Risveglio Pentecostale Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia Numero 1 - Anno LXIII
Gennaio 2009
Periodico Mensile - Poste Italiane spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza
«Al soffio di Dio si forma il ghiaccio e si contrae la distesa delle acque» (Giobbe 37:10)
Risveglio Pentecostale Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517 Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Presidente: Felice A. Loria Segretario: Eliseo Cardarelli Tesoriere: Giuseppe Tilenni Consiglieri: Salvatore Cusumano, Carmine Lamanna, Paolo Lombardo, Gaetano Montante, Vito Nuzzo, Vincenzo Specchi Presidente emerito: Francesco Toppi Consiglieri onorari: Germano Giuliani, Francesco Rauti Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, 1 35132 Padova Tel. 049.605127 fax 049.612565 e mail:
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Siano tutti uno iera sù al Padre nella Sua pregh Ge di le zia en ess sta hie ric È la sacerdotale. volte con tono urgente, quasi È una richesta ripetuta più me e o; e come tu, o Padre, sei in che un ti tut no sia he “C : nte ssa pre da in noi: affinché il mondo cre io sono in te, anch’essi siano 17:21). ni lla tu mi hai mandato” (Giovan o ritenere scopo e centro de am ssi po e ch È una richesta o. ccupa” dell’unità del grupp Sua preghiera: Gesù si “preo re due persone identiche, è vero Certo, se è difficile incontra persozigotici possiedono la stessa che neppure i gemelli mono onia dell’onnipotenza divina. tim nalità. La diversità, però, tes opiatrice, agli uomini sì. oc fot la ta A Dio non necessi e, invece il Signore che noi ors ris di ri ve po i, tiv eti rip Siamo ribili. e ser viamo ha risorse inesau lungimiranti pretendono ch I dittatori e gli uomini poco ti allo stesso modo, ma Dio, iamo tut parliamo, ci moviamo e ag struci fornisce parole nuove e a”, “che è ricco in misericordi Parola, rna ete a o proclamare la Su menti nuovi perché possiam e l’immutabilità. ilità senza menomarne l’infallib e caente dentro di noi queste du re e am los ge Se custodiremo era e ci consentiranno di stemp ratteristiche della Parola, ess nte dalla nostra identità, di ragende superare ogni ostacolo dip ere perfetti nell’unità. giungere l’unità, anzi, di ess n è scandalo, ma ricchezza. La diversità di personalità no ti circa la soluzione di alferen Possiamo avere opinioni dif e ogni tti “tu uno” nell’affermare ch cuni problemi, però siamo . isto Cristo e per mezzo di Cr tti problema ha la risposta in nel predicare, però siamo “tu niPossiamo avere stili diversi l’u che l’eterna Parola di Dio è re ne rite l ne e re de cre l ne uno” la vita a a cambiare radicalmente ca buona notizia che continu dell’uomo. tiamo sociale diversa, però diven Possiamo avere estrazione essa benedizione di Dio, quando la e e ion nz l’u tto so o” un “tutti pporscende tra di noi. , talvolta comprendiamo l’o Sotto la benedizione divina . ste azioni, anche se pur giu tunità di non fare delle afferm
SOMMARIO Gennaio 2009
Per questo motivo dobbiamo chiedere al Signore di intervenire con l’unzione e la potenza dello Spir ito Santo nelle nostre riunioni di culto. Dobbiamo riconoscere che tecnicismo e formalismo forniscono solo una par venza di unità, privand oci di raggiungere sostanzialmente la perfezione nell’unità. Rendiamoci conto che il tempo è propizi o per cercare la faccia di Dio. Spazziamo, dunque, la casa del nostro cuore e cerchiamo con cura la dramma dell’unità! Adoperiamoci in questo nuovo anno, met tendo da parte ogni veduta personale, a ricercare l’unità nella diversità, valorizzando ogni ministerio e ogni membro di comunità per quello che è, e che da Dio ha ricevuto. La Chiesa stessa così ben collegata e ben connessa“mediante l’aiuto fornito da tutte le giunture, trae il proprio sviluppo nella misura del vigore di ogni singola parte, per edificare” se stessa nell’amore. Perché tutti possiamo realizzare l’unità nell a diversità, dunque, dobbiamo guardare dentro di noi e badare che nessuna radice velenosa venga fuori a darci molesti a, vigilando che nessuno resti privo della grazia di Dio. Per il bene supremo della diffusione dell ’Evangelo di Cristo, dobbiamo necessariamente cercare “la pac e” e “la santificazione, senza la quale nessuno vedrà il Sign ore”.
Editoriale - Felice A. Loria Siano tutti uno...............pag.2
Affrancamento e libertà Antonio Rocca.............. pag.4
Un amore esclusivo Angelo Gargano........... pag.6
Evitare domani tristi ricordi Mauro Stevanato.......... pag.9
L’anziano cristiano Malcom Willis.............pag.11
Felice Antonio Loria Presidente Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia O mio cuor, calmo sta ...............................pag.13
La preghiera nel culto Paolo Faia.................pag.15 Notizie dalle Chiese all’Estero .................pag.17 Notizie dalle nostre Comunità..................pag.18 R i s v e g l i o P e n t e c o s ta l e - G e n n a i o 2 0 0 9
Affrancamento
E LIBERTÀ
(Galati 5:1,13-15)
“Cristo ci ha liberati perché fossimo liberi; state dunque saldi e non vi lasciate porre di nuovo sotto il giogo della schiavitù”... “Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un’occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell’amore servite gli uni agli altri; poiché tutta la legge è adempiuta in quest’unica parola: «Ama il tuo prossimo come te stesso». Ma se vi mordete e divorate gli uni gli altri, guardate di non essere consumati gli uni dagli altri” (Galati 5:1,13-15). “Libertà!” È sempre la parola più sospirata da quei milioni di persone che, in tutto il mondo e sotto governi oppressori diversi, ne sono privati. “Libertà” è potersi alzare al mattino e uscire di casa senza dover dipendere dal permesso e dal consenso di qualcuno. È poter esprimere i propri pensieri senza essere censurati. È poter andare dove si vuole senza che qualcuno metta il proprio veto, o ponga le proprie condizioni. “Libertà” non è solo una parola bella, ma è una condizione della quale tutti vorrebbero poter godere il pieno effetto.
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E ciò che vale per la componente sociale dell’uomo, vale anche per la sua parte spirituale... L’apostolo Paolo ricorda ai credenti della Galazia che il Signore Gesù Cristo ci ha affrancati, ci ha liberati pagando un prezzo per trarci dalla schiavitù del peccato. Ci ha affrancati, perciò in Lui siamo liberi. Alcuni pensano che queste parole vogliano significare che, poiché siamo liberi, abbiamo la libertà di fare tutto quello che meglio ci conviene. Come tutte le cose hanno un limite, anche la libertà ha un suo limite; la libertà spirituale ha una sua precisa definizione. Quando la mia libertà intacca quella del mio prossimo, devo fermarmi perché diventa abuso e violazione della libertà altrui. La libertà presentata da Paolo è quella della grazia, è la possibilità che Dio ci offre, dal momento in cui ci ha salvati, di poterLo lodare, amare e servire. Mentre prima di conoscerLo eravamo schiavi del peccato a tal punto che, anche quella piccola parte di religiosità che era in noi, era il risultato di un legalismo imposto, di funzioni religiose che sapevano più di schiavismo che di libertà.
Ora, invece, possiamo pregare liberamente il Signore, cantando con gioia gli inni che Lo innalzano! Libertà non significa poter fare tutto quello che si vuole, ritenendo che, in quanto liberi, tutto ci sia permesso! Questo creerebbe il pericolo che la libertà possa diventare, per mancanza di conoscenza, una nuova schiavitù. “State dunque saldi”, cioè state fermi in questa nuova condizione nella quale il Signore vi ha posti. Questo principio è ben espresso da Paolo nei versetti 13 a 15 dello stesso capitolo 5 dell'epistola ai Galati. La libertà non deve essere “un’occasione alla carne”, ossia un’opportunità per peccare, come alcuni osano fare. In virtù della grazia offertaci da Gesù Cristo e accettata da noi, Egli ha messo in noi il sentimento e il valore della vera libertà cristiana. Per mezzo dell’amore che è sparso nei nostri cuori l’apostolo ci invita a servire, ad essere utili gli uni verso gli altri. Il servizio reciproco, l’aiuto e la collaborazione fraterna sono grandi doni e grandi benedizioni per la Chiesa. L’apostolo Paolo ricorda ai Galati il principio base della Legge che riguarda i rapporti umani e sociali.
