Rivista OsA Anno 2014
Osservatorio sull'Architettura Anno VI Dicembre 2014 Registrato presso la cancelleria del Tribunale di Bari - Aut. N° 3 del 16/01/2006
Editore
Ordine A.P.P.C. della Provincia di Bari Consiglio dell'Ordine Presidente Vicepresidente Vicepresidente Segretario Tesoriere
OsA Osservatorio sull’Architettura
arch. Vincenzo Sinisi arch. Cosimo Damiano Mastronardi arch. Nunzio Perrucci arch. Vittorio Mirizzi Stanghellini Perilli arch. Anna Maria Lucarelli
Consiglieri arch. Franco Avella arch. Eliana de Nichilo arch. Luigi Dragone arch. Alberto La Tegola arch. Francesco Pastore arch. Marta Sancilio arch. Cosimo Spagnulo arch. Vito Stimolo pianif. Alessia Imma Aquilino arch. iunior Silvia Maria Giovanna Filograno
Direttore responsabile arch. Vincenzo Sinisi Coordinamento editoriale arch. Anna Maria Lucarelli
Redazione arch. Anna Maria Lucarelli arch. Cosimo Damiano Mastronardi arch. Francesco Pastore pianif. Alessia Imma Aquilino arch. iunior Silvia Maria Giovanna Filograno
SEZIONI PROGETTI arch. Gianpaolo Mastronardi arch. Manuela Mazzarelli arch. Lorena La Forgia CONCORSI
arch. Pasquale Ragone
EVENTI
arch. Alessandro Robles
RUBRICHE Materiali arch. Mariateresa D’Alba Prodotti arch. Antonella Magnifico Arte e cultura arch. Antonia Scarimbolo Deontologia arch. Olinda Ferrieri Caputi e professione Progetto Grafico Commissione Cultura ed Eventi Impaginazione arch. Gianpaolo Mastronardi - arch. Alessandro Robles - arch. Antonia Scarimbolo Copertina: arch. Gianpaolo Mastronardi - “SMART CITY” Redazione 70126 - Bari - Viale Japigia, 184 tel. 080 5533482 - fax 080 5559606 e mail:
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Indice
04 Editoriale SEZIONE PROGETTI 08 Centro culturale per le arti, Mungivacca 12 Lido Marechiaro, Trani 16 Piazza Madonnella, Bari 20 P.I.R.P., Rutigliano 24 PO FESR, Palagianello OSSERVANDO OLTRE 30 Centro artistico e culturale di Yuhang, Cina - Marco Piva SEZIONE CONCORSI 38 Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante SEZIONE EVENTI 44 Lectio magistralis “Il ruolo del patrimonio territoriale nella pianificazione e nel governo del territorio” di A. Magnaghi 47 Racconti di architettura di Marco Piva 49 Seminario mobilità sostenibile 52 Incontri ed eventi organizzati nell’anno 2014 RUBRICHE 54 Materiali 58 Prodotti 62 Arte e cultura 68 Deontologia e professione
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Editoriale Cari colleghi, OsA_06 inaugura un nuovo ciclo della rivista dell’Ordine degli Architetti P.P. e C. della Provincia di Bari. Tra gli obiettivi del nuovo Consiglio, infatti, vi è sicuramente quello di dedicare molto spazio ai giovani colleghi e a tutti coloro che hanno voglia di confrontarsi e discutere sulle tematiche più attuali, legate alla nostra professione, ai fini di una crescita culturale e professionale comune. Le Commissioni, ed in particolare la rivista OsA, rappresentano il luogo e il momento dove ciò può avvenire in maniera concreta e scevra da ogni condizionamento. OsA, in continuità con i numeri precedenti, autofinanziata attraverso il generoso contributo degli sponsor, si rinnova in stile, contenuti, struttura e veste grafica. Si è deciso di realizzare dei numeri monotematici al fine di concentrare l’attenzione su uno specifico tema di riferimento, delineando un quadro di indagine il più possibile completo. In questo numero rispetto alla tematica scelta, ci si è proposti di osservare come si sta realmente modificando il nostro territorio attraverso i progetti realizzati nella consapevolezza che ciascuno di essi si è dovuto confrontare e spesso scontrare con le esigenze e le limitazioni costruttive e amministrative che la realizzazione di ciascuna opera impone. Ci si è interrogati anche su quali potrebbero essere le linnee future di sviluppo attraverso lo strumento dei concorsi di progettazione, e quali le tendenze presenti al di fuori, “oltre” la provincia di Bari. La stessa tematica è stata inoltre approfondita durante l’intero anno di lavoro con seminari, incontri specifici con progettisti ed esperti della materia, tutti approfondimenti, questi, sintetizzati nella sezione “Eventi” di questo numero. La sezione “Rubriche” vuol essere, infine, un
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momento di aggiornamento relativo ai diversi aspetti correlati al fare architettura: materiali e prodotti innovativi; news di arte e cultura generale; focus sulle nuove normative e sui regolamenti professionali. Ne emerge un quadro complesso e articolato da cui si evince il perenne conflitto esistente tra la necessità di trasformazione del nostro territorio e le difficoltà che oggi siamo chiamati ad affrontare in qualità di progettisti. Vittorio Gregotti già nel 1989 scriveva: «[…] progettare oggi un edificio semplice è diventato un problema assai complicato; almeno per tutti quelli che pensano che la semplicità in architettura non è niente di naturale o di spontaneo» (V. Gregotti, Progettare un edificio semplice è divenuto un problema complicato, in G. Ciucci (a cura di) L’architettura italiana oggi: racconto di una generazione, Laterza, Bari 1989).
La rivista dell’Ordine degli Architetti P.P. e C. vuole essere, dunque, una positiva occasione per innescare un processo di riflessione interna a una categoria di operatori, come quella degli architetti, che riveste un ruolo fondamentale nella guida delle trasformazioni dei luoghi e che pertanto, necessariamente ed inevitabilmente, influisce sui modi di vivere e di relazionarsi della collettività. Proprio in virtù di questa consapevolezza, e specie nella difficile congiuntura storica che attraversiamo, riteniamo che sia di fondamentale importanza ritrovare uno spirito identitario, necessario al rafforzamento e alla riaffermazione del senso e del valore della nostra professione di architetto.
Il consigliere responsabile
arch. Anna Maria Lucarelli
Il presidente
arch. Vincenzo Sinisi
La tematica scelta per questo primo anno di lavoro è la Rigenerazione Urbana. La scelta di affrontare questo complesso e vasto tema, mira a offrire una occasione di riflessione su un aspetto dell’architettura e della pratica professionale che ormai da diversi anni è al centro del dibattito contemporaneo e rappresenta a livello internazionale una fondamentale direttrice di sviluppo della città. La materia con cui andiamo abbiamo scelto di confrontarci sfugge ad una univoca definizione. Di fatto, parlare di rigenerazione urbana significa parlare delle infinite connessioni tra architettura ed altre discipline quali la sociologia e l’economia, tra l’architettura e la politica, la cultura e la tecnologia, sino ad arrivare ad investire il rapporto tra l’architettura e la sensibilità collettiva. Al fine di iniziare un discorso sulla rigenerazione urbana, è importante porre l’accento sul significato delle parole che identificano il senso di tutte le azioni ad essa correlate. Parlare di rigenerazione significa necessariamente parlare di trasformazioni: si fa riferimento ai passaggi epocali del comportamento sociale e ai conseguenti mutamenti dello spazio fisico, ovvero un processo che sottende il superamento, il decadimento o il crollo di uno stato passato che, cambiando regole e riferimenti, si ripropone in un nuovo aspetto e sostanza. Inoltre parlare di rigenerazione urbana significa porre al centro del discorso la città quale relazione di spazi, edifici e servizi che sono la forma costruita di una società e dell’interesse pubblico. Certamente, le pratiche di riconversione e riadattamento dei luoghi esistenti a nuovi usi, fanno parte della storia dell’architettura e delle stratificazioni del paesaggio costruito, ed in particolar modo dei centri urbani. Gli anni che stiamo attraversando, presentano tutti le caratteristiche proprie dei periodi di crisi storica e rimetabolizzazione dei passaggi epocali. La differenza è che, mentre in tempo di espansione della città, il paradigma con cui l’architetto era chiamato a confrontarsi era la progettazione di nuove forme e nuovi spazi, in tempo di depressione e cambiamento, di rigenerazione, si aprono scenari operativi che hanno necessariamente a che fare con morfologie e spazi urbani esistenti. Parlare di rigenerazione urbana oggi è, quindi, im-
portante e imprescindibile. E’ noto che molti aspetti di natura economica, ecologica e socio-politica, impongono l’esigenza di opporre alla incontrollata espansione edilizia degli ultimi sessant’anni, alla conseguente ‘’smarginata’’ crescita dei conglomerati urbani e alle insostenibili conseguenze di queste azioni, una razionale riduzione del consumo del suolo, una analisi più attenta e consapevole dei nuovi interventi, un approccio multidisciplinare delle strategie di sviluppo del territorio. Tali considerazioni convergono e spingono ad operare sugli spazi di risulta esistenti all’interno del tessuto urbano, riqualificando e trasformando aree inutilizzate, “morte”, in maglie territoriali nuove, rivalorizzate e rinnovate negli usi e nella vita cittadina, sia che si tratti di vuoti urbani, che di periferie difficili, aree produttive dismesse, edifici abbandonati o comunque non più rispondenti alle attuali normative. Oggi gli interventi e le dinamiche di rigenerazione urbana sono sempre più frequenti e importanti, e non perché siano una nuova tendenza in voga nelle città europee e italiane, bensì perché esprimono il modo più adeguato di rispondere alle complesse necessità del vivere moderno e possono rivelarsi interessanti opportunità per la città e la collettività che la vive. Analoghi fenomeni, alle diverse scale, interessano e investono gli scenari urbani delle nostre città, delle nostre periferie, dei piccoli centri che caratterizzano il territorio in cui gli architetti sono chiamati ad operare. Osa_06 / Rigenerazione Urbana ha dunque la finalità di indagare e porre in risalto i diversi aspetti della materia in oggetto sul nostro territorio, sebbene in modo parziale e in relazione a una limitato campo di riferimento. Con queste ambiziose intenzioni, si vuole aprire uno sguardo panoramico su questo tema, suscitando attenzione e stimolando considerazioni su una realtà con cui ci si dovrà confrontare in misura ancora più crescente nei prossimi anni. La Commissione Cultura ed Eventi
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sezione
progetti
responsabili: arch. Gianpaolo Mastronardi, arch. Manuela Mazzarelli
La sezione progetti si propone di “osservare” come il nostro territorio si stia trasformando e modificando con particolare attenzione alle questioni della rigenerazione urbana, nei diversi modi e nei diversi contesti, attraverso una breve rassegna di progetti e realizzazioni a firma dei colleghi iscritti all’Ordine di Architetti P.P.C. di Bari.
