Notiziario Trimestrale dell’Associazione Italiana Mogli di Pastori Avventisti
PASSO DOPO PASSO
La vera vita
di S. Artigas Scuccimarri
FORUM
Evoluzionisti o creazionsti
di P. Vuillecard Monachini
CURIOSITÀ
Natale nel mondo
Numero 46
Ottobre-Dicembre 2004
Care Sorelle,
NOTIZIE DALLA REDAZIONE
si avvicinano le feste di fine anno, e sicuramente in molte delle nostre chiese si stanno preparando dei programmi per parlare ad altri di quel Gesù che tanto amiamo, fattosi uomo per salvare tutti noi. Gesù è il dono supremo all’umanità. Un dono magnifico, nella sua semplicità e completezza: il dono perfetto per ognuno di noi. Che cosa vorremmo, infatti, di più? Il piccolo Gesù, un fagottino che sbadiglia, profuma, strilla: un regalo magnifico che ci parla d’amore. Un dono che è completamente Amore. E approfittiamo del Natale, che tutta la cristianità accetta come data che commemora la nascità di Gesù, per sottolineare ancora una volta, in un momento in cui i cuori sono forse più predisposti ad ascoltare su questo tema, la bellezza di questo dono. Non diamolo per scontato. Ricordiamo ogni giorno il dono di una vita per la nostra. Il dono che una persona, il Figlio di Dio, ci fa di sé. E si è donato a noi in quel momento, nascendo come uomo sulla terra, e ogni giorno, mettendosi completamente a nostra disposizione. Ricordiamo anche che non tutti lo festeggeranno con gioia. Il mondo in cui viviamo soffre e, anche se la maggioranza fra noi vive in isole felici, non dobbiamo dimenticare che il dono, Gesù, è ancora più prezioso, indispensabile nei tempi difficili in cui viviamo. È un dono di speranza che non possiamo tenere solo per noi, ma che siamo chiamati a condividere. È questo l’augurio che vi facciamo con questo numero del Bollettino Aimpa: che possiamo , nel ministero per Cristo e per la sua chiesa, condividere la buona notizia con quante più persone possibile. Che Dio vi benedica tutte.
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PASSO DOPO PASSO… La vera Vita di S. Artigas Scuccimarri
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FORUM: 4 Evoluzionisti o creazionisti? di Pascale Vuillecard Monachini UN LIBRO DA LEGGERE Ellen G. White e l’educazione di S. Artigas Scuccimarri
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PROFILO DI... Elisa Pavan Mozzato
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NOTIZIE: FIGLI DI PASTORE a cura di M. Cavalieri Calà NOTIZIE
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A CUORE APERTO di Pascale Vuillecard Monachini
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CURIOSITÀ Natale nel mondo a cura di M. Cavalieri Calà
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GIOCHI E RACCONTI CONGRESSO CAMPO SUD Consacrazione Traslochi: reportage al Ministero Pastorale a cura di Rosalba e Andrea Calliari
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UNA RICETTA PER TE 23 Menu natalizio Aimpa a cura di E. Giottoli Lautizi
In Cristo, La Redazione
L’Associazione Italiana Mogli di Pastori Avventisti (AIMPA), con sede a Roma, Lungotevere Michelangelo, 7 non ha scopi di lucro. È patrocinata dall’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del 7° Giorno e in modo specifico dall’Associazione Pastorale, allo scopo di assistere la moglie del Pastore Avventista.
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Comitato AIMPA
Corrispondenza a:
Coordinatrice nazionale: Lina Pesce
Mariarosa Cavalieri Via Quasimodo, 68 70126 – BARI Tel. 080/5491353
Segretaria:
Eleonora Lautizi
Membri:
Luna Alma Patricia Sutreva Fanny
Redattrice:
Mariarosa Cavalieri
E-mail:
[email protected]
bollettino aimpa
«E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre» (Giovanni 1:14).
O
rmai un altro anno si sta concludendo e si avvicinano le feste tanto attese; nelle nostre cassette per le lettere troviamo tanta pubblicità dei vari negozi e supermercati che ci tentano ad acquistare le varie decorazioni natalizie, le provviste di bibite e cibi tradizionali per i festeggiamenti; non mancano anche gli svariati tipi di giocattoli per fare scegliere dai bambini in anticipo quello che vorrebbero ricevere quest’anno e chiederlo a Babbo Natale. La città diventa più bella, piena di luci, musiche ed altre cose. È tutto così magico! Ieri andando al supermercato a fare la spesa c'era una signora con una bambina seduta all'uscita che chiedeva soldi, ormai una scena comune che a volte ci passa inosservata; questo mi fa riflettere. Penso a tutte quelle persone che non proveranno tanta gioia perché non avranno forse da mangiare, o perché stanno attraversando un lutto per la perdita di un loro caro, altri perché sono disoccupati e non trovano lavoro e quindi la triste realtà sarà presente e non potranno dirsi: «È festa, dimentichiamo tutto…». Forse abbiamo dimenticato qualcosa: se Gesù è nato uomo su questa terra è stato per ridarci la speranza, quella di essere perdonati e avere il regalo più bello che potremmo mai ricevere, la vita eterna attraverso il suo sacrificio e la sua resurrezione. Questa che viviamo non è la vita che Dio ha voluto per i suoi figli, dove ci sono ingiustizia e lacrime di sofferenza: egli ci sta preparando un posto nel quale potremo vivere insieme a lui, la vera Vita!
bollettino aimpa
di Sofia Artigas Scuccimarri
LA VERA VITA C'è qualcuno che ti ama davvero Vuoi sapere il suo nome? È Gesù! Ha portato al tuo posto i peccati per ridarti la vera vita. Quando sei un po’ solo e stanco, non mollare, la forza apparirà. Il tuo amico ti vede e ti ascolta, e di te un gigante farà. Con Gesù la tua vita è diversa, poiché è sempre con te, ti sosterrà. Nei momenti più tristi e difficili, la sua pace con gioia ti darà. Vieni a me, ti aiuterò, ti amerò per sempre, Io vado, ma ritornerò, preparerò un posto per te. Sì, vieni a me, il mio riposo ti darò, e ti preparerò un posto, poi ritornerò per prenderti con me! Egli ha detto: Io andrò, ma ritornerò… Per ridarti la vera vita.
