma anche come strumento chiave per
comprender il passato e per andare avanti nel futuro. La difficoltà più grossa da me incontrata è ascrivibile alla scelta delle fonti che dovevano essere pertinenti al tema o a sottotemi individuati nel percorso, proprio perché una scelta oculata, che permetta l’attività sulla fonte, è una operazione d’importanza fondamentale per mantenere un qualche legame tra ricerca e didattica. Mauro Ronzani, a proposito di questo punto centrale nel dibattito sulla didattica della storia, sottolinea: Qualunque sia l’argomento che si affronta, dietro all’elaborazione storiografica - e alla sua riduzione a ‘Racconto’- c’è sempre l’utilizzazione di una documentazione: e per quanto vasta e variegata questa possa essere, vi è sempre un piccolo gruppo di testimonianze ‘centrali’, nelle quali si può trovare quasi tutto, o molto, del tema che si sta trattando10.
Dal momento che la storia è una realtà in continua costruzione, insegnare la storia significa sensibilizzare gli studenti alla sua costruzione, come è sottolineato dalle seguenti parole di J. Le Goff: insegnando la storia si deve- per quanto gli alunni siano capaci di seguire- suscitare in loro lo spirito critico, atteggiamento fondamentale in storia. Il fatto storico non è dato, bensì costruito. Gli alunni vanno perciò sensibilizzati alla fabbricazione della storia. Bisogna mostrare loro che il lavoro dello storico non consiste nel ricomporre la storia, ma nel fare la storia11.
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L’approccio diretto alla fonte è utile perché: 1. agisce sulla motivazione dell’alunno; 2. fornisce stimoli rispetto alla lettura del manuale 3. permette di focalizzare la diversità dei ‘punti di vista’; 4. costituisce il punto di avvio di ulteriori ricerche; arricchisce le conoscenze. 10 U. Balocchi, S. Bucciarelli, S. Sodi, Insegnare storia. Riflessioni a margine di un’esperienza di formazione, Pisa 2002, p.12 11
Ivi, pp. 26-27
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Il “fare storia” dei miei alunni si è declinato nella scelta e formulazione delle domande del gioco multimediale “Caccia all'ultima profezia” nel quale hanno dovuto scegliere i nodi concettuali più importanti per costruire le domande per avanzare nel gioco. Agli obiettivi riferiti a conoscenze e a concettualizzazioni storiche e storiografiche si sono aggiunti obiettivi tesi a costruire abilità riferite al collocare nel tempo e nello spazio, a connettere eventi secondo relazioni che hanno diversi gradi di causalità, a capacità manipolative della documentazione, nonché obiettivi che riguardano la capacità di collaborare con altri per la progettazione e la realizzazione di un itinerario di ricerca12. Dalla impostazione metodologico-didattica propostami dal Prof. Salimbeni13 durante la SSIS è nata quindi l’idea di proporre un percorso finalizzato alla valorizzazione anche della storia locale (la scelta di inserire tra i profeti moderni Domenico Scandella detto “il Menocchio”, mugnaio di Montereale Valcellina e Don Milani, a cui sono intitolate due Associazioni culturali, e Papa Giovanni XXIII e Padre David Maria Turoldo, eponimi del nostro Istituto Comprensivo) con l’obiettivo di trasmettere un’impostazione metodologica spendibile in altre attività. La realizzazione grafica e multimediale ha permesso di sfruttare le diverse competenze del gruppo-classe anche in campo tecnico e artistico (coinvolgimento delle discipline di
Arte e
Immagine e Tecnologia). In particolare sono state scelte particolari attività per soddisfare determinati obiettivi: ATTIVITA' LABORATORIALE: Piccoli archeologi
OBIETTIVI
ala lavoro e ricostruzione del mito di Cassandra
Mettere
RICOSTRUZIONE DEL MITO DI CASSANDRA:
a
documentarie
confronto e,
fonti
attraverso
un'interpretazione attiva, individuarne Fase operativa: attività di gioco di ruolo
i punti in comune e le differenze
Ho creato una simulazione in modo che gli alunni si immedesimassero nel ruolo di un piccolo archeologo affinchè non si annoiassero nel lavoro con le fonti e nello studiare fatti non riportati sul manuale.
Comprendere
gli
aspetti
essenziali della metodologia storica Classificare e interpretare diversi tipi di fonti Conoscere caratteri essenziali dei
PICCOLI ARCHEOLOGI AL LAVORO: ricostruiamo
politeismi antichi
la stratificazione del mito di Cassandra profetessa inascoltata, poiché ogni cultura strumentalizza delle figure archetipiche per trasmettere dei valori: 12 13
A. BRUSA, La didattica sotto accusa, in «I viaggi di Erodoto», 35 (12), pp. 40-49.
“Non più una storia, quindi, puramente politica e degli accadimenti istituzionali, militari e diplomatici, bensì intesa come storia sociale e della
civiltà; il rapporto con le altre scienze sociali; il collegamento, e questo motivo va particolarmente sottolineato, tra storia locale e generale”.
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Classe divisa in 5 gruppi , a ciascun gruppo è stato dato un vaso con della terra entro il quale erano stati messi dei: frammenti di fonti scritte inerenti il mito di Cassandra riprodotte su finto papiro che loro dovevano ricostruire
frammenti di rappresentazioni iconografiche di Cassandra
frammenti di fonti “spurie”
frammenti di fonti apparentemente non inerenti al mito di Casssandra (Alessandra di Licofrone14)
Il lavoro ha permesso: − di facilitare la socializzazione in quanto per ricostruire la fonte è stato necessario reperire i frammenti mancanti presso un altro gruppo − vagliare attentamente e criticamente le fonti in quanto ne erano state utilizzate alcune non inerenti al mito in esame SIBILLA 15 SIBILLE
OBIETTIVI
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Gli alunni ingenuamente la riterranno spuria ma l'insegnante attraverso la spiegazione etimologica del nome di Cassandra qui di seguito riporterà gli alunni alla corretta analisi della fonte. Vedi:Cassandra è un nome non greco, attestato probabilmente già nelle tavolette micenee di Pilo (ke-sa-dara); di Cassandra, Alessandra costituirebbe la grecizzazione: la derivazione è da alèxo+aner = "colei che respinge l'uomo". Vedremo che questo aspetto avrà una rilevanza in due particolari episodi del mito, in relazione ad Aiace e ad Agamennone. 15 Le ultime ricerche archeologiche hanno confermato la tesi che gli stati modificati di coscienza necessitano, per insorgere,di condizioni mentali o ambientali capaci di determinare la reazione oracolare o paranormale. Ne parla William J.Broad in un articolo apparso su la Repubblica del 21 marzo 2005 e che riproduco:«Per almeno 12 secoli l'oracolo di Delfi parlò a nome degli dei, dando consigli ai legislatori, ai cittadini e ai filosofi su qualsiasi cosa, dalla loro vita sessuale agli affari di Stato. L'oracolo era sempre una donna e i suoi responsi divini erano sollecitati da un richiedente. In trance, a volte in uno stato di delirio, rispondeva alle domande, dava ordini e faceva profezie. Gli studiosi avevano da tempo scartato la spiegazione che gli antichi greci davano all'ispirazione dell'oracolo, collegandola ai vapori che salivano dal pavimento del tempio. Non trovarono, però, alcuna fenditura né possibili fonti di intossicazione. Conclusero che i vapori erano mitici. Oggi, tuttavia, un archeologo, un geologo, un chimico ed un tossicologo si sono riuniti in équipe per produrre prove che dimostrerebbero che gli antichi avevano ragione. Si è scoperto,infatti, che la roccia in quella regione è composta da calcare oleoso spaccato da due faglie nascoste che passano esattamente sotto le rovine del tempio, creando così un passaggio attraverso il quale i vapori dei gas naturali possono salire alla superficie contribuendo a provocare visioni. In particolare l'équipe ha scoperto che l'oracolo probabilmente veniva pronunciato sotto l'influsso dell'etilene, un gas dall'odore dolciastro, un tempo usato come anestetico. In piccole dosi, produce una sensazione di euforia. - Volevamo vedere se c'era una conferma geologica alla testimonianza di Plutarco e di altri -, dice Jelle Zeilinga de Boer,geologo della Wesleyan University, che cominciò a fare indagini a Delfi più di vent'anni fa. Il lavoro dell' équipe è stato descritto (2004) su Geology. Verrà pubblicato anche nel numero di aprile di Clinical Toxicology. Nei pressi del Golfo di Corinto, sulle pendici del monte Parnaso, fu fondato un luogo di culto prima del 1200 a.C. e il tempio che vi sorge divenne il santuario più sacro per gli antichi greci, che lo consideravano il centro del mondo. Luogo di culto in origine a Gea, la dea della terra, il tempio di Delfi fu, nel VIII secolo a.C., dedicato ad Apollo,il dio della profezia. Il suo oracolo, parlava, spesso in delirio, ed esercitava una grande influenza. In uno dei suoi ammirati responsi,definì Socrate il più saggio degli uomini. Prima di una seduta profetica, l'oracolo scendeva in una cella sotterranea e inalava i sacri vapori. Alcuni studiosi dicono che i suoi responsi venivano interpretati e messi per iscritto da sacerdoti spesso in forma ambigua; altri, invece, dicono che l'oracolo comunicava direttamente con il richiedente. Nel1981, il dottor de Boer si recò a Delfi in qualità di consulente del governo greco per verificare l'idoneità della regione alla costruzione di reattori nucleari. Il suo compito era quello di scoprire se vi fossero faglie nascoste e di valutare la possibilità di scosse sistemiche. Ebbi un colpo di fortuna -ricorda. A causa del traffico turistico, il governo aveva deciso di scavare nella collina ad est di Delfiun grande spiazzo portando alla luce - una bellissima faglia - come lui stesso la definì. Appariva giovane e attiva. Per giorni de Boer seguì le tracce a piedi,spostandosi da est a ovest, lungo chilometri di terreno montagnoso. La faglia era perfettamente visibile. A ovest di Delfi, trovò che si collegava aduna faglia già nota. In mezzo, era nascosta da detriti rocciosi, ma si vedeva che proseguiva sotto il tempio.- Avevo letto Plutarco - ricorda de Boer - pensai:questa potrebbe essere la frattura dalla quale si innalzavano i vapori di cui parlano -. Mentre visitava delle rovine romane in Portogallo, conobbe JohnR.Hale, un archeologo della University di Lousville. Decisero di lavorare insieme. Hale andò a cercare le vecchie relazioni francesi sugli scavi e scoprì con sorpresa che avevano notato come la roccia sulla quale era stato costruito il tempio presentava delle fratture prodotte dall'azione dell'acqua. Nel 1996, i due studiosi si recarono in Grecia per riesaminare la faglia di Delfi. Scoprirono così che lo strato sotterraneo era formato da calcare
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Ricerca storica: ci siamo posti il problema del quando, come dove e perchè, diversi popoli , con diverse religioni abbiano avuto tutti una “Sibilla”. Il fine era di dimostrare
Comprendere
gli
aspetti
essenziali della metodologia storica
Metodo
del
comparativismo
come le idee viaggino veloci e vengano riutilizzate e storico16 strumentalizzate a seconda dei fini di chi le possiede PROFETI DI IERI, PROFETI DI OGGI
OBIETTIVI
La Bibbia come testo storico: attraverso l'analisi comparativistica, propria della storia delle religioni, rilettura della Bibbia (Antico e Nuovo Testamento) in
Conoscere la
Bibbia come
documento storico-culturale
Individuare di
il
alcuni
messaggio
chiave storica e confronto con i profeti dei testi “classici” e
centrale
testi
biblici,
i profeti di oggi.
confrontandoli con i testi classici -Conoscere e saper descrivere il
Attività di ricerca e metodologia storica: dal libro di C.Ginzburg”Il formaggio e i vermi” sintesi
ruolo del profetismo biblico rispetto al
sulla cosmogonia e antropogonia del mugnaio di
profetismo greco e romano.
Montereale “Deus ex macina”, profeta moderno della tolleranza religiosa17
con il fine di dare maggior
Saper
profetiche
del
individuare
figure
nostro
tempo,
consapevolezza del presente dal confronto contrastivo con
descrivendone le caratteristiche utili
il passato.
per
un
autentico
rinnovamento
sociale.
Usare il passato per rendere
comprensibile il presente e capire che le sollecitazioni poste dal presente possono trovare una chiave di lettura anche nella conoscenza del passato bitumino di olio neri. Oltre al metano e all'etano, c'erano tracce di etilene. Sotto ogni aspetto, l'antico enigma era stato risolto. Alla fine del 2000, Henry A.Spiller, il tossicologo che dirige il Kentucky Regional Poison Center, si è unito all'équipe. - Nei primi stadi l'etilene produce euforia, uno stato mentale alterato e una sensazione piacevole. È quello che l'uomo della strada definirebbe sconvolgenti, - osserva Spiller .Quando si smette di inalare etilene, aggiunge, gli effetti scompaiono rapidamente».Erminia Gargiulo. Parapsicologia Classica. Napoli. 16 Fin dalle sue origini la Storia delle religioni si è avvalsa largamente di un particolare strumento di analisi: il metodo comparativo. Per comparativismo si intende quello strumento che raffronta tra loro elementi culturali simili appartenenti a popoli e culture lontani tra loro, in senso spaziale e cronologico, al fine di stabilire dei modelli comuni 17 Un articolo di Nature (2010) ha rivelato che due milioni di anni fa nei gruppi di ominidi che vivevano nel sud dell’Africa erano le femmine ad allontanarsi dopo la pubertà. La notizia ha suscitato l’interesse dei media perché smentisce, almeno a livello dei nostri progenitori, il cliché di un istintivo attaccamento femminile alla famiglia e di una naturale irrequietezza dei maschi. Ma c’è un altro elemento che avrebbe meritato di essere messo in evidenza: la ragione per cui le australopiteche se ne andavano o venivano scacciate era che doveva essere evitata la riproduzione fra consanguinei, a prevenire le tare genetiche tipiche di popolazioni ad alto coefficiente di in incrocio ma anche ad allargare la coesione sociale fra tribù vicine incrementando i legami di parentela e diminuendo i rischi di guerre e violenze. È il paradosso che Curi, uno dei maggiori filosofi italiani, studia in questo libro: per rafforzarsi, una comunità deve ibridizzarsi, aprirsi all’esterno. Per sopravvivere, ha bisogno di ciò che le è alieno: lo straniero. L’ambiguità è espressa dal sostantivo greco xenos: che indica colui che viene da fuori e che in quanto tale rappresenta, sì, un potenziale pericolo ma anche un’opportunità, e nei confronti del quale occorre dunque esercitare il dovere sacro dell’ospitalità. Del tutto inadeguata e inaccettabile è invece la retorica conservatrice su cui i provvedimenti anti-immigrazione si basano: una retorica della paura, “paura come sintomo inconfondibile della pregiudiziale indisponibilità a istituire un rapporto, come riflesso di una insicurezza invincibile, come testimonianza dell’incapacità di riconoscere un dato fondamentale, e cioè il fatto che la relazione con l’altro costituisce la condizione senza la quale non è possibile il riconoscimento della propria identità”. Paura di cambiare, ancor più che di venire cambiati. Paura dell’ignoto, dello stato di esitazione che sempre accompagna la ricerca della verità, inclusa quella su noi stessi.