Ogni servo cristiano non deve manifestare nella propria vita il frutto di una forzatura, di un obbligo, ma deve spontaneamente mostrare, come frutto, il risultato dell’amore che si porta l’uno verso l’altro. Per evidenziare ulteriormente questo concetto del servizio cristiano basato sull’amore, egli presenta la parte opposta del servizio e dell’amore. “Se vi mordete e divorate gli uni, gli altri…” Purtroppo può accadere che non tutti i credenti si amino, perché non tutti hanno sperimentato profondamente il vero amore di Cristo, e non hanno compreso il principio vivente della vera libertà. Queste persone spesso si comportano come e peggio di quelli che non conoscono né il Signore né la Sua grazia. A queste persone, che possono essere nella Chiesa, ma che, chiaramente non sono della Chiesa, l’apostolo dice solennemente: “Fate attenzione a non essere consumati, distrutti, avviliti dalla vostra cattiva condotta, dispiacendo al Signore”. Dio ci aiuti, cari in Cristo, a tornare risolutamente, di vero cuore, al Signore, per godere insieme, in Lui, la vera libertà!
Antonio Rocca
scelta... Libertà è anche quella condizione, morale o spirituale, in cui si ha la forza di accettare quanto non è stato scelto o non può essere scelto, non essendone condizionati in modo tale da non poterlo accettare - (da wikipedia) “...Gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov'era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha La libertà indica l’essere libero, la condizione unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai di chi non è prigioniero e non ha restrizioni, ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libernon è confinato o impedito. La libertà in senso più ampio è anche la facoltà dell’uomo di agire e tà gli oppressi, e a proclamare l'anno accettevole del Signore». Poi, chiuso il libro e resolo all'inserdi pensare in piena autonomia, è la condizione viente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella di chi può agire secondo le proprie scelte, in sinagoga erano fissi su di lui. Egli prese a dir certi casi grazie ad un potere specifico riconosciutogli dalla legge. Si può dire che chi compie loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite»” (Luca 4:17-21) un’azione è libero, quando ha la possibilità di
LIBERTÀ
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UN AMORE esclusivo
loro che, a distanza di circa trent’anni dalla loro nascita, causarono la perdita del primo amore. Ciononostante Cristo ama questa chiesa e a lei si rivolge. Il giudizio molto serio del Signore Gesù è: “Hai abbandonato il tuo primo amore” (v. 4). Apocalisse 2:1-7 Quando Gesù usa le parole “primo amore”, non si sta riferendo all’amore immaturo che sperimentiamo all’inizio quando accettiamo il Signore. Efeso era la capitale dell’Asia minore (l’odierna Turchia) e a Egli sta parlando dell’amore esclusivo che quel tempo era una potente e ricca città di commercio ed era ansi deve avere per Lui. In altre parole, sta diche la capitale romana di quella provincia. In questa città si trovava il tempio di Diana, dea della caccia, cendo: «Una volta occupavo il primo posto e una delle maggiori attività produttive era appunto la lavorazio- nel tuo cuore, ma ora hai dato la priorità ad altre cose». ne degli idoli di questa dea, fatta dagli artigiani locali. Non puoi relegare Dio in un angolo del In questa città l’apostolo Paolo aveva annunciato l’evangelo per tre anni con gran benedizione e molto successo (Atti 19:10). tuo cuore: o Lui è tutto, oppure non è niente Lo Spirito di Dio operò con potenza in quella città, centro dei per te. Non c’è compromesso, non c’è una via di mezzo. piaceri mondani e d’idolatria. Un gran numero d’uomini e donne si convertì all’Evangelo e fra questi c’era anche un gruppo di La priorità di un amore esclusivo persone che, avevano esercitato le arti magiche, quando si conLe persone che possono ferirci maggiorvertirono, portarono i loro libri e li bruciarono in pubblico (Atti mente sono quelle a noi più care, quelle che 19:19,20). A quel tempo, quella d’Efeso era una chiesa molto benedetta, dicono di avere per noi un amore vero e sincero. Coloro che sono incerti nei nostri conarricchita dai doni dello Spirito Santo e, di conseguenza, aveva fronti non possono ferirci e nemmeno possoanche delle grandi responsabilità. no farlo i nostri nemici. L’apostolo Paolo aveva avvisato quei credenti che sarebbero Questi cristiani ferivano profondamente il arrivati dei falsi maestri, i quali avrebbero cercato di deviarli dalcuore del Signore, perché avevano camminala vera fede (Atti 20:29-31). In realtà, i falsi maestri arrivarono, la chiesa resistette alle lo- to a fianco a fianco con Lui e spesso Gli avevano dimostrato e dichiarato il loro amore. ro dottrine, ma un “cancro” cominciò a farsi strada in mezzo a Efeso, la capitale dell’Asia minore (l’odierna Turchia), com’è oggi
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Se leggiamo l’epistola agli Efesini, rimaniamo stupiti dello spessore della vita spirituale che essi vivevano. L’apostolo Paolo si congratula abbondantemente, infatti, riferendosi a loro, li definisce “santi,… fedeli in Cristo Gesù,… benedetti di ogni benedizione spirituale,… eletti prima della creazione del mondo,… irreprensibili,… adottati per mezzo di Gesù Cristo…” (1:1-5). Questa descrizione dell’apostolo evidenzia che la chiesa d’Efeso era santa e benedetta, cosciente della chiamata che aveva ricevuto. È evidente che non si tratta di novizi nella fede, di tiepidi. Gesù si sta rivolgendo a dei credenti molto attivi e capaci nelle vie del Signore. Com’è possibile che una chiesa così attiva e zelante non abbia più un amore esclusivo per il Signore? L’affermazione della Parola ci fa tremare, perché dimostra che si può essere attivi, coraggiosi e zelanti, senza amare il Signore come Lui richiede.
no al punto da non trovare più neanche dieci minuti da trascorrere in comunione con il Signore. Se amiamo veramente qualcuno esclusivamente più di tutti gli altri, allora faremo sentire quella persona la più importante sulla faccia della terra. È una menzogna affermare l’amore per il Signore se poi non si trova il tempo per stare un po’ con Lui. Purtroppo molti cristiani vanno avanti giorni, settimane senza trovare un po’ di tempo da passare con il Signore. Costoro dicono: «Signore, ti amo!» Come può essere vero questo, quando Lo si trascura? Gesù aspetta proprio te, ha imbandito la Sua tavola, vuole passare un po’ di tempo con te, e tu non ti presenti... Se le cose stanno così, il tuo amore sta morendo e Gesù ti dice: “Ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima” (Apo.2:4). Il primo amore muore, quando tieni più alle cose del mondo e meno a quelle di Dio. A che cosa è attaccato il tuo cuore? Come occupi il tuo tempo? Che cosa occupa principalmente la tua mente? Qualche tempo fa, una sorella diceva che gli impegni del marito erano aumentati e mostrava preoccupazione perché non riusciva più a venire ai culti settimanali. Aveva ragione di essere preoccupata, perché l’amore per il Signore stava morendo a causa degli ulteriori e superflui impegni di lavoro del marito. Mosaico a Efeso Attenzione! Non stiamo affermando che dobbiamo trascurare il lavoro, ma solamente Un pericolo sempre in agguato che niente, nemmeno il lavoro, deve prendeL’avvertimento agli Efesini è rivolto ad ognuno di noi. Il pere il posto che spetta al Signore! ricolo sempre in agguato è quello di sostituire l’amore esclusivo Qualora fossi nelle condizioni di scegliere, per il Signore con quello per altre cose. non farei mai straordinari nei giorni di culto, In altre parole il Signore ci chiama a vegliare sulle motivazio- né mi attarderei in ufficio o nel mio laborani che ci muovono: non è abbastanza servire il Signore, non è torio. abbastanza soffrire per il peccato che è nel mondo, non è abbaLe cose buone e legittime diventano pecstanza predicare la verità, non è abbastanza essere bruciati vivi cato quando le mettiamo al posto di Dio. per la fede, se nel nostro cuore il Signore Gesù non ha il primo Se non trovi il tempo per pregare, il tuo posto. amore sta morendo. Quando l’amore per Gesù comincia a morire? Se non trovi il tempo per andare al culto, Quando si comincia ad abbandonare il primo amore? il tuo amore sta morendo. Il primo amore muore, quando i troppi impegni di impediSe non trovi più il tempo per servire il scono di coltivare una comunione personale con il Signore Gesù. Signore, il tuo amore sta morendo. Una delle astuzie di Satana è quella di farci impegnare fiSe le cose stanno così, Gesù ti dice: “Ho R i s v e g l i o P e n t e c o s ta l e - G e n n a i o 2 0 0 9
Il Signore Gesù non la pensa così. Fare affievolire l’amore per Lui è una caduta che richiede ravvedimento: “Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima”. Non c’è più tempo da perdere. Il Signore ci chiama ad una seria riflessione per verificare a che punto è il nostro amore per Lui. Il tuo amore per il Signore è unico? È esclusivo? Metti regolarmente da parte del tempo per restare solo con Lui? Se non è così, il Signore sta dicendo: “Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima… A chi vince io darò da mangiare dell’albero della vita, che è in mezzo al paradiso di Dio” (Apo.2:5,7). Che ognuno di noi possa affermare quello che diceva Davide: “Chi ho io in cielo fuori di te? E sulla terra non desidero che te” (Salmo 73:25); “O Dio,… di te è assetata l’anima mia, a te anela il mio corpo” Rovine del teatro a Efeso (Salmo 63:1); “Come la cerva desidera i corsi d’acqua, Ricorda: se la tua vita cristiana non funziona nel privato, non funziona per niente! così l’anima mia, anela a Se stai vivendo un qualsiasi compromesso con il peccato o con il mondo, il tuo amote, o Dio. L’anima mia è asre sta morendo e Gesù ti dice: “Ho questo contro di te: che hai abbandonato il tuo prisetata di Dio, del Dio vivenmo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima” te…” (Salmo 42:1,2). (Apo.2:4). Davide stava dichiarando che amava il Suo Un serio richiamo al ravvedimento Ancora oggi il Signore richiama ognuno il cui cuore non batta più interamente per Lui. Signore sopra tutte le altre cose, e che tutto veniva Anche se esternamente, di fronte agli altri tutto può sembrare in ordine, il Signore conodopo il Suo Dio. sce il cuore di ognuno e sa se veramente Lo ama. È così anche per te? Se ti senti arido, se non realizzi più comunione con il Signore, se il servizio ti pesa invece di darti gioia, probabilmente è perché anche hai abbandonato il tuo primo amore. Angelo Gargano “Ricordati dunque da dove sei caduto, ravvediti…”. Il Signore riporta alla mente i momenti dell’innamoramento, quando Lui era tutto per noi e tutto eravamo disposti a fare per Lui. Se non è più così, il richiamo di Dio è unico: “Ricordati dunque da dove sei caduto, ravvediti…”. Alcuni pensano che ci si debba ravvedere solo se si cade nell’adulterio, nel vizio, nella dissolutezza, nella violenza e in altri peccati simili. questo contro di te: che hai abbandonato il tuo primo amore. Ricorda dunque da dove sei caduto, ravvediti, e compi le opere di prima” (Apo.2:4). Il primo amore muore quando si stringono compromessi con il mondo e con il peccato. Non ci rifereriamo ai peccati eclatanti, visibili agli altri, compromettenti, ma a quei peccati nascosti, i compromessi tra le quattro mura domestiche con i quali molti cristiani “uccidono” l’amore per Gesù. Quello che fai e quello che dici di nascosto, potresti mostrarlo e dirlo in pubblico? La tua vita in famiglia onora il Signore? I tuoi figli hanno in te un esempio di figlio di Dio? Tua moglie, tuo marito vede nel tuo agire l’opera di Cristo? Sul lavoro sei retto, onesto, onori il Signore con la tua laboriosità? Nella vita personale cerchi il Signore, ti sforzi di ubbidirGli o segretamente coltivi il vizio, la concupiscenza, il peccato?
