Seminario di approfondimento
Il valore della conoscenza Facoltà SEA - Corso di Sociologia a.a. 2007/2008 E. Martini 1
La società contemporanea è definita come società dell’informazione, quando si vuole sottolineare che in essa v’è un uso generalizzato e a basso costo di informazioni e di tecnologie della comunicazione e dell’informazione; ma viene definita anche società della conoscenza, quando si vuole sottolineare il fatto che in essa i fattori chiave sono la conoscenza e la creatività, per cui la formazione del capitale umano e sociale rappresenta l’investimento più potente per produrre valore e rispondere alle sfide della competizione globale. Il momento storico da cui si fa partire questa grande trasformazione è la produzione, e la crescente e pervasiva applicazione, delle tecnologie informatiche. Dati, informazioni e conoscenza: definizioni
Economie vincenti
capaci di produrre conoscenza, indispensabile per: - l’applicazione della tecnologia più avanzata - lo sviluppo della ricerca più innovativa - il sostegno dei processi organizzativi più economici - la creazione e la diffusione dell’intelligenza collettiva
La società del futuro produrrà sempre più attraverso la capacità di trasformare la conoscenza in risorsa economica. Ovvero, lo sviluppo prossimo futuro sarà possibile soltanto a quelle società capaci di produrre, distribuire e rinnovare le conoscenze necessarie per generare nuova conoscenza e, magari, brevettarla per rivenderla.
Il percorso di trasformazione dell’economia industriale, si è sviluppato in tre tappe, che possono essere considerate tre tentativi di nuova organizzazione delle forze produttive, sia in campo economico, sia in quello sociale, che in quello culturale. Le tappe sono state sintetizzate con i concetti di new economy, net economy e knowledge economy.
Evoluzione dello sviluppo Il cambiamento paradigmatico dell’economia Dal “paradigma ortodosso”: i sistemi economici SE sono “macchine”; alla base ci sono le funzioni di produzione, quantità, prezzi, costi Al “paradigma eterodosso”: i SE sono basati sulle “relazioni”; alla base ci sono la comunicazione e il coordinamento (beni relazionali) Il cambiamento investe un triplice aspetto: Innovazione tecnologica non codificabilità, apprendimento Organizzazioni riflessività organizzativa, convenzioni, interdipendenze non mercantili e qualità relazionale Territori endogenizzazione, ambiente selettivo, sistemi locali/regionali
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New, Net, Knowledge based economy
New economy
Il nuovo modello di economia si sviluppa intorno alla diffusione delle ICT: è un’economia più aperta, globale che punta sul ruolo della comunicazione e dell’innovazione tecnologica
informatica Le trasformazioni tecnologiche, poi, sono state così profonde da riguardare le relazioni tra tutti gli agenti economici che adoperano le reti e le nuove tecnologie
ICT
telecomunicazioni
Net economy
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La contrapposizione tra old e new economy non è destinata a ridurre a poco più dello zero lo spazio della old economy; in realtà, la nuova economia e tutti gli attori in essa impegnati lavorano in modo sinergico con gli utilizzatori dei propri prodotti e servizi, appartengono in gran parte alla vecchia economia. In altre parole, che new e old economy non possono essere separate né, tanto meno, contrapposte: la rivoluzione nel calcolo e nella comunicazione riguarda sia la prima sia la seconda economia. Il link tra i due settori è garantito dalla presenza degli utilizzatori: sono loro che creano la rete di connessione tra i due settori.
Old economy
New economy Net economy
usa computer e internet per favorire l’interazione comunicativa in tutta l’economia.
Le conseguenze di questa dinamica propria della net-economy sono molto importanti: - ridurre i costi e i tempi delle transazioni (ovvero, l’efficienza degli scambi), - la realizzazione degli scambi a distanza, con un consequenziale arricchimento valoriale dei rapporti, che giungono ad essere globali. Le nuove tecnologie consentono, grazie a questa dinamica, relazioni che accrescono sia la ricchezza del rapporto, sia l’ampiezza del circuito di relazione.
