Rassegna Stampa Quotidiana di
MERCOLEDì 16 FEBBRAIO 2011 s o m m a r i o
Crisi & Imprese Cala la cassa integrazione umbra (Corriere dell’Umbria pag.1) Migliaia di controlli per la sicurezza sul lavoro (Corriere dell’Umbria pag.2) “Ripartiamo dall’industria” (Corriere dell’Umbria pag.3-4) La Bps ha un nuovo presidente (Corriere dell’Umbria pag.5-6) Bps, è D’Atanasio il nuovo presidente (Il Giornale dell’Umbria pag.7-8-9) Ora occhi puntati sul futuro di Credito e servizi (Il Giornale dell’Umbria pag.10) Turisti e imprese, lo “spettro” del federalismo fiscale” (Il Giornale dell’Umbria pag.11) Cioccolentino, record di presenze con 100 mila visite (Il Giornale dell’Umbria pag.12) TURISMO: PROVINCIA TERNI PORTA CASCATA MARMORE A BIT MILANO (Umbriajournal pag.13-14)
Nazionale Nuovo fisco per i fondi comuni italiani (Corriere della Sera pag.15-16) Imprenditrici italiane: avvio d'impresa anche senza fondi (www.pmi.it pag.15-16) APPALTI PUBBLICI: CONSULTAZIONE EUROPEA PER SNELLIRE LE PROCEDURE (portale di tribuna economica pag.15)
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Occupazione Lo studio della Uil. Bendini: “Bisogna fare uno sforzo straordinario”
Cala la cassa integrazione umbra Ma i dati fanno sorridere solo il territorio perugino PERUGIA - Tra dicembre 2010 e gennaio 2011 la cassa integrazione in Umbria è sensibilmente calata: -25,9%. In totale sono state concesse 802mila ore. Nel dettaglio, la cassa ordinaria è diminuita del 10,5%, quella straordinaria del 31,9%, infine quella in deroga del 33,7%. Nel mese di gennaio i lavoratori umbri interessati dagli ammortizzatori sociali sono stati 4.717. Analizzando il quadro provinciale, emerge che nel Perugino la contrazione della cassa è stata pari al 36,2%. L'opposto nel Ternano, dove invece si è registrato un aumento del 40,4%. La situazione più critica della provincia di Terni è confermata anche nell'andamento annuale: tra gennaio 2010 e gennaio 2011 il ricorso agli ammortizzatori sociali è cresciuto del 63,9%. Nel Perugino, nello stesso periodo, l'aumento è stato minimo: +1,3%. Menzione a parte va fatta per la cassa in deroga che, tra dicembre e gennaio, in Umbria è aumentata del 23% (+15,5% a Perugia, +45,3% a Terni). Buone nuove emergono dall' analisi sul lungo periodo (gennaio 2010-gennaio 2011): in Umbria in dodi-
Cassa integrazione L’analisi del segretario Uil Claudio Bendini
ci mesi la cassa in deroga è diminuita del 33,7%. In particolare, la contrazione più forte ha riguardato il comparto dell'industria (-96,9%), seguito dall'edilizia (-51,9%), dall'artigianato (-58%) e dal commercio (+28,4%). Un fenomeno, quello della cassa in deroga, che si è confermato anche nel mnese di dicembre. "Ciò può essere dipeso - commenta il segretario generale regionale della Uil, Claudio Bendini - sia dall'aumento di aziende in difficoltà - piccole imprese
industriali e di altri settori - che, non avendo altro strumento, hanno sospeso, totalmente o parzialmente, l'attività, sia dal fatto che anche imprese industriali, che hanno terminato il 'plafond' di ore ordinarie e straordinarie di cassa, abbiano attinto alla deroga". "Nonostante un decremento delle ore richieste dalle aziende - sottolinea Bendini - il totale delle ore autorizzate delle varie tipologie di cassa è ancora molto significativo. Da ciò non può non rilevarsi una prima considerazione: che la
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crisi, pur in forme diverse, si manifesta in maniera concreta e che nel 2011 si dovrà fare uno sforzo straordinario per sostenere politiche più complesse e articolate per alleviare il forte disagio occupazionale che investe in maniera diversa i territori". "Il tema - sempre Bendini - rimane certamente il sostegno al reddito di chi è colpito dalla propria crisi aziendale. E', quindi, indispensabile procedere ad una accurata verifica di quante e quali risorse saranno destinate agli ammortizzatori sociali nel prossimo futuro ma, nel contempo, sarà fondamentale innovare sia le politiche pubbliche di sviluppo, anche incentivanti l'occupazione e il lavoro, sia una contrattazione più rispondente al tema produttività/lavoro/reddito. Temi - conclude il segretario della Uil regionale - che riguardano indistintamente chi rischia di perdere il lavoro, chi non lo trova o è preda del lavoro saltuario, occasionale, irregolare. Sbaglierebbe il Sindacato a rinchiudersi nel solo fortino degli ammortizzatori sociali fuggendo dal tema delle politiche attive per la buona occupazione".
