MILIONARI UN FILM DI
ALESSANDRO PIVA
SCHEDA DIDATTICA
“Sono parte del mondo sono uno di voi la mia colpa è la vostra colpa”
Regia: ALESSANDRO PIVA Sceneggiatura: MASSIMO GAUDIOSO, GIACOMO GENSINI, ALESSANDRO PIVA Fotografia: RENAUD PERSONNAZ Musica: ANDREA FARRI Montaggio: ALESSANDRO PIVA Interpreti: FRANCESCO SCIANNA, VALENTINA LODOVINI, CARMINE RECANO, FRANCESCO DI LEVA, SALVATORE STRIANO, GIANFRANCO GALLO Produzione: C.R.C. - COMPAGNIA REALIZZAZIONI CINETELEVISIVE Distribuzione: EUROPICTURES, SEMINAL FILM Origine: Italia, 2015 Genere: DRAMMATICO Target scolastico: ADATTO ALLE TERZE MEDIE E ALLE SUPERIORI
Sinossi Storia di camorra, di vendetta e di pentimento: racconta la doppia vita di Marcello Cavani, nato da una modesta famiglia di paese nei dintorni di Napoli. Dopo l'improvvisa morte del padre, Marcello imbocca la via della camorra sulle orme del fratello maggiore Gennaro che, per primo, si affilia al boss Faraone per ricomprare la casa di famiglia in vendita all’asta. Marcello, detto Alendelòn, è un ragazzo vivace, elegante, amante dei bei vestiti e delle sfide, passionale. Si innamora di Rosaria, decisa e testarda ma semplice e sincera. I due si sposano, hanno dei figli e conducono una vita piena di amore: Marcello, quando è in casa, è un marito devoto e innamorato, un irreprensibile padre di famiglia. Ma il suo coinvolgimento con la camorra, l’altra sua vita, comincia a scivolare inesorabilmente verso un punto di non ritorno. Alleatosi con Don Carmine, divenuto il boss, partecipa alla guerra scatenatasi a Secondigliano, che provoca numerosi morti. Alendelòn viene arrestato, due dei suoi fratelli muoiono in un agguato e tutto quello che ha guadagnato indebitamente sembra presentargli il conto. Dopo essere uscito dal carcere, braccato dagli ex amici e dalla polizia, ancora sulle sue tracce, scappa in Spagna, dove però viene arrestato ed estradato in Italia. In carcere viene colpito da un infarto, superato il quale decide di pentirsi e collaborare con la giustizia. La sua testimonianza è stata di fondamentale importanza per la comprensione del funzionamento del sistema criminale napoletano, le sue confessioni hanno portato in carcere molti capi e affiliati camorristi. Al giorno d’oggi, Marcello vive sotto falso nome in una località segreta. La sua doppia vita non esiste più, consumata da una tormentata partita nella quale hanno perso tutti.
RIFLETTIAMO SUL FILM Ritrovarsi nel gruppo Si sa che, specie nell'età adolescenziale, il gruppo, la comitiva o la banda diventano fondamentali per ogni ragazzo e ragazza, perché in questi, oltre che ritrovare i coetanei, è possibile sperimentarsi, confrontarsi e crescere. Non tutti gli amici di un gruppo, ovviamente, condividono gli stessi interessi e gli stessi valori, tanto che spesso alcune compagnie sbagliate possono deviare un ragazzo o una ragazza che hanno cercato nel gruppo un luogo in cui ritrovare parte di sé. Nel caso di Marcello, il protagonista del film, il coinvolgimento è ancora più forte perché alla malavita viene introdotto dal fratello, divenuto il capofamiglia in seguito alla morte improvvisa del padre. A fargli compagnia, nell’affiliazione al clan, è il suo migliore e inseparabile amico, soprannominato Babbà. Il gruppo diventa il luogo in cui tutto si compie, all'insegna del pericolo e della sfida. Difficilmente si potrebbe asserire che Marcello in quel gruppo cresca; piuttosto egli, insieme ai suoi coetanei e conterranei, vive il degrado e il regresso di una condizione sociale già difficile di per sé, tuttavia è proprio in questo contesto collettivo che nasce e cresce Alendelòn, alter ego di Marcello.