PROGETTI
Luise+Lorusso+Valenziano Violante+de Marco+de Marco
Centro culturale per le arti Mungivacca, Bari
1 progetto
capogruppo-progettista architettonico
Arch. Vincenzo Luise collaboratore
Arch. Donato Lorusso
progettista e dir. lav. imp. elettrici
Ing. Felice Valenziano
progettista e dir. lav. imp. a fluido
Ing. Antonio Violante direzione lavori edili
Ing. Alfredo de Marco Arch. Marina de Marco strutture c.a. e acciaio
Ing. Pasquale Perilli Ing. Fabrizio Palmisano legno
Ing. Vito De Benedictis committente
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arch. Nicola Strippoli, c/so Vitt. Emanuele 130, Bari imprese EDIL A.M. del Geom. Mauro Amoruso HOLZLEGNO ITALIA s.r.l. - DITTA DI LERNIA ANTONIO DITTA BRUNO VACCA & C. - DITTA DENOBILI COSIMO DAMIANO
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1. vista generale dall’ingresso 2. planimetriza generale 3. vista interna
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PROGETTI
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Il complesso immobiliare in questione è posto in agro di Bari, alla contrada Radice o Monte La Pila, nelle immediate vicinanze della stazione ferroviaria di Mungivacca, con la quale confina a Sud, e del centro commerciale IKEA. Esso si compone di un suolo con sovrastanti n. 8 corpi di fabbrica di varie dimensioni, caratteristiche tipologiche e destinazioni catastali. Tutti i fabbricati, in stato di completo abbandono da oltre mezzo secolo, privi degli impianti di acqua, fogna e di energia elettrica sono stati recuperati staticamente e funzionalmente mentre, per le areeesterne, si è provveduto a creare delle zone a verde con piantumazione di soggetti arborei e/o arbustivi della flora locale oltre una viabilità interna con spazi per la sosta, nelle immediate vicinanze dei diversi edifici realizzati con “pavimentazioni drenanti”.
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4. vista del fabbricato “la Cattedrale” 5. vista della sistemazione esterna 6. prima e dopo l’intervento
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PROGETTI
per l’uffico tecnico del Comune di Trani Esther Tattoli
Lido Marechiaro Trani, BAT
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1. vista generale 2. sezione 3. planimetria generale
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progetto
progettista e dir. lavori per l’uffico tecnico del Comune di Trani
Arch. Esther Tattoli strutture Arch. Esther Tattoli committente
Comune di Trani impresa “Dott. Carlo Agnese” s.p.A. di La Spezia localizzazione Trani - BAT dati dimensionali mq 2.600 importo lavori € 946.128,95 cronologia 2005: progetto 2005/2007: realizzazione fotografie Daniele Marzocca
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PROGETTI
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Riqualificazione di un tratto costiero mediante la realizzazione di un sistema di terrazzamenti, digradanti verso il mare, differenziati dal disegno della pavimentazione in pietra di Trani, doghe di legno e ciottoli, delineati da muretti bassi e fioriere-sedute in pietra. Ogni spazio è direzionato e si apre su spettacolari traguardi visivi della città. L’intero sistema risulta scavato ad una quota ribassata dal filo stradale, recuperando l’antico profilo della linea demaniale modificato nel tempo.
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4. vista dalla rampa di accesso 5. vista di dettaglio: le sedute e l’integrazione del verde 6. vista di dettaglio
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PROGETTI
Cucciolla+Castellani+Coratelli+Guerra
Lavori di riqualificazione piazza Carabellese e via Positano
quartiere Madonnella, Bari
1 progetto Arch. Arturo Cucciolla -capogruppo Arch. Giulio Castellani Ing. Pantaleone Coratelli Arch. Marco Guerra committente
comune di Bari localizzazione
quartiere Madonnella, Bari
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dati dimensionali mq 3.380 importo lavori € 593.201,00 cronologia 2010: progetto 2012/2014: realizzazione fotografie Arturo Cucciolla; Giulio Castellani
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1. vista di piazza Carabellese 2. studio della viabilità 3. planimetria generale
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PROGETTI
Il progetto di riqualificazione fonda le sue scelte compositive sulla constatazione che piazza “Madonnella” è un luogo specialissimo della città dove confluiscono gli assi direttori di tre diversi tessuti urbani (il “murattiano”, il quartiere “madonnella”, la conurbazione di via Amendola); di conseguenza il disegno degli spazi pedonalizzati e della tessitura della pavimentazione lapidea enfatizza tale qualità, introducendo una piccola fontana nel punto teorico di intreccio dei tre assi. L’intervento ha una forte valenza sociale, con l’eliminazione della “la cintura di ferro” che rinserrava la sciola Balilla sostituita da una “cintura di verde” e con l’allargamento di marciapiedi e spazi per il passeggio e per l’incontro.
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7 5. schizzi di progetto 6. vista di via Positano, dopo l’intervento 7. vista di via Positano, prima dell’intervento
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PROGETTI
Labate+Lioce+Castiglione Minischetti+Martire
P.I.R.P. Comune di Rutigliano
Rutigliano, Bari
1 progetto
capogruppo-progettista-dir. lavori
Arch. Arch. Luca Labate progettista-dir. lavori
Arch. Nicola Lioce Ing. Quirino Martire
progettista e coord. della sicurezza
Arch. Michele Castiglione Minischetti consulenti gestione dei processi partecipativi
Prof. Sergio Bisciglia, sociologo aspetti urbanistici
localizzazione Rutigliano - Ba dati dimensionali mq 30.000 importo lavori € 900.000,00 cronologia 2009/2011: progetto 2011/2013: realizzazione fotografie Vito Valenza, Silvia Bruni
Prof. Arch. Nicola Martinelli
risparmio energetico e uso razionale dell’energia
Prof. Ing. Francesco Ruggiero strutture Ing. Quirino Martire committente
comune di Rutigliano imprese CO.E.S. 2010 S.r.l. - Costruzioni Generali DI SANTO S.r.l. DEFILIPPIS S.r.l. DORONZO Infrastrutture S.r.l. - VAVALLE S.r.l. 2
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1. vista generale 2. planimetria generale 3. vista della pergola solare per infopoint
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PROGETTI
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4. vista piazza Aristotele 5. vista generale area B 6. vista impianto sportivo 7. vista area giochi
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Un Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie ha come obiettivo principale quello della restituzione di qualità urbana ai luoghi dove questa è stata negata. Affrontando il complesso e inedito processo della costruzione condivisa del Programma, l’A.C. di Rutigliano ha partecipato al Bando regionale confermando una inversione di rotta nella gestione dell’assetto del territorio, indirizzando l’azione pubblica dall’espansione alla riqualificazione urbana. Ritenendo la individuazione dell’area “bersaglio” del P.I.R.P., uno degli aspetti qualificanti del Programma, si è proceduti nella prima fase del lavoro ad una attenta selezione e perimetrazione delle aree sulle quali intervenire. Successivamente, attuando vari processi di ascolto delle comunità, sono stati individuati i temi di progetto. Con le risorse economiche stanziate, è stato previsto il recupero di un impianto sportivo, di una neviera ipogea e di numerosi alloggi (pubblici e privati), oltre alla realizzazione di opere di difesa idraulica, una pista ciclabile e vari spazi pubblici (Piazza Aristotele, parcheggi, aree verdi attrezzate). Tutti gli interventi, con varie modalità, sono connotati dal punto di vista bio-architettonico, ed è stato realizzato anche un “Information Energy Fast Space”, destinato a informare e diffondere la conoscenza dell’uso razionale e sostenibile dell’energia.
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PROGETTI
Valeria de Mattia PO FESR Puglia 2007/2013 - Percorso ciclo pedonale per la fruizione sostenibile del SIC-ZPS “Area delle Gravine” nei Comuni di Castellaneta, Palagianello e Mottola, Taranto
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1
3 progetto
progettista e dir. lavori
Arch. Valeria De Mattia strutture Arch. Valeria De Mattia committente
Comune di Palagianello impresa De Bartolomeo Francesco S.r.l.
localizzazione Palagianello - TA dati dimensionali kml 5 importo lavori € 788.500,00 cronologia 2010/2011: progetto 2011/2012: realizzazione fotografie Arch. Valeria De Mattia
1. planimetria generale 2. vista dall’alto della Piazza Giovanni Paolo II, Palagianello 3. stralcio della planimetria della Piazza Giovanni Paolo II
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PROGETTI
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Il progetto, avente come promotore il Comune di Palagianello, ha avuto lo scopo di recuperare e riqualificare le aree dismesse dalle Ferrovie dello Stato, al fine di realizzare una pista ciclopedonale che permettesse all’utenza locale, nonché meno a quella turistica, di fruire e godere delle bellezze naturalistiche ed urbane del territorio interessato dall’intervento. L’area interessata da questo intervento progettuale, dunque, è quella dell’ex ferrovia Taranto-Bari, per uno sviluppo di circa 4,5 km, tratto di connessione tra i Comuni di Castellaneta, Palagianello e Mottola. Oggetto principale dell’intervento è stato il recupero della fascia della vecchia ferrovia dismessa Bari- Taranto, che attraversa il territorio del Comune di Palagianello da est ad ovest sconfinando, per brevi tratti, nei territori dei comuni di Mottola e Castellaneta; suddetto recupero, attraverso interventi minimi a livello di impatto ambientale, seguendo i principi della mobilità sostenibile e della rigenerazione urbana ed extraurbana, ha reso l’area fruibile, rispettando la peculiarità di questi luoghi. Importante è anche l’intervento di ricucitura nell’ambito della cittadina di Palagianello, dove l’asse ferroviario taglia il paese a metà nella zona centrale più frequentata, in corrispondenza dell’ex stazione: è stata realizzata una nuova piazza cittadina intitolata a Papa Giovanni Paolo II, con annesso parco urbano attrezzato.
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4. vista ingresso principale al parco e alla pista ciclopedonale da via Roma 5. vista della panchina della piazza 6. prima e dopo l’intervento
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PROGETTI
osservando oltre
Centro artistico e culturale di Yuhang - Cina 5 +1 AA , Studio Marco Piva in collaborazione con Arup
responsabile: arch. Lorena La Forgia
Osservando Oltre vuole essere un momento di confronto e di riflessione su quello che accade al di fuori del nostro territorio in merito alla tematica oggetto di questo numero della rivista: a tal proposito abbiamo invitato l’architetto Marco Piva a fornirci, attraverso un suo progetto, lo spunto per raccontare con più ampio respiro il tema della rigenerazione urbana.