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Interventi su 3.500 aziende. Particolare attenzione in agricoltura e costruzioni
Migliaia di controlli per la sicurezza sul lavoro PERUGIA - Cinquemila e 464 sopralluoghi, interventi su oltre 3mila e 500 aziende. Controlli sul nove per cento delle imprese con dipendenti presenti nel territorio regionale nell’ambito del Piano di prevenzione 2010-2012. E’ stata la governatrice Catiuscia Marini a fornire i dati relativi alla prevenzione sul fronte della sicurezza sul lavoro durante il consiglio regionale di ieri, sollecitata da una interrogazione che era stata presentata dal consigliere Maria Rosi (Pdl) che chiedeva spiegazioni sull’attività della giunta proprio sul fronte della prevenzione. La Marini ha spiegato che si è andati oltre gli obiettivi previsti dal Patto per la salute, sottoscritto tra le Regioni e il Governo, il quale prevedeva di operare almeno sul 5 per cento delle aziende. Ma la governatrice ha dato un’altra notizia importante e cioè che
secondo i dati Inail riveriti al periodo 2008-2009, gli infortuni sul lavoro sarebbero diminuiti del 10,6 per cento. Progressi, insomma, rispetto a quella che è considerata una vera e propria piaga per la regione. Il Piano regionale per la prevenzione, inoltre, prevede azioni mirate in agricoltura per cercare di limitare e comunque di ridurre gli incidenti legati alle macchine. Azioni mirate anche sul fronte della realizzazione delle grandi opere, in particolare la Quadrilatero. Proprio nei cantieri della costruzione di questo decisivo asse viario, negli ultimi mesi si sono registrati gravi incidenti sul lavoro. In questo caso i controlli attraverso gli “eventi sentinella“ aiutano decisamente la prevenzione. Sempre nel corso del suo intervento, il presidente della Regione, ha ricordato che il
Piano triennale prevede la lotta ai rischi di danni da esposizione a sostanze cancerogene o agenti fisici, chimici e biologici pericolosi. Infine, il Piano prevede la promozione della salute, ad opera delle Asl in collaborazione con imprese e sindacati, messo in atto attraverso gli accordi Cantieri alcool free, Patto per la salute sul lavoro e Piano straordinario per la vigilanza. La documentazione presentata dalla Marini è stata accolta con soddisfazione dalla Rosi che comunque ha annunciato un “attento monitoraggio” sui dati che sono stati forniti. Il consigliere ha anche ricordato che fondamentale è “...l’impegno per le famiglie dove, a causa degli infortuni sul lavoro, ci sono stati dei lutti, perché è importante anche dare attenzione ai familiari di chi è rimasto vittima sul lavoro”.
