Newsletter Europa Numero 3 – Anno 1
Periodico della Delegazione di Federchimica presso l’Unione Europea
Dicembre 2013
SOMMARIO
PRIMO PIANO…………………………………………………………………….....p. 2 APPROFONDIMENTO……………………………………………………………...p. 7 FLASH NEWS…………………………………..………..………..…..…...…….....p. 8 INIZIATIVE APERTE ALLA FIRMA………………………..................................p. 11 E-CONSULTATIONS………………………………….……...………………….....p. 12 AGENDA………………………………………...……………………………….......p. 12
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PRIMO PIANO L’ORIZZONTE DELLA R&I IN EUROPA DIVENTA FINALMENTE PIÙ NITIDO (continua a p. 2) ITALIA E SMART CITIES (continua a p. 3) LA LEGISLAZIONE EUROPEA É DAVVERO SMART? (continua a p. 3) COME POTENZIARE IL PESO DEI CARBURANTI ALTERNATIVI IN EUROPA? (continua a p. 4) SI
FA PIÙ FORTE LA RICHIESTA DI POLITICHE COMUNITARIE PER I BIOCARBURANTI AVANZATI (continua a p. 5)
NEGOZIATI USA E UE (continua a p. 5) VARSAVIA: ALTRO ROUND NEGOZIALE PER UN ACCORDO GLOBALE SUL CLIMA (continua a p. 6)
1 MILIONE DI FIRME PER FERMARE LA VIVISEZIONE (continua a p. 6)
PRIMO PIANO L’ORIZZONTE DELLA R&I IN EUROPA DIVENTA FINALMENTE PIÙ NITIDO A due anni dalla pubblicazione della proposta legislativa, i finanziamenti europei per la ricerca e innovazione europea nel periodo 2014-2020 sono finalmente disponibili. Horizon 2020 prevede uno stanziamento complessivo di 70,2 miliardi di euro a prezzi costanti. Si tratta di una cifra più consistente del 30% rispetto al programma precedente. Molte sono le voci di interesse per il settore chimico che potrà accedere trasversalmente a diverse linee di finanziamento. Il budget è suddiviso, infatti, su tre pilastri: ricerca pura (24 miliardi), innovazione industriale (17 miliardi) e sfide sociali (circa 30 miliardi). Sono soprattutto queste ultime due voci ad essere particolarmente interessati per le imprese chimiche. La leadership industriale comprende, infatti, una serie di fondi volti a sviluppare le tecnologie chiavi per il futuro industriale quali nanotecnologie, le biotecnologie e i materiali avanzati. Le aziende chimiche potranno trovare spazio anche nei fondi per l'innovazione destinati ad affrontare le cosiddette sfide sociali del futuro come l'invecchiamento della popolazione, la sostenibilità, l’energia e i trasporti, i cambiamenti climatici. In tutti questi casi la chimica può giocare un ruolo importante e i fondi totali messi a disposizione ammontano a quasi 30 miliardi per il periodo 2014-2020, di cui 4 solo per lo sviluppo della bioeconomia. Infine, molta attenzione sarà destinata alle PMI, le quali potranno accedere ad una percentuale riservata del budget ossia al 20% dei fondi destinati alla leadership industriale e alle sfide A cura della Delegazione di Federchimica presso l’Unione Europea
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sociali. Le PMI potranno usufruire, inoltre, di programmi specifici come COSME volto, con 3,4 miliardi di euro, ad agevolare l'accesso al credito. Il programma partirà ufficialmente il prossimo anno, ma i primi bandi sono già in fase di definizione e di lancio. Per maggiori informazioni consultare il link delle Direzione Generale Ricerca e Innovazione: http://ec.europa.eu/research/index.cfm?pg=home&lg=en
ITALIA E SMART CITIES Di Smart Cities si parla da un po’ non solo a Bruxelles. Non è un caso se ben tre Commissari europei, il Commissario Oettingher per l’energia, Kallas per i trasporti e Kroes per l’agenda digitale, hanno unito gli sforzi per creare un partenariato europeo per l’innovazione cui destinare circa 200 milioni di euro durante il biennio 2014-2015. I fondi potranno essere oggetto di progetti presentati anche da imprese chimiche. Come migliorare la mobilità nelle città in Europa, come pensare le nuove infrastrutture urbane in modo tale da coinvolgere ex-ante i cittadini e le imprese, come diventare un modello per i Paesi emergenti cui esportare i progetti già realizzati nelle città europee. Sono alcuni quesiti emersi durante la riunione del partenariato europeo per l’innovazione sulle Smart Cities and Communities che si è tenuta a Bruxelles il 26 novembre. Alla riunione hanno preso parte molte aziende spagnole e del Nord-Europa, dove numerosi progetti sono già in corso. Già nel 2011 la Commissione europea aveva lanciato un programma di 81 milioni di euro sulle Smart Cities e Communities riservato a progetti di natura energetica per migliorare l’approvvigionamento, la distribuzione e la gestione delle reti energetiche cittadine. In seguito, il programma è stato ampliato anche ad altri settori come l’ICT (information technology) e il trasporto incrementando il budget per il 2013 a 365 milioni di euro. Durante l’incontro del 26 novembre, la Commissione ha poi annunciato che aprirà nella primavera 2014 la possibilità alle parti interessate di aderire al partenariato per poter sviluppare nuove collaborazioni e stimolare l’innovazione nel settore. Il link cui attingere maggiori informazioni è il seguente: http://ec.europa.eu/eip/smartcities/about-partnership/what-isit/index_en.htm. L'interesse verso le Smart Cities è molto sentito anche da Confindustria. Infatti, il Presidente Giorgio Squinzi è membro dell'High Level Group istituito dall'Unione europea che sta elaborando delle linee programmatiche in vista dei futuri stanziamenti europei.
