Modelli teorici in psicologia di comunità (capitolo II) ARGOMENTI Il contributo di Kurt Lewin I principi dell’approccio ecologico La psicologia ecologica di R. Barker L’ecologia dello sviluppo di Bronfenbrenner La sintesi di Murrel La teoria della crisi di Barbara Dorhenwend
LA PSICOLOGIA DI COMUNITÀ È un orientamento e un modo di pensare, un insieme di credenze che pongono attenzione alle condizioni di vita della persona, e che richiedono perciò concezioni teoriche diverse da quelle utili per comprendere un singolo individuo, in quanto basate su unità di analisi più ampie. (Levine e Perkins, 1987)
Si rivolge più alla prevenzione che al trattamento, enfatizza il rafforzamento delle competenze dell’attore sociale più che l’eliminazione del deficit, si focalizza sull’interazione tra persone e ambienti. (Heller, 1990) La psicologia di comunità è una ideologia, un insieme di valori, e un atteggiamento: l’atteggiamento è di impegno verso il cambiamento sociale, l’ideologia richiede l’adozione di un orientamento sistemico-ecologico e una focalizzazione sulla prevenzione, i valori puntano allo sviluppo delle competenze dei soggetti e alla promozione delle diversità culturali. (Rappaport, 1977)
Caratteristiche della psicologia di comunità 1. L’oggetto di una disciplina non è costituito da qualche aspetto del mondo fisico-naturale o sociale ma dall’ottica con cui tale aspetto è visto e ricostruito in forma problematica all’interno di un sistema di concetti e di modelli teorico-empirici. (Amerio, 2000) 2. Area di ricerca e di intervento sui problemi umani e sociali che si rivolge all’interfaccia fra la sfera individuale e quella collettiva. 3. Cerca di coniugare la psicologia con la vita sociale, la sfera individuale con quella collettiva, la ricerca con l’intervento (interazione tra diversi livelli: individui – gruppi – sistemi – reti di sistemi)
PROBLEMI “UMANI” versante individuale (“colpiscono” l’individuo)
versante sociale
connotazione oggettiva e soggettiva
nascono da situazioni sociali
area percettivo-cognitiva: percezione e valutazione area affettivo-relazionale: disagi, disturbo, sofferenza
è il sociale che fornisce le risorse materiali e/o psicologiche per affrontarli
A quali bisogni cerca di rispondere la psicologia di comunità? Promozione della salute e del benessere psicologico Definibile in base a criteri esterni come condizione di vita ideale/ottimale o interni, cioè costituiti dagli standard soggettivi dei destinatari
Basi della psicologia di comunità Modelli teorici consolidati Programmi di intervento ben controllati Maggiore rilievo dato agli aspetti applicativi: Psicologo come “teorico partecipante” e agente di cambiamento; Formazione di base di carattere interdisciplinare; Ambito di intervento definito dalla interazione tra individuo e società volto al cambiamento sociale; Legame tra ricerca, teoria e azione.
Principio fondamentale LA PERSONA NEL CONTESTO
La psicologia di comunità considera le persone all’interno del contesto e dei sistemi sociali di cui fanno parte Il contesto presenta dimensioni multiple e differenti più o meno connesse tra loro.
La psicologia della Gestalt • Corrente teorica sviluppatasi in Germania nella prima metà del XX sec. • Gestalt = forma • I Gestaltisti si occuparono principalmente di studiare la percezione, e, in particolare, i meccanismi grazie ai quali i processi interni danno forma al mondo esterno La maggior parte delle qualità più evidenti che noi percepiamo stanno nell’oggetto preso globalmente e non nelle sue parti. Es.: la rettilinearità di una serie di punti è una qualità del tutto
Se i rapporti tra le parti non vengono alterati, la qualità della forma resta intatta anche se gli elementi vengono cambiati
KURT LEWIN (1890-1947) •
Sostiene lo studio dei fatti sociali attraverso un’ottica dinamica che analizzi le situazioni a livello dell’interdipendenza dei fattori che vi agiscono (no al meccanicismo).
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Sostiene la necessità di condurre un’ analisi approfondita dei fenomeni sociali contro al modello comportamentista di causalità lineare e alla ricerca di “leggi” stabilite su regolarità statistiche.
