Ordinanza della Procura di Napoli CONTE Roberto - SALVIO Pasquale – DE LUCA Luisa – SANNINO Corrado – SARNO Carlo – CAMELI Emanuele del delitto p. e p. dall’art. 416 I, II e III comma cod. pen. perché si associavano tra loro -il primo in qualità di promotore e comunque di capo dell’associazione, gli altri contribuendo alla realizzazione del programma del sodalizio- allo scopo di commettere una pluralità di delitti di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche in danno di più enti pubblici: in particolare, attraverso la costituzione della DECO Consulting Srl –di cui risultavano formalmente soci unicamente SALVIO, DE LUCA e SANNINO (gli ultimi due, insieme a SARNO e in periodi diversi, anche amministratori unici della società) ma alla quale partecipava, quale socio occulto nonché amministratore di fatto della stessa, anche CONTE con la collaborazione di CAMELI, suo uomo di fiducia- costoro ottenevano, a diverso titolo, l’indebita elargizione di fondi pubblici mediante la falsa rappresentazione di attività mai effettuate dalla DECO Consulting Srl, ovvero attraverso la fittizia assunzione di dipendenti. Napoli, reato accertato dal dicembre del 2003 con condotta perdurante. CONTE Roberto - SALVIO Pasquale – DE LUCA Luisa – SANNINO Corrado del delitto p. e p. dagli artt. 110, 640 e 640 bis cod. pen. perché in concorso tra loro e nelle rispettive qualità: CONTE quale socio occulto ed amministratore di fatto della DECO Consulting Srl, SANNINO quale legale rappresentante pro tempore della società, SALVIO e DE LUCA quali soci della stessa, tutti essendo componenti dell’associazione di cui al capo a), con artifici e raggiri consistiti nel presentare la DECO Consulting Srl una domanda volta ad ottenere, da parte del Consiglio Regionale della Campania, l’erogazione di contributi ai sensi dell’art. 2, comma 6 della L. 853/73, esibendo a corredo della richiesta fatture non corrispondenti a servizi effettivamente prestati, ovvero relative ad attività diverse da quelle indicate in causale ed in particolare: 1) fattura n. 116/74 TER/04 del 31.12.2003 apparentemente emessa dalla Hamilton Travel Sas con la seguente causale: “Servizi Turistici forniti in occasione dell’ “organizzazione dello stand per il convegno workshop sul tema «Nuovi strumenti per l’imprenditoria agevolata, incentivi all’occupazione»”, mentre in realtà dalle indagini eseguite emergeva che la fattura in questione era stata successivamente stornata con una nota di credito, non essendo mai stata effettuata alcuna prestazione di servizi in favore della DECO Consulting Srl; 2) fattura n. 235 del 22.07.2004 apparentemente emessa dalla Masterthree Italia Srl con la seguente causale: “Riferimento ricevuta fiscale n. 23/04 per banchetto iniziativa Dicembre 2003”, mentre in realtà dalle indagini eseguite emergeva che l’originale della fattura riportava quale causale: “Riferimento ricevuta fiscale n. 23/04 per banchetto del 15.05.04” e riguardava il banchetto nuziale svoltosi il 15.5.2004 in occasione delle nozze tra Giosafatte Nocerino e Afrodite Montano; inducendo in errore i competenti organi del Consiglio Regionale della Campania i quali emettevano il mandato di pagamento n. 1508 del 13.10.2004 per l’importo di € 19.500, procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con corrispondente danno per l’ente pubblico. Reato commesso nell’ottobre 2004 e profitto conseguito a Napoli.
CONTE Roberto - SALVIO Pasquale – DE LUCA Luisa – SANNINO Corrado – SARNO Carlo del delitto p. e p. dagli artt. 110, 112 n. 1), 640 e 640 bis cod. pen. perché in concorso tra loro, in numero di cinque e nelle rispettive qualità: CONTE quale socio occulto ed amministratore di fatto della DECO Consulting Srl, DE LUCA e SARNO quali legali rappresentanti pro tempore della società –la prima dal 21.10.2004 al 20.6.2005, il secondo dal 18.10.2005 al 3.10.2007-, SALVIO e SANNINO quali soci della stessa, tutti essendo componenti dell’associazione di cui al capo a), con artifici e raggiri consistiti nel presentare la DECO Consulting Srl una domanda volta ad ottenere, da parte del Consiglio Regionale della Campania, l’erogazione di contributi ai sensi dell’art. 2, comma 6 della L. 853/73, esibendo a corredo della richiesta fatture non corrispondenti a servizi effettivamente prestati, ovvero relative ad attività diverse da quelle indicate nella richiesta o comunque non riconducibili temporalmente a quelle oggetto della domanda di rimborso ed in particolare: 1) ricevuta fiscale n. 244 del 16.02.2005 relativa alla consumazione di 46 pasti presso il ristorante “Fenesta Verde di Cante Guido”, prestazione apparentemente richiesta dalla DECO nell’ambito dell’organizzazione di un workshop che si sarebbe tenuto in data 24.3.2005, mentre in realtà dalle indagini emergeva che il banchetto si era svolto in data 16.2.2005; 2) fattura n. 37 dell’11.03.2005, apparentemente emessa dalla Microtel Srl relativamente alla prestazione di servizi e fornitura di materiale informatico, mentre dalle indagini eseguite emergeva che la Microtel Srl non aveva mai avuto alcun rapporto con la DECO Consulting Srl; 3) fattura n. 141 del 17.03.2005 emessa dalla Mostra d’Oltremare Spa per il fitto dell’auditorium del teatro Mediterraneo, prestazione richiesta secondo la DECO Consulting Srl nell’ambito dell’organizzazione del workshop di cui sopra, ma in realtà relativa ad un convegno politico tenuto il 24.3.2005 da “Democrazia e Libertà – La Margherita” e al quale aveva partecipato CONTE; 4) fattura n. 64 del 24.03.2005 emessa dalla ditta individuale Giorgi Giuseppe per l’allestimento della sopramenzionata sala con la causale: “disponibilità in descrizione per CONFERENZA on. ROBERTO CONTE – Teatro Mediterraneo – NAPOLI”, mentre invece la copia esibita dalla DECO Consulting Srl non recava l’indicazione delle parole “on. ROBERTO CONTE”, verosimilmente abrase; inducendo in errore i competenti organi del Consiglio Regionale della Campania i quali emettevano il mandato di pagamento n. 81 del 6.2.2006 per l’importo di € 19.900, procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con corrispondente danno per l’ente pubblico. Reato commesso nel febbraio 2006 e profitto conseguito a Napoli. CONTE Roberto - SALVIO Pasquale – DE LUCA Luisa – SANNINO Corrado – SARNO Carlo – CAMELI Emanuele del delitto p. e p. dagli artt. 110, 112 n. 1), 640 e 640 bis cod. pen. perché in concorso tra loro, in numero superiore a cinque e nelle rispettive qualità: CONTE quale socio occulto ed amministratore di fatto della DECO Consulting Srl, SARNO quale legale rappresentante pro tempore della società, DE LUCA, SALVIO e SANNINO quali soci della stessa, tutti -insieme a CAMELI- essendo componenti dell’associazione di cui al capo a), con artifici e raggiri consistiti nel presentare la DECO Consulting Srl una domanda volta ad ottenere, da parte del Consiglio Regionale della Campania, l’erogazione di contributi ai sensi dell’art. 2, comma 6 della L. 853/73, esibendo a corredo della richiesta ricevute rilasciate da
soggetti strettamente legati a CONTE (in particolare: Giuseppe Genovese, Carmela Petillo, Stefano Cicala, Michele Costagliola) e verosimilmente riconducibili non a spese sostenute dalla società, bensì a corrispettivi pagati per la prestazione di servizi, nonché una fattura apparentemente emessa dalla Eco Srl per la fornitura di materiale informatico, ma in realtà risultata non autentica e comunque disconosciuta dal titolare della società emittente, inducendo in errore i competenti organi del Consiglio Regionale della Campania i quali emettevano il mandato di pagamento n. 894 del 24.5.2007 per l’importo di € 15.000, procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con corrispondente danno per l’ente pubblico. Reato commesso nel maggio 2007 e profitto conseguito a Napoli. CONTE Roberto - SALVIO Pasquale – DE LUCA Luisa – SANNINO Corrado – SARNO Carlo – GIFUNI Gianluca del delitto p. e p. dagli artt. 110, 112 n. 1), 640 e 640 bis cod. pen. perché in concorso tra loro, in numero superiore a cinque e nelle rispettive qualità: CONTE quale socio occulto ed amministratore di fatto della DECO Consulting Srl, SANNINO e DE LUCA quali legali rappresentanti pro tempore della società –il primo fino al 21.10.2004, la seconda dal 21.10.2004 al 20.6.2005-, SALVIO quale socio della stessa, tutti -insieme a SARNOessendo componenti dell’associazione di cui al capo a), GIFUNI quale dipendente della società, con artifici e raggiri consistiti in particolare: 1) nel presentare la DECO Consulting Srl una domanda a Italia Lavoro Spa (ente strumentale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali) al fine di ottenere l’erogazione dei contributi previsti dalla partecipazione al progetto “IN.LA.” sul falso presupposto di aver assunto, tra gli altri, GIFUNI, mentre in realtà quest’ultimo lavorava solo fittiziamente alle dipendenze della società; 2) nell’affermare GIFUNI contrariamente al vero, nella dichiarazione sostitutiva di certificazione resa ai sensi degli artt. 46 e 76 del D.P.R. n. 445/2000 al Centro per l’Impiego di Napoli Est, di non percepire alcun reddito, mentre emergeva dagli accertamenti eseguiti presso l’Anagrafe Tributaria un reddito pari ad € 3.658 per l’anno 2002, 8.088 per l’anno 2003, 6.750 per l’anno 2004; inducendo in errore la Italia Lavoro Spa che emetteva l’ordine di bonifico prot. 0822/COG del 27.12.2004 per l’importo complessivo di € 10.329,32, di cui € 5.164,66 quale contributo per l’assunzione di GIFUNI, procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con corrispondente danno per l’ente pubblico. Reato commesso nel dicembre 2004 e profitto conseguito a Napoli. CONTE Roberto - SALVIO Pasquale – DE LUCA Luisa – SANNINO Corrado – SARNO Carlo – SANGIOVANNI Carmine del delitto p. e p. dagli artt. 110, 112 n. 1), 640 e 640 bis cod. pen. perché in concorso tra loro, in numero superiore a cinque e nelle rispettive qualità: CONTE quale socio occulto ed amministratore di fatto della DECO Consulting Srl, SANNINO e DE LUCA quali legali rappresentanti pro tempore della società –il primo fino al 21.10.2004, la seconda dal 21.10.2004 al 20.6.2005-, SALVIO quale socio della stessa, tutti -insieme a SARNOessendo componenti dell’associazione di cui al capo a), SANGIOVANNI quale dipendente della società, con artifici e raggiri consistiti in particolare:
1) nel presentare la DECO Consulting Srl una domanda a Italia Lavoro Spa (ente strumentale del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali ) al fine di ottenere l’erogazione dei contributi previsti dalla partecipazione al progetto “IN.LA.” sul falso presupposto di aver assunto, tra gli altri, SANGIOVANNI, mentre in realtà quest’ultimo lavorava solo fittiziamente alle dipendenze della società; 2) nell’affermare SANGIOVANNI contrariamente al vero, nella dichiarazione sostitutiva di certificazione resa ai sensi degli artt. 46 e 76 del D.P.R. n. 445/2000 al Centro per l’Impiego di Napoli Est, di non percepire alcun reddito, mentre emergeva dagli accertamenti eseguiti presso l’Anagrafe Tributaria un reddito pari ad € 15.180 per l’anno 2002, 24.712 per l’anno 2003, 12.761 per l’anno 2004; inducendo in errore la Italia Lavoro Spa che emetteva l’ordine di bonifico prot. 0822/COG del 27.12.2004 per l’importo complessivo di € 10.329,32, di cui € 5.164,66 quale contributo per l’assunzione di SANGIOVANNI, procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con corrispondente danno per l’ente pubblico. Reato commesso nel dicembre 2004 e profitto conseguito a Napoli. CONTE Roberto - SALVIO Pasquale – DE LUCA Luisa – SANNINO Corrado – SARNO Carlo del delitto p. e p.dagli artt. 81 cpv., 110, 112 n. 1), 640 e 640 bis cod. pen., perché con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in concorso tra loro, in numero di cinque e nelle rispettive qualità: CONTE quale socio occulto ed amministratore di fatto della DECO Consulting Srl, SARNO quale legale rappresentante pro tempore della società, DE LUCA, SALVIO e SANNINO quali soci della stessa, tutti essendo componenti dell’associazione di cui al capo a), con artifici e raggiri consistiti nel presentare la DECO Consulting Srl una domanda al Comune di Napoli al fine di ottenere, ai sensi degli artt. 79 e 80 del T.U.E.L., rimborsi per mandato elettorale con riferimento a cinque mensilità e relativamente al dipendente SANGIOVANNI Carmine, consigliere presso la X Municipalità del Comune di Napoli, mentre in realtà costui era stato solo fittiziamente assunto dalla società, inducendo in errore i competenti organi del Comune di Napoli i quali erogavano la somma complessiva di € 5.942,97, così suddivisi: 1) € 1.244,75 con mandato n. 17006 del 15.12.2005; 2) € 1.111,38 con mandato n. 17007 del 15.12.2005; 3) € 1.096,57 con mandato n. 17008 del 15.12.2005; 4) € 1.222,52 con mandato n. 4377 del 29.3.2006; 5) € 1.267,75 con mandato n. 5290 dell’11.4.2006; procuravano a sé o ad altri un ingiusto profitto con corrispondente danno per l’ente pubblico. Reato commesso tra il dicembre 2005 e l’aprile 2006 con profitto conseguito a Napoli. Il presente procedimento trae origine da un esposto anonimo in ordine al quale si sono sviluppate le indagini del Nucleo Polizia Tributaria di Napoli che hanno consentito di enucleare specifiche condotte delittuose riferibili al consigliere regionale Roberto CONTE, già destinatario – in separato procedimento- di una ordinanza applicativa della custodia cautelare degli arresti domiciliari per il reato di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, evidenziando la notevole