PROGETTI
5+1 AA, Studio Marco Piva in collaborazione con Arup
Centro artistico e culturale di Yuhang Yuhang, Cina
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progetto 5 +1 AA , Studio Marco Piva in collaborazione con Arup committente
Development and Construction Committee of Hangzhou Linping New City, Hangzhou Yuhang City Construction Group Ltd localizzazione Yuhang, Cina dati dimensionali mq 210.000 area masterplan mq 70.000 superficie costruito cronologia 2013: progetto
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1. render generale 2. masterplan 3. render d’insieme 4. impianto planimetrico
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Il progetto del Cultural and Art Center è costituito da tre sezioni: l’architettura degli spazi dedicati agli spettacoli, che include il grande teatro, il piccolo teatro e la piazza dell’Arte e della Cultura, il centro della Cultura e dell’Arte, che comprende la galleria d’arte, il centro culturale e la biblioteca, e la progettazione paesaggistica del territorio circostante che comprende il sistema idrico del corso d’acqua, la vegetazione, i percorsi pedonali e ciclabili. Ispirazione del Concept Sulla base di istruzioni del cliente, 5 +1 AA, Studio Marco Piva e Arup hanno sviluppato un concept di design basato sull’idea di moduli dinamici, in grado di definire spazi interlacciati funzionali ma anche modulati che interagiscono fortemente con l’ambiente reagendo alle luci naturali o artificiali, generando sorprese visive e riflessi magici.
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PROGETTI
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4. sezioni 5. vista interna 6.7 render esterni
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L’ ispirazione del concept proviene dalla Storia, dalla cultura locale, dall’Arte e dalla Natura. Storia: l’ornamento tribale rappresentativo che meglio definisce la cultura Liangzhou è l’emblema della divinità. Come icona archetipica della Cultura Liangzhou, questi segni sono stati utilizzati su tutti i manufatti e hanno dato forma al concept con la loro caratteristica forma cilindrica. Cultura locale: la tipica danza cinese con i nastri è una performance che vede i ballerini volteggiare con lunghe strisce di seta che librano nell’aria. Il movimento dinamico del nastro ha fornito lo spunto per la struttura del progetto complessivo. Arte contemporanea: Richard Serra è uno degli artisti più rappresentativi nella creazione di opere d’arte con fogli di metallo. Egli crea installazioni su grande scala, che sfidano la percezione dell’osservatore e ne incoraggia il movimento dentro e intorno alle sue sculture. I suoi archi contemporanei e monumentali, spirali, ellissi, impegnano lo spettatore in un’esperienza alterata ma allo stesso tempo coinvolgente dello spazio, la stessa sensazione che si vuole raggiungere nel nuovo centro culturale di Yuhang. Natura: l’acqua ha creato, per la millenaria cultura cinese, le condizioni per crescere e prosperare. E’tramite l’acqua che si crea un territorio magico di interazione tra la natura e gli spazi umani. Questa interazione tra Acqua e Terra genera gli spazi per l’incontro, il riposo e le attività all’aria aperta. Il design del centro artistico e culturale si basa sul Podium, che emerge dall’acqua come un enorme tartaruga, simbolo di longevità e saggezza.
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PROGETTI
8 Masterplan & Landscape La progettazione del paesaggio realizzata per il centro artistico e culturale di Yuhang è finalizzata all’ottenimento di un sistema sostenibile, eco-friendly, ben equilibrato tra la città e la natura, che è stato chiamato Water Park: un sistema di boschi, cespugli, aiuole , alberi, una zona pedonale e ciclabile, piccole imbarcazioni, etc . Il parco acquatico offrirà ai cittadini la possibilità di lunghe passeggiate rilassanti , angoli tranquilli per sedersi , leggere e godere la visione di giardini , boschi , fauna. L’acqua del fiume forma il cuore culturale della nuova città di Linping, creando lo “Shuiting Eastern Lake”.
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8.9. render esterni 10.11. render interni
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Il Podium Il volume del podio collega la città con il lago, creando una piazza multifunzionale e multilivello . La Piazza Culturale, organizzata su diversi livelli , è divisa in settori dinamici per il tempo libero, culturale ed eventi espositivi . I quattro volumi distinti degli edifici sono interconnessi al piano terra e al livello mezzanino all’interno del podio . Il “sistema nervoso centrale “ del complesso culturale è lo “Shooting Star” , un volume in vetro articolato che sorvola la piazza culturale, finalizzato a collegare i piani dei quattro edifici . Il disegno è armonico con l’ambiente circostante e corrisponde ai canoni culturali del territorio nel quale si inserisce . Tutti e quattro gli edifici sono stati accuratamente studiati dal punto di vista dell’organizzazione dello spazio, dei bisogni delle persone , con scelta di materiali e accorgimenti tecnici d’avanguardia.
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La nostra Mission “Creare Valore Sviluppando Competenze” GESTINNOVATION la Formazione in “Partnership Co_Branding Networking” 3.220 Professionisti nel 2014, si sono formati con i nostri Corsi, Eventi, Seminari e Convegni, aggiungendosi agli oltre 2.500 Professionisti formati nel biennio 2012-2013 per un totale di 18.000 partecipanti che in tutta Italia dal 1995 ad oggi hanno seguito corsi organizzati in Collaborazione o in Partnership con GESTINNOVATION
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Le nostre aule di Eventi, Corsi e Convegni Sito web
Pietro Carparelli
w w w. g e s t i n n o v a t i o n . i t – e m a i l fo r m a z i o n e @ g e s t i n n o v a t i o n . i t – t e l 0 8 0 / 4 4 2 1 6 8 8 c e l l 3 3 8 / 7 0 3 3 2 0 6
sezione
concorsi
Concorso di idee per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante
responsabile: arch. Pasquale Ragone
In questa sezione l’attenzione è rivolta ai concorsi di architettura, visti come occasione, anche per i progettisti più giovani, di confrontarsi con tematiche sempre stimolanti e innovative. Tra i diversi procedimenti concorsuali che si sono svolti nella nostra provincia negli ultimi tre anni sul tema della Rigenerazione Urbana, pertanto, la scelta è ricaduta sul concorso organizzato da E.A. Fiera del Levante in collaborazione con ANCE Bari-BAT, per la ricostruzione degli immobili da destinare alle attività permanenti presso la Fiera del Levante, concorso che ha visto vincitore un gruppo di giovani professionisti.
CONCORSI Il concorso di idee, bandito dalla E.A. Fiera del Levante in collaborazione con ANCE Bari-BAT, ha per oggetto la ristrutturazione e riqualificazione dell’insieme di edifici denominato “apriamo la Fiera alla città” e relative pertinenze all’interno del quartiere fieristico di Bari, per una superficie complessiva di 6785,83 mq. Obiettivo del concorso è quello di produrre un progetto preliminare che preveda la completa ricostruzione degli immobili da destinare alle attività previste dalla manifestazione di interesse, tutt’oggi pubblicata sul sito Ufficiale della Fiera del Levante con scadenza dicembre 2013, tesa a favorire l’insediamento negli immobili fieristici di tipo permanente, per le seguenti tipologie di attività: - esposizioni, mostre, mostre-mercati permanenti; - biblioteche e centri multimediali; - servizi per la promozione del commercio internazionale e degli scambi; - attività di valorizzazione delle produzioni locali; - attività in campo culturale, cinematografico, musicale, teatrale, televisivo, editoriale, multimediale; - attività educative, formative, divulgative; - attività di ristorazione e di intrattenimento di qualità; - sedi di istituzioni nazionali o internazionali; - sedi istituzionali e di organizzazioni di rappresentanza. Gli elaborati richiesti per la parecipazione sono i seguenti: 1. relazione illustrativa e tecnica, utile a illustrare i criteri guida delle scelte progettuali in relazione agli obiettivi previsti dal bando e alle caratteristiche dell’intervento. Potrà contenere immagini e schemi grafici dell’ideazione. Dovrà essere contenuta in un numero massimo di 6 facciate in formato UNI A4, più la copertina;
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2. Tavole nel formato UNI A1, montate su supporto rigido leggero tipo forex spessore massimo 5 mm, contenenti rappresentazioni planimetriche/grafiche illustrative del progetto di sistemazione complessiva dell’area della piazza.
I premi 1° premio: € 25.000,00 2° premio: € 5.000,00 3° premio: € 5.000,00 Esito del concorso 1° classificato:
capogruppo
GIANDOMENICO FLORIO ARCHITETTO progettisti
DED’A STUDIO ARCHITETTI ASSOCIATI, PATRIZIA PAOLA PIRRO, GIORGIA LUBISCO, FRANCESCO MARELLA, RICCARDO PAVONE, EMANUELE PAGLIARA, MARIALUISA SORRENTINO, SABRINA SCALETTA 2° classificato: capogruppo MARIA LUCIA MASCIOPINTO progettisti
VINCENZO PAOLO BAGNATO, PASQUALE DE NICOLO, VITO CATELLA, VITO COLAIANNI collaboratori MAYSHA MUSSONGHORA consulenti Impianti – MARIO ROSSIGNOLI (INGEGNERIA & SERVIZI)
Sostenibilità ambientale ANTONIO BERNARDONI (KEPOS STUDIO)
3° classificato EX-AEQUO: LUCIA MONOPOLI QUI53 STUDIO
1° classificato - “la fiera al centro” (capogruppo) GIANDOMENICO FLORIO ARCHITETTO (progettisti) DED’A STUDIO ARCHITETTI ASSOCIATI, PATRIZIA PAOLA PIRRO, GIORGIA LUBISCO, FRANCESCO MARELLA,
RICCARDO PAVONE, EMANUELE PAGLIARA, MARIALUISA SORRENTINO, SABRINA SCALETTA
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Il progetto della riqualificazione rielabora lo schema ottocentesco del quadrilatero e lo ridisegna attraverso l’inserimento di involucri tecnologici capaci di contenere le nuove architetture, applicando i seguenti principi di intervento: 1. edifici da conservare: rinnovare completamente l’immagine e l’architettura dell’area, conservando esclusivamente gli edifici previsti dal bando; 2. l’impianto storico: mantenere l’impianto radiale in quanto valore storico identitario; 3. la piazza: valorizzare lo spazio pubblico della piazza storica, come ‘palcoscenico’ e ‘vetrina’ della nuova Fiera; 4. i fronti e gli isolati: costruire i fronti sulla piazza e ridefinire gli isolati; 5. permeabilità dello spazio: garantire la permeabilità pedonale dei nuovi spazi in funzione dei nuovi usi; 6. spazi verdi: migliorare la qualità ambientale dell’area aumentando la dotazione di spazi verdi accessibili; 7. collegamenti: connettersi al sistema esistente di accessi al recinto fieristico. 2
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CONCORSI
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Il progetto risolve il problema della microclimatizzazione ambientale attraverso un dispositivo dinamico di regolazione dell’irraggiamento solare. Una doppia pelle tecnologica avvolge ciascun isolato. La pelle esterna è costituita da un sottile strato di lamiera pressopiegata e traforata. Il rapporto tra parti forate e piene è proporzionale alla quantità di luce che attraversa o meno lo schermo.
