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Sommario SOMMARIO 19 maggio 2006
Direttore Responsabile: Michele Riva
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Coordinatore editoriale: Maria Cristina Origlia
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Competitività: una questione di dimensione e ristrutturazione finanziaria delle imprese Domenico Palmieri, Presidente Associazione Italiana della Produzione – AIP
Proprietario ed Editore: Il Sole 24 ORE S.p.A. via Monte Rosa 91, 20149 Milano Presidente: Innocenzo Cipolletta
NOVITÀ IN BREVE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Amministratore Delegato: Claudio Calabi Sede legale – Direzione e redazione: via Monte Rosa 91 – 20149 Milano Tel. 0230223610 – 0230223420 Fax 0230223535 e-mail:
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Abbonamenti: Italia annuale: € 159,00 11 numeri + 6 dossier speciali + l’accesso al sito dedicato “www.agevolazioni.ilsole24ore.com” + il CD-Rom annate di Agevolazioni & incentivi dal 1998 al 2005 Copie arretrate: 16,00 €. Si vende solo in abbonamento.
AGEVOLAZIONI FINANZIARIE NAZIONALI Investimenti produttivi Contratti di programma: priorità a made in Italy e innovazione . . . . . . 10 Ripartite le risorse 2006-2009 nelle aree sottoutilizzate . . . . . . . . . . . . . . . 12 Incertezza sulla nuova definizione della dimensione d’impresa . . . . . . . 15 Ricerca e innovazione Ai nastri di partenza il bando per tessile, abbigliamento e calzature . . . . 21 Leggi Sabatini e 598: trattamento fiscale e problema risorse . . . . . . . . . . 25 REGIONALI Investimenti produttivi Il Veneto finanzia servizi di consulenza alle Pmi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27 L’Umbria premia sistemi di gestione aziendale certificati . . . . . . . . . . . . . . . 31 Ricerca e innovazione Innovazione: il Lazio mette in campo circa 12 ML euro . . . . . . . . . . . . . . . 34 Creazione di nuova impresa Continua il supporto alle Pmi femminili in Veneto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 In Umbria si agevola l’insediamento dei giovani agricoltori . . . . . . . . . . . 40
Servizio clienti periodici – Via Tiburtina Valeria (SS 5) km 68,700 – 67061 Carsoli (AQ) Tel.: (02 o 06) 3022.5680 Fax: (02 o 06) 3022.5400; e-mail: servizioclienti.periodici@il sole24ore.com
ALTRE DALLE REGIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44
La pubblicazione o ristampa degli articoli deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore previo consenso dell’Autore.
SPECIALE ALLARGAMENTO UE La Repubblica Ceca investe sulla professionalità delle risorse umane . . . 49
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In questo numero Innanzitutto, in allegato, il dossier speciale sulla legge 488 per prepararsi ai bandi in fase di apertura. In particolare il dossier indica agli operatori le regole e i suggerimenti per sapere:
Y quando conviene richiedere l’agevolazione; Y come pianificare al meglio i progetti d’investimento; Y quali sono gli elementi di valutazione delle banche. DA NON PERDERE Le informazioni per accedere: – al bando quick response riservato ai settori tessile/abbigliamento e calzaturiero; – alle diverse opportunità offerte in questo mese, in particolare, dalle Regioni Veneto e Umbria. Per quanto riguarda gli investimenti all’estero, si segnalano misure di finanziamento nell’Europa dell’Est (Repubblica Ceca) e in Medio Oriente (Arabia Saudita).
Nel prossimo numero Sarà possibile approfondire le priorità regionali proposte e approvate dal ministero delle Attività Produttive (con decreto, al momento in corso di pubblicazione), ai fini dei bandi della legge 488. Inoltre, proseguirà il viaggio tra gli strumenti finanziari bancari non - a disposizione delle imprese per iniziative di internazionalizzazione. Come, gli approfondimenti nel mondo del credito e della gestione del rischio.
CREDITO ALLE IMPRESE LINEE DI CREDITO NAZIONALI/INTERNAZIONALI Accordo Italia-Arabia Saudita per lo sviluppo di joint venture . . . . . . . . 53 CREDITO BANCARIO Vantaggi e rischi dei contratti Interest rate swap . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 56
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO Contributi per studi in materie infortunistiche e di medicina sociale . . . 60 Edilizia: confermato per il 2005 lo sconto contributivo . . . . . . . . . . . . . . . . 63 Costo del lavoro: le retribuzioni escluse dagli obblighi contributivi . . 67
ANALISI E COMMENTI Tracciate le linee guida per la programmazione 2007-2013 . . . . . . . . . . . 73 In crescita le frodi d’identità nel credito al consumo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 76
L’ANGOLO DEL LETTORE LE RISPOSTE DELL’ESPERTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 79
QUADRO DI RIFERIMENTO Calendario guidato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 82 Tassi agevolati del mese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 84 Indicatori reali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 86 Tassi Euribor: andamento settimanale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 88
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Domenico Palmieri Presidente Associazione Italiana della Produzione – AIP
Competitività: una questione di dimensione e ristrutturazione finanziaria delle imprese
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omincia ormai ad essere opinione diffusa e condivisa che il vecchio adagio italiano “piccolo è bello”, in voga nei primi anni 70 in uno scenario di forti rigidità e conflittualità sindacali, è ora che vada in pensione. Se un sistema industriale del genere in un mercato positivo e in forte espansione, come quello degli anni 80, ha potuto affermarsi e avere accettabili redditività, ha però anche creato influenze importanti sul lungo periodo, contribuendo a determinare in Italia un sistema “disperso” in cui prevalgono le piccole e piccolissime dimensioni. Imprese che, nel decennio 1991-2001 (anno dell’ultimo censimento ISTAT e secondo i dati di quest’ultimo) hanno registrato un ulteriore indebolimento se la dimensione, misurata dal numero di addetti medio/azienda, si è, con tutte le approssimazioni incerte della statistica, comunque, ridotta da 4,4 a 3,8 contro valori medi di 13 per la Germania, 12 per il Regno Unito e 6 per la Francia. Mentre quindi il mercato si allarga le aziende in Italia si “rimpiccioliscono”. Un secondo dato statistico si impone all’attenzione. Nel decennio 1995-2004 le quote di mercato delle produzioni manifatturiere italiane sul commercio mondiale sono diminuite dal 4,6% al 3% e in particolare nell’ultimo quadriennio dal 3,6% al 3%. Questo dato di per sé non è gravissimo perché si inserisce in un trend comune a tutte le economie occidentali (tranne la Germania) e perché nell’ultimo quadriennio il commercio mondiale (dati Banca d’Italia) si è sviluppato in termini reali del 20%: in valori assoluti quindi l’export manifatturiero italiano si può dire sia rimasto costante. Tuttavia indica che la nostra industria ha perduto spinta nel conquistare mercati, pur in presenza di interventi e politiche perseguite dai Governi di allargamento delle aree di libero scambio. Significa che c’è qualcosa che non funziona nelle imprese: credo si possa rispondere con sufficiente certezza che si tratta, innanzitutto, della dimensione.
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n questa chiave è possibile una nuova lettura anche della carenza nella spesa in Ricerca e Sviluppo. Gli investimenti in R&S sono insufficienti in Italia, in percentuale del PIL e a maggior ragione in valori assoluti. (dati confermati da Cen-
trobanca). L’Italia mostra un flusso di investimenti in ricerca e sviluppo, nel 2001, pari a circa 14 miliardi di Euro, valore assolutamente irrisorio se raffrontato agli investimenti realizzati negli Stati Uniti (256 miliardi di Euro), in Giappone (92 miliardi di Euro), Germania (48 miliardi di Euro). Quel che è opportuno sottolineare è che, contrariamente a quanto si è ritenuto fino a poco tempo fa, la carenza maggiore è nell’investimento privato in R& S che in Italia è pari al 39% del totale contro un valore medio di circa il 70% per i paesi scandinavi e circa il 50% in Francia e Regno Unito. Ma come può la piccola dimensione di impresa partecipare a questi investimenti? E infatti il tasso di investimenti delle imprese industriali in Italia mostra, sulla base dei dati del campione R&S di Mediobanca, una significativa caduta lungo l’ultimo decennio, scendendo dal 5% al 3% circa sullo stock di immobilizzazioni, (probabilmente quindi anche al di sotto del tasso di ammortamento) in concomitanza con la maggior aggressività delle economie emergenti che si è sentita soprattutto sulle produzioni tradizionali
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l sistema Italia sembra quindi frenato proprio da quella che ha rappresentato per anni, su mercati più ristretti, il suo punto di forza: la piccola dimensione.
Da questi dati emerge per differenza come le dimensioni maggiori presentino una redditività migliore: contro una media di sistema di quote di utili netti su Valore Aggiunto di 34,6, le medie e maggiori dimensioni, si collocano tra 36,4 e 38,7 anche se questi valori vanno poi letti nella loro composizione tra risultati di gestione caratteristica (la gestione industriale) e gestione finanziaria (che si potrebbe anche definire straordinaria), e che tuttavia è tipica maggiormente delle grandi dimensioni. Guardiamo più da vicino il problema che è ricco di implicazioni anche a breve termine, sulla base dei dati del BACH (Bank of the Accounts of Companies Armonized), rielaborati da Centrobanca e consideriamo innanzitutto il ROI (Return on Investment), la redditività cioè del totale dei mezzi impiegati, per classe dimensionale definita, sulla falsariga della Comunità:
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L’OPINIONE
– imprese piccole: fatturato < 7 milioni di € – imprese medie: fatturato tra 7 e 40 milioni di € – imprese grandi: fatturato superiore ai 40 milioni di € Come evidenziato nei grafici, l’andamento del ROI tra il 1994 e il 2002 è in diminuzione per tutte e tre le classi ma in maniera più significativa, percentualmente, per le piccole e le grandi. Queste ultime comunque presentano valori più bassi di quelle medie, che si affermano come le migliori. Appare evidente già da questo dato aggregato come i tassi di redditività delle imprese di grandi e di piccola dimensione nel periodo si siano pericolosamente avvicinati ai tassi di rendimento finanziario e quindi ai tassi di interesse di mercato, ciò che non può non avere influenza sulla leva finanziaria e quindi sul livello di indebitamento e sull’entità degli investimenti. E infatti tra il 1995 e il 2004 si assiste ad una riduzione della leva finanziaria, cioè il rapporto tra la posizione finanziaria netta e i mezzi propri. Il fenomeno, ancora una volta, ha interessato più violentemente le piccole dimensioni che hanno messo in atto più energiche politiche di contenimento del debito e quindi degli investimenti. Questi dati relativi al Sistema Italia risultano superiori a quelli degli altri Paesi a dimostrazione che per le nostre imprese la contrazione della leva è avvenuta in presenza di sottocapitalizzazione.
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ono chiare le prime evidenze che caratterizzano la politica seguita dalle imprese italiane nell’ultimo decennio: in regime di bassa capitalizzazione l’imperativo è stato: rientro dal debito, più accentuato nelle piccole imprese, ciò nonostante i bassi tassi di interesse che non sono serviti molto. Questa manovra è determinata e a sua volta determina poco entusiasmanti andamenti dei principali indicatori di redditività e in particolare ROI, ROE e Incidenza Oneri finanziari sulla posizione finanziaria netta, che possono essere sempre analizzati sulla scorta dei dati BACH elaborati da Centrobanca e riportati qui di seguito:
Small enterprises
Fonte: Bach
Medium enterprises
Fonte: Bach
Large enterprises
Fonte: Bach
Le grandi imprese non mostrano un aggio significativo del Roi sul costo dell’indebitamento ed anzi, negli ultimi anni, la differenza è negativa; la maggiore entità del Roe rispetto al Roi è da ricollegarsi alla presenza di proventi di natura finanziaria corrente, quindi estranei all’area operativa. I proventi di natura finanziaria hanno permesso alle imprese di maggiori dimensioni di innalzare il Roe sensibilmente rispetto al Roi: nel 2002 il primo era prossimo all’8%, contro un valore di solo il 4% del secondo Le medie imprese sono la categoria eccellente del panorama produttivo italiano, con livelli di Roe superiori al 14%, grazie anche ad un Roi intorno al 10%, ad un peso degli oneri finanziari tendente al 6% nel 2002 e, quindi, ad un effetto positivo della leva finanziaria. Ciò dimostra come i livelli di indebitamento, se associati ad una più robusta redditività industriale, contribuiscono ad accrescere la redditività dei mezzi propri. Le piccole imprese sono quelle che destano le maggiori preoccupazioni; a parte gli anni dal 1998 al 2000, in cui si ha sostanzialmente l’equivalenza tra il Roi, il costo dei finanziamenti ed il Roe, negli altri anni si ha un effetto leva negativo non compensato (come accaduto per le grandi imprese nel 2002) dagli effetti benefici dei proventi finanziari (le stesse non di-
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spongono di liquidità). La redditività operativa di queste imprese ha subìto un brusco deterioramento nel triennio 2000-02, associabile anche alla concorrenza che le stesse affrontano nei settori di operatività, maggiormente esposti anche a motivo dell’avvento dell’Euro. Tali settori, come detto, sono per lo più di tipo tradizionale ed a basso tasso di innovazione tecnologica. Una siffatta situazione desta timori, anche alla luce dell’avvento di Basilea e degli automatismi relativi ai ratio interni.
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al quadro che si è delineato discendono alcune chiare implicazioni. Cerchiamo di ripercorrere queste conclusioni: il sistema è in difficoltà strutturale innanzitutto per la dominanza della piccola dimensione (le aziende di medie dimensioni si comportano meglio) che è caratterizzata da sottocapitalizzazione e che ha attuato drastiche politiche di contenimento del debito e degli investimenti. Il sistema è, anche per queste caratteristiche, poco innovativo soprattutto nella ricerca fatta dai privati e polarizzato sulle produzioni del tradizionale “Made in Italy”. Con questa tipologia di sistema industriale tuttavia si può anche riprendere la via della crescita con interessanti redditività, come i dati relativi alle medie aziende indicano, a tre condizioni: 1. sviluppare la dimensione almeno fino alla soglia delle cosiddette Medie Aziende tra 50 e 250 addetti e fatturato intorno ai 40 milioni di euro; 2. rivalutare nel breve le produzioni tradizionali (le uniche che il sistema industriale italiano ha in quantità significativa), azionando tuttavia due formidabili leve di marketing: a) sviluppo di prodotti che incorporino alte quote del design italiano inteso non solo come estetica ma come struttura materica e funzionale. Va introdotto maggiormente il Design Industriale nella progettazione aziendale; b) focus sulle alte fasce di mercato mondiale attuando la politica del “Trading up” o della Rivoluzione del lusso accessibile, come la definiscono Micheal J Silverstein e Neil Fiske (Edizioni ETAS) per cui sono pronti milioni di consumatori nel mondo, Cina compresa; 3. intervenire sulla struttura finanziaria delle imprese a tutto tondo, vale a dire che le imprese devono trovare nella Banca un partner in grado di aiutarle a focalizzare le proprie necessità e i propri obiettivi non tanto in termini di credito ordinario, ma di vera e propria consulenza finanziaria che partendo dal piano industriale dell’azienda definisca i livelli di capitalizzazione e di indebitamento necessari e fornisca, ove del caso, il possibile supporto nell’istruttoria ed erogazione delle agevolazioni statali
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che nelle nuove impostazioni delle leggi passano attraverso la valutazione del merito creditizio dei soggetti affidato appunto alle Banche. Dal punto di vista degli interventi sul capitale, peraltro, le Banche possono avere più di un ruolo: possono innanzitutto facilitare le operazioni di aggregazione per la crescita dimensionale supportando il partner più debole finanziariamente ma magari più forte nel Know-how o nei progetti o con caratteristiche di complementarietà. Esse possono altresì progettare la migliore struttura patrimoniale e finanziaria dell’impresa promovendo interventi nel capitale attraverso i fondi di private equity o per le più piccole dimensioni gli strumenti alternativi quali i prestiti partecipativi. Nel caso delle aziende medie il supporto può arrivare fino all’accompagnamento alla quotazione in Borsa. Tutti questi tipi di interventi sul capitale hanno anche il potenziale di offrire un immediato miglioramento dei parametri dell’impresa utili ai fini Basilea 2.
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l Sistema Bancario Italiano ha cominciato a muoversi in questa direzione come testimonia innanzitutto la partecipazione dello stesso all’alimentazione dei fondi di investimento. Esso nel 2005 ha contribuito per circa il 40% ai capitali raccolti da parte dei Fondi Private Equity (nel 1° semestre 2005 la raccolta è stata di € 526 milioni). Nel primo semestre 2005 le operazioni di Private Equity sono state 140, per un investimento complessivo di € 1.205 m.ni (media 8,6 m.ni). Le Banche di affari appaiono ovviamente le più dinamiche su questi fronti e più sensibili alle logiche di imprese perché più vicine e più strutturate professionalmente. Nel caso di Centrobanca, ad esempio, nel 2005 il 56% degli impieghi alla clientela industriale non è stato assistito da garanzie reali. Il panorama descritto, paradossalmente, lascia ben sperare, a condizione che il sistema riscopra, nel breve, le produzioni tradizionali e innovi il suo modo di fare impresa prima ancora che i prodotti e si ritorni tutti un po’ più all’industria giocando innanzitutto sulla dimensione, le aggregazioni e sinergie anche temporanee di imprese e la ristrutturazione finanziaria con l’assistenza e il supporto delle Banche. Alcuni progetti sono stati lanciati in proposito come quello della Associazione Italiana della Produzione – AIP, in collaborazione con il CENSIS e con il supporto del ministero delle Attività Produttive; la Provincia e la Camera di Commercio di Milano; Centrobanca per il sistema finanziario, la Sympak, Unisys e BTicino per il sistema industriale. Per fine anno si avranno i primi risultati di diagnosi e i primi interventi sui territori di sensibilizzazione.
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Novità in breve
NOVITÀ IN BREVE
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azionali
Legge 488 Commercio e Turismo: semplificate le procedure Con la circolare n. 948772 del 27 aprile 2006 (in corso di pubblicazione sulla GU), il ministero delle Attività Produttive ha apportato alcune modifiche alle circolari esplicative n. 900047 del 25 gennaio 2001 (settore commercio) e n. 900516 del 13 dicembre 2000 (settore turistico-alberghiero), in modo da semplificare le procedure di controllo finale sui programmi di investimento agevolati.
Circolare n. 948772 del 27 aprile 2006 (in corso di pubblicazione sulla GU)
2° bando PIA Innovazione: le modalità per richiedere l’agevolazione Circolare attuativa n. 946081 del 27 aprile 2006 (in corso di pubblicazione sulla GU)
Con la circolare attuativa n. 946081 del 27 aprile 2006, in corso di pubblicazione sulla GU, il ministero delle Attività Produttive stabilisce le modalità secondo le quali le imprese inserite in graduatoria con uno degli esiti 2, 3 o 4 del secondo bando PIA Innovazione possono richiedere il finanziamento agevolato. La circolare stabilisce anche che – entro 15 giorni dalla pubblicazione della stessa sulla GU – le imprese devono fare la richiesta di valutazione del credito al ministero delle Attività Produttive e, per conoscenza, al Soggetto convenzionato prescelto. Si ricorda, in pro-
posito, che il soggetto convenzionato può anche non essere lo stesso che ha seguito la fase istruttoria della domanda di agevolazione.
Legge 488 Artigiani: pubblicati circolare e decreto attuativo Circolare n. 946068 del 7 aprile 2006 (pubblicata sul Suppl. Ord. n. 114 alla GU n. 104 del 6 maggio 2006) Decreto del 7 aprile 2006 (GU n. 97 del 27 aprile 2006)
Con la pubblicazione in gazzetta della circolare n. 946068 del 7 aprile 2006, il ministero delle Attività Produttive fornisce le indicazioni e le precisazioni relative alle nuove modalità semplificate per l’accesso delle imprese artigiane alle agevolazioni previste dalla legge 488/92. Le norme stabilite dalla circolare si applicano solo ai nuovi bandi, ovvero quelli successivi all’entrata in vigore dei nuovi criteri. Con la pubblicazione del decreto del 7 aprile 2006, il Map fissa, inoltre, i termini di presentazione del prossimo bando, che si aprirà dal 1° giorno non festivo successivo alla pubblicazione nella GU, del decreto di approvazione delle proposte formulate dalle Regioni ai sensi dell’art. 8 comma 11 lettera c) del decreto attuativo. Il termine finale è stabilito al 60° giorno dal termine iniziale.
Nuova legge 488: software per il calcolo delle agevolazioni Si segnala che il ministero delle Attività Produttive ha reso disponibile, sul proprio sito (www.attivitàprodut-
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tive.gov.it) il software che consente di calcolare le agevolazioni per le attività produttive nelle aree sottoutilizzate del Paese di cui alla legge 488/1992, in base ai nuovi criteri stabiliti dal decreto interministeriale 1° febbraio 2006. Il software è uno strumento utile per il calcolo delle agevolazioni richiedibili in termini di finanziamento agevolato e di contributo in conto capitale, ma non ha nulla a che fare con il software per la compilazione delle domande, che non è ancora stato reso disponibile.
Patti territoriali e Contratti d’Area: modificate alle procedure Con la circolare n. 3557 del 26 aprile 2006 (GU n. 107 del 10 maggio 2006)
Con la circolare n. 3557 del 26 aprile 2006, il ministero delle Attività Produttive ha applicato ai Patti territoriali e ai Contratti d’area le modifiche e le integrazioni alle procedure per la concessione e l’erogazione delle agevolazioni relative alla legge 488/92, a loro volta contenute nella circolare n. 980814 del 7 marzo 2006. Le disposizioni si applicano a tutte le iniziative di Patti territoriali e Contratti d’area che alla data del 14 marzo 2006 si trovino nella posizione di essere già state agevolate in via provvisoria, e per le quali non sia stata ancora prodotta la documentazione finale di spesa.
Bandi e-commerce e quick response: prenotazione della garanzia Si segnala che MCC ha messo in linea sul proprio sito (www.mcc.it) una nuova sezione dedicata alla prenotazione della garanzia per le imprese che presentano la domanda per le agevolazioni previste dai bandi ecommerce e quick response. La nuova sezione indica le due differenti modalità per richiedere la prenotazione della garanzia e in particolare quella in via semplificata – cioè senza bisogno di allegare alcuna documentazione attestante le condizioni economico-finanziarie dell’impresa – che consente alle imprese di acquisire priorità nell’istruttoria rispetto a quelle che utilizzano la procedura ordinaria. Alla procedura semplificata possono accedere, a determinate condizioni, i seguenti soggetti:
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imprese che hanno chiuso in utile gli ultimi due esercizi e che richiedono un finanziamento non superiore ai 50 mila euro; imprese che appartengono alla fascia 1 di valutazione sulla base di modelli di scoring previsti dalla Sezione Tecnologie digitali per valutare la solidità economico-finanziarie dei richiedenti attraverso gli indici di bilancio.
Approvati quattro nuovi contratti di programma Sono stati pubblicati sulle Gazzette di seguito indicate le delibere di autorizzazione del CIPE per la realizzazione di quatto nuovi contratti di programma relativi a investimenti industriali nel comune di Napoli, in diversi comuni della Liguria, nella provincia di Caltanissetta e nel territorio della regione Calabria. Al momento, i contratti sono alla firma del ministero delle Attività Produttive, che entro quattro mesi dovrà procedere alla stipula con i relativi consorzi: – Delibera 110/95 (GU n. 107 del 10 maggio 2006): contratto di programma tra il MAP e la «Genesis S.c. a r.l.» per la realizzazione di un polo industriale per la produzione di elettrodomestici nel territorio del comune di Napoli (ob. 1), per un totale di investimenti ammessi pari a 77.660.300 euro. – Delibera 109/95 (GU n. 94 del 22 aprile 2006): contratto di programma tra il MAP e il Consorzio Tecnesud per la realizzazione di un articolato piano di investimenti da realizzarsi nella regione Calabria (ob. 1), per un totale di investimenti ammessi pari a 62.414.000 euro. – Delibera 108/95 (GU n. 94 del 22 aprile 2006): contratto di programma tra il MAP e il Consorzio Spas S.c. a r.l. (Consorzio sviluppo delle produzioni agricole siciliane), per la realizzazione di un articolato piano di investimenti finalizzati allo sviluppo e alla valorizzazione delle produzioni del comparto ortoflorivivaistico nisseno, da realizzarsi nei comuni di Gela, Mazzarino e Bufera, in provincia di Caltanisetta, per un totale di investimenti ammessi pari a 125.020.000 euro. – Delibera 106/95 (GU n. 103 del 5 maggio 2006): contratto di programma tra il MAP ed il Consorzio Fiorifrutti, per la realizzazione un articolato piano di investimenti finalizzati allo sviluppo del florovivaismo e dei prodotti agroalimentari tipici della regione Liguria, in aree comprese in obiettivo 2, per un totale di investimenti ammessi pari a 67.825.669 euro.
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VII Programma Quadro di R&ST: MEDIA PLUS: sostegno incremento di risorse per il 2007-13 ai progetti pilota Accordo del 4 aprile 2006 L’accordo sul bilancio comunitario per il periodo 2007-2013, che è stato finalmente raggiunto il 4 aprile scorso, ha portato a un aumento dei fondi di 4 miliardi di euro rispetto alle proposte di dicembre. Nell’ambito di tale accordo, si è deciso di destinare al Settimo programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico 300 milioni di euro in più rispetto alle precedenti proposte.
Programma MEDIA: proroga sino alla fine dell’anno Il Consiglio dei ministri europei ha approvato, in data 26 aprile 2006, la proposta di prorogare i programmi Media Plus e Media Formazione fino alla fine del 2006 allocando uno stanziamento aggiuntivo di 453,6 milioni di euro, per il programma Media Plus, e di 59,4 milioni di euro, per il programma Media Formazione, al fine di tenere conto degli effetti dell’allargamento.
Il presente invito è finalizzato a sostenere: la creazione di nuovi meccanismi per la distribuzione e promozione di contenuto europeo attraverso servizi personalizzati; la realizzazione di basi dati collegate in rete per ampliare e rafforzare l’accesso ad archivi e cataloghi e il loro utilizzo; i progetti finanziati nel quadro del precedente invito a presentare proposte per progetti pilota Media Plus. Possono accedere gli operatori del settore audiovisivo. Il contributo consiste in una sovvenzione comunitaria, che non può superare il 50% del totale delle spese ammissibili (60% per i progetti che presentano un interesse per la valorizzazione della diversità culturale europea). La dotazione finanziaria è pari a 2 milioni di euro e la scadenza è fissata al 17 luglio 2006. Per informazioni: www.europa.eu.int/comm/avpolicy/media/pilot_en.html.
Invito a presentare proposte (GUUE C 100 del 27 aprile 2006)
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Agevolazioni finanziarie
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Contratti di programma: priorità a made in Italy e innovazione Il Ministero delle attività produttive ha ridefinito i criteri per l’accesso agli aiuti previsti per i contratti di programma, privilegiando, allo stesso tempo, settori tradizionali l’innovazione. di Giancarlo Terenzi, Mef, Dipartimento politiche di sviluppo
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l 12 aprile 2006 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 86 il decreto 10 febbraio 2006, a firma del ministro delle Attività Produttive, che rinnova i criteri di priorità per l’accesso alle agevolazioni relative ai contratti di programma, precedentemente definiti con il D.M. 19 novembre 2003, che ha avuto efficacia fino al 31 dicembre 2004. In particolare, con il vecchio regime si era data priorità ai contratti che presentavano elevate caratteristiche di innovatività di processo o di prodotto, che prevedevano la partecipazione finanziaria di enti creditizi o istituzioni finanziarie, che riguardavano settori che privilegiavano sia la valorizzazione della qualità dei prodotti sia le attività tese alla valorizzazione delle risorse territoriali locali, e che determinavano un’adeguata ricaduta occupazionale. I nuovi obiettivi individuati nel decreto 10 febbraio sono meno gene-
rici rispetto a quelli indicati nel precedente e, peraltro, tengono conto di quelli che sono i nuovi scenari della competitività internazionale. Sono infatti orientati alla difesa e alla valorizzazione dell’industria settoriale, specie quella media e piccola, già presente nel territorio del Mezzogiorno, alla salvaguardia e al consolidamento dei settori forti dell’industria italiana, alla promozione di alleanze internazionali, alla valorizzazione delle eccellenze presenti, privilegiando l’alto contenuto tecnologico, l’innovazione tecnologica e la ricerca, al fine di sviluppare un’elevata tecnologia in grado di competere non solo all’interno dell’Unione europea ma anche rispetto alle nuove realtà internazionali.
I nuovi criteri di priorità Nello specifico, il D.M. in esame, in linea con il quadro programmatico definito nel Piano triennale 20062008 – che individua, tra l’altro, come obiettivo prioritario di “focalizzare la specializzazione produttiva
dell’Italia verso un nuovo assetto industriale” – assegna un criterio di priorità alle proposte di contratti di programma che saranno finalizzate al raggiungimento dei seguenti nuovi obiettivi: 1. la difesa e la valorizzazione della grande tradizione industriale e turistica, con forte identificazione con il luogo di origine, attraverso una maggiore tutela e promozione dello “Stile italiano”, con particolare riguardo alle proposte presentate da consorzi di Pmi, prevalentemente ubicate nelle aree sottoutilizzate del sud d’Italia; 2. la salvaguardia e il consolidamento delle competenze e degli assetti industriali acquisiti in alcuni settori di forte e storica presenza dell’industria italiana con progetti finalizzati allo sviluppo di attività ad alto contenuto tecnologico; 3. la promozione di alleanze internazionali ad alto tasso di innovazione tecnologica; 4. la valorizzazione delle eccellenze nel campo dell’impresa e della ricerca, con particolare riferimento alle filiere a elevata tecnologia. Dette disposizioni si applicano: sia alle proposte di contratti di programma che saranno presentate successivamente alla data di pubblicazione del suddetto D.M. 10 febbraio 2006; ● sia a quelle che sono in essere presso la sopra citata Direzione generale per il coordinamento degli incentivi alle imprese e per ●
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le quali, alla stessa data, è stata trasmessa la nota di conferma dell’interesse al mantenimento della domanda di accesso. I nuovi criteri si applicheranno sino al 31 dicembre 2008.
Rimangono in vigore Restano, peraltro, in vigore alcune delle disposizioni contenute nel D.M. 19 novembre 2003 sia riguardo alle prescrizioni relative alla valutazione dei requisiti di ammissibilità per i consorzi di Pmi, sia per quanto attiene all’ammontare degli investimenti fissi agevolabili. Consorzi Pmi. Resta confermato che i consorzi di Pmi, ai fini della valutazione dei requisiti di ammissibilità alle agevolazioni previste dai contratti di programma, sono soggetti alle seguenti prescrizioni: – alla data di presentazione della domanda, la maggioranza dei diritti di voto del consorzio proponente deve essere posseduta da parte di associati classificati come impresa di piccola e media dimensione, ai sensi del D.M. 18 settembre 1997 e del D.M. 27 ottobre 1997; – la proposta del consorzio deve essere orientata verso iniziative che favoriscano processi di integrazione produttiva, commerciale ovvero logistica delle imprese a esso aderenti. Investimenti fissi. Per quanto attiene, invece, gli investimenti fissi agevolabili, l’ammontare, per ogni contratto di programma presentato, non deve essere inferiore a 25 milioni di euro e, nel caso di consorzi di Pmi, tale limite deve essere riferito al complesso degli investimenti di tutte le imprese consorziate.
Il contratto di programma in sintesi Lo strumento del contratto di pro-
AGEVOLAZIONI FINANZIARIE
gramma trova riferimento giuridico nella legge 19 dicembre 1992 n. 488, art. 1, comma 3, è stipulato tra l’amministrazione statale competente e le grandi imprese, i consorzi di piccole e medie imprese, le rappresentanze di distretti industriali, agricoli, agroalimentari e ittici, per la realizzazione di piani progettuali oggetto di programmazione negoziata, caratterizzati da
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un elevato grado di innovatività. I piani devono essere volti a promuovere il rapido avvio di nuove iniziative e la creazione di nuovi posti di lavoro, generando significative ricadute occupazionali, nei settori dell’industria, del turismo, dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura. Nella scheda riportiamo le caratteristiche principali dello strumento.
Le caratteristiche dello strumento Soggetti beneficiari ● Imprese di grandi dimensioni o gruppi nazionali o internazionali di rilevante dimensione operanti nei settori industriale, dei servizi (rientranti nell’elenco allegato alla Circolare n. 900315 del 14 luglio 2000), del turismo, agricolo, della pesca e dell’acquacoltura; ● Consorzi di Pmi, anche sotto forma di cooperativa, operanti in uno o più dei predetti settori; ● rappresentanze di distretti industriali, agricoli, agroalimentari e ittici. I soggetti beneficiari possono essere di piccole, medie o grandi dimensioni. Territori ammissibili Lo strumento negoziale può essere attivato sull’intero territorio nazionale, fermo restando che le risorse destinate dal Cipe ai contratti di programma sono riservate in via esclusiva ai territori considerati ammissibili agli interventi dei Fondi strutturali dell’Ue (Obiettivo 1, Obiettivo 2 e sostegno transitorio a tali obiettivi) e alle aree individuate in base alla deroga prevista dall’art. 87.3.c) del Trattato CE. Spese ammissibili Le spese ammissibili sono quelle relative all’acquisto o, con esclusione delle imprese turistiche, alla costruzione delle immobilizzazioni, anche immateriali, necessarie alle finalità del programma oggetto della domanda: progettazione, studi e assimilabili; suolo aziendale; opere murarie e assimilabili; macchinari, impianti e attrezzature. Per le imprese operanti nel settore agricolo e della pesca, i limiti e le condizioni di ammissibilità sono fissati nei Programmi operativi regionali (Por) e nei relativi Complementi di programmazione (CdP), per le Regioni dell’obiettivo 1, o nei Piani di sviluppo rurale (PSR), per tutte le altre regioni. Agevolazioni L’agevolazione è erogata nella forma di contributo in conto impianti o credito d’imposta. In ogni caso, l’ammontare massimo delle agevolazioni concedibili non potrà eccedere quello previsto nella Deliberazione Cipe di approvazione del contratto di programma.
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Ripartite le risorse 2006-2009 nelle aree sottoutilizzate Privilegiati i contratti di programma e gli investimenti in ricerca e innovazione, ma ulteriori fondi vanno anche a Sviluppo Italia per le misure di autoimprenditorialità e autoimpiego di Alessandro Sacrestano, Progetto Arcadia Srl
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ieno accordo fra ministero dell’Economia e il Tavolo tecnico interregionale, a proposito della ripartizione del Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS) nel periodo 2006/2009, segnatamente agli impieghi destinati agli investimenti pubblici da eseguirsi ai sensi della legge nazionale n. 208/98, articolo 1, comma 1. La conferma del punto di incontro, infatti, è stata formalizzata in un documento dello scorso 16 marzo a opera della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano. La ripartizione delle risorse complessive del Fondo per gli anni 2006-2009 è contenuta nella delibera CIPE del 22 marzo. Dei complessivi 6.217,74 milioni di euro (somma già al netto di riduzioni e anticipazioni che hanno interessato, tra l’altro, il programma di recupero dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria), la fetta più consistente, pari a 4.100 milioni è destinata agli investimenti pubblici in oggetto.
A chi vanno i fondi Ripartizione per strumenti. Il Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione ha in linea di massima confermato tutti i criteri di ripartizione sinora adoperati, anche per il periodo in questione. Sulla base di tali criteri, i 4.100 milioni di euro destinati agli investimenti pubblici richiamati nella normativa indicata, saranno così ripartiti: – 80% e, quindi, 3.280 milioni di euro, alle Regioni per la realizzazione di programmi di investimento pubblico da attuare attraverso Accordi di Programma Quadro; – 20% e, quindi, 820 milioni di euro, alle Amministrazioni Centrali per il finanziamento prevalente di interventi nei settori della ricerca e della società dell’informazione, nonché di progetti pilota o innovativi in altri settori e azioni di sistema.
Ripartizione per aree geografiche. Confermata, inoltre, anche la consolidata ripartizione, all’in-
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
terno delle stesse aree sottoutilizzate, dei fondi disponibili fra Sud e Centro-Nord. Dei 3.280 milioni di euro destinati alle Regioni, pertanto: – l’85% (2.713,20 milioni di euro) andranno a favore delle otto Regioni del Mezzogiorno; – mentre il residuo 15% (566,80 milioni di euro) confluirà nelle casse delle Regioni centro settentrionali.
La proposta delle Regioni Tali indicazioni che, come detto, ripercorrono sostanzialmente le linee guida degli ultimi anni, sono state valutate con particolare favore da parte del Dipartimento, anche in considerazione del fatto che l’attuale situazione rappresenta un momento di transizione rispetto alla definizione del prossimo Quadro Stategico Nazionale (QSN) – relativo al periodo 20072013 – che, tra l’altro, sperimenterà per la prima volta una programmazione unificata dei Fondi strutturali e del Fondo per le Aree Sottoutilizzate. Dal canto suo, il Tavolo Tecnico Interregionale ha avallato pienamente gli aspetti finanziari sinora illustrati e presentati dal Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione, proponendo, invece, alcune specifiche modifiche, su questioni per lo più tecniche, riguardanti essenzialmente le regole e le procedure attuative delle ipotesi di riparto delle risorse, integralmente accolte, seppur con qualche puntualizzazione, dal Dipartimento. Le principali perplessità riguardano la richiesta, avanzata da alcune Regioni, di estendere la possibilità di finanziare, con le risorse che saranno assegnate a favore dei programmi regionali nell’ambito del riparto del FAS per il 2006, anche
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regimi di agevolazione nel campo della ricerca, dell’innovazione e della formazione. Per tale ipotesi, infatti, si è proposto di posporre la valutazione di tale richiesta proprio al confronto sulla nuova programmazione unitaria FAS – Fondi Strutturali.