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Evitare domani TRISTI RICORDI
“Gerusalemme si ricorda di tutti i beni preziosi che possedeva…” (Lam.1:7). Queste parole riferite a un popolo, a uomini lontani da noi nel tempo, sono molto vicine a noi nei sentimenti che esprimono. Il ricordo di Gerusalemme è un ricordo lontano, ma soprattutto doloroso. È il ricordo di beni preziosi posseduti un tempo, ormai perduti per non averli saputi ben conservare, ben custodire. Beni che erano stati donati e affidati dalla grazia di Dio, dal Suo amore. Con la fine dell’anno vecchio e l’inizio del nuovo molti hanno fatto dei bilanci, delle valutazioni. Nelle nostre comunità si sono udite testimonianze che hanno ricordato quanto il Signore ha compiuto di prezioso nell’anno appena trascorso. Sono anche state elevate a Dio preghiere per invocare le Sue benedizioni e la Sua provvidenza sulle nostre vite, famiglie e comunità per l’anno appena iniziato. Dai cuori di migliaia di credenti sono anche saliti al trono di Dio propositi e impegni per l’immediato futuro… Sono tanti i “beni preziosi” che ricordiamo, che invochiamo, che ricerchiamo e che hanno influenza sulla condizione della nostra vita: principalmente nell’interiore, spiritualmente, ma anche nella famiglia, sia materialmente, sia fisicamente. Per Gerusalemme, per il popolo di Dio del tempo, era rimasto solo un ricordo di beni perduti. Ci aiuti il Signore a vegliare sui beni preziosi della Sua grazia e a custodirli gelosamente. Nel capitolo del nostro testo il profeta Geremia espone un lungo elenco di beni preziosi, oramai perduti dal popolo di Gerusalemme. Gerusalemme, un tempo felice e popolosa, era divenuta triste e solitaria; un tempo grande e forte, era ridotta in dura
schiavitù; un tempo nell’abbondanza e nella ricchezza, era ridotta alla fame e alla miseria; un tempo santa e pura, si era corrotta ed era “Divenuta come una cosa impura” per la moltitudine dei suoi peccati. Un tempo piena di vita e di gioia, ora esprimeva così la sua angoscia: “Dentro, è la morte… perché la mia ribellione è stata grave”. Dall’elenco dei beni perduti emergono due sui quali vogliamo soffermarci a riflettere per imparare ad apprezzarli e a custodirli, evitando così, un domani segnato irreparabilmente da “tristi ricordi”. La veste La Bibbia spesso parla di una veste splendida, bianca, pura, che Dio dona al Suo popolo, ai Suoi figlioli. Questa veste ci parla del sommo bene che Dio ha donato all’anima nostra quando abbiamo creduto nel messaggio di salvezza ed abbiamo accolto, con fede, Gesù come nostro Salvatore e Signore. Egli ha tolto da noi un cuore sporco, duro, ribelle… e ha messo in noi un cuore nuovo, puro, sensibile… Ci ha così rivestiti di una veste bianca, splendente, dopo aver tolto da noi gli “stracci sporchi”, i “panni lordati” della nostra vita nel peccato. Questa veste è un “bene” prezioso, inestimabile: Dio distingue così i salvati, i redenti: “Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello” (Apo.7:14). Eppure questo popolo del passato ricorda la veste pura, ma con sofferenza perché, nel tempo, “tra le pieghe della sua veste” ha nascosto della sporcizia! “La sua sozzura era nelle pieghe della sua veste; lei non pensava alla sua fine…” (v.9). Forse anche noi nascondiamo qualcosa tra le “pieghe” della nostra vita cristiana?… Quali R i s v e g l i o P e n t e c o s ta l e - G e n n a i o 2 0 0 9
sentimenti si celano tra le “pieghe” di un sorriso domenicale?… Quali azioni, quale condotta, si cerca di mascherare tra le “pieghe” della nostra onorata rispettabilità?… Accade come alla purezza di un bambino che, crescendo, viene perduta e dimenticata nel tempo, sostituita dalla malizia, dalla furbizia e da altri comportamenti che la sporcano. Fratelli e sorelle, anziché venire a trovarci un tempo a soffrire della purezza perduta, stendiamo le pieghe della nostra veste, apriamo il nostro cuore davanti al Signore! Forse vedremo delle macchie, della “sozzura”… ma Egli è in grado di lavarle e di rendere nuovamente candida la nostra veste, purificando di nuovo puro il nostro cuore. Permettiamo al prezioso sangue di Gesù di pulire in profondità la nostra vita e manteniamo pura la nostra veste! “Beato chi veglia e custodisce le sue vesti perché non cammini nudo e non si veda la sua vergogna… Beati quelli che lavano le loro vesti per aver diritto all’albero della vita e per entrare per le porte della città!” (Apo.16:15; 22:14). Il Consolatore Gesù disse ai Suoi discepoli: “Io pregherò il Padre, ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché stia con voi per sempre, lo Spirito della verità…” (Giov.14:16-17). Dopo aver lavato il nostro cuore ed averci rivestito delle vesti della salvezza, Dio ha messo in noi il Consolatore, lo Spirito Santo! La presenza del Dio vivente in noi, per sempre! In ogni momento, in ogni luogo, in ogni circostanza…! Che tristezza, però, ricordare soltanto la presenza di Dio, sentirla lontana… “Per questo, io piango; i miei occhi, i miei occhi si sciolgono in lacrime, perché da me è lontano il consolatore, che può ravvivare la mia vita” (v.16). Il Consolatore, Colui “che può ravvivare la mia vita”… Colui che può rialzare e ravvivare la vita era divenuto un ricordo lontano per questo popolo infedele e ribelle a Dio. Quando lo Spirito Santo è lontano, non c’è nulla che possa consolare e ravvivare il cuore dell’uomo: “…Fra tutti i suoi amanti non ha chi la consoli… nessuno la consola… Sion tende le mani…non c’è nessuno che la consoli… Mi sentono sospirare…non c’è chi mi consoli” (v.2,9,17,21). Che ricordi tristi, amari… Ma grazie a Dio non finisce tutto qui! Caro lettore, anche per te non finisca tutto con delle tristi considerazioni! Ma il profeta, nello stesso libro delle Lamentazioni, rinnova il ricordo anche di qualcos’altro. Le compassioni di Dio “Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del Signore che non siamo stati completamente distrutti; le Sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà!” (Lam.3:2123). Cari amati dal Signore, ricordiamo senz’altro “tutti i beni preziosi” che Dio ci ha donato… Ricordiamo anche i nostri errori, per imparare da essi, per migliorarci, per conservare meglio i beni del Signore, ma ricordiamoci soprattutto delle compassioni di Dio: esse “…non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina”…! Di giorno in giorno, di mese in mese, di anno in anno! Mauro Stevanato 10
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A rticoli Crediamo e accettiamo l’intera Bib bia come la ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autorevole regola della nostra fede e della nostra condotta (II Tim.3: 15 -17; II Pie.1:21; Rom.1:16; I Tess.2:13). Crediamo nell’unico vero Dio, Eter no, Onnipotente, Creatore e Signore di tutte le cose e che nella Sua unità vi sono tre distinte Persone: Padre, Fi gliolo e Spirito Santo (Efe.4:6; Matt. 28:19; Luca 3: 21-22, I Giov.5:7). Crediamo che il Signore Gesù Cri sto fu concepito dallo Spirito Santo e assunse la natura umana in seno di Maria vergine. Vero Dio e vero uomo (Giov.1:1,2, 14; Luca 1:34,35; Matt.1:23).