LA LEGISLAZIONE EUROPEA É DAVVERO SMART? Probabilmente la prima risposta che viene in mente è un secco no. Tuttavia non si può negare che la Commissione europea ce la stia mettendo tutta per migliorare la sua attività e le sue proposte legislative, rendendole più a misura di PMI. Tuttavia i tentativi di pensare prima alle PMI e di calcolare l’impatto economico delle proposte legislative non sembrano soddisfare pienamente l’Associazione europea delle camere di commercio, Eurochambres, che ha recentemente criticato la metodologia usata dalla Commissione europea per valutare gli effetti delle proposte normative sulle PMI.
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Secondo lo studio realizzato da Eurochambres, (http://www.eurochambres.eu/Content/Default.asp?PageID=1&DocID=5794), le valutazioni d’impatto realizzate dalla Commissione sarebbero superficiali e non sarebbero in grado di cogliere le reali criticità riscontrate dalle PMI. Linee guida ampie, la mancanza di una metodologia comune e di standard minimi lascerebbero troppa discrezionalità ai funzionari preposti alle analisi.
COME POTENZIARE IL PESO DEI CARBURANTI ALTERNATIVI IN EUROPA? La riduzione delle emissioni di CO2 passa, secondo l’UE, attraverso lo sviluppo dei carburanti alternativi che permetterebbero, per altro, di ridurre la dipendenza europea dalle materie prime fossili importate dal golfo o dalla Russia. Con questa convinzione, da tempo l’Europa dibatte non solo di emissioni delle auto e biocarburanti, ma anche di qualità dei carburanti e di carburanti alternativi. Recentemente la Commissione Trasporti e Turismo del Parlamento europeo ha approvato, sotto la guida dell’eurodeputato italiano Carlo Fidanza (Fratelli d’Italia, PPE), una proposta di Direttiva che stabilisce degli obiettivi obbligatori di rafforzamento della struttura di rifornimento per carburanti alternativi quali l’elettrico, l’idrogeno, il gas naturale. La Direttiva contempla anche il GPL e il GNL che possono essere oggetto di misure specifiche nei piani di sviluppo strategico che ogni Stato membro dovrà preparare. Per il GNL si prevede, ad esempio, che ogni Stato membro si doti di almeno un punto di approvvigionamento per le autocisterne refrigerate. Il testo approvato dalla Commissione Trasporti del Parlamento è sicuramente ambizioso e sarà probabilmente osteggiato dai governi dei 28 Paesi UE, la cui approvazione è necessaria affinché la Direttiva possa entrare in vigore. Gli Stati temono, infatti, che obblighi numerici comportino un aumento dei costi in un momento in cui le finanze pubbliche continuano ad essere sotto stress. I ragionamenti di natura prettamente tecnica o ambientale si sono ben presto trasformati in occasioni per un acceso confronto politico ed industriale. Si pensi ad esempio alla proposta di adottare in tutta Europa lo standard tedesco per le ricariche elettriche, standard diverso da quello francese, o alle resistenze sul GPL di alcuni Paesi che stanno investendo principalmente sul metano, Germania in primis. La discussione in Parlamento ha poi fornito l’occasione per riproporre le discussioni già avviate sulla qualità dei carburanti. Nel tentativo di alzare sempre più l’asticella della salvaguardia ambientale in Europa si è infatti aggiunto un nuovo livello di differenziazione tra i carburanti. Non si vuole più parlare semplicemente di carburanti fossili o non fossili ma anche di convenzionali e non convenzionali tra i fossili. D’innanzi all’aumentare della produzione globale di petrolio e gas naturale da fonti non convenzionali quali i gas di scisto e il petrolio da sabbie bituminose, la Commissione sta discutendo con i 28 governi UE per attribuire valori di emissioni diverse al carburante finale in base all’origine della materie prime. In questo modo si vorrebbe scoraggiare l’utilizzo di gas naturale e petrolio non convenzionali la cui estrazione è considerata più inquinante dal punto di vista ambientale. Di diverso avviso il Canada, paese ricco di petrolio da sabbie bituminose, che sta conducendo un’intensa campagna diplomatica per dissuadere l’Europa dal procedere in questa direzione.