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6 5 1. render generale 2. planimetria di progetto 3. render della piazza
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4. texture della pelle esterna 5. render della corte interna agli isolati
2° classificato (capogruppo) (progettisti) (collaboratori) (consulenti)
MARIA LUCIA MASCIOPINTO VINCENZO PAOLO BAGNATO, PASQUALE DE NICOLO, VITO CATELLA, VITO COLAIANNI MAYSHA MUSSONGHORA Impianti – MARIO ROSSIGNOLI (INGEGNERIA & SERVIZI) _ Sostenibilità ambientale ANTONIO BERNARDONI (KEPOS STUDIO)
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1. render della piazza centrale 2. stralcio facciata fabbricato 3. render della corte su viale Pisa 4. planimetria di progetto
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Il progetto si basa sui seguenti punti fondamentali: 1. trasformazione della parte centrale della Fiera in un’ isola pedonale verde in cui si concentrano tutte le dotazioni di giardini, aree di sosta, zone d’ombra, luoghi di incontro; 2. articolazione dello spazio centrale in un sistema di piazze che, a parità di superficie coperta, aumenti la superficie complessiva degli spazi aperti fruibili; 3. costruzione di un nuovo sistema di padiglioni che razionalizzi e riordini l’impianto monumentale compromesso dagli attuali padiglioni; 4. individuazione di un sistema costruttivo modulare, che consenta di realizzare, nel corso del tempo, ulteriori volumetrie e di poterle facilmente adattare alle mutevoli esigenze funzionali; 5. creazione di un sistema di gestione dell’energia sostenibile, che garantisca il minor fabbisogno possibile, l’approviggionamento da fonti rinnovabili, la riduzione dei costi legati al consumo e alla gestione, l’autosufficienza dei singoli comparti.
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CONCORSI
3° classificato ex-aequo LUCIA MONOPOLI Lo scenario progettuale ipotizzato mira alla demolizione e ricostruzione dei padiglioni individuati dal bando, fatta eccezione per il padiglione 147 e nasce dall’idea di guidare verso un’altra rotta l’intero quartiere fieristico. Partendo dalla piazza e in sintonia con il logo della fiera stessa, il veliero, e la storia del quadrilatero storico è scaturita l’idea del “timone” inteso come elemento simbolico che connota lo scenario progettuale nella sua architettura e direziona i fruitori all’interno della stessa. Il “timone del veliero” dotato di ruote, maniglioni e pomi, agevola il ridisegno dell’area fieristica geometricamente regolato da moduli curvi definiti da assi radiali “percorsi principali” e circolari “percorsi secondari”.
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3° classificato ex-aequo QUI53 STUDIO Il progetto mira ad incrementare la fruizione quotidiana del luogo-Fiera non solo riconvertendo e portando a nuova vita i singoli padiglioni, ma costituendosi inoltre come realtà ricreativa, che abbraccia il tempo dello svago e sviluppa il livello di benessere. La Fiera è stata quindi pensata come parco urbano, che pone in dialogo differenti soggetti durante tutto l’arco della giornata. Il concetto di parco urbano mira a ricomporre i singoli padiglioni entro un grande flusso circolare di aree verdi ed aree piazza, che si sviluppano secondo una scelta compositiva, che trae origine dalla matrice primigenia della Fiera degli anni ‘30, a cui si affianca una “ristrutturazione leggera” dei manufatti più vetusti e senza alcun carattere tipologico di valore.
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5. render del teatro-cinema 6. planimetria di progetto 7. render del parco urbano 8. planimetria di progetto
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rubrica
eventi
responsabile: arch. Alessandro Robles
L’introduzione dei crediti formativi obbligatori ha posto l’Ordine e i suoi iscritti di fronte a un nuovo articolato percorso. In un tempo difficile come quello che stiamo attraversando, l’aggiornamento continuo per gli architetti può rappresentare un’opportunità di crescita professionale. Produrre un programma di convegni gratuiti e qualificati che andasse incontro agli interessi differenziati dei colleghi, è stato l’obiettivo principale messo in campo dal nostro Ordine. In questa sezione della rivista si intende offrire una sintesi delle iniziative promosse nel 2014 seguendo il filo che lega le attività dell’ordine degli Architetti di Bari per il quadriennio 2014-2017. Gli argomenti affrontati hanno in comune l’approfondimento delle tematiche progettuali legate ai concetti di “riqualificazione” e “sostenibilità”, nella convinzione che le sfide future debbano inderogabilmente passare attraverso un costante impegno che metta al centro il rispetto delle regole e del contesto in cui si opera.
EVENTI
Il ruolo del patrimonio territoriale nella pianificazione e nel governo del territorio Lectio magistralis del 24 aprile 2014
Il territorio come soggetto di sviluppo delle società locali Magnaghi svolge l’intervento ragionando sulle parole chiave: territorio, soggetto, sviluppo, società locali. La tesi che intende avanzare si basa sul fatto che, a fronte dei processi di deterritorializzazione senza ritorno indotti dalla globalizzazione economica e dal dominio crescente del ciberspazio, sia tempo di atterrare, di tornare dalla piazza virtuale alla piazza reale: riorientarsi nel mondo, riconoscersi in ciò che resta dei luoghi, ricostruirli radicandosi, prendendosene cura. Tratteggia una società locale che, riterritorializzandosi, ricostruisce la peculiarità antropologica del saper edificare e curare il proprio ambiente di vita, del ritrovare in questa cura un mondo ricco di identità e stili di vita, di scambi non gerarchici e solidali fra comunità locali del pianeta. “Una dissennata furia edificatoria ci ha riempiti di capannoni e appartamenti vuoti in periferie degradate, ecco perché bisogna approvare il Piano di tutela.” (A. Magnaghi)
Il progetto locale La condizione di “doposviluppo” in cui ci ha fatti precipitare la crisi economica mondiale impone nuove visioni strategiche, a partire proprio da ciò che ci è più prossimo: il luogo in cui viviamo e da cui, paradossalmente, siamo sempre più sradicati. La nostra esistenza si delocalizza, perdiamo la sovranità sulle sue forme materiali e simboliche, mentre quell’autentica opera d’arte corale che è il
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Il prof. Alberto Magnaghi ha redatto il Piano Paesaggistico Territoriale adottato dalla Regione Puglia in tema di vincoli ambientali
territorio, costruito nel dialogo vivo tra uomo e natura, subisce una spoliazione sistematica, riducendosi a supporto amorfo di opere e funzioni. Secondo Alberto Magnaghi, uno dei massimi teorici del localismo consapevole, è ormai improrogabile riprogettare il territorio su basi di autosostenibilità e decrescita. Bisogna rimettere in valore lo spazio pubblico attraverso nuove alleanze di comunità. Essenziale è il sorgere di una “coscienza di luogo” (di quartiere, di città, di valle, di bioregione) che miri a tutelare i beni patrimoniali comuni, ossia culture, paesaggi urbani e rurali, produzioni locali, saperi. Magnaghi riabilita con vigore la nozione di territorio e di territorialità, in quanto risultato dell’unione amorosa della natura e della cultura, “opera d’arte” che si trova in pericolo, da un lato a causa del diffondersi sconsiderato della tecnologia che deterritorializza l’azione degli uomini, e dall’altro a causa della globalizzazione dell’economia che delocalizza le unità di produzione, di consumo e di decisione. Il professore pensa che sia possibile arginare queste tendenze costruendo uno sviluppo locale autosostenibile. Per questo è auspicabile che ogni territorio ritrovi la propria identità e disegni una sorta di sua carta geografico-genetica, al fine di partecipare direttamente, in quanto tale, al “progetto locale”.
Morfotipologie territoriali - reti di città Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia
I sistemi territoriali per la fruizione dei beni patrimoniali Piano Paesaggistico Territoriale della Regione Puglia
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Il ruolo del patrimonio territoriale nella pianificazione e nel governo del territorio
Il territorio è un neoecosistema, ossia l’eredità di una lunga storia passata e a venire. Questa proiezione nell’avvenire impone il “principio di sostenibilità”, che Alberto Magnaghi fonda ispirandosi ai lavori di Ignacy Sachs, su “cinque dimensioni indissociabili: sociale, economica, ecologica, geografica e culturale”. Dopo aver spiegato perché il patrimonio non reclama una conservazione, ma la sua valorizzazione “attraverso nuovi modi di territorializzazione e la creazione di nuove risorse”, egli precisa quel che intende per autosostenibilità. Questo concetto riposa sul postulato secondo il quale una nuova relazione coevolutiva tra abitanti-produttori e territorio può creare un equilibrio sostenibile tra insediamento umano e milieu, riconnettendo le abitudini, i saperi e le tecniche di oggi a una saggezza ambientale ancestrale. è a partire da questa territorialità riconquistata che la democrazia comunitaria potrà esercitarsi.
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“Ogni regione possiede uno specifico capitale territoriale distinto da quello delle altre aree, che genera un più elevato ritorno per specifiche tipologie di investimento, che sono meglio adatte per questa area e che più efficacemente utilizzano i suoi asset e le sue potenzialità. Le politiche di sviluppo territoriale devono innanzitutto e soprattutto aiutare le singole regioni a costruire i loro capitale territoriale”. (Commissione Europea 2005)
Il progetto locale è infatti definito come un approccio territoriale dello sviluppo autosostenibile, s’incarna nella politica o piuttosto nelle politiche, il linguaggio e le azioni di un governo locale, e si scontra necessariamente con numerose contraddizioni. Come dice Magnaghi, le esperienze più avanzate mostrano che bisogna favorire la crescita delle società locali, il cui principale obbiettivo è di ristabilire relazioni virtuose con il loro luogo d’insediamento, reinterpretandone i suoi valori territoriali.
EVENTI
Racconti di architettura Marco Piva Convegno del 19 giugno 2014
“Racconti di architettura” è un ciclo di incontri con architetti noti nel panorama internazionale che la Commissione Cultura ed Eventi si è proposta di organizzare nel corso del suo mandato al fine di approfondire non solo la loro filosofia progettuale ma anche il passaggio “dal concept al progetto” vero e proprio, indagando gli aspetti tecnico-costruttivi legati alla realizzazione dell’opera. A raccontarci la sua esperienza lavorativa (italiana ed estera e alle diverse scale) abbiamo invitato l’arch. Marco Piva. Membro fondatore dello Studiodada Associati, uno degli studi di design più noti del periodo del Radical Design, nonché fondatore nel 1987 dell’IDA, International Design Agency, (interfaccia italiana per un sistema World Design Network.), l’arch. Piva ha realizzato numerosi progetti di architettura e interior design occupandosi di riqualificazione dell’esistente, ma anche di nuova progettazione ponendo molta attenzione alla sperimentazione e allo studio delle più innovative tecnologie sempre con un approccio etico e sostenibile. Si scopre un “progettista-viaggiatore”, attento alle atmosfere del territorio: per Piva progettare è sinonimo di indagine, differenziazione, sperimentazione.