di
F ede
Crediamo al battesimo nello Spirito Santo, come esperienza susseguente a quella della nuova nascita, che si manifesta, secondo le Scritture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ubbidienza a tutta la verità delle Sacre Scritture, nella potenza dell’annun cio di “Tutto l’Evangelo” al mondo (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; 11:14-16; 15: 7-9; 19:2-6; Mar. 16:20; Giov.16: 13; Matt.28:19-20).
Crediamo ai carismi e alle grazie dello Spirito Santo nella vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio universale dei credenti, si manifestano per l’edificazione, l’esortazione e la consolazione della comunità criCrediamo nella Sua vita senza pec- stiana e, conseguentemente, della società umana (I Cor. 12:4-11; Gal.5:22; cato, nei Suoi miracoli, nella Sua Ebr.13:15; Rom.12:1). morte vicaria, come “prezzo di riscatto per tutti” gli uomini, nella Sua resurrezione, nella Sua ascensione al- Crediamo ai ministeri del Signore la destra del Padre, quale unico me- glorificato, quali strumenti autorediatore, nel Suo personale e immi- voli di guida, d’insegnamento, di e nente ritorno per i redenti e poi sulla dificazione e di servizio nella comuterra in potenza e gloria per stabilire nità cristiana, rifuggendo da qualsiasi il Suo regno (I Pie. 2:22; II Cor.5:21; forma gerarchica (Efe.1: 22-23; 4:11Atti 2:22; I Pie.3:18; Rom. 1:4; 2:24; 13; 5:23; Col.1:18). I Cor.15:4; Atti 1:9-11, Giov.14:1-3; I Crediamo all’attualità e alla validiCor. 15:25; I Tim.2:5). tà delle deliberazioni del Concilio di Crediamo all’esistenza degli ange- Gerusalemme, riportate in Atti 15:28li creati tutti puri e che una parte 29; 16:4. di questi, caduti in una corruzione e perdizione irreparabili, per diret- Crediamo alla resurrezione dei ta azione di Satana, angelo ribelle, morti, alla condanna dei reprobi e saranno con lui eternamente puniti alla glorificazione dei redenti, i qua(Matt.25:41; Efe.6:11-12). li hanno perseverato nella fede fino alla fine (Atti 24:15; Matt.25:46; Crediamo che soltanto il ravvedi- 24:12,13). mento e la fede nel prezioso sangue di Cristo, unico Sommo Sacerdote, Celebriamo il battesimo in acqua siano indispensabili per la purifica- per immersione, nel nome del Pa zione dal peccato di chiunque Lo dre e del Figliolo e dello Spirito San accetta come personale Salvatore to, per coloro che fanno professione e Signore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; I della propria fede nel Signore Gesù Pie.1:18, 19; Efe.2:8). Cristo come loro personale Salvatore Crediamo che la rigenerazione (nuo (Matt.28:18-19; Atti 2:38; 8:12). va nascita) per opera dello Spirito Celebriamo la cena del Signore o Santo è assolutamente essenziale per la salvezza (Giov.3:3; I Pie.1:23; Santa Cena, sotto le due specie del pane e del vino, rammemorando coTito 3:5). sì la morte del Signore e annunzianCrediamo alla guarigione divina, done il ritorno, amministrata a chiun secondo le Sacre Scritture median- que sia stato battezzato secondo le te la preghiera, l’unzione dell’olio e regole dell’Evangelo e vive una vita l’imposizione delle mani (Isa.53:4-5; degna e santa davanti a Dio e alla Matt.8:16-17; I Pie.2:24; Mar. 16:17- società (I Cor.11:23-29; Luca 22:1918; Giac.5: 14-16). 20).
L’anziano
CRISTIANO
“Ma tu esponi le cose che sono conformi alla sana dottrina: i vecchi siano sobri, dignitosi, assennati, sani nella fede, nell’amore, nella pazienza” (Tito 2:1,2). L’apostolo Paolo, che non temeva certo di definirsi “semplicemente come Paolo, vecchio” (Filemone 9), scrive al giovane Tito per ribadire quale deve essere la personalità ed il comportamento delle persone di una certa età nella chiesa del Signore. Il “vecchio” Paolo asserisce che la loro vita e la loro testimonianza, preziosa sia al Padre che alla comunità, devono essere caratterizzate dalla sobrietà, dal comportamento dignitoso ed assennato. Pur se il corpo corrompendosi tende a venir meno, la fede, l’amore e la pazienza devono sempre scoppiare di salute come non mai. Esaminiamo le raccomandazioni rivolte alle persone non più nel fiore degli anni. Siano sobri. L’essere sobri indica soprattutto la capacità di vigilare ed esercitare controllo su tutto quello che facciamo o pensiamo in funzione della qualità della nostra vita interiore. L’autodisciplina sui desideri e sulle ambizioni si ha esaminando il significato stesso della vita. Qui dobbiamo fare riferimento a quella realtà che deve caratterizzare la vita del credente: “Gesù ritorna”. Mentre è assodato che il giovane si fa distogliere da mille cose diverse, famiglia, lavoro, progresso nella carriera, conto in banca o anche dagli impegni per la crescita del Regno di Dio, l’anziano entra nella saggezza dell’Ecclesiaste che enuncia: “Vanità, tutto è vanità” ponendo così la sua attenzione su quello che realmente conta, preparandosi per l’importante appuntamento finale.
