COMUNE DI VENEZIA MUNICIPALITA’ DI VENEZIA MURANO BURANO SERVIZI EDUCATIVI TERRITORIALI
PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA NIDO D’ INFANZIA SAN PROVOLO anno educativo 2009/2010
CASTELLO 4968 TEL. E FAX 041/5244488
PERSONALE DOCENTE E NON DOCENTE Il nostro Nido ha la possibilità di accogliere 60 bambini così suddivisi: sezione lattanti sezione semidivezzi sezione divezzi
16 bambini e bambine 21 bambini e bambine 23 bambini e bambine
Il gruppo di lavoro è composto da 13 educatrici così suddivise: 4 nella sezione lattanti
De Filippis Rosaria, Ferro Viviana, Giodice Stefania (soprannumeraria), Santin Caterina,
4 nella sezione semidivezzi
Bazzo Marianna, Corneli Chiara, Mariotto Silvia, Masin Desireè,
5 nella sezione divezzi
Besazza Patrizia, Caporale Angela, Doni Sara (part-time), Ferrari Marta (appoggio handicap), Quercini Elisabetta,
Del gruppo di lavoro fanno parte anche: 7 operatori scolastici: Agostini Daniela Maretto Vanessa Mazzucco Oriana Romeo Cinzia Roncato Alessia Sambo Emanuela Tassan Ornella 2 cuochi e 1 aiuto-cuochi: Pinto Franco Honl Beatrice Oselladore Maria Rita
PSICOPEDAGOGISTA Figura importante e di supporto al nostro lavoro è la Psicopedagogista Dott.ssa Fabiola Sartore tel.041/2748945 uff. Principale funzione della psicopedagogista è quella di: - garantire la piena collaborazione tra personale del nido e famiglia allo scopo di migliorare i processi educativi. - predisporre momenti di collaborazione con altri servizi presenti nel territorio. - favorire l’attuazione di progetti per l’aggiornamento e la formazione del personale docente e non docente. - presiedere, in collaborazione col personale amministrativo, all’assegnazione dei docenti nei vari plessi e stabilire, insieme alle educatrici, i criteri di formazione della sezione. - fissare i criteri generali della programmazione delle attività di non docenza. - comunicare al Consiglio del Nido l’ammissione di bambini con particolari situazioni (handicap, disagio psico-socio-culturale).
PEDIATRA La pediatra di riferimento del nostro nido è la Dott.ssa Teresa Feroldi Tel.041/5294037 La Dott.ssa Feroldi, con il personale docente e con le famiglie, collabora nella crescita dei nostri piccoli utenti. Qualora si rendesse necessaria la sua presenza al Nido, si potrà concordare, insieme alle educatrici, un appuntamento inviando una richiesta via fax alla Asl di competenza.
CHI SIAMO E DOVE SIAMO Il Nido d’Infanzia S. Provolo è ubicato a Castello 4968. All’interno della stessa area troviamo la Scuola dell’Infanzia, la Scuola Elementare e la direzione del circolo didattico A.Diaz. Questi tre servizi comunicano tra loro attraverso un cortile. Ricordiamo che a pochi minuti di strada si trovano il Nido d’Infanzia Tiepolo e il Nido d’Infanzia Nuvola con adiacente l’ Istituto Provinciale per l’Infanzia “Santa Maria della Pietà”. La struttura del Nido d’Infanzia San Provolo è situata dove anticamente sorgeva una Chiesa intitolata a San Procolo fondata, si crede, dai Partecipazi nell’anno 809. La Chiesa si trovava sotto il giuspatronato delle monache di San Zaccaria. Un incendio nel 1105 la distrusse. Fu ricostruita nel 1389, nel 1477 e ulteriormente ristrutturata nel 1600. Nel 1800 venne chiusa e ceduta ad un rigattiere di nome Biscuja. Nel 1814 fu demolita e venne costruita un’ abitazione privata.
ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA STRUTTURAZIONE SPAZI Il Nido d’Infanzia San Provolo è suddiviso in due piani. PIANO TERRA Ingresso. Accettazione. Ufficio. Lavanderia. Ripostiglio. Spogliatoio personale docente e non docente. Stanza pediatra. Bagno bambini. Salone strutturato come spazio di riferimento della sezione divezzi e utilizzabile a rotazione da tutte le altre sezioni. Refettorio bambini. Spogliatoio personale di cucina con annesso il bagno. Cucina. SECONDO PIANO Si accede attraverso le scale e/o ascensore. Dalla rampa troviamo la sezione lattanti con: ampio salone, zona porzionatura, bagno bambini, camera da letto bambini, ripostiglio, bagno personale. Lungo il corridoio troviamo le due camere da letto, tra loro comunicanti, dei semidivezzi e dei divezzi. Alla fine del corridoio si trova il salone strutturato come spazio di riferimento della sezione semidivezzi, con annesso un ampio bagno. In questa sezione si trova l’atelier per le attività grafico-pittoriche, di manipolazione e per il gioco euristico, utilizzabile a rotazione da tutte le altre sezioni, SPAZIO ESTERNO Spazio gioco: dal refettorio si accede ad uno spazio esterno all’aperto adibito a spazio gioco per i bambini con uno scivolo, dei dondoli e una casetta di legno dove vengono riposti vari giochi (tricicli, macchinine, palloni, sabbiera ecc..). Questo spazio gioco è delimitato con una rete metallica e comunica con lo spazio gioco della Scuola dell’Infanzia.