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IsegretariSbarraeBendinisullacrisi:“Pocodinamismo,sistannoperdendotempoerisorse”
“Ripartiamo dall’industria” CisleUil: “Lamaggioranzarischia didistruggerel’Al eanzaperl’Umbria” Marina Rosati PERUGIA - L’unità sindacale si è fermata a Pomigliano prima e a Mirafiori dopo e per adesso, anche in Umbria, bisogna veramente dirgli addio. “Ma quale esaltazione della vittoria alla Colussi, ma quale sindacato e modello si vuole osannare, forse la Cgil che è ormai vittima di una minoranza oltranzista e fuori dal mondo come la Fiom che tiene sotto scacco tutta la Confederazione?” I segretari regionali di Cisl e Uil Ulderico Sbarra e Claudio Bendini vuotano il sacco e dopo l’uscita di Bravi mettono a nudo i rapporti tra le tre sigle sindacali e soprattutto le differenze nell’affrontare la crisi. “Una crisi che si sta espandendo a macchia d’olio - spiegano - e contro la quale non basta tirare fuori lo slogan di un piano per il lavoro. L’occupazione spiega a ruota libera Sbarra - si tutela con un nuovo modello di sviluppo che va adeguato e calibrato per l’Umbria. E per fare questo bisogna partire dall’industria”. Ecco quindi la prima stoccata a Bravi: “Il motore della nostra economia resta il manifatturiero e a dirlo - sottolinea ancora il segretario della Cisl non sono io ma i maggiori economisti della regione. E’ necessario portare i nostri migliori marchi fuori regione ed avere una nuova visione dell’economia, partendo da una constatazione: la spesa pubblica è esaurita e non può più garantire quello che ha garantito fino ad oggi”. Innovazione, ricerca, nuova strategia sul credito ed anche, come dice Bravi, politiche attive del lavoro e poi turismo e cultura. Bendini e Sbarra calano il poker e snoccialano proposte e progetti per il Cuore Verde. “Su questi
“La Cgil umbra ha firmato accordi come quello Fiat, ora fa dichiarazioni che fanno salire la tensione: tre nostri delegati sotto controllo della polizia” punti è necessario aprire un confronto e dare le gambe a quello che è stato messo per iscritto nei vari documenti. Certo che - riferendosi al collega della Cgil - il comparto turistico è importante ma - spiega ancora Sbarra - non avendo nè mare, nè montagna l’Umbria non potrà mai avere quegli arrivi di massa che sono tipici di certe regioni. Ecco perché diciamo che l’industria resta centrale. E poi - gli fa eco Bendini - prima di pensare alla nuova filiera della Tac (turismo-ambiente-cultura ndr) andiamo a vedere cosa hanno prodotto i bandi precedenti”. Sulla contrattazione il fronte è unico: “Ha ragione Bravi nel ribadire la necessità di puntare sul confronto di secondo livello, è una partita su cui ragionare insieme se quelli
della Cgil non avessero ogni mese una mobilitazione. Quello che manca, in realtà, è un’interlocuzione con gli imprenditori che, a questo punto dovremo chiamare in causa”. Così come vanno chiamati in ballo tutti gli attori dei tavoli tematici. “Questa Alleanza per l’Umbria rischia di saltare prima ancora di iniziare a funzionare. E questo - sottolineano Sbarra e Bendini - a causa di un sistema, quello umbro, che manca di dinamismo. Siamo una regione apatica - continua il segretario della Cisl - dove si perde tempo, non si ingrana la marcia, dove tutto è impastoiato ed affidato alla politica che rischia di distruggere tutto. Basta guarda l’approvazione del Dap che è sull’orlo del precipizio a causa dei litigi interni alla maggioranza. Quello che
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Insieme Ulderico Sbarra della Cisl e Claudio Bendini della Uil all’attacco della Cgil