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FA PIÙ FORTE LA RICHIESTA DI POLITICHE COMUNITARIE PER I BIOCARBURANTI AVANZATI
Un gruppo di sei società internazionali di produttori di automobili e di carburanti (Volkswagen, OMV Shell, Honda, Neste Oil e Daimler) ha esortato l'UE a introdurre delle politiche per promuovere lo sviluppo dei biocarburanti avanzati che potranno contribuire a ridurre le emissioni nel trasporto stradale nel corso dei prossimi decenni. Secondo lo studio pubblicato il 26 novembre 2013 e commissionato da questo gruppo di aziende “I biocarburanti avanzati dovrebbero avere un maggiore ruolo”. La relazione, elaborata dalla società di consulenza E4tech, ritiene che i biocarburanti avanzati possano rappresentare, nel 2030, almeno il 20% del mercato dei biocarburanti. Tuttavia se non si cambierà il quadro normativo attuale, i biocarburanti avanzati contribuiranno soltanto in piccola parte agli obiettivi energetici UE 2020. Le difficoltà legate all’elaborazione di una politica europea coerente sui biocarburanti avanzati sono esemplificate dal controverso dibattito tra i 28 Stati UE impegnati nel trovare un consenso sulla proposta di Direttiva sui biocarburanti, nota con il nome di “ILUC”. Sussistono forti divergenze tra, da un lato, il Regno Unito, Paesi Bassi, Italia, ed i paesi scandinavi (produttori di biocarburanti avanzati e di bioetanolo) e, dell'altro i paesi come la Polonia e l'Ungheria (produttori di biodiesel) che sono ostili a quest’idea perché sarebbero probabilmente penalizzati con l'inclusione delle misure ILUC. Il rapporto è scaricabile al seguente link: http://www.e4tech.com/PDF/EU_Auto-Fuel-report.pdf
NEGOZIATI USA E UE Sono ripresi i negoziati per un accordo di libero scambio (TTIP) tra l’UE e gli USA dopo il blocco amministrativo negli USA legato alle tensioni politiche interne al Congresso americano per l’approvazione del bilancio 2014 e allo scandalo delle intercettazioni telefoniche. Si stanno acuendo sempre più le resistenze verso un accordo commerciale che diverse ONG temono possano ridurre gli standard normativi europei in molti ambiti, da quello chimico a quello sanitario o a quello agricolo. Ad alimentare ulteriormente le diffidenze si aggiunge la recente pubblicazione di un documento riservato discusso dalla Commissione europea assieme agli Stati membri sulle strategie comunicative da seguire. Il documento (http://notat.dk/issues-paper-communicating/), ottenuto dal giornale danese Notat, tendenzialmente critico nei confronti dell’UE, suggerisce di intraprendere una strategia comunicativa più proattiva per spiegare il contenuto e le finalità del TTIP ai cittadini europei e superare le crescenti diffidenze. In particolare, l’obiettivo di fondo sarebbe di tranquillizzare i consumatori sul mantenimento degli elevati standard europei e sul peso negoziale dell’UE rispetto alla controparte, da alcuni ritenuta più forte e determinata di quella europea.