ORARIO APERTURA Per garantire la tranquillità dei bambini e lo svolgimento delle attività, è necessario siano rispettati gli orari di entrata e di uscita, come da regolamento dei servizi per l’infanzia del Comune di Venezia. L’asilo nido è aperto dalle ore 7:30 alle ore 16:30. La giornata è scandita dalle diverse routine, secondo le seguenti fasce orarie:
SEZIONE LATTANTI SEZIONE LATTANTI: 7.30/9.00 9.00/9.30 9.30/10.00 10.00/11.00 11.00/11.30 11.30/12.00 12.30/14.30 14.30/15.00 15.00/15.30 15.30/16.30
accoglienza dei bambini ai bambini viene offerta la colazione (a base di frutta e pane biscottato) si effettua il cambio dei pannolini svolgimento delle attività previste viene servito il pranzo cambio dei pannolini (fra le 12.00 e le 13.00 escono i bambini che non dormono) nanna risveglio e igiene personale ai bambini viene servita la merenda uscita
SEZIONE SEMIDIVEZZI E DIVEZZI 7.30/9.00 9.00/9.30 9.30/10.00 10.00/11.30 11.30/12.00 12.00/12.30 12.30/14.30 14.30/15.00 15.00/15.30 15.30/16.30
accoglienza dei bambini ai bambini viene offerta la colazione (a base di frutta e pane biscottato) si effettua il cambio dei pannolini svolgimento delle attività previste, preparazione al pranzo viene servito il pranzo cambio dei pannolini (fra le 12.30 e le 13.00 escono i bambini che non dormono) nanna risveglio e igiene personale ai bambini viene servita la merenda uscita
CALENDARIO SCOLASTICO Il Nido è aperto da Settembre a Giugno. Durante la prima settimana di Settembre, il Nido rimane chiuso all’utenza per permettere al personale docente e non docente di partecipare ai corsi di formazione organizzati dal Comune di Venezia. Nel mese di Luglio la frequenza è facoltativa e il Nido funziona accorpato ad altri Nidi del Comune di Venezia. Per l’anno scolastico 2009/2010 le chiusure saranno così regolamentate: 1 Novembre 2009
Festa di tutti i Santi
07 Dicembre 2009
Chiusura Nido deliberata dal Consiglio del Nido
08 Dicembre 2009
Immacolata Concezione
24 Dicembre 2009 – 06 Gennaio 2010
Festività Natalizie
29 Marzo 2010 – 5 Aprile 2010
Festività Pasquali
02 Maggio 2010
Chiusura Nido deliberata dal Consiglio del Nido
02 Giugno 2010
Festa Nazionale della Repubblica
26-27-30 Giugno 2010
Chiusura Nido deliberata dal Consiglio del Nido
Nella seguente giornata il Nido chiuderà alle ore 13.30: 1 Giugno 2010
Festa di fine anno
INSERIMENTI L’ inserimento al Nido costituisce un momento estremamente importante sia per il bambino che per la famiglia. E’ previsto un colloquio iniziale, tra educatrici e famiglia, per uno scambio di informazioni. E’ un momento di conoscenza reciproca che permette all’educatrice di ricevere notizie utili per la crescita e l’evolversi del bambino. L’inserimento graduale si rende necessario per consentire al bambino la conoscenza del nuovo ambiente, l’adattamento ai nuovi orari e per iniziare ad instaurare significative relazioni con nuove persone che si occuperanno di lui. Durante il periodo d’inserimento è prevista la presenza al Nido di una figura familiare attraverso modalità e tempi che possono comunque variare sulla base delle reazioni del bambino che inizialmente si fermerà al nido per poche ore; gradualmente verranno aumentati i tempi di permanenza fino a comprendere il pasto e il sonno. La strategia d’inserimento programmata dal team delle educatrici è caratterizzata dall’inserimento per piccoli gruppi che permette, da un lato, al bambino di condividere con un gruppo di pari la difficoltà della separazione e, dall’ altro, permette ai genitori di condividere l’ esperienza di distacco dai propri figli avendo l’occasione di incontrarsi, dialogare e confrontarsi su come stanno vivendo la medesima situazione. Questo permette di facilitare il contenimento di ansie e paure, spezzando il senso di isolamento vissuto spesso dalle famiglie al loro primo incontro con il Nido. I tempi e gli orari dell’inserimento seguono di norma una tabella indicativa suscettibile di modifiche nel rispetto delle esigenze del bambino e della famiglia. In genere l’inserimento dura due settimane durante le quali è richiesta la presenza di una figura familiare che deve rimanere a disposizione in caso di necessità. Nel corso della terza settimana vi sarà il consolidamento della frequenza mattutina. La frequenza pomeridiana sarà possibile solo dopo il raggiungimento, da parte del bambino, di una certa sicurezza emotiva e tranquillità.
PRIMA SETTIMANA LUNEDI’
ORE 10.00-11.00
MARTEDI’
Entrata
in
bambini
sezione con
dei
figura
famigliare, approccio con le educatrici di riferimento e con l’ambiente MERCOLEDI’
ORE 10.00-11.00
Entrata
in
bambini
sezione con
dei
figura
famigliare, breve distacco da quest’ultima GIOVEDI’ E VENERDI’
ORE 100.00-11.30
Ulteriore
distacco
bambino
dalla
del figura
famigliare e prolungamento di
mezz’ora
oppure
dell’orario anticipazione
dell’orario.
SECONDA SETTIMANA LUNEDI’
ORE 10.00-11.30
MARTEDI’ MERCOLEDI’ E GIOVEDI’
Distacco più prolungato in base ai bisogni del bambino
ORE 9.30-12.00
Il
bambino
incomincia
a
fermarsi per il pasto VENERDI’
ORE 9.00-12.00
Il bambino entra per la merenda ed esce dopo il pasto
MODALITA’ DI INSERIMENTO DELLA SEZIONE LATTANTI Nella sezione lattanti sono stati inseriti 16 bambini attraverso piccoli gruppi (da 3 a 5 bambini), per un periodo indicativo di 3 settimane. Durante la seconda settimana veniva inserita la routine del pasto e alla terza quella della nanna. Questo periodo è di particolare importanza anche per la mamma: infatti parlando con le educatrici delle sue curiosità, piccole preoccupazioni e richieste, si crea un rapporto di fiducia e alleanza educativa che le permettono di vivere con più serenità il momento del distacco. Le educatrici della sezione lattanti ritengono indispensabile creare in questo periodo una base sicura per ogni bambino, che gli possa permettere di entrare quotidianamente al Nido sapendo di essere il benvenuto, di essere confortato se triste, rassicurato se spaventato. Le educatrici si pongono nei confronti dei nuovi bambini con disponibilità , per incoraggiare e sostenere questa nuova avventura chiamata Nido.
MODALITA’ DI INSERIMENTO DELLA SEZIONE SEMIDIVEZZI E DIVEZZI
Nella sezione semidivezzi sono stati inseriti 7 bambini (di età compresa tra i 13 mesi e i 17 mesi) attraverso piccoli gruppi: un gruppo da 3, un gruppo da 2 e gli ultimi 2 bambini sono stati inseriti individualmente per un periodo indicativo di 2 settimane alla fine delle quali veniva inserita la routine del pasto Nella sezione divezzi sono stati inseriti 7 bambini di età compresa tra i 17 e i 28 mesi attraverso prima un grugno di 3 bambini per un periodo indicativo di 2 settimane e poi due gruppi di 2 bambini per un periodo indicativo di 2 settimane. Questo periodo è di particolare importanza per l’attaccamento che mette in evidenza l’esigenza primaria di un bambino piccolo, che non è in grado di essere autonomo non solo fisiologicamente, ma anche psicologicamente. Le esperienze dell’attaccamento e dell’inserimento servono al bambino come nutrimento psicologico di base, per crescere. Nel Nido la relazione educativa che si vive necessita di emozioni forti e della capacità di stare “dentro emozionalmente” con il bambino. Le educatrici si pongono nei confronti dei nuovi bambini con disponibilità , per incoraggiare e sostenere questa nuova avventura chiamata Nido.