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Formula la teoria di campo che si caratterizza come metodo di analisi delle relazioni causali fra eventi e di produzione di costrutti scientifici, orientata a fornire una comprensione scientifica dei fatti sociali.
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“Qualsiasi comportamento o mutamento entro un campo psicologico dipende dalla particolare configurazione del campo psicologico a quel dato momento”
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Campo è la “totalità dei fatti coesistenti nella loro interdipendenza” (Configurazione globale)
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Il campo è un sistema dinamico, sistema di forze, le cui proprietà dipendono dalla relazione con altri fatti presenti. (sistema di interrelazione)
Teoria del campo (field theory), 1935 • La rappresentazione del mondo è il fattore responsabile principale delle azioni degli esseri umani Approccio fenomenologico: • le caratteristiche fisiche dell’ambiente compaiono nell’indagine psicologica come dati presenti in quanto percepiti e conosciuti nel campo psicologico preso in esame. (primato della realtà percepita su quella fisico-oggettiva) Campo (psicologico): • è il mondo psicologico dell’individuo. Consiste in tutti i fattori interrelati che influenzano l’esibizione di un dato comportamento. • Il campo è un sistema dinamico, ovvero un sistema dotato di energia, in cui le forze presenti sono caratterizzate da direzioni e ampiezze diverse.
Struttura del campo
L' immagine è il famoso "uovo" con cui Lewin descrive i sistemi complessi, e può essere applicata a tutti i livelli degli "oggetti" umani: da quello intrapsichico a quello macrosociale. I concetti cardine della Teoria sono: il confine, le regioni, l' equilibrio quasistazionario.
CONFINI & REGIONI Un campo è composto da Regioni e delimitato da un confine. Anche le Regioni hanno confini. I confini del Campo e delle Regioni sono mobili e pulsanti, anch' essi, come tutto il campo, in equilibrio quasi-stazionario (cioè sempre prossimo ad un cambiamento o passaggio di stato). Regioni non sono divisioni statiche ma variano con il variare del campo (di estensione, consistenza, posizione, strutturazione interna, ecc);non riguardano dimensioni spaziali concrete ma rappresentazioni di situazioni psicologiche, sono le tracce mnestiche delle esperienze del Soggetto. La loro grandezza, i loro confini e la loro posizione ne determinano il peso all' interno del Campo. Essendo il Campo pluridimensionale, anche le Regioni lo sono e dunque hanno ciascuna plurime aree di confine.
Componenti del campo Spazio di vita (Life-space, Lsp): relazione tra persona (P) e ambiente psicologico (A) così come viene visto da essa Lsp = f (P,A) Comportamento: dipende dallo spazio di vita è funzione sia di elementi personali che ambientali C = f (P, A) C= f (Lsp) (spazio di vita: la persona e l’ambiente percepiti dalla persona. Contiene fatti, oggetti e ed elementi significativi dal punto di vista psicologico, che determinano il comportamento) Fatti che si collocano nella zona di confine, posti tra lo spazio di vita e il mondo esterno, in un processo continuo di interscambio mediante i processi percettivi (ciò che colpisce gli organi di senso e non mero stimolo esterno) Fatti che non entrano nel campo psicologico, che accadono nel mondo sociale senza influenzare momentaneamente lo spazio di vita dell’individuo in quanto non hanno effetti diretti sull’individuo
Costrutto di campo: • un metodo per lo studio integrato dei fattori cognitivi, emotivi e ambientali nella produzione della condotta, • un’analisi del loro concreto modo di funzionare come sistema di fattori che si definiscono nella loro interdipendenza. Le leggi di un campo non dipendono dalle caratteristiche singole degli elementi che lo compongono ma dalla configurazione e dal movimento (interno) del campo globalmente considerato. Gli eventi che si verificano in un campo dato, ad un momento dato, non hanno altra spiegazione valida se non quella che deriva dalle proprietà del campo stesso, here and now.
