OLTRE IL MURO DELLA BIBLIOTECA
Sulla biblioteca del paese circolavano diverse leggende. Si diceva che il custode, un uomo ingobbito e severo, parlasse con i topi dei sotterranei e collezionasse grandi insetti. Si diceva anche che, fra le migliaia di libri impolverati disposti sugli scaffali, ve ne fossero alcuni di magia nera, antichi e dimenticati. Giacomo conosceva quelle storie e, anche se non gli facevano davvero paura, quando il pomeriggio tornava a casa prendeva una strada un po’ più lunga, per non costeggiare la recinzione della biblioteca. Aveva dieci anni e non ci aveva mai messo piede. I libri, in effetti, non gli interessavano granché. A scuola gli avevano fatto leggere "I viaggi di Gulliver" e lui l'aveva trovato noiosissimo. Ogni volta che doveva fare il riassunto di un libro, invece di leggerlo copiava il lavoro di Lucia, la secchiona della classe. Una mattina di settembre, quando la scuola era non era ancora iniziata, Giacomo stava passeggiando con Fred, il suo cane mezzo cieco che aveva sempre l'alito cattivo. Non c'erano compagni con cui giocare quel giorno. Solo Lucia era già rientrata dalle vacanze, ma Giacomo la trovava noiosa, con tutto quel suo parlare di libri e di danza classica, e così preferiva starsene con il suo cane, a gironzolare per il parco. D'un tratto Fred, come sentendo un richiamo, si mise a correre. Non era da lui, era un cane pigro, vecchio e acciaccato. Giacomo lo chiamò: -Fred ! Fred! Torna qui! Ma, niente da fare: il cane non gli diede ascolto e continuò ad allontanarsi. Giacomo si gettò all'inseguimento. Fred uscì dal parco e attraversò la strada. Giacomo gli stava dietro a fatica, ansimava. -Fred! Fred, aspettami! Ma il cane non si voltava neppure. Immaginate la paura di Giacomo, quando Fred, con un grande balzo, saltò dentro il cortile della biblioteca e scomparve fra l'erba alta. Immediatamente il ragazzo decise di entrare a prendere il cane. Si avvicinò al cancello, ma vide che a quell'ora la biblioteca era chiusa. L'apertura era prevista per il pomeriggio e lui non poteva aspettare. Capì che doveva trovare Lucia: sicuramente lei conosceva bene la biblioteca. Corse subito a casa della compagna, però la mamma gli disse che era appena uscita con un'amica. Si precipitò allora a casa del suo amico Luca e insperabilmente lo trovò.
-Ho bisogno di te!- gli disse con affanno -Fred è saltato nel cortile della biblioteca che è chiusa. Vieni con me. Devo assolutamente entrare, ma non voglio farlo da solo. Luca chiese alla mamma il permesso di uscire e seguì Giacomo. Arrivati alla biblioteca, i due ragazzi si arrampicarono sul cancello, che non era molto alto, e saltarono nel cortile. L'erba alta copriva loro la visuale. Di Fred neppure l'ombra. Mentre si avvicinavano all'ingresso dell'edificio, l'erba si abbassava sempre di più. - Fred! Fred!- chiamavano. Si trovarono davanti ad un edificio a due piani, grande, vecchio, con enormi finestre, di cui una sola era aperta. Il grande portone della biblioteca era socchiuso e i due ragazzi entrarono. Negli alti scaffali che rivestivano il locale videro tantissimi libri. Giacomo vide un ufficio, presumibilmente del custode, sbirciò nella stanza, ma essa era vuota. Ad un tratto sentì un rumore e pensò che fosse Fred, ma, quando si girò, scoprì che Luca era finito contro uno dei tavoli posti davanti agli scaffali e irritato gli sussurrò: -Accidenti a te! Guarda dove metti i piedi! Vieni, quaggiù non c'è. Proviamo a salire al piano superiore. Una volta giunti, Giacomo avvertì dei lamenti somiglianti a quelli del suo cane, che provenivano da un locale. Senza perdere tempo, i ragazzi seguirono il rumore e videro spuntare da un angolo la coda di Frèd. Si affrettarono, ma ciò che avevano visto sparì nel nulla come un fantasma. Continuarono a camminare e videro una porta vetrata, cercarono di aprirla, ma era chiusa a chiave. A Giacomo sembrò che la biblioteca girasse su se stessa come la Terra. Gli girava forte la testa ed ebbe molta paura perché si sentiva pedinato, ma si riprese: voleva ritrovare il suo cane. In quell'istante vide Fred saltare contro la porta per cercare di rompere il vetro, con la sottile tenda che lo ricopriva, e un uomo, di cui intravedeva solo la sagoma, spostò la tenda per guardare la causa del fracasso che faceva il cane. Saltando sulla porta, Fred aveva rotto un pezzo di tenda, perciò Giacomo riuscì a vedere l'uomo. Era di media statura, con gli occhi piccoli e scuri, aveva due denti mancanti sostituiti da denti finti d'oro che splendevano. Era vestito di stracci, calzava un cappello tutto rotto, probabilmente mangiato dai topi. Non si vedevano i capelli, ma l'uomo aveva orecchi giganteschi e la faccia era ricoperta di brufoli e cicatrici. Un vero custode sporcaccione.
