3 Direttore Responsabile: Michele Riva
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Sommario SOMMARIO 17 marzo 2006
L'OPINIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 NOVITÀ IN BREVE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4
AGEVOLAZIONI FINANZIARIE NAZIONALI Investimenti produttivi Nuova 488: ancora in attesa del varo dei bandi 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . Gli aiuti di Stato diminuiscono nel 2007-2013 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Ricerca e innovazione Il Fondo per l’Innovazione Tecnologica si rinnova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Collaboratori: Gabriele Bonati, Piero Crivellaro, Mattia Crosetto, Luigi Fogagnoli, Gianluca Manzi, Fernando Metelli, Carlo Morichini, Pier Ettore Pellerey, Amedeo Sacrestano
Creazione d’impresa Per il bando 215, l’obbiettivo è razionalizzare le risorse . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Stampa: Il Sole 24 ORE S.p.A. – via Tiburtina Valeria km 68,700 – 67061 Carsoli
EUROPEE Ricerca e innovazione L’Europa investe sull’eccellenza degli eservice . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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REGIONALI Investimenti produttivi La Toscana punta sulla promozione del turismo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La Provincia di Trento lancia la “legge unica” sull’economia . . . . . . . . . .
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Ricerca e innovazione Campania: in arrivo 48 milioni di euro per l’ICT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Internazionalizzazione La strategia di internazionalizzazione dell’Emilia Romagna . . . . . . . . . . .
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ALTRE DALLE REGIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 SPECIALE ALLARGAMENTO UE L’Ungheria scommette sull’innovazione tecnologica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I Balcani occidentali sulla strada dell’Unione europea . . . . . . . . . . . . . . . . .
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In questo numero Innanzitutto, segnaliamo la mancata pubblicazione del “Dossier 488”, che siamo costretti a rimandare al prossimo numero, a causa di ritardi nel varo della circolare esplicativa (v. articolo a pagina 7). Gli argomenti più importanti su cui si concentra la rivista di marzo riguardano, in particolare, le attività tecnologiche:
Y l’applicazione della riforma degli incentivi al Fondo per l’Innovazione Tecnologica, a partire dai due bandi tematici in fase di avvio; Y
l’invito 2006 a presentare proposte del programma Ue e-Ten, a favore del lancio di nuovi servizi on line;
Y il bando Italia-Israele per progetti congiunti di ricerca e sviluppo DA NON PERDERE la sezione “Credito alle imprese” per gli articoli sugli strumenti a tutela degli investimenti all’estero: – il nuovo prodotto della SACE per le Pmi; – le garanzie del Gruppo della Banca Mondiale
Nel prossimo numero Oltre al già citato “DOSSIER 488”, che fornirà tutte le indicazioni operative per pianificare i progetti d’investimento e presentare la domanda di finanziamento, la novità più significativa riguarderà la terza edizione dei bandi e-commerce e quick responce rivolti alle imprese dei settori tessile-abbigliamento e calzaturiero
CREDITO ALLE IMPRESE LINEE DI CREDITO INTERNAZIONALI Opportunità di collaborazioni con imprese israeliane . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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CREDITO BANCARIO Perché guardare con interesse al prestito partecipativo . . . . . . . . . . . . . . .
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ASSICURAZIONE EXPORT Le garanzie commerciali del Gruppo Banca Mondiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . Credit Enhancement: nuovo strumento a supporto delle Pmi . . . . . . . .
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STRUMENTI FINANZIARI Strumenti innovativi per le Pmi in Sardegna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO L’INAIL finanzia la sicurezza nei luoghi di lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . La riduzione dell’IRAP favorisce le nuove assunzioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le precisazioni delle Entrate sulla programmazione fiscale . . . . . . . . . . . .
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ANALISI E COMMENTI Aumenta il credito a medio-lungo termine per l’artigianato . . . . . . . . . . . Il nuovo Fondo Ue per l’equilibrio del mercato del lavoro . . . . . . . . . . . . .
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L’ANGOLO DEL LETTORE Le risposte dell’esperto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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QUADRO DI RIFERIMENTO Calendario guidato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tassi agevolati del mese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Indicatori reali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tassi Euribor: andamento settimanale. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Editoriale
L’opinione di Amedeo Sacrestano Dottore Commercialista
di Emilio Panzeri Italfinance Group
Meglio una Banca Perché le imprese del Mezzogiorno italiane scelgono o banche più coraggiose? il leasing immobiliare C’è veramente bisogno di una Banca del Mezzogiorno? Non è facile dare una risposta senza aver prima verificato cosa voglia effettivamente essere il nuovo istituto di credito promosso dal ministero dell’Economia e previsto nella finanziaria 2006. Certo è che nessun sistema economico si sviluppa senza un sano ed efficiente rapporto tra banca e impresa. Altrettanto assodato è che, nel Sud Italia, questa relazione quasi mai presenta tali caratteristiche. Al riguardo, i dati oggettivi sull’intensità di raccolta e impieghi sul territorio sono impietosi: nel Mezzogiorno, gli istituti di credito incamerano abbondantemente di più di quanto non investano in loco. Ad analoghe considerazioni si può giungere utilizzando parametri di valutazione delle dinamiche di interazione tra finanza e produzione, meno imparziali, ma, probabilmente, più eloquenti: al di sotto del fiume Garigliano, non si ritiene siano molti i finanziamenti bancari erogati sulla base della redditività stimata del progetto piuttosto che sulle garanzie del soggetto proponente. Un’altra considerazione appare, poi, difficilmente confutabile: la maggior parte delle iniziative di Stato (o indirizzate dagli organismi di governo nazionale), in particolare in ambito bancario e finanziario e segnatamente negli ultimi decenni, non hanno sortito particolari effetti per lo sviluppo delle aree sottoutilizzate. Anzi, in qualche caso, addirittura il messaggio morale e, più in generale, culturale di alcune vicende di grandi istituti di credito meridionali non può certo dirsi essere stato edificante. Sulla scorta di tali considerazioni, si è propensi a ritenere che il Mezzogiorno del Paese necessiti semplicemente di più banca o, per essere più precisi, di istituti di credito che siano profondamente orientati a svolgere pienamente la loro funzione di volano per i programmi di crescita e miglioramento dell’impresa e, più in generale, dell’ambiente economico e sociale. Nel Sud del Paese occorre, dunque, prima di tutto, lavorare per condividere e diffondere una sana e razionale cultura d’impresa, utilizzando un approccio che riguardi nel contempo tutti gli attori dello sviluppo locale, a iniziare dalle istituzioni.
Inarrestabile la crescita del leasing in Italia: anche nel 2005 i volumi hanno superato del 15,43% quelli relativi all’anno precedente. Il fenomeno non è assolutamente nuovo. Per rendersi conto della considerevole crescita di questa forma di finanziamento, basti considerare che 7 anni fa, nel 1999, vennero stipulati contratti per un ammontare di poco superiore ai 22 miliardi di euro, mentre nel 2005 si sono superati i 44 miliardi, segnando una crescita nel periodo del 100%. Se però disaggreghiamo i dati, vediamo che il fenomeno presenta un aspetto peculiare: il comparto beni strumentali nel periodo 1999-2005 è infatti cresciuto di un modesto 26%, il comparto beni targato del 63%, mentre il comparto immobiliare ha messo a segno un poderoso + 279%. Possiamo quindi affermare, senza ombra di dubbio, che è proprio il leasing immobiliare la star che ha trainato la crescita della locazione finanziaria in Italia. I motivi di tale apprezzamento da parte degli imprenditori italiani sono da riscontrare in un servizio che risulta particolarmente modulabile per le soluzioni offerte in termini di struttura dell’operazione (anticipi, periodicità del canone, valore di riscatto finale), se confrontato con le offerte standardizzate di altri strumenti di finanziamento, e per i tempi rapidi di istruttoria e le modalità più semplici di concessione rispetto alle forme tradizionali di credito bancario, spesso vincolate da procedure che risultano per l’impresa piuttosto complesse e lunghe. Nel comparto immobiliare, il leasing permette inoltre di finanziare l’importo complessivo del bene locato, tenuto conto che gli eventuali anticipi sono, di norma, decisamente più contenuti rispetto alle “franchigie” previste per questa tipologia di beni dalle altre forme di credito bancario a medio-lungo termine. Infine, il leasing consente di non anticipare l’Iva, ma di rateizzarla sui canoni, e di ammortizzare i beni in un periodo più breve rispetto al periodo di ammortamento ordinario. Su questo punto la legge finanziaria 2006 ha stretto un po’ i cordoni della borsa, per cercare di ottenere più gettito, allungando per i leasing immobiliari il periodo minimo di ammortamento da 8 a 15 anni. Inciderà questa riforma sullo sviluppo del settore? I primi dati parziali del 2006 ci dicono che, rispetto al 2005, a gennaio, la crescita ha segnato un +32,61%.
NOVITÀ IN BREVE
Novità in breve
N
azionali
Contributi alle PMI agricole e artigiane per la sicurezza sul lavoro Bando INAIL (G.U. n. 39 del 16 febbraio 2006)
L’INAL ha indetto il bando 2006, con una dotazione finanziaria pari a 60 milioni di euro, a favore delle PMI agricole e artigiane che adeguano le loro strutture alle norme 626/94 per la sicurezza e l’igiene del lavoro. Le domande potranno essere presentate a partire dal 3 aprile ed entro il 2 maggio 2006. Il regime d’aiuto, emanato ai sensi dell’art. 23 lettera a) del D.Lgsl. 38/00 e pubblicato sulla G.U. n. 39 del 16 febbraio 2006, prevede contributi in conto interessi e in conto capitale, e finanzia una serie di investimenti finalizzati all’incremento del livello di sicurezza contro gli infortuni, alla riduzione della esposizione dei lavoratori ad agenti chimici, fisici e biologici e dell’impiego di sostanze pericolose dal ciclo produttivo; all’adeguamento a parametri conformi alla normativa internazionale sulla sicurezza.
Ripartizione del Fondo per le agevolazioni alla ricerca – anno 2005 Il Ministero della Istruzione, Università e Ricerca, con decreto 29 novembre 2005, ha ripartito l’importo complessivo di 1.095.632.454,00 euro tra i vari strumenti di intervento per la ricerca, previsti nel decreto legislativo 297/1999. I fondi in oggetto derivano da rientri, rinunce, minori utilizzi e interessi su giacenze della gestione del Fondo speciale ricerca applicata e del fondo agevolazioni
D.M. 29 novembre 2005 (G.U. n. 47 del 25 febbraio 2006)
alla ricerca per l’anno 2004, da quote di stanziamento non ancora utilizzate del MIUR, dagli appositi stanziamenti previsti negli stati di previsione della spesa dell’anno 2005 dei Ministeri del lavoro e politiche sociali e della economia e finanze, dalle delibere CIPE n. 20 e 81 2004 e 35/2005, dal ricavato dell’operazione di cartolarizzazione dei «crediti ulteriori» FAR.
Ampliati i criteri per incentivare il fotovoltaico D.M. 6 febbraio, (G.U. n. 38 del 15 febbraio 2006 e Delibera AEEG 40/06 del 24 febbraio 2006)
Con il decreto del 6 febbraio 2006 il Ministero delle Attività Produttive, di concerto con il Ministero dell’Ambiente, ha ampliato e integrato i criteri già fissati per l’incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici. Tra le principali novità, si segnalano l’innalzamento della potenza complessiva incentivabile da 100 a 500 MW e la variazione dei termini di presentazione delle domande. A seguito dell’emissione del decreto l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha emesso la nuova delibera n. 40/06 del 24 febbraio 2006 che ha modificato le disposizioni precedenti, e in virtù della quale le domande potranno essere inoltrate al GRTN a partire dal 1° marzo 2006, nei periodi 1-31 marzo, 1- 30 giugno, 130 settembre, 1-31 dicembre di ciascun anno.
Legge 215/92: integrazioni al bando e software per il calcolo delle agevolazioni Decreto in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
Il decreto, in corso di pubblicazione nella G.U., integra le modalità di
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NOVITÀ IN BREVE
presentazione e di valutazione delle domande relative al 6° bando della legge 215/92, a favore dell’imprenditoria femminile. In particolare, si rivolge ai programmi di investimento previsti nella provincia autonoma di Bolzano e nelle regioni Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Umbria, Veneto e Sicilia (che non hanno provveduto all’integrazione delle risorse statali), che saranno sottoposti alla valutazione del Ministero delle Attività Produttive. A tal fine, il provvedimento dispone l’integrazione della modulistica con un prospetto predefinito, pubblicato in allegato al decreto in oggetto, che dovrà essere fornito entro il 17 marzo 2006. Si informa, inoltre, che sul sito dell’IPI (www.ipi.it) è disponibile il software per il calcolo delle agevolazioni previste dal 6° bando della legge 215/92.
Legge 488: ripartizione delle risorse D.M. 2 febbraio 2006 (in corso di pubblicazione in G.U.)
Il Ministero delle Attività Produttive, con il D.M. del 2 febbraio 2006, ha ripartito le risorse stanziate a favore dei bandi 2006 della legge 488/92, pari a 679,88 milioni di euro, per la concessione dei contributi in conto capitale nelle seguenti modalità: 60% al settore Industria di cui il 10% da destinare all’Artigianato, pari rispettivamente a 367.135.200 e 40.792.800 euro; 35% al settore Turismo, pari a 237.958.000 euro; 5% al settore Commercio, pari a 33.994.000 euro. Tali risorse, al netto del 30% destinato alle graduatorie multiregionali, sono poi ulteriormente suddivise tra le varie Regioni.
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Termini Imerese, nel palermitano; un contratto che riguarda il Coprit (Consorzio per la promozione di iniziative turistiche), relativo a investimenti nel settore turistico, in particolare nelle province di Messina e Siracusa; un contratto che riguarda investimenti industriali da parte della Colacem nel Comune di Modica (Ragusa).
Comunicazione per i Confidi: prorogata la scadenza Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate n. 32951 del 24 febbraio 2006
Con provvedimento del 24 febbraio 2006, n. 32951 l’Agenzia delle Entrate ha prorogato dal 28 febbraio al 15 aprile il termine per l’invio da parte degli intermediari finanziari, quindi anche dei Confidi, dell’indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC), come specificato nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate 22 dicembre 2005. Con lo stesso provvedimento è stato anche prorogato dal 1° marzo al 2 maggio il termine per l’utilizzo della procedura di scambio di informazioni tra gli uffici dell’Amministrazione fiscale e gli intermediari finanziari. Con lo stesso provvedimento è stato inoltre delineato il termine di 30 giorni per l’invio dell’indirizzo di Posta Elettronica Certificata da parte dei soggetti di nuova costituzione.
PNR 2005-2007: approvate le graduatorie delle idee progettuali Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con il decreto in oggetto, ha approvato le proposte progettuali di ricerca relativi ai grandi programmi strategici previsti dal Piano Nazionale per la Ricerca (PNR) 2005-2007, presentati congiuntamente dalla comunità scientifica nazionale e il sistema italiano delle imprese (ai sensi del D.M. 1621/Ric. del 18 luglio 2005). Il MIUR procederà quindi ad avviare le procedure per la presentazione e valutazione degli specifici progetti esecutivi, a partire dalle idee progettuali che hanno raggiunto almeno il punteggio di 90. Sulla base degli esiti di progetti e nei limiti dei fondi stanziati, si procederà alla valutazione delle idee progettuali riportanti il punteggio minimo di 85.
D.M.9 febbraio 2006 (G.U. n. 50 dell’1.3.06)
Approvati contratti di programma in Campania e Sicilia Nei giorni scorsi, il Ministro delle Attività Produttive ha firmato i seguenti Contratti di Programma proposti dalle Regioni Campania e Sicilia: ● un contratto per un piano di investimenti a favore degli insediamenti della Fiat a Pratola Serra (Avellino), a Termoli (Campobasso) e degli stabilimenti di ricerca di Pomigliano d’Arco e di Torino. ● un contratto con il Gruppo Fiat, relativo a investimenti industriali e di ricerca e sviluppo nel settore automobilistico, da realizzarsi principalmente a
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NOVITÀ IN BREVE
PIA Innovazione: approvata la graduatoria del 2° bando D.M. del 1° marzo 2006 Il Ministero delle Attività (in corso di pubblicazione Produttive, con decreto sulla Gazzetta Ufficiale) del 1° marzo, ha approva-
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to la graduatoria del 2° bando del Pacchetto Integrato di Agevolazioni (PIA) per l’Innovazione, relativa alle iniziative da realizzarsi nelle Regioni in Obiettivo 1 (Mezzogiorno). Il decreto sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dopo il completamento delle procedure di registrazione e pubblicazione dei decreti di reperimento delle ulteriori risorse.
omunitarie
Sicurezza: invito a presentare proposte Decisione C(2006)331 del 9 febbraio 2006
In seguito all’adozione (con decisione C(2006)331 del 9 febbraio u.s) del programma di lavoro relativo all’implementazione dell’Azione Preparatoria per il rinforzo del potenziale industriale europeo in materia di ricerca nel campo della sicurezza Verso un programma di promozione della sicurezza europea mediante ricerca e tecnologia, la Commissione europea provvederà a lanciare un invito (PASR – 2006) per la presentazione di proposte per progetti e attività di supporto. Le risorse stanziate ammontano a 15 milioni di euro. Si prevede che la data di chiusura dell’invito sarà fissata il 10 maggio 2006. Per maggiori informazioni: http://www.cordis.lu/security/calls.htm
Partecipazione di Paesi terzi a progetti di ricerca Invito a presentare proposte (GUCE C 38 del 15 febbraio 2006)
Nell’ambito del programma specifico “Integrare e rafforzare lo Spazio di Ricerca Europeo” del VI Programma Quadro di Ricerca e Sviluppo Tecnologico, il presente invito è destinato a promuovere la partecipazione di partner di taluni Paesi terzi a progetti per i quali i contratti sono già stati firmati o sono
in fase di negoziazione, nelle aree tematiche prioritarie di ricerca indicate nel bando. L’invito si rivolge a persone fisiche o giuridiche e prevede un contributo comunitario che varia in base alla tipologia di progetti ai quali i soggetti terzi parteciperanno, sulla base delle regole operative del Sesto Programma Quadro. La dotazione finanziaria ammonta a 20 milioni di euro e la scadenza è fissata al 16 maggio 2006. Per informazioni: www.cordis.europa.eu.int.
Telecomunicazioni: bando 2006 del Programma E-Ten Invito a presentare proposte (GUCE C 40 del 17 febbraio 2006)
Il presente invito sostiene progetti di introduzione iniziale e di convalida sul mercato, volti a contribuire all’introduzione dei servizi di telecomunicazioni basati sulle reti di interesse comune, caratterizzati da una dimensione transeuropea. Le proposte devono trattare una o più delle tematiche individuate nel programma di lavoro per il 2006: eGovernment, eLearning, assistenza sanitaria on-line, serivizi a supporto delle PMI. I beneficiari sono le persone giuridiche. Il contributo comunitario non potrà superare il 30% dei costi complessivi dei progetti di introduzione iniziali, mentre tale percentuale sarà del 10% per i progetti di convalida sul mercato. La dotazione finanziaria è pari a 45,6 milioni di euro. La scadenza è fissata al 19 maggio 2006. Per informazioni: www.europa.eu.int/eten.
AGEVOLAZIONI
Agevolazioni finanziarie
Nuova 488: ancora in attesa del varo dei bandi 2006 Il ministero delle Attività Produttive e il sistema bancario discutono gli ultimi dettagli – tecnici e finanziari – sulla valutazione dei progetti di investimento di Giampiero Meschino
S
embra proprio che si sia alle fasi conclusive relative all’uscita dei primi quattro bandi sulla Legge 488 “riformata”. È infatti imminente la firma dei bandi sui settori Industria, turismo, commercio e artigianato, nonché della circolare esplicativa: sarà un corposo testo unico per tutti i settori economici. Come noto, dopo mesi di lavoro, si aprirà un nuovo sistema di incentivi alle aziende che avrà, fra le maggiori novità, l’inserimento di un mix di agevolazioni (fondo perduto e finanziamento agevolato) e l’obbligatorietà di un giudizio di “bancabilità” dei progetti da parte appunto di una Banca. Il sistema degli incentivi viene riformato sia per soddisfare la necessità di selezionare al meglio i progetti da agevolare, sia in considerazione dei modesti fondi stanziati negli ultimi anni e sia, infine, per ottimizzare il loro utilizzo: troppe volte sono state impiegate risorse pubbliche (anche comunita-
rie) poi non utilizzate a causa di investimenti che hanno trovato poi difficoltà finanziarie a essere realizzati (con conseguente perdita di contributo e restituzione alla UE per mancata utilizzazione).
La numerosità dei soggetti coinvolti La riforma, seppure ancora sulla carta, si propone di migliorare l’efficienza e l’efficacia dello strumento agevolativo eliminando le sue distorsioni. Un giudizio a caldo, o più correttamente, un impressione a caldo sul nuovo strumento non può che essere positiva nel suo complesso visto le finalità che vuole perseguire. Certo appare complicato il suo funzionamento, tenuto conto del numero di soggetti coinvolti: – il soggetto beneficiario; – il soggetto concessionario; – il soggetto agente; – il soggetto finanziatore; – la Cassa Depositi e Prestiti (come soggetto finanziatore pubblico); – il Ministero delle Attività Produttive.
La responsabilità del sistema bancario Il sistema comunque, dopo la fase di avvio, appare fin da ora perfettibile, specie in considerazione del fatto che l’intero sistema bancario coinvolto dalla riforma sarà fortemente orientato al mercato e quindi soggetto a regime di concorrenza. Gli istituti di credito saranno, quindi, prescelti dal mercato in base alla qualità della prestazione intesa come dimostrazione di professionalità, in particolare in base: – alla propensione e alla qualità della consulenza prestata; – alla pienezza dell’offerta sia in termini di semplificazione delle procedure per l’ottenimento degli aiuti sia del sostegno finanziario. Il coinvolgimento dell’intero mondo bancario, potrebbe favorire l’accesso al credito delle aziende che investono (annoso problema in particolare per le PMI operanti nel Mezzogiorno) e stimolare, nelle banche stesse, un approccio più da partner finanziario sulle iniziative. Se ciò si realizzasse, anche nel medio periodo, si sarebbe risolto, unitamente al passaggio da un sistema di aiuti incentivante anziché assistenziale, una delle maggiori problematiche del nostro sistema economico-finanziario. Restiamo quindi tutti in attesa di vedere i primi passi di questo sistema riformato che interesserà anche gli interventi sulla ricerca e la programmazione negoziata, augurandoci la sua tempestiva applicazione in modo da offrire uno strumento adeguato alle esigenze d’investimento delle imprese italiane.
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AGEVOLAZIONI NAZIONALI
Gli aiuti di Stato diminuiscono nel 2007-2013 La Commissione europea ha adottato i Nuovi Orientamenti, ha definito il nuovo regolamento in materia di aiuti di Stato a finalità regionale e ha pubblicato il risultato delle consultazioni sul Piano di riforma degli aiuti di Stato di Giancarlo Terenzi
L
a Commissione europea ha definito, il 21 dicembre 2005, i “Nuovi orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale” e il nuovo regolamento concernente l’applicazione degli articoli 87 e 88 del Trattato CE agli aiuti di Stato a finalità regionale a favore degli investimenti, che si applicheranno dal 2007 al 2013, in contemporanea con il prossimo periodo di programmazione dei Fondi Strutturali comunitari. Il nuovo pacchetto di regolamenti, che chiariscono la compatibilità con il mercato comune degli aiuti regionali concessi dagli Stati, riforma gli orientamenti del 1998 applicati nell’attuale periodo di programmazione 2000-2006. Il campo di applicazione dei nuovi orientamenti si estenderà agli aiuti regionali concessi in tutti i settori di attività, a esclusione della pesca, della costruzione navale, dell’industria carbonifera e siderurgica, delle fibre sintetiche e delle produzioni agricole primarie (agricoltura e allevamento), di cui all’Allegato I del Trattato. Non si applicherà, altresì, agli aiuti a favore di attività connesse all’esportazione, ossia aiuti diretta-
mente connessi ai quantitativi esportati, alla costituzione e gestione di una rete di distribuzione o ad altre spese correnti connesse all’attività d’esportazione, e a quelli subordinati all’impiego preferenziale di prodotti interni rispetto ai prodotti d’importazione.
Aiuti di Stato a finalità regionale Che cosa sono – In particolare, gli aiuti nazionali a finalità regionale sono aiuti all’investimento concessi alle Grandi Imprese (GI) o, in casi più rari, aiuti al funzionamento; in entrambi i casi, gli aiuti saranno incentrati su determinate regioni, al fine di colmare le disparità regionali esistenti. Peraltro, sono considerati aiuti regionali anche gli aiuti a favore delle Piccole e Medie Imprese (PMI), situate nelle regioni svantaggiate di livello superiore a quello autorizzato in altre aree. Secondo il parere della Commissione, infatti, sono necessarie sostanziali modifiche nella regolamentazione sugli aiuti regionali per focalizzarli sulle regioni più svantaggiate dell’Unione europea allargata e migliorare la competitività globale dell’Ue, degli Stati membri e delle regioni.
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
Regime transitorio – Secondo quanto previsto dai nuovi orientamenti, il sostegno alle zone tradizionalmente assistite non sarà di colpo abrogato, come si era in un primo tempo temuto, ma tenderà a diminuire gradualmente, permettendo, qualora ne sussistano le condizioni, interventi mirati. Tali orientamenti prevedono un forte impegno per le zone economicamente depresse dei nuovi Stati membri dell’Unione, ma, allo stesso tempo, stabiliscono un regime transitorio che permetterà di continuare a sostenere lo sviluppo delle regioni che fino a oggi di tali aiuti hanno beneficiato. Più in particolare, in Italia, la popolazione che godrà del regime di aiuti diminuirà, nel corso dei cinque anni, di 10 punti percentuali toccando il 34,1%, di cui: ● il 29,2% per le regioni che restano nel nuovo Obiettivo “Convergenza” (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia); ● il 3,9% andrà a Basilicata e Sardegna, entrambe in uscita dall’ex Obiettivo 1; ● 1% a due terzi delle regioni del Centro-Nord comprese nell’Obiettivo “Competitività e occupazione”, anche se la diminuzione del regime degli aiuti in questo caso sarà effettuata in tre anni. Da evidenziare, inoltre, alcune modifiche apportate al sistema di conteggio che permetterà interventi a sostegno dei distretti produttivi del Centro-Nord e il previsto regime di aiuti aggiuntivi alle PMI. Intensità degli aiuti – Nel dettaglio, l’intensità degli aiuti: ● non potrà eccedere il 30% per le 4 Regioni della convergenza; ● sarà compresa tra il 30 e il 20% per la Basilicata, inserita in phasing out per l’effetto statistico dell’allargamento; ● sarà compresa tra il 15 e il 10%
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
sia per la Sardegna, collocata in phasing in, che per le aree del Centro-Nord rientranti nella deroga prevista all’art.87 3.c) del Trattato CE. In tutte le zone assistite si potranno aumentare i tassi degli aiuti del 20%, se sono concessi a Piccole Imprese e del 10% se sono concessi a Medie Imprese. Inoltre, sarà consentita una nuova formula di aiuti, intesi a promuovere la costituzione di nuove imprese nelle zone assistite, che si applicherà alle fasi di avvio e di espansione di Piccole Imprese per i primi cinque anni di attività.
Aiuti di Stato a finalità regionale per gli investimenti Per quanto riguarda, invece, il nuovo regolamento in materia di aiuti di Stato a finalità regionale a favore degli investimenti, il testo ufficiale – che si compone di nove articoli e di due allegati – sarà pubbli-
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
cato nei prossimi mesi sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. In particolare, dopo aver indicato nel primo capitolo il campo di applicazione, nel secondo, il provvedimento fornisce tutte le definizioni necessarie per operare (di aiuto, di PMI, di investimento iniziale, di attivi immateriali derivanti da trasferimenti di tecnologia, di grande progetto di investimento ecc.). Nei successivi, si indicano, nell’ordine, le condizioni per usufruire dell’esenzione, le caratteristiche richieste agli aiuti all’investimento iniziale, le necessità che sono alla base della richiesta dell’aiuto, le possibilità di cumulo e il dettaglio degli aiuti soggetti all’obbligo di notificazione preventiva alla Commissione, le modalità di trasmissione delle informazioni e di controllo delle stesse, nonché l’entrata in vigore e il relativo periodo di validità. Nel primo Allegato si riportano le informazioni comunicate dagli Stati membri sugli aiuti di Stato
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concessi in virtù del regolamento in esame, mentre l’Allegato II è costituito da un Formulario per la comunicazione di informazioni sintetiche sugli aiuti a favore di grandi progetti di investimento concessi sulla base di regimi di aiuto esistenti, qualora l’importo complessivo degli aiuti provenienti da tutte le fonti superi il 75% del massimale di aiuto. In questo caso, si potrebbe ricevere un investimento con spesa ammissibile di 100 milioni di euro, applicando il massimale standard di aiuto in vigore per le grandi imprese nella carta nazionale degli aiuti a finalità regionale approvata alla data in cui l’aiuto deve essere concesso.
Piano di riforma degli aiuti di Stato Il 9 febbraio 2006 la Commissione europea ha, infine, pubblicato il risultato della consultazione pubblica sul Piano di riforma degli aiuti di Stato, iniziata nel giugno
Italia: aiuti di Stato a finalità regionale nel 2007-2013 Regioni interessate
% del Pil pro-capite/media Ue-25
Calabria Campania Sicilia Puglia
67,93 71,78 71,98 72,49
Effetto statistico
Basilicata
77,54
Sviluppo economico 87.3.c)
Sardegna
Italia: suddivisione in macro aree Articolo 87.3.a)
Articolo 87.3.c)
Tutte le altre Regioni italiane e le due Province autonome di BZ e TN
% Intensità di aiuto espressa in ESL
% di popolazione coperta
30
29,20
30 => 20
1,00
15 o 10
2,90
15 o 10
1,00
Totale popolazione coperta
34,10
Copertura addizionale transitoria 2007-2008 per l’articolo 87.3.c)
5,60
10
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
2005. La consultazione ha avuto un notevole successo, come dimostrano gli oltre 130 contributi che sono stati inviati alla Commissione stessa, e si è conclusa con l’approvazione, da parte delle parti sociali, dei principi e delle proposte pratiche contenute nella riforma per i prossimi 5 anni. In particolare, il Piano di azione proponeva un numero inferiore e più mirato di aiuti di Stato e indicava un itinerario di riforma degli aiuti 2005-2009. Il documento, dopo una breve introduzione, analizza, nell’ordine, come attuare una politica degli aiuti di Stato al passo con i tempi nel quadro della strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione, come concentrarsi sulle priorità fondamentali e in che modo modernizzare le prassi e le procedure nel settore degli aiuti di Stato. Crescita e occupazione – Per quanto riguarda la prima delle tre tematiche affrontate, il documento comunitario segnala la proposta di utilizzare gli aiuti di Stato per contribuire alla strategia per la crescita e l’occupazione. Gli aiuti destinati alle imprese europee, infatti, dovranno essere utilizzati per aumentare la loro competitività, per creare nuovi posti di lavoro, per assicurare la coesione sociale e regionale e per migliorare e aumentare i servizi pubblici. Priorità – Nella seconda, che chiedeva come concentrarsi sulle priorità fondamentali, si suggeriva di puntare sull’innovazione e sulle attività di R&S per rafforzare la società della conoscenza, di creare un contesto migliore per imprese e stimolare, nel contempo, lo spirito imprenditoriale, di investire nel capitale umano, nei servizi di interesse economico generale di elevata qualità, di garantire una migliore definizione delle priorità grazie alla semplificazione e al consolida-
mento normativo, di assicurare una politica mirata degli aiuti di Stato, di incoraggiare un futuro ecologicamente sostenibile e di creare infrastrutture moderne dei trasporti, dell’energia e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Governance – La terza, che suggeriva di modernizzare le prassi e le procedure nel settore degli aiuti di Stato, indicava una governance migliore ripartendo le responsabilità con gli Stati membri, meno burocrazia, applicazione e controlli più mirati, un adeguamento delle norme procedurali all’Unione europea allargata, un ampio riesame dei rimanenti atti e l’applicazione e la valutazione delle nuove prassi in futuro. Oltre a ciò, la Commissione ha, altresì, proposto una semplificazione e una razionalizzazione delle attuali regole, con una riduzione delle procedure amministrative e una conseguente velocizzazione del processo di decisione. I commenti delle parti consultate
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
si sono focalizzati soprattutto su quattro temi: ● la revisione delle regole sugli aiuti per la ricerca e l’innovazione; ● la proposta di stabilire un regolamento di esonero per categorie, con il quale autorizzare gli aiuti senza la necessaria notifica della misura alla Commissione; ● la revisione del regolamento “de minimis”, che specifica l’ammontare al di sotto del quale un sussidio non è più considerato aiuto di Stato; ● le nuove regole sui servizi di interesse economico generale e sugli aiuti regionali, adottate nel 2005. Alla luce del dibattito che si è sviluppato e dei suggerimenti pervenuti, la Commissione procederà nei prossimi mesi a definire il Piano di riforma degli aiuti di Stato che completerà il pacchetto delle proposte da attuare per adeguare la politica degli aiuti di Stato alle nuove esigenze di un’Unione europea allargata.
Aiuti di Stato: il parere del Comitato delle Regioni 7 luglio 2005 (GUUE del 7 febbraio 2006) Con il parere adottato il 7 luglio 2005 e pubblicato nei giorni scorsi, il Comitato delle Regioni si è espresso in merito alla revisione degli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale. Tra le considerazioni più importanti del parere, riportiamo i seguenti punti: – il volume complessivo degli aiuti deve essere ridotto attraverso strumenti più equi rispetto a una riduzione generalizzata dei massimali; – è necessario valutare altre forme di aiuti alle imprese, più semplici da gestire e con un consumo inferiore di risorse; – dovrebbero essere presi in considerazione anche altri indicatori per valutare la situazione economica generale, quali, ad esempio, il tasso di occupazione; – è essenziale il coordinamento con gli aiuti orizzontali e gli obiettivi prioritari dell’Agenda di Lisbona; – si dovrebbero prevedere delle maggiorazioni per le regioni caratterizzate da svantaggi naturali, demografici e strutturali.
RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
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Il Fondo per l’Innovazione Tecnologica si rinnova
del merito di credito del finanziamento agevolato e del collegato finanziamento bancario, qualora in domanda non venga indicato un soggetto diverso dal soggetto convenzionato per l’ottenimento del finanziamento bancario.
Nuove regole applicate già a partire dai prossimi bandi rivolti all’innovazione nelle filiere e nelle aree tecnologiche prioritarie
All’emanazione del decreto è legata anche l’operatività dei due bandi tematici della legge n. 46/82 indetti coi decreti del 29 luglio 2005 e del 29 settembre 2005, ai quali si applicheranno le specifiche del nuovo mix contributivo. Infatti a partire dal trentesimo e sino al novantesimo giorno dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale (non ancora avvenuta al momento dell’andata in stampa della rivista) potranno essere presentate le domande relative ai bandi riguardanti i programmi di sviluppo precompetitivo aventi per oggetto, rispettivamente: ● la realizzazione di prodotti e processi innovativi compresi in aree tecnologiche prioritarie; ● l’innovazione di processi strategici aziendali diretti al rafforzamento dell’aggregazione in distretti e filiere industriali.
di Rosaria Lo Forte
C
on il decreto interministeriale MAP-MEF del 1° febbraio 2006 sono state disciplinate le condizioni e modalità di concessione dei finanziamenti agevolati a valere sul Fondo per l’innovazione tecnologica (FIT) di cui alla legge 46/82. Il provvedimento, che si inserisce nell’elaborato processo di riforma che ha investito il sistema degli incentivi pubblici alle imprese, avviato con la Finanziaria 2005 e con la costituzione del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e agli investimenti in ricerca, introduce due rilevanti elementi di novità: 1. un nuovo mix contributivo, composto dal contributo a fondo perduto e dal finanziamento agevolato, concesso con fondi Cassa Depositi e Prestiti; 2. l’obbligatorietà del finanziamento bancario con fondi del soggetto finanziatore per la concessione dell’agevolazione.
Novità generali
re concesso nella misura massima dell’81% dei costi ammessi congiuntamente al finanziamento bancario, pari almeno al 9% dei costi ammessi. L’intervento complessivo dei due finanziamenti non dovrà comunque essere superiore al 90% dei costi ammessi. Il finanziamento a valere sul Fondo Cassa Depositi e Prestiti potrà essere integrato anche da un contributo a fondo perduto e in conto esercizio, nella misura comunque massima del 10% dei costi ammessi. Il finanziamento agevolato, al tasso dello 0,5% annuo, ha una durata compresa tra i 7 e i 10 anni, comprensiva di un preammortamento commisurato alla durata del progetto e comunque non superiore a 4 anni. I programmi finanziabili nel caso delle procedure a sportello devono avere costi ammessi pari ad almeno 3 milioni di euro. Nel caso invece di procedure a bando le agevolazioni saranno riservate a programmi specificati nei bandi stessi.
Le agevolazioni previste. L’emanazione del decreto interministeriale consente di chiarire nel dettaglio gli aspetti nuovi della riforma con riferimento all’operatività del FIT. Esso stabilisce che il finanziamento agevolato potrà esse-
Ruolo del soggetto convenzionato. La domanda potrà essere presentata al soggetto convenzionato che, oltre a svolgere l’istruttoria dei programmi, provvederà contestualmente alla valutazione
Bandi in fase di apertura
Elementi in comune. Entrambi i bandi si rivolgono a programmi di sviluppo precompetitivo di durata non inferiore a 18 mesi e non superiore a 36 mesi dalla presentazione del progetto definitivo al gestore convenzionato, prorogabile a 48 mesi per cause di forza maggiore. I due bandi hanno in comune la tipologia di spese ammissibili, intendendosi tali tutti quei costi sostenuti successivamente alla data di presentazione del programma definitivo al gestore, eccetto gli studi di fattibilità decorrenti dalla data di presentazione del progetto di massima. Per la determinazione dei costi am-
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AGEVOLAZIONI NAZIONALI
missibili si fa riferimento a quanto previsto dalla circolare 11 maggio 2001, n. 1034240, che ammette: a) il personale (ricercatori, tecnici e altro personale ausiliario, escluso personale amministrativo e contabile), dipendente dal soggetto richiedente o in rapporto di collaborazione coordinata e continuativa, addetto alle attività del programma; b) gli strumenti, macchinari, attrezzature, nuovi di fabbrica e, per i centri di ricerca, opere murarie (con relativa progettazione), utilizzati per le attività del programma, detratto l’eventuale valore derivante dalla cessione a condizioni commerciali ovvero dall’utilizzo a fini produttivi, esclusi i mezzi mobili targati, i mobili e gli arredi. c) i servizi di consulenza e altri servizi simili, utilizzati per l’attività del programma, inclusa l’acquisizione dei risultati di ricerche, di brevetti e di know-how, di diritti di licenza, ecc.; d) le spese generali imputabili all’attività del programma, da determinare forfettariamente in misura pari al 60% del costo di cui al punto a); e) i materiali di consumo utilizzati per lo svolgimento del programma. Identico risulta anche l’iter di presentazione delle domande, che prevede una fase iniziale, con la presentazione di un progetto di massima, comprensivo del modulo per la richiesta delle agevolazioni, da elaborare utilizzando lo specifico software predisposto dal Ministero, e della scheda tecnica. La domanda in bollo, completa dei relativi allegati, deve essere presentata al ministero delle Attività Produttive. Nel modulo dovrà altresì essere indicato il gestore, scelto tra quelli convenzionati. Segue nei 90 giorni successivi la
RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
pubblicazione della graduatoria di merito dei progetti di massima ammessi alla seconda fase, ovvero alla presentazione al Gestore dei progetti definitivi nei 60 giorni successivi alla pubblicazione. Il Ministero delle Attività Produttive entro 60 giorni dalla conclusione delle istruttorie, previo parere del comitato tecnico, emana il decreto di concessione delle agevolazioni.
