Relazione PPE-DE Numero 10 / Ottobre 2008
Riduzione delle emissioni nonostante la crisi finanziaria di Gunnar Larsson Il tema del principale dibattito di questa settimana in Parlamento è stato, naturalmente, il vertice di Bruxelles e le relative conclusioni. Il presidente francese Nicolas Sarkozy è arrivato da Parigi a Strasburgo per riferire in Parlamento e rispondere alle domande poste dai deputati al Parlamento europeo su varie tematiche, anche se naturalmente l'argomento principale è stato quello dell’economia. Sarkozy, che ha svolto un ruolo chiave nel far fronte alla crisi finanziaria, non ha voluto colpevolizzare nessuno: “Non ha alcun senso attribuire la colpa a qualcuno. Ciò che dovremmo fare è semplicemente trovare le modalità e i mezzi per evitare che succeda di nuovo," ha dichiarato. "Mi preme sottolineare in particolare che l'Europa dovrebbe avere un ruolo nella governance globale del ventunesimo secolo. Il fatto che non sia così non dovrebbe sorprenderci, viviamo nel ventunesimo secolo, ma le istituzioni sono quelle del ventesimo". Il Presidente del gruppo PPE-DE Joseph Daul (FR) ha chiesto norme più severe e un’applicazione più rigorosa della normativa esistente: "La crisi finanziaria non è ancora passata, ma è proprio in situazioni di crisi che possiamo adottare norme per il futuro ed è quello che dobbiamo fare ora. A volte sento dire che stiamo assistendo al collasso del capitalismo, che la colpa di quanto è successo è del libero mercato. In realtà, il libero mercato ha dimostrato di avere bisogno di regolamentazione. Evidentemente, la normativa esistente non è stata sufficiente o non è stata applicata in maniera sufficientemente rigorosa. Dobbiamo collaborare con le banche centrali e con l’intera comunità internazionale". In risposta alle domande di diversi paesi europei sull'alleggerimento dei tagli alle emissioni di anidride carbonica, Nicolas Sarkozy ha parlato della proposta di progetto della presidenza francese all'UE: "Nulla indica che il mondo stia meglio da un punto di vista ambientale per il solo fatto che vi è una crisi finanziaria in atto. Quando abbiamo deciso di lanciare il pacchetto di misure in materia di clima ed energia eravamo consapevoli delle responsabilità nei confronti dei nostri figli e del futuro del pianeta". Tuttavia, ha riconosciuto le preoccupazioni di alcuni paesi per l’impatto economico del contenimento delle emissioni: "Alcune economie sono basate al 95% sul carbone; non possiamo chiedere loro di applicare misure
che le metterebbero in ginocchio, con problemi che già sono enormi. Dovremo trovare modi e mezzi flessibili".
Aumenta la scelta di giurisdizione per un numero crescente di divorzi “internazionali” di Eva Mitsopoulou Martedì scorso il Parlamento europeo in Aula ha adottato una relazione sulla legge applicabile in materia matrimoniale. L’on. Panayiotis Demetriou (CY), portavoce del gruppo PPE-DE in materia, ha sostenuto la proposta di regolamento per fornire un quadro legale chiaro e completo sia sulla questione della competenza dei tribunali che sulla legge applicabile in materia matrimoniale. "Le sempre più numerose coppie “internazionali” che divorziano ogni anno nell’Ue dovrebbero poter scegliere in quale Stato membro divorziare, posto che vi abbiano qualche legame, come la nazionalità o il luogo in cui si sono sposati. Inoltre, le due parti devono essere informate dei propri diritti", ha dichiarato Demetriou dopo il voto. "L’Unione europea dovrebbe dare una risposta chiara ai suoi cittadini. La nuova proposta fornisce un quadro legale chiaro e completo in materia matrimoniale al fine di fornire soluzioni adeguate ai cittadini in termini di certezza, prevedibilità e flessibilità legale e l’accesso al tribunale in caso di divorzio e separazione legale", ha continuato Demetriou. L’on. Panayiotis Demetriou si rammarica del fatto che il Consiglio non abbia approvato la proposta e che solo alcuni Stati membri siano favorevoli ad avere un regolamento UE sulla legge applicabile in materia matrimoniale ed auspica una maggiore collaborazione, l'unica soluzione che consentirebbe loro di andare avanti da soli. "La relazione rappresenta un segnale politico forte al Consiglio, che mira a spingere gli Stati membri ad adottare un documento comunitario sulla questione", conclude l’on. Demetriou.