Ad un certo punto vide nella stanza un altro uomo che, al contrario, era molto elegante, aveva un orologio d’oro massiccio e un cappello cilindrico. -Via subito, questi conciati così sono dei matti!- disse Giacomo agitato. -Andiamo a cercare aiuto! I due amici, velocemente ma cercando di non fare rumore, si avviarono verso le
scale. In quel momento, la porta della biblioteca si aprì e una mummia si presentò all'ingresso. -Veloce, nascondiamoci nell'angolo dietro a quello scaffale- mormorò Luca con voce soffocata, afferrando per un braccio Giacomo che era rimasto immobile dalla paura. Arrivati nell'angolo, si appoggiarono al muro e trattennero il respiro. Avrebbero voluto essere invisibili. Dalla loro posizione potevano vedere che cosa succedeva. Videro la mummia con gli occhi neri, i denti storti e gialli e il corpo avvolto da strisce di tessuto bianco. Essa saliva le scale con passo pesante e portamento curvo. Aveva mani grosse e marroni e piedi giganteschi anch'essi marroni. Si diresse verso la stanza del custode ed entrò. Frèd ricominciò ad abbaiare. Immediatamente dopo ecco sulla porta d'ingresso uno zombie che aveva un aspetto ripugnante: occhi iniettati di sangue, capelli corti e neri e denti gialli. Aveva una camicia verde strappata, i pantaloni corti con delle frange spiegazzate dalle quali uscivano gambe brutte e verdi con piedi grandi e scalzi, con unghie enormi. Non sembrava veramente uno zombie, sembrava un uomo o un ragazzo travestito per la notte di Halloween. Giacomo strabuzzò gli occhi. Si accorse di una cosa che non aveva visto subito. Lo zombie aveva un coltello conficcato nella testa, e questo spaventò ancora di più i due ragazzi. -Lo sapevo che in questo posto succedevano cose strane. Che cosa ci fanno queste persone conciate in questo modo? Forse un rito di magia nera. Che cosa ne faranno di Fred? Non capisco più niente. -Dobbiamo assolutamente uscire di qui- disse Luca. Ma appena i ragazzi raggiunsero le scale, ecco che la porta si aprì ancora ed entrò una strega. Prontamente i due tornarono indietro, sperando di non essere stati visti. La strega aveva il naso lungo, grosso e appuntito come il cappello nero che indossava. E neri erano anche i suoi vestiti. Mentre si avvicinava, Giacomo vide il suo sguardo cattivo e gli tremarono le gambe dalla paura. La strega non era ancora arrivata in cima alle scale che entrò un vampiro avvolto in un mantello nero. Gli occhi rossi splendevano nella penombra e i denti affilati erano ancora sporchi di sangue. Sulla spalla destra aveva un gròsso pipistrello, probabilmente il suo inseparabile amico, con ali larghe e robuste. "'"
Subito dietro entrò un lupo mannaro con gli occhi gialli e i denti aguzzi. Dal pelo nero e ispido uscivano lunghi artigli affilati. Il lupo girò per la biblioteca e poi salì. -Andiamocene velocemente! Scappiamo da questa gabbia di matti - disse Giacomo. I due ragazzi scesero e a tutta velocità corsero verso il cancello. Proprio in quel momento, davanti a loro, Lucia, In; compagnia dell'amica, stava suonando il campanello della biblioteca, ed il cancello si aprì. - Che cosa ci fate qua?- domandò Lucia. -Ma tu, Giacomo, non eri allergico ai libri? -E lo sono ancora- rispose Giacomo. -Ma un contrattempo mi ha attirato nella biblioteca. Hanno rapito Fred. - E lo cerchi qua? Non è mica un cane lettore- disse ridendo Lucia. -Allora non capisci proprio niente- ribattè il ragazzo. -Fred è saltato nel cortile della biblioteca e ora è trattenuto da quei matti vestiti in maniera strana. Non entrare, e tieni fuori anche la tua amica! Lucia sospirò e disse: -Sono i ragazzi che provano i vestiti per la festa del Librovoro. -Ma che festa! Quelli vogliono sacrificare Fred in un rito di magia nera- gridò Giacomo. -Se qui c'è un matto, quello sei tu. Si vede che odi i libri: non sai proprio niente. Alla fine della scuola ci hanno dato un volantino che riguardava il concorso “Il