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VARSAVIA: ALTRO ROUND NEGOZIALE PER UN ACCORDO GLOBALE SUL CLIMA Ci sono molti modi per interpretare i risultati di un round negoziale su un tema sempre caldo come quello climatico. Per la Commissaria europea per il clima, la danese Connie Hedegaard, i negoziati di Varsavia sono stati difficili e tortuosi, ma hanno mostrato che davvero esiste la possibilità di raggiungere un accordo sul clima. Molto più negative le reazioni di diverse ONG, tra le quali Greenpeace, Legambiente o Corporate Observatory Europe, per le quali si è assistito ancora una volta ad uno scandaloso nulla di fatto con i negoziati dominati dai Paesi più inquinanti e dalle grandi multinazionali. Anche BusinessEurope, la Confindustria europea di cui è Presidente Emma Marcegaglia, ha rilevato “gli scarsi progressi compiuti e ha ribadito che anche l’industria beneficerebbe di un accordo globale sul clima”. Per BusinessEurope è tuttavia importante che l’Europa eviti approcci unilaterali legiferando prima che gli altri Stati assumano impegni chiari. Quest’approccio ha, infatti, già mostrato i suoi limiti”. A novembre si è svolta a Varsavia la 19esima sessione della Conferenza sul Clima dell’ONU (Conference of the Party - Cop 19) con l’obiettivo di stabilire un’agenda precisa e di avanzare i negoziati in vista di un accordo globale sul clima da raggiungere nel 2015.Anche l’Australia ha dichiarato di voler ridurre le sue ambizioni climatiche, mentre il Brasile ha ammesso un aumento più ampio del previsto della deforestazione. A questo si aggiungono le tensioni ormai note sulla suddivisone degli oneri e delle responsabilità tra Paesi industrializzati e Paesi ancora classificati come in via di sviluppo e il riferimento alla responsabilità storica dei paesi con i sistemi industriali più radicati. Insomma, per quanto nelle ore finali della conferenza di Varsavia, i governi si siano accordati frettolosamente su un’agenda per i prossimi negoziati, un accordo globale vincolante sul clima entro il 2015 rimane ancora poco più che un miraggio.
1 MILIONE DI FIRME PER FERMARE LA VIVISEZIONE Ha raggiunto il milione di firme in Europa la petizione europea che chiede di terminare la sperimentazione medica sugli animali. Si tratta della terza iniziativa europea dei cittadini a raggiungere la soglia di firme necessarie per poter essere considerata valida. Le iniziative dei cittadini europei sono uno strumento ideato per consentire una partecipazione più diretta al processo legislativo europeo e consentono ad un milione di cittadini di chiedere alla Commissione europea di presentare una proposta legislativa su un determinato tema. Oltre alla richiesta di fermare la sperimentazione medica sugli animali, hanno superato il milione di firme altre due petizioni. La prima riguarda l’acqua e chiede alla Commissione europea di presentare una proposta legislativa che garantisca l’accesso all’acqua potabile a tutti i cittadini e che vieti la liberalizzazione del settore idrico. La seconda chiede, invece, di togliere i finanziamenti europei alla ricerca scientifica che prevede la distruzione di embrioni umani. La lista di tutte le petizioni aperte alla raccolta firme è costantemente aggiornata nelle pagine finali della newsletter.
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APPROFONDIMENTO FA DISCUTERE IL FUTURO DEI RIFIUTI DI PLASTICA Ridurre l’inquinamento legato alla plastica e garantire maggiore spazio per i prodotti riciclabili, biodegradabili o biocompostabili sono le direzioni in cui si sta articolando il dibattito europeo. Per la Commissione Ambiente, Sanità pubblica e Sicurezza alimentare (ENVI) del Parlamento europeo non ci sono dubbi sulla necessità di ridurre l’inquinamento legato ai rifiuti di plastica e di aumentarne il tasso di riciclaggio. Attraverso una risoluzione di indirizzo politico elaborata sotto la guida dell’ On. Vittorio Prodi (Pd, Socialisti e Democratici), la Commissione ENVI chiede che siano introdotte delle misure specifiche sulla plastica all’interno della legislazione europea in materia di rifiuti, che siano stabiliti obiettivi per la raccolta e il riciclaggio della plastica e che sia scoraggiato il recupero energetico di quest’ultima. Nel testo si chiede anche di eliminare progressivamente entro il 2020 gli additivi pericolosi usati nella plastica e di prestare maggiore attenzione alle fasi di progettazione dei prodotti per incrementarne sostenibilità e riciclabilità. Le misure proposte non riguardano solo i produttori ma anche gli operatori dei sistemi di raccolta e riciclaggio per i quali si richiedono maggiori investimenti al fine di sviluppare l’innovazione tecnologica e norme uniformi a livello europeo. Per gli europarlamentari della Commissione ENVI la plastica usata deve essere considerata sempre di più come una risorsa e non come un rifiuto, nell’ottica di incrementare un uso efficiente delle risorse e ridurre il nostro consumo di materie prime. I consumatori sono una parte essenziale del sistema e per questo motivo, nella risoluzione, si suggerisce di intraprendere una serie di campagne per sensibilizzarli ulteriormente e per informarli sulle differenze esistenti tra diverse tipologie di plastica. Benché la risoluzione non abbia valore giuridico, i settori interessati hanno seguito con apprensione l’elaborazione della relazione. La plastica è da tempo un’osservata speciale per molte ONG che criticano pesantemente l’inquinamento terrestre e soprattutto marino legato ad uno smaltimento inadeguato dei rifiuti. Viste le numerose campagne per ridurre l’utilizzo di questo materiale si temeva, infatti, che potessero emergere messaggi radicali e penalizzanti per il settore. Il testo approvato dalla Commissione ENVI, pur mantenendo messaggi abbastanza critici, rappresenta sicuramente un risultato più equilibrato rispetto alle premesse. OSSERVATI SPECIALE: SACCHETTI DI PLASTICA!
