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Migrazioni familiari e percorsi occupazionali delle immigrate in Italia
L.I.M.eS. Laboratorio Immigrazioni Multiculturalismo e Società Milano, 29 Gennaio 2012
Gabriele Ballarino (University of Milan) Nazareno Panichella (University of Milan)
Struttura della presentazione Gli obiettivi della ricerca • Perché è importante studiare le donne immigrate? • Domande di ricerca
• Le donne immigrante nel mercato del lavoro italiano • Perché svantaggiate? • Dinamiche familiari • Ipotesi di ricerca
• Dati, variabili e tecniche di ricerca • Risultati empirici • Analisi descrittive • LPM
• Conclusioni
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Gli obiettivi della ricerca
Gli obiettivi della ricerca
• I fenomeni migratori sono stati spesso analizzati a un livello micro, quello delle decisioni individuali. • Migrazione
scelta razionale (limitata)
• Maggiore attenzione allo studio degli emigrati uomini • Uomini= job-related migrants; • Donne= secondary migrants.
• Come studiare inserimento nel MdL degli immigrati? • Analisi separate per uomini e donne (Reyneri e Fullin 2011; Bernardi et al. 2012) • Analisi solo per gli uomini (Ballarino e Panichella 2013)
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Gli obiettivi della ricerca • Soprattutto negli ultimi anni l’attenzione verso le migrazioni femminili è cresciuta. • Femminilizzazione dei processi migratori (Castles e Miller 1993): aumento di donne che emigrano (anche da sole) per cercare lavoro in un altro paese.
• La decisione di emigrare è spesso presa a livello familiare: • Non è orientata solo alla massimizzazione dell’utilità individuale. • Utilità familiare & processo intergenerazionale: gli immigrati sono disposti ad accettare condizioni di lavoro che la popolazione locale rifiuta per garantire un maggior benessere al nucleo familiare e un futuro migliore ai propri figli.
• Quali sono i percorsi occupazionali delle donne emigrate?
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Gli obiettivi della ricerca • Perché è importante lo studio dei percorsi occupazionali delle donne emigrate in Italia? 1. Pochi dati e poche analisi quantitative sulla condizione occupazionale delle donne emigrate 2. Rubin et al. 2008: • Old-receiving countries (GE, FR, UK): • Il tasso di partecipazione delle donne emigrate è inferiore a quello delle donne native • New-receiving countries (PT,SP,GR…ma no IT): • Lo svantaggio delle donne rispetto alle native è inferiore.
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Rubin, J., Rendall, S. M., Ravinovich, L., Tasng, F., van Oranje-Nassau, C., & Janto, B. (2008) Migrant women in the European labor force: Current Situation and future prospects. Rand EUROPE Technical Report. Cambridge, UK.
Gli obiettivi della ricerca • Come spiegare l’alta partecipazione delle donne emigrate nel MdL in questi paesi? 1. Lavoro sommerso, come è stato osservato per gli uomini emigrati (Reyneri e Fullin 2011) 1. Gli uomini hanno tassi di occupazione simili ai nativi, ma sono svantaggiati per quel che riguarda le pr. di avere un buon lavoro (Ballarino e Panichella 2013). • Lavori “delle cinque P”: pesanti, pericolosi, precari, poco pagati, penalizzati socialmente (Ambrosini 2005)
2. Effetto di composizione: le donne emigrate hanno caratteristiche individuali diverse rispetto alle native • Per es, sono più giovani, meno istruite, si sposano di più, fanno più figli, ecc.
3. Termini di comparazione: i tassi di partecipazione al MdL delle donne italiane sono particolarmente bassi (artificio metodologico).
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Gli obiettivi della ricerca • Domande di ricerca: 1. A parità di caratteristiche individuali (genere, età, classe sociale di origine, zona di residenza, ecc.), le donne emigrate sono svantaggiate? • (pr. di essere occupate & qualità del lavoro) 2. Lo svantaggio delle donne emigrate diminuisce all’aumentare del tempo di permanenza in Italia? 3. Lo svantaggio delle donne emigrate cambia in base alla strategia migratoria familiare e alla condizione occupazionale del partner?
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Le donne immigrante nel MdL italiano
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La migrazione delle donne • Perché svantaggiate nel MdL? • Caratteristiche individuali • Per es, sono meno istruite (soprattutto le donne provenienti dai paesi del terzo mondo).
• Capitale umano “country-specific” (Borjas 1994) • Poca conoscenza del mercato del lavoro (Kogan 2007) • Mancanza di sostegno familiare/network, ecc: • Necessità di trovare velocemente un lavoro, indipendentemente dalla sua qualità (Kalter and Kogan 2006; Dustman 2000).