Due importanti aspetti della net economy sono: 1. Economia dell’esperienza (grazie alle nuove possibilità di interazione a distanza, i bisogni/desideri dei consumatori possono essere costruiti insieme al produttore stesso) 2. Economia dell’accesso (l’economia della rete altera le convenienze relative alla proprietà e all’accesso di molte risorse materiali e immateriali)
ECONOMIA DELL’ESPERIENZA l’uso condiviso della rete diventa indispensabile, per realizzare un ragionevole compromesso tra l’unicità delle esperienze personalizzate e le economie di replicazione che il produttore deve comunque realizzare, per contenere i costi a livello industriale. La rete, infatti, consente una comunicazione ricca e personalizzata in mercati potenziali molto ampi, inoltre, permette al produttore di vendere la sua idea a una molteplicità di consumatori, ciascuno dei quali viene seguito in modo individuale, ma anche replicando dall’uno all’altro il sapere acquisito.
ECONOMIA DELL’ACCESSO Nella precedente organizzazione economica, alcuni beni di lusso (automobile, seconda casa, libri, dischi musicali, apparecchi elettronici, ecc.) venivano acquistati per poi averli a disposizione nei momenti in cui si pensava di averne bisogno. L’immobilizzazione di capitale si giustificava con la difficoltà di averli a disposizione nel momento del bisogno e con le modalità richieste. Nella net-economy questi beni e servizi possono essere ottenuti rivolgendosi a fornitori che, utilizzando la rete, sono in grado di produrre il servizio in tempi brevi e con le modalità desiderate. È la stessa logica che ha portato le imprese a privilegiare l’outsourcing.
PROBLEMA!
La rete può mettere a disposizione le risorse se esistono le connessioni adatte a velocizzare gli scambi e a ridurre i rischi di reciproca dipendenza. Un’impresa rete richiede due condizioni: - tutti i componenti della rete devono essere idonei a raggiungere risultati di efficienza ed efficacia validi, sia per l’intero sistema, sia per i singoli nodi; - un sistema sociale ed economico capace di generare consenso e cooperazione tra i soggetti, capace di assicurare il controllo sui processi essenziali del sistema e risorse adeguate all’innovazione.
COMUNITA’ VIRTUALI “nuclei sociali che nascono nella rete, quando alcune persone partecipano costantemente a dibattiti pubblici e intessono relazioni interpersonali”. Esistono tre tipi di beni collettivi che rinsaldano i rapporti sociali all’interno delle comunità virtuali: 1. il capitale sociale della rete (acquisizione di nuovi spazi virtuali e di nuovi utenti all’interno delle comunità virtuali); 2. il capitale di conoscenze (le competenze, le abilità e il sapere che i membri posseggono e mettono in comune); 3. la comunione sociale (il senso di solidarietà e vicinanza che accomuna i membri).
COMUNITA’ VIRTUALI Le comunità virtuali sono diverse da quelle alle quali siamo abituati (e che non smetteremo mai di vivere, anche in un futuro virtuale, fosse solo perché abbiamo bisogno di famiglia, di coppia, di amicizia, di cibo e di protezione), perché non seguono gli stessi schemi di comunicazione e di interazione delle comunità fisiche, ma pur tuttavia non sono irreali, né false, né troppo leggere. Esse soddisfano gli stessi bisogni di appartenenza, di sicurezza, di necessità di contatto propri dell’essere umano. Che il contatto avvenga face to face, oppure tramite un flusso di bit gestiti da un computer, la motivazione alla base delle relazioni virtuali sembra essere la condivisione emotiva dei propri vissuti esperienziali.
