10 Direttore Responsabile: Michele Riva
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Sommario SOMMARIO 20 ottobre 2006
NOVITÀ IN BREVE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
AGEVOLAZIONI FINANZIARIE NAZIONALI Investimenti produttivi Verso la definizione del nuovo sistema di incentivi per le imprese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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La rendicontazione di un progetto 488: adempimenti e aspetti critici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Ricerca e innovazione Innovazione tecnologica, le precisazioni del Ministero . . . . . . . . . . . . . . . 20 milioni di euro per promuovere la circolazione a metano . . . . . . . .
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EUROPEE Investimenti produttivi Fondi strutturali 2007-2013: individuati i beneficiari e le risorse disponibili . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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REGIONALI Investimenti produttivi Lombardia: approvati i criteri per i Piani integrati per la competitività di sistema . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Marche: un “prestito d’onore” per le nuove iniziative imprenditoriali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Abbonamenti: Italia annuale: € 159,00 11 numeri + 6 dossier speciali + l’accesso al sito dedicato “www.agevolazioni.ilsole24ore.com” + il CD-Rom annate di Agevolazioni & incentivi dal 1998 al 2005 Copie arretrate: 16,00 €. Si vende solo in abbonamento. Servizio clienti periodici – Via Tiburtina Valeria (SS 5) km 68,700 – 67061 Carsoli (AQ) Tel.: (02 o 06) 3022.5680 Fax: (02 o 06) 3022.5400; e-mail: servizioclienti.periodici@il sole24ore.com La pubblicazione o ristampa degli articoli deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore previo consenso dell’Autore.
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Sardegna, aiuti per l’innovazione e la competitività delle Pmi . . . . . .
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Formazione e creazione d’impresa “Dentro l’impresa”: la Basilicata valorizza le risorse umane delle Pmi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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ALTRE DALLE REGIONI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 43
SPECIALE ALLARGAMENTO UE Romania, obiettivo competitività e qualità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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In questo numero Il programma “Impresa 2015” per gli incentivi agli investimenti produttivi, ovvero il disegno di legge Bersani che ridisegna l’architettura della finanza agevolata. Vengono presentati i nuovi strumenti di sostegno e in particolare:
CREDITO ALLE IMPRESE CREDITO BANCARIO Andamentali e intangibles, la lunga marcia sulla strada del rating . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
Y i nuovi Fondi per la competitività e la finanza d’impresa
Bonus assunzioni: arriva il nuovo modello ICO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Nuovo apprendistato, un cammino difficile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Y i Progetti di innovazione industriale
Riassunzione di lavoratori in mobilità: i chiarimenti dal Ministero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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Y le Reti di imprese che sostituiscono i distretti produttivi. DA NON PERDERE
ANALISI E COMMENTI Incentivi alle imprese, il consuntivo 2005 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
La rendicontazione di un progetto 488: chiusi i bandi vediamo quali sono gli adempimenti e gli aspetti critici delle fasi successive.
L’ANGOLO DEL LETTORE
Il rapporto sugli interventi di sostegno alle attività economiche per il 2005: prosegue il trend decrescente delle agevolazioni erogate alle imprese italiane.
QUADRO DI RIFERIMENTO
Le informazioni per utilizzare: – i fondi presso la Cassa depositi e prestiti per programmi di innovazione tecnologica della legge 46/1982 – il nuovo modello ICO telematico per la richiesta del credito d’imposta per le nuove assunzioni. Sul fronte degli investimenti all’estero si segnalano i finanziamenti a fondo perduto in Romania per favorire l’adattamento delle imprese agli standard produttivi Ue.
LE RISPOSTE DELL’ESPERTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Calendario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tassi agevolati del mese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Indicatori reali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tassi Euribor: andamento settimanale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
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NOVITÀ IN BREVE
Novità in breve
N
azionali
Chiusura del bando quick-response e nuove risorse al commercio elettronico Nota 15 settembre 2006 Con una nota del Ministero dello sviluppo economico è stata destinata la somma pari a euro 6.300.699,61 all’incremento delle risorse disponibili per il bando e-commerce, chiuso in data 14 luglio 2006 a causa dell’esaurimento dei fondi disponibili. L’importo si è reso disponibile in seguito alla chiusura dei termini, avvenuta il 14 agosto 2006, del bando quick-response, relativo al credito d’imposta in favore di progetti per il collegamento telematico delle imprese del settore tessile, abbigliamento e calzaturiero previsto dall’art. 103, comma 5 della legge 23 dicembre 2000, n. 388. Alla scadenza del bando si è, infatti, verificato il mancato esaurimento delle risorse disponibili.
Pon 2000-2006: bando per la formazione di professionalità in R&S Un avviso del Ministero dell’università e della ricerca, pubblicato in allegato al decreto 30 agosto 2006, stabilisce modalità e termini per la presentazione di progetti pilota previsti dal Programma operativo nazionale 2000-2006 “Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico, alta formazione”, Asse III, Misura III.3 finalizzati alla formazione di alte professionalità per adeguare le competenze della pubblica amministrazione in materia di ricerca e sviluppo. Il bando è rivolto alle regioni obiettivo 1, ossia Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna e ammette ai contributi, quali soggetti attuatori, università statali e
Decreto 30 agosto 2006 (G.U. n. 209 dell’8 settembre 2006)
non, consorzi universitari, consorzi interuniversitari, istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica, centri di ricerca e innovazione pubblici o privati, enti e istituti di formazione pubblici o privati e società di consulenza e formazione per la P.A., anche nella forma di A.T.I. o A.T.S. Il cofinanziamento del Fondo sociale europeo previsto per la Misura III.3 è pari a euro 23.270.669, con una copertura massima del 70% del costo complessivo. Il restante 30% risulta cofinanziato in parte (25%) dal Fondo di rotazione della legge 183/87 e in parte (5%) con fondi propri dei soggetti attuatori. Scadenza per la presentazione delle domande al Ministero: 13 novembre 2006.
Piano nazionale della pesca 2006: nuova ripartizione di risorse Al fine di dare nuovo impulso al settore della pesca e dell’acquacoltura e per rilanciare le economie locali, il Ministero delle politiche agricole e forestali ha disposto, con decreto 24 luglio 2006, la modifica della ripartizione delle risorse finanziarie tra i vari settori di intervento del Piano nazionale della pesca marittima e dell’acquacoltura per l’anno 2006. La migliore allocazione delle risorse finanziarie in relazione agli obiettivi prefissati sostituisce la precedente ripartizione, stabilita con decreto ministeriale 10 aprile 2006.
Decreto 24 luglio 2006 (G.U. n. 209 dell’8 settembre 2006)
Legge 488/92: controlli più severi anche per gli artigiani Circolare 19 settembre 2006, n. 9704 (G.U. n. 224 del 26 settembre 2006)
Sono apportate modifiche e integrazioni alla circolare n. 946364 del 7 ottobre 2003 recante disposizioni
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NOVITÀ IN BREVE
per la concessione e l’erogazione delle agevolazioni previste dalla legge 488/92 per il comparto artigiano. Come era già avvenuto per il settore industria – con l’emanazione della circolare n. 980814 del 7 marzo 2006 – il Ministero dello sviluppo economico interviene sulle procedure per i controlli finali dei programmi di investimento agevolati, introducendo, per l’impresa beneficiaria, adempimenti ulteriori per la predisposizione della documentazione finale di spesa. Le modifiche hanno efficacia per tutte le iniziative che risultino già agevolate in via provvisoria all’entrata in vigore del dispositivo in oggetto e per le quali le imprese non abbiano ancora prodotto la documentazione finale di spesa (v. pag. 13).
Innovazione tecnologica, criteri per l’utilizzo del Fondo Cassa depositi e prestiti In Gazzetta Ufficiale il testo della circolare concernente ulteriori chiarimenti circa l’utilizzazione dei fondi Cassa depositi e prestiti (CDP) per la concessione delle agevolazioni per programmi di innovazione tecnologica di cui alla legge 17 febbraio 1982, n. 46. Oltre alle disposizioni sui criteri per l’utilizzo del Fondo CDP, il cui disciplinare è stato emanato con decreto 1° febbraio 2006, è anche disponibile la nuova modulistica per la presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni. Per quanto non espressamente indicato nella circolare in oggetto si fa riferimento alle modalità previste dall’articolo 7 del decreto 16 gennaio 2001 e dalla circolare 11 maggio 2001, n. 1034240, purché le disposizioni risultino compatibili alle procedure contenute nel sopracitato decreto attuativo (v. pag. 18).
Circolare 11 settembre 2006, n. 8552 (G.U. n. 225 del 27 settembre 2006)
Approvato il disegno di legge Bersani di riforma degli incentivi Varato in Consiglio dei ministri il disegno di legge Bersani, denominato “Industria 2015”, sulla nuova politica industriale, a sostegno dell’innovazione e per il riordino degli incentivi alle imprese.
Documento di sintesi 22 settembre 2006
Due strade sono tracciate per il rilancio del sistema produttivo italiano: ● meccanismi di sostegno generalizzati, anche a carattere automatico, per favorire la ricerca, la riduzione dei costi d’impresa, la promozione degli investimenti, la crescita dimensionale delle imprese e il riequilibrio territoriale; ● sistemi di incentivazione “su misura” per singoli obiettivi strategici, realizzati individuando aree tecnologico-produttive con forte impatto sullo sviluppo (efficienza energetica, mobilità sostenibile, scienze della vita). Le aree tecnologiche saranno definite da un “Documento di programmazione per lo sviluppo” triennale sulla base del quale vengono individuati singoli Progetti di innovazione industriale cui possono candidarsi imprese di qualsiasi dimensione, enti di ricerca, università e sistema finanziario. Inedita è la collaborazione prevista tra i Ministeri dello sviluppo economico, dell’università e della ricerca e dell’innovazione, che coordineranno strettamente la gestione dei Fondi di rispettiva competenza al fine della realizzazione dei progetti. Per realizzare gli obiettivi di innovazione industriale e sostenere lo sviluppo nascono il Fondo per la competitività, presso il Ministero per lo sviluppo economico, e il Fondo per la finanza d’impresa. Nel nuovo Fondo per la competitività confluiranno le risorse stanziate ogni anno dalla Legge finanziaria, le risorse assegnate dal Cipe al Ministero dello sviluppo economico nell’ambito del riparto del Fondo per le aree sottoutilizzate e il Fondo unico per gli incentivi, che manterrà il suo regolare funzionamento fino all’entrata in vigore dei decreti attuativi di riordino degli incentivi, ma finanzierà contemporaneamente anche i Progetti di innovazione industriale. Il Fondo per la finanza d’impresa nasce con lo scopo di facilitare l’accesso al credito, alla finanza e al mercato finanziario delle imprese, e di razionalizzare le modalità di funzionamento dei fondi pubblici di garanzia e di partecipazione al capitale di rischio. In esso andranno a confluire le risorse contenute nel Fondo di garanzia, nei Fondi esistenti per il venture capital e ulteriori disponibilità di altri fondi di amministrazioni e soggetti pubblici. Con decreto ministeriale verranno stabiliti il funzionamento del Fondo e la sua gestione, oltre ai criteri e le priorità per la realizzazione degli interventi. Per imprimere maggior forza contrattuale al sistema delle piccole e medie imprese viene, inoltre, assegnata una delega al Governo al fine di adottare decreti legislativi per la definizione di “rete” d’impresa, stabilendone le possibili forme di coordinamento, i requisiti di sta-
NOVITÀ IN BREVE
bilità, coordinamento e direzione, gli effetti giuridici, il carattere transnazionale e la possibilità di adesione anche da parte di enti senza scopo di lucro (v. pag. 9).
Incentivi alla diffusione del metano per autotrazione Con uno stanziamento Comunicato Ministero dell’ambiente settembre complessivo pari a 20 2006 milioni di euro, sono stati stipulati dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio due nuovi Accordi di programma per la diffusione del metano per autotrazione nelle aree urbane, entrambi con scadenza 31 dicembre 2007. Il primo Accordo, con la Convenzione di Comuni, l’Anci, l’Anfia, l’Unrae e la Federaicpa, è diretto a promuovere la diffusione di veicoli a basso impatto ambientale, attraverso l’erogazione di contributi finalizzati all’acquisto, all’acquisizione in leasing o in renting di veicoli alimentati a metano o bi-fuel (metano/benzina). Dei 10 milioni di euro stanziati a tal fine, almeno 100.000 euro devono essere destinati a favore delle attività di comunicazione. I contributi, in regime de minimis, sono rivolti a: soggetti che gestiscono servizi integrativi e complementari al trasporto pubblico locale, taxi e servizi di noleggio, soggetti appartenenti ai settori commercio, artigianato, industria che svolgano attività di trasporto per conto proprio. Il secondo Accordo, stipulato con l’Anci, l’Unione petrolifera, l’Assopetroli, la Federmetano, il Consorzio grandi reti e NGV System Italia, prevede l’implementazione delle reti di distribuzione del metano per autotrazione nelle aree urbane, attraverso uno stanziamento pari a 10 milioni di euro. Il contributo è diretto ad aziende o singoli imprenditori sia per il potenziamento di stazioni di carburante già esistenti, sia per la realizzazione di nuove stazioni nel territorio. L’importo massimo del contributo non potrà comunque superare la somma di 150.000 euro. (v. pag. 21)
Misure di sostegno del mercato avicolo Dal Ministero delle poDecreto 14 settembre 2006, in corso di pubbl. litiche agricole, alimen-
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tari e forestali arrivano misure eccezionali a sostegno del settore avicolo, da attuarsi entro il 31 dicembre 2006, secondo le previsioni del regolamento della Commissione europea n. 1010/2006 che ha stabilito aiuti per l’Italia a seguito delle gravi perturbazioni del mercato provocate, tra settembre 2005 e aprile 2006, dal rischio aviaria. Le misure sono applicate alle specie del pollo, faraona, anatra, tacchino e oca, per interventi, messi in atto dai titolari di aziende del settore, di distruzione e trasformazione delle uova da cova, di soppressione dei pulcini e macellazione anticipata. Negli allegati al decreto sono riportate nel dettaglio le condizioni di ammissibilità agli aiuti e lo schema di fac-simile per la presentazione delle domande.
Incentivi fiscali: nuovi codici tributo per il recupero di versamenti Risoluzione Agenzia delle Entrate 28 settembre 2006, n. 107/E
L’Agenzia delle Entrate ha istituito nuovi codici tributo per il versamento di somme dovute a seguito dei controlli automatizzati delle dichiarazioni, secondo le previsioni degli artt. 15 e 24 della legge 29/2006, che hanno stabilito l’interruzione di due regimi di aiuto nella forma di incentivo fiscale. L’art. 15 ha disposto l’interruzione degli aiuti a favore delle imprese che hanno sostenuto spese per la partecipazione espositiva di prodotti in fiere all’estero, previsti dall’art. 1, comma 1, lett. b) del D.L. 269/2003, in attuazione della decisone comunitaria C (2004) 4746 del 14 dicembre 2004; l’art. 24 ha invece interrotto il regime di aiuti a favore delle imprese che hanno realizzato investimenti nei comuni colpiti da eventi calamitosi nel 2002, secondo l’art. 5-sexies del D.L. 282/2002, in attuazione della decisione 20 ottobre 2004, n. 2005/315/CE. In caso di mancato o carente versamento delle somme dovute, i beneficiari degli aiuti dovranno utilizzare i nuovi codici tributo, operativamente efficaci a partire dal settimo giorno lavorativo successivo alla data della risoluzione.
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NOVITÀ IN BREVE
C
omunitarie
Fondo di coesione: elenco degli Stati beneficiari
Sostegno a favore di azioni di informazione
Con la decisione della Commissione del 4 agosto 2006, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 243 del 6 settembre 2006, è stato definito l’elenco degli Stati membri ammessi a beneficiare del finanziamento del Fondo di coesione per il periodo 20072013 (v. pag. 23).
Invito a presentare proposte (G.U.U.E. C 236 del 30 settembre 2006)
Fondi strutturali: elenco delle regioni e ripartizione degli stanziamenti Con le decisioni della Commissione del 4 agosto 2006, pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 243 del 6 settembre 2006, è stato fissato l’elenco delle regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali, nell’ambito dell’obiettivo “Convergenza” per il periodo 2007-2013, e una ripartizione indicativa degli stanziamenti di impegno a titolo dell’obiettivo “Convergenza” e dell’obiettivo “Competitività regionale e occupazione”. È stata, inoltre, fissata la ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno nell’ambito dell’obiettivo “Cooperazione territoriale europea” per il periodo 2007-2013 con la decisione della Commissione del 4 agosto 2006, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 247 del 9 settembre 2006 (v. pag. 23).
Sviluppo rurale: ripartizione del sostegno comunitario Con la decisione della Commissione del 12 settembre 2006, pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L 261 del 22 settembre 2006, è stata fissata la ripartizione annuale per ciascuno Stato membro dell’importo del sostegno comunitario allo sviluppo rurale per il periodo 2007-2013.
Il presente invito è finalizzato a sostenere azioni di informazione specifica e programmi di attività annuale (conferenze seminari, campagne radiofoniche e televisive, ecc.), nel settore della politica agricola comune. Destinatarie dell’invito sono tutte le persone giuridiche. La sovvenzione comunitaria prevista è pari al 50% delle spese ammissibili, ma in taluni casi può arrivare al 75% delle spese ammissibili, con una dotazione finanziaria pari a 3 milioni di euro. La scadenza dell’invito è fissata al 24 novembre 2006. Per informazioni: http://ec.europa.eu/comm/agriculture/grants/capinfo/index_it.htm.
Posizione comune sul VII Programma quadro di RST Il Consiglio, nella riunione del 25 settembre 2006, ha adottato una posizione comune sulla decisione che istituisce il Settimo Programma quadro di ricerca e sviluppo tecnologico, che sarà trasmessa al Parlamento europeo per la seconda lettura. Il budget del programma, incluso il programma Euratom, è pari a 50,4 miliardi di euro. Per informazioni: http://cordis.europa.eu/fp7/home.html.
Contributo BEI per il Fondo Euromed La Banca europea per gli investimenti (BEI), nell’ambito del Fondo euromediterraneo d’investimento e di partenariato (FEMIP), fornirà un contributo al lancio del Fondo Euromed, un fondo di private equity per le piccole e medie imprese mediterranee, del valore di 60 milioni di euro. Tra gli investitori del fondo sono compresi la Regione Lombardia, tramite Finlombarda S.p.A., e la Camera di Commercio di Milano.
NOVITÀ IN BREVE
Pubblicata la relazione finanziaria per il 2005 È stata pubblicata dalla Commissione europea la Relazione finanziaria relativa all’anno 2005 dalla quale emerge che l’esecuzione dei pagamenti nell’anno di riferimento ha raggiunto il livello record di 104,8 miliardi di euro, pari allo 0,97% del reddito nazionale lordo (RNL) dell’Unione europea, con benefici distribuiti fra tutti i 25 Stati membri. Analogamente all’anno precedente, circa due terzi del totale delle spese assegnate sono andati ai “grandi” Stati membri quali la Spagna, la Francia, la Germania, l’Italia e il Regno Unito mentre la Germania, la Francia, l’Italia e il Regno Unito hanno garantito circa 2/3 del finanziamento complessivo.
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In particolare, la Spagna è stata, ancora una volta, di gran lunga, il maggiore beneficiario dei Fondi per interventi strutturali, per circa un quarto del totale dell’UE, davanti alla Germania, all’Italia e al Regno Unito, che ha avuto il maggiore incremento passando da 1,2 miliardi a 3,4 miliardi di euro. Nell’UE10, riguardante i nuovi Stati membri entrati a far parte dell’Unione nel 2004, si è osservato un aumento degli importi spesi, pari al 9,5% del totale comunitario, che sono passati dai 6,1 miliardi di euro del 2004 a 9,1 miliardi nel 2005. In particolare, la Polonia è oggi l’ottavo paese beneficiario, a fronte della decima posizione occupata l’anno precedente, mentre l’Ungheria è balzata al quindicesimo posto, seguita dalla Repubblica ceca, posizionata, in precedenza, al diciottesimo posto.
AGEVOLAZIONI
Agevolazioni finanziarie
Verso la definizione del nuovo sistema di incentivi per le imprese Reti di imprese al posto dei vecchi distretti produttivi, due nuovi fondi che ne assorbono diversi altri, i Progetti di Innovazione Industriale. Sono i punti cardinali di “Industria 2015”, un quadro di sostegno all’impresa completamente rinnovato di Alessandro Sacrestano
D
ue gambe. Questa è la figura di cui si è servito il Ministero dello Sviluppo Economico per illustrare la necessità di attuare i provvedimenti contenuti nel disegno di legge sugli interventi per l’innovazione industriale. Due gambe, come immagine di supporto equilibrato, perché duplice è il sistema di intervento proposto: 1. il sostegno generalizzato dell’apparato produttivo tramite misure orizzontali, anche a carattere automatico, con particolare riferimento all’abbattimento dei costi d’impresa, alla promozione degli investimenti, alla crescita dimensionale e al riequilibrio territoriale; 2. il perseguimento di obiettivi strategici preordinati allo sviluppo economico del Paese, mediante misure selettive volte al raggiungimento della massima efficacia e incisività in termini di
rafforzamento strutturale del sistema produttivo, con particolare riguardo alle aree meridionali.
Recuperare il ritardo italiano Il programma, così come delineato, presenta evidenti profili di coerenza con quanto la Comunità Europea ha chiesto ai Paesi membri nei documenti di programmazione economico-finanziaria e negli obiettivi contenuti nella strategia di Lisbona, e i motivi, per la nostra nazione, si intuiscono facilmente.
L’Italia è certamente fra i Paesi europei in cui il processo di trasformazione economica subito dall’economia mondiale e l’impatto con il sistema monetario unico hanno avuto gli effetti più preoccupanti, come conseguenza di un apparato industriale impreparato al cambiamento e inadeguato a confrontarsi con i sopravvenuti scenari di competitività internazionale. Le ragioni di tale ritardo, stando al dicastero di via Veneto, sono da ricercarsi nella struttura economica nazionale poco permeabile all’innovazione e con caratteristiche strutturali (costi energetici, infrastrutture, ridotte dimensioni aziendali ecc.) che, nel complesso, ne hanno frenato l’evoluzione. Il risultato – inevitabile – è stato uno scenario in cui la nostra industria ha visto lentamente perdere quote di mercato a livello mondiale. La soluzione proposta è quella del sostegno alla ricerca e sviluppo e dell’accesso alle nuove tecnologie. È necessario, tuttavia, che tali politiche aziendali vengano perseguite soprattutto all’interno delle imprese di minori dimensioni dove, tra l’altro, bisognerà continuare a puntare sulla formazione del-
La politica delle “due gambe” Sostegno generalizzato dell’apparato produttivo
COMPETITIVITÀ
Perseguimento di obiettivi strategici preordinati al rafforzamento strutturale del sistema produttivo
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INVESTIMENTI PRODUTTIVI
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
L’architettura della riforma I NUOVI STRUMENTI DI SVILUPPO
RETI D’IMPRESA
FONDI PER LA COMPETITIVITÀ E LA FINANZA
le risorse umane impiegate. Solo attraverso tale percorso sarà, poi, esperibile un sistema di affiancamento all’internazionalizzazione che ridoni alla nostra economia la visibilità e la competitività conquistata in passato.
Il quadro di sostegno Quello che emerge è, quindi, un quadro di sostegno all’impresa completamente rinnovato attraverso dettagliate linee-guida che contemplano gli obiettivi di: ● conformare i regimi di aiuto a una elevata flessibilità e a modalità gestionali di progetto, al fine di garantirne l’effettiva rispondenza agli obiettivi e azioni di volta in volta previsti dal documento stesso; ● prevedere un’articolazione degli interventi effettuata sulla base degli inquadramenti comunitari degli aiuti di Stato alle imprese; ● definire, nel rispetto degli inquadramenti comunitari, lo schema di aiuto utilizzabile, contenente gli elementi essenziali dello stesso per quanto riguarda, in particolare, l’intensità e la forma dell’aiuto, le spese ammissibili, i procedimenti amministrativi per la concessione dei benefici; ● prevedere l’abrogazione delle norme di aiuto residue e di quelle non idonee al perseguimento degli obiettivi e delle azioni illustrate nel documento;
PROGETTI DI INNOVAZIONE DI IMPRESA
condizionare le agevolazioni alle imprese al rispetto degli obblighi contributivi e fiscali; ● prevedere forme di monitoraggio delle agevolazioni comunitarie, statali e locali alle imprese, anche al fine di evitare duplicazioni e disparità di trattamento a parità di condizioni. Gli strumenti, propedeutici a tale cambiamento, prevedono l’implementazione di reti d’impresa (che soppiantano il vecchio concetto di distretto produttivo), la costituzione di due nuovi fondi, quelli per la Competitività e per la Finanza d’impresa, e, infine, il ricorso ai c.d. Progetti di Innovazione Industriale. ●
Attenzione fissata sulle aree tecnologiche Quello dei Progetti di Innovazione Industriale rappresenta uno dei punti cardine del documento “Industria 2015”, attraverso il quale il Mse intende favorire la concertazione per la predisposizione di misure di intervento destinate a specifiche aree tecnologicoproduttive con un forte impatto sullo sviluppo territoriale. Gli obiettivi, come espressamente chiarito al comma 5 dell’art. 1 del disegno di legge, saranno: 1. l’avanzamento tecnologico; 2. la ricaduta industriale in termini di nuovi processi, prodotti o servizi, relativi a segmenti di mercati in crescita;
3. l’integrazione degli strumenti di aiuto alle imprese, le azioni di contesto collegate e le misure di regolamentazione e semplificazione amministrativa; 4. il coinvolgimento in forma singola o consorziata di grandi imprese, piccole e medie imprese, centri di ricerca pubblici e privati anche attraverso lo sviluppo del partenariato pubblico-privato, in conformità agli orientamenti comunitari in materia; 5. la sinergia delle attività dei soggetti pubblici responsabili delle azioni a sostegno del sistema produttivo, con particolare riguardo al coinvolgimento delle regioni interessate tramite la valorizzazione delle loro attività di politica industriale; 6. l’attenzione ai processi di creazione e di sviluppo di imprese giovanili nelle aree tecnologiche e produttive individuate come prioritarie; 7. il rilancio dei siti industriali interessati da crisi di settori produttivi, con particolare attenzione al Mezzogiorno. Le direttive dei Progetti sono, a tal proposito, conferite congiuntamente ai ministri dello Sviluppo Economico, dell’Università e della Ricerca, per le Riforme e l’Innovazione nella Pubblica Amministrazione e per gli Affari regionali e le autonomie locali. I primi tre, tra l’altro, provvederanno alla nomina di un responsabile di progetto, al quale saranno demandati i compiti di: ● definizione delle modalità e criteri per l’individuazione degli enti e delle imprese da coinvolgere nel progetto; ● individuazione delle azioni e delle relative responsabilità attuative; ● identificazione dei meccanismi di sostegno e di ogni altra misura utile per l’attuazione degli interventi;
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
determinazione dei tempi di realizzazione del progetto, individuando modalità e criteri per le verifiche sullo stato di attuazione in itinere e finali, nonché gli indicatori da utilizzare per la valutazione ex post sull’efficacia degli interventi. Le aree destinatarie dei Progetti e i contenuti dei medesimi saranno individuati nell’ambito di un “Documento di programmazione per lo sviluppo” periodicamente aggiornato, sulla scorta del quale tutti gli attori di sviluppo (imprese, enti di ricerca, università ecc.) potranno formulare le loro candidature di adesione. Nello specifico, sarà lo stesso Mse, di concerto con i Ministeri sopra menzionati, ad adottare con proprio decreto lo specifico progetto, definendone le modalità attuative e quantificando le risorse a esso assegnate. ●
Il Fondo per la competitività e lo sviluppo Altra particolarità contenuta nel nuovo provvedimento è la costituzione, presso il Mse, del nuovo Fondo per la competitività e lo sviluppo. Lo stesso dovrà servire a fornire le risorse necessarie al finanziamento dei Progetti di Innovazione Industriale ma anche per tutti gli strumenti residuali di agevolazione di competenza del Ministero medesimo. Cesseranno di esistere, quindi, tanto il Fondo per le aree sottoutilizzate che quello Unico per gli incentivi, con contestuale rigiro delle risorse in essi contenute al nuovo Fondo previsto dal disegno di legge. Contemplata anche la partecipazione economica di Regioni e altre amministrazioni eventualmente coinvolte attraverso specifici accordi. Nell’ambito degli interventi previsti dai Progetti di Innovazione Industriale, il Fondo interverrà a sostegno:
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
degli investimenti e delle attività delle imprese coinvolte nel progetto; ● delle infrastrutture di diretto supporto a insediamenti produttivi e attività d’impresa; ● degli interventi regionali con effetti complementari e integrativi dei progetti; ● di ogni altra misura ritenuta utile per il perseguimento degli obiettivi fissati. Le motivazioni sottese alla nascita del nuovo strumento sono quelle di dare maggiore flessibilità al meccanismo di riconoscimento delle agevolazioni che, secondo la formula immaginata dal disegno di legge, dovrebbe consentire, di volta in volta, l’individuazione di quelle forme di aiuto più consone al Progetto di Innovazione da implementarsi. ●
Il Fondo per la finanza d’impresa A fianco del Fondo per la competitività, ne viene previsto un altro che ha come obiettivo quello di facilitare l’accesso al credito, alla finanza e al mercato finanziario da parte delle imprese, anche attraverso la razionalizzazione delle modalità di funzionamento dei fondi pubblici di garanzia e di partecipazione al capitale di rischio. Pertanto, non saranno più operativi il Fondo di garanzia, di cui all’art. 15 della legge 7 agosto 1997, n. 266, il Fondo rotativo nazionale per gli interventi nel capitale di rischio, di cui all’art. 4, comma 106, della legge n. 350/2003. Nel fondo per la finanza di impresa confluiranno, inoltre, le risorse del Fondo per l’innovazione tecnologica (ex art. 14 della legge n. 46/1982) destinate alla promozione e sviluppo di nuove imprese innovative ai sensi dell’art. 106 della legge n. 388/2000, le risorse stanziate per l’acquisizione da parte del Dipartimento per l’innovazione e le tecno-
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logie della Presidenza del Consiglio dei ministri delle quote dei fondi comuni di investimento, al fine di favorire l’afflusso di capitale di rischio verso le Pmi, ai sensi dell’art. 1, comma 222, della legge n. 311/2004, nonché tutti gli altri Fondi di amministrazioni e soggetti pubblici nazionali per la finanza d’impresa. Il Fondo dovrebbe consentire la facilitazione delle operazioni di concessione di garanzie su finanziamenti, di partecipazione al capitale di rischio delle imprese e, in generale, di finanza strutturata. Per tali obiettivi, lo stesso potrà operare anche attraverso banche o società finanziarie sottoposte alla vigilanza della Banca d’Italia e sottoscrivendo fondi di investimento chiusi. Per le stesse motivazioni, il nuovo incubatore di risorse è autorizzato a compiere ogni operazione finanziaria, purché a condizioni di mercato, nonché altri interventi contenenti componenti di aiuto alle imprese.
Ridisegnate le norme sui distretti produttivi Nel documento in esame trova spazio anche la rinnovata definizione dei distretti industriali che, nell’attuale formulazione, prendono il nome di reti d’impresa. Si tratta, tuttavia, di impegni programmatici, destinati ad adottare in tempi brevi uno o più decreti legislativi tesi a: ● definire le forme di coordinamento stabile di natura contrattuale tra imprese aventi distinti centri di imputazione soggettiva, idonee a costituire in forma di gruppo paritetico o gerarchico una rete di imprese; ● definire i requisiti di stabilità, di coordinamento e di direzione necessari al fine di riconoscere la rete di imprese; ● definire condizioni, modalità, limiti e tutele che assistono l’adozione di vincoli contrattuali;
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AGEVOLAZIONI NAZIONALI
definire, anche con riguardo alle conseguenze di natura contabile e impositiva, gli effetti giuridici della rete di imprese, eventualmente coordinando o modificando le norme vigenti in materia di gruppi e consorzi di imprese; con riferimento alle reti che comprendono imprese aventi sede legale in diversi Paesi, prevedere una disciplina delle reti transnazionali, eventualmente distinguendo tra reti europee e reti internazionali; prevedere che ai contratti possano aderire anche imprese sociali, nonché enti senza scopo di lucro che non esercitino attività d’impresa.