attitudine a delinquere che caratterizza quest’ultimo e il suo gruppo di riferimento. In particolare, con nota del 22 settembre 2006 il Presidente del Gruppo Consiliare di AN presso il Consiglio Regionale della Campania faceva pervenire a questo Ufficio uno scritto -a firma di Pasquale SALVIO, dirigente del Consiglio Regionale- con cui si segnalava la sussistenza di cointeressenze occulte, nella società DECO Consulting Srl, da parte del consigliere regionale (all’epoca dei fatti Questore alle Finanze) Roberto CONTE. Più precisamente, l’esponente denunciava che la DECO –in cui si erano susseguiti, in qualità di amministratori unici, Corrado SANNINO, Luisa DE LUCA, Ciro e Carlo SARNO, tutti fedeli collaboratori di CONTE nonché appartenenti alla segretaria particolare di quest’ultimo- era stata costituita su iniziativa di CONTE quale strumento per ottenere l’indebita elargizione di finanziamenti pubblici, anche grazie all’influenza e alle conoscenze politiche dello stesso CONTE. Le indagini svolte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno consentito di accertare che il documento in questione, pur se apparentemente sottoscritto da Pasquale SALVIO e redatto su carta recante la stampigliatura “Consiglio Regionale della Campania”, era in realtà apocrifo. Sentito dalla p.g. il 5 giugno 2008 SALVIO ha, infatti, negato decisamente la paternità dell’esposto, della cui esistenza egli era comunque già a conoscenza per aver rinvenuto, anni prima, sulla sua scrivania uno scritto di analogo contenuto, di cui non era riuscito a rintracciare l’autore. Muovendo da tale ricostruzione dei fatti è stata condotta dalla p.g. una rigorosa attività di investigazione, all’esito dalla quale sono stati acquisiti elementi di rilevante valenza indiziaria con riferimento all’esistenza di un’associazione per delinquere, finalizzata in modo programmatico ad ottenere la percezione di finanziamenti da parte di una pluralità di enti pubblici, prevalentemente operanti nel territorio campano. Come sarà più avanti meglio esplicitato, tale associazione -riconducibile in primo luogo a Roberto CONTE, autentico regista occulto dell’intera operazione, ed includente i suoi più fidati collaboratori- si è avvalsa, per la realizzazione del proprio programma criminoso, della DECO Consulting Srl, società (attualmente in liquidazione) in cui sono coinvolti –a diverso titolo- gli stessi appartenenti all’associazione per delinquere di cui sopra e fin dall’inizio costituita al solo scopo di consentire, attraverso la fittizia rappresentazione di attività in realtà mai effettuate dalla DECO, l’illecita percezione di fondi da parte dell’associazione. NOTIZIE SULLA DECO CONSULTING SRL Per rendere più agevole una compiuta ricostruzione dell’operazione complessivamente posta in essere, vanno preliminarmente evidenziate alcune informazioni sulla DECO, con particolare riferimento all’assetto societario e ai soggetti risultati alle sue dipendenze. Genesi e compagine sociale La DECO Consulting è una società a responsabilità limitata con sede presso l’Is. G/1 del Centro Direzionale di Napoli, costituita in data 23 dicembre 2003 con atto redatto innanzi al notaio Salvatore Di Martino di Torre Annunziata e Nola. Fanno parte della società, dall’epoca della sua costituzione fino alla data della liquidazione (3 ottobre 2007): 1 Pasquale SALVIO, socio con una quota del 40% del capitale; 2 Corrado SANNINO, socio con una quota del 20% del capitale, nonché amministratore della DECO dal momento della costituzione al 21.10.2004 (dalle interrogazioni eseguite presso la banca dati della CCIAA, in pari data SANNINO
risulta aver ceduto agli altri soci le proprie quote; peraltro, dalla documentazione acquisita ed in particolare dai verbali di assemblea del 23.5.2005 e del 21.6.2006, deve ritenersi che SANNINO sia rimasto socio della DECO con una quota di capitale pari a quella sopra indicata); 3 Luisa DE LUCA, socia con una quota del 40% del capitale, nonché amministratrice nel periodo 21.10.2004 – 20.6.2005. Oltre a SANNINO e alla DE LUCA, si sono succeduti alla guida della società, in qualità di amministratore unico: 1 Ciro SARNO, amministratore nel periodo 20.6.2005 – 18.10.2005; 2 Carlo SARNO, amministratore nel periodo 18.10.2005 – 3.10.2007. A partire dal 3 ottobre 2007 la società è stata posta in liquidazione e, a tale scopo, è stato nominato liquidatore Giuseppe Genovese. Dalla lettura dell’atto costitutivo si evince che l’oggetto sociale della DECO è sostanzialmente rappresentato dallo svolgimento di attività di “consulenza” e di “organizzazione di eventi”, nell’interesse di soggetti sia pubblici che privati. Al riguardo, va però fin d’ora messo in rilievo il carattere meramente apparente dell’oggetto sociale così individuato. L’esame dei dati di bilancio consente, infatti, di affermare con tutta evidenza che la società non è mai effettivamente “decollata” ed in particolare che essa non ha mai concretamente perseguito alcuna delle attività indicate nel proprio atto costitutivo, mentre d’altro canto una parte significativa del suo volume d’affari è derivato da iniziative svolte col contributo del Consiglio Regionale. Come meglio si comprenderà nel prosieguo della trattazione, tale sostanziale inattuazione dello scopo sociale non è dipesa da fattori contingenti -estranei alla volontà dei soci- ma è stata fin dall’inizio preordinata nell’ambito di un più ampio programma, inteso ad utilizzare la DECO quale strumento operativo per procurare all’associazione criminosa il profitto illecitamente perseguito. Altri significativi profili di anomalia vanno messi in rilievo con riferimento all’assetto societario e gestionale della DECO. Invero, gli elementi raccolti dalla p.g. tramite l’assunzione di informazioni dai soci fondatori evidenziano la comunanza di interessi e lo stretto legame esistenti tra questi ultimi e Roberto CONTE, consentendo di delineare con maggior precisione le motivazioni che hanno condotto alla costituzione della società, i rapporti esistenti tra i soci e il loro grado di consapevolezza con riferimento agli atti di gestione societaria. In particolare, come risulta pacificamente ammesso dagli stessi, tutti i soci –all’epoca dei fattierano gli unici componenti della segreteria del Consigliere Regionale Roberto CONTE ed avevano deciso di costituire la DECO su impulso e suggerimento dell’esponente politico. Al riguardo, particolare rilevanza assumono le dichiarazioni rese da Corrado SANNINO nel verbale del 18 giugno 2008, qui riportate quasi integralmente per consentire una più chiara comprensione della vicenda. Omissis R. L’iniziativa di creare una società che si è poi denominato Deco Consulting Srl fu discussa tra noi soci (oltre a me, la Luisa De Luca e Pasquale Salvio) su suggerimento ed impulso del consigliere regionale Roberto Conte. La divisione delle quote sociali (40% alla De Luca e Salvio e 20% a me) rispecchia fedelmente il grado di vicinanza di ognuno di noi (unici membri della segreteria del consigliere regionale) a Roberto Conte. Per quanto riguarda il capitale da versare all’atto della costituzione della società ricordo di aver provveduto a versare, anche per conto degli altri soci, un totale di
S. T.
D. R. D. R.
D. R.
circa 4/5 mila euro. Tale somma si componeva di una quota versata direttamente dal sottoscritto, di cui non ricordo l’ammontare, di una quota versata dalla De Luca, di cui non ricordo l’importo, e di una somma residuale fornita dal consigliere regionale Roberto Conte, a titolo di supporto per la nostra iniziativa. Mi fu proposto dagli altri soci di assumere, nella fase iniziale della costituzione della società, la carica di amministratore che ho mantenuto per circa un anno. Il progetto aziendale sotteso alla costituzione della Deco doveva consentire, tra le altre cose, di creare posti di lavoro e supportare l’attività politica in cui era impegnato sia il consigliere Conte che noi membri della segreteria. Chi nell’ambito della società, al di là dell’effettivo assetto proprietario, ha eventualmente assunto un ruolo di preminenza (o di guida) nelle scelte aziendali? Così come prima accennato, un ruolo di preminenza nelle scelte aziendali era riservato, sebbene formalmente estraneo ad essa, al consigliere regionale Roberto Conte e, dopo di lui, a chi era più esperto nelle problematiche politico amministrative, ovvero Pasquale Salvio e, dopo ancora, la sig.ra Luisa De Luca, che aveva stretti legami col citato consigliere. La gestione reale della società, quindi, sebbene affidata alla mia amministrazione, era da me per lo più disconosciuta. Al riguardo preciso che, visti i rapporti che all’epoca esistevano in seno alla segreteria del consigliere Conte, al sottoscritto normalmente venivano riportate e comunicate scelte anche riguardanti la Deco già assunte in separata sede, alle quali io non avevo partecipato. Omissis Ha mai partecipato agli utili in qualità di socio o è mai stato pagato per la carica di amministratore della stessa? Non ho mai percepito né utili né compensi né versato somme per ripianare eventuali perdite della società. Si ricorda i nominativi dei dipendenti della società e da chi sono stati proposti per essere assunti? A mia memoria ricordo che furono assunti tale Carmine Sangiovanni e tale Gianluca Gifuni, vicini politicamente al consigliere regionale Roberto Conte . Specifico che tali signori non erano persone di mia conoscenza e la loro assunzione fu effettuata sulla base delle indicazioni fornite dagli altri soci e, probabilmente, da essi discusse insieme al consigliere Conte. Preciso, inoltre, che disconosco la reale natura del rapporto di lavoro che la Deco ha instaurato con i predetti dipendenti. Non conosco l’esistenza di altri rapporti di lavoro intercorsi con altri soggetti. Anzi, in merito, specifico che il fatto che Carmine Sangiovanni e Gianluca Gifuni fossero dipendenti della società è stato da me, di fatto, appreso solo in un secondo momento. Da chi sono stati individuati gli amministratori della Deco Consulting Srl che si sono succeduti alla sig.ra Luisa De Luca? Dopo la sig.ra De Luca sono venuto a conoscenza che l’amministrazione della Deco era stata affidata a Carlo Sarno. Anche in questo caso io non ho preso alcuna parte in tale decisione che mi è stata comunicata solo al momento di doverla ratificare in qualità di socio. Anche Carlo Sarno era entrato a far
parte all’epoca della segreteria del consigliere Roberto Conte, quale personale comandato.