Le collocazioni Contratti di programma. Tra la ripartizione delle risorse complessive del FAS, con la delibera CIPE del 22 marzo 2006, spiccano i 230 milioni di euro a favore del ministero delle Attività Produttive per il finanziamento di contratti di programma. La notizia, pur positiva, è parzialmente stemperata dalla persistente indisponibilità del disciplinare che integri, nell’utilizzo degli strumenti in questione, i nuovi criteri previsti dalla riforma degli incentivi di cui al decreto legge n. 35/2005, convertito nella legge n. 80/2005.
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
Nuova imprenditoria e autoimpiego. Anche in questa fase di ripartizione, una posizione di tutto rilievo viene mantenuta da Sviluppo Italia. Oltre alle risorse, pari a 250 milioni di euro, destinate al consolidamento e all’accelerazione del programma di attrazione degli investimenti nelle aree sottoutilizzate, attraverso il finanziamento nel Mezzogiorno di contratti di localizzazione, (ai sensi dell’art. 6, comma 14, del decreto legge n. 35/2005), a Sviluppo Italia sono stati attribuiti altri 350 milioni di euro per il finanziamento di programmi per l’autoimprenditorialità e l’autoimpiego. La motivazione di questa rinnovata fiducia è la stessa avanzata nelle precedenti occasioni e, cioè, la forte capacità di tiraggio manifestata da tali programmi. Si segnala, inoltre, che ben 40 dei 350 milioni di euro complessivi saranno
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destinati al cofinanziamento dello start-up di nuove iniziative imprenditoriali nell’ambito dei distretti tecnologici previsti dall’art. 6, comma 5, del già citato decreto legge n. 35/2005.
Credito d’imposta per investimenti. Buone nuove anche per gli assegnatari del credito d’imposta per gli investimenti nelle aree svantaggiate, previsto dall’articolo 8 della l. n. 388/00. A questi ultimi, infatti, il CIPE ha destinato 1.064 milioni di euro, che vanno a integrarsi con le precedenti assegnazioni relative all’esercizio 2006 pari a 1.054 milioni di euro. Via libera, quindi, al percorso che dovrebbe finalmente portare al rispetto degli impegni programmatici, assunti dallo stesso Comitato Interministeriale nell’ambito della delibera n. 34/2005, affinché i beneficiari del regime automatico dell’incentivo – ossia i soggetti
Ripartizione delle risorse FAS 2006-2009 (in ML di euro) in sintesi STRUMENTI
2006
2007
2008
2009
TOTALE
Contratti di programma
30,00
45,00
50,00
105,00
230,00
Programma attrazione investimenti (contratti di programma per la localizzazione)
25,00
50,00
50,00
125,00
250,00
150,00
150,00
50,00
Autoimprenditorialità e autoimpiego (legge n. 488/99, art. 27, comma 11) Credito di imposta per gli investimenti (art. 8 legge n. 388/2000, come integrato dall’art. 10 del decreto legge n. 138/2002) Investimenti pubblici ex lege n. 208/1998, art. 1, comma 1 (accordi di programma quadro e programmi nazionali, inclusa la ricerca)
350,00
1.064,00
1.064,00
220,00
500,00
925,00
2.455,00
4.100,00
Programma Tetra (Ministero interno)
20,00
30,00
30,00
60,00
140,00
Programma Calabria (Ministero interno)
23,02
30,00
10,00
Interventi per fronteggiare situazioni emergenziali nella Regione Sicilia (Dip. Protezione civile)
5,00
10,00
Accantonamento
0,12
0,60
TOTALE
63,02 15,00
1,00
4,00
5,72 6.217,74
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che hanno avviato gli investimenti prima del 7 luglio 2002 – possano completare la compensazione del credito d’imposta entro quattro anni dalla conclusione degli investimenti stessi. La parola passa, a questo punto, all’Agenzia delle Entrate che è autorizzata dal CIPE a dare automatica e immediata applicazione al processo di accelerazione delle compensazioni. L’auspicio è che quest’ultima non reiteri il comportamento ambiguo che, in occasione delle precedenti delibere, ha creato non pochi problemi nella gestione delle percentuali di accelerazione di fruizione del beneficio.
“Programma TETRA” per la sicurezza. Deve, inoltre, segnalarsi l’attribuzione di 140 milioni di euro al finanziamento di interventi nel settore della sicurezza e, in particolare, alla prosecuzione del “Programma TETRA”. Considerata l’ulteriore assegnazione di 160 milioni di euro al Programma, per effetto della richiamata delibera di riparto di cui alla legge n. 208/1998, le risorse complessivamente destinate a tale programma ammontano, dunque, a 300 milioni di euro.
“Programma Calabria”. Nuovi fondi (in tutto 63,02 milioni di euro), inoltre, a favore del “Programma Calabria”. Di questi, 50 milioni di euro andranno per il finanziamento di iniziative volte ad affrontare la particolare emergenza emersa nel settore della sicurezza, con interventi a carattere aggiuntivo nei comparti sociale, della sicurezza, dell’istruzione e in materia ambientale nei settori idrico e fognario. Le residue risorse, pari a 13,02 milioni di euro, serviranno, invece, al finanziamento integrativo di interventi urgenti di metanizzazione
nella Città di Reggio Calabria.
Piano di monitoraggio delle spese Particolarmente importante, in ogni caso, risulta essere il piano di monitoraggio imposto dal CIPE per la verifica della piena attuazione dei programmi di spesa. A tale scopo, le Amministrazioni destinatarie di assegnazioni per le aree sottoutilizzate sono tenute a compilare, entro 60 giorni dalla conclusione di ciascun trimestre, le schede di rilevazione allegate alla delibera, accompagnate da una relazione che illustri le informazioni sullo stato di utilizzo delle risorse e sulle iniziative adottate in qualità di azionista di riferimento nei confronti di società di capitali a partecipazione pubblica “diretta o indiretta”, perché le stesse si conformino al medesimo obiettivo. Con analoga tempistica, le Amministrazioni centrali e i soggetti gestori degli strumenti di intervento finanziati con le risorse per le aree sottoutilizzate dovranno trasmettere al ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimenti per le politiche di sviluppo e coesione e della Ragioneria generale dello Stato, per ciascuno strumento, una scheda – il cui modello è allegato alla delibera – all’interno del quale si forniranno notizie in ordine al livello di erogazione realizzato nel trimestre precedente e alla previsione del profilo di spesa atteso nei sette trimestri successivi. Il CIPE sottolinea a chiare lettere che la mancata trasmissione di tali informazioni precluderà la possibilità di accedere a successivi riparti di risorse aggiuntive nazionali poste in essere dallo stesso Comitato.
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Incertezza sulla nuova definizione della dimensione d’impresa Non è solo una questione di interpretazione. I dubbi sulla classificazione dimensionale di appartenenza di un’ impresa sono ancora tanti e rendono problematica la determinazione degli aiuti in vista dei bandi della legge 488/92. di Gina Leo e Amedeo Sacrestano, Progetto Arcadia Srl
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l decreto del ministero delle Attività Produttive del 18 aprile 2005 (pubblicato nella GU n. 238 del 12 ottobre 2005) ha recepito le nuove indicazioni comunitarie in materia di definizione della dimensione di impresa, introdotte con Raccomandazione CE 2003/361/CE a partire dal 1° gennaio 2005. Nonostante il decreto abbia cercato con alcuni esempi pratici di risolvere i problemi interpretativi di immediato impatto, molti sono ancora i dubbi che si presentano agli operatori del settore e, soprattutto, alle imprese, chiamate a individuare in maniera precisa la classe dimensionale di appartenenza, al fine della corretta determinazione della misura di aiuto spettante, in virtù della partecipazione a specifici bandi di agevolazione. Questioni interpretative che riaffioreranno con maggiore impatto in vista della prossima apertura dei bandi della legge 488/92, per i quali – oltre alle principali novità sulle modalità di erogazione delle agevolazioni e sull’inserimento in graduatoria dei progetti – troveranno applicazione, per la prima vol-
ta, i nuovi parametri della definizione della dimensione di impresa. Alcune problematiche sono state già sottoposte all’apposita Commissione istituita presso il ministero delle Attività Produttive con decreto del 4 ottobre 2005, che ha affrontato gli aspetti legati alla decorrenza della nuova disciplina, alle modalità di calcolo della partecipazione, in caso di imprese non autonome, e al periodo di riferimento per il computo dei parametri. Ma molte sono ancora irrisolte.
Applicazione della nuova definizione Con riferimento al problema della decorrenza dell’applicazione della nuova definizione oggetto del decreto MAP 18 aprile 2005, l’articolo 4 del provvedimento stesso opera una distinzione in base alla tipologia degli aiuti. In particolare, per i regimi di aiuto notificati e autorizzati antecedentemente al 1° gennaio 2005 e per quelli in esenzione – ossia quelli istituiti in base ai regolamenti n. 70/2001 (aiuti alle PMI) e n. 68/2001 (aiuti alla formazione) – la cui comunicazione alla Commis-
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sione è intervenuta prima del 1° gennaio 2005 (fermo restando che non sia stata già prevista esplicitamente l’applicazione della nuova definizione) – in assenza di una nuova notifica (e conseguente approvazione) per i primi e di una comunicazione alla Commissione di adeguamento per i secondi, effettuate dall’amministrazione competente – si deve continuare ad applicare la vecchia regolamentazione fino al termine di scadenza del regime. Dovranno essere le amministrazioni competenti, al fine di assicurare un’omogenea applicazione sul territorio delle nuove definizioni, a comunicare nelle rispettive Gazzette Ufficiali, ovvero sui rispettivi organi di informazione, l’elenco dei regimi di aiuto per i quali si applicano le nuove disposizioni. Qualora, invece, i regimi di aiuto in esenzione di cui ai citati regolamenti n. 68 e 70/2001 siano stati istituiti a partire dal 1° gennaio 2005, l’applicazione decorre proprio da quest’ultima data. Per gli aiuti de minimis (Regolamento CE n. 69/2001 del 12 gennaio 2001), si ricorda che l’applicazione della nuova definizione ha avuto luogo con decorrenza 11 novembre 2005 (trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del Decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana). Decorrenza immediata delle nuove disposizioni (a partire dal 12 ottobre 2005, ossia data di pubblicazione in Gazzetta del decreto MAP) è stata, invece, riservata a diverse agevolazioni gestite dal Ministero delle attività produttive – prima tra tutte la legge 488/92 – essendo già state espletate le procedure di comunicazione e di notifica per l’adeguamento alla nuova normativa di cui alla Raccomandazione CE.
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I nuovi parametri di definizione La categoria delle PMI è costituita dalle micro, piccole e medie imprese, che rientrano, contemporaneamente, in precisi valori con riferimento al parametro relativo all’occupazione e al fatturato annuo o totale di bilancio. Al fine della corretta determinazione della dimensione aziendale, è necessario distinguere i casi in cui l’impresa possa essere considerata autonoma – e, pertanto, rilevano solo i dati finanziari e occupazionali a essa relativi – da quelli in cui la stessa è, invece, collegata o associata.
Impresa autonoma. La normativa definisce l’impresa autonoma per esclusione: è tale l’impresa che non è né associata e né collegata.
semblea ordinaria; – l’impresa su cui un’altra ha il diritto, in virtù di un contratto o di una clausola statutaria, di esercitare un’influenza dominante, quando la legge applicabile consenta tali contratti o clausole; – le imprese in cui un’altra, in base ad accordi con altri soci, controlla da sola la maggioranza dei diritti di voto.
I punti incerti La corretta definizione di imprese collegate. Ed è proprio con riferimento alla corretta definizione di imprese associate e collegate che sorgono le prime difficoltà interpretative, dato che lo stesso decreto individua in maniera chiara lo status di impresa associata, mentre sembra rinviare – anche se non in maniera esplicita – alla co-
Fig. 1 – Definizione di micro, piccole e medie imprese PMI (micro, piccole e medie imprese)
a) meno di 250 occupati; b) fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro
Le imprese associate. Sono definite come “associate” le imprese, non identificabili come collegate, tra le quali esiste la seguente relazione: un’impresa detiene, da sola oppure insieme a una o più collegate, il 25% o più del capitale o dei diritti di voto di un’altra. La quota del 25% può essere raggiunta o superata, senza determinare la qualifica di associate, qualora siano presenti alcune categorie di investitori (Tabella 1) e a condizione che gli stessi non siano individualmente o congiuntamente collegati all’impresa richiedente.
Le imprese collegate. Sono, invece, considerate collegate le imprese fra le quali esiste una delle seguenti relazioni: – l’impresa in cui un’altra dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria; – l’impresa in cui un’altra dispone di voti sufficienti per esercitare un’influenza dominante nell’as-
PICCOLA IMPRESA
MICRO IMPRESA
a) meno di 50 occupati; b) un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 10 milioni di euro
a) meno di 10 occupati; b) un fatturato annuo oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 2 milioni di euro
Tabella 1 – Le categorie di investitori per le quali non trova applicazione il limite del 25% a) Società pubbliche di partecipazione, società di capitale di rischio, persone fisiche o gruppi di persone fisiche esercitanti regolare attività di investimento in capitale di rischio, che investono fondi propri in imprese non quotate a condizione che il totale investito, da tali persone o gruppi di persone, in una stessa impresa non superi 1.250.000 euro; b) investitori istituzionali, compresi i fondi di sviluppo regionale; c) università o centri di ricerca pubblici e privati senza scopo di lucro; d) enti pubblici locali, aventi un bilancio annuale inferiore a 10 milioni di euro e meno di 5.000 abitanti
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piosa dottrina e giurisprudenza in materia di collegamento tra imprese. Ognuna delle relazioni richiamate per individuare una situazione di collegamento, infatti, costituisce una fattispecie per la quale si rendono necessari ulteriori interventi interpretativi. La disponibilità del diritto di voto appare, in ogni caso, sicuramente il criterio qualificante del collegamento. Andranno, pertanto, considerate tutte le ipotesi in cui, a prescindere dalla qualità di socio, venga attribuito tale diritto (un esempio potrebbe essere la posizione giuridica dell’usufruttuario di azioni o del creditore pignoratizio). Inoltre, come evidenziato anche nella circolare Assonime n. 8 del 21/10/2005, la situazione in cui si verifica l’influenza dominante per effetto di un contratto o di una clausola statutaria, sembra riferirsi solamente a quei contratti che hanno come oggetto specifico l’esercizio dell’influenza dominante escludendo; pertanto, quelli che, nonostante abbiano un diverso oggetto, evidenziano, in qualche modo, una situazione di subordinazione economica di un’impresa rispetto a un’altra. Si pensi, ad esempio, ai contratti di licenza o somministrazione con obbligo di esclusiva. Una particolare condizione è affrontata, in tema di collegamento, nello stesso decreto Map del 18 aprile 2005 che, in appendice, ritiene tra loro collegate anche le imprese per il tramite di una persona o un gruppo di persone fisiche che agiscono di concerto, a patto che esercitino la loro attività o una parte delle loro attività sullo stesso mercato o su quelli contigui. A tal proposito, si considera contiguo il mercato di un prodotto o servizio situato direttamente a monte o a valle di quello in questione.
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È necessario, pertanto, verificare la sussistenza delle seguenti due condizioni: a) la persona o il gruppo di persone fisiche che agiscono di concerto devono possedere in entrambe le imprese, congiuntamente nel caso di più persone, partecipazioni in misura tale da detenerne il controllo, in base alla vigente normativa nazionale; b) le attività svolte dalle imprese devono essere ricomprese nella stessa divisione della classificazione delle attività economiche Istat 2002, ovvero un’impresa ha fatturato all’altra.
Modalità di calcolo della dimensione. Con riferimento alle modalità di calcolo della dimensione di impresa, grazie anche all’ausilio di una serie di tabelle riportate in appendice, il decreto MAP 18 aprile 2005 stabilisce che: – nel caso di impresa associata a una o più imprese, ai dati degli occupati e del fatturato o dell’attivo patrimoniale dell’impresa richiedente si sommano, in proporzione alla percentuale di partecipazione al capitale o alla percentuale di diritti di voto detenuti (in caso di difformità si prende in considerazione la più elevata tra le due), i dati dell’impresa o delle imprese situate immediatamente a monte o a valle della richiedente. In presenza di partecipazioni incrociate trova applicazione la percentuale più elevata. Ai fini dell’esatta determinazione dei dati delle imprese associate alla richiedente, devono inoltre essere interamente aggiunti i dati relativi alle imprese che sono collegate alle associate, a meno che questi non siano stati già ripresi tramite consolidamento. I valori da considerare sono quelli desunti dal bilancio di esercizio ov-
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vero, nel caso di redazione di bilancio consolidato, quelli desunti dai conti consolidati dell’impresa o dai conti consolidati nei quali questa è ripresa tramite consolidamento; – nel caso in cui l’impresa che richiede l’agevolazione sia collegata a una o più imprese, i dati da considerare sono quelli desunti dal bilancio consolidato. Qualora le imprese direttamente o indirettamente collegate alla richiedente non siano riprese nei conti consolidati, ovvero non esistano conti consolidati, ai dati dell’impresa richiedente si sommano interamente i dati degli occupati e del fatturato o del totale di bilancio desunti dal bilancio di esercizio di tali imprese. Devono, inoltre, essere aggiunti, in misura proporzionale, i dati delle eventuali associate alle imprese collegate – situate immediatamente a monte o a valle di queste ultime – a meno che gli stessi non siano stati già ripresi tramite i conti consolidati in proporzione almeno equivalente alle percentuali di partecipazione al capitale o alla percentuale dei diritti di voto detenuti. In ogni caso, le informazioni relative al fatturato e al totale di bilancio, sono quelle dell’ultimo esercizio contabile chiuso e approvato prima della data di sottoscrizione della domanda di agevolazione, mentre gli occupati vanno sempre espressi in termini di Ula, ossia del numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno durante un anno (Tabella 2).
Le questioni affrontate dalla commissione MAP Le perplessità nate intorno al tema della corretta definizione della di-
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Tabella 2 – I parametri: fatturato, totale di bilancio, occupati Fatturato annuo*
Corrisponde alla voce A.1 del conto economico redatto secondo le vigenti norme del codice civile. Si intende l’importo netto del volume d’affari che comprende gli importi provenienti dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di servizi rientranti nelle attività ordinarie, diminuiti degli sconti concessi sulle vendite nonché dell’Iva e delle altre imposte direttamente connesse con il volume d’affari
Totale di bilancio annuo*
S’intende il totale dell’attivo patrimoniale
Occupati
S’intendono i dipendenti a tempo determinato o indeterminato, iscritti nel libro matricola dell’impresa e legati a essa da forme contrattuali che prevedono il vincolo di dipendenza, fatta eccezione di quelli posti in cassa integrazione guadagni. Il numero degli occupati corrisponde al numero di unità-lavorative-anno (Ula), cioè al numero medio mensile di dipendenti occupati a tempo pieno durante un anno, mentre quelli a tempo parziale e quelli stagionali rappresentano frazioni di Ula. Il periodo da prendere in considerazione è quello cui si riferiscono i dati relativi al fatturato annuo o al totale di bilancio
* Il fatturato annuo e il totale di bilancio sono quelli dell’ultimo esercizio contabile chiuso e approvato prima della data di sottoscrizione della domanda di agevolazione
mensione di impresa sono sottoposte alla richiamata commissione istituita presso il ministero delle Attività Produttive. Alla stessa possono rivolgersi esclusivamente i soggetti abilitati, quali amministrazioni pubbliche, centrali e locali, soggetti coinvolti nei procedimenti per la concessione di aiuti alle attività produttive (esempio, banche e società finanziarie), associazioni imprenditoriali. Dall’analisi di alcuni quesiti già affrontati emergono importanti conclusioni.
Status dell’impresa. In primo luogo, è subito evidenziata la diver-
sa logica che deve guidare gli operatori nella determinazione della dimensione di impresa. Sia la raccomandazione comunitaria, che il conseguente decreto Map 18 aprile 2005 concentrano l’attenzione sullo “status” dell’impresa per la quale dovrà essere definita la classe di appartenenza, status che può essere quello di impresa autonoma, associata o collegata. Ciò comporta, come conseguenza, che non risulta più rilevante la dimensione delle eventuali imprese che detengono una partecipazione. Elemento che, invece, era fondamentale nella previgente disciplina, dove interveniva il concetto di “indipenden-
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za”. Tale disposizione faceva sì che, qualora le quote di capitale sociale o i diritti di voto di una piccola impresa fossero detenuti per il 25% o più da imprese di grandi dimensioni, l’impresa considerata assumeva la dimensione della grande, a prescindere dalle eventuali quote detenute dalle medie imprese. Se la stessa soglia veniva, invece, raggiunta o superata sommando le quote detenute dalle medie imprese e quelle detenute dalle grandi, la piccola impresa considerata assumeva la dimensione media. In base alla normativa previgente, dunque, la società A era, comunque, considerata di grandi dimensioni, dato che, come si evince dall’esempio, il 30% del capitale è detenuto da una grande impresa (v. Figura 2). La nuova disciplina, invece, richiede di sommare ai dati della società A, il 30% dei valori della società B. E così, ancora, nell’ipotesi di un’impresa partecipata per l’80% da quattro imprese private, tutte rispondenti alla definizione di grande impresa e ognuna detentrice del 20% del capitale sociale. Infatti, anche in tale circostanza l’impresa può essere considerata autonoma purché non vi sia alcuna partecipazione dell’impresa in oggetto a valle e a monte non sussista alcuna relazione tra i soci, con la conseguenza che per la definizione della sua dimensione andranno considerati solo i dati a essa relativi. Circostanza, questa, che non poteva accadere in applicazione della precedente normativa, la quale avrebbe comportato la classificazione dell’impresa come grande, in quanto detenuta congiuntamente, per oltre il 25%, da imprese di tali dimensioni.
Rapporto di associazione e collegamento. Ma il tema di maggiore impegno è legato alla verifica
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Figura 2 – Raffronto tra vecchia e nuova normativa Secondo la vecchia normativa: la Società A è definita grande impresa
Società B 30% Società A Persona fisica 70%
Società A
Società B
Occupati
9
350
Fatturato
€ 750.000,00
€ 75.000.000,00
Totale di bilancio
€ 1.200.000,00
€ 62.000.000,00
Secondo la nuova normativa: la stessa Società A è definita media impresa Occupati: A + 30% B
105
Fatturato: A + 30% B
€ 22.500.000
Totale di bilancio: A + 30% B
€ 18.600.000
dell’esistenza di un rapporto di associazione o collegamento e, soprattutto, alla distinzione tra i due, date le differenti modalità di calcolo della dimensione di impresa. Si consideri il caso in cui una società Alfa sia partecipata per il 20% da A, per il 20% da B e per il 10% da C e che tra le tre partecipanti esista un rapporto di collegamento. La partecipazione complessiva nella società Alfa è, pertanto, del 50%. È necessario verificare se effettivamente le tre società partecipanti possano essere considerate collegate, in quanto tale requisito sussiste, non solo nel caso in cui si dispone della maggioranza dei voti esercitabili nell’assemblea ordinaria, ma anche nell’ipotesi in cui si dispone di voti sufficienti per attuare un’influenza dominante. Circostanza, questa, che potrebbe manifestarsi anche attraverso una serie di società
collegate. Il caso sembra rientrare in tale ambito, a meno che la restante parte del capitale risulti distribuita in modo da escludere che le società collegate partecipanti possano esercitare un’influenza dominante. Nell’esempio descritto nella Figura 3 si evidenzia la diversa modalità di determinazione della dimensione di impresa a seconda che le tre società partecipanti siano considerate come collegate o semplicemente associate alla principale Alfa, di cui si vuole determinare la dimensione.
Assenza di bilancio consolidato. La stessa Commissione fornisce un importante chiarimento qualora si sia in presenza di imprese che non redigono il bilancio consolidato o i cui dati contabili non siano stati ripresi all’interno dello stesso. Il bilancio consolidato è redatto in base alle disposizioni di cui agli ar-
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ticoli 26 e seguenti del decreto legislativo n. 127/1991. In particolare, i principi di consolidamento dettati dall’articolo 31 del richiamato decreto legislativo, nell’atto di affermare che gli elementi dell’attivo e del passivo, nonché i proventi e gli oneri delle imprese incluse nel consolidamento sono ripresi integralmente, prevede l’eliminazione: a) delle partecipazioni in imprese incluse nel consolidamento e delle corrispondenti frazioni del patrimonio netto; b) dei crediti e dei debiti tra le imprese incluse nel consolidamento; c) dei proventi e degli oneri relativi a operazioni effettuate fra le imprese medesime; d) degli utili e delle perdite conseguenti a operazioni effettuate tra tali imprese e relativi a valori compresi nel patrimonio, diversi da lavori in corso su ordinazione di terzi. Al fine di evitare ingiustificate disparità di trattamento, si ritiene che, nell’ipotesi in cui il rapporto di collegamento possa essere ricondotto ai parametri degli articoli 25 e 26 del d.lgs. n. 127/91 – ma ricorrono i casi di esonero dall’obbligo di redazione del bilancio consolidato di cui all’articolo 27 del predetto decreto legislativo ovvero i casi di esclusione del consolidamento previsti dall’articolo 28 – l’impresa possa determinare la dimensione aziendale sommando i dati integrali ed effettuando le operazioni di rettifica dei valori contabili, di cui all’articolo 31 del predetto decreto. In tutte le altre situazioni in cui non vi sia un consolidato, ovvero i dati dell’impresa collegata non siano ripresi nei conti consolidati, i valori di natura contabile dell’impresa collegata devono essere ripresi integralmente.
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Fig. 3 – Società collegate o associate: la definizione cambia la determinazione della dimensione Società Alfa Occupati: 20 Fatturato: € 1.200.000 Totale di bilancio: € 1.100.000
Società A 20% Occupati: 10 Fatturato: € 500.000 Totale di bilancio: € 750.000
Società B 20% Occupati: 20 Fatturato: € 1.500.000 Totale di bilancio: € 1.200.000
Società C 10% Occupati: 20 Fatturato: € 780.000 Totale di bilancio: € 900.000
Ipotesi in cui le società A, B, C sono considerate collegate ad Alfa Se si ipotizza che le società partecipanti possano considerarsi collegate, la dimensione aziendale della società Alfa deve essere determinata sommando ai dati della stessa quelli delle società partecipanti ripresi in modo integrale (in caso di bilancio consolidato vanno ripresi i valori risultanti da quest’ultimo). Si avrà, pertanto: Occupati Alfa, A, B, e C:
€ 70
Fatturato Alfa, A, B e C:
€ 3.980.000
Totale di bilancio Alfa, A, B e C:
€ 3.950.000
Media impresa Ipotesi in cui le società A, B e C sono considerate associate ad Alfa Nel caso in cui si escluda che le società partecipanti possano esercitare un’influenza dominante e, quindi, il legame con la società di cui si deve determinare la dimensione aziendale è qualificato come associazione, la dimensione della società è data dalla somma dei dati relativi agli occupati, fatturato o totale di bilancio della stessa e dei dati delle singole associate, ripresi nella percentuale di partecipazione. I dati delle associate devono, però, comprendere anche i dati integrali delle rispettive collegate (che vanno integralmente aggiunti alle imprese associate). In tale circostanza, la dimensione aziendale è data dalla somma dei: – dati della richiedente; – 20% dei dati integrali di A, B e C per il rapporto associativo facente capo ad A; – 20% dei dati integrali di B, A, e C, per il rapporto associativo facente capo a B; – 10% dei dati integrali di C, A e B per il rapporto associativo facente capo a C Società Alfa
20% (A, B, C)
20% (B, A, C)
10% (C, A, B)
Totale
Occupati
20
10
10
5
45
Fatturato
€ 1.200.000
€ 556.000
€ 556.000
€ 278.000
€ 2.590.000
Totale di bilancio € 1.100.000
€ 570.000
€ 570.000
€ 285.000
€ 2.525.000
Piccola impresa
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IN SINTESI
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NORMA Legge 388/00, art. 103
BENEFICIARI Imprese titolari di partita Iva, anche in forma cooperativa o consortile, operanti nel settore tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero, o attive nella produzione di beni e servizi a supporto dei citati comparti
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Investimenti finalizzati alla riorganizzazione dei processi industriali nell’ambito delle nuove tecnologie informatiche e telematiche legate alla diffusione di internet
SPESE AMMISSIBILI – Acquisizione di hardware, software per tiratura ai fini della realizzazione del progetto; – consulenze specialistiche per lo sviluppo, customizzazione e personalizzazione dell’applicazione che gestisce l’attività di vendita via internet; – consulenze di marketing, formazione del personale; – spese per sviluppo, manutenzione e aggiornamento della piattaforma tecnologica
AGEVOLAZIONE L’agevolazione consiste in un contributo de minimis
PROCEDURA Le domande devono essere inviate in modo telematico all’indirizzo internet http://www. incentivi.mcc.it, a partire dal 60° giorno successivo alla pubblicazione del bando in Gazzetta Ufficiale
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
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Ai nastri di partenza il bando per tessile, abbigliamento e calzature Nuove opportunità per le imprese operanti nei settori tessile, abbigliamento e calzaturiero dal bando Quick response 2006. Favoriti in particolare i consorzi costituiti da almeno cinque Pmi di Imma Belmare e Igino della Volpe
I
l decreto ministeriale dello scorso 9 marzo 2006, in corso di pubblicazione, riapre i termini per la presentazione, da parte delle imprese operanti nei settori tessile, abbigliamento e calzaturiero, delle domande di contributi per la realizzazione di progetti di collegamento telematico, ai sensi del 5° comma dell’articolo 103, della legge 23 dicembre 2000, n. 388. Lo stesso decreto apporta delle modifiche alla circolare n. 900502 del 10 dicembre 2000 alla luce delle novità introdotte dal decreto del Ministero dell’economia e delle finanze del 2 novembre 2004, con il quale si era stabilito che il contributo in conto capitale dovesse essere erogato nella misura del 50% quale finanziamento, per lo sviluppo delle attività di collegamento telematico Quick response con riferimento alle filiere del tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero. Per l’attuazione di questo intervento, è stata stanziata una disponibilità finanziaria di 19 milioni di euro, che potrà essere aumentata, tenuto conto di risorse derivanti da progetti finanziati attraverso il bando telematico precedente, che stanno per
essere disimpegnate per la mancata attuazione delle iniziative progettuali nei termini temporali prescritti. Si tenga presente che la procedura di valutazione è automatica e quindi le domande vengono prese in considerazione in base all’ordine cronologico di presentazione.
Beneficiari Potranno accedere ai contributi le imprese titolari di partita Iva, individuali o societarie, anche aventi forma di cooperative, consorzi e società consortili, società consortili miste tra imprese industriali, commerciali e di servizi, consorzi di sviluppo industriale centri per l’innovazione e lo sviluppo imprenditoriale, operanti nel settore tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero, o attive nella produzione di beni e servizi a supporto dei citati comparti. Sono escluse le strutture alle quali non è applicabile la disciplina comunitaria del de minimis, cioè quelle operanti nei trasporti, nella esportazione, nella produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli (specificati nell’allegato I° del Trattato istitutivo dell’Unione europea). Per poter proporre la domanda di
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SCHEDA DI VALUTAZIONE
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DIFFICOLTÀ La procedura automatica prevista dal D.L.vo 31.3.1998 n. 123 in base alla quale il Gestore accerta soltanto la completezza e regolarità formale delle domande semplifica notevolmente la procedura di accesso
TEMPI I tempi non sono stimabili in attesa di pubblicazione del bando
COSTI I costi sono abbastanza contenuti e sono sostanzialmente correlati alla necessità di fruire di competenze specifiche per la redazione della relazione tecnica che deve essere allegata al modulo di domanda
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Le probabilità sono abbastanza elevate, in considerazione dell’ammontare destinato al bando – pari a 19 milioni di euro – dei limiti dimensionali dei contributi che saranno erogati in de minimis
NORMATIVA Circolare n. 946057 del 10 marzo 2006 Articolo 103 – legge 23 dicembre 2000, n. 388.
MODULISTICA Sul sito di Mediocredito Centrale (www.mcc.it) sono in linea i facsimile di moduli che però non dovranno essere utilizzati per l’inoltro della istanza di partecipazione, giacché essa dovrà essere presentata obbligatoriamente utilizzando la procedura informatica di invio telematico, prossimamente disponibile in linea, anche sul sito www.attivitaproduttive.gov.it
PER INFORMAZIONI MCC Spa tel. 06 47913573, dal lunedì al venerdì dalle 9:30 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 17:00 e-mail
[email protected]
partecipazione, i soggetti interessati non dovranno essere sottoposti a procedure concorsuali alla data di sottoscrizione della domanda, né essere definibili “imprese in difficoltà”, ai sensi della Comunicazione comunitaria 1999/C288/02. Le istanze per l’accesso alle agevolazioni dovranno essere presentate, per ciascun progetto di investimento, da un soggetto promotore, in nome e per conto di tutte le imprese partecipanti all’iniziativa, oppure direttamente, nel caso di partecipazione di una singola azienda. In particolare, nel corso dello svolgimento del procedimento amministrativo, il soggetto promotore gestirà i rapporti con il soggetto gestore dell’intervento per conto delle imprese beneficiarie. Questo ruolo potrà essere ricoperto da imprese titolari di partita Iva, individuali o societarie, anche aventi forma di cooperative, consorzi e società consortili, società consortili miste tra imprese industriali, commerciali e di servizi, consorzi di sviluppo industriale, centri per l’innovazione e lo sviluppo imprenditoriale, associazioni imprenditoriali di categoria a carattere territoriale o nazionale iscritte e non al repertorio economico e amministrativo delle Camere di Commercio.
Attività agevolabili Saranno agevolabili le iniziative progettuali che prevedono lo sviluppo di collegamenti telematici nelle filiere del settore tessile dell’abbigliamento e calzaturiero e presentino caratteristiche di elevata rilevanza riguardo al contenuto tecnologicamente innovativo, alla qualificazione delle risorse impiegate e alla catena per via elettronica delle transazioni che le imprese richiedenti effettuano tra loro, nei confronti di altre imprese, dei consumatori finali, nei merca-
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ti interni o esteri. Da un punto di vista tecnico, il progetto d’investimento dovrà essere diretto a: – velocizzare i flussi logistici; – favorire lo scambio e l’acquisizione automatica di informazioni; – creare una piattaforma per lo sviluppo di sistemi standardizzati; – consentire il monitoraggio delle varie fasi di produzione e di commercializzazione all’interno della stessa filiera tramite tecnologie informatiche e telematiche, combinate alla diffusione di internet.
Spese ammissibili Per poter essere agevolate, le spese dovranno essere effettuate dalle proponenti successivamente alla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’avviso di selezione. Nell’ipotesi di programmi già parzialmente realizzati, saranno eleggibili solamente gli oneri non ancora sostenuti alla data di pubblicazione del bando. Si specifica, inoltre, che i costi saranno finanziabili al netto delle imposte, spese notarili e legali, interessi e oneri accessori, con l’eccezione delle spese per imballo, trasporto, monitoraggio e collaudo. Inoltre, saranno ammissibili gli oneri per l’acquisto diretto di beni nuovi di fabbrica e di servizi, i canoni per l’affitto di hardware e software, le spese di locazione finanziaria nonché quelle per l’acquisto a rate quando la durata del contratto di locazione o di acquisto a rate. In via generale il progetto, per ciascuna azienda, non potrà presentare oneri agevolabili inferiori a 30.000 euro e l’agevolazione non potrà essere concessa su una spesa totale superiore a 100.000 euro.
Agevolazione L’agevolazione, che sarà concessa nel limite di 100.000 euro, sarà erogata per il 50% nella forma di
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contributo in conto capitale e, per la restante parte, di finanziamento a un tasso agevolato pari allo 0,50% , per un periodo di 10 anni. L’ammontare dell’agevolazione dipenderà dal numero di imprese proponenti il progetto. In particolare, essa sarà pari a: – il 45% dei costi documentati e agevolabili, per le domande presentate da soggetti costituiti in forma di consorzio di cinque o più Pmi; – il 40% dei costi documentati e agevolabili, per soggetti costituiti in forma di associazione temporanea di 14 o più Pmi. Nell’ipotesi non contemplate in precedenza, il contributo corrisponderà al 35% dei costi documentati e agevolabili.
Procedura L’istanza di partecipazione alla selezione dovrà essere redatta in conformità al facsimile di modulistica allegata al bando e pubblicata sul sito internet del Gestore (www.MCC.it), ma dovrà essere presentata utilizzando esclusivamente la procedura informatica di invio telematico, che sarà resa disponibile all’indirizzo internet http://www.incentivi.mcc.it, sezione Legge 388/00, E-commerce. Alla stessa dovranno essere allegate una Scheda dichiarazione, per ciascuna impresa partecipante al soggetto proponente, e una relazione di progetto. Il Gestore rilascerà la ricevuta contenente l’identificativo della domanda, che sarà assegnato dalla procedura informatica sulla base dell’ordine cronologico di arrivo. Il modulo di domanda, corredato della prescritta documentazione, dovrà essere altresì inviato dal soggetto promotore con raccomandata A/R entro i tre giorni lavorativi successivi alla data dell’invio telematico, in plico chiuso all’indirizzo: MCC Spa,
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Elenco delle spese agevolabili ● ● ●
●
● ● ●
Acquisizione di hardware; software per tiratura ai fini della realizzazione del progetto; consulenze specialistiche per sviluppo, customizzazione e personalizzazione dell’applicazione che gestisce l’attività di vendita via internet (applicazioni di e-Commerce e di business-to-business; consulenze per l’integrazione di attività di e.commerce con gli altri sistemi informativi aziendali (gestione magazzino, vendite, distribuzione, amministrazione, Business Intelligence, Cmr); spese per creazione e registrazione di marchi, search advertising, banner, comparatori di prezzo; servizi destinati alla formazione del personale comprese spese per e-learning e per gestire in house la formazione; servizi per lo sviluppo, manutenzione e aggiornamento della piattaforma tecnologica.