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Approfondire le dimensioni di fenomeni ed eventi di interesse
e
portata nazionale e locale Introduzione Il percorso didattico qui descritto costituisce un' unità di approfondimento sul metodo storico, iniziata con un'attività ludica svolta presso il Museo Archeologico di Montereale Valcellina intitolata: “Chi prova impara… e i cocci sono suoi!”un'esperienza laboratoriale (2 uo) dove far “raccontare il reperto” per conoscere più da vicino le problematiche del mestiere dell’archeologo. Accanto all’attività in laboratorio è stata effettuata un’osservazione guidata ai manufatti esposti nelle sale del Museo per capire da vicino come interpretazione e studio siano fondamentali nel lavoro dell’archeologo. L'attività ludico-didattica è proseguita con questo
approfondimento in una prospettiva
storico-religiosa, affrontando la tematica proposta quest'anno dal Premio “Antonio Sema 2012” intitolato:”Profeti”. Visto il piano di lavoro annuale per la classe prima formulato dall'insegnante di IRC si è inteso affrontare il tema “Profeti” secondo un’ottica comparativistica che sottolineasse gli elementi di continuità e di frattura nelle diverse culture studiate. Lo scopo principale è quello di mostrare come da sempre l’uomo, immerso in un mondo retto da un meccanismo insondabile, imprevedibile, sempre in continua metamorfosi, ha tentato di prevedere, mediante pratiche che col passare del tempo spesso sono rimaste immutate, gli eventi futuri e, quindi, tentare di controllarli, nonostante la consapevolezza, inconscia o meno, che “non è possibile alla natura umana evitare quel che deve avvenire”18. La divinazione, qualsiasi forma essa abbia assunto nel corso dei secoli, presuppone il credere in un’entità superiore che governa e regge il mondo materiale e che può comunicare agli uomini le proprie finalità o metterli a conoscenza di fatti che non sono alla portata dell'intelletto19. Nello svolgimento di questa, come di altre unità di apprendimento inerenti la disciplina storica, ho sperimentato quanto sia importante saper raccontare la storia. Il tono della voce, le pause, la ripetizione di alcune parole chiave o particolarmente significative, diventano strumenti per rendere più coinvolgenti le lezioni.
Il contesto classe 18
ERODOTO III, 65, 3 Tali parole furono, secondo la narrazione dello storico di Alicarnasso, pronunciate dal persiano Cambise quando si pentì di aver fatto uccidere, a causa dell’interpretazione errata di un sogno, il proprio fratello Smerdi. 19 D. SABBATUCCI, Divinazione e cosmologia, Il Saggiatore, Milano 1989;M. SORDI, La profezia nel mondo antico, Vita e Pensiero, Milano 1993
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Destinatari del percorso sono stati i 24 alunni della I A, classe di composizione eterogenea per: •
genere, conta 7 ragazze e 17 ragazzi;
•
provenienza: o
il 80% dei ragazzi è di nazionalità italiana; il resto albanese, tunisina, bengalese che si esprimono in modo corretto nella nostra lingua, anche se presentano qualche difficoltà nella fase di produzione.
•
livelli di conoscenze, abilità e competenze diversi, data la diversa provenienza scolastica.
•
il grado di partecipazione ha confermato questa situazione iniziale: gli interventi e gli elaborati degli alunni sono stati puntuali e quasi sempre pertinenti; anche la motivazione si è mantenuta su livelli buoni.
Prerequisiti -
saper estrapolare da un testo le informazioni più importanti, creando una gerarchia tra esse;
-
saper individuare cause e conseguenze di eventi e fenomeni;
-
saper ricavare dati e informazioni da una carta storica semplice (fisica, politica, tematica);
-
saper ricavare dati e informazioni da documenti (scritti, iconografici, filmici).
Obiettivi Formativi Gli Obiettivi Formativi possono essere valutati anche tenendo conto delle dinamiche di gruppo e dell’impegno di ciascun allievo nell’offrire contributi personali e contemporaneamente nel lasciare spazio agli altri, oltre che nell’aiutare chi si trovasse in difficoltà. Nell’ambito dei obiettivi previsti per la materia dalle Indicazioni ministeriali qui di seguito brevemente elencati, sono stati individuati obiettivi di apprendimento specifici per l’unità di apprendimento svolta. Traguardi generali: migliorare la capacità di utilizzare fonti di diverso tipo (documentarie, iconografiche,filmiche, monumentali etc.), per ricavare conoscenze su temi definiti saper ricavare informazioni da testi storiografici, iconografici, e letterari saper selezionare, schedare e organizzare le informazioni con mappe e schemi saper produrre brevi testi, utilizzando le conoscenze selezionate e schedate da fonti di informazioni diverse per tipologia e linguaggio
saper utilizzare il linguaggio specifico della disciplina e altri linguaggi (disegni a mano libera/linguaggio informatico per la realizzazione della “Caccia al tesoro” digitale) 11
autonoma e consapevole lettura diacronica del testo preso in esame, con riferimento alle sue riprese successive, in modo da coglierne l’attualità e la modernità dei temi.
OSA di riferimento Conoscenze - Conoscere alcune fonti classiche, bibliche, moderne e contemporanee, come documento storicoculturale per ricostruire al storia del profetismo Abilità -Individuare il messaggio centrale di alcuni testi (classici, biblici e moderni) utilizzando informazioni storico-letterarie e seguendo metodi diversi di lettura. Sub-obiettivi specifici: Conoscenze e abilità - Conoscere e saper descrivere il ruolo del profetismo classico e biblico. - Saper individuare punti di contatto e elementi di novità, utilizzando la prospettiva comparativa, nelle diverse fonti analizzate - Saper individuare figure profetiche del nostro tempo, descrivendone le caratteristiche utili per un autentico rinnovamento sociale
Competenze di riferimento dell’allievo in prospettiva triennale: - Sviluppo di un interesse inerente percorsi di riflessione su valori come l'interculturalità , la tolleranza religiosa, etc - Capacità di elaborare il proprio progetto di vita come ipotesi di interpretazione della realtà sociale e individuale, sulla base di fondamentali conoscenze classiche, bibliche, moderne e contemporanee
Traguardi delle competenze di Cittadinanza e Costituzione tratte dal Curriculo dell'Istituto: -L’alunno riconosce e impara a leggere le tracce storiche presenti sul territorio e comprende l’importanza del patrimonio artistico e culturale. -L’alunno si rende conto che lo spazio geografico è un sistema territoriale, costituito da elementi fisici e antropici legati da rapporti di connessione e/o interdipendenza.
Contenuti culturali L'unità didattica prevedeva i seguenti contenuti, così strutturati in lezioni frontali e attività laboratoriali: PARTE 1 CASSANDRA, LA STRATIFICAZIOEN DI UN MITO -2uo
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Il titolo dell'attività è stato il momento di attivazione attraverso il brainstorming delle conoscenze degli alunni su alcuni termini come mito/rito20 per darne un'interpretazione in chiave storico religiosa
vedendoli declinati nei due politeismi, religione greca e romana21 che sono
l'oggetto di approfondimento del percorso. Pertanto ho sottolineato come nell'antica Grecia il mito era sì un un “racconto” ma che aveva bisogno del riconoscimento collettivo dal quale ne era determinata l'ortodossia che era stata riconosciuta nella forma definitiva grazie alla scrittura e il cui linguaggio era la poesia. Vissuto come storia, il mito fondava e legittimava il presente del Greci ed era un elemento fondamentale di coesione culturale e religiosa nella frammentazione politica delle città. Se gli dei e gli eroi occupavano lo spazio del mito, in cui restavano confinati, all'uomo veniva consegnata la realtà storica, che egli controllava attraverso l'atto rituale che però si rivelava come un atto squisitamente umano con, sostanzialmente 2 funzioni: confermare ed edificare la collettività civica
sancire e rinnovare le forme delle relazioni tra dei e uomini come le relative sfere di competenza fissate nel tempo del mito22. Una forma di culto tipicamente greca è quella rappresentata dagli oracoli che, come in
generale tutta la mantica greca, avevano la funzione di indicare i canali e i modi necessari per ricondurre entro “la norma” episodi critici che erano visti come un'alterazione dell'ordine cosmico, prodotto di una trasgressione nei confronti del sistema normativo tradizione, a causa della quale l'uomo era sottratto alla sua naturale condizione di purità. L'oracolo diventava allora uno strumento che, attraverso una preliminare purificazione, riconduceva il consultante nella sua condizione originaria, aprendo lo spazio
umano ad un
intervento momentaneo della divinità. Quando si affermano le città , i privilegi delle aristocrazie vengono progressivamente aboliti e anche il mondo degli dei subisce uno slittamento in senso civico e politico. La celebrazione dei culti contribuiva a cementare l'unità del corpo sociale e la città, integrati gli dei nel tessuto civico, si proponeva come unica mediatrice tra mondo divino e mondo umano., In particolare ad Atene, il teatro si trasformò sino ad assumere la funzione di rinnovare e confermare l'identità civica dei cittadini. Nello spazio scenico, infatti veniva confinata la crisi provvisoriamente e periodicamente introdotta nel cuore della città attraverso la rappresentazione dei drammi delle famiglie eroiche del passato mitico, irripetibili nel presente, e appunto, in quel 20 21 22
Argomenti affrontati nell'ora di epica con l'insegnante di italiano Gli alunni erano in possesso di elementi basilari delle due religioni in quanto erano argomenti trattati nella scuola primaria affrontate Tutte la digressione storico religiosa da me sintetizzata ha come fonte il Manuale di Storia delle Religioni, Roma-Bari, Laterza, 1998, e le dispense universitarie dei Corsi di Storia delle religioni e Religioni del mondo classico sempre del Prof. Paolo Scarpi, mio relatore di tesi. Inoltre testo di riferimento per tutta l'unità è stato il testo di G.Sfameni Gasparro, Oracoli, profeti e sibille, Roma 2002.
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luogo relegati. Di fronte a quelle vicende di trasgressione, di orrore e di morte si stagliava l'ordine dello spazio civico, entro il quale il cittadino trovava le risposte ai suoi bisogni. Dopo questa prima introduzione storica religiosa, per attivare le loro pre-conoscenze, si leggerà un brano tratto dalla loro antologia intitolato “Storia di un cavallo di legno”, riportato qui di seguito, e ci soffermerà sul passo in cui viene presentata la profetessa Cassandra:
L'insegnante chiederà a ciascun alunno di completare la seguente tabella desumendo le informazioni dal testo appena letto: CARATTERISTICHE FISICHE E MORALI
AZIONI
Figlia del re Urla e piange pazza guardando più bella delle figlie si getta a terra inascoltata (chi ci bada alle sue parole?) gridò piangendo L'insegnante partirà dalle caratteristiche fisiche per chiedere agli alunni: 1. la ricostruzione del personaggio
di Cassandra dalle testimonianze non solo letterarie 23 e
mitologiche, ma anche figurative e culturali concentrandosi su due parole desunte dal testo da loro analizzato:
bella, nel significato di bella fanciulla vergine da condurre in sposa
“pazza” e “inascoltata” legate al suo esse re profetessa non creduta
23
Quando fu giorno, i Troiani videro che il campo greco era stato abbandonato e pensarono che fossero fuggiti; poi con grande gioia trainarono in città il cavallo di legno, lo posero davanti al palazzo di Priamo e si consigliarono sul da farsi. Cassandra vaticinò che all’interno del cavallo c’era una forza in armi, e anche il profeta Laocoonte fu d’accordo: molti quindi dissero di bruciarlo, altri di buttarlo in un precipizio, ma l’opinione prevalente era di tenerlo come offerta alla divinità, e predisposero una celebrazione. Apollo inviò loro anche un segno: due serpenti uscirono dal mare, provenienti da isole vicine, e divorarono i figli di Laocoonte (Apollodoro, cit., Epitome, 57).
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2. di mettere su una linea del tempo le fonti utilizzate per “visualizzare” l'evoluzione storico -letteraria del personaggio. A questo punto, dopo aver diviso la classe in 5 gruppi di livello24, saranno consegnate: a) in fotocopia il seguente testo tratto da G.L. Messina, Dizionario di mitologia classica, A. Signorelli editore, Roma Cassandra. - Figlia di Priamo e di Ecuba e sorella gemella di Eleno. Sin da piccola aveva ricevuto da Apollo il dono della profezia; tuttavia in seguito, avendo respinto l'amore del dio, aveva perduto quello della persuasione, sicché non fu più creduta da nessuno. Tale triste destino la perseguitò finchévisse: la bellissima giovane non riuscì a persuadere i concittadini quando vaticinò che Paride - la cui identità non era stata ancora svelata - avrebbe provocato la rovina di Troia, né quando preconizzò che il ratto di Elena si sarebbe risolto in un disastro, né quando con Laocoonte cercò d'impedire il trasporto in città del cavallo di legno lasciato dai Greci sulla spiaggia, ammonendo ch'era pieno di soldati, né in cento altre occasioni. Profetò anche la sorte dei Troiani caduti nelle mani dei nemici e il futuro destino di Enea. Durante l'incendio si rifugiò presso l'altare di Atena, aggrappandosi alla statua della dea; ma ne fu strappata violentemente da Aiace d'Oileo, che per tale atto sacrilego corse il rischio di venir dilapidato dai compagni. Poi toccò come preda di guerra ad Agamennone, che la condusse con sé a Micene ed al quale predisse l'imminente uccisione: infatti poco dopo l'eroe cadde per mano di Egisto e l'infelice schiava venne trafitta da Clitennestra. In qualche raro caso Cassandra è nota col nome di Alessandra. b)
cassettina con terra e frammenti di fonti25 scelte dall'insegnante riprodotte su finto papiro e su
carta pesta (vedi foto seguenti) + pennellini per ripulire e sacchettini per separare e classificare
Particolare della brocca Vaso realizzata in cartapesta dall'insegnante che riproduce Aiace e Cassandra nel Palladio.
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25
I gruppi sono stati fatti secondo fasce di livello per permettere anche agli alunni con difficoltà di apprendere” il metodo storico” dai compagni più esperti. VEDI FONTI NELL'ALLEGATO 3 così suddivise. Gruppo 1-fonte 1, gruppo 2 fonte 2+5, gruppo 3 fonte3, gruppo 4 fonte4, gruppo 5 fonte5+ 6 mettendo nei gruppi 2 e 5 , contenenti fonti miste (documentarie iconografiche, gli alunni L2 e quelli con obiettivi minimi possano trarre vantaggio in un lavoro di ricostruzione di una immagine
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con le seguenti consegne: Esercizio 1. Il mito di Cassandra è una congerie di informazioni tratte da diversi autori. Cerca nella tua cassettina (che è la tua porzione di scavo) i pezzi che uniti insieme creano una fonte che tratta un particolare della vita di Cassandra e mettile in relazione al testo appena letto in classe. Attenzione: potrebbero esserci fonti non riguardanti Cassandra. Esercizio 2. Dopo aver
ricostruito e analizzato la tua fonte secondo il
modello dato
dall'insegnante (vedi allegato n.2), completa la tabella sottostante con le notizie che hai trovato: Una volta ricomposte le fonti, attraverso la ricerca in internet per trovare la datazione dell'autore, sono state appese su una timeline lungo le pareti della classe e ciascun ha esposto brevemente l'analisi della propria fonte così' da ricomporre la stratificazione del mito di Cassandra. Collettivamente verrà redatta una tabella consuntiva delle varie tappe di costruzione del mito come segue: GRUPPO FONTE 1
GRUPPO FONTE 2
Notizie desunte dagli allievi
Integrazioni a cura della docente
Omero, Iliade XXIV 697-709: In questo passo Cassandra è la prima ad avvistare il carro su cui giace il corpo esanime di suo fratello. Ettore, riscattato da Priamo; in lacrime, Cassandra, simile ad una dea,26 piange e grida, e chiama i concittadini a vedere il triste spettacolo.
È dunque una profetessa, che sa in anticipo che sta arrivando il feretro del fratello? A scanso di equivoci, la docente spiegherà che un antico commentatore, in uno scolio, aveva scritto27: "a causa dell'affetto, non per la profezia: infatti il poeta non conosce Cassandra come profetessa". Questo antico commentatore, dunque, già si preoccupava di distinguere ciò che era omerico da ciò che comparve più tardi. Così dobbiamo procedere anche noi, non contaminando la tradizione anteriore con quella posteriore, commettendo una operazione antistorica. Si può aggiungere infine che, se Omero conoscesse Cassandra come indovina, senz'altro qui vi accennerebbe più esplicitamente.