Le sfide del clan Alendelòn accetta e affronta qualsiasi genere di sfida pur di apparire, agli occhi del fratello maggiore e del suo gruppo, forte, capace di competere anche con i più delinquenti, all’altezza del clan di cui vuole far parte. Non è un vero e proprio "bullo", non si comporta con arroganza, prepotenza e spavalderia ma comunque dimostra che non ha paura ed è pronto ad affrontare la vita che lo aspetta perché ha fiducia nelle sue ‘guide’. Viene introdotto, per caso, nel mondo delle bische clandestine e del gioco d’azzardo e ne resta affascinato e travolto. Ama il rischio e sin da bambino scommette sugli accadimenti della propria vita, a partire dalle cinquecento lire che vince col padre fino al momento in cui dovrà affrontare l’operazione al cuore con un 30-40% di possibilità” di cavarsela. L’incognita è parte dell’essere del personaggio e, forse, anche un po’ per questa sua indole decide, alla fine, di andare contro tutto e contro tutti e di cambiare vita in maniera definitiva. Due vite in una Chi siano coloro che vivono con Alendelòn è facile capirlo. Il più delle volte non si tratta semplicemente di persone in carne e ossa, come la madre, ma di situazioni e luoghi che coinvolgono e segnano in modo definitivo la vita del giovane. La strada è luogo d'incontroscontro, perché è sulla strada che il nostro protagonista sperimenta le sue tante sfiide: incontra "la malavita" e ne è "educato"; conosce i codici d’onore caratteristici della camorra. A contrapporsi a questo stile di vita imposto dalla strada, è il contesto familiare di Marcello: la madre, la moglie Rosaria, i figli Luisa, Diego e il piccolo Gennaro, che nasce quando è in ‘esilio’ in Spagna. Marcello, sin dall’inizio del loro matrimonio, promette alla moglie che queste due vite sarebbero state parallele e non avrebbero trovato mai un punto d’incontro. Inesorabile, però, arriva la tragedia: viene ucciso Filippo, il migliore amico del figlio Diego, con l’inconsapevole, sciagurata complicità di Alendelòn. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso nella famiglia Cavani. 30 anni di Storia Milionari, partendo dall’infanzia del protagonista, racconta 30 anni di storia. Attraverso un lungo flashback, commentato dalla voce narrante del protagonista, ripercorre le diverse esperienze di vita di Marcello/Alendelòn, delinea le persone che incontra e che, alla fine del film, risulteranno aver svolto un ruolo chiave, perché tutte avranno contribuito a formare l’uomo che compirà una scelta importante: pentirsi di tutto quello che è stato e fare luce sul sistema criminale di Secondigliano diventando una “terza” persona rispetto alle due che è stato durante tutto il film. Il lungometraggio, oltre a raccontare la vita quotidiana di una generazione, offre un ampio spaccato di vita di una città del Sud. È un film che racconta la triste realtà di una città come Napoli (ma potrebbe trattarsi di Bari, Palermo o una città del Sud del mondo). La città capoluogo della Campania, appare nel film come la si vive ogni giorno: indiscutibilmente bella ma profondamente corrotta. Napoli e Sud La visione che il regista vuole dare della città di Napoli passa anche attraverso la cultura popolare, con l'uso del dialetto che meglio connota ed esalta il quotidiano insieme alla colonna sonora. In questa cultura popolare rientrano anche le tradizioni gastronomiche: il caffè, la pasta, la cena di pesce che Marcello e Rosaria fanno al ristorante. Non solo: di Napoli si racconta quella parte di città che sta ai margini, contrapposta alla Napoli bene, quella dei grandi palazzoni che fanno da scenario a situazioni di degrado. Non si può, però, negare la triste realtà di chi, nella propria città, ha incontrato solo chi gli ha insegnato a spacciare, guadagnare denaro “facile”, essere anello di una catena senza farsi troppe