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Evoluzionisti
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Creazionisti?
di Pascale Vuillecard Monachini
N
on si tratta di un nuovo dibattito su delle teorie: anche chi, da un lato come dell’altro, possiede le conoscenze necessarie per sostenerle, si ferma prima o poi di fronte a un postulato. Vorrei piuttosto riflettere sulle persone che siamo, evoluzioniste o creazioniste, con tutto quello che ciò implica. Parto dal principio che in quanto avventisti, crediamo tutti alla creazione. Ma siamo pertanto veri creazionisti che vivono e si comportano secondo quello che credono? Sarebbe interessante ricordare quando e come è nata la teoria dell’evoluzione. Mi sembra che sia apparsa proprio per il bisogno dell’uomo. Alla fine del XIX° secolo, con l’inizio della rivoluzione industriale, l’uomo vede nascere sotto le sue mani più meraviglie tecnologiche che durante tutta la storia dell’umanità. L’esistenza di un’intelligenza e, soprattutto, di un’autorità superiori – mai rimessa in discussione finora – disturba allora molto il piccolo apprendista stregone al quale tutto sembra ormai possibile e immaginabile. Esso costruisce quindi una teoria che la evacua, senza rendersi conto che perde nello stesso tempo le radici e i riferimenti che danno sicurezza alla sua esistenza. Ne paghiamo oggi le conseguenze, in una società evoluzionista che si pretende evoluta e autonoma, ma annega lentamente nell’angoscia, orfana di nascita e incerta davanti al suo futuro. Vivere da creazionisti autentici e convinti può riconciliarci con Dio, con noi stessi e con gli altri. Riconciliati con Dio. L’evoluzione mi parla di caso, di legge del più forte e di selezione naturale. Il valore della persona è ridotto à quello di un oggetto, visto che ognuno ripresenta soltanto un semplice anello anonimo nella lunga catena dell’evoluzione. La creazione mi iscrive in un progetto d’amore. Come dei futuri genitori preparano con cura ed emozione tutto il necessario per il bambino che aspettano, Dio ha creato per l’uomo l’ambiente ideale, pensando a ogni dettaglio e immaginando il piacere di vivere con lui in questo paradiso. La sua parola bastava per creare tutte le altre creature, ma l’uomo era diverso e Dio ci ha messo la mano, soffiando nelle sue narici il potenziale della “sua somiglianza”. Ognuno ha quindi il suo valore e la sua importanza, ognuno è unico e indispensabile come i figli di una famiglia. Non si tratta più di legge del più forte né di selezione naturale visto che Dio ama ognuno per quello che è, e ha personalmente cura del più debole (Deuteronomio 10:17,18 ; Salmo 146:5–9; Matteo 11;25). Il Signore si identifica persino ai “più piccoli tra questi fratelli” (Matteo 25:40). Posso quindi sentirmi in pace con Dio e sentirmi davanti a lui come il figlio di fronte ai suoi genitori, che si crede il più bello del mondo perché lo
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bollettino aimpa
Forum: Evoluzionisti o creazionisti?
sguardo che portano su di lui è quello dell’amore. Sono totalmente consapevole di avere bisogno di Dio in tutto e per tutto, non ho niente da nascondergli perché egli mi conosce (Salmo 139:13), non ho niente da provargli perché egli mi ama così come sono. L’evoluzione mi fa vivere nell’incertezza; la presenza del Creatore mi rende la sicurezza. Riconciliati con noi stessi. È impressionante constatare come il bambino orfano o abbandonato che cresce senza incontrare costantemente lo sguardo dei suoi genitori, provi delle difficoltà a percepire se stesso. Allo stesso modo, chi cresce sotto le critiche e i rimproveri costanti non acquisisce mai una buona stima di se stesso. L’uomo evoluzionista, che si vuole sottrarre allo sguardo del Padre, prova ormai grandi difficoltà a portare su se stesso uno sguardo obiettivo ed equilibrato. La nostra società moderna è piena di persone complessate, tristi, che si credono condannate a vivere una vita mediocre; o di branchi di rapaci prepotenti, nei quali l’orgoglio ha ucciso ogni obiettività, e che si credono autorizzati a disprezzare e abbassare chiunque non gli somiglia. Leggendo recentemente un articolo, ero impressionata dal numero di adolescenti americane che desideravano, per festeggiare i loro esami di fine scuola, ricevere dai loro genitori una chirurgia plastica. Come vivono queste ragazze che preferiscono sottomettere il loro corpo alla violenza dell’intervento chirurgico, piuttosto che di amarlo con i suoi pregi e difetti? Come lo sopporteranno quando porterà i segni degli anni, delle gravidanze, degli allattamenti, delle notti in bianco, del lavoro, delle diete dimagranti…? È buono sentirsi amati per (e nonostante) ciò che siamo (1 Samuele 16:7). È triste però che, anche nella chiesa, le persone che sanno apprezzare se stesse, rimanendo consapevoli della loro condizione, siano così rare. Eppure, com’è possibile amare il prossimo come se stesso se non si ama se stessi? L’evoluzione mi ricorda sempre che se non sono il più performante, non sono niente. Di fronte al mio Padre e creatore, non devo provare che sono il più forte, la più bella, il più ricco, la più intelligente, il più rapido; perché è appunto nella mia debolezza che la sua potenza può agire (2 Corinzi 12:9). Riconciliati con gli altri. È ovvio che lo sguardo che porto su me stesso condiziona lo sguardo che porto sugli altri e quello degli altri su di me. L’evoluzione ci fa rivali l’uno dell’altro. Dio ci aveva creati per vivere da fratelli (Deuteronomio 1:17), l’evoluzionista è diventato un lupo per l’evoluzionista. Nella nostra società occidentale, la legge del più forte è presente più che mai e inquina tutti i rapporti interpersonali. Consapevole di non essere il più forte, ognuno si sforza almeno di sembrarlo, coltivando con molta più cura la sua apparenza del suo essere, rallegrandosi quando la maschera dell’altro cade. Basta denunciare la mediocrità dell’altro per provare la mia superiorità e quindi si scatenano la maldicenza, il tradimento, l’aggressività, perché ogni colpo è permesso. Questa corsa al potere ci lascia tutti esauriti, sfiatati e nauseanti alla linea d’arrivo, perché il tempo ci rincorre tutti e fa di noi dei perdenti. Il Creatore propone invece di amare l’altro come se stesso, e ciò implica più rigore personale e più indulgenza verso l’altro. Ciò genera un’atmosfera di accettazione, di comprensione, di aiuto reciproco e di perdono. Ciò incoraggia ognuno a lasciare cadere la propria maschera e a rilassarsi. Ciò permette anche al più lento di raggiungere l’obiettivo insieme agli altri. Ciò promette a ognuno di essere vincitore, come Paolo lo descrive nel magnifico programma di Romani 12:9-21. Ciò propone anzi di diventare “più che vincitori” (Romani 8:37). L’evoluzione è un’ideologia nazista legittimata e insegnata ai bambini: per elevare la razza umana, bisogna eliminare non l’handicap, bensì il portatore di handicap. La Bibbia, invece, mi vuole più che vincitore. Mi propone di lasciare il Signore lavorare in me, al mio ritmo, per eliminare ogni difetto. Si tratta di un’evoluzione personale che mi permette, non di servire a rendere più performante un mio discendente che non conoscerò mai, ma di crescere sotto l’influenza del Signore e rimodellato dalle sue mani per riavvicinarmi ogni giorno di più alla sua somiglianza. Per concludere, mi sembra che, aldilà delle polemiche che genera, l’evoluzione abbia inoculato un virus letale al mondo che muore di squilibrio, angoscia e depressione. Il racconto della creazione mi propone, se ci aderisco, di ritrovare l’equilibrio, la serenità e il riposo di cui il Signore mi invita ad assaporare un saggio ogni sabato. Mi aiuta a ridiventare sincero nei confronti di Dio, di me stesso e degli altri. Noi avventisti non crediamo all’evoluzione; tutti lo sanno, sono frottole. Ma nella mia vita, al quotidiano, lascio queste frottole governare il mio comportamento oppure sono un figlio di Dio convito e convincente? Chi scelgo di essere: evoluzionista o creazionista?