Bando “Aree Tecnologiche Prioritarie” A valere su una dotazione finanziaria di 180 milioni di euro (con una riserva del 30% per i programmi svolti nelle aree depresse ex art. 87.3. a. e c.), il bando è destinato ad agevolare programmi di sviluppo precompetitivo, comprendenti eventualmente anche attività non preponderanti di ricerca industriale e attività connesse ai centri di ricerca, di importo compreso tra € 1.500.000 e € 10.000.000,00, finalizzati alla realizzazione di prodotti e/o processi innovativi compresi nelle seguenti aree tecnologiche: ● Materiali avanzati; ● Tecnologie chimiche e separative; ● Biotecnologie; ● Tecnologie meccaniche e della produzione industriale; ● Tecnologie ambientali. Sono volutamente esclusi dal bando i programmi realizzati tramite il ricorso prevalente a tecnologie digitali o ricadenti in tali aree tecnologiche, essendo per questi previsto un bando tematico mirato.
Beneficiari. Possono partecipare al bando i seguenti soggetti, purché possiedano un’organizzazione stabile in Italia: a) imprese che esercitano attività industriale diretta alla produzione di beni e servizi; b) imprese che esercitano un’atti-
vità di trasporto per terra, per acqua o per aria; c) imprese agro-industriali, intendendosi per tali quelle imprese agricole che svolgono attività di trasformazione dei prodotti derivanti dalla coltivazione della terra, dalla silvicoltura o dall’allevamento del bestiame e dalla quale ricavano un fatturato prevalente rispetto a quello ottenuto dalla vendita diretta dei prodotti agricoli; d) imprese artigiane di produzione di beni di cui alla legge 8 agosto 1985, n. 443; e) centri di ricerca con personalità giuridica autonoma, costituiti dai soggetti di cui alla lettera a), b) e c); f) consorzi e società consortili, a condizione che la partecipazione al fondo o al capitale sociale dei soggetti di cui alle precedenti lettere a), b), c), d), e) sia superiore al 50 per cento. Il valore della predetta partecipazione è fissato al 30% per i consorzi e le società consortili aventi sede nelle aree considerate economicamente depresse del territorio nazionale ai sensi delle vigenti disposizioni. I soggetti di cui sopra possono presentare domanda anche congiuntamente tra loro ovvero con università ed Enti pubblici di ricerca, purché le attività svolte dagli stessi abbiano un costo superiore al 50% di quello complessivo del programma, ovvero al 30% ove il programma preveda il completo svolgimento delle attività nelle aree considerate economicamente depresse del territorio nazionale ai sensi delle vigenti disposizioni. Nel caso di un unico progetto presentato congiuntamente, l’agevolazione è concessa ed erogata ai singoli soggetti partecipanti in misura corrispondente alle attività svolte e documentate da ciascuno di essi.
RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Indicatori. Il punteggio che ciascun programma di massima consegue e che determina la posizione dello stesso nella graduatoria è ottenuto sommando i valori dei seguenti indicatori, fino a un punteggio massimo complessivo di 18 punti, fatte salve le eventuali maggiorazioni: ● progetto finalizzato a realizzare un nuovo prodotto che rappresenti, in termini di originalità e complessità progettuale dell’innovazione, un significativo avanzamento tecnologico rispetto allo stato dell’arte mondiale: punti 8; ● ovvero novità in relazione allo sviluppo del mercato di riferimento: punti 5; ● progetto alla cui realizzazione concorrano significativamente lo sviluppo e la preindustrializzazione di uno o più brevetti già depositati alla data di pubblicazione del bando, dal soggetto proponente: punti 4; ● qualora i brevetti siano acquisiti da terzi entro la data di presentazione della domanda: punti 2; ● progetto proposto da impresa il cui fatturato in export diretto, in ciascuno degli ultimi due bilanci approvati prima della presentazione della domanda risulti prevalente oppure il cui fatturato in export diretto, in ciascuno degli ultimi tre bilanci approvati prima della presentazione della domanda, abbia una progressione crescente a partire da una quota del 30%: punti 4; ● progetto presentato da impresa il cui codice prevalente ISTAT ’91 rientri in determinati settori classificati dall’OCSE in funzione del livello tecnologico come industrie a bassa tecnologia ovvero a medio-bassa tecnologia (v. tabella).
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
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Bando Aree Tecnologiche Prioritarie: indicatore di settore Codici Istat
Punteggio
Industrie alimentari, delle bevande e del tabacco (codice DA), Industrie tessili e dell’abbigliamento (codice DB), Industrie conciarie, fabbricazione di prodotti in cuoio, pelle e similari (codice DC), Industria del legno e dei prodotti in legno (codice DD), Fabbricazione della pasta-carta, della carta e dei prodotti della carta, stampa ed editoria (codice DE), Altre industrie manifatturiere – solo gioielleria e oreficeria – (codice DN)
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Fabbricazione di coke, raffinerie di petrolio, trattamento di combustibili nucleari (codice DF), Fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (codice DH), Fabbricazione di prodotti della lavorazione di minerali non metalliferi – vetro, ceramica etc. – (codice DI), Produzione di metalli e fabbricazione di prodotti in metallo (codice DJ), Industria cantieristica, costruzioni navali e riparazioni di navi e imbarcazioni (solo 35.1, codice DM)
Ai fini della graduatoria sono previste inoltre maggiorazioni per specifiche casistiche, cumulabili fino a un massimo del 20%: ● programmi presentati da Centri di ricerca privati con determinate incidenze del fatturato industriale sul fatturato totale dell’ultimo bilancio; ● programmi che prevedono l’affidamento di commesse a Enti pubblici di ricerca o Università per determinati importi del programma di sviluppo precompetitivo;
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●
●
●
programmi presentati da Consorzi o società consortili (nelle forme previste dal bando di gara); programmi presentati congiuntamente con Università o Enti pubblici di ricerca; programmi presentati da impresa in fase di avvio (start up) nata da Università, Enti pubblici di ricerca (c.d. “spin off”).
Bando “Processi Strategici Aziendali” Il bando attiva i fondi previsti dal
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AGEVOLAZIONI NAZIONALI
decreto 28 luglio 2005 del MAP, di concerto con il MIT, che per questa specifica misura ammontano a 270 milioni di euro, di cui 240 milioni di euro sono relativi alla quota di finanziamento agevolato (Cassa Depositi e Prestiti) e 30 milioni alla quota di contributo a valere sulle risorse nazionali. Sebbene il bando riguardi programmi promossi sull’intero territorio nazionale, accedono in via privilegiata alle agevolazioni i programmi effettuati nelle aree in deroga ex art. 87.3.a. del Trattato UE (il Sud Italia) e art. 87.3.c. (alcuni Comuni del Centro e del Nord Italia), in favore dei quali sono previste delle riserve di fondi nella misura rispettivamente di 191 milioni e 34 milioni di euro. Per l’attribuzione delle suddette riserve, i programmi di sviluppo precompetitivo che sono effettuati in una delle regioni o delle aree considerate sono ammissibili, a condizione che almeno il 75% dei relativi costi ammissibili siano sostenuti nell’ambito di unità produttive
RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
dell’impresa beneficiaria ubicate in tali aree.
Beneficiari. La misura è indirizzata ai Consorzi o alle società Consortili costituiti, o da costituirsi entro i termini di presentazione dei programmi definitivi, partecipati almeno al 50% da PMI che presentino una stabile organizzazione in Italia, a condizione che la partecipazione al fondo o al capitale sociale da parte dei soggetti elencati al bando precedente, sia superiore al 50%, che scende al 30% per quelli aventi sede nelle aree depresse del territorio nazionale. Anche in questo caso valgono le stesse regole generali di cui al bando precedente in merito alla partecipazione congiunta di Università ed Enti pubblici di ricerca al progetto. Investimenti ammissibili. Vengono finanziati programmi di sviluppo precompetitivo, comprendenti eventualmente anche attività non preponderanti di ricerca industriale e le attività connesse ai cen-
tri di ricerca, che hanno come finalità la promozione di programmi di innovazione di processi strategici aziendali, rafforzando l’aggregazione in distretti e filiere. Nelle specifico, i programmi devono avere per oggetto la sperimentazione e la realizzazione, mediante l’utilizzo di applicazioni informatiche innovative, di nuovi processi aziendali relativi alle fasi di ideazione, approvvigionamento, produzione, distribuzione e commercializzazione, finalizzati allo sviluppo di nuovi prodotti/servizi.
Indicatori. Il punteggio che ciascun programma di massima consegue e che determina la posizione dello stesso nella graduatoria è ottenuto sommando i valori degli indicatori riportati in tabella, fatte salve alcune maggiorazioni previste in relazione a elementi quali il numero delle aziende consorziate, il coinvolgimento di Enti pubblici di ricerca e Università o imprese ricadenti in sistemi produttivi locali o distretti industriali.
Gli indicatori previsti per il bando Processi Strategici Aziendali INDICATORE
PUNTEGGIO
ASPETTO VALUTATIVO MASSIMO
Grado di innovazione
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Originalità dell’innovazione (da 4 a 8 punti) Fattibilità dell’innovazione (da 1 a 5 punti) sulla base di: – adeguatezza finanziaria – capacità tecnico/scientifica – efficacia dell’aggregazione Effetti dell’innovazione (da 1 a 5 punti) sulla base di: – integrabilità della filiera – qualificazione del personale – impatto capacità competitiva
Aumento di produttività
6
Impatto sulla produttività (da 1 a 3 punti) Impatto sulla qualità prodotto/servizio (da 1 a 3 punti)
Ricadute economiche
6
Aumento quota export (da 1 a 3 punti) Impatto sull’occupazione (da 1 a 3 punti)
CREAZIONE D’IMPRESA
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
Per il bando 215, l’obiettivo è razionalizzare le risorse Per le Regioni e le Province Autonome che non gestiscono direttamente la legge, si introduce una scrematura a monte delle istante da parte del Ministro di Alessandro Sacrestano
P
er il corrente bando dell’imprenditoria femminile, emanato ai sensi della legge n. 215/92, i soggetti partecipanti residenti nelle regioni Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Umbria, Veneto, Sicilia e nella provincia autonoma di Bolzano dovranno ottemperare a un ulteriore requisito procedimentale in aggiunta a quelli previsti per le aree residue del Paese. Attraverso il decreto dell’8 febbraio 2006 (pubblicato nella G.U. del 16 febbraio 2006 n. 39), infatti, il Ministero delle Attività Produttive ha reso disponibile un nuovo allegato alla domanda di agevolazioni, all’interno del quale le imprese partecipanti dovranno sintetizzare i valori, relativi al programma di investimento, rilevanti ai fini del calcolo degli indicatori di merito. Tale documento servirà a operare una prima fase di selezione dei progetti ad opera dello stesso Ministero, in modo da alleggerire il lavoro – e le spese connesse – di istruttoria da parte delle banche.
Limitare le spese di istruttoria La motivazione di tale aggiunta burocratica è facilmente intuibile. Le Regioni e la Provincia autonoma menzionate, infatti, non hanno provveduto a integrare i fondi statali con dotazioni proprie. Si ricorda che, proprio per tale motivo, le istanze dovranno essere inoltrate direttamente al Ministero delle Attività produttive. Una copia per conoscenza va, comunque, spedita alla relativa Regione/Provincia autonoma che, entro trenta giorni, dovrà esprimere il proprio parere in merito. Ne deriva che per questi territori, il Ministero delle Attività Produttive rimane il solo responsabile del procedimento di assegnazione delle risorse. Nonostante ciò, per lo svolgimento delle attività connesse alla concessione e all’erogazione delle agevolazioni, compresa l’attività istruttoria delle domande presentate in tali aree, intende avvalersi dell’assistenza di banche con le quali ha stipulato apposite convenzioni per la regolamentazione dei reciproci rapporti e la fissazione dei compensi.
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I timori espressi nel decreto in commento riguardano il fatto che le risorse messe a disposizione per i programmi di spesa interessati (pari per le richiamate Regioni a circa 42,6 milioni di euro) possano essere assorbite per una parte consistente nel regolare, appunto, i rapporti finanziari con gli istituti bancari connessi all’attività istruttoria da questi posta in essere. Un razionale utilizzo delle risorse richiederebbe che esse siano impiegate per la finalità alle quali sono state destinate, ovvero lo stimolo alla nascita, alla crescita e allo sviluppo delle imprese femminili, e non già per alimentare il complesso e macchinoso sistema delle istruttorie bancarie. Da non sottovalutare, peraltro, il fatto che, nel complesso, rispetto agli scorsi bandi le risorse destinate al finanziamento delle imprese femminili sono meno elevate: solo 88.535.259,64 euro (di cui 76.145.690,00 risorse statali e 12.389.569,64 risorse regionali) contro i 154.560.864,76 euro del bando 2003 e 155.453.526,63 euro per il 2001.
Una selezione a monte Per questo stesso motivo, il MAP ha deciso di operare una sorta di scrematura a monte delle domande che saranno presentate nelle Regioni richiamate e nella provincia autonoma di Bolzano. Tale scrematura sarà effettuata in base a un criterio finanziario e un criterio di merito. Ai fini della valutazione di entrambi, è stata quindi disposta l’integrazione della domanda di accesso alle agevolazioni (e, ovviamente, di tutti i restanti allegati prescritti dalla circolare esplicativa n. 946342 del 5 dicembre 2005, ossia scheda tecnica, certificato camerale e titolo di disponibilità dell’immobile) con un ulteriore modello. In esso, i partecipanti devono esporre:
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CREAZIONE D’IMPRESA
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
– prioritariamente, il valore del contributo richiesto (indifferentemente dalla forma dell’erogazione); – e, in aggiunta, tutti gli elementi necessari alla rilevazione degli indicatori di merito espressi dai programmi proposti. La mancata produzione di tale allegato è considerata motivo di scarto di tutta la documentazione presentata. Anzi, a tale adempimento sono obbligate anche le imprese che, alla data di pubblicazione del decreto in commento, abbiano già inviato la richiesta di contributo. L’integrazione dovrà essere trasmessa con le stesse modalità previste per l’inoltro delle istanze, ossia tramite raccomandata con avviso di ricevimento e, comunque, entro il termine di scadenza del bando fissato, come noto, al prossimo 17 marzo. Sulla scorta dell’esame di tale allegato, il Ministero provvederà a stilare delle graduatorie di massima delle domande presentate, ordinando, con criterio decrescente, tutte quelle che hanno evidenziato i valori degli indicatori di merito più alti. Ovviamente, l’ordine della graduatoria rispetterà anche la ripartizione dei fondi per macrosettori (1. agricoltura, 2. manifatturiero e assimilato, 3. turismo, commercio e servizi), imposta dalla normativa e i criteri fissati con decreto del 25 novembre 2005. Una volta, infatti, individuato (sempre in ordine decrescente) il numero di domande in graduatoria per le quali, cumulativamente, vengono richiesti fondi pari al doppio delle risorse destinate alla singola Regione o Provincia autonoma, solo, ed esclusivamente queste ultime, saranno trasmesse agli istituti bancari, per la successiva attività istruttoria. Le rimanenti, invece, non saranno affatto istruite, risparmiando tutti gli oneri connessi per la valutazione esperita dalle banche.
Attenzione alle informazioni da riportare A conti fatti, quindi, i soggetti partecipanti nei territori in questione dovranno prestare particolare attenzione alla corretta e coerente indicazione nell’allegato in oggetto di tutto quanto riportato nella scheda tecnica, relativa al programma di investimento proposto per le agevolazioni. In particolare, saranno rilevanti le informazioni indicate nel nuovo prospetto riguardanti l’indicazione: – del macrosettore di riferimento; – della tipologia dell’iniziativa (avvio di attività, progetto aziendale innovativo, acquisto di attività preesistente, solo acquisto di servizi reali); – dell’importo complessivo dell’investimento; – dell’agevolazione spettante; – dei dati per il calcolo degli indicatori, che consistono: 1. nel numero degli occupati complessivi attivati dal programma; 2. nel numero di donne occupate attivate dal programma; 3. nell’ammontare dei nuovi investimenti rispetto agli investimenti totali;
4. nel rispetto del requisito della totale partecipazione femminile (non sono considerate a totale partecipazione femminile le imprese individuali e le società a responsabilità limitata unipersonale); 5. nell’adesione a sistemi di certificazione ambientale o di qualità; 6. nell’attuazione di progetti volti all’introduzione di forme di flessibilità del lavoro ai sensi dell’art. 9 della legge n. 53/2000, finalizzate a conciliare tempo di vita e lavoro. Le imprese, al fine di conseguire la maggiorazione di punteggio, dovranno esser già state ammesse a tali benefici. Per facilitare la corretta individuazione di tali parametri, onde scongiurare una classificazione inadeguata della domanda derivante dall’inesatto riporto degli indicatori, lo stesso decreto in commento fa riferimento all’utilizzo di uno specifico software di calcolo, disponibile sul sito del Ministero e dell’IPI, che permette la corretta indicazione dell’ammontare delle agevolazioni spettanti.
Procedura di accesso per le Regioni/Province che non hanno integrato le risorse nazionali Domande di agevolazione presentate nelle regioni Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Umbria, Veneto, Sicilia e nella provincia autonoma di Bolzano
MINISTERO DELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE: attività preistruttorie e formazione di graduatorie permanenti
Presentazione alle banche, per l’istruttoria definitiva, delle sole domande poste in ordine decrescente in graduatoria, con un impegno di fondi pari al doppio di quelli destinati alla singola regione o provincia autonoma
IN SINTESI
RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
NORMA Programma eTen – bando 2006
BENEFICIARI Consorzi di almeno due soggetti pubblici e/o privati che intendono offrire eservices, appartenenti ai 25 Paesi membri dell’Unione Europea, a Bulgaria, Romania, Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Saranno agevolabili attività legate alla diffusione di servizi on-line di pubblico interesse e a carattere transeuropeo, in base a due diverse tipologie di azione: – Progetti d’introduzione iniziale; – Progetti di convalida sul mercato. I temi ammessi sono sei: eGovernment, eHealth, eInclusion, eLerning, Fiducia e sicurezza, Servizi a supporto delle PMI.
SPESE AMMISSIBILI Le spese ammissibili sono quelle relative alla realizzazione del progetto, esclusa l’IVA.
AGEVOLAZIONE Il programma comunitario eTen finanzia: – fino al 30% dei costi di investimento complessivi stimati nel caso di progetti d’introduzione iniziale; – i costi ammissibili sostenuti dai singoli partner del consorzio per i progetti di convalida sul mercato fino a un massimo del 50% del totale, nel caso in cui i beneficiari abbiano scelto il metodo “full cost”, oppure fino al 100%, nel caso in cui i beneficiari si avvalgano del metodo del costo aggiuntivo.
PROCEDURA Le domande vanno presentate esclusivamente in formato elettronico entro il 19 maggio 2006 alle ore 16, avvalendosi della struttura messa a disposizione dalla Commissione europea all’interno del sito http://europa.eu.int/eten. La Commissione comunicherà l’esito della procedura di valutazione entro 5 mesi dalla data di presentazione della domanda.
AGEVOLAZIONI EUROPEE
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L’Europa investe sull’eccellenza degli eservice Entro il 19 maggio la presentazione delle proposte per accedere al bando del programma eTen, che finanzia il lancio di nuovi servizi on-line di Andrea Fugaro e Arianna Giuliodori
E
Ten è un programma dell’Unione Europea creato per sostenere l’avvio di servizi elettronici – eservices – in Europa nell’ottica più vasta di promozione della società della conoscenza, elemento chiave di tutta la strategia di Lisbona per la crescita e l’occupazione. In particolare, esso affonda le proprie radici nel piano d’azione TEN – Trans European Networks – volto all’abolizione di tutte le barriere materiali e immateriali all’esercizio di una delle libertà sancite dal Trattato che istituisce l’Unione Europea, cioè la libertà di movimento dei cittadini, delle merci e dei servizi. L’importanza strategica di tale programma è confermata anche dalle nuove prospettive finanziarie 2007-2013. Infatti, il 2006 è l’ultimo anno di programmazione con le vecchie regole. A partire dal 1° gennaio 2007 eTen sarà ricompreso nella più vasta strategia comunitaria “i2010 – una società dell’informazione per tutti”. L’esperienza passata evidenzia la presenza di progetti legati soprattutto ai servizi alla persona, all’assistenza sanitaria a distanza per i
malati e gli anziani, alla valorizzazione del patrimonio culturale europeo. Insomma, eTen dimostra di essere funzionale e coerente con gli obiettivi strategici generali dell’Unione Europea (crescita, competitività e occupazione) e continuerà a essere anche nei prossimi anni uno strumento indispensabile per la costruzione di un’economia basata sulla conoscenza e per la realizzazione di un modello sociale europeo innovativo e inclusivo.
Beneficiari Il programma è aperto a soggetti giuridici dei 25 Stati membri dell’Unione Europea, della Bulgaria, Romania, Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Inoltre, la Commissione europea può autorizzare, caso per caso, la partecipazione ai progetti di soggetti di Paesi terzi, se tale partecipazione riveste un interesse particolare. A quest’ultima tipologia di partecipanti non sarà concesso nessun finanziamento comunitario. Per partecipare al programma è necessario che si formi un consorzio di almeno due soggetti giuridici pubblici e/o privati di due Stati diversi. Le categorie di partecipanti previ-
SCHEDA DI VALUTAZIONE
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DIFFICOLTÀ Il Programma richiede competenze, una tecnologia di riferimento già consolidata e un servizio “pronto” da sperimentare sul mercato. In secondo luogo, richiede la costituzione del consorzio, che dovrebbe, secondo la Commissione europea, comprendere idealmente tutti i soggetti interessati, dalla pubblica amministrazione all’utilizzatore finale, rendendo quindi più difficoltoso il reperimento dei partner.
TEMPI Entro 5 mesi dalla data di scadenza per la presentazione delle domande la commissione comunica l’esito della procedura di valutazione dei progetti. Entro 8 mesi dalla stessa data, intende perfezionare i negoziati con i proponenti prescelti, in modo da avviare subito dopo l’attuazione dei progetti.
COSTI Può rendersi necessario l’intervento di consulenti del settore per la compilazione dei moduli di domanda, facendo così salire i costi di preparazione.
PROBABILITÀ Il programma eTen punta all’eccellenza degli “eservices” a livello europeo e pertanto le probabilità di ottenere un finanziamento si giocano essenzialmente sulla qualità del servizio che si intende promuovere e sul suo carattere transnazionale.
IN DETTAGLIO
RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
AGEVOLAZIONI EUROPEE
NORMATIVA – Invito a presentare proposte – eTen 2006/1, 2006/C 40/09 (G.U. serie C n. 40 del 17/2/2006).
MODULISTICA http://europa.eu.int/eten
PER INFORMAZIONI National contact point Italia: Alessandro Bonomi, Ministero delle Comunicazioni, viale America 201, 00144 Roma, Telefono 06 54444002, Fax 06 5410904, e-mail
[email protected]
ste dal programma eTen sono quattro: 1. Coordinatore: è il leader del consorzio e ha la responsabilità del coordinamento dei partner del consorzio nella gestione del progetto, a partire dalla presentazione della domanda fino alla rendicontazione. 2. Beneficiari: sono i partner principali del consorzio, in termini di contributo tecnico e finanziario. Sottoscrivono, assieme al coordinatore, il contratto di sovvenzione con la Commissione e sono responsabili solidalmente di fronte a essa. 3. Membri: contribuiscono tecnicamente e finanziariamente al progetto ma non firmano il contratto di sovvenzione e non hanno rilevanza ai fini dei criteri di ammissibilità relativi alla composizione del consorzio. Firmano un accordo di partecipazione e devono garantire comunque il rispetto del contratto di sovvenzione. 4. Subappaltatori: forniscono servizi ai beneficiari o ai membri, nell’ambito di uno specifico accordo.
Attività agevolabili ETen suddivide il ciclo di vita di un eservice in quattro fasi progettuali: 1. Ricerca e sviluppo; 2. Convalida sul mercato; 3. Introduzione iniziale; 4. Introduzione completa. Il sostegno finanziario di eTen riguarda esclusivamente le attività comprese nelle fasi 2 e 3, cioè “convalida sul mercato” e “introduzione iniziale”. In altri termini, il programma finanzia quelle attività funzionali a superare l’investimento iniziale di progetto, consentendo di ridurre il rischio commerciale e permettendo di
lanciare il servizio su scala transnazionale. Tra l’altro, sono considerate attività agevolabili quelle relative al lancio di un servizio, come analisi di marketing e dei fattori economici coinvolti, predisposizione del piano di business e di investimento. L’obiettivo non è quello di promuovere a tutti i costi un servizio, ma di comprendere se esso è realmente in grado di affermarsi su un mercato complesso come quello dei servizi in rete. Il programma di lavoro 2006 prevede 6 aspetti tematici, tra i quali chi intende presentare una domanda di progetto può scegliere: 1. eGovernment: servizi on-line forniti da o alle pubbliche amministrazioni a qualsiasi livello territoriale; 2. eHealth: servizi destinati a promuovere la salute e migliorare la prevenzione delle malattie; 3. eInclusion: servizi che prendono in considerazione i bisogni specifici delle persone portatrici di handicap, anziane e socialmente sfavorite e che mirano ad abolire le barriere legate alla situazione socio-economica, all’educazione, alla geografia, alla cultura o al genere; 4. eLearning: servizi finalizzati a migliorare la qualità dell’insegnamento e l’accesso all’educazione, a favorire la formazione continua, a contribuire alla riqualificazione della mano d’opera e a promuovere la cultura informatica; 5. Fiducia e sicurezza: si riferisce al tema della fiducia dei cittadini e all’aumento della sicurezza dei servizi on-line e comprende azioni volte alla certificazione, alla creazione o rafforzamento di sistemi di accreditamento, ecc.
RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
6. Servizi a supporto delle Piccole e Medie Imprese (PMI) per facilitarne l’inserimento nella società della conoscenza.
Spese ammissibili Le spese ammissibili sono tutte quelle sostenute nell’ambito della realizzazione del progetto, purché appartenenti esclusivamente alle due fasi della convalida sul mercato e della introduzione iniziale. Non è in nessun caso ammissibile qualsiasi spesa di ricerca e sviluppo, in quanto eTen, pur offrendo un valido contributo all’affermazione delle nuove tecnologie e alla diffusione della conoscenza, non appartiene al programma quadro della ricerca e si situa in una fase successiva allo sviluppo dei servizi. In ogni caso, per essere ritenuti ammissibili, le spese devono essere validate dalla Commissione e dovranno essere debitamente giustificate. Le spese ammissibili variano in base al modello di costi scelto dal beneficiario tra i due disponibili: il modello “full cost” e quello dei costi aggiuntivi. Secondo il primo modello, tutti i costi sostenuti dal beneficiario sono registrati nel sistema contabile, in base al principio dei costi storici. Il secondo modello, invece, è riservato solo alle organizzazioni non profit che non hanno un sistema contabile che permette di distinguere i costi attinenti al progetto. In questo caso si prendono in considerazione solo i costi aggiuntivi, rimborsati al 100%. In pratica, il modello dei costi aggiuntivi differisce da quello “full cost” in quanto le spese per il personale non sono ammissibili e si usa un tasso fisso del 20% per il calcolo dei costi diretti.
AGEVOLAZIONI EUROPEE
Agevolazione Il finanziamento concesso varia a seconda della tipologia di azione. 1. Introduzione iniziale – Il programma concede un finanziamento dei costi sostenuti individualmente dai partner del consorzio fino a un massimo del 30% del costo totale stimato dell’investimento. 2. Convalida sul mercato – Questa azione prevede due forme diverse di agevolazione, in base al modello di costi adottato: ● cofinanziamento dei costi ammissibili sostenuti individualmente dai partner del consorzio fino a un massimo del 50% nel caso del modello cosiddetto “full cost”. ● cofinanziamento dei costi ammissibili sostenuti individualmente dai partner del consorzio fino a un massimo del 100% nel caso del modello dei costi aggiuntivi.
Procedura La proposta, elaborata dal consorzio, deve essere presentata entro e non oltre il 19 maggio 2006, ore 16 (ora di Bruxelles), utilizzando esclusivamente il formato elettronico, grazie al modello messo a disposizione dalla Commissione europea all’interno del sito internet http://europa.eu.int/eten. Successivamente la Commissione si avvarrà di esperti esterni appositamente designati per effettuare la valutazione dei progetti sulla base di specifici criteri di ammissibilità, di attribuzione e di selezione. Tale procedura valutativa deve concludersi, come indicato nell’invito a presentare proposte, entro cinque mesi dalla data per la presentazione della domanda. Entro otto mesi dalla stessa data, la Commissione intende perfezionare i negoziati con i proponenti, in modo da avviare al più presto la realizzazione dei progetti.
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IN SINTESI
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
LA NORMA – Misura 1.4.2.B del Docup Toscana, obiettivo 2, relativa alla concessione di aiuti per la promozione dell’offerta turistica – Articolo 10 della Legge regionale n. 28/97 per le attività di promozione dell’offerta turistica
BENEFICIARI – Consorzi o società consortili costituite da imprese operanti nel settore turistico (congressuale e/o espositivo, termale e/o golfistico), attive alla presentazione della domanda, che abbiano nello statuto l’assenza di scopo di lucro e sede operativa in Toscana – Per gli interventi di commercializzazione il consorzio deve essere titolare di almeno un’agenzia di viaggio
ATTIVITÀ AGEVOLABILI – Gli investimenti ammissibili riguardo: – Interventi promozionali – Investimenti informatici volti a migliorare la promozione e l’attrazione turistica – Valorizzazione del patrimonio storico
SPESE AMMISSIBILI – Le spese ammissibili sono tutte quelle previste dalla normativa nazionale e comunitaria espressamente specificate nei diversi bandi – Con riferimento al bando 2006, sono ritenute ammissibili le spese sostenute per iniziative realizzate a partire dal 1° gennaio 2006
AGEVOLAZIONE L’agevolazione consiste in un contributo nella misura del 50% della spesa ammissibile, concesso in regime “de minimis”
PROCEDURA Le domande di contributo devono essere presentate entro il 3 aprile 2006
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
La Toscana punta sulla promozione del turismo Sono stati attivati due bandi volti a finanziare interventi di promozione e attrazione turistica sia nelle aree obiettivo 2 sia in quelle fuori obiettivo di Piero Crivellaro
S
ul Supplemento al Bollettino ufficiale n. 7 del 15 febbraio 2006 è stato pubblicato il Decreto APET n. 36 del 30 gennaio 2006, con il quale si approva il bando per l’accesso ai contributi previsti dalla misura 1.4.2.B del Docup obiettivo 2, relativa alla concessione di aiuti per la promozione e la commercializzazione dell’offerta turistico-ricettiva. Nello stesso Bollettino ufficiale è stato pubblicato anche il decreto n. 35 del 30 gennaio 2006, relativo al bando per l’accesso ai contributi previsti dall’articolo 10 della Legge regionale n. 28/97 per le attività di promozione dell’offerta turistica. Entrambi i bandi, anche se provenienti da due diversi sistemi di erogazione degli incentivi, hanno in realtà finalità sinergiche, e in particolare si pongono l’obiettivo di sviluppare il settore turistico regionale. Il primo bando punta a raggiungere l’obiettivo attraverso la promozione del territorio e quindi l’attrazione di turisti, mentre con il secondo si mira a finanziare il miglioramento dell’organizzazione ricettiva anche attraverso progetti pilota.
Bando per la promozione dell’offerta turistica (L. R. 14 aprile 1997, n. 28)
Beneficiari. I soggetti ammessi al bando possono essere: a. Convention Bureaux costituiti in forma di consorzi ovvero società consortili tra imprese operanti nel settore del turismo congressuale ed espositivo; possono far parte del consorzio Enti locali, APT e altri soggetti pubblici; b. consorzi di imprese, anche di secondo grado, fortemente rappresentativi a livello regionale, rispetto alle differenti tipologie di offerta e/o rispetto ai settori del turismo termale e/o golfistico; c. consorzi, società consortili (anche miste o in forma cooperativa senza scopo di lucro) di imprese operanti nel settore turistico. Tali soggetti devono essere in possesso dei seguenti requisiti: ● prevedere nel proprio statuto l’assenza di scopo di lucro, nonché il divieto di distribuzione degli utili, anche in caso di scioglimento; ● avere sede operativa in Toscana ed essere composti da piccole e medie imprese che esercitano un’attività turistico-ricettiva o di
SCHEDA DI VALUTAZIONE
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
DIFFICOLTÀ La redazione delle diverse istanze di finanziamento non sembra eccessivamente complessa, tuttavia è comunque consigliato l’aiuto di un esperto di finanza agevolata
TEMPI I tempi di risposta da parte dell’amministrazione regionale sui progetti ritenuti ammissibili, sia per la Misura 1.4.2.B del Docup ob.2 sia per la L.R. 28/97, sono di 90 giorni dal termine previsto per il ricevimento delle domande
COSTI I costi variano a seconda della tipologia di intervento che si intende realizzare
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
La probabilità di accedere al finanziamento dipende molto dalla tipologia di investimento e di conseguenza di progetto che si intende realizzare. Per quanto concerne le risorse disponibili, non sono state indicate nel bando
NORMATIVA Decreto APET 30/01/2006 n. 35 – Suppl. al B.U.R. n. 7 del 15/02/2005 L.R. 28/97 Decreto 30/01/06 n. 36 Misura 1.4.2.B del Docup Obiettivo 2
MODULISTICA www.toscanapromozione.it
INFORMAZIONI Toscana Promozione Via Emanuele II, 62/64 50134 – Firenze
AGEVOLAZIONI REGIONALI
gestione di strutture complementari al turismo.
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Inoltre, i soggetti suindicati devono essere già costituiti e risultare attivi alla data di presentazione della domanda. Per quanto riguarda gli interventi di commercializzazione, i soggetti di cui alle precedenti lettere a) e b) devono possedere almeno uno dei seguenti requisiti: ● il consorzio deve essere titolare di un’agenzia di viaggio; ● tra i soci del consorzio deve figurare almeno un’agenzia di viaggio che porrà in essere, per conto del consorzio, le azioni di commercializzazione.
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Attività agevolabili. Le iniziative sono articolate a seconda della tipologia di soggetto proponente (Convention Bureaux, Consorzi turistici, Consorzi e società consortili).
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Convention Bureaux – Possono essere finanziati i programmi strettamente collegati alle attività di promozione della destinazione congressuale, proposti e realizzati dal consorzio proponente quale unico soggetto altamente rappresentativo dell’offerta congressuale; per il bando 2006 sono individuati i seguenti ambiti turistici omogenei: n. 1 (Versilia), n. 4 (Chianciano Terme), n. 5 (Firenze), n. 3 (Montecatini T.), n. 10 (Siena), n. 13 (Lucca), n. 11 (Arezzo). I programmi possono comprendere le seguenti tipologie di attività di supporto alla commercializzazione della destinazione congressuale (da intendere come fase preliminare all’effettiva commercializzazione delle singole componenti di offerta): ● organizzazione di iniziative, in Italia e all’estero, con l’obiettivo di promuovere contatti con la domanda potenziale; ● campagne promo-pubblicitarie mirate;
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partecipazione alle manifestazioni fieristiche di settore e Borse specializzate; attività di informazione mediante produzione di materiale illustrativo strettamente riferito all’offerta congressuale; organizzazione di educational, stage e convention per giornalisti, tour operator e opinion leader, finalizzati alla diffusione della conoscenza dell’offerta congressuale; indagini di mercato, sondaggi e studi riferiti alla domanda e all’offerta congressuale; attività di sensibilizzazione/formazione di operatori del settore congressuale dell’area di riferimento; adeguamento alle normative in materia di ambiente e ai sistemi di certificazione ambientale e nel quadro delle disposizioni di Agenda 21, EMAS, ISO 14001, ECOLABEL.
Consorzi turistici – Sono finanziabili i progetti presentati da consorzi di imprese fortemente rappresentativi a livello regionale, con particolare riferimento ai seguenti settori di offerta e di attività: ● offerta termale; devono far parte del consorzio almeno il 50% delle imprese termali toscane; ● offerta di turismo golfistico; devono far parte del consorzio almeno il 50% delle società di gestione degli impianti golfistici toscani; ● iniziative mirate e di grande impatto sui mercati esteri realizzate da consorzi di secondo grado costituiti da imprese operanti nel settore del turismo. Consorzi turistici e società consortili – Sono considerati ammissibili i programmi di attività che prevedono: 1. introduzione dell’innovazione
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
tecnologica, con particolare riferimento all’informatica e alla telematica; 2. tecniche e sistemi di prenotazione e tele-prenotazione di posti-letto e di altri servizi turistici offerti dalle imprese; 3. innovazione delle tecniche di promozione e commercializzazione, realizzazione di campagne di informazione, partecipazione a fiere e workshop di settore, costituzione di banche dati e apposite reti di informazione e servizi, predisposizione di materiale informativo; 4. pubbliche relazioni rivolte a giornalisti e tour operator e realizzazione di educational mirati; 5. realizzazione di progetti pilota per l’utilizzo del patrimonio storico-artistico e ambientale ai fini turistici, compresa la realizzazione di pacchetti di servizi connessi; 6. realizzazione di progetti pilota mirati alla valorizzazione delle tipicità locali di settori produttivi nelle aree dove operano le imprese; 7. organizzazione a livello aggregato di operazioni che attualmente le singole imprese svolgono autonomamente (acquisti, servizi complementari alla ricezione, produzione di materiale promo-pubblicitario e certificazioni di qualità); 8. aumento del livello di protezione di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in conformità con la legge 626/94; 9. azioni integrate di commercializzazione; 10. azioni di supporto ai processi di certificazione. Verrà data priorità agli interventi di cui ai precedenti punti 9 e 10. Relativamente ai consorzi del settore termale e del settore golfistico, gli interventi devono essere mirati
ai specifici target di riferimento e a valorizzare il più possibile l’offerta toscana nel suo complesso. Gli interventi devono inoltre assumere un adeguato impatto promozionale. Gli interventi relativi ai consorzi di secondo grado dovranno essere di notevole impatto promozionale e mirati rispetto ai specifici mercati esteri ritenuti strategici. Per tutte le tipologie di progetto, l’investimento non può essere inferiore a 50.000 euro né superiore a 250.000 euro. I progetti dovranno concludersi entro il 31 marzo 2007.
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
che riserve finanziarie nell’ambito dei Progetti speciali di interesse regionale “Versilia” e area “Montecatini Terme-Valdinievole” a favore dei consorzi ubicati in queste aree e dei Convention Bureaux della Versilia e di Montecatini e per i consorzi dell’Arcipelago Toscano. In tal caso, saranno definite graduatorie separate per i soggetti ubicati in queste aree. Il contributo viene erogato in un’unica soluzione, a saldo, ma è possibile richiedere un’anticipazione fino al 70% del contributo concesso, dietro presentazione di fidejussione bancaria o assicurativa.
Agevolazioni e spese. È prevista la concessione di un contributo in conto capitale nella misura del 50% delle spese ammissibili; l’agevolazione è concessa nei limiti previsti dal regime “de minimis”. Per la stessa tipologia di spesa i contributi non sono cumulabili con altri benefici relativi a norme regionali, nazionali e comunitarie, comprese le agevolazioni disposte dall’APET e/o dalle Camere di Commercio, anche in regime “de minimis”. Con riferimento al bando 2006, sono ritenute ammissibili le spese sostenute per iniziative realizzate a partire dal 1° gennaio 2006. Per l’elenco delle spese ammissibili vedere box a pagina seguente.