Le dichiarazioni rese da SANNINO offrono spunti di particolare interesse per le investigazioni. In primo luogo, consentono di mettere a fuoco la reale natura dei rapporti all’interno della DECO ed il ruolo effettivamente rivestito da CONTE, il quale rappresenta con tutta evidenza non solo l’ispiratore, ma anche il catalizzatore dell’intera operazione. Come si è avuto modo di notare, i soci –ma anche gli amministratori- della DECO appartengono tutti alla segreteria di Roberto CONTE e persino i dipendenti della società vengono scelti, con modalità che più avanti saranno meglio specificate, tra i soggetti politicamente vicini a
quest’ultimo. Il criterio dell’appartenenza politica sembra aver guidato anche la scelta del liquidatore della DECO: come in seguito sarà chiarito più nel dettaglio, Giuseppe Genovese -oltre a risultare implicato nella vicenda relativa al contributo indebitamente erogato alla DECO dal Consiglio Regionale con delibera n. 365 del 28 dicembre 2005- ha fatto parte anch’egli della segreteria politica di CONTE, per poi essere nominato liquidatore della DECO a far data dal 3 ottobre 2007. Nella trama di rapporti così delineata, va senz’altro messa in rilievo la posizione di preminenza ricoperta da CONTE. Oltre a SANNINO, infatti, anche SALVIO e la DE LUCA, nelle dichiarazioni rese alla p.g. rispettivamente il 5 giugno 2008 nonché il 12 giugno e il 9 luglio 2008, hanno lasciato intendere che le decisioni principali relative alla società –non solo per quanto riguarda la sua costituzione, ma anche quanto alla concreta gestione della stessa- sono state assunte su indicazione di CONTE e comunque indipendentemente dai soggetti formalmente preposti all’amministrazione della DECO. La DE LUCA, in particolare, nonostante la rilevante partecipazione societaria detenuta e pur avendo rivestito la carica di amministratore unico tra l’ottobre 2004 e il giugno 2005, ha ostentato una singolare inconsapevolezza –al limite del disinteresse- rispetto alle vicende della DECO. Sentita una prima volta dalla p.g., ha infatti riferito che, nel periodo in cui si era occupata dell’amministrazione della società, la DECO non aveva “mai percepito finanziamenti o contributi di qualsiasi natura da pubbliche amministrazioni”, aggiungendo di non ricordare “né i costi sostenuti dalla Deco, né le risorse economiche impiegate per farvi fronte”. Solo in seguito, dopo essersi consultata col commercialista, la DE LUCA è stata in grado di rispondere in merito all’attività concretamente svolta dalla DECO durante la sua gestione, precisando –in una relazione a sua firma- che nel 2004 la società aveva percepito contributi complessivi pari ad € 29829,32 con riferimento a due inziative (l’una col Ministero del lavoro e l’altra con la Regione Campania), mentre nel 2005 aveva emesso due fatture (la prima di € 8.400,00 e la seconda di € 20.000,40) per le attività di comunicazione svolte presso il Consiglio Regionale. Anche le modalità di effettuazione dei conferimenti emerse all’esito delle indagini presentano elementi di anomalia. Si è già evidenziato –nello stralcio di verbale in precedenza riprodotto- che secondo quanto riferito da SANNINO, il capitale necessario alla costituzione della società sarebbe stato versato in parte dagli stessi soci (per un ammontare complessivo non meglio definito) e in parte da Roberto CONTE, a titolo di contributo personale. A loro volta, SALVIO e la DE LUCA hanno addirittura negato di aver versato alcuna somma di denaro per la costituzione della DECO. Appare evidente, dunque, che le dichiarazioni complessivamente rese dai soci (pur in presenza di reticenze e contraddizioni, probabilmente determinate dal tentativo di ridimensionare il proprio ruolo nella società, senza peraltro coinvolgere direttamente CONTE) sono indizi significativi del fatto che quest’ultimo ha agito in qualità amministratore di fatto e verosimilmente di socio occulto della DECO, così sovrapponendo –come sarà meglio illustrato nel prosieguo della trattazione- la posizione di promotore o comunque organizzatore rivestita nell’ambito dell’associazione criminosa, a quella di concreto gestore della società che ne costituisce l’estrinsecazione. Dipendenti Altro aspetto di rilevante interesse investigativo, al fine di una compiuta ricostruzione dei fatti, è quello relativo ai soggetti operanti alle dipendenze della DECO. La DECO Consulting risulta, infatti, aver assunto nel corso del tempo i seguenti soggetti:
1 Gianluca GIFUNI, formalmente assunto in data 28.10.2004 con la qualifica di “Addetto comunicazioni”; 2 Carmine SANGIOVANNI, assunto in data 28.10.2004 con la qualifica di “Impiegato”; 3 Clementina Cozzolino, assunta nell’agosto del 2006. Anche con riferimento a tale vicenda appare evidente il ruolo rivestito da CONTE e, nel contempo, si evidenziano significativi profili di anomalia nella gestione della società, rispetto all’assetto amministrativo risultante dall’atto costitutivo. Come più avanti verrà meglio illustrato, le indagini condotte dalla p.g. -attraverso l’acquisizione di documenti e l’assunzione di informazioni da parte dei soggetti sopra indicatihanno messo in rilievo come la DECO non fosse, in realtà, interessata ad assumere dipendenti, trattandosi semmai di un espediente finalizzato ad assicurare l’elargizione di fondi pubblici. Invero, sia la Cozzolino che SANGIOVANNI hanno dichiarato di essere stati contattati per l’assunzione da Carlo SARNO, come già si è visto fedele collaboratore di CONTE. È interessante notare, al riguardo, che SARNO -almeno quanto all’epoca di assunzione di SANGIOVANNI- non era ancora amministratore della DECO (posizione, questa, rivestita soltanto a partire dal 18 ottobre 2005), ma agiva in qualità di esponente della segreteria di Roberto CONTE, il quale –evidentemente- si sentiva coinvolto in prima persona nelle vicende della società, pur essendo formalmente estraneo alla stessa. Entrambi i dipendenti hanno, inoltre, puntualizzato di non aver in realtà mai prestato alcuna significativa attività alle dipendenze della DECO e di non aver avuto effettiva contezza della struttura societaria della DECO né dell’attività da questa in concreto svolta, anche in considerazione dell’impegno politico che all’epoca li occupava in qualità di consiglieri (comunque appartenenti all’area politica riferibile a CONTE): la Cozzolino, presso la V Municipalità e SANGIOVANNI presso la X Municipalità. In particolare, la Cozzolino –sentita dalla p.g. in data 8 luglio 2008- ha precisato di essersi “recata presso gli uffici della società, siti al Centro Direzionale di Napoli Isola G/7 (in realtà gli uffici della DECO, come appurato dalla p.g., si trovano presso l’Isola G/1), primo piano non più di 5/6 volte” durante la sua attività lavorativa. SANGIOVANNI, invece, nel verbale del 26 giugno 2008 ha riferito di essersi limitato a svolgere, per conto della DECO, soltanto qualche ricerca sui B.U.R.C. regionali concernenti la materia dei finanziamenti agevolati, aggiungendo –ad ulteriore conferma del sostanziale disinteresse della DECO rispetto all’effettiva prestazione di attività lavorativa- di aver sin dall’inizio reso noto che non avrebbe “potuto dare un reale apporto lavorativo, dovendo invece seguire i prioritari impegni politici”. Dalle dichiarazioni che i due dipendenti hanno reso alla p.g. emergono altri, significativi indizi che concorrono a delineare la sostanziale riconducibilità a CONTE dell’intera vicenda, evidenziando ancora una volta come la DECO Consulting Srl fosse, in realtà, mero strumento operativo piegato alla realizzazione di interessi estranei alla società, ma facenti capo all’esponente politico e alla sua area di riferimento. Secondo quanto riferito dalla Cozzolino, gli unici contatti avuti con esponenti della DECO quanto alla concreta gestione del rapporto di lavoro instaurato con la società sono stati con Carlo SARNO. La donna ha, in particolare, precisato di aver “firmato il contratto di lavoro alla presenza di Carlo Sarno presso la segreteria di Roberto Conte, mentre i due assegni con cui mi sono state pagate le competenze, mi sono stati consegnati sempre da Carlo Sarno presso la sede della società”. Di analogo tenore le circostanze riportate da SANGIOVANNI, il quale –oltre a ribadire di
non essersi mai recato effettivamente presso la sede della DECO- ha dichiarato che “gli incontri avvenivano in maniera estemporanea con il sig. Sarno (come si è visto, all’epoca neppure amministratore della società) ovunque avessimo modo di incontrarci. Per quanto riguarda la sig.ra De Luca devo precisare di averle consegnato i predetti documenti presso la segreteria del consigliere Roberto Conte presso il Consiglio Regionale. Specifico, ulteriormente, di non essermi mai recato, per tali incombenze, presso la sede della Deco”. Va messa in rilievo, al riguardo, l’assoluta singolarità nella conduzione del rapporto di lavoro coi due soggetti indicati, da parte della DECO. Non soltanto, infatti, la società ha proceduto all’assunzione dei due dipendenti senza di fatto avvalersi della loro attività, ma tutto il rapporto – dal momento dell’assunzione fino a quello della corresponsione della retribuzione- si è svolto essenzialmente presso la segreteria di Roberto CONTE e solo sporadicamente, in maniera quasi casuale, presso la sede della DECO. Di particolare interesse appaiono anche le dichiarazioni rese da GIFUNI alla p.g. in data 10 settembre 2008, delle quali si riportano ampi stralci per i notevoli spunti investigativi offerti.
R.
La mia assunzione alla Deco è avvenuta a seguito di una proposta da parte dell’onorevole Roberto Conte rivolta al sottoscritto, per la copertura del ruolo di suo addetto
stampa presso il Consiglio Regionale. Il mio lavoro è realmente iniziato nel luglio 2004 ma la formalizzazione dell’assunzione è avvenuta nel successivo ottobre 2004. Preciso che nel propormi il posto di lavoro Conte non ha mai fatto riferimento alla Deco Consulting Srl, della cui esistenza sono venuto a conoscenza solo dopo aver ricevuto la lettera di assunzione. All’epoca fui sorpreso del fatto che invece di essere assunto direttamente dal consigliere si fosse interposta l’anzidetta società che disconoscevo. Specifico, in ogni caso, come peraltro riportato nella lettera datata 28/10/2004, acclusa alla lettera di assunzione, con cui mi veniva comunicata la sede di lavoro presso la Deco (che vi allego), che il mio D. R.
effettivo posto di lavoro era presso l’ufficio del Questore alle Finanze del Consiglio Regionale della Campania (Roberto Conte).
Prima di allora ha mai conosciuto i soci e/o gli amministratori della Deco Consulting Srl? Non ho mai avuto contezza certa di chi fossero i soci e gli amministratori della Deco Consulting Srl, avendo io rapporti unicamente, sia per quanto riguarda la corresponsione degli emolumenti che le direttive del lavoro da effettuare, con Roberto Conte ed un altro componente della sua
segreteria che all’inizio era Luisa De Luca, alla quale all’inizio del 2006 è succeduto Emanuele Cameli. Specifico che la De Luca e Cameli hanno provveduto a pagarmi gli emolumenti mentre Conte mi dava le direttive di lavoro in qualità di suo addetto stampa. D. R. D. R.
D. R.
Omissis Ha cognizione di altri soggetti che risultassero dipendenti della Deco Consulting Srl? Non ho avuto conoscenza di altri dipendenti della Deco. È mai stato presso la sede legale della Deco Consulting Srl? No, non sono mai stato presso la sede legale della Deco né ho cognizione se presso l’indirizzo della sede esistessero effettivamente degli uffici. Al riguardo, segnalo che al momento della mia dimissione dalla Deco ho inviato tale comunicazione (che vi rilascio) via posta raccomandata che poi mi sono visto restituire in quanto il destinatario era sconosciuto. Ha mai svolto attività per la Deco che non riguardasse il consigliere Roberto Conte? No, tutto il mio periodo di lavoro è stato incentrato nello svolgere attività relativa al consigliere regionale Roberto Conte.