Siano dignitosi. Coinvolge le qualità interiori della persona, indica l’onestà di fondo e la dirittura morale nelle motivazioni che animano ogni decisione. Indiscutibilmente assurge il credente anziano a palese testimonianza di quello che deve essere la vera vita del cristiano consacrato. Riguarda le priorità che sono stabilite, gli equilibri, la serietà nei rapporti con gli altri. La dignità cristiana non richiede atteggiamenti mesti o funerei, proprio perché possiede e vive la gioia, è piuttosto una manifestazione della statura di Cristo, raggiungibile solo dopo svariati anni passati sulla via del discepolato. Siano assennati. Un segno della maturità personale e spirituale è l’agire, certamente non in conformità all’istinto, ma in base ad un ragionamento sereno che manifesti il Signore ed i principi esposti nella Sua Parola, in ogni circostanza in cui ci troviamo. È d’obbligo dominare le circostanze, non permettendo loro di controllare noi. Troppe decisioni sono prese in modo affrettato perché spinti dalla paura, dall’inesperienza, dall’insufficiente conoscenza delle vie del Signore o, semplicemente, per poca fede. L’esperienza del vissuto ed il peso degli anni in questo caso ci affrancano dagli impulsi tipicamente giovanili, consentendoci di raggiungere la saggezza riservata a chi persevera nella fede. R i s v e g l i o P e n t e c o s ta l e - G e n n a i o 2 0 0 9
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Siano sani nella fede. La fede qui menzionata non è quella richiesta, ad esempio, per camminare sulle acque, bensì è l’insieme delle dottrine e del comportamento che si addicono a chi porta il nome di Cristo. In effetti, è la manifestazione della persona di Gesù nella vita di chi dichiara d’essere Suo seguace; è la totale conformità fra quanto crediamo ed il come lo viviamo. È evidente che nell’età avanzata bisogna andare ben oltre la semplice conoscenza della verità per vedere l’attuazione e la manifestazione di ciò che crediamo (questo beninteso coinvolge anche i giovani). Giuda, nella sua epistola, esorta a “combattere strenuamente per la fede trasmessa ai santi una volta per sempre” (v. 3), fede che impegna senz’altro nella lotta contro i falsi apostoli e le loro storpiature della Parola, ma che, come ci dicono i versetti 20 e 21, riguarda la nostra personale lotta interiore per mantenerci sani in essa. Giuda, infatti, esorta i credenti dicendo loro: “Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, … conservatevi nell’amore di Dio”. La nostra fede procede da Dio “che ha tanto amato...” e deve dunque trovare il suo compimento in noi se veramente Lo amiamo. Siano sani nell’amore. Qui si visita il cuore. La domanda è: “Ami Dio come Egli ama te?”. Poi: “Ami il prossimo tuo come Dio lo ama?” A volte, nel corso degli anni, il nostro cuore accumula rancori, delusione e perfino odio. Ora è imperativo ricordare che Dio ha perdonato tutti i nostri peccati, anche quelli ancora non confessati, per il grande amore che ha per noi. Forse, la chiave per accedere ad una riconciliazione che fortemente desideri o ad una liberazione che purtroppo sempre ti sfugge, non sta nelle mani dell’altra persona, bensì nelle tue. Sii come l’Iddio tuo che tanto ti ha amato da perdonarti, riconciliandosi con te per mezzo del Figlio Suo Gesù. Come Dio ha amato persone certamente non degne, maggiormente amerà te, adòperati pertanto nell’amore ed anche tu sarai dichiarato sano. Siano sani nella pazienza. Le esortazioni a perseverare nella fede sono molteplici, anche per bocca di Gesù. L’apostolo Paolo afferma che il Padre sta operando “per farvi comparire davanti a sé santi, senza difetto e irreprensibili”, dandoci però una responsabilità condizionata: 12
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“… se appunto perseverate nella fede, fondati e saldi e senza lasciarvi smuovere dalla speranza del Vangelo” (Col.1: 22,23). A volte sembra che certe sofferenze non passino mai, s’avverte quasi l’inutilità di combattere, dando per scontata la rassegnazione. Certo, a molti può sembrare che “la notte è avanzata”, ma proprio questo ci rassicura perché così “il giorno è vicino” (Rom.13:12). Perseveriamo nella chiamata, crescendo nella Sua conoscenza, onorando il Signore in ogni cosa. Ricordiamoci che, come ora Lo vediamo per fede, fra non molto Lo vedremo con gli occhi nostri e conosceremo allo stesso modo in cui siamo conosciuti. “Se c’è la salute, c’è tutto!”. Questa è un’espressione che sentiamo molto spesso e che condividiamo soltanto se la salute citata riguarda il nostro rapporto con Dio. Il credente dirà piuttosto: “Se c’è il Signore, c’è tutto”. Anche l’apostolo Paolo ci esorta ad essere ed a restare in buona salute, ben sapendo che sebbene molti credenti diano sembianza d’essere vivi, non godono della buona salute spirituale che
il Signore vuole per tutti noi. È bene sottoporci ad un buon “check-up” spirituale ogni tanto, anzi, dovremmo preoccuparci molto più della nostra tempra spirituale che di quella fisica, impegnandoci a curare le cose attinenti alla vita eterna piuttosto che quelle transitorie. Quanta attenzione poniamo a “questa tenda che è la nostra dimora terrena”, trascurando la “casa non fatta da mano d’uomo, eterna nei cieli”? Possiamo paragonare la nostra permanenza terrena ad un campeggio, ciò è senz’altro molto bello, ma ad un certo punto dobbiamo prendere atto che il palazzo preparato per noi è infinitamente migliore e più glorioso! Facciamo quindi in modo d’essere in ottima salute per poterlo godere appieno. Gli anni passano veloci, ma il nostro amato Signore continua ad esortarci a raggiungere la salute perfetta, mediante queste tre grazie: fede, amore e pazienza. Questo altro non è che la perfezione alla quale ciascuno di noi è chiamato, ossia, la perfetta statura di Cristo.
Malcolm Willis
O mio cuor, calmo sta
Telegramma inviato da Anna a Horatio Spafford, in cui scrive di essere “Saved alone...” l’unica sopravvissuta della famiglia.
O mio cuor calmo sta Quando pace, come un fiume, si trova sulla mia via, quando i dolori si scagliano come onde del mare, qualunque sia la mia sorte, Tu mi hai insegnato a dire: «È utile, è utile alla mia anima!». Anche se Satana dovesse colpirmi, Anche se le prove dovessero giungere, Prenda il controllo la beata certezza che Cristo ha custodito i miei indifesi beni e ha versato il Suo sangue per la mia anima. Il mio peccato, oh, che gioia dà il solo pensiero! Il mio peccato, non in parte, ma è interamente appeso alla croce, e io non ne sono più gravato. Loda il Signore, loda il Signore, oh anima mia! Da ora in poi, per me vivere è Cristo se il Giordano dovesse sommergermi, il dolore non mi seguirà, poiché, nella morte, come nella vita, Tu sussurrerai la Tua pace alla mia anima. Ma Signore, è Te, è la Tua venuta che aspettiamo. Il cielo, non la tomba è la nostra meta. Oh tromba angelica! O voce del Signore Beata speranza, beato riposo dell’anima mia. Signore, affretta il giorno in cui l’oggetto della mia fede sarà rivelato, le nuvole si srotoleranno come pergamena, la tromba suonerà, e il Signore scenderà. «Anche questo è utile alla mia anima!».
Qui a fianco il testo originale del canto “It is well with my soul” ovvero, “È buono per l’anima mia” la cui traduzione metrica contenuta nell’Innario “Inni di Lode” è stata curata dal fratello Francesco Toppi.
Il manoscritto di Spafford
“Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate, sapendo che la prova della vostra fede produce costanza. E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi, perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti” (Giac.1:2-4) Oggi, come ai giorni di Giacomo, le prove nelle quali quotidianamente ci veniamo a trovare sono la palestra della nostra fede. Dopo ogni prova, l’anima del credente è più forte di prima, infatti, giorno dopo giorno siamo testimoni di come Dio ci libera dalle prove, e se non lo fa, libera la nostra anima dal vincolo di oppressione di queste ultime, prendendoci per mano, fintanto che la prova abbia avuto il suo corso. Può succedere che la prova sopraggiunga e ci travolga come un fiume in piena, ma “nella vita, come nella morte” Dio sussurrerà la Sua pace nella nostra anima. L’inno qui a fianco ci presenta la metafora della prova come un fiume in piena o un mare che travolge, eppure, nell’esperienza dell’autore del testo, le acque non furono solo una metafora, ma la dura realtà. R i s v e g l i o P e n t e c o s ta l e - G e n n a i o 2 0 0 9