Via Piemonte 51, 00187 Roma. Nel caso di mancato invio entro il termine prescritto o di invio incompleto, la relativa domanda si intenderà decaduta. La trasmissione a mezzo raccomandata non è richiesto nel caso in cui l’iniziativa riguardi una sola impresa e la stessa abbia effettuato l’invio telematico con “firma digitale”. La presentazione delle domande sarà possibile a partire dal 60° giorno dalla pubblicazione del bando sulla Gazzetta Ufficiale. Il termine di ricezione delle istanze sarà interrotto a decorrere dal giorno successivo a quello in cui l’importo complessivo delle agevolazioni richieste determinerà l’esaurimento delle risorse finanziarie disponibili, che saranno destinate prioritariamente in favore delle domande provenienti da soggetti costituiti in forma di consorzio di cinque o più Pmi.
Valutazione automatica. Agli interventi previsti dal bando si applicherà la procedura di valutazione “automatica” (ex art. 4 D.L.vo 31.3.1998, n. 123). Ciò significa che il soggetto gestore (MCC Spa) accerterà esclusivamente la completezza e la regolarità formale delle
domande e relative dichiarazioni, con riserva di effettuare successivi controlli e ispezioni. Entro 60 giorni dalla chiusura del bando, su istruttoria del Gestore, il ministero delle Attività Produttive, tenuto conto della disponibilità delle risorse, emanerà il decreto di prenotazione delle risorse, che terrà conto dell’ordine cronologico di arrivo delle domande. Il Map comunicherà al soggetto promotore la non ammissione dell’intervento nell’ipotesti in cui la domanda di selezione dovesse risultare priva di requisiti, incompleta, non conforme a quanto prescritto oppure le risorse destinate dovessero risultare esaurite.
Fruizione delle agevolazioni. Ciascun progetto finanziato dovrà essere totalmente completato entro 14 mesi dalla data del decreto ministeriale di prenotazione delle risorse. Entro tale termine dovrà esserci stata l’integrale fornitura e messa in esercizio dei beni e servizi ammessi all’agevolazione e dovranno essere effettuati i pagamenti nella misura del 100% dei costi agevolati. Il soggetto promotore dovrà presentare al Gestore, entro e non oltre due mesi dal termine del progetto, la dichiarazione-domanda
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AGEVOLAZIONI NAZIONALI
per la fruizione delle agevolazioni, allegando la copia della documentazione contabile comprovante l’investimento realizzato, una relazione che indichi i tempi di messa a regime e i risultati economici attesi, nonché una perizia giurata, asseverata in cancelleria resa da professionista estraneo all’impresa e iscritto ad albi professionali, attestante la coerenza tecnico-economica del progetto e la sua piena funzionalità. In caso contrario, il Gestore propone la revoca dell’agevolazione al Ministero, il quale procede all’emanazione del conseguente decreto.
Presentazione del progetto
Revoca del contributo. Le agevo-
Relazione di progetto: ● Dovrà descrivere l’iniziativa proposta. ● Dovrà elencare gli investimenti previsti, con il dettaglio dei relativi costi, le finalità, gli obiettivi e i tempi di realizzazione e di messa a regime, con l’indicazione dei risultati economici attesi.
lazioni saranno revocate qualora i soggetti proponenti beneficino dei contributi in credito d’imposta previsti dall’art. 103 della legge 388/2000 e di qualsiasi altra agevolazione pubblica, anche in forma di de minimis, relativamente allo stesso bene o servizio. È consentito, inoltre, il cumulo delle agevolazioni, nel li-
Domanda di partecipazione: ● Dovrà riguardare un unico progetto di investimento. ● Dovrà essere sottoscritta dal legale rappresentante del soggetto promotore. ● Dovrà identificare il soggetto promotore. ● Dovrà illustrare gli aspetti fondamentali del progetto indicando l’impresa oppure tutte le imprese facenti parte dell’aggregazione e richiedenti le agevolazioni. Scheda-dichiarazione: ● Dovrà essere compilata per ciascun soggetto proponente nella forma di dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà a firma di rispettivo legale rappresentante. ● Dovrà attestare per ciascuna impresa l’aderenza dei fatti e delle circostanze determinanti l’intervento agevolativo alle previsioni della legge e del bando. ● Dovrà evidenziare l’ammontare dei costi di propria pertinenza.
mite di 100.000 euro, se ne ricorrono le condizioni, con l’utilizzo della garanzia della sezione speciale, pre-
vista dall’art. 1 del decreto del 15 giugno 2004 (in Gazzetta Ufficiale n. 150 del 29 giugno 2004).
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AGEVOLAZIONI FINANZIARIE
Leggi Sabatini e 598: trattamento fiscale e problema risorse Chiarita da MCC Spa l’applicazione della ritenuta d’acconto, ma le misure agevolative rimangono bloccate, in attesa del decreto di fissazione delle aliquote di compartecipazione delle Regioni al gettito fiscale erariale di Gina Leo e Amedeo Sacrestano, Progetto Arcadia Srl
C
on la recente circolare n. 433 del 30 marzo 2006, MCC Spa ha fornito importanti chiarimenti circa il trattamento fiscale degli aiuti erogati ai sensi delle leggi n. 1329/65 (c.d. legge Sabatini) e n. 598/94. Il documento segue (e ripropone) le specifiche indicazioni che, sul tema, l’Agenzia delle Entrate aveva espresso, sollecitata proprio dall’istituto concessionario. Viene, così, sancita l’applicazione estesa della ritenuta d’acconto del 4% (applicata, in linea generale, a tutti i contributi in conto interessi richiamati), sebbene con alcune particolari eccezioni. La ritenuta, lo si ricorda, è disposta ai sensi dell’art. 28, comma 2, del DPR n. 600/1973 e, sostanzialmente, costituisce un anticipo del prelievo tributario sull’importo dei contributi che concorreranno alla determinazione del reddito di impresa come componenti positivi. Nello specifico, però, l’art. 28, comma 2, introduce l’obbligo della ritenuta sui soli contributi che Regioni, Province, Comuni e altri Enti pubblici e privati corrispondono per proprio conto alle imprese, con esclusione di quelli destinati all’ac-
quisto di beni strumentali. La formulazione della norma, pertanto, non consente di individuare in maniera univoca gli incentivi da assoggettare a ritenuta, limitandosi a dettare un principio di carattere generale (ovvero, che tutti i contributi corrisposti alle imprese dai soggetti precedentemente elencati sono, in pratica, sottoposti alla ritenuta alla fonte a titolo di acconto, a prescindere dalla forma di erogazione, con la sola eccezione di quelli destinati all’acquisto di beni strumentali). La stessa Amministrazione Finanziaria aveva però già delineato, in alcuni interventi, il trattamento dei benefici in oggetto e, in particolare, il campo di applicazione dell’art. 28 del DPR n. 600/1973. La risoluzione n. 193 del 17/02/2002, dopo aver definito l’ambito soggettivo (il destinatario deve essere un’impresa) e oggettivo (contributo in qualsiasi forma), riconduce, infatti, nella disciplina dettata dal richiamato articolo 28, i benefici in conto interessi concessi in forza di specifiche disposizioni agevolative, anche se relativi a mutui contratti per l’acquisto di beni strumentali, con il conseguente assoggettamento alla ritenuta del 4 per cento.
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Le esenzioni previste La nuova circolare MCC n. 433/2006, abrogando le disposizioni contenute nei precedenti analoghi documenti n. 220/2001 e n. 251/2002, dispone sì l’applicabilità della ritenuta a tutti i contributi in conto interessi ma, nello stesso tempo, individua delle specifiche esenzioni. Viene, infatti, chiarito che non sono soggetti a ritenuta, relativamente alla legge n. 1329/65 (compresa la forma “decambializzata”) e alla legge n. 598/94 (art. 11) i contributi in conto interessi concessi a fronte di beni strumentali acquistati in leasing. Inoltre, per la sola legge Sabatini, nel caso di acquisizione mediante compravendita, l’esenzione si applica ai contributi in conto interessi destinati al venditore o alla banca: circostanza, quest’ultima, che ricorre quando l’acquirente firma gli effetti relativi alla dilazione di pagamento con gli interessi calcolati già a tasso agevolato (e, pertanto, quando gli aiuti vengono erogati da MCC Spa direttamente all’impresa venditrice o, nell’ipotesi di cambiale bancaria, all’istituto di credito). La stessa circolare richiama, inoltre, ulteriori normative per le quali opera una completa esenzione dall’applicazione della ritenuta alla fonte. Si tratta delle operazioni effettuate ai sensi delle leggi n. 949/1952 (“automezzi”), n. 317/1991 (Capo IV), n. 215/1992 (art. 8) e n. 219/1981. La mancata applicazione della ritenuta opera, nelle ipotesi appena elencate, in quanto gli aiuti relativi sono erogati alle banche al fine di consentire alle stesse la successiva concessione di finanziamenti, a tasso agevolato, alle imprese istanti.
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AGEVOLAZIONI FINANZIARIE
Nel caso di restituzione dei contributi già erogati (ma non più spettanti a seguito di rinunce, estinzioni anticipate, cessazioni, revoche, ecc.), qualora sia stata applicata la ritenuta, le somme vanno restituite al lordo della ritenuta operata. Anche in questo caso è prevista un’eccezione: è consentita la restituzione dell’importo al netto se effettuata, e tempestivamente segnalata a MCC Spa, entro il 16 gennaio dell’anno solare successivo all’effettiva erogazione del beneficio.
La situazione di impasse La legge n. 1329/65 e la legge n. 598/94, art. 11 costituiscono, nel panorama degli strumenti agevolativi decentralizzati, gli interventi di maggiore interesse per il mondo delle imprese. Al momento, in qualche Regione sono ancora operativi i relativi bandi, per alcuni dei quali gli esecutivi locali hanno previsto delle importati novità applicative (per esempio, il Friuli Venezia Giulia ha dato il via libera alla cosiddetta “Sabatini a tasso zero”, mentre il Piemonte ha varato nuovi criteri per l’accesso alle agevolazioni). Bisogna, però, evidenziare che il decentramento amministrativo, se da un lato ha consentito alle realtà locali di adeguare le previsioni normative alle esigenze di sviluppo dei propri territori, dall’altro ha sollecitato una serie di nuovi problemi legati alla dotazione finanziaria da destinare agli incentivi in commento. Gli scenari che si prospettano al riguardo non sono certo favorevoli, dato che, al momento, non sono state ancora definite le risorse a disposizione delle Regioni per attivare i bandi del 2006. Una situazione di impasse, questa, creata dal
passaggio alla nuova procedura di assegnazione dei mezzi finanziari introdotta dal decreto legislativo n. 56/2000, la cui concreta applicazione è stata sempre rinviata negli anni. A regime, la riforma prevede che i fondi disponibili per le singole Regioni vengano determinati in base alle aliquote di compartecipazione delle stesse al gettito erariale e non più, come è accaduto finora, attraverso trasferimenti diretti di fondi dal bilancio dello Stato (circa 700 milioni di euro l’anno che hanno consentito, dal 2000 a oggi, di soddisfare in media le richieste di 60 mila imprese all’anno). La determinazione delle risorse disponibili sembra ancora lontana dal venire, dal momento che le aliquote dovranno essere adottate con un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. Intanto, le preoccupazioni degli operatori del settore vengono ulteriormente avvalorate proprio dai dati rilevati da MCC Spa, ancora gestore degli incentivi in quasi tutte le Regioni (con
l’eccezione di Lombardia, Toscana e Abruzzo, che non hanno rinnovato la convenzione). I report statistici pubblicati sul sito www.mcc.it evidenziano un andamento negativo della dinamica delle domande nel 2005 rispetto all’anno precedente, con conseguente riduzione del valore degli investimenti e dei contributi concessi. Rallentamenti verificatesi proprio a causa delle incertezze e dei ritardi nel trasferimento dei fondi statali e dalla riduzione dell’attività amministrativa delle regioni, per molte delle quali si è verificato il passaggio ai nuovi governi. L’unica nota positiva del 2006 è da evidenziare nei primi rilievi statistici, che hanno registrato, nel mese di gennaio e rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, una forte ripresa delle domande, che conferma, ancora una volta, la validità degli strumenti in questione (+51% per la legge Sabatini e +365% per la 598/94).
Applicazione della ritenuta d’acconto del 4% Applicazione
Contributi in conto interessi erogati a valere sulle leggi n. 1329/65, 598/94 art. 11 e altre agevolazioni similari.
Eccezioni
• Per la legge n. 1329/65 e 598/94, art. 11: contributi in conto interessi concessi a fronte di beni strumentali acquisiti in leasing. • Per la sola legge n. 1329/65: per i contributi in conto interessi concessi a fronte di beni strumentali acquisiti mediante compravendita, purché i contributi siano destinati al venditore o alla banca. • Per i contributi concessi a fronte delle operazioni effettuate ai sensi delle leggi 949/1952 “automezzi”, n. 317/1991 Capo IV, 215/92 art. 8 e 219/1981.
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IN SINTESI
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
NORMA DOCUP 2000-2006, Misura 1.5
BENEFICIARI Piccole e medie imprese aventi sede operativa nella aree obiettivo 2 della Regione Veneto
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Servizi di consulenza esterna aventi carattere innovativo, relativi alle seguenti tipologie: • innalzamento dei livelli di qualità aziendale; • miglioramento dei livelli di sicurezza, di igiene e di impatto ambientale; • introduzione in azienda di strategie e metodiche tecniche, commerciali e organizzative aventi carattere innovativo; • marcatura e/o certificazione aziendale dei prodotti; • adesione a certificazioni volontarie internazionalmente riconosciute.
SPESE AMMISSIBILI Costi per consulenza, nonché acquisto di immobilizzazioni immateriali
AGEVOLAZIONE Contributo in conto capitale, la cui entità varia in base alla tipologia di attività ammessa
PROCEDURA Le domande devono essere inviate a uno degli sportelli dell’ATI Veneto Qualità entro il 5 giugno 2006. L’istruttoria si concluderà entro 50 giorni. Tutte le attività devono essere realizzate, fatturare e rendicontate entro il 15 settembre 2007
AGEVOLAZIONI REGIONALI
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Il Veneto finanzia servizi di consulenza alle Pmi La Regione ha approvato il bando 2006 della Misura 1.5 del Docup2000/2006. L’obiettivo è contribuire alla crescita qualitativa delle imprese, attraverso l’innalzamento dei livelli di innovazione aziendale di Vanni Ferrari, Assindustria Rovigo
L
a Regione Veneto ha approvato, con deliberazione 21 marzo 2006, n. 782, il bando 2006 della Misura 1.5 prevista dal Documento Unico di Programmazione 2000/2006 concernente interventi a sostegno dei servizi alle imprese. Il bando stabilisce le caratteristiche dei progetti che possono ottenere i contributi relativamente all’acquisizione di ben definiti servizi di consulenza alle piccole e medie imprese ubicate nelle aree obiettivo 2 del territorio regionale. Rispetto a quanto previsto nel Docup, non è stata però attivata la misura relativa al miglioramento della capacità di gestione delle conoscenze d’impresa e dell’innalzamento dei livelli di innovazione tecnologica di processo e di prodotto attraverso consulenze per analisi di fattibilità tecnica, o tecnico-commerciale o di mercato, e per la progettazione di processi o prodotti radicalmente nuovi o sostanzialmente migliorati. Le diverse tipologie di servizi di consulenza ammissibili alle agevolazioni rendono la misura interessante per un gran numero di piccole e medie imprese, che posso-
no acquistare servizi di consulenza qualificata sopportando un costo che viene compensato in parte dall’agevolazione. L’obiettivo dell’intervento è contribuire alla crescita qualitativa delle imprese, elemento fondamentale per essere sempre più competitivi nel mercato. L’istruttoria delle istanze viene effettuata da un soggetto gestore per conto della Regione, che ha il compito anche di convalidare i progetti di consulenza, nonché i consulenti stessi scelti dalle aziende, che devono possedere requisiti professionali ben definiti e documentati. Tale scelta, estremamente positiva per le aziende, consente di comprimere notevolmente l’attività istruttoria, che deve concludersi in un tempo massimo di 50 giorni. Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 2.576.000 euro.
Beneficiari Possono beneficiare dei contributi erogati in base alla misura le piccole e medie imprese aventi la sede operativa interessata dall’intervento in area obiettivo 2. I soggetti beneficiari possono appar-
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SCHEDA DI VALUTAZIONE
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DIFFICOLTÀ I moduli di domanda sono di semplice compilazione e la documentazione da allegare non comporta particolari problemi. Va allegato all’istanza il progetto predisposto dal consulente che deve avere i requisiti previsti dal bando
TEMPI L’istruttoria deve essere conclusa entro 50 giorni dal termine finale previsto per la presentazione delle istanze di contributo. Tutte le attività inerenti l’intervento finanziato devono concludersi entro il 15 settembre 2007
COSTI Non vi sono costi particolari per la presentazione delle istanze. Il consulente che predispone il progetto normalmente cura anche la raccolta e la presentazione dell’istanza
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Non è possibile fare una previsione circa il numero di domande che verranno presentate. Sono favoriti i soggetti che possono contare sulle priorità stabilite dai bandi
NORMATIVA Deliberazione della Giunta regionale 21 marzo 2006, n. 782
MODULISTICA Prevista dalla deliberazione sopra citata
INFORMAZIONI www.regione.veneto.it
tenere a tutti i settori di attività previsti nell’elenco allegato al bando. Sono esclusi interventi collegati ad attività connesse alla produzione, trasformazione o commercializzazione dei prodotti agricoli elencati nell’Allegato I del Trattato dell’Unione europea. Sono inoltre escluse dalle agevolazioni le consulenze rivolte all’esportazione. Le Pmi aventi titolo a esercitare libere professioni, che rientrino in uno dei codici di attività ammissibili, possono accedere alle agevolazioni qualora assoggettabili all’imposta IRAP.
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
tion; nonché immobilizzazioni immateriali, come definibili ai sensi della vigente normativa europea, che siano oggetto del servizio di consulenza (trasferimenti di tecnologia mediante l’acquisto di diritti di sfruttamento di brevetti, di licenze d’uso di brevetti e marchi d’impresa, licenze d’uso in genere, di know-how o di conoscenze tecniche non brevettate); E) marcatura e/o certificazione aziendale dei prodotti che si concluda con il conseguimento della relativa autorizzazione/ certificazione, in base alle norme in materia, rilasciata da orAttività finanziabili ganismi accreditati dagli enti di Tipologie di interventi. Sono accreditamento competenti; agevolabili le seguenti tipologie di F) adesione a certificazioni voloninterventi: tarie internazionalmente riconoA) innalzamento dei livelli di quasciute (quale, per lità aziendaesempio, quella le che si conAttenzione in materia di recludano con sponsabilità etiPer essere ammissibili, le attività il conseguico-sociale delle devono essere realizzate e le relamento della imprese) che si tive spese devono essere sostenucertificazione concludano con te successivamente alla presentadi qualità in il conseguimento zione dell’istanza di contributo base alle nordella certificaziome in matene rilasciata da ria, rilasciata organismi accreditati. da organismi accreditati dagli enti di accreditamento competenti; C) miglioramento dei livelli di si- Come già ricordato, nel presente curezza, di igiene e di impatto bando non viene prevista la finanambientale, mediante certifica- ziabilità dell’intervento B indicato zioni in base alle norme in ma- dal Complemento di Programmateria rilasciate da organismi ac- zione (miglioramento significativo creditati, nonché attraverso stu- della capacità di gestione delle codi finalizzati all’individuazione noscenze d’impresa e innalzamento di “migliori pratiche” per la pre- dei livelli di innovazione tecnologivenzione dell’inquinamento nei ca di processo e di prodotto). processi e nel ciclo di vita dei Ogni soggetto può presentare un prodotti, con successivo ade- progetto per ogni intervento sopra guamento di processi e prodotti; descritto. D) introduzione in azienda di strategie e metodiche tecniche, Non sono ammissibili gli intercommerciali e organizzative venti finalizzati al mero adeguaaventi carattere innovativo, qua- mento dell’impresa e degli impianli a mero titolo esemplificativo ti a norma di legge, né i servizi conbenchmarking e lean-produc- nessi alle normali spese di funzio-
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namento dell’impresa, come la consulenza fiscale ordinaria, i servizi regolari di consulenza legale e le spese di pubblicità.
Contenuto dei progetti. I Progetti devono contenere i seguenti elementi: – analisi dei presupposti e delle esigenze da soddisfare/rilevamento della situazione; – finalità e obiettivi del progetto che ci si propone di conseguire; – risultati attesi dalla realizzazione del progetto, sia in termini qualitativi sia in termini quantitativi, specificando gli indicatori di performance, con l’eventuale indicazione delle modalità di controllo sullo stato di avanzamento del progetto e di monitoraggio dei suoi risultati; – descrizione tecnica dettagliata dell’intervento e delle modalità attuative, comprendente il modello organizzativo/gestionale per la realizzazione dell’inter-
vento con l’evidenziazione delle collaborazioni previste, degli attori coinvolti e delle competenze da utilizzare; – preventivo di spesa del progetto, dettagliato e suddiviso per specifiche tipologie e con evidenza delle modalità di quantificazione del costo; – cronoprogramma del progetto, contenente l’indicazione dettagliata delle fasi e dei relativi tempi di realizzazione del progetto stesso (GANTT), con descrizione delle azioni che si prevede di svolgere in ogni fase. Inoltre, si tenga presente che i progetti presentati devono indicare il consulente esterno all’impresa incaricato a svolgere l’intervento. Tale consulente deve essere in possesso di uno dei seguenti requisiti, opportunamente documentati: – quattro anni di esperienza in azienda come responsabile della materia oggetto dell’intervento;
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– tre interventi di consulenza portati a termine nella materia oggetto dell’intervento.
Agevolazione In base alle tipologie di interventi finanziabili sopra individuati, il bando prevede l’erogazione dell’agevolazione sotto forma di contributo in conto capitale, nelle percentuali e negli importi massimi ottenibili indicati in Tabella 1.
Procedura Presentazione delle domande. Le istanze di ammissione al beneficio devono essere presentate, esclusivamente a mezzo di raccomandata con avviso di ricevimento, utilizzando il modello previsto entro e non oltre 45 giorni a decorrere dal giorno successivo a quello della data di pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto (vale a dire entro e non oltre il 5 giugno 2006).
Tabella 1 - Entità e importi massimi dell’agevolazione Interventi ammissibili
Percentuale di agevolazioni
Limiti di contributo concedibile*
Lettera A)
50%
Minimo € 2.000 Massimo € 10.000
Lettera C)
50%
Minimo € 2.000 Massimo € 14.000
Lettera D)
50% per i costi di consulenza 15% per le piccole imprese e 7,5% per le medie imprese sull’acquisto di immobilizzazioni immateriali
Minimo € 2.000 Massimo € 20.000
Lettera E)
50%
Minimo € 2.000 Massimo € 8.000
Lettera F)
50%
Minimo € 2.000 Massimo € 10.000
*Per ciascun soggetto richiedente l’importo massimo di contributo ottenibile complessivamente non può eccedere i seguenti limiti: € 47.000 per l’acquisto di servizi di consulenza; € 8.000 per l’acquisto di immobilizzazioni immateriali.
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Le istanze devono essere inviate ad uno degli sportelli dell’A.T.I. Veneto Qualità (Confindustria Veneto SIAV spa, CRACA Coop. r.l., Consorzio Equipe, Centro API Servizi srl).
Criteri di valutazione. Verrà predisposta una graduatoria in base al punteggio assegnato ai singoli soggetti richiedenti. Tale punteggio terrà conto dei seguenti criteri: – collocazione geografica della sede operativa del richiedente all’interno di un parco nazionale o regionale; – costo del progetto/capitale investito (per capitale investito si intende il totale dei beni ammortizzabili aggiornati alla data della chiusura dell’ultimo esercizio); – totale soggetti di sesso femminile impiegati nell’impresa/totale soggetti complessivamente impiegati; – totale soggetti di età inferiore a 26 anni impiegati nell’impre-
sa/totale soggetti complessivamente impiegati; – non aver fruito di contributi pubblici successivamente alla data del 1° gennaio 2000 per interventi relativi a servizi della medesima tipologia per cui si formula l’istanza. A tale punteggio verranno sommati altri punteggi attribuiti in relazione alle diverse tipologie di intervento. In caso di parità, sarà preferita l’impresa la cui attività, relativa alla richiesta di contributo presentata, è iniziata da minor tempo alla data di pubblicazione del bando.
Erogazione del contributo. Entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del decreto di concessione del contributo l’impresa beneficiaria deve trasmettere la seguente documentazione:
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
– contratto disciplinante i rapporti tra impresa e consulente, redatto secondo il modello previsto; – dichiarazione di inizio dell’attività, sottoscritta anche dal consulente. Tutte le attività agevolate devono essere interamente realizzate, fatturate e rendicontate entro il 15 settembre 2007. L’erogazione del contributo può avvenire nei seguenti termini: – 100% del contributo concesso, a seguito del completamento dell’intervento finanziato, sulla base di idonea documentazione delle spese sostenute; – 50% del contributo concesso, a seguito di rendicontazione di almeno il 50% delle spese relative all’intervento finanziato, e la restante quota del contributo a saldo, a conclusione dell’intervento.
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IN SINTESI
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
NORMA DocUP Umbria 2000-2006 Asse2 - Misura 2, Azione A
BENEFICIARI PMI, rientranti nella definizione comunitaria e operanti nel territorio regionale, incluse nelle sezioni “C”, “D”, “E”, “F”, “G” e “H” della classificazione delle attività economiche ATECO 2002, con alcune esclusioni e specifiche limitazioni indicate per i servizi per la produzione
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Sono agevolabili le iniziative riguardanti i Sistemi di Gestione Aziendale certificati in materia di: – qualità – salute e sicurezza del posto di lavoro – responsabilità sociale dell’impresa – ambiente – certificazione Ecolabel, singolarmente o integrati fra di loro con i diversi settori sopra indicati
SPESE AMMISSIBILI Consulenze singole o integrate e certificazione, relative a sistemi di Gestione Aziendale, nonché rilascio marchio ECOLABEL
AGEVOLAZIONE L’agevolazione concessa si sostanzia in un contributo in conto capitale a fondo perduto, per le aree di operatività del DocUP, e a fondo perduto e a rimborso per le aree escluse da tale operatività, variabile in relazione all’entità e all’ubicazione dell’intervento
PROCEDURA Le domande di agevolazione devono essere presentate a Sviluppumbria S.p.A., Via Don Bosco n.11 06121 Perugia, entro il 15 giugno 2006. Per la redazione delle domande deve essere utilizzata, esclusivamente, l’apposita modulistica
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L’Umbria premia sistemi di gestione aziendale certificati Aperti i termini del bando che concede contributi alle imprese per interventi diretti alla certificazione di sistemi di gestione aziendale in materia di qualità, ambiente, sicurezza ed etica di Giancarlo Terenzi, Mef, Dipartimento politiche di sviluppo
I
l 19 aprile 2006 è stata pubblicata, sul Supplemento Ordinario n.4 al Bollettino Ufficiale della Regione Umbria (BURU) n.18, la Determinazione Dirigenziale n.2975 del 5 aprile 2005, a cura del Servizio Politiche per l’offerta pubblica di servizi alle imprese e diffusione dell’innovazione e della ricerca, incluso nella Direzione regionale Sviluppo economico e attività produttive, istruzione, formazione e lavoro. Il provvedimento approva il bando per l’anno 2006, relativo alla tipologia A “Introduzione/Miglioramento sistemi di gestione aziendale certificati”, facente parte dell’azione 1 “Sostegno all’acquisizione di servizi reali”, della misura 2 dell’asse 2 “Competitività del sistema imprese”, inserito nel Complemento di Programmazione del Documento Unico di Programmazione (DocUP) Obiettivo 2 2000-2006. Il presente bando è, altresì, emanato in attuazione di quanto previsto dal Programma 2005 - 2006 degli interventi di cui all’art.4 della Legge Regionale (L.R.) 12 novembre 2002 n. 21, approvato con la delibera della Giunta Regionale 29 giugno 2005, n.1057.
La tipologia in esame ha l’obiettivo di concedere contributi alle Piccole e Medie Imprese (PMI) della Regione che, aderendo volontariamente a norme internazionali o comunitarie, presentano progetti diretti a introdurre sistemi di gestione aziendale certificati, anche integrati fra loro in materia di qualità, ambiente, sicurezza e responsabilità sociale. Tali contributi sono concessi ai sensi della suddetta L.R. n. 21/2002, per le aree non sottoutilizzate e, a valere sul suddetto DocUP, per le aree sottoutilizzate. In particolare, l’ambito agevolativo del presente bando configura un sistema di aiuto diretto alle imprese dei settori dell’industria, dell’artigianato, dei servizi, del commercio, del turismo e dell’economia sociale e alle loro forme consortili private e miste, finalizzato alla realizzazione di Sistemi di Gestione Aziendale certificati in materia di qualità, salute e sicurezza sul posto di lavoro, responsabilità sociale dell’impresa, ambiente, nonché di certificazione Ecolabel, singolarmente o integrati fra di loro.
Beneficiari I soggetti abilitati a presentare le domande di contributo sono le impre-
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DIFFICOLTÀ La compilazione della domanda, che va inviata insieme agli altri documenti richiesti, non presenta particolari problemi anche se non comprende dettagliate istruzioni
TEMPI Il termine per completare l’iter amministrativo è indicato in 140 gg., mentre nei successivi 15 gg., dalla pubblicazione della graduatoria sul BUR, viene data comunicazione al beneficiario, che deve comunicare il formale impegno a realizzare il progetto nei successivi 20 gg. dalla data di ricevimento della suddetta comunicazione
COSTI Oltre a quello per la marca da bollo, i costi dovrebbero essere contenuti e limitati alla sola eventuale consulenza per la stesura del progetto
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Le probabilità di accedere all’agevolazione sono discrete sia per l’entità delle risorse disponibili, pari a complessivi 1.200.000,00 euro, sia per la possibilità di accedere a eventuali risorse finanziarie aggiuntive
NORMATIVA Delibera della Giunta Regionale 29 giugno 2005, n.1057 Dd n.2975 del 5 aprile 2006 (BURU n.18, Supplemento Ordinario n.4, del 19 aprile 2006)
MODULISTICA Disponibile sia sul bando che sul sito della Regione Umbria che della Finanziaria regionale
PER INFORMAZIONI Regione Umbria: www.regione.umbria.it Sviluppumbria S.p.A.: www.sviluppumbria.it
se ubicate nel territorio regionale, rientranti nella definizione comunitaria di PMI e in attività nei settori dell’industria, dell’artigianato, del commercio e del turismo individuati, secondo la classificazione delle attività economiche ATECO 2002, nelle sezioni “C (estrazioni di minerali)”, “D (attività manifatturiere)”, “E (produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua)”, “F (costruzioni)”, “G (commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali e per la casa)” e “H (alberghi e ristoranti)”, con alcune esclusioni e specifiche limitazioni indicate per i servizi per la produzione. Possono, altresì, beneficiare delle agevolazioni i soggetti dell’economia sociale, quali le imprese di servizi operanti in ambito socio-assistenziale, le Cooperative sociali, gli Organismi di volontariato, gli Enti e le Associazioni di promozione sociale, le Fondazioni non bancarie, le Organizzazioni Non Lucrative di Utilità Sociale (ONLUS), i patronati ed enti riconosciuti delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese. Per la loro partecipazione, sono richiesti specifici requisiti, autocertificazioni e/o documenti, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura del bando in esame. Le suddette imprese, alla data di presentazione della domanda, devono, altresì, essere in attività nei settori sopra citati, essere già titolari di Partita I.V.A., iscritte nel registro delle imprese, trovarsi nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essendo sottoposti a procedure concorsuali né ad amministrazione controllata. Possono, inoltre, presentare domanda di contributo anche imprese individuali, non ancora iscritte al registro delle imprese, purché le stesse risultino in attività nei settori so-
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
pra ricordati, titolari di partita I.V.A. e, in caso di ammissione a contributo, che possono dimostrare l’avvenuta iscrizione al suddetto registro entro il termine previsto per la rendicontazione finale dell’intervento. Nel caso dei soggetti operanti nel settore dell’economia sociale, condizione per l’ammissibilità è il possesso dei requisiti richiesti dal bando. Le imprese devono, infine, essere in regola e impegnarsi a rispettare la normativa in materia ambientale, di sicurezza e tutela della salute sui luoghi di lavoro, le normative per le pari opportunità tra uomo e donna e le disposizioni in materia di contrattazione collettiva nazionale di lavoro.
Attività agevolabili Sono ammissibili i progetti che prevedono sostegno alle PMI per la realizzazione di Sistemi di Gestione Aziendale certificati, raggiunti singolarmente o integrati fra di loro, nelle seguenti materie: 1. qualità ISO 9001:2000; 2. salute e sicurezza sul posto di lavoro (SA8000:2001/Applicant/Artigianato Etico); 3. responsabilità sociale dell’impresa (OHSAS 18001:1999); 4. ambiente ISO 14001:1996 e/o Regolamento CE n.761 del 19 marzo 2001 (EMAS II): 5. certificazione ECOLABEL.
Spese ammissibili Le spese ammissibili al contributo, ferma restando la piena attuazione di tutte le componenti previste dalle norme utilizzate in relazione al modello/i di gestione aziendale o certificazione di prodotto e/o servizio prescelto/i, riguardano ciò che segue. A. Consulenze singole o integrate, relative a Sistemi di gestione aziendale per: 1. check up aziendale, al fine di
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rilevare la situazione presente in azienda rispetto a quello che prevede la norma di riferimento (o del sistema integrato prescelto); 2. analisi ambientale iniziale per la norma ISO 14001 e Regolamento EMAS n.761/2001; 3. dichiarazione ambientale prevista dal Regolamento EMAS; 4. definizione del Sistema di Gestione Aziendale (manuale, procedure, ecc.); 5. trasferimento delle informazioni del sistema di gestione aziendale al personale. B. Certificazione relativa a Sistemi di Gestione aziendale. C. Rilascio marchio ECOLABEL. Sono, in ogni caso, escluse le generiche consulenze organizzative e gestionali; i titoli di spesa relativi alle singole voci di spesa sopra menzionate, per poter essere ammissibili, non devono essere anteriori alla data di presentazione della domanda e devono, comunque, riferirsi a interventi avviati dopo la presentazione della domanda stessa.
Agevolazione L’agevolazione è concessa sotto forma di contributo in conto capitale, a fondo perduto, per le aree di operatività del DocUP, e a fondo perduto e a restituzione per le aree escluse da tale operatività. Tale contributo è erogato in un’unica soluzione. In particolare, per le aree di operatività del DocUP è pari al 50% del costo totale dell’intervento ritenuto ammissibile, al netto dell’Iva, con un limite di 50.000,00 euro. Per le altre aree il contributo è, invece, ripartito tra il 50% a fondo perduto e il 50% a rimborso, ai sensi di quanto stabilito dalla Leg-
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Risorse finanziarie Il bando ha una dotazione finanziaria, per l’anno 2006, di 1.200.000(1) euro, di cui 800.000 per le aree obiettivo 2,200.000 per le aree in sostegno transitorio e 200.000 per le aree non ricomprese nell’operatività del DocUP (1) Il bando potrà essere integrato in presenza di ulteriori disponibilità finanziarie disposte dalla Regione
ge Nazionale 27 dicembre 2002, n.289, art.72, secondo un piano quadriennale di rientro, decorrente dal quarto anno della concessione. Gli aiuti saranno, in ogni caso, erogati in applicazione del Regolamento (CE) n.70 del 12 gennaio 2001, che prevede che il contributo concesso non possa eccedere il 15% Equivalente Sovvenzione Lordo (ESL) per le Piccole Imprese (PI) e il 7,5% ESL per Medie Imprese (MI), elevabile, rispettivamente, all’8% Equivalente Sovvenzione Netto (ESN) + il 10% ESL per le PI e all’8% ESN + il 6% ESL per le MI ubicate nelle aree individuate ai sensi dell’art. 87.3.c) del Trattato UE. Per le altre aree, il contributo viene elargito nel rispetto del regime de minimis, che non può eccedere la somma di 100.000 di euro, erogata alla medesima impresa nei tre anni successivi alla data di concessione del primo contributo, accordato ai sensi del suddetto regime. L’agevolazione non è cumulabile con altre provvidenze comunitarie, nazionali o regionali richieste per lo stesso progetto. È consentita la presentazione di domande riguardanti progetti per i quali sia stata presentata una richiesta a valere su altri strumenti di agevolazione, purché l’impresa si impegni formalmente a rinunciarvi qualora la domanda medesima sia ammessa alle agevolazioni concesse con il bando in esame.
Procedura Le domande di contributo in bollo, redatte secondo la modulistica allegata al bando e corredate della documentazione richiesta dal bando stesso, devono essere inviate, esclusivamente tramite Raccomandata A.R., a Sviluppumbria Spa, Via Don Bosco n.11 06121 Perugia, entro il 15 giugno 2006. Ciascuna impresa non potrà presentare più di una domanda a valere sul bando in esame, anche se riferita a unità produttive diverse. L’istruttoria formale delle istanze pervenute è effettuata dalla Società regionale per la promozione dello Sviluppo economico dell’Umbria (Sviluppumbria Spa), mentre la valutazione è effettuata da un Comitato Tecnico di valutazione, che esamina l’organizzazione aziendale, il tipo di prodotti/servizi interessati dal Sistema di Gestione Aziendale, i processi utilizzati; valuta la congruità di questi rispetto alle norme di riferimento e il grado di coerenza dell’impianto progettuale, secondo i criteri previsti (validità tecnica del progetto, pertinenza e congruità, incidenza sulle pari opportunità, localizzazione dell’impresa in area Piat) predispone le graduatorie per aree geografiche. I progetti saranno ammessi a contributo sulla base del miglior punteggio assegnato. Le imprese, i cui progetti saranno giudicati ammissibili, saranno ammesse a contributo fino alla concorrenza della dotazione finanziaria assegnata al periodo.