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Ellen G.White
e
l’educazione
Recensione del libro di E. White, Principi di educazione cristiana, a cura di Sofia Artigas Scuccimarri.
E
llen G. White è una scrittrice del secolo scorso senza grandi studi in ambito pedagogico. Ma, confrontando i suoi testi con quelli degli esperti in questa materia, è interessante vedere come ella riesce a spiegare, in modo chiaro e semplice, i concetti pedagogici più importanti, utili a fare del seme (il bambino) un albero frondoso; sono concetti permeati di principi e valori cristiani. Noi cristiani, interessati alla buona educazione dei nostri figli, dobbiamo dare importanza a questi testi ispirati da Dio, che ci esortano e ci consigliano saggiamente. Nel suo libro Principi di educazione cristiana, troviamo innumerevoli spunti di riflessione e consigli pratici; in questo articolo ne indico alcuni che sono solo un assaggio di quello che il libro offre. Secondo la White l’educazione dev’essere più che una preparazione per la vita presente; essa comporta lo sviluppo armonioso delle facoltà fisiche, mentali e spirituali. Dio fece l’uomo e la donna a sua immagine, con l’obbiettivo di renderli ogni giorno più simili a lui. Il peccato, però, rompendo la relazione tra Dio e l’uomo, ci ha allontanato sempre più dall’immagine di Dio. L’educazione è l’inversione di questa tendenza, un riavvicinamento al progetto di Dio. A questo scopo,
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egli ci ha dato due comandamenti essenziali: «… Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore… » (Lc 10:27) e «Ama il tuo prossimo come te stesso» (Mt 22:39 u.p.). Per mezzo di essi Dio può restaurare la sua immagine in noi. «I genitori e gli insegnanti hanno bisogno di comprendere innanzitutto la responsabilità e l’onore che Dio ha dato loro di essere suoi rappresentanti per la cura del bambino» (p. …). Anche se la responsabilità dell’educazione del bambino è di entrambi i genitori, il ruolo della mamma è fondamentale e lei dovrebbe considerarlo un privilegio. Ogni genitore dovrebbe conoscere i principi di base dello sviluppo mentale e morale, e dovrebbe essere il primo a viverli; la prima forma di rispetto di un genitore verso i figli è mettere in pratica ciò che egli insegna al bambino, senza alcuna parzialità. Il lavoro dell’insegnante deve completare quello del genitore, senza mai sostituirlo. Non è bene che vi siano critiche tra le due figure, perché questo provocherebbe insubordinazione nei confronti dell’una e dell’altra. Deve esservi, invece, collaborazione; le osservazioni e le critiche si dovranno fare sempre personalmente. Il primo scopo di un educatore (insegnante o genitore) dev’essere di aiutare lo studente a capire i grandi principi (verità, ubbidienza, onore, integrità e purezza) e a entrare in relazione con Cristo, mettendo nelle
sue mani la propria vita. Il metodo d’insegnamento di Dio in Israele si sviluppava nella famiglia, nel santuario, nella natura e nell’arte, nel lavoro e nelle feste, nei palazzi sacri e nelle pietre memoriali, nei riti e nei simboli. Queste lezioni restavano impresse nella memoria e stimolavano la ricerca. Ma, a causa dell’infedeltà delle famiglie, purtroppo molti giovani non afferravano il piano della redenzione. Per questo motivo i profeti (riconosciuti come maestri) decisero di aprire delle scuole per istruire il popolo nella verità. Essi insegnavano l’agricoltura e altri mestieri, ma soprattutto la legge di Dio, la storia, la musica, la poesia… Oggi il mondo non educa: fa cono-
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Un libro da leggere: E. G. White e l’educazione
scere tante cose, ma l’educazione vera è quasi totalmente scomparsa. Per questo motivo le famiglie devono fare il massimo per trasmettere ai bambini i valori e i principi di Dio. Abbiamo bisogno di persone che siano fedeli a Dio, oneste anche nell’intimità. Un nobile carattere (come afferma l’autrice) si ottiene attraverso la disciplina, la sottomissione alla natura e il servizio e l’amore verso Dio e il nostro prossimo. Dio ci guarda e ci educa senza giudicare l’aspetto esteriore; egli giudica il nostro cuore, e noi dobbiamo fare altrettanto: con semplicità, fede e amore dobbiamo guadagnarci il cuore dei bambini dimostrando col nostro solo esempio quali sono le cose che non vanno. Dobbiamo incoraggiare i bambini, evidenziando le loro qualità perché la grazia è trasformatrice; dobbiamo fare il possibile perché il carattere del bambino si modelli nella conoscenza di Dio. I più piccoli devono essere istruiti con semplicità a essere felici di compiere tutti i compiti della loro età. Non li dobbiamo spingere ad una maturità precoce, ma piuttosto mantenerli il più possibile nella grazia, nella semplicità, nella tranquillità, senza distrazioni artificiose, ma nel vigore fisico, mentale e spirituale. L’insegnamento ai bambini deve essere pratico. I bambini devono lavorare insieme ai genitori e agli insegnanti per trovare le spiegazioni sulla verità. Dobbiamo insegnare loro a scorgere le benedizioni di Dio nella natura, attraverso la quale capiranno anche gli insegnamenti della Bibbia. Il cuore del bambino è docile e facile da impressionare: è per questo che dobbiamo essere come loro. Un’altra cosa che è importante da insegnare è il pensiero dell’eternità, che li aiuterà a essere prudenti e saggi nelle scelte. Il canto apporta molti benefici, poiché può addolcire la nostra natura violenta, ravvivare il pensiero, risvegliare la simpatia, portare armonia nelle nostre azioni, scacciare la malinconia e incoraggiare. È anche uno dei modi più efficaci per far comprendere e inculcare le verità nel cuore. Un messaggio che col tempo può essere dimenticato, con il canto resta per sempre. Cantare in casa farà che i litigi siano meno numerosi. Il canto è un atto d’adorazione e anche una preghiera. I genitori e gli insegnanti devono continuamente dare il meglio di sé nell’insegnamento delle scritture, cercando di migliorare i loro metodi. I bambini devono imparare le promesse di Dio scritte nella Bibbia per fortificare la loro fede e comprendere che il nostro bisogno di Dio è costante. Il culto familiare dev’essere il momento più gradevole e importante della giornata, sia esso svolto la mattina o la sera. Se i bambini amano questo momento, ameranno anche lo studio della Bibbia. Per questo esso deve essere breve, vitale, e deve adattarsi alle circostanze. Tutti i familiari parteciperanno al culto, ma bisogna permettere ai bambini di leggere, scegliere dei testi e fare delle domande. Quando il culto non è lungo, c’è più tempo per pregare o cantare. E.G. White dice che il culto familiare dev’essere preparato con cura, e noi siamo avvantaggiati perché i nuovi lezionari di GraceLink danno delle idee molto belle da condividere coi nostri figli; se vogliamo avere dei buoni risultati, dovremmo essere i primi a mostrare interesse per la Bibbia. Dobbiamo fare attenzione anche alla ricreazione, perché il divertimento inutile insegna soltanto a cercare il piacere e l’eccesso; assorbe inoltre quelle energie necessarie per altre cose e, senza volerlo, compromette anche il vero successo nella vita. Per evitare situazioni pericolose, l’educatore affiancherà i bambini durante i momenti di svago: li accompagnerà e cercherà di sembrare uno di loro. I risultati di ciò ci stupiranno. Un valore che molto spesso viene dimenticato è il lavoro. C’è bisogno di insegnare ai bambini la vera dignità del lavoro. È di estrema efficacia per sviluppare il carattere. I ragazzi, al pari delle ragazze, dovrebbero essere educati a svolgere le faccende di casa (lavare i piatti, rifare il letto, cucinare, prendersi e cura dei propri vestiti, ecc…); questo non toglierà ai maschi la loro virilità, ma li preparerà per il futuro. Allo stesso modo le ragazze dovrebbero imparare le cose che per tradizione sono proprie dei maschi, per sapersela cavare nelle varie situazioni della vita. La conoscenza scientifica e letteraria è molto importante, ma al di sopra di essa vanno messi i grandi valori dei quali abbiamo parlato prima. Il mondo ha bisogno di caratteri nobili e saggi. La formazione del carattere è l’opera più importante affidata agli uomini. I giovani si trovano di fronte a tentazioni enormi: l’amore