AREA EDUCATIVA FINALITA’ DEL SERVIZIO Il Nido d’Infanzia è un servizio educativo e sociale di interesse pubblico che accoglie i bambini in età compresa tra i tre mesi e i tre anni e concorre con la famiglia alla loro formazione. Le nostre scelte educative hanno lo scopo di offrire a tutti i bambini pari opportunità al fine di aiutarli ad evolvere globalmente, apprendendo, esplorando e conoscendo. Il Nido ha lo scopo di offrire: ai bambini un luogo di formazione, di socializzazione e di stimolo alle loro potenzialità cognitive, affettive e sociali nella prospettiva del loro benessere e del loro armonico sviluppo, alle famiglie un servizio di supporto per rispondere ai loro bisogni sociali e per affiancarle nei loro compiti educativi. Il Nido si integra con altri servizi educativi, sociali e sanitari rivolti all’infanzia: favorisce la continuità educativa in rapporto alla famiglia, all’ambiente sociale e agli altri servizi esistenti, mette in atto azioni positive per offrire pari opportunità, valorizzando le differenze e prevenendo ogni forma di svantaggio psico-fisico e sociale. tutela e garantisce il diritto all’inserimento dei bambini portatori di handicap e di svantaggio psico-fisico e sociale. Le educatrici del Nido San Provolo condividono le finalità educative e istituzionali degli Orientamenti Regionali e del Regolamento Comunale che riconoscono il bambino come individuo/cittadino e al Nido la funzione di servizio sociale ed educativo, dove si creano le condizioni per avviare processi educativi tendenti a sviluppare le potenzialità di ciascun bambino rendendolo capace di esprimerle e sostenendolo nella formazione della sua identità. Il bambino deve essere messo in condizione di crescere come soggetto attivo, libero, autonomo, competente e creativo partecipando al contesto sociale di appartenenza . Le finalità educative costituiscono una scelta di qualità del Servizio riconosciute dagli Orientamenti Socio-Psico-Pedagogici della Regione Veneto e dal Regolamento del Comune di Venezia.
ANALISI DEI BISOGNI EDUCATIVI DEL BAMBINO REALE PREMESSA Perché ogni attività educativa sia efficace, l’educatore e l’ambiente devono garantire, sostenere e promuovere lo stato di benessere e il senso di sicurezza di ogni bambino. Ogni pratica educativa è strumento progettuale che risponde ai bisogni reali dei nostri bambini, così come essi emergono nella loro quotidianità.
Al Nido ogni bambino instaura relazioni sociali precoci che stimolano le sue capacità di sviluppo, le sue relazioni affettive nonché la sua motivazione. Il bambino è in grado di instaurare relazioni sempre più complesse e differenziate a partire dalla sua relazione con la madre. Tale rapporto sebbene nei primi mesi esclusivo, non è comunque isolato, perché fin dall’arrivo in famiglia il bambino instaura rapporti e relazioni con altre figure oltre alla madre: il padre, eventuali fratelli e sorelle, e altre persone (nonni, amici etc.) che abbiano relazioni con la famiglia. Pertanto il bambino è una persona che va tutelata ma che è altresì attiva nelle sue relazioni con l’ambiente e con le persone che lo circondano. Il bambino che entra al Nido instaura diversi tipi di relazione; ad esempio tra bambini e adulti, tra bambini e bambini, tra bambini e l’ambiente con i suoi stimoli percettivi, spaziali e oggettuali. Nella programmazione educativa, oltre agli aspetti sopraccitati verrà considerato lo sviluppo del bambino nella sua totalità.
SVILUPPO COGNITIVO LINGUAGGIO VERBALE “Parlare” significa innanzitutto comunicare tanto con gli altri quanto con se stesso; il “parlare” si inserisce in una relazione fatta di scambio informativo o affettivo. Certamente l’acquisizione del linguaggio introduce il bambino nel sistema simbolico più perfezionato, ma essa è preceduta da alcuni precursori collegati all’interazione e agli scambi affettivi tra il bambino piccolo e i suoi partner abituali (i suoi genitori, i suoi fratelli, i suoi coetanei…). In particolare il linguaggio permette di passare dall’indicazione all’evocazione o in altri termini di passare dalla comunicazione mimica, gestuale all’uso di parole che permettono di evocare ciò che non c’è. In linea di massima lo sviluppo attraversa tre fasi: 1. il prelinguaggio (fino a 12-13 mesi, talvolta 18 mesi); Partendo dalle grida del neonato, poco per volta si costituiscono le preforme di una comunicazione tra il bambino e il suo ambiente; in effetti le grida e i balbettii esprimono ben presto tutta una gamma di sensazioni ( collera, impazienza, dolore, piacere, gioia). 2. il piccolo linguaggio (da 10 mesi a 2 e mezzo-3 anni); Le prime parole che compaiono sono spesso di un numero limitato, ma di più facile utilizzo: papà, mamma, ancora, tieni, dà…. A 12 mesi un bambino può aver acquisito da 5 a 10 parole: a 2 anni il vocabolario può comprendere 200 parole, con grandi differenze nell’età dell’acquisizione e nella rapidità. 3. il linguaggio (partendo dai 3 anni); E’ il periodo più lungo e più complesso nell’acquisizione che si caratterizza per un arricchimento del vocabolario, sia quantitativo (tra i 3 anni e mezzo e i 5 anni un bambino può impadronirsi anche di 1500 parole senza comprenderne sempre il significato in maniera esatta) che qualitativo. Nello stesso tempo il linguaggio diviene poco per volta un mezzo di conoscenza, un sostituto dell’esperienza diretta.