Le dichiarazioni di GIFUNI assumono notevole rilevanza per i molteplici indizi che se ne possono trarre. In primo luogo, esse ribadiscono la sostanziale estraneità della DECO rispetto al rapporto di
lavoro instaurato con i tre dipendenti. Anche Gifuni, infatti, ha mostrato di ignorare non solo la sede sociale e l’attività svolta dalla DECO, ma persino il ruolo da questa in concreto rivestito rispetto al proprio rapporto di lavoro, ritenendo che la stessa fosse “in qualche modo, comunque, riferibile al predetto consigliere (CONTE) se non addirittura di sua proprietà”. Come confermato dalla copiosa documentazione acquisita dalla p.g. –in particolare, dalla lettera di assunzione e dalla contestuale comunicazione della sede di lavoro, rilasciate dalla DECO Consulting il 28 ottobre 2004- nel caso di GIFUNI, anzi, non solo l’assunzione da parte della DECO è avvenuta a seguito di esplicita proposta di CONTE, ma addirittura il rapporto di lavoro – questa volta, e non a caso, effettivamente prestato- si è svolto alle dirette dipendenze dell’esponente politico e presso l’ufficio dello stesso. Al riguardo, va fin d’ora messo in rilievo (aspetto, questo, che in seguito sarà meglio approfondito) che la complessiva operazione finalizzata all’assunzione dei tre dipendenti ha rappresentato, di fatto, lo strumento di cui l’associazione criminosa oggetto della presente indagine si è servita –per il tramite della DECO- al fine di procacciarsi vantaggi, diretti o indiretti, consistenti nell’erogazione di contributi pubblici e comunque (con riferimento alla posizione di GIFUNI) nella possibilità di avvalersi dell’attività di quest’ultimo quale addetto stampa di CONTE, senza peraltro sostenere i relativi costi. Altri elementi indiziari di particolare interesse possono cogliersi per quanto riguarda il ruolo svolto dalla DE LUCA e la sua partecipazione all’associazione di cui sopra. Invero, secondo quanto riferito da GIFUNI e da SANGIOVANNI, la DE LUCA è stata uno dei loro interlocutori nella vicenda dell’assunzione, avvenuta in effetti nel periodo in cui la stessa era amministratore unico della DECO. Tenuto conto, peraltro, del fatto che dominus dell’intera operazione è stato Roberto CONTE -con cui la donna intratteneva stretti rapporti di collaborazione politica, più volte emersi nel corso delle indagini- appaiono davvero singolari le reticenze e le amnesie mostrate dalla DE LUCA nelle dichiarazioni rese innanzi alla p.g. La donna, infatti, si è limitata a riferire dell’assunzione di SANGIOVANNI e GIFUNI come di un’ordinaria attività compiuta dalla DECO a fronte della quale erano stati percepiti contributi pubblici, del tutto tacendo non solo sul carattere meramente fittizio dell’assunzione di SANGIOVANNI, ma anche sulla circostanza che GIFUNI aveva prestato la propria attività in favore di Roberto CONTE. Come si può rilevare, il fatto che la DE LUCA abbia sostanzialmente omesso qualsiasi riferimento a CONTE –nonostante il ruolo primario da questi rivestito nella vicenda- rende quanto mai evidente la chiara consapevolezza della donna circa i veri scopi perseguiti dalla DECO e la sua strumentalizzazione a fini estranei all’oggetto sociale, ma riconducibili all’associazione criminosa costituita dagli indagati. CONTRIBUTI RICEVUTI DAL CONSIGLIO REGIONALE Vanno ora illustrati gli esiti delle indagini condotte dalla p.g. al fine di accertare la reale consistenza, sul piano imprenditoriale, delle attività compiute dalla DECO e l’effettiva operatività della società in questione. Come in precedenza si è già avuto modo di sottolineare, l’esame dei dati di bilancio evidenzia una sostanziale immobilità della DECO, di per sé sintomatica del fatto che tale società non ha mai concretamente perseguito l’attuazione del proprio oggetto sociale. Invero, l’attività di investigazione compiuta consente di affermare che parte significativa degli introiti della DECO è costituita da contributi erogati dal Consiglio Regionale dalla Campania, ai
sensi dell’art. 2, comma 6 della Legge n. 853/73. Si tratta, in particolare, di contributi erogati a titolo di compartecipazione alle spese di organizzazione di eventi, per i quali in tre occasioni la Deco Consulting, ha presentato domanda al predetto Ente. Come si vedrà nel prosieguo della trattazione, l’acquisizione e il monitoraggio della documentazione inerente alla società, come pure l’assunzione di informazioni da parte dei soggetti che con essa hanno avuto rapporti, hanno fatto emergere la natura essenzialmente fittizia delle operazioni compite dalla DECO, nonché il carattere non casuale, ma programmatico della sua inattività, in quanto strumento unicamente finalizzato a consentire la fraudolenta percezione di fondi pubblici da parte dell’associazione per delinquere facente capo a CONTE e ai suoi più stretti collaboratori. Contributo erogato con delibera n. 1237 del 30.12.2003 La prima richiesta di contributi apparentemente a firma di SANNINO- è stata avanzata dalla DECO il 22 dicembre 2003 e risulta pervenuta in data 30 dicembre 2003 –prot. n. 13301- presso il Settore Ammnistrazione Contabilità e Gestione del Personale. Con tale istanza la Deco chiedeva al Consiglio Regionale un contributo per l’organizzazione di un workshop sul tema “Nuovi strumenti per l’imprenditoria agevolata, incentivi all’occupazione”, preventivando una spesa totale di circa 30.000 euro. È interessante notare che sebbene la DECO sia stata costituita soltanto il 23 dicembre 2003, già in data 22 dicembre la società predisponeva –come si è detto- la richiesta di contributo e patrocinio rivolta al Consiglio Regionale. Lo stesso giorno in cui l’istanza della Deco Consulting risulta essere ufficialmente pervenuta al Consiglio, veniva approvata –con singolare coincidenza di tempi- la delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 1237 di concessione dei contributi ex L. 853/73 in favore di una pluralità di beneficiari. Alla DECO, in particolare, veniva assegnato un contributo in compartecipazione pari a € 19.500,00. Con nota n. 512 del 2 marzo 2004 il Settore Presidenza del Consiglio Regionale, prima di procedere all’effettiva liquidazione del contributo, richiedeva alla Deco l’esibizione della documentazione relativa alle spese sostenute, nonché una relazione sull’attività svolta. La Deco, con nota del 29 luglio 2004 sempre a firma di Corrado SANNINO, inviava la documentazione richiesta, specificando di aver sostenuto spese per l’organizzazione del work shop, per l’importo complessivo di € 21.330,00. A dimostrazione di tali spese, la Deco presentava le seguenti fatture: 1 fattura n. 116/74 TER/04 del 31.12.2003 emessa, per un importo di 9.000 euro, dalla Hamilton Travel Sas di Panico Giuseppe & C. con sede in Napoli, Centro Direzionale Isola F/11. Tale documento (a firma di Corrado SANNINO) riporta come causale: “Servizi Turistici” forniti in occasione dell’ “organizzazione dello stand per il convegno workshop sul tema «Nuovi strumenti per l’imprenditoria agevolata, incentivi all’occupazione»”; 2 fattura n. 235 del 22.7.2004 emessa dalla Masterthree Italia S.r.l. - Hotel Due Golfi di Massa Lubrense (NA) per un importo di 12.330 euro. La causale riportata sulla fattura indica “Riferimento ricevuta fiscale n. 23/04 per banchetto iniziativa Dicembre 2003; Infine, con mandato di pagamento n. 1508 del 13 ottobre 2004 il Consiglio Regionale
provvedeva a liquidare, in favore della DECO, la complessiva somma di € 19.500,00. Dalle indagini condotte in merito alla regolarità dell’operazione è emerso –tuttavia- che le fatture esibite dalla DECO a corredo della propria richiesta non corrispondono, in realtà, a servizi effettivamente prestati, ovvero fanno riferimento ad attività diverse da quelle indicate in causale. In particolare, per quanto riguarda la fattura n. 116/74 TER/04 del 31.12.2003 il titolare della Hamilton Travel Sas, Giuseppe Panico -sentito dalla p.g. il 25 giugno e il 3 luglio 2008- ha dichiarato che la Hamilton aveva emesso nei confronti della DECO soltanto due fatture: l’una per importo pari ad € 9000,00 (si tratta, appunto, della fattura n. 116/74 TER/04), l’altra (recante il n. 115/74 TER/04 del 31.12.2003) per un importo pari ad € 8000,00. Per nessuna delle due fatture erano, però, stati corrisposti acconti di alcun tipo da parte della DECO né era stato ricevuta da quest’ultima alcuna prestazione, tanto che la Hamilton aveva poi provveduto ad emettere una nota di credito a storno totale delle due fatture. Quanto, invece, alla fattura n. 235 del 22.7.2004, gli accertamenti compiuti dalla p.g. hanno rilevato significative difformità rispetto all’originale conservata dalla società emittente. Infatti, mentre quella presentata dalla DECO al Consiglio Regionale riporta quale causale: “ Riferimento ricevuta fiscale n. 23/04 per banchetto iniziativa Dicembre 2003”, sull’originale -acquisita presso la Ovest Viaggi Srl- vi è la seguente iscrizione:“Riferimento ricevuta fiscale n. 23/04 per banchetto del 15/05/04”, data –questa- evidentemente posteriore rispetto a quella indicata dalla fattura esibita dalla DECO. L’attività investigativa successivamente svolta –attraverso l’esame della ricevuta fiscale richiamata in fattura e l’assunzione di informazioni da parte di Salvatore Barile, direttore del Grand Hotel “Due Golfi”- ha chiarito che sia l’uno che l’altro documento fiscale fanno riferimento al il banchetto nuziale tenuto il 15 maggio 2004, in occasione del matrimonio tra Giosafatte Nocerino e Afrodite Montano. Nel verbale dell’11 luglio 2008 Barile ha, in particolare, riferito che il banchetto fu pagato solo in un momento successivo, in quanto gli sposi gli avevano fatto presente che il conto sarebbe stato saldato da un’altra persona. Il conto, in effetti, venne saldato solo due mesi dopo –nel luglio 2004contestualmente all’emissione di una fattura intestata, appunto, alla DECO Consulting. Di particolare interesse appaiono anche le dichiarazioni rese alla p.g. da Giosafatte Nocerino, in data 16 luglio 2008. Nocerino ha, infatti, affermato di aver intrattenuto rapporti politici con Roberto CONTE fin dal 1999, precisando che era stato proprio l’esponente politico ad insistere per fargli da testimone di nozze, pur senza aver ricevuto alcuna richiesta in tal senso. Al pranzo nuziale, però, aveva partecipato solo la moglie di CONTE, Lia, in quanto l’esponente politico aveva altri impegni di cui occuparsi. Al momento di pagare il pranzo, la donna aveva dichiarato che il conto sarebbe stato saldato dal marito qualche giorno dopo, cosa in realtà avvenuta solo dopo molto tempo e a seguito dei numerosi solleciti pervenuti dall’albergo. Gli elementi raccolti all’esito dell’indagine evidenziano, ancora una volta, come Roberto CONTE agisca quale vero e proprio dominus della DECO, sostituendosi –di fatto- agli amministratori della società nella concreta gestione della stessa. Altro aspetto significativo che va messo in rilievo riguarda le singolari modalità attraverso le quali il politico è diventato testimone di nozze di Nocerino, offrendosi poi di pagargli il ricevimento a titolo di regalo. Come emerge chiaramente dalla dichiarazioni di questi, la decisione di CONTE di fargli da testimone è stata accolta con un certo sconcerto nonostante i rapporti di vicinanza politica intrattenuti col Consigliere Regionale, anche perché –come Nocerino ha testualmente riferito- sia
lui che la moglie avevano già deciso chi fossero i loro testimoni. Appare verosimile, al riguardo, che l’offerta del banchetto nuziale sia stata utilizzata da CONTE come mero espediente per far figurare la prestazione -da parte della DECO- di servizi in realtà mai effettuati, a fronte dei quali poter richiedere al Consiglio Regionale l’erogazione dei contributi. Il carattere fraudolento e preordinato dell’operazione risulta evidente dalla discrepanza esistente tra la data indicata sulla fattura esibita dalla DECO (che fa riferimento ad un banchetto curato nel dicembre 2003, quindi in epoca anteriore alla richiesta di contributi) e quella recata dalla fattura originale (maggio 2004), oltre che dalla diversa causale che sorregge il pagamento effettuato. Non può considerarsi casuale, inoltre, che solo dopo che il Consiglio Regionale –con la citata nota 512 del 2.4.2004- aveva chiesto alla DECO di fornire la documentazione giustificativa delle spese apparentemente sostenute, CONTE si impegnava esplicitamente a sostenere le spese del banchetto, per il tramite della moglie. Contributo erogato con delibera n. 1573 del 28.12.2004 Una nuova richiesta di contributi è stata avanzata dalla DECO in data 21 dicembre 2004, con atto a firma di Luisa DE LUCA. Il contributo richiesto –per un ammontare complessivo di € 19.900- riguardava l’organizzazione di un workshop sul tema “Individuazione ed utilizzo degli strumenti legislativi per la fruizione delle agevolazioni fiscali e finanziarie”, rispetto al quale era preventivata una spesa di circa € 29.000,00. Per tale evento, con delibera dell’Ufficio di Presidenza n. 1537 del 28 dicembre 2004, alla DECO era riconosciuto un contributo in compartecipazione di € 19.900. Con successiva nota n. 478 dell’8 febbraio 2005, il Settore Presidenza richiedeva alla DECO l’esibizione della documentazione relativa alle spese sostenute e una relazione sull’attività svolta. Il 14 aprile 2005 la DECO inviava quanto richiesto, giustificando spese per una somma complessiva di € 27.669,20. A corredo dell’istanza venivano, in particolare, offerti i seguenti documenti: 1 ricevuta fiscale n. 244 del 16.02.2005 per l’importo di € 2.150 per la consumazione di 46 pasti presso il ristorante “Fenesta Verde di Cante Guido” con sede in Giugliano in Campania (NA). Nella relazione accompagnatoria, la Deco certificò che tale banchetto faceva parte dell’organizzazione del workshop; 2 fattura n. 37 dell’11.03.2005 emessa dalla Microtel S.r.l. di Ariccia (Roma), per € 19.896, relativamente alla prestazione di servizi e fornitura di materiale informatico; 3 fattura n. 141 del 17.03.2005 emessa dalla Mostra d’Oltremare S.p.A. di Napoli, per € 4.440, per il fitto dell’auditorium del teatro Mediterraneo. Sul riepilogo delle spese presentato dalla Deco, tale spesa è rapportata al fitto della sala dove tenere il workshop; 4 fattura n. 64 del 24.03.2005 emessa dalla Ditta individuale Giorgi Giuseppe di Giugliano in Campania (NA), per euro 1.183,20, relativamente all’allestimento della su indicata sala. Ancora una volta, con mandato di pagamento n. 81 del 6 febbraio 2006, il Servizio Ragioneria del Consiglio Regionale provvedeva a liquidare, in favore della DECO, l’importo di € 19.900. Come si è già visto in precedenza, anche in questo caso le indagini condotte dalla p.g. hanno