L’evento si è svolto in due sessioni. Nella mattinata si è approfondita la metodologia progettuale applicata dallo studio milanese alle diverse scale. Da sempre impegnato in molteplici contesti, Marco Piva ha posto l’accento sul significato e sull’importanza dello stile italiano in architettura e sulla possibilità di “ridisegnarlo” mantenendo alta l’attenzione nei confronti di quello che lui definisce l’ “italian touch” quale caratteristica principale che ci contraddistingue nel mondo. Lo sforzo nella ricerca dei materiali e della tecnologia, l’innovazione nel design e il valore di unicità sono le parole chiave del lavoro dell’architetto e del suo studio. Come egli stesso sottolinea: “Ogni oggetto, dalla grande scala fino al dettaglio, deve riuscire a raccontare qualcosa in più della sua funzionalità, raggiungendo una dimensione sinestetica”. 47
Il concetto è stato poi approfondito nella sessione pomeridiana attraverso il racconto di tre differenti progetti: un masterplan (Porto Dubai), un progetto di architettura (l’hotel Excelsior Gallia a Milano) ed e un progetto di interior & product design (Bulgari Window). In tutti i casi essenziale per l’architetto è lo studio della materia, della “pelle” del progetto, in un processo dal macro al particolare, la cui scelta deve essere contestuale al progetto. Una pelle che rimanda a un’altra parola chiave: la trasparenza, che Piva ricerca sia
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in architettura sia nell’oggetto di design. In tutti i casi ciò che conta è “la capacità di rinnovarsi per innovare, di migliorare le proprie capacità di analisi per proporre nuove sintesi formali e funzionali, di essere più strettamente parte di processi che non si limitino alla produzione di beni di consumo, ma che siano in grado di proporre anche nuovi modi di essere”.
EVENTI
Mobilità sostenibile e multimodalità urbana Seminario del 20 novembre 2014
Il seminario sulla “Mobilità Sostenibile e Multimodalità Urbana”, è stato un’occasione di riflessione su tematiche di pianificazione territoriale ed urbana ormai diffusamente affrontate in Europa e sulle quali in Italia occorre porre un maggiore accento. La mobilità, infatti, è oggi intesa come parte di un progetto integrato sostenibile. Durante le due sessioni -“Multimodalità Territoriale” e “Multimodalità Urbana”- sono stati forniti elementi utili per una ricerca ed un approfondimento critico sulle scelte che i tecnici e le amministrazioni affrontano quotidianamente. Oggi troppo spesso si tiene in scarsa considerazione il tema del consumo di suolo a causa della presunta necessità di spostamento in auto. Le nostre città, risultato di uno sviluppo urbanistico “auto-centrico” generato dai criteri di comodità, velocità, sicurezza, condizionano il nostro stile di vita e talvolta ci obbligano all’uso del mezzo di trasporto privato che una volta era considerato principale strumento per la mobilità e simbolo di modernità, ma è ora oggetto di valutazioni negative a causa delle conseguenze prodotte: traffico, inquinamento, perdita di spazi, isolamento di alcune categorie sociali nelle grandi aree urbane. L’indirizzo di amministrazioni non attente cercano di risolvere le problematiche del traffico urbano adottando soluzioni sempre più impattanti per dare ancora spazio al mezzo privato, in un “circolo vizioso” infernale di moltiplicazione del carico delle città. Invece, pianificare partendo dall’uomo significa garantire la fruizione degli spazi pubblici per una vita sociale, opportunità di crescita e sviluppo, sicurezza, autonomia, salute e benessere per tutti a prescindere da età, pos-
sibilità economiche o capacità fisiche. La pianificazione europea attuale si basa perciò sui concetti di mobilità, sostenibilità e accessibilità: l’uso dei mezzi pubblici, delle due ruote e dei piedi diventa quindi un valore. I progetti illustrati, in sintonia con gli orientamenti europei attuali, individuano gli obiettivi pianificatori secondo una nuova gerarchia:
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puntano sul trasporto collettivo, sugli spostamenti a piedi o in bicicletta, e non dimenticano mai i cittadini con diverse capacità fisiche di mobilità. Il ruolo dell’auto è relegato a un secondo piano e l’autista è invitato ad adeguare i propri ritmi ad un contesto più umano: la possibilità d’uso del proprio veicolo è ridotta. Durante la prima sessione, “Multimodalità
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territoriale”, l’architetto Giuseppe dell’Aquila ha esposto il “caso studio della carta architettonica paesaggistica delle opere a cielo aperto della linea ferroviaria Torino - Lione” quale strumento di lavoro che si incentra sulla condivisone e sulla democratizzazione del percorso progettuale tra gli attori in gioco (ingegneri, urbanisti, architetti, paesaggisti, agronomi, geologi, sociologi, economisti, amministratori pubblici): un quadro di vincoli chiari, un sistema di obiettivi massimamente condivisi e una rosa di criticità, che si trasformano in potenzialità progettuali, conducono alla territorializzazione dell’opera infrastrutturale. Sono questi i passaggi logici di una progettazione delle infrastrutture che la carta architettonica mette a sistema attraverso un’efficace narrazione elaborata per capitoli. “Una modalità di progettazione di cui oggi il nostro paese avrebbe bisogno e in cui è purtroppo carente e decisamente poco preparato”. Una messa a fuoco sulla multimodalità è descritta dal dott. Raffaele Sforza, mobility manager della Regione Puglia, che ha illustrato le politiche di mobilità ciclistica in Puglia attraverso la Legge regionale n.1 del 2013, il progetto Cy.Ro.N.Med., la road book della ciclovia Adriatica, la segnaletica e la classificazione delle ciclovie, il trasporto bici+treno, la nuova velo-stazione. Il “progetto della ciclovia dell’Acquedotto pugliese”, presentato dal dott. Loris Venturini, fornisce un esempio di valorizzazione di risorse inutilizzate e da scoprire nel territorio. Le strade di servizio, adibite ai mezzi di manutenzione dell’Acquedotto pugliese ed attualmente chiuse al traffico, possono essere riqualificate e convertite in una rete di itinerari riservati ai ciclisti: una greenway che percorre la Puglia attraverso territori di grande valore paesaggistico e storico-culturale come quello di Castel del Monte, il Parco Nazionale dell’Alta Murgia e la Valle d’Itria. Il progetto generale considera una rete ciclabile di circa 250 km, con possibilità di estensione fino ad oltre 500 km. Allo stato attuale è stato realizzato un primo tratto di circa 10 km in valle d’Itria da Locorotondo fino a Ceglie Messapica. Nella sessione “Multimodalità Urbana” sono stati affrontati temi di pianificazione urbana dei trasporti con strategie di traffic calming, ponendo l’attenzione sulla realizzazione dei
P.U.M.S, dei Biciplan, e su alcuni casi pratici di progettazione degli spazi condivisi ed integrati alla mobilità sostenibile. Le politiche e le strategie avviate a livello europeo illustrate dal dott. Cosimo Chiffi, come l’Iniziativa “Civitas”, sono fondamentali per acquisire e approfondire la conoscenza delle buone pratiche di programmazione e progettazione della multimodalità e della mobilità sostenibile nel contesto urbano. Tra gli strumenti vigenti da dover adottare sono stati esposti il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, il Biciplan e alcuni casi concreti come le zone 30, zone traffic calming e rotatorie. Un caso concreto di Biciplan è stato presentato dall’ing. Nicola Berloco che ha illustrato il piano di mobilità ciclistica della Città di Bari, realizzato attraverso lo studio effettuato sulla gerarchizzazione della rete stradale e ciclabile con particolare attenzione alla progettazione delle zone a traffic calming (zone 30) e le schede di progetto. Come caso concreto ed esempio di realizzazione di uno spazio urbano unitario disponibile agli usi della multi mobilità, gli architetti Paolo Ceccon e Laura Zampieri del CZ Studio Associati hanno illustrato il “progetto integrato di riqualificazione per l’intermodalità dell’area della stazione ferroviaria di Padova”
escludendo al massimo il traffico automobilistico privato, contraendo lo spazio destinato alla mobilità pubblica e realizzando una nuova struttura a parcheggio per le biciclette. In realtà nel dibattito è emerso che ancor oggi molti tecnici, quando progettano ponti, nuove corsie, rondò stradali, parcheggi, continuano a concepire una città “per le auto” e non “per le persone”. Le piste ciclabili, infatti, sono realizzabili unicamente in quei Paesi in cui lo sviluppo di un’urbanistica sana ha permesso di dare spazio a tutti gli utenti, realizzando ampi marciapiedi per i pedoni, piste ciclabili, spazi per la sosta e spazio per la circolazione dei veicoli a motore. La maggior parte delle strade italiane hanno spazi molto ridotti, ed inserire una pista ciclabile separata con cordolo significa o ridurre il già risicato spazio pedonale o eliminare un’intera fila di sosta, oltre ad avere un costo decisamente più elevato e richiedere più lunghi tempi di realizzazione. In definitiva sarebbe opportuno puntare sulla moderazione delle velocità e sulle zone 30 consente invece di realizzare, in tempi brevi e a costi ridotti, sistemi leggeri per lo sviluppo della ciclabilità ed aumentare la sicurezza di tutti gli utenti della strada.
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EVENTI
Gli incontri e gli eventi di formazione organizzati dall’Ordine degli Architetti P.P.C. di Bari anno 2014
■↑▬♥• 26 gennaio - Riqualificazione ambientale dei paesaggi degradati • 7 marzo - Seminario sui compensi professionali • 27 marzo - Il ruolo del paesaggio per lo sviluppo sostenibile del territorio rurale • 24 aprile - Il ruolo del patrimonio territoriale nella pianificazione e nel governo del territorio • 15 maggio - Formazione in evoluzione. Accreditamento e formazione online • 16 maggio - Il restauro monumentale • 22 maggio - Architettura, luce e colore • 26/27 maggio - Lo spazio residenziale e il complemento d’arredo • 19 giugno - Racconti di architettura: Marco Piva • 11 luglio - Valorizzare il paesaggio e rigenerare la città • 24 luglio - Le città vivibili • 12 settembre - La misura del costruito • 17 settembre - Il modello città-territorio • 26 settembre - Regolamento dei prodotti da costruzione • 30 settembre - Norme professionali e deontologiche, lavoro, compensi e competenze • 3 ottobre - Modellazione 3D & image processing • 4 ottobre - Le imprese verso gli obiettivi 2020 • 4 ottobre - Edifici a energia quasi zero • 7 ottobre - L’evoluzione del restauro e della manutenzione delle strutture in c.a. e c.a.p. • 9 ottobre - Architetture dei sistemi domotici • 30 ottobre - Smaltire l’amianto: piani, programmi, risorse e interventi • 4 novembre - Progettare e garantire il futuro del nostro territorio • 9/20 novembre - LUP Molfetta seminari di strada • 20/22 novembre - Festival dell’architettura Pugliarch • 20 novembre - Mobilità sostenibile • 25 novembre - Un albergo sostenibile per una vacanza sostenibile • 9 dicembre - Personal branding e self marketing • 11 dicembre - Previdenza e assistenza per gli ingegneri e gli architetti
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rubrica
materiali
responsabile: arch. Mariateresa D’Alba
La crisi globale, i cambiamenti climatici e la parallela crescente richiesta di energia da parte dei paesi in via d’espansione ha costretto l’uomo ad una profonda riflessione sullo sfruttamento delle risorse naturali messe a disposizione del nostro pianeta. Tale quadro di riferimento oltre all’imperante problema dello smaltimento dei rifiuti urbani, scarti di lavorazione industriali, manifatturieri, edili ecc., ha sensibilizzato le comunità rispetto alla produzione di nuovi prodotti con materie prime derivanti dal riciclo o da materiali naturali riciclabili. L’edilizia è infatti uno dei settori in cui la ricerca in merito alla produzione di materiali e componenti da prodotti riciclati, ha dato negli ultimi anni risultati importanti. In questa rubrica si segnalano alcuni dei nuovi materiali utilizzabili nella progettazione outdoor, distinti per componente d’origine riciclato o in funzione dell’elemento naturale, rinnovabile, che ne costituisce la base.