Spiegazione basata sulla dinamica del sistema
COMPORTAMENTO
Fattori interni (bisogni e motivazioni)
Fattori sociali (appartenenza ad un gruppo, risorse politiche ed economiche, norme, ideologie)
Dinamica del campo • Bisogno (tendenza motivata): è l’elemento dinamico di coordinazione che lega valenza, forza, tensioni, regioni e locomozione. Un bisogno aumenta la tensione, libera energie già presenti ma non agenti, conferisce valenze all’ambiente, dà significato e direzione alle forze. • Forza: è la risultante del sistema di forze che agiscono in quel momento nella regione del campo da cui inizia la locomozione. È espressa con un vettore che ne indica la direzione, l’intensità e il punto di applicazione. • Locomozione: si riferisce agli spostamenti che la persona può compiere attraverso il campo (es. avvicinamento / allontanamento dalla meta) • Valenza: è il valore che una regione acquista in un certo momento per la persona e determina la direzione della locomozione verso quella regione (se la valenza è positiva) o di fuga da essa (se la valenza è negativa).
Implicazioni metodologiche • L’oggetto di studio privilegiato è costituito dalle dinamiche del campo sociale. Tale obiettivo è perseguito attraverso lo studio delle caratteristiche attuali (attenzione agli aspetti temporali) del fatto e delle forze che inducono o resistono al cambiamento. (al di là del livello descrittivo) • Esigenza di ricerca volta alla comprensione scientifica dei fatti sociali deve essere mantenuta in stretto contatto con la vita quotidiana, avendo sempre presente la necessità di migliorare le modalità dell’intervento sociale. • Il fatto sociale deve essere studiato in modo indipendente dal modo in cui tale fatto è abitualmente classificato dal senso comune. • Lo sviluppo dei concetti e delle idee deve precedere la raccolta dei dati. • È importante usare metodi psicologici ma anche sociologici e antropologici, senza porre delimitazioni artificiali di competenze.
Dinamiche di gruppo Il gruppo è: • una totalità dinamica : un cambiamento di stato di una sua parte o frazione qualsiasi interessa lo stato di tutte le altre. • un fenomeno, non una somma dei fenomeni rappresentati dall’agire e dal pensare dei suoi membri (il gruppo è in grado di esprimere valori e atteggiamenti diversi da quelli dei suoi membri); • una unità la cui essenza è costituita dall’interdipendenza tra i suoi membri; • una unità che può essere assunta dalla psicologia sociale come oggetto di studio perché ricopre un ruolo di mediazione tra individuo e sistema sociale
Le ricerche sperimentali o empiriche sui fenomeni di gruppo vengono focalizzate sulle caratteristiche del gruppo come struttura complessa di relazioni, ruoli, modalità di comunicazione, esercizio del potere. Es.la leadership e produttività del gruppo (democratica, autoritaria) Verso L’ACTION RESEARCH Ricerca-azione o ricerca-intervento come ricerca comparata sulle condizioni e gli effetti delle varie forme di azione sociale. (conoscere e trasformare)
Implicazioni • il concetto di tutto. Un gruppo non rappresenta la sommatoria dei membri che lo compongono ma consiste in una totalità percepita come tale sia dall’interno che dall’esterno. • il concetto di interdipendenza. Essenziale in un gruppo non è tanto la similarità tra i suoi membri quanto il fatto che essi si sentano dipendenti l’uno dall’altro, per cui basta un cambiamento in una parte del gruppo (entrata di un nuovo membro o uscita di un altro) perché si manifestino ripercussioni sul resto del gruppo. • il concetto di dinamica. Il gruppo non è una realtà statica ma dinamica, in quanto luogo di attività e processi molteplici e mutevoli. Esso è al centro di forze, tensioni, conflitti che ne determinano trasformazioni e mutamenti. • Il concetto di equilibrio. Un gruppo pur definendosi per la dinamicità tende anche a realizzare un proprio equilibrio, mai definitivo ma “quasi stazionario”. In altri termini in ogni gruppo esiste un continuo contrasto tra forze che spingono alla coesione, dirette a trattenere un individuo nel gruppo, e forze che spingono verso la disintegrazione e all’uscita del singolo dal gruppo.
Riassumendo • Attenzione all’aspetto dinamico e di interdipendenza tra gli elementi che compongono il campo • Ottica fenomenologica: primato della realtà soggettiva su quella fisico-oggettiva come prospettiva irrinunciabile dell’indagine psicologica • Attenzione al cambiamento come momento in cui è possibile studiare l’azione delle forze che intervengono per favorire o contrastare il cambiamento stesso • Gruppo come specifico fenomeno psicosociale definito come una totalità dinamica caratterizzata dall’interdipendenza dei suoi membri • Gruppo come luogo privilegiato dell’analisi
Prospettiva ecologica •
Comportamento umano in termini di adattamento delle persone alle risorse e alle circostanze.