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Un libro da leggere: E. G. White e l’educazione
per il denaro, il divertimento, il libertinaggio, il lusso, la sensualità, l’eccesso, la supremazia, la frode, il bene e il male si mescolano… Insegniamo ai nostri figli a ragionare, a distinguere tra la verità e la menzogna senza lasciarsi sedurre. L’insegnante deve scoprire i valori e le facoltà (anche se nascosti) dei propri allievi, per aiutarli a svilupparli: molte persone, che non avevano grandi doni, sono arrivate lontano perché hanno perseverato. L’insegnante deve inoltre mirare alla semplicità e all’efficacia, con molte illustrazioni, chiare e semplici. Il linguaggio deve essere puro, pieno di bontà e verità. Gli allievi devono imparare che criticare rivela mancanza di cultura e di bontà. I bambini hanno bisogno di essere apprezzati, ma questo si deve fare senza creare in loro l’amore per le lodi. Bisogna insegnare ai bambini il rispetto per il luogo di culto e anche per il nome di Dio. L’ubbidienza dev’essere la prima cosa insegnata al bambino, con amabilità e perseveranza. Il fine della disciplina è insegnare al bambino a governare se stesso. Dominarlo troppo è sbagliato quanto come dominarlo poco. Voler spezzare la volontà del bambino è un errore; educare un bambino non è come ammaestrare un animale. Un educatore saggio cercherà d’ispirare fiducia nei suoi allievi e di sviluppare in loro il senso dell’onore. I bambini devono imparare ad avere fiducia in loro stessi. Perciò è meglio domandare che comandare. C’è bisogno che ogni principio morale contenuto in una regola sia presentato agli allievi di maniera tale che siano convinti della sua giustizia. Allora capiranno la responsabilità di ubbidire alle leggi, che dovrebbero essere poche e obbligatorie. Quando i genitori e i professori mancano di pazienza, rischiano di parlare in maniera sconsiderata; dovrebbero allora stare zitti, perché nel silenzio c’è un potere meraviglioso. Con i bambini poco abili c’è bisogno di pazienza e di cercare d’incoraggiarli; e con quelli sensibili e nervosi, c’è bisogno della tenerezza. I sentimenti delle loro imperfezioni dovrebbero condurli a sentire simpatia e indulgenza verso quelli che si trovano in difficoltà. Cristo disse: «E come volete che gli uomini facciano a voi, fate voi pure a loro» (Lc 6:31). La regola di Cristo dev’essere osservata innanzitutto verso i più giovani, i meno abili, i meno intelligenti e anche verso i ribelli e gli sviati. I bambini devono sapere che siamo in un campo di battaglia e dobbiamo lottare costantemente. Mi piacerebbe concludere con due pensieri di E. White, che trovo molto significativi: «Che i bambini e la gioventù imparino che ogni errore, ogni difficoltà vinta è una guida verso la conquista di cose migliori e più elevate. Quelli che hanno fatto delle loro vite un successo lo devono a queste esperienze» (p. 303). «La vita quaggiù è l’inizio della vita nel cielo; l’educazione è un’iniziazione ai principi del cielo. L’opera della nostra vita è una educazione per l’opera della vita avvenire. Quello che noi siamo quanto al nostro carattere e il nostro servizio verso Dio è un indizio sicuro di quello che noi saremo nella vita avvenire» (p. 311).
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Quando mi chiedi di cantare Quando mi chiedi di cantare il mio cuore sembra spezzarsi per l’orgoglio guardo il tuo volto e le lacrime mi riempiono gli occhi. Asprezze e dissonanze della mia vita si fondono in una dolce armonia e la mia adorazione stende le sue ali come un uccello che vola lieto sul mare. So che ti fa piacere il mio canto. So che solo come cantore posso presentarmi al tuo cospetto. Con l’ala spiegata delle mie canzoni tocco appena i tuoi piedi che mai potrei altrimenti raggiungere. Ebbro per la gioia del canto dimentico me stesso e chiamo amico te che sei il mio signore. Rabindranath Tagore
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Elisa Pavan Mozzato
o trentasei anni e sono nata in una famiglia avventista. Ho fatto il liceo a Villa Aurora e la lontanza da casa ha temprato il mio carattere rendendomi ancora più forte e indipendente (forse il buon Dio sapeva già quale sarebbe stato il mio futuro). A diciott'anni sono tornata a casa e ho cominciato a lavorare con mio papà come assistente dentale. In questo periodo ho conosciuto Davide. La nostra storia singolare per certi versi è cominciata da parte mia delineando subito la divesità di pensiero e di vità vissuta. Io credente e lui ateo-evoluzionista. Non credevo in un legame sentimentale con lui, ma Dio vede oltre e se noi ci mettiamo nelle sue mani egli ci indica la strada. Non è stato semplice conciliare il mio modo di pensare e il suo, ma non ero da sola lo Spirito Santo ha lavorato nel suo cuore e nel mio. Le difficoltà non sono mancate: il lavoro, il sabato... Ma il Signore mi pregava di mettermi nelle sue mani e così è stato. Lui ci ha sostenuto: non che i problemi siano spariti, ma ci ha consolati e guidati. E la storia continua… Ci siamo sposati nell'88 e GIULIA è nata nel' 92. Mentre uscivo dalla sala parto, mio padre mi disse: «È un "toro"!»; non aveva torto: pesava Kg 4.140! Una bambina stupenda, solare, socievole e buona. Nonostante i vari spostamenti è rimasta com'era da piccola. Ero rimasta… ah, sì. Giulia è natà nel '92 e, nell'estate del '94, abbiamo deciso di metterci al servizio di Dio a tempo pieno. Ci siamo trasferiti a Firenze perchè Davide iniziasse gli studi teologici per divenire pastore. Ricordo questo periodo faticoso, un pò triste. Certo, per tutti i cambiamenti c'è un equilibrio che si modifica e io non ero preparata. Poi siamo arrivati a Collonges, incontrando un cambiamento radicale di situazioni, lingua, nuovo ambiente fisico e sociale. Dopo un periodo di adattamento (non vi nascondo un pò di paranoia), mi sono trovata bene perchè ci siamo ritrovati come famiglia trascorrendo ogni momento libero nella natura. Ma, proprio nel momento in cui siamo riusciti ad ambientarci, è arrivata l'ora di rifare le valigie e siamo andati a vivere in Lombardia per 4 anni. Abbiamo incontrato tanti bei fratelli in Cristo e ho un bel ricordo. In questo perodo ho avuto un crollo fisico, ho fatto diversi esami e sono stata sballottata da un dottore all'altro senza una risposta. Dopo tre anni di sofferenza, ho trovato una dottoressa che si è presa cura di me. Purtroppo soffro di fibromialgia e non si può guarire, ma sono serena perchè so che cosa ho e che ci devo convivere. Ora sono a Firenze da un anno e sto bene; Giulia sta bene, è contenta. Ha i cugini vicini, vecchi amici e poi… La chiesa di Firenze è grande e complicata, e in questo periodo ci sono vari cambiamenti; comunque per quel che mi riguarda ho trovato calore e affetto dai fratelli. Sono monitrice della Scuola del Sabato per la sezione Fortemente (ndr. ragazzini dai 10 ai 13 anni) e sono il braccio destro di mio marito. Stiamo facendo una bella esperienza con i giovani. E ci sono tante persone che sono alla ricerca di Dio ed è per questo che siamo qui, a Firenze. Il Signore sa dove mandare i suoi servitori. Vi saluto e il Signore ci dia la sua pace e ci sostenga nel compito che ci ha affidato. A lui sia GLORIA IN ETERNO!