Knowledge based economy
l’economia, oggi, diventa sempre più economia della conoscenza, risorsa strategica la cui gestione risulta cruciale per il successo e la competitività delle imprese e dei territori su cui esse operano
Caratteri della conoscenza
La conoscenza non è riconducibile a merce
essa è in grado di produrre valore e vantaggi competitivi in ragione della sua differenza specifica
Interpretare in positivo le proprietà della risorsa conoscenza in modo da utilizzarle al meglio producendo valore grazie ad un loro impiego consapevole e organizzato
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verità
conoscenza
utilità
Fattore produttivo (no merce, no capitale)
Essa svolge la sua funzione cognitiva alla scoperta della verità solo se mantiene la sua autonomia nel processo in cui viene prodotta e in quello in cui si propaga
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Le tre capacità della conoscenza di creare valore 1. Capacità di interpretare le esperienze, rendendole apprezzabili sotto il profilo del coinvolgimento emotivo dei soggetti in gioco 2. Capacità di moltiplicare gli usi e il valore ottenuto dalla conoscenza di partenza 3. Capacità di auto-regolare i rapporti sociali tra attori che si mettono in condizione di condividere la conoscenza e le sue conseguenze economiche
La conoscenza può alimentare l’interpretazione, la moltiplicazione e l’autoregolazione solo se viene trasformata, immettendola in un ciclo produttivo dove appositi dispositi la validano, la virtualizzano, la trasferiscono nel tempo e nello spazio 17
Conoscenza personale La Old Education si basa sulla conoscenza personale
100 studenti di una classe imparano tutti contemporaneamente 100 pagine di un libro
EFFETTO DI RIDODANZA non richiesto dalla natura del compito ma creato artificialmente dalle regole dell’apprendimento
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Conoscenza personale Le regole dell’apprendimento comportano
copiare
suggerire
Ogni studente deve studiare solo con le proprie forze tutte le 100 pagine, impiegando un tempo totale pari a 10.000 ore di lavoro (se si suppone un’ora di lavoro per pagina) 19
Conoscenza sociale La New Education si basa sulla conoscenza sociale
100 studenti di una classe imparano una sola delle 100 pagine del libro
Nell’agorà della classe ogni studente completerà la sua conoscenza con il restante 99% della conoscenza di tutti gli studenti
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Conoscenza sociale Avere a disposizione più tempo libero da dedicare ad altri interessi
Condivisione
benefici
Avere a disposizione più tempo per imparare nuove cose
effetti
Moltiplicazione
La conoscenza può essere condivisa senza costi perché non si consuma con l’uso. È l’unica risorsa che può essere moltiplicata attraverso la condivisione 21
Limiti della conoscenza sociale Conoscenza personale
Conoscenza sociale
Auto-motivante: il desiderio di apprendere è tutt’uno con l’esigenza di rispondere ai propri bisogni Le conoscenze dello specialista sono prodotte perché siano utili anche agli altri
Nella new education nessun studente conoscerà il libro nella sua interezza La divisione del lavoro di apprendimento
Conoscenza impoverita 22
Limiti della conoscenza sociale Mentre la conoscenza personale consuma tempo, quella sociale fa risparmiare tempo ma deve utilizzare un insieme di dispositivi artificiali che consentono di: - condividere le conoscenze possedute dalla classe rendendole accessibili a tutti gli altri membri - motivare i singoli membri a produrre conoscenza destinata ad altre persone e non solo a se stessi
Limiti della conoscenza sociale
Affinchè qualcuno studi è necessario che siano predisposti meccanismi che rendano conveniente farlo
Motivazioni: economiche, etiche, di prestigio...
La conoscenza per diventare moltiplicabile deve essere trasferita in un mondo artificiale, costruito in modo da rendere possibile e conveniente la condivisione 24
Limiti della conoscenza sociale
Ma un soggetto collettivo è in grado sempre di motivare i singoli membri ad agire nell’interesse comune?
Il circuito della conoscenza sociale si può inceppare anche se una solo funzione richiesta dalla divisione del lavoro non viene svolta o viene svolta male
Ciascun specialista dipende, per le sue prestazioni, dal comportamento e dal sapere degli altri
Limiti della conoscenza sociale
Come è possibile fidarsi del comportamento degli altri?