Nel dibattito parlamentare attenzione particolare è stata rivolta ai sacchetti di plastica. Nel testo approvato si afferma, ad esempio, che i sacchetti non riciclabili, non biodegradabili e non compostabili dovrebbero essere radicalmente ridotti e, dove possibile, eliminati. Quest’idea è per altro oggetto di una vera e propria proposta legislativa della Commissione europea che modifica la Direttiva sugli imballaggi 94/62/CE. La Commissione europea ha, infatti, proposto che gli Stati UE adottino le misure necessarie per assicurare una riduzione del consumo di borse di A cura della Delegazione di Federchimica presso l’Unione Europea
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plastica in materiale leggero ossia di spessore inferiore ai 50 micron. Si tratta di una notizia sostanzialmente positiva anche per il governo italiano raggiunto nel 2011 da una procedura d’infrazione alle regole del mercato unico europeo proprio per aver vietato l’utilizzo dei sacchetti di plastica: http://ec.europa.eu/environment/waste/packaging/pdf/proposal_plastic_bag.pdf SICUREZZA DELLA PLASTICA: PARLIAMONE!
Il rapporto tra scienza e politica, l’importanza del dialogo e della trasparenza e la percezione dei rischi sono stati al centro di una conferenza a Bruxelles alla quale hanno partecipato politici, funzionari delle Istituzioni europee, accademici e imprenditori. Alla conferenza di due giorni, organizzata da PlasticsEurope, è intervenuto anche il Vicepresidente di Federchimica con delega per l’Europa, Daniele Ferrari (nonché CEO della Versalis) il quale ha ricordato l’importanza dell’innovazione in una società sempre più avversa al rischio. Per Ferrari “senza innovazione, nel medio periodo le aziende europee perderanno competitività dinnanzi alla concorrenza sempre più determinata delle imprese extra europee, le persone perderanno i loro posti di lavoro con conseguenze negative per l’intera comunità. Nel lungo termine sarà essenziale riuscire a soddisfare le esigenze di una popolazione che crescerà fino ai 9 miliardi.” Il Vicepresidente Ferrari ha invitato a prendere parte alla Conferenza, la Presidente della Commissione Industria, Ricerca ed Energia del Parlamento europeo, Amalia Sartori, la quale ha ribadito la necessità di alleggerire il peso della legislazione UE per le imprese e, in particolare, per le PMI e ha illustrato le azioni promosse a tal fine dalla Commissione parlamentare di cui è Presidente. Per la Sartori “l’Europa non deve perdere i settori di cui può essere fiera. La plastica è uno di questi e non va dimenticato”. Forte apprezzamento per la conferenza e la molteplicità delle parti rappresentate è stato espresso anche dalla Prof.ssa Anne Glover, Capo consulente scientifico del Presidente della Commissione europea Manuel Barroso. “Parlare con persone di opinioni differenti – ha affermato Anne Glover – ci permette di pensare in maniera diversa e di catturare le opportunità di cui abbiamo bisogno per progredire in Europa”. La Prof.ssa Glover ha poi concluso il Suo intervento ricordando che “la percezione del rischio influenza l’opinione pubblica e, di conseguenza, il comportamento dei politici. Non dovremo mai prendere decisioni importanti sulla base delle nostre emozioni”.