Librivoro" e ricordo perfettamente che tu, senza leggerlo, lo hai trasformato in un aeroplanino. Seguimi, e vedrai che quello che dici non ha senso. I due ragazzi, con un po' di timore, seguirono le ragazze nella biblioteca e all'ingresso trovarono le persone travestite insieme con Fred, il quale, quando vide Giacomo, gli si lanciò addosso scodinzolando e gli leccò il viso. L'uomo vestito di stracci capì che era il proprietario del cane e disse: -Sono il custode. Ho trovato il tuo cane in un angolo del prato. Si lamentava e si leccava una zampa, perciò l'ho preso e l'ho portato nel locale in cui c'è la cassetta di pronto intervento medico. L'ho controllato e, con l'aiuto di Francesco, gli ho tolto la spina che gli procurava il dolore e gli ho disinfettato la ferita. -Vedi? Non ti hanno rapito il cane, te l'hanno salvato- intervenne Lucia dando una spallata all'amico. Pieno d'imbarazzo, Giacomo si giustificò: -lo ho visto entrare tutti voi vestiti in questo modo e mi sono preoccupato. Ho pensato di tutto, invece devo solo ringraziarvi. A quel punto la strega si tolse il cappello e il naso finto e comparve una bella ragazza con i
capelli lunghi e rossi. Ella disse ai due ragazzi: "
-Sono Sara, la bibliotecaria, e di sicuro voi non siete frequentatori della biblioteca. Non vi conosco. Lucia intervenne: -No, a loro non piace leggere. Sono entrati solo per recuperare il cane che era saltato dentro. Poi, quando vi hanno visti travestiti, si sono spaventati. Non sanno che cos'è Il Librivoro. -Il Librivoro è un gioco-concorso. E' abbinato al gioco dell'oca. Ogni libro preso in prestito dà diritto ad una progressione sul percorso del gioco, in base al numero sorteggiato dal concorrente. Vince chi raggiunge prima una certa casella. Tra qualche giorno proclameremo il vincitore e noi siamo venuti a provare i costumi. Ai ragazzi piace tanto leggere i racconti del brivido e di avventura e allora abbiamo pensato di far loro una sorpresa. Ci vestiremo imitando i personaggi dei libri- spiegò la bibliotecaria. -Sentite, perché oggi pomeriggio non venite a scegliere un libro? Con imbarazzo Giacomo rispose: -lo potrei venire domani. Luca fece finta di niente. -Allora ti aspetto- concluse Sara,rivolgendosi a Giacomo. I due ragazzi uscirono in fretta e al cancello della biblioteca si separarono. Per tutto il pomeriggio Giacomo pensò alla figuraccia che aveva fatto. Si vergognava moltissimo. Prese la bicicletta e il suo cane e andò a fare un giro. Temendo però di incontrare Lucia, ritornò a casa e si chiuse nella sua camera con Fred. Quando giunse l'ora di cena, si rifiutò di mangiare e ai genitori, che erano preoccupati per lui, disse che voleva solo stare un po' tranquillo e che non aveva fame. La vergogna era troppo forte, perciò doveva assolutamente cercare una scusa per non andare in biblioteca. Nel letto si girava a destra e a sinistra, però piano piano finalmente si addormentò. Iniziò a sognare streghe e vampiri che lo fecero svegliare di colpo. -Basta! E' inutile che io scappi. Se non andrò alla biblioteca, continuerò ad avere questi incubi. E' meglio affrontare la realtà- pensò. E quella decisione lo fece addormentare. La mattina si svegliò con l'idea di andare in biblioteca per rispettare la promessa fatta, e trascorse le ore che lo separavano dall'appuntamento giocando con Luca e Fred e cercando di convincere l'amico a seguirlo, ma senza risultato. Alle quindici era davanti alla biblioteca. Entrò e vide Sara dietro la scrivania del locale che aveva trovato vuoto il giorno prima. Come si accorse del ragazzo, Sara si avvicinò a lui sorridendo e lo portò nel locale dei libri per ragazzi. -Ieri non mi sono accorto che qui giù ci fosse questa stanza- commentò Giacomo, che nel
frattempo vide un cartello sulla porta.
La biblioteca è un luogo speciale: si legge, si studia, si impara a sognare. Entra, bambino, e prova a sfogliare, qualcosa di bello puoi certo trovare!
