Visita ispettiva al carcere di Opera del consgliere Regionale Giulio Cavalli 28‐6‐2010
Presentazione del Direttore Siciliano e del Comandante PP Fusco Il carcere di Opera si classifica come il più grande di Europa (per numero di detenuti?) ed è l’unico nel nord d’Italia, insieme al carcere di Parma, ad essere dotato di un CDT (Centro Diagnostico Terapeutico) che serve detenuti proveniente da tutta la regione (e anche dal resto del paese). Con 1.186 detenuti non si segnalano condizioni di sovraffollamento né particolari criticità di tipo sanitario. Dal punto di vista infrastrutturale si ricorda il guasto all’impianto di riscaldamento, non operativo per alcuni mesi durante l’inverno 2008‐2009, e problemi di infiltrazioni che interessano tuttora alcune celle negli ultimi piani di vari blocchi. Le risorse messe a disposizione del DAP per la manutenzione degli stabili sono scarsissime, ma il contributo di alcune fondazioni e altri enti ha consentito di affrontare gli interventi più urgenti. Risulta invece preoccupante la mancanza di un servizio di sostegno psicologico determinata dall’interruzione, nel dicembre scorso, dei relativi finanziamenti a seguito del passaggio delle competenze sanitarie alla regione. Si ricorda a questo proposito il recente suicidio di un detenuto. I scioperi della fame sono invece diminuiti, dai 155 del 2008 ai 65 del 2009. Viene inoltre segnalata come critica la carenza di personale di Polizia Penitenziaria, e le condizioni di vita disagevoli che riguardano molti di loro (70% degli agenti risultano pendolari in forza delle difficoltà –anche di carattere economico‐ per stabilirsi con le proprie famiglie in loco). Alcuni progetti mirati a migliorare la qualità di vita del personale e delle loro famiglie (es. campo estivo per i figli degli agenti, costruzione di alloggi per la PP) risultano ad oggi sospesi anche a seguito del blocco dei fondi regionali già assegnati. Si evidenziano infine le difficoltà inerenti la gestione del CDT, recentemente passato sotto la competenza dell’Azienda Ospedialiera San Paolo. Per es. alcuni medici recentemente dimessi non sono stati sostituiti per le condizioni poco competitive offerte dalla nuova gestione. Tipologia di detenuti ospitati 1.186 detenuti, la maggior parte dei quali “definitivi” provenienti da altri istituti (pochissimi ingressi direttamente dalla libertà) e con pene molto lunghe. Di questi: • Ca. 120 Protetti (Sezioni diverse per Sex offenders, ex‐agenti delle forze dell’ordine, collaboratori di giustizia) • Ca. 80 in regime di 41‐bis • Ca. 550 detenuti comuni • Ca. 40 semiliberi/art. 21 • Ca. 200 stranieri • Ca. 300 malati (40 HIV‐AIDS, 7/8 oncologici). Il numero così alto di malati rispetto al totale di detenuti è in parte determinato dal maggiore rigore con cui vengono valutate le situazioni di incompatibilità con la detenzione, vista la condizione di “Alta Sicurezza” che riguarda buona parte dei detenuti. • Ca. 400 detenuti impegnati in attività lavorative • Solo 6 donne (il reparto femminile è stato recentemente trasferito a Bollate. Struttura del carcere I detenuti sono ospitati in sezioni disposte su blocchi di 4 piani. Ogni sezione contiene 25 celle e una sala di socialità. La maggior parte delle celle ospita solo 2 detenuti, fatta eccezione per le sezioni con detenuti in regime di 41‐bis (80 circa) le cui celle ospitano un solo detenuto e alcune celle del CDT con 4 detenuti. Ogni
cella è dotata di WC e lavandino. In ogni sezione c’è un locale docce. Le sezioni sono specializzate per tipologia di detenuti, ci sono infatti sezioni dedicate a detenuti comuni, AS1, AS2, AS3, 41‐bis, Protetti, detenuti lavoratori, degenti, ecc Otre alle sezioni che ospitano i detenuti, abbiamo visitato/visto le seguenti strutture: • Palestra • Teatro con capienza di 400 posti • Moschea • Sezione didattica • Campo di calcio • Allevamento di quaglie Condizioni di trattamento: La maggior parte dei detenuti (60‐70%) è coinvolta in programmi di formazione o attività lavorative svolte sia dentro che fuori dal carcere. • Per quanto riguarda l’offerta lavorativa, si riportano 