Regione Lombardia - Giunta DIREZIONE GENERALE AMBIENTE, ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE U.O. VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE E SVILUPPO SOSTENIBILE STRUTTURA VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE
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Istanza di pronuncia di compatibilità ambientale del progetto di delocalizzazione di un impianto esistente di trattamento rifiuti in nuovo sito nel comune di Mazzano e contestuale istanza di autorizzazione integrata ambientale. Proponente: Portamb S.R.L. - Polpenazze del Garda. [Rif. Sistema informativo regionale "S.I.L.V.I.A.": REG.979].
Contraddittorio tra il proponente e i soggetti presentatori di osservazioni [art. 24.8 del d.lgs. 152/2006]
Verbale Con riferimento al progetto in argomento, la Struttura Valutazione di impatto ambientale della Giunta Regionale - quale autorità competente per la procedura di valutazione d’impatto ambientale (v.i.a.) - ha convocato, con nota prot. T1.2014.16912 del 08.04.2014, un contraddittorio fra il proponente del progetto e i soggetti privati (associazioni e cittadini) che hanno presentato pareri od osservazioni, secondo la possibilità prevista dall’art. 24, comma 8 del d.lgs. 152/2006 [c.d. “Codice dell’ambiente”]. Il contraddittorio si svolge il 14 aprile 2014, con inizio alle ore 10, presso la Sede territoriale di Brescia della Giunta Regionale. Sono presenti i rappresentanti dei soggetti convocati e degli Enti territoriali, come da foglio firme allegato. Presiede l’incontro il Direttore Generale della D.G. Ambiente, energia e sviluppo sostenibile ing. Mario Nova, affiancato dall’istruttore della procedura di v.i.a. ing. Giuseppe Civati. Il presidente introduce l’incontro richiamando la scaletta definita nella nota di convocazione: - esposizione da parte del proponente delle considerazioni in merito alle osservazioni depositate; - interventi e valutazioni dei soggetti osservanti; - controdeduzioni del proponente. Ricorda inoltre che il verbale dell’incontro sarà acquisito agli atti dell’istruttoria di v.i.a., come prescritto dal d.lgs. 152/2006. Considerazioni della ditta proponente in ordine alle osservazioni presentate Le considerazioni esposte dal legale rappresentante e dai tecnici della ditta Portamb hanno risposto alle osservazioni di carattere tecnico fatte pervenire alla Regione dai soggetti privati (associazioni e cittadini) alla data della seconda seduta della Conferenza di Servizi istruttoria tenutasi il 17 marzo 2014, e sono ordinate facendo riferimento sia alle diverse componenti e ai fattori ambientali interessati, sia ai soggetti che hanno depositato le relative osservazioni e richiamati nel seguente elenco, - Circolo Legambiente Brescia Est - Ass.ne Naturalmente - Ass.ne Collina dei Castagni - Consorzio Roggia Desa - Dott.ssa Laura Arici + 8 Cittadini Di Mazzano - Copagri Lombardia - Ass.ne Commercianti Mazzano - Circolo del Partito Democratico di Mazzano
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- Gruppo Acquisto Solidale Mazzano - Comitato Salute e Ambiente - Sig.ra Piera Casalini e altri cittadini - Sig. Giuseppe Masneri - Az. Agricola Gallina Sereno - Az. Agricola Rossi - Comitato No Portamb - Avv. Stefania Falappi + altri cittadini di Mazzano - Sig.ra Desirée Filippini + altri cittadini - Sig. Stefano Albini + altri cittadini Di seguito si riporta in sintesi quanto esposto dal legale rappresentante e dai tecnici della ditta Portamb nella prima parte del contraddittorio. a. Si richiama in premessa che il progetto in argomento riguarda in primis un’attività di recupero di rifiuti per trarne materiali riutilizzabili (materie prime secondarie), e pertanto genera un bilancio globale di risparmio