FLASH NEWS LE PMI HANNO IL VENTO IN POPPA Dopo cinque anni di difficoltà economiche, nel 2013 le PMI (Piccole Medie Imprese) dovrebbero conoscere un momento di tregua secondo le previsioni della Commissione europea. Per la prima volta dal 2008, le PMI dovrebbero registrare un aumento sia dell'occupazione (+ 0,3%) e
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sia del valore aggiunto (+ 1%). È la proiezione ottimista che la Commissione europea segnala nel suo rapporto del 2013 sullo “Small Business Act”, pubblicato il 26 novembre 2013. Antonio Tajani, Commissario per l'industria e l’imprenditoria, ha sottolineato che “le PMI sono il motore della nostra economia poiché ci aiutano, in questo momento, ad uscire lentamente dalla crisi economica, la più grave che l’UE abbia conosciuto in quest’ultimi 50 anni”. Le PMI sono state fortemente colpite dalla crisi: il rapporto segnala che, solo nel 2012, si sono persi circa 610.000 posti di lavoro (-0,7% rispetto al 2011). Il contributo al PIL delle PMI è passato da 3,44 miliardi di euro nel 2011 a 3,39 miliardi nel 2012 (- 1,3%). Le perdite di posti di lavoro nelle PMI si sono concentrate più intensamente negli Stati membri più vulnerabili ancora in preda alla crisi del debito sovrano. Il rapporto è disponibile al seguente link: http://ec.europa.eu/enterprise/policies/sme/factsfigures-analysis/performance-review/index_en.htm SEMAFORO VERDE PER LIFE+ Il Parlamento europeo ha ratificato, il 21 novembre, l'accordo concluso i Governi nazionali sul programma LIFE+ ed il suo bilancio per il 2014-2020. Lo strumento finanziario per l'ambiente sarà dotato di 3,1 miliardi di euro (contro 2,2 miliardi attuali). Secondo il nuovo programma, i progetti eleggibili ad un cofinanziamento dell'UE saranno scelti in base alle loro qualità e al loro potenziale e non più in base ad un sistema che prevedeva un'attribuzione dei fondi per Stato membro. Il Parlamento inoltre ha riservato 864 milioni di Euro per un sottoprogramma separato dedicato all’azione per il clima. Per maggiori informazioni sul come partecipare ai bandi consultare il seguente link: http://ec.europa.eu/environment/life/index.htm LE
ASSOCIAZIONI CHIMICHE GIAPPONESI E DELL’UNIONE EUROPEA VERSO UNA PIÙ STRETTA
COLLABORAZIONE.
L’Associazione europea dell’industria chimica (Cefic) e l’Associazione giapponese dell’industria chimica (JCIA) hanno espresso il loro appoggio su un “ambizioso e omnicomprensivo accordo commerciale” tra l’Unione europea ed il Giappone, che include anche una cooperazione a livello normativo. Nel 2012, la bilancia commerciale per il settore chimico fra l’UE ed il Giappone era sostanzialmente in equilibrio con 6,2 miliardi di Euro per le esportazioni in Giappone e 6,1 miliardi di Euro d’importazioni, secondo il Cefic. Nel marzo 2013, l'UE ed il Giappone hanno deciso di iniziare i negoziati per un accordo di libero scambio. Il secondo round negoziale si è tenuto il 21-25 ottobre 2013 a Bruxelles, mentre il prossimo è previsto per l’inizio del 2014. LA GERMANIA DECIDE DI TAGLIARE DRASTICAMENTE GLI OBIETTIVI PER L’ENERGIA RINNOVABILE Una decisione dell'ultimo minuto presa dalla nuova coalizione tedesca dei Cristiani e Social Democratici sugli obiettivi per l’energia rinnovabile ha sorpreso l'industria tedesca dell'energia rinnovabile. L'accordo della coalizione CDU (Partito Cristiano Democratico) - CSU (Unione Cristiano Democratica) e SPD (Partito Social Democratico) fissa non soltanto gli obiettivi obbligatori per quanto riguarda l'energia rinnovabile, idea in parte osteggiata dall’SPD, ma li riduce significativamente. La parte dell'elettricità da rinnovabili passerà dal 22,6% nel 2012 al 40-45% nel 2025. Inizialmente la Germania si era posta un obiettivo del 38,6% nel 2020. Secondo un calcolo dell'associazione tedesca per le energie rinnovabili, BEE, il nuovo obiettivo comporterà un aumento annuale dell’1,25 % di energia da rinnovabili fino al 2025. I nuovi obiettivi sono stati accolti favorevolmente dall'industria tedesca energivora e i servizi pubblici che utilizzano combustibili fossili. La coalizione prevede di terminare la riforma del sistema di incentivo per le rinnovabili (Feedin-Tariff— FIT) entro Pasqua 2014. A cura della Delegazione di Federchimica presso l’Unione Europea