Internet sicuro per i minori: aumentare la consapevolezza della società, imporre sanzioni severe per chi viola le norme di Delia Vlase Con il diffondersi delle nuove tecnologie e l’aumento dell’alfabetizzazione informatica, i minori sono esposti al rischio di incorrere in contenuti illegali e in comportamenti offensivi, come molestie, pedopornografia, adescamento online,
bullismo, diffusione di idee razziste, incitamento all’autolesionismo, all’anoressia o al suicidio. I deputati al Parlamento europeo chiedono di adottare un programma volto a promuovere e formare i genitori e i minori sull'uso sicuro di Internet e di altre tecnologie di comunicazione, nonché una risposta efficace alla diffusione online di informazioni illegali e di comportamenti dannosi. Il gruppo PPE-DE s’impegna per accelerare il processo di applicazione del nuovo programma “Safer Internet Plus” a partire da gennaio 2009. I deputati al Parlamento europeo chiedono un ambiente online più sicuro, grazie alla lotta ai contenuti illeciti e agli abusi su Internet. "La parte più importante del programma è stabilire una base di conoscenze riunendo ricercatori impegnati nella sicurezza online dei minori a livello europeo, e la cooperazione tra Stati membri per agevolare lo scambio di informazioni, in quanto i contenuti illeciti possono essere caricati in un paese e visualizzati in un altro. La sensibilizzazione costituisce una parte fondamentale del programma, e ciò spiega perché il 48% del bilancio sia destinato a questo scopo", ha dichiarato il Relatore ombra del gruppo PPE-DE sulla relazione “Protezione dei minori che usano Internet e le altre tecnologie di comunicazione”, Csaba Sógor (HU). Il nuovo programma prevede 55 milioni di euro di finanziamenti per il periodo 2009-2013, per tutelare i minori che utilizzano internet e le nuove tecnologie. Si baserà su quattro linee d’azione principali, la prima delle quali sarà costituita dalla sensibilizzazione pubblica. Il secondo compito sarà la lotta ai contenuti illeciti e alla condotta dannosa online. Inoltre, verranno adottate misure volte a tutelare un ambiente online sicuro. Infine, si dovrà stabilire una base di conoscenze per incoraggiare la cooperazione e gli scambi di buone prassi a livello internazionale.