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Abbracciamo con affetto Sonia e Davide Sciarabba, e la loro piccola Flavia, che non mancano mai di mandarci un saluto dalla Francia. Che il Signore vi benedica!
Lunedì 27 settembre alle 6:12, è nato Alessandro Vassallo. Alla nascita pesava 4 Kg e 260 grammi ed era lungo 55 cm. Papà Giampiero e Mamma Fanny sono felicissimi di questo dono meraviglioso, e anche noi lo siamo. Che il Signore li benedica li aiuti nel continuare a costruire una famiglia sorridente e solare come ha già fatto in passato.
Stefano Pellegrini, figlio del pastore Adelio e di Dora Bognandi, si è unito in matrimonio con Mirela Lapadat, a Firenze Villa Aurora, il 18 luglio scorso. Un affettuoso augurio a questa cara coppia, perché il Signore li guidi nella vita matrimoniale e li aiuti a essere sempre uniti come in questo meraviglioso giorno.
Dorme tranquilla la piccola Naima, figlia di Silvia Furnari e Davide Maiarelli. Il suo nome, infatti, significa serenità. Tantissi auguri per la sua nascita, il 31 luglio a Perugia, ai genitori e ai nonni, in particolare a Lillo e Lina Furnari. Infatti, carissime lettrici, la nostra coordinatrice, Lina, è diventata NONNA! Tanti auguri di cuore da tutta l’Aimpa!
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Ponsacco - Nozze d’oro Cari amici, Il 15 luglio del 1954, noi, Michele e Melitta, ci siamo uniti in matrimonio. Oggi sono trascorsi 50 anni, ma a noi non sembra vero. Ci guardiamo attorno e vediamo i nostri quattro nipotini crescere, ma facciamo fatica a credere che già sia trascorso tanto tempo. La nascita dei quattro figli, il lavoro svolto nelle scuole, nelle chiese, nei dipartimenti, in Italia e nell’Americhe, hanno fatto sì che il tempo sia trascorso così velocemente, da non essercene accorti. Ancora oggi che Melitta non si occupa più di lavoro nelle scuole e Michele ha smesso di insegnare ma pubblica un libro dietro l’altro, e insieme viaggiamo per dare seminari, gli anni continuano a trascorrere veloci e il tempo non è mai sufficiente per le tante cose che vi sono da fare... Ringraziamo Iddio per questi meravigliosi cinquant’anni trascorsi insieme, per la salute e per la gioia di averlo potuto servire nella grande opera di divulgazione della Parola del Signore e per poter continuare a farlo. Carissimi saluti. Melitta e Michele Buonfiglio
Bari - Nozze d’oro Sabato 11 settembre, in una cornice di alta spiritualità, si sono celebrate, nella chiesa di Bari, le nozze d’oro di Maria e Giuseppe Stragapede. Si sono celebrate, dopo 50 anni di ministero insieme, lì dove anche erano stati battezzati nel ‘46 e ‘51 e sposati nel ‘54. Sono intervenute delegazioni dalle chiese vicine e il coro Maranatha ha fatto udire canti meravigliosi. Il dr. Oreste Papa ha sottolineato l’evento come esempio per le giovani coppie. Una figlia e un nipotino hanno letto poesie commoventi. Anche Giuseppe ha letto una sua poesia dedicata a Maria tra la commozione generale. Ha concluso il past. Mazza con un sermone sull’elevato significato del matrimonio chiedendo una benedizione sulla coppia (tratto dal Bia n. 16 dell’8.10.04).
Nasce il sito dell’Aimpa Finalmente abbiamo un sito dedicato all’Associazione italiana delle mogli di pastore avventista (Aimpa). Potete visitarlo cliccando su www.avventisti.it/aimpa. Questo progetto è stato voluto dal nostro comitato Aimpa ma il lavoro più grosso lo hanno fatto Mariarosa Cavalieri ed Enzo Annunziata, che vorrei ringraziare particolarmente per l’impegno profuso. Naturalmente abbiamo bisogno della collaborazione di tutti i membri dell’Associazione; siamo aperti a idee e suggerimenti, e speriamo di ricevere da voi del materiale che sia utile da condividere. Lina Furnari
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Matrimoni - Durante l’estate si sono unite in matrimonio due coppie che lavoreranno insieme nel ministero pastorale. Roberta Vittori e Nino Plano sono stati uniti in matrimonio il 22 luglio, su una verde collina nei pressi di Bracciano; Damaris La Montanara e Daniele Pispisa si sono sposati il 25 luglio in un’antica villa nei pressi di Monopoli. L’Aimpa si unisce alla gioia degli sposi e dà un caloroso benvenuto alle nostre sorelle, Roberta e Damaris, augurando loro una vita piena di benedizioni da parte del nostro Signore e Salvatore Gesù.
Il 25 settembre, è stato un sabato speciale per la nostra famiglia. I sabati sono sempre speciali, ma in occasione del congresso spirituale del Campo Siciliano, c’è stata una cerimonia di consacrazione, alla presenza dei responsabili dell’Unione e dei pastori del Campo, in cui mio marito Matthias è stato consacrato al ministero pastorale. In quei momenti ho provato tanta gioia, ma anche il sentimento di non essere meritevoli dell’onore di esere servitori di Dio. Questo è un dono della sua grazia, a maggior ragione se pensiamo alla nostra vita passata. Siamo molto riconoscenti di questo e del fatto che Dio ci abbia uniti, dandoci obiettivi comuni. Ma c’è ancora un altro dono meraviglioso di cui siamo immensamente riconoscenti: la nostra piccola Eleonora. Stefania Sermattei Maag
Nella foto sopra, Roberta e Nino, nella foto sotto, Damaris e Daniele.