nell’uso delle risorse. Si illustrano la situazione della viabilità interessata dal progetto e il quadro delle alternative esaminate nello studio d’impatto ambientale [s.i.a.], anche in rapporto alle previsioni della pianificazione locale del Comune di Mazzano e dei Comuni contermini, avanzando specifiche proposte progettuali di sistemazione e organizzazione degli itinerari di accesso al sito di progetto. b. Nel giugno 2009 la ditta ha presentato un primo progetto, e relativa istanza di v.i.a., di delocalizzazione dell’impianto attuale verso la località San Valentino; a seguito dell’istruttoria e della “conferenza di concertazione dei pareri degli Enti territoriali” è stata sollevata la necessità di valutare una diversa proposta localizzativa. Di conseguenza, nel dicembre 2011 è stato presentato il progetto che è all’esame dell’attuale procedura di v.i.a., che prevede la delocalizzazione presso la cava Florio / Felce. Non essendo ancora conclusa la procedura in argomento, nel gennaio 2014 è stata depositata presso la Provincia di Brescia (ora autorità competente ai sensi della l.r. 5/2010) una istanza di v.i.a. e di autorizzazione integrata ambientale (a.i.a.) relativa alla ottimizzazione della capacità di trattamento e recupero sul sito attuale in loc. San Rocco, con aumento della capacità annua da 150.000 a 300.000 t. c. Riguardo al ciclo delle acque e ai consumi idrici previsti, si sottolinea in particolare che il fabbisogno dell’attività [66.000 m³/anno] può essere soddisfatto per l’80% mediante il riutilizzo delle acque meteoriche e il ricircolo previo trattamento. Il previsto sistema di protezione delle acque superficiali e sotterranee e di smaltimento delle acque meteoriche è congruente con la normativa di settore, ed è stato verificato con adeguati modelli previsionali; inoltre, sono state adottate specifiche misure di mitigazione; le superfici operative sono pavimentate in calcestruzzo e impermeabilizzate. d. Quanto alla contestazione relativa all’assenza di riscontri sulla qualità delle acque ante operam, si evidenzia che sono state eseguite indagini piezometriche, analisi di acque di falda e sono tutt’ora in corso attività di monitoraggio. Va comunque osservato che l’area della cava è stata utilizzata in passato per il deposito di rifiuti a cielo aperto. Il proponente ha inoltrato a tal fine accesso agli atti alla Provincia di Brescia e richiede inoltre al Comune di fornire le debite informazioni di approfondimento. e. Il cavo irriguo che si propone di spostare non è un canale demaniale; in ogni caso, si garantisce la consegna dell’acqua agli attuali recapiti irrigui. f. Quanto alla prevista escavazione di inerti per 1.300.000 m³, si sottolinea che quella di progetto è un’attività produttiva, e pertanto l’escavazione è ad essa funzionale; di conseguenza non si considera attività estrattiva che richiede l’inserimento nel piano provinciale previsto dalla normativa regionale.
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Una quantità pari a 40.000 m³ è destinata alla realizzazione del sito produttivo. La parte restante, ai sensi degli artt. 184-bis ed ex 186 del d.lgs. 152/2006 e, nel caso in questione, ai sensi del d.m. 161/2012, verrà destinata o ad usi specifici in opere di ingegneria civile già identificati e/o, in conto lavorazione, presso impianti terzi adibiti al lavaggio e vagliatura di sabbie e ghiaie, per essere poi riutilizzata nei processi produttivi della Ditta. Infatti l’attività di recupero proposta porta al riutilizzo di materiali recuperabili (materie prime secondarie) e ciò può richiedere - per il rispetto delle caratteristiche tecniche richieste - l’integrazione con materiale naturale. g. Riguardo alla localizzazione dell’impianto, nel Quadro