“Il taglio della spesa pubblica e la razionalizzazione dovrebbero riguardare anche le Province ma la vera riforma qui in Umbria dovrà interessare la sanità” è mancato - aggiungono ancora - è un patto sociale tra sindacati e imprenditori che non dipenda dalle scelte politiche”. Così come è tutta rallentata la corsa della riforma endoregionale e della semplificazione. “E’ noto a tutti che i piani istituzionali sono tre: uno nazionale, uno regionale che fa le norme di riferimento e uno comunale per la gestione dei servizi. Le Province sono un livello in più di cui si potrebbe fare a meno per un risparmio della spesa pubblica ma la questione della semplificazione è più complessa e l’iter avviato qui in Umbria che sta interessando le comunità montane - mettono in evidenza - deve portare alla vera riforma e razionalizzazione della sanità”. In tutta questa situazione la spacca-
tura sindacale che vede Cgil da una parte e Cisl e Uil dall’altra non aiuta. “Queste accuse che ci vengono mosse di non difendere i lavoratori - continuano a ruota libera Sbarra e Bendini - sono false e tendenziose e dette a posta per creare subbuglio. Si è partiti dal modello Marchionne gridando alla scandalo quando in Umbria di accordi come quello la Cgil ne ha firmati una valanga. Ma fare bagarre mediatica su Mirafiori significa sparigliare le carte e disorientare i lavoratori. Così si va in fabbrica e si grida vendetta. Gli operai non sono certo sciocchi ma quando si entra nelle aziende e si parla di noi come di quelli che cancellano i diritti con campagne martellanti qualcuno poi alla fine di crede. E poi ci si viene a dire che siamo lo
sgabello del governo quando la Cgil è sempre alle dipendenze delle scelte di partito e i suoi funzionari non sono neanche espressione della fabbrica”. Per i due leader di Cisl e Uil questi attacchi martellanti destabilizzano e creano un clima di tensione generale che ha portato a mettere sotto controllo anche tre delegati del sindacato di Bonanni. “Ci sono tre dei nostri - spiega Sbarra - che per alcuni elementi intercettati dagli investigatori sono sotto il controllo protettico della Digos. Quindi alimentare queste tensioni è davvero pericoloso”. Alla Colussi, anche se non successo questo, secondo Sbarra e Bendini, non c’è nessun risultato da osannare. “Quella è una fabbrica sempre in cambiamento dove la vittoria della Cgil è solo di pochi voti con un ricorso in atto da parte dell’Ugl proprio contro il sindacato di Bravi, quindi - aggiungono ancora - parlare di vittoria eclatante e portarcela come esempio di riflessione è davvero assurdo”. Come assurdo, o meglio inesatto - vanno a ruota libera i due confederali - “dire che non vogliamo il rinnovo delle Rsu nel pubblico impiego. Si facciano le elezioni dopo aver definiti i comparti, ma quelli della Cgil hanno fretta di votare. Loro hanno una visione universalistica della contrattazione, ovvero assemblee e referendum su tutto - spiega Sbarra - e questo significa allungare i tempi e frenare le firme e gli accordi. Noi abbiamo invece una visione che si basa sugli iscritti”. A proposito di iscritti, sia Sbarra che Bendini ammettono il calo: “C’è stato una flessione di tessere - ma quelli che abbiamo sono tutti ampliamente certificati e sicuri, ognuno pensi ai propri”.
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Credito Lunga notte di confronto nel cda: lascia anche il vice Bellingacci, lo sostituirà Zuccari
La Bps ha un nuovo presidente Antonini si è dimesso, al suo posto subentra Nazzareno D’Atanasio PERUGIA - "Intendo esprimere un ringraziamento profondo e sincero al consiglio di amministrazione di Bps s.p.a. che mi ha eletto e, soprattutto, a Giovanni Antonini, che negli ultimi dieci anni, ha guidato l'istituto verso traguardi importanti che ne connotano oggi un ruolo fondamentale ed insostituibile nell'Italia centrale”. Sono queste le parole del neopresidente della Banca popolare di Spoleto Nazzareno D’Atanasio che ha ieri è alla guida dell’istituto di credito spoletino al posto di Giovannino Antonini. “Assumo la guida di una banca dai fondamentali solidi - ha sottolineato ieri nella riunione di presentazione - capace di attrarre crescenti flussi di clientela e di rispondere con rapidità ed efficienza alle necessità di risparmio e di credito di famiglie ed imprese sul territorio. Ringrazio l'intera compagine aziendale della sua determinante opera quotidiana e del suo forte spirito di appartenenza, ritenendo che i dipendenti di Bps siano il primo capitale ed il primo investimento di questa banca. Sono fortemente consapevole dell'impegno che il mio ruolo prevede - ha aggiunto ancora - in particolare verso le aspettative di crescita dei territori presidiati da Bps. Sono due le parole chiave che intendo pronunciare come simbolo per il futuro: continuità dell'azione amministrativa per una costante crescita della solidità e della redditività di Bps, soprattutto perseguendo sempre, con ogni forza, con ogni tenacia e