• Pratiche discriminatorie (Arrow 1972; Aigner and Cain 1977; Madden 1973) • + Dinamiche familiare
legate
alla
strategia
migratoria
La migrazione delle donne • Percorsi di ricostruzione e di nuova costruzione del nucleo familiare (Ambrosini 2005):
• Percorso al maschile: l’uomo emigra per primo, trova lavoro e casa, • • • • •
e prepara il terreno per l’arrivo della moglie e dei figli. Percorso al femminile: la moglie-madre emigra per prima e promuove l’arrivo del marito e dei figli Percorso neocostruttivo: la formazione del nucleo familiare avviene nel paese ricevente Percorso simultaneo: arrivo contemporaneo dei coniugi Percorso monoparentale: emigra sono un coniuge Percorso di famiglie miste: partner di origine diversa
• (+ crisi del legame familiare)
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La migrazione delle donne 1) Percorso al maschile: donne = tied-movers (Mincer 1978) • Ui<0 & Uf>0 (i= individuo; f=nucleo familiare) • Il marito ammortizza i costi della migrazione (disruption), mentre la moglie emigra quanto questi costi tendono a zero (Goldstein and Goldstein, 1981). • Conseguenze di questa strategia migratoria: • Tasso di occupazione • Più basse rispetto alle native e alle altre donne emigrate
• Qualità del lavoro • Se lavorano, confinate nel lavoro poco qualificato (domestiche, cameriere, ecc.)
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La migrazione delle donne • Effetto della condizione occupazionale del marito 1. Effetto sulle scelte riproduttive: • •
• •
“Effetto disruption”: Il tasso di fertilità delle famiglie emigrate diminuisce nel periodo immediatamente successivo alla migrazione, ma nel medio-lungo periodo aumenta fino a raggiungere quello del paese di origine (Caldwell, 1982; Ford, 1990; Kahn, 1994). Questa dinamica è stata confermata anche per le migrazioni interne italiane (Guetto e Panichella 2012). Nel periodo immediatamente successivo alla migrazione, le donne emigrate partecipano di più al MdL
2. Effetto sulla partecipazione al mercato del lavoro 1. Se benefici attesi ≤ benefici reali 2. le famiglie emigrate possono incentivare le donne a ricercare un lavoro, anche di bassa qualità (Reyneri 2007). 3. Tramite questa strategia, le famiglie emigrate sono in grado di ammortizzare più velocemente i costi della migrazione
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La migrazione delle donne 2) Percorso al femminile (pochi studi, meno chiaro…) • Conseguenze di questa strategia migratoria: • Tassi di occupazione: • più alti rispetto alle altre donne emigrate • Qualità del lavoro • Confinate nel lavoro poco qualificato (domestiche, cameriere, ecc.) • Effetto del ricongiungimento & condizione occupazionale del marito • Riduzione del tasso di occupazione • Le donne, anche se emigrate per prima, si dedicano alla cura dei figli (soprattutto se il marito ha un buon lavoro). • Il tasso di occupazione rimane invariato
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↓ tasso di fertilità ↑ partecipazione femminile al MdL (lavori di bassa qualità)
Costi della migrazione (distruption)
t Primo migrante Lavoro buono Lavoro non buono
t+1 Ricongiungimento
t+2 Osservazione
Ipotesi di ricerca 1. HYP1: composizione A parità di caratteristiche socio-demografiche, le differenze tra donne emigrate e donne native scompaiono o si riducono significativamente. 2. HYP2: Tied-migration Lo svantaggio delle donne emigrate è maggiore tra le donne che sono emigrate a seguito del marito. Percorsi al femminile non c’è svantaggio 3. HYP3: Disruption / costi della migrazione SE le donne emigrano dopo il marito (oppure se emigrano insieme) & SE (benefici attesi del marito) ≤ (benefici reali del marito) le famiglie emigrate incentivano le donne a ricercare un lavoro, anche di bassa qualità.
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Dati, variabili e tecniche di ricerca
Dati e variabili • EU-LFS (2005-2010) • Solo donne • Età compresa tra 15 e 65 anni • (N=340.062) • Variabili dipendenti: condizione occupazionale 1. Inattiva 0 0 2. Disoccupata 3. Lavoro non buono • Instabile | Isco88>8000 1 4. Lavoro buono 1 • Stabile & Isco88<8000
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Dati e variabili Origine territoriale: luogo di nascita • • • •
(Nord America e Australia) (EU15) Africa, Asia e America Latina Europa dell’est
• Variabile indipendente: origine geografica 1. Donne native (nate in Italia) [n=304.564] 2. Donna primo migrante (ricongiunte) [n=1.311] •
3.
Donna emigrata sola [n=8.212] • •
4.
È in Italia da sola, può essere sposata o non sposata Può ricongiungersi in futuro (censurate a destra)
Donna emigrata a seguito del marito/partner [n=7.079] •
5. 6.