300 detenuti alle dipendenze dell’amministrazione e 104 alle dipendenze di aziende esterne operanti presso le strutture del carcere (quanti lavoratori “esterni”?). Tra le attività lavorative svolte all’interno del carcere si segnalano: laboratorio di liuteria, fabbrica di gelati, officina di saldature, laboratorio di riparazioni elettroniche, forno per la produzione del pane, allevamento di quaglie, ufficio di servizi contabili (elaborazione scontrini), • Per quanto riguarda l’offerta formativa, ca. 170 sono impegnati in attività scolastiche, 70 in attività teatrali (3 gruppi diversi: Musical, teatro per ragazzi e teatro per adulti –Opera Liquida), xx in attività sportive e 350 in attività culturali. A questo proposito sono state evidenziati i seguenti progetti/iniziative: − Corso di dizione e recitazione finalizzato alla produzione di audiolibri per non vedenti a carico delle Edizioni San Paolo. − Allestimento di uno spettacolo teatrale finalizzato alla raccolta fondi per le vittime del terremoto in Abruzzo: €15.000 raccolti Sono attualmente in forza 5 educatori, ma sono stati assegnati altri 9 che dovrebbero essere operativi a partire di settembre 2010. A seguito della chiusura del servizio di sostegno psicologico, alcune psicologi con mansioni di “osservazione” vengono attualmente impegnati in attività di sostegno. Durante il 2009 sono state eseguite 485 osservazioni e 82 aggiornamenti e sono state chiuse 363 relazioni che si sono tradotte in: • 211 programmi di lavoro intramura • 123 programmi di lavoro extramura • 70 permessi richiesti, accordati 37 • 18 art. 21 richiesti, accordati 17 • 15 semilibertà, accordati 12 • 58 affidamenti ai servizi sociali, accordati 50 • 7 tossicodipendenza, accordati 6 • 37 detenzioni domiciliari, accordati 27 Ad ogni detenuto vengono garantite 4 ore di aria, 2 al mattino, 2 al pomeriggio, che si consumano in appositi “passeggi” siti ai piedi di ogni blocco.
Sottodimensionamento degli organici di PP A fronte di un organico di ca. 800 effettivi ci sono in forza soltanto 560. La situazione è aggravata dal fatto che molti agenti sono impegnati nella traduzione dei detenuti verso le sedi dove si svolgono le udienze, che per la particolare tipologia di detenuti presenti sono relativamente frequenti. In particolare per i detenuti in regime di 41BIS, l’art. 146 delle legge 11/98 impone la partecipazione a distanza alle udienze tramite impianto di videoconferenza, e a questo proposito sono state previste 14 sale, delle quali sono funzionanti solo la metà. La legge prevede il supporto di un “assistente” al giudice a distanza, ruolo che dovrebbe essere ricoperto da un cancelliere, ma che in suo difetto viene invece, quasi sempre, ricoperto da agenti della PP. Inoltre, quando non sono disponibili sale di videoconferenza presso l’istituto, il detenuto va tradotto nel carcere più vicino con questo tipo di attrezzature (Alessandria, Novara, ma ci sono state traduzioni persino fino a Pisa). I lavori per la messa in funzione delle 7 sale non ancora operative sono di modesta entità –cablaggio in fibra ottica‐ ma la loro gestione è di competenza del Dipartimento di Organizzazione Giudiziaria, che non dispone delle risorse per portarli a termine. Centro Diagnostico Terapeutico • Personale in forza: ca 80 medici e 100 infermieri. Servizio di guardia medica garantito 24/24. • Tutte le specialità risultano adeguatamente coperte fatta eccezione per la fisioterapia • Liste di attesa di 20gg per quasi tutte le specialità gestite del CDT, con punte di 30 gg per quanto riguarda le visite dentistiche • Attualmente si riportano ca. 300 detenuti malati, 80 ricoverati presso la struttura del CDT, il resto presso le sezioni dedicate alla “degenza”. Eventuali nuovi ricoveri vengono fatti presso la “sezione nuovi giunti”, ma la maggior parte dei ricoveri è programmata sulla base della disponibilità di posti • Tra le patologie seguite si evidenziano: 40 casi di AIDS‐HIV, 7/8 casi oncologici. Moltissimi detenuti (il numero preciso non è stato fornito) sono in terapia metadonica –seguiti dal SERT interno alla struttura.