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68 MILIONI DI EURO PER PROGETTI SULL’ACQUA Secondo indiscrezioni, il budget europeo a disposizione per progetti di R&I sull’acqua sarà di 68 milioni di euro nel 2014 e 96 nel 2014. La pubblicazione ufficiale dei primi bandi e dei programmi di lavoro per il biennio 2014-2015 avverrà il 10 dicembre. Le priorità attorno alle quali si svilupperanno i bandi saranno quelle definite dal Partenariato europeo per l’acqua e riguarderanno il riuso, la depurazione dell’acqua, la cooperazione in ricerca e innovazione e lo sviluppo della commerciabilità delle soluzioni innovative identificate. Nelle prossime edizioni della Newsletter daremo informazioni più dettagliate sui bandi. MAGGIORE PROTEZIONE PER I SEGRETI INDUSTRIALI I segreti industriali e le informazioni confidenziali sui processi produttivi, che spesso non sono oggetto di brevetto, potranno godere di una maggiore tutela in Europa. La Commissione europea ha, infatti, presentato una proposta legislativa per migliorare le regole contro l'acquisizione, l'utilizzo e la divulgazione illeciti del know-how e delle informazioni commerciali riservate (segreti commerciali). L’annuncio è stato accolto con estremo favore dal Cefic e da BusinessEurope per i quali “la proposta stimolerà l’innovazione e renderà l’UE più attraente per gli investimenti stranieri”. Il testo della proposta è disponibile al seguente link: http://ec.europa.eu/internal_market/iprenforcement/trade_secrets/index_en.htm ECHA: PIÙ DATI SUI NANOMATERIALI Mentre continuano i lavori all’interno della Commissione europea per analizzare l’impatto di una modifica degli allegati del REACH per meglio includere i nanomateriali, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, ECHA, ha recentemente ribadito la necessità di maggiori dati sui nanomateriali. Wim de Coen, capo dell’unità valutazioni, ha, infatti, affermato che attualmente solo una decina di sostanze sono state registrate come nanomateriali e ha quindi auspicato che le aziende aggiornino i dossier già registrati per fornire informazioni adeguate anche su eventuali forme nano. Per de Coen “non si tratta di voler far test aggiuntivi su ogni cosa e nemmeno di voler stigmatizzare i nanomateriali” - ma di rendere più semplici i “read across“ per le aziende. Al termine del workshop, organizzato dall’associazione delle industrie di nanotecnologia, i presenti hanno concordato sulla necessità di un dialogo costruttivo tra autorità e industria. BPA, LA DISCUSSIONE INFINITA Che la Francia stia adottando misure sempre più severe sulle sostanze chimiche è ormai un dato di fatto. Dopo la strategia nazionale sugli interferenti endocrini, il registro nazionale sui nanomateriali è ora la volta del BPA (Bisfenolo A). La Francia ha proposto una classificazione ed etichettatura armonizzata del BPA che ne innalza il grado di tossicità per la riproduzione. Questa proposta è stata duramente criticata dalla Germania e, in parte, dall’Olanda e dalla Gran Bretagna per le quali la Francia avrebbe basato la sua analisi su un numero ristretto di studi ignorandone altri e concentrandosi sull’ipotesi, molto controversa a livello scientifico, di effetti a basse dosi. Più allineate con la proposta francese si sono dimostrate Norvegia, Svezia, Danimarca, Italia e Belgio. Per la Svezia e l’ONG svedese ChemSec, invece, il livello di tossicità attribuito al BPA dovrebbe essere ancora più elevato rispetto a quanto suggerito dalla Francia.
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AL VIA IL PIANO DI IMPLEMENTAZIONE DELLA TABELLA DI MARCIA
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DELL’UE SULLE SVHC
La Commissione europea e l’ECHA hanno annunciato che il piano d’implementazione per la tabella di marcia sulle sostanze molto pericolose (SVHC) è stato approvato, il 27 novembre, in seguito ad una riunione delle autorità competenti REACH e CLP. La tabella di marcia mira ad identificare ed includere nella candidate list del REACH tutte le sostanze SVHC entro il 2020. L'annuncio è stato fatto durante un evento sull'implementazione della tabella di marcia organizzata dalla Commissione europea per gli stakeholders. SACCHETTI DI PLASTICA: LA CORTE EUROPEA DI GIUSTIZIA CONFERMA LE SANZIONI La Corte di Giustizia dell’UE ha confermato la partecipazione di Gascogne Sacco Deutschland, il Grouppo Gascogne e Kendrion ad un cartello riguardante i prezzi dei sacchetti di plastica. Di conseguenza ha convalidato quanto già convalidato dalla Commissione Europea nel 2005 e dalla Corte Generale nel 2011, e confermato le multe imposte a queste società.