di riferimento programmatico dello s.i.a. sono stati analizzati dettagliatamente i rapporti dell’area di progetto con gli strumenti pianificatori vigenti ed è stata accertata la compatibilità dell’area stessa (assenza di vincoli escludenti) con i criteri localizzativi del Programma regionale di gestione dei rifiuti (PRGR) e del Piano provinciale (PPGR). Inoltre dall’esame del PPGR l’area del sito in esame è individuata come potenzialmente idonea per discariche mentre il progetto intende destinarla ad un impianto di recupero/trattamento rifiuti. h. Sono state condotte analisi preliminari sulla quota di collocazione dell’impianto produttivo, rilevando che la migliore posizione è quella ribassata rispetto al piano campagna, sia sotto il profilo paesaggistico che acustico e delle emissioni in atmosfera. Le mitigazioni previste (in particolare l’impermeabilizzazione di tutte le aree dell’impianto adibite a lavorazione, stoccaggio, transito a quote depresse e il monitoraggio della falda) portano a stimare trascurabili gli impatti sulle componenti ambiente idrico, suolo e sottosuolo. i. E’ stato paventato il rischio relativo alla possibile funzione dell’impianto in progetto di attrattore a scala sovraprovinciale e a scala sovraregionale nel mercato della gestione rifiuti. L’attività della ditta consente di trattare una vasta gamma di tipologie di rifiuti costituiti principalmente da materiali derivanti da attività produttive che caratterizzano il contesto industriale di tutta la provincia bresciana ed in parte di tutto il territorio lombardo ed andrà dunque a soddisfare una precisa richiesta del settore industriale della provincia/regione cui, allo stato attuale degli impianti presenti, non può essere data una risposta esauriente. Si aggiunge anche che, trattandosi di rifiuti speciali, valgono le leggi del libero mercato e, inoltre, che Portamb partecipa a gare d’appalto. j. Circa il traffico generato dall’attività, gli affinamenti e le integrazioni progettuali prodotte hanno portato a rimodulare la stima previsionale dei movimenti giornalieri a regime dagli iniziali 432 transiti (216 mezzi in entrata e uscita) al valore di 264 transiti (132 mezzi in entrata e uscita). La stima del traffico indotto (accompagnata dalle relative valutazioni degli impatti diretti – viabilità – ed indiretti – emissioni in atmosfera, rumore) riportata nello s.i.a. in allegato all’istanza del dicembre 2011 risulta pertanto peggiorativa e nonostante ciò ha restituito un impatto basso sulla viabilità esterna. k. In merito al rapporto con le aree agricole all’intorno: l’area interessata non risulta pianificata [v. PTCP e PGT] come “agricola di valenza paesistica” o come “agricola strategica” ma “agricola produttiva” [PGT]; l’attività di progetto non contrasta con il quadro pianificatorio e normativo nazionale e regionale, che non pone un divieto generale di installazione di impianti di trattamento rifiuti in aree agricole; è stata operata un’analisi di tutte le attività agricole presenti nell’area, verificando l’assenza di preclusioni in rapporto alle produzioni locali; peraltro, il sito di progetto per la parte di area relativa all’ex cava Florio non riguarda aree agricole produttive; pertanto l’area di progetto è da considerarsi degradata per circa un terzo della sua estensione. Inoltre, all’art. 208 del d.lgs. 152/2006 l’approvazione di un impianto di trattamento rifiuti costituisce variante allo strumento urbanistico. Nel complesso l’occupazione di suolo prevista dal progetto corrisponde a meno dell’1% della superficie agraria utilizzata (SAU) del Comune di Mazzano e allo 0,01% di quella provinciale. Non risulta significativa la variazione complessiva della biopotenzialità territoriale dell’area.