LO SVILUPPO MOTORIO Nella prima infanzia si verifica un rapido sviluppo delle capacità motorie. Il bambino passa da una quasi completa dipendenza dall’adulto ad una relativa autonomia: è in grado di manipolare oggetti, di esplorare e di muoversi nell’ambiente, nell’arco di alcuni mesi. Lo sviluppo di queste abilità è collegato alle modificazioni che avvengono nel sistema nervoso. Nel corso dei primi due anni di vita il bambino conquista le principali abilità motorie. Possiamo individuare due linee di sviluppo: la prima è la tendenza del bambino a raggiungere una sempre maggiore mobilità, che gli permette di ampliare il proprio raggio di azione ed esplorare un ambiente sempre più vasto e raggiungere qualsiasi oggetto attragga la sua attenzione; la seconda linea di sviluppo consiste nella tendenza a conquistare la posizione eretta, in modo da avere le mani libere per fare cose interessanti piuttosto che usarle come appoggio o per camminare. Talvolta queste due linee possono trovarsi in conflitto e l’una può prevalere sull’altra. Dai 2 ai 3 anni nel bambino avviene il consolidamento delle abilità e delle capacità motorie acquisite, infatti lo schema della deambulazione non solo si è rafforzato nella direzione di una sempre maggiore sicurezza ed armonia dei movimenti, ma si è anche già differenziato: il bambino sa camminare, oltre che su un terreno piano, anche su un terreno in salita o in discesa; sa salire e scendere una scala; sa correre e compiere dei piccoli salti, sa calciare una palla. Ha inoltre appreso a coordinare, sia pure in modi assai semplici, i movimenti delle mani e quelli dei piedi, come accade quando, ad esempio, sale la scaletta di uno scivolo tenendosi afferrato al corrimano, o quando spinge in modo alterno i pedali un’automobilina e nel contempo muove il volante. Queste conquiste non solo gli garantiscono una certa autonomia (può allontanarsi dall’adulto per poi tornare vicino a lui quando vuole), ma gli permettono anche una ricca attività esplorativa e costruttiva. Proprio questa prima autonomia supportata anche dalle educatrici del Nido costituisce una condizione importante per una piena utilizzazione dei nuovi stimoli che il Nido gli può presentare.
SVILUPPO PERCETTIVO-COGNITIVO Per la percezione lo sviluppo ha avuto inizio già nel periodo prenatale, come mostra la preferenza del neonato per la voce della mamma, rispetto a quella delle altre persone, dato che si tratta di una voce che ha avuto modo di ascoltare spesso durante la vita intrauterina. Nel primo anno di vita inizia il periodo d’oro per l’esplorazione dei vari materiali e degli oggetti d’uso più comune, un’esplorazione che permette ai bambini di scoprire negli oggetti a loro disposizione una molteplicità di proprietà sia materiali che funzionali. Intorno ai 18 mesi, grazie all’intelligenza percettivo-motoria il bambino è in grado di risolvere piccoli problemi pratici, come ad esempio quello di entrare in possesso di un oggetto che è fuori della portata delle sue mani servendosi di un secondo oggetto che funge da strumento. Prima del compimento del 3 anno di vita, a partire all’incirca dai 18 mesi, il bambino è divenuto capace di un’attività mentale “ rappresentativa”: è infatti capace di rappresentarsi mentalmente anche oggetti che non sono in quel momento nel suo campo visivo, ma ha visto in precedenza, in un luogo diverso da quello in cui ora si trova. La capacità di rappresentarsi mentalmente una realtà non presente rende possibili nuove attività, come l’imitazione differita, ovvero l’imitazione di un comportamento osservato tempo prima, e il gioco simbolico.
SVILUPPO RELAZIONALE-SOCIALE COMUNICAZIONE – LINGUAGGIO NON VERBALE Nei primi tre anni di vita il bambino ha interiorizzato certe routine quotidiane, regole sociali e ambientali come ad esempio l’orario del pasto, il ritmo sonno-veglia, il momento dell’igiene quotidiana etc. Il bambino inoltre ha acquisito la capacità di attribuire a certe parole lo stesso significato che esse hanno per gli altri, e ha imparato a rispettare di fatto certe regole. Nel corso di questo periodo il bambino inizia a comunicare, oltre che a livello non verbale, anche a livello verbale con gli adulti e con i coetanei per soddisfare le sue richieste. L’interazione con i coetanei, nel gioco e nella comunicazione, è ancora piuttosto ridotta, prevalgono ancora “i monologhi collettivi” quelli in cui il bambino parla come se si rivolgesse agli altri, ma senza curarsi di essere veramente ascoltato, comunica anche con i propri bambolotti, racconta storie, e gioca a “far finta di”. In questo periodo il bambino inizia, con i coetanei piccole forme di collaborazione molto molto semplici basate sull’alternanza delle azioni: per esempio, far rotolare una palla verso un compagno e questi gliela rilancia.
SVILUPPO AFFETTIVO-EMOTIVO Nei primi tre anni di vita il bambino ha modo di stabilire dei rapporti forti e stabili con i propri genitori. Spesso accade che uno di essi si occupi del bambino con più frequenza dell’altro, e generalmente si tratta della madre. È dunque soprattutto nei confronti di essa, o della figura di riferimento che ha luogo “l’attaccamento”: per cui il piccolo si lega alla figura che vede accanto a sé con più frequenza durante il primo periodo della sua vita, e manifesta con regolarità la tendenza a stare vicino a lei, a seguirla o a trattenerla accanto a sé il più a lungo possibile, o a richiamarla. L’attaccamento diviene la base sicura per i futuri rapporti affettivi che si stabiliscono fra il bambino e altre persone soprattutto a partire dal 2 e dal 3 anno di vita. L’adulto con il suo comportamento di disponibilità e di sollecitudine, aiuta il bambino a soddisfare i suoi bisogni di crescita che via via si manifestano. Infatti il bambino è divenuto capace di differenziarsi da lei, di acquisire una prima forma di indipendenza. Può, per esempio, spinto dal desiderio di esplorare l’ambiente circostante, allontanarsi da lei, anche se periodicamente torna da lei, sia per constatarne la perdurante presenza sia per ritrovare sicurezza. Questo nascente sentimento di indipendenza, questo senso di “essere diverso dalla figura di attaccamento”, si è anche manifestato nella forma di comportamento di caparbietà. Questo è accaduto perché proprio attraverso il fatto di comportarsi in modo diverso dalle richieste dell’adulto, o addirittura in modo opposto, il bambino ha potuto compiere in forma più netta questa esperienza del sentirsi “una persona a sé”, staccata dall’adulto, diversa da lui.