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IN SINTESI
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
NORMA DocUP Lazio 2000/2006, Misura IV.2.2, Sottomisura IV.2.1
BENEFICIARI Piccole e medie imprese costituite o in via di costituzione
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Misura IV.2.2 – La ricerca applicata a scopo precompetitivo; – il trasferimento delle conoscenze e innovazioni scientifiche; – l’acquisto di brevetti e pacchetti tecnologici Sottomisura IV.2.1 L’intervento è volto a finanziare la valutazione ex-ante del rischio, della fattibilità tecnica, economica e finanziaria e della ricerca di possibili partner
SPESE AMMISSIBILI Misura IV.2.2 Per ogni attività agevolabile sono indicate specifiche spese ammissibili Sottomisura IV.2.1 Le spese ammissibili sono quelle strettamente connesse alla valutazione della fattibilità dell’investimento
AGEVOLAZIONE Misura IV.2.2 Il contributo è concesso secondo la regola del de minimis nel limite massimo del 50% dell’investimento ammissibile Sottomisura IV.2.1 Il contributo massimo erogabile non può superare il 50% dell’investimento ammissibile
Innovazione: il Lazio mette in campo circa 12 ML € Stanziate risorse per sostenere attività ad alto contenuto tecnologico e ad avviare processi di rinnovamento e miglioramento tecnologico di processo e di prodotto. Le domande devono essere consegnate entro il 30 giugno 2006 di Piero Crivellaro, Coldiretti
I
l Docup Ob. 2 2000-2006 della Regione Lazio ha attivato due importanti misure di intervento. Con la Misura IV. 2.2 intende sostenere le imprese che vogliano realizzare attività ad alto contenuto tecnologico e innovativo, con necessità di avviare processi di rinnovamento o miglioramento tecnologico di processo e/o di prodotto di notevole entità rispetto allo sviluppo produttivo. Le aziende incentivate attraverso il Fondo per l’innovazione potranno, ove necessario, ricorrere anche all’attivazione del Fondo di capitale di rischio per i processi di innovazione, previsto nella misura IV.2.3 del Docup Ob. 2 2000-2006 della Regione Lazio.
PROCEDURA Le domande di ammissione alle agevolazioni, per entrambi i finanziamenti, devono essere presentate a mano o spedite tramite raccomandata A/R, entro il 30 giugno 2006, alla FILAS S.p.A. – Area Gestione Fondi
RICERCA E INNOVAZIONE
Entrambi i provvedimenti sono gestiti, per conto della Regione Lazio, dalla FILAS, la società dedicata al sostegno dei processi di sviluppo e di innovazione del tessuto imprenditoriale della regione.
Beneficiari Misura IV.2.2 e Sottomisura IV.2.1. I beneficiari sono le Piccole e Medie Imprese, costituite o in via di costituzione localizzate nelle Aree Obiettivo 2 e phasing out della Regione Lazio. Sono escluse le imprese in concordato preventivo, in amministrazione controllata e quelle che non sono in grado di far fronte alle proprie obbligazioni a causa di forti squilibri economico-patrimoniali.
Attività agevolabili Per quanto concerne la Sottomisura IV.2.1, invece, la Regione intende contribuire alla nascita e al consolidamento delle piccole e medie imprese del Lazio caratterizzate da un forte approccio innovativo. In tale ambito, con la sottomisura si intende promuovere e finanziarie tutta una serie di attività volte a valutare il rischio ex-ante dell’investimento e a studiarne la fattibilità tecnica, economica e finanziaria.
Misura IV.2.2. La misura agevola, attraverso un Fondo per l’innovazione, le aziende che vogliano realizzare attività ad alto contenuto tecnologico e innovativo, avviando processi di rinnovamento o miglioramento tecnologico di processo e/o di prodotto di notevole entità rispetto allo sviluppo produttivo. Gli interventi possono anche riguardare:
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SCHEDA DI VALUTAZIONE
RICERCA E INNOVAZIONE
DIFFICOLTÀ La redazione della domanda di finanziamento per gli interventi riguardanti la sottomisura IV.2.1 non è particolarmente complessa. Mentre per quanto concerne l’istanza di finanziamento della misura IV.2.2, molto dipende dalla tipologia di investimento che si intende realizzare
TEMPI La FILAS, che si occuperà della valutazione della rispondenza dei requisiti del progetto e dei proponenti, dovrà, entro 60 giorni dalla data di ricevimento delle domande, trasmettere una relazione al competente organo deliberante. Quest’ultimo, entro 30 giorni dal ricevimento della relazione della FILAS, indicherà l’ammissione ai benefici e la relativa concessione del contributo
COSTI I costi per la redazione della domanda dipendono dalla tipologia di attività-investimento che si intende realizzare. Questo vale in particolare per la Misura IV.2.2
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Su entrambe le misure le risorse sono consistenti e in grado di finanziare numerosi investimenti o studi di pre-investimento: – Misura IV.2.1 sono disponibili oltre 6 milioni di euro – Misura IV.2.2 sono disponibili 5,5 milioni di euro
NORMATIVA DOCUP OBIETTIVO 2 Lazio 2000/2006 Misura IV.2.2 Sottomisura IV.2.1
MODULISTICA www.filas.it Finanza l’innovazione
PER INFORMAZIONI FILAS S.p.A. Area Gestione “Fondi Contributivi” Via Virgilio, 18 – 00193 ROMA Tel.: 06 68411701
AGEVOLAZIONI REGIONALI
● ●
●
la ricerca applicata a scopo precompetitivo; il trasferimento delle conoscenze e innovazioni scientifiche (anche attraverso Business Angels); l’acquisto di brevetti e pacchetti tecnologici per risolvere problemi di metodologie riguardanti i processi produttivi o l’applicazione a detti processi di risultati già noti.
Sottomisura IV.2.1. La misura è volta a sostenere le fasi della valutazione ex-ante del rischio, della fattibilità tecnica, economica e finanziaria della ricerca di possibili partner, mediante la costituzione di un Fondo di pre-investimento, attraverso il quale sia possibile il finanziamento di azioni preliminari alla realizzazione di investimenti. Gli interventi riguardano: ● studi di fattibilità; ● riorganizzazioni interne; ● valutazioni del valore delle aziende; ● lay out produttivo; ● analisi e studi sulle fusioni di imprese, acquisizioni ecc.; ● consulenze specialistiche in materia finanziaria e organizzativa.
Spese ammissibili Misura IV.2.2. Le spese ammissibili si differenziano a seconda della tipologia della iniziativa. a) Ricerca applicata a scopo precompetitivo Le spese ammissibili sono le seguenti: – costi per prestazioni di servizi non rivendibili, regolarmente fatturati alla società beneficiaria da società e/o professionisti specializzati in materie attinenti al progetto ammesso; – costi per l’acquisto di materie prime, semilavorati, prodotti finiti e materiale di consumo per la realizzazione di prototipi, mo-
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delli ecc. se previsti nel progetto ammesso; – investimenti materiali in macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica giudicati indispensabili alla realizzazione del programma per la quota di ammortamento relativa al periodo di durata del progetto, nei limiti delle aliquote previste dalle normative fiscali; – spese per missioni e viaggi se attinenti alla partecipazione a seminari, convegni, stage formativi dei partecipanti interni al progetto, nel limite del 5% dell’investimento ammesso; – costi per il personale interno sostenuti dall’impresa beneficiaria per la realizzazione del progetto, per una quota non superiore al 30% dell’investimento ammesso; – spese generali, nel limite massimo del 10% dell’investimento ammesso. b) Trasferimento delle conoscenze ed innovazioni scientifiche Le spese ammissibili sono le seguenti: – consulenze specialistiche (interventi di assistenza all’impresa nella progettazione, nella realizzazione del sito e nella formazione del personale coinvolto nel progetto); – costi di promozione del sito attraverso collegamenti con altri portali e/o altre spese di promozione; – acquisizione di informazioni e programmi per elaboratori elettronici (software specificatamente dedicato all’implementazione del sito); – costi per il personale interno coinvolto nella realizzazione del progetto sostenuti dall’impresa beneficiaria, per una quota non superiore al 30% del totale dei costi ammessi.
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c) Acquisto di brevetti e pacchetti tecnologici per risolvere problemi di metodologie riguardanti i processi produttivi o l’applicazione a detti processi di risultati già noti Le spese ammissibili sono le seguenti: – costi per l’acquisizione di brevetti e/o licenze, brevetti internazionali e relativi a settori e/o attività attinenti al programma ammesso; – costi per la creazione di strumenti volti ad attivare le potenzialità del commercio elettronico e della comunicazione multimediale. Verranno riconosciute le spese sostenute nei sei mesi antecedenti la data di presentazione della domanda con il limite massimo di retroattività fissata al 5 dicembre 2001.
rami d’azienda o di aziende connesse al progetto di sviluppo imprenditoriale; – la realizzazione di progetti relativi a fusioni di imprese, acquisizioni ecc.; b) consulenze legali, fiscali e amministrative straordinarie legate alle attività di cui al punto a); c) altri costi accessori connessi alle spese di cui ai punti a) e b). Per ciascuna impresa potranno essere finanziati fino a un massimo di due progetti non collegati funzionalmente.
Sottomisura IV.2.1. Sono consi-
Misura IV.2.2. Il contributo è concesso secondo la regola del de minimis nel limite massimo del 50% dell’investimento ammissibile.
derate ammissibili le spese sostenute a partire dal giorno successivo a quello di presentazione della domanda, relativamente alle attività elencate di seguito. a) consulenze aziendali specialistiche per: – la realizzazione di studi di fattibilità, volti a trasformare l’idea innovativa aziendale in progetto di massima con relativi budget, tempistica e lay out organizzativi; – la messa a punto e/o la valutazione dei progetti di sviluppo imprenditoriale; – la determinazione del valore di
Per entrambe le misure, i programmi d’investimento devono essere realizzati, di norma, nei termini indicati in tabella, a seconda della dimensione dell’investimento.
Agevolazione
Sottomisura IV.2.1. Il contributo massimo erogabile non può superare il 50% dell’investimento ammis-
sibile e comunque non può superare la somma di 103.291,38 euro.
Procedura Le domande di ammissione alle agevolazioni possono essere presentate a mano o spedite tramite raccomandata A/R, entro il 30 giugno 2006, al seguente indirizzo: FILAS S.p.A. – Area Gestione Fondi, P.zza della Libertà, 20, 00192 ROMA. Sulla busta deve essere apposta la seguente dicitura: “Docup Ob.2 2000-2006 Lazio – “Misura IV.2.2” oppure “Sottomisura IV.2.1”. L’erogazione del contributo avverrà nelle seguenti modalità: – il beneficiario potrà chiedere un’anticipazione sino al 50% dell’intero contributo, previo rilascio di idonea fideiussione a prima richiesta, per l’intero importo anticipato da parte di un primario Istituto di Credito o Assicurazione; – il saldo finale sarà erogato a conclusione del programma e ad avvenuta verifica del rispetto delle condizioni indicate dal Nucleo di Valutazione, all’atto della delibera di concessione.
Tempi di realizzazione degli investimenti Investimento ammissibile fino a 50.000 euro fino a 70.000 euro fino a 70.000 euro
Termine massimo per la realizzazione del programma 15 mesi 18 mesi 24 mesi
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IN SINTESI
CREAZIONE D’IMPRESA
NORMA DocUP 2000-2006, Misura 1.1, azione b.2
BENEFICIARI Piccole e medie imprese a prevalente partecipazione femminile aventi sede operativa nelle aree Obiettivo 2 e a sostegno transitorio della Regione Veneto, costituite successivamente al 1° gennaio 2005
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Investimenti riguardanti progetti di sviluppo aziendale, volti all’incremento dell’occupazione e della professionalità femminile
SPESE AMMISSIBILI Le spese ammesse a contributo, purché sostenute dopo la presentazione della domanda d’agevolazione, riguardano: – macchinari; – impianti; – attrezzature; – brevetti e licenze; – software
AGEVOLAZIONE L’agevolazione consiste in un contributo in conto capitale pari al 50% delle spese, entro un massimo di 40.000,00 euro
PROCEDURA Le domande devono essere inviate entro 45 giorni a decorrere dal giorno successivo alla data di pubblicazione del bando alla Regione Veneto – Direzione Industria, al momento non ancora avvenuta
AGEVOLAZIONI REGIONALI
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Continua il supporto alle PMI femminili in Veneto Approvato l’ultimo bando DocUP 2000/2006 destinato agli investimenti delle neonate piccole e medie imprese a prevalente partecipazione femminile. In preparazione un nuovo intervento per tutto il territorio regionale di Vanni Ferrari, Assindustria Rovigo
L
a Regione Veneto ha approvato l’ultimo bando relativo alla Misura 1.1 azione b.2 del Docup 2000/2006 recante agevolazioni agli investimenti delle piccole e medie imprese di nuova costituzione a prevalente partecipazione femminile. La misura prevede la concessione di contributi per l’avvio dell’impresa femminile e diretti a promuovere, sostenere e incrementare il lavoro femminile al fine di qualificarne la presenza nei settori produttivi nelle aree di aiuto comunitario del territorio regionale. L’importo massimo di contributo ottenibile è pari a 40.000 euro e viene calcolato nella percentuale del 50% dell’investimento ammissibile. Le risorse stanziate ammontano a 3.400.000,00 euro, di cui 2.500.000,00 per gli interventi nelle aree Obiettivo 2 e 900.000,00 per quelli nelle aree a regime transitorio. Il bando, in fase di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione, prevede 45 giorni di tempo per la presentazione delle istanze. Si tenga inoltre presente che in fase di predisposizione, da parte
della Regione Veneto, un ulteriore strumento agevolativo previsto d a l l a L e g g e Re g i o n a l e n . 1/2000 e destinato alle piccole e medie imprese di recente costituzione, a gestione prevalentemente femminile operanti su tutto il territorio regionale nei settori agricolo, manifatturiero, commercio, turismo e servizi. Tale aiuto consisterà nella concessione mista di un finanziamento bancario agevolato (circa l’85% dell’investimento ammesso) e di un contributo a fondo perduto (circa il 15% delle spese ammesse).
Beneficiari Possono beneficiare dell’agevolazione le PMI (imprese individuali, società cooperative, società di persone e società di capitali), costituite successivamente al 1° gennaio 2005, che soddisfano i seguenti requisiti: ● prevalente partecipazione femminile (v. box); ● sede operativa in aree Obiettivo 2 o a sostegno transitorio della Regione del Veneto. I requisiti dimensionali devono permanere in capo al beneficiario fino al 31 dicembre 2007.
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DIFFICOLTÀ I moduli di domanda sono di semplice compilazione e la documentazione da allegare è quella solitamente richiesta per accedere a interventi agevolativi sugli investimenti
TEMPI Non sono precisati i tempi di istruttoria. L’erogazione del finanziamento agevolato avviene previa presentazione della documentazione giustificativa della spesa che deve essere presentata entro e non oltre il 30 settembre 2007
COSTI Non vi sono costi particolari per la presentazione delle istanze
PROBABILITÀ Non è possibile fare una previsione circa il numero di domande che verranno presentate, ma saranno certamente favoriti i soggetti che possono contare sulle priorità stabilite dal bando
IN DETTAGLIO
CREAZIONE D’IMPRESA
AGEVOLAZIONI REGIONALI
NORMATIVA Delibera della Giunta regionale del 2 maggio 2006
MODULISTICA Prevista dalla delibera sopra citata
PER INFORMAZIONI www.regione.veneto.it
È consentita la variazione della composizione societaria, ovvero dei componenti degli organi di amministrazione, purché risultino rispettate le componenti femminili previste per l’ammissione. Non sono consentite cessioni, fusioni, incorporazioni, assorbimenti, donazioni o trasferimenti a qualunque titolo riguardanti l’impresa destinataria del contributo.
Settori e ammissibili Le imprese devono svolgere la propria attività prevalente nel settore secondario e terziario, vale a dire in uno dei seguenti settori economici definiti dalla classificazione Istat Ateco 2002: ● Sezione D, attività manifatturiere; ● Sezione E, produzione e distribuzione di energia elettrica, di gas e acqua; ● Sezione F, costruzioni; ● Sezione G, commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli, motocicli e di beni personali per la casa; ● Sezione H, alberghi e ristoranti; ● Sezione I, trasporti, magazzinaggio e comunicazioni; ● Sezione K, attività immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, altre attività professionali e imprenditoriali; ● Sezione M, istruzione, limitatamente alla Classe 80.10.1;
●
●
Sezione N, sanità e assistenza sociale, limitatamente alla Classe 85.31.0 e alla Classe 85.32.0; Sezione O, altri servizi pubblici, sociali e personali, limitatamente alle Divisioni 90, 92 e 93.
Sono comunque esclusi i settori ai quali non è applicabile la regola de minimis.
Interventi e spese ammissibili Sono agevolabili le seguenti tipologie di spesa sostenute dall’impresa in relazione a un progetto di sviluppo aziendale: a) macchinari, attrezzature, beni strumentali e relative spese di trasporto e di installazione; b) impianti generali; c) opere edili relative a interventi di ristrutturazione o manutenzione straordinaria (entro il limite massimo del 20% dell’investimento relativo alle lettere a) e b); d) brevetti e licenze d’uso; e) acquisto di software ed eventuale relativo addestramento del personale. Le spese non devono essere sostenute prima della presentazione della domanda di agevolazione.
Prevalente partecipazione femminile: definizione Vengono considerate imprese a prevalente partecipazione femminile quelle che si trovano nelle seguenti condizioni: ●
per le imprese individuali, il titolare deve essere una donna;
●
per le società, i soci e gli organi di amministrazione devono essere costituiti (come partecipazione numerica) per almeno due terzi da donne; il capitale sociale deve essere per almeno il 51% di proprietà di donne.
Tali condizioni devono sussistere alla data del 1° gennaio 2006 e devono essere mantenute fino al 31 dicembre 2007.
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Agevolazione L’agevolazione consiste in un contributo a fondo perduto e viene calcolata nella misura del 50% della spesa ammissibile fino a un importo massimo di 40.000 euro. Gli interventi ammessi a contributo devono essere completamente rendicontati (con documentazione giustificativa di spesa) entro il 30 settembre 2007. In caso di spese sostenute inferiori alla spesa totale ammessa, si procederà con la corrispondente proporzionale riduzione del contributo, fino al massimo del 30%. Superato tale limite, si procederà alla revoca totale del contributo.
Procedura Le istanze di ammissione al beneficio devono essere presentate alla Regione Veneto – Direzione Industria, esclusivamente a mezzo raccomandata A.R., entro e non oltre 45 giorni a decorrere dal giorno successivo a quello della data di pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale della Regione Veneto, al momento non ancora avvenuta. Alle domande devono essere allegati i seguenti documenti: ● copia dell’atto costitutivo, ove previsto; ● certificato di iscrizione nel Registro delle Imprese o copia della richiesta di iscrizione al Registro da integrare entro 60 giorni dalla chiusura del bando con il certificato di iscrizione; ● progetto di sviluppo aziendale redatto secondo lo schema allegato al bando; ● dichiarazione circa gli aiuti de minimis eventualmente già ricevuti; ● scheda dati anagrafici secondo lo schema allegato al bando; ● fotocopia del documento d’iden-
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tità in corso di validità del sottoscrittore.
Criteri di priorità Vengono stabiliti, ai fini della formulazione delle graduatorie dei beneficiari (una per le aree Obiettivo 2 e una per quelle in sostegno transitorio), dei criteri di priorità e dei punteggi per ogni istanza, in base ai seguenti elementi: 1. incremento dell’occupazione femminile realizzato; 2. attività esercitata in determinati settori (sviluppo di servizi sociali, restauro di beni immobili e mobili, fruizione di beni culturali mediante l’utilizzo dell’informatica);
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3. attività realizzate all’interno di aree naturali protette; 4. progetti che applichino accordi contrattuali e che prevedano azioni positive per agevolare le lavoratrici madri; 5. imprese individuali la cui titolare abbia un’età superiore ai 40 anni, con un periodo di versamento di contributi previdenziali effettuato fino a un massimo di 15 anni. A parità di punteggio sarà data preferenza ai progetti che comportano un maggiore investimento complessivo ammissibile.
Spese escluse Non sono ammesse le seguenti spese: ● IVA; ●
oneri di consulenza e progettazione;
●
costituzione dell’impresa o della società;
●
operazioni di leasing;
●
gestione finanziaria corrente e acquisto di materiali di consumo;
●
costi generali (fitti, energia, spese telefoniche, prestazioni professionali amministrativo-contabili ecc.);
●
acquisto di terreni e fabbricati;
●
spese di avviamento;
●
beni realizzati in economia;
●
mezzi mobili iscritti in pubblici registri;
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arredi non strettamente funzionali e indispensabili alle attività d’impresa;
●
beni usati.
Sono inoltre escluse le seguenti spese: ● interessi debitori, oneri esattoriali o di riscossione, perdite su cambio di valuta, ammende e spese per controversie legali; ●
beni durevoli se ceduti a titolo gratuito al beneficiario;
●
spese già coperte da altre contribuzioni;
●
acquisto di telefoni cellulari, agende elettroniche e palmari, notebook;
●
spese per divulgazione e pubblicizzazione discendenti da obbligo di bando;
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spese forfettarie;
●
spese correlate all’istanza di contributo e spese per assicurazione.
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NORMA Piano di Sviluppo Rurale 2000 – 2006, misura 1.1.4
BENEFICIARI Giovani imprenditori agricoli che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola, a condizione che soddisfino una serie di requisiti indicati bell’articolo
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Insediamento nella proprietà e/o nell’affitto dell’azienda agricola
CREAZIONE D’IMPRESA
In Umbria si agevola l’insediamento dei giovani agricoltori La misura intende creare un tessuto regionale di aziende vitali, condotte da giovani agricoltori dotati di adeguata capacità professionale. Le domande devono essere presentate entro il 10 luglio 2006 di Piero Crivellaro, Coldiretti
SPESE AMMISSIBILI Le spese per interessi sostenute dal giovane insediato, a fronte dell’accensione di: – leasing, mutui o prestiti di durata almeno biennale; – contratti per l’acquisto di mezzi tecnici, dotazioni aziendali o la realizzazione di strutture
AGEVOLAZIONE La misura prevede la corresponsione di un premio unico di primo insediamento non superiore a 25.000 euro. Inoltre, prevede una riduzione degli interessi a fronte di anticipazioni bancarie, di durata non inferiore a due anni, accese per coprire le spese d’insediamento, esclusivamente qualora si rendano disponibili risorse finanziarie non utilizzabili per la corresponsione del premio unico.
PROCEDURA La misura rimane aperta sino al 31 dicembre 2006, ma le domande di giovani insediatisi dal 1° gennaio 2006 al 30 giugno 2006 dovranno pervenire entro il 10 luglio 2006.
S
ul B.U.R. n. 16 del 5 aprile 2006, con D.G.R. n. 358 dell’8 marzo 2006, sono stati riaperti i termini di proposizione delle domande di insediamento dei giovani agricoltori, a valere sulla Misura 1.1.4 del Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 della Regione Umbria. La misura intende creare un tessuto regionale di aziende vitali, condotte da giovani agricoltori dotati di adeguata capacità professionale e, quindi, più di altri in grado di adattarsi e adattare le proprie aziende ai rapidi cambiamenti imposti dall’apertura dei mercati e all’attenuamento delle politiche di sostegno cui tende la politica agricola comunitaria. Potranno presentare domanda di contributo i giovani agricoltori che intendono insediarsi nell’anno in corso e comunque entro il 31 dicembre 2006. Le domande di giovani insediatisi dal 1° gennaio 2006 al 30 giugno 2006 dovranno pervenire entro il 10 luglio 2006.
Beneficiari I beneficiari della Misura in ogget-
to sono giovani imprenditori agricoli che si insediano per la prima volta in un’azienda agricola e che sono in possesso dei seguenti requisiti: 1. età compresa fra 18 e 40 anni non compiuti; 2. l’azienda di cui sono titolari deve avere una dimensione economica pari ad almeno 6 UDE (Unità di Dimensione Economica – un’UDE è uguale a 1.200 euro); 3. possedere il livello di conoscenza e competenza professionale richiesta. Si ritiene soddisfatto il requisito dell’adeguato livello di conoscenza e competenza professionale in capo al beneficiario nei casi in cui quest’ultimo: – possieda il titolo di studio di perito agrario o agrotecnico; – possieda il diploma di laurea in campo agrario, forestale o veterinario; – abbia assolto all’obbligo scolastico e dimostri di avere un’esperienza lavorativa di almeno tre anni in qualità di coadiuvante o collaboratore familiare oppure di lavoratore agricolo, documentata dall’iscrizione al relativo regime previdenziale; 4. avere partecipato, positivamen-
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DIFFICOLTÀ La redazione della domanda non presenta particolari difficoltà, è però importante possedere tutti i requisiti richiesti al beneficiario
TEMPI È importante presentare la domanda entro 180 giorni dal primo insediamento. I funzionari regionali, una volta riscontrato il possesso dei requisiti da parte del beneficiario, e comunque non oltre i 15 giorni dalla presentazione della domanda, erogano il premio
COSTI I costi per la redazione della domanda di premio non sono molto elevati. Bisogna comunque fare attenzione a raccogliere tutta la documentazione richiesta alla verifica del possesso dei requisiti da parte del beneficiario
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Il bando non indica le risorse a disposizione per questa ultima tranche di finanziamenti prima della chiusura della programmazione 2007-2013. Rimane comunque alta la possibilità di accedere al premio in quanto la data ultima di presentazione della domanda di premio è stata posticipata al 6 luglio 2006
NORMATIVA Piano di Sviluppo Rurale 2000 – 2006, mis.1.1.4 D.G.R. n. 358 del 08 marzo 2006
MODULISTICA http://www.agriforeste.regione.umbria.it
PER INFORMAZIONI http://www.agriforeste.regione.umbria.it
AGEVOLAZIONI REGIONALI
te, a un corso di formazione finalizzato al conseguimento di adeguate conoscenze e competenze professionali agricole tra quelli previsti nell’ambito della Misura “formazione” del presente programma o ad altri corsi professionali o di durata e caratteristiche analoghe purché dimostrati da attestato di frequenza e da certificazione finale di idoneità; 5. essere in grado di rispettare le vigenti normative in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali.
Definizione di primo insediamento Per primo insediamento s’intende: – l’assunzione della responsabilità o corresponsabilità civile di un’azienda agricola da parte di un giovane imprenditore, conseguita esclusivamente con il possesso del titolo di proprietà, affitto o costituzione di usufrutto; – l’assunzione della responsabilità o corresponsabilità fiscale per la gestione dell’azienda antecedente alla data di presentazione della domanda di aiuti.
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Il solo possesso dei terreni o beni aziendali, senza l’assunzione della responsabilità o corresponsabilità fiscale dell’azienda, non si può considerare primo insediamento. La data di primo insediamento decorre dalla data di iscrizione al registro delle imprese agricole presso la Camera di Commercio, successiva alla prima acquisizione della responsabilità fiscale per la gestione dell’azienda, comprovata mediante il possesso della Partita IVA con codice tipo di attività prevalente agricolo. È riconosciuto altresì come primo insediamento quello del giovane agricoltore che non si insedia come unico capo dell’azienda a condizione che, oltre al possesso dei requisiti oggettivi e soggettivi, l’azienda oggetto dell’insediamento abbia una dimensione di almeno 6 UDE per ogni contitolare. È riconosciuto l’insediamento di un giovane nell’ambito di una società di persone o di capitali o di una società cooperativa agricola o piccola società cooperativa, che svolga prevalentemente l’attività di gestione di un’azienda agricola. In quest’ultimo caso, oltre ai requisiti
Soggetti esclusi dagli aiuti – Soggetti che, all’atto della decisione individuale di concessione del sostegno e durante tutto il periodo di impegno, risultano titolari o contitolari di partita IVA con codice tipo di attività prevalente non agricolo, o con codice attività pur non prevalente diverso da quelli previsti per le attività connesse e complementari all’attività agricola; – tutti i soggetti che svolgono attività di lavoro dipendente a qualunque titolo; – tutti i soggetti che, a qualunque titolo, abbiano precedentemente all’anno di assunzione della responsabilità o corresponsabilità fiscale cui si riferisce la domanda di aiuto, aperto una Partita IVA con codice attività prevalente agricolo o abbiano assunto partecipazioni in società prevalentemente agricole.
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oggettivi e soggettivi suddetti, sono previste le seguenti ulteriori condizioni: – l’azienda oggetto dell’insediamento deve avere una dimensione di almeno 6 UDE per ogni contitolare; – per insediamenti nell’ambito di società di capitali diverse dalle cooperative agricole, il richiedente deve possedere almeno un quinto delle quote sociali. Il possesso del livello di conoscenza e competenza professionale richiesta e le condizioni di redditività e i requisiti minimi in materia di ambiente, igiene e benessere degli animali, qualora non dimostrati all’atto della presentazione della richiesta di aiuto, possono essere dimostrati entro 3 anni, calcolati dalla data di insediamento.
Attività e spese ammissibili A fronte dell’insediamento nella proprietà e/o nell’affitto dell’azienda agricola, sono ammissibili all’agevolazione le spese per interessi sostenute dal giovane insediato per leasing, mutui o prestiti di durata almeno biennale, contratti per l’acquisto di mezzi tecnici, dotazioni aziendali o la realizzazione di strutture. Le operazioni debbono risultare contratte a far data dal primo insediamento e comunque entro e non oltre il termine del periodo vincolativo.
Agevolazione Gli aiuti all’insediamento, tra loro cumulabili, consistono in: a) un premio unico di primo insediamento non superiore a 25.000 euro; b) una riduzione degli interessi a fronte di anticipazioni bancarie, di durata non inferiore a due an-
ni, accese per coprire le spese d’insediamento. Il valore attualizzato di tale concorso non può superare 25.000 euro. Il contributo conto interessi verrà corrisposto esclusivamente qualora si rendano disponibili risorse finanziarie non utilizzabili per la corresponsione degli aiuti di cui alla lettera a). La quantificazione dell’aiuto per la riduzione degli interessi verrà effettuata sommando gli interessi per le quote di ammortamento da sostenere attualizzate alla data di decisione individuale di concessione dell’aiuto. L’ammontare complessivo degli interessi delle rate di ammortamento ancora da sostenere per le operazioni ammissibili non potrà comunque eccedere i 25.000 euro. La riduzione degli interessi non può, in ogni caso, eccedere la misura minima di tasso agevolato sancita per decreto ministeriale.
Procedura Verranno raccolte le domande di giovani agricoltori che intendono insediarsi nell’anno in corso e comunque entro il 31 dicembre 2006. Le domande di giovani agricoltori insediatisi dal 1° gennaio 2006 al 30 giugno 2006 dovranno pervenire, entro il 10 luglio 2006, al seguente indirizzo: Regione dell’Umbria, Giunta Regionale – Direzione Regionale agricoltura e foreste, aree protette, valorizzazione dei sistemi naturalistici e paesaggistici, beni e attività culturali, sport e spettacolo, Servizio qualificazione delle produzioni animali, Centro Direzionale Fontivegge, via Mario Angeloni 61, 06124 Perugia. Le domande dei giovani che intendono insediarsi dovranno pervenire entro 180 giorni dal primo insediamento, calcolati dalla data
di iscrizione al registro delle imprese agricole presso la Camera di Commercio competente sul territorio regionale. Per il giovane che si insedia nell’ambito di società, i 180 giorni vengono calcolati dalla data di registrazione della variazione societaria al registro delle imprese agricole presso la Camera di Commercio competente sul territorio regionale. Le strutture regionali provvedono, poi, alla verifica della regolarità e completezza formale e documentale delle domande, nonché alla verifica del possesso, in capo al richiedente, dei requisiti soggettivi e oggettivi. Entro 30 giorni dal ricevimento delle domande, il competente servizio della Regione provvede ad assumere la determinazione di decisione individuale di concessione o meno dell’aiuto. Alla liquidazione dei contributi, sulla scorta della graduatoria generale di merito stilata dalla Regione e del successivo elenco degli aventi diritto al premio, provvederà l’Organismo pagatore AGEA di Roma. Per la concessione degli aiuti si procede alla definizione di una graduatoria di merito delle istanze ammissibili (vedi criteri di priorità a pagina seguente). La Regione Umbria provvederà a stilare tale graduatoria nella quale verranno individuate le aziende beneficiarie utilmente collocate sino alla capienza delle disponibilità assegnate. Sono previsti controlli preventivi sul 5% delle domande utilmente inserite in graduatoria. Per gli anni successivi al primo, e per l’intera durata dell’impegno assunto, il beneficiario è tenuto a presentare domanda di conferma impegno. La relativa documentazione dovrà essere comunque presentata entro il 15 maggio di ogni anno di impegno.
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Criteri di priorità Ai fini della formazione della graduatoria regionale vengono osservati i seguenti criteri: – è prevista una priorità assoluta per i giovani agricoltori già iscritti, all’atto della presentazione della domanda, al regime previdenziale agricolo; è prevista inoltre, una ulteriore priorità per le domande di giovani agricoltori che prolungano l’impegno di altri tre anni e quindi per otto anni, rispetto al periodo minimo di cinque anni. – è attribuito un punteggio di merito inversamente proporzionale all’età anagrafica del conduttore così calcolato: 100 – (meno) età anagrafica del beneficiario. È attribuito inoltre un punteggio di merito pari a 10 punti nel caso in cui il titolare o un contitolare dell’azienda beneficiaria sia donna. Ulteriori punteggi sono attribuiti alle aziende la cui Superficie Agricola Utilizzata (SAU) ricade: – interamente nelle aree individuate come montane (40 punti); – interamente nelle aree individuate come svantaggiate (20 punti); – parzialmente comprese in tali aree: in questo caso viene attribuito un punteggio direttamente proporzionale alla parte di SAU ricadente nelle zone di cui trattasi.
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CAMPANIA Un aiuto alla ricomposizione fondiaria DECR. 05.04.2006, n. 20 B.U.R. 24.04.2006, n. 19 SETTORE: agricoltura SCADENZA: non indicata In attuazione della misura 4.10 “Ricomposizione fondiaria” del Por Campania, è approvato il bando per la presentazione delle domande di contributo a sostegno degli interventi di ampliamento e adeguamento strutturale delle unità produttive agricole. In particolare vengono incentivate le seguenti tipologie di intervento: – acquisto di terreni agricoli, con una dotazione finanziaria complessiva fino a 2 meuro. Intensità dell’aiuto: sino al 100% della spesa di transazione ritenuta ammissibile; sino al 40% del costo di acquisto in zona svantaggiata; sino al 30% del costo di acquisto in zona non svantaggiata; – scambio di particelle agricole, con una dotazione finanziaria complessiva fino a 0,1 meuro. Intensità dell’aiuto: sino al 100% della spesa di transazione ritenuta ammissibile. La terza tipologia di investimento prevista dalla misura, denominata “Infrastrutture viarie interaziendali” non è finanziata per l’esaurimento delle risorse disponibili. Qualora si rendessero disponibili, eventuali economie residue potranno essere impiegate per il finanziamento delle istanze per infrastrutture in overbooking. A seguito delle istruttorie compiute distintamente per ciascuna delle suddette tipologie di intervento, sarà redatta una graduatoria unica delle domande di contributo ammesse, in base al punteggio conseguito da ognuna. In
caso di parità di punteggio nell’ambito della medesima tipologia, si preferirà l’istanza che prevede una spesa inferiore. Sarà formata una graduatoria per ciascun ambito provinciale.
Fondo di controgaranzia per l’artigianato D.G.R. 3.04.2006, n. 462 B.U.R. 12.04.2006, n. 50 SETTORE: artigianato
EMILIA ROMAGNA Contributi alle cooperative sociali D.G.R. 20.03.2006, n. 356 B.U.R. 12.04.2006, n. 50 SETTORE: cooperative sociali SCADENZA: 12 giugno 2006 In attuazione del punto 3.1, lett. j) del Programma di cui alla deliberazione dell’Assemblea legislativa regionale n. 33/2005, è approvato il bando per la concessione di contributi alle cooperative sociali per il finanziamento di progetti di sviluppo e di consolidamento delle attività. Per il bando è disponibile la somma complessiva di 500.000 euro, così determinata: – 100.000 euro per il sostegno delle spese di avviamento; – 400.000 euro per il sostegno dei progetti di sviluppo, di consolidamento e di qualificazione. L’entità del finanziamento è determinata fino alla concorrenza massima del 50% della spesa ritenuta ammissibile. Il contributo regionale comunque non potrà eccedere per ciascun progetto finanziato l’importo di: – 3.000 euro per il sostegno delle spese di avviamento; – 30.000 euro, elevabile a 50.000 euro in caso di progetto gestito in rete da più cooperative, per il sostegno dei progetti di sviluppo, di consolidamento e di qualificazione.
SCADENZA: non prevista Nell’ambito della Misura 1.1.A del Programma regionale triennale per le attività produttive 2003-2005, sono apportate modifiche e integrazioni alle disposizioni operative per l’accesso al Fondo regionale di controgaranzia per il settore dell’artigianato, istituito ai sensi della delibera di Giunta 204/05, nella parte che definisce le operazioni ammissibili a fronte delle quali può essere concessa la controgaranzia. Con apposita comunicazione viene anche individuato nel 1° luglio 2006, il giorno a partire dal quale è possibile presentare istanza di ammissione per l’accesso al fondo regionale, la cui gestione è affidata ad Artigiancredit Emilia-Romagna Soc.