-Vieni, Giacomo- disse Sara. -Su questo tavolo ci sono dei libri che ho scelto solo per te e che potrebbero pia certi. Sono quelli che gradiscono i ragazzi. Prova a sfogliarli e vedi se trovi qualche cosa di interessante. Se non c'è niente che ti piace, chiamami e guarderemo sugli scaffali. Ti ho lasciato anche qualche dolcetto, prendi quello che vuoi. lo torno di là. -Un barattolo mostruoso, Il mostro nella rete, Il manuale del perfetto investigatore, Il mondo perduto, Il segreto di Loch Ness, le cronache di Narnia, Il tragico Halloween. Mah, non saprei proprio da quale cominciare! - pensava Giacomo, che, però, subito dopo fu attratto dalla copertina di un libro sulla quale c'era un bambino della preistoria accanto a un mammut. Il bambino era sorridente.
- Le avventure di Pokonaso - lesse. - Che nome buffo! Voltò il libro e c’era scritto: Pokonaso è un bambino speciale perché vive nella preistoria con Babbo e Mamma in una confortevole caverna. Ha come amico Okkibuffi, un piccolo mammut suo inseparabile compagno di giochi con cui vive emozionanti avventure. Lo sfogliò e, come molti bambini, fu attratto dalle immagini. C'erano lupi, orsi, uomini strani, allora commentò: -Questo bambino deve essersi cacciato in un sacco di guai. E poiché l'unico argomento che a scuola gli era piaciuto era stato quello della preistoria.. pensò: -Darò una chance a questo libro. Se proprio devo incominciare a leggere per evitare delle figuracce, voglio sapere come fa un bambino ad essere amico di un mammut. Forse Giacomo si era immedesimato in Pokonaso perché anche lui si sentiva felice quando era con il vecchio Fred e anche lui ogni tanto si cacciava in qualche guaio. Dopo cena Giacomo andò nella sua camera e iniziò a leggere il libro. Scoprì che il mammut Okkibuffi era stato acquistato da Pokonaso al mercato. -Sicuramente non finirà come quei cani che vengono comprati e poi abbandonati! Questo
bambino lo ha voluto nonostante fosse il più piccolo, il più triste e pure quello con un occhio verde e uno rosso- rifletté Giacomo. Lesse anche il secondo capitolo nel quale Okkibuffi salvò Pokonaso dall'acqua profonda e pensò che sarebbe stato bello se Fred avesse saputo toglierlo dai problemi. Iniziò poi il terzo, Il Grande Alce, ma si addormentò proprio quando i due si trovavano vicino ad una palude. Sognò di essere il protagonista della vicenda, ma al posto del mammut c'era Fred che gli impediva di cadere nel fango. Sognò anche di essere inseguito da un alce e si svegliò di soprassalto. Cercò di riaddormentarsi, ma non riuscì, allora continuò la lettura e scoprì che l'alce era innocuo e che anzi aveva aiutato i due amici. Posò il libro, riprese sonno e, fino al mattino, lui, Pokonaso, Fred e Okkibuffi giocarono felici. Durante il pomeriggio del giorno successivo riprese il libro. Egli era appassionato di pesca e una volta con i boy-scout era andato a pescare e aveva acceso un fuoco proprio come Pokonaso con il papà all'inizio del nuovo capitolo e così si appassionò anche a quella lettura. In una settimana Giacomo arrivò alla fine del libro. Proprio il giorno dopo iniziava la scuola. Come vide Lucia, Giacomo le riferì soddisfatto che, per la prima volta, aveva letto un libro fino alla fine e che gli era piaciuto, poi aggiunse: -Quel giorno, alla biblioteca, ho fatto una figuraccia. Forse ho sbagliato a stare lontano dai libri. Se trovi quello giusto, è divertente leggere. Ho scelto "Le avventure di Pokonaso". Oggi pomeriggio lo riporterò e vorrei chiedere alla bibliotecaria se c'è un seguito. -lo lo conosco, ci sono altri libri che raccontano di Pokonaso. Ti piaceranno anche quellirispose la bambina. Giacomo, diventando un po' rosso, balbettò: -Senti Lucia, devo chiederti un favore. Non raccontare ai nostri compagni quello che ho combinato! Mi prenderebbero in giro per tutto l'anno. -Stai tranquillo e fidati di me perché sarò una tomba- assicurò la compagna. -Anche se non c'è nulla di cui devi vergognarti. I miei amici amano stupire e ci sono riusciti. Vedrai, ti stupiranno anche quando li conoscerai. Sono fantasiosi e divertenti. Sono lettori. Anzi, ti invito da subito alla prossima festa della biblioteca. Naturalmente sbucherai dalla preistoria vestito da Pokonaso. -Verrò sicuramente. Però, peccato che tu sia una femmina e che non possa chiederti di fare il mio mammut- rispose Giacomo ridendo. -Mah, chissà che non ti stupisca anch'io!- concluse divertita Lucia.-Sono una lettrice.