AREA DELLA PROGETTAZIONE CURRICOLARE OBIETTIVI FORMATIVI L’idea centrale è quella di orientare l’esperienza educativa all’interno di un contesto in cui il bambino si riconosca e dove ogni relazione diventi risorsa per trovare il più possibile risposte adeguate ai propri bisogni e altrui. E’ possibile analizzare e riconoscere l’esperienza infantile dello sviluppo e dell’apprendimento secondo cinque ambiti, riferibili alle esperienze e ai processi sociali e cognitivi, tutti strettamente collegati tra loro: - Percezione e il movimento; - Il gesto, la parola e l’immagine; - I problemi, le prove e le soluzioni; - L’ambiente e la società; - L’identità e la socialità. I campi di esperienza sono concepiti come ambiti del fare e dell’ agire del bambino. Essi sono quotidianamente elaborati da ogni bambino nel luogo, nel tempo e nelle relazioni stesse in cui egli vive le sue esperienze. Si avvia, a partire da quest'anno educativo, la realizzazione di una serie di incontri con la famiglia allo scopo di favorire il loro coinvolgimento nella realizzazione di percorsi educativi.
LA CONTINUITÀ EDUCATIVA Perché esista una continuità ci deve essere una buona relazione. La continuità è di tipo verticale, orizzontale e trasversale.
LA CONTINUITÀ VERTICALE Il bambino crescendo passa da un ambiente educativo come il Nido, ad un altro come la Scuola dell’Infanzia; è proprio per quest’ultimo che deve esistere una buona relazione per creare uno scambio su ciò che è stato il percorso educativo del bambino nel Nido, alle insegnanti della Scuola dell’Infanzia. Le piste di lavoro possibile sono numerose, ma vanno articolate in un chiaro progetto sperimentale finalizzato alla realizzazione di una reale continuità.
LA CONTINUITÀ ORIZZONTALE Per Continuità Orizzontale intendiamo non solo il rapporto tra il nido e la famiglia del bambino, ma anche con le scuola, i servizi e le strutture presenti sul territorio. Nel nido viene privilegiata la continuità tra Nido e la famiglia in quanto realtà più vicina e più utile a realizzare un adeguato processo educativo “completo”, nella tutela dei diritti del bambino. A tal fine si ritiene opportuno concordare tra insegnanti e genitori modalità di relazioni improntate a: chiarezza, collaborazione basata sulla fiducia, trasparenza, dialogo, rispetto delle scelte e delle competenze reciproche nei propri ambiti. Le modalità per raggiungere tale obiettivo sono: - Una riunione ad inizio anno con i bambini che dovranno essere inseriti; - Formazione del consiglio del nido; - Una riunione per illustrare la programmazione didattica; - Colloqui individuali per uno scambio d’informazioni e in situazioni particolari anche su richiesta; - Colloqui di sezione; - Coinvolgimento dei genitori nelle attività del nido in modo diretto (laboratori, feste, progetti); - Una riunione per verificare gli obiettivi raggiunti. - Una festa di fine anno ritenuta da noi educatrici un momento d’aggregazione molto importante tra genitori, bambini, educatrici e personale non docente.
LA CONTINUITÀ TRASVERSALE L’interscambio tra le sezioni in questa fase trasversale ha come obiettivo di offrire l’opportunità al bambino di giocare, incontrare e conoscere, osservare e riconoscere le sue reali esigenze, osservare le soluzioni adottate dai compagni attraverso l’esperienza diretta, le soluzioni adottate dai compagni e di appropriarsene, aspettare le sue risorse consentendogli di crescere costruendo: - Spazi all’interno della sezione; - Dare un valore alla quotidianità; - Costruire un rapporto con le educatrici di sezione e non.
INTEGRAZIONE DI BAMBINI PORTATORI DI HANDICAP L’interazione nell’ambiente educativo non è solo socializzazione ma è costruzioni di piani educativi individualizzati legati agli obiettivi di una programmazione del Nido. Significa anche lavorare sulle abilità piuttosto che sulle disabilità, sulle potenzialità piuttosto che sulle difficoltà. Ecco che in un’ottica di speciale “normalità” l’integrazione può essere favorita attraverso le seguenti modalità: - Conoscenze e competenze; - Scambio con servizi specialistici che hanno in carico il bambino; - Coinvolgimento della famiglia; - Costituzione di spazi educativi adeguati con supporto di materiali altrettanto adeguati. E’ molto importante quindi la stesura del PEI, che l’educatrice utilizzerà nella programmazione, in cui si ipotizzano obiettivi, verifiche , e valutazioni in relazione ai bisogni del bambino. Il PEI è suddiviso in: - Lettura di una diagnosi funzionale al fine della costruzione di un progetto educativo individualizzato; - Costruzione del profilo dinamico funzionale in collaborazione con i servizi e la famiglia; - Metodi e tecniche d’insegnamento- apprendimento; - Metodi di osservazione e valutazione del percorso.
SVANTAGGIO SOCIO-CULTURALE Lo svantaggio socio-culturale è una questione abbastanza presente, in quanto il regolamento del Nido ne determina la priorità d’accesso. Bisogna attentamente analizzare in che modo si presenta lo svantaggio nel bambino che può essere di tipo sociale e culturale. Il nido si connota in una funzione educativa perché all’interno di essa si incontrano varie realtà familiari con cultura e stili diversi. Le finalità : - Creare un clima di disponibilità da parte dell’adulto per rispondere alle esigenze del bambino; - Accogliere il bambino e la famiglia - Valorizzare le potenzialità del bambino; - Rafforzare il ruolo del genitore perché possa favorire l’autostima attraverso il rafforzamento dell’immagine del genitore che viene interiorizzata dal bambino; - Garantire momenti di confronto con altri servizi che operano con le famiglie.
INTERCULTURALITÀ Negli ultimi anni, all’interno del Nido, vengono inseriti bambini di culture diverse. Molto importante è riflettere sul pregiudizio e sulle diversità. Bisogna tener conto di elementi che in qualche modo creano relazioni: Educatrici – bambini Educatrici – famiglie La componente linguistica incide in quello che è l’area cognitiva e l’area delle comunicazioni, creando una relazione a “doppio senso” in quanto esiste uno scambio di dare e ricevere. Per un positivo inserimento del bambino straniero è necessario: - Sviluppare lo scambio tra bambini di culture diverse; - Aiutare lo scambio tra famiglie diverse; - Dare chiare informazioni sul funzionamento dell’asilo; - Verificare le competenze del bambino; - Creare i presupposti per una conoscenza da multiculturale a interculturale. Se vogliamo che il dialogo con le altre culture venga ad esistere dobbiamo pensare che il nostro mondo non necessariamente sia più giusto di quello degli altri.
AREA DELLA PROGETTAZIONE DIDATTICA MODELLI DI PROGRAMMAZIONE Quest’anno il team delle educatrici di tutte le sezioni hanno scelto di adottare il modello di progettazione per sfondo integratore. Naturalmente per quanto riguarda la sezione lattanti saranno utilizzate, in armonia, appunto, con lo sfondo integratore, delle unità didattiche, che costituiscono una serie di unità minime di programmazione, in quanto finalizzate al perseguimento di un obiettivo formativo specifico.