Le speranze di “Industria 2015” Nel complesso, “Industria 2015” rappresenta un insieme di disposizioni, tra le quali anche quelle destinate alle imprese in crisi, che testimoniano un rinnovato interesse per il rilancio dell’economia industriale. L’auspicio è quello che tali disposizioni si tramutino in fretta in misure concrete che scongiurino il crollo sistematico dell’impresa “made in Italy” che l’attuale scenario sembra prospettare, ridonando la necessaria competitività internazionale al nostro modello d’impresa.
I cardini della riforma ●
Progetti di innovazione industriale
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Fondo per la competitività e lo sviluppo
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Fondo per la finanza di impresa
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Reti di impresa
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Interventi per la crisi di impresa
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Interventi in materia di brevetti
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
La rendicontazione di un progetto 488: adempimenti e aspetti critici Chiusi i bandi e presentate le domande, si apre la complessa fase della rendicontazione. Elenco dei beni agevolati, requisito di “nuovo di fabbrica”, documentazione di spesa: sono solo alcune delle operazioni da compiere in fase di esecuzione del progetto. Vediamole nel dettaglio di Gina Leo e Amedeo Sacrestano
L
a partecipazione a un bando della legge 488 impone al soggetto proponente una serie di adempimenti, non solo nella fase di presentazione delle domande, ma anche e soprattutto, qualora il programma di investimenti abbia avuto un utile posizionamento nella relativa graduatoria di merito, nelle fasi successive della realizzazione del progetto e della rendicontazione delle spese. È, soprattutto, con riferimento a tali momenti che spesso si verificano le maggiori difficoltà, rischiando situazioni di revoca del contributo. Per questo, i soggetti candidati agli aiuti devono avere ben chiari gli accorgimenti da porre in essere, prima ancora dell’ottenimento del decreto di concessione provvisoria delle agevolazioni, specialmente se hanno già dato avvio al programma di investimenti candidato agli aiuti.
Prima e dopo la riforma Ed è questa la situazione in cui possono trovarsi le imprese che
hanno partecipato ai recenti bandi 488 chiusi lo scorso 15 settembre, che hanno registrato una partecipazione di oltre 4.000 domande, ora in attesa della conclusione delle istruttorie per fine anno e della conseguente pubblicazione delle graduatorie. È necessario sottolineare che solo per tali bandi la normativa di riferimento è contenuta nelle circolari n. 980902 del 23 marzo 2006 per il settore industria, commercio e turismo, e n. 946068 del 7 aprile 2006 per il settore artigianato. Per le istanze a valere sui bandi 488 ante riforma, invece, troveranno applicazione la circolare n. 900315 del 14 luglio 2000 (settore industria) con le modifiche apportate in tema di rendicontazione dalla circolare n. 980814 del 7 marzo 2006, la circolare n. 900516 del 13 dicembre 2000 (settore turismo) e la circolare n. 900047 del 25 gennaio 2001 (settore commercio) entrambe modificate dalla circolare n. 948772 del 27 aprile 2006. Per il settore artigianato, invece, la circolare applicativa di ri-
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ferimento, precedente alla riforma della legge 488/92, è la n. 946364 del 7 ottobre 2003, recentemente modificata dalla circolare n. 9704 del 19 settembre 2006, che ha praticamente introdotto, anche per tale settore, le rettifiche e le integrazioni già operative per gli altri comparti di applicazione della legge (v. tabella). In particolare, anche le imprese artigiane, che alla data di entrata in vigore della nuova circolare risultano già agevolate in via provvisoria e che non hanno ancora prodotto la documentazione finale di spesa, dovranno predisporre la dichiarazione e l’elenco dei beni agevolati facendo attenzione a riportare tutti i cespiti il cui costo sia almeno pari a € 10.000. Tale elenco dovrà essere esibito su richiesta del personale incaricato degli accertamenti, ispezioni e controlli e allegato alla documentazione finale di spesa. Quest’ultima dovrà essere corredata anche della certificazione comprovante il requisito di “nuovo di fabbrica” dei beni (certificati di origine, documenti di trasporto, dichiarazione di conformità alla Direttiva 98/37/Ce, dichiarazione del fornitore ecc.) e copia della documentazione bancaria attestante l’avvenuto pagamento dei titoli di spesa di importo imponibile pari ad almeno € 50.000. La documentazione che certifica il completamento del programma con il sostenimento di tutte le spese potrà essere inviata alla banca concessionaria (nel caso del settore artigianato ad Artigiancassa S.p.A.) solo dopo aver intrapreso l’attività agevolata con l’utilizzo dei beni oggetto del programma. Di seguito, sono esaminati i principali adempimenti in tema di rendicontazione di un programma di investimento, facendo riferimento alla normativa 488 post riforma.
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AGEVOLAZIONI NAZIONALI
Gli adempimenti durante la realizzazione dell’investimento Come anticipato, è fondamentale che l’impresa candidata agli aiuti o assegnataria delle agevolazioni ponga in essere, dal momento dell’avvio dell’investimento (che coincide con la data del primo titolo di spesa ammissibile), una serie di azioni, al fine di evitare di incorrere nella conseguente revoca delle agevolazioni concesse. È sicuramente buona prassi, una volta effettuati i pagamenti ai fornitori – che, si ricorda, non possono mai essere eseguiti in contanti – farsi rilasciare la relativa quietanza, allegando copia del titolo di pagamento ed estratto conto bancario che evidenzi l’avvenuto movimento. Ciò permetterà di ridurre i tempi per la predisposizione della documentazione da inviare alla banca concessionaria per la richiesta delle erogazioni spettanti. I titoli di spe-
sa, inoltre, non possono essere di importo imponibile inferiore ai 500 euro. Pertanto, in presenza di più forniture di modesto valore, provenienti dallo stesso fornitore, sarà necessario richiedere il rilascio di una sola fattura cumulativa. Non va dimenticata l’apposizione sugli originali delle fatture del timbro recante la dizione “Spesa di euro ... dichiarata per la ... [prima, seconda, terza] ... erogazione del prog. n. ... ex L. 488/92”.
Elenco dei beni agevolati. È inoltre opportuno predisporre, sempre dal momento dell’avvio del programma di investimenti, l’elenco dei beni oggetto di agevolazione che, di volta in volta, sono acquistati e pervengono nell’unità produttiva. Sugli stessi beni deve essere apposta una targhetta, riportante il numero con cui lo stesso è identificato nel richiamato elenco (si potrebbe fare riferimento anche alla matricola assegnata dal
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
fornitore) e il numero di progetto 488 finanziato. Le circolari esplicative chiariscono che, qualora non si faccia riferimento alla matricola del fornitore, ciascun bene dovrà essere identificato da un solo numero dell’elenco che non può essere attribuito contemporaneamente a più beni. In questo modo, è assicurata, in ogni istante, in caso di accertamento sull’avvenuta realizzazione del programma di investimenti o di controlli e ispezioni, un’immediata e univoca individuazione fisica dei macchinari, impianti di produzione e attrezzature maggiormente rilevanti, intendendo tali i beni con costo unitario almeno pari a € 10.000. Lo stesso elenco, accompagnato dalla dichiarazione redatta in conformità allo schema contenuto nella circolare di riferimento, andrà allegato alla documentazione di spesa presentata per ciascuna erogazione, integrandolo, in tale sede, con l’indicazione del costo di ciascun cespite.
Le norme per la rendicontazione dei progetti 488 Legge 488/92 ante riforma - Bandi antecedenti al 2006
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Settore Industria: circolare n. 900315 del 14 luglio 2000, modificata dalla circolare n. 980814 del 7 marzo 2006 Settore Turismo: circolare n. 900516 del 13 dicembre 2000, modificata dalla circolare n. 948772 del 27 aprile 2006 Settore Commercio: circolare n. 900047 del 25 gennaio 2001, modificata dalla circolare n. 948772 del 27 aprile 2006 Settore Artigianato: circolare n. 946364 del 7 ottobre 2003, modificata dalla circolare n. 9704 del 19 settembre 2006
Legge 488/92 post riforma - Bandi 2006 (chiusi il 15 settembre 2006)
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Settore industria, turismo e commercio: circolare n. 980902 del 23 marzo 2006 Settore artigianato: circolare n. 946068 del 7 aprile 2006
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
Requisito di “nuovo di fabbrica”. Al fine di evitare la frenetica ricerca di documentazione solo nel momento del bisogno, sarà fondamentale acquisire e conservare la documentazione utile a comprovare il requisito di “nuovo di fabbrica” dei macchinari, impianti e attrezzature oggetto delle richieste di erogazione. Si tratta di certificati di origine dei macchinari, documenti di trasporto, certificati di assicurazione, documenti di immatricolazione, dichiarazione di conformità di cui alla direttiva 98/37/CE del 22 giugno 1998, dichiarazione specifica del fornitore e così via.
Monitoraggio del programma di investimenti. A partire dal ricevimento del decreto di concessione provvisoria delle agevolazioni, l’impresa beneficiaria dovrà adempiere anche alle disposizioni in tema di monitoraggio del programma di investimenti. In particolare, dovrà provvedere a inviare alla banca concessionaria, entro 60 giorni dalla chiusura di ciascun esercizio sociale (a decorrere da quello relativo all’avvio e fino al quinto successivo a quello di ultimazione del programma agevolato), una dichiarazione che fornisce informazioni sullo stato di avanzamento del programma, con l’indicazione degli eventuali beni dismessi. L’impresa deve, inoltre, comunicare alla banca concessionaria, con apposita dichiarazione, entro 30 giorni dall’ultimazione del programma, o entro 30 giorni dalla data di ricevimento del decreto di concessione provvisoria per i programmi già ultimati a tale data, la data di chiusura del programma e quella di entrata in funzione degli impianti. Al riguardo, si ricorda che la normativa definisce la data di chiusura del programma di spesa come quella coincidente con la data dell’ultimo titolo di spesa ammissi-
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
bile o del verbale di consegna dei beni acquistati in leasing se successivo. La data di entrata in funzione coincide, convenzionalmente, con quella di ultimazione. È, però, facoltà delle imprese, in caso di programmi articolati, per i quali l’entrata in funzione degli impianti può precedere la chiusura del programma di spesa, produrre più dichiarazioni di entrata in funzione, ciascuna relativa a blocchi di investimento funzionalmente autonomi. In tale ultima circostanza, l’impresa dovrà individuare con precisione i beni di ciascun blocco anche facendo riferimento ai numeri riportati nell’elenco apposito da predisporre. Si evidenzia l’importanza della corretta determinazione della data di entrata in funzione degli impianti, dato che da essa decorrono i cinque anni durante i quali i beni agevolati non possono essere distolti dall’uso previsto, pena la revoca delle agevolazioni. Per i programmi realizzati in tutto o in parte in leasing, la dichiarazione di chiusura è sostituita dall’ultimo verbale di consegna dei beni. Dalla data di chiusura del programma di investimenti decorreranno i sei mesi per la presentazione della documentazione finale di spesa.
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Infine, sempre durante la realizzazione del programma di investimenti agevolato, è fondamentale verificare la regolarità di esecuzione delle eventuali opere murarie, con riferimento alla concessione o autorizzazione edilizia oppure alla comunicazione al Sindaco del comune in cui è localizzato l’intervento.
Le erogazioni delle agevolazioni e la rendicontazione finale Le erogazioni del contributo in conto capitale e del finanziamento agevolato a favore dell’impresa o dell’istituto collaboratore (in questo ultimo caso per i programmi che prevedono spese in leasing) avvengono per stato di avanzamento sulla base della documentazione di spesa presentata.
Contributo in conto capitale. Il contributo in conto capitale è reso disponibile in due o tre quote annuali (a seconda se il programma venga ultimato in 24 o 48 mesi) di pari ammontare, la prima delle quali il giorno successivo alla stipula del contratto di finanziamento e le altre dal primo gennaio di ciascuno degli anni successivi.
Check-list dei principali adempimenti durante la realizzazione del programma di spesa 1. Verifica dei pagamenti: non possono essere effettuati in contanti. 2. Verifica degli imponibili delle fatture: non possono essere di importo inferiore a 500 euro. 3. All’atto del pagamento delle fatture, provvedere alla copia del titolo di pagamento, dell’estratto conto bancario appena disponibile e a richiedere il rilascio della documentazione attestante la novità del bene, nonché dichiarazione liberatoria. 4. Apposizione del timbro su ciascuna fattura relativa alle spese agevolabili. 5. Predisposizione dell’elenco dei beni acquistati di maggiore rilevanza e apposizione sugli stessi delle relative targhette. 6. Predisposizione della dichiarazione annuale relativa al monitoraggio. 7. Dichiarazione di chiusura del programma di spesa entro 30 giorni dalla data dell’ultima fattura.
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AGEVOLAZIONI NAZIONALI
Fa eccezione la prima quota del solo contributo in conto capitale che potrà essere richiesto in via anticipata previa presentazione, a titolo di garanzia, di una fideiussione bancaria o una polizza assicurativa irrevocabile, incondizionata ed escutibile a prima richiesta a favore del Ministero dello sviluppo economico. Al fine di dimostrare lo stato di avanzamento del programma, l’impresa deve provare di aver sostenuto, nel caso di due erogazioni, almeno la metà della spesa complessiva approvata per la prima erogazione e il totale della stessa per la seconda. Nell’ipotesi di tre quote, invece, deve provare di aver effettuato almeno un terzo della spesa complessiva approvata per la prima erogazione, i due terzi per la seconda e il totale della stessa per la terza. Al fine di determinare la spesa effettivamente sostenuta, bisogna fare riferimento alla data in cui avviene l’effettivo pagamento delle fatture e degli altri titoli di spesa.
Finanziamento agevolato. Il finanziamento è erogato, invece, in massimo tre quote, se il contribu-
to in conto capitale è liquidato in due tranche, e in massimo sei quote, se il contributo in conto capitale è erogato in tre quote. Ciascuna tranche del finanziamento è attribuita in misura corrispondente allo stato di avanzamento del programma. A differenza del contributo in conto capitale, si terrà conto della data delle fatture e degli altri titoli di spesa dei beni acquistati o realizzati direttamente dall’impresa, o della data di consegna dei beni oggetto del contratto di leasing, indipendentemente dall’avvenuto pagamento delle forniture. Nel caso di fatture e titoli non pagati, infatti, le quote del finanziamento dovranno essere vincolate esclusivamente al pagamento degli stessi. Al fine della richiesta di ciascuna erogazione l’impresa (o l’istituto collaboratore per i beni in leasing) dovrà trasmettere alla banca concessionaria un’apposita richiesta (predisposta in base allo schema approvato in relazione all’importo del programma di investimenti e alla natura dello stesso) corredata dalla documentazione di spesa e da ulteriori alle-
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
gati specificamente elencati nelle circolari esplicative.
Documentazione di spesa. Per quanto riguarda la documentazione di spesa (v. tabella), questa comprende la copia autentica delle fatture di spesa o, in alternativa, elenchi ed elaborati di contabilità industriale, la documentazione relativa alla novità dei beni, l’elenco dei beni e la copia della documentazione attestante l’avvenuto pagamento delle fatture. Relativamente a tale ultimo punto, oltre alla copia dei titoli di pagamento (assegni, bonifici bancari, estratti conto) sarà necessario predisporre la copia del libro giornale e del libro Iva dove sono evidenziati i movimenti delle fatture di acquisto oggetto di agevolazione.
Commesse interne. Una precisazione occorre per le commesse interne di lavorazione, che dovranno esplicitare: ● l’oggetto della commessa stessa; ● le date di apertura e chiusura; ● i materiali impiegati con distinzione tra acquisti e prelievi da magazzino (per questi ultimi il
La documentazione di spesa ●
Copia autentica delle fatture o altra documentazione fiscalmente regolare, o nei casi consentiti commesse interne di lavorazione. Le copie autentiche possono essere predisposte anche dalla banca concessionaria, previa esibizione, da parte dell’impresa, dei documenti in originale e in copia. In alternativa, la documentazione può consistere in elenchi o elaborati di contabilità industriale riepilogativi dei suddetti titoli, distinti per capitolo di spesa, indicando, per ciascuno, il numero e la data, il fornitore, una chiara e completa descrizione sufficiente a individuare univocamente le singole immobilizzazioni acquisite e il relativo importo al netto dell’Iva.
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Copia della documentazione utile a comprovare il requisito di nuovo di fabbrica dei macchinari, impianti e attrezzature oggetto delle richieste di erogazione (certificati di origine, documenti di trasporto, certificati di assicurazione, documenti di immatricolazione, dichiarazioni di conformità di cui alla direttiva 98/37/CE del 22 giugno 1998, dichiarazione del fornitore ecc.)
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Dichiarazione e allegato elenco per l’identificazione dei macchinari, impianti di produzione e attrezzature maggiormente rilevanti e, comunque, tutti quelli il cui costo unitario sia almeno pari a € 10.000,00.
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Copia della documentazione comprovante l’avvenuto pagamento delle forniture, ovvero l’elenco delle fatture non ancora saldate per le quali si richiede il pagamento mediante l’erogazione del finanziamento. Per l’erogazione delle quote di contributo in conto capitale si terrà, invece, conto esclusivamente delle fatture e degli altri titoli pagati.
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
costo è quello di inventario, con esclusione di qualsiasi ricarico); ● gli estremi dei documenti di spesa e il relativo costo; ● il numero degli addetti impiegati (suddivisi per categoria) e delle rispettive ore di lavorazione e il relativo costo (determinato in base a quello orario medio, ottenuto dividendo la retribuzione annua media della categoria di appartenenza, comprensiva di oneri sociali, per il numero di ore lavorative annue della categoria stessa e dedotto il 5% per assenze dovute a cause varie); ● le spese generali in misura congrua rispetto ai costi di gestione e, comunque, non superiore al 25% del costo della manodopera utilizzata. In caso di rendicontazione di commesse interne, va allegato l’elenco delle fatture di acquisto o dei buo-
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
ni di prelievo dei materiali, oltre che un prospetto riepilogativo dei dati concernenti le prestazioni di manodopera.
Altri documenti. Tutti gli originali della documentazione di spesa devono essere tenuti a disposizione dell’impresa per gli accertamenti, controlli e ispezioni. Per quanto riguarda gli ulteriori documenti da presentare insieme alla richiesta di erogazione si evidenzia la necessità di allegare: ● il certificato di vigenza, o per le imprese individuali, di iscrizione, rilasciato dalla competente Cciaa. Per le imprese artigiane, dovrà risultare anche l’iscrizione al relativo albo; ● il documento unico di regolarità contributiva (Durc) rilasciato ai sensi della legge n. 266/2002; ● la perizia giurata attestante la conformità delle opere murarie
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realizzate alla concessione o all’autorizzazione edilizia comunale, o alla comunicazione al Sindaco e la destinazione d’uso conforme all’attività da svolgere; la copia autenticata del contratto o dei contratti di locazione nel caso in cui il programma di spesa preveda l’acquisizione in tutto o in parte di beni in locazione finanziaria e qualora la documentazione non sia stata già acquista dalla banca concessionaria in sede di istruttoria; la dichiarazione del legale rappresentante dell’impresa di non aver ottenuto altre agevolazioni per i beni oggetto del programma di investimenti; la fideiussione bancaria o polizza assicurativa, qualora la prima quota di contributo in conto capitale è richiesta in via anticipata.
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AGEVOLAZIONI NAZIONALI
Innovazione tecnologica, le precisazioni del Ministero Il Ministero dello Sviluppo Economico ha emanato la circolare per l’utilizzazione dei fondi presso la Cassa depositi e prestiti per i programmi di innovazione tecnologica di cui alla legge 46/1982 di Giancarlo Terenzi, Mef, Dipartimento politiche di sviluppo
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l Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 225 del 27 settembre 2006 la circolare n. 1108552 dell’11 settembre 2006 (disponibile anche sul sito web www.minindustria.it), emanata ai sensi dell’art. 8, comma 1, del decreto attuativo del 1° febbraio 2006, redatto di concerto tra il Ministero delle Attività Produttive (Map) e il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e pubblicato sulla Gu n. 67 del 21 marzo 2006. Il decreto attuativo interministeriale si compone di 11 articoli, nei quali sono riportati, nell’ordine, le definizioni, l’oggetto, l’ambito di applicazione, i soggetti beneficiari, la tipologia e misura delle agevolazioni, le condizioni per l’accesso al finanziamento agevolato, le modalità di gestione, la presentazione della domanda e istruttoria del merito di credito, l’erogazione delle agevolazioni, estinzione anticipata del finanziamento, la revoca delle agevolazioni e le ulteriori disposizioni.
L’operatività del Fit In particolare, con la suddetta circolare sono fornite alcune precisazioni in merito all’utilizzo delle risorse del Fondo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricer-
ca istituito presso la Cassa depositi e prestiti (Cdp) Spa, per l’agevolazione degli interventi a favore dell’innovazione tecnologica, nonché definiti i criteri, le modalità di utilizzo delle risorse e fornita, in allegato, la nuova modulistica per la presentazione della domanda di accesso alle agevolazioni. Nello specifico, si tratta del Fondo speciale rotativo per l’Innovazione Tecnologica (Fit), istituito dall’art. 14 della legge 17 febbraio 1982 n. 46, per il sostegno di programmi relativi ad attività di sviluppo precompetitivo. La circolare del Mise “concernente l’utilizzo dei fondi Cassa depositi e prestiti per la concessione delle agevolazioni per i programmi di innovazione tecnologica di cui alla legge 17 febbraio 1092, n. 46” è indirizzata alle imprese interessate, alle banche concessionarie, agli istituti collaboratori, alla Cassa depositi e prestiti, all’Abi, all’Assilea, alla Confindustria, alla Confapi, alla Confcommercio, alla Confesercenti, all’Ance e al Comitato di coordinamento delle Confederazioni artigiane. Il documento del Ministero fa presente, in primo luogo, che, ai fini della circolare in esame, sono valide le definizioni previste dall’art. 1
RICERCA E INNOVAZIONE
del decreto attuativo del 1° febbraio 2006 e, pertanto, i termini, la cui iniziale è riportata con lettera maiuscola, hanno lo stesso significato attribuito a essi dal medesimo art. 1 (v. tabella).
Agevolazione Entrando nel merito della circolare, ai sensi dell’art. 5 “Tipologia e misura dell’agevolazione”, comma 1, del decreto attuativo del 1° febbraio 2006, il soggetto beneficiario può richiedere un finanziamento agevolato a copertura dei costi ammessi tenuto conto che: ● il finanziamento è pari, di norma, al 90% dei costi ammessi, a meno che il rispetto dei vincoli sull’intensità delle agevolazioni, in termini di Equivalente sovvenzione lordo (Esl), di cui all’art. 5, comma 4, del suddetto decreto attuativo, non imponga una percentuale inferiore; ● il restante 10% del finanziamento è rappresentato da un finanziamento bancario, a tasso di mercato, di durata pari a quella del finanziamento agevolato richiesto, concesso dallo stesso soggetto convenzionato o da altri soggetti autorizzati all’esercizio dell’attività creditizia ai sensi del testo unico di cui al decreto legislativo 1° settembre 1993, n. 385, che sottoscrivono uno specifico accordo con Cassa depositi e prestiti Spa e il correlato mandato interbancario sulla base delle disposizioni contenute nella convenzione stipulata ai sensi della delibera Cipe n. 76 del 15 luglio 2005. In caso di domande presentate congiuntamente, ai sensi dell’art. 3, comma 3, delle direttive Fit, il finanziamento bancario deve sussistere per ciascuno dei soggetti richiedenti e in relazione ai costi ammessi di competenza di ciascuno.
RICERCA E INNOVAZIONE
Ai fini di cui sopra, la circolare ricorda che il soggetto beneficiario deve indicare nella domanda i dati per il calcolo del finanziamento agevolato richiesto.
Procedura Ai fini dell’accesso alle agevolazioni, il soggetto beneficiario deve presentare la domanda utilizzando lo schema riportato nell’allegato n. 1 della circolare in esame. In particolare, nel caso di un programma presentato congiuntamente, la domanda deve essere redatta utilizzando lo schema di cui all’allegato n. 2. In entrambi i casi indicati in precedenza, alla domanda in bollo, che deve essere indirizzata al Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione Generale per il coordinamento degli incentivi alle imprese, per il tramite del soggetto convenzionato. La documentazione. La domanda deve essere accompagnata dalla prevista documentazione e in particolare: ● dalla Scheda tecnica (il cui schema è riportato nell’allegato n. 3), ● dal Piano di sviluppo (il cui schema è riportato nell’allegato n. 4), ● dall’ulteriore documentazione di cui all’allegato n. 5. In particolare, nella Scheda tecnica vanno riportati i dati del soggetto richiedente, i dati sul programma di sviluppo precompetitivo, quelli economici-finanziari relativi agli stati patrimoniali e ai conti economici del soggetto richiedente. Per quanto riguarda, invece, il Piano di sviluppo devono essere indicati il soggetto proponente e i suoi protagonisti, il settore di attività e le caratteristiche del mercato, i programmi aziendali nel medio periodo per la valutazione dell’effetto di incentivazione dell’aiuto di Stato, limitatamente alle grandi imprese, il programma proposto per le age-
AGEVOLAZIONI NAZIONALI
volazioni e le spese del programma. Nel programma delle spese previste deve essere riportato il piano delle spese da sostenere, suddivise tra le attività in cui si articola il programma stesso, suddivise tra le attività di sviluppo e quelle di ricerca, le spese per studi di fattibilità sostenute nell’arco dei 12 mesi precedenti la data di presentazione della domanda, il piano degli investimenti relativi ai centri di ricerca e il riepilogo generale delle spese del programma, il dettaglio dei costi del personale addetto al programma, la ripartizione temporale delle spese del program-
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ma con il dettaglio delle spese sostenute nei 12 mesi precedenti, il piano finanziario per la realizzazione del programma, il piano degli investimenti e le fonti di copertura. L’ulteriore documentazione, indicata nell’allegato n. 5, riguarda la certificazione di iscrizione alla Camera di commercio, con “dicitura antimafia”, le planimetrie, gli elaborati grafici e i computi metrici estimativi, riferiti a fabbricati e opere murarie, la dichiarazione, a firma del legale rappresentante, che elenchi tutte le domande di intervento per programmi di ricerca
Definizioni Il “soggetto agente” è quello che sottoscrive la convenzione con Cdp Spa per lo svolgimento delle attività relative alla stipula, all’erogazione ed alla gestione del finanziamento o, nel caso di contratto/i di locazione finanziaria, del solo finanziamento agevolato Il “soggetto convenzionato” è quello che ha sottoscritto con il Ministero, in proprio o quale mandatario di un raggruppamento temporaneo di imprese (RTI), una convenzione, ovvero è abilitato per lo svolgimento delle attività richieste dalla legge agevolativa Il “soggetto beneficiario” è quello che presenta la domanda di agevolazione di cui alla legge agevolativa Il “soggetto finanziatore” è la banca che svolge la valutazione del merito di credito e concede al soggetto beneficiario il finanziamento bancario e l’eventuale finanziamento bancario integrativo Il “finanziamento agevolato” è quello a medio-lungo termine concesso dalla CDP Spa al soggetto beneficiario e/o dalla CDP Spa alla società di leasing per il programma di investimento oggetto della domanda di agevolazione Il “finanziamento bancario” è quello a medio-lungo termine concesso dal soggetto finanziatore Il “finanziamento bancario integrativo” è quello aggiuntivo al finanziamento bancario destinato a integrare, senza superarlo, il fabbisogno finanziario per la copertura degli investimenti di cui alla domanda di agevolazione presentata dal soggetto beneficiario, avente pari durata e garanzie del finanziamento bancario Il “finanziamento” è l’insieme del finanziamento agevolato, del finanziamento bancario e dell’eventuale finanziamento bancario integrativo
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e sviluppo presentate negli ultimi quattro anni su leggi agevolative statali e/o regionali. Qualora il soggetto beneficiario intenda, invece, ottenere il finanziamento bancario da un soggetto finanziatore diverso dal soggetto convenzionato, la domanda di agevolazioni dovrà contenere l’indicazione del suddetto soggetto finanziatore. Il soggetto convenzionato provvede quindi a comunicare al soggetto finanziatore gli elementi utili per la valutazione del merito di credito e ad acquisire, entro il termine di ultimazione dell’attività istruttoria, di cui all’art. 8, comma 1, delle direttive Fit, la comunicazione di esito della delibera del finanziamento bancario nonché il correlato mandato interbancario, la conferma dell’accordo e la conferma del mandato interbancario, redatti secondo gli schemi allegati alla predetta convenzione. Per quanto riguarda il decreto di
concessione delle agevolazioni, non deve essere sottoscritto ai sensi dell’art. 8, comma 5, delle direttive Fit, in quanto la procedura che utilizza i fondi Cdp Spa prevede la stipulazione di un apposito contratto, curato dal soggetto agente.
Decorrenza del finanziamento. Il finanziamento, di cui all’art. 5, comma 2, del decreto attuativo, decorre dalla data di stipula del contratto, tenuto conto che solo con esso vengono completati gli adempimenti che nelle procedure di cui alle direttive Fit sono realizzati con l’emanazione e la sottoscrizione del decreto di concessione. Pertanto, ai fini della decorrenza del contratto di finanziamento e del periodo di preammortamento, la data di emanazione del decreto di concessione delle agevolazioni si intende convenzionalmente coincidente con la data di stipula del contratto di finanziamento stesso. I termini previsti dall’art. 8 “Pre-
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sentazione della domanda e istruttoria del merito di credito”, comma 7, del decreto per la stipula del contratto di finanziamento decorrono dalla data in cui il soggetto agente riceve dal Ministero, a mezzo raccomandata A.R., la comunicazione dell’assunzione del decreto di concessione delle agevolazioni. Per quanto attiene alle erogazioni del finanziamento, non è riconosciuta alle piccole e medie imprese la possibilità di ottenere anticipazioni, ai sensi dell’art. 9, comma 4, delle direttive Fit. Per quanto non previsto dalla circolare in esame, si applicano le procedure e le modalità previste dall’art. 7 del decreto del Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato del 16 gennaio 2001 e dalla circolare ministeriale 11 maggio 2001 n. 1034240 e successive modifiche e integrazioni, per quanto compatibili con le disposizioni di cui al predetto decreto attuativo.
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20 milioni di euro per promuovere la circolazione a metano Firmati due importanti accordi di programma tra il Ministero dell’Ambiente e altri organismi pubblici e privati. La base per una concreta politica per la riduzione dell’inquinamento da traffico nelle aree urbane di Andrea Fugaro e Arianna Giuliodori
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l 7 settembre scorso sono giunti alla firma due importanti accordi di programma per la promozione dell’uso del metano per autotrazione nelle aree urbane. Lo strumento dell’accordo di programma appare il più adeguato per la realizzazione di un’efficace strategia nazionale di sviluppo sostenibile, che integri le istituzioni pubbliche e i privati all’interno di un comune obiettivo di tutela dell’ambiente, in piena sintonia con gli obiettivi strategici dell’Unione europea fissati nell’ambito dei consigli europei di Lisbona e Göteborg. Tale strumento consente anche di perseguire con maggiore efficacia la riduzione delle emissioni inquinanti nell’aria dei centri urbani, in vista dell’abbattimento delle emissioni di gas serra, in coerenza con quanto previsto dal protocollo di Kyoto. Ciò che rende l’accordo di programma uno strumento molto utile e funzionale all’attuazione di strategie di sviluppo sostenibile è la condivisione di obiettivi, strategie, azioni e impegni concreti tra soggetti pubblici e privati. Ciò dà luogo a una stretta collaborazione, minimizza i costi, migliora il trasferimento di informazioni e va a
vantaggio dell’intera collettività. Dal punto di vista delle risorse stanziate, i due accordi di programma in questione risultano molto interessanti: il Ministero dell’Ambiente si è impegnato infatti a rendere disponibili risorse per un ammontare complessivo di 20 milioni di euro sotto forma di incentivi alle imprese e ai singoli imprenditori che assumeranno impegni specifici per ridurre l’inquinamento derivante dal traffico di autoveicoli nelle città, grazie all’utilizzo del gas metano, ritenuto allo stato attuale il combustibile per autotrazione più promettente dal punto di vista ambientale per affrontare il problema delle polveri fini e del benzene provenienti dal traffico veicolare.
Leasing o noleggio di automezzi Il primo dei due accordi di programma rappresenta, in realtà, il rinnovo di un precedente accordo siglato il 5 dicembre 2001 tra lo stesso Ministero dell’Ambiente, la Fiat e l’Unione petrolifera e scaduto il 29 aprile 2005. Il nuovo accordo, che consentirà di coprire parte del pregresso accumulato, vede aggiungersi alcuni soggetti a quelli già coinvolti nel partenariato
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pubblico-privato: oltre al Ministero dell’Ambiente si annoverano oggi la Convenzione di comuni costituita nel 2002, l’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), l’Anfia (Associazione Nazionale delle Industrie Automobilistiche), l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) e la Federaicpa (Federazione Associazioni Italiane Concessionari della Produzione Automotoristica).
