MUSICHE E CANTI DELL’ANTICA GRECIA Ricerche ed Osservazioni
Allievo : Andrea Balzani Conservatorio A.Casella (L’Aquila) Corso : Ear Training /Approfondimenti Teorici
LA MUSICA GRECA La storia e l’evoluzione della musica greca antica è suddivisa in tre fasi: - PERIODO ARCAICO = Relativo ad Omero, i poemi cantati ed i racconti minoico cretesi (VI secolo. a.c) - PERIODO CLASSICO = Relativo all’invasione dei Dori e lo sviluppo della loro civiltà, all’espansione di Atene e Sparta e alla fioritura del pensiero filosofico greco (VI – IV secolo. a.c) - PERIODO ELLENISTICO = Relativo ad Alessandro Magno, all’esportazione della cultura greca fino alla caduta dell’impero romano. (fino al 146 a.c.) La civiltà europea ebbe quindi nascita nell’antica Grecia. Nonostante ci siano pervenuti numerosi poemi scritti e significanti arti figurative ed iconografiche, non conosciamo quasi nulla della loro musica. L’unico elemento di continuità è il “Sistema Teorico” che fu ereditato e fatto proprio dai romani e che può considerarsi a tutti gli effetti il primo nucleo del sistema moderno.
Le Musiche Le musiche greche pervenute fino a noi sono pochissime e sono rintracciabili per lo più su papiro o su pietra. Esse comprendono: - Un frammento di stasimo e coro, su papiro, della tragedia di Oreste - Papiro di Oxyrinco (Contenente uno dei primissimi inni cristiani) - 2 inni delfici in onore ad Apollo - Pianta di Tecmessa - Aenaoi Tefelai (attribuito ad Aristofane) - L’Epitaffio di Sicilo (inciso su un cippo funerario ritrovato in Dacia, è l’unico completo, ma brevissimo) - Prima ode Pitica - Peana sul suicidio di Aiace - Homero Hymnus - 3 inni in onore alle muse Mesomede di Creta: Calliope, Sole, Nemesi (pubblicati da Vincenzo Galilei alla fine del XVI secolo ma prive di traduzione) - Frammenti del Contrapollinopolis La grande produzione di scritti destinati alla lettura e, viceversa, il così esiguo numero di musiche porta alla conclusione che i canti venissero tramandati oralmente insieme alle parole. Essi avevano carattere di variazioni improvvisate su nuclei melodici chiamati “Nomoi” che fungevano da moduli.
Notazione Vocale e Notazione Strumentale Conosciamo un sistema approssimativo (utilizzato per lo più da cantori e musicisti di una scuola ed esclusivamente per il solo uso personale) elaborato con due tipi di notazioni: - “Notazione vocale” (impiegava le lettere dell’alfabeto greco maiuscolo) - “Notazione strumentale” (impiegava lettere dell’alfabeto fenicio)
Notazione vocale e strumentale
Gli Strumenti musicali Gli strumenti più utilizzati erano : - La “Lira” (formata da una cassa armonica montata con quattro o sette corde, si suonava con un plettro d’avorio ed era sacra al culto di Apollo, Dio della bellezza) - L’”Aulo” (simile al moderno oboe, era sacro a Dioniso, divinità del vino e dell’ebrezza). - Altri strumenti erano la “Siringa” (formata da una serie di cannucce l’una vicino all’altra), la “Salpinix” (simile alla tromba), Cimbali, Sistri e Crotali, tra gli strumenti a percussione.
Lira
Aulo con suonatore
Siringa
Salpinix
La Metrica Nella poesia greca la ritmica si svolgeva in successione seguendo degli schemi chiamati “Piedi” , corrispondenti all’attuale “ ” (Rappresentati con – ( ) e U ( ). Un piede era un elemento primo e quindi indivisibile. I parametri ritmici più comuni erano: - 2 Tempi primi : PIRRICHIO = U U - 3 Tempi primi : GIAMBO = U – TROCHEO = – U TRIBRACO = U U U - 4 Tempi primi : DATTILO = - U U ANAPESTO = U U – SPONDEO = – – PROCELEUSMATICO = U U U U ANFIBRACO = U – U Potevano anche essere suddivisi in combinazioni di 5 - 6 e 7 tempi : - 5 Tempi primi : BACCHEO = U – – CRETICO = – U POLIMBACCHEO = – – U PEONE I = – U U U PEONE II = U – U U PEONE III = U U – U PEONE IV = U U U – - 6 Tempi primi : MOLOSSO = – – – IONICO m. = U U – – IONICO MAGGIORE = – – U U ANTISPASTO = U – – U CORIAMBO = – U U – - 7 Tempi primi : EPITRITO I = U – – – EPITRITO II = – U – – EPITRITO III = – – U – EPITRITO IV = – – – U
Musica e poesia erano elementi inseparabili. La combinazione di varie sillabe in relazione all’andamento poetico del testo producevano una scansione di accenti forti o deboli cioè il “Ritmo”.