La fiducia nasce dalle motivazioni che ognuno attribuisce agli altri
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Limiti della conoscenza sociale
Se c’è spirito di corpo
Il gruppo avrà un’identità collettiva
Gemeinschaft
Ciascuno sente il valore dell’interesse comune e si regola di conseguenza
L’identità comunitaria è fattore decisivo per portare le singole persone a produrre e condividere le conoscenze
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Limiti della conoscenza sociale Con l’avvento della new education si è perso il senso del gruppo: i rapporti non sono più face to face
Gesellschaft
Rapporti impersonali, anonimi, basati sullo scambio piuttosto che sull’appartenenza comune
La comunità perde le radici e al suo posto arriva la società degli individui auto-interessati che stanno insieme perché scambiano merci e servizi tra loro, ma che non fanno niente per niente 28
Conoscenza proprietaria Se il mediatore della condivisione diventa il denaro
La conoscenza per essere moltiplicata diventa conoscenza proprietaria, capace di produrre una rendita a favore del possessore
Si crea un mercato della conoscenza in cui essa viene prodotta e ceduta per denaro, non per liberalità o identificazione col gruppo sociale
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Conoscenza proprietaria E chi non può o non è disposto a pagare? Rimane escluso dal circuito cognitivo e dai suoi benefici
Ed è questa esclusione dei non paganti che dà valore alla conoscenza proprietaria trasformando una risorsa sociale in un capitale privato
Il sapere non è più liberamente disponibile ma diventa scarso, anche se in maniera artificiale
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Conoscenza proprietaria Mantenere il controllo del circuito di uso della conoscenza serve ad impedire comportamenti opportunistici ed è il primo passo per escludere dalla conoscenza i non paganti
L’acquirente potrebbe non limitarsi ad usare la conoscenza acquisita ma anche rivenderla ad altri magari a prezzi più bassi - facendo concorrenza al produttore originario
Se si vuole costruire un sistema efficiente di propagazione e riproduzione bisogna impedire il libero ri-uso della conoscenza da parte degli acquirenti (es. il copyright) 31
L’economia cognitiva
L’economia cognitiva
ieri
oggi
La produzione di merci a mezzo di merci
La produzione di valore a mezzo di conoscenza o produzione di conoscenza a mezzo di conoscenza
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L’economia cognitiva lavoro
Lavoro cognitivo Speso per produrre, trasformare, trasferire o usare conoscenze
lavoratori
Knowledge workers Una risorsa cognitiva che deve essere remunerata non per la fatica ma per le competenze distintive apportate al processo lavorativo o per i risultati raggiunti 34
L’economia cognitiva capitale
capitale cognitivo
Assume natura immateriale, invisibile
Capitale relazionale della rete
Capitale sociale del territorio
Capitale culturale le pratiche sociali, i simboli, le norme
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Le nuove fonti di produttività Quando l’economia comincia ad impiegare lavoro cognitivo che produce conoscenze propagabili ad una miriade di applicazioni servono canali di propagazione adeguati e un’organizzazione istituzionale che sia corrispondente ai nuovi bisogni Se queste condizioni si verificano la produzione viene messa in moto da conoscenze che generano più valore (utilità) del lavoro speso nella trasformazione energetica della terra o del metallo
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Le nuove fonti di produttività Lavoro energetico
Lavoro cognitivo
Obiettivo di lungo periodo
Non si lavora più per realizzare apprendimenti rapidi ma per produrre conoscenze che diventeranno:
Capitale cognitivo Conoscenze da usare in tempi differiti
Eccedenze cognitive Conoscenze da “conservare” perché potrebbero diventare utili in futuro
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Le nuove fonti di produttività
1. Uso generalizzato di energia artificiale
...sia nel consumo che nella produzione. Abbassa i costi e aumenta l’utilità ritraibile dal consumo di oggetti materiali
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Le nuove fonti di produttività
2. La dilatazione del consumo immateriale
...ossia dell’utilità ottenuta da prestazioni cognitive che vengono fornite direttamente all’utilizzatore senza la mediazione di un oggetto materiale.
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Le nuove fonti di produttività
3. L’economia delle esperienze*
ossia quel modo di produrre valore che passa non per la prestazione materiale ma per il significato che questo acquista nel corso di un’esperienza di produzione o di consumo. Nella società contemporanea si consumano significati e non oggetti *Pine II, Gilmore, 1999
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Le nuove fonti di produttività
4. Il moltiplicatore
... il lavoro cognitivo può produrre valore a seconda nel numero dei ri-usi della conoscenza. Più si espande il bacino del ri-uso e più si incrementa la specializzazione del lavoro cognitivo, più il costo di riproduzione si abbasserà fino a comprimersi del tutto. 41
Le nuove fonti di produttività
5. La serendipty*
...ossia la possibilità di trovare, nella propagazione delle conoscenze, cose diverse da quelle che si stavano inizialmente cercando * Merton, Barber, 1992 42
I dati sono descrizioni oggettive di eventi o situazioni, ma non forniscono alcuna interpretazione di essi. Le informazioni attribuiscono anche un significato ai dati, ne indicano la rilevanza e lo scopo e forniscono anche la base per poter compiere ulteriori azioni. La conoscenza viene definita come l’insieme di dati e informazioni contenute nella testa delle persone, per cui si identifica per il contributo umano che in essa c’è e per il valore economico e sociale che essa veicola. Torna all’inizio