Attività agevolabili. Il Ministero ha stanziato 10 milioni di euro per finanziare l’acquisto o l’acquisizione in leasing o renting di veicoli alimentati a metano o con alimentazione bi-fuel (metano/benzina) e per promuovere attività di comunicazione. Dal canto loro, le amministrazioni locali si impegnano a inserire gli incentivi in un progetto globale di mobilità sul territorio, istituendo ulteriori programmi, individuando azioni, destinando altri contributi alle stesse finalità. Si impegnano inoltre a promuovere campagne di sensibilizzazione dei cittadini sui benefici ambientali derivanti dall’uso di carburanti a basso impatto e a diffondere una corretta informazione sui dispositivi di sicurezza di cui sono dotati gli impianti collocati sulle autovetture, sulla possibilità dei veicoli alimentati a metano o bi-fuel di circolare anche in caso di provvedimenti di limitazione della circolazione, sulla possibilità di parcheggiare nei garage – inclusi quelli sotterranei – e sulla diffusione degli impianti di distribuzione sul territorio. Infine, i rappresentanti delle case produttrici di autoveicoli assumono l’impegno di pubblicizzare le iniziative previste dall’accordo di programma, informando gli utenti dell’ammontare degli incentivi e mettendo in evidenza nelle fatture di vendita lo sconto riconosciuto in virtù del contributo pubblico.
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Agevolazione. Tale contributo viene erogato in regime de minimis in base a quanto previsto dalla normativa comunitaria in materia di aiuti di Stato. Pertanto, l’importo complessivo degli aiuti accordati a una persona giuridica non può superare i 100.000 euro, sommando tutti gli aiuti pubblici percepiti nell’arco degli ultimi tre anni.
Beneficiari. Sono quei soggetti che gestiscono servizi integrativi e complementari al trasporto pubblico locale – compresi i servizi di car sharing –, i servizi taxi, noleggio con conducente, altri servizi di noleggio tra cui quelli di noleggio a breve termine senza conducente e noleggio a lungo termine e, infine, i soggetti appartenenti ai settori del commercio, dei servizi, dell’artigianato, dell’industria che svolgono attività di trasporto merci in conto proprio. Sono escluse le aziende di trasporto pubblico locale e i soggetti che effettuano trasporto per conto terzi.
Apertura di nuovi distributori Il secondo accordo di programma firmato lo scorso 7 settembre è finalizzato a promuovere azioni di incentivazione per la realizzazione di un progetto nazionale per la gestione coordinata e integrata della promozione e dello sviluppo del metano per autotrazione. Tale obiettivo è perseguito mediante l’erogazione di incentivi finalizzati alla realizzazione di impianti di distribuzione di metano per autotrazione. Dal punto di vista della gestione dell’accordo di programma, l’Anci si è impegnata a individuare tra i suoi aderenti un comune gestore di tutte le attività amministrative e finanziarie connesse all’esecuzione del programma.
Beneficiari e attività agevolabili. Scendendo nel dettaglio dell’accordo esso prevede la concessione di un contributo diretto ad aziende o singoli imprenditori che procedono alla installazione di impianti di distribuzione di metano per autotrazione, sia attraverso il potenziamento di stazioni di carburanti esistenti, non eroganti già metano, sia in nuove stazioni di servizio nel territorio dei comuni compresi nelle liste di zona e di agglomerati redatte ai sensi dell’art. 8 del Dlgs 4 agosto 1999 n. 351, relativo all’attuazione della direttiva 96/62/CE in materia di valutazione e di gestione della qualità dell’aria ambiente. Le zone di cui al decreto citato sono quelle in cui i livelli di uno o più inquinanti eccedono il valore limite previsto dalla normativa comunitaria, aumentato del margine di tolleranza oppure quelle in cui i livelli di uno o più inquinanti sono compresi tra il valore limite comunitario e lo stesso valore limite aumentato del margine di tolleranza. In base alla normativa precedentemente citata, spetta alle Regioni definire le zone ammissibili. Solo limitatamente alle Regioni in cui non sono state ancora definite o approvate tali liste di zona e di agglomerati, potranno richiedere il contributo le aziende o i singoli imprenditori che procedono all’installazione di impianti per la distribuzione del metano nel territorio dei comuni compresi nelle liste inviate dalle regioni al Ministero dell’Ambiente nell’ambito del monitoraggio tecnico avviato nel 2004.
Agevolazione. L’importo del contributo è determinato in misura pari al 30% del totale dei costi ammissibili per la realizzazione di un impianto di distribuzione di metano per autotrazione, dotato almeno di un erogatore a doppia mandata, realizzato in nuove stazioni
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di rifornimento o per il potenziamento di quelle già esistenti per una somma totale non superiore a 150.000 euro. Per costi ammissibili si intendono i maggiori costi derivanti dalla realizzazione di un impianto di distribuzione di metano rispetto ai costi che devono essere sostenuti per la realizzazione di un impianto di distribuzione di carburanti tradizionali (benzina e gasolio).
Un’alternativa possibile Entrambi gli accordi di programma firmati lo scorso 7 settembre operano in maniera funzionale e sinergica rispetto all’obiettivo complessivo di promuovere politiche di sviluppo sostenibile che garantiscano la salvaguardia dell’ambiente in cui vive e opera l’essere umano, a beneficio delle generazioni presenti e future. Infatti, da un lato si agisce sugli utenti, agevolando l’acquisizione di mezzi che utilizzano il metano come carburante per l’autotrazione, contribuendo così ad abbattere le polveri sottili e le emissioni inquinanti e migliorando, quindi, la qualità dell’aria e dell’ambiente nelle zone urbane. Dall’altro lato, si punta ad agire sulla rete di distribuzione, in modo da facilitare l’accessibilità al rifornimento di metano e rendere così più interessante la scelta di un carburante alternativo rispetto a quelli tradizionali. Si sottolinea infine un ulteriore elemento positivo che i due accordi di programma intendono promuovere grazie anche al finanziamento pubblico: le azioni di sensibilizzazione e comunicazione nei confronti dei cittadini. Si tratta di una scelta necessaria e di un passaggio obbligato per costruire una “cultura della sostenibilità” e per fare in modo che comportamenti virtuosi si diffondano sempre più nella società.
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Fondi strutturali 2007-2013: individuati i beneficiari e le risorse disponibili Cinque decisioni della Commissione europea definiscono l’elenco degli Stati membri e delle regioni ammessi a beneficiare del finanziamento dei Fondi strutturali e fissano la ripartizione degli stanziamenti per Stato membro di Giancarlo Terenzi, Mef, Dipartimento politiche di sviluppo
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l 6 settembre 2006 sono state pubblicate sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea (Guue), serie legislazione n. L243, cinque decisioni adottate dalla Commissione europea (Ce) il 4 agosto 2006, relative alla nuova programmazione 2007-2013 dei fondi strutturali comunitari. In particolare, tre delle cinque decisioni pubblicate definiscono l’elenco degli Stati membri e delle regioni ammessi a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali, mentre le due decisioni restanti fissano la ripartizione degli stanziamenti per Stato membro.
Competitività regionale e occupazione La prima, notificata con il n. C(2006) 3472 e riportata nella Guue con il n. 2006/593/CE, fissa una ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno a titolo dell’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” per il periodo 2007-2013. Nello specifico, si compone di due allegati, suddivisi ciascuno in due tabelle.
Primo allegato. Riporta la ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno per le regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali nell’ambito del suddetto obiettivo per la nuova programmazione, indica nella tabella 1 sia l’importo degli stanziamenti in euro, a prezzi 2004, assegnato alle regioni, suddiviso per Stato membro, che il finanziamento complementare, spettante ai sensi dell’allegato II del regolamento (CE) n. 1083/2006, paragrafi 16, 20, 23, 25, 26, 28 e 29, mentre nella tabella 2 è, invece, indicata la ripartizione annuale degli stanziamenti, a prezzi 2004, spettante a ciascuno Stato membro.
Nel dettaglio, le risorse complessive, comprese quelle complementari, ammontano per i 16 Stati membri coinvolti a 38.645.586.994,00 euro, di cui 4.749.142.937,00 euro assegnati all’Italia, comprensivi di 209.475.000,00 euro attribuiti ai sensi del paragrafo 28 del reg. (CE) n. 1083/2006.
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Secondo allegato. Riporta la ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno per le regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali su base specifica e transitoria nell’ambito dell’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” per la prossima programmazione, indica nella tabella 1 sia l’importo degli stanziamenti in euro, a prezzi 2004, assegnato alle regioni, suddiviso per Stato membro, che il finanziamento complementare, spettante ai sensi dell’allegato II del regolamento (CE) n. 1083/2006, paragrafi 15, 19, 20, 26 e 27, mentre nella tabella 2 è, invece, indicata la ripartizione annuale degli stanziamenti, a prezzi 2004, spettante a ciascuno Stato membro.
Nel dettaglio, le risorse complessive, comprese quelle complementari, ammontano per i 9 Stati membri coinvolti a 10.359.333.941,00 euro, di cui 876.697.708,00 euro assegnati all’Italia, comprensivi di 250.372.500,00 euro attribuiti ai sensi del paragrafo 27 del Reg. (CE) n. 1083/2006.
Convergenza La seconda, notificata con il n. C(2006) 3474 e riportata nella Guue con il n. 2006/594/CE, fissa una ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno a titolo dell’obiettivo “Convergenza” per il periodo 20072013. Nello specifico, si compone di quattro allegati, suddivisi ciascuno in due tabelle.
Primo allegato. Riporta la ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno
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per le regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali nell’ambito del suddetto obiettivo per la nuova programmazione, indica nella tabella 1 sia l’importo degli stanziamenti in euro, a prezzi 2004, assegnato alle regioni, suddiviso per Stato membro, che il finanziamento complementare, spettante ai sensi dell’allegato II del regolamento (CE) n. 1083/2006, paragrafi 14, 20, 24, 26, 28 e 30, mentre nella tabella 2 è, invece, indicata la ripartizione annuale degli stanziamenti, a prezzi 2004, spettante a ciascuno Stato membro.
Nel dettaglio, le risorse complessive, comprese quelle complementari, ammontano per i 16 Stati membri coinvolti a 161.661.716.971,00 euro, di cui 18.819.646.405,00,00 euro assegnati all’Italia, comprensivi di 825.930.000,00 euro attribuiti ai sensi del paragrafo 28 del reg. (CE) n. 1083/2006.
Nel dettaglio, le risorse complessive, comprese quelle complementari, ammontano per gli 8 Stati membri coinvolti a 12.489.972.082 euro, di cui 386.912.153 euro assegnati all’Italia, comprensivi di 110.722.500 euro attribuiti ai sensi del paragrafo 28 del reg. (CE) n. 1083/2006.
Terzo allegato. Riporta la ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno per gli Stati membri ammessi a beneficiare del finanziamento del fondo di coesione nell’ambito dell’obiettivo “Convergenza” per la prossima programmazione, indica nella tabella 1 sia l’importo degli stanziamenti in euro, a prezzi 2004, suddiviso per Stato membro, che il finanziamento complementare, spettante ai sensi dell’allegato II del regolamento (CE) n. 1083/2006, paragrafo 24, mentre nella tabella 2 è, invece, indicata la ripartizione annuale degli stanziamenti, a prezzi 2004, spettante a ciascuno Stato membro.
Secondo allegato. Riporta la ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno per le regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali su base specifica e transitoria nell’ambito dell’obiettivo “Convergenza” per la prossima programmazione, indica nella tabella 1 sia l’importo degli stanziamenti in euro, a prezzi 2004, assegnato alle regioni, suddiviso per Stato membro, che il finanziamento complementare, spettante ai sensi dell’allegato II del regolamento (CE) n. 1083/2006, paragrafi 26, 27, 28 e 30, mentre nella tabella 2 è, invece, indicata la ripartizione annuale degli stanziamenti, a prezzi 2004, spettante a ciascuno Stato membro.
Nel dettaglio, le risorse complessive, comprese quelle complementari, ammontano per i 12 Stati membri coinvolti a 50.397.984.443 euro e riguardano, specificatamente, Cipro, la Grecia, l’Estonia, la Lituania, la Lettonia, Malta, la Polonia, il Portogallo, la Repubblica Ceca, la Slovacchia, la Slovenia e l’Ungheria.
Quarto allegato. Riporta la ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno per gli Stati membri ammessi a beneficiare del finanziamento del fondo di coesione su base specifica e transitoria nell’ambito del suddetto obiettivo per la prossima programmazione, indica nella tabella 1 l’importo dello
stanziamento in euro, a prezzi 2004, spettante alla Spagna, unico Stato membro che si trova in questa condizione, mentre nella tabella 2 è, invece, indicata la ripartizione annuale degli stanziamenti, a prezzi 2004.
Il finanziamento delle regioni di livello Nuts La terza, notificata con il n. C(2006) 3475 e riportata nella Guue con il n. 2006/595/CE, fissa l’elenco delle regioni europee ammesse a beneficiare del finanziamento dei Fondi strutturali nell’ambito dell’obiettivo “Convergenza” per il periodo 2007-2013. Nello specifico, si compone di due allegati nei quali sono riportati, rispettivamente, l’elenco delle regioni di livello Nuts 2 ammesse a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali nell’ambito dell’obiettivo “Convergenza” per la prossima programmazione e l’elenco delle regioni di livello Nuts 2 ammesse a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali a titolo transitorio e specifico nell’ambito del suddetto obiettivo per la prossima programmazione.
Che cos’è la Nuts? Nuts è la Nomenclatura delle Unità Territoriali per la Statistica, concordata tra l’Eurostat e gli Stati membri. Si distinguono in tre livelli territoriali di suddivisione regionale: I (livello sovraregionale), II (livello regionale) e III (livello subregionale). Vengono adottati per la preparazione dei piani e dei programmi operativi. In Italia le Nuts II e III corrispondono, rispettivamente, alle regioni dell’attuale obiettivo 1 e alle aree provinciali o sub-provinciali (comuni, zone metropolitane, bacini d’impiego) dell’attuale obiettivo 2.
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
Nel dettaglio si tratta di 70 regioni, in rappresentanza di 16 Stati membri, e di 16 regioni, in rappresentanza di 8 Stati membri, per il sostegno transitorio. Per l’Italia, le regioni interessate sono la Campania, la Puglia, la Calabria, la Sicilia e la Basilicata, questa ultima collocata in sostegno transitorio.
Il fondo di coesione La quarta, notificata con il n. C(2006) 3479 e riportata nella Guue con il n. 2006/596/CE, fissa l’elenco degli Stati membri ammessi a beneficiare del finanziamento del fondo di coesione per il periodo 2007-2013. Nello specifico, si compone di due allegati nei quali sono riportati, rispettivamente, l’elenco dei 12 Stati membri ammessi a beneficiare del fondo di coesione dal 1° gennaio 2007 e l’elenco dell’unico Stato membro ammesso a beneficiare del fondo di coesione a titolo transitorio e specifico dal 1° gennaio 2007 al 31 dicembre 2013.
Competitività regionale e occupazione La quinta, notificata con il n. C(2006) 3480 e riportata nella Guue con il n. 2006/597/CE, fissa l’elenco delle regioni europee ammesse a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali a titolo transitorio e specifico nell’ambito dell’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” per il periodo 2007-2013. Nello specifico, si compone di un allegato nel quale è riportato l’elenco delle regioni Nuts 2 ammesse a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali a titolo transitorio e specifico nell’ambito dell’obiettivo “Competitività regionale e occupazione” per la prossima programmazione.
AGEVOLAZIONI EUROPEE
Nel dettaglio si tratta di 13 regioni, in rappresentanza di 9 Stati membri, e per l’Italia la regione interessata è la Sardegna.
Cooperazione territoriale europea Il successivo 9 settembre è stata pubblicata sulla Guue n. L247, la decisione della Ce, adottata anch’essa il 4 agosto, notificata con il n. C(2006) 3473 e riportata nella Guue con il n. 2006/609/CE, che fissa una ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno a titolo dell’obiettivo “Cooperazione territoriale europea” per il periodo 2007-2013. Nello specifico, si compone di un allegato, suddiviso in due tabelle, che riporta la ripartizione indicativa per Stato membro degli stanziamenti di impegno per gli Stati membri e le regioni ammesse a beneficiare del finanziamento dei fondi strutturali nell’ambito del suddetto obiettivo per la nuova programmazione. In particolare, nella tabella 1 è indicato sia l’importo degli stanziamenti in euro, a prezzi 2004, assegnato alle regioni ammesse, suddiviso per Stato membro, che il finanziamento complementare, spettante ai sensi dell’allegato II del regolamento (CE) n. 1083/2006, paragrafi 21 e 22. Per le regioni ammesse è indicata, inoltre, sia la ripartizione transfrontaliera, suddivisa in interna, trasferimento Enpi (European neighbourhood and Partnership Instrument), e Ipa (Strumento di assistenza preadesione), il loro totale sia la ripartizione transnazionale. Nella tabella 2 è, invece, indicata la ripartizione annuale degli stanziamenti, a prezzi 2004, spettante a ciascuno Stato membro.
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Nel dettaglio, le risorse complessive, comprese quelle complementari, ammontano per i 25 Stati membri a 6.777.602.848 euro, di cui 750.431.035 euro assegnati all’Italia, comprensivi di 194.597.233 euro attribuiti ai sensi del paragrafo 21 del reg. (CE) n. 1083/2006.
In precedenza, sulla Guue n. L239 del 1° settembre 2006, erano state apportate alcune rettifiche all’allegato IV “Categorie di spesa, di cui all’art. 9, paragrafo 3” del regolamento (CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell’11 luglio 2006, pubblicato sulla Guue n. L210 del 31 luglio 2006, recante disposizioni generali sul fondo europeo di sviluppo regionale, sul fondo sociale europeo e sul fondo di coesione e che abroga il precedente regolamento (CE) n. 1260/1999, in vigore nell’attuale programmazione comunitaria 2000-2006.
Orientamenti sulla chiusura degli interventi (2000-2006) dei fondi strutturali Si deve, infine, segnalare, che la Commissione europea ha definito, recentemente, gli “Orientamenti sulla chiusura degli interventi (2000-2006) dei fondi strutturali”, suddiviso in nove paragrafi dedicati, rispettivamente, ai principi generali per effettuare la chiusura, alle attività previste nel periodo che precede la chiusura (2006-2008), ai relativi documenti di presentazione, ai loro contenuti, al disimpegno, ai progetti non completati e non operativi alla data di chiusura, alle operazioni sospese per diversi motivi, al calcolo della partecipazione finale e all’euro, nonché di 3 allegati e 3 appendici. Tali orientamenti danno l’opportu-
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INVESTIMENTI PRODUTTIVI
AGEVOLAZIONI EUROPEE
nità di modificare i complementi di programmazione dei Programmi operativi regionali (Por) e dei Documenti unici di programmazione (Docup) anche dopo il 31 dicembre 2006 e quindi fino alla data finale di ammissibilità della spesa, fissata al 31 dicembre 2008.
In particolare, sarà possibile effettuare trasferimenti di risorse tra misure, all’interno dello stesso fondo comunitario, e quindi anche aggiungerne delle nuove. Ne deriva che, soprattutto nel prossimo anno, sarà ancora possibile cogliere le numerose occasio-
ni di finanziamento che certamente si presenteranno, a valere sulle risorse dell’attuale programmazione 2000-2006, accanto alle prime opportunità che si svilupperanno già nel corso del 2007, relativamente alla nuova programmazione comunitaria 2007-2013.
IN SINTESI
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
BENEFICIARI I soggetti capofila sono: – i comuni lombardi o loro aggregazioni; – le comunità montane; – le unioni di comuni
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Gli interventi si differenziano per i tre settori: commercio, turismo e artigianato e sono principalmente indirizzati a promuovere la competitività del territorio
SPESE AMMISSIBILI Sono considerate ammissibili quelle spese strettamente connesse agli investimenti agevolabili
AGEVOLAZIONE I contributi in conto capitale variano a seconda del soggetto e possono differenziarsi da un minimo del 10% dell’investimento complessivo fino a un massimo del 50%
PROCEDURA Le domande devono essere consegnate a mano a partire dal 2 ottobre 2006 e fino al 15 novembre 2006
AGEVOLAZIONI REGIONALI
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Lombardia: approvati i criteri per i Piani integrati per la competitività di sistema Obiettivo: la promozione dello sviluppo tra investimenti pubblici e privati attraverso la collaborazione tra pubblica amministrazione e mondo imprenditoriale. Le domande di finanziamento devono essere presentate entro il 15 novembre di Piero Crivellaro, Crif S.p.a.
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on la delibera n. 8/3075 del 1° agosto 2006 e con il successivo decreto dirigenziale n. 9334 del 7 agosto 2006, entrambi pubblicati sul supplemento straordinario n. 4 al Bollettino ufficiale n. 32 dell’11 agosto, sono stati approvati i criteri ed è stato definito il bando per la concessione di contributi per la predisposizione e attuazione dei Piani integrati per la competitività di sistema (Pics). Si tratta di uno strumento di azione programmata che offre l’opportunità ai soggetti locali, sia pubblici che privati, di realizzare interventi integrati e complementari fra loro in grado di generare effettiva crescita per il contesto locale alla luce di una idea di sviluppo condivisa. In particolare, i Pics promuovono lo sviluppo di sinergie tra investimenti pubblici e privati attraverso la collaborazione tra la pubblica amministrazione locale e l’imprenditoria lombarda appartenente ai settori del commercio, dell’artigianato e del turismo. Attraverso i Pics la Regione intende valorizzare l’iniziativa delle componenti pubbliche e private di una stes-
sa area omogenea attraverso un’innovativa modalità di interrelazione finalizzata a sostenere, rilanciare e potenziare la competitività di sistema dei territori lombardi.
Beneficiari I soggetti interessanti ai Pics sono di seguito elencati.
Soggetti proponenti capofila. Sono tali: ● i comuni lombardi o loro aggregazioni (valide solo per i piccoli comuni ex lr. n. 11/04 e per un massimo di 3 comuni aggregati); ● le comunità montane (solo in presenza di un’aggregazione); ● le unioni di comuni (solo in presenza di un’aggregazione) Nel caso delle aggregazioni è prevista la possibilità che siano le unioni di comuni e le comunità montane a divenire capofila dei Pics attivati interamente su territori di propria competenza, fermo restando il coinvolgimento di massimo tre comuni.
Soggetti validatori. È prevista la figura di un soggetto validatore,
SCHEDA DI VALUTAZIONE
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
DIFFICOLTÀ L’istanza di finanziamento è molto complessa e articolata. È consigliato rivolgersi a esperti di finanza agevolata e marketing territoriale
TEMPI Entro 120 giorni (15 marzo 2007) dalla data di chiusura del bando un nucleo di valutazione esaminerà le richieste pervenute e procederà con la predisposizione della graduatoria delle domande di finanziamento
COSTI I costi per la predisposizione della domanda di finanziamento dipendono molto dal tipo di intervento che si intende realizzare
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
La dotazione finanziaria complessiva messa a disposizione per i Pics è pari a 17.000.000 euro
NORMATIVA Delibera n. 8/3075 del 1° agosto 2006 (Supplemento Straordinario n. 4 al Bollettino ufficiale n. 32 dell’11 agosto 2006)
MODULISTICA www.commerciofiere.regione. lombardia.it
INFORMAZIONI Regione Lombardia, Direzione Generale Commercio Fiere Mercati, Via Pola, 14 - 20124 Milano
nella fattispecie individuato in una delle associazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative a livello provinciale (ex legge n. 580/1993). La presenza di tale soggetto è condizione sine qua non per la presentazioni di un Pics.
Soggetti beneficiari. Possono partecipare a un Pics in qualità di beneficiari dei contributi: ● comuni; ● comunità montane e unioni di comuni solo se capofila di Pics, solo per alcune tipologie di spesa; ● associazioni imprenditoriali maggiormente rappresentative del settore del commercio a livello provinciale (ex legge n. 580/1993); ● micro, piccole e medie imprese commerciali singole o associate, con sede legale e operativa in Lombardia, codice ATECORI2 sezione G (con l’esclusione di alcuni codici) e sezione H (con l’esclusione di alcuni codici); ● micro, piccole e medie imprese artigiane, singole o associate con sede legale e operativa in Lombardia, che esercitano attività prevalente ricompresa nell’artigianato di servizio connesso alla rete commerciale locale direttamente accessibile dal consumatore finale (panetteria, pasticceria, tinto/lavanderia, acconciatori, calzolai, piccole riparazioni, produzioni artistiche ecc.); ● micro, piccole e medie imprese turistiche, singole o associate, con sede legale e operativa in Lombardia, codici ATECORI sezioni I (codici 60-61-62-63) e O (codice 92).
Soggetti partner. Qualsiasi soggetto che intenda supportare e partecipare alla promozione del Pics in un’ottica di valorizzazione dell’iniziativa sul territorio può fornire un sostegno formale all’iniziativa di-
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
venendo partner del Pics pur non avendo diritto ai contributi finanziari previsti dal presente bando. Possono partecipare al Pics, in qualità di partner, tutti i soggetti del territorio (pubblici, privati): fondazioni, istituzioni, espressioni del mondo associativo ecc.
Attività agevolabili La scelta degli interventi previsti è connessa alla strategia del Pics e deve rispondere alla coerenza complessiva del programma. Un Pics è costituito dalla combinazione integrata di progetti diversi tra loro, ammissibili alla luce delle linee di intervento qui di seguito specificate e suddivisi per interventi di iniziativa pubblica e iniziativa privata.
Interventi di iniziativa pubblica. Le tipologie d’intervento ammissibili riguardano la promozione della competitività dell’area attraverso: ● riqualificazione di nuclei di interesse storico, culturale e ambientale (integrazione dei sistemi commerciali, turistici, artigianali); ● creazione di sistemi informativi e di segnaletica di tipo integrato sul territorio; ● creazione, qualificazione e operatività dei servizi e delle strutture funzionali allo sviluppo di sistema; ● realizzazione, integrazione, arredo di aree urbane commerciali: adeguamenti reti tecnologiche, costruzione servizi igienici; ● ristrutturazione e utilizzo di spazi di proprietà pubblica per l’inserimento di attività commerciali, di artigianato artistico, di promozione turistica, pubblici esercizi anche con forme polifunzionali; ● creazione e riqualificazione delle strutture e dei servizi relativi a percorsi storico-culturali, tematici, naturalistici, escursionistici;
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
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qualificazione, potenziamento, realizzazione di infrastrutture a sopporto delle attività turistiche e ricettive; creazione, qualificazione delle strutture Iat e/o di punti informativi; realizzazione, integrazione e adeguamento igienico delle aree destinate allo svolgimento di mercati; realizzazione di appositi spazi coperti per il posteggio a rotazione del commercio ambulante per la vendita e distribuzione di generi di prima necessità; promozione integrata e di marketing territoriale per lo sviluppo della competitività del sistema.
Interventi di iniziativa privata. Per quanto concerne la promozione del commercio, si segnalano le seguenti linee di intervento: ● qualificazione, miglioramento e consolidamento delle strutture commerciali esistenti al fine di massimizzare la loro compatibilità con le funzioni residenziali, artigianali e turistiche; ● riconversione o riqualificazione di esercizi esistenti in particolare favorendo la specializzazione riguardo prodotti alimentari o artigianali tipici, prodotti biologici e/o di qualità certificata; ● eventi per rivitalizzazione dei centri urbani organizzati da associazioni di via regolarmente iscritte con atto pubblico; ● mantenimento del commercio al dettaglio nelle zone più marginali; ● creazione di nuovi esercizi commerciali, con particolare riferimento a formule innovative (esempio: negozi multiservizio); ● innalzamento della qualità del servizio tramite lo sviluppo di strumenti e sistemi diretti a garantire il miglioramento della si-
AGEVOLAZIONI REGIONALI
curezza dei consumatori e dei commercianti e la razionalizzazione dell’attività logistica. Per quanto concerne il settore del turismo si segnalano gli interventi finalizzati all’incremento degli strumenti di incoming turistico: ● interventi volti a incentivare la disponibilità di proposte per il tempo libero e a destagionalizzare l’offerta turistica: apertura di luoghi visitabili quali ville, castelli, giardini, aree naturali, attrazioni turistiche ecc.; ● interventi per l’innovazione di prodotto, la sostenibilità ambientale, il miglioramento della qualità dei servizi e dei processi nell’ambito dell’offerta turistica, commerciale e dell’artigianato tipico comprendendo la razionalizzazione dell’attività logistica. In merito allo sviluppo del settore artigiano, si individuano i seguenti interventi: ● qualificazione, miglioramento e consolidamento dei locali dove si svolge l’attività di produzione/vendita; ● riconversione o riqualificazione dei locali ove si insediano nuove attività di produzione/vendita; ● spese legali e tecniche relative all’avvio di nuove attività artigianali; ● innalzamento della qualità del servizio; sicurezza, rispetto dell’ambiente, certificazione di qualità, attività logistica.
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Interventi di iniziativa pubblica. Tutte le spese devono essere
Sono ritenute ammissibili le spese sostenute a partire dal giorno 1° luglio 2006.
direttamente riferite all’ambito oggetto del Pics: ● lavori e opere edili, compresi gli impianti tecnici; ● opere di urbanizzazione primaria e secondaria funzionali all’intervento; ● progettazione, direzione dei lavori e collaudo e spese per l’acquisto di servizi forniti da consulenti esterni nella misura dell’8% del costo dei lavori a base d’asta; ● acquisto, ammodernamento, ristrutturazione di locali ed edifici esistenti da destinare allo sviluppo di sistema; ● interventi di messa in sicurezza, opere di riqualificazione e/o valorizzazione che interagiscono direttamente con l’area oggetto dell’intervento; ● acquisizione di nuove attrezzature e altri beni (arredo urbano, segnaletica turistica – commerciale – culturale – stradale, impianti di sicurezza ecc.). Spese inerenti il processo di promozione locale e di supporto all’iniziativa Pics riconosciute nella percentuale massima del 7,5% rispetto all’investimento complessivo previsto dal Pics: ● consulenze professionali; ● realizzazione e diffusione di cataloghi e altro materiale promozionale dell’offerta turistica; ● organizzazione di manifestazioni di valorizzazione del patrimonio artigianale, culturale, ambientale, turistico e dei prodotti tipici del territorio; ● partecipazione e/o organizzazione work-shop/educational.
Interventi del soggetto capofila del Pics:
Interventi di iniziativa privata. Le spese per:
Spese ammissibili
● ●
spese di predisposizione del Pics riconosciute; spese di gestione e coordinamento del Pics.
● ●
lavori e opere edili, compresi gli impianti tecnici; progettazione, direzione dei lavori, collaudo e piani di sicurezza;
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
acquisto di edifici e locali esistenti a esclusione delle imprese artigiane (l’immobile dovrà essere utilizzato per la destinazione prevista per almeno 5 anni); ● adeguamento degli spazi di produzione e/o vendita alle normative igienico-sanitarie/edilizie/ sicurezza; ● acquisizione di nuove attrezzature e impianti per spazi aperti esterni ai locali commerciali in sede fissa e delle attrezzatture per il commercio ambulante; ● acquisizione di nuove attrezzature e altri beni (impianti di controllo e allarme connessi a innalzare il profilo della sicurezza, insegne e arredi, sistemi di tutela e certificazione ambientale ecc.); ● acquisto di spazi e servizi per la creazione e lo sviluppo di forme innovative di vendita o produzione artigianale e sviluppo turistico-commerciale (vedi negozi multiservizio). Spese inerenti il processo di promozione locale e di supporto all’iniziativa Pics riconosciute alle associazioni maggiormente rappresentative a livello provinciale (ex legge n. 580/1993) del settore del commercio nella percentuale massima del 7,5% rispetto all’investimento complessivo previsto dal Pics: ● realizzazione di campagne pubblicitarie; ● organizzazione di eventi, manifestazioni; ● progettazione e spese per l’acquisto di servizi forniti da consulenti esterni; ● organizzazione di manifestazioni di valorizzazione del patrimonio artigianale, culturale, ambientale, turistico e dei prodotti tipici del territorio; ● partecipazione e/o organizzazione work-shop/educational. ●
Agevolazione La modalità di assegnazione dei contributi riconosciuti a ogni Pics approvato prevede: 1. per il soggetto capofila: – contributo in conto capitale (fondo perso) fino a un massimo del 10% dell’investimento complessivo fino a un massimo di 15.000 euro; – riconoscimento delle spese di gestione e coordinamento inerenti l’attuazione del Pics ritenute ammissibili fino a un massimo di 5.000 euro. 2. per i soggetti pubblici: contributo in conto capitale (fondo perso) o fino a un massimo del 40% delle spese ritenute ammissibili o fino ad un massimo di 350.000 euro complessivi per singolo Pics e nel caso di aggregazione comuni fino a un massimo di 500.000 euro complessivi per singolo Pics; 3. per i soggetti privati: contributo in conto capitale erogato con le limitazioni di cui all’art. 72 legge n. 289/2002 (50% del contributo a fondo perso e 50% da restituire a tasso agevolato non inferiore allo 0,50% annuo): – fino a un massimo del 50% delle spese ritenute ammissibili per ciascun intervento; – fino a un massimo di 50.000 euro; – fanno eccezione gli investimenti realizzati nelle aree svantaggiate per le quali l’agevolazione sarà rappresentata da un contributo interamente a fondo perduto. Non sono ammessi progetti che prevedono un investimento al netto di Iva inferiore a 5.000 euro.