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La prova cominciò a ta il soggetto del travolgere la vita del fraromanzo premio tello Horatio Spafford, Nobel Jerusalem che era stato un ricco della scrittrice uomo d’affari, nel lontasvedese Selma no 1871, quando il granLagerlöf. de incendio di Chicago Chiamato alla casa del Padre (USA) lo rovinò finana seguito della malaria, il fratelziariamente. lo Horatio Spafford fu sepolto a Tempo dopo, quanGerusalemme nel 1888. do sua moglie e le loL’inno, che noi oggi conosciaro quattro figlie stavano mo come “O mio cuor calmo sta”, attraversando l’oceano fu musicato nel 1876 dal predicatore Atlantico, la SS. Ville de Philipp P. Bliss, con la melodia che Havre, la nave su cui noi tutti conosciamo. viaggiavano, entrò in Non molto tempo dopo, alla ficollisione con un’altra ne di una predica nella chiesa di nave. Ashtabula, Ohio, il fratello Bliss anIn quel naufragio nunciò che, probabilmente, non sopravvisse solo la avrebbe più fatto ritorno in quel luomoglie. go, e salutò la chiesa con il canto “I’m Alcuni mesi dogoing home tomorrow” (Tornerò a capo, imbarcatosi anche sa domani). Horatio Spafford e la moglie Anna il fratello Spafford, la Sicuramente, il Signore stasua nave fece rotta vicino al luova preparando il cuore del fratello go in cui la SS. Ville de Havre aveva Bliss, riversando su di lui la Sua pafatto naufragio. ce, infatti, la sera seguente, il crolFu allora che egli si sentì spinto lo di un ponte travolse il treno su dallo Spirito Santo a scrivere il testo cui questi stava viaggiando con la di quello che sarebbe divenuto un moglie. inno, non di dolore, ma di speranLa moglie di Bliss rimase intrapza e di vittoria. polata, il fratello Bliss si gettò tra Spafford rifletté sul fatto che la le fiamme nel tentativo di salvarmeta del cristiano non è la morte, e la, ma il Signore decise di condurli la speranza del cristiano è la venuta entrambi nella dimora che per loro del Signore. aveva preparato nel Cielo. Ogni prova è utile per la crescita spirituale del cristiano, ed an“Chi ci separerà dall’amore di che se la prova ci dovesse travolCristo? Sarà forse la tribolazione, gere, come accadde alla famiglia o la distretta, o la persecuzione, o Spafford, il Signore Gesù ci garanla fame, o la nudità, o il pericolo, o tirà la Sua pace e ci accompagnerà la spada? Come è scritto: Per amor facendoci sentire la Sua presenza, di te noi siamo tutto il giorno mespoiché Dio ha un piano per ognuno di noi, infatti “tut- si a morte; siamo stati considerati come pecore da mate le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio” cello. Anzi, in tutte queste cose, noi siam più che vinci(Rom.8:28). tori, in virtù di colui che ci ha amati. Poiché io son perDopo la tragedia, i coniugi Spafford ebbero alsuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né tre due figlie e, nel 1881, decisero di trasferirsi a cose presenti, né cose future, né potestà, né altezza, né Gerusalemme dove contribuirono alla fondazione del profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci gruppo detto Colonia Americana, che aveva lo scopo di dall’amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” soccorrere i poveri. (Rom.8:35-39) In seguito la Colonia Americana sarebbe divenu*
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LA PREGHIERA NEL CULTO CRISTIANO
“Ed erano perseveranti nell’attendere all’insegnamento degli apostoli, nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere” (Atti 2:42). La preghiera è il mezzo mediante il quale i credenti, durante il culto, aprono il cuore a Dio, e attraverso l’adorazione, la lode, i ringraziamenti, le suppliche e le intercessioni esternano al proprio Padre Celeste tutti i sentimenti più profondi dell’anima. Con la preghiera si crea un rapporto intimo tra Dio e i credenti. Quest’ultimi invocano il Padre Celeste, comunicano con Lui ed Egli con i Suoi figliuoli, facendo sentire la Sua presenza e rispondendo alle richieste che Gli vengono rivolte in preghiera, tramite l’intercessione del Signor Gesù Cristo: “Se chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò” (Giov.14:14). La preghiera comunitaria, nell’Antico e nel Nuovo Testamento Nel culto giudaico, la preghiera era, il più delle volte, congiunta ai vari sacrifici di animali offerti a Dio: “Io entrerò nella tua casa con olocausti” (Salmo 66:13). Nel Tabernacolo prima e nel Tempio poi, venivano offerti dei sacrifici, i quali erano seguiti dalla preghiera elevata a Dio (II Cronache 7:1-3). Nell’Antico Testamento la preghiera occupava un posto considerevole. Ciò si può rivelare dal rapporto che Israele aveva con Dio: “Beato colui che tu eleggi e fai accostare a te perché abiti nei tuoi cortili! Noi saremo saziati dei beni della tua casa, della santità del tuo tempio” (Salmo 65:4). L’importanza che la Chiesa dell’era apostolica dava alla preghiera la metteva in condizione di vivere una vita piena di potenza, di disponibilità alla guida dello Spirito Santo e, di conseguenza, di avere una costante vita di comunione con Dio. Dopo l’ascensione del Signore, incontriamo il primo nucleo di credenti che pregava: “Tutti costoro perseveravano di pari consentimento nella preghiera, con le donne, e con Maria, madre di Gesù, e coi fratelli di lui” (Atti 1:14). La comunione fraterna, in preghiera, preparò i cuori affinché lo Spirito Santo potesse scendere su loro il giorno di Pentecoste (Atti 2:1-4). Questa straordinaria esperienza fu il risultato della preghiera fatta con fede e perseveranza.
La preghiera comunitaria divenne una delle pratiche più importanti della Chiesa dell’era apostolica (Atti 1:24; 6:4; 12:5). La preghiera comunitaria, oggi La preghiera comunitaria, spesso, è trascurata da tanti cristiani e la serata di preghiera diventa la riunione più disertata, forse perché considerata, a torto, meno importante del culto; essa deve essere necessariamente riscoperta se si desidera realizzare le benedizioni nella Chiesa. La preghiera comunitaria deve essere per i credenti un momento di coesione, di accordo, di comunione e di edificazione (I Cor.4:13-17); infatti essa: aiuta a realizzare la guida dello Spirito Santo: “E mentre celebravano il culto del Signore e digiunavano, lo Spirito Santo disse: Mettetemi a parte Barnaba e Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati. Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani, e li accomiatarono” (Atti 13:2,3); aiuta a superare e ad affrontare la persecuzione, affinché l’Evangelo sia predicato con franchezza: “E dopo ch’ebbero pregato, il luogo dov’erano radunati tremò; e furono tutti ripieni dello Spirito Santo, e annunziavano la Parola di Dio con franchezza” (Atti 4:31); aiuta a realizzare gloriose risposte da parte del Signore: “Pietro dunque era custodito nella prigione; ma fervide preghiere erano fatte dalla chiesa a Dio per lui... E Pietro, rientrato in sé, disse: Ora conosco per certo che il Signore ha mandato il suo angelo e mi ha liberato dalla mano di Erode e da tutta l’aspettazione del popolo dei Giudei. E considerando la cosa, venne alla casa di Maria, madre di Giovanni soprannominato Marco, dove molti fratelli stavano radunati e pregavano” (Atti 12:5, 11-12). Le caratteristiche della preghiera comunitaria L’apostolo Paolo, ispirato dallo Spirito Santo, presenta quelle che sono le caratteristiche di una preghiera comunitaria: “Suppliche, preghiere, intercessioni, ringraziamenti” (I Timoteo 2:1). R i s v e g l i o P e n t e c o s ta l e - G e n n a i o 2 0 0 9
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Il “Padre Nostro” è presentato da Gesù come il modello della preghiera comunitaria: “Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo. Dacci oggi il nostro pane quotidiano; e rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori; e non ci esporre alla tentazione, ma liberaci dal maligno” (Matteo 6:9-13). La preghiera comunitaria: va rivolta a Dio Padre con fede: “Ma chiegga con fede, senza star punto in dubbio; perché chi dubita è simile a un’onda di mare, agitata dal vento e spinta qua e là” (Giac.:6); va fatta nel nome di Gesù: “Se chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò” (Giov.14:14); va elevata per mezzo dello Spirito Santo:“Pregando in ogni tempo, per lo Spirito, con ogni sorta di preghiere e di supplicazioni; ed a questo vegliando con ogni perseveranza e supplicazione per tutti i santi” (Efe.6:18); va elevata a Dio di pari sentimento e presentata non per un sigolo, ma per la pluralità: “Ed essi, uditele, alzarono di pa-
ri consentimento la voce a Dio, e dissero: Signore, tu sei Colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi. E adesso, Signore, considera le loro minacce, e concedi ai tuoi servitori di annunziar la tua parola con ogni franchezza” (Atti 4:24,29); deve essere sincera e semplice: “E quando pregate, non siate come gl’ipocriti; poiché essi amano di fare orazione stando in piè nelle sinagoghe e ai canti delle piazze per esser veduti dagli uomini. Io vi dico in verità che cotesto è il premio che ne hanno. E nel pregare non usate soverchie dicerie come fanno i pagani, i quali pensano d’essere esauditi per la moltitudine delle loro parole” (Matteo 6:5,7); deve essere perseverante: “Perseverate nella preghiera, vegliando in essa con rendimento di grazie” (Colossesi 4:2). Una comunità che prega è una comunità vittoriosa! Non diremo, dunque, anche noi come i discepoli: “Signore, insegnaci a pregare” (Luca 11:1) ? Paolo Faia
Recensione libri Il Commentario Biblico di Matthew Henry, nella sua lingua originale, entra nel suo quarto secolo di vita. Ne sentivo parlare da qualche pastore americano, quand’ero ragazzo, oltre quarant’anni fa. Purtroppo per me e, per la maggior parte di tutti noi, era in inglese. Finalmente, dopo tantissimi anni, è stato tradotto e pubblicato in italiano. È in dodici volumi. Com’è stato nel mondo anglosassone, anche nella nostra lingua costituisce una bella enciclopedia, una vasta fonte d’informazione, di schemi e di esposizione della Bibbia, la Parola di Dio, dalla Genesi all’Apocalisse, libro per libro, versetto per versetto e qualche volta pure parola per parola. I volumi, è chiaro, non si devono e non si possono leggere per esteso, ma si consultano e si studiano secondo il libro biblico o il testo che c’interessa, per esporre sermoni o per preparare studi biblici o per approfondire qualche testo più impegnativo in particolare.