LO SFONDO INTEGRATORE Può essere definito come una struttura organizzativa o didattica strettamente legata al vissuto dei bambini, per aiutarli a rafforzare l’identità e conferire significato alle loro esperienze. Lo “sfondo” favorisce la costruzione di metacontesti, cioè di contesti che permettono di connettere elementi che altrimenti rimarrebbero isolati: fra dimensione affettiva e cognitiva, fra gli aspetti relazionali e le competenze dei linguaggi, fra momenti fantastici e percezioni realistiche. Lo sfondo, soprattutto motiva i bambini all’apprendimento e favorisce la strutturazione di situazioni motivanti che facilitano la riorganizzazione progressiva delle rappresentazioni e dei quadri concettuali nella loro mente. È una progettazione evolutiva in continua modificazione poiché nel corso dell’itinerario progettato i comportamenti imprevedibili dei bambini trasmettono informazioni di ritorno che regolano i procedimenti successivi. Educatrici e bambini vivono e relazionano attivamente all’interno dello stesso contesto in un rapporto di interscambio mediato dallo sfondo che pone l’attenzione sia agli aspetti istituzionali-organizzativi, sia agli aspetti narrativi-fantastici. SFONDO ISTITUZIONALE
SFONDO NARRATIVO
Si caratterizza come contenitore di Caratterizzato da una trama narrativa E’ caratterizzato da una trama narrativa nella quale i bambini trovano la romanza, coerenza e il esperienze di apprendimento che fantastica o realistica (fiaba, significato dellea :esperienze e delle conoscenze. Esso puòquale essere una trovano fiaba, una danno importanza personaggio ) nella i bambini la situazione motivante, un laboratorio o quant’altro il team delle educatrici possa • spazi didattici, coerenza e il significato di esperienze e • tempi della giornata, pensare adatto allo scopo. conoscenze insieme al significato della • le relazioni interpersonali, Progettazione Il contesto narrativo è fantastico per diversi motivi: Didattica. la fantasia e la magia sono • i mediatori didattici, particolarmente motivanti per i bambini perché permettono loro di rielaborare il contesto di narrativo è: proprio mondo interiore favorendo così loIlsviluppo una intelligenza flessibile e Due esempi sono: • motivante per i bambini, critica. 1) la preparazione del contesto scuola e • permette di rielaborare il proprio dell’ambiente educatore nella Casa dei mondo interiore e di rassicurarsi, Bambini Montessori e nella scuola • favorisce lo sviluppo di una materna Agazziana intelligenza flessibile e critica Le fasi della programmazione possono essere così sintetizzate: 2) Le “tecniche Freinet” con la Progettazione del lavoro didattico basato Sul lavoro autonomo dei bambini.
Osservazione dei bambini e dei loro interessi, competenze e conoscenze Elaborazione dei dati raccolti e riflessione collegiale Progettazione del contesto, dello sfondo e delle proposte didattiche Osservazione dei comportamenti dei bambini Riprogettazione delle proposte e delle esperienze sulla base dei feed-back rilevati Valutazione delle risposte e dei dati emersi nel corso delle attività proposte Documentazione del lavoro svolto e degli interventi più significativi.
AREA DELLA RICERCA, SVILUPPO E SPERIMENTAZIONE PROGETTO “PUNTO D’INCONTRO” DOCUMENTAZIONE E’ un importante strumento di verifica del lavoro svolto al Nido dal bambino e dalle educatrici. La documentazione è un momento di rilettura, riflessione e ridefinizione di quanto è avvenuto e sta avvenendo al Nido. Le principali funzioni della documentazione sono: - Rendere concretamente visibile il progetto educativo attraverso una attenta documentazione ed una conveniente comunicazione delle attività proposte avvalendosi di strumenti di tipo verbale, grafico e documentativo: documenti che presentano il servizio e il suo funzionamento, prospetti e bacheche informative delle routine giornaliere del pasto,cambio,sonno, programmazioni generali e/o di percorsi specifici da attuare, programmi per feste e iniziative rivolte ai genitori, progetti ponte con la Scuola dell’Infanzia, foto e produzioni video; - Permettere al team delle educatrici di riflettere, di ripensare per poi aggiustare/modificare le proposte educative ponendosi così come un momento di crescita professionale. - Offrire elementi di conoscenza sugli itinerari e i percorsi elaborati all’interno del progetto educativo. La documentazione come azione conoscitiva può avere destinatari diversi:
I BAMBINI Hanno l’ opportunità di rendersi conto delle proprie conquiste ad esempio rivisitando le proprie produzioni a distanza di tempo. Le educatrici, durante tutto l’anno scolastico, catalogano e riordinano i materiali prodotti dai bambini attraverso buste/cartelle che contengono le esperienze graficopittoriche; in questo modo si preservano tutte le produzioni che costituiscono le tracce delle attività a loro proposte. Alla fine dell’anno viene preparato, e consegnato al bambino e alla sua famiglia, un libro/quadernone che documenta le varie esperienze fatte al Nido, dal bambino, attraverso foto, disegni, collages e immagini accompagnate da brevi descrizioni. I GENITORI Attraverso vari materiali documentati (foto, video, mostre, itinerari educativi) hanno la possibilità di conoscere l’azione educativa del servizio Nido. LE EDUCATRICI La documentazione verrà usata, all’interno del servizio, come “archivio storico” delle esperienze e dei progetti svolti. La documentazione è anche una attività di proiezione del servizio verso altri servizi per l’infanzia, istituzionali e non, per sviluppare percorsi di continuità verticale, orizzontale e trasversale affinché i servizi educativi diventino: “…il nodo di una rete comunicativa che riceve e trasmette messaggi di interazione con altri nodi: la famiglia, il vicinato, le altre scuole…”(Donati).