Il Tetracordo Il Tetracordo è’ l’elemento primario del sistema musicale greco: un insieme ordinato di quattro suoni in ordine discendente. Si presenta in 3 tipologie : - TETRACORDO DIATONICO = Aveva due intervalli di tono e uno di semitono. A sua volta il tetracordo diatonico poteva essere suddiviso in: 1) Modo dorico con il semitono al grave
2) Modo frigio con il semitono al centro
3) Modo Lidio con il semitono all’acuto
- TETRACORDO CROMATICO = Aveva un intervallo di terza minore e due semitoni. - TETRACORDO ENARMONICO = Aveva un intervallo di terza maggiore e di due quarti di tono
2 int. di 1/4 di tono
Tetracordo diatonico
Tetracordo cromatico
Tetracordo enarmonico
Schema rappresentativo dei tetracordi
Se si univano due tetracordi si otteneva un “Armonia”. Essi potevano essere congiunti per “Diazeusi” (in disgiunzione, cioè che l’ultima nota del primo tetracordo non corrispondeva al nuovo. Ad esempio Mi – re – do- si – LA – sol – fa – mi, con il La che fungeva da separazione) o in “Sinafè” ( in congiunzione, quando l’ultima nota del primo tetracordo corrispondeva all’inizio del nuovo. Ad esempio La – sol – fa – MI – re – do – si, con il Mi che fungeva da mediano tra i due sistemi). Se ad ogni armonia si abbassava il tetracordo superiore si ottenevano gli “Ipomodi”, mentre se si alzava di un ottava il tetracordo inferiore si ottenevano gli “Ipermodi”.
Unendo due armonie si otteneva il “Sistema Teleion” (Ssistema Perfetto) con l’ultima nota che chiudeva in ottava. Ponendo, ad esempio, una scala di 4 tetracordi discendenti partendo dalla nota La superiore si ha: LA – sol – fa – MI – re – do – SI – LA – sol – fa – MI – re – do – SI – LA
1
2
3
4
- Il Tetracordo 1 (acuto) veniva chiamato “HIPERBOLAION” congiunto al successivo per Sinafè con il MI che funge da mediano. - Il Tetracordo 2 (disgiunto) veniva chiamato “DIEZEGUMENON” congiunto al successivo per Diazeusi con il SI che funge da separazione. - Il Tetracordo 3 (medio) veniva chiamato “MESON” congiunto al successivo per Sinafè, sempre con il MI in funzione di mediano. - Il Tetracordo 4 (grave) veniva chiamato “HYPATON”, congiunto alla nota successiva per Diazeusi, con il SI come parte conclusiva. - La nota LA che chiudeva l’intero sistema, era detta PROSLAMBANOMENOS”.
I Trattati teorici I trattati che ci sono pervenuti su cui è possibile ricostruire un profilo musicale della Grecia antica sono relativamente pochi e sono principalmente imperniati sugli studi acustici dei suoni. - Pitagora di Samo (500 a.c) compì i suoi studi sul “monocordo” (strumento con una sola corda dotato di ponticello mobile con relativa cassa di risonanza) stabilendo per ogni intervallo sonoro dei valori numerici, partendo, come riferimento dall’ottava (Diapason) e dalla quinta (Diapente) - Aristosseno da Taranto scrisse gli “Elementa Harmonica” e gli “Elementa Rhitmica”. Del secondo (di cui ci sono rimasti solo pochi frammenti) vengono esposti i diversi generi ritmici in base al rapporto dei tempi forti e deboli, mentre il primo mette in evidenza lo studio dei fenomeni sonori mediante le percezioni uditive, intellettive e mnemoniche.
PROFILO STORICO DELL’ EPITAFFIO DI SICILO L’Epitaffio di Sicilo (Seikelos) è un rilevante documento musicale della Grecia antica. Sebbene ci siano pervenute musiche antecedenti a questa data, molte di esse si presentano mutili e incomplete ai fini di una reale ricostruzione storico-musicale per cui l’Epitaffio di Sicilo è considerato il più antico spartito completo pervenuto; è costituito da 12 righe di testo accompagnati da una melodia frigia scritta in notazione vocale e la sua datazione si aggira intorno al II secolo a.c. Ritrovato in Anatolia intorno alla fine dell’Ottocento su un cippo funerario (probabilmente appartenuto ad un musicista) andò perduto durante la guerra greco-turca e rinvenuto anni dopo in un giardino privato.
Ricostruzione della stele
La stessa melodia con probabile trascrizione in notazione moderna :
Di seguito, il testo dell'epitaffio in greco, la traslitterazione e la traduzione in italiano: « Ὅσον ζῇς φαίνοὺ· μηδὲν ὅλως σὺ λυποὺ· πρὸς ὀλίγον ἐστὶ τὸ ζῆν. τὸ τέλος ὁ χρόνος ἀπαιτεῖ. » « Hoson zes, phainou Meden holos su lupou; Pros oligon esti to zen To telos ho chronos apaitei. » “Finchè vivi splendi, non affliggerti per nulla, la vita è breve e il tempo esige il suo tributo”