Alla partenza di Paride verso la Grecia per Le Ciprie sono la prima fonte sulle qualità profetiche di rapire Elena, essa profetizza28 poco dopo il Cassandra. fratello indovino La sua femminilità la espone al desiderio e alla possessione di Apollo29,che le frutta il dono di una divinazione non creduta e di Aiace che “frutterà” ai greci innumerevoli disgrazie Aspetti di Cassandra caratterizzanti, strettamente connessi al suo essere donna: la verginità30 ovverro per
26
Vedi anche altri passi omerici: Cassandra si distingue per la sua bellezza - è “simile all’aurea Afrodite” (Il. 15. 700) - e appare come promessa sposa (dunque una vergine, in quanto ancora non sposata, una parhenos") destinata al gamos" (Il., 13. 365-367). 27 scolio bT 28
(prodeloi)
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Cfr. 2 fonti diverse: Apollodoro, Biblioteca, Introduzione, traduzione e note di Marina Cavalli, Oscar Mondadori, Milano, 1998, III, 12).Dopo di lui (Paride), Ecuba partorì quattro femmine, Creusa, Laodice, Polissena e Cassandra. Di Cassandra si innamorò Apollo, che per avere le sue grazie promise di insegnarle l’arte della profezia; così Cassandra imparò la mantica, ma continuò a negarsi al dio: e Apollo fece in modo che le sue profezie non venissero mai credute . Favole di Igino (I sec. a.C.-I sec. d.C.): “Si narra che Cassandra, figlia di Priamo e di Ecuba, sia caduta addormentata, stanca di suonare, nel tempio di Apollo; ma quando il dio volle ghermirla, la fanciulla gli negò il suo corpo. Per questo, Apollo fece sì che non venisse mai creduta, benché le sue profezie si avverassero (Caio Giulio Igino, Favole)
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Cassandra parthenos il rapporto con l’uomo è conflittuale e finisce per coincidere con il rifiuto di esso e con la negazione dell’istituto matrimoniale, GRUPPO FONTE 3
GRUPPO FONTE 4
Cassandra emerge come donna preveggente In altre parole, la figura letteraria di Cassandra mantis è ma spesso non creduta pertanto maltrattata e fortemente condizionata dall'esperienza che i diversi e piegata dal destino di morte autori, calati in un precisa ambito culturale e religioso, potevano avere della divinazione, in particolare di quella estatica, e di figure reali come la Pizia o indovini di modello sibillino31. La Cassandra dell'Agamennone eschileo, ad esempio, è forse la più efficace rappresentazione dei mantis dei V secolo nell'atto di profetizzare e la più compiuta espressione dei suo ruolo nella comunità ateniese della polis; Cassandra è veggente32 soggetta a visioni, la problematizzazione della divinazione presente : nell’opera di Eschilo Cassandra appare come donna che soffre la punizione di non essere creduta perché ha ingannato il dio rifiutandosi di sottomettersi ai suoi desideri. Cassandra, quindi, in Eschilo, paga la sua azione ribelle perché non si è sottomessa al desiderio o alla volontà altrui, come non lo faranno Antigone, Clitemnestra o Medea, vale a dire altre donne dotate di uno status propriamente tragico. In Euripide emerge l’immagine di un’indovina33 baccante, disprezzata ed emarginata dalla polis34. Ιn Euripide il rapporto tra Cassandra e Apollo è diverso; il dio la protegge, e tutta l’avversione della profetessa si focalizza su Agamennone, che appare preso dall’eros nei suoi confronti. Qui è veggente di sciagure altrui e profetessa del proprio destino di morte.
La tragedia attica permette di ricostruire le modalità della sua profezia e di indagarle in relazione alla divinazione estatica come fenomeno religioso, storico e sociale. . Qui l'impiego omogeneo e sistematico dei lessico bacchico è spia di una scelta programmatica e provocatoria: Euripide rinuncia al vocabolario mantico e sostituisce con quello bacchico non perché voglia connotare l'estasi in termini peggiorativi, come follia in termini di oscurità e enigmaticità La sua caratterizzazione come baccante esplicita l'incolmabile distanza la sua estraneità e la sua emarginazione rispetto alla comunità, tanto dei vincitori, i Greci, quanta dei vinti, i Troiani. Tale sviluppo nella configurazione di Cassandra veggente/ menade trova interessanti conferme nella produzione figurativa( vedi fonte seguente). Dall’epica, sia Elena che Cassandra eccelleranno per le loro straordinarie qualità fisiche, ed entrambe, ognuna a suo modo, nel loro percorso tragico pagheranno le conseguenze di questa eccellenza, divenendo in qualche
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La verginità sarebbe in genere un contrassegno delle profetesse, nonché un motivo di desiderio erotico degli uomini che verranno rifiutati dalle fanciulle, come sottolinea C. Calame 1977 , Les Choeurs de Jeunes Filles en Grèce arcaïque, Morphologie, fonction religieuse et sociale, Roma 31 Appare significativa a questo riguardo l'identificazione di Cassandra, nell'Alessandra di Licofrone, con la Sibilla (v. 1464-1465), che a sua volta è talora identificata con Artemide (cf PAUS., X, 12, 2; cià getta luce sui rapporti tra Artemide e la mantica: tra IV e III sec. a.c. vi è una
vera e propria proIiferazione di Sibille e nel milieu culturale ellenistico la profezia ex eventu acquista un significato storico-politico fondamentale. 32
La Cassandra “donna veggente” rappresenterà sovente nella tradizione letteraria la “donna saggia”, incarnando un binomio - donna e sofia – destinato ad essere motivo di disagio per l’uomo greco, che si rifiuta in numerose occasioni di accettare questa combinazione11. Fin da Pandora, anche lei donna vergine, la saggezza femminile si presenta come un pericolo per l’umanità, terrorizzando soprattutto i personaggi maschili, che di solito la collegano alle arti magiche e oscure De Paco pag.6 33 Come è stato sottolineato da Nicole Loraux (op.cit), Euripide colloca con insistenza questa manía sotto il segno di Dioniso o di Apollo, oppure di entrambi, 1presentandola come un delirio ispirato dal dio (Tr. 408); questo delirio, invece, in molte occasioni, nelle rappresentazioni posteriori verrà inteso come una follia in senso meramente clinico, psicologico, ma con ciò non si intende a fondo il complesso rapporto con il divino che costituisce una caratteristica basilare nella configurazione dell’eroina tragica 34 Non è cosa secondaria che in questa condizione ci sia una donna, capace di prevedere il futuro semplicemente perché disposta a guardare davvero il presente. Quasi fosse il primo intellettuale moderno affacciato sul baratro del sapere, Cassandra, che non rinuncia a dire anche se rimane inascoltata, è forse l’emblema di ogni concezione civile della cultura. La parola saggia di Cassandra, comunque, non verrà mai creduta da nessuno, il che, come ritiene M. DETIENNE 1983, pp. 44-45., farà sí che essa non sia piú un lógos alethinós, una parola veritiera, in quanto privata di peithó, della capacità di convincere15, che per i Greci di epoca classica è diventato un pregio inestimabile e imprescindibile per funzionare nella polis, cioè nell'ambito di una comunità di cittadini. Quindi, attraverso la mancanza di peithó, si accentua l’isolamento di Cassandra, e di conseguenza la sua tragicità
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maniera vittime della loro bellezza, sebbene queste donne nell’immaginario mitico tragico rappresentino due modelli apparentemente opposti del femminile, almeno fino alla ripresa della sposa di Menelao nell’Elena di Euripide. La tragedia privilegerà questa valenza, che diventerà una caratteristica pertinente della figura, dalla letteratura greca e latina fino ad oggi. GRUPPO FONTE 5
Letteraria: sembra una folle Iconografica:sola contro tutti
In entrambe le fonti appare come una Baccante, il cui invasamento profetico è riprodotto mediante il volto ispirato e la gestualità di menade. Nella pittura si oppone caparbiamente all'ingresso del cavallo impugnando nella mano destra una bipenne. Contrasto tra la drammatricità di Cassandra e l'esultanza dei Troiani. Presenza dell'alloro “profetico” desunto dall'analisi di altre 2 fonti: LICOFRONE, Alessandra, EURIPIDE, Andromaca Nell’Andromaca di Euripide il coro ricorda la profezia di Cassandra alla nascita del fratello Paride quando, secondo la maledizione di Apollo, la profetessa non riuscì a persuadere i suoi concittadini che Paride avrebbe provocato la rovina di Troia e ne implorò l’uccisione prorompendo in grida profetiche tra il disinteresse generale
COMPITI PER CASA da svolgere per casa individualmente: 1.Cerca l'etimologia del nome di Cassandra e abbina le diverse ipotesi agli episodi analizzati in classe PARTE 2.SIBILLA SIBILLE 2 uo Ricollegandosi all'introduzione storico religiosa delle attività precedentemente affrontata e poichè il funzionamento di un sistema divinatorio va studiato in modo organico in rapporto alla cultura di cui fa parte, nella prima parte della lezione, frontale, verrà sottolineato come, per la religione
romana, si debba parlare di demitizzazione e storificazione in quanto Roma non
conosceva né cosmogonia, né teogonia, ne antropogonia. Principalmente la religione romana, o meglio, la religio si caratterizzava per essere un sistema funzionale alle esigenze dello stato35 ; non era cioè rivolta al singolo in quanto tale, ma in quanto cittadino. La sua funzione era di garantire alla civitas, all’interezza della comunità organizzata in corpo civico, il sostegno dei propri reggitori divini. Il mezzo con cui veniva assicurata alla città tale appoggio era il cultus, il culto, la cui importanza primaria era ben presente nella coscienza degli antichi. A tal proposito possiamo leggere come Cicerone identificasse il culto con la religione stessa: “religio, id est cultus deorum”36.
35 36
AA. VV. Manuale di Storia delle religioni, Laterza, Roma-Bari 1998 p.105-124 Cic. Nat. D. II. 3. 8.
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Ma cosa s’intende per culto? Esso e’, sostanzialmente, l’insieme degli “atti cultuali”, cioè dei riti tramandati dalla tradizione. Il sostantivo latino ritus definisce l’esatto e corretto operare secondo un modello tradizionale rigorosamente fissato; l’avverbio che ne deriva, rite, definisce l’agire corretto , mentre inrite, dal significato opposto, significa “inutile, vano, senza efficacia”, per cui, in ultimo ritus si definisce propriamente come “l’azione efficace”37 Fin dal secolo VI a. C. Roma si presentava come ‘città aperta’ pronta ad accogliere elementi religiosi ‘altri’. Tale caratteristica segue del resto un modello piuttosto comune nei sistemi politeisti e variamente presente nelle poleis greche. I sistemi ‘politici - politeisti’ si dimostrano infatti molto adatti all’integrazione dell’altro. Roma non si comportava diversamente, attuando un processo di assimilazione che puntava a far diventare romane realtà altrimenti destinate a rimanere estranee, non comprensibili. Roma inoltre non aveva poeti che fungessero, come in Grecia, da teologi da poli di orientamento cosmologico, né indovini né profeti. Il vates38, termine d'origine celtica, almeno sino al sec III a.C. aveva connotati spregiativi. Le pratiche divinatorie erano parte integrante della religio romana, finalizzate ad assolvere lo stesso compito dei sacra, quello di mantenere il favore degli dèi verso la res pubblica. In particolare, svolgevano due funzioni principali: da un lato garantivano che l’agire umano fosse in armonia o comunque non contrario alla volontà degli dèi, dall’altro indicavano i modi con cui ristabilire la concordia fra sfera umana e sovrumana nel caso di una rottura della pax deorum. In tal caso gli dei esprimevano la loro collera attraverso prodigia cioè eventi particolari, eccezionali, esulanti dal normale andamento delle cose, quali, ad esempio, terremoti, pestilenze, fenomeni celesti, particolari nascite di ‘mostri’, apparizioni, piogge di sangue e pietre, ecc..Proprio per trovare la tipologia rituale adatta ad espiare i dira prodigia si ricorreva alla consultazione dei libri Sibillini. Per attivare le preconoscenze degli alunni viene consegnata in fotocopia il seguente brano tratto da “Harry Potter e il prigioniero di Azkaband, prima lezione di divinazione: la professoressa Cooman :
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Il ritus latino ha la stessa radice dello ķta vedico, termine che indica la struttura giusta e ordinata del cosmo, fino a significare lo stesso ordine naturale fondato sulla legalità e regolarità, ordine giusto in quanto corretto e perciò vero; BENVENISTE 1969, II, p. 100; sul valore fondante del rito nella religione romana, vedi anche SABBATUCCI 1975 pp. 213-214 38 Strabone, IV 4.4 (c 197), in merito alla religio dei Celti, ricorda che accanto ai duidi la tradizione classica poneva bardi e vati. Il termine vate, etimologicamente connesso con il tedesco Wut – furore, l'anglosassone woth, canto, il gotico wods, posseduto, l'antico scandinavo odhr, da cui deriva il nome stesso del dio germanico Odino, altro non sarebbe che il druido colto nel momento in cui enuncia la volontà divina, parla cioè, ispirato durante un rito divinatorio.
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L'insegnante porrà le seguenti domande alla classe: I. Quale idea ti sei fatto di questa Professoressa? II. E' una donna normale?In che cosa è diversa? Cosa fa? III. Cooman rimanda a cumana. Perchè secondo te l'autore del libro, J. K. Rowling, ha scelto questo cognome? Dopo un primo brainstorming dal quale è emerso che il cognome Cooman rimanda a cumana, ho invitato la classe a riflettere sul nome Sibilla, facendo le seguenti domande: IV. Ai giorni nostri cosa significa “sibillino”? V. Perchè sibillino è sinonimo di enigmatico, incomprensibile, misterioso, oscuro? Per approfondire la tematica della sibilla viene consegnata la scheda guida per il II Laboratorio (VEDI ALLEGATO 3)
PARTE TERZA 3 – PROFETI DI IERI ,PROFETI DI OGGI in compresenza con l'insegnante di IRC 1) I profeti nella Bibbia: origini 1uo
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Le insegnanti hanno sottolineato come sia nei politeismi sia per i credenti delle grandi religioni monoteiste, ci sono sempre stati dei profeti . Per quanto riguarda il Cristianesimo i grandi profeti biblici si presentano come uomini incuranti della propria personale sicurezza, unicamente interessati ad essere strumenti di Dio per la salvezza39 degli uomini: pronti a rischiare la vita, a perdere casa, amici, buon nome 40… pur di diffondere messaggi urgenti e fondamentali loro affidati in tempi di allontanamento dalla fede dei governanti e del popolo, di "crisi" dell’Alleanza. L'insegnante di IRC ha ribadito come fecero una particolare, profondissima esperienza di Dio, anche attraverso esperienze soprannaturali: furono scelti per motivi misteriosi 41,consacrati da Lui, inviati come portavoce42 dei Suoi giudizi e progetti, anche riguardanti la sfera politica 43. Eroi della fede, ebbero esistenze dure, avventurose… talvolta solitarie, segnate da laceranti incomprensioni umane44. L'insegnante di storia specifica che, nell'Antico Testamento, il profeta viene indicato con nomi diversi: - nabi = messaggero, interprete, persona che Dio ha chiamato ad adempiere un compito particolare, generalmente di annunciare la sua volontà al popolo (cfr. Ez 7,10; 2 Re 4,9) - uomo di Dio : il significato del termine è affine a quello di «nabi» (cfr. 1 Sam 9,7) - servo di Jhwh = colui che mette completamente la sua vita a servizio di Dio (Gios 14,6; 1 Re 17,18; 2 Re 4,16; 9,7; 17,13...) - veggente = colui che ha delle visioni (cfr. 1 Sam 9,9; Am 7,12), colui che vede nel segreto di Dio, - profeta (προφητεΣ προφητεΣ) προφητεΣ = a) colui che parla, che proclama «al posto» di Dio, b) colui che «parla prima» e cioè predice il futuro. Successivamente − consegna dei testi biblici in fotocopia ( come indicati nella tabella) − completamento della tabella classificatoria dei profeti dell'Antico Testamento a cura degli alunni divisi: 39
Deuteronomio 18,9-22 (circa 630 a.C.) - il profeta che parla a nome di Dio darà anche una prova futura: il suo verificarsi dimostrerà che era un vero profeta (v. 22). Cfr. anche Ger 28. Di qui il significato di "profeta" come "colui che predice il futuro". Il profeta diventa colui che agisce per ordine di Dio (in questo senso la fonte deuteronomista-sacerdotale chiama «profeti» tutti i grandi del passato). 40 Osea 1-2 (sec. VIII a.C.) La vita del profeta è nelle mani di Dio. - Il matrimonio del profeta con una prostituta come simbolo dei rapporti fra Dio e Israele (allegoria matrimoniale). 41 Isaia 6; Ger 1,4-9; 20,7-18 (sec. VIII – VII) - Chiamata del profeta da parte di Dio, magari contro la volontà del profeta stesso (Ger 15,10-14; Ez 3,14-15). - Notare: i requisiti richiesti al profeta e i suoi compiti. 42 -con la parola (Os 1,3; Ger 16; Ez 24,15-27; 33...);- con azioni profetiche (Ger 13; 18; 19; 24-25; 27; Ez 4-5; 37; Os 1); 43 2 Sam 7,4.8-16 (sec. XI? a.C.) - Profezia di valore politico molto importante (è l'atto di fondazione della monarchia davidica). 1 Re 22,1-28 (sec. IX? a.C.) - L’importanza dei profeti continua ad essere molto grande. Accanto ai re ci sono sempre dei profeti con il compito, sembra, di consiglieri portavoce di Dio (cfr. anche 2 Sam 7,1; 12,1-25; 1 Re 1,10-53; 13,1-34). 44 il profeta è un uomo scomodo e perciò sorgono opposizioni contro di lui, soprattutto da parte dei potenti (Ger 11,18-23; 20,1-6; 26; 38,1-6; Am 7;...).