LE NOSTRE OSSERVAZIONI Possibilità di conferire con i detenuti: Prima di iniziare l’ispezione vera e propria, il comandante della Polizia Penitenziaria (Fusco) si rivolse all’intero gruppo per precisare che era tenuto, in forza di un articolo di legge che non ricordo (forse l’art. 117 del Regolamento Penitenziario) a farci presente che non potevamo conferire con i detenuti. Presumo che a seguito di questo monito il Consigliere si è astenuto di parlare direttamente con i detenuti, fatta eccezione per brevi scambi con detenuti impegnati in attività lavorative inerenti il tipo di lavoro svolto. Condizioni delle celle: Tutte le celle visitate contenevano solo 2 letti (fatta eccezione per quelle delle sezioni 41-Bis che erano singole) ed erano dotate di un piccolo vano WC dotato di tazza e lavandino metallici. I blindi erano sempre aperti. Ho chiesto all’agente di PP che ci accompagnava nella visita al CDT se rimanevano aperti pure durante la notte e mi rispose di Si, precisando tuttavia che comunque le celle del CDT erano dotate di aria condizionata. Le finestre delle celle erano protette da sbarre ma la vista verso l’esterno non era ostacolata da altre strutture, fatta eccezione per le celle delle sezioni 41-Bis nelle quali la vista verso l’esterno era ostacolata da una lastra di plastica opaca montata su un telaio inclinato di ca 30° a 70-100 cm della parete esterna, coprendo
l’intera veduta . La lastra inclinata era poi sovrastata da una tettoia dello stesso materiale che impediva la vista verso l’alto. In TUTTE le sezioni visitate quasi TUTTI i detenuti erano all’interno della propria cella. Le uniche eccezioni (3 o 4) riguardavano celle il cui occupante era in udienza oppure la cella era inagibile per via delle infiltrazioni (un solo caso). La maggior parte dei detenuti erano sdraiati sui letti, molti dormivano, alcuni guardavano la TV. Pochi erano impegnati in altre attività (leggere, cucinare, ecc). Ho chiesto al direttore come mai nessuno dei detenuti della sezione dove ci trovavamo era fuori cella per lavorare o frequentare corsi e mi rispose che la sezione dove eravamo era dedicata ai “degenti” del CDT e quindi i relativi detenuti erano esentati da attività lavorative/formative, aggiungendo che le sezioni erano organizzate per categorie omogenee di detenuti: ci sarebbero quindi sezioni dedicate ai detenuti lavoratori piuttosto che ai detenuti studenti, ma non abbiamo visitato nessuna di queste. Abbiamo tuttavia visitato altri tipi di sezioni (Protetti, Alta Sicurezza, 41BIS, comuni) e la situazione in quanto a presenza dei detenuti in cella era la stessa. Ho inoltre chiesto se i detenuti delle sezione Protetti avevano accesso ad attività formative/lavorative e mi è stato detto di SI, ma non abbiamo avuto modo di verificarlo. Colloqui tra i detenuti: in quasi tutte le sezioni regnava il silenzio, fatta eccezione per le sezioni 41bis nelle quali molti detenuti conversavano con i detenuti delle celle contigue. Acqua fresca: In alcuni lavandini posti nelle sale docce del CDT ho notato che c’erano delle bottiglie di acqua minerale sotto il rubinetto con l’acqua che scorreva. Poco dopo ho chiesto se i detenuti avevano a disposizione dei frigoriferi per avere delle bevande fresche e mi è stato detto di no (infatti non gli abbiamo visti). Nelle sezioni 41.bis invece ho notato dei frigoriferi posti nei corridoi delle sezione, e tutte le celle avevano un armadietto appeso sul muro esterno, affianco alla porta, con una o più confezioni di 6 bottiglie di acqua minerali sopra. Il direttore ci ha poi spiegato che gli armadietti venivamo utilizzati per contenere la “spesa” fatta nello spaccio interno al carcere sulla base della lista preparata da ogni detenuto. Telefoni a disposizione dei detenuti: In tutti i blocchi c’erano degli ascensori ma quasi nessuno era operativo. L’unica eccezione era un montacarichi che in quel momento veniva utilizzato per trasportare il vitto. Nello spazio comune alla varie sezioni poste sullo stesso piano ho notato che c’era una cabina telefonica, ma soltanto in un caso era utilizzata da un detenuto. Passeggi: ai piedi di ogni blocco si trovano dei passeggi dove i detenuti possono trascorrere le 4 ore di aria al giorno (in 2 turni di 2 ore l’uno) previste dalla normativa. In nessuno dei passeggi visitati si trovavano dei detenuti, fatta eccezione per uno dei passeggi dedicati ai detenuti in regime di 41Bis.
Attività lavorative intramura. Un terzo circa del tempo totale dedicato a visitare le strutture del carceri è stato dedicato ai laboratori dove operano le cooperative e/o aziende esterne che impiegano i detenuti. In molti di questi l’attività fremeva (liuteria, elaborazione scontrini, gelateria, saldature, ecc) ma in altri i locali erano scarsamente occupati e molte delle postazioni di lavoro erano vuote (laboratorio di riparazioni elettroniche). Il numero di lavoratori era comunque cospicuo e il clima era disteso. I detenuti con i quali abbiamo scambiato pochi convenevoli mi sono parsi comunque orgogliosi del lavoro svolto. Attività formative/culturali: Il direttore ha precisato che i programmi formativi, in buona parte finanziati con fondi regionali, sono legati ai programmi lavorativi, nel senso che la formazioni è mirata a consentire il successivo inserimento nei programmi di lavoro. Durante la visita alla sezione
“didattica”, dove cioè si trovavano le aule per i corsi di formazione (abbiamo visitato una sala pittura, una sala computer, ecc) nessuna delle aule era in quel momento occupata. Diverso il caso delle attività culturali, nel senso che durante la visita al teatro abbiamo infatti trovato un gruppo di detenuti accompagnati da un operatore.