•
Influenza dell’ambiente sul comportamento.
•
Traduzione in azione per migliorare i sistemi di vita della gente
•
Unità di analisi: setting naturali più che laboratorio (es.contesto clinico per l’intervento e la ricerca)
PRINCIPI FONDAMENTALI [Kelly, 1966] 1.
Interdipendenza: tra i membri all’interno di un’unità sociale e la loro interazione dinamica nel tempo. (es.deistituzionalizzazione pazienti psichiatrici)
2.
Distribuzione delle risorse: come le risorse sono create e distribuite
3.
Adattamento: come organismi modificano le loro caratteristiche per affrontare le trasformazioni ambientali (nicchia: habitat naturale all’interno del quale si sviluppano ruoli funzionali)
4.
Successione: proprietà dinamiche dell’ambiente per quanto riguarda i cambiamenti e le trasformazioni.
LEVINE (1969) Ulteriore operazionalizzazione di quest’ottica. Definisce 5 principi per la pratica della psicologia di comunità, ossia delle forme di intervento che migliorino le capacità di adattamento: 1. Un problema sorge all’interno di una situazione o di un setting. 2. Un problema sorge perché la capacità adattiva del setting è bloccata. 3. Aiuto è efficace se collocato in modo strategico rispetto all’insorgere del problema: bisogna capire quando fornire aiuto nel corso dello sviluppo di un problema. 4. Scopi e valori dell’operatore o del servizio di aiuto devono essere coerenti con gli scopi e i valori dell’ambiente in cui si fornisce l’aiuto. 5. Forma dell’aiuto deve poter essere stabilita in modo sistematico, usando le risorse naturali del setting. Occorre capire come una comunità distribuisce le sue risorse.
La psicologia ecologica di Roger Barker •
Midwest Psychological Field Station: postazione di osservazione del comportamento infantile. Osservazione naturalistica (no al laboratorio): studio delle relazioni tra individuo e ambiente in condizioni naturali analisi che evidenzia come le caratteristiche peculiari dell’ambiente producono particolari comportamenti, al di là di ogni possibile intervento delle persone “flusso del comportamento” (stream of behavior); lo psicologo è un transduttore (transducer) di unità di analisi molari setting di comportamento (behavior setting): - situazioni che determinano comportamenti specifici indipendenti dalle persone coinvolte (es.: chiesa, scuola) - grado di penetrazione (differente quantità di tempo e di responsabilità del soggetto nel contesto in relazione al livello concentrico) e ricchezza (combinazione del numero dei sottogruppi, es.punti di aggregazione). Teoria del dimensionamento relativo o della responsabilità: superiorità di funzionamento di setting sottodimensionati (es.scuole piccole e maggiori opportunità e maggiori pressioni per l’occupazione di ruoli di responsabilità) UNITA’ DI ANALISI: Ambiente pre-percettivo (sottovalutazione della dimensione fenomenologica e soggettiva vedi Lewin)
Ecologia dello sviluppo umano di Bronfenbrenner • Critica all’impostazione di Barker • Interesse per il progressivo adattamento dell’individuo all’ambiente considerando “regioni più remote”, vale a dire ad un ambiente fisico e sociale più ampio) • Ampliamento del concetto di “ambiente”: serie ordinata di strutture concentriche incluse l’una nell’altra: • Microsistema: schema di attività, ruoli e relazioni intepersonali cui l’individuo ha esperienza diretta (famiglia, scuola, gruppo dei pari; setting comportamentale di Barker e diverso dall’ambiente psicologico di Lewin). • Mesosistema: sistema di microsistemi, comprende le interconnessioni tra due o più situazioni ambientali (casa-scuola; ospedalefamiglia). • Esosistema: sistemi di cui la persona non ha esperienza diretta, ma che influenzano i suoi sistemi micro e meso (organi collegiali della scuola, posto di lavoro dei genitori). • Macrosistema: sistemi di ambito più ampio che determinano l’ideologia e la struttura sociale in cui operano la persona e i suoi sistemi di complessità minore (mercato del lavoro; ruoli sessuali)
Approccio sistemico Sistema aperto: unità complessa organizzata, caratterizzata dall’interdipendenza delle parti e dalla relazione con l’esterno.