FRIULI-V.G. Incentivi all’innovazione Decr. 14.03.2006 n. 70/Pres. B.U.R. 12.04.2006, n. 15 SETTORE: agricoltura, itticoltura SCADENZA: non ancora stabilita È approvato il regolamento di attuazione degli interventi a favore dell’innovazione nei settori dell’agricoltura e dell’itticoltura di cui all’art. 17 della legge regionale 10 novembre 2005, n. 26: “Disciplina generale in materia di innovazione, ricerca scientifica e sviluppo tecnologico”. In particolare, il disciplinare regolamenta i criteri e le modalità per la
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concessione dei contributi al fine di incentivare la ricerca, la promozione, lo sviluppo e la diffusione: a) di forme sostenibili di agricoltura e itticoltura tenendo conto dei cambiamenti climatici e dell’impatto ambientale; b) di colture agrarie dedicate a uso non alimentare, con particolare riguardo a quelle destinate alle produzioni energetiche attraverso la realizzazione di progetti pilota, su scala ragionevolmente limitata, dimostrativi o innovativi; c) di tecnologie avanzate e innovative compatibili con l’ambiente per l’utilizzo alternativo e a scopo energetico di prodotti e sottoprodotti delle filiere agroalimentari, della pesca e dell’itticoltura; d) di tecnologie avanzate e innovative per lo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili e di quelle per la cattura e l’isolamento del biossido di carbonio; e) del miglioramento dei processi produttivi e dei mezzi di produzione finalizzato alla qualità di prodotto e alla salvaguardia dell’ambiente.
Sostegno allo start up imprenditoriale D.G.R. 17.03.2006, n. 557 B.U.R. 05.04.2006, n. 14 SETTORE: vari SCADENZA: 5 giugno 2006. È approvato il bando per la presentazione di progetti a valere sull’Asse 2 del Docup Obiettivo 2 2000-2006, misura 2.5 “Sostegno allo start up di nuova imprenditorialità”, azione 2.5.2 - “Sostegno allo start up imprenditoriale”. Le risorse messe a bando ammontano complessivamente a 440.000 euro, di cui 396.000 in area Obiettivo 2 e 44.000 in area sostegno transitorio. Il bando prevede l’erogazione di contributi de minimis in conto capitale e/o in conto interessi per favorire la concretizzazione delle idee imprenditoriali per l’avvio di piccole e medie imprese operanti nei settori industriale, artigianale, turistico e commerciale. I mutui agevolati potranno altresì essere assistiti da una garanzia rilasciata da Agemont spa alle condizioni indicate nel bando in oggetto.
LAZIO Finanziamenti alle imprese agricole D.G.R. 23.02.2006, n. 112 B.U.R. 10.04.2006, n. 10 S.O. n. 1 SETTORE: agricoltura SCADENZA: non ancora stabilita Sono approvate le procedure generali per l’attivazione degli interventi previsti dal Dlgs. 29.3.2004, n. 102 recante: “Interventi finanziari a sostegno delle imprese agricole, a norma dell’art. 1 comma 2, lettera i) della legge 7. 3.2003 n. 38”. La norma del Fondo di Solidarietà Nazionale, istituita ai sensi del predetto decreto, ha l’obiettivo di garantire le produzioni agricole e zootecniche, le strutture aziendali e le infrastrutture dalle calamità naturali e dagli eventi eccezionali, soprattutto attraverso azioni di prevenzione, volte alla stabilizzazione dei redditi delle imprese. Per il raggiungimento di dette finalità sono previsti, in via prioritaria, incentivi per favorire la stipula dei contratti assicurativi. Limitatamente ai rischi non assicurabili al mercato agevolato sono contemplati interventi compensativi dei danni per favorire la ripresa economica e produttiva delle imprese agricole colpite da calamità o avversità eccezionali e per il ripristino delle infrastrutture connesse all’attività agricola (strade interpoderali, acquedotti, fossi di scolo e valloni interaziendali) compatibilmente con le assegnazioni del Mi.P.A.F destinate a coprire le esigenze primarie delle imprese agricole.
Accesso al credito per le Pmi artigiane Regione Lazio - News 03.04.2006 SETTORE: artigianato SCADENZA: non prevista Siglato dalla Regione Lazio, insieme al Comune e alla Provincia di Roma, con Abi Lazio, Artigiancredito Lazio, Con-
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sorzio PattiChiari e le rappresentanze degli artigiani romani (Acai, Casartigiani, Cna e Confartigianato), il protocollo d’intesa a sostegno delle procedure di accesso al credito per le imprese artigianali. L’intesa prevede l’implementazione di iniziative a sostegno di una definizione di tempi certi per l’erogazione del finanziamento con l’impegno, da parte delle banche, a non chiedere ulteriori garanzie sulle quote già garantite dai fondi pubblici. Tra le novità anche una procedura uguale per tutti i Confidi: entro il 2006 è previsto infatti un confidi unitario per razionalizzare gli interventi di garanzia dei crediti da parte delle istituzioni e per una futura integrazione del fondo di garanzia.
LIGURIA Interventi a favore delle cooperative agricole L.R. 19.04.2006, n. 9 B.U.R. 26.04.2006, n. 5 SETTORE: agricoltura SCADENZA: non ancora stabilita Con l’emanazione della norma in oggetto, la Regione intende favorire le cooperative agricole attraverso aiuti per le seguenti attività: ammodernamento delle aziende; trasformazione e commercializzazione di prodotti; acquisto collettivo di mezzi di produzione; acquisto di macchine e attrezzature di uso collettivo per la produzione. Gli aiuti sono concessi alle cooperative iscritte all’Albo nelle categorie “cooperative di lavoro agricolo” e “cooperative di conferimento prodotti agricoli e allevamento” e loro consorzi, a condizione che rientrino nella definizione di piccole e medie imprese ai sensi dell’allegato I del Regolamento (CE) n. 70/2001. Entro 90 giorni dall’entrata in vigore della legge, stabilita per il prossimo 11 maggio, la Giunta regionale stabilisce priorità e criteri procedurali, oltre alla definizione dei parametri per individuare la redditività e i limiti di ammissibilità delle spese.
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LOMBARDIA Qualificazione e sviluppo delle Pmi commerciali DECR. 27.04.2006, n. 4635 B.U.R. 28.04.2006, 1° S.S. n. 17 SETTORE: commercio SCADENZA: 30 giugno 2006 Con una disponibilità finanziaria di 8 milioni di euro, è stato emanato il bando per la concessione di contributi alle piccole e medie imprese commerciali per acquisto di veicoli a basso impatto ambientale, innovazione, ammodernamento, sicurezza d’impresa. Le tipologie di spesa ammissibili sono: a) acquisto di autoveicoli commerciali a basso impatto ambientale – esclusi quelli a uso promiscuo – per il trasporto in conto proprio di merci, riferite all’attività commerciale svolta; b) rifacimento, adeguamento e realizzazione di impianti e opere connesse, acquisto di arredi, attrezzature, strumenti e sistemi informatici, realizzazione di sistemi innovativi di logistica merci. L’entità dell’agevolazione massima concedibile è fissata come segue: – investimenti di tipo a), agevolazione massima concedibile 20.000 euro; entità agevolazione massima sull’investimento 30%; – investimenti di tipo b), agevolazione massima concedibile 50.000 euro; entità agevolazione massima sull’investimento micro imprese 50%; pmi 30%.
MARCHE Indennità per zone svantaggiate DEL. 19.04.2006, n. 456 B.U.R. 05.05.2006, n. 45 SETTORE: zootecnia SCADENZA: 31 maggio 2006
In riferimento al piano finanziario regionale per l’anno in corso, sono assegnate risorse nel limite massimo di 6,5 milioni di euro per l’attuazione della Misura “E” - “Indennità zone svantaggiate” del Psr Marche. Il tetto massimo dell’aiuto per ciascun beneficiario è stabilito in 7.500 euro. Beneficiari dell’agevolazione sono gli imprenditori agricoli residenti e domiciliati che esercitano l’attività in azienda zootecnica con una percentuale di Sau investita a foraggere e/o pratopascolo almeno pari al 50%, con un carico di bestiame compreso tra 0,5 e 2 UBA/HA, e che si impegnano a rispettare il codice di buona pratica agricola. Il termine di scadenza per la presentazione delle istanze è fissato per il 31 maggio 2006. Alla stessa data è anche anticipata la scadenza fissata con D.G.R. n. 1160 del 03/10/2005 per la presentazione della conferma di impegno-richiesta di finanziamento per la campagna 20052006, raccolto 2006, e dei programmi colturali necessari per l’accesso all’aiuto previsto dalla Misura “F2”, a cui sono tenuti tutti i beneficiari della Misura.
Sviluppo dei sistemi di certificazione D.G.R. 22.03.2006, n. 297 B.U.R. 07.04.2006, n. 36 SETTORE: agroalimentare SCADENZA: non prevista In attuazione della legge regionale n. 23 del 10.12.2003, per l’anno 2006, sono attivate le seguenti azioni: – concessione contributi a favore dell’implementazione di sistemi di gestione della qualità e della rintracciabilità dei prodotti agricoli e agroalimentari (artt. 3 e 4 della L.R. 23/03); – potenziamento dell’Unità Territoriale di Vigilanza della Regione Marche (art. 9 della L.R. 23/03). L’importo complessivo stanziato in bilancio è pari a 251.960,49 euro. I contributi sono concessi fino a un massimo del 60% della spesa ritenuta ammissibile, per un importo complessivo comunque non superiore a 100.000 euro per beneficiario per un periodo di tre anni. Per i progetti di tracciabilità aziendale, il tetto massimo di contributo per beneficiario
per triennio è di 15.000 euro. L’emanazione dei bandi per l’accesso ai contributi è demandata ad atti successivi del Dirigente della P.F. “Sviluppo dell’impresa agricola e del sistema agroalimentare”.
PUGLIA Aiuti per la trasformazione dei prodotti agricoli DET. n. 551/2006; n. 552/2006; n. 553/2006; n. 554/2006 B.U.R. n. 49/20.4.2006 SETTORE: agricoltura SCADENZA: 19 giugno 2006 Pubblicati i bandi per la presentazione, da parte delle imprese di lavorazione/trasformazione dei prodotti agricoli, delle domande di contributo per il miglioramento delle strutture così come previsto dalla Misura 4.5 “Miglioramento delle strutture di trasformazione dei prodotti agricoli” del Por Puglia 2000-2006, nei territori dei PIT 1,4 e 8. Possono presentare domanda gli organismi associativi e loro Consorzi, ovvero imprese costituite da persone fisiche o giuridiche cui incombe l’onere finanziario degli investimenti. Per gli impianti di lavorazione/trasformazione dei prodotti agricoli ubicati nei territori di competenza dei Progetti Integrati Territoriali (Pit) n. 1 “Area del Tavoliere”, n. 4 “Area della Murgia” e n. 8 “Area Jonico Salentina”, gli imprenditori concorreranno alla riserva di risorse specificatamente assegnate per tali aree.
Inserimento nel mercato del lavoro DET. 06.04.2006, n. 181 BUR 27.04.2006, n. 51 SETTORE: vari SCADENZA: 31 maggio 2006 In attuazione delle misure 3.2 “Inserimento e reinserimento nel mercato del lavoro di giovani ed adulti, Azione c) -
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Accompagnamento” e 3.4 “Inserimento e reinserimento lavorativo di gruppi svantaggiati, Azione d) - Accompagnamento” del Por 2000/06, è pubblicato l’avviso per la presentazione di progetti per attività formative cofinanziate dal Fondo Sociale Europeo. Per il finanziamento delle iniziative è stanziato un importo complessivo di 6.035.651,42 euro. Possono presentare proposte di progetto i centri e istituti di ricerca pubblici e privati, le Università, le imprese specializzate nei servizi di informazione e pubblicità, gli enti bilaterali. Ai fini dell’ammissibilità saranno comunque considerate soltanto le proposte di attività che abbiano ricevuto formale manifestazione di interesse da parte delle Amministrazioni locali (Comuni capofila degli Ambiti territoriali, previa decisione congiunta di tutti i Comuni dell’ambito in sede di Coordinamento Istituzionale, adeguatamente formalizzata) e delle Amministrazioni Provinciali (Assessorati alle Politiche Sociali, al Lavoro e alla Formazione Professionale).
SARDEGNA Psr, indennità per le zone svantaggiate Det. 14.04.2006, n. 275 www.regione.sardegna.it SETTORE: agricoltura, zootecnia SCADENZA: 5 giugno 2006 È approvato il bando per l’ammissione ai premi previsti dalla misura E “Zone svantaggiate e zone soggette a vincoli ambientali”, anno 2006, del Piano di Sviluppo Rurale 2000/2006. La dotazione finanziaria per l’iniziativa in oggetto è stimata in 43 milioni di euro. L’importo dell’indennità compensativa è differenziato sulla base della gravità degli svantaggi naturali permanenti che pregiudicano le attività agricole nelle zone montane e nelle zone svantaggiate e sulla base dell’indirizzo produttivo aziendale secondo le tipologie aziendali precedentemente definite (aziende zootecniche, aziende non zootecniche e aziende apistiche). Le domande di ade-
sione alla misura devono essere presentate all’Ersat Sardegna, presso i Servizi Territoriali competenti per territorio, dalla data di pubblicazione dell’avviso di apertura dei termini di presentazione delle domande su due dei quotidiani regionali più diffusi in Sardegna e fino alle ore 14.00 del 5 giugno 2006.
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Ricostituzione in seguito a disastri naturali DET. 06.04.2006, n. 231 SETTORE: agricoltura SCADENZA: 24 luglio 2006
Sviluppo dell’innovazione tecnologica DECR. 23.03.2006, n. 76 B.U.R. 06.04.2006, n. 11 SETTORE: Industri SCADENZA: 31 dicembre 2006 Emanate le nuove direttive per la regolamentazione degli interventi previsti dall’articolo 11 della Legge n. 598/94, relativi alla concessione di contributi in conto capitale e in conto interessi alle piccole e medie imprese industriali su finanziamenti per investimenti per l’innovazione tecnologica, la tutela ambientale, l’innovazione organizzativa, l’innovazione commerciale e la sicurezza sui luoghi di lavoro. Sono di conseguenza abrogate le direttive di attuazione previgenti, approvate con decreto dell’Assessore dell’Industria n. 245 del 1° aprile 2005. L’agevolazione consiste in un contributo in conto interessi pari al 100% del tasso di riferimento vigente alla data di arrivo della domanda al soggetto gestore e in un contributo aggiuntivo in conto capitale pari al 25% delle spese ritenute ammissibili. Il tasso di riferimento utilizzato per il calcolo del contributo è quello fissato periodicamente dalla Commissione Europea. Il finanziamento ammissibile non può superare il 75% del programma di investimenti agevolabile fino a un importo massimo di 1.600.000 euro. L’impresa beneficiaria deve in ogni caso partecipare al finanziamento dell’investimento agevolabile nella misura minima del 25%. La durata dell’intervento è pari alla durata del finanziamento con il limite di 7 anni e comprende un periodo di preammortamento fisso di 2 anni. Il regime di aiuti è applicabile sino al 31 dicembre 2006.
Sono apportate modifiche e integrazioni al bando 2006 per l’ammissione ai finanziamenti previsti dalla misura 4.17 “Ricostituzione del potenziale agricolo danneggiato da disastri naturali e introduzione di adeguati strumenti di prevenzione” del Por Sardegna 2000/2006 (approvato con Det. n. 66/06, B.U.R. 25.02.2006, n. 6). Le modifiche riguardano la portata finanziaria e i criteri di ripartizione territoriale delle risorse, le condizioni di ammissibilità, gli interventi finanziabili e taluni aspetti dell’iter attuativo. In virtù dei cambiamenti apportati, il termine di scadenza per la presentazione delle istanze è prorogato al 24 luglio 2006.
TOSCANA Sostegni alle imprese turistiche DECR. 29.03.2006, n. 1457 B.U.R. 03.05.2006, n. 18 SETTORE: TURISMO SCADENZA: non prevista Ai fini di una migliore gestione delle procedure previste dalla Legge 488/92, le cui direttive prevedono una rispondenza alla normativa regionale delle tipologie di interventi finanziabili, sono aggiornate le definizioni contenute nella delibera di G.R. n. 349/2001 recante “L.R. 35/2000 - PRSE 2001/2005. Azione 1.3 - Aiuti agli investimenti delle imprese operanti nel settore turistico - Individuazione e definizione delle imprese”. Le definizioni sono individuate come “infrastrutture, attrezzature e servizi complementari al turismo” di cui all’Azione A.1 “Aiuti agli investimenti delle imprese” del Piano Regionale dello Sviluppo Economico, biennio 2006/2007.
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Speciale allargamento Ue
IN SINTESI
SPECIALE ALLA
NORMA Il Piano Operativo Industria e Impresa della Repubblica Ceca Priorità 1, Misura 1.3
BENEFICIARI – Nel caso di acquisizione, costruzione o ricostruzione di beni immobili: impresa privata di servizi; impresa privata, associazioni e organizzazioni riconosciute; – nel caso di acquisto di supporti formativi tecnici o di programmi di formazione: soggetto privato operativo nei settori merceologici previsti e attivo in modo diretto o in cooperazione con una istituzione pubblica o privata
La Repubblica Ceca investe sulla professionalità delle risorse umane Il Ministero dell’Industria e Commercio prevede un bando che si propone di migliorare le condizioni delle singole regioni attraverso il sostegno delle infrastrutture necessarie alle attività di formazione per l’acquisizione di nuove professionalità
ATTIVITÀ AGEVOLABILI – La costruzione, la ristrutturazione, l’ammodernamento d’immobili finalizzati all’erogazione di servizi formativi, incluse le tecnologie per l’apprendimento a distanza; – l’attivazione di servizi di formazione continua in nuovi settori merceologici e aree formative a copertura di più ampie zone territoriali per il mondo delle imprese; – l’acquisizione di supporti formativi e di programmi per la formazione professionale
SPESE AMMISSIBILI – Investimenti fissi; – servizi di consulenza; – investimenti in infrastrutture di base; – tecnologie dell’informazione della comunicazione
AGEVOLAZIONE I contributi previsti sono a fondo perduto, pari massimo al 46% delle spese ammissibili per ciascun progetto
PROCEDURA Le domande devono essere presentate entro e non oltre il 31 ottobre 2006 al Ministero ceco competente
di Alberto Giordano, Luisa Ancarani, Paolo Bonora, Ancarani&Giordano Associazione Professionale
N
ell’ambito dell’attuazione dei Fondi strutturali nei paesi dell’allargamento dell’Unione europea, il Piano Operativo Industria e Impresa del Ministero Industria e Commercio della Repubblica Ceca, prevede un nuovo bando nell’ambito della priorità 1 Sviluppo del sistema imprese, con la Misura 1.3 Infrastrutture per lo sviluppo delle Risorse umane nei servizi dell’industria, Centri di formazione (Skolici strediska). L’intervento si inserisce in una fase economica con forti riconversioni e ristrutturazioni nell’industria, che rende indispensabile la presenza sul territorio di servizi di orientamento e formazione continua (infrastrutture fisiche e tecnologiche). In particolare, i Centri di formazione possono avere una
funzione importante nella fase di accompagnamento alla riconversione, alla ristrutturazione e all’innovazione tecnologica sia per chi si inserisce nel mondo del lavoro, sia per chi deve adattarsi al cambiamento in atto. L’intervento specifico del bando rientra nell’ambito della linea prioritaria 1 Sviluppo del sistema delle imprese, che sostiene in particolare la ristrutturazione del mercato, con l’abbandono dei settori che presentano evidenti obsolescenze e con lo sviluppo delle attività nei settori innovativi, tra cui quelli dell’informatica e delle tecnologie della comunicazione. Più in particolare l’obiettivo della misura 1.3 è migliorare le condizioni per lo sviluppo delle risorse umane nelle singole regioni attra-
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SPECIALE ALLARGAMENTO UE
DIFFICOLTÀ I prerequisiti tecnico finanziari comprendono, oltre all’affidabilità economica del proponente e alla fattibilità della proposta progettuale, l’idonea capacità – per competenze e tecnologie – al soddisfacimento dei bisogni formativi e l’elevato grado d’utilizzo delle strutture formative sul piano professionale e tecnologico
TEMPI La durata prevista per l’iter burocratico di valutazione dei progetti è stimabile in circa 90/120 giorni circa, dalla data di chiusura del bando, salvo integrazioni aggiuntive richieste dalla pubblica amministrazione
COSTI Sono equiparabili a quelli previsti in Italia per procedure analoghe di Fesr, salvo le spese di traduzione e di verifica tecnica dell’adattamento alla normativa vigente in Repubblica Ceca, sul piano tecnologico, ambientale e contrattuale. Si aggiunga la necessità di avere un quadro dettagliato della situazione territoriale nella quale si inserisce il progetto e una forte integrazione operativa con le strutture locali
Lo stanziamento della misura in oggetto per l’anno 2006 è di circa 9 milioni di euro (di cui 6,8 milioni circa con il Fondo europeo di sviluppo regionale), circa il 12% del complessivo intervento della Priorità 1, che risulta di 75,314 milioni di euro. Lo strumento finanziario operativo è il Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale). Il buon esito delle domande di partecipazione, per quanto riguarda le misure a scadenza con punteggio e relativa graduatoria, dipende dal punteggio raggiunto dal progetto rispetto al massimo previsto, coerentemente con lo stanziamento disponibile e il numero di proposte che lo raggiungono o che vi si avvicinano tra quelle ammissibili alla graduatoria.
PROBABILITÀ
Beneficiari
Per quanto riguarda la misura a scadenza con punteggio e relativa graduatoria, vale il principio che vengono finanziati i progetti con punteggio più elevato, coerentemente con lo stanziamento disponibile e il numero d’imprese che vengono valutate
In dettaglio, i soggetti beneficiari del bando sono i seguenti: a) nel caso di acquisizione, costruzione o ricostruzione di beni immobili, impresa privata di servizi; impresa privata, associazioni e organizzazioni riconosciute (con almeno un’impresa operativa nei settori merceologici previsti o con attività in cooperazione con l’amministrazione locale), le realtà pubbliche locali, le istituzioni formative pubbliche o private che operano nel settore dell’istruzione professionale, della secondaria specializzata superiore, della formazione professionale, della specializzazione universitaria tecnica; b) nel caso di acquisto di supporti formativi tecnici o di programmi di formazione, soggetto privato operativo nei settori merceologi-
NORMATIVA
IN DETTAGLIO
verso il sostegno delle infrastrutture necessarie per le attività di formazione degli occupati delle imprese, indirizzate all’acquisizione di nuove e fondamentali professionalità con più elevato livello qualitativo.
Concil Regulation (Ec) n. 1260/1999 del 21 giugno 1999, in particolare art. 18 (3). Decisione dell’UOHS, Ref, n. VP/S 167/03 del 15 aprile 2004
MODULISTICA www.mpo.cz
INFORMAZIONI: Ministry of Industry and Trade Na Frantisku 32 CZ-110 15 Praha 1 Tel.: +420 224 062 917 Fax: +420 224 062 630 www.mpo.cz
ci previsti e attivo in modo diretto o in cooperazione con una istituzione pubblica o privata. I settori d’intervento sono il manifatturiero, l’elettricità, il gas e il riscaldamento, le costruzioni, la logistica, le tecnologie dell’informazione, la progettazione e le connesse attività di consulenza tecnica. Possono partecipare imprese che sono localizzate nelle aree territoriali depresse Obiettivo 1, che comprendono sette regioni, ossia la totalità delle aree di coesione NUTS II eccetto le Aree Obiettivo 2 (che includono esclusivamente parte della Regione di Praga – l’area comprende 24 distretti cittadini, cioè 9 circoscrizioni amministrative (Praga 1, Praga 8, Praga 9, Praga 12, Praga 14, Praga 15, Praga 19, Praga 20, Praga 21)
Attività agevolabili Il bando prevede il finanziamento delle seguenti iniziative: – la costruzione, la ristrutturazione, l’ammodernamento d’immobili finalizzati all’erogazione di servizi formativi e l’innovazione tecnologica incluse le tecnologie per l’apprendimento a distanza. Le strutture organizzate devono dimostrarsi idonee per competenza e tecnologia allo svolgimento di attività di formazione continua; – l’attivazione di servizi di formazione continua in nuovi settori merceologici e aree formative a copertura di più ampie zone territoriali per il mondo delle imprese, con particolare attenzione alle realtà carenti di servizi e di strutture di formazione; – l’acquisizione di supporti formativi (strumenti, macchinari e tecnologie, materiale didattico tecnico, software acquistato o sviluppato) e di programmi per
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la formazione professionale (contenuti e metodologie didattiche utilizzati, sviluppati o applicati), in particolare degli strumenti di formazione e dei relativi programmi idonei all’impiego nella formazione professionale. Attenzione particolare è rivolta ai mezzi tecnologici di formazione, come pure alle infrastrutture tecniche e di trasporto.
Spese ammissibili Nel dettaglio, sono ammesse a contributo le seguenti spese: – acquisto dell’immobile in base al prezzo ritenuto idoneo su parametri di mercato; – spese per la preparazione del progetto e della documentazione necessaria (documentazione sui permessi e le idoneità del bene immobile); – spese di preparazione di un’area alla costruzione (bonifica ambientale...); – spese per le infrastrutture tecniche e di trasporto (costruzione di locali e tecnologie annesse, fondo stradale e impianti di illuminazione, servizi vari nell’area; attivazione di vecchie strutture; costruzione o ricostruzione di connessioni tecnologiche; – e) costruzione e ricostruzione di servizi (costruzione atta a contenere equipaggiamento tecnico e relative connessioni ai network di utilità pubblica); – f) spese di acquisizione di supporti alla formazione; – g) spese di acquisizione di programmi di formazione; – h) spese per strumenti tecnologici e mobili per l’ufficio; – spese per acquisizione di beni immateriali, ovvero costi di trasferimento tecnologico nella forma di brevetti, licenze, knowhow o altro. Le spese per i beni immateriali possono essere ammessi fino
al 25% del loro valore. Si stabilisce peraltro che l’ammissibilità è prevista nel casi di: 1) ammortamento dei beni immateriali; 2) mantenimento della proprietà del beneficiario per almeno cinque anni; 3) d’uso esclusivo del beneficiario del finanziamento; 4) valutazione del bene effettuata secondo l’idoneo prezzo di mercato.
Agevolazioni I contributi previsti sono in conto capitale e pari massimo al 46%
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delle spese ammissibili per ciascun progetto. In dettaglio, i massimali di aiuto per singolo intervento sono i seguenti: – il valore del contributo pubblico per acquisizioni di beni immobili, la ricostruzione o la costruzione di un centro servizi di formazione che eroghi interventi su più imprese e/o settori è compreso tra un minimo di 400 mila Czk a un massimo di 20 milioni di Czk; – il valore del contributo pubblico per acquisizioni di beni immobili,
Elementi caratteristici del bando ●
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Nel caso di acquisto di un bene immobile, il proponente deve presentare il contratto preliminare di acquisto (incluso il terreno). Il proponente deve dimostrare la proprietà del bene con una copia del Registro di proprietà dei beni immobili (antecedente di non oltre tre mesi) con una copia dei dati di Catasto; I costi di acquisizione di un bene immobile devono essere in linea con i prezzi di mercato stimati da un perito. Nel caso di contratto di affitto del bene immobile e del terreno, il contratto deve essere concluso in un termine definito, pari almeno al periodo nel quale il beneficiario raggiunge gli obiettivi operativi della struttura dei servizi di formazione. Il contratto deve specificare che, in caso di cambio di proprietà, i diritti connessi e le obbligazioni derivanti dal contratto saranno trasferiti al nuovo proprietario. Nel caso di servizi di formazione erogati a diverse imprese, la richiesta di contributo deve inserire anche un’analisi dei bisogni su scala regionale della formazione continua e la capacità del progetto di soddisfare questi bisogni, espressi ma non ancora soddisfatti o non ancora espressi, e la sua idoneità sia tecnologica sia professionale a erogare servizi formativi proposti. Nel caso d’insediamento e costruzione di un Centro di formazione orientato a un nuovo settore è posta la condizione che una o più caratteristiche del servizio non siano ancora presenti nella regione territoriale d’intervento. È necessario un business plan del Centro di formazione per un periodo di un anno dopo il completamento dell’implementazione del progetto con una previsione di ulteriori due anni. Nel caso di aiuto pubblico superiore ai 2,5 milioni di Czk, il richiedente deve presentare uno studio di fattibilità. Il proponente deve assicurare il cofinanziamento dell’investimento attraverso risorse proprie o altre fonti (per esempio, prestiti bancari); nel caso di altre fonti occorre documentare le autorizzazioni ottenute. Il proponente deve garantire l’attività e l’erogazione dei servizi per almeno cinque anni. La proprietà dei beni ottenuti con contributo pubblico (materiali e immateriali) deve essere mantenuta per almeno cinque anni
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la ricostruzione o la costruzione di un centro servizi di formazione che eroghi interventi di una realtà corporate è compreso tra un minimo di 250 mila Czk a un massimo di 10 milioni di Czk; – il valore del contributo di acquisizione di supporti formativi è compreso tra i 100 mila Czk e non eccede i 6 milioni di Czk; – il valore del contributo di un programma di formazione è compreso tra i 100 mila Czk e non eccede i 6 milioni di Czk; – il supporto complessivo per ciascun progetto è compreso tra un minimo di 500 mila Czk e i 30 milioni di Czk.
Procedura L’autorità di gestione del Programma Operativo PO industria e impresa è il Ministry of Industry and Trade, a cui occorre inviare le proposte (Ministry of Industry and Trade, Na Frantisku 32, CZ110 15 Praha 1; Tel.: +420 224 062 917, Fax: +420 224 062 630, sito internet: www.mpo.cz. Cliccare sotto “versione in Inglese” e successivamente sotto “Structural Funds”). Per quel che riguarda la modalità di partecipazione al bando, le domande devono essere presentate entro e non oltre il 31 ottobre 2006. Per gli aspetti burocratici e tecnici della presentazione della domanda
di finanziamento, si ricorda che i progetti devono superare una valutazione formale e una valutazione tecnico-economica. La valutazione tecnico-economica dell’investimento tiene conto dei seguenti criteri: a) qualificazione e affidabilità del proponente (cooperazione in atto con istituti di formazione e ricerca, anni di esperienza in formazione professionale e nella specializzazione oggetto della richiesta di contributo, riconoscimenti ricevuti); b) adeguati indicatori economici quantitativi e valutazione, con business plan, dell’impatto e dell’efficacia dei servizi da erogare o studio di fattibilità (capacità adeguata al soddisfacimento dei bisogni formativi, tasso di occupancy, uso dei servizi da erogare, idonea capacità di finanziamento con risorse proprie o di altra fonte; c) adeguati criteri specifici per la ricostruzione o la costruzione (criteri di valutazione ed efficacia della spesa pubblica per le attività ammissibili richieste); d) adeguati criteri specifici per i supporti formativi e i programmi formativi (contributo alla formazione del progetto). Tali elementi devono essere comparati con casi analoghi di supporto presenti sul mercato e comparati anche sul piano economico.
Le priorità ● ● ● ● ● ● ●
La finalità strategica del centro di formazione; il forte coinvolgimento delle imprese, dei centri servizi e delle amministrazioni locali; il forte coinvolgimento delle istituzioni di formazione e ricerca; l’adeguata offerta formativa di seminari e corsi di formazione programmati nell’ottica; della qualificazione e dell’aggiornamento dei formandi; la coerenza economico-finanziaria (efficacia ed efficienza) del progetto; l’affidabilità del proponente
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Accordo Italia-Arabia Saudita per lo sviluppo di joint venture Operativo l’accordo tra Simest e Sagia, il nuovo ente saudita preposto alla valutazione dei progetti di investimento e alla loro incentivazione, per agevolare la creazione di imprese miste di Vittorio Anelli, Luseis Srl
I
talia e Arabia Saudita intrattengono ottime relazioni fin dal 1932, anno in cui il nostro Paese fu tra i primi a riconoscere il neonato Regno dell’Arabia Saudita attraverso la firma di un Trattato di Amicizia. L’Italia è il sesto Paese per interscambio commerciale col Paese arabo, preceduto solamente da Usa, Giappone e Cina e dalle europee Germania e Regno Unito. Nel corso del 2005 l’Italia ha effettuato importazioni per un valore superiore a 4 miliardi di euro, l’85% delle quali rappresentate da petrolio greggio e gas naturale. Dopo due anni di trend negativo, dovuto principalmente all’apprezzamento del dollaro sull’euro, sono tornate a crescere le nostre esportazioni (pari a circa 1,8 miliardi di euro), costituite in particolare modo dall’impiantistica per il settore petrolchimico e da macchine e apparecchi per la lavorazione e l’impiego di energia elettrica.
L’ACCORDO L’accordo operativo siglato tra SIMEST e SAGIA (Saudi Arabian General Investment Authority), l’ente preposto all’attrazione degli investimenti esteri in Arabia Saudita, prevede il finanziamento di joint venture, che possono essere anche controllate al 100% da investitori stranieri, nei settori autorizzati dal governo saudita
SETTORI ESCLUSI Risultano invece in calo le tradizionali esportazioni di ceramiche, prodotti chimici di base e autoveicoli.
Nuovo corso politico Col Piano quinquennale 20002005, l’Arabia Saudita ha dato inizio a un nuovo corso politico, incentrato su due principi fondamentali: 1. privatizzazione; 2. diversificazione delle fonti di reddito.
Attrazione degli investimenti Il 10 aprile 2000 è stata varata una nuova, storica legge sugli investimenti stranieri che permette agli investitori non sauditi di entrare in possesso fino al 100% delle imprese industriali locali, disponendo anche della piena proprietà del suolo e dell’immobile. Le imprese straniere possono inoltre godere degli stessi incentivi offerti alle aziende nazionali. Per
SAGIA procede a una revisione periodica della lista dei settori preclusi agli stranieri che sono destinati a ridursi progressivamente. Al momento, i principali settori ancora esclusi sono: 1. commercio; 2. esplorazione, perforazione e produzione petrolifera; 3. produzione e distribuzione di energia elettrica; 4. attività immobiliare e turistica nelle due città sante dell’Islam
CONDIZIONI DI FINANZIAMENTO I progetti d’investimento per lo sviluppo di imprese miste viene normalmente finanziato per il 50% dal SIDF (Saudi Industrial Development Fund), che concede mutui senza interesse fino a 15 anni, di cui cinque di grazia, e per un ulteriore 25% da banche saudite, incoraggiate dall’avallo del SIDF. Il restante 25% deve essere conferito come capitale di rischio dall’azienda italiana e dagli eventuali soci sauditi
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esempio, anche aziende di pieno controllo straniero hanno diritto ad accedere ai prestiti speciali (soft loan) del SIDF (Saudi Industrial Development Fund). Oggi è permesso, inoltre, agli investitori non sauditi, di ottenere licenze in più settori di attività. Altri significativi cambiamenti apportati dal nuovo provvedimento riguardano il regime fiscale per le imprese straniere: è stata ridotta l’aliquota fiscale dal 45% al 20% per le imprese con un utile superiore ai 100mila ryal sauditi (circa 21mila euro) ed è stata concessa l’opportunità di ammortizzare le perdite per un periodo di tempo illimitato.
Istituzione dell’Ente per gli investimenti Sempre nell’aprile 2000, in attuazione del nuovo corso politico di Riad, è stato istituito il SAGIA (Saudi Arabian General Investment Authority), un nuovo ente preposto alla valutazione dei progetti di investimento e alla loro incentivazione, attraverso la facilitazione delle pratiche relative ai progetti, grazie alla concentrazione in un unico centro dei rappresentanti di tutti gli organismi interessati. SAGIA è la sola autorità titolare del rilascio di licenze per nuovi progetti. Ogni progetto viene affidato a un funzionario incaricato di seguirlo lungo l’intero iter e di reperire le autorizzazioni necessarie. Agli investitori esteri viene richiesto solo di fornire: 1. una lettera di intenti, che lo impegni a investire nel Regno, a nome suo o della società per cui lavora; 2. un documento con lo statuto della società che rappresenta; 3. una seconda lettera di intenti, nel caso di una joint venture con uno o più soci sauditi, comprovante la disponibilità di questi
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ultimi a concludere l’accordo. Entro 30 giorni dalla presentazione del progetto, SAGIA ha l’obbligo di comunicare la propria decisione; in caso contrario vale la norma del “silenzio-assenso”. Il Consiglio di amministrazione dell’Autorità procede a una revisione periodica della lista dei settori preclusi agli stranieri che, secondo le intenzioni del governo, sono destinati a ridursi progressivamente. I principali settori ancora esclusi sono: 1. commercio; 2. esplorazione, perforazione e produzione petrolifera; 3. produzione e distribuzione di energia elettrica; 4. attività immobiliare e turistica nelle due città sante dell’Islam. SAGIA vigila inoltre sul rispetto dei limiti minimi fissati dal governo per il valore degli investimenti nei singoli settori (6,6 milioni di euro in agricoltura; 1,3 milioni in campo industriale; 530mila per gli altri progetti). L’Autorità può tuttavia autorizzare alcune eccezioni nel caso di significativo trasferimento di know how e tecnologia. La fattibilità tecnica e finanziaria del progetto viene valutata secondo i normali standard internazionali dal SIDF (Saudi Industrial Development Fund), che delibera circa la concessione del finanziamento a condizioni agevolate. Per determinati settori, in cui l’Arabia Saudita ha già rag-
giunto un livello di auto-sufficienza, SIDF non concede di norma il finanziamento agevolato, a meno che l’investimento non sia rivolto alla produzione per l’esportazione.