Localizzazione Una proposta di Pics si fonda sull’individuazione di un’area delimitata sulla quale attivare un proces-
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
so di sviluppo in grado di portare un effettivo rafforzamento della competitività di sistema. Per definire l’area oggetto del Pics occorre utilizzare un principio aggregante che risponda almeno a uno dei seguenti criteri: ● tematico: individuazione di specifiche azioni, servizi, prodotti connessi a tematiche di sviluppo ritenute strategiche per il contesto locale. Si riportano a titolo puramente esemplificativo i seguenti casi: filiere produttive, promozione di “prodotti” turistici definiti, nuova organizzazione del commercio locale ecc.; ● territoriale: individuazione di specifici luoghi o ambiti territoriali connessi a una strategia di sviluppo comune (un quartiere, un isolato, una piazza, una strada, un porto turistico, un edificio ecc.).
Procedura Le domande di finanziamento devono essere presentate dal soggetto capofila utilizzando esclusivamente il modello appositamente predisposto e disponibile all’indirizzo www.commerciofiere.regione.lombardia.it, a partire dal 2 ottobre 2006 e fino al 15 novembre 2006, al seguente indirizzo: Regione Lombardia Direzione Generale Commercio Fiere Mercati Via Pola, 14 20124 Milano. La procedura di valutazione è sviluppata su due fasi: ● istruttoria Fase 1: valenza del Pics nel suo complesso in riferimento a: strategia d’intervento, qualità della partnership e degli interventi previsti, coerenza interna, congruità delle risorse investite, integrazione dell’iniziativa con la programmazione territoriale;
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
istruttoria Fase 2: verifica della cantierabilità dei Pics ritenuti ammissibili in merito alla capacità e affidabilità finanziaria dei singoli beneficiari. L’istruttoria sarà condotta da nucleo di valutazione composto da rappresentanti delle direzioni generali coinvolte che potrà essere integrato da esperti di società del sistema allargato regionale. Il soggetto capofila dovrà presentare di finanziamento corredata del programma di sviluppo del Pics che nasce dalla condivisione tra i soggetti pubblici e privati del partenariato documento contenente tutte le informazioni utili a evidenziare la strategia su cui si fonda il piano d’intervento e la coerenza con le necessità del territorio di riferimento. Al programma di sviluppo si aggiunge il piano degli interventi del Pics da par●
AGEVOLAZIONI REGIONALI
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Aree ammissibili al Pics Comuni Con popolazione residente con meno di 2.000 abitanti Con popolazione residente con meno di 30.000 abitanti Con popolazione residente da 30.000 abitanti a 100.000 abitanti Con popolazione residente con più di 100.000 abitanti te dei soli soggetti capofila dei Pics, precedentemente dichiarati ammissibili, per poteri ottenere i contributi loro riservati. Tale documento conterrà le informazioni necessarie a valutare l’effettiva finanziabilità dei singoli interventi approvati (coerenza con quanto indicato nel programma di sviluppo, capacità finanziaria dei sog-
Aree ammissibili al Pics Tutto il territorio comunale Porzioni territoriali con massimo 2.000 abitanti Porzioni territoriali con massimo 5.000 abitanti Porzioni territoriali con massimo 20.000 abitanti getti, rispetto degli impegni e dei tempi previsti). Entro 120 giorni (15 marzo 2007)dalla data di chiusura del bando un nucleo di valutazione esaminerà le richieste pervenute e procederà con la predisposizione della graduatoria delle domande di finanziamento e dei “Programmi di sviluppo” trasmessi.
IN SINTESI
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
BENEFICIARI Disoccupati ed extracomunitari di età compresa tra i 18 e i 60 anni, laureati senza occupazione con meno di 29 anni, donne disoccupate “over 35”. Tutti i soggetti devono essere residenti nelle Marche.
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Costituzione di nuove attività di impresa in forma di: – impresa individuale; – società di persone; – società cooperativa composta da 3 a 8 soci
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
Marche: un “prestito d’onore” per le nuove iniziative imprenditoriali Importi che arrivano anche a 80.000 euro restituibili in sei anni a tasso agevolato e con un anno di differimento. L’iniziativa è finalizzata all’apertura di nuove attività e destinata a particolari categorie di soggetti svantaggiati. Le domande vanno presentate entro il 1° giugno 2007 di Piero Crivellaro, Crif Spa
SPESE AMMISSIBILI Tutte quelle strettamente connesse allo sviluppo delle attività ammissibili
AGEVOLAZIONE Il prestito d’onore può variare dai 20.000 euro agli 80.000 euro
PROCEDURA Il termine ultimo per la presentazione è fissato al 1° giugno 2007
S
ul Bur n. 90 del 14 settembre 2006 è stato pubblicato il decreto dirigenziale n. 34 del 6 settembre 2006, con il quale si dà approvazione all’avviso pubblico per la presentazione di progetti di nuove imprese e lavoro autonomo da finanziare con il prestito d’onore regionale (il bando fa riferimento alle misure B1, D3 ed E1 del Por Obiettivo 3). L’iniziativa regionale del prestito d’onore è finalizzata a favorire l’avvio di nuove imprese e di iniziative di lavoro autonomo attraverso la concessione di credito a condizioni particolarmente agevolate (senza il ricorso a garanzie di qualunque tipo) e l’erogazione gratuita di servizi di assistenza tecnica (tutoraggio). Il prestito d’onore rientra tra gli strumenti di politica attiva del lavoro avviati dalla Regione Marche al fine di favorire l’inclusione lavorativa di soggetti oggi non attivi nel mondo produttivo.
Beneficiari Possono beneficiare del prestito d’onore donne e uomini, di età compresa tra i 18 ed i 60 anni (al 14/09/2006), residenti nella Regione Marche e appartenenti alle seguenti categorie: 1. disoccupati o inoccupati;
2. giovani laureati in paesi dell’Ue disoccupati o inoccupati che al 14 settembre 2006 non abbiano compiuto 29 anni; 3. extracomunitari occupati, inoccupati o disoccupati; 4. donne che abbiano già compiuto 35 anni al 14 settembre 2006, occupate, inoccupate o disoccupate.
Attività agevolabili È agevolabile la costituzione di nuove attività di impresa in forma di: ● impresa individuale; ● società di persone; ● società cooperativa composta da 3 a 8 soci. Le imprese devono operare nei seguenti settori: ● produzione di beni; ● commercio (esclusivamente in forma di impresa individuale); ● servizi. Sono escluse le attività agricole, della pesca, dell’agroalimentare, della produzione di fibre sintetiche, dell’industria automobilistica, dell’industria della costruzione navale, dell’industria siderurgica e carboniera, dei trasporti (si veda l’allegato G del bando). Sono incluse le libere professioni, a eccezione di quelle che richiedono l’iscrizione ad albi professionali.
SCHEDA DI VALUTAZIONE
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
DIFFICOLTÀ La compilazione della domanda e la relativa relazione di un business plan può anche essere fatta in autonomia anche se l’assistenza di un consulente in finanza agevolata può essere di estrema utilità, soprattutto per chi non è particolarmente esperto nella compilazione di documenti amministrativi
TEMPI Il bando è gestito per conto della Regione dalla Banca delle Marche Spa, la quale una volta deliberato il finanziamento, entro 30 giorni erogherà il prestito d’onore
COSTI I costi non sono particolarmente elevati e si ritengono accessibili al target di beneficiari a cui è destinato il prestito d’onore
PROBABILITÀ Le risorse a disposizione per questo intervento sono consistenti e quindi a fronte di un buon progetto ci possono essere buone opportunità per ottenere il prestito d’onore
AGEVOLAZIONI REGIONALI
I beni finanziati dovranno essere destinati allo svolgimento della nuova attività avviata per l’intera durata del finanziamento (fatti salvi i casi di sostituzione legati alla funzionalità dei beni stessi). Non sono ammissibili le spese per acquisto di immobili e di autoveicoli a uso privato per esclusivo trasporto di persone. I soggetti richiedenti non devono aver costituito l’impresa individuale o la società in data antecedente a quella della presentazione della domanda; l’impresa o la società dovranno comunque risultare iscritte al Registro delle imprese prima della stipula del contratto di finanziamento. La sede legale e quella operativa della nuova impresa devono essere situate nel territorio regionale.
Agevolazioni Il prestito d’onore consiste nella concessione di un finanziamento agevolato da parte della Banca delle Marche S.p.A., con le seguenti caratteristiche:
forma tecnica: prestito chirografario, senza ricorso a garanzie di qualunque tipo; ● piano di ammortamento: a rata costante; ● durata: 6 anni, incluso un periodo di differimento della decorrenza del piano di ammortamento pari a un anno; ● tasso di interesse annuo applicato: tasso zero nel periodo di differimento (1 anno), tasso variabile (pari al parametro Euribor 3 mesi meno 0,52 punti percentuali nominali) nel periodo di ammortamento (5 anni); ● periodicità della rata: trimestrale; ● spese istruttoria e spese revisione pratica di fido: esenti; ● imposte e tasse: a carico della Banca.
IN DETTAGLIO
●
NORMATIVA – Delibera Giunta regionale n. 1515 del 7 dicembre 2004 (Bur n. 137 del 23 dicembre 2004) – Decreto dirigenziale n. 34 del 6 settembre 2006 (Bur n. 90 del 14 settembre 2006 – bando)
MODULISTICA http://www.prestitodonore. marche.it/
INFORMAZIONI Regione Marche – Servizio Istruzione, Formazione e Lavoro P.F. Servizi per l’Impiego e Mercato del Lavoro – Dott. Antonio Secchi Via Tiziano, 44 – 60125 Ancona Tel. 071 8063789 Fax 071 8063018
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Per quanto riguarda le richieste provenienti da donne “over 35”, le caratteristiche del finanziamento, rispetto a quanto sopra indicato, prevedono un tasso di interesse pari a zero (con contributo agli interessi interamente a carico della Regione, pari al 3,10% nominale annuo) e una periodicità della rata semestrale. Tale agevolazione viene applicata in caso di ditta individuale, lavoro autonomo e società a prevalenza di donne “over 35” (ovvero società di persone o cooperative nelle quali tali soggetti rappresentino almeno il 60% dei componenti della compagine sociale, indipendentemente dalle quote detenute). L’importo del finanziamento è differenziato in rapporto alle categorie di beneficiari: 1. disoccupati: fino a 20.000 euro; 2. giovani laureati disoccupati: fino a 40.000 euro; 3. extracomunitari: fino a 20.000 euro; 4. donne che abbiano già compiuto 35 anni: fino a 20.000 euro. Nel caso in cui almeno tre destinatari richiedenti intendano costituire tra loro una società, il prestito potrà essere erogato nel limite massimo di 40.000 euro per l’intera società. Qualora almeno due soci delle stesse società siano giovani laureati disoccupati o inoccupati con meno di 29 anni, il prestito potrà essere erogato nel limite massimo di 80.000 euro per l’intera società.
Procedura La domanda di ammissione al prestito d’onore deve essere consegnata personalmente presso qualsiasi filiale della Banca delle Marche S.p.A. ubicata nel territorio regionale. Il termine ultimo per la presentazione è fissato al 1° giugno 2007. Per accedere all’iniziativa “Prestito d’Onore regionale” i soggetti devono
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
possedere, alla data di presentazione della domanda, i seguenti requisiti: ● essere residenti nella Regione Marche da almeno 6 mesi; ● non aver subito protesti per assegni o cambiali negli ultimi 5 anni; ● non essere stato dichiarato fallito e/o sottoposto a procedure concorsuali in proprio o quale socio illimitatamente responsabile di altre società e non aver rivestito la qualifica di socio lavoratore di società cooperative sottoposte a procedure concorsuali; ● non aver riportato condanne pe-
nali, anche se non passate in giudicato, per reati previsti dal Codice civile in materia di società e consorzi e dalla legge fallimentare (a meno che non sia intervenuta la riabilitazione); ● non essere sottoposto a misure di prevenzione e di sicurezza; ● non essere interdetto o inabilitato. Al momento della stipula del contratto di finanziamento, che avverrà entro e non oltre 30 giorni dalla data di delibera di concessione assunta dalla Banca delle Marche S.p.A, verrà erogata una prima
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
quota del 30% con un limite massimo di € 10.000,00 dell’importo accordato per finanziare le prime spese dell’iniziativa economica. Il restante importo verrà erogato in massimo ulteriori due tranche entro 6 mesi dalla stipula del contratto stesso, previa consegna della documentazione giustificativa delle spese effettuate. Sono ammissibili le spese al lordo dell’Iva. Non sono ammissibili le spese per acquisto di immobili e di autoveicoli a uso privato per esclusivo trasporto di persone.
Il tutoraggio Successivamente alla stipula del contratto di finanziamento, la Banca delle Marche nomina un tutor che, gratuitamente, segue il neo-imprenditore per i 12 mesi successivi; il tutoraggio prevede iniziative di formazione in aula, formazione a distanza, incontri individuali con il tutor, con le seguenti finalità: ● sostenere il neo-imprenditore nel controllo dell’efficienza della propria attività economica attraverso l’approfondimento di tematiche legate al business planning, all’amministrazione, alla contabilità, alla gestione del personale; ● assistere il neo-imprenditore nel miglioramento della produttività dell’impresa attraverso servizi di assistenza tecnica individuale; ● fornire informazioni di base per l’avvio delle attività.
IN SINTESI
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
BENEFICIARI Piccole e medie imprese industriali, di servizi e artigiane, rientranti nella definizione comunitaria di Pmi, ubicate nel territorio regionale
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Sono agevolabili le tipologie di investimento riguardanti: – realizzazione di investimenti produttivi – acquisizione di servizi reali – realizzazione di attività di ricerca e sviluppo tecnologico – svolgimento di attività di formazione
SPESE AMMISSIBILI Data la diversità delle spese presenti nelle diverse tipologie, si rimanda a quanto indicato nell’articolo
AGEVOLAZIONE L’agevolazione concessa si sostanzia in un contributo in conto capitale, in conto interessi o in conto canoni, variabile in funzione delle diverse tipologie d’intervento
PROCEDURA Le domande di agevolazione devono essere trasmesse al soggetto attuatore nei termini indicati dal bando in corso di definizione. Per la redazione delle domande dovrà essere utilizzata, esclusivamente, l’apposita modulistica
AGEVOLAZIONI REGIONALI
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Sardegna, aiuti per l’innovazione e la competitività delle Pmi La Regione ha emanato le direttive di attuazione di nuovi strumenti di incentivazione a sostegno delle Pmi, rappresentati in particolare dal pacchetto integrato di agevolazioni per la realizzazione di investimenti produttivi, acquisizione di servizi, attività di ricerca e sviluppo tecnologico, formazione continua di Giancarlo Terenzi, Mef, Dipartimento politiche di sviluppo
L
a Regione Sardegna ha pubblicato, sul proprio sito Internet mentre è in corso di pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Autonoma Sardegna (Buras), la delibera della Giunta regionale n. 37/17 del 13 settembre 2006, che ha approvato tre direttive relative al: ● pacchetto integrato di agevolazione (Pia) industria, artigianato e servizi; ● pacchetto integrato di agevolazione (Pia) turismo, beni culturali e ambientali; ● contratto di investimento industria, artigianato e servizi. In particolare, il Pia, attraverso la presentazione di un unico piano di sviluppo aziendale, articolato in piani specifici singolarmente ammissibili, consente alle imprese di richiedere contributi finanziari per la realizzazione di investimenti produttivi, per l’acquisizione di servizi reali, per la realizzazione di attività di ricerca e sviluppo tecnologico e per lo svolgimento di attività di formazione continua. Il contratto di investimento è, invece, uno strumento di incentiva-
zione finalizzato a sostenere la competitività dei sistemi produttivi e delle filiere esistenti, o in via di formazione sul territorio regionale, attraverso processi di collaborazione e di integrazione interaziendali (tecnici, organizzativi, produttivi e commerciali). Detti contratti possono essere presentati da gruppi di imprese dello stesso settore/comparto ovvero di settori/comparti differenti ma che hanno relazioni di cooperazione in quanto localizzate in specifiche e concentrate aree territoriali e devono riferirsi a specifici programmi integrati di investimento. Per ciascun settore di intervento le direttive disciplinano: ● i soggetti beneficiari e le condizioni di ammissibilità nonché le eventuali specificazioni e limitazioni; ● i settori di attività ammissibili; ● le tipologie di piano di investimento che possono costituire il Pia o il contratto di investimento; ● le spese ammissibili; ● le forme e le intensità di aiuto; ● i criteri di valutazione; ● le modalità di presentazione, valutazione e selezione; ● le procedure di attuazione.
SCHEDA DI VALUTAZIONE
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DIFFICOLTÀ La direttiva è disponibile sul sito Internet della Regione Sardegna, ma non è ancora stata pubblicata sul Bur. Non è pertanto possibile dare indicazione sulle difficoltà di compilazione della domanda e degli altri modelli richiesti
TEMPI La durata dell’iter amministrativo è di 60 giorni dalla chiusura dei termini di presentazione della domanda, mentre nei successivi 30 giorni è prevista la pubblicazione della graduatoria. Nei 10 giorni successivi alla notifica del provvedimento di assegnazione, il soggetto beneficiario deve comunicare la propria accettazione, e l’iniziativa deve essere completata entro i 24 mesi successivi alla notifica
COSTI È necessario disporre di un capitale proprio, pari almeno al 25% dell’investimento totale ammissibile alle agevolazioni. I costi derivano dalla necessità di avvalersi di alcune figure professionali qualificate per l’allestimento del progetto e della documentazione richiesta. L’aspetto positivo è la possibilità di accedere a un contributo in conto capitale, in conto interessi o in conto canoni, in funzione delle diverse tipologie d’intervento
PROBABILITÀ Non è possibile fare previsioni in quanto non sono state ancora indicate le risorse che la Regione metterà a disposizione
IN DETTAGLIO
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
AGEVOLAZIONI REGIONALI
NORMATIVA Regg. (CE) 12 gennaio 2001 n. 69 e n. 70 – Reg. (CE) 25 febbraio 2004, n. 363 e n. 364 – L.r. 25 febbraio 2005 n. 7, art. 11 – D.g.r. 13 settembre 2006, n. 37/17
In questa sede ci limiteremo a illustrare il pacchetto integrato di agevolazioni riguardante l’industria, l’artigianato e i servizi, rimandano l’esame sia del pacchetto integrato di agevolazioni riguardanti il turismo, i beni culturali e l’ambiente che dei contratti d’investimento alla presentazione dei relativi bandi.
Beneficiari I soggetti abilitati a presentare le domande di contributo sono le piccole e le medie imprese, rientranti nella definizione comunitaria di Pmi, operanti nei settori industriali e dei servizi, nonché le imprese iscritte nell’Albo delle imprese artigiane, di cui alla legge nazionale 8 agosto 1985, n. 443 e successive modificazioni, costituite in forma di impresa individuale, societaria e cooperativa o in forma consortile o di associazioni tra imprese artigiane, con unità produttiva ubicata nel territorio regionale. Nel caso di piano di innovazione aziendale e, in particolare, dei progetti di ricerca e sviluppo tecnologico, i suddetti soggetti possono presentare le proposte congiuntamente con università, enti di ricerca, Enea, Asi. Per il dettaglio sia dei settori ammissibili, che fanno riferimento alla classificazione delle attività economiche Istat Ateco 2002, che di quelli non agevolabili, si rimanda alla lettura del documento regionale in esame.
Attività agevolabili Sono ammissibili le seguenti tipologie d’investimento:
MODULISTICA Non ancora presente in quanto il bando è in corso di definizione
INFORMAZIONI www.regione.sardegna.it
A. piani di investimenti produttivi; B. piano integrato di servizi reali; C. piano di innovazione aziendale; D. piano di formazione aziendale.
Per la tipologia A, gli investimenti devono essere finalizzati alla realizzazione di nuovi impianti produttivi, ovvero all’ampliamento, all’ammodernamento, alla riconversione, alla riattivazione e al trasferimento di impianti produttivi esistenti. Per la tipologia B, gli investimenti devono essere finalizzati a supportare lo start up di imprese in fase di avvio, ad accrescere la competitività e a sostenere lo sviluppo delle imprese esistenti attraverso il miglioramento dell’assetto gestionale, tecnologico e/o organizzativo, a sostenere e favorire le imprese che intendano proporsi o rafforzare la propria presenza sui mercati esterni a quello regionale. Per la tipologia C, gli investimenti devono essere finalizzati a incrementare la capacità delle imprese di adottare innovazioni di processo e di prodotto, per migliorare il loro livello di competitività sui mercati extraregionali, attraverso studi di fattibilità tecnica, progetti di ricerca e sviluppo tecnologico e servizi per l’innovazione e il trasferimento tecnologico. Per la tipologia D, gli investimenti devono essere finalizzati alla formazione di nuovi assunti e/o alla qualificazione, l’aggiornamento e la specializzazione del personale già dipendente dell’impresa, attraverso la “formazione generale” e la “formazione specifica”.
Gli interventi non possono essere ammessi alle agevolazioni se avviati prima della presentazione del modulo di domanda di partecipazione
Spese ammissibili Sono ammissibili, per la tipologia A, le spese relative agli studi di fattibilità, al suolo aziendale, alla sistemazioni del suolo e indagini geognostiche, alle opere murarie e assimilate, alle infrastrutture specifi-
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
che aziendali, ai macchinari, impianti e attrezzature varie, nuovi di fabbrica, ai mezzi mobili strettamente necessari al ciclo di produzione, ai programmi informatici, ai brevetti concernenti nuove tecnologie di prodotti e processi produttivi. Per il settore industria il totale delle spese ammissibili deve essere compreso tra 100.000 e 7.000.000 euro, mentre per il settore dei servizi deve essere compreso tra 50.000 e 2.500.000 euro e per quello dell’artigiano tra 50.000 e 1.549.000 euro. Sono ammissibili, per la tipologia B, le spese per servizi, al netto dell’Iva, relative alla strategia, general management e supporto alle funzioni aziendali, al marketing e vendite, alla produzione e supply chain, all’organizzazione e risorse umane, alla finanza d’impresa. Sono ammissibili, per la tipologia C, le spese, al netto dell’Iva, relative al personale dipendente e non, i costi dei servizi di consulenza e dei servizi equivalenti, della strumentazione e delle attrezzature, dei servizi di ricerca, per l’acquisizione di brevetti, acquistati o ottenuti da fonti esterne, per altri costi d’esercizio, le spese per l’acquisizione di studi, banche dati e ricerche, per la partecipazione a mostre, fiere e congressi, per l’organizzazione di seminari e incontri, le spese generali supplementari, di tutela dei diritti di proprietà intellettuale, per la diffusione e il trasferimento dei risultati. Sono ammissibili, per la tipologia D, i costi del personale docente, le relative spese di trasferta, le altre spese correnti, l’ammortamento degli strumenti e delle attrezzature, i costi dei servizi di consulenza, i costi di personale per partecipare al progetto di formazione. Le spese relative alle suddette tipologie sono ammissibili con i limiti e le precisazioni indicati nel documento regionale in esame.
AGEVOLAZIONI REGIONALI
Agevolazione Il contributo può essere erogato in conto capitale, in conto interessi o in conto canoni, variabile in funzione degli strumenti di incentivazione e delle relative tipologie dell’intervento. Per la tipologia A, il contributo per le medie imprese può essere erogato secondo le seguenti modalità: ● contributo in conto capitale, nei limiti del 35% in equivalente sovvenzione lordo (Esl) degli investimenti ammissibili effettuati con modalità diretta o con ricorso alla locazione finanziaria; ● contributo in conto capitale, nei limiti del 25% degli investimenti ammissibili, effettuati con modalità diretta o con il ricorso alla locazione finanziaria integrato, nel rispetto del limite massimo del 35%, composto da un contributo in conto interessi sul finanziamento a medio e lungo termine, ottenuti a complemento del piano di copertura degli investimenti, o un contributo in conto canoni sugli investimenti effettuati con il ricorso alla locazione finanziaria. Per le piccole imprese può essere erogato secondo le seguenti modalità: ● contributo in conto capitale, nei limiti del 45% in Esl degli investimenti ammissibili effettuati con modalità diretta o con ricorso alla locazione finanziaria; ● contributo in conto capitale, nei limiti del 35% degli investimenti ammissibili, effettuati con modalità diretta o con il ricorso alla locazione finanziaria integrato, nel rispetto del limite massimo del 45%, attraverso un contributo in conto interessi sul finanziamento a medio e lungo termine, ottenuti a complemento del piano di copertura degli investimenti, o un contributo in conto canoni sugli investimenti
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effettuati con il ricorso alla locazione finanziaria. In alternativa alle precedenti forme di agevolazione, per gli investimenti fino al valore 250.000 euro, può essere erogata un’agevolazione sugli investimenti ammissibili nei limiti del massimale previsto dal regolamento de minimis vigente alla data di approvazione della graduatoria e comunque nella misura massima del 50% Esl. L’intensità dell’agevolazione può essere ulteriormente graduata nel bando in funzione del valore degli investimenti e della tipologia del soggetto proponente. Per la tipologia B, il contributo in conto capitale non può superare il 50% Esl del costo ammesso. Per la tipologia C, il contributo in conto capitale non può superare il 75% Esl del costo ammesso per gli studi di fattibilità, il 70% Esl per i progetti di ricerca e sviluppo tecnologico relativi alla ricerca industriale e il 45% Esl per l’attività di sviluppo precompetitivo, mentre per i servizi di innovazione e trasferimento tecnologico non può eccedere il 50% Esl. L’importo massimo del contributo non può, in ogni caso, superare i 22.500 euro per singolo studio di fattibilità, i 250.000 euro per ciascun progetto di ricerca e sviluppo tecnologico (industriale e pre-competitiva) e i 50.000 euro per ciascun servizio di innovazione e trasferimento tecnologico. Per la tipologia D, il contributo in conto capitale, non può eccedere il 45% per la formazione specifica delle Pmi, elevato all’80% quando si tratta di formazione generale. Per quanto riguarda il costo massimo per ora di attività formativa e il numero annuale di voucher aziendali erogabili si rimanda alla lettura del documento regionale in esame.
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
Procedura Gli aiuti concessi non possono essere cumulati con altri aiuti di Stato, né con altre misure di sostegno comunitario in relazione agli stessi costi ammissibili, quando tale cumulo darebbe luogo a un’intensità d’aiuto superiore a quella definita in precedenza
Presentazione delle domande. Le domande di contributo in bollo, che dovranno essere redatte secondo il modello previsto nel bando e corredate sia del piano di sviluppo aziendale che degli allegati richiesti dal bando stesso, dovranno essere inoltrate, a mezzo raccomandata A.R., al Soggetto Attuatore nei ter-
INVESTIMENTI PRODUTTIVI
mini che saranno indicati nel bando in corso di definizione.
Valutazione delle domande. L’istruttoria delle istanze, effettuata da uno specifico Comitato, è di tipo valutativo e a graduatoria e sono finanziati i piani di sviluppo aziendali fino alla concorrenza delle risorse disponibili.
IN SINTESI
FORMAZIONE E CREAZIONE D’IMPRESA
BENEFICIARI – Beneficiari “diretti” sono le micro, piccole e medie imprese ubicate nel territorio regionale – Beneficiari “indiretti” sono i disoccupati, inoccupati o in cerca di occupazione, diplomati o laureati di età non inferiore a 29 anni e residenti in Basilicata
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Saranno agevolabili: – assunzione di massimo una persona nella propria azienda; – attività formative per il neoassunto volte all’acquisizione di competenze necessarie allo svolgimento delle mansioni richieste
AGEVOLAZIONI REGIONALI
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“Dentro l’impresa”: la Basilicata valorizza le risorse umane delle Pmi La Regione mette a disposizione 3,4 milioni di euro per l’inserimento o reinserimento lavorativo di diplomati e laureati disoccupati, anche attraverso l’eventuale supporto di azioni formative individuali. Fino a 9.000 euro per coprire i costi salariali di un neo-assunto
SPESE AMMISSIBILI Le spese ammissibili sono quelle relative a: – costo salariale lordo derivante dall’assunzione; – corsi di formazione svolti anche al di fuori della Regione Basilicata
AGEVOLAZIONE Il contributo per il datore di lavoro è pari al 50% del costo salariale lordo sostenuto dall’impresa fino a un massimo di 9.000 euro (11.000 se il nuovo assunto ha un’età superiore a 32 anni). Il contributo accessorio per il lavoratore assume la forma di un “voucher formativo” per la partecipazione ad attività formative e l’acquisizione di competenze fino a un costo massimo di 4.000 euro.
PROCEDURA La richiesta va presentata entro il 24 novembre 2006 alla Regione Basilicata, Dipartimento Formazione Lavoro Cultura e Sport, C.so Umberto I 28, 85100 Potenza. L’istruttoria verrà effettuata a sportello nel rispetto dell’ordine cronologico relativo alla data di ricevimento. Le richieste ammissibili verranno finanziate fino a esaurimento delle risorse. Il destinatario ammesso al finanziamento è tenuto ad assumere il lavoratore entro 7 giorni dalla data di comunicazione dell’ammissione al programma di aiuti
di Arianna Giuliodori
I
l programma di aiuti “Dentro l’impresa” promosso dalla Regione Basilicata rientra nelle misure di attuazione del “Patto con i Giovani” regionale ed è volto a promuovere la valorizzazione delle risorse umane attraverso incentivi finalizzati all’inserimento e al reinserimento lavorativo di diplomati e laureati inoccupati e disoccupati, anche attraverso l’eventuale supporto di un’apposita azione formativa individuale. La concessione degli aiuti è finalizzata, da un lato, a sostenere il sistema produttivo regionale, attraverso l’incremento netto dell’occupazione in microimprese, piccole e medie imprese, tra le quali anche organizzazioni non profit, cooperative e cooperative sociali e, dall’altro, a contrastare la disoccupazione “intellettuale” di lunga durata, favorendo l’occupazione di persone in possesso di diploma di scuola media superiore o di laurea. “Dentro l’impresa” rientra nell’asse III del Por Basilicata relativo alla valorizzazione delle risorse umane
e, dato l’interessante importo stanziato per la misura in questione, pari a 3,4 milioni di euro, può costituire un buon volano per il rilancio dell’occupazione regionale, in particolare per quelle persone con una formazione di livello superiore, in vista di un miglioramento complessivo del mercato del lavoro e di una risposta forte alla necessità di realizzare anche in Basilicata un’economia basata sulla conoscenza, competitiva e sostenibile, così come ribadito dalla strategia europea di Lisbona del 2000 rilanciata nel 2005 e tradotta a livello nazionale nel Piano Italiano per la crescita e l’occupazione.