Medicinali: accesso immediato a farmaci migliori per i pazienti Il PE in Aula ha approvato la relazione dell’on. Françoise Grossetête (FR) sulle "variazioni dei termini delle autorizzazioni all'immissione in commercio dei medicinali". Chi commercializza medicinali deve riferire ogni modifica ai prodotti durante il loro ciclo di vita alle autorità competenti. I requisiti regolamentari per il cambiamento di autorizzazioni all’immissione in commercio non sono attualmente armonizzate a livello di Stati membri. Questo pone un onere amministrativo a carico delle industrie farmaceutiche e si ripercuote negativamente sui pazienti in quanto può causare ritardi nell'apportare miglioramenti all'efficacia dei medicinali. La nuova normativa andrà a semplificare il sistema regolamentare per le autorizzazioni di commercializzazione dei medicinali e renderà armoniche le
valutazioni, approvazioni e i criteri di elaborazione amministrativa applicati quando vengono apportate delle modifiche ai prodotti farmacologici. In tal modo, le modifiche relative ai metodi di produzione, l’introduzione di nuove indicazioni terapeutiche, di nuove informazioni sulla sicurezza del farmaco o l'aggiornamento delle avvertenze saranno soggette a norme più semplici e armonizzate per tutti i tipi di medicinali. Il miglioramento del sistema andrà a vantaggio dei pazienti che avranno accesso a medicinali migliori in tempi più brevi e permetterà di ridurre la burocrazia per i laboratori. Marion Jeanne
Accordo di stabilizzazione e di associazione con la BosniaErzegovina di Knut Goelz Il Parlamento europeo ha votato a favore della stipula di un accordo di stabilizzazione e di associazione (ASA) tra l’UE e la Bosnia-Erzegovina. Doris Pack (DE), presidente della delegazione per le relazioni con i paesi dell’Europa del Parlamento europeo, ha accolto favorevolmente l’esito del voto, ma ha anche ricordato ai politici della Bosnia-Erzegovina la loro particolare responsabilità nei confronti dell’unità del paese: "La Bosnia-Erzegovina può esistere come stato unito solo se tutti i politici responsabili riconoscono la realtà e accettano che i cambiamenti sono possibili sono dopo un accordo tra tutti e tre i gruppi etnici". Doris Pack ha inoltre auspicato una veloce riforma costituzionale per snellire la complicata gestione della divisione dei poteri tra comuni, distretti e governo federale. D’altro canto, andrebbero riorganizzati i diversi livelli del potere decisionale, con la piena partecipazione del parlamento nazionale e della società civile. In caso contrario non sarà possibile soddisfare i prerequisiti per l’accordo di stabilizzazione e di associazione come fase preliminare alla piena adesione alla Ue. La continua rivalità tra politici delle diverse entità non contribuisce certo alla stabilizzazione, ma provoca paura e sfiducia tra i gruppi etnici. Di conseguenza, la separazione etnica si approfondisce ulteriormente. Anziché trattare temi come, ad esempio, la fornitura energetica comune, la creazione di un mercato comune, il miglioramento del sistema scolastico e l'attrazione di investitori mediante l’offerta di condizioni affidabili, la classe politica della BosniaErzegovina è dominata dalla sfiducia e dal conflitto. La presidente ha quindi proposto di sostituire l’attuale Alto rappresentante con un inviato speciale dell'Unione europea, al fine di arrivare a un grado maggiore di responsabilità politica nel paese.
Bilancio 2009: il Parlamento vota a favore di modifiche sostanziali alla prima lettura di Knut Goelz Il Parlamento ha accettato le priorità suggerite dalla commissione per i bilanci con una maggioranza schiacciante e ha concluso la prima lettura del bilancio 2009. Reimer Böge (DE), presidente della commissione, Janusz Lewandowski (PL), relatore del progetto di bilancio generale, e László Surján (HU), relatore ombra del bilancio della Commissione, concordano che la seduta plenaria ha avanzato una proposta molto concreta per il futuro. I cambiamenti apportati dal Parlamento europeo dovranno essere negoziati con il Consiglio a partire da novembre. L'aumento della spesa per programmi a valore aggiunto a livello europeo, come la crescita e l’occupazione, è pertanto pienamente in linea con l’attuale situazione economica . Ulteriori fondi per ricerca e innovazione, piccole e medie imprese, apprendimento continuo, reti transeuropee, oltre al primo impegno di bilancio per la protezione del clima dovrebbero far parte del contributo dell’Unione europea. Inoltre, la protezione dei confini e la sicurezza interna saranno promosse da uno sforzo congiunto a livello europeo. Per quanto riguarda la mancanza di fondi per la categoria 4 (l'Unione europea come partner globale) sarà necessario un approccio pluriennale al settore. Il Parlamento intende così concentrare le negoziazioni su aiuti efficaci per il Kosovo, la Palestina, l’Afghanistan e la Georgia, la politica estera e di sicurezza comune oltre a un nuovo programma di aiuti alimentari richiesto dal Consiglio. Dopo la prima lettura, il bilancio modificato ammonta a circa 136 miliardi di euro in impegni e 124 miliardi di euro in pagamenti, il che corrisponde all’1,048% e 0.96% del reddito nazionale lordo dell’Unione europea. Vi è inoltre ampio consenso sul fatto che il Consiglio continui a sviluppare e proporre ulteriori obblighi di bilancio, ad esempio nella politica di sviluppo, impegnando l’UE sul piano internazionale senza tuttavia fornire i mezzi finanziari necessari.