Così, anche Il Tesoro di Davide di C. Spurgeon, detto il principe dei predicatori, il quale conosceva, studiava ed utilizzava a piene mani il Commentario Biblico di Matthew Henry scritto oltre centocinquant’anni prima. Nei suoi sette volumi, Charles Spurgeon esamina ed espone i Salmi, un per uno, in maniera ancora più profonda ed ampia dello stesso Matthew Henry! Aggiunge, per ogni Salmo, versetto per versetto, dei suggerimenti utilissimi per il predicatore dei nostri giorni. Tutti i predicatori, gl’insegnanti e i molti credenti impegnati hanno attinto ed attingono da queste monumentali opere cristiane, gli spunti necessari per svolgere con preparazione il loro servizio. Fratelli e sorelle, dunque, buono studio a tutti! Dio ci benedica. Paolo Lombardo
Per ordinazioni rivolgersi a ADI-Media, Via della Formica 23, 00155 Roma, telefono 06.2284970, fax 06.2251432, e-mail
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Notizie dalle Chiese all’estero NOTIZIE DA MONTREAL, CANADA
to, dopo la quale abbiamo offerto un altro servizio di ringraziamento a Dio. Desideriamo condividere con i cari lettori che il Signore ci Diamo tutta la gloria e l’onore al Signore per la Sua potenha dato la gioia nel vedere diciassette anime venire al Signore za che opera nei cuori salvando e trasformando. e confessare Gesù nostro Salvatore scendendo nelle acque Qualche settimana precedente abbiamo dato avvio, come battesimali domenica 23 novembre 2008. Tutti loro hanno ogni anno, al programma di aiuto per i bambini poveri nel condiviso la loro esperienza con Cristo davanti alla chiesa mondo. Nel 2008 abbiamo potuto spedire in varie zone del gremita. Per l’occasione abbiamo avuto come predicatore, il terzo mondo, grazie a questa iniziativa, svariate scatole conpastore Elio Marrocco di Toronto che ha portato un messag- tententi materiali per l’igiene e per la scuola. A Dio tutta la gio appropriato all’occasione. Dopo il servizio la chiesa ha ce- gloria! lebrato un’agape fraterna nei locali sottostanti alla sala di culDavide Mortelliti
65° CONFERENZA GENERALE IN CANADA
Tutti i fratelli incaricati sono stati stupendamente usati da Dio nel loro ministerio nelle chiese locali delle CAOG. La 65° Conferenza Generale delle Assemblee di Dio Degno di nota è il messaggio predicato ai pastori e agli inCanadesi ha avuto luogo dal 9 all’11 ottobre 2008 presso caricati dal fratello F.A. Loria. Le sue parole di saluto fraterno, la Chiesa Pentecostale di Weston Road di Toronto, Canada. colme di affetto, alla New Life Christian Church la domenica Il tema è stato: “Onorare il Passato, Celebrare il Presente, sera, che hanno riaffermato la relazione di lunga data tra le Prepararsi per il Futuro.” Abbiamo avuto come gradiCAOG e le ADI, nonostante i nostri differenti costumi, hanno ti ospiti i fratelli James Leggett, Sovrintendente Generale, prodotto un’ondata di emozione e di lode al Signore. International Pentecostal Holiness Church, Oklahoma, USA; Sono stati eletti al servizio per un periodo di tre anni Jonathan Bennett, Margaret Gibb, F.A. Loria, Presidente del- nel Consiglio esecutivo delle CAOG i fratelli Elio Marrocco, le Assemblee di Dio in Italia, Michael Player, Sovrintendente Sovrintendente Generale; Davide Di Staulo, Segretario Generale IFCA, Tommaso Grazioso dagli USA con Guy Generale; David Quackenbush, Tesoriere Generale; Mario Bongiovanni; e dall’Italia ancora Antonino Mortelliti, Daniele Catalano, Consigliere; Ray Narula, Consigliere. Marra, Roberto Malvaso e Giovanni Vallotton dalla Svizzera Un gruppo di preghiera ha avuto modo di ringraziare il con Michael Corretti. Il fratello Davide Mortelliti è stato guiSignore nella Chiesa di Weston Road. Per molte settimane andato dallo Spirito nella presidenza ai culti. La conferenza ha tecedenti il convegno, questi fratelli hanno digiunato e interespresso un sincero segno di gratitudine e approvazione nei ceduto per il convegno, in seguito al quale due membri della confronti del fratello Davide Mortelliti per i 17 anni in cui ha chiesa ospite hanno ricevuto il battesimo nello Spirito Santo. servito come membro del Consiglio Esecutivo in qualità di Mentre attendiamo la nostra prossima conferenza, siamo Sovrintendente Generale delle Assemblee di Dio Canadesi e grati per l’amorosa fedeltà del nostro Padre Celeste che ha sodi Tesoriere Generale. La predicazione della Parola di Dio, un- stenuto questa comunanza di chiese. Crediamo che Dio inta dallo Spirito Santo, ha caratterizzato il convegno. Il frateltenda benedire il nostro paese e voglia usare le chiese dello Leggett è stato usato dal Signore per edificare ed incoragle CAOG per raggiungere i perduti con l’Evangelo del nostro giare i pastori e gli incaricati. Il fratello Tommaso Grazioso e Signore Gesù Cristo. Roberto Malvaso hanno predicato in italiano e sono stati di Davide Di Staulo grande benedizione. Segretario generale delle Assemblee di Dio Canadesi R i s v e g l i o P e n t e c o s ta l e - G e n n a i o 2 0 0 9
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Notizie dalle nostre Comunità R AV E N N A
NOTIZIE DA RAVENNA Cari fratelli, desideriamo comunicare con grande gioia che il 4 maggio 2008 il Signore ci ha concesso di trascorrere una giornata in comunione fraterna con le missioni di Pinarella di Cervia e Lugo di Ravenna, godendo delle benedizioni celesti. La mattina ci siamo ritrovati assieme in un centro sportivo di Ravenna per celebrare un servizio battesimale. II Signore ci ha dato grazia di vedere scendere nelle acque battesimali 8 neofiti, i quali hanno dichiarato la propria appartenenza a Cristo, testimoniando pubblicamente di avere accettato Gesù come personale Salvatore. Per l’occasione erano presenti parenti e amici con i quali abbiamo anche condiviso il pranzo e trascorso il primo pomeriggio in armonia parlando della sal-
vezza che Gesù offre a tutti coloro che vanno a Lui con cuore sincero. Abbiamo concluso la giornata con il culto di Santa Cena. La Parola ci è stata amministrata dal fratello Franco Arnese, pastore a Lecce e Tricase, che è stato strumento di benedizione da parte di Dio. Con il pastore Arnese abbiamo anche condiviso delle serate di culto speciali, in cui la Parola di Dio è stata un mezzo di incoraggiamento, di esortazione e di evangelizzazione. Ringraziato sia Iddio per ogni Suo favore. Preghiamo che Egli possa portare avanti l’opera Sua con altre salvezze, battesimi di Spirito Santo e guarigioni. A Dio sia la gloria! Luigi Mendolicchio
NOTIZIE DA SAMMICHELE DI BARI Martedì 16 settembre 2008 abbiamo avuto la gioia nel vedere riaprire, dopo vari anni di chiusura, le porte della chiesa di Sammichele di Bari. Per questo ringraziamo Dio che ha reso reale il desiderio, rispondendo alle preghiere di alcuni credenti della zona e ha messo in cuore dei fratelli del comitato di Zona della Puglia e Basilicata il proposito di dare un apporto finanziario per la ristrutturazione del luogo di culto, resasi necessaria per la lunga inagibilità. In questa lieta occasione ci hanno onorato con la loro presenza i credenti di Bari e Casamassima. Dio ha benedetto grandemente il culto non solo attraverso le testimonianze dei fratelli, ma soprattutto mediante il messaggio della Parola annunziatoci dal fratello Francesco Citarella, pastore a Bari Via Rosselli. Con il testo di Genesi 28:10-22 è stato sottolineato che la chiesa è la casa di Dio e la porta per il cielo, il luogo dove Dio ha stabiliNOTIZIE DA MONREALE-PIOPPO (PA) Con gioia vogliamo farvi partecipi dell’oera del nostro Dio che, oggi come ieri, accompagna la Sua chiesa con i Suoi segni. Anche nel 2008 il Signore ci ha dato grazia di istallare la tenda di evangelizzazione, pur in una zona non centrale del paese. All’inizio questo fatto è stato motivo di scoraggiamento, ma abbiamo pregato con più intensità il Signore, confidando in lui, che ha risposto elargedo copiosamente le Sue benedizioni. La nostra gioia, infatti, è stata grande nel vedere accostare all’appello di salvezza ben 5 giovani, che attualmente stanno frequentando la comunità. Dio è con noi, e in ogni tempo salva, libera e battezza. Non scoraggiamoci di fronte agli ostacoli, perché la vittoria è nostra nel nome di Gesù. Il 26 settembre siamo stati colpiti dal dolore della dipar18
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SAMMICHELE DI BARI
to di benedire i credenti, dando loro riposo, refrigerio e alimento spirituale, a condizione di salire per quella scala che è posta tra noi e Dio, che è il nostro Signore Gesù Cristo. Il nostro desiderio e obiettivo è che questo locale di culto non abbia un valore storico, ma che sia di beneficio spirituale per i credenti di Sammichele e Casamassima e per i cittadini dei paesi limitrofi. Ci rendiamo conto che questa opera rimarrebbe sterile se non ci fosse il supporto della preghiera, per questo vi esortiamo ad unirvi a noi, affinché la luce che è stata posta in questo paese non solo non si spenga, ma possa diffondersi sempre più, affinché altre anime siano salvate. Lorenzo De Fano MONREALE