Beneficiari I beneficiari “diretti” del programma di aiuti “Dentro l’impresa” sono le micro, piccole e medie imprese, così come definite dalla Commissione europea. Per impresa si considera ogni entità che, a prescindere dalla forma giuridica rivestita, eserciti un’attività economica a titolo individuale o familiare, nonché le società di persone o le as-
SCHEDA DI VALUTAZIONE
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AGEVOLAZIONI REGIONALI
DIFFICOLTÀ La presentazione della domanda non presenta difficoltà di rilievo, in quanto la modulistica è semplice e di facile compilazione
TEMPI La procedura prevista è “a sportello”. Pertanto, i tempi per il completamento dell’istruttoria sono correlati alla celerità nella presentazione della domanda e variabili di conseguenza
COSTI I costi per la presentazione della domanda sono molto ridotti, grazie alla trasparenza della procedura e alla sua semplicità
PROBABILITÀ
IN DETTAGLIO
Dato l’ammontare dell’aiuto concesso, pari a non più di 22.000 euro complessivi in 2 anni, e considerato l’importo totale disponibile per la misura in questione pari a 3,4 milioni di euro, la probabilità di ottenere un finanziamento risulta piuttosto elevata
NORMATIVA – Reg. (Ce) n. 1260/1999 recante disposizioni generali sui fondi a finalità strutturale – Reg. (Ce) n. 1784/1999 del Parlamento Europeo e del Consiglio relativo al Fondo Sociale Europeo – Por Basilicata 2000-2006, approvato con dec. C(2000)2372 della Commissione Europea – Complemento di Programmazione del POR Basilicata adottato dal Comitato di Sorveglianza del 28/11/2000 – Piano di Indirizzo Generale Integrato 2005 e 2006 e relativo Piano Esecutivo Finanziario 2005 e 2006 – Avviso pubblico 05/06 “Programma di aiuti dentro l’impresa”, Bur n. 53 dell’8/9/2006
MODULISTICA www.regione.basilicata.it
INFORMAZIONI Ufficio Relazioni con il Pubblico, Dipartimento Formazione Lavoro Cultura e Sport, Corso Umberto I n. 28, 85100 Potenza – Contact Center: 800 292020
FORMAZIONE E CREAZIONE D’IMPRESA
sociazioni che esercitino un’attività economica. Le imprese richiedenti devono essere in possesso dei seguenti requisiti: ● avere sede produttiva ubicata nel territorio della regione Basilicata; ● non essere in crisi ai sensi degli orientamenti comunitari sugli aiuti di stato per il salvataggio e la ristrutturazione delle imprese in difficoltà; ● non essere sottoposte a procedure fallimentari o concorsuali; ● applicare il contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) di categoria. Non possono presentare richiesta di concessione del contributo le imprese che, nei dodici mesi precedenti l’assunzione agevolata, abbiano effettuato licenziamenti individuali (se non per giusta causa o giustificato motivo) o plurimi o abbiano fatto ricorso alla mobilità o alla Cassa integrazione. Beneficiari “indiretti” del programma in questione sono i disoccupati, inoccupati o in cerca di occupazione, diplomati o laureati, che intendano inserirsi o reinserirsi nel mercato del lavoro, residenti in Basilicata e che abbiano un’età non inferiore a 29 anni.
Attività agevolabili L’agevolazione riguarda l’assunzione a tempo indeterminato di massimo una persona per ogni impresa richiedente. La qualifica con la quale il lavoratore viene assunto deve essere coerente e compatibile con il titolo di studio posseduto. I posti di lavoro creati devono rappresentare un incremento netto del numero di dipendenti sia dello stabilimento che dell’impresa, rispetto alla media dei dodici mesi precedenti, in base al cosiddetto principio dell’incremento netto previsto dal regolamento (Ce) n. 2204/2002
della Commissione Europea. Nella media non devono essere conteggiati gli apprendisti, gli stagisti, i tirocinanti, gli assunti in virtù di un contratto di formazione lavoro e gli assunti a tempo determinato. Inoltre, i posti di lavoro creati devono essere conservati per un periodo minimo di due anni, in applicazione del vincolo di mantenimento, pena l’annullamento dell’aiuto e la restituzione del contributo percepito. Infine, i lavoratori assunti non devono aver mai lavorato prima presso l’impresa che richiede gli incentivi, salvo che il rapporto di lavoro sia stato di natura interinale o a progetto, di durata non superiore a sei mesi. Qualora si riscontri un gap tra le competenze professionali possedute dal neo-assunto e quelle necessarie a svolgere le mansioni previste dall’impiego, è ritenuta agevolabile anche la partecipazione a uno specifico percorso formativo, che potrà essere svolto anche al di fuori della Regione Basilicata, di una durata compresa tra 40 e 100 ore, comprendente in via obbligatoria un modulo relativo alla sicurezza in azienda e alle prescrizioni del decreto legislativo 626/1994.
Spese ammissibili Le spese ammissibili riguardano il costo salariale lordo sostenuto dall’impresa ai fini dell’assunzione del lavoratore e la partecipazione di quest’ultimo ad attività formative realizzate da organismi di formazione accreditati ai sensi delle normative in materia dall’amministrazione pubblica competente. Il costo di iscrizione all’attività formativa è inizialmente a carico dell’impresa, che potrà chiederne poi integralmente il rimborso all’atto dell’avvenuta assunzione.
Agevolazione Il contributo concesso per ciascun
FORMAZIONE E CREAZIONE D’IMPRESA
neo-assunto è pari al 50% del costo salariale lordo sostenuto dall’impresa fino a un massimo di 8.000 euro per il primo anno e 9.000 euro per il secondo. Se il neo-assunto è, alla data di assunzione, di età uguale o superiore a 32 anni, il contributo concesso è maggiorato di 1.000 euro e cioè fino a un massimo di 10.000 euro nel primo anno e 11.000 nel secondo. La maturazione del contributo è giornaliera e l’importo massimo è determinato in base al costo salariale lordo sostenuto. È concesso un aiuto aggiuntivo legato al piano formativo individuale necessario a colmare le lacune in termini di competenze del neo-assunto. Tale aiuto assume la forma di un “voucher formativo” di valore complessivo massimo pari a 4.000 euro. Le imprese devono assicurare una quota di cofinanziamento privato pari ad almeno il 50% del costo totale ammissibile. I contributi si configurano come aiuti di stato a favore dell’occupazione.
Procedura L’impresa invia richiesta di concessione del contributo per il Programma “Dentro l’impresa”, com-
AGEVOLAZIONI REGIONALI
pilata in base alla modulistica allegata al bando e composta da: ● domanda di finanziamento contenente indicazioni sul lavoratore da assumere, sull’entità del contributo, sul regime di aiuto prescelto, sulla eventuale presenza di un Piano Formativo Individuale; ● programma degli aiuti richiesti, ivi compreso il Piano Formativo Individuale e dalla documentazione della eventuale attività formativa per la quale si chiede il “voucher” (brochure, materiale informativo dell’organismo di formazione) dalla quale si evidenzi l’area di riferimento e la tipologia formativa, gli obiettivi e i contenuti formativi, la durata complessiva in ore e giornate, i costi complessivi, la sussistenza dei requisiti dell’organismo di formazione che gestisce l’attività formativa. Le domande di concessione degli aiuti nell’ambito del Programma di aiuti corredate degli allegati possono essere depositate in busta chiusa, controfirmata sui lembi, alla Regione Basilicata – Dipartimento Formazione, Lavoro, Cultura e Sport – Corso Umberto I, 28 – 85100 Potenza, negli orari di apertura al pubblico degli uffici, ovvero
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spedite a mezzo postale autorizzato a partire dal giorno successivo alla pubblicazione del presente avviso sul Bur Basilicata, con modalità a sportello e scadenza finale al 24 novembre 2006. L’arrivo delle richieste sarà attestato dal numero di protocollo di ricevimento. La Regione Basilicata provvederà a esaminare le richieste pervenute, e pubblicare gli elenchi degli aventi diritto sul Bur e sul sito Internet regionale. L’istruttoria di ammissibilità verrà effettuata a sportello nel rispetto dell’ordine cronologico relativo alla data di ricevimento; l’istruttoria verrà eseguita a cura degli uffici della struttura, che avranno facoltà di richiedere, ai sensi della legge vigente, le integrazioni e i chiarimenti ritenuti necessari. Le richieste verranno esaminate, approvate e finanziate fino a esaurimento delle risorse. Il finanziamento verrà erogato, previa apposita richiesta, in due momenti distinti: ● il primo entro 30 giorni dalla scadenza del 12° mese dalla data dell’assunzione, ● il secondo entro 30 giorni dalla scadenza del 24° mese dalla data dell’assunzione.
ALTRE DALLE R
Altre dalle Regioni
ABRUZZO Sostegno ai consorzi tra PMI industriali, commerciali e artigiane D.G.R. 21.08.2006, n. 951 B.U.R. 27.09.2006, n. 52 SETTORE: industria, commercio, artigianato SCADENZA: 27 ottobre 2006 Per le finalità di cui alla legge n. 83/89 recante “Interventi di sostegno per i consorzi tra piccole e medie imprese industriali, commerciali ed artigiane”, è disposta l’approvazione di due avvisi, per gli esercizi relativi agli anni 2004 e 2005, concernenti i criteri e le modalità per la presentazione della domanda di contributo da parte dei consorzi regionali. Per ciascun bando è prevista una dotazione finanziaria pari a euro 235.158,355.
BASILICATA Bandi per l’attuazione dell’intervento “Sovvenzione Globale Piccoli Sussidi” BANDI – B.U.R. 16.09.2006, n. 56 SETTORE: vari SCADENZA: 31 ottobre 2006 Sono quattro i bandi pubblicati sul bollettino ufficiale in attuazione della Linea d’Intervento “Sovvenzione Globale Piccoli Sussidi”, come da azioni previste dalla seguenti quattro Misure: III.1.A.2, III.1.D.3 (az. 2 e 3 ) e III.1.E.1 del POR
Basilicata 2000/2006. Gli interventi, promossi da Sviluppo Italia Basilicata nel ruolo di organismo intermedio per la gestione delle sovvenzioni, prevedono rispettivamente: – azioni di sostegno alla nuova imprenditorialità, alla micro-imprenditorialità, al lavoro autonomo e professionale (Misura III.1.A.2 – azione 1); – azioni di sostegno alla nascita e al consolidamento delle imprese sociali (Misura III.1.D.3 – azione 2); – azioni di sostegno all’emersione dal lavoro irregolare, allo sviluppo dell’imprenditorialità e al consolidamento delle micro-imprese (Misura III.1.D.3 – azione 3); – azioni di sostegno per una maggiore partecipazione delle donne al mercato del lavoro (Misura III.1.E.1 – azione 4).
to capitale è fissato al 40% delle spese ritenute ammissibili, elevabile al 50% nelle zone definite svantaggiate. Il limite massimo di contributo ammissibile non potrà superare i 77.500 euro per azienda.
EMILIA-ROMAGNA Concessione di contributi a sostegno del commercio D.G.R. 31.07.2006, n. 1110 B.U.R. 13.09.2006, n. 131 SETTORE: commercio SCADENZA: non prevista
CAMPANIA Interventi strutturali nel settore agricolo, agrumicolo e zootecnico AVVISO – B.U.R. 25.09.2006, n. 44 SETTORE: agricoltura e zootecnia SCADENZA: 27 dicembre 2006 Pubblicate le procedure operative per la presentazione delle domande di contributo e iter istruttorio, di valutazione e di liquidazione ai sensi della D.G.R. n. 836/06, che prevede interventi strutturali urgenti nel settore agricolo, agrumicolo e zootecnico, di cui all’articolo 1, comma 2 della legge n. 423 del 2 dicembre 1998. Sono finanziate specifiche azioni di tipo strutturale, funzionale e gestionale tese a incentivare il miglioramento delle condizioni igieniche per la produzione e immissione sul mercato di latte e di prodotti a base di latte. Il contributo in con-
Approvato il Programma attuativo per la concessione dei contributi di cui all’art. 16, comma 1, della legge 7 agosto 1997, n. 266, riguardante il rifinanziamento del fondo nazionale per il cofinanziamento d’interventi regionali a favore del commercio. Il Programma agisce in sinergia con i criteri regionali di coordinamento degli interventi previsti dall’art. 10 bis della L.R. 41/97, prevedendo una priorità per quelle richieste risultanti ammissibili e non finanziabili per carenza di fondi. Alle Province, a cui è affidata la gestione dell’intervento agevolativo, sono concessi contributi in conto capitale nella misura minima del 20% delle spese complessive ammissibili sostenute dalle stesse e comunque per un importo complessivo non superiore a euro 200.000,00. I soggetti beneficiari di detto contributo si impegnano a finanziare, nella misura massima del 50%, le spese sostenute dai soggetti privati coinvolti nella realizzazione del programma, utilizzando obbligatoriamente risorse proprie pari ad almeno il 50% dell’ammontare del contributo concessogli, purché non superi il suddetto limite massimo con-
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ALTRE DALLE REGIONI
cedibile. Possono essere ammesse a contributo le iniziative la cui realizzazione ha avuto inizio a partire dal 1° gennaio 2006.
Borse di ricerca a sostegno dell’innovazione nelle PMI BANDO – BUR 20.09.2006, n. 135 SETTORE: vari SCADENZA: 31 gennaio 2007 Pubblicato il bando per l’accesso alle agevolazioni previste dall’azione “Innovazione Organizzativa e Manageriale nelle micro e PMI-IOM”. L’intervento – coordinato da ASTER e sostenuto nell’ambito della Misura D.1 Azione 5 del POR FSE Regione Emilia-Romagna – prevede agevolazioni destinate a persone interessate a sviluppare progetti di innovazione organizzativa e manageriale a favore di micro, piccole e medie imprese. Il bando mette a disposizione borse di ricerca e servizi di accompagnamento, fino a esaurimento risorse, per percorsi di innovazione organizzativa e manageriale, anche attraverso attività di ricerca industriale e trasferimento tecnologico, da realizzarsi in progetti di collaborazione tra dipartimenti/istituti di ricerca e micro, piccole e medie imprese. Beneficiari sono inoccupati e disoccupati, giovani e adulti, in particolare laureandi, laureati, dottori di ricerca e possessori di titoli di formazione post-laurea.
legge regionale recante “Norme in materia di razionalizzazione fondiaria e di promozione dell’attività agricola in aree montane” a sostegno dell’economia rurale montana. L’azione regionale è finalizzata a un razionale utilizzo del territorio montano, contrastando al contempo la frammentazione e la polverizzazione fondiaria, oltre a uno sviluppo di attività economiche, al mantenimento e alla creazione di posti di lavoro, per garantire un migliore sfruttamento del potenziale esistente e favorire l’insediamento dei giovani agricoltori. La razionalizzazione fondiaria viene attuata attraverso la ricomposizione fondiaria, l’ingrossazione e il riordino delle proprietà polverizzate, l’arrotondamento delle superfici dei fondi, la rettificazione dei confini e la realizzazione delle eventuali opere infrastrutturali necessarie. La promozione dell’attività agricola, finalizzata alla costituzione e ottimizzazione delle imprese agricole, è attuata mediante la costituzione di consorzi e cooperative di proprietari, i piani di insediamento produttivo agricolo, la costituzione di imprese agricole funzionali e i negozi di accertamento dell’usucapione.
Contributi per le pari opportunità alle associazioni del terzo settore D.G.R. 22.09.2006, n. 2208 SETTORE: no profit SCADENZA: 20 novembre 2006
FRIULI-V.G. Promozione dell’attività agricola in aree montane L.R. 10.08.2006, n. 16 B.U.R. 16.08.2006, n. 33 S.S. n. 8 SETTORE: agricoltura SCADENZA: non prevista È entrata in vigore il 31 agosto scorso la
Stanziati dalla regione Friuli-Venezia Giulia nuovi fondi, per un importo pari a 200.000 euro, a sostegno di progetti delle associazioni femminili di volontariato, di promozione sociale e del terzo settore volti a garantire la piena realizzazione delle pari opportunità tra uomo e donna, in particolare per ridurre e contenere situazioni di disagio femminile nei propri territori, ai sensi della L.R. n. 12/2006. Ammissibili al bando sono le associazioni senza scopo di lucro che svolgano attività rivolte alle problematiche del mondo femminile o alle tematiche di pari opportunità. La regione
contribuisce al finanziamento dei progetti nella misura massima dell’80% del costo complessivo, riferito alle seguenti voci: risorse umane, acquisto di materiali e fornitura di servizi.
LAZIO Disciplina dei distretti rurali e dei distretti agroalimentari di qualità Reg. R. 6.09.2006, n. 5 B.U.R. 20.09.2006, n. 26 SETTORE: agricoltura e agroalimentare SCADENZA: non prevista Con l’emanazione del regolamento in oggetto, in vigore dal 21 settembre scorso, sono disciplinate le procedure per l’individuazione, l’adeguamento e la soppressione dei distretti rurali e agroalimentari di qualità, i criteri e le modalità per l’elaborazione e l’adozione dei piani di distretto, nonché le disposizioni per la presentazione dei progetti di sviluppo e valutazione degli stessi. Per quanto riguarda i finanziamenti, sono definite le specifiche relative alle spese ammissibili, la forma e percentuale del finanziamento concedibile, le condizioni di cumulabilità degli aiuti e le procedure relative all’iter istruttorio.
Bando per la concessione di assegni di ricerca industriale D.G.R. 3.08.2006, n. 503 B.U.R. 30.09.2006, n. 27 SETTORE: industria SCADENZA: 29 dicembre 2006 Con una dotazione finanziaria pari a euro 2.000.000,00, è emanato il bando per la presentazione delle domande di contributo a valere sul Fondo per la ricerca scientifica, ai sensi dell’art. 41, comma 1 della L.R. n. 9/2005. Le agevolazioni
ALTRE DALLE REGIONI
sono destinate alle Università, agli enti pubblici di ricerca o ai consorzi di ricerca a partecipazione pubblica maggioritaria. Le spese ammissibili sono rappresentate dagli assegni di ricerca, o altre forme di retribuzione equivalenti, riconosciute ai singoli ricercatori. Le domande dovranno essere controfirmate da almeno una PMI, con sede operativa nel territorio regionale, che si impegni a mettere a disposizione del ricercatore una postazione di lavoro completa. Le provvidenze sono assegnate a fronte di progetti di ricerca industriale svolta nei seguenti settori: salute, alimentazione, agricoltura e biotecnologie, informazione e ICT, nanotecnologie.
LOMBARDIA Misure eccezionali di sostegno al mercato avicolo DECR. 23.09.2006, n. 10498 B.U.R. 29.09.2006, 3º S.S., n. 39 SETTORE: avicolo SCADENZA: 6 novembre 2006 Ai sensi del Regolamento comunitario n. 1010/2006 recante “Misure eccezionali di sostegno del mercato nel settore delle uova e del pollame” è disposta l’apertura dei termini e le contestuali procedure per la presentazione delle domande di contributo. L’aiuto è teso a compensare parzialmente le perdite economiche determinate dalla distruzione delle uova da cova o dei pulcini, dalla macellazione anticipata di una parte del gruppo di riproduzione, dal calo temporaneo della produzione o ancora dalla macellazione delle pollastre mature.
MARCHE Piano di sviluppo rurale 2000-2006, disposizioni finali
D.G.R. 11.09.2006, n. 994 B.U.R. 21.09.2006, n. 93 SETTORE: agricoltura SCADENZA: non prevista In vista della chiusura del periodo di programmazione 2000-2006 del Piano di sviluppo rurale (PSR) Marche, sono emanate talune disposizioni concernenti la conclusione del periodo vigente. In particolare è disposto che gli interventi relativi alle misure che prevedono investimenti, per i quali i relativi pagamenti ai fornitori siano avvenuti oltre il periodo di scadenza previsto dai rispettivi bandi, purché entro e non oltre la data di chiusura del verbale di sopralluogo, e comunque prima dell’adozione del decreto di liquidazione, sono comunque ammessi alla liquidazione finale. Sono inoltre emanate ulteriori disposizioni per le misure A), E), J), G) e T) del Piano di sviluppo rurale.
PIEMONTE Integrazione dei criteri del Fondo di garanzia per l’imprenditoria femminile
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Indennità a favore degli imprenditori agricoli in zone montane DECR. 20.01.2006, n. 17 B.U.R. 07.09.2006, n. 36 SETTORE: agricoltura SCADENZA: non prevista In conformità a quanto indicato nel Piano di Sviluppo Rurale 2000-2006 del Piemonte – Misura E “Indennità compensativa a favore degli imprenditori agricoli operanti in zone montane”, azione 1 – l’importo unitario dell’indennità compensativa concedibile agli imprenditori agricoli, aventi diritto per l’anno 2006, è pari al premio per ettaro di SAU indicato nel PSR (colonna premio medio) ridotto al 75%.
Bando per la ricerca industriale e lo sviluppo precompetitivo D.D. 22.09.2006, n. 583 B.U.R. 28.09.2006, n. 39 SETTORE: industria SCADENZA: 27 novembre 2006
D.G.R. 4.09.2006, n. 14-3729 B.U.R. 7.09.2006, n. 36 SETTORE: tutti SCADENZA: non prevista A integrazioni della D.G.R. n. 137 – 14136 del 22 novembre 2004 recante a oggetto “Criteri per l’utilizzazione del Fondo di garanzia per l’accesso al credito a favore dell’imprenditoria femminile”, istituito presso Finpiemonte S.p.A. ai sensi dell’articolo 8, legge regionale 18 maggio 2004, n. 12, sono individuate – per le imprese ammesse ai benefici del citato Fondo di garanzia – le specifiche relative alle cause di revoca delle garanzie concesse, nonché gli adempimenti previsti nel caso di cessazione dell’attività aziendale e nel caso di subentro nell’impresa da parte di un nuovo soggetto.
Pubblicato il bando regionale per la ricerca industriale e lo sviluppo precompetitivo, per l’anno 2006, finalizzato alla selezione di proposte progettuali nei settori: energie alternative e rinnovabili, mobilità sostenibile, infomobilità, logistica avanzata, biotecnologie e scienze della vita, nanotecnologie, nanoscienze, aerospazio, agroalimentare. Per ciascuna delle sei aree tematiche indicate è prevista una riserva minima pari al 12% della dotazione finanziaria complessiva, pari a euro 32.710.652,50. La proposta progettuale è presentata dagli enti proponenti (Università ed enti pubblici di ricerca), in concorso con soggetti co-proponenti (una o più imprese, anche in forma associata, produttrici di beni e/o di servizi), ai quali possono associarsi anche soggetti “aggiuntivi” (Università, enti di ricerca, fonda-
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ALTRE DALLE REGIONI
zioni, aziende sanitarie etc.). Il costo della proposta non potrà essere inferiore a euro 500.000,00 e superiore a euro 2.000.000,00, a eccezione delle proposte presentate da ricercatori con età non superiore a 40 anni: in tal caso il costo non potrà essere inferiore a euro 50.000,00 e superiore a euro 200.000,00. Sono previsti contributi a fondo perduto.
PUGLIA Bando regionale per la realizzazione di impianti fotovoltaici BANDO – B.U.R. 7.09.2006, n. 114 SETTORE: tutti SCADENZA: 22 ottobre 2006 In attuazione dell’azione C), misura 1.9 del POR Puglia 2000/2006 è pubblicato il bando per la concessione di contributi per la realizzazione di impianti fotovoltaici. Possono presentare domanda di contributo esclusivamente i soggetti giuridici costituiti in forma di piccola e media impresa, le cooperative e le società consortili anche miste, purché a prevalente capitale privato. Possono essere ammessi a contributo gli impianti fotovoltaici di potenza nominale non superiore a 5 kW e non superiore a 20 kW. Alle imprese che partecipano al bando si applica il regime “de minimis”.
Sabatini, riapertura dei termini per la presentazione delle domande D.G.R. 19.09.2006, n. 1374 B.U.R. 28.09.2006, n. 124 SETTORE: industria SCADENZA: non prevista Con una dotazione finanziaria pari a euro 10.000.000, a valere sul Fondo unico regionale, sono riaperti i termini per la
presentazione delle domande di contributo per il finanziamento degli interventi previsti dalla Legge Sabatini (legge n. 1329/65) in materia di incentivi all’acquisto o locazione finanziaria di macchine utensili o di produzione nuove di fabbrica, con riferimento alle operazioni effettuate dalla data di esaurimento dei fondi (27 ottobre 2004) a disposizione dell’intervento previgente e fino all’esaurimento delle nuove disponibilità. All’Istituto concessionario MCC è affidata la gestione dell’iter istruttorio delle istanze per la concessione degli aiuti nella sola forma del contributo in conto interessi
SARDEGNA Provvidenze a favore delle infrastrutture rurali DEL. 13.09.2006, n. 37/3 In corso di pubblicazione SETTORE: agricoltura SCADENZA: non prevista La Giunta regionale emana le disposizioni annuali relative all’art. 3 lett. a), b), c) e i), della L.R. 21/2000 recante “Adeguamento delle provvidenze regionali a favore dell’agricoltura agli orientamenti comunitari in materia di aiuti di Stato nel settore agricolo e interventi a favore delle infrastrutture rurali e della silvicoltura”. Per l’anno in corso gli aiuti saranno riservati ad aziende avicole da carne in attività con una dimensione minima dell’allevamento di 5.000 capi all’anno nel caso di allevamento di polli o di 500 fattrici nel caso di allevamento di quaglie. Per la realizzazione degli interventi riconosciuti ammissibili, l’intensità degli aiuti è fissata nella misura del 40% per le aziende ricadenti in zone non svantaggiate e nella misura del 50% per quelle ricadenti in zone svantaggiate ai sensi della direttiva del Reg. Ce n. 1257/99, articolo 17. Le modalità di presentazione delle domande di finanziamento verranno definite con atto del Dirigente competente.
Interventi a favore del sistema industriale AVVISI 26.09.2006 SETTORE: vari SCADENZA: 30 novembre 2006 In attuazione dell’articolo 6, comma 4, lettera a), b) e C) della legge finanziaria 2006, l’amministrazione regionale comunica (www.regione.sardegna.it) l’apertura dei termini, a partire dal 26 settembre 2006, per la presentazione delle istanze di contributo a valere sulle seguenti misure: – lettera a): contributi in conto capitale per promuovere il riutilizzo di immobili industriali in disuso; – lettera b): contributi per il consolidamento delle passività a breve termine; – lettera c): contributi per la fusione e/o aggregazione, qualificazione e sviluppo dei consorzi fidi. Destinatarie dei contributi, previsti dalle prime due misure, sono le piccole e medie imprese industriali e artigiane; il terzo avviso è rivolto invece ai consorzi fidi di primo grado operanti nei settori dell’industria, della cooperazione, del commercio, dell’artigianato e del turismo. Le domande saranno istruite secondo l’ordine cronologico di presentazione fino all’esaurimento delle risorse disponibili e comunque non oltre la scadenza indicata.
TOSCANA Aiuti a pmi al femminile, sospensione dei termini DECR. 20.07.2006, n. 3507 B.U.R. 9.08.2006, n. 32 SETTORE: tutti SCADENZA: bando chiuso Con apposito decreto, la Regione Toscana dispone la sospensione, a causa esaurimento della disponibilità finan-
ALTRE DALLE REGIONI
ziaria del bando 2006, della presentazione delle domande di contributo a valere sul bando Azione 1.6.2. “Aiuti a PMI a prevalente partecipazione femminile” – tipologia A (gestione da parte dell’Organismo intermedio Artigiancredito Toscano SCC, relativamente alle imprese artigiane operanti nel settore manifatturiero) e tipologia B (gestione da parte dell’Organismo intermedio Fidi Toscana SPA, relativamente alle imprese operanti nei settori del commercio/turismo e servizi) – approvato con decreto n. 488 del 13 febbraio 2006 e modificato con decreto n. 1771 del 6 aprile 2006.
Aiuti per qualificazione e innovazione dei servizi turistici DECR. 25.08.2006, n. 4157 B.U.R. 27.09.2006, n. 39 SETTORE: turismo
ne e innovazione dei servizi” del P.R.S.E. 2000/2005. Sono ammesse a beneficiare delle sovvenzioni le piccole e medie imprese, appartenenti al settore turistico-ricettivo, che si avvalgono di consulenze esterne per il miglioramento delle prestazioni in materia ambientale (EMAS) e l’ottenimento della certificazione dei sistemi di gestione ambientale (ISO 14001), per l’ottenimento della certificazione di responsabilità sociale (S.A. 8000) e il marchio comunitario di qualità ecologica Ecolabel. La sovvenzione è commisurata al 50% dell’investimento globale complessivo dichiarato ammissibile.
VENETO Sostegno a progetti di ricollocazione professionale D.G.R. 7.08.2006, n. 2592 B.U.R. 1.09.2006, n. 77
SCADENZA: 30 novembre 2006 Pubblicato il bando per la presentazione delle domande di contributo a valere sull’azione A3 “Aiuti per la qualificazio-
SETTORE: vari SCADENZA: 31 dicembre 2006
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È stata pubblicata, con carattere di urgenza, una direttiva per far fronte alla situazione di crisi occupazionale dei lavoratori e delle lavoratrici veneti in cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) o mobilità ex legge 223/91, nell’ambito degli obiettivi stabiliti dalla L.R. n. 10/90, artt. 23 e 24. Sono previsti interventi di orientamento e formazione finalizzati ad accelerare il reingresso nel mercato del lavoro di detti soggetti, proposti dall’azienda di provenienza dei lavoratori, dall’azienda interessata a riassorbire gli stessi e, in via eccezionale, da organizzazioni sindacali o Province. I progetti dovranno essere avviati entro 45 giorni dalla data di notifica di ammissione al finanziamento e concludersi entro 12 mesi dalla data di avvio. Le aziende dovranno garantire un cofinanziamento pari almeno al 20% del costo globale del progetto, a fronte di un contributo regionale forfettario a fondo perduto fino a un massimo di 1.500 euro per ogni lavoratore che aderisca al progetto, elevabile a 1.600 euro in caso di mancanza del cofinanziamento privato. È prevista la possibilità di richiedere anticipazioni sul finanziamento pari al 50% e al 30% dell’importo.
Speciale allargamento Ue
IN SINTESI
SPECIALE ALLA
BENEFICIARI Le piccole o medie imprese (come definite dalla Commissione europea) manifatturiere di diritto rumeno sull’intero territorio rumeno (tutti i 40 distretti)
ATTIVITÀ AGEVOLABILI Certificazione di diversi tipi di sistemi di gestione; laboratori per l’esecuzione di test; certificazione dei prodotti ed etichettatura ecologica; acquisizione di tecnologie; piani di ristrutturazione e ammodernamento; allestimento di spazi espositivi; registrazione sui mercati esteri di marchi, disegni e modelli industriali rumeni
Romania, obiettivo competitività e qualità Una delle economie più in salute dell’est europeo sta preparandosi a un appuntamento cruciale. Nel 2007 la Romania entrerà a far parte dell’Unione e del mercato unico. Per questo ha avviato un’importante azione con l’obiettivo di adeguare i propri standard produttivi di Alberto Giordano, Ancarani & Giordano, Associazione professionale
AGEVOLAZIONE Contributo a fondo perduto la percentuale varia dal 30 al 75% delle spese ammissibili a seconda della tipologia di attività soggetta a beneficio. Ogni beneficiario può ottenere un massimo di 90.000 euro di contributo, mentre la somma minima è pari a 5.000 euro
economia rumena ha registrato nel corso degli ultimi anni livelli di crescita tra i più elevati dell’Europa centro orientale. La variazione del prodotto interno lordo (Pil), registrata dall’istituto nazionale di statistica rumeno, è stata infatti pari a oltre il 5% medio annuo negli anni dal 2001 al 2004, e in ulteriore crescita nel 2005 e 2006. L’evoluzione dei principali indicatori macroeconomici fino al 2009, offre un’immagine generale di un’economia che continua a far rilevare un tasso elevato di crescita dei consumi, in particolare dei consumi privati. Sul piano merceologico i settori tradizionali, quali il tessile, l’abbigliamento e il calzaturiero, sono ancora beneficiari di una manodopera competitiva sia per i costi (valutati nell’ordine di 0,09 euro al minuto) che per l’alta preparazione della formazione professionale locale. Altri settori sono suscettibili di sviluppi nel breve e me-
L’
dio periodo, ad esempio il turismo, le costruzioni, le infrastrutture e i trasporti, l’ambiente, l’agroindustria.
Finanziamenti a fondo perduto Nell’ottica del rafforzamento della competitività, in particolare delle piccole e medie imprese manifatturiere, le autorità governative hanno destinato, per l’anno 2006, finanziamenti a fondo perduto per programmi di sostegno alle imprese locali al fine di favorire il loro adattamento e avvicinamento agli standard produttivi dell’Unione europea, di cui la Romania farà parte a partire dal 2007. Obiettivo principale del “Programma di sostegno alla crescita della competitività dei prodotti industriali tramite l’implementazione dei sistemi qualità” è quello di migliorare la competitività delle imprese rumene, princi-
SCHEDA DI VALUTAZIONE
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SPECIALE ALLARGAMENTO UE
DIFFICOLTÀ L’ingegneria progettuale per la predisposizione della domanda deve tenere conto dei criteri di ammissibilità e priorità previsti dal bando
TEMPI La durata prevista per l’iter burocratico di valutazione dei progetti è stimabile in circa 90 giorni circa, dalla data di presentazione della richiesta, salvo integrazioni aggiuntive richieste dalla pubblica amministrazione
COSTI I costi per la predisposizione del progetto sono indicativamente equiparabili a quelli previsti in Italia per procedure analoghe delle leggi regionali (innovazione tecnologica e qualità)
PROBABILITÀ Per quanto riguarda la misura a sportello aperto vale il principio del rispetto dei requisiti formali all’ammissibilità, del rispetto delle priorità dell’intervento, compatibilmente con il numero delle imprese valutate periodicamente e il budget a disposizione in quel periodo
IN DETTAGLIO
palmente in termini di standard di qualità dei beni e servizi offerti sul mercato e di facilitare il loro accesso ai capitali. Lo stanziamento stabilito per l’anno 2006 è pari a circa 7.059.787 euro.