Nel corso di questi mesi abbiamo pregato, personalmente e uniti nelle nostre comunità, per Daniela Taddei, moglie del nostro Presidente d’Unione, Lucio Altin. Abbiamo pregato per lei e per tutta la sua famiglia, e sappiamo che il Signore ha dato tanta forza a tutti loro in un momento difficile per la salute fisica. Continuiamo a incoraggiare la famiglia Altin con le nostre preghiere e a chiedere l’intervento potente del Signore. Ricordiamoci anche di quanti stanno soffrendo, per la malattia, per il lutto, per lo scoraggiamento, invocando il ritorno del nostro Signore Gesù.
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«Crescere in Cristo» - Un nuovo punto di fede per la Chiesa Avventista Durante il Consiglio annuale della Chiesa Avventista del 7° Giorno, (Tahoma Park, dall’8-14 ottobre 2004) si è votato di proporre l’adozione di una nuova dichiarazione oltre ai 27 punti dottrinali che attualmente formano il credo fondamentale della Chiesa. Il punto di fede proposto, “Crescere in Cristo”, sarà presentato all’assemblea mondiale della Conferenza Generale, che avrà luogo nel luglio 2005 a St. Louis, Missouri, dove sarà votato. Si tratta della prima aggiunta raccomandata da un Consiglio annuale, da che il documento originale fu approvato alla sessione mondiale di Dallas, Texas, nel 1980. Il nuovo punto riguarda vari ambiti della fede e della pratica cristiana che, secondo molti dirigenti di chiesa e teologi, non ricevevano l’adeguata attenzione nell’attuale articolazione dottrinale. In esso è evidenziata la potenza di Cristo che affronta e sconfigge le forze demoniache ed è affermata la libertà dei credenti dalle azioni e dalle influenze passate. La pratica spirituale, che comprende lo studio personale della Bibbia, la preghiera, il culto e la testimonianza, sono definiti sostegni della nuova vita in Cristo del credente. La Chiesa si è posta come priorità l’evangelizzazione di coloro i quali vivono nella finestra 10/40 (che comprende la fascia che va dall’Africa fino all’Asia), dove si trova circa il 70 per cento della popolazione del pianeta. Nel riquadro, il testo del punto di fede, «Crescere in Cristo», votato dal Consiglio annuale.
Modena - inaugurazione della chiesa ghanese La cerimonia è avvenuta sabato 13 novembre alla presenza del presidente del Campo Nord, past. Lillo Furnari, e del pastore incaricato Albert Owusu. La comunità è composta da 52 membri, 12 interessati e una quindicina di fratelli in attesa di lettera di trasferimento. I fratelli sono tuttora ospiti in due locali, uno più ampio per tutta la chiesa e un altro per i bambini, messi a disposizione dal comune di Modena. La comunità può occupare i locali tutti i sabati fino alle 17 del pomeriggio. Auguriamo alla neochiesa ogni benedizione divina. (Dora Bognandi, Bia n. 19 del 16.11.2004).
Chiese e movimenti pastori (tratto dal Bia) Castel Volturno (Caserta), chiesa ganese, dal 30 ottobre. Responsabile past. G. Caruso in collaborazione con il past. Albert Owusu - Brescia, chiesa ganese, a partire da dicembre, responsabile past. C. Furnari - Novara, chiesa, a partire dal 27 novembre 2004, responsabile past. F. Mosca - Pordenone, chiesa ganese, a partire dall’11 dicembre, responsabile past. F. Owusu-Sekyere - Bassano del Grappa, a partire da dicembre, responsabile past. F. Owusu-Sekyere Movimenti pastori: - Fernandez Verse Rico, a partire dal 1° ottobre, pastore della chiesa filippina di Roma - Daniele Pispisa, a partire dal 1° ottobre, svolge il suo ministero presso le comunità di Bergamo, Brescia e Verona - Ferraro Rodolfo, dal 1° novembre, pastore delle comunità di Genova e Savona - Daniele Pellegrini, dal 1° novembre, pastore delle comunità di Asti e Alessandria - Calà Claudio, vicepastore presso il distretto di Napoli - Marco Cannizzaro ha finito il tirocinio il 30 agosto di Asti e Alessandria - Calà Claudio, vicepastore presso il distretto di Napoli - Marco Cannizzaro ha finito il tirocinio il 30 agosto.
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«Crescere in Cristo» Per mezzo della croce Gesù ha trionfato sulle forze del male. Durante il suo ministero terreno ha soggiogato gli spiriti demoniaci, ha distrutto il loro potere e reso certa la loro sorte finale. La vittoria di Gesù ci dà la vittoria su tutte le forze del male che ancora cercano di dominarci, quando camminiamo con lui in pace e gioia, sicuri del suo amore. Al posto delle forze maligne è lo Spirito Santo ad abitare ora in noi e ci conferisce potenza. Consacrati a Gesù come nostro Salvatore e Signore, siamo resi liberi dal peso delle azioni passate e dalla nostra vita precedente con le sue ombre, la paura delle potenze malvagie, l’ignoranza e l’insensatezza. Liberi di nuovo in Gesù, siamo chiamati a crescere all’altezza del suo carattere comunicando con lui quotidianamente in preghiera, nutrendoci della sua Parola, meditando su di essa e sulla provvidenza divina, cantando le sue lodi, incontrandoci insieme per adorarlo e partecipando alla missione della chiesa. Quando impegniamo noi stessi nel servizio amorevole verso quelli che ci circondano e nella testimonianza della salvezza in Gesù, la sua presenza costante al nostro fianco santifica ogni momento e ogni nostra attività (Sal 1:1-2; 23:4; Col 1:13-14; 2:6, 14-15; 1 Ts 5:23; 2 Pt 2:9; 3:18, 2 Cor 3:17, 18; Fil 3:7-14; 1 Ts 5:16-18; Mt 20:2528; Gv 20:21; Gal 5:22-25; 1 Gv 4:4).