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TESTI
TIPOLOGIA DI PROFETA
SIMILITUDINI CON LE FONTI CLASSICHE
(1 Sam 10, 5-6; 2 Re 3, Nella fase di passaggio tra l’epoca dei Giudici- Pizia Delfica, euripidea condottieri, validi legislatori e guide delle tribù- e 15 (sec. XI ? a.C.)
Cassandra
l’epoca dei Re, a partire da Saul, Davide e Salomone, l’Antico Testamento parla di profeti "estatici"45, capaci di immergersi in Dio come rapiti nella Sua dimensione, posseduti dal Suo Spirito anche con l’aiuto della musica ). (Is 6; Ger 20,7-15; Ez La “chiamata”è l’iniziativa (dono) di Dio che dà Elemento di novità 1,3)(sec. VIII - VII)
al profeta una missione, costituendolo quale suo portavoce. L’importanza di questa chiamata è tale che l’uomo non può sottrarsi ad essa senza sentire di mancare al proprio dovere .
Ger 7,25-28; 42... (sec. Il profeta spesso non viene ascoltato ed allora Cassandra
VIII - VII)
testimonia con la morte.
2 Sam 7, 1-17; 1 Sam 22, Con i Re comparvero i profeti loro consiglieri (per Sibilla e ordine dei sacerdoti che interpretavano il esempio, Gad e Natan per Davide) pronti a 25), (sec. XI? a.C.) responso; Libri Sibillini sostenerli nelle decisioni importanti ma anche a rimproverarli
duramente
qualora
tradissero
l’Alleanza con Dio46, abbagliati dalla sete di potere . 1 Re 17, 2 Re 2), (sec. Nacquero in seguito vere e proprie comunità di Elemento di novità
IX? a.C.)
profeti: una la guidò il grande Elia (che nel IX secolo a.C. lottò contro il ritorno di culti pagani e che, secondo la Bibbia, compì prodigi in nome di Dio riportando in vita un giovane, fu nutrito da Lui nel deserto, Lo incontrò, come Mosé, sull’Oreb…
1 Re 18 (sec. IX? a.C.)
L’esistenza di due forme di profetismo:
Vedi
doppia
forma
-
1) estatico (il profeta va "fuori di sé")
profetismo in Grecia
del
2) intuitivo-razionale (il profeta rimane cosciente e lucido). - Rilevare le caratteristiche delle due forme 45
Tra i brani dell'Antico Testamento relativi al profetismo estatico si confrontino, ad esempio, 1 Sam 10,5 e 19,11 ss.1 Sam 18,6-12 (sec. XI ? a.C.) Profetizzare è qui sinonimo di «fare stranezze», «ragionare in modo diverso dal normale» (invasamento – trance). 1 Sam 19,18-24 (sec. XI? a.C.) - La presenza dello spirito di Dio nel profeta. - Gruppi di profeti, visti come «invasati» che compiono stranezze 46 Ezechiele 1-4; 18; 24; 37 (circa 580 a.C., durante l’esilio) - Annuncio di sventure ad Israele perché ha abbandonato la legge di Dio (cfr. anche Is 811; Ger 14; Ez 6-10; 16) - La responsabilità individuale. - Promessa di riappacificazione da parte di Dio e di ristabilimento del Patto, se Israele si convertirà (cfr. Is 40-55...; Ger 31). - I profeti dell’esilio divengono spesso le guide spirituali del popolo per sostenerne la fede.
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1 Re 22,1-28 (sec. IX? - L’esistenza di corporazioni profetiche a corte a Collegia sacerdotali dei Libri a.C.) Sibillini servizio del re (almeno nel regno del Nord)47. Amos 3,3-8; 5,14-27; 7,10-15 (circa 750 a.C.) - Separazione netta fra il profetismo istituzionale (corporazioni profetiche e profeti estatici) ed il profetismo personale (intuitivo o razionale). Le corporazioni profetiche perdono d’importanza (asservimento al regno?) a vantaggio dei profeti individuali, anche se tutti si chiamano ancora «profeti». - Significato nuovo di «profetizzare» = possedere una verità (messaggio di Dio) da dire agli uomini, parlare a nome di Dio.anche in forma scritta48.
2) Dall’Antico al Nuovo Testamento 1 uo Dopo aver analizzato nell'ora di IRC che i seguenti passi: •
Amos difensore dei poveri nel Regno del Nord
•
Osea che paragonò l’amore di Dio per l’uomo a quello di uno sposo per la sposa
•
Isaia nel Regno di Giuda-cantore della santità e della potenza di Dio, oppositore ai giochi di potere dei re, annunciatore del Messia della casa di Davide,
l'insegnante di storia sottolinea come apparvero le prime raccolte di profezie redatte dai profeti stessi, quasi sempre con l’apporto determinante di discepoli soffermandosi sul fatto che ne nel secolo VII, le profezie soprattutto di Geremia consolarono e ammonirono il popolo del regno di Giuda in crisi morale e politica; durante l’esilio in Babilonia, in seguito all’invasione guidata dal re Nabuccodonosor, agì Ezechiele per riportare la speranza… Tra il quinto e terzo secolo vissero profeti che sostennero gli Ebrei alle prese con momenti di ricostruzione e nuove oppressioni straniere. Dopo questa introduzione, divisi a coppie, consegna laboratoriale: Nel Nuovo Testamento, quale ruolo ebbe il profetismo? Risposte a cura degli alunni
Fonti utilizzate
Ai tempi di Gesù, gli Ebrei attendevano il Messia (Is 42, 1-7; 49, 1-9; 50, 4-). portatore della salvezza di Dio, un Inviato la cui 47
Vedi anche. 2 Re 2 (sec. IX a.C.) - Esistenza di corporazioni profetiche e di scuole di profeti (figli dei profeti). - Rapporti tra i profeti di tipo razionale come Elia e le corporazioni dei profeti. 48 Alcuni profeti (o i loro discepoli) misero per iscritto la loro predicazione. Iniziò così la serie dei «profeti scrittori». Essi furono: a) nel sec. VIII a.C. (epoca assira): Amos, Osea, Isaia e Michea. b) nel sec. VII (epoca babilonese): Geremia, Sofonia. c) nel sec. VI (esilio babilonese ed epoca persiana): Ezechiele, II Isaia,Nahum Zaccaria e Abacuc. d) nel sec. V (epoca persiana): III Isaia, Malachia. Ed in epoca incerta: Gioele e Abdia. didattica dell’epoca sapienziale, mentre il libro di Daniele una composizione apocalittica del sec. III/II a.C.
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venuta molti profeti avevano preannunciato; talvolta lo circondarono di attese troppo "terrene", vedendolo come un liberatore politico o come un Messiasacerdote comunque potente… Eppure, i grandi profeti avevano
già
fornito
indizi
sull’impossibilità
di
49
inquadrarlo in schemi, sulla sua imprevedibilità ; un profeta
continuatore
dell’opera
di
Isaia
–
il
"Deuteroisaia" – aveva parlato addirittura di un "Servo di Dio" disprezzato e sofferente, venuto per sacrificare la propria vita La comunità dei monaci Esseni di Qumran, presso il G.Flavio, Antichità Giudaiche, Libro II:159 - 8, 12.50 Libro I:6851 , Libro I:69 52, Libro VI:31253 Mar Morto, attendeva il Messia, studiava le antiche profezie, conservava i testi dell’Antico Testamento; tra loro, secondo lo storico Giuseppe Flavio, vissero autentici profeti. Gesù aveva già richiamato l’attenzione sul pericolo dei 1 Cor 14, 1-5 e 29-3. falsi profeti54; quelli autentici pensano unicamente al bene comune, consolando, rimproverando, sostenendo i fratelli nel cammino di fede centrato su Gesù Risorto, Dio e Uomo, Rivelatore e Redentore
Consegna domestica per gli alunni : Rispondi alle seguenti domande: A.. Quale uomo fa realmente da guida agli altri uomini? Alcune risposte degli alunni: Nicola: Chi, in qualche modo, li aiuta nella ricerca del significato della vita, di ciò che è vero: alla scoperta di mete che diano valore all’esistenza ed alle risorse originali di ogni singola persona, preziose per la costruzione di un mondo migliore. Federico: Per l’uomo religioso, il profeta è il tramite umano perché Dio possa "parlare" alle creature trasmettendo messaggi urgenti, di vitale importanza sul rapporto con Lui, con gli altri, con la società.
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Il linguaggio di tali immagini profetiche aveva molti punti di contatto con il linguaggio dei sogni: si confronti, come esempio tipico di visione e di elezione profetica, il cap. 6 di Isaia. 50 Vi sono poi in mezzo a loro di quelli che si dichiarano capaci anche di prevedere il futuro, esercitati fin da ragazzi nella lettura dei libri sacri, in varie forme di purificazione e nelle sentenze dei profeti; è raro che falliscano nelle predizioni 51 (Giovanni) Per il resto avendo vissuto una vita felice e avendo egregiamente tenuto il governo per trentun anni, morì lasciando cinque figli: un uomo veramente fortunato e che non diede mai motivo di accusare la fortuna a suo riguardo. Egli fu il solo ad avere insieme le tre cose capaci di assicurare una posizione di assoluta preminenza: il governo della nazione, il sommo sacerdozio e la profezia. 52 Era così vicino alla divinità, da non ignorare nessuna delle cose future; così egli previde e profetò che i due suoi figli maggiori non sarebbero rimasti al potere; vale la pena di raccontare la storia della rovina di costoro, tanto si discostarono dalla fortuna paterna. 53 Ma quello che maggiormente li incitò alla guerra fu un'ambigua profezia, ritrovata ugualmente nelle sacre scritture, secondo cui in quel tempo uno proveniente dal loro paese sarebbe diventato il dominatore del mondo. 54 Esistono però anche dei falsi profeti (Ger 14,15; 23,32; Ez 13,18; Deut 18,22...).
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Chiara: Molti messaggi dei profeti biblici, basilari per il popolo ebraico, sembrano sottrarsi ad epoca, usi e costumi ed essere altrettanto validi per noi del III Millennio. B. Qual è la funzione dei profeti nella Bibbia? Mappa concettuale riassuntiva realizzata con Cmap ed elaborata con risposte fornite dagli alunni
Correzione esercizi a cui è seguita una breve verifica in itinere svolta durante l'ora di Irc con le seguenti domande: A) Riassumi in modo sintetico la storia del profetismo biblico. B) Quali possono essere, in ogni tempo, i compiti specifici di un profeta della fede?
3) Profeti oggi , laboratorio informatico 2 uo La lezione inizia con la domanda stimolo: “Chi possono essere i profeti del nostro tempo?” Dal percorso che ha visto l'approfondimento del profetismo dal politeismo al monoteismo si arriva alla conclusione che i profeti, oggi, sono ancora coloro che grazie ad un rapporto straordinariamente intenso e profondo con una “Fede” divengono strumenti per testimoniare le loro scelte in prima persona e proporre dei rinnovamenti all’umanità soprattutto in momenti di crisi. La classe concorda sul fatto che questa fede autentica non può non comportare impegno, lotta, rischio fino al sacrificio che fa male e che non può non esigere giustizia per gli oppressi, solidarietà, denuncia del sopruso. A questo punto si propone la seguente attività: ATTIVITA': Quali possono essere stati i profeti del XX secolo appena concluso? Per circoscrivere l'area di ricerca come domande “orientante” l'insegnante chiede dove gli alunni e anche le loro stesse famiglie, nel quotidiano, trovino consigli, aiuto concreto, solidarietà. La risposta, legata al quotidiano degli alunni che sono pur sempre ragazzi di 11 anni, è la seguente: Scuola, Comune, e le varie Associazioni locali. L'insegnante invita la classe a consultare il seguente link 25
http://www.comune.monterealevalcellina.pn.it/Associazioni.2791.0.html per controllare quante Associazioni senza fini di lucro ci siano e di che cosa si occupino: L'insegnante ha scelto di fare una ricerca su due eponimi delle rispettive due Associazioni le quali sono familiari alla maggior parte degli alunni: Associazioni Genitori “Don L. Milani” Circolo Culturale Menocchio e poi chiede alla classe di fare una ricerca sugli eponimi del nostro Istituto ovvero: Padre David Maria Turoldo Papa Giovanni XXIII
Lavoro di gruppo: abbiniamo i profeti L’insegnante divide la classe in quattro gruppi eterogenei in relazione a capacità espressive, conoscenze e capacità/volontà di collaborazione; i portavoce saranno scelti dai componenti dei gruppi. Ciascun gruppo ha ricevuto una scheda preparata dall’insegnante di IRC , riguardante le caratteristiche, le vicende della vita ed i messaggi di un profeta biblico; sul "profeta moderno" ad esso abbinato, in qualche modo simile, ciascun componente del gruppo ha portato le ricerche effettuate a casa, da mettere a disposizione dei compagni. In classe, i gruppi hanno ricostruito per iscritto gli aspetti essenziali della vita dei "profeti moderni" di cui hanno scelto una frase emblematica che racchiudesse tutto il pensiero del “profeta” e hanno trovato trovare gli aspetti comuni ai profeti biblici abbinati. Il portavoce di ciascun gruppo ha coordinato il lavoro e ha letto alla classe il testo prodotto; Alla fine delle ricerche allegate(allegati3, 4, 5, 6), sono stati ipotizzati i seguenti abbinamenti: Profeta biblico
Frase celebre
Profeta moderno
Frase celebre
Commento
Elia
Ecco io invierò il profeta Elia, prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore, per ricondurre il cuore dei padri verso i figli e quello dei figli verso i padri55
Don Milani (Ass. Genitori Don Milani); Fonte scritta: ricerca a cura degli alunni (allegato 6)
“Il maestro deve essere per quanto può un profeta, scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e noi vediamo solo in modo confuso”.