Accordo SIMEST-SAGIA In linea con la politica di modernizzazione dell’economia e per favorire il trasferimento di know how e tecnologia, è stato siglato, nel 2003, tra Ministero degli Affari Esteri italiano e Ministero delle Finanze saudita un importante accordo per il finanziamento di joint venture italosaudite a cui ha fatto seguito, di recente, un accordo operativo tra Simest e SAGIA. La copertura del progetto d’investimento viene ripartita in questo modo: 1. normalmente il 50% viene finanziato dal SIDF, che concede mutui senza interesse fino a 15 anni, di cui cinque di grazia, a fronte del pagamento di una commissione del 5% il primo anno e del 2% gli anni seguenti, per la copertura dei costi di amministrazione del Fondo; 2. un ulteriore 25% viene finanziato da banche saudite, incoraggiate dall’avallo del SIDF; 3. il restante 25% deve essere conferito come capitale di rischio dall’azienda italiana e dagli eventuali soci sauditi. Come ulteriore incentivo è previsto che le garanzie da prestare siano esclusivamente locali, fornite sulle
Per informazioni SAGIA Saudi Arabian General Investment Authority
SIDF Saudi Industrial Development Fund
Call Center 800 244 9990 http://www.sagia.gov.sa/
PO Box 4143, Riyadh 11491 Tel.: 477 4002 – Fax: 479 0165
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strutture della joint venture. L’azienda italiana, per la parte di conferimento di propria pertinenza, può ricorrere alla legge 100/90 che prevede due tipi di agevolazioni da parte di Simest: 1. una quota di partecipazione del capitale della società estera; 2. il contributo in conto interessi a fronte di un finanziamento concesso all’impresa italiana da istituti bancari. Può inoltre ricorrere ai finanziamenti ex DM 136/00 per lo studio di fattibilità e lo start up del progetto stesso. A oggi, per l’Italia, sono in corso di realizzazione circa 15 progetti, mentre una quarantina sono sotto esame. I settori in cui si stanno concentrando gli investimenti italiani sono quello petrolchimico e quello edile.
Prossime iniziative Nuova società per gli investimenti Sulla stessa linea di collaborazione
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con le imprese italiane si colloca “Sharicat Wea’a al Masharie” (letteralmente “Società Vascello” per lo sviluppo imprenditoriale), società partecipata da imprenditori sauditi in corso di omologazione presso il Ministero del Commercio, che si consorzierà con Simest allo scopo di favorire progetti imprenditoriali comuni. In un secondo tempo, è previsto che nell’azionariato di tale società intervenga un ente pubblico saudita, il Public Investment Fund. L’iniziativa sottolinea il forte interesse saudita nei confronti della nostra tecnologia e rappresenta un ulteriore incentivo per le nostre PMI, che possono cogliere opportunità di business nel mondo arabo con investimenti minimi e con la tutela di un Ente a partecipazione statale, qual è Simest. A ulteriore garanzia dell’iniziativa è da sottolineare il fatto che il direttore della nuova società è Cesare Orlandini del Beccuto, rappresentante di Simest presso SAGIA e unico europeo stabilmente presente presso la struttura.
Accordo fiscale. Le opportunità di investimento per le aziende italiane saranno ancora più invitanti non appena sarà siglato l’accordo formale, ormai prossimo, tra Arabia Saudita e Italia per evitare la doppia imposizione fiscale. Il governo di Riad, per incentivare ulteriormente l’arrivo di capitali e tecnologia esteri, sta pensando inoltre di esonerare per 15 anni dalle tasse gli investimenti stranieri. L’Autorità Generale per gli Investimenti (SAGIA) si sta adoperando per portare rapidamente a buon fine l’iniziativa. Per conseguire l’obiettivo di diversificazione dell’economia dal petrolio, è in discussione anche l’ipotesi di non applicare per cinque anni le norme saudite sui nuovi progetti industriali, agricoli e minerari. Per gli investitori italiani risultano particolarmente interessanti le possibilità di business nei seguenti settori: meccanica, lavorazione dei derivati del petrolio, componenti per l’edilizia, agroindustria e trattamento delle acque.
Le condizioni dell’accordo SIMEST-SAGIA in sintesi Condizioni finanziarie applicabili per l’avvio di joint venture: INVESTIMENTO TOTALE
100%
FINANZIAMENTO DEL FONDO SAUDITA SIDF (commissione del 5% il primo anno, 2% gli anni seguenti; interesse nullo)
50%
FINANZIAMENTO DA BANCHE LOCALI (aderenti al programma)
25%
EQUITY (esempio nel caso di joint venture paritaria) di cui: – socio saudita – azienda italiana + SIMEST
25%
NB: le garanzie saranno esclusivamente locali, fornite sulle strutture della JV
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Vantaggi e rischi dei contratti di Interest rate swap Proposto un paio di anni fa dai maggiori istituti bancari, ottenendo vantaggi in termini di redditività a fronte di perdite per il sistema delle PMI, l’IRS ritorna a essere venduto, sostenuto dalle previsioni di rialzo dei tassi per il biennio a venire di Carlo Morichini, Fidindustria S.c.a.r.l.p.a.
U
n contratto di interest rate swap rappresenta uno strumento a disposizione delle imprese per coprire il rischio derivante dall’oscillazione dei tassi d’interesse. Viene utilizzato per difendersi da eventuali rialzi dei saggi derivanti dalla politica monetaria restrittiva degli istituti centrali (BCE, FED, ecc.). Potremmo tranquillamente parificarlo a una scommessa matematica, dove le parti (impresa e banca) stabiliscono i termini dell’azzardo. O meglio, è la banca a stabilirli, mentre l’impresa decide se aderire o meno alla proposta. In pratica, l’istituto bancario si impegna a pagare periodicamente all’impresa una ragione d’interesse che corrisponde a un parametro preventivamente determinato e legato al mondo dei tassi variabili. Si tratta normalmente dell’Euribor, cioè del tasso a cui le banche si scambiano tra di loro il denaro (euro) sul mercato interbancario. L’Euribor costituisce il parametro che meglio rappresenta la dinamica dei tassi d’interesse: è un indicatore estremamente reattivo, che varia giornalmente, fedele testimone della situazione dei mercati finanziari. Ne esistono varie “versioni”,
come vedremo in seguito. Come contropartita di quanto sopra esposto, l’impresa si impegna, con la stessa periodicità, a corrispondere alla banca un tasso fisso preconcordato (IRS), che di solito varia da scadenza a scadenza (ma che è già preventivamente stabilito per tutta la durata dell’operazione). A ogni scadenza periodica (di solito ogni tre mesi), si effettua un pagamento per compensazione, nel senso che, anziché procedere alla regolarizzazione di due flussi opposti, uno verso la banca e uno verso l’impresa, semplicemente, viene regolarizzata la differenza tra i due movimenti, che può essere di volta in volta a favore dell’impresa o a favore della banca, a seconda di chi ha sbagliato le previsioni. Si tratta quindi di scommettere su un tasso fisso certo, incontrovertibile e predeterminato in sostituzione di un tasso variabile e quindi, per definizione, aleatorio.
Le caratteristiche dell’operazione All’interno di un’operazione di interest rate swap esistono delle variabili su cui vale la pena di soffermarsi. Vediamole nel dettaglio.
CHE COS’È Un contratto di interest rate swap copre il rischio derivante dall’oscillazione dei tassi d’interesse, in modo da difendersi da eventuali rialzi derivanti dalla politica monetaria restrittiva degli istituti centrali. Il meccanismo prevede che l’istituto bancario si impegni a pagare periodicamente all’impresa una ragione d’interesse che corrisponde a un parametro predeterminato e legato al mondo dei tassi variabili, che normalmente corrisponde dell’Euribor
SCOPO Lo scopo dell’impresa è liberarsi dall’incertezza connessa a un indebitamento a tassi variabili, una forma tecnica molto utilizzata dalle aziende, che, in caso di rialzo dei tassi, porta verso l’alto l’onerosità del debito, con conseguenze negative per il conto economico aziendale. Per la banca, lo scopo è invece l’incremento del proprio conto economico senza impegnare capitali in operazioni di prestito, ma attingendo a linfe diverse dalla voce “interessi”
DESTINATARI Tutte le imprese possono utilizzare questo tipo di strumento. Fino a qualche anno fa, gli IRS erano appannaggio delle grandi società. Successivamente le banche, individuando nel prodotto una fonte interessante di business, lo hanno adattato al fine di adeguarlo a tutte le realtà imprenditoriali
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Importo. Innanzitutto, bisogna stabilire l’oggetto del contendere, ovvero qual è il massimale su cui calcolare il tasso fisso e il tasso variabile e su cui operare la compensazione tra i due flussi. Di solito, il massimale tiene conto dell’esposizione a tasso variabile che l’impresa presenta nei confronti del sistema bancario. Tale esposizione può essere rappresentata sia da scoperti di conto corrente, sia da linee cosiddette autoliquidanti (castelletti per anticipo su ricevute bancarie, anticipo su fatture, anticipo su contratti, export, ecc.), sia da operazioni di mediolungo termine (finanziamenti chirografari o ipotecari, leasing, ecc.). Oltre al bilancio d’esercizio, lo strumento per stabilire il livello medio di indebitamento dell’impresa può essere rappresentato dalla Centrale Rischi dell’azienda, che evidenzia in ogni mese l’ammontare del debito verso il sistema bancario e parabancario (leasing). Proprio la possibilità di seguire l’andamento del debito nelle sue fluttuazioni mensili può aiutare a stabilire l’esatta quantità dell’esposizione su cui applicare un contratto IRS. Scadenza. Come ogni contratto, anche questa tipologia di derivato ha una scadenza naturale oltre la quale non produce più effetti sui contraenti. La durata di solito abbraccia diversi esercizi. Esistono sul mercato operazioni a tre, cinque e sette anni. All’interno di questo arco temporale esistono poi dei momenti intermedi di verifica, di solito (ma non necessariamente) trimestrali, dove le parti procedono a regolarizzare i loro impegni con risultati ovviamente opposti tra le due parti: ci sarà un flusso positivo diretto verso la banca o verso l’impresa a seconda di chi dei due soggetti avrà visto verificarsi le sue aspettative in quel particolare lasso temporale.
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Parametro di riferimento. Come già detto, trattandosi di operazioni che coinvolgono il mondo dei tassi variabili, il parametro di riferimento per antonomasia è rappresentato dall’Euribor, ovvero dal costo del denaro (parliamo di divisa euro) sul mercato interbancario. Rappresenta, come detto, un indicatore veramente affidabile e fedele della realtà economica. Ne esistono diverse “versioni”: a uno, due, tre, sei mesi (e oltre). Ognuno di essi rappresenta il costo del denaro a uno, due, tre, ecc. mesi. Possono anche essere utilizzati dei valori medi del parametro in sostituzione del dato puntuale (per esempio, la media dell’Euribor tre mesi del mese precedente alla scadenza tecnica trimestrale).Ogni Euribor quota ciascun giorno due valori: un denaro e una lettera. Nei contratti si fa riferimento alla lettera. Viene inoltre valorizzato con due divisori diversi: 360 e 365 giorni. Tecnicamente, il divisore (la base di calcolo del tasso in termini di giorni) si definisce fattore moltiplicativo e, normalmente, quello più utilizzato è il primo (360). Esistono anche altri parametri potenziali, anche se il loro utilizzo è minore, che, di solito, si rife-
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riscono a panieri inflattivi (per esempio, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo dell’area euro Eurostat). Mark to market. Rappresenta l’esborso che l’impresa dovrebbe sostenere per risolvere il contratto in un momento specifico, diverso dalla sua naturale scadenza. È normalmente penalizzante per l’azienda, in quanto espone la banca a un rischio, che deriva dal fatto che quest’ultima ha posto in essere, a fronte del derivato, una copertura per pari durata con un ente terzo, al fine di neutralizzare l’aleatorietà dell’operazione. Sostituzione di un parametro. Nei contratti di interest rate swap si prevede sempre, a fronte del venir meno di un parametro, la sua sostituzione con un altro indicatore, in modo da non lasciare spazio a pericolose aree di incertezza non derivanti dalla volontà dei due contraenti.
I rischi del prodotto Le variabili da tenere sotto controllo L’utilizzo dello strumento dei derivati per coprire un rischio, ancorché legittimo, si può anche trasformare in un boomerang per i
Glossario Swap:
strumento di copertura di un rischio sia esso di cambio o di tasso (cd. Derivati).
Parametro:
riferimento di natura finanziaria per stabilire i costi dell’operazione di swap.
Mark to market: costo della risoluzione anticipata di un contratto di swap. Step up:
strumento di copertura del rischio di tasso con tassi predefiniti a carico del cliente impresa crescenti nel tempo.
Cap:
contratto d’opzione che fissa un limite massimo al costo del debito e si attiva in funzione del verificarsi di determinati eventi (quando il tasso di riferimento, l’Euribor, supera il livello di copertura).
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conti delle imprese. Sicuramente, prima di essere utilizzato, andrebbe valutato a fondo e analizzato in tutte le sue pieghe, al fine di evitare spiacevoli conseguenze. Ci sono delle variabili che incidono sensibilmente sul rischio insito nell’operazione. – Maggiore è la durata (in considerazione del fatto che il contratto è piuttosto blindato e difficile da “smontare”) maggiore è il rischio per l’imprenditore. – Anche la scelta del parametro di riferimento è importante. È necessario scegliere un parametro che possa difficilmente essere abolito o modificato, in quanto le regole contrattuali, in questi casi, tendono a privilegiare, nella scelta di un nuovo indicatore, gli interessi della banca. Il fatto che essa paghi sulla base di un dato puntuale a una certa scadenza e che tale dato venga utilizzato per un arco temporale importante (esempio un anno) aumenta ancora di più il rischio per l’imprenditore, perché accresce l’area di incertezza. Meglio sarebbe utilizzare un valore medio, da applicare a un arco temporale ristretto (uno o due mesi). – Sull’equità del gioco matematico andrebbe fatta una riflessione. Essa non può prescindere dalle previsioni macroeconomiche in materia di tassi e volatilità; è bene non lasciarsi incantare troppo da previsioni di parte, legate più a politiche di budget, che a fondamentali economici. – Un’ultima osservazione riguardo alla copertura dei tassi su finanziamenti a rimborso rateale a tasso variabile. Se si pensa di coprire una posizione
similare con uno swap, bisogna considerare che, affinché il beneficio per l’impresa sia massimo, il rialzo dei tassi dovrebbe verificarsi nei primi anni di vita del prestito, quando l’azienda rimborsa molti interessi e poco capitale. A fronte di una previsione simile, varrebbe la pena di coprirsi con uno swap. Viceversa, un rialzo che si verifichi verso la fine della duration (quando la quota interessi è minima) non influisce in modo incisivo sul costo reale del finanziamento e quindi non giustifica una copertura del rischio di tasso.
L’utilizzo ottimale Va tenuto presente anche il fatto che i contratti di interest rate swap vanno segnalati a cura dell’istituto proponente in Centrale Rischi e, quindi, vanno a finire sulla “carta d’identità” dell’impresa, sul suo monte fidi. In altri termini, vanno ad appesantire la sua posizione debitoria, spesso a sua insaputa, togliendole qualche punto in termini di affidabilità e limitando magari la concessione di altre linee di credito più necessario al suo sviluppo. Sarebbe in ogni caso buona norma utilizzare lo strumento in modo parco, limitando la quota di debito da coprire con uno swap a un massimo del 30% dell’esposizione complessiva media dell’impresa verso il sistema bancario. Andare a coprire percentuali superiori diventa un grosso rischio per l’azienda nel caso in cui le previsioni di rialzo dei tassi non si verifichino o si verifichino solo in modesta misura. Vediamo con un esempio di chiarire meglio i concetti fin qui esposti analizzando un’ipotesi di derivato.
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CREDITO BANCARIO
CREDITO ALLE IMPRESE
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Esempio Ipotesi di derivato “La Banca A propone all’impresa B un contratto di interest rate swap per un importo di 2.000.000 di euro, inizio 1 marzo 2006 (data iniziale); fine 1 marzo 2009 (scadenza finale). ●
●
Scadenze intermedie: scadenza 1 1/3/2007 scadenza 2 1/3/2008 Scadenza finale 1/3/2009
L’azienda pagherà i seguenti tassi: dalla data iniziale alla scadenza 1 4,00% dalla scadenza 1 alla scadenza 2 4,15% dalla scadenza 2 alla scadenza finale 4,30%
La banca pagherà i seguenti tassi: Euribor tre mesi lettera, rilevato il secondo giorno lavorativo antecedente ciascuna scadenza periodica del contratto. Il pagamento avverrà mediante scambio di differenziali a ogni scadenza periodica dei tassi parametro.
Esaminiamo di seguito i calcoli e alcune considerazioni Alla data di inizio dell’operazione (marzo 2006), l’Euribor 3M era pari a circa il 2,7 per cento. Analizziamo gli effetti del contratto sui conti dell’impresa, ipotizzando che la dinamica dell’Euribor nei prossimi tre anni evidenzi una crescita di 2 punti, di cui 1 entro marzo 2007, un altro mezzo punto dopo marzo 2007 e un altro mezzo punto dopo marzo 2008.
Periodo
Banca paga
Impresa paga
Prima scadenza (3/07)
74.000 euro
80.000 euro
6.000 euro
Seconda scadenza (3/08)
84.000 euro
83.000 euro
-1.000 euro
Scadenza finale (3/09)
94.000 euro
86.000 euro
-8.000 euro
Totale
differenziale a favore banca
-3.000 euro
Il conteggio, che evidenzierebbe un beneficio per l’impresa pari a 3.000 euro, è la risultanza del fatto che l’azienda, per le tre scadenze in questione, paga rispettivamente il 4%, il 4,15% e il 4,25% alla banca. L’istituto paga l’Euribor in vigore alla data della scadenza 1 e 2 e finale (ipotizziamo il 3,7 fino a marzo 2007, il 4,2% fino a marzo 2008 e il 4,7% successivamente). Il rialzo di due punti dell’Euribor provoca una lieve convenienza per l’impresa quantificabile appunto in 3.000 euro.
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IN SINTESI
Agevolazioni per il lavoro NORMA
AGEVOLAZIONI
DM 22 dicembre 2005
BENEFICIARI I soggetti che svolgono attività di studio e ricerca in discipline infortunistiche, nell’ambito dei luoghi di lavoro, e in medicina sociale
TEMATICHE AMMESSE Il DM 22 dicembre 2005 ha individuato le specifiche tematiche che potranno essere finanziate dal Ministero del lavoro, tra cui: – la tutela della salute nella somministrazione di lavoro e nel lavoro a progetto; – la ricollocazione in azienda dei lavoratori disabili; – la tutela dal rischio vibrazione, prevenzione dei rischi di pandemia nei luoghi di lavoro
AGEVOLAZIONE Il Ministero del lavoro eroga contributi in misura pari all’80% del costo dello studio o ricerca proposta. Lo stanziamento previsto è pari a 3.452.904,31 euro, a carico del Fondo speciale infortuni
PROCEDURA Le domande di ammissione devono essere presentate al Ministero del lavoro, a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno, entro il 5 giugno 2006 (60 giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del bando di concorso). Gli interessati dovranno utilizzare il modello allegato al DM 22 dicembre 2005 e disponibile sul sito www.welfare.gov.it
Contributi per studi in materie infortunistiche e di medicina sociale I soggetti interessati, a seguito della pubblicazione del bando sulla G.U. n. 147 del 5 aprile 2005, possono presentare domanda entro il 5 giugno 2006 per ottenere contributi in misura pari all’80% del costo dello studio di Luca Vannoni, MG Consulting Srl
I
l ministero del Lavoro, con il DM 22 dicembre 2005 (G.U. 5 aprile 2006 n. 147), ha emanato il bando per la concessione di contributi in favore di progetti di ricerca e studio in materia di medicina sociale e infortunistica sul lavoro. Il decreto attua la facoltà prevista dall’art. 197, lettera c), del DPR 30 giugno 1965 n. 1124. In base a tale norma, il ministero del Lavoro ha facoltà di erogare contributi a carico del Fondo speciale infortuni, costituito in parte dalle sanzioni amministrative riscosse relative agli infortuni sul lavoro. Il bando si rivolge a studi e ricerche relative alle seguenti tematiche: a) sicurezza e tutela della salute nella somministrazione di lavoro e nel lavoro a progetto dei lavoratori giovani; b) raccolta, analisi e studio delle buone pratiche di ricollocazione
in azienda dei lavoratori disabili e dei lavoratori divenuti inabili in conseguenza di infortunio o malattia professionale; c) analisi dei metodi e delle tecniche di comunicazione per la promozione di modelli comportamentali corretti in materia di salute e sicurezza sul lavoro per i lavoratori giovani; d) tutela dei lavoratori dal rischio vibrazioni; e) protezione dei lavoratori delle discoteche e delle attività ricreative dal rischio rumore; f) analisi di impatto e strategie di prevenzione dei rischi di pandemia nei luoghi di lavoro; g) responsabilità sociale delle imprese e prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali; h) lavoro, disabilità e differenze di genere; i) modelli formativi per la promozione della cultura della salute e sicurezza nelle scuole dell’obbligo.
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SCHEDA DI VALUTAZIONE
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
DIFFICOLTÀ Lo stanziamento non è particolarmente consistente e potrebbe determinare il rigetto di molte domande. Nella domanda, il progetto di studio o di ricerca deve essere dettagliato con estrema precisione, in particolare per quanto riguarda l’oggetto, la metodologia, le fasi di lavoro, gli obiettivi prefissati e il preventivo di spesa
TEMPI La domanda deve essere presentata entro il 5 giugno 2006
COSTI Non sono previsti costi particolari
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Le probabilità di accedere all’agevolazione sono discrete per l’entità delle risorse disponibili, pari a complessivi 25 milioni di euro
NORMATIVA DM 22 dicembre 2005 DPR 30 giugno 1965, n. 1124, art. 197, lettera c) DM 28 ottobre 1994
MODULISTICA http://www.welfare.gov.it/EaChannel/MenuServiziAltri/AvvisiEBandi/tutela050406.htm
PER INFORMAZIONI http://www.welfare.gov.it
Destano particolare interesse, per i datori di lavoro e i lavoratori, gli studi relativi alla sicurezza del lavoro per alcune tipologie contrattuali flessibili, come la somministrazione e il lavoro a progetto, e alla ricollocazione. Inoltre, come correttamente sottolinea il Ministero nel decreto, vi è l’esigenza di sviluppare “un programma che tenda ad approfondire le conoscenze scientifiche in materia infortunistica e di sicurezza sul lavoro riferite sia ad attività di recente diffusione sia ad attività lavorative per le quali dette conoscenze permangono insufficienti.”
Preventivo di spesa Affinché la domanda possa avere esito positivo, i richiedenti devono prestare la massima attenzione nel predisporre il preventivo di spesa sulla base delle indicazioni presenti nel bando. In particolare: – le spese preventivate dovranno essere indicate al lordo dell’aliquota Iva, solo se non possono essere recuperate dal soggetto proponente; – ogni singola voce del costo complessivo dello studio o ricerca proposta dovrà essere segnalata con l’indicazione delle somme a carico del contributo richiesto; – i richiedenti potranno inoltre imputare la quota parte dei costi per l’acquisizione – mediante noleggio, leasing o imputazione delle quote di ammortamento riferite al periodo di svolgimento dello studio o ricerca proposta – delle attrezzature scientifiche e dei beni strumentali per una quota del contributo richiesto non superiore al 30%; – il periodo di ammortamento delle attrezzature scientifiche e dei beni strumentali non potrà esse-
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re uguale o inferiore al periodo di svolgimento dello studio o ricerca proposta; – i costi di “gestione e funzionamento” della struttura del soggetto proponente possono essere imputati per una quota non superiore al 5% del contributo richiesto.
Il contributo Il contributo del Ministero del lavoro copre l’80% dello studio: il 20%, quindi, rimane a carico del soggetto richiedente. La prima quota, pari al 40%, sarà erogata a seguito di stipula di apposita convenzione; la seconda quota, pari al 60%, sarà erogata solo a seguito dei risultati conclusivi dello studio. Non possono essere incluse nel preventivo di spesa su cui calcolare il contributo, le spese relative alla “manutenzione straordinaria” della struttura del soggetto proponente, le spese di rappresentanza e i maggiori costi derivanti da ritardi nella conclusione dell’attività di studio o ricerca.
La procedura Le domande di ammissione alla contribuzione devono essere presentate, con raccomandata con avviso di ritorno al Ministero del lavoro – Direzione generale della tutela delle condizioni di lavoro – Divisione III – Via Fornivo, 8 – 00192 Roma entro il 5 giugno 2006. Per il rispetto del termine di presentazione farà fede il timbro e la data dell’ufficio postale accettante. Le domande, sottoscritte dal legale rappresentante dell’Ente o Società richiedente, devono essere obbligatoriamente redatte con il modello scaricabile dal sito www.welfare.gov.it, nella sezione bandi e concorsi, e devono indicare i seguenti elementi:
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
– denominazione, ragione sociale, codice fiscale e/o partita Iva della Società, Ente o persona richiedente; – indirizzo, codice di avviamento postale, numero di telefono e di telefax della sede legale e operativa della Società, Ente o persona richiedente; – titolo dello studio o ricerca proposta e durata prevista, la quale non potrà essere superiore a 24 mesi; – nome, cognome e titolo del responsabile scientifico incaricato; – nome, cognome, recapito telefonico e indirizzo e-mail di un referente amministrativo del progetto; – indicazione della tematica oggetto dello studio o ricerca proposta; – costo totale preventivato e contributo richiesto; – numero di conto corrente bancario e relative coordinate intestato alla Società, Ente o persona richiedente;
– numero del conto di Tesoreria Unica – presso la Banca d’Italia – Tesoreria provinciale dello Stato (obbligatorio per gli Enti possessori); Si sottolinea come gli studi e le ricerche non possono avere una durata superiore ai 24 mesi. Alla domanda dovrà essere allegato un dettagliato progetto di studio o ricerca che ne illustri l’oggetto, la metodologia, le fasi di lavoro e gli obiettivi prefissati, un dettagliato preventivo di spesa. Il bando di concorso prevede inoltre che il richiedente alleghi su supporto informatico (quattro copie) la seguente documentazione: – il progetto di studio o ricerca; – il preventivo di spesa – il curriculum del responsabile scientifico con l’indicazione delle precedenti esperienze nel settore oggetto della ricerca proposta; – il curriculum di eventuali collaboratori o consulenti;
– l’indicazione dei nominativi del gruppo di ricerca incaricato; – l’indicazione dei nominativi del personale dipendente della Società o Ente richiedente, con l’indicazione delle mansioni attribuite nell’ambito dell’attività di studio o ricerca; – l’indicazione delle precedenti esperienze della Società o Ente proponente nel settore oggetto della ricerca.
Valutazione dei progetti I progetti di studio e ricerca saranno valutati da un apposito Comitato istituito presso l’Istituto Italiano di Medicina Sociale. Ai fini della valutazione, si terrà conto dei seguenti elementi: – l’originalità del progetto; – la validità degli obbiettivi; – la metodologia di studio e ricerca; – le esperienze del soggetto proponente; – la previsione di divulgare i risultati della ricerca.
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IN SINTESI
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
NORMA D.M. 1° febbraio 2006 (G.U. n. 88/2006)
BENEFICIARI Possono usufruire dell’incentivo le imprese e le cooperative di produzione e lavoro esercenti attività edile sul territorio nazionale classificate dall’Istat da 45.11 a 45.45.2
AGEVOLAZIONE L’agevolazione confermata anche per il 2005 consiste nella riduzione dei contributi previdenziali e assistenziali (per la parte a carico del datore di lavoro), diversi da quelli dovuti al fondo pensioni lavoratori dipendenti, nella misura dell’11,5%. Dal 1° ottobre 2005 lo sgravio interessa anche i contributi che le aziende devono versare alla Cassa Edile (Accordo di rinnovo del CCNL imprese edili 20/05/2004)
CAMPO D’APPLICAZIONE La riduzione si applica sulla contribuzione dovuta per i soli operai (e soci) occupati a tempo pieno, vale a dire con un orario di lavoro non inferiore a 40 ore settimanali
PROCEDURA Il beneficio si applica sui contribuiti INPS versati nel 2005, attraverso il mod. DM10/2 e ai premi INAIL in sede di autoliquidazione. Chi non ha fatto in tempo a utilizzare il beneficio in sede di autoliquidazione 2005/2006 scaduta lo scorso 16/02/2006, può fruirne attraverso la compensazione con successive rate di premio in scadenza ovvero attraverso la compensazione con il mod. F24 (nota INAIL del 03/02/2006)
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Edilizia: confermato per il 2005 lo sconto contributivo Il ministero del Lavoro, con decreto del 1° febbraio 2006, ha confermato per tutto il 2005 la riduzione contributiva dell’11,50% spettante alle imprese del settore edile per gli operai occupati a tempo pieno di Alberto Rozza, MG Consulting Srl
A
decorrere dal 1° luglio 1995, a favore dei datori di lavoro che esercitano attività edile sul territorio nazionale (comprese le cooperative di produzione e lavoro) classificate in base all’Istat con i codici dal 45.11 al 45.45.2, è riconosciuta una riduzione dell’11,50% dell’ammontare delle contribuzioni previdenziali e assistenziali, per la parte a carico del datore di lavoro, diverse da quelle del fondo pensioni lavoratori dipendenti, dovute all’INPS e all’INAIL per gli operai (compresi i soci lavoratori delle società cooperative) occupati con orario di lavoro di almeno 40 ore settimanali. A decorrere dal 1° ottobre 2005 lo sgravio interessa anche i contributi che le aziende devono versare alla cassa edile (accordo rinnovo CCNL edili 20/05/2004). È il caso di sottolineare che, in questi ultimi anni, il provvedimento autorizzativo viene emanato nell’anno successivo a quello di competenza, obbligando così le aziende a versare la contribuzione per intero per poi, attraverso operazioni di conguaglio, recuperare il beneficio in un momento successivo.
Beneficiari Possono applicare il beneficio tutti i datori di lavoro che esercitano attività edile operanti sul territorio nazionale, individuati con i codici Istat sopraindicati, comprese le società cooperative di produzione e lavoro esercenti le medesime attività (edili). Non rientrano nel beneficio le imprese appartenenti al settore metalmeccanico che applicano i relativi CCNL, indipendentemente dalla loro classificazione ai fini previdenziali (Circ. INPS 209/95). I lavoratori dipendenti per i quali è possibile applicare il beneficio contributivo sono gli operai (compresi i soci delle cooperative di produzione e lavoro) occupati, con un orario di lavoro a tempo pieno, vale a dire con un orario non inferiore a quello contrattuale di 40 ore settimanali. Non è possibile quindi applicare lo sconto per i lavoratori titolari di contratto part-time e coinvolti in contratti di solidarietà e in tutti i casi in cui, di fatto, sia praticato un orario di lavoro inferiore alle 40 ore settimanali. L’impresa non è esclusa dal beneficio, se la mancata prestazione la-
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
DIFFICOLTÀ È necessario verificare che l’azienda appartenga al settore agevolato e rientri nella classificazione disposta dall’Istat. Inoltre è necessario verificare se vi sono lavoratori occupati a tempo pieno che possono beneficiare dello sgravio
TEMPI Il beneficio viene fruito attraverso il modello DM10/2 per quanto riguarda i contributi INPS e in sede di autoliquidazione per i premi INAIL o con il mod. F24
COSTI Nessuno
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Certa
NORMATIVA – Art. 29, L. 341/95 – Art. 2, D.L. 210/2002 (L. 266/2002) – D.M. 1° febbraio 2006 (G.U. n. 88/2006) – Comunicato INAIL 3 febbraio 2006 – Circolare INPS 21 aprile 2006 n.61 – Accordo rinnovo CCNL imprese edili 20 maggio 2004
MODULISTICA Il mod. DM10/2 e il mod. F24
INFORMAZIONI www.inps.it Sede INPS di competenza www.inail.it Sede INAIL di competenza
vorativa nella settimana è dovuta a eventi tutelati o per i quali non vi sia la responsabilità del datore di lavoro, così come individuati ai fini dell’applicazione della retribuzione virtuale (vedi Tabella 1). Per la corretta applicazione della norma occorrerà anche far attenzione alla regolamentazione contrattuale (dei vari comparti) sul normale orario di lavoro che il DLgs 66/2003 e successive modificazioni fissa in 40 ore settimanali con un massimo di 10 ore giornaliere . Ciò significa che in alcune settima-
ne l’orario normale di lavoro può essere fissato anche in misura inferiore alle 40 ore settimanali a fronte di maggiori prestazioni da svolgersi in settimane successive. Si ritiene, pertanto che tale comportamento non determini la perdita del beneficio se la prestazione media settimanale raggiunge il limite delle 40 ore.
Agevolazione Il beneficio consiste nel fruire per tutto l’anno 2005 (periodi di paga da gennaio a dicembre), della riduzione dell’11,5% dei contribu-
Tabella 1 Assenze utili al raggiungimento delle 40 ore settimanali – Malattia (compresi i periodi eccedenti quelli indennizzati o retribuiti per i quali viene mantenuta la conservazione del posto di lavoro) – Malattia specifica (TBC) – Maternità (obbligatoria, facoltativa, prolungamento dell’astensione facoltativa per figlio con handicap grave) – Assenze per malattie del bambino fino a 8 anni di età – Infortunio – Malattia professionale – Donazione sangue – Congedo matrimoniale – Ferie (quelle collettive anche per gli operai che non le hanno maturate) – Riposi annui – Altri eventi indennizzati – CIG ordinaria e straordinaria (anche in attesa dell’autorizzazione, in caso di mancata concessione si dovrà procedere al conguaglio contributivo – circ. INPS n. 81/97) – Ore non lavorate con successivo recupero secondo la contrattazione collettiva – Servizio militare – Distacchi per cariche sindacali ed elettive – Permessi sindacali non retribuiti – Aspettative in base alle norme per i tossicodipendenti – Aspettative per motivi privati previsti dal contratto collettivo – Giorni di assenza ingiustificata con perdita della retribuzione sanzionata secondo le procedure di legge e di CCNL e quelli di sospensione dal lavoro e dalla retribuzione derivanti da provvedimenti disciplinari comminati in conformità alle predette procedure – Provvedimenti dell’autorità giudiziaria (custodia preventiva, arresto, ecc.) – Permessi non retribuiti nel limite di 40 ore annue – Corsi di formazione non retribuiti presso gli enti scuola
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
ti previdenziali e assistenziali (per la parte a carico della ditta), con esclusione di quelli destinati al fondo pensioni lavoratori dipendenti, dovuti all’INPS e all’INAIL (vedi Tabella 2) per gli operai e i soci delle cooperative di produzione e lavoro, occupati con un orario di lavoro non inferiore a 40 ore settimanali. Non spetta, come sopra ricordato, per gli operai occupati con contratto di lavoro a tempo parziale. Dal 1° ottobre 2005 il predetto beneficio è esteso anche alle contribuzioni (esclusi gli accantonamenti obbligatori) che l’impresa versa alla cassa edile così come previsto dall’accordo di rinnovo del CCNL edili 20/05/2004. La riduzione contributiva non spetta per quei lavoratori per i quali sono previste specifiche agevolazioni contributive ad altro titolo quali l’assunzione dalle liste di mobilità, contratti formazione-lavoro, contratti di inserimento/reinserimento, ecc.
Procedura L’applicazione dell’agevolazione è subordinata al rispetto delle disposizioni in materia di sgravi per il Mezzogiorno stabilite dall’art. 6, commi da 9 a 13, della L. 389/1989 (anche se attualmente non più operativo), comprese quelle dettate dal comma 1, in materia di retribuzione imponibile e di iscrizione alla Cassa edile. In merito a quest’ultima condizione, le aziende interessate sono tenute a inoltrare alla sede INPS competente la dichiarazione di regolarità contributiva che viene rilasciata dalla Cassa edile entro il 31 dicembre di ogni anno. La dichiarazione dovrà attestare che nell’anno precedente i contributi sono stati regolarmente versati.
Istruzioni operative Le istruzioni operative per fruire dello sgravio sono state ricordate, come accade ogni anno, dall’INPS con la circolare 61/2006 e dall’INAIL con il comunicato del 3/02/2006.
Contributi INPS. Per quanto riguarda l’INPS il riconoscimento del beneficio è effettuato, attraverso le denunce contributive mod. DM10/2, sulla base dei codici statistico contributivi e dei codici di autorizzazione già attribuiti alle aziende. I datori di lavoro che nel corso dell’anno 2005 hanno operato la riduzione contributiva (cod. “L206”), anche se il Ministero non aveva ancora emanato l’apposito decreto, non dovranno effettuare alcun adempimento. L’INPS provvederà a definire le eventuali note di rettifica emesse. Invece, i datori di lavoro che non hanno applicato lo sgravio in corso d’anno 2005 potranno recuperare la maggiore contribuzione versata relativa ai periodi di paga decorsi (gennaio-dicembre 2005) con una delle denunce contributive DM 10/2 entro il 16 luglio 2006. A tal fine le aziende interessate calcoleranno l’importo della riduzione spettante per i mesi decorsi e lo riporteranno nel quadro “D” del DM10/2, facendolo precedere dal previsto codice “L207” e dalla dizione “ARR.RID.ART.29, DL244/95”. Premi INAIL. Per quanto invece riguarda l’INAIL, i datori di lavoro interessati potevano usufruire della predetta riduzione dell’11,50% in sede di autoliquidazione 2005/2006 scaduta lo scorso 16 febbraio per i soli premi relativi al 2005 (esclusa quindi la rata anticipata 2006) ed esclusivamente sul premio infortuni e silicosi (la stessa riduzione non si applica, invece, sul premio spe-
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ciale unitario artigiani). Le aziende che non sono riuscite a utilizzare il bonus in sede di autoliquidazione, si ritiene, possano recuperare i maggiori premi versati, presentando apposita autocertificazione (il modello è disponibile anche sul sito www.inail.it), con la quale attestare di possedere i requisiti per beneficiare della riduzione, tenendo conto di quanto segue: – le aziende che, il 16 febbraio 2006 (termine per l’autoliquidazione 2005/2006), hanno pagato il premio in unica soluzione, devono procedere a compensazione del credito con eventuali debiti esistenti nei confronti dell’istituto o compensazione attraverso il modello F24 (da indicare nella colonna importi a credito compensati), oppure facendo richiesta di rimborso alla sede competente; – le aziende che stanno versando il premio in forma rateale potranno recuperare il credito con le rate non ancora scadute (prossima rata in scadenza 16 maggio; successive rate: 16 agosto e 16 novembre).