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Curiosità: Natale nel mondo La Chiesa Cristiana Avventista non santifica la festa del Natale; tutti oggi sanno che il 25 dicembre è una data che fu scelta in modo convenzionale, e che non è in tale giorno che Gesù è nato. La cristianità è molto sensibile a questa data, dietro alla quale c’è molto più commercio che spiritualità, purtroppo. I business del Natale fa comodo a tutti e, oggi più che mai, il rito degli acquisti e degli addobbi supera qualsiasi significato religioso che porti l’uomo a riflettere sul grande dono della grazia di Dio, tema che dovrebbe essere al centro di qualsiasi celebrazione del Natale. Il grande mistero dell’incarnazione di Cristo, fattosi uomo dopo avere rinunciato alla gloria delle corti celesti, per diventare un essere indifeso, soggetto a tutte le tentazioni, venuto per vivere la sua missione senza mai peccare: proclamare la verità: Dio è amore e desidera stare con noi. In questi giorni in tutto il mondo il Natale è comunque celebrato, e la nostra chiesa può dare un messaggio diverso per toccare i cuori delle persone che forse, nonostante le distorsioni del messaggio evangelico, sono più disposti ad ascoltare la meravigliosa storia di Gesù, venuto per salvarci. In questo articolo vedremo come questa festività sia vissuta in alcuni paesi del mondo. Natale in America: “Merry Christmas” Il Natale è celebrato in modi differenti a seconda delle regioni e delle tante popolazioni dell’America che hanno culture diverse. Nel sud, si sparano dei colpi d’arma da fuoco quando arriva il giorno di Natale mentre a Washington il presidente accende le luci di un enorme e spettacolare albero. A Boston i cantanti di musiche natalizie sono molto famosi e cantano accompagnati da campanelle suonate a mano. In Arizona si inscena una specie di “presepe vivente” nel quale Maria e Giuseppe cercano alloggio nelle osterie per far nascere Gesù e, allo stesso tempo, ammirano il presepe delle famiglie visitate. Alle Hawaii, il Natale comincia con l’arrivo di una “barca di Natale” carica di tanti abeti dalla quale sbarca anche Babbo Natale. In California, Babbo Natale “viaggia” su una tavola da surf. Natale in Francia: “Joyeux Noel” - La vigilia di Natale i bambini lasciano le loro scarpe presso il camino per essere riempite con i doni da Babbo Natale. Nelle piazze delle cattedrali viene rappresentata la nascita di Cristo, a volte con attori e marionette. Nel sud della Francia vengono bruciati dei tronchi d’albero dalla vigilia fino alla fine dell’anno. Tempo fa utilizzavano questi tronchi per costruire dei cunei per gli aratri. Era una tradizione per augurarsi un buon raccolto nella prossima stagione. Natale in Svizzera: “Buon Natale, Joyeux Noel, Fröhe Weihnacht“ - Tutto comincia all’inizio di dicembre, quando le mamme acquistano quei calendari che danno la possibilità di aprire la finestrella e mangiare il cioccolatino che vi è contenuto, aspettando pazientemente il Natale. Uno scampanellio di campanelle argentate ci dice che Gesù Bambino sta arrivando: un bianco e candido angelo, con un velo trattenuto da una corona di diamanti. Egli entra in tutte le case e distribuisce i doni contenuti nel suo sacco, che è tenuto dai suo bambini aiutanti. Dopo essere stati in chiesa, le famiglie si radunano e mangiano ciambelle fatte in casa, bevendo la cioccolata calda. Natale in Inghilterra: “Merry Christmas” - Agli inglesi piace molto la musica natalizia. Amano decorare gli alberi di Natale e appendere rametti di sempreverdi, in attesa di Babbo Natale dalla lunga veste rossa, che lascia regali la notte della vigilia . Generalmente però i doni non sono aperti fino al pomeriggio successivo. Il Natale in Inghilterra iniziò nel lontano “Anno Domini 596”, quando Sant’Agostino arrivò sulle loro spiagge per portare il cristianesimo ai popoli Anglo-Sassoni. Natale in Spagna: “Feliz Navidad” - In molte case, cattedrali e chiese viene realizzato il presepe utilizzando figure completamente intagliate a mano. Nella settimana precedente il Natale, le famiglie si riuniscono attorno ai loro presepi cantando e i bambini suonano i tamburelli e ballano. Nella notte del 6 gennaio, i bambini mettono le loro scarpette sui balconi, nella speranza che qualcuno lasci dei regali. Natale in Grecia: “Kala Christouyenna” - La vigilia di Natale si suonano canti natalizi: i bambini accompagnano questi canti suonando il tamburello ed il triangolo. Vanno di casa in casa a portare fichi secchi, mandorle, noci e molte dolcetti o altri piccoli doni. A Natale vengono scambiati molti doni e portati alle persone più povere, sole e ammalate. I sacerdoti a volte vanno di casa in casa benedicendole con l’acqua santa per allontanare così gli spiriti cattivi che possono nascondersi nelle mura domestiche. In molte case greche si addobba un albero sempreverde con fili d’argento e in cima una stella. I doni vengono scambiati al 1 gennaio, il giorno di St. Balis. La vigilia di Natale, le persone si radunano festosi per consumare fichi secchi con un pane speziato chiamato “Chrisopsomo”. Gli abitanti della Grecia si scambiano gli auguri dicendo “Hronia polla” oppure ripetono “Buon anno”.
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Il Natale nell’arte
DUCCIO DI BUONINSEGNA: Natività (1308-1311)
GIOVANNI BATTISTA TIEPOLO Adorazione dei Magi (1753).
I magi recano i doni: mosaico del IV secolo nella chiesa di Sant'Apollinare Nuovo a Ravenna
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Il Natale nell’arte
MAESTRO FIAMMINGO sconosciuto (c.a. 1400)
PIETRO PERUGINO, Adorazione dei Magi (c.a. 1476)
ALBRECHT DÜRER: Adorazione dei Magi (1504)
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Una lettera che arriva dal sud-est della Francia per tutte voi, da una carissima amica: Pascale Vuillecard, moglie del pastore Daniel Monachini. Auguriamo a questa cara famiglia, anche ai figli Laura e Thomas, le benedizioni di Dio là dove si trovano a servirlo.
Carissime colleghe e amiche, vi mando finalmente qualche notizia da Annemasse. Il tempo è passato molto velocemente da quando siamo arrivati due estati fa, e ci troviamo bene. Daniele è responsabile di una chiesa importante di 250 membri e di un gruppo di 25 persone. Ovviamente c’è molto da fare, ci sono problemi come dappertutto, ma è una chiesa molto simpatica e calorosa che ci ha accolti con grande affetto. Ci sono più di cento ragazzi, ed è quindi una chiesa molto dinamica. I nostri figli Thomas e Laura si trovano molto bene perché hanno trovato degli amici, soprattutto nel gruppo degli scout avventisti. Ci sono così tanti tizzoni che è stato necessario suddividere il gruppo in mini-tizzoni da 4 a 8 anni e in tizzoni da 9 a 12. Tutti e due vanno in chiesa con enorme piacere e non mancherebbero mai un pomeriggio con gli altri scout. Quest’anno durante le vacanze di Pasqua, i responsabili della gioventù ripropongono un’attività interessante iniziata l’anno scorso: un mini campeggio biblico di 4 giorni per i tizzoni da 7 a 12, aperto anche agli amici non avventisti. Quanto a me ho potuto riprendere il mio lavoro di ostetrica nella clinica dove lavoravo prima di partire per l’Italia; questo è stato una sfida per me, dopo dieci anni che non svolgevo questa attività, ma ormai mi sento molto appagata di avere avuto questa opportunità. La cosa più bella è sicuramente di avere ritrovato, dopo tutti questi anni, le mie sorelle che sono proprio qui. Una ha avuto un bimbo l’anno scorso e l’altra ha partorito alla fine dello scorso aprile, ed è davvero bello per noi e i nostri figli essere di nuovo riuniti con la nostra famiglia. È sempre difficile, quando si lavora per il Signore, sapere dov’è la sua volontà per noi e quale è la differenza con la nostra volontà. Queste sue benedizioni ci hanno fatto capire che è stato lui ad aprirci questa possibilità di tornare à casa nostra e ne siamo riconoscenti. Non per questo dimentico gli anni passati in Italia, le belle esperienze fatte e le amicizie legate. Credo di essere cresciuta di più durante questi 10 anni trascorsi in Italia rispetto ai venticinque vissuti prima. È in Italia che sono diventata mamma, che ho imparato ad essere moglie di pastore (veramente non ho finito!) e alcune di voi mi sono state di grande aiuto con il loro affetto, la loro gentilezza e comprensione (penso alle telefonate di Dora Bognandi nelle mie prime settimane in Italia, non capivo ancora niente a ciò che mi diceva ma sapevo che qualcuna mi pensava…) o con i loro consigli ed esperienza. Tengo tutti questi preziosi ricordi nel mio cuore e ogni Bollettino Aimpa che Mariarosa mi manda fa nascere in me un’onda di nostalgia. Vi penso tutte con affetto, auguro che il nostro Signore dia a ognuna di voi ispirazione, forza e coraggio per portare avanti il nostro compito di mogli di pastori, e prego soprattutto che torni presto a prenderci per essere finalmente riunite, tutte insieme e tutte a casa nostra. Pascale
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a cura di Rosalba e Andrea Calliari
Ehi, Pina, questo è l’ultimo scatolone da sistemare? Uff, sono proprio stanco. Questo trasloco finalmente è finito. È stato divertente ma… che fatica!