MATERIALI
Casei Eco-System s.r.l.
Inverplast
Descrizione: Materiale composto da granuli di gomma riciclata, derivata dagli pneumatici fuori uso. Viene utilizzato per la pavimentazione anti-trauma in aree gioco dove è necessario assorbire un’altezza di caduta specifica
Descrizione: Materiale in gomma SBR ottenuto dal recupero e riciclo degli pneumatici fuori uso. Viene impiegato per la realizzazione di superfici in erba artificiale a drenaggio orizzontale e per la realizzazione di superfici sportive
Utilizzo: Pavimentazione anti-trauma
Utilizzo: Intaso di campi in erba sintetica, pavimentazioni sportive, aree gioco
ECO SOFT
Composizione: Materiale riciclato post-consumo
FUN RUBBER
Composizione: Gomma sbr
Modwalls
TECHNOpor Handels GmbH
Descrizione: Materiale prodotto al 100% da ciottoli di vetro riciclato post-consumo, montati su una rete per facilitarne l’istallazione
Descrizione: Materiale costituito da schiuma di vetro granulato riciclato, macinato e riscaldato con un agente espandente naturale
Utilizzo: Rivestimento di pareti e pavimenti, particolarmente adatto per l’impiego in zone umide sia interne che esterne
Utilizzo: Data la grande quantità di aria al suo interno viene utilizzato come isolante. Anche utilizzato per la realizzazione di fondazioni, strade, ponti, tetti e garage
MODROCKS
Composizione: 100% vetro riciclato
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GLASSHAUM-GRANULAT
Composizione: 100% vetro riciclato
Florim Ceramiche spa
Eprom srl
Descrizione: Materiale realizzato dal riciclo di grès porcellanato
Descrizione: Materiale ottenuto dal seme di una palma amazzonica: la tagua
Utilizzo: Impiegato come pavimentazione per esterni e può essere posato a secco e senza fuga direttamente su sabbia, ghiaia o erba
Utilizzo: Trova impiego come pavimentazione e rivestimento
CALSTAR BRICK
Composizione: Gres porcellanato post uso superiore al 70%
IVORY DREAM TAGUA
Composizione: Tagua tostata disponibile nella versione bianca o marrone
Trex Company
Moso inte-rnetional B.V.
Descrizione: Materiale prodotto dall’unione di legno e fibre di plastica riciclati, provenienti da risorse di recupero, come segatura e sacchetti di plastica usati
Descrizione: Materiale composto al 90% da bamboo pressato
TREX
Utilizzo: Adoperato come pavimentazione o nella realizzazione di arredi per esterni
BAMBOO X TREME
Utilizzo: Pavimentazione per esterni in particolare decking Composizione: Bamboo pressato
Composizione: 40-50% PE, 45-60% fibre di legno www.matrec.com 55
rubrica
prodotti
responsabile: arch. Antonella Magnifico
La rubrica nasce dalla ricerca di prodotti innovativi nel mondo del design in ambito outdoor, partendo dalla tematica di base nonché filo conduttore di questo numero: la rigenerazione urbana. Si vogliono di seguito segnalare, dunque, dei nuovi eco-prodotti realizzati con materiali e/o tecnologie e processi produttivi ecocompatibili, e di conseguenza pienamente rispondenti alla richiesta attuale del mercato italiano ed estero di prodotti sostenibili e innovativi.
PRODOTTI
Griglia per la realizzazione di pareti verdi verticali
WALL-Y
WALL-Y è una parete a verde verticale, per delimitare spazi e aree verdi. E’ realizzato in polietilene vergine ad alta densità, un polimero plastico dotato di resistenza agli urti e solidità accompagnate da elasticità e flessibilità. Grazie ad uno specifico trattamento ai raggi UV è particolarmente resistente agli agenti atmosferici, ed è in grado di migliorare le prestazioni energetiche
dell’edificio, dal un punto di vista dell’isolamento termico ed acustico. WALL-Y si può applicare sia su edifici esistenti che di nuova realizzazione. Infatti, è possibile installare WALL-Y su una parete esistente o realizzare pareti e divisori autoportanti agganciando gli elementi ad una sottostruttura. WALL-Y ha una forte valenza estetica ed ambientale, all’interno del contesto urbano.
www.geoplast.it
Il nuovo ciclo di vita della gomma
IL PROGETTO BUNA
I designers argentini Virginia Filiberti e Silvio Tinello (UAU Disegno studio) si sono posti come principale obiettivo quello di ridurre l’impatto ambientale dei rifiuti e re-inserirli in un nuovo ciclo produttivo, proponendo un materiale alternativo per oggetti di uso quotidiano. La linea BUNA è composta da una serie di vasi e sedute da esterno in gomma. Lo scopo è stato quello di creare una linea di pro-
dotti modulare e flessibile a ogni tipo di spazio. Il materiale è stato progettato per sopportare fattori climatici esterni, infatti, il composto di fibre intrecciate consente un rapido assorbimento dell’acqua. Il progetto, non solo mira a salvaguardare le materie prime sempre meno disponibili, ma genera occupazione, poiché la tecnologia utilizzata non richiede costosi macchinari, ma esclusivamente manodopera qualificata.
www.buna.com.ar - www.uadisegno.com - www.matrec.com
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“alien and monkey” riutilizza le tradizionali tecniche ceramiche
LUCI DI SABBIA
Daishu Ma, scrittore e illustratore, e Marc Nicolau industrial designer, hanno riutilizzato le tradizionali tecniche ceramiche per sviluppare prodotti innovativi sfruttando una delle risorse più abbondanti sulla Terra ma mai utilizzata per questo
scopo: la sabbia. Questa risorsa ha dato vita a “lampade effimere”: esse possono essere utilizzate per un lungo periodo di tempo per poi sgretolarsi al termine del loro ciclo di vita e ritornare sabbia.
www.alienandmonkey.com
Lampade da esterno sensibili al movimento
SHROOM ILLUMINA LA NORVEGIA
Shroom è una serie di lampade da esterno dotate di un sistema di sensori di rilevamento che reagisce ai movimenti. L’idea alla base del progetto deriva dal contatto con il lavoro in un villaggio norvegese. Lo studio francese coordinato dai designers Birgitta Ralston e Alexandre Bau ha voluto creare un’illuminazione che si adattasse alla vita del luogo e ai bisogni delle città nordiche. L’affascinante luce delle stelle e l’aurora boreale, difatti sono spesso influenzati dalla pubblica illuminazione. Questo ha portato alla realizzazio-
ne di lampade che si potessero illuminare solo quando necessario. I designers affermano che la luce viene automaticamente dimmerata e abbassa la sua luminosità di un 10% quando non rileva presenze in prossimità. SHROOM illumina, invece, pienamente il percorso quando rileva il passaggio di qualcuno nei dintorni. Questo prodotto, vincitore del Red Dot Design Award 2013 (all’interno della categoria product design) consente in tal modo risparmio energetico e riduzione dell’inquinamento luminoso.
www.saintluc.fr - www.ralstonbau.com
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La sedia di riso
ECO - TROPICALIA
Kiberly Lee, designer presso Miniwiz SED Ltd, ispirandosi ad antiche tecniche di tessitura cinese, attraverso lo sfruttamento di materiali riciclati ha progettato la sedia ECO - TROPICALIA. I materiali che la compongono sono: il filo di Natrilon (un mix di lolla di riso e 100% PET post-consumo) e l’acciaio riciclato. Influenzata dalla collezione
Tropicalia di Patricia Urquiola, la sedia ECO-TROPICALIA adotta una struttura esagonale impilabile attraverso l’utilizzo di una nuova tecnica di tessitura 4 + 4. Il prodotto finale è un mix unico di tradizione orientale ed occidentale. La sedia, ergonomica e confortevole, ha dimensioni 45 cm x 56 cm x 76 cm.
www.matrec.com - www.miniwiz.com
Fioriere ecofriendly realizzate dai fondi del caffè
POTHRA by Nooka
Nooka è una società di NewYork dedicata alla moda e al design fondata dall’artista/designer Matthew Waldman. Il designer, oltre ad aver progettato una vasta gamma di orologi e accessori, è un appassionato del buon caffè e di piante. Egli ha dedicato diverso tempo alla sperimentazione www.nooka.com/pothra
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di materiali e processi per riutilizzare fondi di caffè usati. Il suo scopo è stato quello di venire incontro alla mancanza di trattamento dei rifiuti organici nella città di New York. Queste passioni convergono nel vaso POTHRA caratterizzato dall’impiego ed integrazione di resine e fondi di caffè.
rubrica
arte e cultura
responsabile: arch. Antonia Scarimbolo
La rubrica Arte e Cultura nasce dalla volontà di segnalare esperienze artistiche e culturali occorse sul nostro territorio nell’anno appena passato. L’esigenza di una commistione sistematica tra le discipline, infatti, è da sempre uno degli aspetti più stimolanti del lavoro di architetto. In questo numero si presenteranno due lavori, uno cinematografico ed uno di street art, entrambi eccezionali per i luoghi in cui hanno preso forma: un castello del XIII secolo e la periferia di una città metropolitana.