Procedure. Le domande devono essere trasmesse, tramite lettera raccomandata A.R.: Toscana Promozione – Via Emanuele II, 62/64 – 50134 Firenze. Con riferimento al bando 2006, le domande devono essere presentate entro il 3 aprile 2006. Ciascun soggetto può presentare al massimo un progetto. Saranno formulate tre graduatorie, relative alle tre differenti tipologie di soggetti ammissibili. La Regione potrà stabilire specifi-
Bando per i consorzi di imprese turistiche (DOCUP ob. 2, mis. 1.4.2.B) Beneficiari. Consorzi o società consortili, senza scopo di lucro, costituiti tra imprese operanti nel settore turistico, anche partecipati da enti locali o soggetti pubblici che hanno per obiettivo la promozione e la commercializzazione dell’offerta ricettiva di aree turistiche. Tali soggetti devono essere in possesso dei seguenti requisiti: ● avere sede operativa nelle aree di operatività dell’obiettivo 2 o del phasing out ed essere composte da imprese operanti, per almeno il 75%, nelle stesse aree e aventi le caratteristiche di piccola e media impresa (le imprese beneficiarie ultime degli interventi dovranno comunque avere le caratteristiche di piccola e media impresa); ● nello statuto dei consorzi devono essere espressamente specificati l’assenza di scopo di lucro e il divieto di distribuzione di utili anche in caso di scioglimento; ● le singole imprese che costituiscono il consorzio devono esercitare una delle attività turistico-
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
ricettive previste dalla L.R. 42/2000, ovvero essere imprese che gestiscono strutture complementari al turismo; tali requisiti devono essere posseduti dalla maggioranza delle imprese aderenti al consorzio. Tali soggetti devono essere già costituiti e risultare attivi alla data di presentazione della domanda. Per quanto riguarda gli interventi di commercializzazione (vedere alla voce Attività agevolabili) il consorzio deve possedere almeno uno dei seguenti requisiti: ● essere titolare di un’agenzia di viaggio; ● tra i soci deve figurare almeno un’agenzia di viaggio che porrà in essere, per conto del consorzio, le azioni di commercializzazione.
AGEVOLAZIONI REGIONALI
Procedure. Le domande di finanziamento devono essere presentate secondo gli schemi e la documentazione allegata al bando di gara e trasmesse tramite lettera raccomandata a Toscana Promozione – Via V. Emanuele II, 62/64 – 50134 Firenze. Per il bando 2006, il termine ulti-
Agevolazioni e spese. Il contributo, in conto capitale, è commisurato al 50% della spesa globale prevista e dichiarata ammissibile ed è concesso in regime “de minimis”. Le agevolazioni non sono cumulabili, per la stessa attività finanziata, con altre forme di aiuti regionali, nazionali e comunitari, comprese le agevolazioni disposte dall’APET e/o dalle Camere di Commercio, anche sotto la forma “de minimis”. Per l’elenco delle spese ammissibili si veda il box a fianco. Per il bando 2006, sono ritenute ammissibili le spese sostenute per iniziative realizzate a far data dal 1° gennaio 2006. I progetti dovranno concludersi entro il 31 marzo 2007. L’investimento non può essere inferiore a 50.000 euro né superiore a 250.000 euro.
mo per la presentazione delle domande è fissato al 3 aprile 2006. Anche in questo bando, il contributo viene erogato in un’unica soluzione, a saldo, ma è possibile richiedere un’anticipazione fino al 70% del contributo concesso, dietro presentazione di fidejussione bancaria o assicurativa.
Spese ammissibili (valide per entrambi i bandi) ●
acquisto di software, progettazione di software e di reti networking;
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acquisizione di consulenze per il settore d’intervento (escluse quelle inerenti la partecipazione alle manifestazioni fieristiche);
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ospitalità e rimborsi spese per tour operator specializzati, opinion leader e giornalisti del settore partecipanti alle iniziative espressamente previste dal programma di attività;
●
affitti, noleggi, canoni, acquisto di servizi (materiale espositivo e allestimenti), spese di viaggio e soggiorno per il rappresentante legale o suo delegato per la partecipazione o l’organizzazione di manifestazioni mirate su mercati esteri e nell’ambito di fiere e mostre internazionali realizzate anche in Italia;
●
spese relative all’attività di informazione volte alle singole imprese inerenti alle certificazioni di qualità ISO 14001 EMAS, Ecolabel e in materia di responsabilità sociale (SA 8000);
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spese per l’acquisizione delle certificazioni di qualità ISO 14001, EMAS ed Ecolabel e in materia di responsabilità sociale (SA 8000) (per i consorzi);
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spese per la realizzazione di materiale illustrativo per attività di informazione;
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spese per la realizzazione di materiale illustrativo riferito all’offerta turistico-ricettiva dell’area di operatività del consorzio (riferite esclusivamente all’attività del consorzio stesso);
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campagne promo-pubblicitarie (progettazione e diffusione attraverso i media);
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spese strettamente connesse alla gestione del progetto, nella misura massima del 10% della spesa ritenuta ammissibile;
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costi per il personale strettamente connessi alla realizzazione del progetto, nella misura massima del 20% della spesa ritenuta ammissibile;
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dotazioni e spese di investimento strettamente connesse alle iniziative promozionali previste dal progetto nella misura massima del 15% della spesa ritenuta ammissibile.
Attività agevolabili. Sono ammissibili esattamente le stesse iniziative previste nel bando suindicato per i soggetti “consorzi turistici e società consortili”.
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IN SINTESI
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
NORMA L.P. 13 dicembre 1999, n. 6
BENEFICIARI Imprese, operanti in specifici settori indicati dalla Classificazione delle attività economiche ATECO 2002, con determinate limitazioni per alcuni dei settori previsti, rientranti nella definizione comunitaria di micro e di PMI, nonché le GI autorizzate dalla Ce, attive sul territorio provinciale
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Sono agevolabili le iniziative riguardanti i settori: – industria – artigianato
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
La Provincia di Trento lancia la “legge unica” sull’economia La Provincia autonoma di Trento ha approvato i nuovi criteri e le modalità per l’attuazione della “legge unica” dell’economia, che concede aiuti per gli investimenti fissi e misure di protezione ambientale in una pluralità di settori quali l’industria, l’artigianato, il turismo e il commercio di Giancarlo Terenzi
SPESE AMMISSIBILI – Per quanto riguarda il settore industria, le spese per gli investimenti fissi e per la promozione di misure di protezione ambientale; – mentre per il settore artigianato, le spese per gli investimenti immobiliari e mobiliari, nonché per gli interventi per la promozione di misure di protezione ambientale
AGEVOLAZIONE L’agevolazione concessa si sostanzia in un contributo in conto capitale, a fondo perduto, varia in funzione dei comparti interessati, delle singole priorità, delle dimensioni dell’impresa interessata e dell’entità dell’intervento
PROCEDURA Le domande di agevolazione devono essere presentate presso la struttura provinciale competente: – dal 10 gennaio al 9 agosto e; – dal 26 agosto al 20 dicembre di ogni anno. Per la redazione delle domande deve essere utilizzata, esclusivamente, l’apposita modulistica
I
l 7 febbraio 2006 è stata pubblicata, sul Supplemento n. 1 al Bollettino Ufficiale della Regione Trentino Alto Adige (BURTAA), n. 6, Parte I e II, la Deliberazione della Giunta Provinciale (G.P.) n. 2804 del 22 dicembre 2005, che approva nuovi criteri e modalità per l’applicazione della Legge Provinciale (L.P.) 13 dicembre 1999, n. 6, così detta “legge unica” dell’economia. In particolare, la suddetta disciplina unitaria, che ha avuto l’effetto di armonizzare gli aiuti e gli interventi della Provincia autonoma nei vari comparti, trova applicazione in diversi settori economici: industria, artigianato, turismo e commercio. In questa sede ci limiteremo, per motivi di spazio, a esaminare solo alcuni settori del comparto industria e artigianato.
Beneficiari I soggetti abilitati a presentare le domande di contributo sono le aziende, iscritte nel Registro delle Imprese della Provincia autonoma, operanti nei settori di cui alle sezioni “A”, “B”, “C”, “D”, “F”, “G”,
“H”, “I”, “K” e “O” della Classificazione delle attività economiche ATECO 2002, con le specifiche limitazioni indicate per alcuni dei suddetti settori. Per il settore artigianato, le domande possono essere presentate da imprese artigiane iscritte all’Albo della provincia di Trento, nonché da soggetti non ancora iscritti, ma che intendono esercitare un’attività artigiana. I suddetti soggetti devono avere un’unità operativa nel territorio provinciale e non avere in corso procedure concorsuali, né essere state sottoposte a esecuzione immobiliare.
Attività agevolabili Sono ammissibili per il settore industria, prioritariamente, l’attività sostitutiva, intesa come la costituzione di nuove imprese o l’ampliamento di quelle esistenti che diano origine a incrementi occupazionali, gli investimenti relativi ad aiuti richiesti dalla necessità del coordinamento dei trasporti, le nuove iniziative, la crescita dimensionale, l’innovazione tecnologica, la larga banda, la qualità e la promozione delle Pic-
SCHEDA DI VALUTAZIONE
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
DIFFICOLTÀ La modulistica, composta di più documenti, è disponibile sul sito internet della Provincia autonoma. La compilazione della domanda, che va inviata insieme agli altri documenti richiesti, non presenta particolari problemi anche se non comprende dettagliate istruzioni
TEMPI Non è indicato né il termine per completare l’iter amministrativo, né quello per realizzare l’iniziativa proposta
COSTI Oltre a quello per la marca da bollo, eventuali costi derivano dalla necessità di avvalersi di alcune figure professionali qualificate per l’allestimento del progetto e della documentazione richiesta. L’aspetto positivo è rappresentato dalla possibilità di accedere a un contributo in conto capitale, a fondo perduto, variabile in relazione ai comparti interessati, all’entità dell’intervento, alle singole priorità e alle dimensioni dell’impresa interessata
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Le probabilità di accedere all’agevolazione sono discrete sia per l’entità delle risorse disponibili, pari a complessivi 17.622.579,00 €, (di cui 7.553.579,00 per l’industria e 10.069.000,00 per l’artigianato), sia per la possibilità di accedere alle risorse finanziarie delle annualità successive
NORMATIVA Legge Regionale n.6 del 13 dicembre 1999 Dgp n. 2804 del 22 dicembre 2005 (Supplemento n. 1 al BURTAA n.6 del 7 febbraio 2006)
MODULISTICA Disponibile sul sito della Provincia autonoma di Trento
PER INFORMAZIONI Provincia autonoma di Trento: – www.provincia.tn.it
AGEVOLAZIONI REGIONALI
cole Imprese (PI), gli incrementi occupazionali e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, la sostituzione di autoveicoli Euro 0 o Euro 1, le misure di protezione ambientale, le cooperative sociali, il miglioramento delle condizioni di lavoro e altri casi non configurabili nell’ambito delle priorità precedentemente indicate. Per il settore artigianato, sono individuate, invece, come priorità la crescita dimensionale, realizzata attraverso aggregazioni di imprese, rilevante incremento occupazionale, collaborazione tra imprese, inserimento in aree produttive, raddoppio immobilizzazioni tecniche, l’innovazione tecnologica, realizzata attraverso l’acquisizione di brevetti e diritti di utilizzazione di tecnologie, l’applicazione dei risultati alla ricerca, il conseguimento di brevetti, la larga banda, la qualità e la promozione delle imprese, realizzata attraverso la certificazione, il passaggio generazionale, la bottega scuola, il maestro artigiano, le attività sostitutive, le nuove iniziative, gli aiuti richiesti dalle necessità del coordinamento dei trasporti, la sostituzione di autoveicoli Euro 0 o Euro 1, l’incremento occupazionale e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, la valorizzazione dell’artigianato e il miglioramento delle condizioni di lavoro.
Spese ammissibili Per quanto riguarda il settore industria sono agevolati sia gli aiuti agli investimenti fissi che gli interventi per la promozione di misure di protezione ambientale e per ognuna delle due categorie la L.P. riporta sia il dettaglio degli investimenti ammissibili che di quelli non agevolabili. La spesa minima ammissibile varia in funzione del numero degli occu-
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pati dalle imprese ed è compresa tra 25.000,00 e 250.000,00 €. Per quanto riguarda le spese relative alle domande esaminate con la procedura automatica, devono essere già sostenute alla data di presentazione della domanda, purché non effettuate oltre l’anno solare precedente, mentre quelle esaminate con la procedura valutativa semplificata e con la procedura valutativa particolare devono essere, invece, effettuate entro tre anni dalla data di concessione dell’agevolazione. Per il settore artigianato, le spese ammissibili riguardano gli investimenti immobiliari e mobiliari, nonché gli interventi per la promozione di misure di protezione ambientale. La spesa ammissibile a contributo è compresa tra 10.000,00 e 1.500.000,00 €.
Agevolazione L’agevolazione, concessa sotto forma di contributo in conto capitale, è erogata in una o più soluzioni e la percentuale, espressa in Equivalente Sovvenzione Lordo (ESL), varia secondo i comparti interessati. Per il settore industria, l’agevolazione varia in funzione della singola priorità e della dimensione dell’impresa (Piccola, Media e Grande). Per alcune priorità, può essere aggiunta, alle intensità di aiuto consentite dalla normativa comunitaria, la quota “de minimis”, che non può eccedere il massimale di 100.000,00 € nel triennio precedente la concessione, nei limiti di quanto stabilito nelle disposizioni che disciplinano i singoli settori economici. In particolare, l’entità del contributo varia tra il 17,5%, previsto per gli incrementi occupazionali e la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, il miglioramento delle condizioni di lavoro, il passaggio genera-
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INVESTIMENTI PRODUTTIVI
AGEVOLAZIONI REGIONALI
zionale all’interno delle PI, e il 100% corrisposto per il risanamento dei siti inquinati. È prevista una maggiorazione fino al 30%, dalla quale sono esclusi sia gli autoveicoli Euro 0 e 1 che gli autoveicoli indicati nella L.P., per le localizzazioni preferenziali, per la filiera del legno, per i distretti del porfido, per altre filiere produttive individuate dalla Giunta provinciale sulla base di appositi progetti,
per le imprese con meno di quattro dipendenti, nonché agevolazioni specifiche per le micro imprese. Anche per il settore artigianato, l’agevolazione varia in funzione della singola priorità e della dimensione dell’impresa (Piccola, Media e Grande). Per la quasi totalità delle priorità indicate e delle tipologie d’impresa, può essere aggiunta, alle intensità di aiuto consentite dalla normativa
comunitaria, la quota “de minimis”. In particolare, l’entità del contributo varia tra il 12,5% previsto per gli altri casi e il 30%, corrisposto per le attività sostitutive, la valorizzazione dell’artigianato, gli aiuti richiesti dalle necessità del coordinamento dei trasporti, le nuove iniziative. È prevista, per la priorità “valorizzazione dell’artigianato”, una maggiorazione fino al 40%, mentre sono previste maggiorazioni per tutte
Settore industria: misure delle agevolazioni DIMENSIONE IMPRESA
PICCOLA IMPRESA
MEDIA IMPRESA
GRANDE IMPRESA
Priorità
Intervento Maggiorazione
MAX
Intervento Maggiorazione MAX
Intervento
MAX
Attività sostitutiva
25%
de minimis
30%
17,5%
de minimis
30%
de minimis
30%
Nuova iniziativa
–
–
–
–
–
–
de minimis
30%
Nuova iniziativa, Cooperative sociali 15%
de minimis
30% 7,5%
de minimis
30%
–
–
Crescita dimensionale, Innovazione tecnologica, Larga banda
15%
de minimis
22,5% 7,5%
de minimis
22,5% de minimis
22,5%
Sostituzione veicoli Euro 0 o Euro 1
15%
de minimis
20%
7,5%
de minimis
20%
20%
Miglioramento delle condizioni di lavoro
–
–
–
7,5%
de minimis
17,5% –
–
Qualità e promozione delle piccole imprese: certificazione
15%
de minimis
20%
–
–
–
–
–
Incrementi occupazionali e 15% stabilizzazione dei rapporti di lavoro, miglioramento delle condizioni di lavoro, qualità e promozione delle piccole imprese: passaggio generazionale
de minimis
7,5% –
–
–
–
–
Interventi di cui all’articolo 73 del trattato sull’unione europea
30%
–
–
30%
–
–
30%
–
Misure di protezione ambientale: investimenti obbligatori
15%
–
–
15%
–
–
15%
–
Misure di protezione ambientale: investimenti non obbligatori
40%
–
–
40%
–
–
40%
–
Misure di protezione ambientale: risanamento siti industriali
100%
–
–
100%
–
–
100%
–
Misure di protezione ambientale: lavori per bonifiche terreni
15%
–
–
15%
–
–
15%
–
Altri casi
12,5%
–
–
7,5%
de minimis
12,5% de minimis
de minimis
12,5%
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
AGEVOLAZIONI REGIONALI
le priorità, a eccezione di quella riguardante gli autoveicoli Euro 0 e 1, fino al 30%, purché rientranti nella filiera del legno, nei distretti del porfido, nei Comuni in obiettivo 2, nelle altre filiere produttive individuate dalla Giunta provinciale, nelle imprese con meno di quattro addetti, nonché agevolazioni specifiche per le micro imprese. Per le iniziative di rilocalizzazione, il contributo è pari al 100% della spesa, con i limiti di contributo indicati nella L.R. per le micro imprese, le piccole, le medie e le grandi. Per gli interventi di promozione ambientale, il contributo è, invece, legato sia alla dimensione dell’impresa che alla tipologia dell’intervento.
Procedura Le domande di agevolazione in bollo, compilate utilizzando la
modulistica reperibile sul sito internet della Provincia, e comprensive della documentazione richiesta, devono essere presentate dal 10 gennaio al 9 agosto e dal 26 agosto al 20 dicembre di ogni anno presso la competente struttura provinciale. L’avvio dell’istruttoria è compiuto secondo l’ordine cronologico di presentazione delle domande di agevolazione e la concessione delle agevolazioni avviene in ordine cronologico rispetto al termine dell’istruttoria stessa. Sono esaminate dall’Ente istruttore, con procedura valutativa automatica, le domande relative alle spese già sostenute alla data di presentazione della domanda, purché non oltre l’anno solare precedente, per investimenti fissi mobiliari e per l’acquisizione di terreni e compendi immobiliari, fino a 300.000,00 € di spesa, con esclusione delle
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spese per investimenti tesi a conseguire misure di protezione ambientale e di quelle per la sostituzione di veicoli, per interventi di adeguamento ai veicoli. Con procedura valutativa semplificata e valutativa, sono esaminate le domande relative alle spese effettuate entro tre anni dalla data di concessione dell’agevolazione. La prima valutazione si riferisce agli investimenti fissi fino a 1.000.000,00 €, mentre la seconda riguarda la procedura valutativa delle domande relative alle spese per le quali è esclusa la procedura automatica. Per il settore artigianato la valutazione automatica avviene per le domande di importo fino a 150.000,00 € relative agli investimenti fissi mobiliari e immobiliari, mentre quella semplificata si applica per le domande fino a 250.000,00 €.
Settore artigianato: misure delle agevolazioni PRIORITÀ
MEDIE IMPRESE
25% + de minimis
17,5% + de minimis
de minimis
30%
30%
30%
30%
30%
15% + de minimis
7,5% + de minimis
de minimis
30%
15% + de minimis
7,5% + de minimis
de minimis
30%
Crescita dimensionale
15% + de minimis
7,5% + de minimis
de minimis
22,5%
Innovazione tecnologica
15% + de minimis
7,5% + de minimis
de minimis
22,5%
Sostituzione veicoli Euro 0 o Euro 1
15% + de minimis
7,5% + de minimis
de minimis
20%
Certificazione delle piccole imprese
15% + de minimis
–
–
20%
Qualità e promozione delle PI
15% + de minimis
–
–
17,5%
Miglioramento delle condizioni di lavoro
15% + de minimis
7,5% + de minimis
de minimis
17,5%
Incremento occupazionale e stabilizzazione 15% + de minimis
7,5% + de minimis
de minimis
17,5%
Altri casi
7,5% + de minimis
de minimis
12,5%
Attività sostitutive Art. 73 Trattato UE Valorizzazione dell’artigianato
(2)
Nuove iniziative
12,5%
GRANDI IMPRESE MAX
(1)
PICCOLE IMPRESE
(1) Rispetto alla colonna “MAX” sono stabilite maggiorazioni fino al raggiungimento della percentuale massima del 30% per le seguenti fattispecie fra loro non cumulabili: comuni obiettivo 2 + 5%, distretto del porfido + 7,5%, filiera del legno + 7,5%, altre filiere individuate dalla giunta provinciale + 7,5%, imprese con meno di 4 addetti + 2,5% (2) Rispetto alla colonna “MAX” sono stabilite maggiorazioni cumulabili fino al raggiungimento della percentuale massima del 40% per le seguenti fattispecie: integrazione con il turismo e con il sistema scolastico + 7,5%, con le imprese con meno di 4 addetti + 2,5%
IN SINTESI
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
NORMA DGR n. 2083 del 29 dicembre 2005 BENEFICIARI PMI e loro Consorzi che esercitano attività industriale, operanti nel settore dell’ICT con codice ISTAT 72.2, e classificati come “imprese in difficoltà”(Comunicazione comunitaria 1999/C288/02). ATTIVITÀ AGEVOLABILI Progetti relativi ad attività di ricerca industriale e sviluppo precompetitivo, con un valore complessivo compreso tra gli 800.000 € e 2 milioni € e una durata non superiore a 15 mesi. I lavori dovranno iniziare entro i 30 giorni successivi al decreto di concessione dei benefici. SPESE AMMISSIBILI • Personale adibito all’attività di ricerca; • strumentazione e attrezzature; • servizi di consulenza; • fabbricati e terreni; • spese generali direttamente imputabili all’iniziativa. AGEVOLAZIONE Contributo in conto capitale nella misura del: – 40% delle spese ammissibili per progetti di attività di sviluppo precompetitivo; – 65% per progetti di ricerca industriale. Sono previste maggiorazioni in casi particolari. PROCEDURA La domanda dovrà essere presentata alla Regione Campania, Assessorato alla Ricerca Scientifica, A.G.C. Ricerca Scientifica, di via Don Bosco 9/E 80141 Napoli, entro 90 giorni dalla pubblicazione del bando sul Bollettino Ufficiale. L’istruttoria prevede tre fasi di valutazione: 1. formale, 2. di validità economico-finanziaria, 3. se superate le due precedenti, di merito.
RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
Campania: in arrivo 48 milioni di euro per l’ICT Definito il regime unico a sostegno delle attività di ricerca e sviluppo precompetitivo, in base al quale saranno emanati i prossimi bandi a favore delle imprese di Igino della Volpe e Imma Belmare
L
a Regione Campania ha approvato un nuovo disciplinare che definisce i criteri e le modalità per la richiesta e la concessione degli aiuti a sostegno dei programmi di ricerca e sviluppo promossi dalle PMI localizzate sul territorio regionale, nell’ambito dell’Accordo di programma quadro in materia di E.government e società dell’informazione. Progetto metadistretto del settore ICT (Information Communication Technology, ndr). La novità assoluta è data dalla creazione di un regime unico a sostegno delle attività di ricerca e sviluppo precompetitivo realizzato con fondi rinvenienti da più fonti. Nello specifico, l’intervento sarà cofinanziato da risorse del POR Campania 2000/2006 della misura 3.17 (Sostegno ai programmi di ricerca, di innovazione e di trasferimento tecnologico promossi dal tessuto imprenditoriale regionale), dal Fondo unico regionale per le imprese e da deliberazioni CIPE. Tale novità tende a promuovere la razionalizzazione degli interventi in favore delle imprese attraverso la realizzazione di regimi unici settoriali. L’azione, in particolare, è finalizzata a rafforzare la competitività dei sistemi locali e delle filiere produt-
tive regionali, attraverso la realizzazione di progetti di Ricerca Industriale e di Sviluppo Precompetitivo nel settore dell’Information Communication Technology, promossi da PMI e loro Consorzi. Saranno ammissibili ai benefici i progetti che prevedono l’esecuzione sul territorio della Regione Campania di attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo secondo l’apposita classificazione comunitaria. La concessione delle agevolazioni sarà operata attraverso l’emanazione di bandi a evidenza pubblica, nei quali saranno riportate le condizioni e le modalità di accesso, le tipologie di investimenti e le risorse complessivamente disponibili. Per la prima applicazione le risorse stanziate ammontano a 48 milioni di euro. Altra novità del bando è rappresentata dai criteri di individuazione delle imprese proponenti, che saranno preventivamente selezionate in base a parametri di affidabilità finanziaria.
Beneficiari Potranno accedere ai contributi le Piccole e Medie Imprese (ex D.M. delle Attività produttive del
SCHEDA DI VALUTAZIONE
RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
DIFFICOLTÀ Si ipotizza che il grado di difficoltà nella redazione dei progetti sarà comparabile a quello relativo ai progetti finanziati con la Legge 17 febbraio 1982, n. 46, e successive modificazioni.
TEMPI I tempi non sono ancora valutabili in assenza di pubblicazione dei bandi, anche se la procedura istruttoria prevista fa ipotizzare che possano essere medio-lunghi.
COSTI I costi sono correlati alla necessità di fruire di competenze specifiche per la redazione del progetto di ricerca
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Le probabilità sono abbastanza elevate, in considerazione dell’ammontare destinato al bando e dei limiti dimensionali dei progetti fissati nel disciplinare.
NORMATIVA Delibera della Giunta Regionale della Regione Campania n. 2083 del 29 dicembre 2005 sul BURC n. 8 del 13 febbraio 2006
MODULISTICA www.regione.campania.it
INFORMAZIONI Regione Campania, Assessorato alla Ricerca Scientifica – A.G.C. Ricerca Scientifica, di via Don Bosco 9/E 80141 Napoli.
AGEVOLAZIONI REGIONALI
18/04/05 di recepimento della raccomandazione comunitaria 1422/CE del 6/5/03) e loro Consorzi, che esercitino attività industriale diretta alla produzione di beni e servizi, operino nel settore dell’ICT e abbiano il codice ISTAT di attività n. 72.2. I programmi da realizzare dovranno, tuttavia, riguardare unità produttive localizzate sul territorio regionale, che siano al contempo regolarmente censite presso la CCIAA. Altro requisito per la partecipazione alla selezione è che i soggetti proponenti rientrino nella definizione “imprese in difficoltà” ai sensi della Comunicazione comunitaria 1999/C288/02.
Attività agevolabili Saranno agevolabili le iniziative progettuali che prevedono la realizzazione di attività di ricerca industriale e di sviluppo precompetitivo, secondo la classificazione della Commissione UE (Decisione 96C45/06). In particolare: ● per ricerca industriale si deve intendere quella pianificata o quella derivante da indagini critiche miranti ad acquisire nuove conoscenze, con l’obiettivo di utilizzarle per mettere a punto nuovi prodotti, processi produttivi o servizi o per migliorare in maniera significativa quelli già esistenti; ● per sviluppo precompetitivo, le attività dovranno invece essere dirette alla concretizzazione dei risultati della ricerca industriale in piani, progetti o disegni per prodotti, processi produttivi o servizi nuovi, modificati o migliorati, destinati alla vendita o all’utilizzazione, unitamente alla creazione di un primo prototipo non idoneo a fini commerciali. Potranno, altresì, essere incluse le attività di for-
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mulazione teorica e di progettazione di altri prodotti, processi produttivi o servizi, nonché progetti di dimostrazione iniziale o progetti pilota, sempre se tali progetti non siano né convertibili, né utilizzabili ai fini di applicazione industriale o di sfruttamento commerciale. Per poter essere agevolati, i progetti dovranno avere un valore complessivo compreso tra gli 800.000 € e 2 milioni €, una durata non superiore a 15 mesi e una data d’inizio inclusa nei 30 giorni successivi al decreto di concessione dei benefici.
Spese ammissibili Per la determinazione dei costi agevolabili il riferimento è alla normativa comunitaria (Reg. CE n. 448/04) e al Disciplinare per la concessione degli aiuti in materia di ricerca e sviluppo nell’ambito della Misura 3.17 del POR Campania. Nello specifico saranno eleggibili: ● gli oneri per il personale (ricercatori, tecnici e altro personale ausiliario adibito all’attività di ricerca) nella misura in cui essi saranno impiegati nelle attività di ricerca e/o sviluppo del progetto di ricerca; ● le spese per l’acquisto della strumentazione e delle attrezzature indispensabili per la realizzazione del progetto; ● i costi per servizi di consulenza utilizzati esclusivamente per l’attività di ricerca (compresi quelli per i servizi di ricerca, per competenze tecniche, per brevetti e diritti di licenza); ● le spese generali supplementari direttamente imputabili al progetto di ricerca; ● i costi dei fabbricati e dei terreni utilizzati per il progetto di ricerca e per la sua durata (per i fabbricati, sono considerati am-
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RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
AGEVOLAZIONI REGIONALI
missibili solo i costi dell’ammortamento corrispondenti al ciclo di vita del progetto di ricerca).
Agevolazione I benefici saranno concessi nella forma del contributo in conto capitale con una intensità di aiuto che, nel caso di progetti relativi ad attività di sviluppo precompetitivo, sarà pari al 40% dei costi ammissibili, mentre, nell’ipotesi di ricerca industriale, sarà pari al 65%. Qualora una iniziativa progettuale includa sia attività di ricerca industriale sia di sviluppo precompetitivo, la percentuale di agevolazione concedibile non potrà superare la media ponderata delle rispettive intensità di aiuto consentite, calcolate sulla base dei costi ammissibili sostenuti. Le suddette percentuali potranno essere incrementate di 10 punti, se il progetto proposto prevede: ● una collaborazione transfrontaliera tra almeno due partner indipendenti di due Stati membri della UE; ● una collaborazione effettiva tra un’impresa e un Ente pubblico di ricerca ovvero con soggetti giuridici (laboratori e strutture di ricerca) partecipati al 100% da Enti pubblici di ricerca. Un’altra eccezione riguarda gli studi di fattibilità tecnica in preparazione delle attività di ricerca industriale – o delle attività di sviluppo precompetitivo – per i quali sarà prevista una intensità di aiuto pari al 75%, calcolata sulla base dei costi degli studi. Infine se è previsto che i risultati del progetto agevolato siano oggetto di ampia diffusione attraverso conferenze tecniche e scientifiche, o siano pubblicati in riviste scientifiche e tecniche specializzate. I soggetti le cui proposte proget-
tuali saranno istruite positivamente potranno ricevere i contributi secondo una modalità che prevede l’erogazione del primo acconto, pari al 50% del contributo riconosciuto post presentazione di una polizza fidejussoria bancaria o assicurativa di pari importo. I soggetti riceveranno l’erogazione del secondo acconto, corrispondente al 30% del beneficio concesso, previa trasmissione di un rendiconto di spesa non inferiore al 50% del costo del progetto e alla presentazione di polizza fidejussoria di pari importo. Il saldo dell’agevolazione sarà erogato dopo l’approvazione del rendiconto delle spese sostenute da parte degli uffici regionali preposti.
Procedura Le istanze di partecipazione alla selezione dovranno essere redatte utilizzando l’apposita modulistica che sarà pubblicata sul sito Internet della Regione Campania e corredate da una specifica documentazione amministrativa e dal progetto idea. La presentazione potrà avvenire entro 90 giorni successivi alla data di pubblicazio-
ne del Bando sul Bollettino Ufficiale Regionale della Campania, attraverso la consegna diretta agli uffici regionali della A.G.C. Ricerca Scientifica, di via Don Bosco 9/E 80141 Napoli. Nel testo del bando saranno, altresì, dettagliati i documenti amministrativi da produrre, nonché gli elementi da esplicitare nel Progetto idea. L’identificazione dell’elenco dei progetti finanziabili avrà luogo attraverso una procedura valutativa, che sarà articolata in tre fasi: 1. l’istruttoria formale, diretta a verificare l’esistenza dei requisiti di accesso alle agevolazioni da parte dei soggetti proponenti; 2. la verifica dell’affidabilità economico-finanziaria, che sarà svolta da una commissione mista di funzionari regionali ed esperti esterni e sarà focalizzata su due parametri: la congruenza fra capitale netto e costo del progetto e il parametro di onerosità della posizione finanziaria, che dovranno assumere almeno i valori indicati in tabella.
I parametri di affidabilità economico-finanziaria 1. Congruenza fra capitale netto e costo del progetto: CN> CP – I 2 dove CN = patrimonio netto quale risulta dall’ultimo bilancio approvato maggiorato degli eventuali aumenti di capitale sociale deliberati alla data di presentazione della domanda di agevolazione e da versare a pena revoca dei contributi, entro e non oltre 30 giorni dalla data di notifica del provvedimento di concessione delle agevolazioni; comunque versati entro la data di richiesta della prima erogazione CP-I = costo del progetto al netto delle agevolazioni richieste, calcolate sulla base della percentuale minima (40%) 2. Parametro di onerosità della posizione finanziaria: OF <8% F OF = oneri finanziari netti annui quali risultano dall’ultimo bilancio approvato F = fatturato annuo quale risulta dall’ultimo bilancio approvato
RICERCA E INNOVAZIONE TECNOLOGICA
3. la valutazione di merito dei progetti risultati idonei all’istruttoria formale e alla verifica economica-finanziaria. Tali soggetti saranno invitati dalla Regione a presentare i progetti esecutivi, sui quali si baserà la redazione della graduatoria delle iniziative agevolabili, a cura di un apposito Comitato Tecnico Scientifico, che
AGEVOLAZIONI REGIONALI
sarà istituito con decreto dell’Assessore alla Ricerca Scientifica. L’ammissione del progetto all’agevolazione, ovvero i motivi che hanno indotto a ritenere inammissibile la richiesta, saranno comunicati dagli uffici regionali tramite raccomandata. Nei successivi 20 giorni, i soggetti beneficiari dovranno – pena decadenza da ogni beneficio – produr-
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re alla Regione la propria accettazione a mezzo di raccomandata. È prevista la revoca totale o parziale delle agevolazioni, nell’ipotesi in cui in sede di verifica dello stato di attuazione dei progetti, i competenti organi regionali rilevino che l’iniziativa realizzata non sia rispondente alle attività e finalità ammesse dal regime in oggetto.
La procedura di accesso nel dettaglio 1. PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA Entro 90 giorni da pubblicazione del bando sul Bur, presentazione alla Regione Campania di: • Domanda di partecipazione • Documentazione amministrativa • Progetto idea 2. ISTRUTTORIA FASE 1 – Istruttoria formale da Commissione regionale Verifica dei requisiti di accesso, cioè che: • il proponente sia PMI ex D.M. 18/04/05 o Consorzio di PMI • il proponente operi nel settore dell’ICT • il proponente abbia il codice ISTAT di attività n. 72.2 • l’unità produttiva interessata al progetto sia localizzata sul territorio regionale • l’unità produttiva sia regolarmente censita presso la CCIAA • il proponente non sia definibile “impresa in difficoltà” ex Comunicazione CE 1999/C288/02 FASE 2 – Verifica dell’affidabilità economico-finanziaria da Commissione regionale Analisi dei valori assunti dai specifici parametri relativi alla congruenza fra capitale netto e costo del progetto e il parametro di onerosità della posizione finanziaria Invito della Regione a presentare i progetti esecutivi per proponenti che abbiano superato la fase istruttoria 1 e 2 FASE 3 – Valutazione di merito da Comitato Tecnico Scientifico Analisi dei progetti e assegnazione dei punteggi in reazione ai seguenti parametri: • qualità del soggetto proponente • integrazione del progetto nelle strategie di sviluppo del Programma operativo regionale • collegamento con i sistemi locali e le filiere regionali • fattibilità economico-finanziaria dell’intervento • contenuti innovativi del progetto • caratteristiche di integrazione dell’intervento • congruità e pertinenza dei costi • miglioramento della sostenibilità ambientale • impatto occupazionale • partecipazione finanziaria del soggetto proponente 3. COMUNICAZIONE REGIONALE DEGLI ESITI DELLA ATTIVITÀ ISTRUTTORIA 4. DECRETO REGIONALE DI CONCESSIONE DEI CONTRIBUTI 5. DICHIARAZIONE DI ACCETTAZIONE DEL CONTRIBUTO DA PARTE DEL BENEFICIARIO
IN SINTESI
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
AGEVOLAZIONI REGIONALI
NORMA Misura 5.2, Azione D dell’Asse 5 del Piano triennale regionale “Sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo”
BENEFICIARI Aggregazione di almeno 8 PMI (ATI o promotori) appartenenti allo stesso settore o alla stessa filiera produttiva ovvero essere integrate verticalmente I settori agevolabili sono: – manifatturiero; produzione e distribuzione di energia elettrica, acqua e gas; – costruzioni; informatica; ricerca e sviluppo; smaltimento rifiuti
ATTIVITÀ AGEVOLABILI I progetti devono identificare un percorso strutturato di internazionalizzazione, teso allo sviluppo in cooperazione tra le imprese di iniziative rivolte alla promozione, penetrazione commerciale e industriale in un solo Paese estero
SPESE AMMISSIBILI – costruzioni La partecipazione, nella forma aggregata, a eventi fieristici all’estero di rilevanza internazionale e significativi per la filiera di riferimento; – costruzioni interventi di promozione e pubblicità sui mercati esteri nella sola forma aggregata; – costruzioni ricerche di mercato, studi di fattibilità, ricerca di partner commerciali, ecc.; – costruzioni spese di coordinamento; – costruzioni costi notarili per la costituzione dell’ATI
AGEVOLAZIONE Il contributo in conto capitale per ciascun progetto – concesso nella misura massima del 50% delle spese ammissibili – non potrà essere inferiore a € 25.000,00 e superiore a € 200.000,00. Trova applicazione, in ogni caso, la normativa de minimis
PROCEDURA Le domande devono essere presentate obbligatoriamente mediante l’apposita modulistica allegata al bando, entro il 18 aprile 2006 al Servizio Sportello regionale per l’Internazionalizzazione delle imprese – Viale Aldo Moro n. 44 – 40127 Bologna
La strategia di internazionalizzazione dell’Emilia Romagna La Regione ha menato un bando destinato a incentivare le iniziative aggregate strutturate, rappresentative di filiera, di promozione, penetrazione commerciale e cooperazione industriale di Maria Elena Puzzo e Amedeo Sacrestano
I
n Emilia Romagna l’attenzione per le tematiche relative all’internazionalizzazione continua a essere alta. Con un recente bando (approvato con delibera 29 dicembre 2005, n. 2308, pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione del 19 gennaio 2006) è stata, infatti, attuata la Misura 5.2. Azione D del Piano triennale recante il “Sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo”. L’intervento concerne la promozione di iniziative aggregate strutturate, rappresentative di filiera, di promozione, penetrazione commerciale e cooperazione industriale. In particolare, la misura è diretta a favorire la massima partecipazione delle PMI ai processi di internazionalizzazione delle economie attraverso l’identificazione di percorsi di globalizzazione di medio periodo in forma aggregata, sulla base di filiere specializzate. La formula aggregativa costituisce, difatti, lo strumento strategico prescelto dalle imprese di ridotte dimensioni per il conseguimento, sui mercati esteri, di vantaggi competitivi più stabili e duraturi.
I soggetti e le attività ammesse A essere incentivati saranno i progetti di aggregazioni di almeno 8 PMI (ATI o Promotori), vale a dire le azioni di internazionalizzazione proposte dalle aggregazioni di imprese. I programmi proposti dovranno delineare gli obiettivi strategici, il percorso di internazionalizzazione, la tipologia dell’intervento, il budget previsionale, le fasi di sviluppo, i tempi di realizzazione, gli eventi previsti, il ruolo di ogni singola impresa partecipante. Inoltre, è necessario identificare una filiera produttiva specializzata o un settore, definendo chiaramente un percorso strutturato di internazionalizzazione, teso allo sviluppo in cooperazione tra le imprese di iniziative rivolte alla promozione, penetrazione commerciale e industriale, attraverso un insieme articolato di azioni da indirizzarsi con preferenza in un solo Paese. Ai fini dell’agevolabilità, le imprese devono appartenere allo stesso settore o alla stessa filiera produttiva ovvero dovranno essere in-
SCHEDA DI VALUTAZIONE
INTERNAZIONALIZZAZIONE
DIFFICOLTÀ Le difficoltà principali sono legate alla corretta predisposizione della domanda. È necessario, inoltre, prestare molta attenzione a che venga allegata tutta la documentazione richiesta dal bando Le domande, infatti, non saranno considerate ammissibili anche nel caso di mancanza di informazioni o documenti obbligatori richiesti dal bando
TEMPI Le domande saranno valutate entro 90 giorni dal termine ultimo di presentazione. Successivamente, la Regione provvederà all’emanazione della graduatoria dei progetti. Per i programmi presentati da ATI già costituite, l’atto di concessione a favore del mandatario sarà contestuale all’approvazione della graduatoria. Per i progetti promossi dai promotori, invece, l’atto di concessione sarà subordinato alla effettiva costituzione dell’ATI
COSTI I principali costi da sostenere sono legati, oltre all’imposta di bollo, alla complessità della pratica, che richiede il ricorso a consulenti esperti in materia.