PROGETTO “PUNTO D’INCONTRO” IDEATO E CONDOTTO: dalle Educatrici De Filippis Rosaria e Querini Elisabetta (Asilo Nido San Provolo ) e Anesin Sabina e Bottaro Anita ( Asilo Nido Nuvola ) DESTINATO: ai genitori dei bambini e delle bambine frequentanti gli Asili Nido San Provolo e Nuvola. NUMERO DEGLI INCONTRI E DOVE: 5, con scadenza mensile nel periodo novembre – aprile in orario pomeridiano della durata circa h. 1.30, 3 dei quali nella Biblioteca Bettini e i restanti 2 presso l’Asilo Nido Nuvola. Saranno presenti almeno due educatrici, una di riferimento per ogni nido. FINALITÀ - INTEGRAZIONE DEI GENITORI/UTENTI STRANIERI; - OFFRIRE A TUTTI I GENITORI/UTENTI UNO SPAZIO PER IL CONFRONTO SU TEMETICHE RIGUARDANTI I BAMBIBI E LE BAMBINE. L’idea di porre in atto questo progetto ci è venuta in seguito alle indicazioni ricevute durante il corso di aggiornamento “Beyond”. Il nostro intento è quello di offrire a tutti i genitori uno spazio nel quale potersi confrontare rispetto ad alcuni argomenti che vanno da aspetti molto semplici, quali,le cure igieniche, ad argomenti più complessi, quali la gestione di aspetti emotivi e di relazione con i rispettivi figli. Tuttavia auspichiamo che questo gruppo possa aiutare e addirittura favorire l’integrazione dei genitori stranieri, riconoscendone la risorsa rispetto a “pratiche” culturalmente diverse. Il ruolo di noi educatrici sarà propositivo per il primo incontro sia sulla tematica che sulla gestione del gruppo, cercando di passare gradualmente in secondo piano lasciandone la gestione stessa ai genitori partecipanti. Saranno quest’ultimi a proporre le argomentazioni per gli incontri successivi.
LA BIBLIOTECA DI QUARTIERE Nuova sperimentazione Quest’anno si continuerà l’esperienza del “Punto D’Incontro” durante la quale si avviseranno le famiglie della proposta culturale della biblioteca di quartiere (San Lorenzo ). Presso la Biblioteca di quartiere è stato allestito uno spazio bambino con divanetti e con tappatone ed espositori ad altezza bambino per permettere un contatto diretto dei bambini con i libri cartonati e per l’ascolto della storia animata raccontata dall’animatrice. Si prevede una visita presso la Biblioteca di quartiere e la Biblioteca Bettini da parte delle educatrici nell’arco dell’attuale anno educativo.
PROFESSIONALITA’-FORMAZIONE-AGGIORNAMENTO PREMESSA La professionalità degli educatori del Nido deve accrescere nel tempo in modo equilibrato, per cui va costantemente coltivata, sostenuta, promossa, favorendo il confronto e la riflessione permanenti sul ruolo educativo e sull’operatività pedagogica quotidiana. Elementi questi indispensabili per il miglioramento costante del Servizio. L’aggiornamento e la formazione sono altri due elementi necessari per garantire qualità al Servizio Educativo del Nido, per una nuova cultura dell’infanzia. Attraverso un processo di formazione si acquisisce un buon controllo sui processi relazionali che consentirà di sostenere il bambino in una crescita equilibrata e di aiutare i genitori a vedere e capire meglio il bambino.
PROGETTO DI FORMAZIONE PERSONALE DOCENTE NELL'ANNO SCOLASTICO 2009-2010 Quest'anno la formazione del personale educatore dei nidi e insegnante delle scuole dell'infazia del Comune di Venezia, si estrinseca attraverso una pluralità di tematiche che saranno proposte in forma seminariale e laboratoriale.
I temi che fanno parte del pacchetto formativo sono i seguenti: - il tema dell'intercultura - il tema della didattica inclusiva. - il tema dell'approccio alla lingua inglese (solo per le insegnanti di scuola dell'infanzia) nell’arco dell’anno scolastico 2009/2010, a tutto il personale, sarà garantita anche la formazione prevista dalla lex 388/2004 e lex 22/2002 sul tema del Primo Soccorso. Inoltre, è garantito, l’avvio di un percorso formativo sul tema della documentazione educativa supportato anche da metodologie informatiche.
PROGETTO DI FORMAZIONE DEL PERSONALE NON DOCENTE Quest’anno, l’Amministrazione prosegue un piano formativo anche per il personale non docente che opera nei servizi alla prima infanzia. Le finalità di questo piano sono quelle di rafforzare in ciascun partecipante, il senso di appartenenza al servizio e di migliorare la collaborazione e le competenze relazionali. Il piano formativo prevede i seguenti contenuti: - la comunicazione interpersonale; - i significati della giornata educativa i bisogni dei bambini diversamente abili; - elementi di psicologia dello sviluppo; - sicurezza negli ambienti di lavoro
COLLABORAZIONE CON ENTI E ISTITUZIONI PRESENTI NEL TERRITORIO E’ prevista la collaborazione con: L’ Università Ca’ Foscari di Venezia per i corsi d’aggiornamento del personale docente. La Biblioteca pedagogica “L.Bettini” del Comune di Venezia. La Biblioteca “San Lorenzo” della Municipalità Venezia-Murano-Burano del Comune di Venezia. Il Liceo Sociopedagogico “N.Tommaseo” per il tirocinio degli studenti presso i Nidi d’Infanzia del Comune di Venezia. Le Scuole dell’ Infanzia in relazione al progetto continuità. I Servizi Sociali del Comune di Venezia. I servizi sanitari presenti nel territorio come il centro di neuropsichiatria e il cento di fisioterapia presso l’Ospedale Civile “S. Giovanni e Paolo” di Venezia.
AREA DELLA VALUTAZIONE VERIFICA E VALUTAZIONE Il sistema di valutazione e di verifica è uno strumento di “autovalutazione regolatrice” dell’ azione educativa e didattica.
La valutazione è il processo con il quale si misura la progettazione didattica nel suo complesso e la sua traduzione in programmazione didattica . La valutazione svolge una funzione regolatrice perché il progetto didattico viene periodicamente verificato; il team delle educatrici, attraverso l’osservazione, la riflessione e l’incontro-confronto collegiale, valutano se il progetto è pertinente rispetto ai bisogni reali dei bambini, fattibile rispetto alle risorse, praticabile in attività didattiche concrete. La verifica è legata alla valutazione nel senso che è consequenziale ad essa; ad ogni valutazione formativa corrisponde una verifica dei passaggi significativi che i bambini, il gruppo dei bambini, realizzano nel corso dell’anno educativo. Con la verifica si possono cogliere le competenze che i bambini acquisiscono andando in tal senso a prevedere “aggiustamenti” e ridefinizioni dei contesti per adottare le soluzioni che possono rendere più efficace l’intervento educativo. Attraverso il sistema della valutazione e della verifica si comprende quanto e come la programmazione è pertinente all’impianto progettuale ed in che modo i gruppi dei bambini e quello delle educatrici si situano dentro alla cornice progettuale del servizio.