Nuova direttiva sulla multiproprietà per evitare che i turisti siano truffati da operatori illegali di Gareth Goldsmith "La direttiva sulla multiproprietà approvata questa settimana dai deputati al Parlamento europeo renderà i turisti europei più informati e meno esposti al
rischio degli operatori illegali” ha commentato Malcolm Harbour (UK), portavoce del gruppo PPE-DE per il mercato interno e la protezione dei consumatori. La nuova direttiva riflette meglio la struttura del mercato del turismo, coprendo, oltre alla multiproprietà, i prodotti vacanze a lungo termine (come i club vacanze), i contratti di rivendita e di scambio, le vacanze su chiatte, in roulotte e in nave da crociera. I commercianti saranno obbligati a fornire ai potenziali acquirenti informazioni preliminari approfondite, sotto forma di modelli standard, che garantiscano ai clienti di effettuare una scelta pienamente informata, prima di firmare il contratto. Gli operatori onesti non dovranno più temere la concorrenza sleale da parte dei truffatori. I consumatori avranno un periodo standard di 14 giorni per recedere dal contratto senza alcuna penale, e sarà inoltre vietata ogni forma di anticipo sul pagamento per garantire un'equa tutela dei consumatori a livello europeo. Il forte sostegno del Parlamento alla direttiva indica che probabilmente verrà approvata in prima lettura. L’on. Harbour ha continuato: "Molte persone investono cifre significative nella multiproprietà o nei club vacanze, ma troppo spesso incappano in violazioni a causa di vendite scorrette o di mancanza di informazioni. Questa nuova direttiva darà ai consumatori più fiducia e una migliore tutela prima della stipula dei contratti, e consentirà loro di recedere in caso di problemi. Essa andrà a vantaggio dei consumatori e dei numerosi operatori legittimi di multiproprietà e club vacanze in Europa".
Contratti collettivi – tutela dei diritti dei lavoratori e libera fornitura di servizi Lo scopo della relazione del Parlamento europeo sulle sfide per i contratti collettivi nell'Unione europea è quello di garantire il giusto equilibrio tra la tutela dei diritti dei lavoratori e il diritto di costituzione di imprese e la libera fornitura di servizi. La relazione prevede che il primo passo per ottenere questo risultato è di correggere e applicare appieno la direttiva sui lavoratori distaccati. Jacek Protasiewicz (PL), il relatore ombra del Gruppo PPE-DE, ha sottolineato che ogni anno circa 1 milione di lavoratori trovano impiego nell’ambito del cosiddetto lavoro distaccato. Solo in pochi casi il funzionamento della libera prestazione di servizi nell’ambito della direttiva sul distacco dei lavoratori ha avuto bisogno di giudizio o di interpretazione da parte della Corte di giustizia delle Comunità europee. Secondo il relatore, la legislazione vigente è adeguata e il problema si pone non tanto per il contenuto quanto per l'attuazione nei singoli paesi. La direttiva garantisce il minimo, consentendo allo stesso tempo di disporre di condizioni più vantaggiose per i lavoratori, che derivano, ad esempio, dai contratti collettivi. La
direttiva è una garanzia di equilibrio tra la tutela dei lavoratori distaccati e la libertà di prestazione lavorativa; non vi è pertanto necessità di modifiche radicali nella legislazione vigente e la relazione suggerisce semplicemente alla Commissione di supervisionare la sua implementazione. Non sono necessarie revisioni. Marzena Rogalska