NORMATIVA Programma di sostegno alla crescita della competitività dei prodotti industriali tramite l’implementazione dei sistemi qualità, anno 2006 - Decisione 1247 del 13 ottobre 2005 (Gazzetta ufficiale parte I n. 952 del 26 ottobre 2005) Approvazione meccanismo di finanziamento 2006, Ministero Industria e commercio
INFORMAZIONI www.minind.ro
Appuntamento con il 2007 L’inserimento nel Mercato unico a partire dal 2007, comporterà altresì per le imprese rumene interventi di adeguamento agli standard produttivi, con particolare attenzione alla certificazione di prodotti, processi produttivi, sistemi aziendali nel loro complesso, nell’ottica di un miglioramento degli ambienti di lavoro, della sicurezza e della compatibilità produttiva in termini ambientali. Per quanto riguarda la modalità a sportello aperto vale il principio del rispetto dei requisiti formali all’ammissibilità, il rispetto delle priorità dell’intervento, coerentemente con il numero delle imprese valutate periodicamente e il budget a disposizione in quel periodo.
I punti essenziali dell’intervento Beneficiari. Le società di diritto rumeno, anche con una partecipazione al 100% italiana, siano esse piccole o medie imprese, così come definite dalla Commissione europea, localizzate sull’intero territorio rumeno. Il settore d’intervento è quello manifatturiero.
Attività agevolabili. Sono agevolabili le seguenti operazioni: ● implementazione e certificazione dei sistemi di management della qualità e/o sistemi di gestione ambientale; ● implementazione e certificazione dei sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro, dei sistemi di gestione per la responsabilità sociale e igiene alimentare e/o dei sistemi di gestione della sicurezza dell’informazione; ● dotazione e ammodernamento dei laboratori destinati all’esecuzione di test e accreditamento degli stessi;
Elementi caratteristici del bando Elementi caratteristici del bando ● Fattori determinanti il contributo ● Elaborazione e fattibilità del progetto ● Adeguate competenze professionali ● Efficacia dell’intervento ● Impatto positivo sulle condizioni di sicurezza e salute degli ambienti di lavoro, sulla compatibilità ambientale dell’attività industriale ● Caratteristica innovativa delle acquisizioni di nuove tecnologie e di nuovi prodotti Tipologie di contributo Contributo a fondo perduto a copertura delle spese ammissibili derivanti dall’investimento
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Priorità Ambiente ● Sicurezza e salute ● Innovazione tecnologica e di prodotto ●
SPECIALE ALLARGAMENTO UE
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certificazione dei prodotti e ottenimento dell’etichettatura ecologica per i prodotti; assimilazione di tecnologie e prodotti nuovi da parte degli operatori economici per la valorizzazione dei risultati ottenuti nell’ambito dei programmi di ricerca e sviluppo finanziati con contributi pubblici; realizzazione di analisi di valutazione comparativa per le attività dell’industria manifatturiera nell’ottica dell’attuazione dei piani di ristrutturazione e ammodernamento; organizzazione e allestimento all’interno delle strutture delle piccole e medie imprese di spazi espositivi e/o stand per la presentazione dei prodotti industriali; registrazione e protezione sui mercati esteri di marchi, disegni e modelli industriali rumeni.
Spese ammissibili. Le spese ammesse al contributo sono le seguenti: ● consulenza per elaborazione dei manuali qualità, istruzione del personale, attrezzature di misurazione e controllo; ● costi allestimento dei laboratori/attrezzature di laboratorio;
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allineamento agli standard europei, accreditamento; certificazione dei prodotti, costi dei prodotti utilizzati per i test; costi di assimilazione di nuovi prodotti e tecnologie, acquisto e montaggio di macchinari, impianti e attrezzature; consulenza per lo svolgimento delle analisi; attrezzature utilizzate per l’allestimento dello spazio espositivo; spese relative alla registrazione dei prodotti.
Agevolazioni. Il contributo è a fondo perduto e varia dal 30 al 75% delle spese ammissibili a seconda della tipologia di attività soggetta a beneficio. Ogni beneficiario può ottenere un massimo di 90.000 euro di contributo, mentre la somma minima è pari a 5.000 euro.
Procedura Ente competente è il Ministero dell’Industria e del commercio della Romania (Bucarest, Calea Victoriei, n. 152, sector 1, cod. 010096, tel. 0040-21-212.94.37, sito Internet: www.minind.ro). La presentazione delle domande può essere effettuata nel corso dell’intero 2006, fino al 31 dicembre, salvo
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esaurimento delle risorse disponibili. Per gli aspetti burocratici e tecnici della presentazione della domanda di finanziamento si ricorda che i progetti devono superare una valutazione formale e una valutazione tecnico-economica. La valutazione tecnico-economica dell’investimento tiene conto dei seguenti criteri: ● l’affidabilità dell’imprenditore sul piano finanziario in termini di stabilità aziendale e di stato di salute finanziaria; ● la completezza della documentazione allegata al progetto che permetta una valutazione della proposta; ● la precisazione della copertura con fondi propri del proponente delle percentuale dei costi non coperti con il contributo pubblico; ● un preventivo di spese adeguato e corretto rispetto all’intervento previsto (costi che siano necessari alla realizzazione dell’investimento e che non superino il costo medio accertabile sul mercato); ● impatto positivo sugli ambienti di lavoro in termini di sicurezza e salute; compatibilità ambientale; ● caratteristiche innovative delle tecnologie e dei prodotti acquisiti.
Credito alle imprese
CREDITO ALLE IM
Andamentali e intangibles, la lunga marcia sulla strada del rating Sono questi gli strumenti in gioco per la valutazione della solvibilità delle imprese. La “regola del gioco”, per un efficace e valido rapporto, è quella di operare senza veli e senza reticenze con i partner bancari di Carlo Morichini, Findindustria S.c. a r.l.p.a.
“I
ntangibles” e andamentali, ovvero le componenti extracontabili che dovrebbero, nelle intenzioni delle banche alle prese con la costruzione dei sistemi di rating, aiutare a valutare con maggior realismo la solvibilità dei loro clienti-impresa. Programmi, capacità imprenditoriali, uomini, idee, capacità di gestire ordinatamente il rapporto con i propri partner bancari diventano elementi da valutare, da trasformare matematicamente in numeri e voti.
Il peso della parte intangibile È credibile immaginare che la componente qualitativa inciderà sul voto finale dell’impresa in una misura compresa tra il 5 e il 10%. L’orizzonte temporale su cui si sviluppa l’analisi di questa componente è un orizzonte di medio termine, a differenza dell’analisi
quantitativa, che è rivolta al passato, con gli intangibles si considerano il presente e ancor di più, il futuro dell’impresa. L’analisi è di solito strutturata sotto forma di check-list o questionario; prevede risposte chiuse, con pesatura predefinita. Ovviamente è in grado di assegnare a ogni realtà analizzata (a ogni impresa) una classe di merito ben definita. Lo scopo del questionario deve essere quello di valutare il vantaggio competitivo di un’azienda sulla base di ciò che sarà in grado di fare in futuro, grazie alle competenze che già possiede. Si tratta quindi, come già detto, di un’analisi del divenire, in contrapposizione con la staticità dell’analisi quantitativa basati su dati già manifestatisi. All’interno della check-list, che andrebbe compilata dal gestore bancario in compagnia del valutato (l’azienda) al fine di ottenere il massimo risultato, si trovano una
serie di indicatori strategici, che analizzeremo singolarmente Possiamo iniziare da ciò che viene definita corporate governance, ovvero il sistema di regole in base alle quali le imprese sono gestite e controllate. Al suo interno troveremo informazioni e valutazioni su compagine societaria, funzioni aziendali e deleghe, controllo di gestione, break even point come percentuale del fatturato, tematiche inerenti al passaggio generazionale. Altro indicatore normalmente presente nei sistemi di rating: il mercato, inteso come area geografica in cui l’impresa opera e vende il proprio prodotto. Settore di appartenenza, prospettive riguardo al tasso di crescita atteso per quel particolare comparto merceologico, ecc: le domande mirano ad approfondire la reale valenza aziendale riguardo a quote di mercato, valore dei concorrenti, percentuale di fatturato ottenuto sui mercati esteri, posizione occupata sul mercato, andamento atteso… Il grado di innovazione rappresenta un’altra variabile cruciale nell’analisi degli intangibles. Qual è la percentuale annua, rispetto al fatturato, della componente ricerca e sviluppo? Quanto incidono i costi per innovare il prodotto, per svilupparlo rispetto al fatturato? Esiste una pianificazione dell’innovazione? Qual è il portafoglio brevetti dell’azienda? Ne detiene molti? Nessuno? Altra serie di indicatori molto importanti sono quelli inerenti prodotti, servizi e clientela dell’azienda sotto valutazione. Vengono son-
CREDITO BANCARIO
date le motivazioni all’acquisto che stanno alla base della preferenza dell’utilizzatore per i prodotti dell’impresa, il grado di soddisfazione della clientela e i suoi bisogni. Qui l’analisi muove i propri passi scandagliando l’intricato universo delle motivazioni che spingono all’acquisto dei prodotti. Si potrà trattare del prezzo, dell’immagine che tali prodotti hanno sul mercato, del servizio offerto a chi acquista, dell’assistenza post vendita, del mantenimento del valore del bene nel tempo o del grado di fidelizzazione che l’azienda riesce a costruire con la propria clientela. Si andranno a esaminare i principali prodotti che l’impresa fabbrica, il loro ciclo di vita, la percentuale dei resi, il grado di concentrazione del rischio (l’impresa ha tanti clienti, pochi, è monocliente), la capacità di pianificazione dell’imprenditore o del management riguardo alle vendite (portafoglio ordini), i canali distributivi utilizzati. Fondamentale anche l’esame della concorrenza, intesa nell’ottica di valutare il reale pericolo che i concorrenti rappresentano per l’impresa. Contempla l’analisi sui principali competitor, sul loro fatturato e sulle quote di mercato detenute, con lo scopo di definire se l’azienda da affidare si trova in posizione dominante o meno. Per non parlare dei fornitori. Sono strategici e contornano l’azienda in modo pressoché permanente o sono caratterizzati da una forte saltuarietà? L’impresa dispone di alternative per mantenere gli standard qualitativi o è nelle mani di pochi fornitori monopolisti? Ma il vero cardine dell’impresa sotto l’aspetto qualitativo è rappresentato da due variabili, che, anche ai fini della pesatura, appaiono prioritari e “pesanti” in numerosi sistemi di rating: risorse umane e management. Partendo dalle prime,
CREDITO ALLE IMPRESE
vero motore dell’impresa, occorrerà scandagliare a fondo il reale livello di affezione dimostrato dai dipendenti (grado di assenteismo, soddisfazione, turnover). Si andrà poi a verificare l’eventuale utilizzo di consulenze esterne e della formazione interna. Ultimo (soltanto cronologicamente) il management, ovvero il governo dell’impresa. Moralità, onorabilità, capacità tecniche, imprenditoriali, gestionali. Valutazione periodica dell’operato. Conoscenza di tutto ciò che con l’azienda interagisce (mercato, clienti, concorrenti, fornitori…). Ultimata la compilazione della check-list, nell’ipotesi ovviamente di una piena e onesta collaborazione da parte dell’impresa, la banca potrà procedere a un’analisi strategica del grado di vulnerabilità aziendale, incrociando i dati raccolti e implementando il proprio modellino di rating con le nuove informazioni acquisite. Ribadisco la necessità di un atteggiamento collaborativo da parte dell’impresa. D’altro canto quest’ultima ha tutto l’interesse a rendere di dominio pubblico informazioni su alcune sue peculiarità che altrimenti resterebbero celate e che viceversa sono in grado di migliorarne la valutazione. Tutto ciò presuppone un cambiamento da parte di imprenditori e manager, che devono far partecipi delle loro idee e dei loro programmi anche il mondo bancario. A loro volta le banche dovrebbero evolvere in qualcosa di più vicino alle imprese, un vero partner finanziario, in grado di valutare obiettivamente tali idee e tali progetti. Evolvere non è mai semplice. Da un lato gli imprenditori sono da sempre abituati a essere reticenti, a custodire gelosamente i loro segreti, a fornire il minor numero di informazioni possibili. Dall’altro lato gli istituti forse ancora non dispongono di gestori in grado di va-
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lutare correttamente le reali potenzialità di un business. Per la prima volta nel meccanismo di valutazione un nuovo importantissimo elemento: il futuro. L’impresa per la prima volta non verrà più unicamente premiata o bocciata a seconda di quello che ha fatto in passato e che si evince dai bilanci, ma anche in virtù di quelle che sono le sue potenzialità presenti e future.
Il peso della parte andamentale Molta importanza nella valutazione finale dell’impresa, anche in termini di pesatura delle variabili da inserire nei sistemi di rating, avranno le componenti cosiddette “andamentali”, che misurano il grado di correttezza dei rapporti tra impresa e banca. Potranno contare anche per il 30-40% nella votazione conclusiva assegnata all’azienda. Componente fondamentale della famiglia è l’analisi della Centrale dei Rischi del debitore, la fotografia dello stato di salute finanziario del cliente dell’istituto bancario. Aggiornata con cadenza mensile, fotografa l’esposizione aziendale verso il sistema ed è liberamente consultabile dalle banche allo scopo di valutare il proprio cliente. Un utilizzo dei fidi concessi all’interno delle linee costituisce il presupposto per ottenere buone votazioni; viceversa un utilizzo smodato, oltre le linee (il cosiddetto sconfino) rappresenta un segnale di criticità fortemente penalizzante per l’impresa. Uno scarso utilizzo delle linee è vincente rispetto a un utilizzo pieno o peggio sconfinante. C’è poi sconfino e sconfino... Utilizzare in esubero una linea di smobilizzo crediti è meno grave che presentare anomalie sulle linee a scadenza (leasing, finanziamenti a medio termine, linee a rientro pro-
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CREDITO BANCARIO
CREDITO ALLE IMPRESE
grammato…) o su quelle a revoca (scoperti di conto corrente). Anche utilizzare eccessivamente strumenti finanziari di copertura dei rischi di tasso (segnalati in Centrale Rischi) può peggiorare il rating aziendale nella sua componente andamentale. Altra nota dolente: gli incassi dei propri crediti commerciali. Smobilizzarli tramite anticipi è importante per creare flussi di cassa positivi, ma la gestione degli incassi deve essere puntuale e ordinata, altrimenti si rischia di venire penalizzati dall’incidenza degli insoluti. Una elevata per-
centuale di insoluti provoca un immediato peggioramento degli andamentali, con conseguenze su rating, costo del denaro e ottenimento di credito da parte del sistema bancario.
Vince la trasparenza In conclusione, l’attenzione di un’impresa, nell’ottica di massimizzare l’impatto positivo di andamentali e intangibles nella propria valutazione finanziaria dovrà essere rivolta a comunicare al partner bancario i suoi progetti e le sue virtù, enfatizzandole e non celandole dietro un velo di reti-
cenza. L’impresa dovrà improntare il proprio rapporto con gli istituti all’insegna della correttezza, del rispetto degli impegni assunti, regolarizzando i flussi, evitando di servire clienti che si contraddistinguono per essere cattivi pagatori, o quantomeno evitando di anticipare i relativi crediti di fornitura, mantenendo sempre la propria esposizione entro le linee accordategli. Procedendo in questo senso avrà qualche chance in più di ammorbidire eventuali valutazioni contabili negative dettate più da implicazioni fiscali e normative che di sostanza.
Agevolazioni per il lavoro
AGEVOLAZIONI
Bonus assunzioni: arriva il nuovo modello ICO L’Agenzia delle Entrate ha messo a disposizione il nuovo modello ICO telematico per la richiesta, sia ordinaria che preventiva, di attribuzione del credito d’imposta per le nuove assunzioni a tempo indeterminato in soprannumero di Gabriele Bonati, MGconsulting Srl
I
n attuazione dell’art. 1, comma 412, lettera b), della legge n. 266/2005 – legge finanziaria per l’anno 2006 – l’Agenzia delle Entrate con provvedimento 12 luglio 2006
(G.U. n. 168/2006) ha approvato il nuovo modello di istanza (modello ICO) e relative istruzioni, per la richiesta di attribuzione del credito d’imposta per l’incremento occupazionale (art. 63, legge n.
289/2002), c.d. “bonus assunzione”, la cui operatività scadrà il 31 dicembre 2006. A norma della citata legge finanziaria, la nuova istanza permette anche la richiesta preventiva, vale a dire la possibilità di presentare la domanda prima dell’effettiva assunzione che dovrà essere effettuata entro 30 giorni dall’accoglimento dell’istanza.
Il modello ICO Il nuovo modello è da trasmettere, come di consueto, all’Agenzia delle Entrate di Pescara esclusivamente per via telematica direttamente o per il tramite una società del gruppo o per il tramite di un intermediario abilitato, utilizzando la procedura aggiornata “creditoccupazione”, presente sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
I datori di lavoro interessati Caso A – Istanza ordinaria ●
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Coloro che alla data del 7 luglio 2002 risultavano in possesso di un incremento occupazionale rilevante ai fini dell’attribuzione del credito d’imposta di cui alla legge n. 388/2000 (c.d. “vecchi datori di lavoro”) e che, per l’anno 2003, possono chiedere il contributo per ulteriori incrementi occupazionali, rispetto alla misura massima rilevata alla citata data del 7 luglio 2002 (la media storica di riferimento è 1/10/1999-30/9/2000) ovvero, per gli anni 2004-2006, per gli incrementi occupazionali rispetto alla media storica 1/8/2001-31/7/2002 Coloro che alla data del 7-7-2002 non avevano registrato incremento occupazionale (c.d. “nuovi datori di lavoro”) e che possono chiedere il contributo per gli assunti in soprannumero negli anni dal 2003 al 2006, rispetto alla media storica 1/8/2001-30/7/2002
Caso B – Istanza preventiva ● ●
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Coloro che a decorrere dal 5 agosto 2006 intendono assumere lavoratori con i requisiti per il bonus solo dopo l’autorizzazione dell’Agenzia delle Entrate Coloro che a decorrere dal 5 agosto 2006 intendono assumere lavoratori agevolabili anticipando la domanda ai fini della graduatoria per l’autorizzazione (il criterio autorizzativo, nel limite delle risorse disponibili, tiene conto dell’ordine cronologico di arrivo delle istanze) Coloro che hanno già effettuato l’assunzione e intendono anticipare l’istanza nello stesso mese di assunzione dei lavoratori agevolabili (non è ancora possibile rilevare l’incremento occupazionale), ai fini della graduatoria per l’assunzione (il criterio autorizzativo, nel limite delle risorse disponibili, tiene conto dell’ordine cronologico di arrivo delle istanze).
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
Esso permette di chiedere l’autorizzazione – la mancata risposta entro 30 giorni vale quanto silenzio rifiuto – all’utilizzo del credito sia in via ordinaria (assunzioni già effettuate), sia in via preventiva (assunzioni ancora da effettuare). Quest’ultima istanza, vale a dire quella preventiva all’assunzione, dovrà essere seguita, dopo l’autorizzazione, da quella consuntiva (segnalazione dei dati dei lavoratori assunti). La procedura permette anche di comunicare, per qualsiasi motivo, l’eventuale rinuncia al beneficio.
Le istruzioni A decorrere dal 5 agosto 2006, i datori di lavoro interessati all’attribuzione del credito sono tenuti a utilizzare esclusivamente il nuovo modello ICO, in particolare occorre tenere presente quanto segue: a) datori di lavoro che hanno assunto lavoratori con i requisiti per l’attribuzione del credito e che registrano occupazione aggiuntiva: presenteranno l’istanza con barrata nel frontespizio la casella “ordinaria”, più i quadri A (determinazione dell’incremento occupazionale rilevante e del credito d’imposta richiesto) e B (elenco dei lavoratori assunti). b) datori di lavoro che prevedono di assumere lavoratori agevolabili (entro 30 giorni dall’accoglimento dell’istanza), che determineranno incremento occupazionale rispetto alla media storica 1/8/2001-31/7/2002: presenteranno l’istanza con barrata nel frontespizio la casella “preventiva” più il quadro A, sezione III (dati complessivi), punti 4 dei righi 1, 2 e 3 (anno 2006).
L’istanza preventiva. I datori di lavoro sono tenuti, secondo quanto previsto dalle nuove istruzioni, a co-
municare, a pena di decadenza, entro 60 giorni dalla data di accoglimento dell’istanza, i dati relativi ai lavoratori assunti (una sola istanza consuntiva anche se le assunzioni sono più di una e in tempi diversi). La norma prevede che i datori di lavoro devono effettuare le assunzioni entro 30 giorni dalla comunicazione di accoglimento dell’istanza e devono completare l’istanza medesima comunicando i dati identificativi dei lavoratori assunti, entro i successivi 30 giorni.
il solo il frontespizio con barrata la casella “rinuncia” e riportando il numero di protocollo dell’istanza che si intende annullare. Le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate precisano “che per ciascuna istanza preventiva all’assunzione” deve essere presentata una corrispondente istanza “consuntiva (assunzione avvenuta)” o di “rinuncia” (in ogni caso la mancata comunicazione, entro 60 giorni, dell’avvenuta assunzione fa decadere automaticamente il beneficio).
L’istanza “consuntiva”. La comunicazione deve avvenire presentando il modello ICO, nel quale andrà barrato nel frontespizio la casella “consuntiva” e andrà riportato il numero di protocollo attribuito dal servizio telematico della precedente istanza preventiva, più il quadro A, sezioni II (determinazione dell’incremento occupazionale rilevante) e III, punti 4 dei righi 1, 2 e 3 (ammontare del credito già attribuito), e il quadro B con i dati relativi ai lavoratori agevolabili assunti. Se nell’istanza “consuntiva” viene indicato un ammontare di credito spettante superiore a quello attribuito dall’Agenzia delle Entrate per effetto dell’istanza preventiva, l’istanza “consuntiva” sarà ritenuta ammissibile fino a concorrenza dell’importo precedentemente autorizzato. Se il datore di lavoro non procede all’assunzione dovrà presentare un’istanza di rinuncia, compilando
Alcune particolarità Le istruzioni allegate al nuovo modello ICO evidenziano i seguenti aspetti peculiari: ● numero progressivo dell’istanza: occorre indicare il numero progressivo delle istanze presentate dal medesimo datore di lavoro (a partire dal 2003); ● incremento occupazionale con riferimento a più mesi del medesimo anno: deve essere compilato un quadro A per ciascun mese in cui si è verificato l’incremento occupazionale (in tale ipotesi occorre indicare il numero progressivo dei moduli utilizzati); ● determinazione dell’incremento occupazionale: se nel quadro A, sezioni I e II, rigo 3 (numero lavoratori per i quali viene richiesto il credito d’imposta), il valore è pari o inferiore a zero, l’istanza sarà ritenuta inammissibile e non ne sarà consentito l’inoltro;
Un esempio ● ● ●
La domanda “preventiva”, per 3 possibili assunzioni, viene accolta il 15 settembre 2006 I tre lavoratori vengono assunti il 20 settembre, il 1° ottobre e il 12 ottobre (nel rispetto del termine di 30 giorni) L’istanza consuntiva andrà presentata entro il 14 novembre 2006 (scadenza dal 60° giorno successivo il 15 settembre 2006, data di accoglimento dell’istanza
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
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contratti a termine: l’incremento occupazionale si può determinare anche per effetto della trasformazione dei contratti a termine, di formazione e lavoro (residui) e di apprendistato in contratti a tempo indeterminato (a nostro avviso anche i contratti di inserimento, con i requisiti,
in quanto contratti a termine; per la compilazione del quadro “A” si ritiene debba essere utilizzato, nel punto 15 del quadro B, il codice 1).
L’istanza di rinuncia L’istanza di rinuncia deve essere presentata (oltre alla rinuncia di un’i-
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stanza preventiva) in tutte le ipotesi in cui, per qualsiasi motivo, si intende annullare l’effetto di un’attribuzione di crediti già avvenuta. Del modello ICO si presenta solo il frontespizio, con barrata l’apposita casella (rinuncia) e l’indicazione del numero di protocollo dell’istanza che si intende annullare.
Le caratteristiche del credito d’imposta: una sintesi ●
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Operatività del beneficio: assunzioni (ovvero trasformazioni di contratto a termine in contratti a tempo indeterminato) agevolabili effettuate dal 1° gennaio 2003 al 31 dicembre 2006 (periodo che si è aggiunto a quello originario ex art. 7, legge n. 388/2000: 1°/10/2000-31/12/2002) Lavoratori agevolabili: i nuovi assunti agevolabili (e i contratti trasformati a tempo indeterminato) devono avere un’età non inferiore a 25 anni e non devono aver svolto attività di lavoro dipendente a tempo indeterminato nei 2 anni antecedente la data di assunzione (quest’ultima condizione non si applica al portatore di handicap) e devono risultare in soprannumero alla fine di ciascun mese rispetto alla media storica 1/8/2001-31/7/2002. Possono essere agevolabili anche i lavoratori a domicilio a tempo indeterminato (risoluzione Agenzie Entrate n. 52/2005) e i lavoratori extracomunitari assunti a tempo indeterminato (per il requisito “non aver svolto prestazioni di lavoro a tempo indeterminato nei due anni precedenti” non rileva ciò che è accaduto fuori dal territorio nazionale – circolare Agenzie Entrate n. 5/E/2001) Condizioni: occorre osservare il CCNL per tutto il personale dipendente e le prescrizioni sulla salute e la sicurezza dei lavoratori (d.lgs. n. 626/1994). Il beneficio decade se alle prescritte verifiche annuali (al 31 luglio) il datore di lavoro non dimostra di aver concretamente effettuato occupazione aggiuntiva (confronto della media di tutti i lavoratori occupati nell’ultimo anno scaduto il 31 luglio rispetto alla media del periodo storico 1/8/200131/7/2002). Il beneficio è revocato con restituzione dei contributi applicati qualora siano accertate violazioni non formali per i quali siano irrogate sanzioni di importo superiore a € 2.582,28 relative alle normative fiscali, contributive e per la salute e la sicurezza dei lavoratori, ovvero a seguito dell’emanazione di un provvedimento giudiziale per condotta antisindacale Autorizzazione: per l’applicazione del credito d’imposta occorre presentare istanza all’Agenzia delle Entrate. Il mancato accoglimento dell’istanza, entro 30 giorni, rappresenta silenzio-rifiuto Ammontare del bonus: € 100,00/mensili, elevati a € 150,00 per i soggetti con più di 45 anni. Il beneficio è maggiorato, per le assunzioni agevolabili destinate alle unità produttive delle regioni del Sud più Abruzzo e Molise più aree svantaggiate, di € 300,00/mensili Utilizzo del bonus: esclusivamente attraverso il mod. F24. I codici tributo sono: 6755 (per il bonus di € 100); 6756 (per il bonus di € 150); 6757 (per la maggioranza di € 300) Termine per l’utilizzo del bonus: il beneficio può essere utilizzato entro il 31 dicembre 2006 (mod. F24 in scadenza il 16 gennaio 2007). L’utilizzo oltre la predetta data può avvenire solo per in capienza del mod. F24 del 16 gennaio 2007 ed eventualmente di quelli successivi
IN SINTESI
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
BENEFICIARI Datori di lavoro che intendono assumere lavoratori dai 18 ai 29 anni e 364 giorni con la seconda tipologia di apprendistato disciplinata dal D.Lgs. n. 276/2003, finalizzato al conseguimento di una qualificazione attraverso una formazione sul lavoro e l’acquisizione di competenze di base, trasversali e tecnico-professionali
AGEVOLAZIONE Abbattimento dei contributi previdenziali e possibilità di inquadrare il giovane fino a due livelli inferiori rispetto alla categoria spettante ai lavoratori addetti a mansioni o funzioni che richiedono qualificazioni corrispondenti a quelle al conseguimento delle quali è finalizzato il contratto formativo. I benefici contributivi sono riconosciuti anche per l’anno successivo alla trasformazione del rapporto in contratto a tempo indeterminato
PROCEDURA L’agevolazione contributiva viene fruita dal datore di lavoro mensilmente in sede di versamento dei contributi con il mod. DM10/2
Nuovo apprendistato, un cammino difficile Dopo 3 anni dall’entrata in vigore della Riforma Biagi sono ancora troppo poche le regioni italiane che si sono adoperate per regolamentare completamente l’aspetto formativo del nuovo contratto di apprendistato professionalizzante di Alberto Rozza, MGconsulting Srl
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ra i nuovi contratti inseriti nel nostro ordinamento dal D.Lgs. n. 276/2003, quello che interessa maggiormente le aziende è il contratto di apprendistato nelle sue tre tipologie. Questo contratto formativo rimane sempre lo strumento migliore per i giovani per inserirsi nel mondo del lavoro e per le aziende per occupare nuovo personale a costi ridottissimi. I benefici contributivi sono riconosciuti anche per l’anno successivo alla trasformazione del rapporto in contratto a tempo indeterminato. La Riforma Biagi riconosce anche alle aziende che assumono la possibilità di inquadrare il giovane fino a due livelli inferiori rispetto alla categoria spettante ai lavoratori addetti a mansioni o funzioni che richiedono qualificazioni corrispondenti a quelle al conseguimento delle quali è finalizzato il contratto formativo. Inoltre, fatte salve le previste eccezioni previste espressamente da disposizioni normative, i contratti di apprendistato sono esclusi dal computo dei limiti numerici stabiliti da leggi e contratti collettivi.
Il contratto di apprendistato Le tipologie del contratto previste dalla Riforma Biagi sono tre:
quella finalizzata a perseguire il diritto/dovere di istruzione e formazione; ● quella c.d. “professionalizzante” finalizzata a conseguire una qualifica attraverso la formazione sul lavoro e l’acquisizione di competenze di base, trasversali e tecnico-professionali; ● quella con lo scopo di far conseguire al giovane un titolo di studio di livello secondario, titoli di studio universitari e dell’alta formazione oltre che la specializzazione tecnica superiore ex art. 69 Legge n. 144/99. Delle tre tipologie, l’apprendistato professionalizzante è quello che ricalca maggiormente le orme del precedente contratto formativo, essendo finalizzato a conseguire una qualifica professionale. È forse per questo motivo che le aziende spingono maggiormente, attraverso le associazioni di categoria, per la sua completa attuazione. Attuazione che tarda ad arrivare per il fatto che la Riforma Biagi ha attribuito il compito di regolamentare l’aspetto formativo alle regioni di concerto con le parti sociali. L’aver delegato questo importante e delicato compito alle regioni, se da un lato concretizza il tanto ricercato decentramento delle funzioni voluto dal precedente Governo, dall’altro ha complicato enormemente la vita alle ●
SCHEDA DI VALUTAZIONE
DIFFICOLTÀ
IN DETTAGLIO
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
NORMATIVA
È necessario che siano rispettate le condizioni di legge soggettive e oggettive. Inoltre condizione necessaria per non perdere il beneficio è il rispetto dell’obbligo formativo interno e/o esterno all’azienda che deve essere impartito al giovane
TEMPI Mensilmente con il mod. DM10
COSTI Nessuno
PROBABILITÀ Certa
Legge 14 febbraio 2003, n. 30 Art. 48 e ss. D.Lgs. 10 settembre 2003, n. 276 - Circolare Ministero del Lavoro 14 ottobre 2004, n. 40 - Circolare Ministero del Lavoro 15 luglio 2005 n. 30
MODULISTICA Per il piano formativo individuale da allegare al contratto di assunzione è necessario contattare gli uffici della regione di competenza
PER INFORMAZIONI – www.minwelfare.gov.it – www.inps.it – sedi Inps territorialmente competenti – Minwelfare Divisione II - Politiche di orientamento e di formazione per l’occupabilità dei giovani Dirigente dr.ssa Alessandra Tomai ad interim Tel. 06 36754938 Fax 06 36754197
aziende che si trovano a dover affrontare una regolamentazione a scacchiera sul territorio italiano. Infatti la situazione che si è venuta a creare, a 3 anni dall’entrata in vigore del D.Lgs. n. 276/2003, è che solo alcune regioni hanno adottato una propria legge diretta a disciplinare l’aspetto formativo. Altre regioni stanno attraversando una fase sperimentale dove con delibere di Giunta regionale si è voluto regolamentare in via transitoria il nuovo contratto formativo. In via residuale altre regioni non hanno ancora fatto nulla. È per questo significativo ritardo da parte delle regioni che lo scorso anno, con il D.L. n. 35/2005 (c.d. “decreto competitività”) è stato modificato il testo del D.Lgs. n. 276/2003, introducendo all’art. 49 il comma 5-bis che assegna alla contrattazione collettiva il compito di regolamentare l’aspetto formativo in attesa della piena attuazione da parte delle regioni. In sostanza in attesa dell’adozione della legge regionale le aziende possono ricorrere al contratto di apprendistato soltanto se il CCNL che applicano ha disciplinato non solo la parte gestionale, ma anche quella formativa. Tralasciamo quindi in questa sede di trattare della prima tipologia dell’apprendistato (quella per il diritto/dovere di istruzione e formazione), la cui operatività è strettamente correlata all’attuazione della
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Riforma Moratti sulla scuola. Tralasciamo anche di trattare della terza tipologia (per l’alta formazione), che per la finalità che persegue ricopre un ruolo molto marginale; per concentrare tutta l’attenzione sull’apprendistato professionalizzante.