MODALITA’ VALUTATIVE L’ OSSERVAZIONE Il primo momento in cui si realizza la valutazione è sicuramente l’osservazione. L’osservazione costituisce uno strumento didattico privilegiato, consiste in una posizione di “attenzione mirata” volta a selezionare, scomporre gli eventi senza perdere di vista la globalità della situazione, per comprendere i significati del comportamento dei bambini prima/durante/dopo l’intervento dell’ educatrice. L’ osservazione è importante non solo come attenzione e partecipazione costanti a ciò che fanno i bambini, ma anche come strumento di revisione e di ridefinizione continua degli interventi dell’educatrice, delle proposte e dei percorsi didattici. Aspetti importanti da osservare sono per noi la dinamicità della situazione, i cambiamenti e le evoluzioni che la caratterizzano e che possono riguardare gli stati d’animo e le emozioni dei bambini, i contenuti delle attività , il riconoscimento dei ruoli all’ interno del gruppo. Osservare è anche imparare a cogliere i vari aspetti della comunicazione interpersonale durante le attività, ponendo un’ attenzione particolare all’intreccio tra gli aspetti cognitivi e gli aspetti relazionali ed emotivi che caratterizzano le situazioni di apprendimento di gruppo. E’ importante che l’educatrice sappia quali sono i contesti
che si sono dimostrati più favorevoli all’apprendimento di quel bambino; solo così si potrà continuare a favorirli affinché possano essere garantiti apprendimenti “nuovi”. L’osservazione delle trasformazioni è da tenere presente anche quando desideriamo rilevare le competenze acquisite dai bambini, i cambiamenti evolutivi registrati nei loro comportamenti. Ad esempio se un bambino ora ha imparato a chiedere le cose in modo comprensibile, è un bambino che ha conquistato autonomia, è un bambino che ha sempre più chiara la sua identità ed ha anche fiducia in se stesso altrimenti non sarebbe in grado di rapportarsi con gli altri in termini interlocutori, è un bambino che ha fiducia nell’adulto e lo cerca perché fa richieste finalizzate e consone ad ottenere determinate risposte.
STRUMENTI DELLA VALUTAZIONE Per le educatrici che lavorano con continuità con un gruppo di bambini è importante poter disporre di diversi strumenti attraverso i quali poter seguire il percorso evolutivo dei bambini, sia esso individuale e/o collettivo. Il lavoro educativo è caratterizzato da continuità e dinamicità, quindi è importante che gli strumenti di osservazione siano funzionali ad una rilevazione precisa e costante nel tempo e che colga non tanto gli elementi facenti parte l’individualità di ciascuno quanto la dimensione relazionale, riguardante le interazioni tra i bambini e la loro evoluzione. Tra le diverse modalità di raccolta delle osservazioni il team delle educatrici ha scelto il metodo cosiddetto narrativo, basato su un tipo di osservazione esperenziale. Uno degli strumenti adottati è la scheda d’osservazione per l’inserimento che consiste in una modalità di registrazione su carta dei dati osservati. Si basa sulla stesura di protocolli di descrizione del comportamento in corso: la relazione d’attaccamento tra madre e figlio, la modalità di esplorazione dello spazio da parte del bambino, la modalità di separazione della coppia madre-figlio, la modalità di relazione con adulti e bambini, le varie modalità di gioco ecc… Un altro strumento utilizzato è il diario di bordo. Il diario di bordo è una tecnica di osservazione narrativa che consiste nel descrivere nel linguaggio abitualmente usato, le proprie attività e/o quelle dei bambini. La compilazione di un diario può essere quotidiana, settimanale o sintetizzata in resoconti mensili secondo un piano cronologico: le annotazioni permettono di evidenziare le peculiarità del lavoro educativo e dell’evoluzione dinamica del bambino sia in positivo che in negativo, facendo si che l’educatore possa attuare una riflessione sul lavoro svolto che ponga in luce i risultati raggiunti o le eventuali carenze. Vediamo perciò che l’osservazione è uno strumento fondamentale dell’intervento educativo: è uno strumento di comprensione, fa da guida e da controllo all’azione educativa in quanto il materiale raccolto permette al team delle educatrici di
discutere, riflettere sull’influenza delle proprie aspettative sui comportamenti osservati e stimola la ricerca di prospettive diverse di valutazione delle direzioni di intervento possibili, contribuisce quindi alla ricerca di stili d’intervento più consapevoli e funzionali all’evoluzione del bambino.
TEMPI DELLA VERIFICA /VALUTAZIONE La verifica si concretizza attraverso un’osservazione continua e sistematica del bambino, del gruppo e del percorso educativo nelle varie situazioni di gioco, di attività guidata e di relazione. In particolar modo si focalizza l’attenzione su tre momenti significativi per la valutazione: Momento iniziale: si attua al momento dell’ingresso del bambino al Nido per individuare competenze e abilità. Momento intermedio: individua i progressi raggiunti per modificare eventualmente il percorso d’apprendimento in caso di bisogno, poiché i comportamenti del bambino sono gli indicatori della validità della programmazione offerta. Momento finale: ha per oggetto le competenze acquisite alla fine dell’anno educativo, in particolar modo rispetto alla socializzazione, all’autonomia e al senso del sé (identità). Gli strumenti utilizzati oltre all’osservazione sono: i diari (in particolar modo per i bambini con disabilità) e le schede per strutturare in maniera organica le varie fasi dell’osservazione.
INDICE Personale docente e non docente
pag.02
Psicopedagogista e Pediatra Chi siamo e dove siamo
Organizzazione scolastica
pag. 05
Strutturazione spazi
Giornata tipo Calendario scolastico Inserimenti Modalità inserimenti sezione lattanti e semidivezzi
Area educativa
pag. 13
Finalità del servizio Analisi dei bisogni del bambino reale Sviluppo cognitivo Sviluppo motorio Sviluppo percettivo-cognitivo Sviluppo relazionale-sociale Sviluppo affettivo-emotivo
Area della progettazione curricolare Obiettivi formativi La continuità educativa Integrazione dei bambini portatori di handicap
pag. 20
Integrazione dei bambini con svantaggio socio-culturale L’educazione all’ intercultura
Area della progettazione didattica
pag. 26
Modelli di programmazione
Area della ricerca, sviluppo e sperimentazione
pag. 28
La documentazione Progetto Punto D’Incontro La Biblioteca di quartiere Professionalità, formazione, aggiornamento Collaborazione con Enti ed Istituzioni del Territorio
Area della valutazione Modalità valutative l’osservazione Strumenti della valutazione Tempi della verifica
pag. 35