domande. Di quest’ultima condizione l’esempio lampante è il momento in cui Alendelòn e Babbà danno fuoco all’auto con un cadavere all’interno del bagagliaio, vittima di un agguato. Sono giovanissimi, dei ragazzini e, di fatto, non hanno ancora ucciso nessuno, si limitano ad accendere la miccia e solo per caso vedono cosa c’è nel portabagagli. Quanto sono responsabili della morte di quell’uomo? A mano a mano che il film va avanti e i due crescono, questi limiti iniziali sono superati e i due amici, senza più alibi né scuse, entrano a far parte del mondo dell’illegalità. Note di regia di Alessandro Piva Milionari racconta un’intensa vicenda individuale, innestata in un inquietante spaccato di storia del nostro Paese. “Mi piaceva l’idea di affidare il respiro della narrazione a un grande protagonista da tenere per mano. Crescere insieme a lui, invecchiare, vincere e perdere con lui. Cambiare”. Accanto ai due attori principali che, essendo napoletani si sono calati con talento e dedizione nei ruoli, il cast attinge a un vasto, stimolante vivaio di talenti partenopei; gran parte della troupe fa riferimento ai professionisti campani o che – penso al direttore della fotografia – hanno vissuto anni a Napoli. Mi è parso naturale ricorrere a chi conosce le ambientazioni che siamo chiamati a restituire. Anche la regia ritrova certe atmosfere, essendo nato in Campania da una famiglia che aveva fretta di affrancarsi delle proprie origini. Ecco, Milionari è, in fondo, un modo per fare i conti con radici che talvolta a fatica riesco ad accettare, certe pulsioni profonde che agitano tanti con me, e che forse giustificano la voglia che abbiamo di raccontare luci e ombre, sanità e nequizie del nostro Paese. Il regista
Nato nel 1966, Alessandro Piva arriva alla regia attraverso un percorso da fotografo, sceneggiatore e montatore. Come regista di cinema ha all’attivo quattro lungometraggi: La Capa Gira: presentato al Festival di Berlino,David di Donatello e Ciak d'Oro 2000; Mio Cognato: presentato al Festival di Locarno, tre candidature ai Nastri d’Argento 2004; Henry: presentato in concorso al Festival di Torino 2010, Premio del Pubblico. Milionari: presentato in concorso la Festival di Roma, uscito al cinema nel febbraio 2016. Tra il 2002 e il 2006 ha diretto diversi atti unici per Radio3 Rai. Nel 2007 si è cimentato nella sua prima regia di Opera, con un allestimento de Il Cappello di Paglia di Firenze di Nino Rota. Il 2008 lo vede impegnato nella lavorazione di una serie Tv per la prima serata Mediaset, La scelta di Laura. È anche regista di spot pubblicitari. Nel 2011 ha presentato alla Mostra del Cinema di Venezia il film documentario Pasta Nera, premiato con una Menzione Speciale dalla giuria del Premio Fedic e finalista al David di Donatello 2012 come Miglior Documentario. Ha partecipato a EXPO 2015 con una installazione nel padiglione Puglia dal titolo “L’uliveto“ che ha riprodotto con immagini e suoni l’atmosfera di piante millenarie in un stanza immersiva.
Ha una consolidata esperienza nella comunicazione politica e istituzionale, come docente di cinema ha tenuto corsi e stage tra gli altri per l’Accademia di Belle Arti, l’Università degli Studi, la Scuola Holden, lo IED, la Scuola d’arte cinematografica G.M. Volonté. Piva è membro dell’EFA, l’Accademia del Cinema Europeo. Perché ‘MILIONARI’ per le scuole Il film si presta a essere fruito in Cineforum scolastici perché favorisce il dibattito su diverse tematiche e permette sia al singolo che al contesto classe di rimettere in discussione giudizi e pregiudizi che esistono sulla ‘vita criminale’. Tramite la discussione e il confronto a seguito della visione del film, i ragazzi possono scambiarsi opinioni e, guidati dall’insegnante, raggiungere un grado di consapevolezza e coscienza riguardo a certi temi di attualità. Non secondaria è la possibilità di approfondire il linguaggio cinematografico, gli stili e le metodologie. Il film è infatti caratterizzato da una pluralità di elementi e personaggi che si prestano a un percorso di analisi stratificato. La complessità del lungometraggio consente, inoltre, di poter scomporre caratteri, tempi e modi della narrazione e poter condurre con i ragazzi un approfondimento delle metodologie cinematografiche. TEMATICHE AFFRONTATE DENARO - AVIDITÀ - FAMIGLIA - POTERE - MALE LEGALITÀ - DROGA - POLITICA/SOCIETÀ - STORIA OBIETTIVI -
Offrire un'occasione di riflessione alternativa alla lezione frontale Utilizzare la cultura dell'immagine quale stimolo per confrontarsi e affrontare temi di spessore sia individuale che sociale Favorire nei ragazzi scambi di idee e opinioni Avvicinare i ragazzi al linguaggio cinematografico Indurre a riflettere su un approccio inedito al fenomeno malavitoso di Napoli favorendo un confronto con la realtà vissuta dai ragazzi