Contributi cassa edile. Si ricorda che dal mese di ottobre 2005 il beneficio risulta applicabile anche alla contribuzione Cassa edile (CCNL edili industria e CCNL edili cooperative). Per l’operatività di tale norma occorre però attendere che le parti firmatarie dei citati contratti collettivi emanino l’apposito regolamento attuativo. Anche il settore “piccola industria” introduce (recente accordo del 6-4-2006), con decorrenza 1° ottobre 2006, la norma premiale sui contributi Cassa edile. Per l’operatività, occorrerà attendere il relativo regolamento di attuazione (la cui approvazione è prevista per il 30-6-2006).
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
Tabella 2 – Modalità di applicazione dello sconto anno 2005 Istituti contributivi
INPS: Industria fino a 15 dipendenti Industria più di 15 dipendenti Artigianato Artigianato, indotto più di 15 dipendenti INAIL (industria e artigianato)
Aliquota complessiva (1)
Aliquota sulla quale applicare lo sconto dell’11,5%
Sconto effettivo (% da applicare sulla retribuzione imponibile)
44,87% 45,77% 42,82% 43,72%
12,17% (44,87-32,70 FPLD) 12,77% (45,77-32,70 FPLD-0,30 CIGS) 10,12% (42,82-32,70 FPLD) 10,72% (43,72-32,70 FPLD-030 CIGS)
1,400% 1,468% 1,164% 1,233%
Tasso infortuni e silicosi
Tasso infortuni e silicosi applicato in azienda
(1) Al netto dell’esonero CUAF 0,80% per l’industria e dell’esonero CUAF 0,43% e maternità 0,37% per l’artigianato (art. 120, L. 388/2000)
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
Costo del lavoro: le retribuzioni escluse dagli obblighi contributivi Le vigenti disposizioni prevedono l’esclusione parziale o totale dalla base imponibile fiscale e contributiva di una serie di emolumenti retributivi, la cosiddetta armonizzazione, generando un risparmio per i datori di lavoro e una minor trattenuta per il lavoratore in busta paga di Gabriele Bonati, MG Consulting Srl
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i fini della determinazione del costo del lavoro, risulta estremamente importante conoscere come si determina la base imponibile per il calcolo della contribuzione obbligatoria (oneri sociali), attraverso l’analisi della normativa di riferimento che prevede una serie di agevolazioni. Per effetto dell’armonizzazione disposta dal D.Lgs. 314/1997, una serie di emolumenti retributivi non concorrono (o concorrono parzialmente) a formare la base di calcolo ai fini delle imposte e ai fini dei contributi, mentre una serie di emolumenti sono esclusi (totalmente o parzialmente) solo per il calcolo degli oneri sociali. La corretta applicazione e utilizzo della predetta normativa determina quindi l’ottimizzazione del costo del lavoro, in quanto, su tali emolumenti (importo totale o parziale), il datore di lavoro non calcolerà la contribuzione a proprio carico e al dipendente non verrà effettuata la prescritta ritenuta in busta paga.
Normativa di riferimento A decorrere dal 1° gennaio 1998, la retribuzione sulla quale devono essere calcolati i contributi per il finanziamento delle prestazioni pensionistiche e per tutte le altre prestazioni previdenziali e assistenziali (compresi i premi Inail), è quella individuata (salvo siano previsti salari medi o convenzionali) dall’art. 12 della L. 30 aprile 1969, n. 153 (così come riformulato dall’art. 6 del D.Lgs 314/97, recante l’armonizzazione delle basi imponibili previdenziale e fiscale). Il citato art. 12, nell’ottica dell’armonizzazione, ha fissato il principio in base al quale l’assoggettamento al prelievo contributivo dei redditi di lavoro dipendente, individuati in base all’art. 49, c. 1 del D.P.R. 917/86, avviene sulla medesima base imponibile determinata ai fini fiscali a norma dell’art. 51, del medesimo D.P.R., salvo alcune deroghe (disciplinate tassativamente dal predetto art. 12) dettate dalla diversa natura del prelievo o ispirate da considerazioni d’ordine generale in materia di politica previdenziale (circ. INPS n. 263, 24.12.97).
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Il reddito di lavoro dipendente è quindi costituito, fatte salve le eccezioni di seguito riportate, da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo maturati nel periodo di riferimento (principio di competenza e non di cassa come nel regime fiscale), anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro, al lordo di qualsiasi contributo e trattenuta. Va quindi rilevato che, ai fini contributivi, la base imponibile non comprende solo quanto percepito dal lavoratore, ma include, ancorché non corrisposti, somme e valori dovuti per legge, regolamento, contratto collettivo o individuale se di miglior favore (art. 1, c. 1, L. 389/89, converte il D.L. 338/89, art. 1).
Gli emolumenti da escludere Gli emolumenti che non concorrono a formare base imponibile contributiva generano un risparmio per i datori di lavoro e una minore trattenuta in busta paga per il lavoratore (non si pagano le contribuzioni obbligatorie). Tali emolumenti si distinguono in: ● emolumenti che non generano, o generano parzialmente, imponibile fiscale che, per effetto della citata armonizzazione, si riflettono nella stessa maniera agevolando anche l’imponibile contributivo; ● emolumenti che determinano la sola esclusione (totale o parziale) dalla base di calcolo dei contributi, anche se fiscalmente sono interessati da ritenuta (corrente o separata).
Emolumenti esclusi per effetto della normativa fiscale. Non concorrono, o concorrono parzialmente, a formare base imponibile, sia ai fini fiscali sia ai fini contributivi, le seguenti voci retributive (le
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circolari di riferimento sono: circ. Min. fin. N. 326/1997 e INPS 263/1997). 1. Le erogazioni liberali, alla generalità o categorie di dipendenti (dal 2001, anche alla generalità o categorie di collaboratori coordinati e continuativi – circ. Min. Fin. n. 67/E, 6.7.2001), concesse in occasione di festività e ricorrenze non superiori, nel periodo d’imposta, a euro 258,23. Non devono essere previste come obbligatorie dai contratti collettivi, accordi o regolamenti aziendali. Le erogazioni di importo o di valore superiore sono da assoggettare a tassazione e quindi anche a contribuzione per la parte eccedente. L’espressione “festività e ricorrenze” va intesa in senso ampio, vi rientrano tutte quelle situazioni in cui oggettivamente si è soliti celebrare lietamente un evento; oltre alle festività religiose vi rientrano anche quelle del dipendente e/o dell’azienda. 2. I sussidi occasionali concessi per rilevanti esigenze personali o familiari del dipendente, ai dipendenti vittime dell’usura o danneggiati a causa di rifiuto opposto a richieste estorsive. Non devono essere previsti come obbligatori dai contratti collettivi, accordi o regolamenti aziendali. Per familiari si intendono il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado. 3. La somministrazione di vitto, corrispettivo del servizio di mensa (organizzato direttamente dal datore di lavoro o gestito da terzi); le somministrazioni dirette da parte del datore di lavoro; fino a euro 5,29 giornalieri le prestazioni sostitutive (esempio buoni pasto) e le indennità sostitutive corrisposte agli addetti di
cantiere, ad altre strutture operative a carattere temporaneo o unità produttive dove manchino strutture o servizi di ristorazione (art. 4, D.Lgs. 56 del 23.3.1998). Tra le prestazioni di vitto e le somministrazioni in mense aziendali rientrano: – le convezioni tra l’azienda e gli esercizi di ristorazione (ristoranti, trattorie ecc.); – la fornitura (A.E. ris. 63, 17.5.2005) dei pasti ai dipendenti mediante card elettronica (badge), utilizzabile dagli stessi dipendenti presso gli esercizi di ristorazione abilitati (convenzioni tra impresa fornitrice della card e gli esercizi di ristorazione); – fornitura di cestini preconfezionati; – il datore di lavoro è libero di scegliere il tipo di prestazione in funzione delle proprie esigenze organizzative e può anche prevedere più sistemi contemporaneamente. 4. Il corrispettivo del servizio di trasporto collettivo alla generalità o categoria di dipendenti, anche se affidato a terzi (compresi esercenti servizi pubblici). È invece retribuzione imponibile ogni indennità sostitutiva. È altresì soggetta a tassazione e quindi a contribuzione (valore normale) la concessione di facilitazioni sui prezzi dei biglietti di viaggio offerti ai dipendenti (anche ai familiari) da parte di imprese esercenti pubblici servizi di trasporto. 5. I compensi reversibili (art. 47, dal 2004 art. 50, c. 1, lettere b) e f), del D.P.R. 917/86), indennità percepite da terzi che per contratto il dipendente deve riversare al datore di lavoro o che per legge deve riversare allo Stato; indennità, gettoni di presen-
za e altri compensi corrisposti dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni per l’esercizio di funzioni pubbliche, nonché i compensi corrisposti ai membri delle commissioni tributarie, ai giudici di pace e agli esperti del tribunale di sorveglianza che per legge debbono essere riversati allo Stato. 6. Gli oneri di utilità sociale sostenuti per l’utilizzazione delle opere e dei servizi con finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto, da parte dei dipendenti e dei familiari a carico di cui all’art. 12, dal 2004 art. 13, del DPR. 917/86. Tale disposizione, secondo il Ministero (circ. Min. Fin. 238/E del 22.12.2000), va intesa nel senso che le opere e i servizi messi a disposizione dei dipendenti e dei relativi familiari devono riguardare strutture di proprietà dell’azienda, ovvero strutture esterne, anche non di proprietà, purché i dipendenti risultino estranei al rapporto che intercorre tra azienda e prestatore del servizio (A.E. ris. 34 del 2004). L’Agenzia delle Entrate (ris. 34 del 2004 – v. anche INPS cir. n. 168 del 2004) ha ulteriormente precisato che per poter escutere i servizi in questione dal reddito di lavoro dipendente occorre che ricorrano congiuntamente le seguenti condizioni: deve trattarsi di opere e servizi messi a disposizione della generalità dei dipendenti o di categoria di dipendenti (riteniamo anche collaboratori); le opere e i servizi devono perseguire specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale, sanitaria o culto; la spesa deve essere sostenuta volontariamente, e non in adempimento di un vincolo contrattuale.
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7. Le somme erogate alla generalità di dipendenti o categorie di dipendenti per frequenza di asili nido e di colonie climatiche per i familiari a carico (art. 12 TUIR), nonché per borse di studio a favore dei medesimi familiari (lettera f bis aggiunta dall’art. 13 del D.Lgs. 505/99, in vigore dal 1° gennaio 2000). Il datore di lavoro deve acquisire e conservare la documentazione comprovante l’utilizzo delle somme in argomento per le predette finalità (circ. Min. Fin. 238/E, 22.12.2000). 8. Il valore delle azioni offerte alla generalità dei dipendenti (e, dal 2001, anche alla generalità dei collaboratori coordinati e continuativi – circ. Min. Fin. n. 67/E, 6.7.2001) compresi i lavoratori part-time (Ris. A.E. n. 3/E/2002) per un importo non superiore, nel periodo d’imposta, a euro 2.065,83, a condizione che non vengano cedute prima che siano trascorsi almeno tre anni dalla percezione. 9. La differenza tra il valore delle azioni al momento dell’assegnazione e l’ammontare corrisposto dal dipendente, a condizione che il predetto ammontare sia almeno pari al valore delle azioni stesse alla data dell’offerta e sempre che le partecipazioni, i titoli o i diritti posseduti dal dipendente (e, dal 2001, anche dal collaboratore) non rappresentino una percentuale di diritti di voto superiore al 10% (nuova formulazione della lettera g bis – art. 13. D.Lgs. 505/99, in vigore dal 1° gennaio 2000). 10. Le somme rientranti tra gli oneri deducibili di cui all’art. 10 del D.P.R. 917/86, trattenu-
te ai dipendenti; corrisposte dal datore di lavoro in conformità a contratti collettivi o ad accordi e regolamenti aziendali a fronte delle spese sanitarie per grave o permanente invalidità o menomazione. Da tale previsione sono esclusi gli oneri che, pur essendo compresi tra quelli dell’art. 10, non sono stati sostenuti tramite il datore di lavoro. Tuttavia, precisa il Ministero, su richiesta del dipendente e previa consenso del sostituto, anche tali oneri possono essere presi in considerazione (per il datore di lavoro è quindi una facoltà). 11. Le somme per trasferte o missioni fuori del territorio comunale. Il trattamento da riservare è quello indicato in Tabella 1. La scelta del trattamento di trasferta va fatta con riferimento all’intera trasferta.
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12. I rimborsi di spese di trasporto per trasferte nell’ambito comunale (comprovate da documenti provenienti dal vettore: biglietti dell’autobus, ricevuta del taxi, ecc.); nessuna esclusione è prevista per i rimborsi chilometrici (DRE Basilicata – A.E. ris. n. 232, 16.7.2002). 13. Le indennità e maggiorazioni di retribuzione corrisposte ai trasfertisti nella misura del 50% del loro ammontare. Per tali lavoratori tutte le somme e i valori che il dipendente percepisce in relazione al rapporto di lavoro, compresi i rimborsi di spese, sono assoggettati integralmente a tassazione, salvo le tassative deroghe elencate dalla presente previsione e quelle di cui ai punti precedenti. 14. Le indennità di navigazione e di volo, previste dalla legge o
Tabella 1 – Trattamento delle somme per trasferte e missioni extra-comunali 1. Indennità forfettaria
Esente fino a euro 46,48/giorno, elevati a euro 77,47 per l’estero (anche se la trasferta non comporta il pernottamento)
2. Indennità forfettaria con rimborso a piè di lista (o fornitura gratuita) del vitto o dell’alloggio
Esente fino a euro 30,99/giorno, elevati a euro 51,65 per l’estero (riduzione di un terzo rispetto al punto 1)
3. Indennità forfettaria con rimborso a piè di lista (o fornitura gratuita) del vitto e dell’alloggio
Esente fino a euro 15,49/giorno, elevati a euro 25,82 per l’estero (riduzione di due terzi rispetto il punto 1)
4. Rimborso a piè di lista (documentato) di vitto, alloggio, viaggio, trasporto e spese non documentabili
– Vitto, alloggio, viaggio e trasporto totalmente esente; – Altre spese anche non documentabili (analiticamente attestate dal dipendente: lavanderia, telefono, parcheggio, mance ecc.) esenti fino a euro 15,49/giorno, elevati a 25,82 euro per l’estero
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dal CCNL (A.E. ris. n. 67 del 4.5.2004), compresa l’indennità di volo che confluisce nella tredicesima e le indennità ai messi notificatori, nella misura del 50%. È compresa la panatica ai marittimi imbarcati. 15. Le indennità di trasferimento nella misura del 50% del loro ammontare e comunque non superiore a euro 1.549,37 (elevati a euro 4.648,11 per l’estero). La norma è applicabile anche se il trasferimento è richiesto dal dipendente (Ris. Min. finanze n. 87/E/1999 e circolare INPS n. 156 del 26.7.1999). L’esenzione si attesta fino a un massimo di euro 6.197,48 se nello stesso anno il dipendente subisce un trasferimento all’estero e uno in Italia. Sono esenti anche le spese sostenute dal dipendente per il trasferimento: di viaggio (comprese quelle dei familiari fiscalmente a carico); di trasporto delle cose; per il recesso del contratto di locazione in dipendenza del trasferimento. Il Ministero delle finanze, con la risoluzione numero 82/E del 14 maggio 1999, ha ampliato la portata della predetta norma includendovi (indifferentemente dalla sussistenza o meno del rapporto di lavoro al momento dell’erogazione) anche i rimborsi erogati, per previsione contrattuale, al dipendente che lascia la sede di servizio (occupata a seguito di un trasferimento) per collocamento a riposo (vale a dire per pensionamento). Mentre, secondo l’Agenzia delle entrate (ris. n. 95, 23.4.2003), non è possibile applicare il regime agevolato, in commento, alle somme corrisposte a un lavoratore neoassunto che si trasferisca, per esempio a Milano, a causa della fissazione della sede di lavoro in una città diversa da quella in cui risiede, per
esempio Roma (non può essere considerata indennità di prima sistemazione). 16. Gli assegni di sede e le altre indennità percepite per i servizi prestati all’estero nella misura del 50% (esclude l’applicabilità della normativa sulle trasferte). La disposizione è applicabile: ● settore privato: dipendenti residenti in Italia che svolgono attività all’estero, non in trasferta, in via non continuativa e non come oggetto esclusivo del rapporto; ● settore pubblico: soggetti che, nell’interesse delle pubbliche amministrazioni, non svolgono all’estero attività in via continuativa e come oggetto esclusivo del rapporto.
Emolumenti esclusi dalla sola base imponibile contributiva. Sono totalmente o parzialmente esclusi dalla sola base imponibile contributiva gli emolumenti indicati nella Tabella 2 (elencazione tassativamente, art. 12 della L. 153/69).
Fringe benefit esenti. Non concorre a formare il reddito imponibile (sia ai fini fiscali sia ai fini contributivi) il valore dei beni ceduti e di servizi prestati al dipendente se complessivamente di importo non superiore nel periodo d’imposta a euro 258,23 (se il valore supera il limite, lo stesso concorre a formare il reddito per intero). Per la verifica del superamento del limite si deve tener conto anche del valore dei beni e servizi percepiti dal dipendente in altri rapporti di lavoro del medesimo periodo d’imposta. Non si considerano le erogazioni in occasione di festività o ricorrenze. In tutti gli altri casi, i fringe benefit sono imponibili o per il loro valore normale o per il valore convenzionale fissato dall’art. 51 del TUIR.
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Tabella 2 – Gli emolumenti esclusi dalla base contributiva EMOLUMENTO
TRATTAMENTO (v. anche Circ. INPS n. 263, 24.12.97)
Trattamento di fine rapporto
Interamente esclusi dalla base imponibile contributiva
Somme corrisposte in occasione della cessazione del rapporto di lavoro
Sono escluse dalla base imponibile le somme per: – incentivare l’esodo; – che traggono origine dalla cessazione del rapporto di lavoro (esclusa l’indennità sostitutiva del preavviso) (1) N. B. – Si tratta di tutte le erogazioni prive di uno specifico titolo retributivo, corrisposte in sede di risoluzione del rapporto di lavoro. Sono esclusi i premi o gratifiche contrattualmente previste rispetto alle quali la risoluzione del rapporto di lavoro si pone solo come momento temporale dell’erogazione
Proventi e indennità conseguiti a titolo di risarcimento danni (anche in forma assicurativa)
Interamente esclusi dalla base imponibile contributiva
Somme poste a carico delle gestioni assistenziali e previdenziali obbligatorie per legge
Interamente escluse dalla base imponibile contributiva
Somme e provvidenze erogate da casse, fondi e gestioni previsti dalla contrattazione collettiva o da accordi o regolamenti aziendali (comprese le Casse edili) e proventi derivanti da polizze assicurative
Interamente escluse dalla base imponibile contributiva.
Compensi erogati per conto di terzi non aventi attinenza con la prestazione lavorativa
Interamente esclusi dalla base imponibile contributiva
N. B. – Trattasi di indennità non collegate a una funzione retributiva, vale a dire compensi rivolti esclusivamente al reintegro patrimoniale di perdite subite dal lavoratore in dipendenza del rapporto di lavoro (2)
N. B. – Trattasi delle somme a carico degli istituti previdenziali e assistenziali erogate direttamente o tramite il datore di lavoro (indennità di malattia, maternità, infortunio; CIG, ecc.)
N. B. – Trattasi di quelle forme integrative di tutela a carattere previdenziale e assistenziale i cui mezzi di provvista finanziaria sono già stati sottoposti al prelievo integrale o al contributo di solidarietà
N. B. – In caso di comando o distacco, tali compensi rientrano integralmente nell’imponibile contributivo
Erogazioni variabili, previste dalla contrattazione collettiva aziendale o territoriale, soggette a decontribuzione
Escluse dalla base imponibile contributiva nella misura massima, dal 1° gennaio 2000, del 3% della retribuzione annua del lavoratore beneficiario dell’erogazione (sono però soggette al contributo di solidarietà del 10%)
Contributi e somme a carico del datore di lavoro versate o accantonate a finanziamento di forme pensionistiche complementari
Sono interamente esclusi dalla base imponibile contributiva ordinaria, mentre sono soggetti al contributo di solidarietà
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(D.Lgs 124/93 e dal 2008 D.Lgs. 252/2005) e a casse, fondi e gestioni (non sono più previste le forme assicurative) previsti dalla contrattazione collettiva o da accordi o regolamenti aziendali, al fine di erogare prestazioni integrative previdenziali o assistenziali a favore del lavoratore e dei suoi familiari Emolumenti per carichi di famiglia erogati dal datore di lavoro nei casi consentiti dalla legge (partiti politici, sindacati, ecc.)
Sono esclusi dalla base imponibile fino a concorrenza dell’importo degli assegni familiari (ANF) a carico della CUAF
Contributi alla Cassa edile (escluse le quote sindacali e associative)
Sono esclusi dalla base imponibile contributiva nella misura dell’85%
Indennità di cassa o maneggio denaro
Interamente escluse dalla base imponibile contributiva fino al 31.12.98. Requisiti per l’esenzione: – normale o prevalente mansione del lavoratore; – responsabilità e onere del lavoratore in caso di ammanco
Mance ai croupier
In via di principio, secondo l’orientamento della giurisprudenza, non assumono natura retributiva, salvo il caso in cui siano distribuite ai lavoratori per effetto di un’intesa contrattuale. La situazione deve quindi essere valutata caso per caso
Somme erogate a titolo di sfruttamento del diritto d’autore, dell’immagine e di replica
Escluse dalla base imponibile contributiva e pensionabile nella misura del 40%
(1) l’Inps (Mess. 159 del 30.12.2003) ha fornito, in merito all’assoggettamento contributivo dell’indennità sostitutiva del preavviso, due importanti precisazioni, in particolare: – indennità sostitutiva corrisposta ai lavoratori all’estero in paesi non convenzionati: la base imponibile contributiva è determinata utilizzando, come per la retribuzione, i valori convenzionali. Nel caso in cui per il lavoratore interessato siano previste fasce di retribuzione, la base imponibile convenzionale è determinata dividendo l’importo dell’indennità sostitutiva per il numero dei mesi ai quali il preavviso si riferisce; il valore così ottenuto serve per individuare la fascia di retribuzione e quindi il corrispondente valore convenzionale mensile. La contribuzione andrà aggiunta a quella dell’ultimo periodo di paga, ma dovrà essere attribuita al periodo cui l’indennità si riferisce; – indennità sostitutiva e massimale contributivo: nel caso in cui l’indennità si collochi a cavallo di due anni, ai fini dell’applicazione del massimale contributivo e pensionabile (art. 2, C. 18. L. 335/1995) occorre individuare le quote di indennità di competenza di ciascun anno. (2) La Cassazione (sentenza 16.7.1999, n. 7552) ha confermato che le somme corrisposte al lavoratore a titolo transattivo (finalizzato non a eliminare la res dubia oggetto della lite, ma a evitare il ricorso alla lite stessa), che non contengono un riconoscimento neppure parziale del diritto del lavoratore, sono esclusi dalla base imponibile contributiva.
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Analisi e commenti
ANALISI E COMM
Tracciate le linee guida per la programmazione 2007-2013 Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha presentato la bozza tecnico-amministrativa del Quadro Strategico Nazionale per le politiche regionali di sviluppo e coesione relative al prossimo periodo di programmazione di Giancarlo Terenzi, Mef, Dipartimento Politiche di sviluppo
I
l 21 aprile scorso, il Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione (DPS) del ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha pubblicato la prima bozza tecnico-amministrativa del Quadro di riferimento Strategico Nazionale (QSN) per la politica regionale di sviluppo relativa al nuovo periodo di programmazione 2007-2013. Si avvia così la fase operativa del processo di programmazione nazionale. La bozza è stata elaborata dal Comitato di Redazione, istituito nell’ambito degli otto tavoli tematici e dei dieci gruppi tecnici attivati per elaborare le strategie richieste dalla nuova programmazione, cui è stato conferito il compito di affrontare le tematiche di tipo orizzontale. La prima stesura del QSN è frutto, pertanto, di un’istruttoria ancora parziale e non determina quindi, l’assunzione di una responsabilità politica in merito al testo redatto.
L’esigenza di realizzare il suddetto documento nasce dalla proposta di Regolamento generale sulla politica di coesione comunitaria per il periodo 2007-2013, dove, all’art. 25, è previsto un approccio programmatico strategico e un raccordo organico della politica di coesione con le strategie nazionali degli Stati membri. A tal fine, l’Italia dovrà, infatti, presentare all’Unione europea un QSN con l’obiettivo di indirizzare le risorse che la politica di coesione destinerà al nostro Paese, sia nelle aree del Mezzogiorno sia in quelle del Centro-Nord.
Le fasi di lavorazione Con le “Linee guida”, approvate dall’Intesa del 3 febbraio 2005, lo Stato, le Regioni e gli Enti locali hanno deciso di cogliere l’occasione del prossimo QSN per consolidare e completare l’unificazione della programmazione delle politiche regionali comunitarie e na-
zionali e per realizzare un più forte raccordo di queste con le politiche nazionali ordinarie. Le “Linee guida” hanno anche stabilito un percorso di stesura, suddiviso in tre fasi: 1. la valutazione dei risultati 20002006 e visione strategica delle Regioni e del Centro; 2. il confronto strategico tra Centro e Regioni; 3. la stesura del QSN. In tutte le fasi sopra indicate è stato, peraltro, previsto un forte confronto con il partenariato economico-sociale e con le rappresentanze degli Enti locali.
1. La valutazione dei risultati 2000-06. Nello specifico, nella prima fase, che si è conclusa nel 2005, ciascuna Regione e Provincia autonoma e il complesso delle Amministrazioni Centrali hanno predisposto un proprio Documento strategico preliminare (Documento Strategico Preliminare Nazionale – DSPN e Documenti Strategici Regionali – DSR). Nel caso del Mezzogiorno, le Regioni hanno anche realizzato, in modo coordinato e con il DPS del MEF, un documento comune, denominato “Linee per un nuovo Programma Mezzogiorno” (DSM). Sono stati, altresì, effettuati anche cinque specifici seminari tematici di riflessione.
2. Il confronto strategico tra Centro e Regioni. La seconda fase è stata, invece, dedicata al confronto fra i diversi livelli di governo e le parti economiche e sociali in
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ANALISI E COMMENTI
tavoli tematici e gruppi di lavoro, con la produzione di documenti congiunti. Su questa base si è quindi proceduto alla stesura di una bozza tecnico-amministrativa del QSN, condivisa dalle parti, che potrà costituire la base delle valutazioni anche politiche che dovranno condurre, entro la fine di settembre di questo anno, all’invio di una versione definitiva del documento alla Commissione europea.
3. La stesura del QSN. Una volta che si sarà insediato il nuovo Governo e saranno stabiliti i relativi assetti istituzionali, sulla base della bozza tecncio-amministrativa del QSN (commentato di seguito), si procederà alla stesura definitiva e alla definizione delle strategie da attuare per la formulazione dei Programmi Operativi Regionali. In base all’intesa sancita nella Conferenza Unificata del 3 febbraio 2005 e alla successiva delibera attuativa del CIPE, approvata nella seduta del 15 luglio 2005, il Governo italiano dovrà, infatti, entro la fine di settembre 2006, inviare alla Commissione europea il Quadro Strategico Nazionale 20072013, con l’individuazione degli indirizzi strategici e operativi per l’attuazione della politica regionale comunitaria e nazionale. Solo osservando tale calendario, sarà possibile rispettare i termini fissati per l’avvio della nuova programmazione comunitaria, che prenderà il via, ufficialmente, il 1° gennaio 2007.
Le linee guida per il 2007-13 Recupero di competitività. Nel dettaglio, la bozza del Quadro Comunitario di Sostegno esamina, nel primo capitolo, le tendenze socio economiche in atto e gli elementi di scenario, la specificità
e le disparità territoriali, entrando nel merito dei relativi punti di debolezza e delle potenzialità, attraverso l’analisi dei fattori di freno e delle opportunità presenti per lo sviluppo economico, le valutazioni a medio-lungo termine e la definizione della strategia generale per il ciclo di programmazione 2007-2013. Sia il contesto che gli scenari a medio-lungo termine appaiono fortemente influenzati dalla capacità del sistema di recuperare competitività, attraverso il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture materiali e immateriali, la promozione di una reale concorrenza, l’innovazione e il potenziamento del capitale umano.
tività regionale e occupazione”, “Cooperazione”).
Le dieci priorità. Il secondo capitolo indica gli obiettivi e le priorità esaminando la politica regionale come politica dell’offerta, le lezioni di discontinuità dell’esperienza 2000-2006, delineando dieci priorità, (v. box) rivolte a obiettivi di produttività, competitività e innovazione, da perseguire in tutto il Paese che, tuttavia, si declinano con intensità e modalità differenziate fra le due macro-aree (Centro Nord e Mezzogiorno) e fra gli obiettivi comunitari di riferimento (“Convergenza”, “Competi-
La seconda intende rafforzare e valorizzare l’intera filiera della ricerca e le reti di cooperazione tra il sistema della ricerca e le imprese, per contribuire alla competitività e alla crescita economica, nonché sostenere la massima diffusione e utilizzo di nuove tecnologie e servizi avanzati, innalzando il livello delle competenze e conoscenze scientifiche e tecniche nel sistema produttivo e delle istituzioni.
La prima priorità ha l’obiettivo di rafforzare, integrare e migliorare la qualità dei sistemi di istruzione, formazione e lavoro e il loro collegamento con il territorio, di innalzare i livelli di apprendimento e di competenze chiave, l’effettiva equità di accesso ai percorsi migliori, di aumentare la copertura dei percorsi di istruzione e di formazione iniziale, di aumentare la partecipazione a opportunità formative lungo tutto l’arco della vita, nonché di migliorare la capacità di adattamento, innovazione e competitività dei lavoratori e degli attori economici del sistema.
La terza ha l’intento di garantire condizioni di sostenibilità am-
Le dieci priorità per il 2007-2013 1. Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane; 2. promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell’innovazione per la competitività; 3. uso sostenibile ed efficiente delle risorse ambientali per lo sviluppo; 4. valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l’attrattività e lo sviluppo; 5. inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l’attrattività territoriale; 6. reti e collegamenti per la mobilità; 7. competitività dei sistemi produttivi e occupazione; 8. competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani; 9. apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse; 10. governance, capacità istituzionali e mercati dei servizi e dei capitali concorrenziali ed efficaci.
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ANALISI E COMMENTI
bientale dello sviluppo e livelli adeguati di servizi ambientali per la popolazione e le imprese. La quarta vuole trasformare in vantaggio competitivo l’insieme delle risorse naturali, culturali e paesaggistiche locali, per aumentare l’attrattività, anche turistica, del territorio, nonché migliorare la qualità della vita dei residenti e promuovere nuove forme di sviluppo economico sostenibile. La quinta si pone l’obiettivo di promuovere una società inclusiva e garantire condizioni di sicurezza al fine di migliorare, in modo permanente, le condizioni di contesto che più direttamente favoriscono lo sviluppo. La sesta punta ad accelerare la realizzazione di un sistema di trasporto efficiente, integrato, flessibile, sicuro e sostenibile per assicurare servizi logistici e di trasporto funzionali allo sviluppo. La settima intende accrescere l’efficacia degli interventi per i sistemi locali, migliorando la governance e la capacità di integrazione fra politiche, promuovere processi sostenibili e inclusivi di innovazione e sviluppo imprenditoriale, qualificare e finalizzare, in termini di occupabilità e adattabilità, gli interventi di politica attiva del lavoro, collegandoli alle prospettive di sviluppo del territorio. L’ottava vuole promuovere la competitività e l’innovazione delle città e delle reti urbane e migliorare la qualità della vita, puntando sulla selettività, sulle conoscenze, sull’integrazione fra scale di programmazione. La nona si pone l’obiettivo di sviluppare la capacità di apertura del sistema economico naziona-
le e favorire la localizzazione nel nostro Paese di capitali, investimenti, competenze e flussi di consumo provenienti dall’estero, di qualità elevata, attraverso lo sviluppo delle capacità di internazionalizzazione e favorendo l’attrazione di investimenti, consumi e risorse di qualità. L’ultima intende elevare le capacità delle amministrazioni per la programmazione e la gestione della politica regionale aggiuntiva e rafforzare il coinvolgimento del partenariato economico e sociale, nonché contribuire all’apertura dei mercati dei servizi e dei capitali, accrescendo i livelli di legalità, in particolare nei processi della pubblica amministrazione.
Fondo Sociale europeo. Il capitolo prosegue, inoltre, con l’esplicitazione della strategia del Fondo Sociale Europeo (FSE), con la definizione dei servizi essenziali da promuovere e gli obiettivi misurabili, con la precisazione degli elementi di coerenza e complementarietà della politica regionale con le politiche nazionali e comunitarie. In particolare, si esamina la coerenza con gli Orientamenti Strategici Comunitari, la coerenza e il raccordo con la politica economica e le priorità del Piano per l’Innovazione, la Competitività e l’Occupazione e del Piano nazionale per l’inclusione sociale, il coordinamento e l’integrazione con le altre politiche e programmi comunitari, il collegamento e l’integrazione finanziaria fra la politica regionale, la politica di sviluppo rurale e della pesca e gli altri strumenti finanziari. Programmi operativi e quadro finanziario. Il capitolo successivo riguarda i programmi operativi
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per macro-area geografica, per il quale al momento, è stato indicato solo il titolo, mentre il quarto è dedicato alla definizione del quadro finanziario, con particolare riguardo alla spesa pubblica in conto capitale, alle risorse della politica regionale comunitaria, dei fondi strutturali per obiettivo, alle risorse indicative di cofinanziamento nazionale e dei tassi di cofinanziamento, della politica nazionale, alla programmazione finanziaria e all’allocazione annuale indicativa per Programma Operativo e per Fondo e al riparto indicativo delle risorse fra investimenti alle imprese e quelli pubblici, per priorità di intervento, limitato solo alle Regioni della “Convergenza”, così come previsto dalle “Linee Guida”, nonché all’aggiuntività della politica regionale e alla valutazione dell’addizionalità.
Processo di programmazione. L’ultimo capitolo riguarda, infine, il processo di programmazione e attuazione degli interventi, con un focus sul nuovo processo di programmazione delle politiche regionali di coesione unitaria, comunitaria e nazionale, sul livello di programmazione della strategia specifica, territoriale o settoriale, della politica regionale di coesione unitaria. Prosegue, inoltre, esaminando le condizioni e le capacità istituzionali necessarie all’attuazione delle politiche di coesione e sviluppo, attraverso il coordinamento dei programmi e degli interventi a livello centrale, regionale e locale, il coinvolgimento dei partner socio-economici, la valutazione, il circuito finanziario e di progettazione, i meccanismi di attuazione, quali la gestione, la sorveglianza, il monitoraggio, l’esecuzione finanziaria, il controllo, l’informazione e la comunicazione.
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In crescita le frodi d’identità nel credito al consumo Anche in Italia il fenomeno delle frodi creditizie comincia a dare segnali preoccupanti: nel 2005 le richieste di finanziamento sospette ammontavano a 1,5 miliardi di euro, il 7% in più rispetto al 2004 di Lamberto Barbieri, CRIF
N
ei Paesi in cui i mercati del credito si sono evoluti, le frodi rappresentano un fenomeno in crescita, con considerevoli impatti economici e sociali. Negli Stati Uniti, uno studio pubblicato dal Better Business Bureau (BBB) e dalla società Javelin Strategy & Research evidenzia che nel 2004 il costo delle frodi d’identità è stato pari a 52,6 miliardi di dollari e ha interessato oltre 9 milioni di persone (circa il 4% della popolazione adulta). Inoltre, per il cittadino americano tutelare la propria identità costa in media 500 dollari e 30 ore di lavoro. La ricerca indica anche che la categoria di frode d’identità relativa all’accensione di nuovi rapporti di credito è più costosa rispetto a quella riguardante l’utilizzo di carte di credito su conti correnti esistenti.
Il fenomeno in Italia In Italia, anche se a oggi non esiste ancora una strutturata misurazione del fenomeno che ne evidenzi nel dettaglio l’evoluzione a livello di sistema creditizio, le frodi mostrano un trend in crescita, pur se
in misura meno allarmante che negli Stati Uniti. L’importanza del fenomeno è testimoniata anche dalla maggiore attenzione degli operatori del settore, nello scenario di un sempre più diffuso ricorso al credito al consumo e utilizzo dei mezzi di pagamento virtuale. È importante, tuttavia, sottolineare che l’aumento delle frodi d’identità nel mondo finanziario non riguarda solo il mondo virtuale di Internet, ma sempre più si verifica off-line, quando soggetti che richiedono credito utilizzano dati anagrafici altrui o addirittura falsi. Uno studio di CRIF – il principale gruppo italiano nello sviluppo e nella gestione dei sistemi di informazioni creditizie, di business information e di supporto decisionale per banche e società finanziarie – ha approfondito in maniera analitica il fenomeno delle frodi d’identità in ambito creditizio per cercare di valutarne dimensioni e impatti economici nel nostro Paese. Sulla base dell’elaborazione statistica anonima dei dati legati all’utilizzo dei servizi CRIF per la prevenzione delle frodi da parte di
importanti enti finanziatori italiani, nel 2005 sono state rilevate richieste sospette per un ammontare di oltre 1,5 miliardi di euro di crediti al consumo, con una crescita del +7% rispetto al 2004.
Tipologie di frodi d’identità La frode d’identità nel settore del credito si esplicita principalmente tramite la creazione di una falsa identità con l’utilizzo di documenti contraffatti. L’identikit di colui che froda è proprio l’elemento fondamentale che caratterizza questa tipologia, estremamente articolata perché non legata a semplici e singoli falsari isolati, ma spesso sostenuta da vere e proprie organizzazioni illegali. Diversamente da altre frodi, la facilità con cui si può costruire una falsa identità relativa a un nuovo soggetto o rubare quella di uno realmente esistente fornisce la misura del rischio a cui il mercato del credito è complessivamente esposto. A oggi le frodi associate al furto d’identità in ambito creditizio possono essere raggruppate secondo le seguenti macro tipologie.