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l. Sono state valutate le possibili interferenze con l’attività agricola e zootecnica. Nell’intorno del sito di progetto non risultano coltivazioni specializzate o biologiche ma solo di tipo intensivo. Sono state censite le cascine nell’area e si rileva che i disciplinari relativi ai prodotti finali (grana padano, crudo Parma) non presentano elementi tali da configurare una incompatibilità del progetto in esame. m. Circa le osservazioni secondo le quali non sono state affrontate tutte le matrici ambientali coinvolte dal progetto e non sono stati valutati gli impatti cumulativi in un’area già fortemente compromessa, si ribadisce che per ogni matrice interessata da aspetti ambientali significativi la stima degli impatti potenziali ha valutato anche lo stato attuale (fondo) delle componenti ambientali. La valutazione svolta è inoltre estremamente cautelativa, in considerazione del fatto che non sono stati decurtati dagli impatti potenziali negativi di progetto quelli dell’impianto esistente, che invece cesseranno all’attivazione dell’impianto nell’area di delocalizzazione. Si richiamano in proposito gli interventi di mitigazione (inclusi i presìdi) e le compensazioni conseguentemente definite e previste [v. s.i.a., inclusa documentazione integrativa] in progetto. Si evidenzia – anche attraverso la proiezione di rendering – che la soluzione progettuale adottata è tale da ridurre fortemente l’impatto paesaggistico assicurando un adeguato inserimento nel contesto locale. n. Richiamato - circa la necessità dell’impianto - che l’attività di progetto è intrinsecamente positiva sotto il profilo ambientale, in quanto consente di recuperare materie che altrimenti dovrebbero essere smaltite in discarica, si evidenzia che la componente atmosfera è stata affrontata con particolare dettaglio, in quanto considerata quella maggiormente a rischio. In rapporto all’emissione di polveri (considerando segnatamente il PM10), le migliori tecniche adottate, rispetto all’impianto attualmente in esercizio, consentono una rilevante diminuzione delle emissioni specifiche [nell’ordine del 72% per unità di massa di rifiuti trattati / recuperati], e quindi considerando l’aumento di potenzialità e pur adottando ipotesi e parametri di valutazione cautelativi - un modesto aumento delle emissioni totali. La delocalizzazione dell’impianto consente inoltre di migliorare il rapporto con i centri abitati e ridurre significativamente l’impatto sulla popolazione, come evidenziato dai risultati delle valutazioni previsionali effettuate. Anche riguardo all’impianto di bitumaggio e alle relative emissioni ì presìdi adottati sono conformi alla normativa di settore; si sottolinea che si prevede di utilizzare materiali che hanno cessato la loro qualifica di rifiuti. Nell’intera piattaforma non sono previsti processi di trattamento termico di rifiuti. In ogni caso, si chiarisce che i modelli previsionali utilizzati per la stima della dispersione degli effluenti in atmosfera sono conformi alle norme tecniche di riferimento, e quindi adeguati al caso in questione; analogamente, i presìdi previsti per l’abbattimento delle emissioni sono i più aggiornati e sono conformi alle migliori tecniche disponibili [MTD/BAT] e nel complesso la nuova configurazione impiantistica presenta efficienze di abbattimento superiori rispetto all’impianto esistente. Va inoltre ribadito – circa il rapporto con l’insediamento di via San Rocco - che non è prevista alcuna contestualità di funzionamento dell’attuale e del nuovo impianto; la delocalizzazione prevista è totale. o. Il rischio di radiazioni ionizzanti è stato considerato e affrontato; è previsto il controllo sui carichi in ingresso mediante portali radiometrici, con adeguata gestione nel caso di presenza di materiali contaminati. Pur in assenza di una specifico obbligo di una valutazione di impatto sanitario, lo s.i.a. ha sviluppato la componente salute pubblica, evidenziando che – riguardo tale componente ambientale - gli impatti potenziali stimati nello s.i.a. stesso sono risultati trascurabili grazie alle caratteristiche progettuali e gestionali dell’impianto. Ciò risulta a maggior ragione confermato considerando le ottimizzazioni impiantistiche e gestionali presentate con le integrazioni di marzo 2013. p. Non vi sono interferenze del progetto con le grandi opere infrastrutturali previste o in costruzione nell’area bresciana, in particolare con la ferrovia AV Milano - Verona.