AGEVOLAZIONI REGIONALI
tegrate verticalmente e avere sede principale nel territorio della Regione Emilia Romagna. Per poter accedere all’intervento le imprese dovranno, inoltre, operare nei seguenti settori: manifatturiero; produzione e distribuzione di energia elettrica, acqua e gas; costruzioni; informatica; ricerca e sviluppo; smaltimento rifiuti. Risultano escluse, invece, dall’incentivo le imprese che operano nel settore della produzione, trasformazione o commercializzazione di prodotti compresi nell’elenco di cui all’Allegato I, previsto dall’art. 32 del Trattato istitutivo della Comunità Europea.
ATI costituite
IN DETTAGLIO
NORMATIVA
www.regione.emilia-romagna.it www.ermesimprese.it www.sprint-er.it
Le aggregazioni di imprese possono essere aperte anche a soggetti diversi dai beneficiari, a patto
Nel caso di progetti presentati da ATI di almeno 8 imprese aggregate in filiera o settore, al momento della presentazione della domanda deve essere già avvenuto il conferimento di mandato speciale irrevocabile da parte di tutte le imprese associate in favore di una delle imprese aderenti al progetto, che assumerà il ruolo di mandataria del raggruppamento. Tale mandato speciale irrevocabile deve risultare da scrittura privata autenticata. I Promotori devono presentare un unico programma contenente minimo due progetti di almeno 8 PMI, aggregate in filiera o settore. Le imprese partecipanti devono impegnarsi, in caso di aggiudicazione del beneficio, a costituirsi in associazione temporanea (ATI), mediante conferimento di mandato speciale irrevocabile a un soggetto mandatario, scelto fra i seguenti: a) il promotore o una società di servizi da essa individuata; b) una delle imprese aderenti al progetto.
La probabilità di successo dell’iniziativa è legata al valore degli indicatori per la formazione delle graduatorie
INFORMAZIONI E MODULISTICA
Parimenti non ammessi sono: – i progetti che contemplano un numero di imprese aggregate inferiore a 8 PMI; – i progetti caratterizzati da iniziative singole o personalizzate e non di gruppo; – i consorzi export in quanto già beneficiari di contributi di cui alla Legge n. 83/89; – le imprese che versano in situazioni economiche, giuridiche e morali tali da escluderle dalla partecipazione a gare per appalti pubblici.
Soggetti ammissibili alla presentazione della domanda
PROBABILITÀ
Asse 5 del Piano triennale, recante “Sostegno all’internazionalizzazione del sistema produttivo” – Mis. 5.2 Azione D, Deliberazione Giunta Regionale 29 dicembre 2005, n. 2308 (BUR 19.01.2006)
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PROMOTORI
Il mandato speciale irrevocabile dovrà risultare da scrittura privata autenticata. Il programma, da inviare alla Regione e contenente almeno due progetti, dovrà evidenziare con chiarezza il dettaglio progettuale: obiettivi generali; obiettivi particolari; azioni e risultati attesi; materiali prodotti; budget analitico comprendente, a parte, la quota di spese ammissibili per le quali si richiede alla Regione il contributo; composizione dell’aggregazione, descrizione delle imprese. Lo stesso programma presentato può contenere anche progetti che coinvolgano ATI già costituite.
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
AGEVOLAZIONI REGIONALI
che questi non accedano al contributo regionale e la loro partecipazione non incida sulla determinazione del numero minimo richiesto dalla norma per l’aggregazione stessa.
Le spese ammissibili Le spese – vedi l’elenco nella tabella – sono ammissibili a contributo se sostenute a partire dalla data di pubblicazione del bando. Al mandatario è concessa la facoltà di effettuare unicamente variazioni non sostanziali al progetto: fermo restando il valore totale delle spese ammesse a contributo, saranno ammesse variazioni di budget per spostamenti fra le singole voci di spesa preventivate nel limite del 20%.
L’agevolazione Il contributo concesso per ciascun progetto non potrà essere inferiore a € 25.000,00 e superiore a € 200.000,00. L’agevolazione sarà erogata fino al 50% delle spese ammissibili al netto di IVA e comunque effettivamente sostenute. Trova comunque applicazione la disciplina comunitaria de minimis (Regolamento 69/01 del 12 gennaio 2001, in GUCE del 13 gennaio 2001): l’importo complessivo degli aiuti ricevuti nel periodo di riferimento di tre anni non può superare i 100.000,00 euro. È bene evidenziare che il contributo non è cumulabile con altre agevolazioni pubbliche per lo stesso intervento, fatta eccezione per tutte le normative che ammettono espressamen-
te la cumulabilità con la normativa de minimis. È responsabilità del mandatario la raccolta della documentazione attestante il rispetto del regime richiamato con riferimento alle singole imprese e la presentazione della stessa alla Regione.
La procedura Le istanze di partecipazione – in regola con l’imposta di bollo – devono essere presentate obbligatoriamente utilizzando l’apposita modulistica allegata al bando, disponibile anche sui siti Internet: www.ermesimprese.it, www.sprint-er.it. Tale documentazione deve essere prodotta in duplice copia (di cui una in originale) ed è differenziata in relazione al soggetto proponente.
Le spese ammissibili nel dettaglio
Partecipazione a eventi fieristici
Le spese possono comprendere: ● il costo dell’area espositiva e dell’allestimento dello stand comune; ● il trasporto dei materiali e dei prodotti, compresa l’assicurazione; ● il costo di hostess e interpreti; ● il costo di materiale specifico e pubblicitario per promuovere la partecipazione comune all’evento fieristico.
Interventi di promozione e pubblicità su mercati esteri
Le spese possono riguardare: ● l’acquisto di spazi pubblicitari comuni su carta stampata, in televisione, cartellonistica, siti internet e simili; ● la realizzazione comune di incontri, eventi, convegni; ● esposizioni di prodotti e conferenze stampa; ● l’ideazione di materiale pubblicitario e promozionale in lingua estera (ad es. brochure, dépliant, video, e simili).
Ricerche di mercato, studi di fattibilità, ricerca di partner commerciali, incontri business to business, ricerca di agenti nell’ambito di iniziative commerciali e di cooperazione industriale realizzate a favore dell’aggregazione
Tali categorie di spese possono riguardare: ● costi per consulenze esterne; ● acquisto di studi e ricerche strettamente inerenti l’oggetto del progetto approvato; ● spese per corsi di formazione collettiva realizzati all’estero, con esclusione delle spese di viaggio e soggiorno.
Spese di coordinamento
Sono ammissibili nella misura massima del 10% delle somma delle spese di cui ai punti precedenti.
Costi notarili
Riguardano i costi relativi alla costituzione dell’ATI.
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Le ATI costituite dovranno presentare: ● apposita domanda di partecipazione (Allegato B1); ● scheda tecnica del progetto (Allegato B2); ● elenco delle imprese partecipanti ai progetti in formato tabellare cartaceo ed elettronico su supporto informatico secondo lo schema allegato (Allegato B3); ● copia del mandato speciale con rappresentanza conferito al mandatario con scrittura privata autenticata, completa di numero di repertorio e numero di registrazione. I promotori dovranno, invece, presentare: ● apposita domanda di partecipazione (Allegato B4); ● scheda tecnica esplicativa del programma e di ogni singolo progetto per il quale si chiede il contributo (allegato B5); ● elenco delle imprese partecipanti ai progetti in formato tabellare cartaceo ed elettronico su supporto informatico secondo lo schema allegato (Allegato B6). Nell’ipotesi di non concordanza tra le informazioni contenute nella documentazione cartacea e quelle su supporto informatico, faranno fede i documenti cartacei. Le istanze di partecipazione – con allegata la documentazione obbligatoria richiesta – dovranno pervenire entro e non oltre il 18 aprile 2006, in busta chiusa e sigillata sul lembo di chiusura, recante su un lato l’indicazione che si tratta di documentazione per la partecipazione alla Misura 5.2, Azione D, Programma triennale per le attività produttive 2003-2005. L’inoltro dovrà essere effettuato a mezzo raccomandata postale con ricevuta di ritorno, corriere o presentazione
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diretta, restando a rischio dell’interessato l’eventuale ricevimento oltre il termine.
un criterio valutativo, riguardante gli aspetti qualitativi degli stessi (v. tabella nella pagina seguente).
Le domande non saranno considerate ammissibili alla selezione nei seguenti casi: ● ricevimento oltre i termini perentori indicati per la presentazione; ● mancanza di informazioni o documenti obbligatori richiesti dal bando; ● progetti non coerenti con gli obiettivi e le finalità della misura o che non rispettino le prescrizioni previste dal bando; ● mancanza dei requisiti soggettivi e oggettivi richiesti dal bando.
Non saranno presi in considerazione i progetti che non raggiungano almeno 25 punti con riferimento alla qualità del progetto (criterio qualitativo).
L’istruttoria e la formazione delle graduatorie. L’istruttoria partirà dal giorno successivo alla scadenza del termine di presentazione delle domande e si concluderà entro i 90 giorni successivi. Il termine è sospeso nel caso di richieste di chiarimenti da parte della Regione Emilia Romagna per esigenze istruttorie articolate e complesse. L’esame delle istanze terrà conto dei seguenti elementi: a) completezza, contenuti, regolarità formale e sostanziale della documentazione prodotta, nonché sua conformità a quanto richiesto dalla normativa di riferimento e dal bando; b) sussistenza dei requisiti soggettivi e oggettivi; c) criteri necessari alla formulazione della graduatoria. Ai fini della formazione delle graduatorie, il punteggio massimo attribuibile è di 100 punti determinati tenendo conto di un criterio automatico, inerente le caratteristiche oggettive dei progetti, e di
La graduatoria finale, unica sia per i programmi presentati dalle ATI costituite, che dai promotori, conterrà le sole iniziative ammesse a contributo e fino a esaurimento delle risorse disponibili sul capitolo di bilancio. Dell’esito della procedura sarà data comunicazione ai soggetti promotori ovvero alle imprese mandatarie.
La modalità di concessione del contributo. Le modalità di concessione dei contributi sono differenziate in relazione al soggetto che ha presentato domanda: a) per i progetti presentati dalle ATI costituite, il Dirigente competente provvederà ad assumere l’atto di concessione a favore del mandatario contestualmente all’approvazione della graduatoria, dandone comunicazione al mandatario stesso; b) per i progetti promossi dai promotori, il Dirigente competente provvederà ad assumere l’atto di concessione subordinatamente all’effettiva costituzione dell’ATI, in favore del mandatario indicato dalle imprese partecipanti al progetto e ne darà comunicazione al promotore e al mandatario stesso. Entro 30 giorni dal ricevimento di tale comunicazione, il promotore deve recapitare presso il responsabile del procedimento copia del mandato speciale con rappresentanza.
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INTERNAZIONALIZZAZIONE
AGEVOLAZIONI REGIONALI
I criteri di valutazione per la formazione delle graduatorie NUMERO DI IMPRESE ASSOCIATE
CRITERIO AUTOMATICO (massimo 30 punti)
Per gruppi di almeno 20 imprese
15 punti
Per gruppi di almeno 15 imprese
8 punti
Per gruppi di almeno 10 imprese
5 punti
AREE E PAESI – Progetto essenzialmente svolto nelle seguenti aree o Paesi prioritari Federazione Russa, Cina, Giappone, India, Mercosur, Cile, Nafta, Sud Africa, Balcani, Paesi Arabi del Golfo, Turchia
10 punti
ATI COSTITUITE Progetti presentati da ATI già costituite al momento della presentazione della domanda
5 punti
PROGRAMMA Nel caso in cui il progetto sia inserito in un programma, una chiara identificazione della connessione tra i progetti e la diffusione dei risultati sul territorio regionale
Fino a 10 punti
QUALITÀ DEL PROGETTO Ampiezza ed estensione del percorso di internazionalizzazione di filiera; ● rappresentatività della filiera specializzata; ● valore delle iniziative indicate, loro continuità e articolazione temporale ●
CRITERIO VALUTATIVO (massimo 70 punti)
Fino a 50 punti
COLLEGAMENTI Collegamenti con imprese locali estere, con Enti pubblici, fondazioni, banche, altri soggetti specializzati
Fino a 5 punti
CONNESSIONI Connessione con iniziative precedenti
Fino a 5 punti
ALTRE DALLE R
Altre dalle Regioni
BOLZANO Fondo Sociale europeo: bando progetti formativi D.G.P. 21.02.2006, n. 503 B.U.R. 07.03.2006, n. 10 S.O. n. 2 SETTORI: vari SCADENZA: 27 aprile 2006 È stato approvato il bando per le modalità di presentazione dei progetti da ammettere al cofinanziamento del Fondo Sociale Europeo – Obiettivo 3, nell’anno 2006/2007. La selezione e valutazione dei progetti prevede uno specifico punteggio premiante delle iniziative che concorrono agli obiettivi trasversali della programmazione comunitaria in materia, ovvero: – Pari opportunità. Le modalità di attuazione dei progetti formativi dovranno favorire la partecipazione delle donne alla formazione e al lavoro. – Società dell’informazione. I progetti dovranno esplicitare l’utilizzo di tecnologie dell’informazione e della comunicazione nella progettazione e nelle modalità di erogazione delle attività. – Iniziative locali. I progetti dovranno dimostrare l’integrazione tra le iniziative proposte e i programmi di sviluppo locale. – Invecchiamento attivo: è inoltre previsto in fase di valutazione dei progetti un ulteriore punteggio premiante per quelle iniziative che rispondono alla priorità generale posta da questo bando, e cioè progetti che concorrono, con azioni innovative, a promuovere l’invecchiamento attivo e a elevare il tasso di occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori anziani. Potranno presentare i progetti Enti pubblici e privati; Enti bilaterali costituiti dalle parti sociali; Imprese, anche del movimento cooperativo, e loro con-
sorzi; Associazioni con finalità formative e sociali; Comuni e loro consorzi. Il termine di scadenza per la presentazione delle istanze è il 27 aprile 2006.
BASILICATA Entra in vigore la legge finanziaria 2006 L.R. 02.02.2006, n. 1 B.U.R. 02.02.2006, n. 7
le degli interventi cofinanziati dai Fondi strutturali della Unione Europea.
CALABRIA Finanziamenti per le zone svantaggiate D.G.R. 27.12.2005, n. 1197 B.U.R. 23.02.2006 SS n. 2 al B.U.R 16.02.2006, n. 3 SETTORE: agroambientale
SETTORI: tutti SCADENZA: 23 marzo 2006 SCADENZA: nessuna È ormai entrata in vigore, dal 17 febbraio scorso, la legge regionale “Disposizioni per la formazione del Bilancio di Previsione Annuale e Pluriennale della Regione Basilicata – Legge Finanziaria 2006”. Tra gli interventi disciplinati dalla norma, all’art. 3 – CAPO III “Disposizioni in materia di spesa”, viene disposto che le dotazioni finanziarie per l’attuazione delle leggi regionali di spesa a carattere continuativo ricorrente e a pluriennalità determinata – la cui quantificazione annua è rinviata alla legge di bilancio – sono fissate per l’anno 2006 nella misura complessiva di euro 86.375.874,81. Gli stanziamenti di spesa per il rifinanziamento di leggi regionali che prevedono interventi finalizzati allo sviluppo e di sostegno all’economia – classificati tra le spese in conto capitale – sono determinati per l’anno 2006 nella misura complessiva di euro 80.566.789,45. Viene inoltre stabilito che il concorso finanziario della Regione a programmi o altre forme di intervento promossi e sostenuti dal contributo dello Stato è stabilito per l’anno 2006 complessivamente in euro 4.476.327,88. All’articolo 7 della legge sopracitata viene, invece, presentata una rassegna dell’attuazione previsiona-
È stato approvato l’Avviso Pubblico relativo alla Misura E “Sostegno a Zone Svantaggiate” e alla Misura F “Agroambientale” del P.S.R. 2000/2006 della Regione Calabria. La Misura E (“Sostegno a Zone Svantaggiate”), si prefigge la corresponsione di un aiuto per ettaro di terreno agricolo quale indennità compensativa del mancato guadagno derivante dalle attività produttive in zone particolarmente difficili da coltivare. I territori eleggibili sono quelli indicati dall’allegato 4 del P.S.R. Regione Calabria 2000/2006. L’importo dell’indennità compensativa è differenziato sulla base della gravità degli svantaggi naturali permanenti che pregiudicano l’attività agricola e sulla base dell’ordinamento produttivo aziendale (Reg. CE 1257/99, art. 15, comma 2, punti 2 e 4). Gli impegni assunti dai beneficiari hanno durata quinquennale. I beneficiari dovranno presentare domanda d’adesione alla Misura, per il primo anno di impegno, entro 30 giorni a far data dalla pubblicazione del provvedimento in oggetto. L’Azione F.1 «Agricoltura Biologica» della Misura F «Agroambientale», del Piano di Sviluppo Rurale 2000/2006 della Regione Calabria, ha come obiettivo fondamentale la tutela e la salvaguardia dell’ambiente naturale e del paesaggio rurale. L’azione si prefigge di promuovere
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ALTRE DALLE REGIONI
l’adozione di tecniche colturali basate sull’introduzione e sul mantenimento di metodi di produzione biologica, come previsto dal Regolamento (CEE) n. 2092/91. Le aziende agricole, per i primi due anni dell’impegno, beneficeranno dell’aiuto secondo la modalità dell’introduzione alla pratica dell’agricoltura biologica; mentre negli ultimi tre anni passeranno alla modalità del mantenimento. Le aziende che, alla data di approvazione del presente bando, applicano già da almeno un anno il metodo biologico accederanno alla modalità del mantenimento. Le domande dovranno pervenire, a mano o mediante raccomandata A/R, entro le ore 12,00 del 30° giorno dalla pubblicazione del presente bando.
CAMPANIA Incentivi per trasformare i contratti di lavoro da temporanei a tempo indeterminato DECR. 08.02.2006, n. 27 B.U.R. 20.02.2006, n. 9 SETTORE: imprese piccole, grandi e medie SCADENZA: 1 aprile 2006 (40 gg dalla pubblicazione) In attuazione del Regolamento della Campania per una Occupazione Regionale Duratura (Record), dichiarato in data 01.09.04 dalla Commissione europea a regime di aiuto compatibile con il Trattato in applicazione della deroga di cui all’art. 87 par. 3, la Regione ha varato l’avviso pubblico – Por Campania 20002006 Fse Misure 4-4 e 3-14 – per gli aiuti alla trasformazione dei contratti di lavoro temporanei, o a tempo determinato, in contratti a tempo indeterminato. L’incentivo previsto è assegnato nella forma di contributo economico una tantum in conto capitale ed è determinato per ogni contratto trasformato nei limiti delle disponibilità finanziarie complessive, e comunque, nella misura massima di 4 mila euro se il lavoratore ha un’età superiore ad anni 35, elevabili a 6 mila euro, qualora si tratti di una lavoratrice; 5 mila euro se il lavoratore ha un’età supe-
riore ad anni 45, elevabili a 7 mila qualora si tratti di una lavoratrice. I contributi sono concessi nella misura massima di 10 mila euro per ogni persona portatrice di handicap il cui contratto verrà trasformato da temporaneo, o a tempo determinato, in tempo indeterminato. Possono beneficiare degli aiuti legati al Regolamento le imprese grandi, piccole e medie localizzate nei territori compresi nei P.I “Distretti Industriali” e “Sistemi a vocazione industriale” della Regione Campania. Per l’intervento sono destinati circa 57 milioni di euro a valere sulle risorse del Por Campania 2000-2006 Misure: 1.11, 2.3, 3.4, 3.14, 4.4, 5.3. Le attività descritte nel presente avviso, saranno realizzate secondo scadenze temporali dettate dai fabbisogni del territorio e disciplinate dalla Regione Campania. Per quanto concerne la fase sperimentale, attivata attraverso l’avviso in oggetto, il termine di scadenza è fissato per il giorno 1 aprile 2006 (40 giorni dalla pubblicazione).
LAZIO Contributi per la riqualificazione degli apparati di sicurezza anticrimine D.G.R. 23.12.2005, n. 1176 B.U.R. 28.02.2006, n. 6 SETTORE: PMI commerciali SCADENZA: fino a esaurimento delle risorse disponibili, in ordine d’arrivo delle domande Sono stati approvati, con apposita delibera, gli indirizzi applicativi e le direttive generali per la realizzazione del “Programma regionale di investimento per la riqualificazione e il potenziamento dei sistemi e degli apparati di sicurezza anticrimine nelle piccole e medie imprese commerciali; articolo 74, legge 27 dicembre 2002, n. 289”. L’intervento prevede la concessione del contributo in conto capitale nella misura massima del 50% della spesa ammissibile, contenuta tra un minimo di euro 1.000,00 e un massimo di euro 10.000,00. La modalità
per l’approvazione dei progetti prevede una procedura “a sportello” (fa fede l’ordine d’arrivo al protocollo delle domane di contributo), fino a esaurimento delle risorse. L’attuazione della programmazione sarà affidata ad Organismo esterno con incarico conferito dalla Regione.
LOMBARDIA Chiusura termini per le agevolazioni dello sviluppo alberghiero DECR. 8.02.2006, n. 1339 B.U.R. 20.02.2006, n. 8 SETTORE: Sviluppo turistico alberghiero SCADENZA: chiusura dei termini La Regione dispone con apposito decreto la chiusura, a decorrere dal 1° marzo 2006, dei termini di presentazione delle domande a valere sul “Pacchetto Integrato di Agevolazioni (PIA) – Sviluppo turistico alberghiero – L.R. 36/88 titolo IV – L. 1329/65”, approvato con decreto n. 13060 del 23 luglio 2004. Per le imprese beneficiarie interessate è comunque confermata l’apertura, a oggi, della procedura per la concessione dei benefici regionali a valere sul titolo IV della L.R. 36/88, recante: “Contributo in conto abbattimento interessi”.
Contributi per la mobilità sostenibile delle imprese DECR. 8.02.2006, n. 1319 B.U.R. 24.02.2006, 3° S.S. al n. 8 SETTORE: tutti SCADENZA: 25 maggio 2006 Pubblicato il II bando per la concessione di contributi per la mobilità sostenibile delle imprese in Lombardia. L’iniziativa ha la finalità di promuovere interventi riguardanti l’organizzazione e la gestione della domanda di mobilità (delle persone e delle merci) volti alla riduzione dell’impatto ambientale derivante dal traffico e di incentivare inter-
ALTRE DALLE REGIONI
venti di mobilità sostenibile e Mobility Management secondo quanto previsto dal decreto 27 marzo 1998 del Ministero dell’Ambiente «Mobilità sostenibile nelle aree urbane». L’entità dei contributi complessivamente concedibili è pari a euro 475.316,00, eventualmente incrementati da ulteriori risorse che si renderanno disponibili entro l’approvazione della graduatoria finale. I contributi sono concessi in armonia con il regime “de minimis”. I soggetti destinatari del contributo sono imprese singole, associate, anche in forma di associazioni temporanee di impresa o associazioni di scopo, o consorziate iscritte presso le Camere di Commercio. Sono ritenute ammissibili le spese sostenute a decorrere dalla data di pubblicazione del bando fino al completamento dell’intervento finanziato. L’importo massimo assegnabile a ciascun intervento è pari al 50% dei costi preventivati e ritenuti ammissibili al finanziamento fino a un massimo di euro 100.000,00.
Avviato un bando per la promozione DEL. 01.03.2006, n. 2011 B.U.R. n. 9, 4° S.S. del 03.03.2006 SETTORE: sociale SCADENZA: 2 maggio 2006 L’amministrazione regionale promuove un bando per la realizzazione di progetti finalizzati alla promozione di coesione sociale in quartieri periferici disagiati del comune di Milano e dell’area metropolitana milanese. Negli intenti dell’iniziativa la promozione della coesione sociale attraverso la raccolta e messa in rete di soggetti che operano sui territori interessati, per sviluppare iniziative e nuove opportunità a sostegno delle famiglie che vi abitano, con particolare riguardo a maternità e lavoro, disagio adolescenziale e giovanile, abbandono scolastico, rapporti intergenerazionali, aggregazione. Alla realizzazione dell’iniziativa sono destinate risorse per un importo pari a 1.500.000,00 per il periodo 2006/2008. Per la realizzazione degli interventi, che
saranno ammessi al finanziamento, è previsto un rimborso spese fino a un massimo del’80% del costo complessivo di ciascun progetto.
PIEMONTE Premi per la stabilità ecologica delle foreste D.D. 17.02.2006, n. 101 B.U.R. 23.02.2006, n. 8 SETTORE: forestale SCADENZA: 10 aprile 2006 Sono state approvate con apposito decreto le “Norme di attuazione dell’Azione I.7 – Mantenimento e miglioramento della stabilità ecologica delle foreste” e contestualmente è stato emanato il modello di domanda di ammissione a contributo e le relative istruzioni per la compilazione. La dotazione finanziaria indicativa è pari a circa 3 mln di euro complessivi per l’intero triennio 2006-2008. L’intervento prevede l’erogazione di un premio annuale a ettaro di superficie forestale che soddisfi i requisiti per le due tipologie di habitat forestale: Tip. A – Foreste di protezione; Tip. B – Boschi da seme. L’apertura del bando, per l’accoglimento delle domande di aiuto, è stabilita nella data di pubblicazione della presente determinazione; la sua chiusura è prevista per il giorno 10 aprile 2006.
Contributi per gli impianti a fune D.G.R. 20.02.2006, n. 23-2214 B.U.R. 02.03.2006, n. 9 SETTORE: soggetti pubblici e privati SCADENZA: 2 maggio 2006 Al via il bando 2006 per la presentazione delle domande di contributo finalizzate all’innovazione tecnologica, l’ammodernamento e il miglioramento del livello di sicurezza degli impianti a fune, pubblico esercizio, situati in territorio piemontese ex LL. 140/1999, 166/2002, D.M.
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30/12/2002 e D.M. 26/09/03. I soggetti beneficiari sono rappresentati da Enti pubblici e privati, proprietari e/o gestori di impianti a fune. Il contributo per ogni progetto presentato, non potrà superare: – il 20% dei costi ammessi a contributo per gli Enti pubblici e le piccole imprese; – il 12,5% per le medie imprese; – il 5% per le grandi imprese. La graduatoria delle domande avverrà sulla base dei seguenti criteri prioritari: 1) rinnovo di vita tecnica; 2) seconda revisione generale; 3) prima revisione generale; 4) sostituzione e ammodernamento di parti dell’impianto; 5) nuovo impianto in sostituzione di impianto esistente. A parità di posizione ricoperta in graduatoria, si adottano le seguenti priorità: - vetustà dell’impianto; - sostituzione di impianto appartenente a una sequenza di altri impianti.
SARDEGNA Aiuti all’agricoltura per i disastri naturali DET. 6.02.2006, n. 66 B.U.R. 25.02.2006, n. 6 SETTORE: agricotura SCADENZA: 26 maggio 2006 È stato pubblicato il bando 2006 della misura 4.17 “Ricostituzione del potenziale agricolo danneggiato da disastri naturali e introduzione di adeguati strumenti di prevenzione”, con una disponibilità finanziaria complessiva pari a 9.726.000 euro. Gli interventi devono essere finalizzati alla ricostituzione delle colture, delle scorte vive e morte, delle strutture e delle attrezzature delle aziende agricole danneggiate a seguito di calamità naturali. I beneficiari sono gli imprenditori agricoli regolarmente iscritti nel registro delle imprese agricole della CCIAA, le cui aziende agricole sono state colpite dalle alluvioni del dicembre 2004 e dell’aprile 2005. Gli aiuti alle aziende agricole per l’alluvione di dicembre 2004 inte-
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ALTRE DALLE REGIONI
ressano i seguenti Comuni: Bitti, Dorgali, Gattelli, Irgoli, Loculi, Lula, Nuoro, Oliena, Onanì, Onifai, Orosei, Orune, Posada, Torpè, Arzana, Gairo, Girasole, Lotzorai, Talana, Urzulei, Villagrande Strisaili; gli aiuti alle aziende agricole per l’alluvione del 3-4-5 aprile 2005 interessano i seguenti comuni della Provincia di Cagliari: Capoterra, Domus de Maria, Pula, Sarroch, Sinnai e Villa San Pietro. Le istanze devono essere presentate entro il 26 maggio 2006.
TOSCANA Progetto pilota di alleanza strategica DECR. 27.01.2006, n. 266 B.U.R. 22.02.2006, n. 8 SETTORE: tessile-abbigliamento (consorzi di PMI, cooperative e imprese artigiane nel settore) SCADENZA: 24 aprile 2006 È stato approvato l’avviso pubblico per la manifestazione d’interesse relativa alla presentazione di progetti di alleanza strategica di filiera e di cluster di imprese. Linea di azione n. 1 del Progetto Pilota Integrato sul sistema moda. Progetto multiregionale HI-TEX. Destinatari sono i raggruppamenti costituiti o in fase di costituzione di PMI, incluse le imprese artigiane (in numero non inferiore a tre), aventi forma di cooperative, RTI, consorzi o società consortili, che intendano realizzare nelle proprie unità produttive – ubicate nel territorio regionale – un progetto di alleanza strategica nell’ambito del comparto del tessileabbigliamento. L’intensità lorda dell’aiuto, calcolata sulla base dei costi ammissibili del progetto, non deve superare il 75%. La gestione dell’intervento è affidato a Fidi Toscana Spa. Termine di scadenza per la presentazione delle istanze: 24 aprile 2006.
UMBRIA Contributi per la tutela dell’ambiente
DET. 15.02.2006, n. 1056 B.U.R. 22.02.2006, n. 10 S.O SETTORE: imprese industriali, artigiane, commerciali e turistiche SCADENZA: 31 maggio 2006 È stato emanato il bando per la presentazione delle domande di contributo per interventi di cui al Docup Obiettivo 2 20002006, Misura 3.1 della Regione Umbria – III riapertura dei termini per la presentazione delle domande Obiettivo 2. Sostegno alle imprese per: la tutela e la riqualificazione dell’ambiente; l’uso razionale dell’energia e la diffusione delle fonti rinnovabili. Sono concessi contributi agli investimenti delle imprese industriali, artigiane, commerciali e turistiche finalizzati a: – ridurre l’inquinamento atmosferico, idrico e acustico; – promuovere la qualità ambientale attraverso interventi per la prevenzione e la sicurezza; – ridurre la quantità e la pericolosità dei rifiuti e incentivare il recupero dei materiali; – perseguire l’utilizzo razionale dell’energia; – promuovere l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili e la cogenerazione. L’ammontare minimo degli investimenti ammissibili proposti per ogni singola iniziativa non può essere inferiore a 10.000 euro. Il contributo pubblico non potrà superare l’importo di 500.000 euro per ciascuna iniziativa proposta. L’inoltro della domanda su supporto cartaceo, che assume valenza legale ai fini istruttori, deve avvenire esclusivamente tramite plico raccomandato a/r entro il 31 maggio 2006.
VENETO Contributi alle associazioni di promozione sociale D.G.R. 31.01.2006, n. 164 B.U.R. 17.02.2006, n. 17 SETTORI: associazionismo SCADENZA: 15 aprile 2006.
Sono stati pubblicati i criteri e le modalità per l’erogazione di contributi regionali a sostegno delle associazioni di promozione sociale – anno 2006, ai sensi dell’art. 2 L.R. 16 agosto 2002, n. 28. Il finanziamento per ciascun progetto può variare da un minimo del 40% a un massimo dell’80% e non deve comunque superare complessivamente la somma di 15 mila euro. Le associazioni interessate dovranno presentare la comunicazione di avvio del progetto alla Direzione Regionale per i Servizi Sociali, sulla base della quale sarà erogato un primo acconto pari al 70% del contributo assegnato, mentre il saldo verrà incassato solo a progetto concluso.
Fondi per cooperative sociali e consorzi di nuova costituzione D.G.R. 31.01.2006, n. 161 B.U.R. 17.02.2006, n. 17 SETTORE: associazionismo SCADENZA: nessuna Sono stati approvati i criteri per la ripartizione dei fondi – che saranno resi disponibili in sede di approvazione del bilancio di previsione 2006 – per gli interventi di cui all’art. 10, comma secondo, lett. a), b1), e) della L.R. 24/94, inerenti rispettivamente a: contributi una tantum per spese di primo impianto (riservati a cooperative sociali tipo A, di tipo B e consorzi di nuova costituzione); contributi in conto capitale per la realizzazione di interventi su strutture da destinare a sede di servizio sociosanitario ed educativo (riservati a cooperative sociali di tipo A); contributi destinati a sostenere progetti innovativi elaborati da consorzi di cooperative sociali, finalizzati alla formazione, all’aggiornamento e qualificazione delle risorse umane delle cooperative associate (riservati a consorzi di cooperative sociali). Sono stati approvati inoltre i fac-simili delle domande – da presentare alla competente Direzione regionale – della scheda progettuale, della scheda riassuntiva di rendicontazione, della dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, oltre alla scheda dei dati anagrafici e quella relativa alla posizione fiscale.
Speciale allargamento Ue
IN SINTESI
SPECIALE ALLA
NORMA POR 2004-2006, Misure 4.1.1, 4.1.2, 4.2.1, 4.2.2
BENEFICIARI Misura 4.1.1: società, cooperative, imprese individuali; Misura 4.1.2: Pmi commerciali e produttive e Camere di commercio (Misura 4.1.2); Misura 4.2.1: Pmi commerciali e produttive, Camere di commercio, organizzazioni non profit, istituzioni che gestiscono banche dati di utilità pubblica (statali e non profit) Misura 4.2.2: Pmi commerciali e produttive, Camere di commercio, organizzazioni non profit, istituzioni che gestiscono banche dati di utilità pubblica (statali e non profit).
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Misura 4.1.1: l’introduzione e lo sviluppo di sistemi di management integrati, di sistemi di gestione ecc; Misura 4.1.2.: promozione delle soluzioni elettroniche e internet tra le pmi e i loro partner; Misura 4.2.1: creazione di nuovi servizi on line; Misura 4.2.2: la promozione dell’accesso on line di contenuti d’interesse pubblico, scientifico e culturale.
SPESE AMMISSIBILI Le spese riguardano una serie d’interventi connessi alle iniziative agevolabili per ogni misura suindicata.
AGEVOLAZIONE Il contributo è a fondo perduto e l’entità massima teorica è pari al 50% delle spese ammissibili.
PROCEDURA I progetti possono essere presentati al Ministero dell’economia e del trasporto, Dipartimento Ecop di Bucarest entro il 31 dicembre 2006.
L’Ungheria scommette sull’innovazione tecnologica Avviato il bando a valere sui Fondi Strutturali dedicato all’innovazione mediante lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione di Alberto Giordano, Luisa Ancarani, Paolo Bonora
N
ell’ambito dell’attuazione del Fondi strutturali nei Paesi dell’allargamento dell’Unione europea, il Piano operativo nazionale 2004-2006 dell’Ungheria “Competitività economica (Ecop)” del Ministero dell’economia e del trasporto, intende migliorare la competitività del sistema economico ungherese nel settore manifatturiero, attraverso l’innovazione tecnologica e la ricerca. Il Piano operativo è suddiviso in quattro linee prioritarie d’intervento: 1) la promozione degli investimenti, 2) lo sviluppo delle pmi; 3) ricerca, sviluppo e innovazione; 4) Sviluppo della società dell’Informazione ed e-economy. Il Piano copre l’intero territorio dell’Ungheria, che si caratterizza per un contesto economico e politico stabile, con una manodopera mediamente qualificata e aggiornata e un buon rapporto costo del lavo-
ro/produttività, con uno stato delle infrastrutture e della logistica, in particolare, ottimo (166 sono i parchi industriali), con un’imposizione fiscale Irpeg favorevole (16%). Dal punto di vista settoriale poi assumono rilievo per tradizione: – le macchine e le apparecchiature elettriche; – i mezzi di trasporto; – l’agroalimentare; – la chimica; – la metallurgia; – le macchine e le apparecchiature non elettriche; – la carta, la gomma e la plastica; – il tessile e il legno. Gli interventi specifici del bando in oggetto rientrano nell’ambito della linea prioritaria Sviluppo della società dell’Informazione ed e-economy, che prevede uno stanziamento complessivo è pari a 94.442.328 euro per l’intero periodo, poco meno del 25% dell’intero Piano operativo. In particolare i bandi riguardano le seguenti misure:
SCHEDA DI VALUTAZIONE
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DIFFICOLTÀ L’ingegneria progettuale per la predisposizone della domanda deve tenere conto dei numerosi criteri di merito previsti per l’investimento, che ne determinano il punteggio, che vanno dall’affidabilità finanziaria dell’imprenditore all’applicabilità reale immediata in termini d’uso della tecnologia.
TEMPI La durata prevista per l’iter burocratico di valutazione dei progetti è stimabile in circa 90/120 giorni circa, dalla data di presentazione della richiesta, salvo integrazioni aggiuntive richieste dalla pubblica amministrazione
COSTI I costi per la predisposizione del progetto sono indicativamente equiparabili a quelli previsti in Italia per procedure analoghe di Fesr, salvo le spese di traduzione e di verifica tecnica dell’adattamento alla normativa vigente in Ungheria, sul piano tecnologico, ambientale e contrattuale.
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Vengono finanziati i progetti con punteggio più elevato, coerentemente con lo stanziamento disponibile alla data di presentazione del progetto e il numero d’imprese che vengono valutate con cadenza periodica durante l’anno.
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Misura 4.1.1. Sistemi elettronici di management aziendale; Misura 4.1.2. Supporto dei rapporti economici tra business partner; Misura 4.2.1. Supporto per lo sviluppo dei contenuti digitali per le pmi; Misura 4.2.2. Supporto per lo sviluppo dei contenuti d’interesse pubblico, che sono operativi attraverso lo strumento finanziario del Fesr (Fondo europeo di sviluppo regionale).
Il buon esito delle domande di partecipazione, per quanto riguarda le misure a sportello aperto con punteggio e relativa graduatoria, è subordinato al raggiungimento di punteggi il più vicino possibile al massimo raggiungibile, coerentemente con lo stanziamento disponibile e il numero di imprese che lo raggiungono o vi si avvicinano, tra quelle che vengono valutate ammissibili con cadenza periodica durante l’anno.