Falsa identità. Si tratta dell’appropriazione indebita dell’identità altrui attraverso l’uso di nome e caratteri di altri soggetti; è il caso, ad esempio, del frodatore che vuole acquistare un bene a rate e si reca presso un dealer utilizzando dati anagrafici altrui (di un soggetto realmente esistente così come inesistente o deceduto). Furto parziale d’identità. In questo caso il soggetto maschera parzialmente la propria identità attraverso l’utilizzo di dati anagrafici falsi e di recapiti veri. È il caso tipico del frodatore che richiede una carta di credito a un istituto finan-
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Le cifre dei c ANALISI E COMMENTI
Il trend di crescita delle richieste di credito sospette
+7% 1,5 Miliardi di € 1,4 Miliardi di € 2004
ziario dichiarando dati anagrafici falsi, ma un indirizzo vero. L’obiettivo della frode è quello di far pervenire direttamente a casa propria la carta di credito.
Dichiarazione di caratteri falsi. Questa tipologia di frode avviene attraverso l’utilizzo di dati anagrafici e recapiti veri e caratteri falsi (a esempio attività lavorativa, stipendio, dati sulla società ecc.). Il caso più diffuso è rappresentato dall’utilizzo di documenti falsi relativi alla retribuzione percepita (busta paga, modello unico, cedolino della pensione ecc.). Nella maggior parte dei casi, la sottrazione di documenti o l’utilizzo di documenti falsi per portare a segno truffe non vengono scoperti tempestivamente. Questo spiega come spesso il frodatore riesca a riutilizzare gli stessi dati anagrafici anche nell’arco di alcune settimane per truffare più istituzioni creditizie. Le frodi d’identità, oltre a colpire gli enti finanziatori (banche e società finanziarie), coinvolgono sempre più i consumatori e le imprese, determinando a loro carico ingenti difficoltà e, spesso, anche danni rilevanti. L’appropriazione indebita delle generalità altrui è un
2005
fenomeno, infatti, che espone in primo luogo il consumatore e le imprese a tentativi fraudolenti da parte di sconosciuti e, talvolta, persino di conoscenti. Si deve peraltro sottolineare che, nella realtà del credito al consumo, il fenomeno delle frodi appare ancora più articolato in quanto queste possono venire perpetrate non solo dal cliente finale ma, in taluni casi, anche attraverso complicità del canale distributivo del servizio finanziario (a esempio un venditore di beni/servizi o dealer, un mediatore creditizio ecc.).
Obiettivi di un modello di prevenzione. Alla luce delle considerazioni sopra esposte, gli obiettivi di un modello di prevenzione/controllo delle frodi sono principalmente tre: 1. prevenire il fenomeno attraverso idonei strumenti di accertamento dell’identità del soggetto richiedente credito; 2. dissuadere i potenziali frodatori dal compiere tentativi di frode; 3. ridurre la necessità di azioni civili o penali. Per raggiungere questi obiettivi, un efficace sistema di prevenzione delle frodi deve fornire un contributo dal punto di vista di un’affidabile
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identificazione del soggetto, a partire dalla verifica della validità dei singoli dati dichiarati (quali, a esempio, l’esistenza dell’indirizzo, la veridicità del nome e cognome, ecc.). Ciò può avvenire solo in presenza di un’elevata quantità e qualità di informazioni disponibili che ciascun ente finanziatore sia in condizione di approfondire a fronte dell’erogazione di un finanziamento.
Le frodi nel mercato del credito Nella ricerca suindicata, CRIF ha analizzato le incongruenze di dati rilevate dal proprio sistema antifrode, che potrebbero sottendere un tentativo di frode da furto d’identità. I risultati evidenziano, nel biennio 2004 - 2005, un andamento crescente del numero di soggetti richiedenti credito, sospetti di frode (+13%). Sono state inoltre analizzate maggiormente nel dettaglio le tipologie di dati oggetto di falsificazione, le cui evidenze sono riportate in Tabella 1. Dall’analisi emerge come le incongruenze relative ai dati sull’indirizzo e ai dati anagrafici siano le più diffuse, ma significative sono anche quelle rilevate nei documenti forniti (passaporto, patente, carta d’identità), che registrano tra il 2004 e il 2005 una crescita dal 4% al 6%, a testimonianza dell’aumento di tentativi fraudolenti perpetrati fornendo false documentazioni. Analizzando, infine, la correlazione tra rischio di credito e rischio di frode, dalla ricerca CRIF emerge come le anagrafiche sospette di frode mostrino una bassa rischiosità creditizia: i frodatori tendono infatti a rubare l’identità di soggetti che hanno una buona storia creditizia e per i quali è più facile ottenere credito.
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ANALISI E COMMENTI
Collaborazioni tra pubblico e privato. Oltre alla predisposizione da parte degli enti finanziatori di sistemi di verifica oggettivi e tempestivi e alla diffusione di un’adeguata cultura di auto-tutela dei propri dati personali, la prevenzione delle frodi di impersonificazione può essere potenziata attraverso una più ampia collaborazione tra pubblico e privato. Un buon esempio di tale collaborazione è legato alle competenze attribuite all’Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento (UCAMP)/ministero dell’Economia, che possono consentire l’efficace raccordo tra una serie di soggetti pubblici e gli utenti (bancari e finanziari, ma non solo), affinché vengano resi disponibili una serie di dati utili a una più accurata intercettazione di tali tipologie di frodi. Esempi di successo di questa più ampia collaborazione tra pubblico e privato si possono riscontrare nell’esperienza di altri paesi europei, come l’Olanda, dove nel corso degli anni ‘90, grazie alla crescente disponibilità di dati di riscontro, le frodi a danno dei cittadini e degli operatori bancari e finanziari (ma non solo) hanno riscontrato una sensibile contrazione. Per quanto concerne le imprese è auspicabile un progressivo miglioramento dei controlli qualitativi in fase costitutiva e la possibilità di rendere disponibili al sistema dei controlli, informazioni relative al-
l’esistenza dell’impresa e di tipo economico, che consentano la verifica della reale operatività dell’impresa (dichiarazioni fiscali, rapporti di impiego ecc). Non sono infatti rari i casi di costituzione di impre-
sa la cui finalità è unicamente finalizzata al perpetrare frodi nei confronti del sistema creditizio (a esempio, finanziamenti ottenuti da imprese che vengono chiuse appena ottenuto il credito).
Tabella 1 – Tipologie di dati oggetto di falsificazione 2004
2005
Indirizzo
92%
70%
Dati anagrafici
27%
30%
Documento d’identità
4%
6%
Consigli utili per prevenire le frodi da furti d’identità ●
Conservare i propri documenti in un luogo sicuro e scriversi sempre i numeri per poterli segnalare in caso di denuncia di furto o smarrimento;
●
non fotocopiare i propri documenti personali (carta d’identità, patente) a meno che non sia strettamente richiesto da soggetti che assicurano una certa accuratezza e trattamento dei dati personali (capita spesso, per esempio, di lasciare i documenti in albergo);
●
nel caso di cambio di domicilio, comunicare al proprio istituto finanziario il nuovo indirizzo, evitando che i dati anagrafici passino in proprietà ad altri soggetti di cui non si potrebbe accertare l’affidabilità;
●
conservare i codici personali di carte di credito e bancomat separatamente, evitando di portarli con sé nel portafoglio;
●
controllare frequentemente il proprio saldo (online se si dispone di un conto corrente telematico oppure tramite la lista dei movimenti presso il proprio sportello bancario), confrontandolo con i movimenti e gli acquisti effettuati nel mese di riferimento. La consultazione quotidiana di un conto online permette di individuare tempestivamente eventuali anomalie, senza dover attendere l’estratto conto mensile;
●
in caso di ritrovamento del proprio documento di identità in seguito alla denuncia di furto o smarrimento è consigliabile darne comunicazione quanto prima all’Ufficio di Polizia più vicino.
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L’angolo del lettore
L’ANGOLO DEL LE
LE RISPOSTE DELL’ESPERTO Credito d’imposta per investimenti
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Un’azienda ha presentato per la prima volta nell’anno 2004 l’istanza di attribuzione del credito d’imposta di cui all’art. 62, comma 1, della legge 289/2002 per investimenti da effettuarsi nello stesso anno 2004. L’istanza ebbe esito negativo per esaurimento delle risorse finanziarie, ma l’investimento fu comunque effettuato e portato a termine nell’anno 2004. Nell’anno 2006 è stata otteneta l’attribuzione del credito d’imposta. Alla luce di quanto sopra, è da ritenersi valido l’investimento effettuato nell’anno 2004 a fronte del credito d’imposta effettivamente attribuito nel 2006? E in caso positivo, come calcolare l’investimento netto, considerando gli ammortamenti dell’anno 2004 o dell’anno 2006? E in quale modello unico si deve indicare nel quadro “RU” l’investimento effettuato, visto che ormai l’Unico relativo all’anno 2004 era stato già presentato? (T.F., Corato)
dernamento e ristrutturazione degli immobili produttivi e innovazione tecnologica degli impianti. Desidero sapere se è operativo qualche intervento di sostegno da parte della Regione Toscana e, nel caso, quali vantaggi offre? (G.M., Lucca) La Regione Toscana ha in essere la Misura 1.2 Aiuti agli investimenti di imprese artigiane di produzione e cooperative di produzione, del Docup Obiettivo 2, 2000-2006 con la quale vengono concessi aiuti rimborsabili ai progetti di ampliamento, ristrutturazione e qualificazione. Si rivolge alle piccole e medie imprese artigiane di produzione e cooperative di produzione, ed è operativo per le aree depresse Obiettivo 2, nei settori quali il manifatturiero, l’estrazione di minerali, le costruzioni, le attività immobiliari, l’informatica, le ricerca e le altre attività professionali.
R
Nel paragrafo 6 della circolare n. 32/E/03 l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che “si considerano agevolabili anche gli investimenti che alla data di presentazione dell’istanza di rinnovo siano già stati avviati, purché la data di avvio sia comunque successiva a quella di presentazione dell’istanza originaria”. Nel caso gli investimenti siano stati non solo avviati ma già realizzati, il contribuente, nella compilazione del Modello RTS, avrebbe dovuto indicare l’importo di tali investimenti fra quelli da realizzarsi nell’anno di presentazione dell’istanza di rinnovo stessa. Resta inteso che gli ammortamenti da decurtare dall’investimento lordo sono quelli dell’anno in cui lo stesso è stato ultimato
e, quindi, quelli del 2004. Quanto al modello Unico, l’investimento andrà indicato nel modello di dichiarazione relativo all’anno in cui si è ricevuta l’accettazione da parte del Centro operativo di Pescara e, quindi, in Unico 2007. (Alessandro Sacrestano, Progetto Arcadia Srl)
Quali opportunità per le imprese artigiane in Toscana?
S
ono titolare di una impresa artigiana di produzione nel manifatturiero, insediata in un comune della regione Toscana rientrante in area depressa Obiettivo 2. Ho in previsione un programma d’investimenti in ammo-
Le spese ammissibili riguardano: a) il suolo aziendale, per un valore massimo pari al 10% del costo totale dell’investimento complessivo; b) le opere murarie e assimilate e infrastrutture specifiche aziendali; c) i macchinari, gli impianti e attrezzature varie, di «nuova fabbricazione», ivi compresi quelli necessari all’attività amministrativa dell’impresa ed esclusi quelli relativi all’attività di rappresentanza; mezzi mobili strettamente necessari al
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L’ANGOLO DEL LETTORE
ciclo di produzione, purché dimensionati all’attività svolta e non iscritti a pubblici registri a eccezione delle macchine operatrici di cui all’art. 58 del «Nuovo Codice della strada»; d) la progettazione e direzione lavori, gli studi di fattibilità economico-finanziaria, di valutazione d’impatto ambientale e collaudo di legge, fino a un valore massimo del 5% dell’investimento complessivo ammissibile, compresi gli oneri per la concessione edilizia; e) i programmi software e i servizi di consulenza per l’informatica e le telecomunicazioni commisurati alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa, i brevetti concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi, per la parte in cui sono utilizzati per l’attività svolta nell’unità produttiva interessata; f) le consulenze e i servizi finalizzati all’acquisizione della certificazione di responsabilità sociale Sa8000, all’adesione di un sistema di gestione ambientale normato (Emas, Iso 14001), all’acquisizione del marchio di qualità ecologica del prodotto (Ecolabel, Marchio nazionale); i servizi finalizzati all’acquisizione del sistema di qualificazione del processo produttivo dell’impresa, secondo le normative Uni En Iso 9000; l’nnovazione organizzativa e commerciale; ricerca precompetitiva di prodotto e di processo. L’agevolazione è sotto forma di aiuto rimborsabile a tasso zero nella misura massima del 60%, dell’investimento ammissibile che non può essere inferiore a 50.000,00 euro né superiore a 1.500.000,00 euro al netto dell’Iva. La durata del piano di rientro è prevista in un massimo di sei anni. Il rimborso dell’aiuto è previsto a rate semestrali posticipate costanti con due semestralità di pre-ammortamento aggiuntive del piano di rientro indicato. Le imprese ammesse all’agevolazione potranno richiedere pre-
stiti o mutui aggiuntivi dell’aiuto rimborsabile fino alla concorrenza massima del 75% del progetto d’investimento ammesso, alle condizioni e con le modalità previste dalle convenzioni stipulate da Artigiancredito Toscano. La domanda deve essere presentata entro il 31 dicembre 2006, tramite raccomandata A/R a: Artigiancredito Toscano – Via Masaccio, 215 – 50132 Firenze (FI) (numero verde 800 310850). (Alberto Giordano, Ancarani&Giordano Associazione professionale)
Puglia: l’attribuzione delle risorse nel 2007-2013
D
opo l’intesa raggiunta a livello europeo sul bilancio 2007-2013, è prossimo anche l’accordo sulla suddivisione a livello nazionale delle risorse da assegnare alle Regione Puglia per il prossimo periodo di programmazione? (R.O., Bari)
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l Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione (DPS) del Ministero dell’economia e delle finanze (Mef) ha, recentemente, presentato alle Regioni e alle Province autonome un documento che raccoglie l’istruttoria tecnica condotta dal DPS, relativa alla chiave di riparto fra regioni e le province autonome delle risorse provenienti dal Fondo per le aree sottoutilizzate-FAS (Mezzogiorno e CentroNord) e dai Fondi strutturali comunitari delle 4 regioni in obiettivo 1 (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia), che faranno parte dell’obiettivo “convergenza” nel nuovo periodo di programmazione 2007-2013. Per il corrispondente riparto dei Fondi comunitari relativo alle regioni e alle province autonome in Obiettivo 2, si attende, invece, una
prima ipotesi tecnica da parte delle stesse regioni e province autonome. In particolare, emerge che dei 18.819,00 milioni di euro di Fondi comunitari previsti per le quattro Regioni della “convergenza”, il 32,00%, pari a 6.022,00 milioni di euro, spetterebbe alla Sicilia, il 29,57%, pari a 5.565,00 milioni di euro, alla Campania, il 24,14%, pari a 4.543,00 milioni di euro, alla Puglia e il 14,29%, pari a 2.689,00 milioni di euro, alla Calabria. Ovviamente, accanto alle risorse comunitarie, è previsto un cofinanziamento ordinario, dello stesso importo di quello europeo, proveniente al 70% dallo Stato e al 30% dalla Regione. Nel caso della regione Puglia, il contributo della Regione sarebbe pari 1.363,00 milioni di euro, mentre quello dello Stato ammonterebbe a 3.180,00 milioni di euro, e il totale delle risorse disponibili, tra nazionali e comunitarie, ammonterebbe quindi a complessivi 9.086,00 milioni di euro. Con le suddette risorse, che si riferiscono esclusivamente al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (F.E.S.R.), la Regione Puglia, non appena la proposta del DPS sarà ratificata dalle Regioni e dalle Province autonome, prevedibilmente nel corso dei prossimi due mesi, dopo l’insediamento del nuovo Governo del Paese, predisporrà il relativo Programma Operativo (P.O.) che verrà sottoposto all’esame delle Autorità di Bruxelles, per essere approvato nel corso dell’anno e quindi dare modo di avviare la nuova programmazione già a partire dal 1° gennaio 2007. Per le Regioni Calabria e Campania il DPS ha, infine, previsto un’ipotesi di aumento del cofinanziamento nazionale pari, rispettivamente, a 125,00 e a 550 milioni di euro. (Giancarlo Terenzi, Mef, Dipartimento politiche di sviluppo)
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Le risposte dell’esperto coupon per i quesiti Per rivolgere una domanda agli esperti, inviare questa scheda all’attenzione di: Redazione “Finanziamenti & credito” al fax 02-30223405
SCRIVERE A MACCHINA O IN STAMPATELLO
DATI DEL LETTORE Società/Ente Nome
Cognome
Indirizzo
Cap
Città Tel.
Professione Fax
e-mail
Attenzione: se desidera mantenere l’anonimato in caso di pubblicazione, barri la casella qui accanto La formulazione del quesito dà diritto a ricevere offerte di prodotti e servizi delle società del Gruppo Il Sole 24 ORE. Se non desidera riceverle barri la casella qui accanto Nella rubrica “Il parere dell’esperto” verrà data risposta, tramite pubblicazione, ai quesiti che i lettori vorranno inviarci e che la Redazione valuterà di interesse più generale.
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QUADRO DI RIFERIMENTO Calendario AGEVOLAZIONE
ENTE EMANANTE
NORMATIVA
MODALITÀ DI FINANZIAMENTO
Contributi per la mobilità sostenibile delle imprese
Lombardia
Dgr n.1319 del 8.2.2006 Bur n. 8 del 24.2.2006
De minimis
Aiuti per ricerca e sviluppo nell’Ict
Campania
Decr. n. 52 del 3.3.2006, Bur n. 14 del 20.3.2006
Contributo in conto capitale
Indennità per zone svantaggiate
Marche
Del. 456 del 19.4.2006 Bur 45 del 5.5.2006
Contributo in conto capitale
Inserimento nel mercato del lavoro
Puglia
Det. 181 del 6.4.2006 Bur 51 del 27.4.2006
Finanziamento agevolato
Cooperazione tra Europa e Asia
Commissione europea
Invito a presentare proposte
Sovvenzione
Contributi alla ricerca per le Pmi
Veneto
Del. Reg. n.717 del 14.3.2006
Contributo in conto capitale pari al 35% del costo complessivo
Contributi per studi in materie infortunistiche e di medicina sociale
Ministero del Lavoro
DM 22.12.2005 G.U. 147 del 5.4.2006
Contributo in conto capitale
Psr, indennità per le zone svantaggiate
Sardegna
Det. 275 del 14.4.2006
Premio
Agevolazioni per servizi di consulenza
Veneto
Del. n. 782 del 21 marzo 2006
Contributo in conto capitale
Sostegno allo start up imprenditoriale
Friuli-Venezia Giulia
Dgr 557 del 17.3.2006 Bur 14 del 5.4.2006
Contributi in conto capitale in regime de minimis
Contributi alle cooperative sociali
Emilia-Romagna
Dgr 356 del 20.3.2006 Bur 50 del 12.4.2006
Contributo in conto capitale
Bandi Fit: “Innovazione dei processi strategici aziendali”; Tecnologie prioritarie”
Map Mef
Decreto Map-Mef 1.2.2006, G.U. 67 del 21.03.2006
Contributi in conto capitale, finanziamento agevolato e finanziamento ordinario
Aiuti per la trasformazione dei prodotti agricoli
Puglia
Det 551, 552, 553, 554 Bur 49 del 20.4.2006
Contributo in conto capitale
Internazionalizzazione del sistema produttivo
Sardegna
Det. n. 70 del 15.03.2006
Contributo in conto capitale
Iniziativa Pro Inno Europe
Commissione europea
Invito a presentare proposte, GUUE C/75 del 21.03.2006
Sovvenzione
La Regione premia le Pmi più innovative
Lazio
Docup Obiettivo 2 2000/2006
De minimis
Qualificazione e sviluppo delle Pmi commerciali
Lombardia
Decr. 4635 del 27.4.2006 Bur 17 del 28.4.2006
Contributo in conto capitale
Agevolato l’insediamento dei giovani agricoltori
Umbria
Psr 2000/2006
Premio unico di primo insediamento
Ricostituzione in seguito a disastri naturali
Sardegna
Det 231 del 6.4.2006
Contributo in conto capitale
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QUADRO DI RIFERIMENTO
CALENDARIO
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SETTORE
FONDI DISPONIBILI
DATA DI SCADENZA
Vari
475.316 euro
24/5 mercoledì
n. 4 – maggio 06 pag. 6
ICT
48 milioni di euro
31/5 mercoledì
n. 4 – maggio 06 pag. 42
Zootecnia
6,5 milioni di euro
31/5 mercoledì
n. 5 – maggio 06 pag . 46
Vari
6.035.651,42 euro
31/5/2006
n. 5 – maggio 06 pag. 46
No profit, amministrativo
8 milioni di euro
1/6 giovedì
n. 4 – aprile 06 pag. 28
Manifatturiero e servizi
9 milioni di euro
3/6 sabato
n. 4 – aprile 06 pag. 35
Medicina sociale
3.452.904,31 euro
5/6 lunedì
n. 5 – maggio 06 pag . 60
Agricoltura, zootecnia
43 milioni di euro
5/6 lunedì
n. 5 – maggio 06 pag . 47
Vari
2.576.000 euro
5/6 lunedì
n. 5 – maggio 06 pag . 27
Vari
–
5/6 lunedì
n. 5 – maggio 06 pag . 44
Cooperative sociali
500.000 euro
12/6 lunedì
n. 5 – maggio 06 pag . 44
Industria, trasporti, 270 milioni di euro artigianato 180 milioni di euro e ricerca
19/6 lunedì
n. 3 – marzo 06 pag. 11 n. 4 – aprile 06 pag. 56
Agricoltura
–
19/6 lunedì
n. 5 maggio 06 pag . 46
Estrattivo, manifatturiero, costruzioni, informatica, ricerca e sviluppo
–
23/6 venerdì
n. 4 – aprile 06 pag. 44
Ricerca e sviluppo tecnologico
5,75 milioni di euro 28/6 mercoledì
n. 4 – aprile 06 pag. 9
Tecnologia
11,5 milioni di euro 30/6 venerdì
n. 5 – maggio 06 pag. 34
Commercio
8.000.000 di euro
30/6 venerdì
n. 5 – maggio 06 pag. 46
Agricoltura
–
10 luglio lunedì
n. 5 – maggio 06 pag. 40
Agricoltura
–
24/7 lunedì
n. 5 – maggio 06 pag. 47
DIFFICOLTÀ
RIVISTA MESE – PAG.
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QUADRO DI RIFERIMENTO Tassi agevolati del mese LEGGE E OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE
SETTORI
TASSO LOCALIZZAZIONE LIMITE E DIMENSIONE D’IMPRESA AGEVOLATO IN% DELL’INTERVENTO
L. 949/52 Credito artigiano
Artigianato
Obiettivo 1
2,15%
Obiettivo 2
2,60%
Rimanenti zone
3,10%
Altre zone
2,20%
Obiettivo 1
0%
Zone ex art.87.3.c
1,80%
L. 1329/65 Acquisto macchinari
Industria Commerico Artigianato Servizi
Max 240 milioni + 80 milioni per scorte, materie prime e semilavorati
Massimo 3 miliardi
L. 227/77 Export
Industria Commerico Artigianato Servizi
Territorio nazionale
In base ai tassi dei singoli paesi
85% della fornitura
L. 240/81 Credito ai consorzi
Industria Commerico Artigianato Servizi
Obiettivo 1,2
1,45%
Fino al 60% max 2 miliardi, fino all’80% nel caso di interventi in obiettivo 1 o 2
Rimanenti zone
2,85%
L. 394/81 Penetrazione commerciale Paesi extra Ue
Industria Commerico Artigianato Servizi
Territorio nazionale
1,50%
85% max 4 miliardi
L. 62/2001 Editoria
Industria
Territorio nazionale
2,35% (tasso nominale di contributo)
90%. Aumento al 100% nel caso di cooperative
L. 46/82 innovazione tecnologica
Industria
Territorio nazionale
0,89%
60% dei costi ammissibili
L. 752/82 Minerario
Industria
Territorio nazionale
1,45%
L. 49/85 Credito alla coperazione
Industria Commerico Artigianato
L. 44/86 Imprenditoria giovanile
–
Industria Commerico Artigianato Servizi Agricolutura
Mezzogiorno
1,20%
Centro - Nord
2,35%
Obiettivo 1,2
Calcolato in base alle specifiche esigenze dei beneficiari
70% dei costi ammissibili
Costo del progetto max 5 miliardi
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QUADRO DI RIFERIMENTO
TASSI AGEVOLATI
85
LEGGE E OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE
SETTORI
TASSO LOCALIZZAZIONE LIMITE E DIMENSIONE D’IMPRESA AGEVOLATO IN% DELL’INTERVENTO
L. 181/89 Acquisto macchinari
Industria, servizi, commercio
Territorio nazionale
1,70%
L. 100/90 Costituzione joint venture in Paese extra Ue
Servizi Industria, Artigianato, Commercio, Agricoltura
Territorio nazionale
2,350% 90%, max 75 miliardi per (tasso nominale di impresa e 150 miliardi contributo) per gruppo
L. 304/90 Partecipazione a gare internazionali
Artigianato, commercio, industria
Territorio nazionale
1,50%
L. 19/91 Servizi Industria, Costruzione joint venture Artigianato, in Paesi extra Ue Commercio, Agricoltura
Triveneto
2,35% (tasso nominale di contributo)
L. 317/91 Consorzi e società consortiti tra Pmi
Obiettivo 1,2
1,45%
Rimanenti zone
2,85%
Industria Commercio artigianato
–
100%, max 2 miliardi per beneficiario per gara
–
Fino al 60%, max 2 miliardi. Fino all’80% nel caso di interventi in obiettivo 1 o 2
L. 236/92 Imprenditoria Giovanile
Servizi
Obiettivo 1, 2
calcolato in base alle specifiche esigenze dei beneficiari
Costo del progetto max 1 miliardo
L. 598/94 Innovazione e ambiente
Industria
Obiettivo 1
3,76%
70%, max 3 miliardi
Zone deroga 87.3, c
2,82%
Altre zone (piccole imprese)
2,35%
Altre zone (medie imprese)
1,08% (tassi nominali di contributo)
D.lg. 143/98 Industria Commercio, art. 22 comma 5 Lett. a) b) Artigianato, Servizi Studi diprefattibilità, di fattibilità e di assistenza tecnica in Paesi extra Ue
Territorio nazionale
0,938%
Dal 50% al 100%, max 700 milioni – 1 miliardo (a seconda dell’intervento)
D.lg. 297/99 Art(5) Industria artigianato Ricerca applicata (proservizi getti di costo inferiore ai 7,5 miliardi di euro)
Territorio nazionale
0,50%
Max 70%
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QUADRO DI RIFERIMENTO Indicatori reali
A cura dell’uffico studi della Banca Popolare di Milano
Tassi di interesse
Euribor 365 (dati giornalieri)
Negli Stati Uniti il livello dei tassi ufficiali è del 4,75%, come deciso durante l’ultima riunione della banca centrale tenutasi il 22 marzo scorso, ed è considerato dagli analisti “neutrale” dato il ritmo di espansione dell’economia. Lo scenario statunitense, infatti, resta positivo, con una crescita attesa intorno al 3,5% e la core inflation ben ancorata su livelli simili a quelli dello scorso anno, intorno al 3%. Il fatto che il 2006 sia iniziato con una crescita economica molto robusta, grazie anche al forte recupero della spesa delle famiglie e al contributo positivo degli investimenti industriali, apre la strada ad ulteriori aumenti del costo del denaro nei prossimi mesi. Vi sono, però, alcuni fattori di rischio per la congiuntura che potrebbero influire sulle decisioni di politica monetaria: in primo luogo, il calo delle vendite di nuove abitazioni potrebbe riflettersi in modo significativo sui prezzi degli immobili impattando negativamente sui redditi da lavoro che originano dal settore edile e, quindi, sui consumi privati. In secondo luogo, il crescente squilibrio estero troverà probabilmente soluzione in un rallentamento della domanda domestica ed in un più ampio deprezzamento del dollaro. Nella Zona Euro, in aprile si è assistito ad una diminuzione dei tassi a breve scadenza dopo la riunione della BCE del 7 aprile, quando si raffreddarono le at-
3,1
1M
2,8
2,7
2,6 31/03
10/04
26/04
4,6 4,4
1Y
4,2
5Y
30Y
4,0 3,8 3,6 3,4 3,2 3,0 10/04
31/03
tese di nuovi rialzi dei tassi, che è stata poi più che compensata dall’aumento a fine mese. I dati del primo trimestre mostrano un graduale ampliamento della crescita economica, che è prevista continuare nel resto dell’anno. Se i segnali di crescita verranno confermati, la BCE procederà ad aumenti dei tassi nella prossima riunione di giugno,
0,704
YEN (centinaia)
GBP (scala dx)
1,45
0,701
1,40
0,698
1,35
0,694
1,30
0,691
1,25
0,688
1,20
0,685
1,15
0,682 10/04
18/04
Irs (dati giornalieri)
1,50
31/03
6M
2,9
I cambi dell’euro (dati giornalieri) USD
3M
3,0
18/04
26/04
18/04
26/04
per contrastare le pressioni inflazionistiche (2,4% il tasso di inflazione nell’Area ad aprile) che sono attese perdurare anche nei mesi seguenti a fronte del possibile trasferimento dei rialzi del petrolio sui prezzi al consumo.
Mercato dei cambi Progressiva svalutazione del dollaro, che ha raggiunto quota 1,26 a fine aprile nei confronti dell’Euro. La valuta statunitense ha subito pressioni a causa delle attese del mercato per la fine delle mosse restrittive di politiche monetaria, poi smentite dal presidente Bernanke. Lo YEN ha incrementato il proprio valore nella seconda metà del mese scorso verso l’euro, grazie sia ai cambiamenti in atto dell’economia giapponese (uscita dal tunnel della deflazione e della recessione grazie al rafforzamento della domanda interna) sia al-
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QUADRO DI RIFERIMENTO
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INDICATORI REALI
le aperture recenti da parte della Cina. Si può supporre che le condizioni per l’avvio della svolta rialzista si stiano gradualmente materializzando. Andamento altalenante per la sterlina nei confronti dell’euro: lo strappo rialzista fatto registrare a fine mese è stato causato degli incoraggianti dati relativi alla crescita economica inglese del primo trimestre del 2006. Il mercato sconta una nuova stretta entro la fine dell’anno, che dovrebbe sostenere il cambio verso le principali valute.
Il livello di fiducia Dagli Stati Uniti provengono segnali di miglioramento della fiducia relativamente al clima economico: l’indice ISM del settore manifatturiero ad aprile è aumentato a 57,3 dal 55,2 di marzo. L’indice di fiducia dei consumatori è stato pari a 109,6, in miglioramento rispetto al mese precedente (107,5 rivisto da 107,2) e sopra le attese dei mercati (106,2). Anche nella Zona Euro i consumatori sembrano percepire il miglioramento della situazione economica e delle prospettive occupazionali. Tale ottimismo rappresenta un segnale incoraggiante per le scelte di consumo. Infine, in Italia l’economic sentiment si è attestato ad aprile a quota 107,4, in netto miglioramento rispetto al dato di marzo (104,6). Prosegue la crescita della fiducia delle imprese per l’undicesimo mese consecutivo: l’indice, considerato al netto dei fattori stagionali, si è attestato a 96,1 da
Principali variabili macroeconomiche Variabili internazionali
2004
2005
2006
2007
37,8 10,2 1,24
54,5 7,4 1,25
57,0 7,6 1,22
52,0 7,0 1,23
Petrolio Brent ($/bar – media annua) Commercio internazionale Tasso di cambio $/€ (livello-media annua)
PIL (var. %)
Mondo Stati Uniti Cina Area Euro
4,8 4,2 9,5 1,8
4,3 3,5 9,1 1,4
4,3 3,2 8,4 2,0
4,0 2,9 9,4 1,9
Inflazione (var. %)
Stati Uniti Cina Area Euro
2,7 3,9 2,1
3,4 3,0 2,2
2,9 3,8 2,1
2,4 3,8 1,9
PIL Domanda interna totale Consumi Privati Consumi Pubblici Investimenti fissi lordi Investimenti in costruzioni Investimenti in macch. e att.re Esportazioni di beni e servizi Importazioni di beni e servizi
1,1 1,0 0,5 0,6 2,2 0,9 1,1 3,0 2,5
-0,0 0,2 0,1 1,2 -0,6 0,5 -2,1 0,3 1,4
1,2 1,3 1,2 1,4 1,6 0,8 2,2 3,3 3,3
1,1 1,4 1,6 0,6 1,8 1,0 2,4 2,7 3,7
Prezzi al consumo Prezzi alla produzione Indice produzione industriale Deficit (% Pil)
2,2 2,7 -0,6 3,5
2,0 4,0 -0,8 4,2
2,2 3,3 0,8 4,3
2,0 -0,6 0,8 4,2
Italia (var. % annue a prezzi costanti)
Prodotto interno lordo
Altre variabili macroeconomiche
94,5 di marzo, sui massimi dal gennaio 2001. Sono migliorati soprattutto i giudizi sull’andamento degli ordini e sulle prospettive di produzione. L’indice destagionalizzato della fiducia dei consumatori, al contrario, si ridu-
ce (106,1 da 109,1), a causa soprattutto dell’aumento del pessimismo relativamente all’evoluzione a breve della situazione economica del Paese, imputabile soprattutto alle incertezze derivanti dai risultati elettorali.
Italia – Clima di fiducia
ZONA EURO
Fonte: ISAE, DG Economic and Financial Affairs, EU
Fonte: DG Economic and Financial Affairs, European Union
115 110
0
105
-2
100 = media di lungo periodo
95
-6 -8
90
-10
85
-12
80
-14 ECONOMIC SENTIMENT
IND. MANIFATTURIERA
-16
CONSUMATORI
-18
70 gen-05
INDUSTRIAL CONFIDENCE
-4
100
75
CONSUMER CONFIDENCE
apr-05
lug-05
ott-05
gen-06
apr-06
gen-05
apr-05
lug-05
ott-05
gen-06
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QUADRO DI RIFERIMENTO Tabella Euribor
A cura di FINANZA & SVILUPPO s.r.l.- GRUPPO ITALFINANCE
L’Euribor, acronimo di Europe interbank offered rate, è il tasso di mercato interbancario calcolato come media dei migliori tassi lettera quotati da alcune delle principali banche operanti sull’Euromercato. Costituisce la base di
calcolo degli interessi per le operazioni di finanziamento. La differenza tra durate differenti dipende dal fatto che tassi diversi sono applicati a depositi di diverso periodo. Quando si prevedono rialzi dei tassi, gli Euribor a lungo
termine sono più alti, e viceversa. L’analisi dell’andamento degli Euribor, di durata differente, rappresenta un efficace strumento per studiare la tendenza dei tassi.
Data
1 Wk
1 Mo
2 Mo
3 Mo
4 Mo
5 Mo
6 Mo
7 Mo
8 Mo
9 Mo
10 Mo
11 Mo
12 Mo
3/4/06
2,614
2,649
2,746
2,822
2,891
2,943
3,002
3,051
3,101
3,149
3,191
3,226
3,264
4/4/06
2,615
2,651
2,753
2,824
2,893
2,946
3,006
3,053
3,099
3,152
3,189
3,221
3,26
5/4/06
2,635
2,654
2,763
2,831
2,895
2,946
3,007
3,053
3,1
3,153
3,192
3,225
3,26
6/4/06
2,653
2,641
2,686
2,764
2,812
2,858
2,915
2,963
3,006
3,052
3,093
3,122
3,159
7/4/06
2,643
2,638
2,684
2,763
2,814
2,857
2,912
2,964
3,011
3,06
3,097
3,132
3,171
10/4/06
2,63
2,637
2,677
2,762
2,814
2,854
2,912
2,961
3,009
3,061
3,097
3,13
3,171
11/4/06
2,628
2,637
2,674
2,764
2,814
2,854
2,914
2,964
3,011
3,062
3,099
3,134
3,173
12/4/06
2,623
2,64
2,674
2,765
2,815
2,852
2,916
2,966
3,015
3,069
3,106
3,142
3,185
13/4/06
2,621
2,642
2,676
2,769
2,819
2,857
2,918
2,966
3,02
3,078
3,115
3,152
3,194
18/4/06
2,62
2,643
2,681
2,77
2,821
2,86
2,922
2,964
3,016
3,067
3,108
3,144
3,185
19/4/06
2,624
2,644
2,694
2,776
2,83
2,874
2,932
2,978
3,03
3,081
3,124
3,159
3,2
20/4/06
2,633
2,651
2,702
2,779
2,835
2,877
2,932
2,981
3,031
3,081
3,124
3,158
3,198
21/4/06
2,643
2,653
2,704
2,783
2,837
2,877
2,935
2,982
3,031
3,082
3,118
3,152
3,19
24/4/06
2,648
2,655
2,711
2,79
2,846
2,889
2,949
2,995
3,048
3,103
3,143
3,178
3,221
25/4/06
2,651
2,667
2,74
2,824
2,881
2,93
2,997
3,045
3,099
3,153
3,194
3,24
3,277
26/4/06
2,66
2,666
2,753
2,832
2,895
2,952
3,016
3,073
3,126
3,184
3,22
3,264
3,306
27/4/06
2,643
2,666
2,763
2,852
2,911
2,967
3,032
3,089
3,144
3,198
3,237
3,277
3,318
28/4/06
2,637
2,667
2,771
2,86
2,907
2,963
3,03
3,081
3,134
3,193
3,232
3,272
3,314