Entrambi sono: profughi politici: devono fuggire perché ha detto le cose come stanno, profughi umanitario:sono come quelli che si allontanano dalla loro terra perché la povertà, la carestia li costringe56.
55 56
Profezia di Malachia, 3, 23-24 Elia comincia la sua storia come quelle migliaia di persone in fuga che partono, viaggiano e a volte sbarcano, come un profugo che non ha nulla e che porta con sé solamente le proprie speranze. “Don Milani diceva: (I miei ragazzi) devono imparare almeno tre lingue perché le barriere spariranno e vivremo a contatto con persone che parlano lingue diverse
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- Isaia
Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto sarà una permanente sicurezza “Guai a quanti chiamano bene il male e male il bene: che trasformano le tenebre in luce e la luce in tenebre; che trasformano l'amaro in dolce e il dolce in amaro.”
Giovanni Paolo XXIII, Scuola Media Giovanni XXIII); Fonte scritta: ricerca a cura degli alunni (allegato 7)
Cerchiamo sempre ciò che ci unisce, mai quello che ci divide
Ezechiele "Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. (Ezechiele 25.17)
David Maria Turoldo; Istitutoto Comprensivo D.M.Turoldo Fonte orale: intervista di Enrico Alzetta57 al padre Francesco che ha conosciuto Padre David Maria Turoldo (allegati 5a+5b)
“Tutto deve ancora avvenire nella pienezza: storia è profezia sempre imperfetta.”
Amos
Domenico Scandella detto “Menocchio” Centro Culturale Menocchio”)
"Io ho questa opinione che il parlar latin sia un tradimento de’ poveri, perché nelle litte li pover’homini non sano quello si dice et sono strussiati, et se vogliono dir quatro parole, bisogna haver un avvocato58."
“Scorra invece come acqua il diritto e la giustizia come fiume perenne. [Am 5.24] “
(allegato 4)
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In una convivenza ordinata e feconda va posto come fondamento il principio che ogni essere umano è persona cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili.
Oggi ogni guerra può finire soltanto nella distruzione e nella morte. Siamo tutti sulla stessa nave. Magari c’è gente che viaggia in prima o seconda classe e chi viaggia nella stiva, ma se affonda affonderemo tutti: è l’interdipendenza e “Guerra è appena il l’interazione dei continenti e dei male in superficie mondi. il grande Male è prima,”
Ad entrambi interessa la giustizia sociale, non il culto. Rifiutano tutti gli altri lacci e lacciuoli dogmatici, credono in un ecumenismo a cui la chiesa cattolica metterà ancora quasi quattro secoli ad arrivare. Le loro “profezie” sono basate sul richiamo all’uguaglianza e alla giustizia. Ciò segna una profezia che invita all’universalità: Dio va riconosciuto e adorato da tutti i popoli
Allegato
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Anche Ginzburg menziona le frasi soprascritte come indicative di una forte protesta. Manca però il commento che qui Menocchio non parla solo per sé stesso, ma ancora più per gli altri illetterati che sono coinvolti in processi. All’uscita de Il formaggio e i vermi (1976) erano passati nove anni da Lettere a una professoressa (1967): Don Milani, diceva ai suoi ragazzi della scuola di Barbiana, per sottolineare l’importanza di conoscere bene l’italiano: "L’operaio sa cento parole, il padrone ne sa mille; per questo è il padrone."41 La lingua come "instrumentum regni" ha sempre avuto un ruolo potentissimo;
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PARTE 4: “COSTRUZIONE GIOCO MULTIMEDIALE”1 uo A gruppi, divisi in fasce eterogenee, elaborazione domande da inserire nel gioco interattivo -multimediale, che funge anche da ripasso per la verifica.
PARTE 5: VERIFICA La verifica (Allegato 8) ha inteso accertare il livello di conoscenze e comprensione degli argomenti al centro del percorso e quello di acquisizione del lessico specifico.
Metodologie didattiche Per lo svolgimento di questo percorso didattico sono stati utilizzati: la lezione frontale, espositiva; la lezione dialogata improntata al metodo inferenziale, con discussione aperta o strutturata, per l’approccio diretto ai temi e alle problematiche affrontate, anche al fine di stimolare le risposte degli allievi, il confronto e la discussione; la lettura guidata di fonte scritte immagini; la lettura collettiva di passi ad integrazione delle fonti analizzate Strumenti Manuale in adozione Materiale fotoriprodotto fornito dal docente Mappe concettuali, realizzate nel corso di attività svolte in classe sotto la guida dell’insegnante Linea del tempo Lavagna Computer Tempi di lavoro: 10 u. o. (compresa la prova di accertamento delle conoscenze).
Criteri di valutazione Sono state valutate: -
l’acquisizione e/o il perfezionamento di conoscenze, competenze, capacità (conoscenza dei dati, analisi e uso delle fonti, comprensione degli aspetti problematici, coerenza della ricostruzione e dell’esposizione, capacità di orientamento);
-
l’uso sistematico delle categorie e del lessico specifici;
- la serietà nell’impegno; la progressione nell’apprendimento e nel senso critico; 28
- la partecipazione attiva al dialogo educativo. Tipologie di verifica Le verifiche sono state sia formative che sommative, con finalità orientative per l’insegnante (per la possibilità di aggiustare continuamente la sua azione in funzione dei risultati) e formative per lo studente, che ha potuto individuare e comprendere l’origine di eventuali problemi di apprendimento e orientarsi per risolverli. -
Verifiche in itinere: nel corso delle lezioni sono state poste domande volte a verificare l’attenzione e l’apprendimento degli alunni in merito alle conoscenze trasmesse;
-
Verifica sommativa: ho proposto una verifica che si ponesse a completamento delle attività svolte e, allo stesso tempo, di valutazione dei contenuti trasmessi e delle abilità attivate agli allievi (allegato 8) ;
Le forme di verifica che hanno concorso alla formulazione del voto unico orale sono le seguenti: Orali: ; partecipazione alla discussione in classe; proposte di analisi e interpretazione; relazioni individuali di approfondimento; Scritte: prova strutturata e semistrutturate (test a scelta multipla di comprensione e conoscenza, selezione delle informazioni, completamento di testi e grafici (carte, linea del tempo), mappe concettuali.
Verifica per il Laboratorio:tempi e modalità di soluzione dei vari quesiti. BIBLIOGRAFIA U. BALOCCHIi, S. BUCCIARELLI, S. SODI, Insegnare storia. Riflessioni a margine di un’esperienza di formazione, Pisa 2002, É. BENVENISTE, Le vocabulaire des institutions indo-européennes, Paris 1969, II A. BRUSA, La didattica sotto accusa, in «I viaggi di Erodoto», 35 (12), W. BURKERT, Homo necans,antropologia del sacrificio cruento nella Grecia antica.’, Torino, 1981 C. CALAME 1977 , Les Choeurs de Jeunes Filles en Grèce arcaïque, Morphologie, fonction religieuse et sociale, Roma I.CHIRASSI COLOMBO 1985 = Chirassi Colombo, I. ‘Gli interventi mantici in Omero’ in ‘Soprannaturale e potere’, a cura di M. Fales – C. Grottanelli, Milano 1985 pp. 205-217. F. CUOMO, Le Grandi Profezie, Newton & Compton Editori D. DE PACO SERRANO, Cassandra. Il destino di una donna tragica , Trieste 2010 M.DETIENNE 1967 : Detienne, I maestri di verità nella Grecia arcaica Roma-Bari 1983. G.FILORAMO, M.MASSENZIO, M. RAVERI, P.SCARPI, Manuale di Storia delle Religioni, Roma-Bari, Laterza, 1998, C. GINZBURG 1976, Il formaggio e i vermi, Torino, Einaudi M. GUARDUCCI 1946 = Guarducci, M., ‘Un antichissimo responso dell’oracolo di Cuma’ in ‘Bolletino della commissione Archeologica comunale di Roma, 72, 129, Roma 1946, pp. 129 ss N. LORAUX 1999 , la voce addolorata. Saggio sulla tragedia greca, Torino, 2001. K LOWITH, Significato e fine della storia, Milano 1989, G.L. MESSINA, Dizionario di mitologia classica, A. Signorelli editore, Roma H.W.PARKE, ‘Sibille’, Genova 1992 (=‘Sibyls and Sibylline, Prophecy in classical Antiquity’, London-New York 1988) SABBATUCCI 1989, Divinazione e cosmologia, Milano, Il Saggiatore, 1989 SABBATUCCI 1998,Politeismo. 1.Mesopotamia, Roma, Grecia, Egitto, Bulzoni,1998 SABBATUCCI 1999, ‘Divinazione sotto giudizio’, in ‘Sibille e linguaggi oracolari. Atti del convegno MacerataNorcia settembre 1994’, a cura di I. Chirassi Colombo - T. Seppilli, Roma-Pisa 1999,
ALLEGATO 1 Laboratorio informatico 29
SILLOGE DI FONTI Fonte n.1 Omero, Iliade XXIV 697-709 In questo passo Cassandra è la prima ad avvistare il carro su cui giace il corpo esanime di suo fratello Ettore, riscattato da Priamo; in lacrime, Cassandra chiama i concittadini a vedere il triste spettacolo. E i due guidavano alla città con singhiozzi e con pianto i cavalli; le mule portavano il morto; e non se ne accorse nessuno degli uomini e delle donne dalle belle cinture: solo Cassandra, simile all'aurea Afrodite, salita a Pergamo conobbe il padre ritto nel cocchio, e l'araldo, voce che grida in città. E vide lui, nel carro da mule, steso sul feretro: gemette e gridò per tutta quanta la città: "Venite a vedere Ettore, Troiane e Troiani, se mai gioiste, quando vivo tornava dalla battaglia; perché era gioia grande alla città e a tutto il popolo". Disse così e nessun uomo rimase fermo in città, nessuna donna: tutti li vinse insopportabile strazio; e vicino alle porte scontrarono il re che portava il cadavere. Fonte n.3 Eschilo, Agamennone vv458 e seguenti Su un carro da viaggio entra in scena Agamennone. Dietro di lui, sullo stesso cocchio, Cassandra, muta, assorta. Su di lei, sacre fasce e il manto profetico Rigida in piedi sul cocchio, Cassandra si rivolge ai cippo con l'immagine di Apollo, che spicca presso il palazzo str. II CASSANDRA Apollo, Apollo che segni la via, Apollo che mi annienti. Con forza tranquilla mi annienti. Ancora... CORO Predice a se stessa sventure, direi. La mente è di schiava, ma in essa la forza profetica vive. Ci era giunta notizia della tua fama profetica. Ma bada, non ci fanno gola i veggenti. Ormai non ti seguiamo. Dai misteri contorti tu passi a nebbiosi presagi. Perché martelli presagi d'orrore con voce sinistra, con note taglienti?Chi ti traccia la fatidica via, CASSANDRA Ti sembro profeta bugiardo, pezzente che bussa alle soglie loquace? Testimonia - e giuralo - che io ho chiara visione dei crimini antichi per fama di questa famiglia. Fonte n.4 Euripide, Le Troiane - Sulla scena del primo episodio sono presenti inizialmente Ecuba e Taltibio, il quale svelerà all'ex regina di Ilio il destino che avranno come schiave lei stessa, che sarà la serva di Odisseo, e le sue figlie (Polissena sarà la guardia della tomba del Pelide Achille, essendo stata uccisa, e Cassandra, come si svelerà più tardi, la nuova compagna di Agamennone). Nel frattempo entra in scena Cassandra la quale annuncia il suo destino di futura concubina e causa di morte dell'Atride signore d'eroi, come appunto dimostrato nell'Orestea; dalle sue parole poi scaturiranno parole di biasimo verso i re Achei, colpevoli di lasciare al proprio triste destino le rispettive patrie che in questo decennio di guerra erano state oggetto di radicali rivoluzioni (ne è un esempio Itaca, che durante l'assenza di Odisseo, è stata vittima della dittatura dei Proci) e parole di lode verso i suoi conterranei, che, seppur essi siano stati vinti, sono stati valorosi eroi nel difendere la patria natia, il tutto accompagnato da una sottile vena polemica verso l'ingiustificabilità di combattere una guerra. Gli ultimi deliri della ragazza troiana sono circa il triste destino della madre. Usciti di scena sia Taltibio che Cassandra, Ecuba ritorna nello sconforto lanciando un lamento di dolore indirizzato verso gli dei. POSEIDONE: Addio città, fortunata un tempo, ancora cinta di mura superbe: se non ti avesse demolito Pallade, figlia di Zeus, ancora oggi ti leveresti al cielo. ATENA
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Fonte n.2 Ciprie I 39, 9 e 11 Bernabé “Eleno manifesta a loro le cose che stanno per accadere e Cassandra profetizza riguardo al futuro”
CASSANDRA Di questo mi incaricò Apollo profeta. È indifferente, che tu creda o no a quel che dico. L'avvenire è in cammino. Subito, sarai tu stesso presente. Mi chiamerai indovina troppo sincera. E piangerai su di me. Il coro non capisce dal discorso chi ucciderà Agamenone e lei ribatte: Guardate, la mano stessa di Apollo mi strappa il velo oracolare. Prima posava l'occhio superbo su me che così abbigliata ero esposta alle beffe di tutti: amici, nemici, perfetto equilibrio di scherno... "E mi adattavo al nome ormai consueto: Ciarlatana!" rifiuto umano, in giro ad accattare, miserabile morta di fame. Per finire, il mago che m'ha fatta maga, lui m'ha trascinata a questa vicenda di morte. Perciò mi avvio, voglio il mio destino: patire la morte! CORO Quanto devi patire, donna di alto sapere! Hai detto molto. Ma se realmente conosci la tua fine fatale, perché questo strano coraggio, questi passi verso l'altare, come vittima rapita dal dio? CASSANDRA No, non c'è salvezza neppure tardando. CASSANDRA Se Apollo è davvero dio Ambiguo, Agamennone, il grande signore, avrà per sé una sposa più funesta di Elena. Io strumento di morte, io rovina della sua casa, io vendetta per mio padre e i miei fratelli, morti. Ma... questi orrori voglio tacere. (…) Per questo, madre, non devi piangere né questa nostra terra né il mio letto: i tuoi nemici e i miei, odiosi, io con le mie nozze li distruggerò TALTIBIO60 Se Apollo non ti avesse reso pazza, non accompagneresti impunita, via da questa terra i miei signori, con le tue maledizioni. Ma, a quanto pare, anche i grandi, in tutta la loro saggezza e maestà, non valgono più di noi che siamo niente. E allora ecco che Agamennone, il più grande dei Greci, ha subìto il fascino di questa pazza e se l’è scelta Cassandra profetizza il peregrinare di Odisseo e po CASSANDRA specifica a proposito del suo sposo Agamennone: :Lo sposerò all’inferno, il mio sposo. Miserabile, misero avrai il sepolcro nella notte, tu, Agamennone, tu, grande generale dei Danaidi, tu, che credi di fare i miracoli. E io, io, serva di Apollo, cosa nuda, cosa morta, scaraventata là sulla tua tomba sarò pasto di bestie. O bende sacre, corona del dio profeta, ornamento di vergine in festa, io, ancora pura, vi sbrano. Via, via dalla mia carne, ancora immacolata. Ai venti consegno i
Tu lo sai perché: Aiace si è trascinato via, a forza, Cassandra. Gli Achei hanno offeso me che li proteggevo e profanato nel saccheggio anche le mie chiese. E per questo avranno un triste ritorno. POSEIDONE Ebbene, così sarà. Hai il mio favore. Sconvolgerò l’Egeo: le coste avranno i loro mucchi di cadaveri. Folle mortale chi distrugge città e regala i santuari e le tombe, sacro asilo dei morti, allo squallore: non potrà che morire! CASSANDRA In alto la luce. Luce io porto. Aspergo di fuoco la mia chiesa. O Imeneo, signore Imeneo. Beata sposa, io, sul letto di Argo, beato il mio sposo. In alto il piede, fino all’etere la danza. Sacra danza59 dei lieti giorni del padre. Febo, tu mia guida: sacrario d’alloro per la tua vergine. O Imeneo, signore Imeneo. Danza di madre, vortice di passi a tempo. Canti e grida. Grida e canti. ECUBA O figlia, (...) Neppure la disgrazia ti riporta il senno. Non ti muta il dolore. Fonte 5, Euripide, Ifigenia in Aulide, vv 757-761 dove Cassandra – dicono – scuote i biondi capelli, adorna di una ghirlanda di verde alloro, quando in lei irrompono profetiche le forze del dio Euripide, Andromaca vv 757-76161 Porre doveva sul capo di Paride morte chi lo generò, piuttosto che sull’Ida andasse mai. Dall’alloro, Cassandra quel grido levò fatidico d’ucciderlo, come grande rovina per quella città. A chi non si rivolse, quale autorità non supplicò di scannare il bimbo?