Beneficiari
MODULISTICA
I beneficiari delle misure d’intervento sono le società di diritto ungherese, anche con una partecipazione al 100% italiana, siano esse piccole o medie imprese, così come definite dalla Commissione europea, localizzate nelle aree territoriali depresse in Obiettivo 1, che comprendono l’intero territorio ungherese. I settori ammessi sono il manifatturiero e il terziario.
www.gkm.hu/dokk/main/gkm (in ungherese e in inglese)
Attività agevolabili
NORMATIVA Complemento di Programmazione 2004-2006 sulla Competitività economica, approvato in data 5 dicembre 2003
INFORMAZIONI Ministero dell’economia e del trasporto, Dipartimento Ecop Budapest, Honvéd u. 13-15, H 1055 Tel. (36-1) 3742700 Fax (36-1) 4731622 www.gkm.hu/dokk/main/gkm (in ungherese e in inglese)
In generale, gli investimenti ammissibili devono tendere a migliorare la competitività del sistema economico ungherese, con attenzione alle piccole e medie imprese, attraverso l’innovazione tecnologica e la ricerca. La Misura 4.1.1 prevede il finan-
ziamento delle seguenti iniziative: ● tipologia a), il miglioramento dell’efficienza delle pmi e la razionalizzazione dei costi di funzionamento tramite l’introduzione e lo sviluppo di sistemi di management integrati; ● tipologia b), il supporto all’introduzione dei sistemi di gestione per accelerare i processi di decisione, il miglioramento della produttività, la riduzione dei costi di funzionamento, il miglioramento del rispetto delle scadenze, per i contratti e le forniture, il rendere più trasparenti le modalità di funzionamento e i processi finanziari; ● tipologia c), il supporto all’introduzione di sistemi per la gestione di processi di lavoro e gestione elettronica dei documenti per rendere più veloci e trasparenti i processi interni di gestione e amministrazione delle aziende; La Misura 4.1.2. agevola le seguenti attività: ● tipologia a), la promozione delle soluzioni elettroniche e internet tra le pmi e i loro partner attraverso la creazione di mercati elettronici; ● tipologia b), la creazione di sistemi elettronici per la vendita e la selezione clienti; ● tipologia c), la creazione di sistemi elettronici interaziendali; ● tipologia d), la creazione delle connessioni ai mercati elettronici. La Misura 4.2.1 supporta la creazione di nuovi servizi on line (accesso e contenuti dei nuovi servizi, miglioramento delle connessioni ai servizi esistenti); La Misura 4.2.2 incentiva la promozione dell’accesso on line di contenuti d’interesse pubblico, scientifico e culturale;
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Spese ammissibili Le spese ammissibili al contributo previste nelle specifiche misure coprono le seguenti voci: Misura 4.1.1: introduzione di nuovi sistemi e ampliamento e ammodernamento di quelli esistenti (analisi, progettazione, formazione, assicurazione qualità; acquisto, installazione, personalizzazione, integrazione e messa in uso del relativo software e hardware); Misura 4.1.2: analisi e pianificazione processi aziendali, logistici e finanziari, acquisto e installazione, personalizzazione e messa in uso di harware e software, realizzazione metodi di contrattualistica elettronica e pagamento elettronico, elaborazione e realizzazione procedure, metodi e connessa formazione, realizzazione e ampliamento delle necessarie telecomunicazioni, caricamento dati nel sistema testing e messa in uso con relativa formazione; Misura 4.2.1: pubblicazione multilingue di contenuti, integrazione e accesso ai contenuti in lingue straniere, presentazione on line di contenuti off line, funzionamento on line di settori basati sulle conoscenze e informazioni, realizzazione del sito internet con servizi qualificati, realizzazione portali con informazioni di carattere regionale, settoriali e di business, sviluppo di portali già operativi, sviluppo di contenuti commerciali basati sul mercato elettronico europeo a piattaforma aperta, costituzione di sistemi a supporto della gestione del contenuto e dello sviluppo del contenuto, adattamento dei sistemi e servizi realizzati nell’ambito del progetto finanziato all’Archivio nazionale digitale; Misura 4.2.2: realizzazione di una infrastruttura per la produzione,
vendita e diffusione dei contenuti, realizzazione e vendita di nuovi prodotti e servizi relativi a contenuto digitale d’interesse pubblico sulla base di una partnership tra il settore pubblico e privato, realizzazione di nuovi contenuti e servizi che possano generare interesse per l’utilizzo dell’internet e conseguentemente stimolare il mercato del contenuto digitale, supporto a progetti di pmi interessate nel mercato dei contenuti in grado di “entrare” nel mercato internazionale di internet con prodotti nuovi o valorizzando quelli già operativi, realizzazione di servizi di contenuti digitali d’interesse pubblico o utilità pubblica costruiti su mezzi mobili, adattamento sistemi o servizi realizzati nell’ambito del progetto finanziato all’Archivio nazionale digitale.
Agevolazioni Il contributo è a fondo perduto e prevede l’entità massima teorica pari al 50% delle spese ammissibili per l’intera Ungheria. Le singole misure prevedono minimali e massimali d’investimento per ogni tipologia di attività agevolabile (v. box).
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Procedura I progetti devono essere inviati al Ministero dell’economia e del trasporto, Dipartimento Ecop, Budapest, Honvéd u. 13-15, H 1055, con la modalità a sportello, fino al 31 dicembre 2006. I progetti devono superare una valutazione formale e una valutazione tecnico-economica, che tiene conto dei seguenti criteri: ● l’affidabilità dell’imprenditore sul piano finanziario in termini di stabilità aziendale e di compatibilità tra investimento e stato di salute finanziaria; ● l’aspetto innovativo del nuovo prodotto, processo, servizio o della modifica sull’esistente; ● la precisione e la completezza della documentazione allegata al progetto che permetta una precisa e chiara valutazione della proposta; ● la coerenza della richiesta finanziaria rispetto ai massimali percentuali consentiti e dei massimali di spesa in valore assoluto; ● la precisazione della copertura con fondi propri del proponente delle percentuale dei costi non coperti con il contributo pubblico;
Entità del contributo di ciascuna Misura Misura 4.1.1. – 50% delle spese ammissibili con le seguenti specifiche di contributo erogabile: ● tipologia a), minimo 8 milioni e massimo 50 milioni di huf (moneta ungherese); ● tipologia b) e tipologia c), minimo 8 milioni e massimo 20 milioni di huf. Misura 4.1.2. – 50% delle spese ammissibili con le seguenti specifiche di contributo erogabile: ● tipologia a), minimo 8 massimo 50 milioni di huf; ● tipologia b), minimo 4 massimo 40 milioni di huf; ● tipologia c), minimo 4 massimo 50 milioni di huf; ● intervento d) minimo 2 massimo 5 milioni di huf. Misura 4.2.1. e Misura 4.2.2. – 50% delle spese ammissibili con un contributo erogabile da un minimo di 5 e un massimo di 100 milioni di huf.
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la compatibilità tra gli aspetti tecnologici, finanziari ed economici del progetto; un preventivo di spese adeguato e corretto rispetto all’intervento previsto e la precisazione delle relative fonti di finanziamento (costi che siano indispensabili alla realizzazione dell’investimento e che non superino il costo medio accertabile sul mercato); l’applicabilità reale immediata in termini d’uso della tecnologia.
Priorità I criteri di priorità ai fini della valutazione dei progetti riguardano: ● il grado d’innovazione sviluppata
Gli stanziamenti previsti per le quattro misure “Sviluppo della società dell’Informazione ed e-economy” Misura Misura 4.1.1 Misura 4.1.2 Misura 4.2.1 Misura 4.2.2 Totale
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e da introdurre; significativa modifica delle tecnologie in essere; la coerenza tra tecnologia introdotta, potenzialità di sviluppo del nuovo prodotto/servizio (affidabilità delle ricerche sul mer-
Stanziamento (euro) 34.320.897 12.910.244 21.510.422 25.700.765 94.334.328
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cato potenziale); l’affidabilità dell’imprenditore; l’efficacia e l’efficienza dell’investimento; la bancabilità e impatto dell’investimento sull’economia regionale.
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I Balcani occidentali sulla strada dell’Unione europea La Commissione europea ha definito il percorso che gli Stati inclusi nei Balcani occidentali devono seguire per consolidare la stabilità e rafforzare la prosperità, condizioni indispensabili per approdare all’Unione europea di Giancarlo Terenzi
L
a Commissione europea ha pubblicato il 27 gennaio 2006 la comunicazione COM(2006) 27 definitivo, dal titolo “I Balcani occidentali sulla strada verso l’UE: consolidare la stabilità e rafforzare la prosperità”. L’agenda, concordata tra l’Unione europea e i Paesi dei Balcani occidentali, in occasione del vertice UeBalcani tenutosi a Salonicco nel giugno del 2003, è stata in buona parte attuata, ma la Commissione invita a prestare un ulteriore impegno per promuovere la stabilità, la sicurezza e la prosperità nei Balcani occidentali. A tal fine, ritiene particolarmente importante confermare la prospettiva europea dei Balcani, nell’ambito del processo volto a definire lo status del Kosovo e ogniqualvolta si affronteranno altre questioni costituzionali nella regione. Nello specifico, la politica dell’UE per i Balcani occidentali, riguarda i seguenti Paesi: Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Serbia e Montenegro, compreso il Kosovo, come definito nella risoluzione n.1244/99 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Dal vertice di Salonicco a oggi Il documento in oggetto esamina nella prima parte i progressi compiuti, le nuove sfide in atto e lo stato di attuazione dell’Agenda di Salonicco (avviata nel 2003), mentre nella seconda indica: ● come promuovere lo sviluppo economico, eliminando gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo del commercio e degli investimenti; ● come attuare la politica in materia di visti e quali misure destinare a tale scopo per agevolare
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la circolazione delle persone; come fare conoscere l’agenda europea ai cittadini e alle istituzioni dell’area; come attuare la cooperazione regionale, fornire l’assistenza finanziaria e come promuovere il dialogo a ogni livello con la società civile.
Quanto indicato nel programma dovrà essere attuato, in primo luogo, attraverso la firma di Accordi di Stabilizzazione e di Associazione (ASA) e mediante l’assunzione di misure commerciali autonome, l’estensione del cumulo diagonale paneuropeo dell’origine anche a questa area, l’integrazione commerciale regionale, l’adesione all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), la partecipazione agli appalti nell’ambito degli strumenti di assistenza previsti. Ovvero, il nuovo Strumento di Assistenza Preadesione (v. box) e lo Strumento Europeo di Vicinato e Partenariato (ENPI), che copriranno l’assistenza comunitaria ai vicini orientali e mediterranei dell’Unione. In tale contesto, un’attenzione specificata è riservata alle PMI, per le quali si intendono creare le condizioni più favorevoli anche al
Strumento di Assistenza di Preadesione alla Ue (IPA) L’IPA, presentato recentemente dalla DG Allargamento della Ce, è lo strumento di assistenza finanziaria per i Balcani occidentali e per la Turchia. Il nuovo strumento, che verrà utilizzato nel quadro del piano finanziario della Ue per il 2007-2013, integra gli attuali programmi PHARE, ISPA, SAPARD e CARDS in un unico fondo. I finanziamenti dell’IPA ammonteranno, inizialmente, a 12 miliardi di €, ma saranno ridotti a 10,2 mld in conseguenza della discussione sul ridimensionamento generale del budget europeo. L’IPA consiste di cinque componenti: – le prime due per la transizione e la cooperazione transfrontaliera sono aperte ai potenziali candidati all’ingresso nell’Unione europea, inclusa la Bosnia Erzegovina; – la terza componente è dedicata allo sviluppo delle infrastrutture; – la quarta allo sviluppo delle risorse umane; – e la quinta allo sviluppo rurale
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fine di sostenere la crescita delle economie dei Balcani occidentali. Nella comunicazione si sottolinea come i Paesi dei Balcani occidentali, che hanno aderito alla Carta europea delle Piccole Imprese in occasione del vertice di Salonicco, ne hanno tratto i debiti vantaggi, anche se non necessariamente nella stessa misura. A tal proposito, nella “dichiarazione di Belgrado” adottata nell’ottobre 2005, i suddetti Paesi chiedono alla Ce di proseguire il processo avviato dalla Carta anche dopo i tre anni previsti dall’agenda di Salonicco. La Ce ha, quindi, deciso di riavviare il processo nel 2006 per almeno altri tre anni – in stretta collaborazione con la Presidenza austriaca di turno dell’Unione, con l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e la Fondazione europea per la formazione – contribuendo al Fondo Europeo per l’Europa Sudorientale (FESE) con circa 60 milioni di € nel 2006. Il suddetto Fondo è stato creato nel dicembre 2005, da donatori internazionali e nazionali, per fornire finanziamenti supplementari a favore dello sviluppo, in particolare alle Piccole Imprese, alle micro-imprese e a quelle a conduzione familiare, attraverso le istituzioni finanziarie locali. Per quanto riguarda, invece, la cooperazione regionale, oltre alla questione del rientro dei profughi, gli interventi devono affrontare anche le questioni relative alla giustizia, alla libertà e alla sicurezza, al miglioramento della cooperazione parlamentare, nonché alle tematiche dei trasporti, dell’ambiente e della tutela e conservazione del patrimonio culturale. Il documento della Ce sottolinea, infine, come l’agenda concordata tra l’Ue e i Paesi dei Balcani occidentali, in occasione del vertice di Salonicco del 2003, sia stata in
Avvicinamento agli standard europei: agenda socioeconomica e riforme indicate dalla Ce – Si sono aperti negoziati sugli accordi di stabilizzazione e di associazione con la Serbia e Montenegro e con la Bosnia ed Erzegovina, mentre quelli con l’Albania si avviano alla conclusione. Le misure commerciali autonome sono state prorogate fino al 2010. – La Commissione preparerà l’instaurazione di una zona di cumulo diagonale dell’origine tra l’Ue e i Paesi della regione con cui l’Unione ha concluso accordi di libero scambio; fornirà consulenza e assistenza tecnica, per accelerare la conclusione di un accordo di libero scambio regionale; si preparerà all’applicazione del trattato sulla Comunità dell’energia, che entrerà in vigore nel primo semestre del 2006; continuerà a sostenere le attività volte a favorire l’inclusione sociale, l’integrazione e il dialogo sociale; proporrà nel 2006 iniziative destinate a facilitare il rilascio dei visti. Stanno per essere attuati provvedimenti volti ad agevolare gli spostamenti dei ricercatori e degli studenti, nonché il traffico frontaliero locale lungo i confini tra l’Ue e i Paesi dei Balcani occidentali. – Riprenderà il processo previsto dalla Carta europea delle Piccole Imprese e la Commissione contribuirà finanziariamente al Fondo Europeo per l’Europa Sudorientale. – Le politiche Ue per questa regione rifletteranno gli obiettivi dell’Agenda di Lisbona, di cui i Paesi sono invitati a tenere conto nell’ambito delle loro riforme e dei loro piani d’azione. – Aumenterà il numero delle borse di studio concesse a laureandi, laureati, e ricercatori della regione, tramite vari programmi e varie istituzioni finanziati dall’Ue. – Si fornirà maggiore sostegno allo sviluppo istituzionale, attraverso i gemellaggi e lo strumento per l’assistenza tecnica e lo scambio di informazioni. Nel 2006 dovrebbero iniziare i corsi presso un nuovo istituto regionale di istruzione superiore sulla pubblica amministrazione. – I Paesi dei Balcani occidentali devono assumere maggiori responsabilità per quanto riguarda la cooperazione regionale. Le competenze del Patto di stabilità vanno progressivamente trasferite a organismi con sede nella regione. I settori prioritari per il prossimo futuro sono: commercio, rientro dei profughi, cooperazione parlamentare, energia, trasporti, ambiente, giustizia, libertà e sicurezza, tutela e conservazione del patrimonio culturale. – L’Ue deve garantire alle sue priorità politiche per i Balcani occidentali un sostegno adeguato nell’ambito delle prossime prospettive finanziarie. I candidati potenziali usufruiranno di un sostegno a favore delle infrastrutture, dello sviluppo regionale e delle politiche occupazionali e sociali attraverso la componente “sviluppo istituzionale” del nuovo Strumento di Assistenza Preadesione (IPA). – Il dialogo con la società civile, avviato dalla Commissione con i Paesi candidati, sarà esteso all’intera regione dei Balcani occidentali.
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buona parte attuata e altri progressi sono previsti a breve termine. Un ulteriore impegno per promuoverne gli obiettivi comporterà vantaggi supplementari e a questo stadio assumono particolare importanza l’agenda socioeconomica e le riforme necessarie per avvicinarsi agli standard europei, nonché le iniziative da attuarsi al fine di promuovere il commercio, gli investimenti e lo sviluppo socioeconomico (v. box).
Previsione di una zona di libero scambio Per rafforzare queste iniziative, l’Unione Europea ha, peraltro, lanciato un’iniziativa volta a rafforzare il commercio regionale e gli investimenti tra i Paesi
dell’area balcanica, con la creazione di una zona di libero scambio tra i Paesi dell’area, ovvero Albania, Bosnia ed Erzegovina, Croazia, Macedonia ed Unione di Serbia e Montenegro. Inoltre, quest’ultimo Paese è oggetto, insieme alla Bosnia ed Erzegovina, di particolari attenzioni da parte delle diverse Istituzioni comunitarie presenti a Bruxelles, in quanto il primo deve ancora indicare sia lo status da assegnare a una sua provincia che la sua stessa natura istituzionale, mentre l’altro deve definire la forma di Stato da adottare. Secondo Bruxelles, la dimensione degli scambi commerciali nella regione è, infatti, ancora insoddisfa-
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cente, a causa soprattutto dei 31 accordi commerciali bilaterali esistenti tra i cinque Paesi. Tuttavia, l’idea della zona di libero scambio incontra la resistenza da parte della Croazia, che si legherebbe così politicamente ed economicamente con un gruppo di Paesi in ritardo rispetto al processo di integrazione europea. Per questo motivo le Autorità croate hanno proposto, come alternativa, l’espansione dell’accordo relativo all’Area di Libero Scambio dell’Europa centrale (CEFTA), che attualmente comprende Bulgaria, Croazia e Romania e che verrà ridimensionato nel 2007, dato che sia Bucarest che Sofia ne usciranno per entrare, a pieno titolo, nella stessa Unione.
Credito alle imprese
CREDITO ALLE IM
Opportunità di collaborazioni con imprese israeliane Italia e Israele lanciano il bando 2006 per la raccolta di progetti di ricerca finalizzati allo sviluppo di un nuovo prodotto, processo industriale o servizio. di Carlo Morichini
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ell’ambito delle attività previste dall’Accordo di Cooperazione in tema di Ricerca e Sviluppo tra Italia e Israele, l’Ufficio II della Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente del Ministero degli Affari Esteri (per la parte italiana) e l’Office of the Chief Scientist del Ministero dell’Industria e Commercio per la parte israeliana hanno lanciato un bando per incentivare lo sviluppo di progetti di ricerca congiunti italo-israeliani. L’intervento presenta due fattori particolarmente vantaggiosi: 1. il rimborso del finanziamento accordato è dovuto solo nel caso in cui il progetto di ricerca abbia avuto successo in fase di commercializzazione e quindi abbia generato profitti; 2. il rimborso del finanziamento – ove dovuto – avviene a tasso zero e mediante royalties o guadagni derivanti dalle vendite del
prodotto oggetto del progetto di ricerca e sviluppo.
I destinatari Al bando possono partecipare sia imprese sia università, ma per queste ultime è preferibile la partecipazione al progetto di una impresa (dal prossimo anno, sarà considerato un requisito obbligatorio). I settori interessati sono molteplici: ● medicina, sanità pubblica, organizzazione ospedialiera; ● biotecnologie, nuove fonti di energia e sfruttamento delle risorse naturali; ● applicazione dell’informatica nella formazione; ● ambiente; ● comunicazioni; ● innovazione nei processi produttivi, spazio, tecnologie dell’informazione; ● e in generale qualsiasi altro settore di comune interesse per i due paesi.
CHE COS’È Si tratta di un finanziamento senza scadenze e rimborsi prestabiliti. Verrà finanziato il 50% delle spese in ricerca e sviluppo documentate. Ove il progetto abbia successo e dia luogo a profitti, il finanziamento di parte italiana dovrà essere rimborsato, restituendo il corrispettivo erogato, senza interessi, mediante royalties o guadagni derivanti dalle vendite. Nessuna restituzione sarà dovuta ove il progetto non abbia esito positivo in fase di commercializzazione.
SCOPO Il progetto ha l’obiettivo di sviluppare progetti di ricerca e sviluppo italo-israeliani, nell’ambito delle attività previste dall’Accordo di Cooperazione nel Campo della Ricerca e dello Sviluppo industriale, scientifico e tecnologico tra Italia e Israele.
DESTINATARI Tutte le imprese italiane e israeliane disponibili a cooperare su base paritaria allo sviluppo di un nuovo prodotto, processo industriale o servizio.
SOGGETTI COINVOLTI – Ufficio II della Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente del Ministero degli Affari Esteri per la parte italiana; – Office of the Chief Scientist del Ministero dell’Industria e Commercio per la parte israeliana – Imprese italiane – Imprese israeliane
LINEE DI CREDITO NAZIONALI/INTERNAZIONALI
Le condizioni per partecipare I criteri per poter partecipare al bando sono sommariamente riassumibili nei seguenti cinque punti: 1. le imprese partner italiana e israeliana dovranno esprimere la volontà di cooperare, su base paritaria, allo sviluppo di un nuovo prodotto, processo industriale o servizio. Il partner italiano interessato a trovare un copartner israeliano per il proprio progetto può avvalersi dell’ausilio del Ministero dell’Industria, utilizzando il database fornito dal medesimo organismo all’indirizzo www2.matimop.org.il/1/index.html oppure all’indirizzo www.matimop.org.il; 2. il prodotto, processo o servizio deve presentare caratteristiche di innovazione tecnologica; 3. il progetto deve essere ugualmente significativo per entrambi i partecipanti; 4. i partecipanti dovranno avere preliminarmente firmato un accordo di cooperazione sulla commercializzazione del prodotto, sull’uso del know how e sui diritti di proprietà internazionali; 5. per la parte israeliana, è necessaria la presenza di un partner commerciale locale.
L’importo del finanziamento Ciascun progetto selezionato potrà essere finanziato fino al 50% dei costi documentati di ricerca e sviluppo. Ove il progetto abbia successo e dia luogo a profitti, il finanziamento di parte italiana dovrà essere rimborsato, restituendo il corrispettivo erogato, senza interessi, mediante royalties o guadagni derivanti dalle vendite. Nessuna restituzione sarà dovuta, ove il progetto non abbia esito positivo in fase di commercializzazione.
In caso di esito positivo, il finanziamento sarà rilasciato solo dopo la presentazione della rendicontazione finale a progetto ultimato. Non è previsto un limite minimo o massimo per la durata del progetto; in linea di massima, il Ministero consiglia un periodo incluso tra i 12-15-18 mesi. Si consideri che in media vengono selezionati 6 progetti ogni anno su un numero di circa 40 domande presentate e che le risorse complessive a disposizione ogni anno ammontano a circa 630.000, 00 euro.
Le modalità di accesso I partecipanti italiani e israeliani dovranno presentare il progetto simultaneamente, ognuno alle proprie Autorità competenti, entro e non oltre il 24 aprile 2006, mediante il formulario in inglese reperibile sul sito www.esteri.it. Per il partner italiano, tale formulario – accompagnato da una descrizione sintetica del progetto in lingua italiana – andrà presentato in originale al Ministero degli Affari Esteri – Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente – Ufficio II, e spedito tramite posta elettronica all’indirizzo
[email protected] Le Autorità competenti procederanno a una valutazione preliminare dei progetti e selezioneranno quelli suscettibili di finanziamento, che segnaleranno alla commissione mista italo-israeliana, sulla base dell’accordo di cooperazione che fa da cappello al programma. Solamente i vincitori del bando verranno informati del risultato, e il loro nominativo sarà inserito sul sito internet del Ministero degli Affari Esteri. Il Ministero degli Affari Esteri stipulerà, quindi con il partner italiano aggiudicatario del finanziamento un contratto dettagliante le condizioni e i termini del finanziamento,
CREDITO ALLE IMPRESE
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che sarà erogato, nonché le regole che determinano l’ammissibilità dei costi e le procedure di informazione tecnica e rendicontazione.
Le modalità di rendicontazione I soggetti promotori dei progetti dovranno svolgere un’attività di rendicontazione, sia durante l’esecuzione dei lavori che a conclusione del progetto. In particolare, il beneficiario è tenuto a inviare al Ministero degli Affari Esteri, entro sessanta giorni dalla fine del programma, una relazione finale redatta su carta intestata e accompagnata da una nota ufficiale a firma del legale rappresentante del soggetto beneficiario. Tale relazione deve comporsi di due parti: ● una prima parte, di carattere tecnico, con la descrizione di tutte le fasi operative del progetto e del relativo raggiungimento degli obiettivi, allegando una tabella riepilogativa delle spese sostenute; ● una seconda parte, di carattere amministrativo/contabile, con l’elencazione dei seguenti costi (corredata da tutta la documentazione attestante le spese sostenute per la realizzazione del progetto): 1. preventivati; 2. effettivamente sostenuti; 3. eventualmente modificati rispetto a quelli preventivati, purché la modifica apportata si sia resa necessaria e giustificabile e nei limiti stabiliti dall’art.6 del contratto. In caso di mancata presentazione della relazione conclusiva e del conto consuntivo alla scadenza del periodo previsto (se non sono intercorsi gravi e giustificati motivi che ne impediscano la presentazione), il Ministero avvia il procedimento di revoca del contributo, dandone comunicazione agli interessati.
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CREDITO BANCARIO
CREDITO ALLE IMPRESE
Perché guardare con interesse al prestito partecipativo Per reperire liquidità a medio termine per effettuare investimenti o consolidare le proprie passività, ecco uno strumento finanziario ancora relativamente poco conosciuto e poco usato in Italia che permette un rimborso molto vantaggioso diluito nel tempo di Carlo Morichini
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ella sua forma decisamente innovativa, il prestito partecipativo può essere considerato una buona opportunità di finanziamento. Rappresenta, infatti, una modalità per reperire liquidità a medio termine non finalizzata, a buone condizioni economiche, spostando nel contempo il baricentro del debito dal breve al medio termine, con benefici evidenti in termini di rating aziendale. Per tale motivo, questa forma di finanziamento può considerarsi come una prima risposta del mondo bancario ai vincoli stringenti imposti alle imprese da Basilea 2, in termini di equilibrio finanziario e utilizzo appropriato delle fonti di finanziamento. Ecco le sue peculiarità.
Caratteristiche dello strumento Si tratta di un finanziamento chirografario a medio termine, subordinato a un impegno da parte dei soci dell’impresa richiedente a effettuare un “conferimento di capitale” nelle seguenti forme:
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aumento di capitale tout court; finanziamento soci in futuro aumento di capitale; rinuncia al prelievo degli utili durante tutto il periodo di rimborso del finanziamento.
Il rapporto tra l’importo del prestito e l’ammontare del conferimento può essere mutevole. Il contratto con la banca concedente può prevedere un rapporto di uno a uno, piuttosto che un moltiplicatore superiore (esempio, a fronte di un conferimento da parte dei soci di 100 euro, la banca concede un finanziamento di 200 euro, piuttosto che di 300 euro). La tipologia che maggiormente si riscontra sul mercato e che incontra il massimo favore da parte delle banche è quella contraddistinta da impegni paritari (rapporto uno a uno). La caratteristica saliente del prestito partecipativo è rappresentata dalla possibilità concessa alla proprietà di diluire il proprio impegno, in termini di conferimento di capitali, lungo tutta la durata del finanziamento. A fronte di un impegno distribuito nel tempo, la banca eroga immediatamente l’intera
CHE COS’È Si tratta di una particolare forma di finanziamento a medio termine, correlata in modo intrinseco e inscindibile a un impegno da parte dei soci dell’impresa finanziata ad aumentare la capitalizzazione dell’azienda medesima. La patrimonializzazione, a seconda del prodotto bancario proposto, può essere perfezionata attraverso un aumento di capitale in senso stretto, attraverso un finanziamento soci in conto aumento di capitale o mediante la rinuncia a prelevare gli utili prodotti dall’azienda durante il periodo di ammortamento del prestito.
SCOPO La motivazione dell’utilizzo di un prestito partecipativo va nella direzione di promuovere il rafforzamento della struttura del passivo, nonché l’ottimizzazione delle fonti finanziarie aziendali tramite l’intervento congiunto della banca e dei soci, in termini rispettivamente di messa a disposizione di risorse finanziarie aventi caratteristica di mezzi stabili e permanenti e di operazioni volte ad aumentare i mezzi propri.
DESTINATARI Tutte le imprese, purché in contabilità ordinaria, possono utilizzare lo strumento del prestito partecipativo. Non è tanto la tipologia aziendale a costituire una discriminante all’utilizzo del prodotto, quanto la disponibilità della proprietà a mettere in gioco risorse proprie.
SOGGETTI COINVOLTI L’impresa, la banca finanziatrice, il confidi.
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somma. Durante ogni esercizio i soci dovranno versare un importo pari alle quote capitali del prestito relative all’esercizio in questione. Il loro conferimento verrà diminuito degli utili prodotti nell’esercizio o incrementato, in caso di perdita, per un valore pari alla medesima.
Obblighi economico-finanziari Normalmente un prestito partecipativo contiene all’interno del contratto anche alcuni covenants supplementari, cioè alcuni impegni economico-finanziari da parte della società finanziata. Normalmente questi obblighi contrattuali riguardano il mantenimento di un certo rapporto tra debiti finanziari netti e capitale netto (il cosiddetto leverage o rapporto di leva). Un valore consueto che spesso si riscontra nelle tipologie di prestito partecipativo è il mantenimento di un leverage massimo pari a 4. In sostanza significa che l’impresa si impegna a contenere il proprio indebitamento verso il sistema bancario entro quattro volte l’ammontare del proprio patrimonio netto, inteso come sommatoria di capitale sociale, riserve, utili non distribuiti e finanziamento soci in futuro aumento di capitale.
Soglia e costo dell’operazione Normalmente un prestito partecipativo può essere sottoscritto a partire da certi livelli minimali (esempio 50.000 euro) e prevede anche dei massimali per operazione. La durata è normalmente quinquennale, ma esistono sul mercato anche prodotti con un minor numero di annualità (ad esempio 36 mesi). Il tasso d’interesse può essere sia fisso (in tal caso normalmente legato all’IRS) o variabile (euribor
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di periodo più spread). Normalmente lo spread si fa più interessante se il rapporto tra il finanziamento e il conferimento è di uno a uno, mentre aumenta negli altri casi. Lo spread non diverge in modo evidente da quello di un’operazione a medio termine “vecchia maniera”. Il plus di un’operazione di prestito partecipativo non sta tanto nell’ottenere un tasso migliore a fronte di un impegno ad aumentare la patrimonializzazione della propria azienda, ma piuttosto nell’ottenere della liquidità a medio termine a un buon tasso, senza necessità di finalizzarla a una spesa particolare (esempio investimenti). È prassi corrente che un’operazione come quella descritta venga supportata da garanzie consortili. L’utilizzo del Confidi permette di abbassare il costo dell’operazione e di aumentare le possibilità di ottenere una delibera bancaria positiva. Gli istituti bancari, oltre al tasso d’interesse applicato al prodotto in questione, prevedono anche una variabile di costo supplementare, rappresentata dalle spese di istruttoria, quantificabili in una percentuale fissa sull’ammontare del prestito, di solito limitata da un minimo e un massimo applicabile (esempio lo 0,25% con un minimo di 50 euro e un massimo di 155 euro).
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Procedura L’impresa interessata all’ottenimento di questo forma di finanziamento dovrà presentare all’istituto bancario una domanda, corredata dai propri bilanci ed, eventualmente, da un business plan, che ne evidenzi le ambizioni future. All’interno della richiesta, i soci espliciteranno il loro impegno a conferire. Ogni anno l’azienda dovrà poi trasmettere alla banca, ed eventualmente al confidi coinvolto, il proprio bilancio e ogni altro documento atto a certificare il rispetto degli accordi (e quindi l’avvenuto conferimento). La mancata applicazione di quanto concordato (i soci si impegnano a versare a certe scadenze e poi non rispettano i loro impegni; il rapporto di leverage concordato viene superato, ecc.) pregiudica il prosieguo dell’operazione, facendo decadere il beneficio del termine e gli accordi in tema di costo del denaro (spread applicato al finanziamento). In questo caso alla banca è concessa la facoltà di richiedere l’immediata restituzione di quanto ancora dovuto o di aumentare, entro i limiti espressi nel contratto di finanziamento, lo spread relativo al mutuo.
Glossario Covenant: obbligo a mantenere determinate politiche di bilancio o determinati rapporti economico-finanziari all’interno del bilancio d’esercizio. Duration: durata del periodo di ammortamento di un prestito. Leverage: rapporto di leva; rapporto tra i debiti finanziari (debiti verso le banche a medio e breve termine) e il patrimonio netto (capitale sociale + riserve + utili non distribuiti + finanziamenti soci in conto futuro aumento di capitale). Business Plan: analisi economico finanziaria prospettica dell’impresa in virtù di un nuovo investimento o di una manovra che modifichi in modo sostanziale l’attuale situazione dell’azienda.
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Esempio numerico La banca X concede un finanziamento partecipativo all’impresa A pari a 100 euro, durata 5 anni. I soci dell’impresa si impegnano a conferire a titolo di capitale netto altri 100 euro in cinque anni. Il patrimonio netto dell’impresa dovrà in ogni caso incrementarsi ogni anno almeno per 20 euro rispetto all’anno di partenza dell’operazione. Verranno conteggiati nei 20 euro anche gli utili lasciati a riserva. Ipotizziamo che negli anni l’azienda ottenga le seguenti performance in termini di risultato d’esercizio: anno 1 utile 8 anno 2 utile 5 anno 3 perdita 3 anno 4 utile 9 anno 5 utile 15 Ipotizziamo che la proprietà abbia optato per un conferimento sotto forma di finanziamento soci in futuro aumento di capitale e che si sia impegnata, come già detto, a non prelevare utili nel quinquennio. I versamenti che la compagine sociale dovrà effettuare saranno i seguenti: anno 1 i soci verseranno 12 euro, pari alla differenza tra l’importo dovuto (20 euro) e gli utili lasciati a riserva. anno 2 il versamento sarà pari a 15 euro anno 3 l’esercizio si chiude in perdita; oltre ai 20 euro i soci dovranno versarne altri 3, per un totale di 23 euro anno 4 l’azienda ritorna in utile; i soci verseranno 11 euro anno 5 i soci verseranno 5 euro. Complessivamente, nell’arco di cinque anni, saranno lasciati a riserva utili per 34 euro. I soci sborseranno complessivamente 66 euro. Alla fine del quinto anno l’impresa avrà completamente rimborsato il finanziamento. Contemporaneamente nel suo stato patrimoniale, riclassificato all’interno del patrimonio netto, apparirà un finanziamento soci pari a 66 euro. Inoltre le riserve si saranno incrementate di 34 unità. Il totale delle due voci ammonterà a 100 euro, come da impegno iniziale dei soci. Il patrimonio netto si sarà quindi correttamente incrementato. Il finanziamento soci in conto aumento di capitale verrà trasformato in un aumento di capitale in senso stretto, con relativo atto notarile. L’operazione si sarà conclusa positivamente.
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Le garanzie commerciali del Gruppo Banca Mondiale La promozione degli investimenti nazionali all’estero si può avvalere delle assicurazioni e garanzie della principale istituzione finanziaria internazionale
L’
attuale fase d’incerta ripresa dei mercati domestici, nazionale e UE-15, impone alle imprese italiane la continua ricerca di alternative commerciali. I nuovi Paesi membri dell’Unione Europea, i balcani e la Russia, l’America Latina, la Cina e persino i Paesi africani costituiscono valide opzioni strategiche delle quali le aziende più dinamiche devono necessariamente valutare il potenziale di marketing. A incidere sulle prospettive imprenditoriali di queste aree subentra però una serie rilevante di rischi politici e ambientali. Il panorama degli strumenti agevolativi include i ben noti prodotti di SACE che mitigano i rischi politici, consentendo alle imprese di concentrarsi sui meri rischi industriali. A questa fonte se ne aggiungono altre di natura internazionale, che possono rivelarsi utili in una logica di diversificazione delle misure di supporto all’attività d’impresa. In questo settore, la Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo gestisce il Trade Fund Programme – attivo per i Paesi dell’Europa orientale e della Comunità degli Stati indipendenti, ma è soprattutto la Multilateral Investment Guarantee Agency (MIGA, Agenzia Multilaterale di Garanzie sugli Investimenti) del Gruppo Banca Mondiale a operare con dimensione realmente internazionale.
L’Agenzia interviene a tutela di investimenti imprenditoriali originati in uno dei Paesi membri e realizzati in una delle regioni economiche emergenti o in via di sviluppo. Possono essere, inoltre, assicurati i conferimenti agli investimenti associati all’espansione, alla modernizzazione o ristrutturazione di unità produttive e commerciali già esistenti, nonché all’acquisizione di imprese statali oggetto di privatizzazione. Per beneficiarie di una copertura assicurativa della MIGA, le operazioni d’investimento devono sempre apportare un contributo tangibile alla crescita e allo sviluppo del Paese ospitante e possedere un solido profilo finanziario, economico e ambientale.
Beneficiari In dettaglio, possono accedere ai prodotti MIGA i cittadini e i soggetti giuridici di uno qualsiasi dei Paesi membri dell’Agenzia – ovvero i Paesi industrializzati, tra i quali figura a pieno titolo l’Italia – che intendano compiere un’operazione di investimento in un Paese emergente o in via di sviluppo diverso da quello in cui risiedono o siano legalmente costituiti. Gli investimenti effettuati direttamente nel Paese ospitante da entità locali possono essere garantiti solamente nel caso in cui i fondi da investire provengano dall’estero, e il
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CHE COS’È La Multilateral Investment Guarantee Agency (MIGA), l’Agenzia Multilaterale di Garanzie sugli Investimenti del Gruppo Banca Mondiale, interviene a tutela di: – investimenti imprenditoriali originati in uno dei Paesi membri e realizzati in una delle regioni economiche emergenti o in via di sviluppo; – conferimenti agli investimenti associati all’espansione, alla modernizzazione o ristrutturazione di unità produttive e commerciali già esistenti; – acquisizione di imprese statali oggetto di privatizzazione
IN QUALI PAESI OPERA MIGA è operativa in 143 Paesi del mondo. Tra i suoi Paesi aderenti vi è l’Italia le cui imprese nazionali sono protette in: – Europa orientale e Asia centrale (comprensiva di Albania, Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Georgia, Kazakistan, Kyrgikistan, Lettonia, Macedonia, Polonia, Romania, Moldavia, Russia, Serbia e Montenegro, Slovacchia, Ucraina, Uzbekistan, Turchia e Turkmenistan) – Medio Oriente e Nord Africa – America Latina – Asia e Pacifico – Africa Subsahariana
CAMPO DI APPLICAZIONE I principali settori di specializzazione comprendono: – Agroindustria – Industria manifatturiera – Industria mineraria e dei prodotti energetici – Servizi, inclusi i servizi finanziari – Telecomunicazioni – Turismo
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Paese ospitante abbia formalmente approvato l’operazione. Non sono poste limitazioni quanto alla dimensione delle aziende richiedenti, né circa la loro natura pubblica o privata. Allo stesso modo, non sono previste discriminazioni quanto ai settori merceologici e industriali di appartenenza. Sono quindi eleggibili tanto le imprese manifatturiere, quanto quelle commerciali e di servizi. Persino le società di intermediazione finanziaria o le istituzioni creditizie possono ottenere una garanzia MIGA, a condizione che risiedano e operino a partire da una sede principale legalmente costituita in uno dei Paesi membri dell’Agenzia, oppure che i loro azionisti di maggioranza siano cittadini di Paesi membri.
