Pediculosi del capo (i pidocchi) Scarsi sintomi, molta preoccupazione
La pediculosi del capillizio è una malattia infettiva dovuta al pidocchio del capo. Si tratta del Pediculus humanus varietà capitis, insetto lungo da 1 a 4 mm, di colorito grigiastro, le cui piccole uova (lendini) vengono incollate ai capelli. Nell’ambito del capillizio la localizzazione prevalente è alla nuca ed alle regioni parieto-temporali; raramente vengono interessate la barba, le ciglia ed altre sedi pilifere. Di per sé il pidocchio
non è veicolo di infezioni, ovvero non provoca la
diffusione di microrganismi patogeni per l’uomo. Tuttavia le intense lesioni
da
grattamento
possono
comportare
complicanze
piodermitiche , accompagnate anche da manifestazione linfangitica e linfoghiandolare (linfonodi occipitali e/o laterocervicali ).
Ogni anno nelle scuole ripresentano portando tanta
questi piccoli insetti si
preoccupazione tra i genitori. Pur
presenti in ogni stagione, essi prediligono i luoghi affollati, come appunto gli ambienti scolastici, dove il contatto tra testa e testa è più facile.
Lendini
Pediculus humanus capitis
La diffusione Negli ultimi anni in tutto il mondo ed in Italia la diffusione della pediculosi del capo è largamente aumentata. E’più frequente nei bambini rispetto agli adulti, nelle aree urbane rispetto a quelle rurali. La frequenza è molto bassa nelle popolazioni di colore, per il tipo di capelli che non consentono al parassita di aderire al fusto del pelo. Si hanno soprattutto continue epidemie nelle comunità scolastiche dove si stima che almeno il 25% dei bambini, indipendentemente dallo stato sociale, venga colpito. A scuola i bambini mostrano prurito, sono
irrequieti
e disattenti. La trasmissione è solitamente per
contagio diretto testa contro testa fra i bambini o fra i bambini e i loro
familiari. Il contagio avviene quasi esclusivamente per
trasmissione diretta da un individuo infestato, oppure indirettamente , anche se si tratta di un’ eventualità più rara , per contatto con pettini, spazzole, cappelli. La pediculosi del capo è una parassitosi riscontrabile in persone di tutti i gruppi socio-economici; fattori un tempo considerati di rischio, quale la scarsa igiene personale o la lunghezza dei capelli, sembrano avere oggi una importanza poco rilevante. L’infestazione registra la più elevata incidenza a fine estate – inizio autunno.
La diagnosi Basata sul quadro clinico, va sempre sospettata in caso di prurito insistente al cuoio capelluto e confermata dal riscontro delle lendini e/o dei pidocchi.
Il pidocchio Il pidocchio del capo si riconosce ad occhio nudo. Anche le uova, strettamente aderenti
al
fusto
del
capello,
sono
facilmente identificabili. Altro segno assai frequente della pediculosi è la presenza di polvere nerastra che si trova al mattino sul cuscino, costituita dalle sue feci. E’ un insetto a sei zampe , lungo qualche mm , senza ali, di colorito grigiastro, che diventa rosso quando è pieno di sangue. E’ un parassita che si ciba appunto di sangue umano: succhia il sangue che preleva dal derma, grazie all' apparato buccale di cui è dotato. Dopo essersi ancorato all'epidermide con i denti, fa penetrare nel derma gli stiletti, che si orientano verso un vaso sanguigno, lo perforano e danno così avvio alla nutrizione, lasciando saliva e feci sulle lesioni. I pidocchi dipendono completamente dall' ospite sia per la nutrizione che per il calore; infatti possono sopravvivere fuori dal corpo umano solo pochi giorni; le larve invece resistono a temperatura ambiente sino a 10 giorni.
Il prurito Il sintomo principale dell’affezione è costituito da prurito al cuoio capelluto, che può portare ad escoriazioni, con lesioni da grattamento, sovrainfezioni e linfoadenopatie cervicali. Il prurito è legato alle lesioni prodotte dal pidocchio che con la sua saliva e le sue feci genera una reazione infiammatoria di ipersensibilità. La sintomatologia pruriginosa può persistere anche dopo il trattamento, senza che questo voglia significare il fallimento della terapia e in questi casi la sua eziologia è riconducibile ad una natura psicogena (parassitofobia).
Trattamento Prevenzione Il bambino affetto da pediculosi non può frequentare la collettività scolastica fino a che non ha iniziato il trattamento specifico. E' importante controllare accuratamente ogni membro della famiglia per escludere il contagio ed effettuare il trattamento nello stesso tempo in tutti i membri affetti. E’ necessario evitare il contatto con oggetti contaminati come cappelli, cuffie, vestiti, pettini, spazzole per capelli, biancheria da letto. Bisogna lavare indumenti e oggetti in acqua calda a temperature almeno a 60°capaci di distruggere parassiti e uova. Tutto ciò che non si può lavare non deve essere usato per qualche giorno (i pidocchi non sopravvivono per molto tempo lontano dal cuoio capelluto). Spazzole e pettini vanno lavati con l’antiparassitario diluito in acqua calda.
Antiparassitari specifici applicati topicamente Numerosi sono i prodotti usati per il trattamento della pediculosi e si possono acquistare liberamente in farmacia senza l’ obbligo di ricetta medica. Possono essere applicate
sostanze come permetrina,
piretrine, lindano e malathion. Emulsioni, gel, mousse e lozioni a risciacquo, in genere, sono più efficaci degli shampoo perché più concentrati e quindi da preferire. Può essere necessario un secondo trattamento dopo 5-7 giorni.
Rimozione delle lendini Poiché nessun prodotto è capace di uccidere al 100% tutte le lendini attaccate ai capelli con materiale cheratinico, prodotto dal pidocchio stesso, si rende necessaria la loro asportazione manuale con un pettine a denti fitti, dopo l’ applicazione di acqua e aceto sui capelli che ne aiuta il distacco.