Sì, e poi io mi devo ancora ambientare. Mi mancano i miei amici. Meno male che Rosy e Andrea mi hanno scritto. Leggi qui sotto, anche loro hanno appena fatto un trasloco! Sono figli di pastore come noi.
«Cari Pino e Pina, ormai ci siamo trasferiti. Ci siamo già ambientati a scuola, nelle nostre classi. Ci dobbiamo però ancora abituare ad abitare in centro, perché la casa dove eravamo prima era in periferia. Poi Treviso è più piccola di Trieste. La chiesa dove ci trovavamo prima ci manca un po’, perché ci eravamo affezionati a molte persone, ma nella chiesa di Trieste abbiamo trovato dei nuovi amici; ci sono tanti bambini e ragazzi della nostra età, e il sabato pomeriggio siamo impegnati in alcune attività. Veniteci a trovare! Con amicizia, Andrea». «Per me il trasloco è stato difficoltoso e lungo... Ho dovuto lasciare tutti i miei amici e in particolare la mia amica del 'cuore'. In chiesa qui a Trieste, però, ho trovato molti bambini; della mia età ci sono alcune bambine e ho fatto subito amicizia. L'idea che dovevo andare ad abitare nella casa sopra la chiesa non mi è piaciuta perchè da quando ero piccola volevo andare in una casa col giardino! Adesso con la Bora mi piace l'idea che il sabato e il venerdi scendo solo due rampe di scale!!! Mi sono sistemata molto bene!! Qualche episodio buffo? Avevo fatto un bel pacco di libri insieme a mio fratello e dopo l'ho dovuto disfare perchè era troppo pieno e pesante. Uno dei primi giorni di scuola c'è stata la Bora scura, detta così perchè insieme al vento c'è anche la pioggia; dovevo ritornare a casa ma uscendo dal portone mi sono impaurita, ho telefonato a casa. Adesso vado a scuola sempre con il poncho nello zaino. Adesso mi sono ambientata bene ma mi manca sempre la 'mia' Treviso. Vi saluto con tanta simpatia. Rosalba».
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a cura di una suocra di pastore: Elena Giottoli Lautizi Periodo di feste, periodo di vacanze. Anche le famiglie pastorali molto spesso approfittano di questi giorni per riunirsi ai loro cari lontani, spostandosi in automobile o in treno, con tutta la famiglia. Per i nipotini è una gioia ritrovare i nonni, dai quali sono stati lontani per alcuni mesi, e per il pastore e sua moglie questi momenti sono spesso un’occasione per acquistare nuove energie. Energie tratte anche dal cibo, cucinato da mamme o suocere… e infatti, in questa rubrica vi proponiamo un menu elaborao dalla suocera di un pastore. Leccatevi i baffi con un menu speciale ma sempre sano e nutriente! LASAGNE CON ZUCCA INVERNALE PER 4 PERSONE • 4 etti di pasta sfoglia fatta in casa o comprata • mezzo Kg di zucca invernale sbucciale • 2 bottiglie di passata di pomodoro • 3 etti di funghi pleorotus o champignon • mezza cipolla • sale integrale q.b.
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reparare la salsa per la pasta con la cipolla tagliata fina, la zucca tagliata a dadini e i funghi tagliati a pezzi. Mettere tutto in un tegame a fuoco basso e far rosolare senza olio, nello stesso succo che sarà prodotto dalla zucca e dai funghi col calore del fuoco. Aggiungere poi pomodoro e sale. In una pentola far bollire acqua, aggiungere il sale e far cuocere per un minuto la pasta sfoglia tagliata a strisce. Poi passarla subito in acqua fredda e asciugarla con un canovaccio. Nella teglia mettere prima un poco di sugo, poi la sfoglia a strisce già lessata e asciugata, indi ancora sugo con la zucca e funghi. Poi la sfoglia, poi il sugo. Continuare fino ad esaurimento degli ingredienti. Ultimo strato sugo. In forno caldo e dopo 20-30 minuti circa, grigliare e servire caldo, cosparso di olio extravergine d’oliva.
FETTINE DI GLUTINE (O SEITAN) AI FUNGHI PER 4 PERSONE • 4 etti di glutine (si può fare in casa o si può comprare in negozi di alimentazione biologica come Seitan in polvere o già cotto) tagliato a fettine • 6 etti di funghi champignon • uno spicchio di aglio • due rametti di prezzemolo • sale fino q.b. • olio extravergine di oliva • due cucchiai di farina.
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nfarinare le fettine di glutine e disporle ordinatamente in un solo piano in una teglia oleata. Pulire, lavare e tagliare a fettine sottili i funghi. Unire aglio tagliato a pezzettini, il prezzemolo tritato e il sale. Mescolare il tutto e versare sulle fettine di glutine per ricoprirle quasi completamente. Mettere in forno a 200° per 30/40 minuti. Gratinare e quindi togliere la teglia e cospargere d’olio. Servire caldo o freddo.
PANDOLCE ALLE MANDORLE • 350 g di farina • 100 g di zucchero di canna • 100 g di olio extravergine d’oliva • 50 g di mandorle • 50 g di pinoli • un tuorlo e un uovo intero • due cucchiai di latte di riso • una bustina di polvere lievitante al cremortartaro • una pizzico di vaniglia in polvere • 25 g di zucchero di canna fatto a velo.
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ulla spianatoia impastare con cura la farina con un uovo intero, un tuorlo, zucchero, latte di riso (o acqua), olio e vaniglia e, per ultimo, il lievito. Lavorare bene la pasta per almeno 10’ in uno stampo rettangolare oleato e spolverato di farina. Sistemare la pasta cospargendola di mandorle dolci pelate tagliate a pezzetti e pinoli, comprimendoli nella pasta. Quindi spolverare con lo zucchero a velo. Mettere in forno appena acceso a temperatura moderata. Tempo di cottura: 30’ circa.
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