ARTE E CULTURA
Un fantasy a Castel del Monte di Antonia Scarimbolo
Era il 1996 quando il Comitato del Patrimonio Mondiale UNESCO inseriva il castello del XIII secolo nella World Heritage List adducendo la seguente motivazione: «Castel del Monte possiede un valore universale eccezionale per la perfezione delle sue forme, l’armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal Nord dell’Europa, dal mondo musulmano e dall’antichità classica. È un capolavoro unico dell’architettura medievale, che riflette l’umanesimo del suo fondatore: Federico II di Svevia». Il castello, massima espressione della personalità del suo committente, aveva nel 1964 affascinato Pier Paolo Pasolini che vi girò le scene al Tempio di Gerusalemme nel suo Il Vangelo secondo Matteo. Nel 1986 il regista Jean Jacques Annaud vi riprese alcune sequenze de Il nome della rosa e nel 1998 Michele Lanubile vi diresse la produzione di Ermanno Olmi Io non ho la testa. Lo scorso giugno ha ospitato la mostra Omaggio a Gae Aulenti. Riflessioni sull’architettura e il design. Ma nel 2014 Castel del Monte ha soprattutto ospitato una nuova produzione cinematografica, quella del regista romano di origini pugliesi Matteo Garrone. The Tale of Tales (Il racconto dei racconti) è il titolo del lungometraggio ispirato e liberamente tratto da Lo Cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille, raccolta di cinquanta fiabe in dialetto napoletano scritte 62
nel XVII secolo dal letterato e scrittore Giambattista Basile. Il progetto, al cui sviluppo ha partecipato lo stesso Matteo Garrone, collaborando alla scrittura del soggetto e della sceneggiatura insieme a Edoardo Albinati, Ugo Chiti e Massimo Gaudioso, interpreta l’età barocca attraverso le storie di tre regni e di tre regnanti. I motivi per i quali il regista, due volte vincitore del Gran Prix a Cannes (nel 2008 per Gomorra e nel 2011 per Reality), abbia deciso di puntare su un fantasy seicentesco risiedono nella scoperta, nelle fiabe di Basile, di quella commistione tra reale e fantastico che da sempre ha segnato la sua ricerca artistica: «Le storie raccontate ne Il racconto dei racconti descrivono un mondo in cui sono riassunti gli opposti della vita: l’ordinario e lo straordinario, il magico ed il quotidiano, il regale e lo scurrile, il terribile e il soave». Garrone sceglie, a dispetto dei lavori precedenti, protagonisti di caratura internazionale: l’attrice messicana Salma Hayek (nominata all’Oscar come migliore attrice protagonista per Frida nel 2003), il francese Vincent Cassel, il britannico Toby Jones (l’Arnim Zola in Captain America) e lo statunitense John C. Reilly (nominato all’Oscar come miglior attore non protagonista per Chicago). Gli attori italiani saranno relegati a ruoli secondari, ad eccezione dei fiorentini Alba Rohrwacher (fresca vincitrice della Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile nel film Hungry Hearts) e Massimo Ceccherini. Il direttore della fotografia è Peter Suschitzky, storico collaboratore di David Cronenberg. La colonna sonora è composta da Alexandre Desplat, sei volte nominato all’Oscar. A Dimitri Capuani è affidata la cura della sce-
nografia, mentre i costumi sono di Massimo Cantini Parrini. Il kolossal fantasy è prodotto da Archimede Film con Rai Cinema, Recorded Picture e Le Pact, ed è sostenuto da Apulia Film Commission con un finanziamento di 291.371,90 euro (Apulia National & International Film Fund 218.871,90 euro e Apulia Hospitality Fund 72.500,00 euro) per un impatto totale sul territorio pari a 1.020.487,60 euro. Il film ha ottenuto inoltre il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e di Eurimages. Le riprese del film, avviate nel luglio scorso, hanno riguardato, oltre al maniero federiciano altri beni architettonici e paesaggistici pugliesi quali il castello di Gioia del Colle, il villaggio Petruscio a Mottola e la Masseria Accetta Grande a Statte, per poi spostarsi verso il Lazio e la Toscana. In particolar modo le riprese a Castel del Monte e al Museo Nazionale Archeologi-
co nel Castello di Gioia del Colle sono state realizzate grazie alla collaborazione con la Direzione regionale per i Beni culturali e paesaggistici della Puglia, la Soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia e la Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici per le Province di Bari, BAT e Foggia. Il film è interamente girato in inglese e sarà in distribuzione nelle sale dal prossimo maggio.
www. casteldelmonte.beniculturali.it www.apuliafilmcommision.it www.lagazzettadelmezzogiorno.it bari.repubblica.it stanzedicinema.com L’illustrazione iniziale è dell’artista austriaco Franz von Bayros (1866-1924) 63
ARTE E CULTURA
Street Art al quartiere San Pio di Antonia Scarimbolo
Alberonero, By Stefano, 36 tones Ciredz, Overview
Nell’ultimo decennio il quartiere San Pio di Bari ha visto nascere, passo dopo passo e con non poche difficoltà, uffici pubblici, attrezzature sociali, infrastrutture, esercizi commerciali e non per ultima l’Accademia del Cinema dei ragazzi. È proprio l’Accademia ad aver ospitato dallo scorso aprile un corso di arte visiva destinato ai ragazzi del quartiere: un percorso accelerato di formazione finalizzato a consentire loro di collaborare e assistere gli artisti di street art che fino a giugno scorso hanno potuto esprimersi sulle facciate cieche dei blocchi in linea del quartiere, e non solo.
Si tratta del progetto Enziteto Real Estate organizzato dal laboratorio barese per eventi d’arte urbana Pigment workroom, vincitore dei bandi Principi attivi e Culturability, patrocinato dal Comune di Bari e da Amiu. Pigment workroom ha invitato artisti noti sulla scena nazionale della street art quali Alberonero, Alfano, Ciredz, Geometric Bang e Tellas. L’obiettivo? «Fare di una città un laboratorio a cielo aperto, fondato sulla coesione sociale, sulla sostenibilità economica e sulla cittadinanza attiva».
Alfano+Geometric Bang, San Pio is watching you 64
Tellas, La grandezza del mare immenso
Un progetto di riqualificazione urbana a tutti gli effetti, messo a punto con le istituzioni per individuare le più idonee superfici “bersaglio”. Non esiste una definizione universalmente condivisa di street art, neppure tra i suoi interpreti più autorevoli; ma la certezza che
poco o nulla abbia in comune, al di là delle tecniche utilizzate, con le spesso indecifrabili scritte che vediamo sulle pareti delle nostre città pare metta tutti d’accordo. Dalla Pop Art attinge solo qualche tecnica, mentre fonda la sua ragion d’essere nel rapporto con il contesto urbano con il quale, a
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volte anarchicamente, dialoga. Essa non mira solamente a rendere gradevole uno spazio ma a comunicare per mezzo di esso un messaggio, necessariamente condiviso da coloro che vivranno a contatto con le sue espressioni. Un’opera di street art nasce all’interno di
Tutte le immagini sono di Antonio Pellegrino e Mario Nardulli www.pigment-wr.com bari.repubblica.it 66
un luogo, ma affinché vi continui a vivere dovrà diventare rappresentativa dello stesso, ne dovrà cogliere lo spirito, i meccanismi di governo e le abitudini dei suoi abitanti: aspetti che nel quartiere San Pio di Bari sono più che altrove interconnessi.
rubrica
deontologia e professione
responsabile: arch. Olinda Ferrieri Caputi
Con questa sezione della rivista, si intende offrire agli iscritti un quadro sempre aggiornato alle ultime disposizioni nel campo delle normative che regolano la professione. In questo numero, visti i recenti sviluppi, l’attenzione è stata rivolta agli aggiornamenti, che hanno riguardato il settore delle tariffe professionali.
DEONTOLOGIA E PROFESSIONE
I compensi professionali a seguito della abrogazione delle tariffe professionali di Cosimo Damiano Mastronardi
Consulente C.N.A.P.P.C. in materia di compensi e competenze professionali
Il 24 gennaio 2012 è entrato in vigore il D.L. n. 1, convertito nella L. n. 27 del 24.03.2012, che ha abrogato le tariffe delle professioni regolamentate nel sistema ordinistico. In particolare, l’art. 9: • abroga le tariffe professionali e tutte le disposizioni che, per la determinazione del compenso, rinviano alle tariffe; • impone l’obbligo per il professionista di: - pattuire il compenso per la prestazione professionale al momento del conferimento dell’incarico; - rendere noto al cliente il grado di complessità dell’incarico; - fornire tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento alla conclusione dell’incarico; - indicare i dati della polizza assicurativa per i danni eventualmente provocati; • stabilisce che nel caso di liquidazione da parte di un organo giurisdizionale, il compenso del professionista è determinato con riferimento a parametri stabiliti con decreto del Ministro vigilante. Il comma 3 dell’art. 9 del D.L. 1/2012 stabilisce inoltre che, in ogni caso, la misura del compenso: • deve essere previamente resa nota al cliente, anche in forma scritta se da questi richiesta; • deve essere adeguata all’importanza dell’opera; • deve essere pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo,
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comprensive di spese, oneri e contributi. Nella conversione in legge, probabilmente per la scarsa applicabilità di quanto stabilito in merito al “rendere nota la misura del compenso anche in forma scritta se richiesta dal cliente” , il comma 4 dell’art. 9 riconferma gli obblighi per il professionista e stabilisce che: • la misura del compenso, pattuita al momento del conferimento dell’incarico nelle forme previste dall’ordinamento, deve essere resa nota al cliente con un preventivo di massima. Giova ricordare che il nuovo Codice Deontologico per la professione di Architetto, in vigore dal 1° gennaio 2014, all’art. 24 pone obbligo all’architetto di definire il contratto, completo del preventivo del costo delle opere e degli oneri professionali, da sottoscrivere dalle parti. L’architetto deve determinare per iscritto nel contratto il compenso professionale, secondo criteri da specificare nel contratto, nel rispetto dell’art. 2233 Codice Civile ( …in ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione… ) e di ogni altra norma necessaria per lo svolgimento delle predette prestazioni professionali. Facendo seguito all’obbligo imposto dalla legge di conversione n. 27/2012, il 22 agosto 2012 viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto del 20 luglio 2012 n. 140 emanato dal Ministero della Giustizia con il regolamento recante la determinazione dei parametri per i compensi professionali.