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Interventi e valutazioni dei soggetti osservanti Gli intervenuti espongono le loro considerazioni in merito a quanto esposto dal proponente. 1. Consorzio Roggia Desa - Sig. Gabriele Gallina Il Consorzio ritiene del tutto inadeguato il progetto presentato per lo spostamento del canale irriguo, trattandosi di un preliminare che ne sottovaluta l’importanza funzionale. 2. Gruppo acquisto solidale - GAS Mazzano – sig. Renato Crottogini Il progetto si colloca in prossimità di un’area protetta, in vicinanza di abitazioni e cascine: questo aspetto non è stato considerato nel progetto e nello s.i.a. Non sono stati forniti chiarimenti in ordine ai rapporti con limitrofe aree di rilievo naturalistico-ambientale. Il progetto è proposto come delocalizzazione, ma in realtà non è il semplice spostamento di un impianto tal quale poiché aumentano in modo eccessivo superfici (3÷5 volte l’esistente) volumi, potenzialità dell’impianto e rifiuti trattati, ampliando largamente la lista dei CER ammessi. Aumenta inoltre l’emissione di polveri (PM10). Non è convincente il bilancio dei materiali scavati, che prevede un prelievo di 1.300.000 m³, a fronte di un utilizzo di 40.000 m³ per la costruzione dell’impianto, senza definire dove si depositerà la quota rimanente. 3. Associazione Naturalmente - dr. Corrado Cesaretti Tutto il sistema di gestione delle acque è stato trattato in maniera “inadeguata”; sono carenti le valutazioni idrauliche e quelle relative al rapporto con la falda, ai drenaggi, alle impermeabilizzazioni, con una complessiva grave sottovalutazione degli impatti. La relazione della ditta non ha controdedotto alle osservazioni avanzata sul tema della viabilità. Le relative proposte progettuali non sono realizzabili, in particolare quelle relative al nuovo innesto sulla SP (ex SS) 11, perché la Provincia non consente svincoli, anche se monodirezionali, a servizio di singole attività produttive. Inoltre, non è chiaro chi realizzerà specifici tratti di viabilità previsti dal progetto. Sotto il profilo dell’impatto acustico, non sono state presentate adeguate mappe delle isofoniche. Non risulta chiara, anche dal punto di vista procedurale, la coesistenza di due progetti, quello qui in discussione e quello presentato in Provincia a gennaio 2014. 4. Associazione Commercianti di Mazzano, Ciliverghe, Molinetto – dr. Rinaldo Ventura Sono rilevanti e incontestabili le carenze del progetto sotto il profilo urbanistico, viabilistico, ambientale e territoriale in genere [emissioni, interferenze con la falda], tali da rendere non fattibile l’impianto proposto, tanto che il PGT di Mazzano non prevede ulteriori espansioni in un territorio già gravemente degradato. Le amministrazioni locali della zona si stanno muovendo per limitare e diminuire gli impatti delle attività produttive sul territorio; si vedano in proposito gli interventi concordati sulla cementeria di Mazzano – Rezzato, con rilevante riduzione delle emissioni. Questo progetto va in direzione contraria, aumentando le emissioni e l’occupazione di suolo. 5. Circolo del Partito Democratico di Mazzano – sig. Claudio Saleri. Premesso che l’intervento prescinde dai dati tecnici dell'insediamento ma è basato sui dati ambientali, si sottolinea che il Comune di Mazzano [15 km²; 12000 ab.] è già a forte criticità ambientale e compromesso dalla presenza di realtà industriali a forte impatto, fra le quali la stessa Portamb, ed è attraversato da numerose infrastrutture stradali e ferroviarie (in futuro anche TAV). Inoltre stiamo già affrontando il grande problema del risanamento della ex discarica. La nostra zona è fra le più inquinate d'Italia e d'Europa; la qualità dell'aria è pessima, l'inquinamento acustico elevatissimo. Si sottolineano i preoccupanti dati epidemiologici derivanti da specifici studi di settore che dimostrano la preoccupante situazione sanitaria, i cui sintomi sono l'elevato numero di decessi per tumore e le patologie a carico dell'infanzia. L'analisi e l'insieme di questi dati porta alla netta opposizione al progetto anche per la grande responsabilità che abbiamo di riconsegnare un territorio vivibile alle prossime generazioni. Si evidenzia inoltre che esponenti della ditta proponente sono implicati in procedimenti giudiziari sulle modalità di circolazione dei rifiuti.