Ambiti d’intervento La Multilateral Investment Guarantee Agency si attiva per garantire una tipologia precisa di investimenti imprenditoriali. I suoi prodotti sono infatti disponibili per gli investimenti nuovi e oltre confine originati in un Paese membro MIGA e destinati a un Paese emergente o in via di sviluppo a sua volta socio dell’Agenzia. Per nuovo investimento si intende un’operazione commerciale o industriale che non sia stata ancora effettuata o che non abbia ancora fatto oggetto di impegno contrattuale irrevocabile al momento della presentazione della richiesta di garanzia. Tra le forme di investimento idonee a ricevere la tutela MIGA figurano gli investimenti patrimoniali, i prestiti e le garanzie sui prestiti emessi dagli intestatari dei beni, ammesso che tali investimenti abbiano una durata di almeno tre anni. Possono essere garantiti anche prestiti emessi da entità o individui che non siano azionisti (per esempio istituti
Programma di sostegno agli investimenti di minore entità Per venire incontro alle specifiche esigenze delle minori imprese, MIGA ha creato un programma apposito, il Programma di sostegno agli investimenti di minore entità, del quale possono godere le Pmi di tutti i Paesi membri. È necessario rispondere ai seguenti requisiti: – numero massimo di occupati non superiore a 375 e – attivo netto inferiore a USD50 milioni oppure – fatturato annuo non superiore a USD100 milioni A loro volta, gli investimenti coperti dal Programma devono essere di minore dimensione, intendendosi con ciò gli investimenti di acquisizione, ampliamento, ammodernamento o partnership commerciale con imprese locali che abbiano: – meno di 300 dipendenti – un attivo netto non superiore a USD15 milioni – un fatturato annuo inferiore a USD15 milioni Il Programma offre una copertura assicurativa per un insieme standard di rischi politici e ambientali, che comprende le limitazioni alla convertibilità della valuta locale, le restrizioni alla circolazione dei capitali, l’esproprio e i rischi di evento bellico o disordine civile.
di credito), a condizione che un azionista idoneo registri il suo investimento con MIGA. Altri investimenti (con un termine di almeno tre anni) che possono essere assicurati sono i contratti di assistenza tecnica e di gestione-progetto, nonché gli accordi di franchising e le licenze, come pure le operazioni in cui il risarcimento dell’investitore è legato ai risultati operativi del progetto. La copertura delle operazioni di partnership pubblico-privato è una delle nuove aree di business in cui l’Agenzia inizia ad accrescere la propria presenza. In questo caso, MIGA interviene a favore degli investitori che siano pronti e tecnicamente capaci a realizzare investimenti in associazione con operatori locali pubblici, tipicamente nel campo delle infrastrutture di base, ma che vogliano al tempo stesso acquisire la certezza che gli enti pub-
blici territoriali partner rispetteranno pienamente i loro obblighi contrattuali. In questo ambito, il primo esempio di operazione risale al 2000, per iniziativa di un operatore olandese che ha promosso un investimento nel settore sanitario in Bosnia, seguito poi da analoghe operazioni in tutta l’area dei Balcani occidentali. L’Agenzia ha coperto il rischio per la perdita del capitale investito dal fornitore dei servizi di dialisi per l’eventualità di un’inadempienza contrattuale del Fondo per la Sicurezza Sociale della Repubblica di Bosnia, assortendo la tutela con la garanzia per la perdita degli utili in ipotesi di mancato pagamento totale o parziale delle prestazioni offerte. La protezione della Multilateral Investment Guarantee Agency non si esaurisce nella copertura finanziaria dei rischi, ma include il suo intervento diretto per la soluzione
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delle controversie giuridiche che dovessero nascere durante l’esecuzione del progetto assicurato. Sfruttando il proprio status di organizzazione internazionale, MIGA può agire dunque da “arbitro” in una procedura stragiudiziale di composizione dei litigi. Infine, MIGA fornisce servizi di assistenza tecnica alle organizzazioni per la promozione degli investimenti esteri nei Paesi emergenti o in via di sviluppo, così da accrescere le loro capacità di fornire agli operatori esteri informazioni e indicazioni utili alla formulazione dei loro piani d’investimento. Ciò dovrebbe permettere di ridurre i costi di transazione relativi alle analisi di rischio-Paese, studio dei mercati e dei contesti locali, selezione delle aree da privilegiare, etc., che le imprese sostegono prima di penetrare in un nuovo mercato.
Modalità di accensione delle polizze Un’impresa italiana che maturasse l’intenzione di beneficiare delle garanzie offerte dalla MIGA dovrebbe affrontare una procedura in due fasi. Prima di impegnarsi formalmente, dovrebbe innanzitutto procedere alla compilazione del Formulario Preliminare (MIGA Preliminary Application), scaricabile dal sito web dell’Agenzia. In buona sostanza, l’Application consente all’Agenzia di ottenere i dati di base per valutare l’operazione da garantire e proporre un contratto di assicurazione coerente con il profilo di rischio del progetto e del suo promotore. Sono quindi richieste informazioni dettagliate in merito al profilo imprenditoriale del promotore, la natura dell’investimento, il valore da assicurare, l’impatto socioeconomico atteso per il Paese o la regione interessati, le implicazioni sull’ambiente e, naturalmente, la sostenibilità finanziaria dell’operazione.
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Ottenuto il preliminare del contratto d’assicurazione, l’azienda può suggerire gli aggiustamenti che ritiene opportuni per giungere così alla definizione del piano definitivo di investimento e finanziamento. A quel punto, l’investitore riceverà il Modulo per la Domanda Definitiva di Garanzia (Definitive Application) che dovrà essere compilato in ogni sua parte e rispedito a MIGA, accompagnato dal dossier-progetto. Quest’ultimo comprenderà il business-plan, gli studi di mercato e fattibilità tecnico-finanziaria, i rapporti delle eventuali valutazioni di impatto ambientale, le copie delle licenze e dei contratti stipulati, o le loro versioni preliminari, e ogni altro supporto informativo giudicato utile per documentare l’operazione d’investimento. Nel caso in cui i promotori non dispongano di tutte le informazioni tecniche, commerciali e finanziarie del progetto al momento del contatto con MIGA, avranno cura di segnalarlo all’Agenzia. Riceveranno un modulo specifico che permetterà loro di aggiornare progressivamente il loro profilo progettuale mano a mano che raccolgono i dati richiesti. Una volta ricevuta una Domanda Definitiva completa in ogni sua parte, inclusi gli allegati, l’Agenzia procede alla sua registrazione e a istruire l’approvazione della polizza. Nel frattempo, a partire dalla data di registrazione della domanda, è possibile avviare l’operazione di investimento. Si tenga presente che MIGA richiede il pagamento di una commissione amministrativa per espletare le pratiche relative alla Domanda Definitiva Se le informazioni e la documentazione fornite sono esaustive, l’iter di valutazione della garanzia non richiede in media più di sei-otto settimane di tempo. In caso di approvazione, l’azienda richiedente riceve un contratto di ga-
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ranzia. A questo punto, dispone di un termine di sei settimane per procedere alla sua sottoscrizione, a pena di decadenza dello stesso su iniziativa di MIGA che non si ritiene può vincolata dalle condizioni proposte. È buona norma predisporre con cura il business plan e il prospetto finanziario dell’investimento già al momento della Preliminary Application ogni qualvolta ciò sia possibile.
I vantaggi La particolarità dei prodotti offerti dalla Multilateral Investment Guarantee Agency consiste nella natura stessa dell’Istituto emittente: un’organizzazione internazionale emanazione della Banca Mondiale, i cui azionisti rappresentano la quasi totalità delle economie emergenti e in via di sviluppo nel mondo. Tale caratteristica permette all’Agenzia di svolgere un ruolo di deterrenza assolutamente unico a favore dei suoi assicurati, che si vedono così doppiamente tutelati con un’azione di prevenzione e scoraggiamento di fronte a possibili dispute con i governi ospitanti e i loro operatori locali. In definitiva, il valore aggiunto della sottoscrizione di una polizza MIGA è duplice: rafforza il potere negoziale dell’azienda assicurata e accresce la percezione che dei suoi diritti avranno le controparti politiche e commerciali locali. A ciò si aggiunga che costi e tempi di attivazione della tutela sono praticamente in linea con le medie di settore, sia in ambito nazionale, sia in quello europeo. Naturalmente, uno sforzo iniziale è richiesto alle imprese che non abbiano mai intrattenuto rapporti con l’Agenzia per costituire il proprio profilo presso l’Istituzione. Tuttavia, se alla base vi è un reale orientamento all’internazionalizzazione, si tratta di uno sforzo decisamente limitato.
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Tipologie dei rischi coperti Restrizioni valutarie Tutela contro il rischio di perdite derivanti dalla sopravvenuta impossibilità per l’impresa di convertire la valuta locale (conto capitale, interessi, profitti, dividendi, diritti commerciali e altre forme) in valuta estera per il trasferimento oltre i confini del Paese ospitante. La polizza MIGA può intervenire anche per il caso di eccessivi ritardi nell’acquisto di valuta estera determinati da interventi o inerzie del governo ospitante. MIGA risarcisce l’investitore secondo le modalità del Contratto di Garanzia non appena scatta il blocco della valuta locale. La polizza non copre le perdite dovute a svalutazione della moneta.
Violazione delle clausole contrattuali La tutela è tipicamente subordinata all’esperimento di un’azione stragiudiziale (ad esempio un arbitrato) avviata a fronte della violazione o del ripudio da parte del governo ospitante di un contratto regolarmente stipulato e pienamente vigente. Ove si ritenga illegittimamente danneggiata, l’impresa deve innanzitutto invocare il meccanismo di risoluzione del contenzioso previsto nel contratto, ottenendo così una pronuncia opponibile alla parte inadempiente che riconosca il diritto al risarcimento. Se, trascorso un determinato periodo di tempo, il meccanismo di risoluzione della disputa dimostra di non funzionare a causa delle resistenze del governo ospitante, oppure se pur ottenuta una pronuncia favorevole, l’impresa non riceve quanto dovuto, MIGA liquida il risarcimento. Nelle more del risultato del meccanismo di risoluzione delle dispute, MIGA può effettuare un pagamento provvisorio. Le varie garanzie descritte possono essere accese separatamente o in contemporanea, in ogni caso la scelta deve essere compiuta prima della loro emissione da parte della MIGA.
Esproprio Sono coperti i danni causati da atti del governo ospitante che comportino la riduzione o la perdita del controllo per l’impresa sugli investimenti assicurati. Si tratta non solo delle ipotesi di nazionalizzazione e confisca di fondi o di beni mobili e immobili, ma pure del rischio di “espropriazione graduale”, ovvero della messa in atto di più azioni che producano, nel corso del tempo, il medesimo effetto dell’esproprio. Non sono invece coperte le misure non discriminatorie adottate in buona fede da parte del governo ospitante per finalità di utilità pubblica nell’esercizio della legittima autorità di regolamentazione. L’espropriazione totale degli investimenti mobiliari viene risarcita al valore contabile netto dell’investimento assicurato, mentre l’espropriazione di fondi è risarcita in base al valore assicurato dei fondi bloccati. Nel caso di prestiti e di garanzie sui prestiti, MIGA assicura il capitale circolante e gli eventuali interessi maturati e non pagati a causa dell’espropriazione. Il risarcimento è effettuato previa assegnazione a MIGA del titolo patrimoniale nell’investimento espropriato (per esempio, azioni ordinarie o interessi in accordi di prestito).
Guerre, disordini, colpi di stato, sabotaggio e atti di terrorismo Sono coperti i danni per la distruzione e il danneggiamento, il furto o la scomparsa di beni mobili e immobili di proprietà dell’impresa assicurata. Per gli investimenti mobiliari, la percentuale risarcita è pari al monir valore tra quello contabile netto, il costo di sostituzione e quello di riparazione dei beni danneggiati. Per i prestiti e le garanzie sui prestiti, MIGA risarcisce la percentuale assicurata del capitale e degli interessi non pagati a causa diretta dei danni provocati dall’evento di forza maggiore. La polizza per guerra e insurrezioni civili assicura anche contro l’interruzione delle attività commerciali complessive del progetto per un periodo di almeno un anno. Tuttavia, l’interruzione delle attività è assicurata solo nel caso di perdita totale dell’investimento per la quale MIGA risarcisce il valore contabile del patrimonio. Per i prestiti e le garanzie sui prestiti, MIGA risarcisce il capitale assicurato e/o il pagamento degli interessi mancati a causa dell’interruzione dell’attività commerciale dovuta a eventi elencati nella polizza.
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Condizioni praticate Costi Il costo della polizza a carico dell’impresa richiedente è determinato su base individuale, a seguito di un’istruttoria tecnico-finanziaria che calcola il rischio-progetto. In media, l’ammontare del premio varia tra lo 0,30% e l’1% annuo del valore assicurato per singola operazione di copertura, sino a raggiungere un massimo dell’1,5% per contratti dal profilo di rischio particolarmente elevato. La liquidazione del premio deve essere effettuata all’inizio del periodo contrattuale.
Durata della polizza Le polizze MIGA sono tipicamente a medio termine, dunque a scadenza oltre i 3-5 anni, ma sono estendibili fino a 15-20 anni, ove la tipologia del progetto sottostante lo giustifichi, tipicamente nei settori dell’impiantistica industriale e delle infrastrutture economiche. L’Agenzia non può procedere alla rescissione del contratto di assicurazione se il beneficiario ne rispetta i contenuti e gli obblighi derivanti. Da parte sua, invece, l’impresa beneficiaria conserva la facoltà di ridurre e persino pretendere la cessazione della polizza al termine di ogni anno successivo al terzo a contare dalla data di perfezionamento del contratto.
Percentuali assicurate Per ciascuna singola categoria di rischio, l’Agenzia garantisce gli investimenti mobiliari sino al 90% dell’investimento stesso, e/o dividendi fino al 450% del capitale. Per i prestiti e le garanzie sui prestiti, MIGA copre l’assicurato a concorso del 95% (percentuale eventualmente aumentabile per casi eccezionali) del capitale, e/o interessi fino al 135% del prestito. Per i contratti attinenti a prestazioni di assistenza tecnica e assimilabili, l’Agenzia assicura un massimo del 90% (aumentato al 95% in casi eccezionali) del valore totale dei pagamenti dovuti ai sensi del contratto assicurato. A prescindere dalla natura del progetto, MIGA impone una franchigia fissa a carico dell’impresa assicurata. Almeno il 5% di qualsiasi perdita rimane infatti a carico dell’investitore, che risulta così coinvolto e responsabilizzato sull’evoluzione dell’operazione principale. Non vi sono soglie minime d’accesso e pure le operazioni di taglia modesta hanno modo di beneficiare delle tutele fornite dall’Agenzia. Evidentemente, lo stabilirsi di un rapporto con MIGA è giustificato ove sia formulato un effettivo orientamento all’estero che trovi corrispondenza in un portafoglio contrattuale che nel suo insieme sia di significativo interesse. È posto invece un tetto alla copertura massima che MIGA può direttamente assicurare, pari attualmente a USD200 milioni per un singolo progetto. È peraltro possibile fare intervenire l’Agenzia anche in operazioni più importanti, ma nell’ambito di operazioni di ampia portata, che coinvolgano altri soggetti – istituzionali e privati – di assicurazione, riassicurazione e co-assicurazione. Si attiva allora il Cooperative Underwriting Program (CUP), che consente a MIGA di ripartire l’onere assicurativo della polizza in pool con altri assicuratori partecipanti.
Contatti Multilateral Investment Guarantee Agency - The World Bank Group: email:
[email protected]. website: www.miga.org Gruppo Marketing: 1818 H Street, NW – Washington, DC 20433, USA – t. 1.202.458.9292 – f. 1.202.522.2630 MIGA Application Office: Mail Stop U12-1205 – 1818 H Street NW – Washington, DC 20433, USA Fax: 1.202.522.2630
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Credit Enhancement: nuovo strumento a supporto delle Pmi SACE mette a punto la prima operazione italiana di garanzia sulla cartolarizzazione dei prestiti alle Pmi di Vittorio Anelli
C
on questa prima operazione di financial credit insurance, SACE ha voluto colmare un vuoto proprio del panorama creditizio italiano, in cui tradizionalmente le PMI, che rappresentano l’85% del nostro tessuto produttivo, presentano serie difficoltà a reperire i fondi per competere in mercati esteri sempre più concorrenziali. La cartolarizzazione dei prestiti alle PMI è da anni una realtà consolidata nella maggior parte dei Paesi europei. A oggi sono stati emessi sul mercato titoli per un valore che supera i 10 miliardi di euro e che sono garantiti dallo Stato (come il programma spagnolo FTPYME) o da società (come la tedesca Kfw) che rilasciano garanzie equivalenti a quelle dello Stato tedesco). La tipologia di iniziativa, che è in linea con i criteri di Basilea II, è molto interessante perché prevede due tipi di vantaggi per le Pmi: ● da un lato è un finanziamento chirografario, ovvero non richiede garanzie reali; ● dall’altro, ha durata quinquennale. Il passaggio dal tradizionale finanziamento a breve termine, tipico del mercato creditizio italiano, a
un finanziamento di medio termine è un’opportunità fondamentale per l’impresa che punta ad accrescere la propria competitività sui mercati esteri. L’ampliamento dell’orizzonte temporale significa una migliore pianificazione finanziaria e una maggiore efficienza negli investimenti in prodotti e processi innovativi. Condizione indispensabile rimane comunque il raggiungimento di un buon rating (o merito creditizio), condizione che risulta tutt’altro che scontata per le PMI italiane, dal momento che, secondo recenti studi, oltre il 50% di esse otterrebbe al momento un rating inferiore all’investment grade.
Come funziona Con l’adozione della legge 14 maggio 2005 n.80 (conversione del famoso “decreto competitività”), SACE è stata autorizzata a garantire i finanziamenti concessi alle PMI e i titoli emessi a seguito della cartolarizzazione di tali mutui. I prestiti garantibili da SACE devono presentare alcune precise caratteristiche: ● essere finalizzati a una attività o a un progetto di internazionalizzazione; ● essere stipulati a tassi di mercato; ● essere indirizzati a PMI (almeno
CHE COS’È Si tratta di un finanziamento chirografario, che quindi non deve essere accompagnato da garanzie reali, di durata quinquennale.
A CHI SI RIVOLGE A imprese italiane o a loro partecipate estere interessate a garantire finanziamenti (concessi dal sistema bancario) per il capitale circolante o i beni strumentali necessari per: – attività preliminari e strumentali alla fornitura di beni e servizi all’estero; – esecuzione di lavori all’estero.
I VANTAGGI OFFERTI – SACE condivide il rischio di mancato rimborso del prestito erogato con gli operatori bancari. L’intervento di SACE “libera” risorse per ulteriori impieghi. – SACE consente alle aziende italiane di non intaccare, per la quota garantita, le linee di fido complessivamente disponibili presso il sistema bancario e assicurativo.
RISCHI ASSICURABILI Rischio del credito per eventi di natura commerciale.
PERCENTUALE DI COPERTURA Di norma, SACE copre fino al 70% dell’ammontare del finanziamento.
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il 50% dei beneficiari devono essere PMI , in accordo con i criteri fissati in ambito UE; gli altri beneficiari non possono avere un fatturato superiore ai 250 milioni di euro). Il nuovo prodotto è stato inizial-
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mente testato con uno dei principali istituti di credito italiani; vista la più che favorevole accoglienza riservatagli dal mercato, SACE sta procedendo rapidamente a stipulare convenzioni con altre banche e, in breve tempo, potrà essere a disposi-
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zione di tutti gli operatori nazionali. A titolo esemplificativo, riportiamo di seguito le condizioni applicate da uno degli istituti di credito; ovviamente altre convenzioni potranno prevedere condizioni leggermente differenti.
Esempio FINANZIAMENTI CHIROGRAFARI A MEDIO TERMINE CON GARANZIA SACE SCOPO DEL MUTUO Favorire l’internazionalizzazione delle imprese italiane SOGGETTI AMMESSI Tutte le PMI esportatrici di beni e servizi italiani, fino a un fatturato massimo di 150 milioni di Euro; la quota di export deve superare il 20% del fatturato. Le aziende dovranno essere di standing creditizio buono. PROGETTI AMMESSI Tutti quelli che hanno per oggetto attività connesse, propedeutiche o strumentali al processo di internazionalizzazione. Non sono inclusi i progetti di imprese che, investendo all’estero, non prevedano il mantenimento sul territorio nazionale delle attività di ricerca, sviluppo, direzione commerciale, nonché di una parte sostanziale delle attività produttive. SPESE FINANZIABILI La Garanzia SACE può essere rilasciata esclusivamente a favore di finanziamenti finalizzati allo svolgimento di una specifica attività di internazionalizzazione: – Investimenti in Paesi esteri (joint venture, acquisizioni, partnership, ecc.) – Acquisto di impianti, macchinari, licenze, o investimenti in ricerca e sviluppo per accrescere la competitività internazionale delle imprese italiane – Attività promozionali, commerciali e distribuzione dei prodotti italiani all’estero. Non sono invece finanziabili: – spese per l’esportazione di merci – spese per l’acquisto di materie prime o semilavorati necessari all’approntamento dei beni destinati all’esportazione (in questi casi si può ricorrere all’altro strumento SACE “garanzia capitale circolante”). CONDIZIONI DEL FINANZIAMENTO L’importo del mutuo deve essere compreso tra un minimo di 100.000 Euro fino a un massimo di 7 milioni di Euro. L’importo non potrà comunque superare l’80% del fatturato estero realizzato dall’impresa nell’anno antecedente l’erogazione. La durata massima è di 60 mesi ed è previsto un periodo di preammortamento fino a 24 mesi. Il rimborso avviene in rate trimestrali. Il tasso di interesse è variabile, pari all’Euribor a 3 mesi base 365, aumentato di uno spread differenziato per classi di rating. Il mutuo sarà erogato previo rilascio di garanzia da parte di SACE. GARANZIA SACE SACE si impegna a garantire il 70% del finanziamento. Qualora le condizioni di mercato lo permettano, SACE garantisce anche i titoli collocati a seguito di una operazione di cartolarizzazione del prestito.
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STRUMENTI FINANZIARI
CREDITO ALLE IMPRESE
Strumenti innovativi per le Pmi in Sardegna La Regione avvia i bandi per la capitalizzazione delle aziende, il seed capital e i prestiti partecipativi a favore dell’avvio di nuove imprese e di potenziamento di imprese esistenti. di Gina Leo e Amedeo Sacrestano
A
ppaiono interessanti, e caratterizzati da un buon livello di innovatività, gli strumenti attivati dalla Regione Sardegna a favore delle piccole e medie imprese ed emanati in attuazione delle azioni 4.1, lettere b), d) ed e), del POR 2000-2006. La finalità generale perseguita da tutti gli interventi elencati è quella di favorire un rafforzamento competitivo del tessuto imprenditoriale locale, attraverso il miglioramento delle condizioni dell’ambiente economico, l’irrobustimento dei mercati finanziari e la maggiore efficienza degli operatori coinvolti. Condizioni, queste, che potranno essere raggiunte offrendo alle realtà imprenditoriali la possibilità di intraprendere processi di rafforzamento della struttura del capitale, grazie al sostegno di specifici fondi che favoriscano la partecipazione temporanea di soggetti pubblici al capitale di rischio o stimolino operazioni di prestito partecipativo. Con ciò, viene garantita un’opportunità di non poco conto ai soggetti economici che intendono investire in Sardegna, soprattutto se si considerano le difficoltà che, in genere, le piccole imprese affrontano per poter accedere alle concessioni di credito ordinario presso gli istituti bancari.
La dotazione finanziaria complessivamente stanziata ammonta a 11.575.000 euro, così ripartiti tra le tre misure: 1. € 4.050.000 a favore dell’azione 4.1 b (ex 4.1 d), che contempla le operazioni di partecipazione al capitale di rischio di imprese industriali e di servizi costituite nelle forme di società di capitali (incluse le aziende cooperative), al fine di garantire alle stesse una struttura finanziaria equilibrata e adeguata a nuovi programmi di investimento; 2. € 5.500.000,00 per l’azione 4.1 d (ex 4.1 e), che prevede la concessione di prestiti partecipativi alle stesse tipologie di imprese ricomprese nella precedente azione; 3. € 2.025.000,00 per l’azione 4.1 e (ex 4.1 c), che ha come fine il sostegno alla nascita di nuove piccole e micro imprese industriali innovative e competitive attraverso operazioni di partecipazione di minoranza al capitale sociale ed, eventualmente, tramite erogazione di contributi in conto interessi su finanziamenti a medio-lungo termine. Per le finalità previste da ciascuna misura, sono stati costituiti appositi Fondi, alimentati da risorse sia pubbliche che private e gestiti da
INTERVENTI Si tratta di tre interventi previsti dal Programma Operativo Regionale 2000-2006: – azione 4.1b) Fondi per la capitalizzazione delle PMI – azione 4.1d) Prestiti partecipativi alle PMI – azione 4.1e) Fondi seed capital per l’avviamento di nuove imprese.
SCOPO Facilitare la capitalizzazione delle piccole realtà imprenditoriali e la ricerca di fonti di finanziamento a fronte di programmi di investimento promossi dalle stesse.
MECCANISMO Acquisto di partecipazioni di minoranza (e per un arco temporale specifico) nel capitale di rischio delle imprese di piccola e media dimensione o concessione di prestiti partecipativi per il tramite dell’istituto gestore dei Fondi, Sfirs spa.
BENEFICIARI PMI industriali che non versino in stato di difficoltà economica e operanti nei seguenti settori di attività di cui alla classificazione ISTAT 1991: – sezione C; – sezione D; – imprese fornitrici di servizi ausiliari alle imprese industriali. Per l’azione seed capital i benefici sono rivolti esclusivamente alle categorie piccole e micro imprese, così come definite dalla normativa comunitaria vigente.
STRUMENTI FINANZIARI
banche e società finanziarie. Per i bandi in commento l’istituto responsabile è individuato nella Sfirs S.p.a. (Società finanziaria industriale rinascita Sardegna), alla quale andranno inoltrate le relative istanze, complete della documentazione richiesta.
I soggetti beneficiari Beneficiarie dei fondi sono le PMI industriali (così come definite dalla normativa comunitaria) che non versino in stato di difficoltà economica e operanti nei settori ricompresi nelle sezioni C e D della classificazione ISTAT 1991, nonché le imprese fornitrici di servizi ausiliari alle imprese industriali. Per gli interventi di seed capital, fermo restante i settori agevolabili, i soggetti destinatari sono individuati nelle sole piccole e micro imprese. Per quanto concerne, invece, la trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli, rientranti nell’allegato I del Trattato CE, il regime è applicato nel pieno rispetto dei limiti e dei vincoli previsti dalle disposizioni comunitarie in materia. In ogni caso, nessun sostegno potrà essere concesso ai lavori iniziati o azioni intraprese prima che la domanda di ammissione sia stata presentata all’Istituto gestore e approvata dallo stesso con atto giuridicamente vincolante.
CREDITO ALLE IMPRESE
do progetto di sviluppo documentato da un dettagliato business plan ed esclusivamente in occasione di un aumento del capitale sociale.
quisire a proprio carico quote di partecipazione pari ad almeno al 3% dell’ammontare della sottoscrizione del capitale per ogni impresa.
L’intervento del fondo verrà commisurato alle effettive esigenze di crescita espresse dall’impresa istante, a seguito di un’attenta valutazione della struttura patrimoniale e finanziaria e, comunque, a integrazione del capitale sociale e degli eventuali fondi di riserva. In ogni caso, la partecipazione al capitale sociale avverrà attraverso la sottoscrizione di nuove quote o azioni di minoranza, esclusivamente mediante il versamento di denaro liquido. L’importo della stessa non potrà essere, difatti, inferiore al 15% e superiore al 30% del capitale dell’impresa richiedente ed eccedere la soglia di € 500.000,00. La partecipazione avrà, inoltre, carattere temporaneo, in quanto dovrà essere smobilizzata, al valore di mercato, dopo cinque anni dalla data della relativa assunzione. Tale limite temporale non opera con riferimento alla quota del 3% posta a carico dell’ente gestore. Quest’ultimo, infatti, ai sensi delle direttive che regolamentano le modalità operative della misura dovrà partecipare ai fondi stessi nella misura del 35% della dotazione finanziaria complessiva, e ac-
Per tutta la durata della partecipazione, le imprese beneficiarie non potranno ricevere nessun altro aiuto al capitale da parte di altri Fondi costituiti con risorse pubbliche, mentre potranno accedere, relativamente al medesimo progetto di investimento, a sussidi concessi ad altro titolo (esempio aiuti a finalità regionale), limitatamente al 50% dell’intensità del regime considerato.
2. “Prestiti partecipativi alle PMI”. L’intervento inerente la misura 4.1 d) è diretto alla concessione di prestiti partecipativi alle imprese che propongono un valido programma di investimento consistente nella costruzione di un nuovo impianto produttivo, ampliamento, ammodernamento, ristrutturazione, riconversione o riattivazione di nuclei esistenti. Anche in questo caso, l’entità del finanziamento è commisurata alle effettive esigenze di sviluppo dei proponenti, sulla base della valutazione della struttura patrimoniale e finanziaria complessiva dell’impresa, confermando la sua natura integrativa del capitale sociale e degli eventuali fondi di riserva.
Azione 1 “Fondi per la capitalizzazione delle PMI”
Le azioni 1. “Fondi per la capitalizzazione delle PMI”. L’Azione 4.1 b è volta all’acquisizione, da parte dell’Istituto gestore del “Fondo per la capitalizzazione delle PMI”, di una partecipazione al capitale sociale dell’impresa beneficiaria. L’operazione potrà essere effettuata solo in un’azienda in fase di costituzione, di avviamento o di espansione, impegnata in un vali-
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Capitalizzazione delle PMI
Acquisizione, da parte dell’Istituto gestore del Fondo, di una partecipazione al capitale sociale dell’impresa beneficiaria con le seguenti caratteristiche: – compresa tra il 15 e il 30% del capitale sociale; – di importo non superiore a € 500.000; – commisurata alle effettive esigenze di sviluppo dell’impresa; – temporanea, da svincolare dopo 5 anni.
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STRUMENTI FINANZIARI
CREDITO ALLE IMPRESE
Sono ammissibili i programmi di spesa che prevedono le seguenti categorie di costo: ● investimenti materiali quali terreni (fino a un massimo del 10% delle spese ammissibili), edifici, macchinari e impianti, progettazioni e studi (progettazioni ingegneristiche riguardanti le strutture dei fabbricati, i collaudi, gli oneri per le concessioni edilizie) e investimenti immateriali quali i costi di acquisizione delle tecnologie; ● valutazioni di impatto ambientale, studi di fattibilità economico-finanziaria e consulenze legali (escluse quelle per contenzioso) tecniche e finanziarie, purché non si tratti di servizi continuativi o periodici, né connessi alle normali spese di funzionamento dell’impresa, fino a un massimo del 50% del costo dei servizi stessi. Principale vincolo a carico del beneficiario è l’obbligo di non distogliere dall’uso previsto (senza esplicita autorizzazione dell’Assessorato dell’Industria), per un periodo di almeno 5 anni dalla data di inizio di erogazione dell’agevolazione, i macchinari, gli impianti, le attrezzature e i beni immateriali ammessi e, per almeno 10 anni, le opere edilizie. Gli investimenti dovranno, inoltre, essere mantenuti sul territorio regionale per almeno 5 anni. L’importo del finanziamento concedibile non potrà superare il 50% delle spese ammissibili, in considerazione anche delle intensità di aiuto fissate dalla Comunità europea per la Regione Sardegna. Massimali che dovranno essere rispettati in caso di cumulo con altre agevolazioni. L’impresa dovrà, inoltre, partecipare all’investimento con mezzi propri nella misura del 30% delle spese ammissibili. Per quanto riguarda le condizioni
di erogazione del finanziamento, il tasso annuale di interesse applicato è composto dalla somma di: ● una quota fissa, pari al 60% del tasso variabile EURIBOR a 3 mesi con scadenza 360 giorni, calcolato come media aritmetica nell’ambito del semestre precedente la scadenza della rata; ● una quota variabile commisurata al risultato della gestione dell’impresa beneficiaria, sulla base dei dati del bilancio approvato nell’esercizio precedente. La corretta determinazione della quota variabile sarà determinata sulla base del rapporto utili/mezzi propri, intendendosi al numeratore l’utile conseguito al lordo di imposte e tasse, degli interessi gravanti sul prestito partecipativo e al netto degli ammortamenti ordinari. Al denominatore, invece, va considerata la somma del capitale sociale, del prestito partecipativo in linea capitale e delle riserve (con esclusione degli eventuali contributi a fondo perduto incassati). In ogni caso, il tasso comprensivo della quota fissa e di quella variabile, non potrà superare la medesima parte fissa aumentata di 2,5 punti. La restituzione del finanziamen-
to in linea capitale dovrà avvenire, da parte dei soci, mediante versamenti semestrali o annuali posticipati, secondo un apposito piano di ammortamento con durata non superiore a 8 anni, compreso un anno di preammortamento e di utilizzo. In questo modo, i soci si surrogheranno al credito vantato dal Fondo nei confronti della società finanziata, con il conseguente obbligo di utilizzare le relative poste contabili a loro credito, per aumentare, del corrispondente importo, il capitale sociale. In caso di inadempienza o in ipotesi di riduzione volontaria del capitale sociale per esuberanza nel quinquennio successivo, il Fondo potrà addebitare alla società beneficiaria e ai suoi soci una penale di importo pari alla differenza tra la misura degli interessi corrisposti durante la vigenza del finanziamento e quella che sarebbe risultata qualora fosse stato applicato, sin dall’origine e per lo stesso periodo, il tasso di riferimento nominale pieno. L’impresa che ricorre ai prestiti partecipativi dovrà necessariamente essere assistita da garanzie reali e/o personali dei soci, idonee a coprire, per capitale e interessi, il rischio dell’operazione.
Azione 2 “Prestiti partecipativi alle PMI”
Prestiti partecipativi alle PMI
Il Prestito partecipativo è concesso alle imprese impegnate in un valido programma di investimenti alle seguenti condizioni: – copertura, 50% delle spese ammissibili; – tasso annuale composto dalla somma di una parte fissa (60% del tasso variabile EURIBOR a 3 mesi) e una parte variabile (commisurata al risultato della gestione dell’impresa); – durata massima di 8 anni, comprensivo di 1 anno di preammortamento; – rate semestrali o annuali.
STRUMENTI FINANZIARI
3. “Fondi di seed capital per l’avviamento di nuove imprese”. L’Azione 4.1 interviene attraverso l’assunzione di partecipazioni al capitale sociale di imprese in fase di creazione che necessitano di un sostegno finanziario per la realizzazione di nuovi processi produttivi o la definizione di nuove strategie commerciali, connessi e commisurati a specifici programmi di investimento, al fine di favorirne un’adeguata capitalizzazione nella fase di avviamento (start-up). Il fondo seed capital, in particolare, è diretto alle piccole e micro imprese industriali “innovative” e “competitive” e prevede non solo operazioni di partecipazione di minoranza al capitale sociale, ma anche contributi in conto interessi su finanziamenti a medio-lungo termine, eventualità quest’ultima operativa solo se residuano le risorse stanziate di esclusiva pertinenza pubblica. Anche in questo caso, l’acquisizione delle partecipazioni dovrà rispettare i limiti di importo e temporali imposti dalle relative direttive applicative. In particolare, l’assunzione di quote di capitale sociale a carico del Fondo nell’ambito dell’impresa istante – attraverso la sottoscrizione e il versamento di quote di capitale sociale deliberato – non potrà essere inferiore al 20% e non superiore al 49%, per un importo massimo di 500.000,00 euro. La partecipazione dovrà, inoltre, essere smobilizzata dopo cinque anni dalla data dell’acquisizione (a eccezione del 3% previsto, anche per il seed capital, a carico dell’Istituto gestore del fondo). La concessione del contributo in conto interessi – pari al 64% del tasso di riferimento su operazioni di finanziamento a medio e lungo termine relative ai programmi di
CREDITO ALLE IMPRESE
investimento proposti – come detto, sarà possibile solo nel caso in cui le risorse non fossero completamente esaurite con gli interventi di partecipazione al capitale. L’importo del finanziamento, a fronte del quale è concedibile l’aiuto, non potrà essere superiore al 70% degli investimenti lordi agevolati, mentre la durata è fissata in 10 anni di cui massimo 3 per utilizzo e preammortamento, da restituire in rate semestrali di capitale e di interessi. Il tasso di riferimento utilizzato per il calcolo del contributo è quello fissato per le operazioni di credito agevolato nel settore industriale, del turismo e del commercio. Esso è costituito dalla somma di due valori: ● costo della provvista determinato secondo i criteri stabiliti con il D.M. del 21 dicembre 1994 (pubblicato nella GU n. 304 del 30 dicembre 1994); ● commissione per oneri di intermediazione definita annualmente con Decreto del Ministero
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dell’Economia e delle Finanze. Sono agevolabili le stesse spese previste per la misura relativa ai prestiti partecipativi, con i medesimi obblighi contemplati a carico delle imprese in termini di destinazione d’uso dei beni finanziati e di misura minima di apporto di mezzi propri. Le imprese beneficiarie, inoltre, non potranno ricevere nessun altro aiuto al capitale da parte di altri Fondi costituiti con risorse pubbliche, mentre potranno ricevere, relativamente al progetto di investimento agevolato, sussidi concessi ad altro titolo, limitatamente al 50% dell’intensità del regime considerato.
Procedura di accesso Le domande di partecipazione dovranno pervenire entro il 29 marzo 2006 alla “Sfirs S.p.A.”, via S. Margherita, 4, 09124 Cagliari, alla quale è affidata la gestione dei Fondi e l’attività d’istruttoria e di valutazione dei progetti di investimento. In caso di insufficienza di risorse, le iniziative verranno agevolate nel
Azione 3 “Fondi di seed capital”
Interventi di seed capital
1. Acquisizione, da parte dell’Istituto gestore del Fondo, di una partecipazione al capitale sociale dell’impresa beneficiaria con le seguenti caratteristiche: – compresa tra il 20 e il 49% del capitale; – di importo non superiore a € 500.000; – commisurata alle effettive esigenze di sviluppo dell’impresa; – temporanea, da svincolare dopo 5 anni. 2. Eventuale concessione di un contributo in conto interessi: – tasso pari al 64% di quello di riferimento; – importo del finanziamento, massimo il 70% degli investimenti agevolabili; – durata massima, 10 anni di cui 3 per preammortamento, – rate semestrali.
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STRUMENTI FINANZIARI
CREDITO ALLE IMPRESE
rispetto dell’ordine cronologico di presentazione delle domande. Il processo di valutazione prevede due distinte fasi. 1. La prima – che dovrà concludersi entro 30 giorni dalla scadenza – contempla la formulazione, da parte dell’istituto gestore, di una proposta di ripartizione delle risorse finanziarie tra le istanze pervenute, in base anche al punteggio conseguito dalle priorità specificamente individuate dalle direttive e dagli ulteriori criteri da indicare in domanda. Per gli interventi consistenti nel-
la capitalizzazione delle imprese (Azione 4.1 b), sarà data priorità alle iniziative appartenenti ai settori informatico, telematico, elettronico, della bioingegneria, biotecnologia e farmacologia. Relativamente alle operazioni consistenti in prestiti partecipativi e in interventi di seed capital (azioni 4.1 d e 4.1 e), invece, avranno una posizione di favore le imprese dei settori informatico, telematico e delle nuove tecnologie. Le ulteriori priorità fissate per tutti e tre i bandi sono indicate nella tabella.
2. A seguito dell’approvazione della proposta da parte dell’Assessorato dell’Industria, l’istituto gestore provvede a richiedere alle imprese beneficiarie i documenti e gli elementi patrimoniali e finanziari, al fine di condurre – ed è questa la seconda fase del processo di valutazione – una dettagliata analisi istruttoria sulla validità degli investimenti tecnici programmati, sulla situazione societaria e sull’affidabilità e rispondenza patrimoniale dei soci, che si concluderà con l’emanazione del relativo decreto di concessione.