In Italia con il marito & emigrata prima del marito
In Italia con il marito & emigrata dopo il marito
Donna emigrata insieme al marito [n=6.685] Donna in coppia mista [n=4.911]
(altre categorie residuali
dummies controllo)
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Dati e variabili • Variabili di controllo • Istruzione •
• • • • • • • •
Primaria, secondaria, terziaria
Età anagrafica • (25-35; 36-45; 46-65) Stato civile Figli Regione di residenza Presenza di un familiare (nonna, zia, ecc.) in casa Nazionalità Yr quarter (yr_quarter*regione di residenza)
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Metodo e controlli di robustezza • Linear Probability Model (LPM) con s.e. robusti •
Coefficienti β: misurano, a parità di alcune caratteristiche individuali, la differenza tra le probabilità predette degli immigrati rispetto a quelle delle donne native (categoria di riferimento) • •
Pr(Occupati) Pr(Lavoro Buono)
• Controlli di robustezza 1. Modelli condizionati/incondizionati 2. Bys: origine territoriale 3. Modelli logit 4. Modelli mlogit, ologit e gologit •
•
(0=inattivo; 1=disoccupato; 2=lavoro non buono; 3=lavoro buono)
Heckman sample selection model • •
di = ziγ + u1 i=1, ....N yi = xiβ + u2 i=1, ....N
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Risultati empirici
D
on n
U
m ix
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na .p
so la
om
In
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o
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U
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D
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C
D
C
0
10 20 30 40
C
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ia
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ix
0
10 20 30 40
South and East Asia U
om
o
p
p.
e
on na . In si em
D
so la
South and Central Afr a
NSM12 & other Europe
on n
Latin America
D
Risultati empirici: analisi descrittive 24
North Africa & Nea r M
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Risultati empirici (tempo residenza del marito)-(tempo residenza moglie) North Africa & Near Middle East
South and Central Africa
South and East Asia
0
.5
1
0
.5
1
NSM12 & other Europe
-10
0
.5
1
Latin America
-10
-5
0
5
10
-5
0
5
10
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Risultati empirici (domanda 1) A parità di caratteristiche individuali, le donne emigrate sono svantaggiate?
S tabi le & Isco<8
p. o om U
in s ig r. M
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D
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-.3
-.2
-.1
0
.1
Occu pati
Risultati empirici (domanda 2)
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Lo svantaggio delle donne emigrate diminuisce all’aumentare del tempo di permanenza in Italia? Donna p.
Insieme
Uomo p.
Donna sola
>1 0
910
6 5-
78
4 3-
12
0 >1
8 7-
910
6 5-
34
1-
2
-.4
-.2
0
.2
Occupati
CI
Stabili & Isco<8
CI
0 >1
910
78
56
34
12
-.4
-.2
0
.2
Coppia mista
Risultati empirici (domanda 3) Lo svantaggio delle donne emigrate cambia in base alla condizione occupazionale del marito?
Pr(Occupate) Insieme
Uomo p.
-.4
-.2
0
.2
Donna p.
B uo no
No bu o no
B uo no
No bu o no
Bu on o
N o bu on o
Pr(Lav buono) Insieme
Uomo p.
-.3 5 -.3
-.2 5 -.2
-.1 5
Donna p.
B uo no
No bu o no
B uo no
No bu o no
Bu on o
N o bu on o
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Conclusioni
Conclusioni • Ipotesi composizione: non confermata • Anche a parità di caratteristiche socio-demografiche, le donne emigrate sono svantaggiate rispetto alle native. • Ipotesi tied-migration: confermata - solo Pr(occupate) • Lo svantaggio cambia in base al tipo di strategia migratoria familiare attuata • Le donne che emigrano a seguito del marito, hanno meno possibilità di essere occupate • Le donne primo migranti e le donne sole lavorano di più, ma sono svantaggiate per quel che riguarda la qualità del lavoro • Ipotesi disruption: (parzialmente confermata) • Quando il marito/partner ha un lavoro instabile o di bassa qualità, le donne emigrate lavorano di più, ma hanno meno possibilità di avere un lavoro stabile. • Questo, però, non vale anche per le famiglie dove c’è una donna primo migrante.
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Conclusioni •
•
• •
La subalternità delle donne non si esaurisce nel momento in cui viene presa la scelta di emigrare, ma continua anche nei periodi successivi alla migrazione. • La necessità di ammortizzare i costi della migrazione hanno sicuramente favorito l’ingresso nelle donne emigrate nel mercato del lavoro, ma a costo di svolgere anche lavori di bassa qualità. mentre le famiglie native sono state in grado di riprodurre il malebreadwinner model, quelle emigrate hanno incoraggiato la partecipazione delle donne al mercato del lavoro – anche in posizioni occupazioni di bassa qualità – per far fronte ai costi della migrazione. • Donne native: spesso ricadono nell’inattività dopo la nascita di un figlio, • Donne emigrate: spinte da un maggior bisogno economico, insistono nella ricerca di un lavoro, anche di bassa qualità, purché compatibile con la cura dei figli. Il MdL è “immerso” nella più vasta società (embedded): Le opportunità lavorative delle donne emigrate sono infatti condizionate dal loro essere parte di un nucleo familiare; o meglio, dal modo in cui la scelta di emigrare è stata presa a livello familiare.
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