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6. Copagri - Confederazione. produttori agricoli Lombardia - Sig. Alessandro Baronchelli Il territorio agricolo lombardo va continuamente diminuendo; non è possibile affermare che comunque il progetto Portamb non incide sul suolo agricolo. Le aziende agricole nell’area intorno a Brescia sono sottoposte a continui controlli di qualità dei prodotti, mentre l’area è già interessata dalle contaminazioni derivanti dal sito Caffaro e dagli inceneritori. Il progetto porterà a un peggioramento della situazione e all’impossibilità di collocare i prodotti agricoli (latte, mais) e degli allevamenti suinicoli e quindi alla chiusura della aziende. Si fa notare inoltre che, contrariamente a quanto afferma il proponente, l’attività agricola non inquina, e che il sito di progetto non è un’area degradata ma è per i 2/3 coltivata a seminativo. 7. Circolo Legambiente Brescia Est - dr. Raffaele Forgione Dopo la Conferenza di Servizi del maggio 2012 non risulta che siano state chieste integrazioni al proponente. Nel merito, si ribadiscono gli elementi di incompatibilità già segnalati nelle osservazioni depositate il 06.02.2012: non motivato aumento della potenzialità dell’impianto da 150.000 a 600.000 t/anno; previsione di escavazione tale da richiedere l’inserimento dell’intervento nel piano provinciale cave; presenza di zone di tutela e aree agricole; incongruenza con i criteri localizzativi regionali per gli impianti di trattamento rifiuti; interferenza con la rete ecologica. Le previsioni gestionali non sono chiare: non sono adeguatamente descritti il ciclo di lavorazione dei materiali, il bilancio complessivo, le miscelazioni (in contrasto con la normativa sull’a.i.a.), ecc.. Sotto il profilo progettuale non è stata fatta menzione, se non vagamente, dei processi di lavorazione denominati P1, P2, P3, P4 e P6, in cui si evidenziano elementi di criticità. Si rilevano carenze nella valutazione delle emissioni in atmosfera (che comporterebbero rilevanti picchi temporanei), nella gestione delle acque (compresi gli effetti delle nuove impermeabilizzazioni e i trattamenti dei reflui), nell’analisi degli effetti sull’assetto idrogeologico dell’area, nella definizione dell’assetto viabilistico a servizio dell’impianto, nel piano di monitoraggio. Si richiama che fin dall’inizio della procedura di v.i.a. i cittadini si sono opposti alla realizzazione del progetto, con due raccolte di firme per un totale di circa 17.000 aderenti. Si chiede di allegare al verbale la relazione presentata durante la riunione. 8. Comitato Salute Ambiente di Calcinato - sig. Roberto Sigurtà Si condivide l’insieme delle critiche e delle criticità sollevate nei precedenti interventi. Va poi rilevata l’interferenza della viabilità proposta con il progetto TAV. Si sottolinea che il nuovo impianto andrebbe ad aumentare l’inquinamento atmosferico e non a ridurlo, ed inoltre che non si può parlare di delocalizzazione trattandosi di un nuovo impianto di rilevanti dimensioni, cui si aggiunge la sezione di bitumaggio. 9. Azienda Agricola Rossi - sig. Tiziano Rossi Si osserva che le norme vengono sempre derogate a favore di determinati soggetti privati, anche dichiarando la pubblica utilità del progetto, mentre intere comunità vi si oppongono. Il PGT di Mazzano inserisce la ex cava Florio tra le aree degradate, mentre altre ben peggiori si trovano lungo la viabilità della zona. Interventi quali quello proposto devono essere realizzati nelle numerose aree industriali dismesse. Controdeduzioni del proponente. Il proponente controdeduce sinteticamente alle diverse considerazioni e critiche avanzate dai presenti in data odierna. Preliminarmente si ribadisce che: - l’esigenza di ampliare l’impianto e la sua potenzialità deriva dal fabbisogno esistente di recupero di materiali che altrimenti dovrebbero essere smaltiti come rifiuto; -la presenza contemporanea di due progetti e di due istanze di v.i.a. è nata dall’esigenza, in considerazione del protrarsi del procedimento di VIA relativo alla delocalizzazione con contestuale introduzione di varianti sostanziali dell’impianto esistente, di attivare una nuova procedura di VIA per l’aumento della potenzialità dell’impianto autorizzato in via San Rocco, la cui capacità di trattamento rifiuti è già saturata. Si ribadisce comunque che alla messa in esercizio (anche parziale) dell’impianto di progetto (Loc. Cava Florio/Felce) cesserà contemporaneamente l’attività dell’impianto in via San Rocco.