Regioni che hanno varato leggi di regolamentazione Friuli Venezia Giulia. Con la Legge 9 agosto 2005, n. 18, la regione rinvia a successivi provvedimenti della Giunta regionale il compito di regolamentare la formazione dell’apprendistato. Nel novembre del 2005 con la D.G.R. n. 2938 la Regione approva il regolamento che disciplina la definizione di formazione formale, il contenuto del Piano formativo individuale e ruolo del tutor aziendale, il format del Pfi, le modalità per la sua predisposizione, la dichiarazione della capacità formativa aziendale, le modalità di erogazione della formazione in e-learning e la certificazione della formazione.
Emilia Romagna. La Legge n. 17/2005 dedica l’intero capo V all’apprendistato, definendo i principi fondamentali delle tre tipologie e individuando le successive modalità di regolamentazione. Tra le principali novità della legge si ricorda: l’inquadramento dell’apprendistato nel Sistema Regionale delle Qualifi-
I contributi 2006 a carico del datore di lavoro e dell’apprendista Datore di lavoro ● euro 2,89 fissi settimanali, senza quota Inail ● euro 2,98 fissi settimanali, con quota Inail ● euro 0,02 fissi settimanali, per le imprese artigiane
Apprendista ● euro 5,54% (aliquota stabilita per la generalità dei lavoratori meno 3 punti percentuali – è escluso lo 0,35% ex Gescal)
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
Apprendistato professionalizzante: lo stato dell’arte Stato di attuazione Regioni che hanno varato leggi di regolamentazione Regioni che hanno promosso attuazioni transitorie e sperimentali tramite atti amministrativi Regioni che hanno aperto il confronto con la parti sociali su una proposta di regolamentazione Regioni in cui non risultano passi verso la regolamentazione dell’apprendistato che, il ruolo di valutazione e monitoraggio assegnato agli enti bilaterali e la partecipazione regionale, attraverso le risorse finanziarie a disposizione, agli oneri formativi sostenuti dalle imprese. Con la D.G.R. n. 1256/2005 (e la successiva n. 2183/2005), la regione ha dato attuazione alla legge, permettendo così alle imprese di procedere alle assunzioni. Infatti sono stati stabiliti: i contenuti del Pfi, le modalità di comunicazione delle assunzioni ai servizi per l’impiego e la possibilità di accedere alle forme di sostegno e contribuzione regionali per la realizzazione dell’offerta formativa. Con la delibera di giunta n. 236/2006 del 27 febbraio 2006 vengono date le indicazioni necessarie allo svolgimento della formazione degli apprendisti in regione; mentre con la delibera n. 237/2006 la Regione rende note le modalità per la selezione dei soggetti attuatori delle attività formative rivolte agli apprendisti, la validazione dell’offerta formativa e l’approvazione di un catalogo regionale relativo all’offerta.
Toscana. Sono stati approvati dal Consiglio regionale sia la Legge n. 20/2005 sull’occupazione (modificativa della precedente Legge n.
Regioni Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Puglia, Sicilia, Sardegna, Lazio, Provincia di Bolzano Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia di Trento, Veneto, Liguria, Umbria, Abruzzo, Piemonte Molise, Basilicata
Calabria, Campania
32/2002) sia il relativo regolamento D.P. G.R. n. 22R/2005 che contiene disposizioni di disciplina dell’apprendistato (16 articoli) con alcuni rinvii a successivi provvedimenti di Giunta. Dal 1° aprile 2005 è del tutto operante la disciplina relativa all’apprendistato professionalizzante. La Giunta ha infatti approvato con la delibera n. 427/2005 le modalità operative per dare avvio all’apprendistato e in particolare: i profili formativi, la registrazione della formazione nel libretto formativo, la regolamentazione dell’attività formativa esterna, l’erogazione della formazione a distanza. I nuovi contratti di apprendistato professionalizzante saranno applicati nei settori di attività per i quali i contratti collettivi di lavoro abbiano già regolamentato l’apprendistato professionalizzante. Ove i contratti collettivi non abbiano ancora regolamentato l’apprendistato professionalizzante, continuerà ad applicarsi la preesistente normativa (Legge n. 25/55 e successive modificazioni).
Marche. Dal 2 dicembre 2004 è stata varata una sperimentazione che riguarda il solo comparto del terziario (Confcommercio, Confesercenti e Cooperative). Con la
D.G.R. n. 1113/2005 sono stati approvati i profili formativi anche per il settore metalmeccanico, edile, terziario, turismo, tessile e bancario. L’assunzione dell’apprendista è subordinata al rilascio del parere di conformità del Pfi ai profili regolamentati rilasciato dagli enti bilaterali se previsto dai CCNL. Parallelamente alla sperimentazione si è avviato un percorso istituzionale con l’approvazione della Legge n. 2/2005 sul lavoro che delega alla Giunta la regolamentazione dell’apprendistato. Il testo è stato impugnato dal Governo presso la Corte costituzionale in quanto ritenuto incostituzionale nella parte in cui, esplicitando le modalità di attuazione della formazione teorica, prevede che venga svolta secondo le modalità individuate dai CCNL e comunque prevalentemente all’esterno dell’azienda.
Lazio. Con la Legge 10 agosto 2006, n. 9 (pubblicata sul Bur 30 agosto 2006, n. 24), la regione ha inteso dare attuazione al D.Lgs. n. 276/2003 regolamentando gli aspetti formativi dell’apprendistato professionalizzante e per l’alta formazione, con l’intento di favorire l’occupabilità dei giovani, promuovere la qualità del lavoro nelle imprese e nel sistema produttivo e rafforzare l’integrazione tra formazione e lavoro. La legge è operativa solo nei settori produttivi dove la contrattazione collettiva ha provveduto a disciplinare la parte gestionale del nuovo contratto formativo. Negli altri casi le aziende devono continuare a fare riferimento alla precedente normativa. Per la piena operatività però è necessario che venga adottato un regolamento con il compito di disciplinare: i criteri di rilascio del parere di conformità dato dall’ente bilaterale (se previsto dalla contrattazione collettiva), le modalità di svolgimento
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
della formazione formale (in aggiunta a quelle di base previste dalla legge regionale), le modalità di rilascio della dichiarazione di possesso della capacità formativa interna da parte delle aziende, le modalità di certificazione delle competenze, di riconoscimento dei crediti formativi e di registrazione nel libretto formativo, le modalità di adeguamento delle sperimentazioni sull’apprendistato professionalizzante e infine le modalità di erogazione dell’incentivo economico.
Puglia. Con la Legge n. 13/2005 interamente dedicata all’apprendistato, la regione regolamenta la formazione per gli apprendisti. In particolare vengono definite le modalità per l’approvazione dei profili formativi, il contenuto del piano formativo individuale, il ruolo del tutor aziendale, le modalità per la certificazione, la strutturazione dell’offerta regionale e il suo finanziamento e le modalità di monitoraggio. Tra le novità di maggior interesse previste dalla legge regionale merita di essere evidenziata quella relativa alle ore di formazione. Al fine di disincentivare il protrarsi dell’apprendistato la Legge n. 13/2005 ha previsto che il monte ore formativo aumenti con l’aumentare della durata dell’apprendistato fino ad arrivare a un impegno complessivo di formazione formale pari a 891 ore per i contratti di durata superiore a cinque anni. Un ruolo importante viene assegnato ai servizi per l’impiego che dovranno verificare la coerenza dei piani formativi individuali con i profili regolamentati. Facendo seguito alla Legge 22 novembre 2005, n. 13, la regione Puglia – con la delibera di Giunta 25 luglio 2006 n. 1125 – ha fornito le linee guida che vi danno attuazione.
golamentazione all’Assessore per il Lavoro. Quest’ultimo con la delibera del 19 gennaio 2005 ha adottato il protocollo d’intesa per la realizzazione di sperimentazioni sull’apprendistato siglato con le Parti sociali l’8 ottobre 2004 sul modello di quello della Liguria del luglio 2004. Solo a dicembre 2005 si è costituito il gruppo tecnico che ha il compito di avviare la sperimentazione.
Sardegna. È stata adottata la Legge n. 20/2005 nel mese di dicembre scorso con la quale viene delegata la Giunta regionale affinché regolamenti le tre tipologie di apprendistato. Provincia di Bolzano. Il Consiglio provinciale di Bolzano ha approvato la Legge 20 marzo 2006, n. 2 che dispone la regolamentazione dell’istituto a finalità formativa previsto dalla Riforma Biagi. Tra i punti salienti del testo figurano: l’indicazione della durata della formazione presso la scuola professionale di almeno 1.000 ore relativamente all’apprendistato di 36 mesi, la parificazione di azienda e scuola come luoghi di apprendimento autonomi di pari dignità; la promozione dello sviluppo della qualità della formazione aziendale attraverso l’introduzione di un’apposita certificazione per aziende che curano la formazione di apprendisti; la possibilità da parte di una impresa stagionale di addestrare gli apprendisti per la durata della stagione lavorativa e comunque per un periodo non inferiore a 12 settimane.
Regioni che hanno promosso attuazioni transitorie e sperimentali
Sicilia. La regione ha emanato in primis la Legge n. 15/2004 che ha demandato la definizione della re-
Veneto. Il 25 gennaio 2005 è stato siglato l’accordo fra le Parti sociali
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di regolamentazione dell’apprendistato professionalizzante, recepito con D.G.R.. n. 197/2005. La regolamentazione è operativa in tutti i settori nei quali è stato stipulato un CCNL secondo la nuova disciplina dell’apprendistato. La regione ha definito il modello del piano formativo individuale, il modello di autocertificazione sulla capacità formativa formale dell’azienda, il modello regionale del piano formativo individuale di dettaglio e le relative modalità e termini per l’invio agli Organismi bilaterali. Dal 4 aprile 2005 è possibile assumere apprendisti con la nuova disciplina.
Liguria. È stato approvato a dicembre 2004 il bando per la sperimentazione sull’apprendistato professionalizzante finanziato dal Por e dal Pon, che prevede un meccanismo a sportello che è stato aperto il 24 gennaio 2005. In sostanza le imprese possono presentare progetti e dopo una valutazione sulla coerenza della proposta di piano formativo vengono autorizzate ad assumere gli apprendisti fino a 29 anni. I posti disponibili per la sperimentazione sono 1.200. La regione ha già definito il piano formativo individuale di dettaglio e le modalità di realizzazione della parte esterna della formazione formale.
Lombardia. Il 19 novembre 2004 è stata approvata dalla Giunta regionale la delibera n. 19432/04 che attiva la sperimentazione. Il 10 gennaio 2005 è stato sottoscritto un protocollo d’intesa per la realizzazione di sperimentazioni per l’apprendistato professionalizzante nei settori del terziario, della distribuzione e dei servizi. Per l’avvio della sperimentazione sono state diffuse a dicembre 2005 le linee guida con decreto direttoriale n. 19589/2005. Gli indirizzi operativi sono stati accompagnati anche dal-
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
la pubblicazione del bando contenente le risorse finanziarie per gli interventi formativi. Con la delibera 23 giugno 2006 n. 649 la Regione ha dato il via alla sperimentazione dell’apprendistato professionalizzante per i dipendenti di imprese della distribuzione cooperativa. La delibera spiana la strada al progetto quadro che mette in atto un ventaglio di azioni di formazione esterna rivolte a specifiche aree professionali della distribuzione cooperativa. Nelle linee di indirizzo che regolamentano le modalità operative della sperimentazione e che individuano tra l’altro i soggetti erogatori della formazione si fa riferimento alle caratteristiche del piano formativo individuale e dei percorsi formativi, che avranno durata annua massima di 120 ore.
Umbria. Con D.G.R. n. 325/2005 è stato approvato uno schema di accordo per definire un regime transitorio per quei settori che hanno già disciplinato l’apprendistato nel CCNL (per esempio quello del commercio). A luglio 2005 sono stati firmati gli accordi con le Parti sociali per dare il via al regime transitorio nei settori terziario, distribuzione e turismo. Abruzzo. In data 10 febbraio 2005 (D.G.R. n. 91/2005) è stato sottoscritto un accordo quadro per la disciplina dell’apprendistato professionalizzante con le Parti sociali che prevede l’avvio della sperimentazione. Con delibera del 21 giugno 2005, n. 583 (Bur 20 luglio 2005, n. 37), la Giunta regionale ha approvato gli indirizzi operativi necessari per l’avvio della sperimentazione regionale in materia di apprendistato professionalizzante. È stata approvata anche la nomina dei membri della Commissione (prevista dall’Accordo Quadro) che ha il compito di stabilire i criteri
per la definizione del Pfi, per la realizzazione della formazione formale, per il riconoscimento dei crediti e anche di validare i progetti formativi. È previsto che l’acquisizione delle competenze di base e trasversali avvenga necessariamente all’esterno dell’azienda in percorsi della durata di almeno 40 ore. Le restanti 80 ore possono essere effettuate anche all’interno dell’azienda purché questa abbia la capacità formativa.
Provincia di Trento. Il protocollo d’intesa siglato con le Parti sociali a luglio 2005 prevede la regolamentazione di tutte e tre le tipologie di apprendistato, ma è sul c.d. “professionalizzante” che si sono concentrati maggiormente gli sforzi in vista dell’avvio previsto per settembre dello stesso anno. Presso l’Agenzia del Lavoro è istituita una Commissione finalizzata alla approvazione dei Pfi e alla definizione dei profili formativi. In attesa che la Commissione individui i profili, le province di Trento e Bolzano hanno definito un accordo che prevede di riunire le qualifiche soggette a contratto di apprendistato già definite da entrambe. La provincia ha previsto la possibilità per il datore di lavoro che assume con contratto di apprendistato lavoratori con più di 18 anni di età che non hanno conseguito una qualifica professionale di optare per l’apprendistato per il diritto dovere di istruzione e formazione mutuandone gli impegni e le modalità di formazione usufruendo al contempo delle risorse finanziarie. Allo stesso tempo si sta preparando una legge di riforma su tutto il mercato del lavoro, che riguarderà anche l’apprendistato; le Parti sociali hanno già ricevuto le Linee guida per la riforma su cui si è aperto il confronto. Valle d’Aosta. Nel primo semestre del 2005 sono stati avviati gli incon-
tri con le Parti sociali per la definizione del Protocollo per l’attuazione dell’apprendistato professionalizzante siglato nel mese di agosto dello stesso anno. Con la D.G.R. n. 4574/2005 sono state definite le attività formative formali e non formali. Il percorso formativo viene esplicitato nell’ambito del piano formativo individuale di dettaglio redatto dall’impresa annualmente e inoltrato all’ufficio competente entro 30 giorni dalla data di assunzione o dalla data di avvio della nuova annualità. Il Pfi va obbligatoriamente compilato con il supporto di un’agenzia formativa accreditata, scelta tra quelle presenti nel catalogo regionale. Pertanto dal mese di agosto 2005 è possibile instaurare rapporti di lavoro con il contratto di apprendistato nei settori produttivi in cui i CCNL hanno provveduto a regolamentarlo.
Piemonte. Sulla base di un accordo con le Parti sociali è stato emanato un primo Atto di Giunta (D.G.R. n. 15263/2005) che definisce alcuni elementi e rimanda la definizione della regolamentazione sperimentale a un apposito Gruppo Tecnico. Con D.G.R. n. 939/2005 la Regione ha inteso avviare una sperimentazione nel settore creditizio e finanziario. Il 9 marzo 2006 è stata raggiunta l’intesa tra le parti sociali e la Giunta regionale che spiana la strada all’iter di approvazione del disegno di legge regionale dell’apprendistato. La legge provvederà a disciplinare le tre diverse tipologie contrattuali del nuovo apprendistato tramite: la definizione dei profili e dei percorsi formativi, gli indirizzi per la redazione del piano formativo individuale; le modalità di certificazione del percorso formativo; le modalità della formazione del tutor aziendale e i requisiti della formazione formale che deve essere assicurata all’apprendista.
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
Regioni che hanno aperto il confronto con le Parti sociali Molise. In attesa che venga approvata la legge regionale, il Molise ha provveduto ad adottare, con la delibera di Giunta 26 giugno 2006 n. 874, la direttiva apprendistato 2006 che regolamenta le modalità di erogazione dell’offerta formativa sia per l’apprendistato ex Legge n. 196/97 sia per i contratti stipulati ex D.Lgs. n. 276/2003. Mancando la legge regionale, l’offerta formativa rivolta al nuovo contratto di apprendistato riguarda solo i casi in cui i contratti collettivi hanno provveduto a regolamentare l’aspetto
formativo oltre che gestionale del rapporto in conformità con le istruzioni ministeriali contenute nella circolare 30/2005. La regione Molise e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) si sono accordate nel mese di giugno 2006 per promuovere l’apprendistato professionalizzante nel settore creditizio e finanziario.
Basilicata. A dicembre 2005 è stata emanata la D.G.R. n. 2633 al fine di raccordare la disciplina dei profili formativi relativi all’apprendistato professionalizzante contenuta nei CCNL e per avviare il processo di costruzione degli standard regionali per la formazione formale.
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Regioni in cui non risulta adottato alcun provvedimento Calabria. Al momento non è ancora stato adottato un provvedimento.
Campania. È stato costituito un Gruppo Tecnico (composto da professori dell’Università di Napoli ed esperti), con il compito di definire una proposta di regolamentazione per l’apprendistato professionalizzante. Il Gruppo Tecnico ha predisposto una proposta di indirizzi operativi, sulla quale è stato avviato il confronto con le Parti Sociali. Al momento non è ancora stato adottato un provvedimento.
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AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
Riassunzione di lavoratori in mobilità: i chiarimenti dal Ministero Il Ministero del Lavoro ha chiarito che le aziende che hanno posto in mobilità i lavoratori possono riassumerli con il godimento dei benefici contributivi ed economici, solo se sono trascorsi sei mesi dal licenziamento di Luca Vannoni
L’
Unione provinciale di Isernia dei Consulenti del Lavoro ha proposto interpello al Ministero del Lavoro in merito all’applicazione delle agevolazioni previste dalla Legge n. 223/1991 nel caso in cui l’azienda riassuma i lavoratori in precedenza licenziati e iscritti nelle liste di mobilità. Con la risposta all’interpello 13 luglio 2006, prot. n. 25/0001564, il Ministero ha stabilito che le aziende che si trovano nelle condizioni sopra indicate possono beneficiare della riduzione contributiva (aliquota apprendista) e del beneficio economico (contributo pari al 50% dell’indennità di mobilità che sarebbe spettata al lavoratore) solo se trascorre, dal licenziamento alla riassunzione, un periodo pari a 6 mesi. Ricordiamo che l’aliquota apprendista settimanale applicabile ammonta a € 2,89 e che per la contribuzione a carico del lavoratore si applicano le aliquote previste per la generalità dei dipendenti.
I benefici in oggetto Nella risposta all’interpello si coglie l’occasione per sintetizzare tut-
ti i benefici previsti per i datori di lavoro, a prescindere dal settore di appartenenza, che assumono lavoratori iscritti nelle liste di mobilità. Gli artt. 8, commi 2 e 4, e 25 della Legge n. 223/1991 prevedono le seguenti agevolazioni contributive: ● assunzione con contratto a termine: per non più di 12 mesi (eventuali proroghe comprese): la contribuzione a carico del datore di lavoro è pari a quella prevista per gli apprendisti. L’agevolazione spetta anche se il contratto a termine è anche a tempo parziale; ● assunzione con contratto a termine trasformato a tempo indeterminato prima della sua scadenza: la contribuzione a carico del datore di lavoro è pari a quella prevista per gli apprendisti per ulteriori 12 mesi a decorrere dal mese di trasformazione. La Cassazione civile, con provvedimento 1° febbraio 2005, n. 1897, ha deciso che, ai fini della concessione del beneficio contributivo è sufficiente che la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato avvenga
nel corso del rapporto a tempo determinato, a prescindere dall’eventuale differimento dell’efficacia del nuovo rapporto alla scadenza del primo, trattandosi di questione estranea alla previsione normativa, la quale concerne invece esclusivamente il rapporto contributivo tra datore di lavoro ed ente previdenziale; ● assunzione con contratto a tempo indeterminato: la contribuzione è pari a quella prevista per gli apprendisti per un periodo di 18 mesi. La Legge n. 223/1991 prevede inoltre l’erogazione di un contributo mensile in favore delle aziende che assumono a tempo pieno e indeterminato, ovvero che hanno trasformato l’originario contratto a termine in uno a tempo indeterminato, lavoratori che sono iscritti nelle liste di mobilità e beneficiano della relativa indennità. Tale contributo, pari al 50% dell’indennità di mobilità di cui avrebbe goduto il lavoratore qualora non fosse stato assunto, spetta per un periodo massimo di 12 mesi, 24 per i lavoratori di età superiore a 50 anni, 36 per le aree del mezzogiorno.
La risposta del Ministero del Lavoro Il Ministero innanzitutto ricorda che il beneficio economico previsto dall’art. 8, comma 4, della Legge n. 223/91 spetta solo quando il datore di lavoro non è obbligato all’assunzione, in particolare quando opera il diritto di precedenza, previsto dall’art. 15 della Legge n. 264/1949, così come modificato dall’art. 6, comma 4, del D.Lgs. n. 297/2002. In base a tale norma, i lavoratori posti in mobilità hanno diritto di precedenza nelle assunzioni effettuate dalla stessa azienda che li ha licenziati per un periodo pari a 6 mesi.
AGEVOLAZIONI PER IL LAVORO
Nello stesso modo non spettano i benefici economici e contributivi quando si applica la normativa in materia di trasferimento d’azienda: in particolare quando l’azienda originaria continua a operare (non importando né l’eventuale cambio di titolarità dell’imprenditore né lo strumento giuridico adoperato per la cessione dell’azienda), la prosecuzione del rapporto di lavoro o la sua riattivazione presso la nuova impresa costituiscono non la manifestazione di una libera opzione del datore di lavoro ma l’effetto di un preciso obbligo di legge (art. 2112 c.c.), come tale non meritevole dei benefici della decontribuzione (Cass. 20 gennaio 2005, n. 1113). Già l’Inps, con la circolare 15 ottobre 2003 n. 124, aveva precisato che nel periodo in cui opera il diritto di precedenza, la riassunzione del dipendente non da diritto al contributo del 50%. In secondo luogo il Ministero ri-
corda la portata dell’art. 8, comma 4-bis, in base al quale non spettano i benefici economici in riferimento a lavoratori che siano stati collocati in mobilità, nei sei mesi precedenti, da parte di imprese dello stesso o di diverso settore di attività che, al momento del licenziamento, presentino assetti proprietari sostanzialmente coincidenti con quelli dell’impresa che assume ovvero risultino con quest’ultima in rapporto di collegamento o controllo. La sentenza della Cassazione civile 20 aprile 2006, n. 9224 ha chiarito che alla titolarità del diritto all’indennità di cui all’art. 8, comma 4-bis, legge n. 223/1991, ostacolano non soltanto quei rapporti tra detta impresa e quella che abbia proceduto a detta collocazione, che si concretizzano in quelle forme di controllo e/o di collegamento espressamente regolate dall’art. 2359 c.c., ma pure quei rapporti tra imprese che si tra-
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ducano sul piano fattuale in condotte costanti e coordinate di collaborazione e di comune agire sul mercato, in ragione di un comune nucleo proprietario o di altre specifiche ragioni attestanti costanti legami d’interessi anche essi comuni (legami di coniugio, di parentela, di affinità o finanche di collaudata e consolidata amicizia tra i soci) che conducano a ideare o fare attuare operazioni coordinate di ristrutturazione, comportanti il licenziamento da parte di una impresa e l’assunzione di lavoratori da parte dell’altra, e che oggettivamente attestino l’utilizzazione dei benefici per finalità diverse da quelle per le quali erano stati concepiti. In conclusione e sulla base del combinato disposto delle norme sopra riportate, l’azienda che ha posto in mobilità i lavoratori può riassumerli usufruendo dei benefici contributivi e fiscali solo se sono trascorsi i 6 mesi previsti per il diritto di precedenza.
ANALISI E COMM
Analisi e commenti
Incentivi alle imprese, il consuntivo 2005 Pubblicato il nono rapporto sugli interventi a sostegno delle attività economiche e produttive, che conferma anche per il 2005 il trend decrescente delle agevolazioni concesse ed erogate alle imprese italiane di Gina Leo e Amedeo Sacrestano
L’
appuntamento annuale con la “Relazione sugli interventi a sostegno delle attività economiche e produttive”, di cui all’art. 1 della legge 7 agosto 1997 n. 266, offre lo spunto per alcune importanti riflessioni, contenute nello stesso documento, sulle politiche di intervento a favore delle imprese e delle aree svantaggiate del territorio nazionale per il prossimo futuro. Il nono rapporto sugli incentivi alle imprese, realizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, si caratterizza per un’analisi più articolata e puntuale rispetto alle precedenti versioni e fornisce un quadro complessivo e critico degli aiuti erogati alle imprese negli ultimi 6 anni (periodo 2000-2005). Analisi che costituisce, di fatto, la base per l’elaborazione delle proposte di revi-
sione del sistema degli incentivi e che, in parte, sono riprese nel recente disegno di legge sugli “Interventi per l’innovazione industriale” proposto dal Ministro Bersani (Industria 2015 – v. articolo a pag. 5). Il dato che emerge immediatamente dalla lettura del rapporto è che il sistema degli incentivi alle imprese nel 2005, così come nel 2004, registra un andamento decrescente sia delle concessioni (-18% rispetto al 2004) che delle erogazioni (-6% rispetto al 2004) degli aiuti.
Ragioni e cifre della contrazione Tale trend risulta, per una parte, coerente con le esigenze e i vincoli della finanza pubblica e, per la restante parte, con gli impegni derivanti dal contesto comunitario in cui il nostro Paese opera. Negli ultimi anni, infatti, si è verificata una notevole contrazione delle risorse destinate alle politiche degli aiuti pubblici alle imprese da parte degli
Stati membri della Ue, come dichiarato anche nel “Quadro di valutazione degli aiuti di Stato” predisposto dalla Commissione nel marzo 2005. Ciò ha reso indispensabile la concentrazione delle risorse su pochi fondamentali obiettivi, necessariamente correlati a fattori che possano rafforzare la competitività del sistema produttivo. In termini di cifre, nel 2005, il sistema delle imprese è stato destinatario della concessione di oltre 7,6 miliardi di euro di agevolazioni, di cui 5,2 miliardi attraverso gli interventi nazionali (69% del totale) e 2,4 miliardi attraverso interventi gestiti dalle regioni, oltre un terzo dei quali costituito da regimi di aiuto nell’ambito dei Por e dei Docup. Tra gli interventi gestiti dalle regioni, è necessario distinguere gli “strumenti conferiti”, ossia le leggi di agevolazione trasferite alle regioni ai sensi del d.lgs. n. 112/1998 (Riforma Bassanini), che registrano una concessione di aiuti per 314 milioni di euro. Il calo delle agevolazioni concesse (v. tabella) rispetto al 2004 è da imputare, in primo luogo, al blocco della legge n. 488/1992, per la quale il d.l. n. 35/2005 (convertito nella legge n. 80/2005) ha interdetto l’attribuzione degli aiuti fino alla completa attuazione della riforma degli incentivi e, in secondo luogo, alla limitata attività della legge n. 46/1982 (agevolazioni a valere sul Fit) anche essa interessata dalla procedura di revisione degli aiuti alle imprese. I bandi 488, in particolare, sono stati chiusi solo lo scorso 15 settembre e, allo stato, non è ancora possibile
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ANALISI E COMMENTI
un’indagine dettagliata sull’impatto che il nuovo mix contributivo (contributo in conto capitale + finanziamento agevolato) avrà per il sistema imprenditoriale. Sul piano dinamico non solo il 2005, ma anche il triennio 2003-2005 è stato caratterizzato da una costante flessione delle concessioni, che accomuna quasi tutte le categorie di intervento, fatta eccezione per gli aiuti regionali che, nel 2005, registrano valori in diminuzione più elevati. L’andamento complessivo, infatti, riflette quello degli aiuti nazionali (-28% rispetto al 2003), mentre cali più accentuati si registrano per gli strumenti conferiti e per le misure Docup/Por che, rispetto al 2003, dimezzano i relativi importi. Passando alle agevolazioni erogate (v. tabella) nel 2005, queste sono pari a 5,8 miliardi di euro, di cui 4,3 miliardi relativi agli interventi nazionali (ossia il 74% del totale). Il basso
importo delle risorse erogate rispetto a quelle concesse è dovuto essenzialmente allo sfasamento temporale tra il momento dell’approvazione dell’agevolazione e quello dell’effettiva fruizione. L’erogazione degli aiuti è ripartita, infatti, nella maggioranza dei casi, in più tranche in funzione degli stati di avanzamento del programma di investimenti. Nel corso degli anni anche gli investimenti attivati sono in continua diminuzione. Rispetto al 2003, si registra nel 2005 una flessione degli investimenti attivati nel Centro-Nord pari al 25% e nel Mezzogiorno nella misura del 58%. Il valore dell’investimento medio degli interventi nazionali è pari a 339 milioni di euro, con importi più elevati nel Centro-Nord rispetto al Sud. Molto più basso è l’investimento medio per gli interventi regionali, con valori che oscillano tra 80 e 86 milioni di euro.
Le diverse finalità delle agevolazioni Cambiano le finalità perseguite dagli interventi agevolativi operanti a livello nazionale da quelli applicati in ambito regionale. Per i primi, le risorse sono state destinate verso due obiettivi fondamentali: riduzione degli squilibri territoriali (52,8%); ricerca & sviluppo e innovazione tecnologica (24,4%). Una quota discreta è diretta anche alla nuova imprenditorialità e all’internazionalizzazione. Gli interventi a gestione regionale, compresi quelli cofinanziati dei Por e dei Docup, sono prevalentemente indirizzati al consolidamento e sviluppo del sistema produttivo (61,7%), anche se negli ultimi anni è in forte recupero la componente riguardante la ricerca & sviluppo e l’innovazione tecnologica (19,2%), soprattutto grazie all’andamento in costante crescita degli incentivi regionali.
Le agevolazioni concesse per tipologia di intervento nel 2000-2005(*) Nazionali Regionali Conferiti Totale Docup/Por Totale
2000 3.989,7 754,5 605,9 5.350,1 n.d. n.d.
2001 9.751,2 772,2 775,7 11.299,1 n.d. n.d.
2002 10.271,1 813,3 668,4 11.752,8 n.d. n.d.
2003 7.317,9 863,4 646,4 8.827,7 1.810,7 10.638,4
2004 6.778,0 840,5 559,7 8.178,2 1.139,9 9.318,1
2005 5.253,5 1.126,1 314,2 6.693,8 941,2 7.635,0
2000-2005 43.361,3 5.169,9 3.570,2 52.101,4 3.891,9 55.993,3
Le agevolazioni erogate per tipologia di intervento nel 2000-2005(*) Nazionali Regionali Conferiti Totale Docup/Por Totale
2000 3.700,0 471,6 875,6 5.047,2 n.d. n.d.
2001 5.011,1 589,3 771,1 6.371,5 n.d. n.d.
2002 6.878,9 474,4 607,9 7.961,2 n.d. n.d.