vostri brandelli, i venti vi porteranno a Febo, mio signore. Vittoriosa scenderò tra i morti per dirvi la rovina degli Atridi, ora nostra rovina. ECUBA impreca sul suo destino infelice e dice: E tu, Cassandra, vergine scossa da brividi divini, hai perso ormai la tua purezza! (…) Ora mi basta un cuscino di pietra o un giaciglio di foglie per morire di pianto. Nessuno, nessuno, anche se favorito dalla sorte, dovete credere felice prima che sia morto
Aiace e Cassandra nel Palladio. Ceramica attica a figure rosse. 370 a.C
Licofrone, ALESSANDRA,vv 1-762 “La ragazza non sciolse la mobile bocca agli oracoli, calma, come altre volte,ma riversando un gemito indistinto – impossibile descriverlo! – dal fondo della gola mangia-alloro, effonderà la voce oracolare simile al suono della Sfinge oscura “
Pompei, Casa del Menandro, L'ingresso del Cavallo, particolare
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Nell’Ifigenia in Aulide (760), ad esempio, il coro la descrive coronata di alloro, con i capelli biondi sciolti agitati dal divino soffio oracolare: τὰν Κασσάάνδραν ἵν’ ἀκούύ- ω ῥίίπτειν ξανθοὺς πλοκάάµους χλωροκόόµωι στεφάάνωι δάάφνας κοσµηθεῖσαν, ὅταν θεοῦ µαντόόσυνοι πνεύύσωσ’ ἀνάάγκαι.Cassandra avventa all'aura i flavi riccioli, e, a farsi adorna, il pallido 60 Taltibio ha il compito di prelevare dalla zona dei prigionieri del campo greco (siamo nei giorni immediatamente successivi alla caduta di Troia), le giovani troiane che i vincitori si sono spartite come preda di guerra. 61 Tutte le tragedie, Cura e traduzione di Filippo Maria Pontani, edizioni integrali, Grandi Tascabili Economici, Newton, Roma, 2004, Andromaca, pag. 230). 62 Introd uzione, traduzione e note di VALERIA GIGANTE LANZARA , BUR, Milano, 2000
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ALLEGATO 2-Scheda analisi fonte storica
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ALLEGATO 3
II LABORATORIO DI STORIASIBILLA , SIBILLE
Divinazione in generale. La divinazione63, ha avuto e ha tuttora un ruolo notevole nelle culture politeistiche64. In queste culture, dal punto di vista funzionale e antropologico, le pratiche divinatorie, lungi dal costituire un fenomeno marginale, rappresentano invece una risorsa in più, a disposizione non solo dei singoli individui ma anche della intera società. Costituiscono cioè una fonte accreditata, capace di svolgere un ruolo risolutore a cui possono ricorrere tanto i singoli nella loro quotidianità quanto i gruppi per la risoluzione delle più diverse situazioni di crisi nella vita collettiva . La Sibylla, le sibyllai nei politeismi greco e romano. E' di fondamentale importanza ricordare che in molte fonti la Sibilla e la Pizia sono spesso affiancate o assimilate65. Se analizziamo però, in particolare, nel sistema divinatorio dell’ antica Grecia, notiamo che l’attenzione e il controllo si sono concentrati sulla mantica cosiddetta ‘ispirata’ o technos,cioè quella mantica in cui la sfera extraumana, demonica o divina, contatta direttamente l’umano scegliendo di parlare attraverso la voce di una persona ‘ispirata’, appunto, o ‘posseduta’. L’esempio più eclatante di questa volontà di controllo è dato dal centro oracolare delfico, in cui la pratica della divinazione mantica non tecnica, era istituzionalizzata nella struttura del santuario oracolare. Qui operava, la Pythia, la profetessa, che forniva con il suo corpo il tramite attraverso cui il dio Apollo dava i responsi ai quesiti posti. Accanto e al di fuori della mantica ‘ispirata’ istituzionalizzata e organizzata di Delfi e degli altri santuari, il mondo greco conosce anche un altro tipo di mantica, praticata da personaggi mitici, ‘pseudostorici’ e propriamente storici. In questa categoria di figure itineranti, non legate ad una sede oracolare e utilizzanti tecniche proprie della mantica ispirata, si inserisce la Sibilla, figura di profetessa annunciatrice di sventure, guerre e calamità, alla quale il mito attribuisce una durata della vita straordinariamente lunga66. Molti autori cercarono di classificare le sibille 67 ma esse sfumano sempre in una dimensione mitica ; la ricostruzione dei vari racconti riguardanti la storia, la genealogia e la “moltiplicazione” delle sibille in èta ellenistica fu un cruccio degli eruditi ellenistici e rimane ancora oggi un problema aperto68: per comodità si tende a operare una distinzione per aree di civiltà: - gruppo greco; - romano-italico; - orientale. Comunque, aldilà di una ricostruzione ‘filologica’, a noi importa notare che le molte Sibille locali ci attestano l’ ampia diffusione che, in diversi momenti della storia del Mediterraneo, trovò un modello particolare di divinazione ispirata, mobile, che per certi aspetti può ricordare, il modello storico del profeta itinerante ebraico 69 63
intesa come insieme di pratiche codificate di esplorazione di fatti non normalmente conoscibili dall’uomo – come la conoscenza anticipata degli eventi futuri 64 Sono le culture che non riconoscono un' unica e inconfutabile fonte di sapere e potere non riconoscendo l’unico Dio dei monoteismi, il quale non può lasciare fuori controllo il vasto campo della elaborazione di saperi autonomi. Da ciò il rifiuto, nelle culture monoteistiche della divinazione, ma anche delle pratiche magiche. SABBATUCCI 1989, p.VII – IX; cfr. SABBATUCCI 1999, p.39. Per l’analisi dei sistemi politeistici, rimandiamo a SABBATUCCI 1998, vedi in particolare vol. I, pp. 9 –19 65 Sfameni Gasparro p.85. 66
Cfr. Heracl. Fr. 92, D-K., frammento contenente la prima occorrenza del termine ‘Sibiylla’, che collega la profetessa ad un frammento di tempo della durata di mille anni. 67 parlare della Sibilla fu Eraclito. Ricerche in proposito fece Eraclide Pontico, che distingueva ( lo sappiamo dalle citazioni che ne fanno gli eruditi) la Sibilla Marpessa ( Ellespontina), la Sibilla Eritrea, che chiamava Erofile, e la Sibilla Delfica. Anche Filete di Efeso parla di tre Sibille, ma sostituisce la Marpessa con la Sardia. Eliano e Pausania parlano di quattro Sibille. Suida,oltre a quelle suddette, cita la Sibilla Sicula ( a causa della tomba che si trovava a Lilybeo ?), la Lucana ( forse la Cumana, avendo lo Pseudo-Aristotele descritto i Lucani come occupanti di Cuma) e la Rodia. Terenzio Varrone cataloga dieci Sibille, elencandole “ sotto il nome degli autori che hanno scritto di ciascuna di esse” (Lattanzio). Esse sono: - la Persiana, citata da Nicanore (autore di una storia di Alessandro Magno); - la Libica ( Euripide); - la Deifica (Crisippo); - la Cimmeria ( Nevio); - l’Eritrea ( Apollodoro di Eritre); - la Samia ( Eratostene); - la Cumana ( chiamata Amaltea o Erofile o Demofile ; su di essa Varrone si dilunga particolarmente); - l’Ellespontina ( Eraclide Pontico); - la Frigia ; la Tiburtina ( chiamata Albunea). 68 Sulla Sibilla, la diffusione del suo mito e delle sue profezie rimane fondamentale la messa a punto di W.H. Parke, PARKE 1992; Di fronte al fiorire di miti che vedevano la Sibilla legata a più località, alcuni eruditi, (Eraclide Pontico, Pausania, Varrone) dal quarto secolo a.C, redessero delle ‘liste’ di sibille (PARKE 1992, p.37-67 ). La più famosa di queste è quella di Varrone, citata attraverso Lattanzio (Div. inst. I. 6), che elenca dieci sibille, fra cui si possono individuare tre sibille ‘italiche’, la Sibilla Cimmeria, la Sibilla Tiburtina e la Sibilla Cumana. Fu proprio quest’ultima, sempre secondo Varrone, a portare i libri Sibillini a Roma; la Sibilla Cumana è famosa per la descrizione di Virgilio nel VI libro dell’Eneide. Per ipotesi dell’esistenza in Cuma di un centro oracolare in epoca arcaica, vedi principalmente GUARDUCCI 1946; vedi anche PARKE 1992, p. 89 – 123. 69 CHIRASSI COLOMBO 2007. Enorme bibliografia sul profetismo ebraico. . La figura della Sibilla venne altresì accolta dalla comunità giudaica alessandrina, che a partire da non più tardi della fine del terzo secolo adottò la profetessa come portavoce di numerose profezie. La ‘sibillistica ebraica’ andò a confluire nella collazione degli Oracula Sibyllina , raccolta di 12 libri (di cui il III è di particolare interesse nello studio degli adattamenti cui la Sibila venne sottoposta in ambito ebraico), messa assieme a Bisanzio nel VI d.c. E’ molto controversa e discussa la valutazione del materiale profetico degli Oracula; in particolare non è risolta la questione delle caratteristiche profetiche ‘pagane’ rispetto a quelle giudaiche, per cui in ultimo risulta difficile dire quali modifiche subì la Sibilla nella cultura giudaica e quali caratteristiche rimasero immutate. Edizioni degli Oracula
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La Sibilla era rappresentata come conoscitrice di tutta la storia romana, passata, presente e futura cioè del destino, fatum, della città. Da tener presente che la conoscenza intera della storia, non solo del futuro, costituisce il sapere topico del mantis, l’indovino tecnico greco70. La Sibilla, in Grecia e a Roma. Un profilo. ῾Un profilo della Sibilla non può prescindere da una pur breve nota introduttiva sul posto che essa occupava in Grecia, in quanto figura originaria della cultura ellenica. La Sibilla, come la Pizia, si pone nel campo della mantica cosiddetta ispirata, ma dalla Pizia diverge per molti aspetti 34. Evidenziamo le caratteristiche specifiche delle due figure, che risultano contrapposte sul piano del mito/ mobilità verso storia /fissità. Pizia Sibilla storia
mito
fissità
Mobilità lunga durata Invece nella storia, a Roma, nella religio romana che è un tutt'uno con la storia e che non ha un apropria mitologia, la Sibilla affida le parole alla materialità fissa del libro. In tal modo la Sibilla ‘romana’ si colloca in una posizione del tutto particolare, non solo rispetto alla Pizia, ma anche nei confronti alle Sibille greche. Infatti se in Grecia la Sibilla è identificata essenzialmente attraverso la voce -come già nel frammento eracliteo- a Roma essa si identifica principalmente attraverso il libro. Qui la voce della Sibilla viene imprigionata nel testo scritto, azione che ha come risultato la creazione di un oracolo permanente, che di fatto sostituiva la persona e la voce71 della Sibilla. A Roma il rapporto Sibìlla/Apollo appare esplicitato in modo inequivocabile solamente a partire da un certo momento: da che Augusto fece trasferire i libri Sibillini 72 dal tempio di Iuppiter Optimus Maximus al tempio di Apollo sul Palatino, atto che rientrava ampiamente nella politica “apollinea” del Princeps 73. A Roma, la Sibilla dunque rinuncia alla caratteristica di mobilità, che era una delle sue principali caratteristiche in Grecia. Allo stesso tempo, proprio con questo fissarsi in un corpo testuale sempre disponibile, rinuncia alla scelta dell’occasione per l’intervento mantico. La Sibilla non parla più quando vuole, ma il suo corpo è diventato libro, disponibile ad un uso rituale sottoposto a disciplina. Sibilla: Grecia Sibilla : Roma Legata alla voce
Legata al libro
Margine Centro I libri Sibillini, che contenevano la conoscenza allargata di tutto il tempo della storia, diventano parte integrante del sistema divinatorio romano e vengono consultati come un oracolo. Alla loro custodia e consultazione era preposto un apposito collegio, il quale poteva leggervi il contenuto solo e quando il senato ne avesse dato ordine, come avveniva in quelle occasioni di crisi per la comunità intera evidenziate dalla comparsa di un segno straordinario, un prodigio, evento che faceva scattare la ricerca dei mezzi attraverso i quali ristabilire il normale ordine delle cose. Questa ‘doppia valenza’ dei libri Sibillini, intesi sia come depositari della storia di Roma, che come fonte a cui ricorrere in occasioni di crisi, era ben presente agli scrittori latini. Roma cioè mette al centro dell’ ‘attenzione divinatoria’ un libro ‘rivelato’ che non si può leggere a piacimento, ma deve essere interrogato e funziona quindi come un oracolo. Questo testo inoltre si presenta come contenitore di tutta la sua storia, come a dire che il fatum della città è già stabilito, fissato nella scrittura. Ma perché Roma attua questo processo? Perché a Roma la Sibilla viene associata al Libro? Sicuramente con questa scelta Roma ribadisce la sua originalità. Una figura che comunque in Grecia è eccentrica - in ogni caso marginalizzata e mobile -viene fissata in una struttura completamente nuova, che istituzionalizza la profezia sibillina e la rende fruibile in modo sistematico e strettamente ufficiale. Si può dire che con la testualità della Sibilla romana viene rovesciato il modello della Pythia orale delfica. Oltre agli oracoli, la Sibilla cumana era capace di interpretare i segni con cui Apollo esprimeva la propria volontà. Già nel mondo antico l'oracolo della Sibilla cadde in disuso e venne dimenticato, ma venne recuperato dalla tradizione ebraica, che attraverso gli oracoli sibillini predicava la fine dell'impero romano. Tramite la religione ebraica, nel medio evo passò a quella cristiana, circostanza che ne ha consentito di tramandare il ricordo fino ai giorni nostri Sibyllina: GEFFCKEN 1902; KURFESS 1951; vedi anche COLLINS 1983. Fra gli studi, vedi COLLINS 1983 e COLLINS 1987. Sulle caratteristiche pagane rintracciabili nelle profezie degli Oracula: PARKE 1992, p. 17 – 31. 70 Chirasssi Colombo1985 71
Le tradizioni di linguaggi oracolari in Grecia sono strettamente legate nella produzione alla formulazione orale del messaggio. Cfr. POCCETTI 1999; CRIPPA 1999. E’ interessante notare che anche quando il messaggio oracolare non era affidato alla corporeità umana esso era veicolato e organizzato in messaggi sonori. (per esempio , nel santuario di Dodona, dal fruscio della quercia sacra) 72 Si tenga presente l’arco di tempo all’interno del quale John J.Collins colloca la composizione del “main corpus” di Oracoli Sibillini III: 163-145 a.C.. Pensando a un lavoro probabilmente anche in progress, si può dire più indefinitamente metà circa del II secolo a.C., 73 Non per nulla il grande poeta dell’età augustea, Virgilio, descrive nel Libro VI dell’Eneide la trance di possessione della Sibilla in termini assolutamente analoghi a quelli che riserva la tradizione alla Pythia di Delfi
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ESERCIZIO 1 Ricostruisci la carta di identità della Sibilla greca, quella romana e di quella guidaica secondo il modello che trovi in calce alle fonti FONTI ERACLITO. Fr. 92, D-K. PLATONE , FEDRO ‘Sibilla, con bocca delirante, La profetessa di Delfi e le sacerdotesse di Dodona, esprimendosi senza ridere, quando si trovavano in stato di mania procurarono molti senza ornamenti nè orpelli, benefici (..) e se dicessimo poi della Sibilla e degli altri attraversa con la sua voce mille anni – che, avvalendosi della mantica di ispirazione divina, per via del dio.’ predicendo molte cose a molti, anche loro indirizzarono sulla giusta via per il futuro LIBRI SIBILLINI, IV, 24, 27-30 Ed.Geffcken “Popolo dell'orgogliosa Asia e dell'Europa, presta orecchio all'infallibile verità che sto profetizzando attraverso la mia bocca dalla voce di miele, dal nostro santuario Io non sono una portatrice di oracoli del falso Febo che i vani uomini chiamano Dio, e falsamente descritto come veggente, ma del grande Dio che non hanno plasmato mani di uomini, simili agli idoli muti fatti di pietra
DIODORO, IV, 66, 5-67 Lei, che non meno del padre conosceva l'arte divinatoria, mentre si trovava a Delfi sviluppò di più la sua abilità:produsse oracoli di eccellente composizione e dicono che anche il poeta Omero se ne sia appropriato e ne adornasse la propria opera poetica
CLEMENTE ALESSANDRINO, PROT. VI, 71, 4 Sibilla , prima profetessa che ha cantato l'inno della salvezza
CLEMENTE ALESSANDRINO, STROMATI, VI, 5, 42, 3-43, 1 Prendete anche i libri greci, studiate la Sibilla e vedrete come essa rivela un solo Dio e le cose a venire.