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- nell’impianto non sono previsti trattamenti termici dei rifiuti; - contrariamente a quanto contenuto nelle osservazioni, è stato presentato un dettagliato piano di monitoraggio ambientale. Sulle specifiche osservazioni / critiche emerse dagli interventi: Il progetto di spostamento / sistemazione del canale irriguo è un preliminare e può / deve essere approfondito a livello del definitivo insieme al Consorzio Roggia Desa. Le aree protette o a parco nell’intorno del sito di progetto sono state segnalate e valutate nello s.i.a.; non ne risultano vincoli escludenti la realizzazione del progetto. Il progetto è di fatto una delocalizzazione dell’impianto esistente, alla quale si aggiungono “varianti sostanziali” come esplicitamente dichiarato in più parti nello s.i.a. e nell’istanza. Le fasce di rispetto degli allevamenti sono primariamente finalizzate a inibire la costruzione nell’intorno di residenze che potrebbero subirne disagi; pertanto ciò non costituisce un vincolo alla realizzazione di impianti del tipo in argomento. La prevista sistemazione della viabilità è stata definita con attenzione ai flussi previsti ed è congruente con l’assetto locale e il quadro pianificatorio; non vi è coinvolgimento diretto con il progetto della TAV il quale peraltro, nella sua definizione di dettaglio, dovrà risolvere tutte le interferenze con la rete locale. Il deposito temporaneo del materiale inerte è stato individuato – nel rispetto del d.m. 161/2012 – in idonei siti esterni, ai fini del lavaggio e preparazione per il riutilizzo presso l’impianto di progetto. Quanto al previsto limitato aumento del PM10, esso avverrebbe in ambito esterno ai centri abitati; in ogni caso si rileva che non è realistico prevedere un “impatto zero” su scala locale. L’aumento di capacità dell’impianto è legato all’andamento del mercato e quindi al fabbisogno di trattamento; la capacità dell’impianto attuale è infatti già saturata; da questo è nata l’esigenza di attivare una nuova procedura di v.i.a. per l’aumento della potenzialità dell’impianto autorizzato in via San Rocco. Lo specifico Quadro di riferimento progettuale dello s.i.a. tratta approfonditamente cicli produttivi, processi e criteri gestionali, definiti in conformità alla normativa di settore, relativi al trattamento/recupero di rifiuti dell’impianto in progetto. Nel progetto e nello s.i.a. non si parla di “area degradata” con riferimento alle aree attualmente agricole; non vi sono vincoli localizzativi in riferimento agli specifici disciplinari relativi alla produzione di latte o carne destinati alla produzione del grana padano o del prosciutto di Parma. Si ribadisce che il piano di monitoraggio ambientale è contenuto nello s.i.a. e presenta adeguato approfondimento. La gestione delle acque e i relativi calcoli di dimensionamento sono stati dettagliatamente riportati nello s.i.a. e nei relativi allegati ed in particolare nello specifico documento “Relazione di compatibilità idraulica” per quanto riguarda la gestione delle acque meteoriche. Con riferimento alle potenziali interferenze dell’impianto con la falda si ribadisce che sono stati eseguiti approfonditi studi in merito con particolare riferimento all’escursione della falda stessa [v. Relazione Geologica allegata allo s.i.a.] e per ogni porzione dell’impianto a fondo scavo è stato mantenuto idoneo franco di sicurezza. Sono forniti informazioni e chiarimenti circa la procedura giudiziaria in corso che riguarda il legale rappresentante dell’azienda e che è tutt’ora in corso di indagine. Al termine dell’esposizione il Presidente, nel chiudere la riunione, conferma che il presente verbale - previa approvazione da parte dei soggetti intervenuti - sarà inserito nel fascicolo istruttorio e valutato ai fini dell’espressione della pronuncia di compatibilità ambientale. Si allega il documento consegnato durante la riunione dal dr. Raffaele Forgione per il Circolo Legambiente Brescia Est. La riunione si conclude alle ore 13.00. Brescia, 14 aprile 2014.
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