Proprietà dei sistemi: • Totalità (globalità non sommativa) • Retroazione (circolarità, non unilateralità) • Equifinalità-multifinalità (i risultati dipendono dalla natura del processo e dai parametri del sistema)
La sintesi di Murrel (1973) •
Analisi dei legami di interdipendenza tra i diversi sistemi e impegno per il cambiamento per riforme sociali
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Sviluppo di metodi di intervento per migliorare il “fit” persona-ambiente (armonia tra aspettative e capacità del soggetto, le richieste provenienti dai vari sistemi a cui l’individuo appartiene e le risorse disponibili)
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Il benessere è conseguenza di – “accomodamento intersistemico”: grado di compatibilità tra i diversi sistemi sociali nell’interagire con l’individuo: il problema non è il singolo individuo ma il grado di congruenza tra aspettative, bisogni, modelli e regole sociali – “accordo psicosociale”: congruenza tra capacità del soggetto e richieste / risorse dei sistemi di appartenenza.
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Tipi di intervento: – Ricollocamento individuale (es.affidamento bambini) – Intervento sull’individuo (trattamento pisoterepeutico) – Intervento sulla popolazione (fasce di età: adolescenza) – Intervento sul sistema sociale – Intervento intersistemico – Intervento sull’intera rete sociale
• Psicologo di comunità: “specialista del collegamento”
Definizione di stress letteralmente: “spinta, pressione, costrizione” (vicino al termine stain che indica “tensione”) stato di costrizione della persona: provocato da situazioni dure di vita e da avversità; atto di costrizione: forza esterna che agisce sull’oggetto o sulla persona SEYLE (1950): “reazione non specifica esibita dall’individuo quando deve affrontare un’esigenza o adattarsi a una novità” stato di attivazione di origine fisiologica; indica sia l’agente stressante (stressor), sia lo stato da questo provocato; espressione della costante interazione fra l’organismo e l’ambiente (prospettiva relazionale sullo stress)
Coping Definizione: insieme dei processi psicologici e delle attività pratiche con cui una persona affronta un evento particolarmente impegnativo cercando di risolvere il problema o di limitarne eventuali conseguenze negative coping centrato sulle emozioni coping centrato sul problema competenza individuale e processo sociale Risorse utilizzate per il coping: 1. materiali 2. personali: – Stato di salute – Capacità cognitive – Livello di autostima, fiducia in sé
La teoria della crisi di Barbara Dorhenwend (1978) • modello integrato basato sul concetto di stress psicosociale, le risposte ad una situazione di crisi sono funzione di sistemi di sostegno sociale e mediatori psicologici • (Integrazione dei fattori individuali e contestuali, persona e ambiente.) • Processo di attivazione e risoluzione della crisi multideterminato e multidimensionale; mediatori psicologici (valori, abilità di coping, resilience) mediatori situazionali (caratteristiche della rete sociale, risorse del contesto) • “quando un evento stressante si presenta sulla scena genera una serie di sintomi che sono in genere transitori, quello che succede in seguito, dopo la prima reazione, dipende dalla mediazione di fattori situazionali e di fattori psicologici che insieme concorrono a definire la situazione in cui la reazione ha luogo”
Intervento sulla crisi Evoluzione della situazione di crisi: a) ripristino della situazione precedente b) crescita psicologica (capacità di padroneggiare l’esperienza) c) reazione disfunzionale persistente (patologia) Implicazioni del modello: • •
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Importanza di collocare gli eventi in un contesto sociale più largo; senso temporale della sequenza attraverso cui agiscono situazioni stressanti importanza di situare gli interventi prima che l’esito finale prenda corpo: “timing of help” o “interventi sulla crisi” (prevenzione primaria e secondaria) centrati sull’individuo (sviluppo di competenze ed empowerment individuale) e centrati sul contesto (sviluppo del territorio e attivazione delle risorse collettive). Servizi di intervento sulla crisi (marketing dei servizi preventivi o terapeutici (adolescente e sessualità)