CICERONE, DE DIVINATIONE PAUSANIA , DESCRIZIONE DELLA GRECIA X. La forza della terra ispirava la Pizia a Delfi e la forza della Sibilla trascorse gran parte della sua vita a Samo, ma sua stessa indole incitava invece la Sibilla anche visitò Claros nel territorio di Colofone, Delo eDelfi. DESCRIZIONE DELLA GRECIA X., Sibilla è una donna che dà oracoli nata presso gli ebrei in Palestina metà 2 sec d.c. D. DEL CORNO, Plutarco. Dialoghi delfici, Adelphi, Milano 1983, p. 13:: «Il santuario di Delfi […] era sacro ad Apollo, e portava pure il nome alternativo di Pito, che poi fu trasposto nell’appellativo del dio stesso, Apollo Pizio -e Pizia fu chiamata la profetessa. [...] Secondo gli antichi, tale nome traeva origine dal drago ucciso da Apollo nel prendere possesso dell’oracolo: poiché questo era da principio appartenuto, alla dea Terra. [...] La Pizia era una donna di Delfi. In antico veniva scelta una vergine; ma dopo una clamorosa storia d’amore, e rapimento, si decise che dovesse avere almeno cinquant’anni. Non importavano né la condizione sociale, né la preparazione culturale; ma doveva essere, lei come tutta la sua famiglia, di costumi e d’animo irreprensibili. Dopo la sua consacrazione a vita, essa diveniva in un certo senso la sposa del dio; e la sua esistenza era quasi quella di una reclusa, in purezza e castità. Nei tempi di maggiore frequenza dell’oracolo, apprendiamo che le Pizie erano due, che si alternavano nei responsi, mentre una terza fungeva di riserva». IV o VI sec. d.C. LATTANZIO PLACIDO, Narrationes fabularum quae in P. Ovidii Nasoni libri XV Metamorphoseon occurrunt, XIV, fabula IV Apollo, innamorato della Sibilla, chiese a questa di esprimere qualsiasi desiderio, in quanto lui avrebbe esaudito ogni sua richiesta per dimostrarle il suo amore. La Sibilla aveva allora raccolto il mucchietto di sabbia e aveva chiesto al dio di poter vivere tanti anni quanti erano i granelli nella sua mano, dimenticando tuttavia di chiedere che fossero anni di giovinezza. Apollo acconsentì ad esaudire il desiderio della Sibilla, ma questa, pur rifiutando comunque di unirsi a lui, in cambio ottene ciò che aveva chiesto: mille dovevano essere infatti i granelli di sabbia nel suo pugno, e la Sibilla visse per mille anni, ma invecchiando sempre di più, sino a rimanere solamente voce.
PETRONIO, Satyricon= Infatti Io stesso con i miei occhi ho visto appesa in un'ampolla e quando alcuni giovani le chiedevano “Che cosa vuoi Sibilla” lei rispondeva: Voglio morire
Virgilio IV EGLOGA(versi 45-53) OVIDIO, Metamorfosi (XIV, 116-153), con la Sibilla Cumana Ciò dicendo, de l'antro in su la bocca in piú volti cangiossi e in seduta su di uno scoglio in riva al mare, nei pressi probabilmente piú colori; sconmpigliossi le chionme; aprissi il petto; le batté 'l fianco, e 'l cor di rabbia l'arse. Parve in vista maggior; maggior il del golfo di Baia, che tiene nella mano destra un mucchietto di
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tuono fu che d'umana voce; e poiché 'l nume piú le fu presso: "A sabbia, appena raccolto, ed indicandolo si rivolge ad Apollo, in che badi, - soggiunse - figlio d'Anchise? Se non di', non s'apre piedi, caratterizzato dalla corona di alloro e dalla lira. Ovidio questa di Febo attonita cortina". E qui si tacque. narra infatti come Apollo, innamorato della Sibilla, avesse
VIRGILIO, Eneide VI 50-64 La Sibilla di Cuma solo chiesto a questa di esprimere qualsiasi desiderio, in quanto lui raramente rispondeva, oralmente alla domande: il più delle volte scriveva i suoi responsi su foglie che il vento avrebbe esaudito ogni sua richiesta per dimostrarle il suo amore. disordinava o disperdeva in parte, rendendone in tal modo La Sibilla aveva allora raccolto il mucchietto di sabbia e aveva difficoltosa l’interpretazione.
chiesto al dio di poter vivere tanti anni quanti erano i granelli nella sua mano, dimenticando tuttavia di chiedere che fossero anni di giovinezza. Nelle Metamorfosi a questo punto Apollo acconsentiva ad esaudire il desiderio della Sibilla, questa rifiutava comunque di unirsi a lui, ma in cambio otteneva ciò che aveva chiesto: mille dovevano essere infatti i granelli di sabbia nel suo pugno, e la Sibilla visse per mille anni, ma invecchiando sempre di più, sino a rimanere solamente voce
AGOSTINO De Civitati Dei XVIII, 23,1-2,25-287 Questa Sibilla, sia essa d'Eritre o di Cuma, come alcuni piuttosto credono non ha nulla , nell'insieme del suo poema che riguardi il culto di questi falsi dei ovvero modellati dall'uomo. Anzi, essa parla con tanta forza contro di essi e contro i loro adoratori, da sembrare degna di essere contata nel novero della città di Dio.
ESERCIZIO 2: PER CIASCUNA IMMAGINE IPOTIZZA A QUALE SIBILLA PUO' RIFERIRSI FONTI ICONOGRAFICHE
Tondo di una kylix attica a figure rosse del 440-430 a.C. 74 Opera del ceramografo Kodros, (Antikensammlung di Berlino, Berlin Mus. 2538).
Priestess of Delphi75 (1891) di John Collier.
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Si tratta dell'unica immagine di quest'epoca della Pizia. Assisa sul tripode, la Pizia subisce l'effetto del pneuma che promana dal basso
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Apollo e la Sibilla di Glauco, Louis II de Boullogne , 1688 circa , SIBILLA, Michelangelo Buonarroti nel 1508-1510 , Musei Versailles, Museo Nazionale del Castello. Vaticani Roma
ASPETTI COMUNI
ASPETTI ORIGINALI
Portavoce invasata della divitài Irrefrenabile possessione
ESERCIZIO 3 PER CIASCUNA SIBILLA (GRECA, ROMANA, EBREA) COMPILA LA SUA CARTA DI IDENTITA' : . NOME.............................................................. ETA'............................................................... STATO CIVILE................................................ RESIDENTE A ...............................................
Realizza il ritratto della sibilla in base alle fonti analizzate
CARATTERISTICHE FISICHE:.................................... ….................................................................... CARATTERISTICHE MORALI:............................................... …................................................................................................
PROFESSIONE SEDE DI LAVORO IN CHE COSA CONSISTE IL SUO LAVORO LAVORO IN GRUPPO/ INDIVIDUALE OGGETTI CON CUI LAVORA FRASE CELEBRE FONTI CHE PARLANO DI LEI
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perché l’era un tempio dove si tenivan dodeci vergini, et secondo che si allevavan si maritavan», intendendo semplicemente per vergine una qualunque ragazza da marito;” Intendeva dire che il nome Vergine era un termine inappropriato per definire Maria e che vergine era una qualunque ragazza da marito.. Sul battesimo scrive:” quel batezar è un’inventione et li preti comenzano a magnar le anime avanti che si nasca, et le magnano continuamente sino doppo morte;” Menocchio intendeva dire che la chiesa si impossessa delle anime delle persone per tutta la vita ,anche dopo la morte. Sul matrimonio scrive: “l’hanno fatto li huomini: prima l’homo et la donna si davan la fede, et questo bastava;” Con questa frase Menocchio intendeva che il matrimonio fa solo da testimone per l’ amore reciproco . Su se stesso scrive: “non ho mai praticato con alcuno che fusse heretico ma io ho il cervel sutil, et ho voluto cercar le cose alte et che non sapeva.” Intendeva dire che lui era un uomo intelligente e che cercava sempre di superare i suoi limiti in nome della conoscenza. Per questo era stato giudicato eretico dalla chiesa e giustiziato.
Montereale Valcellina 01/03/2012 Ricerca di Marcuzzo Federico, Mella Francesco e Pitau Andrea. Fonti: Carlo Ginzburg. Il formaggio e i vermi. Il cosmo di un mugnaio del '500. 1ª ed. 1976. Nuova ed. Torino, Einaudi 1999
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Allegato 5a David Maria Turoldo David Maria Turoldo, nasce a Coderno di Sedegliano il 22 novembre 1916, nono figlio di Giovanbattista e Anna Di Lenarda. E’ battezzato con il nome di Giuseppe. Entra nella casa di formazione dell'ordine dei Servi di Santa Maria e fa il 2 agosto 1935 la sua prima professione religiosa nel convento di Santa Maria di Cengio a Isola Vicentina assumendo il nome di fra’ Davide Maria. Prosegue gli studi nelle città di Venezia e Vicenza, giungendo, a 22 anni, il 30 ottobre 1938, alla solenne professione. Il 19 agosto 1940 diventa prete e inizia il suo ministero nel convento di Santa Maria dei Servi in San Carlo a Milano dove nel 1942 si iscrive alla facoltà di filosofia laureandosi l’ 11 novembre 1946. Nel 1955 lo troviamo a Firenze, nel 1961 a Udine nel santuario caro ai friulani di Santa Maria delle Grazie e nel 1964 si ferma a Fontanella di Sotto il Monte a Bergamo. Nel 1988 ha conoscenza della sua malattia, un tumore al pancreas, e nel giovedì del 6 febbraio del 1992 si spegne a Fontanella ove è sepolto.
Foto di Padre David Maria Turoldo in visita alle scuole elementari di Montereale Valcellina.10 aprile 1980. Il bambino indicato dalla freccia è il papà di Alzetta Enrico , alunno di 1A L’infanzia trascorsa a Coderno, segnata dall’estrema povertà e, non di rado, dalla fame, è infatti all’origine della vocazione spirituale di Turoldo, che al centro del suo insegnamento sacerdotale sceglierà di mettere gli “ultimi”, i poveri, come destinatari privilegiati del messaggio evangelico e, negli anni del boom economico e della corsa al consumismo, diventerà un profeta del ritorno all'umana essenzialità. Fu un'esistenza povera, ma dignitosa, quella vissuta a Coderno dal piccolo Giuseppe Turoldo, trampolino di un percorso esistenziale e letterario nel quale amore, fede e poesia si fonderanno insieme. Nelle sue liriche, così come nell’autobiografia intitolata “ La mia vita per gli amici ”, emergono vividi i ricordi dei giorni friulani, la cui durezza era mitigata dallo splendido rapporto con il paesaggio naturale della terra natale, l'area a nord delle Terre di Mezzo: il Turoldo bambino si muoveva infatti «in quella pianura così amata che percorrevamo da scalzi, come su di un tappeto, pianura che ci pareva fosse il cuore del mondo, dove gli occhi di tutti si fanno azzurri a forza di guardare», come ricorda il poeta descrivendo gli ampi spazi aperti di queste terre lambite dalla poca acqua di un fiume, il Tagliamento. Padre David Maria Turoldo, come si intuisce leggendo le sue biografie e, ancor più, le sue opere, non è stato un uomo qualsiasi nè un sacerdote facile. Non lo è stato per se stesso, non lo è stato per la gerarchia (nè quella socio-politica, nè quella ecclesiastica), non lo è stato per quanti lo frequentavano. Uomo forte, tenace, convinto; friulano di famiglia contadina poverissima, dove ha ricevuto una fede intensa, severa, incrollabile. Anima sempre tormentata, combattiva, accesa al fuoco dello Spirito Santo, Servo di Maria sempre, fino all'ultimo istante della sua esistenza.