I parametri servono in caso di contenzioso tra committente e professionista, ovvero in difetto di accordo tra le parti in ordine al compenso e quando è il giudice a dover stabilire il valore della prestazione. Il D.M. 140/2012 nelle regole generali stabilisce, tra l’altro, che l’assenza di prova del preventivo di massima di cui all’articolo 9, comma 4, terzo periodo, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, costituisce elemento di valutazione negativa da parte dell’organo giurisdizionale per la liquidazione del compenso. Pur non prevedendo la legge oneri formali per la stipulazione del contratto, alla luce della incertezza di dimostrare, in qualsiasi sede, il compenso concordato, nonché della valutazione negativa da parte del giudice di merito, ne discende che il contratto rappresenta il baluardo della riconoscibilità del compenso concordato e commisurato alle prestazioni svolte ed evita di incorrere nella violazione deontologica. Nella sua struttura, il D.M. 140/2012 determina il compenso per la prestazione professionale quale prodotto tra quattro parametri: 1. il valore dell’opera, ovvero il costo di ogni singola categoria specialistica componente l’opera, definito parametro “V” ; 2. la percentuale determinata sul costo di ogni singola categoria specialistica componente l’opera, definito parametro “P”; 3. il grado di complessità della prestazione, compreso tra un minimo ed un massimo, definito parametro “G”, relativo ad ogni singola categoria specialistica; 4. il valore specifico di ogni singola prestazione, distinto in base alle singole categorie specialistiche che compongono l’opera, definito parametro “Q” . Gli elementi innovativi dal D.M. 140/2012, tendenti alla semplificazione e trasparenza con un sistema che elimina la discrezionalità interpretativa e definisce in maniera univoca tutti gli ele-
menti della prestazione, sono i seguenti: • definizione di una percentuale unica identica per qualsiasi categoria specialistica, a parità di importo dei lavori, in sostituzione delle vecchie percentuali in Tab. A della L. 143/49 differenti per opera; • definizione di parametri di adeguamento dell %riferiti alla complessità dell’opera, tra un valore minimo ed uno massimo, in sostituzione delle categorie ex art.14 L.143/49, che permettono di adattare le singole prestazioni alla situazione specifica di contesto; • articolazione puntuale delle prestazioni professionali e loro incidenza: le fasi prestazionali contengono la generalità delle prestazioni previste da norme e regolamenti. Il D.M. 140/2012 non interviene in merito alla determinazione delle spese, ma stabilisce che queste possono essere rimborsate secondo qualsiasi modalità, compresa quella concordata in modo forfettario. è quindi evidente il rinvio alla norma contenuta all’articolo 9, comma 4, terzo periodo, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, che pone a carico dell’architetto l’obbligo di rendere note al committente tutte le spese sin dal momento del conferimento dell’incarico. Per quanto riguarda i lavori pubblici, l’abrogazione della Legge 143/49 e del D.M. 04/04/2001 (dal 24/01/2012) aveva di fatto eliminato anche la classificazione per classi e categorie delle opere e, di conseguenza, aveva eliminato la possibilità di poter definire le relative prestazioni professionali per la determinazione della base d’asta nelle procedure pubbliche di aggiudicazione degli incarichi tecnici. Il 3 maggio 2012 l’AVCP (l’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture), con la deliberazione n. 49 proponeva alle Amministrazioni Pubbliche di determinare l’importo da porre a base d’asta, ricorrendo ai costi storici di aggiudicazione di servizi della stessa Amministrazione o di Amministrazioni simili. 69
Tutto ciò aveva determinato nel comparto delle professioni tecniche uno status di grande indeterminatezza sia per le prestazioni rese a privati che in quelle riguardanti la Pubblica Amministrazione che, in concreto, era stata privata di un riferimento certo per la determinazione dei corrispettivi e per la classificazione dei servizi professionali da porre a base di gara per l’affidamento dei servizi di Architettura ed Ingegneria. La lacuna creatasi è stata successivamente colmata dal comma 1 dell’art.5 del D.L. 22 giugno 2012 n. 83, convertito nella Legge 7 agosto 2012 n. 134, che ha previsto l’emanazione di parametri di riferimento anche per la determinazione della base d’asta nelle gare per l’affidamento di incarichi pubblici e/o tecnici e la classificazione delle prestazioni professionali, ponendo l’obbligo che i nuovi parametri non avrebbero dovuto consentire di determinare corrispettivi più elevati di quelli precedentemente ottenuti con le abrogate tariffe. Era previsto anche che nel regime transitorio fosse possibile applicare le tariffe precedenti (D.M. 04/04/2011 e L. 143/49) e la classificazione di cui all’art. 14 della L. 143/49. Il 20 dicembre 2013 viene pubblicato sulla gazzetta ufficiale n.298 il D.M. n. 143 del 31 ottobre 2013 “Regolamento recante la determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara nelle procedure di affidamento di contratti pubblici per servizi relativi all’architettura ed all’ingegneria”, in vigore dal 21 dicembre 2013. L’ambito di applicazione è quindi quello della classificazione dei servizi e della determinazione dei corrispettivi da porre a base di gara nelle procedure di affidamento di contratti pubblici per servizi relativi all’architettura ed all’ingegneria. Il comma 2 dell’art. 9 del D.L. n. 01/2012, come modificato dalla conversione in legge dell’art. 5 del cosiddetto decreto sviluppo 2012, stabilisce, altresì, la classificazione dei servizi professionali e l’obbligatorietà dei parametri, come individuati dal decreto per la determinazione dei relativi corrispettivi. Il Decreto emanato si concretizza e si qualifica per l’aspetto innovativo, in li70
nea coi principi di trasparenza, chiarezza e semplificazione della norma ed è coerente con l’intento di dare compimento al quadro normativo dei servizi tecnici, tenendo conto dell’ampliamento del quadro normativo dovuto all’emanazione del Codice degli Appalti e del relativo Regolamento rispetto alle norme previgenti che facevano riferimento alla Legge n. 109 del 1994. In tale ottica la pubblicazione del decreto, in luogo dei precedenti riferimenti normativi relativi ai servizi tecnici (D.M. 04.04.2001), integra e completa le precedenti regole sulla classificazione dei servizi e il relativo quadro prestazionale. Nella sua struttura, il D.M. 143/2013 è simile al precedente decreto parametri (D.M. 140/2012), e determina il compenso per la prestazione professionale quale prodotto tra quattro parametri: 1. il valore dell’opera, ovvero il costo di ogni singola categoria specialistica componente l’opera, definito parametro “V”; 2. la percentuale determinata sul costo di ogni singola categoria specialistica componente l’opera, definito parametro “P”; 3. il grado di complessità della prestazione, definito parametro “G”, relativo ad ogni singola categoria specialistica; 4. il valore specifico di ogni singola prestazione, distinto in base alle singole categorie specialistiche che compongono l’opera, definito parametro “Q”. è introdotto il calcolo delle spese e degli oneri accessori, che vengono stabiliti in maniera forfettaria, con valori interpolati su valori prefissati delle opere. Le categorie d’opera e le fasi prestazionali sono state riordinate per meglio adattarle al quadro prestazionale pubblico. Per la determinazione del corrispettivo relativo alle prestazioni complementari non ricomprese nelle tavole allegata al D.M. 143/2013, viene riconfermato il principio dell’analogia con le prestazioni ivi riportate e vengono reintrodotte le vacazioni orarie per quelle prestazioni non determinabili, con valori compresi tra un minimo ed massimo.
La classificazione delle prestazioni professionali è stabilita nella tavola Z-1, tenendo conto della categoria d’opera e del grado di complessità, fermo restando che gradi di complessità maggiore qualificano anche per opere di complessità inferiore all’interno della stessa categoria d’opera. Il D.M. 43/2013 individua sei “Fasi Prestazionali” all’interno delle quali sono comprese novantasei prestazioni, di cui trenta nuove rispetto a quelle contenute nel D.M. 140/2012. In conclusione: • il D.M. 143/2013 è entrato in vigore il 21/12/2013 ed ha come riferimento i Lavori Pubblici; • la sua applicazione è obbligatoria da parte delle Amministrazioni Pubbliche, sulla base dell’art.5 della Legge 7 agosto 2012 n.14; • si applica alle convenzioni , ai bandi ed agli incarichi sottoscritti dopo il 21/12/2013; • per gli incarichi, convenzioni e bandi sottoscritti prima del 21/12/2013, si applicano le tariffe di cui al D.M. 04/04/2001 e per la classificazione vale quella contenuta nell’art.14 della L.143/49. Il Consiglio dell’Ordine per porre un freno alla confusione generatasi dopo l’abrogazione delle tariffe e considerato che è ancora vigente, non essendo stato abrogato, l’art. 2233 del Codice Civile “Il compenso, se non è convenuto dalle parti e non può essere determinato secondo le tariffe o gli usi, è determinato dal giudice, sentito il parere dell’associazione professionale (ora consiglio dell’Ordine) a cui il professionista appartiene. In ogni caso la misura del compenso deve essere adeguata all’importanza dell’opera e al decoro della professione” , ha adottato i seguenti criteri per il rilascio dei pareri: 1. in caso di rilascio di parere su prestazioni affidate ed eseguite prima dell’entrata in vigore del D.L. 1/2012 (data di entrata in vigore 24.01.2012), in assenza di accordo sui compensi, si applicano i criteri della L. 143/49 e ss.mm.ii.;
2. in caso di rilascio di parere su prestazioni affidate prima dell’entrata in vigore del D.L. 1/2012 (24.01.2012) e terminate dopo, in assenza di accordo sui compensi, si verificano i seguenti casi: 2.1. nel caso in cui l’intera fase progettuale sia stata eseguita prima dell’abolizione delle tariffe, si applicano i criteri di cui alla L. 143/49 e ss.mm.ii.; per la fase di direzione dei lavori, si esprimerà una valutazione di congruità conformandosi ai parametri giudiziali di cui al D.M. 140/2012; 2.2. nel caso in cui l’intera fase progettuale, seppur iniziata prima, sia stata completata dopo l’abolizione delle tariffe, si esprimerà una valutazione di congruità conformandosi ai parametri giudiziali di cui al D.M. 140/2012; per la fase di direzione dei lavori, si esprimerà una valutazione di congruità conformandosi ai parametri giudiziali di cui al D.M. 140/2012.
1 A tal proposito, se un’opera è composta da diverse categorie specialistiche (ad es. una costruzione edilizia si compone solitamente di 5 categorie specialistiche: le opere edili, le strutture, gli impianti idrico-fognanti, gli impianti termici e/o di condizionamento, gli impianti elettrici) il calcolo del compenso dovrà essere eseguito tante volte quante sono le categorie specialistiche. 2 Tutte le prestazioni sono state ridefinite all’interno della tavola Z-2 ed ognuna ha un proprio valore nella propria categoria specialistica di riferimento; sono state pertanto eliminate tutte le tabelle complesse esistenti precedentemente nella L. 143/49, come, ad es., quella relativa alla Misura e Contabilità dei lavori. 3 Approvazione della tariffa professionale Ingegneri e Architetti. 4 Aggiornamento degli onorari spettanti agli ingegneri e agli architetti per le attività previste dall’art. 17, comma 14-bis, della legge 11 febbraio 1994 n. 109 e s.m.i. 5 Oggi A.N.AC. 6 Come in precedenza, se un’opera è composta da diverse categorie (ad es. una costruzione edilizia si compone solitamente di 5 categorie specialistiche: le opere edili, le strutture, gli impianti idrico-fognanti, gli impianti termici e/o di condizionamento, gli impianti elettrici) il calcolo del compenso dovrà essere eseguito tante volte quante sono le categorie specialistiche. 7 Viene eliminata la forchetta min/max prevista nel D.M. 140/2012 in favore di un unico grado di complessità relativo ad ogni singola categoria specialistica componente l’opera, al fine di eliminare interpretazioni e discrezionalità del redattore di un corrispettivo. 8 Artt. 4, 6 e 13 della abrogata L. 143/49.
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pubblicazione annuale dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bari crediti: Barili - D’introno, Gruppo Lampe, Carnevale elettrica modugnese, Termocasa, Gestinnovation, Impresa edile Gallo Giovanni, Gaudio, De Grecis Group
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