evidenziato singolari anomalie nella documentazione presentata dalla DECO. Per quanto riguarda la fattura n. 141 del 17.3.2005 si è provveduto in primo luogo ad acquisire una cospicua documentazione presso la Mostra d’Oltremare Spa. Dall’esame di tale materiale emerge, con tutta evidenza, che l’attività prestata dalla DECO riguardava l’organizzazione non di un workshop –come fraudolentemente lasciato intendere- bensì di un convegno politico, tenuto il 24 marzo 2005 da “Democrazia e Libertà – La Margherita” e al quale partecipò anche Roberto CONTE. Fu proprio la DECO a organizzare l’evento, provvedendo alla locazione dell’auditorium dalla società Mostra d’Oltremare e comunicando la targa (CJ 179 PC) dell’unica autovettura per cui si richiedeva l’autorizzazione all’ingresso negli spazi della Mostra. Dagli accertamenti eseguiti al riguardo, tale vettura è risultata appartenere al Consiglio Regionale della Campania ed assegnata in uso al consigliere CONTE. La ricostruzione dei fatti appena illustrata trova conferma nel servizio giornalistico trasmesso -in data 25 marzo 2005- dal TG3 Regione, nel quale si riferisce di un’assemblea svoltasi il giorno precedente tra gli appartenenti al gruppo politico “La Margherita”, cui aveva partecipato anche Roberto CONTE, nonché in un articolo pubblicato su Repubblica il 24 marzo 2005, nel quale –tra gli appuntamenti politici della giornata- si segnala l’incontro previsto alle ore 20 presso il Teatro Mediterraneo della Mostra d’Oltremare, con la presenza di Ciriaco De Mita e Roberto CONTE. Analogamente a quanto visto in precedenza, anche con riferimento alla fattura n. 64 del 24.3.2005 gli accertamenti eseguiti hanno consentito di appurare che l’originale della stessa acquisito presso la ditta Giorgi Giuseppe- presenta un oggetto in parte difforme dalla copia presentata dalla DECO al Consiglio Regionale. In particolare, mentre sull’originale la descrizione dell’oggetto riporta la scritta “disponibilità in descrizione per CONFERENZA on. ROBERTO CONTE – Teatro Mediterraneo – NAPOLI”, sulla copia presentata dalla DECO, non compaiono le parole “on. ROBERTO CONTE” in quanto, verosimilmente, abrase. Nel merito, si è accertato che la ditta Giorgi fu, in effetti, contattata dalla segreteria di Roberto CONTE al fine di curare un evento tenutosi alla Mostra d’Oltremare il 24 marzo 2005; è stata pure acquisita copia di uno degli elementi grafici realizzato per tale evento, accertandosi che esso è sostanzialmente riferibile alla pubblicità elettorale del citato esponente politico. Sul punto sono state assunte informazioni direttamente dal titolare della ditta –Giuseppe Giorgi- il quale nel verbale del 18 luglio 2008 ha riferito le seguenti circostanze. Ricordo che nel periodo pre-elettorale delle elezioni del Consiglio Regionale della Campania, nell’anno 2005, la segreteria del Consigliere Regionale Roberto Conte mi contattò, nella persona dell’unica segretaria di cui non ricordo il nome e che ho visto presso la segreteria dove mi sono recato successivamente, per curare la
manifestazione del 24.3.2005 svoltasi nel tardo pomeriggio dopo le ore 19.00 organizzata per la candidatura del Consigliere regionale Roberto Conte al Consiglio Regionale. Di seguito, i
rapporti circa l’organizzazione dell’evento sono stati da me personalmente curati presso la segreteria di Roberto Conte presso il Consiglio Regionale della Campania. Aggiungo di aver incontrato Roberto Conte solo quando ho presentato il preventivo circa l’evento, presso gli uffici della segreteria del consigliere regionale, da eseguire presso il Teatro Mediterraneo della citata Mostra e durante lo svolgimento dello stesso al quale ho presenziato dall’inizio alla fine. Omissis Il collegamento tra l’evento svoltosi al teatro Mediterraneo e Roberto CONTE, come pure il
legame tra questi e la DECO emergono con tutta evidenza dalle parole di Giorgi, il quale –dopo aver confermato che la fattura n. 64 del 24.3.2005 si riferiva, per l’appunto, all’incontro preelettorale tenutosi presso la Mostra d’Oltremare- ha precisato di essere stato pagato da un collaboratore di Roberto CONTE con un assegno emesso dalla DECO Consulting Srl. Con riferimento, poi, alla ricevuta fiscale n. 244 del 16.2.2005 le dichiarazioni rese in data 16 luglio 2008 da Guido Cante –titolare del ristorante “Funesta Verde”- sembrano confermare che il documento in questione riguardi effettivamente l’organizzazione di un banchetto. Va, però, messo in rilievo che la data di fruizione del banchetto (16 febbraio 2005) non ha alcuna attinenza temporale con lo svolgimento del supposto workshop (per il quale la DECO asserì di aver noleggiato il teatro Mediterraneo in data 24 marzo 2005), mentre d’altra parte Cante –pur confermando di conoscere Roberto CONTE- nulla ricorda della DECO Consulting, cui è intestata la ricevuta, né di persone ad essa riconducibili. Quanto, infine, alla fattura n. 37 dell’11.3.2006, sia Fabio Foti –amministratore pro tempore della Microtel Srl- che Giuseppe Loffredo –attuale titolare nonché amministratore unico della società- hanno decisamente negato di conoscere o di aver mai avuto rapporti con la DECO Consulting Srl, apparentemente destinataria della fattura esibita al Consiglio Regionale della Campania. Contributo erogato con delibera n. 365 del 28.12.2005 Del tutto anomale sono le circostanze che accompagnano l’erogazione, in favore della DECO, di un ulteriore finanziamento da parte del Consiglio Regionale. Invero, con delibera n. 365 del 28 dicembre 2005 l’Ufficio di Presidenza provvedeva ad assegnare alla DECO un terzo contributo, per un importo pari ad € 15.000. Gli accertamenti eseguiti dalla p.g. presso gli uffici del Consiglio Regionale non hanno, però, consentito di reperire alcuna richiesta –eventualmente avanzata dalla DECO- con riferimento a tale contributo. In merito va, peraltro, precisato che sia la delibera che l’eventuale istanza della DECO risalgono certamente al periodo in cui Carlo SARNO era amministratore della società. Ad ogni modo, con nota del 26 aprile 2007 la società in questione inviava al Settore della Presidenza la documentazione attestante le spese sostenute –per un ammontare complessivo di € 17.000- in funzione dell’organizzazione del “Corso formativo professionale e manageriale per l’utilizzo degli strumenti legislativi e piani strategici commerciali sullo sviluppo e business di impresa, joint venture”. Dall’esame di tale materiale risultano le seguenti voci di spesa: 1 rimborso spese di € 2.000, a favore di Giuseppe Genovese, per l’attività di docenza in materia di “Creazione di impresa” espletata dal mese di novembre al mese di dicembre 2005; 2 rimborso spese di € 2.000 a favore di Carmela Petillo, per l’attività di docenza in materia di “Strumenti di finanza agevolata e legislazione europea” espletata dal mese di novembre al mese di dicembre 2005; 3 rimborso spese di € 2.000 a favore di Stefano Cicala, per i servizi resi in qualità di addetto alla segreteria ed all’assistenza generale nel periodo novembre, dicembre 2005; 4 rimborso spese di € 2.000 a favore di Michele Costagliola, per i servizi resi in qualità di addetto al supporto multimediale nei mesi di novembre e dicembre 2005; 5 fattura emessa dalla Eco S.r.l. con sede in Giugliano in Campania (NA),
per un importo di € 9.000 per la fornitura di software e n. 10 notebook Toshiba TEKRA; Come è avvenuto anche con riferimento agli altri due contributi erogati, in data 24 maggio 2007 il Consiglio Regionale provvedeva a liquidare alla DECO il contributo assegnato, tramite mandato di pagamento n. 894. Al riguardo, va messo in rilievo come i profili di anomalia caratterizzanti tale vicenda non si limitano all’iter procedimentale che ha condotto all’erogazione del contributo, ma finiscono ancora una volta per investire anche la situazione rappresentata dalla DECO per ottenerne la concessione. Come risulta dalla minuziosa attività di ricostruzione posta in essere dalla p.g., tutti i soggetti intestatari delle fatture sopra indicate risultano essere strettamente legati- se non addirittura collaboratori- di Roberto CONTE. In particolare, le indagini condotte e le comunicazioni intercettate –nell’ambito del procedimento penale n. 51204/06 ed in forza del decreto n.3066/07/R.R.- sull’utenza mobile 347/0677431, in uso a CONTE (progressivi nn. SMS S8776, SMS S8794, SMS S9586, 13450, 13563, 23186), hanno consentito di accertare che Giuseppe Genovese ha fatto parte della segreteria politica di questi, rivestendo la qualifica di liquidatore della DECO a partire dal 3 ottobre 2007. Analogamente, come si ricava dai sunti delle comunicazioni telefoniche intercettate sull’utenza mobile sopra menzionata (progressivi nn. SMS S418, 758, 1149, 3355, 3889, SMS S3645, SMS S3647), Michele Costagliola - peraltro consigliere comunale di Castellammare di Stabia- risulta intrattenere rapporti amicali con Roberto CONTE. Stefano Cicala è cognato di CONTE, in quanto fratello della moglie del consigliere regionale, Amelia. Carmela Petillo appartiene, invece, alla medesima area politica di CONTE. Dagli accertamenti eseguiti emerge, infatti, che la donna si è candidata alle “primarie” del Partito Democratico tenutesi nell’ottobre del 2007- nel collegio di Pozzuoli, comparendo nelle liste della formazione regionale “Riformisti Coraggiosi”, di cui fa parte anche il citato esponente politico. La Petillo, inoltre, risulta essere sposata a Ciro Mancino, a capo della segreteria politica di CONTE. L’intensa trama di rapporti esistente tra i soggetti sopra citati e Roberto CONTE rende assolutamente improbabile che che le prestazioni risultanti dalle fatture siano state realmente effettuate, anche in considerazione –come si è visto- del carattere evidentemente fittizio dell’attività complessivamente posta in essere dalla DECO e da questa documentata. Va, comunque, rilevato che il tenore delle certificazioni esibite dalla DECO lascia ritenere che tali somme -qualora realmente corrisposte- non riguardino verosimilmente effettivi rimborsi spese, bensì corrispettivi per prestazione di servizi, rispetto ai quali però non risulta operata la prescritta ritenuta d’acconto. Significative anomalie si rinvengono, infine, nella fattura emessa dalla ECO Srl. Dagli accertamenti effettuati risulta, infatti, che la copia del documento, esibita dalla DECO, presenta i campi del numero e della data di emissione anneriti. In merito, il titolare della società, Salvatore Vaccaro -sentito dalla p.g. il 5 agosto e il 1º settembre 2008- ha precisato che il modello della fattura presentata dalla DECO è difforme da quello abitualmente usato dalla sua società, rilasciando a supporto copia di alcune fatture emesse. Ha riferito, inoltre, di non ricordare di aver mai avuto alcun rapporto economico con la DECO Consulting e di non essere in grado di esibire la documentazione contabile della società, di cui risulta tuttora amministratore.
CONTRIBUTI RICEVUTI DA “ITALIA LAVORO” Gli esiti delle investigazioni appena illustrati mettono in evidenza come CONTE, con il consapevole contributo dei suoi più stretti collaboratori, abbia dato vita alla DECO Consulting con il solo intento di procurare –a sé e all’associazione criminosa costituita con gli stessi collaboratori - finanziamenti pubblici cui non avrebbero avuto diritto. In alcuni casi, come si è visto, l’indebita percezione di contributi è stata conseguita attraverso la falsa rappresentazione di attività mai effettuate dalla DECO, anche grazie all’esibizione di documentazione fiscale talvolta contraffatta o di incerta provenienza, altre volte relativa alla prestazione di servizi diversi da quelli indicati dalla società. Vanno ora messi in rilievo ulteriori espedienti di cui la DECO si è servita per ottenere l’elargizione di fondi pubblici. Le indagini condotte dalla p.g. –anche attraverso l’esame di documentazione pertinente alla società- hanno, infatti, consentito di appurare che la DECO, con richiesta a firma di Corrado SANNINO del 29 giugno 2004, ha chiesto ed ottenuto i contributi previsti dalla partecipazione al progetto “IN.LA”. Come è noto, il Progetto “IN.LA.” era un’azione straordinaria di sostegno per favorire l’ingresso nel mercato del lavoro di disoccupati di lunga durata, in particolari condizioni di disagio sociale, residenti nella provincia di Napoli. Il progetto -promosso dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali insieme alla Regione Campania, alla Provincia e al Comune di Napoli- era curato dalla “Italia Lavoro Spa” –ente strumentale dello stesso Ministero- e mirava a stimolare l’offerta di lavoro nelle imprese. In particolare, le imprese che aderivano a tale progetto avevano diritto ad un contributo economico una tantum, per ciascuno dei dipendenti assunti, pari ad euro 5.164,66. A fronte dell’istanza presentata, la DECO ha ottenuto l’erogazione della complessiva somma di euro 10.329,32, che le sono stati liquidati con ordine di bonifico prot. 0822/COG del 27 dicembre 2004 emesso da Italia Lavoro. Per accedere al contributo era, però, previsto -da parte del lavoratore- il possesso di specifici requisiti, di seguito indicati: 1 età superiore ai 35 anni all’atto della richiesta da parte dell’azienda; 2 residenza nella Provincia di Napoli; 3 stato di disoccupazione di lunga durata, per tale intendendosi la condizione di un soggetto privo di occupazione da oltre 24 mesi, appositamente certificato dal Centro per l’Impiego competente; 4 mancata percezione di alcun tipo di reddito, indennità o sussidio, a qualunque titolo concessi; 5 appartenenza ad una delle seguenti composizioni del nucleo familiare: a) essere una persona sola con o senza figli a carico; b) far parte di un nucleo familiare senza reddito; c) far parte di un nucleo familiare di 5 o più componenti ove uno solo risultasse percettore di reddito. Quanto al requisito dello stato di disoccupazione, va rilevato, inoltre, che in base alla normativa vigente in materia di lavoro –ed in particolare, ai sensi dell’art. 5 del D. Lgs. n. 297/2002- un individuo può essere definito “disoccupato” se percepisce un reddito annuale