2003 5.311,6 485,6 560,9 6.358,1 597,6 6.955,6
2004 4.415,7 735,2 527,9 5.678,8 526,4 6.205,2
(*) Valori in milioni di euro Fonte: Relazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive, agosto 2006.
2005 4.307,7 617,5 372,0 5.297,2 523,5 5.820,7
2000-2005 29.625,0 3.373,6 3.715,4 36.714,0 1.647,6 38.361,6
ANALISI E COMMENTI
I settori più penalizzati Il dato preoccupante emerso dall’analisi degli incentivi rimane, comunque, come per gli altri anni, la costante riduzione, in termini di agevolazioni concesse, degli interventi a favore della ricerca & sviluppo e dell’innovazione. In particolare, il 2005 registra un calo del 13% rispetto al 2004, dato legato sostanzialmente all’andamento degli interventi nazionali del Far e in maggior misura del Fit, solo in parte compensato dalla crescita della legge n. 808/1985 per l’industria aeronautica e delle azioni in R&S e innovazione attivati dalle regioni del Centro-Nord. Ciò conferma, ancora una volta, la scarsa propensione delle imprese – soprattutto quelle di piccole e piccolissime dimensioni e dei settori tradizionali – a investire in R&S e in innovazione tecnologica. La crisi di competitività che sta attraversando la struttura economica italiana trova, non a caso, la causa principale nella carenza di innovazione delle imprese. La proposta di intervento si legge nelle stesse pagine della relazione dove sono delineate le linee di sviluppo del sistema degli incentivi per i prossimi anni. Per risollevare la competitività del Paese sarà necessario focalizzare le politiche pubbliche per lo sviluppo, e le relative risorse finanziarie, sull’obiettivo di un rapido e diffuso processo di innovazione della base industriale, perseguito attraverso la specializzazione produttiva dell’Italia verso un nuovo assetto industriale, che veda protagonisti i settori e le produzioni in cui si è in grado di primeggiare, su scala globale, esprimendo elevati livelli di qualità. Ciò si riflette sul miglioramento della produttività e della redditività del sistema delle imprese; sul pieno sfruttamento delle po-
tenzialità offerte dall’Ict; sull’orientamento verso i settori a più rapido tasso di sviluppo (high-tech). Sarà, inoltre, fondamentale puntare al rafforzamento del sistema imprenditoriale nel Mezzogiorno che soffre ancora di più del gap di competitività con il resto d’Europa e il cui tessuto produttivo è costituito in maniera preponderante dalle Pmi. L’innovazione, in tale cotesto, va intesa come un processo ampio, non riconducibile solo alla spesa in R&S oppure all’acquisto di nuovi macchinari, ma anche a fattori immateriali del ciclo produttivo, compresi gli aspetti organizzativi, commerciali, distributivi, di internazionalizzazione e di formazione.
La domanda degli strumenti agevolativi Spostando l’attenzione sull’analisi condotta con riferimento agli strumenti di incentivazione nazionale, emergono ulteriori importanti considerazioni. Le domande di agevolazione presentate sono state, nel corso del 2000-2005, ben 689.342, pari a 108 miliardi di euro di contributi richiesti. Del complesso delle istanze pervenute, 369.000 sono state agevolate (pari al 54% del totale), ottenendo incentivi per 43,4 miliardi di euro e creando un’occupazione aggiuntiva di 548.500 unità. L’andamento è risultato crescente solo nel 2001 (addirittura +286% rispetto al 2000) e nel 2002 (+93%). Nel 2005 le domande presentate e quelle approvate sono diminuite rispettivamente del 25,7% e del 37,5% rispetto all’anno precedente. La distribuzione delle domande approvate si concentra su un numero esiguo di provvedimenti. In particolare, il 77% delle istanze valutate positivamente nel periodo 2000-2005 sono riferite a tre norme di incentivazione:
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art. 8, legge n. 388/2000, credito d’imposta per le aree sottoutilizzate; ● d.lgs. n. 185/2000, incentivi per l’autoimpiego; ● legge n. 662/1996, art. 2, comma 100, Fondo Centrale di Garanzia. Il credito di imposta per le aree sottoutilizzate ha rappresentato il 44% delle istanze presentate nel periodo 2000-2005 e il 54% di quelle approvate. L’andamento non è stato, però, costante. Lo strumento presenta una forte crescita tra il 2000 e il 2002, riducendo la sua incidenza nell’ultimo triennio, a causa dell’introduzione del limite alle risorse utilizzabili e della soppressione della procedura automatica di accesso. Nel 2005, in particolare, si registra un calo di circa il 30% con riferimento sia alle domande approvate che a quelle presentate. Il quadro dei provvedimenti di maggior rilievo assume una diversa connotazione se si sposta l’attenzione sull’annualità 2005. La flessione delle domande approvate è causata, non solo, come già accennato, dal blocco dei bandi del principale strumento di intervento per le aree sottoutilizzate (legge n. 488/1992), ma anche dal rallentamento della legge n. 215/1992 per l’imprenditoria femminile e dalle misure del d.lgs. n. 185/2000. Queste ultime, limitatamente al 2005, hanno presentato una contrazione pari all’84% del numero di domande approvate. Per quanto riguarda le agevolazioni concesse, queste presentano una dinamica in linea con quella delle domande approvate. La riduzione registrata nell’ultimo anno è pari al 22,5%. Analizzando la distribuzione degli aiuti, si rileva che il 79% delle concessioni, nel periodo 2000-2005, è ripartito tra 10 interventi. Al primo posto, la legge n. 488/1992 – Industria con il 18,8% ●
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ANALISI E COMMENTI
delle agevolazioni, seguita dal credito di imposta per le aree sottoutilizzate (13%).
Le aree interessate È il Mezzogiorno d’Italia a registrare le percentuali più alte in termini di domande approvate (86% del totale) e contributi concessi (70% del totale). Diversa è la tipologia di intervento predominante per macroarea. Nel Centro-Nord
prevalgono le domande relative al Fondo di Garanzia per le Pmi e quelle a valere sui fondi Far e Fit. Nel Sud, invece, sono in primo piano la legge n. 488/1992, il credito di imposta ex art. 8 della legge n. 388/2000 e gli incentivi a favore dell’autoimpiego. Le regioni con il maggiore valore di agevolazioni concesse sono la Campania (19%) e la Sicilia (16%), per il Sud; la Lombardia
(8,1%) e il Piemonte (4,6%), per il Centro-Nord. Nell’ambito delle agevolazioni regionali, rivestono un posto di rilievo gli incentivi regionalizzati. Gli interventi per i quali sono stati concessi maggiori contributi sono rappresentati dalla legge Sabatini (750 milioni di euro approvati), la legge n. 598/1994 (con 620 milioni di euro) e la legge n. 140/1997 (con quasi 570 milioni di euro).
L’ANGOLO DEL LE
L’angolo del lettore
LE RISPOSTE DELL’ESPERTO
D Nuova soglia per il de minimis
Ho saputo che si parla di revisioni degli importi al di sotto dei quali non si applicano le norme Ue relative agli aiuti di Stato, ovvero la soglia del regime “de minimis”. Di che tipo di novità si tratta? (L.V., Lugo di Romagna)
rito alla compatibilità con le regole sugli aiuti di Stato degli incentivi necessari e proporzionati per l’acquisto di veicoli più puliti e più ecocompatibili. Le regole sulla soglia “de minimis” si applicheranno ai soli aiuti trasparenti, il cui importo preciso possa essere determinato in anticipo. Rispetto al progetto precedente, sono fornite indicazioni più puntuali riguardo a prestiti, conferimenti di capitale, capitali di rischio e garanzie. Data l’importanza economica di quest’ultimo tipo di misure, la nuova proposta prevede una soglia di sicurezza per i regimi di garanzia, a condizione che l’importo complessivo del prestito, che sottende alla garanzia, non sia superiore a 1,7 milioni di euro. Ciò consentirà agli Stati membri di prevedere regimi di garanzia a favore delle Pmi senza eccessivi oneri burocratici e assicurando la certezza del diritto. Sotto questo profilo, la proposta integra gli orientamenti sugli aiuti di Stato a sostegno degli investimenti in capitale di rischio pubblicati durante l’estate. Contemporaneamente, la fissazione di una soglia massima, per quanto riguarda l’importo complessivo del prestito sotteso alla garanzia, assicura che non vi siano abusi. (Giancarlo Terenzi Mef, Dip. politiche di sviluppo)
Aiuti al turismo in Toscana il titolare di una piccola imSono presa operante nel settore turisti-
co-ricettivo situata a Massa. Nel periodo autunnale è mia intenzione provvedere alla certificazione ambientale dell’attività. La Regione Toscana sostiene in questo periodo dell’anno iniziative di questa natura? (C.V., Massa)
R
La Commissione europea ha presentato, recentemente, una nuova versione del progetto di regolamento sugli aiuti “de minimis”, che prevede l’esenzione degli aiuti di importanza minore dall’obbligo di notifica previsto dalle norme del Trattato Ce sugli aiuti di Stato. Secondo il nuovo progetto di regolamento si conferma che gli aiuti di importo pari o inferiore a 200.00000 euro non saranno considerati aiuti di Stato. In questa nuova proposta, l’esenzione è estesa alla commercializzazione e alla trasformazione dei prodotti agricoli e al settore dei trasporti, a eccezione di quello stradale. L’esclusione di quest’ultimo dal regolamento sugli aiuti “de minimis” non mette, peraltro, in discussione l’atteggiamento favorevole adottato dalla Commissione in me-
La Regione Toscana ha emanato il bando per la presentazione delle domande di contributo a valere sull’azione A3 “Aiuti per la qualificazione e innovazione dei servizi” del Prse 2000/2005. Sono ammesse a beneficiare dei contributi le piccole e medie imprese, appartenenti al settore turistico-ricettivo, situate sull’intero territorio toscano. In particolare possono accedere al finanziamento imprese situate nei seguenti comuni:
Buggiano, Chiesina Uzzanese, Lamporecchio, Larciano, Massa e Cozzile, Monsummano Terme, Montecatini Terme, Pescia, Pieve e Nievole, Ponte Buggianese e Uzzano, Camaiore, Forte dei Marmi, Massarosa, Pietrasanta, Serravezza, Stazzema, Viareggio.
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L’ANGOLO DEL LETTORE
Le attività ammesse al finanziamento riguardano le consulenze esterne per il miglioramento delle prestazioni in materia ambientale (Emas) e l’ottenimento della certificazione dei sistemi di gestione ambientale (Iso 14001), l’ottenimento della certificazione di responsabilità sociale (S.A. 8000) e il marchio comunitario di qualità ecologica Ecolabel. Il contributo a fondo perduto è pari al 50% dell’investimento globale complessivo dichiarato ammissibile. In particolare l’investimento ammissibile ha i seguenti massimali: ● certificazioni Iso 14001 e Emas: 20.000 euro; ● certificazione S.A. 8000: 10.000 euro; ● marchio Ecolabel: 15.000 euro. Nel caso si realizzi un intervento che includa più attività, l’importo massimo ammissibile è determinato dalla somma dell’investimento
massimo previsto per ciascuna attività ridotto di un 10% per ciascuna attività successiva alla prima. Si applica il principio del de minimis. Alla domanda di ammissione occorre allegare la certificazione sostitutiva sottoscritta dal rappresentante legale che contiene: ● la dichiarazione attestante che l’unità produttiva è localizzata in uno dei comuni aventi diritto; ● la dichiarazione che la società possiede i requisiti di piccola e media impresa; ● la dichiarazione che l’impresa non è sottoposta all’amministrazione controllata, straordinaria; ● la dichiarazione d’iscrizione al registro delle imprese; ● la dichiarazione di non avere richiesto né ottenuto i contributi per la medesima attività; ● la dichiarazione di ottemperare ai contratti collettivi nazionali di lavoro e alle norme ambientali,
del lavoro e della previdenza, nonché della sicurezza sul lavoro e della fiscalità. La domanda in bollo deve essere trasmessa tramite lettera raccomandata A.R. a:
Regione Toscana Settore Incentivi e Investimenti per il Turismo Via di Novoli, 26 50127 Firenze
indicando sulla busta la seguente dicitura “Prse Azione A.3”. La scadenza per la presentazione delle domande è il 30 novembre 2006. Per informazioni: tel. 055 438381 www.rete.toscana.it. (Alberto Giordano Ancarani&Giordano, Associazione professionale)
L’ANGOLO DEL LETTORE
Le risposte dell’esperto coupon per i quesiti Per rivolgere una domanda agli esperti, inviare questa scheda all’attenzione di: Redazione “Finanziamenti & credito” al fax 02-30223405
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DATI DEL LETTORE Società/Ente Nome
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Attenzione: se desidera mantenere l’anonimato in caso di pubblicazione, barri la casella qui accanto La formulazione del quesito dà diritto a ricevere offerte di prodotti e servizi delle società del Gruppo Il Sole 24 ORE. Se non desidera riceverle barri la casella qui accanto Nella rubrica “Il parere dell’esperto” verrà data risposta, tramite pubblicazione, ai quesiti che i lettori vorranno inviarci e che la Redazione valuterà di interesse più generale.
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QUADRO DI RIFERIMENTO Calendario AGEVOLAZIONE
ENTE EMANANTE
NORMATIVA
MODALITÀ DI FINANZIAMENTO
Intelligent Energy – Europe
Unione Europea
Invito a presentare proposte 2006 IEE
Finanziamento agevolato
Internazionalizzazione delle Pmi
Min. Commercio Internazionale – ICE
Comunicato, G.U. 194 del 22.7.2006
Contributo in conto capitale
Risparmio energetico
Sicilia
Decr. ass. 11.5.2006 G.U.R. 33 del 7.7.2006
Contributo in conto impianti
Programma solare termico
Liguria
Bando regionale B.U.R. 23 del 7.6.2006
Contributo in conto capitale
Piani integrati per la competitività di sistema (Pics)
Lombardia
Del. 8/3075 del 1.8.2006 B.U.R. 32 dell’11.8.2006, s.s. 4
Contributo in conto capitale
Contributi per le pari opportunità Friuli Venezia Giulia
D.G.R. 2208 del 22.9.2006,
Contributo in conto capitale
Programma di aiuti “Dentro l’impresa” per le risorse umane
Basilicata
Avviso pubbl. 05/06 B.U.R. 53 del 8.9.2006
Contributo sul costo salariale
Sostegno a favore di azioni di informazione
Unione Europea
Invito a presentare proposte G.U.U.E. C 236 del 30.9.2006
Finanziamento agevolato
Bando per la ricerca industriale e lo sviluppo precompetitivo
Piemonte
D.D. 583 del 22.9.2006 B.U.R. 39 del 28.9.2006
Contributo in conto capitale
Aiuti per qualificazione e innovazione dei servizi turistici
Toscana
Decr. 4157 del 25.8.2006 B.U.R. 39 del 27.9.2006
Contributo in conto capitale
Azioni positive per le pari opportunità
Minlavoro
Provv. 30.5.2006 G.U. 160 del 12.7.2006
Rimborso oneri finanziari
Interventi strutturali nel settore agricolo e zootecnico
Campania
Avviso B.U.R. 44 del 25.9.2006,
Contributo in conto capitale
Assegni di ricerca industriale
Lazio
D.G.R. 503 del 3.8.2006 B.U.R. 27 del 30.9.2006
Contributo in conto capitale
Progetti integrati d’impresa
Emilia Romagna
Comunicato B.U.R. 122 del 16.8.2006
Finanziamento agevolato e contributo in conto capitale
Sostegno a progetti di ricollocazione professionale
Veneto
D.G.R. 2592 del 7.8.2006 B.U.R. 77 del 1.9.2006,
Contributo in conto capitale
Borse di ricerca per l’innovazione nelle Pmi
Emilia Romagna
Bando B.U.R. 135 del 20.9.2006
Assegno di ricerca
Innovazione dell’autotrasporto e della catena logistica
MIT
Dpr 205 del 11.7.2006 G.U. 205 del 7.6.2006
Contributo in conto capitale
Prestito d’onore per nuove iniziative imprenditoriali
Marche
Decr. dir. 34 del 6.9.2006 B.U.R. 90 del 14.9.2006
Finanziamento agevolato
QUADRO DI RIFERIMENTO
CALENDARIO
75
SETTORE
FONDI DISPONIBILI
DATA DI SCADENZA
Energia
47 milioni di euro
31.10.2006 martedì
n. 7 – luglio 06 pag. 17
Tutti
7 milioni di euro
31.10.2006 martedì
n. 8-9 – settembre 06 pag. 16
Tutti (tranne agricoltura)
15 milioni di euro
3.11.2006 venerdì
n. 8-9 – settembre 06 pag. 54
Energia
153.749,51 euro
14.11.2006 martedì
n. 7 – luglio 06 pag. 34
Commercio, turismo, artigianato
17 milioni di euro
15.11.2006 mercoledì
n. 10 – ottobre 06 pag. 27
Terzo settore
200.000 euro
20.11.2006 lunedì
n. 10 – ottobre 06 – pag. 44
Tutti
3,4 milioni di euro
24.11.2006 venerdì
n. 10 – ottobre 06 pag. 39
Agricoltura
3 milioni di euro
24.11.2006 venerdì
n. 10 – ottobre 06 pag. 6
Industria
32.710.652,50 euro
27.11.2006 lunedì
n. 10 – ottobre 06 pag. 45
Turismo
--
30.11.2006 giovedì
n. 10 – ottobre 06 pag. 47
Tutti
--
30.11.2006 giovedì
n. 8-9 – settembre 06 pag. 71
Agricoltura e zootecnia
--
27.12.2006 mercoledì
n. 10 – ottobre 06 pag. 43
Industria
2 milioni di euro
29.12.2006 venerdì
n. 10 – ottobre 06 pag. 44
Tutti
--
31.12.2006 domenica
n. 8-9 – settembre 06 pag. 58
Tutti
--
31.12.2006 domenica
n. 10 – ottobre 06 pag. 47
Tutti
--
31.1.2007 mercoledì
n. 10 – ottobre 06 pag. 44
Trasporto e logistica
20 milioni di euro
31.1.2007 mercoledì
n. 7 – luglio 06 pag. 7
Tutti tranne agricoltura, pesca
--
1.6.2007 venerdì
n. 10 – ottobre 06 pag. 32
DIFFICOLTÀ
RIVISTA MESE – PAG.
QUADRO DI RIFERIMENTO Tassi agevolati del mese LEGGE E OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE
SETTORI
LOCALIZZAZIONE TASSO LIMITE E DIMENSIONE D’IMPRESA AGEVOLATO IN% DELL’INTERVENTO
L. 949/52 Credito artigiano
Artigianato
Obiettivo 1
2,25%
Obiettivo 2
2,80%
Rimanenti zone
3,30%
Altre zone
2,35%
Obiettivo 1
0%
Zone ex art.87.3.c
1,90%
L. 1329/65 Acquisto macchinari
Industria Commerico Artigianato Servizi
Max 240 milioni + 80 milioni per scorte, materie prime e semilavorati
Massimo 3 miliardi
L. 227/77 Export
Industria Commerico Artigianato Servizi
Territorio nazionale
In base ai tassi dei singoli paesi
85% della fornitura
L. 240/81 Credito ai consorzi
Industria Commerico Artigianato Servizi
Obiettivo 1,2
1,55%
Fino al 60% max 2 miliardi, fino all’80% nel caso di interventi in obiettivo 1 o 2
Rimanenti zone
3,05%
L. 394/81 Penetrazione commerciale Paesi extra Ue
Industria Commerico Artigianato Servizi
Territorio nazionale
1,68%
85% max 4 miliardi
L. 62/2001 Editoria
Industria
Territorio nazionale
2,50% (tasso nominale di contributo)
90%. Aumento al 100% nel caso di cooperative
L. 46/82 innovazione tecnologica
Industria
Territorio nazionale
0,89%
60% dei costi ammissibili
L. 752/82 Minerario
Industria
Territorio nazionale
1,55%
L. 49/85 Credito alla coperazione
Industria Commerico Artigianato
L. 44/86 Imprenditoria giovanile
–
Industria Commerico Artigianato Servizi Agricolutura
Mezzogiorno
1,30%
Centro – Nord
2,50%
Obiettivo 1,2
Calcolato in base alle specifiche esigenze dei beneficiari
70% dei costi ammissibili
Costo del progetto max 5 miliardi
QUADRO DI RIFERIMENTO
TASSI AGEVOLATI
77
LEGGE E OGGETTO DELL’AGEVOLAZIONE
SETTORI
LOCALIZZAZIONE TASSO LIMITE E DIMENSIONE D’IMPRESA AGEVOLATO IN% DELL’INTERVENTO
L. 181/89 Aree di crisi
Industria, servizi, commercio
Territorio nazionale
1,85%
L. 100/90 Costituzione joint venture in Paese extra Ue
Servizi Industria, Artigianato, Commercio, Agricoltura
Territorio nazionale
2,500% 90%, max 75 miliardi per (tasso nominale di impresa e 150 miliardi contributo) per gruppo
L. 304/90 Partecipazione a gare internazionali
Artigianato, commercio, industria
Territorio nazionale
1,68%
L. 19/91 Servizi Industria, Costruzione joint venture Artigianato, in Paesi extra Ue Commercio, Agricoltura
Triveneto
2,50% (tasso nominale di contributo)
L. 317/91 Consorzi e società consortiti tra Pmi
Obiettivo 1,2
1,55%
Rimanenti zone
3,05%
Industria Commercio artigianato
–
100%, max 2 miliardi per beneficiario per gara
–
Fino al 60%, max 2 miliardi. Fino all’80% nel caso di interventi in obiettivo 1 o 2
L. 236/92 Imprenditoria Giovanile
Servizi
Obiettivo 1, 2
calcolato in base alle specifiche esigenze dei beneficiari
Costo del progetto max 1 miliardo
L. 598/94 Innovazione e ambiente
Industria
Obiettivo 1
4,00%
70%, max 3 miliardi
Zone deroga 87.3, c
3,00%
Altre zone (piccole imprese)
2,50%
Altre zone (medie imprese)
1,15% (tassi nominali di contributo)
D.lg. 143/98 Industria Commercio, art. 22 comma 5 Lett. a) b) Artigianato, Servizi Studi diprefattibilità, di fattibilità e di assistenza tecnica in Paesi extra Ue
Territorio nazionale
1,050%
Dal 50% al 100%, max 700 milioni – 1 miliardo (a seconda dell’intervento)
D.lg. 297/99 Art(5) Industria artigianato Ricerca applicata (proservizi getti di costo inferiore ai 7,5 miliardi di euro)
Territorio nazionale
0,50%
Max 70%
QUADRO DI RIFERIMENTO Indicatori reali
A cura dell’uffico studi della Banca Popolare di Milano
Tassi di interesse Il comparto industriale americano sta rallentando dopo mesi di crescita nettamente superiore a quella del Pil. Ciononostante, la dinamica economica Usa dovrebbe rimanere solida grazie al rimbalzo dei consumi, favoriti dall’accelerazione dei redditi da lavoro e dal calo della bolletta energetica. La pausa estiva dei consumi (-0,1% m/m ad agosto) dovrebbe così essere rapidamente superata. Il recente ribasso del greggio non sarà, comunque, in grado di far lievitare le dinamiche reali delle maggiori economie. Il calo è stato notevole rispetto ai picchi ma non altrettanto rispetto alla media del 2006 e del 2005 (a parità di potere d’acquisto). Di fatto, questa riduzione più che portare benefici, eviterà un ulteriore peggioramento dello scenario futuro. Lo sconto sulla bolletta energetica tende ad attenuare il rallentamento in corso nell’economia Usa e a sostenere la crescita in Eurolandia. Nel contempo, riduce le aspettative di crescita dell’inflazione e conferma l’atteggiamento attendista sui tassi assunto dalla Fed (tasso sui Fed Funds invariato al 5,25% nella riunione del 20 settembre) conferendole, anzi, maggiore libertà per ridurli, se fosse necessario, nella prima metà del 2007. Ciò indurrà anche la Bce, dopo il rialzo ormai annunciato
Euribor 365 (dati giornalieri)
Irs (dati giornalieri)
per il 5 ottobre prossimo del tasso di riferimento dal 3 al 3,25%, ad una pausa della restrizione monetaria in atto. Nella Zona Euro sembra, intanto, consolidarsi la ripresa in atto da qualche me-
I cambi dell’euro (dati giornalieri)
se. Il dato sulla crescita regionale nel secondo trimestre potrebbe essere ulteriormente rivisto al rialzo (+1% t/t). La crescita dovrebbe registrare, nel terzo trimestre, un tasso intorno al 3,0-3,5% e potrebbe essere ancor maggiore nel quarto trimestre dell’anno, grazie a una crescita dei consumi sostenuti da una combinazione di fattori straordinari. Migliorano, infine, per il 2006 e 2007, le previsioni sull’andamento dell’economia italiana, come ha sottolineato il governatore della Banca d’Italia Draghi, a margine dell’Ecofin di Helsinki.
Mercato dei cambi L’incertezza riguardo la direzione che seguiranno i tassi di interesse sulle principali valute e una serie di segnali macroeconomici contrastanti non
QUADRO DI RIFERIMENTO
lasciano intraprendere al cross euro/dollaro una direzione ben precisa (il range resta molto stretto collocandosi tra 1,2646 e 1,2866). La volatilità delle quotazioni resta alta facendo presagire un proseguimento della fase laterale del mercato dei cambi. In lieve deprezzamento, nelle ultime settimane, lo Yen nei confronti dell’euro. Nonostante le aspettative degli operatori di ulteriori rialzi dei tassi d’interesse da parte della BOJ il mercato continua a preferire dollaro ed euro che presentano rendimenti molto più interessanti. Continua il trend di apprezzamento della sterlina nei confronti della moneta europea (0,6750 la media di settembre del cross dai minimi di aprile di 0,702) pur in rallentamento durante l’ultima settimana del mese dove si è assistito a un leggero indebolimento della valuta britannica nei confronti dell’euro.
Principali variabili macroeconomiche Variabili internazionali
2005
Petrolio Brent ($/bar – media annua) Commercio internazionale Tasso di cambio $/€ (livello-media annua)
2006p 2007p 2008p
55,1 7,6 1,25
57,0 8,9 1,23
55,0 7,6 1,23
61,5 8,3 1,35
PIL (var. %)
Mondo Stati Uniti Cina Area Euro
4,4 3,5 9,9 1,4
5,1 3,4 10,0 2,4
4,9 2,9 10,0 2,0
4,2 2,8 8,8 2,0
Inflazione (var. %)
Stati Uniti Cina Area Euro
3,5 1,8 2,2
3,4 2,4 2,2
2,2 3,2 2,2
2,2 3,2 2,2
PIL Domanda interna totale Consumi Privati Consumi Pubblici Investimenti fissi lordi Investimenti in costruzioni Investimenti in macch. e att.re Esportazioni di beni e servizi Importazioni di beni e servizi
-0,0 0,4 0,1 1,2 -0,6 0,8 -2,1 0,3 1,4
1,5 1,4 1,3 1,0 2,4 1,1 3,5 4,0 3,0
1,3 1,3 1,5 0,6 2,0 1,1 2,7 3,0 3,5
1,3 1,5 1,4 0,9 2,2 1,0 3,1 4,1 4,5
Prezzi al consumo Prezzi alla produzione Indice produzione industriale Deficit (% Pil)
2,0 4,0 -0,9 4,1
2,3 4,5 1,3 4,0
2,0 -0,3 0,8 4,1
2,0 0,8 1,1 3,4
Italia (var. % annue a prezzi costanti)
Prodotto interno lordo
Il livello di fiducia In Italia l’”economic sentiment indicator” della UE (indice ESI) è cresciuto a settembre a 113,1 da 109,9 del mese di agosto; la dinamica è dovuta al miglioramento della fiducia del settore industriale e, in misura minore, di quella dei consumatori. Dopo la flessione di agosto, l’indice della fiducia degli imprenditori italiani considerato al netto dei fattori stagionali sale a 97,3 da 94,9 di agosto, su valori prossimi a quelli dello scorso giugno, grazie ad un netto miglioramento delle attese di produzio-
79
INDICATORI REALI
Altre variabili macroeconomiche
ne ed alla riduzione delle scorte di magazzino. La fiducia cresce in tutti i settori, con un aumento più marcato nei beni di consumo. Anche la fiducia dei consumatori raggiunge, a settembre, i massimi degli ultimi
quattro anni: l’indice destagionalizzato si attesta a 110,1, con un incremento di due punti rispetto ad agosto. Il miglioramento è, principalmente dovuto, a valutazioni positive sul quadro economico globale.
Italia – Clima di fiducia
ZONA EURO
Fonte: ISAE, DG Economic and Financial Affairs, EU
Fonte: DG Economic and Financial Affairs, European Union
QUADRO DI RIFERIMENTO Tabella Euribor: andamento settimanale
L’Euribor, acronimo di Europe interbank offered rate, è il tasso di mercato interbancario calcolato come media dei migliori tassi lettera quotati da alcune delle principali banche operanti sull’Euromercato. Costituisce la base di
A cura di FINANZA & SVILUPPO s.r.l.– GRUPPO ITALFINANCE
calcolo degli interessi per le operazioni di finanziamento. La differenza tra durate differenti dipende dal fatto che tassi diversi sono applicati a depositi di diverso periodo. Quando si prevedono rialzi dei tassi, gli
Euribor a lungo termine sono più alti, e viceversa. L’analisi dell’andamento degli Euribor, di durata differente, rappresenta un efficace strumento per studiare la tendenza dei tassi.
Data
1 Wk
1 Mo
2 Mo
3 Mo
4 Mo
5 Mo
6 Mo
7 Mo
8 Mo
9 Mo
10 Mo
11 Mo
12 Mo
1/9/06
3,071
3,096
3,203
3,267
3,343
3,411
3,46
3,502
3,539
3,568
3,594
3,616
3,636
4/9/06
3,074
3,096
3,203
3,271
3,364
3,42
3,47
3,514
3,549
3,581
3,606
3,628
3,649
5/9/06
3,08
3,095
3,211
3,275
3,364
3,428
3,475
3,522
3,559
3,591
3,62
3,641
3,661
6/9/06
3,082
3,096
3,22
3,289
3,374
3,438
3,488
3,534
3,573
3,61
3,638
3,663
3,685
7/9/06
3,082
3,096
3,226
3,294
3,391
3,454
3,502
3,549
3,595
3,628
3,654
3,682
3,704
8/9/06
3,079
3,097
3,234
3,301
3,395
3,454
3,502
3,548
3,588
3,623
3,652
3,681
3,703
11/9/06
3,078
3,102
3,242
3,305
3,41
3,469
3,516
3,565
3,608
3,646
3,676
3,706
3,73
12/9/06
3,077
3,121
3,251
3,315
3,416
3,483
3,537
3,584
3,625
3,669
3,695
3,725
3,755
13/9/06
3,077
3,125
3,254
3,321
3,415
3,482
3,534
3,583
3,625
3,662
3,69
3,716
3,746
14/9/06
3,075
3,14
3,27
3,333
3,425
3,489
3,54
3,586
3,631
3,665
3,694
3,725
3,751
15/9/06
3,073
3,144
3,27
3,335
3,427
3,491
3,543
3,587
3,635
3,668
3,699
3,728
3,758
18/9/06
3,074
3,15
3,273
3,34
3,434
3,492
3,544
3,587
3,635
3,672
3,697
3,725
3,756
19/9/06
3,073
3,172
3,274
3,349
3,436
3,495
3,55
3,598
3,639
3,677
3,707
3,733
3,765
20/9/06
3,07
3,173
3,276
3,352
3,437
3,492
3,548
3,591
3,628
3,661
3,689
3,721
3,751
21/9/06
3,062
3,196
3,293
3,372
3,448
3,511
3,562
3,604
3,645
3,677
3,707
3,741
3,763
22/9/06
3,059
3,201
3,299
3,376
3,452
3,506
3,549
3,596
3,632
3,659
3,683
3,704
3,725
25/9/06
3,058
3,205
3,302
3,374
3,444
3,491
3,532
3,566
3,6
3,619
3,638
3,657
3,671
26/9/06
3,06
3,221
3,304
3,368
3,444
3,487
3,531
3,573
3,596
3,619
3,644
3,66
3,676
27/9/06
3,088
3,242
3,308
3,376
3,46
3,511
3,558
3,594
3,624
3,648
3,673
3,689
3,706
28/9/06
3,078
3,262
3,33
3,413
3,474
3,516
3,569
3,604
3,634
3,661
3,681
3,701
3,715
29/9/06
3,083
3,272
3,332
3,417
3,479
3,516
3,567
3,605
3,636
3,664
3,681
3,701
3,716