tita del caro fratello Francesco Mandalà, un caro e umile servo del Signore, che nel corso della sua vita è stato un esempio per tutti noi, per aver sempre collaborato con il pastore e in qualsiasi modo fosse necessario, un valido strumento per la comunità. Ha lasciato un segno nei nostri cuori per la gioia con cui ha servito il Signore con zelo. Sappiamo che la sua gioia più grande è stata finire il suo corso per andare a godere per l’eternità il suo e il nostro amato Signore. Nonostante abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita su una sedia a rotelle a causa di un incidente, non ha mai smesso di lodare il Signore con gioia. Domenico Cilio
CAMPOBASSO: BATTESIMI Con grande gioia vi scriviamo per farvi partecipi delle benedizioni che il Signore sta donando alla nostra comunità in questo periodo. Infatti, sabato 27 settembre abbiamo avuto un servizio battesimale dove quattro giovani hanno dato testimonianza, davanti alla chiesa, della loro scelta di servire il Signore. È stato veramente un giorno di festa per tutta la comunità e il Signore non è mancato con la Sua presenza, benedicendoci grandemente. Per l’occasione è stato con noi il fr. Pasquale Contrino, pastore delle comunità di Boscoreale ed Angri, che Dio ha guidato in modo particolare per parlare con chiarezza ai nostri cuori. Il giorno successivo, domenica 28, abbiamo avuto invece il privilegio di celebrare la Santa Cena, ricordando la morte di Cristo. La presenza di Dio è stata tangibile e lo strumen-
CAMPOBASSO
to usato da Lui in questo giorno è stato il fratello Salvatore Pirrera, pastore della comunità di Pescara. Sono stati momenti di unità e allegrezza per tutti i credenti della chiesa. Voglia il Signore continuare a benedire grandemente questi giovani, riempiendoli di Spirito Santo e facendoli crescere nelle Sue vie sempre più. Il nostro auspicio è che il Signore possa continuare a benedirci, a farci prosperare, a salvare ancora nelle nostre zone, affinché il Suo nome sia glorificato. Noi speriamo in Cristo, nostra forza, e siamo sicuri che Egli ci porterà avanti. Pregate per noi. Che Dio ci benedica insieme. Domenico Colangelo
CASTROVILLARI (CS) E DIASPORA Desideriamo esprimere la nostra gratitudine al Signore per la benedizione realizzata dai fedeli nel corso di questi ultimi mesi. Fin dalla scorsa primavera le comunità di Castrovillari, Saracena e Trebisacce sono state impegnate nella campagna evangelistica annuale. A Castrovillari è stato installato un palco per svolgere due culti all’aperto presso il parco giochi comunale dove consuetamente ricevono la predicazione della Parola diverse famiglie. In estate la chiesa di Trebisacce ha sperimentato un particolare periodo di risveglio; oltre la gioia di accogliere come di consueto i credenti giunti nella zona e provenienti da diverse comunità d’Italia per trascorrere qualche giorno di vacanza, il Signore ha fedelmente operato battezzando tre giovani locali nello Spirito Santo. A settembre sono proseguiti i culti all’aperto presso le cittadine di Saracena e Trebisacce e gustando come sempre la grande soddisfazione di proporre in tempi di dilagante violenza e peccato il salutare messaggio dell’Evangelo. Per le circostanze abbiamo ricevuto il supporto del pastore Francesco Lerose e dei gruppi musicali di Cariati (CS) e Casabona (KR) il cui contributo è stato di grande conforto ed edificazione. Inoltre il 28 settembre presso la chiesa di Saracena è stato celebrato un culto battesimale dove tre fratelli hanno testimoniato la propria
volontà di seguire pienamente il Signore. Le loro famiglie di appartenenza non sono di estrazione evangelica e tutti hanno preso questa decisione in età matura. Il fratello Guglielmo Di Dio si è soffermato per l’occasione sul testo di Matteo 11:29, 30 “Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero”, considerando il duplice aspetto della sottomissione a Cristo nel servizio e della comunione e utilità nella comunità. Con cuore sereno e pienamente grato a Dio possiamo unirci anche noi alla dichiarazione di Giacomo: “Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento” (1:17). Salvatore Esposito
BATTESIMI A TRAPANI “Così la Chiesa … avendo pace, essendo edificata e camminando nel timore del Signore e nella consolazione dello Spirito Santo, moltiplicava “ (Att.9:31). Con gioia comunichiamo alla fratellanza che domenica 3 agosto quattro anime e domenica 5 ottobre altre cinque anime hanno confessato pubblicamente la loro fede in Colui che li ha salvati dai loro peccati scendendo nelle acque battesimali. Con loro sono più di venti le anime che in questi ultimi anni il Signore ci ha dato grazia e la gioia di battezzare. Sentiamo di ringraziare il Signore con tutto il cuore per quello che sta operando nella nostra Comunità, dandoci pace, serenità e soprattutto perché in questi ultimi tempi ci sta concedendo la gioia di ve-
dere diverse anime nuove venire sempre più frequentemente ad ascoltare il messaggio dell’evangelo. Rendiamo al Signore ogni gloria e ci uniamo nella preghiera a tutta la fratellanza, affinché Egli continui ad operare in ogni luogo per la Sua gloria, per la salvezza dei perduti e per l’edificazione dei credenti. Salvatore De Braco R i s v e g l i o P e n t e c o s ta l e - G e n n a i o 2 0 0 9
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Risveglio Pentecostale Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia”
“Facciamo del bene a tutti” [Galati 6:10]
Il tuo “otto per mille” può sostenere le attività di assistenza sociale. Le Chiese Cristiane Evan geliche “Assemblee di Dio in Italia” per mezzo del l’otto per mille dell’IRPEF sostengono le attività di assistenza sociale dell’Istituto Evangelico Beta nia-Emmaus, impegnato nell’assistenza all’infan zia bisognosa e agli anziani; dell’Istituto Evange lico Betesda, struttura di accoglienza e riposo per anziani; del Centro Kades, comunità terapeutica per il recupero e la riabilitazione di quanti han no problemi di dipendenza da droghe, alcool e medicinali. I progetti di soccorso, di aiuto sociale e umanitario. Il S.E.A.S. (Servizio Evangelico di Assistenza Sociale), diretto dalle “Assemblee di Dio in Italia”, sta sostenendo programmi di aiuto umani tario a favore delle popolazioni in Africa - Burkina Faso, Ruanda, Mali, Niger; Asia Sud-Est India, Sri Lanka, Thailandia e Indonesia, oltre alle offerte a favore dell’Associazione Italiana Contro le Leuce mie, dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, della Missione Evangelica contro la Leb bra, e all’assistenza a favore di individui e famiglie in condizioni di particolari necessità. Come assegnare il proprio “otto per mille” alle Assemblee di Dio in Italia. A chi sceglie di desti nare l’otto per mille dell’IRPEF alle iniziative di assistenza sociale e di aiuto umanitario nel mon
do attuate dalle Assemblee di Dio in Italia, e riceve i modelli C.U.D. (ex 101, 201, certificati di pensio ne...) ma non è tenuto a presentarli, suggeriamo di: 1) firmare la copia del modello nella casella: “Assemblee di Dio in Italia”; 2) firmare in fondo alla copia del modello dove è scritto: “Firma”; 3) inse rire la copia in una busta dove deve essere scrit to: “Scelta per la destinazione dell’otto per mille dell’IRPEF”; 4) sulla busta utilizzata scrivere il proprio codice fiscale, cognome, nome e indirizzo; 5) con segnare la busta chiusa allo sportello di una ban ca o di un ufficio postale dopo averla debitamen te firmata in corrispondenza dei lembi di chiusu ra. Nel caso che venga presentato il Modello 730 o Unico (ex 740), compilare l’apposito modulo che si troverà all’interno dello stesso e inserirlo nel la busta di cui sopra. Le scelte non determinano nessuno aumento delle imposte da pagare! Le Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia ” garantiscono che ogni eurocent, corrisposto dallo Stato ai sensi e per gli effet ti della Legge 22.11. 1988, n.517, sarà utilizzato solo per fini di carattere sociale ed umanitario. La trasparenza è assicurata anche dal continuo aggiornamento sull’utilizzazione dei fondi con adeguata informazione diffusa dai nostri mezzi di comunicazione. Servizio Evangelico Assistenza Sociale Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Via dei Bruzi, 11 - 00185 Roma - Tel.06.491518 06.491165 - Fax 06.4463591
Ente Morale di Culto D.P.R.5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517 Mensile a carattere religioso pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Cristiane Evangeliche “Assemblee di Dio in Italia” Direzione, Redazione e Amministrazione: Via Altichieri da Zevio, 1 - 35132 Padova Tel. 049.605127 - fax 049.612565 e mail:
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diverse problematiche degli utenti con l’ausilio della Parola di Dio che rimane attuale, vivente ed efficace. Dal 2002 ha preso vita l’attività del l’Unità di Strada: degli operatori escono tutte le settimane con un camper; il loro compito è dare a quanti vengono contattati una speranza, testi moniando è possibile essere liberati dalla tossico dipendenza, dall’alcolismo e da altri disturbi. Centro Kades onlus Associato alle Assemblee di Dio in Italia Loc. Basso Erro, 41 - 15010 Melazzo (AL) Telefono 0144.41222 - fax 0144.41182 e mail:
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