I criteri di priorità (uguali per tutti i bandi) DESCRIZIONE
PUNTEGGIO
Indicatore n. 1 Progetto finanziato nell’ambito di un PIA e/o di un contratto di investimento di localizzazione Altri progetti
10 punti 0 punti
Indicatore n. 2 Impresa le cui quote di partecipazione sono detenute per almeno 2/3 da donne e per almeno 2/3 da giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni
15 punti
Impresa le cui quote di partecipazione sono detenute per almeno 2/3 da donne
10 punti
Impresa le cui quote di partecipazione sono detenute per almeno 2/3 da giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni
10 punti
Altre imprese
0 punti
Indicatore n. 3 Imprese appartenenti ai settori informatico, telematico e delle nuove tecnologie (per le imprese che ricorrono ai fondi di capitalizzazione, i settori informatico, telematico, elettronico, della bioingegneria, biotecnologia e farmacologia) Altre imprese
15 punti
0 punti
Indicatore n. 4 Imprese dotate di certificazione ambientale di processo (ISO 14001, EMAS ecc.) e/o di prodotto (ECOLABEL, ecc.) e/o facenti parte di un consorzio certificato
15 punti
Impresa che utilizza o intende utilizzare materiali e tecnologie di intervento compatibili con l’ambiente e il paesaggio
15 punti
Imprese che intendono dotarsi, entro la conclusione del periodo di partecipazione del Fondo, di certificazione ambientale di processo (ISO 14001, EMAS ecc.) e/o di prodotto (ECOLABEL, ecc.) e/o che intendono aderire a un consorzio certificato
8 punti
Altre imprese
0 punti
Agevolazioni per il lavoro
IN SINTESI
AGEVOLAZIONI
NORMA D.Lgs. 23 febbraio 2000, n. 38, art. 23 D.Lgs. 626/1994
BENEFICIARI PMI del settore agricolo e artigianale intenzionate ad adeguare le strutture e l’organizzazione alle normative di sicurezza e igiene del lavoro
AGEVOLAZIONE Il beneficio si declina in due diverse modalità: – finanziamento in conto interessi, che consiste in un contributo pari al totale dei costi per interessi relativi al finanziamento agevolato concesso dagli Istituti di credito convenzionati e indicati nello stesso bando; – finanziamento in conto capitale, che consiste in un contributo erogato dall’INAIL a programmi di adeguamento che abbiano già ottenuto il finanziamento in conto interessi
AMBITO D’APPLICAZIONE Il contributo erogato dall’INAIL alle imprese ammesse è destinato al parziale rimborso, nei limiti previsti, degli importi da restituire alle banche a seguito della concessione del finanziamento agevolato con contributo in conto interessi
PROCEDURA – Le domande relative al finanziamento in conto interessi devono essere presentate direttamente alla sede INAIL di competenza territoriale dell’unità produttiva alla quale si riferisce il programma, entro il termine di 30 giorni dalla scadenza del 45° giorno successivo alla data di pubblicazione di un comunicato relativo al presente bando nella Gazzetta Ufficiale
L’INAIL finanzia la sicurezza nei luoghi di lavoro Le PMI che vogliono usufruire del contributo INAIL previsto per adeguarsi alle normative in vigore potranno presentare domanda dopo la pubblicazione del bando nella Gazzetta Ufficiale di Luca Vannoni
I
l regolamento di cui al D.Lgs. 23 febbraio n. 38/2000, articolo 23 (Decreti del Ministro del Lavoro del 15 settembre 2000 e del 7 febbraio 2001), oltre alle diverse misure premiali – che in virtù dell’andamento infortunistico, ovvero degli investimenti in materia di sicurezza fanno oscillare il tasso INAIL – contiene norme finalizzate all’attuazione degli interventi in materia di sicurezza e igiene del lavoro, mediante il finanziamento in conto interessi e in conto capitale da parte dell’INAIL. L’art. 2 del regolamento prevede due diverse tipologie di intervento: a) programmi di adeguamento delle strutture e dell’organizzazione alle normative di sicurezza e igiene del lavoro delle piccole e medie imprese (PMI) e del settore agricolo e artigianale, in attuazione del D.Lgs. n. 626/94 e successive modificazioni; b) progetti per favorire l’applicazione degli articoli 21 e 22 del
D.Lgs. n. 626/94 e successive modificazioni, anche tramite la produzione di strumenti e prodotti informatici, multimediali, grafico-visivi e banche dati, da rendere disponibili per chiunque, in forma gratuita o a costo di produzione. Il bando 2006 in oggetto riguarda la lettera a).
I soggetti destinatari Il beneficio riguarda le PMI del settore agricolo e artigianale, così come individuate dai criteri previsti dal DM 18 aprile 2005. L’art. 2 di tale norma stabilisce infatti che sono PMI le aziende in possesso di entrambi i seguenti requisiti: a) hanno meno di 250 occupati; b) hanno un fatturato annuo non superiore a 50 milioni di euro, oppure un totale di bilancio annuo non superiore a 43 milioni di euro. I due requisiti di cui alle lettere a) e b) sono cumulativi.
SCHEDA DI VALUTAZIONE
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
DIFFICOLTÀ È necessario che i progetti soddisfino gli assi di finanziamento previsti dalla legge
TEMPI Il timing è determinato dall’approvazione della domanda e dall’istruzione della pratica bancaria
COSTI Sono a carico delle imprese gli eventuali interessi di mora, gli oneri fiscali e quelli relativi alla stipula, con la banca, del contratto di finanziamento agevolato, i costi relativi alla concessione e al perfezionamento delle garanzie richieste dagli Istituti di credito a fronte del finanziamento agevolato, nonché le eventuali commissioni per rimborso anticipato del finanziamento stesso da parte delle imprese
PROBABILITÀ Certa, nei limiti della copertura finanziaria prevista
RISORSE FINANZIARIE
IN DETTAGLIO
Per i contributi in conto interessi le risorse disponibili per il presente bando destinate ai programmi di adeguamento – complessivamente pari a 60.373.878 euro – sono indicate, a livello regionale, in allegato al provvedimento
NORMATIVA
Per fatturato s’intende l’importo netto del volume d’affari che comprende gli importi provenienti dalla vendita di prodotti e dalla prestazione di servizi rientranti nelle attività ordinarie della società, diminuiti degli sconti concessi sulle vendite, nonché dell’imposta sul valore aggiunto e delle altre modalità di tassazione direttamente connesse al volume d’affari. Il numero di occupati corrisponde alle unità-lavorative-anno (ULA), cioè alla media mensile di dipendenti a tempo pieno nell’arco di 12 mesi, mentre qui lavoratori a tempo parziale e gli stagionali rappresentano frazioni di ULA.
Il finanziamento in conto interessi Il finanziamento in conto interessi dei programmi di adeguamento in favore di ciascuna impresa si concretizza attraverso l’apertura di una linea di credito da parte di Istituti bancari convenzionati (v. box) per la realizzazione dei seguenti assi di finanziamento previsti dall’art. 7: 1. eliminazione di macchine prive di marcatura CE e loro sostituzione con macchine marcate CE, comprese le macchine per il sollevamento e la movimentazione dei carichi e quelle escluse dal
D.Lgs. 23 febbraio 2000, n. 38, art. 23 D.Lgs. 626/1994 DM 18 aprile 2005 DDMM 15 settembre 2000 e 7 febbraio 2001
●
MODULISTICA
●
http://www.inail.it/prevenzionerischio/incentivi.htm
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INFORMAZIONI http://www.inail.it/prevenzionerischio/incentivi.htm
campo di applicazione del D.Lgs. n. 459/96, articolo 1, comma 5, lettera n); 2. acquisto, installazione, ristrutturazione e/o modifica di impianti, apparecchi e dispositivi per: l’incremento del livello di sicurezza contro gli infortuni; riduzione dell’esposizione dei lavoratori ad agenti chimici, fisici e biologici; l’eliminazione o la riduzione dell’impiego di sostanze pericolose dal ciclo produttivo; 3. installazione di dispositivi di monitoraggio dello stato dell’ambiente di lavoro al fine di controllare l’esposizione dei lavoratori ad agenti chimici, fisici e biologici; 4. ristrutturazione e/o modifica strutturale degli ambienti di lavoro; 5. implementazione di sistemi di gestione aziendale della sicurezza secondo parametri conformi alla normativa internazionale. Il finanziamento in conto interessi è compreso tra un limite minimo di 10.329 euro e un massimo di 154.937 euro, a eccezione del suindicato asse 5. Sono ammissibili i costi di progettazione per gli interventi per i quali si richiede il finanziamento (a esclusione dell’asse n. 1), che non eccedano il 10% dell’importo complessivo richiesto. Per quanto riguarda il secondo e il
Le banche convenzionate ● ●
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Artigiancassa – Cassa per il Credito alle Imprese Artigiane s.p.a., Banca Nazionale del Lavoro s.p.a., Banca Monte dei Paschi di Siena s.p.a., ICCREA Banca s.p.a., Unicredit Banca s.p.a., Unicredit Banca d’impresa s.p.a., Banca Toscana s.p.a., Banca Agricola Mantovana s.p.a., Banca Cariprato – Cassa di Risparmio di Prato s.p.a., Banca Cassa di Risparmio di San Miniato s.p.a., Banca Monte Parma s.p.a., Banca Popolare di Spoleto s.p.a.
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
terzo punto, sono considerati ammissibili i costi per le opere edili strettamente necessarie e correlate con la realizzazione degli interventi previsti nei punti citati. Sono invece esclusi: ● l’acquisto di dispositivi di protezione individuale; ● l’acquisto di macchine destinate a essere incorporate o assemblate con altre apparecchiature per raggiungere un risultato determinato, o che siano disposte e comandate per avere un funzionamento solidale; ● l’acquisto di qualsiasi genere di automezzo per il trasporto di persone e/o merci, impianti a fune per il trasporto di persone, mezzi di trasporto per vie d’acqua e/o aereo; ● il costo del personale interno all’impresa impegnato nella realizzazione del programma, a eccezione, entro un limite massimo di 100 milioni, degli interventi previsti dal quinto punto (implementazione di sistemi di gestione aziendale della sicurezza secondo parametri conformi alla normativa internazionale). Si ricorda che rimangono a carico delle imprese gli eventuali interessi di mora, gli oneri fiscali e quelli relativi alla stipula con la banca del contratto di finanziamento agevolato, i costi relativi alla concessione e perfezionamento delle garanzie richieste dagli Istituti di credito a fronte del finanziamento agevolato nonché le eventuali commissioni per il rimborso anticipato del finanziamento stesso da parte delle imprese. A tal fine, l’impresa richiedente dovrà indicare, nelle apposite sezioni della domanda di finanziamento, la banca, da scegliere esclusivamente fra quelle convenzionate, presso cui s’intende richiedere il fi-
nanziamento agevolato. Non è ammessa la modifica dell’Istituto di credito indicato nella domanda.
Come presentare la domanda. Per accedere al finanziamento in conto interessi, l’impresa deve seguire i seguenti passi: ● la domanda relativa al finanziamento in conto interessi dei programmi di adeguamento – disponibile presso le sedi INAIL (il software per la compilazione della domanda potrà anche essere scaricato dal sito www.inail.it) – deve essere redatta mediante l’apposito CD-Rom che consente una compilazione “guidata”; ● il file prodotto, contenente la domanda di finanziamento, dovrà essere presentato direttamente – via Internet o trasmesso per posta – alla Sede dell’Istituto (fra quelle indicate per ciascuna Regione nell’elenco allegato al presente bando), nel cui ambito di competenza territoriale è localizzata l’unità produttiva alla quale si riferisce il programma; ● la domanda dovrà essere presentata nel termine di 30 giorni, decorrenti dalla scadenza del 45° giorno successivo alla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana di un apposito comunicato, relativo al presente bando; ● è tassativamente richiesto il rispetto di tale termine, pena l’esclusione della domanda; ● nei casi di domande inviate via posta e di conferma di domande trasmesse via Internet, farà fede, ai fini del rispetto dei predetti termini, la data di spedizione marchiata sul timbro postale. I finanziamenti agevolati saranno erogati dagli Istituti di credito alle imprese in coincidenza di quattro scadenze previste per la fine del sesto mese, del 12° mese, del
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18° mese e del 24° mese dalla data di apertura della linea di credito.
Il finanziamento in conto capitale Il finanziamento in conto capitale consiste in un ulteriore contributo erogato dall’INAIL a programmi di adeguamento, di particolare valenza e qualità, estensibili ad altre realtà produttive che abbiano già ottenuto il finanziamento in conto interessi, ricompresi in uno o più degli assi di finanziamento indicati. Tale contributo è destinato al parziale rimborso, entro i suddetti limiti, degli importi che le imprese devono restituire agli Istituti di credito a seguito della concessione del finanziamento agevolato con contributo in conto interessi da parte dell’INAIL. Nell’apposita sezione della domanda di finanziamento in conto interessi, le imprese dovranno precisare se intendono fruire, per programmi ricompresi in uno o più degli assi di finanziamento che abbiano caratteristiche di particolare valenza e qualità ai fini prevenzionali e di estensibilità ad altre realtà produttive, anche dell’ulteriore finanziamento in conto capitale.
Come richiedere il finanziamento. Alle imprese che abbiano espresso tale indicazione nella domanda e il cui programma sia stato ammesso al contributo in conto interessi, sarà trasmessa, unitamente alla comunicazione di ammissione al finanziamento in conto interessi, l’apposita modulistica per la presentazione della richiesta di finanziamento in conto capitale e della documentazione tecnica utile alla valutazione delle caratteristiche del programma, secondo i criteri di qualità tecnica e organizzativa precisati dall’articolo 17 del Regolamento.
IN SINTESI
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
NORMA Art. 11, D.Lgs. 446/1997, come modificato dall’art. 1, cc. 347 e 348, della L. 311/2004, a sua volta modificata dall’art. 11-ter del D.L. 35/2005 (L. 80/2005)
BENEFICIARI Tutti i datori di lavoro con esclusione delle Amministrazioni pubbliche
AGEVOLAZIONE Il beneficio consiste nell’escludere dalla base imponibile IRAP il costo del lavoro dei lavoratori assunti, nei 3 periodi d’imposta successivi a quelli in corso al 31-12-2004, con contratto a tempo indeterminato a condizione che alla fine di ciascun anno si sia verificata occupazione aggiuntiva rispetto all’anno precedente
LIMITE DEL BENEFICIO Il limite di deducibilità è fissato in massimo € 20.000 per ciascun nuovo assunto e comunque, complessivamente, non superiore alla differenza del costo complessivo del lavoro rispetto all’anno precedente
DURATA Il beneficio è applicabile fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2008
PROCEDURA Per applicare il beneficio occorre aver effettuato, nel periodo agevolato, nuove assunzioni a tempo indeterminato e aver effettuato, alle singole verifiche annuali, un incremento occupazionale con riferimento ai lavoratori titolari di contratto a tempo indeterminato
DECADENZA DAL BENEFICIO Il datore di lavoro decade dal beneficio se non risulta un incremento occupazionale anche con riferimento alla forza complessiva aziendale
La riduzione dell’IRAP favorisce le nuove assunzioni L’Agenzia delle Entrate ha fornito, a seguito dell’autorizzazione dell’Unione Europea, le istruzioni operative per l’esclusione del costo del lavoro, relativo ai nuovi assunti a tempo indeterminato, dalla base imponibile IRAP di Gabriele Bonati
L’
Agenzia delle Entrate, con la circolare n. 7 del 13 febbraio 2006, ha fornito, a seguito dell’autorizzazione della Commissione dell’Unione Europea dell’8-122005, le istruzioni operative per l’applicazione delle disposizioni introdotte dalla Finanziaria 2005 (art. 1, cc. 347 e 348 della L. 311/2004 e successive modificazioni) in materia di deduzione dalla base imponibile IRAP del costo del personale assunto a tempo indeterminato nel periodo agevolato. Esaminiamone di dettagli.
Le modalità di deduzione La struttura del beneficio. Il benefico è rappresentato da una deduzione (costo del lavoratore, entro i limiti fissati dalla norma e nel rispetto delle condizioni ivi previste) dalla base di calcolo del tributo regionale IRAP. I destinatari del beneficio. Sono ammessi a fruire dell’agevolazione in argomento i soggetti indicati nell’art. 3, c. 1, lettere da a) a e), del D.Lgs. 446/1997, vale a dire tutti i datori di lavoro con esclusione delle Amministrazioni Pubbliche con riferimento sia alle
attività istituzionali sia alle eventuali attività commerciali rese da tali soggetti.
La durata del beneficio. L’agevolazione è concessa, fino al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2008, ai soggetti che incrementano, in ciascuno dei tre periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2004, il numero dei dipendenti con contratto a tempo indeterminato, sia a tempo pieno sia a tempo parziale, rispetto al numero dei dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupati (media aritmetica: i part time contano in proporzione; gli stagionali in misura proporzionale al periodo di lavoro prestato; gli intermittenti in proporzione alle ore lavorate nel semestre precedente) nel periodo d’imposta precedente a quello per il quale si intende fruire della deduzione L’incremento occupazionale va considerato al netto delle diminuzioni occupazionali verificatesi in società controllate o collegate (art. 2359 C.C.) o facenti capo, anche per interposta persona, allo stesso soggetto. Per gli enti privati (diversi da società, residenti in Italia, che non
IN DETTAGLIO
SCHEDA DI VALUTAZIONE
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
DIFFICOLTÀ Le difficoltà riguardano la corretta applicazione delle condizioni legislative e di quelle operative contenute nella circolare dell’Agenzia delle Entrate
COSTI Nessuno
PROBABILITÀ Certa se sono state osservate le condizioni di legge
NORMATIVA Art. 11, D.Lgs. 446/1997, come modificato dall’art. 1, cc. 347 e 348, della L. 311/2004, a sua volta modificata dall’art. 11-ter del D.L. 35/2005 (L. 80/2005) Circolare Agenzia delle Entrate n. 7, 13-2-2006
MODULISTICA Il beneficio è applicabile in sede di Dichiarazione IRAP, persone fisiche, società di persone e società di capitali
PER INFORMAZIONI – www.agenziaentrate.it – modulistica, modelli di dichiarazione, IRAP
hanno come oggetto esclusivo e principale l’esercizio di attività commerciale) e le società e gli enti di ogni tipo, con o senza personalità giuridica, non residenti nel territorio dello Stato (art. 73, c. 1. lettere c) e d), del TUIR), la base occupazionale va riferita al personale dipendente con contratto a tempo indeterminato impiegato nell’attività commerciale e la deduzione spetta solo con riferimento all’incremento dei lavoratori utilizzati nell’esercizio di tale attività. Nelle ipotesi, invece, di imprese di nuova costituzione non rilevano gli incrementi occupazionali derivanti dallo svolgimento di attività che assorbono anche solo in parte attività di imprese giuridicamente preesistenti, a esclusione delle attività a limite numerico o di superficie. Nel caso di impresa subentrante a un’altra nella gestione di un servizio pubblico, anche gestito da privati, la deducibilità in commento spetta limitatamente al numero di lavoratori assunti in più rispetto a quello dell’impresa sostituita.
Decadenza. Si decade dal beneficio se nei periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2004 il numero dei lavoratori dipendenti (tutti, non solo quelli con contratto a tempo indeterminato) risulti inferiore o pari rispetto al numero degli stessi lavoratori mediamente occupati in tale periodo d’imposta. La predetta decadenza non pregiudica però l’applicazione del beneficio per i successivi neo assunti a tempo indeterminato in soprannumero.
Condizioni. L’applicazione della deduzione è condizionata al rispetto delle seguenti condizioni:
●
●
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occorre effettuare nuove assunzioni a tempo indeterminato in soprannumero nei 3 periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31-12-2004. Per i periodi d’imposta coincidenti con l’anno solare i tre periodi d’imposta interessati sono quindi rappresentati dal 2005, 2006 e 2007; detto incremento deve risultare alla fine del periodo d’imposta interessato.
L’Agenzia delle Entrate ha precisato che è sufficiente che dal predetto confronto scaturisca una differenza positiva (anche in misura decimale) per dare il diritto all’azienda di applicare il beneficio per tutte le nuove assunzioni effettuate nel periodo d’imposta. La circolare precisa inoltre che nell’ipotesi in cui il nuovo lavoratore venga assunto e licenziato (o risolva il rapporto di lavoro) nel corso del medesimo periodo d’imposta, in relazione allo stesso non si renderà applicabile l’agevolazione. Non rilevano invece le assunzioni che verranno effettuate nel periodo d’imposta 2008. In tale periodo d’imposta sarà possibile applicare il beneficio per i rapporti instaurati in soprannumero nei tre precedenti periodi.
Ammontare massimo deducibile. La deducibilità dalla base imponibile è rappresentata dal costo del personale agevolabile (assunto a tempo indeterminato) sostenuto nell’anno con un massimo € 20.000 annui per ciascun nuovo dipendente assunto e nel limite dell’incremento complessivo del costo del personale classificabile nell’art. 2425 del cc., c. 1, lettera b), numeri 9) e 14). Conseguentemente la deduzione sarà pari al minor valore tra: ● il costo effettivo del personale
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
Calcolo dei dipendenti agevolabili: esemplificazione Periodo d’imposta
Anno 2005
N. dipendenti N. dipendenti Lavoratori Media lavoratori Incremento (+) N. dipendenti a tempo a tempo a tempo a tempo Riduzione (-) agevolabili indeterminato indeterminato indeterminato indeterminato Neutro (=) cessati assunti al 31/12 anno precedente –
5
27
26,3
+ 0,7
5
5
3
25
26,5
–1,5
5 (*)
– Ipotesi 2, in cui le cessazioni riguardino le assunzioni del 2005
5
3
25
26,5
–1,5
0
Anno 2007
–
3
28
26,7
+ 1,3
3 (***)
Anno 2006 – Ipotesi 1, in cui le cessazioni non riguardino le assunzioni del 2005
Anno 2008 (**)
3 (***)
(*) Assunti in soprannumero nel 2005. (**) Si possono applicare i benefici per lavoratori risultati in soprannumero nei tre periodi d’imposta precedenti. (***) Più i 5 lavoratori agevolabili assunti nel 2005 al verificarsi, nell’anno 2006, dell’ipotesi 1.
●
agevolabile, con un valore massimo di € 20.000 (per ciascun nuovo assunto). Il limite va riproporzionato nel caso in cui il lavoratore sia stato assunto nel corso dell’anno; l’incremento complessivo del costo del personale risultante dal bilancio di esercizio (o criteri analoghi rispetto all’anno precedente).
Nelle aree svantaggiate, il beneficio (assunzioni a tempo indeterminato nei previsti ambiti territoriali), applicabile per i quattro periodi d’imposta successivi a quello in corso al 31 dicembre 2004, è così determinato: ● deroghe di cui all’art. 87, par. 3, lettera a), del trattato U.E. (c.d. Obiettivo 1): il beneficio, calco-
●
lato come sopra, è quintuplicato; deroghe di cui all’art. 87, par. 3, lettera c), del trattato U.E. (c.d. Obiettivo 2): il beneficio, calcolato come sopra, è triplicato.
L’utilizzo della predetta maggiorazione è subordinata al rispetto del regolamento CE n. 2204/2002, relativo all’applicazione degli artt. 87 e 88 del trattato CE agli aiuti a favore dell’occupazione (v. p. 2.2 della circolare). L’agevolazione maggiorata è utilizzabile anche se complessivamente superiore al costo effettivo del lavoro dei lavoratori assunti in soprannumero. La circolare riporta anche l’elenco delle aree interessate.
Altre agevolazioni Si ricorda, infine, che a prescindere dalla situazione normativa suindicata in materia di base imponibile IRAP, le vigenti agevolazioni in materia di IRAP continuano a essere applicate, prevedendo una serie di esclusioni (applicabili autonomamente), indipendentemente dalla condizione di nuovo assunto in soprannumero. Per esempio, continuano a essere componenti deducibili dalla base imponibile IRAP: ● le somme erogate ai dipendenti e collaboratori a titolo di rimborso spese sostenute per l’adempimento delle mansioni lavorative nei limiti della deducibilità IRPEF; ● i premi INAIL; ● il costo degli apprendisti, dei
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
●
●
CFL e dei contratti di inserimento; i costi per la formazione professionale; l’indennità per la cessazione dei rapporti di agenzia; le spese relative ai disabili; i costi per il personale addetto alla ricerca e sviluppo; il costo dei ricercatori residenti all’estero che acquisiscono lo status
●
●
di “fiscalmente residenti in Italia”; indennità di trasferta e rimborsi spese corrisposti a soggetti che svolgono attività sportiva dilettantistica; indennità di trasferta prevista contrattualmente, imprese di autotrasporto merci, per la parte che non concorre a formare red-
●
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dito del dipendente; deduzione di € 2.000 per ciascun lavoratore dipendente impiegato nel periodo d’imposta (massimo 5 dipendenti) per i soggetti con componenti positivi che concorrono a formare il valore della produzione, nel periodo d’imposta, pari a € 400.000.
Deduzione IRAP: esempio di calcolo del beneficio Lavoratori agevolabili
Costo singolo lavoratore
Deduzione teorica massima
Deduzione teorica spettante
Lavoratore A (tutto l’anno)
€ 25.000
€ 20.000
€ 20.000
Lavoratore B (dal 1°/7)
€ 9.500
€ 10.000
€ 9.500
Lavoratore C (part time tutto l’anno)
€ 12.000
€ 20.000
€ 12.000
Totali
€ 46.500
€ 50.000
€ 41.500
Incremento costo del lavoro rispetto all’anno precedente
€ 35.000
Essendo risultato che l’incremento complessivo del costo del lavoro è risultato inferiore al costo dei lavoratori in soprannumero, la deducibilità applicabile, sempre che sia stata rispettata anche la condizione di aver effettuato, con riferimento all’organico complessivo, occupazione aggiuntiva, risulta pari a € 35.000 e deve essere distribuita proporzionalmente sui tre lavoratori agevolabili. Vale a dire: Lavoratore “A” = 35.000 x 20.000/41.500 = 16.867,47 Lavoratore “B” = 35.000 x 9.500/41.500 = 8.012,05 Lavoratore “C” = 35.000 x 12.000/41.500 = 10.120,48 Totale deduzione
35.000,00 (*)
N.B. Il predetto ammontare deducibile permette un risparmio di IRAP pari a € 1.487,50 (€ 35.000 x 4,25%) (*) Applicabile anche nei periodi d’imposta successivi (fino al 2008) sempre che non intervenga la cessazione del rapporto o la decadenza del beneficio. Per il lavoratore B la deduzione per i periodi d’imposta successivi dovrà essere ragguagliata a 12 mesi (l’ammontare deducibile sarà quindi pari a € 16.024,10).
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
Le precisazioni delle Entrate sulla programmazione fiscale Sono numerosi i chiarimenti in materia di adeguamento delle annualità pregresse forniti dall’Agenzia in occasione del Forum fiscale 2006 e di Telefisco 2006, i due convegni organizzati recentemente da Italia Oggi e da Il Sole 24 Ore di Giovanni Bosco
I
n occasione degli incontri che si sono tenuti nel contesto del Forum fiscale 2006 e di Telefisco 2006 – i due convegni organizzati rispettivamente da Italia Oggi e da Il Sole 24 Ore – l’argomento principale è stato l’adeguamento delle annualità pregresse 2003 e 2004, che potrà essere esperito anche per uno solo dei due periodi di imposta, mentre l’irrilevanza fiscale delle perdite risultanti dalla dichiarazione esplica i propri effetti anche con riferimento agli ammanchi riportati negli anni precedenti. Inoltre, il reddito da adeguamento va incrementato con l’importo delle perdite utilizzate nel 2004: ne deriva quindi la necessità di versare la maggiore imposta sostitutiva correlata a tali ammanchi fiscali, ma senza il pagamento di interessi e sanzioni. Lo stesso meccanismo vale anche per la dichiarazione Iva da presentare nel 2006, nella quale non dovrà essere riportato il credito maturato nei periodi d’imposta ancora oggetto di definizione. Sul fronte delle inibizioni ai po-
teri dell’Amministrazione finanziaria è stato poi chiarito che l’eventuale violazione di obblighi sostanziali Iva può essere sanata ricorrendo al ravvedimento operoso, con effetti anche ai fini di cui al comma 507 della Legge finanziaria.
Modalità di adeguamento Per i contribuenti che si avvalgono della programmazione fiscale è consentito definire – ai sensi del comma 510 – anche uno solo dei due periodi d’imposta 2003 e 2004. Ne dovrebbero quindi derivare ulteriori profili di “appetibilità” per la programmazione fiscale, che trova uno dei suoi punti di forza proprio nelle disposizioni contenute nei commi da 510 a 518. Vanno infatti considerate le disposizioni contenute nel successivo comma 516, che prevedono l’irrilevanza delle perdite fiscali che risultano dalla dichiarazione relativa ai periodi d’imposta oggetto di definizione, nonché l’inutilizzo del relativo credito Iva – sia a seguito di riporto sia a titolo di rimborso – per i soggetti che si avvalgono della possibilità contemplata al comma 510. A seconda dei casi,
quindi, il contribuente valuterà la convenienza dell’operazione, che potrà, ad esempio, riguardare anche solo l’anno 2003, in luogo del biennio 2003-2004.
Iirrilevanza delle perdite Con il quesito in esame l’Agenzia delle Entrate è stata invitata a precisare se il contribuente sia tenuto a sterilizzare oltre alle perdite relative ai periodi d’imposta oggetto di definizione (2003 e 2004), anche quelle esposte nelle dichiarazioni relative a tali periodi d’imposta e riportate da quelli precedenti. In pratica, si tratta di confermare se valgono le regole già applicate con riferimento all’istituto introdotto dall’articolo 7 della legge n. 289 del 2002 (concordato per anni pregressi), con particolare riferimento all’interpretazione oggetto della circolare n. 12/E/2003. In merito, la risposta dell’Agenzia è affermativa, ferma restando, ovviamente, la compatibilità del nuovo istituto con i chiarimenti forniti a commento del concordato ex articolo 7 della legge 289/2002. In particolare, l’Agenzia delle Entrate conferma che la previsione contenuta nel comma 516 si rende applicabile anche alle perdite riportate da periodi d’imposta precedenti.
Utilizzo di perdite irrilevanti L’Agenzia è chiamata a fugare i dubbi sorti in merito al corretto comportamento che i contribuenti devono adottare in relazione alle perdite utilizzate nei periodi d’imposta oggetto di adesione, ma che perdono la rilevanza fiscale per effetto dell’adesione alla proposta di adeguamento di cui al comma 510. Considerando, ad esempio, una perdita maturata nel periodo d’imposta 2003, e utilizzata nel 2004, potrebbe-
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
ro profilarsi due soluzioni alternative: 1. il contribuente provvede a riliquidare l’imposta emergente dalla dichiarazione dei redditi, senza considerare la perdita, versando le relative imposte – addizionali e Irap – con l’aggiunta dei corrispondenti interessi; 2. la perdita utilizzata nel 2004 va portata a incremento dei maggiori ricavi/compensi oggetto della proposta, con relativa applicazione dell’imposta sostitutiva di cui al comma 511. Sulla base di quanto già precisato con riferimento al caso di cui all’articolo 7 della legge 289/2002, l’Agenzia delle Entrate ha ritenuto condivisibile la soluzione illustrata al punto n. 2. Pertanto, il contribuente è tenuto a versare l’imposta sostitutiva correlata alle predette perdite, ma senza il pagamento di imposte e sanzioni. Si rendono applicabili, anche in tale circostanza, le disposizioni contenute nel comma 513, in base alle quali, sulle maggiori imposte connesse all’adeguamento di cui al comma 510, non si applicano sanzioni e interessi. Ne deriva che, in base alle previsioni di cui al comma 510, il “recupero” di una perdita di importo pari, ad esempio, a 1.000, comporta un maggiore versamento a titolo di imposta sostitutiva di ammontare pari a 280, in caso di società di capitali, mentre per le altre tipologie di soggetti l’importo da corrispondere risulta pari a 230. L’eventuale inadempimento comporta il recupero delle somme dovute, ma in tal caso si renderanno applicabili le sanzioni per omesso versamento e andranno corrisposti i relativi interessi, ovviamente a far data dall’adesione all’adeguamento. Infine, si sottolinea che le perdite non utilizzate nel periodo di imposta oggetto di adeguamento non
possono essere utilizzate – ovvero riportate – successivamente.
Credito Iva: due ipotesi Il comma 516 prevede l’esclusione del riporto al periodo d’imposta successivo del credito Iva risultante dalle dichiarazioni relative ai periodi d’imposta oggetto di definizione, nonché il rimborso evidenziato dalle medesime dichiarazioni. Il quesito in esame investe le modalità attraverso cui il contribuente deve provvedere alla regolarizzazione delle dichiarazioni relative ai periodi d’imposta 2003 e 2004 e all’eventuale utilizzo o rimborso del credito non riportabile. La risposta dell’Agenzia prende le mosse dal dato letterale della disposizione in esame, in base alla quale emerge inequivocabilmente che il credito Iva è considerato inesistente ai fini fiscali. In merito occorre preliminarmente distinguere l’ipotesi in cui: 1. il credito risulti inutilizzato; 2. il credito esposto in una delle due dichiarazioni relative al 2003 e al 2004 sia stato invece utilizzato in compensazione o rimborsato. Nel primo caso, l’irrilevanza fiscale del credito determina l’esclusione del riporto al periodo d’imposta successivo e del rimborso eventualmente richiesto in sede dichiarativa. L’Agenzia precisa che, in caso di riporto agli anni successivi – ma senza utilizzo in compensazione – tale credito non dovrà trovare spazio nella dichiarazione Iva da presentare nell’anno 2006; in tale ipotesi, il credito viene infatti considerato semplicemente inesistente. In capo al contribuente non emergono quindi particolari adempimenti di rettifica della dichiarazione originaria, ed è esclusa l’applicazione delle sanzioni. Nel secondo caso, qualora invece il credito esposto in una delle due dichiarazioni Unico 2004 e/o Uni-
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co 2005 sia stato utilizzato in compensazione o rimborsato, il contribuente che intenda aderire dovrà procedere al versamento di un importo corrispondente a quanto utilizzato o rimborsato. Tale versamento dovrà essere effettuato entro il 16 ottobre 2006, data che costituisce il termine inderogabile per l’adesione, ovviamente per le categorie di contribuenti nei cui confronti la programmazione fiscale opera a decorrere dal 2006. In merito, appare comunque chiaro che le somme dovute a seguito della sterilizzazione di perdite e/o del credito Iva dovrebbero essere conteggiate nel totale rilevante ai fini dell’eventuale rateazione di cui al comma 514. In base a quest’ultima disposizione, è infatti previsto che qualora le somme dovute eccedano l’importo di 10mila euro (società di capitali), o di 5mila euro (altri soggetti), il 50% dell’importo eccedente può essere versato entro il 16 dicembre, ferma restando l’applicazione degli interessi legali. Infine, l’Agenzia sottolinea che in entrambe le ipotesi descritte, ovvero sia in caso di riporto integrale del credito inutilizzato sia in caso di utilizzo in compensazione e/o rimborso, è fatta comunque salva l’inapplicabilità delle sanzioni Il contribuente è invece tenuto a restituire all’Amministrazione finanziaria, unitamente al credito, gli eventuali interessi percepiti a fronte della ritardata esecuzione del rimborso, pena il recupero da parte dell’Ufficio di tali somme, secondo le ordinarie procedure.
Obblighi Iva In base al comma 505, lettera a), l’adesione alla programmazione fiscale non modifica gli obblighi – formali e sostanziali – previsti ai fini Iva dal Dpr 26 ottobre 1972, n. 633,
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
e dalle altre disposizioni in materia di imposta sul valore aggiunto. Dunque, il contribuente continua ad assolvere ordinariamente a tali obblighi e, in proposito, il comma 507 prevede che l’inibizione dei poteri dell’Amministrazione finanziaria non operi, tra l’altro, qualora non siano adempiuti i suddetti obblighi sostanziali ai fini Iva. Com’è noto, tali variazioni possono essere sanate ricorrendo al ravvedimento operoso; a tale riguardo, è stato chiesto di precisare se la regolarizzazione spontanea di eventuali violazioni sostanziali “disattivi” la disposizione contenuta nel comma 507. Secondo l’Agenzia delle entrate, la norma in esame (comma 505, lettera a), ha inteso stabilire semplicemente il principio secondo cui l’adesione alla programmazione fiscale non esonera il contribuente dall’adempiere direttamente a tutti gli ob-
blighi “normalmente” previsti dalla disciplina Iva. Ne deriva che l’eventuale assolvimento – di uno o più degli obblighi sostanziali, attraverso il ricorso al ravvedimento operoso – non ostacola la programmazione fiscale e gli effetti a essa collegabili, ferma restando, ovviamente, l’applicazione delle sanzioni previste. In tal caso, infatti, il contribuente adempie comunque direttamente e spontaneamente agli obblighi richiesti.
Notifica di atti dell’amministrazione La notifica, effettuata entro il 31 dicembre antecedente il primo anno di applicazione dell’istituto della programmazione fiscale – di processi verbali di constatazione con esito positivo, redatti a seguito di attività istruttorie effettuate dagli organi dell’Amministrazione finanziaria, di avvisi di accertamento o rettifica,
nonché di inviti al contraddittorio per l’eventuale definizione dell’accertamento con adesione di cui all’articolo 5 del Dlgs 19 giugno 1997, n. 218, ai fini delle imposte sui redditi, Iva e Irap, relativi ai periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2003 e al 31 dicembre 2004 – non inibisce la definizione di tali annualità. Ne consegue che, qualora il contribuente ritenga di aderire alla proposta di adeguamento anche per lo stesso periodo d’imposta oggetto di uno dei suddetti atti, dovrà preliminarmente definire l’atto notificato. È questa l’interpretazione che l’Agenzia ha fornito con riferimento al richiamo, contenuto nel comma 517, alle disposizioni previste dal Dlgs 218/1997, osservando peraltro che l’istituto in esame trova invece dettagliate cause di esclusione al comma 518.
ANALISI E COMMENTI
Aumenta il credito a medio-lungo termine per l’artigianato Pubblicata l’edizione 2005 del “Rapporto Artigiancassa sul credito e sulla ricchezza finanziaria delle imprese artigiane” di Piero Crivellaro e Roberto Campaniello
N
elle settimane scorse, l’Artigiancassa ha presentato il 10° “Rapporto sul credito e sulla ricchezza finanziaria delle imprese artigiane”, con analisi ulteriore e innovative soprattutto per il livello di approfondimento geografico. Il “Rapporto”, di anno in anno, ha continuamente affinato i propri contenuti, trasformandosi da semplice “quaderno di appunti” a opera di consultazione e conoscenza. Oggi, ci dice che la quota di finanziamenti che il sistema bancario italiano ha destinato nel 2004 alle imprese artigiane è pari 54 milioni di euro di crediti, di cui il 50,5% a medio-lungo termine. Prima di addentrarci direttamente nell’analisi dei dati emersi dal rapporto, è bene sapere che il volume di credito totale erogato dal sistema economico è pari a 1.150.366 milioni di euro, di cui il 29,1% è destinato alle P.M.I. (complessivamente 335.000 milioni di euro). Disaggregando ulteriormente il dato delle P.M.I., la quota di credito destinata alle piccole imprese (quelle fino a 50 addetti) si colloca al 14,1% del totale (con un importo pari a 161.720 milioni di euro) e la quota di cre-
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rapporto al credito totale ha registrato una lieve diminuzione rispetto all’anno precedente. Tale tendenza è da ritenersi non confortante per il comparto, soprattutto se consideriamo che il trend è decrescente dal 1997, passando dal 5,9% al 4,7 del 2004. La riduzione di 1,2 punti percentuali può anche sembrare “poca cosa” ma, in valore assoluto, la “perdita” di credito (calcolata ai dati del 2004) corrisponde a circa 13.800 milioni di euro.
Spaccato regionale dito destinata invece alle imprese artigiane risulta pari al 4,7% del totale (54.000 milioni di euro) (v. grafico).
Trend decrescente Concentrando l’attenzione sui dati riferiti al comparto artigiano ed entrando più in dettaglio dei dati emersi dal rapporto, il credito a tale settore ha visto un aumento rispetto all’anno precedente di circa 1.600 milioni di euro. Questo in valore assoluto perché, invece, in
Rispetto al totale dei finanziamenti erogati al comparto artigiano, si è rilevato che mediamente ogni impresa artigiana ha ottenuto, dal sistema bancario, finanziamenti per 36.900 euro. Partendo da questo dato, che rappresenta la media nazionale, risulta interessante un’analisi per macro aree regionali. Il Mezzogiorno ha una media pari a 21.100 euro, che si attesta al di sotto del valore medio nazionale e raggiunge il valore minimo nella Campania con 13.400 euro. Il valore medio del Centro-Nord è
Ripartizione del credito nel 2005 (in milioni di €) Totale altri finanziamenti 815.366
Piccole imprese 107.720 Imprese artigiane 54.000
Medie imprese 173.280 Importi in milioni di euro
Fonte: Rapporto sul credito e sulla ricchezza finanziaria delle imprese artigiane Anno 2005 – Artigiancassa
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ANALISI E COMMENTI
di 42.500 euro e l’Umbria, il Veneto e le Marche hanno valori compresi fra 50.000 e 61.000 euro. Il Trentino-A.A. con 88.700 euro vanta il valore medio più alto di tutto il Paese.