inferiore “al reddito minimo personale escluso da imposizione”. Tale soglia limite risulta, in particolare, così determinata: 1 euro 4.500, per i redditi derivanti da lavoro autonomo; 2 euro 7.500, per i redditi derivanti da lavoro dipendente (o assimilati). Nell’ambito della procedura per l’inserimento nel progetto “IN.LA.” era previsto che i soggetti interessati all’assunzione producessero, al competente Centro per l’Impiego, delle autocertificazioni con le quali attestare il possesso dei predetti requisiti. Per verificare la regolarità della documentazione prodotta al fine di ottenere l’erogazione dei contributi in questione, si è provveduto, dunque, ad acquisire -presso il Centro per l’Impiego di Napoli Est- le autocertificazioni prodotte da Gianluca GIFUNI e da Carmine SANGIOVANNI. Dall’esame di tali documenti risulta che entrambi i soggetti hanno all’epoca dichiarato di non percepire alcun reddito. I controlli eseguiti presso l’Anagrafe Tributaria hanno, però, consentito di accertare la falsità di quanto dichiarato nelle due autocertificazioni. In particolare, Gianluca GIFUNI: 1 per l’anno 2002 è risultato essere stato percettore di un reddito complessivo ammontante ad euro 3.658; 2 per l’anno 2003 è risultato essere stato percettore di un reddito complessivo ammontante ad euro 8.088; 3 per l’anno 2004 è risultato essere stato percettore di un reddito complessivo ammontante ad euro 6.750. A sua volta, Carmine SANGIOVANNI: 1 per l’anno 2002 è risultato essere stato percettore di un reddito complessivo ammontante ad euro 15.180; 2 per l’anno 2003 è risultato essere stato percettore di un reddito complessivo ammontante ad euro 24.712; 3 per l’anno 2004 è risultato essere stato percettore di un reddito complessivo ammontante ad euro 12.761. Come si può notare, nessuno dei due soggetti avrebbe avuto titolo ad essere assunto con i benefici riconosciuti dal progetto “IN.LA.”. Rispetto all’episodio in esame, inoltre, va messo in rilievo come l’indebita percezione, da parte della DECO, del contributo straordinario erogato da Italia Lavoro Spa sia il frutto di una complessa attività di natura truffaldina, nella quale hanno concorso, oltre ai due lavoratori assunti, anche i soggetti che –a diverso titolo- sono coinvolti nelle vicende della DECO. Ed infatti, non soltanto si è accertato che né GIFUNI né SANGIOVANNI possedevano i requisiti soggettivi necessari per ottenere l’elargizione del beneficio, ma addirittura non risulta veritiero il presupposto che è a monte della richiesta, ovvero l’assunzione di dipendenti da parte della DECO. In effetti, come in precedenza è già stato ampiamente illustrato, SANGIOVANNI non appare aver svolto alcuna concreta attività alle dipendenze della DECO, dei cui aspetti essenziali ha mostrato di non avere, anzi, alcuna contezza. Quanto a GIFUNI, si è già visto che egli ha sì prestato la propria opera in qualità di addetto stampa, ma alle dipendenze e sotto le direttive di Roberto CONTE, presso il cui ufficio, infatti, era individuata la sua sede di lavoro. Per completezza di esposizione, va anche evidenziato che CONTE –come si evince dai sunti
delle numerose conversazioni telefoniche intercettate sull’utenza mobile (347/0677431) a lui in uso (progressivi nn. 10389, 11011, 11096, 11489, SMS S8855, 19056, 19928, 20427, 20858, 21074, 22039, 22656, 23149) nell’ambito del procedimento penale n. 51204/06- intratteneva un rapporto confidenziale con il Responsabile dell’articolazione campana di “Italia Lavoro”, Michele Raccuglia, a conferma dell’attenta rete di relazioni intessuta dall’uomo politico. RIMBORSI PER MANDATO ELETTORALE Altro espediente cui la DECO ha fatto ricorso per assicurarsi l’erogazione di contributi da parte di soggetti pubblici è rappresentato dalla richiesta di rimborsi per mandato elettorale, ai sensi degli artt. 79 e 80 del T.U.E.L. Come si è già sottolineato, infatti, nel periodo in cui sono stati alle dipendenze della DECO sia SANGIOVANNI che la Cozzolino hanno ricoperto la carica di consigliere, rispettivamente nella X e nella V Municipalità del Comune di Napoli. Dagli accertamenti effettuati è emerso, in particolare, che con riferimento alla posizione di SANGIOVANNI la DECO ha presentato istanza di rimborso per cinque mensilità consecutive. All’esito dei riscontri effettuati, il Comune di Napoli ha erogato alla DECO la complessiva somma di € 5.942,97, ripartita secondo le modalità indicate nel seguente prospetto: Nr.mandato
Data
Importo
Relativo a
17006
15/12/05
1.244,75
Marzo 2005
17007
15/12/05
1.111,38
Febbraio 2005
17008
15/12/05
1.096,57
Gennaio 2005
4377
29/03/06
1.222,52
Giugno 2005
5290
11/04/06
1.267,75
Settembre 2005
Totale erogato a rimborso
5.942,97
Secondo la previsione di cui agli artt.79 e 80 del T.U.E.L., tali rimborsi dovrebbero essere giustificati dall’esigenza di compensare le giornate lavorative non prestate dal lavoratore presso la società da cui dipende, a causa della sua partecipazione ai lavori degli organi elettivi. Anche in questo caso, però, la richiesta avanzata dalla DECO si fonda su una rappresentazione dei fatti assolutamente non corrispondente al vero. Come si è già ampiamente illustrato, infatti, il rapporto di lavoro instaurato tra SANGIOVANNI e la DECO Consulting ha carattere meramente fittizio, non avendo il dipendente prestato alcuna concreta attività per conto della società, fatta eccezione per qualche sporadica ricerca effettuata in materia -non a caso- di finanziamenti agevolati. Non va dimenticato, al riguardo, che lo stesso SANGIOVANNI aveva precisato, fin dal momento della sua assunzione, di non poter svolgere alcuna reale attività nei confronti della DECO, a causa degli impegni derivanti dal suo ruolo di consigliere municipale. Nessuna richiesta di rimborso risulta, invece, presentata dalla DECO con riferimento alla Cozzolino, che pure aveva ricoperto la carica di consigliere municipale nel periodo in cui aveva prestato attività lavorativa –anche in questo caso fittiziamente- alle dipendenze della società.
RUOLO DI EMANUELE CAMELI Vanno ora esaminati gli esiti delle investigazioni che hanno consentito di delineare il ruolo svolto da CAMELI e i rapporti da questi intrattenuti col consigliere regionale CONTE, evidenziando come, almeno a partire da un certo momento, CAMELI sia divenuto figura di spicco nella gestione della DECO Consulting. Al riguardo va messo immediatamente in rilievo che CAMELI rappresenta non soltanto uno dei collaboratori, ma anche il più stretto fiduciario di Roberto CONTE. Come è emerso dalle indagini condotte nell’ambito del procedimento penale n. 51204/06, CAMELI intrattiene con CONTE rapporti quotidiani, caratterizzati da una eccezionale familiarità. Risulta, inoltre, essere in possesso di una scheda telefonica collegata a quella in uso a Roberto CONTE –con la possibilità, quindi, di rispondere al telefono quando il cellulare del politico è spento o non raggiungibile- ed utilizza, all’interno dell’immobile sede del Consiglio Regionale, un ufficio attiguo a quello di consigliere. Più ancora, gli accertamenti compiuti dalla p.g. hanno evidenziato che CAMELI è stato prestanome di CONTE nell’Europa Immobiliare Srl, controparte contrattuale del Consiglio Regionale della Campania relativamente al fitto di locali da adibire ad uffici dell’ente. Come si è accennato all’inizio della trattazione, all’esito di tale attività investigativa sono stati individuati significativi indizi di reato quanto alla consumazione di una corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, realizzata da CONTE e da CAMELI in concorso con esponenti della famiglia BUGLIONE, imprenditori nel settore della vigilanza privata. Un primo indizio circa il coinvolgimento di CAMELI anche nelle vicende relative alla DECO può essere tratto dalle dichiarazioni rese da GIFUNI alla p.g., di cui ampi stralci sono stati riportati in precedenza. Quanto alla sua conoscenza della DECO GIFUNI ha, in particolare, riferito di aver avuto "rapporti unicamente, sia per quanto riguarda la corresponsione degli emolumenti che le direttive del lavoro da effettuare, con Roberto Conte ed un altro componente della sua segreteria che all’inizio era Luisa De Luca, alla quale all’inizio del 2006 è succeduto Emanuele Cameli”. Le parole di GIFUNI offrono spunti di notevole interesse sul piano indiziario. In primo luogo, consentono di delimitare temporalmente il coinvolgimento di CAMELI nella vicenda DECO (e quindi nell’associazione per delinquere di cui la DECO costituisce espressione): tale coinvolgimento, come si è visto, può farsi risalire quanto meno all’inizio del 2006. In secondo luogo, costituiscono indiretta conferma del fatto che al di sopra della DECO opera un gruppo omogeneo, facente capo con tutta evidenza a Roberto CONTE e composto di soggetti –con compiti diversi, in alcuni casi di mera partecipazione- che nella società non rivestono necessariamente ruoli formali di alcun tipo. Altro profilo da mettere in rilievo riguarda la circostanza, riferita da GIFUNI, secondo cui era CAMELI -a partire dal periodo indicato- a provvedere al pagamento della sua retribuzione, pur essendo egli estraneo all’assetto della DECO. Fin d’ora appare evidente che CAMELI –proprio in ragione del rapporto fiduciario che lo legava a CONTE- era ben addentro alle vicende della società, di cui conosceva verosimilmente anche le fittizie modalità operative, tanto da alternarsi alla DE LUCA nel provvedere al pagamento dei dipendenti. Ulteriori tasselli che consentono di affermare la consapevole partecipazione di CAMELI all’associazione criminosa in oggetto possono ricavarsi da una serie di conversazioni telefoniche intercettate –nell’ambito del procedimento penale n. 51204/06- sull’utenza n. 392/9104658 a lui intestata (decreto n. 3066/07/R.R.). Particolare rilievo, sul piano indiziario, assume la conversazione n. 2098 dell’11.9.2007, h.
9.45, nella quale CAMELI discute con Carlo SARNO circa le dimissioni di quest’ultimo dalla DECO, definendone i dettagli.
C:Emanuele CAMELI
S: Carlo SARNO
Omissis
C. S. C. S. C. S. C. S.
Noi siamo pronti. Basta che mi porti le dimissioni scritte e non c’è problema…..per motivi personali….due cose e basta. E poi ti faccio avere una copia del verbale, quando l’avremmo fatto . Non ti preoccupare. Ah, e allora. Questa soluzione… a cusì. Si anche se lui mi disse che avremo fatto… perché io quando sono subentrato… Si. Facemmo contestualmente il verbale dove uno usciva ed uno entrava al momento. Eh! Però poi questo vuol dire dover fare un’assemblea fisica dove noi ci dobbiamo vedere. No perché noi non l’abbiamo mai fatta, firmò solo una persona uno dei soci, Pasquale Salvio, tenuto conto che sta sempre là… e subito risolvemmo. Avemmo fatto sempre così al momento.
Già da questi primi accenni sembra comprendersi come le assemblee dei soci sono, almeno in alcuni casi, evidentemente fittizie. Il prosieguo della conversazione consente di mettere ancor più a fuoco i reali rapporti esistenti all’interno della DECO e le modalità di amministrazione della società.
C. S. C. S. C. Omissis
Debbo solo vedere…debbo pigliare la conferma del sostituto, ma penso che non ci sono pro……….nei confronti di Peppe non ci sono problemi, quindi, non ci sono non c’è nessun problema. Solo il fatto è uno solo ….debbo farmi fare al momento una valutazione che lascio fare all’amico. Eh! Ho capito. Ehhhhh! Là quel verbale deve firmarlo pure Pasq… pure Corrado. No basta che lo firma uno solo in rappresentanza dei tre perché così fu… così è sempre stato fatto io ce l’ho quando sono subentrato. Eh! Però Carlo io non posso non dirlo a Corrado che facciamo questa cosa, come non posso non dirlo a Luisa che facciamo questa cosa. Che poi…
I due, inoltre, si accordano sul come predisporre il verbale di assemblea della DECO per far risultare le dimissioni di SARNO. CAMELI, in proposito, lo rassicura dicendogli: “Ma quist non è un problema, la nel verbale si fa: visto le dimissioni presentate per motivi personali dell’amministratore etc……..si procede alla nomina di un nuovo amministratore…”. La seconda parte della conversazione offre almeno due spunti di notevole valenza indiziaria. È evidente, infatti, che CAMELI, pur costituendo l’interlocutore di riferimento nella risoluzione dei problemi relativi alla DECO, non ha una piena autonomia decisionale. Ed infatti, nel rassicurare SARNO circa la disponibilità di Peppe a sostituirlo quale amministratore della DECO (evidente è l’allusione a Giuseppe Genovese, coinvolto –come si è visto- nella vicenda relativa ai contributi del Consiglio Regionale e poi nominato liquidatore della società), CAMELI precisa di doversi prima rimettere alle valutazioni di un “amico”.