Percorsi di lavoro 1) Wolfgang Goethe, in un incontro fra Mefistofele e Faust, parla dell’“ineluttabilità del male”. Se questo ragionamento è valido per il demonio che vuole “impadronirsi” di un’anima, ritenete sia valida per tutti coloro che agiscono in “Milionari”, coscienti o incoscienti che siano del male che commettono? Oppure, ove questi si fossero trovati dalla nascita, in una situazione diversa, siete dell’opinione che, forse, non avrebbero fatto parte del mondo “ineluttabile” dei “vinti” in cui sono nati e stanno vivendo? Soma e gene a confronto. 2) Quale è stato secondo voi il lavoro di adattamento dal libro “I Milionari” di Luigi Alberto Cannavale e Giacomo Gensini al film “Milionari? Quali sono le difficoltà del trasformare in immagini e suoni delle parole scritte in un testo? 3) La camorra (Campania), la mafia (Sicilia), la ‘ndrangheta (Calabria) e la sacra corona unita (Puglia) sono termini specificatamente usati in Italia. La parola mafia ha invece oltrepassato i nostri confini: oggi c’è la mafia russa, la mafia cinese ecc. Perché questa diffusione? Approfondite l’argomento sia storicamente che sociologicamente. 4) La camorra è estesa soprattutto nelle province di Napoli e di Caserta. È divisa in clan con un capo, i suoi luogotenenti, la cosiddetta manovalanza e tutti coloro che, in veste diversa, collaborano con i vertici. Il tradimento al clan è punito con la morte e, a differenza dal passato la vendetta non colpisce solo il colpevole ma ricade anche sui membri della sua famiglia. Quando sono venute a mancare queste forme di rispetto per i familiari, soprattutto donne e bambini? Effettuate ricerche sull’argomento. 5) La lotta all’interno di un clan (il mondo animale insegna) inizia quando qualcuno che ambisce al potere pone in discussione la figura del “capo”. È quanto viene narrato da Piva: la lotta nel clan tra i vecchi capi e i giovani scissionisti. Questo scontro, che coinvolge completamente un quartiere, rende vittime e colpevoli, sia pur con modalità diverse, tutti coloro che vi abitano. Perché? E come? 6) Cosa pensi di Rosaria, la moglie del protagonista, che chiude gli occhi di fronte alla realtà e non vuole prendere coscienza del mestiere che fa il proprio coniuge? Tu come pensi ti comporteresti? Rinunceresti all’onestà per poter avere una bella casa, abiti firmati, macchine di lusso, gioielli e tante cose che tutti ti invidierebbero?
7) Personaggi principali: a) Alendelòn è il protagonista del film, diviso tra l’aspirazione a una vita borghese e le pulsioni profonde del potere e della sopraffazione. In quale momento del film sceglie di essere se stesso? b) Rosaria, la moglie di Marcello, difende i propri figli come una leonessa e stringe un patto col marito. Quando i suoi “non voler vedere” e “non voler sentire” si infrangono di fronte al pericolo, alla vergogna e al dolore? c) Gennaro è il fratello maggiore del protagonista, l’uomo di casa, il primo a scegliere la strada che poi tutti i fratelli seguiranno, nonostante tutto. Come definiresti la sua vita? d) Babbà è il migliore amico di Alendelòn, sta sempre al suo fianco, ma cosa vuol dire davvero amicizia? Esiste un codice di fedeltà nell’illegalità? e) Don Carmine disereda il boss e prende il comando di quella struttura che lui definisce “a Vesuvio”. Hai capito di cosa si tratta? Analisi delle strutture ‘sociali’. f) Luisa e Diego sono i figli del boss, quelli che probabilmente si sacrificano di più, rispetto ad altri personaggi del film. Perché? g) Piragna è la rotella pazza del gruppo, la testa calda, quello che rompe gli equilibri e che rimette in discussione le dinamiche del clan. Secondo te se non ci fosse stato lui sarebbe andato tutto liscio? h) Montesomma è colui che fa il doppio gioco, che tradisce e non si fa problemi a farlo. Anche lui contribuisce alla decadenza del sistema, avresti preferito che Alendelòn avesse sfogato su di lui la propria vendetta? 8) Pensi che questo film possa essere utile per cambiare le cose e per fare in modo che la malavita e in particolare la Camorra possa perdere potere e consistenza? È possibile, secondo te, che la mafia venga sconfitta? Chi può farlo? Lo Stato, i cittadini, solo quelli coinvolti? 9) Pensi di avere avuto esperienze personali sul tema? Raccontale. 10) Materiali di approfondimento: Ascolta: “O’ figlio d’o’ marsigliese” di Patrizio - “L’aquilone” e “Concerto” degli Alunni del Sole “Don Raffaé” di Fabrizio De André Leggi: I MILIONARI di Luigi Alberto Cannavale e Giacomo Gensini - Mondadori 2011 GOMORRA di Roberto Saviano - Mondadori 2006 Guarda: IL CAMORRISTA di Giuseppe Tornatore - 1986 QUEI BRAVI RAGAZZI di Martin Scorsese - 1990 Ricerca: http://www.narcomafie.it - http://faidadiscampia.blogspot.it
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