INIZIATIVE APERTE ALLA FIRMA Un'iniziativa dei cittadini costituisce un invito rivolto alla Commissione europea dai cittadini affinché proponga un atto legislativo su questioni per le quali l'UE ha la competenza di legiferare. Un'iniziativa deve essere sostenuta da almeno un milione di cittadini europei, di almeno 7 dei 28 Stati membri dell'UE. Per ciascuno dei 7 paesi è inoltre richiesto un numero minimo di firme: per l’Italia 54.750. Iniziative aperte alla firma
Termine per la raccolta Obiettivo dell’iniziativa firme
Iniziativa libera europea di
25/11/2014
Classificazione delle sigarette elettroniche e dei prodotti relativi come i prodotti ricreativi
Vaping
per tutti gli usi e non come medicinali, il tabacco o simili prodotti, indipendentemente dal contenuto della nicotina. Weed like to talk
20/11/2014
Legalizzare la cannabis. L’ECI “Weed like to talk” punta su fare adottare all'UE una politica comune
sul
controllo
regolamentazione
di
e
sulla
produzione
della
cannabis, sull’uso e la vendita. Iniziativa Europea per il Pluralismo dei Media
19/08/2014919/08/2014 Protezione del pluralismo dei media attraverso la parziale armonizzazione delle legislazioni nazionali relative alla proprietà e alla trasparenza, al conflitto d’interesse con incarichi
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politici
e
all’indipendenza
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degli
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organismi di regolamentazione. ACT 4 Growth
L’ECI ha 4 proposte concrete d'intervento
10/06/2014
politico per lo sviluppo dell'imprenditorialità femminile come strategia per una crescita economica sostenibile in Europa. Lasciatemi votare
Integrare i diritti del cittadino europeo elencati
28/01/2014
nell'articolo
20§2
TFUE
(Trattato
sul
Funzionamento dell’UE) col diritto di votare ad ogni elezione politica nello Stato membro di residenza alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato. Fermiamo l’Ecocidio in
Invitiamo
21/01/2014
la
Commissione
Europea
ad
Europa: un’Iniziativa dei
approvare una legislazione che proibisca,
Cittadini per dare Diritti
prevenga
alla Terra
danneggiamento estensivo, la distruzione o la
ed
ostacoli
l’ecocidio
–
il
perdita dell’ecosistema di un determinato territorio. Single Communication
Eliminare i costi del roaming in Europa, creare
03/12/2013
un mercato unico della telefonia per i cittadini
Tariff Act
europei.
E-CONSULTATIONS Queste consultazioni sono aperte a tutti i cittadini europei 1. Consultazione pubblica sulle biotecnologie marine, scade il 10 febbraio 2014. Per partecipare alla consultazione visitare il seguente sito internet:
http://ec.europa.eu/dgs/maritimeaffairs_fisheries/consultations/marine-biotechnology/index_en.htm
AGENDA
PARLAMENTO EUROPEO
CONSIGLIO DELL’UE
9-12 dicembre Sessione Plenaria, Strasburgo Voto sulla proposta di Backloading (ritiro temporaneo di 900 milioni di quote dall’Emission Trading System).
2-3 dicembre Consiglio Competitività Adozione di conclusioni sulla Politica industriale, Mercato unico e la Smart Regulation. Approvazione del Regolamento Bio Based Industries Joint Undertaking.
A cura della Delegazione di Federchimica presso l’Unione Europea
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Numero 3 – Anno 1
Periodico della Delegazione di Federchimica presso l’Unione Europea
CONSIGLIO EUROPEO
Dicembre 2013
3 dicembre Consiglio Affari esteri
19-20 dicembre COMMISSIONI PARLAMENTARI 2 dicembre Riunione congiunta Commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE) e Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare (ENVI). Discussione congiunta su un quadro per le politiche dell'energia e del clima all'orizzonte 2030. – Punti centrali nuovi obiettivi per il 2030 e riforma del sistema ETS (Emission Trading System). 16-17 dicembre Commissione Mercato Interno e Protezione dei Consumatori (IMCO) 16-17 dicembre Commissione Industria, Ricerca ed Energia (ITRE). 16-17 dicembre Commissione Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare (ENVI) Voto sulla proposta di regolamento sulle tariffe da pagare all’EMA per la farmacovigilanza. 17 dicembre Commissione Commercio Internazionale (INTA)
5 dicembre Consiglio Trasporti e Telecomunicazioni Adozione di un approccio generale sulla proposta di Direttiva sulla realizzazione di una rete di infrastrutture per i carburanti alternativi. 5-6 dicembre Consiglio Giustizia e Affari Interni 12 dicembre Consiglio Affari esteri 12 dicembre Consiglio Energia Adozione da parte dei 28 Ministri Ue dell’Energia di una posizione sulla Direttiva biocarburanti ILUC. 13 dicembre Consiglio Ambiente 16-17 dicembre Consiglio Agricoltura e Pesca 16-17 dicembre Consiglio Affari Generali
CONTATTI Marcello Accorsi,
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Andrea Bonetti,
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Francesca Grapulin Felluga,
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Federazione Nazionale dell’Industria Chimica - Federchimica Via Giovanni da Procida 11 – 20149 Milano Direttore Responsabile: Claudio Benedetti Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 153 del 20/05/2013 Proprietario/Editore:
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