L’amico, naturalmente, non può che essere Roberto CONTE, autentico regista di tutte le vicende che coinvolgono la DECO e rispetto al quale CAMELI agisce –come di consueto- quale intermediario privilegiato. Di particolare rilievo sul piano indiziario è anche la necessità, sottolineata con insistenza da CAMELI, che tutti i soci siano portati a conoscenza del cambio di amministratore. Appare chiaro, infatti, che nonostante le anomale modalità di amministrazione della società ed il ruolo preminente rivestito da CONTE, i soci/amministratori non sono comunque dei semplici prestanome, ma hanno un interesse e sono direttamente coinvolti nelle sorti della DECO. Particolarmente significativa, è infine la circostanza che SARNO si rivolga direttamente a CAMELI per definire i termini delle proprie dimissioni. Tenuto conto, infatti, del rapporto fiduciario che lega il consigliere CONTE a CAMELI, nonché della formale (e apparente) estraneità di quest’ultimo rispetto alla DECO, risulta evidente che SARNO è non soltanto pienamente consapevole, ma anche partecipe al meccanismo di gestione che caratterizza la DECO e, in definitiva, all’associazione criminosa di cui essa è espressione. L’assoluta disinvoltura con cui la DECO è amministrata emerge anche dalla conversazione n. 2102 dell’11.9.2007, h. 10.02 –di poco successiva, quindi, a quella sopra esaminata- nella quale CAMELI prende accordi con Salvatore Scarpa (commercialista presso il cui studio risulta essere stata trasferita la sede legale della DECO) circa la predisposizione dei documenti societari, necessari per provvedere alla sostituzione di SARNO. Durante la conversazione, CAMELI –coinvolto in prima persona nell’amministrazione della DECO, in quanto fiduciario di CONTE- si preoccupa che la documentazione sia formalmente in regola e venga predisposta il più rapidamente possibile, chiedendo continui chiarimenti sui passi da seguire e precisando a Scarpa: “Io vorrei che tu mi preparassi il verbale il più presto possibile”. Nel corso della conversazione i due si interrogano ancora una volta sulle possibili ripercussioni che le dimissioni di SARNO possono provocare all’interno della società a causa delle reazioni degli altri soci. Il timore, in particolare, è che SANNINO manifesti, a sua volta, l’intenzione di lasciare la società, costringendoli ad una modifica dell’assetto societario, fino a quel momento rimasto immutato. Al riguardo CAMELI dice a Scarpa: “Quello (cioè SANNINO) sicuramente porrà il problema che lui se ne vuole uscire e poi gli diciamo che amma fa…facciamo l’appuntamento dal notaio…etc…”, aggiungendo quindi: “Va buono, tanto le quote si ripartiscono fra gli altri due che rimangono.”. Va messo in rilievo, sul punto, come –contrariamente a quanto gli stessi hanno cercato di far credere in occasione delle dichiarazioni rese alla p.g.- i soci della DECO non soltanto non sono mai rimasti completamente all’oscuro rispetto alle vicende principali della società, ma appaiono anche pronti ad intervenire per tutelare le proprie ragioni. Il ruolo di CAMELI nella gestione della società risulta nitidamente anche dall’esame delle altre conversazioni intercettate. Nella conversazione n. 2559 del 18.9.20007, h. 18.18, per esempio, CAMELI e Scarpa discutono del trasferimento della sede sociale della DECO presso lo studio del commercialista e dell’eventuale cessione delle quote da parte di SANNINO. CAMELI, in particolare, chiede a Scarpa di informarsi presso un notaio di fiducia, anche per quanto riguardo le spese da affrontare.
C: CAMELI Omissis
S: Scarpa
C. S. C. S. C. S. C.
Dal notaio imma’ì per il fatto cambio di sede? Eh eh! U’ cambio sede e… la cessione. E la cessione, eh… perfetto. Eh, eh! Allora poi cominciamo a mettere provvisoriamente lo studio tuo? come sede legale? Si!... Non ci stanno problemi… Io voglio fare così per accelerare i tempi. Si Manuè. Parla tu col notaio e vedi quanto vuole dai, così lo fissiamo pure e ci togliamo altri due problemi da mezzo…
Omissis L’argomento è nuovamente affrontato dai due nella conversazione n. 2726 del 20.9.2007, h. 21.20, svoltasi qualche giorno più tardi. In particolare, quando Scarpa comunica a CAMELI di essersi accordato con un notaio per un onorario di 900 euro, CAMELI -che evidentemente, prima di dare un assenso definitivo a Scarpa, deve consultarsi con CONTE- cerca di tergiversare: “va buò, va buò, va buò…allora facimo passà sti tre o quattro giorni che chiudiamo con la presentazione delle liste e poi fissiamo…ne parlo pure con lui e fissiamo.” Il giorno seguente –come risulta dalla conversazione n. 2756 del 21.9.2007, h. 11.37- Scarpa torna nuovamente ad insistere e CAMELI, che forse non è riuscito ad avere direttive da CONTE, è ancora una volta costretto a rinviare la decisione, ripetendo quanto già detto il giorno precedente: “mò facimo passà sti due o tre giorni…perché mo non glielo ho detto proprio a Robbi…facciamo passà sti due o tre giorni …che finimo stu fatto de’ liste e poi concordiamo.” Il ruolo decisivo di CONTE nella definizione degli assetti societari, nonché nelle scelte di amministrazione che riguardano la DECO viene ulteriormente ribadito nella conversazione n. 2898 del 23.9.2007, h. 12.56. Nel corso della stessa, infatti, CAMELI riferisce a Scarpa che: “Domani se avremo più calma, appena posso parlo con Roberto, gli dico quello che stiamo facendo, che del resto è la realizzazione di quello che era…(incomprensibile)…di massima…e fissiamo pure l’appuntamento dal notaio.” Alla risposta di Scarpa: “…vediamo Roberto se ci da la data per la disponibilità per fissare la data dal notaio…io te la fisso già al momento”, CAMELI precisa:“Ma tanto quello non dovrà venire pure lui!”. Come risulta evidente, sia CAMELI che Scarpa sono ben consapevoli del fatto che occorre comunque l’assenso di CONTE per l’adozione di decisioni effettive che riguardino la DECO, pur dovendosi mettere in risalto, al riguardo, la posizione di assoluto rilievo che CAMELI riveste, in quanto emissario di fiducia di CONTE. L’organico inserimento di CAMELI nella struttura dell’associazione criminosa facente capo al consigliere CONTE emerge anche da un’altra conversazione telefonica –la n. 2528 del 18.9.2007, h. 13.26- che CAMELI intrattiene con Carmine SANGIOVANNI, come si è visto assunto (sia pur fittiziamente) alle dipendenze della DECO e coinvolto nella vicenda relativa all’indebita percezione di contributi pubblici. SANGIOVANNI, infatti, si rivolge proprio a CAMELI per sollecitargli la risoluzione di una questione non meglio definita riguardante il suo rapporto di lavoro con la DECO, chiedendogli: “E…ià…però fammè sapè qualcosa…m’vuò fa…sapè qualcosa in giornata?...”, al che CAMELI – evidentemente a conoscenza del problema- risponde: “Si…si …ti faccio sapere in giornata…nun tè preoccupà…”.
Tale conversazione -che conferma, in definitiva, quanto già riferito da GIFUNI circa il ruolo ricoperto da CAMELI nella gestione della DECO- rende ancor più evidente come l’estraneità di tale indagato rispetto alla società sia solo apparente, delineando in modo pieno i contorni della sua partecipazione all’associazione criminosa in oggetto. LA SUSSISTENZA DEL DELITTO DI ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE Secondo l’orientamento ormai consolidato in dottrina e in giurisprudenza, il nucleo essenziale del delitto di associazione per delinquere può essere colto nell’esistenza di tre requisiti fondamentali, che valgono anche a distinguere l’associazione dal concorso di persone nel reato: a) un vincolo associativo a carattere permanente o, comunque, tendenzialmente stabile; b) l’indeterminatezza del programma criminoso; c) l’esistenza di una struttura organizzativa sia pur minima, idonea però a realizzare gli obiettivi criminosi dall’associazione perseguiti (cfr. Cass. n. 10107 del 14.7.1998). Diverso, in particolare, è il carattere che l’accordo criminoso assume nell’una e nell’altra ipotesi. Ed infatti, mentre nel concorso di persone l’accordo si realizza in maniera meramente occasionale e contingente, essendo rivolto alla realizzazione di uno o più reati determinati, nella fattispecie di cui all’art. 416 cod. pen. l’accordo risulta diretto all’attuazione di un più vasto e generico programma criminoso, tanto che –si aggiunge- per la sussistenza del reato associativo non occorre l’effettiva commissione dei reati fine, ma è necessaria e sufficiente l’esistenza della struttura organizzativa e del carattere criminoso del programma (cfr. Cass. n. 3340 del 20.1.1999; Cass. n. 7187 del 27.11.2003). Peraltro, sebbene l’associazione per delinquere costituisca un’entità a se stante, dotata di autonoma rilevanza penale, indice sintomatico della sua sussistenza può essere rappresentato proprio dalla commissione dei reati fine. Pacifica, infatti, in giurisprudenza è l’affermazione secondo cui –mancando di regola un atto costitutivo del sodalizio- la prova dell'esistenza di un'associazione con finalità illecite può essere desunta, in via indiretta, da facta concludentia, tra i quali assumono particolare rilievo i delitti programmati ed effettivamente realizzati, specie se il contesto in cui questi sono maturati e le loro modalità di esecuzione conclamino l'esistenza di un vincolo associativo, del tutto indipendente dalla concreta esecuzione dei reati-scopo (cfr. Cass. n. 12530 del 24.9.1999). La fattispecie concreta oggetto della presente richiesta rientra pienamente nell’astratta previsione normativa, per come è ormai pacificamente configurata. Gli elementi di prova raccolti all’esito della copiosa attività investigativa hanno, infatti, messo in rilievo l’esistenza di un vero e proprio sodalizio che –ponendo in essere in modo stabile un’attività organizzata, fin dall’inizio preordinata al compimento di truffe in danno di enti pubblicisi è avvalso, quale mero strumento operativo, di una società a tal fine costituita, la DECO Consulting Srl. A conferma di come la DECO sia stata ab origine strumentalizzata all’attuazione di tale programma criminoso, va rilevato che –come emerso dall’analisi della documentazione acquisita- la prima richiesta di contributi indirizzata al Consiglio Regionale (recante la data del 22 dicembre 2003 e depositata il 30 dicembre) precede addirittura la data di costituzione della società (23 dicembre 2003) o, comunque, è sostanzialmente contestuale a questa. Addirittura, la delibera di concessione del contributo risulta approvata nella stessa data in cui la richiesta è pervenuta al Consiglio (30 dicembre), lasciando intuire come anche la scelta dei tempi di costituzione della DECO non sia affatto casuale. Regista e dominus dell’intera operazione è indubbiamente Roberto CONTE, il quale si è
servito dei suoi più stretti collaboratori al fine di realizzare illecitamente i loro convergenti interessi. La prova più evidente dell’affectio societatis che accomuna i soggetti in questione è rappresentata dal fatto che i partecipi all’associazione –in parte inseriti nell’organigramma della DECO e in parte, come si è visto, ad essa estranei- non sono meri prestanome o semplici conoscenti del consigliere, ma persone appartenenti alla segreteria di CONTE e legate a quest’ultimo da un rapporto di assoluta fiducia. Anche il ricorso al criterio dell’appartenenza politica è il frutto, naturalmente, di una precisa scelta. Ed infatti, come si ricava dalle già citate dichiarazioni rese da SANNINO alla p.g., persino la divisione delle quote di partecipazione alla DECO (20% a SANNINO, 40% ciascuno a SALVIO e alla DE LUCA) esprime fedelmente il grado di vicinanza dei singoli soci a Roberto CONTE. Particolare rilievo, sul punto, assumono le dichiarazioni rese da Corrado SANNINO nel verbale del 18 giugno 2008: “Il progetto aziendale sotteso alla crezione della Deco doveva consentire, tra le altre cose, di creare posti di lavoro e di supportare l’attività politica in cui era impegnato sia il consigliere Conte che noi membri della segreteria”. Come si può notare, l’interesse che cementa il gruppo non è –genericamente- quello di conseguire un profitto diretto, bensì quello di procurarsi i mezzi necessari per finanziare l’attività politica di CONTE, cui tutti i partecipi all’associazione risultano strettamente legati. Emblematica, al riguardo, la vicenda –in precedenza ampiamente illustrata- relativa alla richiesta di un contributo per il fitto dell’auditorium del teatro Mediterraneo, dove avrebbe dovuto svolgersi un workshop sul tema “Individuazione ed utilizzo degli strumenti legislativi per la fruizione delle agevolazioni fiscali e finanziarie”, ma si tenne invece un convegno pre-elettorale, con la partecipazione di Roberto CONTE. Ugualmente significativa la vicenda relativa all’assunzione di GIFUNI, fittiziamente risultante alla dipendenze della DECO (che proprio per tale ragione aveva chiesto un finanziamento ad Italia Lavoro Spa) ma, in realtà, assunto quale addetto stampa presso l’ufficio del consigliere regionale. Tenuto conto del cospicuo materiale probatorio emerso all’esito delle indagini, nessun dubbio può esservi sulla responsabilità di CONTE, autentico promotore, organizzatore e gerente dell’intera associazione, anello di congiunzione tra tutti gli indagati e -come più volte ribadito da CAMELI nelle sue conversazioni- elemento decisivo nella definizione degli assetti della DECO (“perché mo non glielo ho detto proprio a Robbi…facciamo passà sti due o tre giorni”). Altrettanto evidente è la partecipazione all’associazione per delinquere da parte degli altri indagati. Per consentire un’adeguata ricostruzione degli elementi raccolti va messo in rilievo, anzitutto, che la posizione di partecipe nell’associazione prescinde dall’effettivo compimento – nell’ambito della DECO- di atti riconducibili alla posizione di socio o di amministratore della stessa. Ciò che conta, invece, è la prova della consapevolezza di essere inseriti in un gruppo organizzato, facente capo a CONTE e preordinato, attraverso la strumentalizzazione dell’attività della DECO, all’indebita percezione di contributi pubblici. Come si è sottolineato nel corso della trattazione, significativi spunti sul piano investigativo possono essere tratti, al riguardo, dalle già citate dichiarazioni di CAMELI il quale, nel discutere con SARNO circa le dimissioni di questi dalla società, precisa di non poter fare a meno di riferire la cosa anche a SANNINO e alla DE LUCA (“Però Carlo io non posso non dirlo a Corrado che facciamo questa cosa, come non posso non dirlo a Luisa che facciamo questa cosa”). È evidente, pertanto, che fino all’ultimo momento (la conversazione risale, infatti, al settembre 2007) i soci della DECO, pur non decidendo in prima persona sulla conduzione della società, devono comunque essere messi a conoscenza delle determinazioni prese. Significativi sono gli elementi che consentono di affermare la consapevole partecipazione