Allegato 5b David Maria Turoldo INTERVISTA ESEGUITA IL 31 MARZO 2012 DA ALZETTA ENRICO AL PADRE ALZETTA FRANCESCO IN MERITO ALLA VISITA DI PADRE DAVID MARIA TUROLDO NELL’ANNO 1980 1. Quando hai incontrato per la prima volta Padre David Maria Turoldo? Tu e i tuoi compagni ne avevate timore? 2. Di che cosa vi ha parlato? Era facile capirlo o usava parole difficili? 3. Come mai le maestre lo avevano invitato? 4. Che cosa ti ha colpito più di lui? 5. Ti ricordi qualche commento dei tuoi compagni di classe? 6. Quanto tempo è stato? L’hai visto più volte? 7. Ti ricordi qualche aneddoto divertente ? e qualche frase? 8. Perché secondo te la nostra scuola è stata intitolata proprio a lui? 1 Ho incontrato Padre David Maria Turoldo il 10 aprile 1980, quando frequentavo la quinta elementare. Mi ricordo che io e miei compagni eravamo molto emozionati, ma non impauriti, eravamo molto ansiosi di conoscerlo e di fargli molte domande. 2 Quando è venuto a trovarci ci a letto alcune delle sue poesie, mi ricordo che erano poesie tristi che parlavano di temi importanti come la guerra, la morte, i poveri e dei suoi viaggi.Non era semplice capire i suoi racconti proprio perché le sue parole erano piene di poesia. 3 La nostra maestra (Lia Burigana) ci leggeva molte delle sue poesie e brani dei suoi libri, noi avevamo spedito a Padre Turoldo numerose lettere con i nostri pensieri, così lui ci scrisse che era rimasto molto impressionato del nostro lavoro e che ci avrebbe fatto visita personalmente per ringraziarci e cosi venne a trovarci a scuola. 4 Di lui mi ha colpito molto la semplicità con cui si sedeva in mezzo a noi, alunni di quinta elementare, come fosse un nostro vecchi amico, e noi tutt’ intorno lo ascoltavamo. 5 Non ne ricordo uno in particolare. 6 Mi ricordo che non si era fermato molto perché aveva altri impegni , ma so che ogni volta che passava dalle nostre parti veniva a farci un saluto. 7 Mi ricordo che lui ci disse :”Sono venuto in tonaca lunga perché voi mi avete disegnato sempre così e mi avete fatto proprio bello!” 8 Per ricordare un poeta dei nostri tempi amico degli alunni e dei maestri , che ha sempre portato avanti le proprie idee e per tramandare il suo insegnamento. Alzetta Enrico
Enrico Alzetta, Nicola Francescon, Matteo Roveredo
ALLEGATO 6 Don Milani: prete, maestro e profeta di Barbiana Lorenzo Milani Comparetti era figlio di un'agiata famiglia di intellettuali fiorentini,. Ragazzo vivace e intelligente, coltivò la passione per la pittura, studiando prima come privato, poi a Milano all'Accademia di Brera. Nell'estate del 1942, durante una vacanza a Gigliola (Montespertoli), Lorenzo decise di affrescare una cappella; durante i lavori rinvenne un vecchio messale la cui lettura lo appassionò notevolmente. Successivamente, al ritorno a Milano, si interessò di liturgia. Questo probabilmente fu il suo primo vero contatto con il cristianesimo, dato che la sua famiglia non era mai stata religiosa, quando non espressamente anticlericale. I Milani avevano battezzato i loro figli solo per paura di ripercussioni in epoca fascista, dato che la madre Alice era ebrea, anche se non-credente. Lorenzo lo chiamò sempre il suo "battesimo fascista". Nel giugno del 1943 Lorenzo si convertì. L'inizio di questa svolta fu il colloquio, avvenuto in modo casuale, con don Raffaele Bensi, che in seguito fu il suo direttore spirituale. Venne inviato come coadiutore a San Donato di Calenzano, vicino a Firenze, dove lavorò per una scuola popolare di operai e strinse amicizia con altri sacerdoti. Secondo lo scrittore tradizionalista dell'epoca Rino Cammilleri papa Giovanni XXIII, vavrebbe definito l'autore addirittura come «un pazzo scappato da un manicomio» per il fatto che Don Milani, nel suo libro “Esperienze pastorali” suggeriva di svincolare la Chiesa dal soffocante abbraccio della D.C. - un partito cristiano che aveva fallito la sua missione. Le autorità ecclesiastiche faranno ritirare il libro dal commercio Nel dicembre del 1954, a causa di screzi con la Curia di Firenze, venne mandato a Barbiana, un paese dell'Appennino neppure raggiungibile per una strada carrabile e da lì si levò una voce che aveva tutto la luminosità, la chiarezza e l’intransigenza delle profezie. Un buco dimenticato dagli uomini, ma non da Dio, che mandò ai figli dei contadini illetterati che la popolavano, un maestro e, con lui, una scuola destinata a diventare un modello nel mondo. “Oportet ut scandala”, e uscì Esperienze pastorali, presto ritirato dal commercio dalla Santa Sede (ma David Maria Turoldo, nel 1955, lo avrebbe voluto ripubblicare). Seguì “Lettera a una professoressa”, che fu nutrimento per molti dei giovani del ’68, anche se, quando scoppiò la contestazione, don Lorenzo se ne era già andato per sempre. Fu uomo e maestro inquieto, stimava del resto il turbamento «un gran dono di Dio». E quando nella sua difesa dell'obiezione di coscienza (i due gioielli della Lettera ai cappellani militari e della Lettera ai giudici), scelse la via dell’obiezione di coscienza, rivendicò orgogliosamente di aver avuto come esempio un «cattivo cittadino» quale fu San Paolo Fu un prete scomodo, don Lorenzo, per sé prima che per gli altri. Per questo fu perseguitato a lungo, e ancor oggi, pur negli attestati di stima per la sincerità e l’indefettibilità dell’impegno civile e pastorale, c’è parecchia diffidenza verso la forza scardinatrice del suo insegnamento. Ma oltre gli stereotipi, leggendo bene le sue opere, noi abbiamo scoperto che non insegnò nulla di diverso da quanto è scritto nel Vangelo Zoldan Bruno, Rossetti Lia, Putzolu Pamela, Mahmood Tubba.
PAPA GIOVANNI XXIII Angelo Giuseppe nacque il 25 novembre 1881 a Sotto il Monte, 16 Km a sud ovest di Bergamo, in una casa povera di contadini denominata Palazzo, quartogenito dei 13 figli e figlie di Battista Roncalli e Marianna Mazzola. Crebbe in una modestissima famiglia di contadini mezzadri in un ambiente povero. La più grande ricchezza della famiglia era la fede indiscussa, la carità, la fiducia assoluta nella Provvidenza di Dio, la preghiera comune quotidiana, che erano fonte di grande serenità. Il futuro Papa riconoscerà sempre la preziosità di queste virtù che assimilò nel clima famigliare e che affermerà essere tra "le cose più preziose ed importanti che sorreggono e danno calore alle molte altre” che poi apprese in seguito. Dal 1887 al 1890 frequenta le prime tre classi delle elementari. Il 13 Febbraio 1889 riceve la cresima a Carvico dal Vescovo Gaetano Guindani e il 31 marzo è ammesso alla prima comunione. Si laureò in Sacra Teologia nel 1904 e nell'agosto dello stesso anno Angelo venne ordinato Sacerdote in S. Maria in Monte Santo a Roma. Dopo diversi ncarichi nazionali dal 1915 al 1918 prestò servizio militare come cappellano dell’Ospedale di riserva a Bergamo chiamato Ricovero nuovo e di altri localizzati da altre parti. Con la sua amabilità e il suo ottimismo riusciva a confortare i soldati e a riconciliarli alla fede. Il 28 ottobre 1958 a 77 anni, con sorpresa di tutti per la sua avanzata età, Roncalli venne eletto Papa e assunse il nome di suo padre, del patrono del suo paese natale e dell’evangelista della carità: Giovanni. Iniziò subito un modo nuovo di fare il Papa mosso dalla sua fede e dal suo felice temperamento. Nell' ottobre 1962 papa Roncalli aprì in S. Pietro il Concilio Vaticano II indicando un preciso orientamento degli scopi: non definire nuove verità o condannare errori, ma: rinnovare la Chiesa per renderla più santa e quindi più adatta ad annunciare il Vangelo ai contemporanei; ricercare le vie per l’unità delle Chiese cristiane; rilevare ciò che c’è di buono nella cultura contemporanea aprendo una nuova fase di dialogo col mondo moderno, cercando innanzitutto "ciò che unisce invece di ciò che divide". Il Marzo 1963 viene conferito al suo nome il premio internazionale Balzan per la pace come riconoscimento per la sua intensa attività per evitare i conflitti e segnalare all’umanità il cammino per la pacifica convivenza dei popoli Il 23 maggio dello stesso anno venne annunciata pubblicamente la malattia del Papa, e il 3 giugno 1963, dopo 4 anni sei mesi e sei giorni di pontificato, Angelo Giuseppe Roncalli, che aveva preso il nome di Giovanni XXIII si spegneva serenamente invocando il nome di Gesù e offrendo la sua vita per realizzare il testamento di Gesù: "che tutti siano uno" ("Ut unum sint"). Fu un tale esempio di come muore un cristiano che costituì, a livello mondiale, una delle più forti esperienze spirituali del secolo. Il cordoglio fu universale.
ALLEGATO 8 Cognome________________
Nome________________________
Data__________________
VERIFICA CLASSE I A UA Il Mediterraneo Terra di Profeti
1. Dopo aver letto il brano di Harry Potter rispondi alle seguenti domande: a) .Come si chiama la profetessa consultata da Harry? b) Da dove si alza? Quale altra profetessa incontrata nel nostro percorso si serviva di un bacile?Che cos'è un bacile? c) Qual è la funzione di Silente? Che cosa precisa a Harry? d) Secondo te la prof.ssa Sibilla Cooman ha più i tratti di una Cassandra o di Sibilla ? Motiva la tua risposta Conoscere gli eventi storici pt ……../10 2.Completa la seguente tabella con le caratteristiche della Pizia e della Sibilla Pizia:............................................
Sibilla: Roma
storia
…......................................
…..........................................
Mobilità lunga durata
Legata alla voce
Legata al …....................
…............................
Centro Collocare eventi nel tempo e nello spaziopt………../10
3.Rispondi alle seguenti domande LIBRI SIBILLINI, Libro III, VV 809-802976
“(Io dico) queste cose a voi, avendo lasciato le lunghe vallate babilonesi dell'Assiria, profetizzando la rivelazione di Dio a tutti i mortali.(...) Quando ogni cosa accadrà, allora, vi ricorderete di me e non più a lungo ognuno dirà che sono folle, io che sono una profetessa del grande Dio. Perchè Egli mi ha rivelato ciò che è accaduto prima e Dio ha messo tutto del futuro nella mia emnte sicchè profetizzi sia il futuro sia le cose precedenti e le racconti ai mortali. Quando il mondo fu sommerso dalle acque, ed un singolo uomo approvato fu lasciato navigare sulle acque in una casa di legno, con bestie con uccelli, affinchè il mondo potesse ancora essere riempito, io ero sua nuora e del suo sangue Trd. Di J.J. Collins, p.380
1. A quale Sibilla delle tre che abbiamo analizzato si riferisce questa fonte? 2. Perché si può dire che la sua capacità profetica è duplice? 3.Da quali elementi lo deduci? Sottolinea nel testo le frasi 4. A quale episodio biblico fa rifermento? 5. Completa la seguente scheda anagrafica della sibilla con quello che hai studiato e con quanto puoi desumere dalla fonte: Età................... Residenza........................ Stato Civile..................... Professione........................ Religione professata............... Carattere................................. Stabilire relazioni
pt ……../12
4. Scegli il completamento corretto 76
E' stata scelta questa fonte in quanto si vuol fare notare agli allievi come sia la Sibilla greca quella che il sibillista ebreo doveva e voleva demistificare, avendo preventivamente ammesso per la propria un’origine babilonese Sentiva il bisogno di dover sottrarre alla Grecia l’ipoteca sulla sibillistica. Procedette quindi a una vera e propria demolizione della Sibilla greca per eccellenza, l’Eritrea, etichettata come “sfrontata”, ex Eruthres gegauian anaidea. Qualcuno l’avrebbe chiamata “Sibilla”, ma la stessa non commendevole ascendenza materna, Circe, e quella paterna rimasta sconosciuta, avrebbero contribuito a renderla “pazza”, mainomene, accentuazione in negativo di oistromanes, e “menzognera”, pseusteira . È alla mistificazione ellenistica, per così dire, della Sibilla eritrea che il sibillista ebreo oppone dunque la sua “profetessa del grande Dio”, la già richiamata “nuora e parente”, numphe kai aph’aimatos, di Noè. Già la si è ricordata più sopra come Sibilla al corrente di un passato trasmessole dal “padre”, ovvero dal suocero, e di un futuro rivelatole da Dio. Lo schema si ripete non casualmente subito dopo che la Sibilla ha palesato la sua identità: ta prota, ta eschata quasi a rafforzarla con una concettualizzazione ebraica formulata in lingua greca.
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Il comparativismo Il politeismo La mantica I Libri Sibillini Cassandra compare per la prima volta come profetessa inascoltata nelle La Sibilla che opera presso il Santuario di Apollo in Grecia è Profetessa, profeta significa La Sibilla significa “Sono tempi di grande spettacolo, se volete, di grandi parate, ma di poche verità, tempo di apparenze più che di apparizioni”. Questa frase è : cristiani ed eretici, Turchi e Giudei, Dio «li ha tutti cari et tutti si salvano a uno modo
1. Pizia 2. “colei che reca il consiglio degli dèi”: da sisis, “dèi”, e boullan, “consigliare”) 3. Domeico Scandella detto Menocchio 4.Ciprie 5. strumento che raffronta tra loro elementi culturali simili appartenenti a popoli e culture lontani tra loro, in senso spaziale e cronologico, al fine di stabilire dei modelli comuni 6. Religione fondata sul culto di più divinità antropomorfe 7. colei che parla prima 8. David Maria Turoldo
Linguaggio specifico
Pt……../8
5. Completa con i termini corretti: La Persica, la Libica, la Delfica e le altre Ogni ____________________-aveva la sua particolarità storica o leggendaria, con agganci tanto alla tradizione mitologica che _________________________. La Persica era considerata nuora di Noè, la Libica figlia di Giove, la Delfica traeva il suo potere dall’uccisione del mostruoso serpente Pitone, trafitto da una freccia di Apollo, donde l’appellativo di vergine Pitonessa o ____________________________. Quest’ultimo non indicava una singola veggente, ma — com’era d’uso comune nella nomenclatura sacerdotale dell’antichità — tutte coloro che si succedevano a profetare nel santuario di Apollo a Delfi, meta di _________________________per secoli. Si deve alla notorietà di questo tempio, uno dei più frequentati nel mondo ellenico, se la sua sibilla è tra quelle di cui si è maggiormente parlato nell’antichità. Si sa da Diodoro Siculo che le sacerdotesse di Apollo delfico dovevano essere nei tempi più antichi ____________________e giovanissime, ma che in seguito al rapimento di una di esse, la bella Echecrate, si stabilì che non potessero avere meno di cinquant’anni. Si sa inoltre che la Pizia pronunciava i suoi ___________________una sola volta l’anno, e che a quella data Delfi veniva praticamente invasa da migliaia di devoti. La veggente digiunava tre giorni e si bagnava in una fonte consacrata ad Apollo. Masticava delle foglie di alloro e altre erbe che la predisponevano alla______________. Si accomodava quindi a gambe larghe su di un __________________in corrispondenza di un orifizio del terreno dal quale usciva un fumo inebriante, che si credeva provenisse dai resti del mostro ucciso dal dio, e attendeva. Quando il fumo l’aveva del tutto avvolta e penetrata fisicamente, come sembrava voler simbolizzare la posizione apparentemente sconcia da lei assunta sul tripode nell’intento di aprire il suo corpo alla divina possessione— la Pizia cadeva in trance, profetizzando. La fama delle sibille non era sempre radicata in un determinato luogo, ____________o santuario, ma che spesso il viaggio rappresentava lo sfogo essenziale della loro ricerca. Anche in questo caso, tuttavia, non può dirsi che a un nome dovesse necessariamente corrispondere un’unica donna, essendo di gran lunga più verosimile che diverse _________________________— in tempi e luoghi diversi — si ritrovassero nel solco di una medesima tradizione. Iniziate, vergini , sibilla, veggenza , biblica, oracoli, possessione, antro, tripode, Pizia, pellegrinaggio Linguaggio specifico
Pt……./10
6.Analizza la seguente fonte iconografica, indicando di quale fonte si tratta 77 e soffermandoti particolari78 indicati dalle frecce, ricordandoti gli elementi caratterizzanti tale figura.
77 78
Pompei, Casa del Menandro, L'ingresso del Cavallo, particolare Soluzioni a cura dell'insegnante
sui
c. Cassandra che brandisce un bipenne nella mano destra con il quale vorrebbe distruggere il signum periturare Troiae” , cavallo
presenza d un ramo d'alloro sulla pedana su cui sta il
Identificazione di Cassandra come la figura in primo piano . gruppo di fanciulli che festeggia vs Cassandra ritratta con la postur adi uan menade invasata per simboleggiare gioia dei Troiani vs tritezzza della profetessa inascoltata
Utilizzare le fonti
Collocare eventi nel tempo e nello spazio Conoscere gli eventi storici Stabilire relazioni Lessico Utilizzare le fonti
pt………../10 pt………./10 pt………./12 pt………/18 pt………/10
Punteggio totale
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