Qualità del credito Passando dagli aspetti quantitativi dell’analisi a quelli qualitativi, analizzando l’evoluzione negli ultimi sette anni, la quota di crediti a breve termine si è ridotta dal 63,7% del 1997 al 49,5% del 2004, anno nel quale si è verificato il “sorpasso” dei finanziamenti a medio-lungo termine rispetto a quelli a breve termine; si tratta di un miglioramento di 14,2 punti percentuali che interrompe finalmente la preponderanza del breve termine che ne ha lungamente contraddistinto l’indebitamento. Nel complesso, il rapporto ha messo, quindi, in evidenza i seguenti elementi: ● una tendenza alla “stagnazione” (se non proprio alla riduzione) in termini puramente quantitativi; ● una tendenza al miglioramento nella qualità del credito, dove la quota a medio-lungo termine si sta riequilibrando con quella a breve.
La quota di credito agevolato Infine, il rapporto ha analizzato anche il credito agevolato alle imprese artigiane che ammonta a 3.310 milioni di euro. Rispetto al credito complessivamente destinato alle stesse imprese, la quota agevolata si commisura al 6,1%. Anche in questo caso, le indicazioni dinamiche non sono troppo positive. Infatti, rispetto al 1997, la quota di credito agevolato ha avuto una flessione di 2,7 punti percentuali e considerando il “picco” del 1999
(9,8%), la flessione risulta, peraltro in soli cinque anni, di 3,7 punti percentuali, di cui 0,9 punti percentuali nell’ultimo anno considerato.
Questi dati sfatano l’opinione spesso diffusa che l’artigianato sia il comparto maggiormente beneficiato dalle agevolazioni.
Incidenza % dei finanziamenti agevolati artigiani sul totale dei finanziamenti artigiani (anni 1997-2004) REGIONI
1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004
PIEMONTE
8,9
9,3
10,9
9,5
9,1
8,6
9,8
9,0
VALLE D’AOSTA
9,5
12,1 11,8
8,7
7,6
6,2
5,9
5,7
LOMBARDIA
5,3
6,4
8,3
6,4
6,1
5,8
5,8
5,0
LIGURIA
12,4
12,4 19,6
16,6
12,4
11,3
8,9
7,4
TRENTINO-A. A.
4,4
4,4
3,2
2,0
1,5
1,3
1,0
0,8
VENETO
9,3
9,3
9,4
7,1
4,9
5,5
5,1
4,0
FRIULI-V. G.
13,2
13,2 12,2
7,8
9,8
9,6
7,3
6,3
EMILIA-ROMAGNA
9,1
9,1
9,2
7,6
7,8
6,9
5,8
5,0
TOSCANA
8,9
8,9
8,5
4,9
4,6
3,7
3,3
2,0
MARCHE
13,5
15,6 12,7
15,0
13,4
12,7
11,6
9,6
UMBRIA
12,3
12,6 11,2
6,9
5,5
5,5
5,2
4,8
LAZIO
5,5
5,6
6,4
5,4
4,8
5,0
5,4
4,6
CENTRO-NORD
8,3
8,8
9,3
7,4
6,8
6,4
6,1
5,1
ABRUZZO
8,0
8,0
7,2
7,7
6,9
8,9
8,3
7,8
MOLISE
9,5
12,7 15,7
20,1
15,7
13,1
10,6
9,4
CAMPANIA
14,9
17,0 14,6
14,4
9,8
9,2
7,9
6,4
PUGLIA
9,4
12,1 11,4
13,4
9,4
8,0
10,7 11,8
BASILICATA
16,2
16,2 15,2
8,6
8,8
7,5
6,1
5,0
CALABRIA
9,9
12,6
9,4
8,4
7,3
5,9
8,5
8,1
SICILIA
11,3
16,3 13,7
14,2
11,9
8,7
5,9
4,0
SARDEGNA
16,2
16,2 16,2
33,6
33,5
36,5
38,0 39,2
MEZZOGIORNO
11,7 13,9 12,6 15,3 13,0 12,3 12,6 12,0
TOTALE ITALIA
8,8
9,5
9,8
8,6
7,6
7,2
7,0
6,1
Fonte: Rapporto sul credito e sulla ricchezza finanziaria delle imprese artigiane – Anno 2005 – Artigiancassa
ANALISI E COMMENTI
Il nuovo Fondo Ue per l’equilibrio del mercato del lavoro La Commissione Europea propone il “Fondo di adattamento alla mondializzazione”, per aiutare i lavoratori europei colpiti dai processi di globalizzazione di Andrea Fugaro e Arianna Giuliodori
I
l 1° marzo 2006 la Commissione Europea ha presentato la proposta ufficiale di regolamento per l’istituzione di un fondo europeo di adattamento alla mondializzazione, in breve F.E.M., che ha lo scopo di “fornire un’assistenza complementare ai lavoratori che hanno perso il proprio impiego a causa degli impatti dovuti ai cambiamenti del commercio mondiale, allo scopo di aiutarli nella loro riconversione professionale e negli sforzi di ricerca di un impiego”. Tale è il mandato che il Consiglio Europeo ha individuato per il F.E.M. nel corso della tormentata riunione del 15 e 16 dicembre 2005, che ha portato all’approvazione delle prospettive finanziarie 2007-2013, il bilancio dei prossimi sette anni dell’Unione Europea. In quell’occasione, alcuni Stati membri, e la Francia in particolare sostennero con forza la necessità di adottare uno strumento finanziario specifico da affiancare alle altre politiche comunitarie, nazionali e regionali, per affrontare gli squilibri della globalizzazione, richiamandosi anche a quanto affermato e proposto dalla Commissione nella sua comunicazione sui valori europei nell’era della globalizzazione
dell’ottobre 2005. In tale documento si leggeva che l’apertura crescente dei mercati e l’intensificazione della concorrenza internazionale aprono nuove prospettive sul piano del dinamismo economico, della competitività e della creazione di occupazione di qualità. Tuttavia, l’apertura del commercio e la globalizzazione comportano inevitabilmente perdite di occupazione nei settori meno competitivi: è quindi necessario riconoscere tali costi di aggiustamento e affrontarli con politiche e strumenti finanziari appropriati. Il F.E.M. nasce proprio a questo scopo.
Un fondo di solidarietà Si tratta di un fondo di solidarietà che offrirà assistenza diretta e mirata a quei lavoratori che subiscono un licenziamento nelle regioni più colpite dagli sconvolgimenti economici derivanti dall’evoluzione del commercio su scala mondiale. In particolare, il F.E.M. interverrà nel caso in cui i cambiamenti strutturali dovuti alla mondializzazione abbiano causato una grave rottura nell’equilibrio di alcuni mercati locali, come ad esempio una delocalizzazione economica verso Paesi terzi, oppure un incremento massiccio
77
delle importazioni o ancora una perdita forte di quote di mercato in un certo settore.
Condizioni di intervento. La valutazione della gravità della situazione sarà rigorosa e avverrà sulla base di criteri specifici indicati nella proposta di regolamento. Il fondo potrà intervenire, infatti, solo se gli eventi connessi ai mutamenti del mercato mondiale abbiano determinato: ● il licenziamento di almeno 1.000 lavoratori di un’impresa, inclusi i dipendenti di fornitori o produttori a valle dell’impresa interessata, all’interno di una regione in cui il tasso di disoccupazione è più elevato della media comunitaria o nazionale; ● e il licenziamento, in un arco di tempo di sei mesi, di almeno 1.000 dipendenti di una o più imprese di un settore che rappresenta almeno l’1% dell’occupazione regionale.
Tipologie di azioni. L’intervento sarà incentrato su azioni coordinate e personalizzate finalizzate al reinserimento professionale dei lavoratori licenziati interessati e comprenderà: ● da un lato, misure “attive” come ad esempio il sostegno nella ricerca di un nuovo impiego, l’orientamento professionale, la formazione su misura (incluse le nuove tecnologie informatiche), l’aiuto alla riqualificazione e la valorizzazione dell’imprenditoria e autoimprenditoria; ● dall’altro, interventi di sostegno al reddito di durata limitata, destinati ai lavoratori con un’età superiore ai 50 anni che accettano di rientrare sul mercato del lavoro con un salario più basso. Studi empirici dimostrano che tale tipologia di intervento di sostegno
78
ANALISI E COMMENTI
al reddito, destinata a rafforzare l’attrattività finanziaria di un impiego, è molto efficace per migliorare la partecipazione al mercato del lavoro, se abbinata con politiche attive finalizzate allo stesso obiettivo.
Il meccanismo di avvio Dal punto di vista procedurale, tocca allo Stato membro presentare una richiesta di intervento del F.E.M. alla Commissione Europea entro 10 settimane da quando si verificano le conseguenze sui lavoratori dei cambiamenti strutturali del mercato mondiale. La richiesta deve essere debitamente motivata, grazie a una analisi economica che renda esplicito il legame tra situazione mondiale e licenziamento dei lavoratori. Inoltre, lo Stato membro interessato deve rendere note le misure che intende attivare, il loro costo, il loro effetto atteso, nonché le azioni autonomamente intraprese a livello centrale e regionale. Se le condizioni sono rispettate, la Commissione propone di allocare una certa somma, che non può in nessun caso essere superiore al 50% dei costi previsti e presenta tale proposta al Parlamento Europeo e al Consiglio, che sono i responsabili del bilancio comunitario, perché diano il loro accordo sullo stanziamento della cifra stabilita. Completata questa procedura, la Commissione assegna allo Stato membro – e non direttamente ai lavoratori – un certo ammontare di risorse che deve essere speso entro 18 mesi e di cui il Paese deve rendere conto alle istituzioni comunitarie in un’apposita relazione da consegnare entro i 6 mesi successivi.
Le risorse previste Dal punto di vista delle risorse disponibili, la Commissione ha stabilito un massimale di 500 milioni
di euro annui ai prezzi correnti, che non saranno ricavati da una specifica linea di bilancio, bensì riutilizzando le cosiddette “sottoutilizzazioni” degli stanziamenti di impegno. In altri termini, la Commissione utilizzerà le risorse impegnate ma non iscritte nel bilancio nell’anno n-1 e le risorse disimpegnate in base alla regola “n+2” o del disimpegno automatico. Tale regola prevede che le risorse impegnate nel bilancio comunitario nell’anno “n” ma non spese nei successivi due anni, vengano automaticamente disimpegnate e tornino quindi nelle disponibilità del bilancio comunitario. Di conseguenza, non è possibile prevedere sin da ora quali saranno i reali stanziamenti del F.E.M., né quanti lavoratori potranno essere assistiti. Si presume, sulla base di stime della Commissione, che ogni anno il fondo possa dare un sostegno a un numero che varia tra 35.000 e 50.000 lavoratori europei. Interessante è notare che non ci saranno plafond nazionali da rispettare, ma che gli Stati membri che ne avranno bisogno potranno accedere comunque al fondo, pur nella garanzia di equità di trattamento che la Commissione si impegna a fornire. La Commissione Europea tiene inoltre a precisare che non si tratta di un fondo di emergenza, né di crisi, quanto piuttosto di un fondo di solidarietà, che mira a sanare l’asimmetria esistente tra i vantaggi complessivi derivanti dalla maggiore apertura dei mercati internazionali e gli innegabili quanto localizzati effetti nefasti, che appaiono più visibili all’opinione pubblica e che, quindi, sono in grado di determinare il venir meno del consenso dei cittadini europei verso un processo, quello della globalizzazione, ricco di opportunità da cogliere fino in fondo.
Il legame con la politica di coesione Un ultimo elemento da sottolineare, non certo in ordine di importanza, riguarda la complementarità con le altre politiche comunitarie, e in particolare con la politica di coesione. Con quest’ultima, infatti, il fondo condivide la stessa base giuridica di riferimento, cioè gli articoli da 158 a 162 del Trattato che istituisce l’Unione Europea e, in particolare, l’articolo 159, paragrafo 3, che consente al Consiglio dei Ministri europei di adottare, qualora necessario, azioni specifiche ulteriori rispetto ai fondi strutturali per contribuire alla coesione economica e sociale dell’Unione. L’azione del F.E.M. non è isolata, ma si inserisce in un contesto strategico molto più ampio e in un approccio proattivo e propositivo nei confronti della mondializzazione. Un approccio teso a prevenire e gestire i cambiamenti traendone il massimo vantaggio. Un approccio che trova nella strategia rinnovata di Lisbona per la crescita e l’occupazione la sua declinazione. Il nuovo fondo, quindi, completa le politiche e gli strumenti finanziari già esistenti, aggiungendo alla dimensione più propriamente territoriale della politica di coesione una dimensione più mirata e personalizzata, rivolta principalmente al sostegno per i lavoratori che sono stati vittime dell’evoluzione strutturale del commercio internazionale. La sua azione deve essere iscritta in un percorso più generale di coesione e sviluppo sostenibile dei territori europei, percorso indicato sapientemente dai Consigli Europei di Lisbona e Goteborg, che necessita di un forte approccio strategico e di una profonda condivisione degli obiettivi da parte di tutti gli attori interessati, affinché situazioni momentanee siano ricondotte in una prospettiva più vasta.
L’ANGOLO DEL LE
L’angolo del lettore
LE RISPOSTE DELL’ESPERTO
D
Contributi alle PMI in Lombardia Sono un imprenditore di una media impresa del settore legno insediata in Lombardia, in particolare in un Comune che rientra in area depressa Obiettivo 2. Ho definito un piano d’investimento finalizzato alla riorganizzazione commerciale e all’innovazione di una serie di prodotti inseriti nel mio catalogo di vendita. Gli interventi sono previsti nel corso del secondo semestre 2006. La Regione Lombardia prevede qualche forma di sostegno pubblico per imprese medie come la mia impegnate nella riorganizzazione e nell’innovazione? (A.P., Milano)
tica per arrivare fino al 50% di Esl per le spese di consulenza sull’innovazione organizzativa. Le domande possono essere presentate a due scadenze determinate, ovvero il 31 maggio e 31 agosto 2006 salvo una chiusura anticipata dello sportello per esaurimento delle risorse disponibili. La domanda deve essere inviata attraverso il modello unico informatizzato reperibile sul sito internet della Direzione Generale Industria, pmi e cooperazione (www.regione.lombardia.it). Entro e non oltre i 10 giorni dall’invio telematico, la domanda deve essere inviata con bollo al seguente indirizzo: Regione Lombardia, Direzione generale Industria, Pmi e cooperazione, Uo Azioni per lo sviluppo delle imprese e Pmi, Struttura di sostegno agli investimenti, via Taramelli 20, 20124 Milano. (Alberto Giordano, Ancarani&Giordano Associazione professionale)
R
La Regione Lombardia ha di recente emanato un bando per finanziare i processi d’innovazione e riorganizzazione nelle piccole e medie imprese, anche artigianali, con una dotazione finanziaria di quasi 2,8 milioni di euro. Il bando riguarda la Misura 1.2E del Docup 2000-2006 (pubblicato sul Bollettino n. 52 del 27 dicembre 2005), e finanzia, con risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale, interventi innovativi di natura organizzativa e commerciale, come pure connessi all’applicazione dell’informatica e alla diffusione dell’e-business, all’innovazione tecnologica, allo sviluppo precompetitivo e alla ricerca industriale. Le imprese che ne beneficiano devono appartenere ai settori dell’estrazione dei minerali, delle attività manifatturiere, della produzione e distribuzione di energia elet-
trica, delle costruzioni, della manutenzione e riparazione di autoveicoli, del turismo e dei servizi. L’unità produttiva deve essere localizzata in Comuni che rientrano nelle aree Obiettivo 2. Per quanto riguarda i contributi sono previste due modalità alternative a scelta, comunque in conto capitale: secondo la regola de minimis fino a un massimo del 30% delle spese ammissibili e comunque entro l’importo massimo di 100.000 euro; ex Reg(CE) 70/01, ovvero nelle diverse percentuali di Equivalente sovvenzione netta e lorda, che variano in funzione della dimensione dell’impresa (piccola o media) e dalla tipologia dell’investimento e di spesa; e sono comprese tra il 7,5% di Esl per la media impresa e il 15% di Esl per la piccola impresa nel caso d’investimenti in innovazione tecnologica e informa-
Le risorse per le aree depresse del Centro Nord
H
o letto recentemente che le Regioni del Centro Nord hanno richiesto risorse aggiuntive per la nuova programmazione 2007-2013. Vorrei avere qualche spiegazione in proposito. (S.G., Firenze)
80
L’
L’ANGOLO DEL LETTORE
accordo sulle prospettive finanziarie 2007-2013, definito nell’ultimo Consiglio Europeo di Bruxelles del dicembre 2005, a fronte di un risultato complessivamente positivo per l’Italia, ha, tuttavia, determinato una situazione particolarmente delicata per il territorio italiano ricompreso nel nuovo Obiettivo “Competitività regionale e Occupazione”, in ragione della forte riduzione dell’allocazione finanziaria per il periodo stesso, pari a circa il 30% delle risorse programmate per il 2000-2006. La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha, pertanto, richiesto, in occasione della riunione del 1° marzo u.s., peraltro già anticipata il 14 dicembre 2005, un intervento del Governo nazionale che garantisca un adeguato riequilibrio delle risorse a favore delle Regioni del “nuovo obiettivo 2”, senza, peraltro, ridurre o stornare
le dotazioni finanziarie di altri strumenti di politica regionale nazionale e senza che ciò determini una riduzione, diretta o indiretta, dell’intervento ordinario nelle Regioni del Mezzogiorno. In particolare, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ritiene che debba e possa essere garantito, per i territori dell’Obiettivo “Competitività regionale e Occupazione”, un intervento di riequilibrio da parte dello Stato, pari al totale della riduzione di risorse comunitarie per il 2007-2013 rispetto a quelle assegnate nel 2000-2006 e della corrispondente quota di cofinanziamento nazionale a carico dello Stato, a fronte dell’impegno da parte delle Regioni e delle Province autonome di continuare a garantire la propria quota di cofinanziamento regionale. La sostenibilità di tali allocazioni è confortata, secondo quanto indicato dalla Con-
ferenza, sia dall’ampio periodo nel quale dovranno essere effettivamente rese disponibili tali risorse, sia dalla rilevante dimensione territoriale di riferimento. L’intervento di riequilibrio assume dunque l’importante significato di scelta politica di fondo, di indirizzo delle politiche di sviluppo regionale, nella consapevolezza dell’unicità del territorio e dell’interazione dei sistemi socioeconomici. Occorre investire nella competitività, intesa non solo come Obiettivo comunitario ma come imprescindibile caratteristica del e per il sistema Italia. Certamente si tratta di una scelta coraggiosa e impegnativa, dal punto di vista finanziario, che avrebbe il merito di rilanciare un’area che da sempre rappresenta il volano per riavviare lo sviluppo nel nostro Paese. (Giancarlo Terenzi, Mef, Dipartimento politiche di sviluppo)
L’ANGOLO DEL LETTORE
Le risposte dell’esperto coupon per i quesiti Per rivolgere una domanda agli esperti, inviare questa scheda all’attenzione di: Redazione “Finanziamenti & credito” al fax 02-30223405
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DATI DEL LETTORE Società/Ente Nome
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Attenzione: se desidera mantenere l’anonimato in caso di pubblicazione, barri la casella qui accanto La formulazione del quesito dà diritto a ricevere offerte di prodotti e servizi delle società del Gruppo Il Sole 24 ORE. Se non desidera riceverle barri la casella qui accanto Nella rubrica “Le risposte dell’esperto” verrà data risposta, tramite pubblicazione, ai quesiti che i lettori vorranno inviarci e che la Redazione valuterà di interesse più generale.
81
QUADRO DI RIFERIMENTO Calendario AGEVOLAZIONE
ENTE EMANANTE
NORMATIVA
MODALITÀ DI FINANZIAMENTO
Finanziamenti per le zone svantaggiate
CALABRIA
DGR 27.12.2005, n. 1197 B.U.R. 16.02.2006, n. 3
Contributo in conto capitale
Strumenti innovativi per le Pmi in Sardegna
SARDEGNA
Azioni 4.1 b), d), e) POR 2000-2006
Partecipazione al capitale di rischio Prestiti partecipativi Partecipazione di minoranza al capitale
Sostegno alle politiche scientifiche e tecnologiche
COMMISSIONE EUROPEA
Invito GUCE C325/22 dicembre 2005
Dipende dalla tipologia di attività
Contributi per progetti di sviluppo precompetitivo
PUGLIA
D.Lgs. 297/99
Contributi in conto capitale, credito agevolato
La Toscana investe sulla promozione TOSCANA del turismo: bando Docup
DECR. 30.01.2006, n. 36 B.U.R. 15.02.2006, n. 7
Contributo in conto capitale
La Toscana investe sulla promozione del turismo: bando L.R. n.28/97
TOSCANA
DECR. 30.01.2006, n. 35 B.U.R. 15.02.2006, n. 7
Contributo in conto capitale
Incentivi per trasformare i contratti a termine in contratti a tempo indeterminato
CAMPANIA
DECR. 08.02.2006, n. 27 B.U.R. 20.02.2006, n. 9
Contributo in conto capitale
Acquisizione di servizi reali-bando commercio e turismo
FRIULI VENEZIA GIULIA (OBIETTIVO2 E 87.3C
DGR 29.12.2005 B.U.R. 1.2.2006, n. 5
Contributo in conto capitale
Premi per la stabilità ecologica delle foreste
PIEMONTE
D.D. 17.02.2006, n. 101 B.U.R. 23.02.2006, n. 8
Premio annuale
Contributi regionali ad associazioni
VENETO
DGR 31.01.2006, n. 164 B.U.R. 17.02.2006
Contributi
Nuovo bando della 598 per sostenere le Pmi
VENETO
Legge 598/94
Contributo in conto capitale e in conto interessi
Interventi per ricomposizione fondiaria
SARDEGNA
Det. 16.12.2005, n. 1258 B.U.R. 17.01.2006, n. 2
Contributo in conto capitale e in conto interessi
Programma regionale per lo sviluppo della cooperazione
CAMPANIA
Decreto 29.12.2005, n. 382 B.U.R. 18.01.2006, n. 4
Finanziamento agevolato
DGR 29.12.2005 B.U.R. 19.1.2006, n. 10
Contributo in conto capitale
Azioni per l’internazionalizzazione EMILIA ROMAGNA delle Pmi in forma aggregata La strategia di internazionalizzazione dell'Emilia Romagna
EMILIA ROMAGNA
DGR 29.12.2005 B.U.R. 19.01.2006
Contributo in conto capitale
Opportunità di collaborazione con imprese israeliane
ITALIA-ISRAELE
Accordo di cooperazione per Ricerca&sviluppo Italia-Israele
Finanziamento con rimborso a tasso zero
Progetto pilota di alleanza strategica
TOSCANA
Decreto 22.01.2006, n. 266, B.U.R. 22.02.2006, n. 8
Contributo in conto capitale
QUADRO DI RIFERIMENTO
CALENDARIO
SETTORE
FONDI DISPONIBILI
DATA DI SCADENZA
Agroambientale
–
23/3 giovedì
N. 3 – MARZO 06 Pag. 37
Industria (Sezione C, D) e servizi alle imprese
11.575.000
29/3 mercoledì
N. 3 – MARZO 06 Pag. 60
Ricerca e sviluppo tecnologico
97 milioni di euro
22/3 mercoledì
N. 2 – FEBBRAIO 06 Pag. 5
Agroalimentare
7.960.000 euro
31/3 venerdì
N. 2 – FEBBRAIO 06 Pag. 34
Turismo (aree depresse)
–
3/4 lunedì
N. 3 – MARZO 06 Pag. 20
Turismo
–
3/4 lunedì
N. 3 – MARZO 06 Pag. 20
Tutti
–
1/4 sabato
N. 3 – MARZO 06 Pag. 38
Commercio e turismo
1.673.397,46 euro
2/4 domenica (quindi lunedì 3/4)
N. 2 – FEBBRAIO 06 Pag. 38
Forestale
Circa 3 milioni di euro per il 2006-2008
10/4 lunedì
N. 3 – MARZO 06 Pag. 39
Associazioni di promozione sociale
–
15/4 sabato
N. 3 – MARZO 06 Pag. 40
Industria e artigianato
22,5 milioni di euro
15/4 sabato
N. 2 – FEBBRAIO 06 Pag. 30
Agricoltura
–
17/4 lunedì
N. 2 – FEBBRAIO 06 Pag. 40
Cooperativo
8 milioni di euro
18/4 martedì
N. 2 – FEBBRAIO 06 Pag. 37
Vari
–
18/4 martedì
N. 2 – FEBBRAIO 06 Pag. 38
Vari
–
18/4 martedì
N. 3 – MARZO 06 Pag. 32
Vari
–
24/4 lunedì
N. 3 – MARZO 06 Pag. 48
Tessileabbigliamento
–
24/4 lunedì
N. 3 – MARZO 06 Pag. 40
DIFFICOLTÀ
RIVISTA MESE – PAG.
83
QUADRO DI RIFERIMENTO Tassi agevolati del mese LEGGE E OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE
SETTORI
LOCALIZZAZIONE TASSO LIMITE E DIMENSIONE D’IMPRESA AGEVOLATO IN% DELL’INTERVENTO
L. 949/52 Credito artigiano
Artigianato
Obiettivo 1
2,00%
Obiettivo 2
2,40%
Rimanenti zone
2,90%
Altre zone
2,10%
Obiettivo 1
0%
Zone ex art.87.3.c
1,65%
L. 1329/65 Acquisto macchinari
Industria Commerico Artigianato Servizi
Max 240 milioni + 80 milioni per scorte, materie prime e semilavorati
Massimo 3 miliardi
L. 227/77 Export
Industria Commerico Artigianato Servizi
Territorio nazionale
In base ai tassi dei singoli paesi
85% della fornitura
L. 240/81 Credito ai consorzi
Industria Commerico Artigianato Servizi
Obiettivo 1,2
1,35%
Fino al 60% max 2 miliardi, fino all’80% nel caso di interventi in obiettivo 1 o 2
Rimanenti zone
2,65%
L. 394/81 Industria Commerico Penetrazione commerciale Artigianato Servizi Paesi extra Ue
Territorio nazionale
1,40
L. 62/2001 Editoria
Industria
Territorio nazionale
2,20% (tasso 90%. Aumento al 100% nominale di contributo) nel caso di cooperative
L. 46/82 innovazione tecnologica
Industria
Territorio nazionale
0,89%
L. 752/82 Minerario
Industria
Territorio nazionale
1,35%
L. 49/85 Credito alla coperazione
Industria Commerico Artigianato
L. 44/86 Imprenditoria giovanile
85% max 4 miliardi
60% dei costi ammissibili
–
Industria Commerico Artigianato Servizi Agricolutura
Mezzogiorno
1,10%
Centro - Nord
2,20%
Obiettivo 1,2
Calcolato in base alle specifiche esigenze dei beneficiari
70% dei costi ammissibili
Costo del progetto max 5 miliardi
QUADRO DI RIFERIMENTO
TASSI AGEVOLATI
85
LEGGE E OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE
SETTORI
LOCALIZZAZIONE TASSO LIMITE E DIMENSIONE D’IMPRESA AGEVOLATO IN% DELL’INTERVENTO
L. 181/89 Acquisto macchinari
Industria, servizi, commercio
Territorio nazionale
1,60%
L. 100/90 Costituzione joint venture in Paese extra Ue
Servizi Industria, Artigianato, Commercio, Agricoltura
Territorio nazionale
2,175% 90%, max 75 miliardi per (tasso nominale di impresa e 150 miliardi contributo) per gruppo
L. 304/90 Partecipazione a gare internazionali
Artigianato, commercio, industria
Territorio nazionale
1,40%
L. 19/91 Servizi Industria, Costruzione joint venture Artigianato, in Paesi extra Ue Commercio, Agricoltura
Triveneto
2,18% (tasso nominale di contributo)
L. 317/91 Consorzi e società consortiti tra Pmi
Obiettivo 1,2
1,35%
Rimanenti zone
2,65%
Industria Commercio artigianato
–
100%, max 2 miliardi per beneficiario per gara
–
Fino al 60%, max 2 miliardi. Fino all’80% nel caso di interventi in obiettivo 1 o 2
L. 236/92 Imprenditoria Giovanile
Servizi
Obiettivo 1, 2
calcolato in base alle specifiche esigenze dei beneficiari
Costo del progetto max 1 miliardo
L. 598/94 Innovazione e ambiente
Industria
Obiettivo 1
3,48%
70%, max 3 miliardi
Zone deroga 87.3, c
2,61%
Altre zone (piccole imprese)
2,18%
Altre zone (medie imprese)
1,00% (tassi nominali di contributo)
D.lg. 143/98 Industria Commercio, art. 22 comma 5 Lett. a) b) Artigianato, Servizi Studi diprefattibilità, di fattibilità e di assistenza tecnica in Paesi extra Ue
Territorio nazionale
0,875%
Dal 50% al 100%, max 700 milioni – 1 miliardo (a seconda dell’intervento)
D.lg. 297/99 Art(5) Industria artigianato Ricerca applicata (proservizi getti di costo inferiore ai 7,5 miliardi di euro)
Territorio nazionale
0,50%
Max 70%
QUADRO DI RIFERIMENTO Indicatori reali
A cura dell’uffico studi della Banca Popolare di Milano
Tassi di interesse
Euribor 365 (dati giornalieri)
La BCE ha deciso a inizio marzo di alzare nuovamente il costo del denaro nell’Area Euro di 25 b.p., portando il livello dei tassi di interesse ufficiali al 2,50%. I motivi che hanno spinto le autorità monetarie ad attuare la seconda manovra restrittiva nel giro di 3 mesi sarebbero il miglioramento delle stime di crescita economica nell’Area, il timore di un’inflazione in ripresa (il livello attuale nell’Area è del 2,3%, ormai da mesi superiore al target del 2%, obiettivo della BCE) e, infine, il tentativo di sgonfiare gradualmente la bolla immobiliare. Nonostante Trichet abbia smentito che vi sia un disegno di rialzi consecutivi dei tassi, sulle orme di quanto sperimentato con successo dalla FED, secondo le previsioni degli operatori l’intenzione della Banca Centrale sarebbe quella di arrivare al 3% entro fine anno. La prossima manovra, però, non verrebbe effettuata prima di giugno, quando si avrà la conferma che la ripresa economica che sta interessando i maggiori Paesi europei, tranne l’Italia, è solida e non un fenomeno momentaneo, come accaduto diverse volte negli ultimi anni. Il livello dei tassi, comunque, può essere ancora considerato accomodante e storicamente basso, visto che l’impatto dell’indebitamento di famiglie e imprese per adesso rimane modesto.
2,95
1M
3M
2,75
2,65
2,55
2,45
2,35 02/01
06/01
12/01
18/01
03/03
03/02
09/02
15/02
21/02
27/02
03/03
2,95 2,75 2,55
1Y
2,35 02/01
06/01
5Y
12/01
18/01
30Y 24/01
30/01
Mercato dei cambi Un primo effetto del rialzo dei tassi europei è stato l’apprezzamento dell’euro nei confronti delle principali valute: il tasso di cambio con il dol-
0,69 0,68
1,30 0,68 1,25
0,68 0,68
1,20 0,68
GDP (scala dx)
1,15
0,67 30/01
27/02
3,15
1,35
24/01
21/02
3,35
0,69
18/01
15/02
3,55
0,69
12/01
09/02
3,75
1,40
06/01
03/02
3,95
0,69
02/01
30/01
4,15
1,45
YEN (centinaia)
24/01
Irs (dati giornalieri)
I cambi dell’euro (media mensile)
USD
6M
2,85
03/02
09/02
15/02
21/02
27/02
03/03
laro ha sorpassato quota 1,20, il livello più alto da inizio febbraio. Per adesso, però, non si può ancora considerare la dinamica degli ultimi giorni come l’inizio di una svolta rialzista del tasso di cambio, ma un riposizionamento a fronte di un modesto riavvicinamento del differenziale dei tassi con gli USA. La sterlina, dopo essersi rafforzata nel corso del mese di febbraio, ha perso terreno negli ultimi giorni. In Giappone, la crescita solida trainata dalla domanda interna, l’inflazione tornata positiva e l’andamento incoraggiante del mercato del lavoro fanno prevedere un imminente intervento della Banca Centrale al fine di normalizzare la politica monetaria giapponese. Il mercato ha reagito in mo-
QUADRO DI RIFERIMENTO
87
INDICATORI REALI
do vigoroso alla possibilità di un cambiamento di policy: si è, infatti, già osservato un rialzo dei rendimenti a media scadenza dei titoli, che fa pensare a un prossimo apprezzamento della valuta giapponese, che non ha ancora beneficiato delle conferme positive dei dati congiunturali.
Il livello di fiducia La fiducia dei consumatori dell’Area Euro si conferma a febbraio su livelli massimi da settembre 2002. Qualche peggioramento in Spagna e Germania è stato più che compensato dalla ripresa francese, determinata dal miglioramento delle aspettative sulle possibilità di risparmio e sul mercato del lavoro. Anche la fiducia delle imprese continua a crescere, raggiungendo il miglior risultato da marzo 2001, grazie a un generale e ritrovato ottimismo nelle tre principali economie dell’Area (Germania, Francia e Spagna). Negli Stati Uniti emergono segnali di pessimismo, dovuti in gran parte ad aspettative sul mercato del lavoro: l’indice dell’Università del Michigan è calato a febbraio a quota 86,7, (91,2 a gennaio), risultando inferiore alle aspettative degli analisti. In Italia, l’indice di fiducia dell’economia in generale ha sfiorato a febbraio quota 105, posizionandosi su livelli massimi da metà 2002. Il miglioramento delle prospettive economiche è dovuto al miglioramento della fiducia dei consumatori, che cresce grazie alle aspettative riguardo al
Principali variabili macroeconomiche Variabili internazionali
2004
Petrolio Brent ($/bar – media annua) Commercio internazionale Tasso di cambio $/€ (livello-media annua)
2005p 2006p 2007p
37,8 9,9 1,24
54,5 7,4 1,25
55,0 7,5 1,21
51,0 7,3 1,23
PIL (var. %)
Mondo Stati Uniti Cina Area Euro
4,8 4,4 9,5 1,8
4,3 3,5 9,1 1,4
4,1 3,2 8,4 1,9
3,9 2,9 9,4 2,0
Inflazione (var. %)
Stati Uniti Cina Area Euro
2,7 3,9 2,1
3,4 3,0 2,2
2,8 3,8 2,1
2,2 n.d. 2,0
PIL Domanda interna totale Consumi privati Consumi pubblici Investimenti fissi lordi Investimenti in costruzioni Investimenti in macch. e att.re Esportazioni di beni e servizi Importazioni di beni e servizi
1,0 0,8 1,0 0,7 1,9 3,0 1,1 3,2 2,5
0,0 0,5 0,9 1,1 -1,1 0,7 -2,4 0,4 2,3
1,3 1,2 1,2 0,6 2,0 1,3 2,7 3,5 3,3
1,4 1,6 1,8 0,6 1,9 1,4 2,4 3,3 4,0
Prezzi al consumo Prezzi alla produzione Indice produzione industriale Deficit (%Pil)
2,2 2,7 -0,6 3,2
2,1 4,0 -1,0 4,1
2,1 2,0 0,2 4,8
2,0 1,0 1,2 4,4
Italia
Prodotto interno lordo
Altre variabili macroeconomiche
quadro economico generale e alle attese a breve termine, in presenza di una dinamica inflazionistica considerata favorevole. Dopo otto rialzi consecutivi, l’indice della fiducia delle imprese, invece, re-
gistra un lieve calo, confermandosi comunque sui valori più elevati da maggio 2002. A fronte di giudizi stabili sul portafoglio ordini, si è verificato un peggioramento delle previsioni a breve termine sulla produzione.
Italy – Clima di fiducia
ZONA EURO – Economic sentiment Index
Fonte: ISAE, DG Economic and Financial Affairs, EU
Fonte: DG Economic and Financial Affairs, European Union -2
130
-4
120 110
INDUSTRIAL CONFIDENCE
CONSUMER CONFIDENCE
(dati destagionalizzati, 2000=100)
-6
100 = media di lungo periodo
-8
100
-10
90
-12
80 ECONOMIC SENTIMENT 70 2001
2002
IND. MANIFATTURIERA 2003
2004
CONSUMATORI 2005
2006
-14 gen-05
feb-05
mar-05
apr-05
mag-05
giu-05
lug-05
ago-05
set-05
ott-05
no v-05
dic-05
gen-06
feb-06
QUADRO DI RIFERIMENTO Tabella Euribor: andamento settimanale
L’Euribor, acronimo di Europe interbank offered rate, è il tasso di mercato interbancario calcolato come media dei migliori tassi lettera quotati da alcune delle principali banche operanti sull’Euromercato. Costituisce la base di
a cura di FINANZA & SVILUPPO s.r.l.- GRUPPO ITALFINANCE
calcolo degli interessi per le operazioni di finanziamento. La differenza tra durate differenti dipende dal fatto che tassi diversi sono applicati a depositi di diverso periodo. Quando si prevedono rialzi dei tassi, gli
Euribor a lungo termine sono più alti, e viceversa. L’analisi dell’andamento degli Euribor, di durata differente, rappresenta un efficace strumento per studiare la tendenza dei tassi.
Data
1 Wk
1 Mo
2 Mo
3 Mo
4 Mo
5 Mo
6 Mo
7 Mo
8 Mo
9 Mo
10 Mo
11 Mo
12 Mo
1-2-06
2,355
2,39
2,493
2,554
2,609
2,649
2,699
2,735
2,768
2,808
2,838
2,869
2,9
2-2-06
2,363
2,392
2,5
2,563
2,614
2,656
2,706
2,742
2,778
2,819
2,85
2,885
2,916
3-2-06
2,368
2,386
2,499
2,57
2,611
2,654
2,706
2,741
2,779
2,819
2,847
2,885
2,914
6-2-06
2,365
2,389
2,502
2,57
2,612
2,656
2,701
2,739
2,777
2,816
2,847
2,879
2,909
7-2-06
2,364
2,39
2,503
2,569
2,612
2,657
2,704
2,741
2,777
2,815
2,846
2,878
2,908
8-2-06
2,364
2,397
2,508
2,575
2,616
2,657
2,705
2,741
2,775
2,816
2,846
2,876
2,906
9-2-06
2,365
2,413
2,52
2,585
2,623
2,665
2,714
2,749
2,784
2,822
2,85
2,883
2,913
10-2-06
2,365
2,426
2,533
2,592
2,623
2,668
2,714
2,747
2,783
2,817
2,845
2,875
2,901
13-2-06
2,365
2,437
2,536
2,594
2,628
2,675
2,719
2,75
2,788
2,822
2,851
2,881
2,907
14-2-06
2,365
2,443
2,542
2,596
2,631
2,674
2,718
2,746
2,782
2,816
2,842
2,871
2,899
15-2-06
2,366
2,448
2,545
2,597
2,635
2,676
2,717
2,746
2,778
2,813
2,838
2,868
2,897
16-2-06
2,369
2,468
2,555
2,604
2,64
2,685
2,722
2,752
2,786
2,818
2,846
2,877
2,905
17-2-06
2,367
2,476
2,557
2,608
2,647
2,689
2,723
2,752
2,787
2,814
2,841
2,871
2,895
20-2-06
2,372
2,483
2,569
2,609
2,653
2,691
2,72
2,747
2,778
2,808
2,829
2,858
2,88
21-2-06
2,375
2,492
2,573
2,612
2,652
2,693
2,723
2,752
2,781
2,807
2,833
2,858
2,881
22-2-06
2,374
2,504
2,581
2,616
2,66
2,702
2,734
2,766
2,798
2,833
2,862
2,886
2,912
23-2-06
2,388
2,528
2,589
2,628
2,673
2,717
2,754
2,784
2,821
2,856
2,886
2,912
2,938
24-2-06
2,392
2,551
2,599
2,644
2,685
2,731
2,766
2,799
2,836
2,872
2,899
2,926
2,956
27-2-06
2,394
2,571
2,618
2,657
2,689
2,735
2,769
2,804
2,84
2,876
2,91
2,934
2,965
28-2-06
2,414
2,589
2,623
2,664
2,702
2,744
2,783
2,817
2,855
2,894
2,924
2,952
2,981
Wk= week (settimana) – Mo= month (mese)