della DE LUCA all’associazione per delinquere in oggetto. Già dalla lettura del verbale del 12 giugno 2008 emerge l’anomalia delle dichiarazioni rese: la donna, infatti, pur essendo in grado di riferire con ricchezza di particolari la genesi della società (“Infatti tutti noi eravamo componenti della sua segreteria particolare. Conte, con tale suggerimento, intendeva spronarci nel farci raggiungere più significativi obiettivi e soddisfazioni lavorative nonché creare nuove opportunità lavorative”), nulla sembra ricordare sulle vicende della DECO, neppure con riferimento al periodo in cui la stessa ricopriva la carica di amministratore unico. In particolare la DE LUCA non soltanto nega inizialmente che la DECO abbia percepito finanziamenti pubblici durante la sua gestione –circostanza ammessa solo nel successivo verbale del 9 luglio 2008, del tutto tacendo sulle irregolarità che caratterizzano l’erogazione- ma nel fare riferimento all’assunzione di SANGIOVANNI e GIFUNI, trascura di riferire il carattere fittizio dell’operazione, di cui non poteva che essere a conoscenza. Non va dimenticato, infatti, che la donna è non una qualsiasi prestanome, ma una stretta collaboratrice di CONTE. Come emerso dagli atti di indagine, poi, in alcuni casi la DE LUCA si è materialmente occupata degli affari della DECO. Ed infatti, secondo quanto riferito da GIFUNI, fino agli inizi del 2006 è stata proprio la De LUCA a provvedere al pagamento della retribuzione a lui spettante (retribuzione, come si è visto, corrisposta a nome della DECO sebbene GIFUNI, di fatto, prestasse la propria attività alle dipendenze di CONTE). A sua volta SANGIOVANNI ha reso le seguenti dichiarazioni: “Per quanto riguarda la sig.ra De Luca devo precisare di averle consegnato i predetti documenti presso la segreteria del consigliere Roberto Conte presso il Consiglio Regionale”. Appare evidente, quindi, che la DE LUCA, pur omettendo qualsiasi riferimento al ruolo rivestito da CONTE nella DECO, era in realtà pienamente inserita nell'operazione, tanto da non meravigliarsi della cointeressanza del consigliere all’interno della società. Anche per quanto riguarda SANNINO la prova della partecipazione all’associazione può essere desunta, oltre che dal suo coinvolgimento nelle truffe poste in essere tramite la DECO, dal tenore delle dichiarazioni rese alla p.g. Come si è visto, infatti, sia la richiesta relativa al primo contributo erogato dal Consiglio Regionale (delibera n. 1237 del 30.12.2003) che la richiesta relativa ai contributi previsti nell’ambito del progetto “IN.LA.” sono state presentate con atti a firma di SANNINO, il quale –per le medesime ragioni sopra evidenziate- non poteva non essere a conoscenza del carattere assolutamente fittizio delle operazioni sottostanti. D’altra parte, lo stesso SANNINO nelle dichiarazioni rese alla p.g. –di cui, in precedenza, sono stati riportati ampi stralci- ha mostrato di essere stato fin dall’inizio consapevole dei reali rapporti di forza esistenti all’interno della DECO e di come quest’ultima costituisse strumento per la realizzazione di finalità diverse, ritagliandosi con tutta evidenza un mero ruolo di partecipazione all’interno dell’associazione criminosa (“…Il progetto aziendale sotteso alla crezione della Deco doveva consentire, tra le altre cose, di creare posti di lavoro e di supportare l’attività politica in cui era
impegnato sia il consigliere Conte che noi membri della segreteria… un ruolo di preminenza nelle scelte aziendali era riservato, sebbene formalmente estraneo ad essa, al consigliere regionale Roberto Conte e, dopo di lui, a chi era più esperto nelle problematiche politico amministrative, ovvero Pasquale Salvio e, dopo ancora, la sig.ra Luisa De Luca, che aveva stretti legami col citato consigliere). Quanto alla posizione di SALVIO –unico dei soci a non aver mai rivestito la carica di amministratore- il suo ruolo di partecipe all’associazione può desumersi, ancora una volta, dai rapporti di particolare vicinanza intrattenuti con il consigliere CONTE. Come è già stato evidenziato, infatti, anche SALVIO –unitamente a SANNINO e alla DE LUCA- faceva parte,
all’epoca dei fatti, della segreteria di CONTE e dunque può annoverarsi tra gli stretti collaboratori del politico. Dalle dichiarazioni rese alla p.g. risulta chiaro, inoltre, che SALVIO era ben consapevole del ruolo di promotore rivestito da CONTE nella costituzione della DECO Consulting (“L’idea di costituire la Deco ci fu suggerita da Roberto Conte che, per tramite di questa società, avrebbe potuto operare nel sociale e, eventualmente, creare occupazione), come pure del carattere quanto meno irregolare della propria partecipazione, a proposito della quale SALVIO ammette pacificamente di non aver mai effettuato esborsi (“L’esborso materiale della mia quota di capitale sociale non è stato da me mai effettivamente sostenuto”). Inoltre, contrariamente a quanto SALVIO sembra lasciare intendere, risulta provato che egli ha mantenuto i contatti col gruppo di CONTE in epoca ben successiva alla creazione della società. Al riguardo assume particolare rilievo, sul piano indiziario, la conversazione telefonica n. 19 del 24.7.2007, h. 00.45, intercettata sull’utenza n. 081/5404870 in uso ad Emanuele CAMELI e alla moglie Marisa Postiglione, in forza del decreto n. 3066/07/R.R. Nella telefonata –nel corso della quale CONTE e CAMELI parlano di questioni personali e delle partecipazioni societarie in cui quest’ultimo è coinvolto- vi è un esplicito riferimento a Pasquale SALVIO, col quale CAMELI afferma di aver discusso.
E.:
Emanuele CAMELI
R.: Roberto CONTE
R.: E.: R.: E.: R.: E.: R.: E.: R.: E.: R.: E.: R.: E.: R.: E.: R.: E.: R.: E.: R.:
Pronto? Bello! Bellissimo! tutto a posto? ..mamma mia.. non c'è male! stai stanco..immagino Eh uff! fa nu cazzo e caldo!..Sient..ma Marisa sta ancora ad Ostuni? si. ah! ..tutto a posto allora? che è succies’ oggi? no..no..tutto calmo e tranquillo! Abbiamo fatto delle...dei ragionamenti con Pasquale
Uh. Salvio.. uh. un poco di fatti organizzativi..
Uh..tutto a posto?..'a ditto che m'aiva dice na cosa..dimmi..
niente..domani mattina..tengo l'assemblea di quella mia società.. ok..va buono..ià
e si chiude tutto..
va buono...ci sentimm’ nu poco riman’ allora? bello..un bacione Pure a te ..ciao..buonanotte..ciao!
Dal tenore della conversazione risulta chiaro che nel luglio 2007 –in epoca prossima alla messa in liquidazione della DECO, avvenuta il 3 ottobre dello stesso anno- SALVIO continua a conservare rapporti sia col consigliere CONTE che col suo fiduciario CAMELI. Non può dubitarsi, quindi, che l’inserimento di SALVIO nell’associazione criminosa in oggetto non è limitato al momento
genetico di costituzione della DECO, ma è continuato anche successivamente, come si evince dal ruolo di interlocutore che SALVIO riveste nella definizione di non meglio precisate questioni organizzative, gestite da CAMELI nell’interesse di CONTE. Alla luce del materiale investigativo raccolto appare ugualmente evidente la consapevole partecipazione di Carlo SARNO all’associazione per delinquere in oggetto. Sintomatica del suo coinvolgimento nella DECO e nelle fraudolente operazioni poste in essere per il tramite di questa è, anzitutto, la circostanza –riferita da SANGIOVANNI- secondo cui l’assunzione alla DECO gli sarebbe stata proposta proprio da SARNO, allora non ancora nominato amministratore della società. Come si è visto, anche l’assunzione della Cozzolino è stata curata da SARNO, al quale è altresì riconducibile l’ultima richiesta di contributi rivolta al Consiglio Regionale, nell’ambito di una più complessa operazione, i cui contorni fraudolenti –di cui SARNO non poteva essere all’oscurosono stati in precedenza ampiamente evidenziati. Appare emblematico, inoltre, il fatto che per definire le modalità delle proprie dimissioni, SARNO si è rivolto a CAMELI il quale –pur se formalmente estraneo alla DECO- risulta essere il più stretto fiduciario di CONTE. È evidente, pertanto, che SARNO ben conosce quale sia il suo reale interlocutore nella DECO (CONTE), evidenziando un elevato grado di consapevolezza quanto alle finalità cui è preordinata l’attività della società. Corposi, infine, sono anche gli elementi di prova che consentono di riconoscere a CAMELI un ruolo di primo piano all’interno dell’associazione criminosa. Come si è ampiamente illustrato, infatti, gli esiti delle indagini condotte –anche attraverso la capillare attività di intercettazione di cui si è detto- evidenziano senza dubbio alcuno il ruolo di interlocutore privilegiato ed emissario di Roberto CONTE, svolto da CAMELI non solo nei confronti degli esponenti e dei dipendenti della società (SARNO e SANGIOVANNI), ma anche nella definizione delle varie problematiche emerse nella gestione della DECO Consulting. 1) 2) La sussistenza di pressanti esigenze cautelari, che impongono l’applicazione di una misura custodiale restrittiva, emerge con tutta evidenza alla luce del corposo quadro indiziario complessivamente scaturito dalle indagini, nonché della disinvolta personalità mostrata dagli indagati e soprattutto da CONTE e CAMELI. 3) Stringenti, in particolare, appaiono le esigenze legate al pericolo di reiterazione di condotte delittuose della stessa specie (art. 274, lett. c) c.p.p.), tenuto conto della pluralità e non occasionalità delle reati in contestazione e della spregiudicatezza che li caratterizza. 4) Risulta evidente, infatti, che le condotte ascritte agli indagati sono il frutto di una pervicace attività volta ad individuare e sviluppare ogni possibilità di accrescere il proprio tornaconto personale attraverso la costante strumentalizzazione della carica pubblica rivestita da CONTE. Particolarmente allarmante –quanto alla concreta sussistenza di esigenze di difesa sociale- è proprio il ruolo svolto dall’esponente politico, che in modo sistematico ha utilizzato la propria appartenenza al Consiglio Regionale per costruire un collaudato sistema di potere, in grado di controllare e deviare a proprio vantaggio le scelte gestionali dell’ente, anche al di là di quanto evidenziato nell’ambito del presente procedimento. 5) Ed invero, le modalità operative osservate da CONTE per procurarsi –tramite il filtro della DECO- l’indebita elargizione di erogazioni pubbliche presentano significative affinità con quanto emerso, nel procedimento penale n. 51204/06/R, circa la consumazione di una corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Identico, infatti, è il meccanismo in forza del
quale CONTE si serve di società nelle quali ha una cointeressenza occulta –e in taluni casi è anche amministratore di fatto- per la realizzazione dei propri interessi, dando vita ad un sistema di particolare allarme sociale. 6) Indicativi elementi in tal senso possono trarsi dai risultati delle indagini condotte con riferimento al citato procedimento, ove si è accertato che CONTE, con la consapevole collaborazione di CAMELI e di altri soggetti, era stato al centro di una complessa vicenda di corruzione, nell’ambito della quale il consigliere regionale (all’epoca dei fatti anche Questore alle Finanze) si era adoperato per favorire la Europa Immobiliare Srl (società appartenente ai fratelli Buglione) nella stipula –quale controparte del Consiglio Regionale della Campania- di due contratti di locazione, relativi ad alcuni immobili da adibire ad uffici dell’ente. In particolare, l’esponente politico –intervenendo, tramite i suoi complici, sia nella fase di individuazione del contraente che nella redazione della bozza di contratto- aveva fatto in modo che venisse prescelta l’offerta formulata dalla Europa Immobiliare Srl, facendo inoltre inserire nel contratto una clausola in forza della quale il Consiglio Regionale, in qualità di conduttore, si accollava una serie di spese accessorie relative alla gestione e manutenzione degli immobili locati, affidati in global service al Consorzio C.E.S.A. Scarl (anch’esso appartenente al gruppo imprenditoriale facente capo ai fratelli Buglione). 7) A fronte dell’illecita collaborazione prestata CONTE aveva ricevuto, a titolo di corrispettivo, parte degli introiti ricavati dalla Europa Immobiliare Srl, attraverso la riscossione dei canoni di locazione da parte del Consiglio Regionale. Del tutto peculiari erano state, però, le modalità di pagamento della controprestazione, rappresentate non dalla diretta percezione di una somma di denaro, bensì dal riconoscimento di una partecipazione occulta –per il tramite di prestanomi- nella Europa Immobiliare Srl. Le indagini hanno evidenziato, in particolare, che il capitale sociale della Europa Immobiliare era detenuto da CONTE inizialmente in misura pari al 20% dello stesso (tramite le quote fittiziamente intestate ad una prestanome, Vincenza Iovine) e successivamente –dopo il 31 luglio 2006- in misura pari al 40% (tramite le quote fittiziamente intestate a Marisa Postiglione, moglie di CAMELI). 8) Anche la C.E.S.A. Scarl, quindi, può farsi rientrare nella costellazione di interessi societari riconducibili a CONTE: tra l’altro, lo stesso CAMELI risulta essere stato per un certo periodo rappresentante legale nonché liquidatore della C.E.S.A., sempre in quanto fiduciario di CONTE. 9) Tali circostanze assumono rilievo in quanto espressive della personalità del’esponente politico, sempre pronto a strumentalizzare la carica rivestita per assicurarsi l’illecita realizzazione dei propri interessi, così denotando una evidente attitudine a reiterare condotte delittuose della stessa specie.