Vertici Nazzaremo D’Atanasio e Michelangelo Zuccari
“Continuità dell’azione amministrativa per una costante crescita della solidità e autonomia di questa banca” con ogni sacrificio, l'autonomia di questa banca. Un istituto storico, il nostro, costituito da persone che rispondono alle necessità di altre persone: famiglie, privati cittadini, imprenditori medi e piccoli, portando loro un contributo di "vicinanza", di dialogo, di efficienza operativa che da sempre è il biglietto da visita della Banca popolare di Spoleto". La nomina di D’Atanasio è arrivata intorno alle quattro di ieri mattina, al termine di un lunghissimo consiglio di amministrazione iniziato nel po-
meriggio di lunedì, il lungo tira e molla tra la Banca popolare di Spoleto e Bankitalia. Giovannino Antonini, presidente da 10 anni dell'istituto e da 20 nel cda alla fine si è dimesso “nell'ottica della salvaguardia dell'azienda” come precisa una nota della banca. Con il presidente lascia anche il vicepresidente vicario Marco Bellingacci (pur restando nel cda, pena altrimenti la decadenza dell'intero consiglio) e, al suo posto è subentrato Michelangelo Zuccari. E' quindi stata messa la parola
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fine su una vicenda nella quale Bankitalia aveva espresso valutazioni in merito alla supposta ingerenza nella gestione dell'istituto da parte di Antonini che, riaffermando più volte in passato la necessità di “combattere se qualcuno pensa di accaparrarsi dell'ultima realtà bancaria dell'Umbria” dicendosi convinto che la stessa “deve rimanere autonoma”, in modo ufficioso si opponeva al Monte dei Paschi, socio al 26% con 4 consiglieri, ed alla Coop Centro Italia, socia allo 0,8% e
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con quei consigliere i quali da tempo chiedevano spazio all'interno della Banca, che conta oggi 110 sportelli in Italia e 750 addetti. In particolare, il 31 gennaio scorso si era dimesso Giorgio Raggi, di Coop Centro Italia ed il 4 febbraio i quattro rappresentanti di Montepaschi. Nel frattempo, Antonini era riuscito ad ottenere fiducia dal Cda che il 6 febbraio (con il voto di 9 su 14 membri viste le 5 dimissioni - ndr) aveva rinnovato il sostegno al presidente, deliberando la sospensione temporanea del di-
rettore generale, Alfredo Pallini, già suggerito da Bankitalia, e lunedì, come ultima proposta, aveva posto il problema d'urgenza al cda della Credito e Servizi, la cooperativa che controlla il 51,2% della Banca spoletina. L'ipotesi era quella di uno scambio incrociato, con lo stesso Antonini al vertice della Credito e Servizi e Fausto Protasi, apicale della cooperativa, alla BpS; un tentativo sfumato, sfociato, pertanto nelle dimissioni. “Le decisioni assunte dall'organo amministrativo della Banca - conclude la nota dell'istituto - rappresentano un segnale di equilibrio con la funzione istituzionale di Banca del territorio e vedranno completo compimento nella prossima ricomposizione dell'Organo Collegiale”. Tra le prime reazioni, quella del sindaco di Spoleto Daniele Benedetti che ha espresso “soddisfazione per la nomina del consigliere Nazzareno D'Atanasio a Presidente della Banca Popolare di Spoleto. Ritengo infatti che avere oggi un rappresentante della nostra citta' alla guida dell'importante istituto di credito sia non solo un elemento di orgoglio, ma anche e soprattutto un fattore di garanzia per il nostro territorio. Allo stesso tempo - ha ribadito il primo cittadino - sento il dovere di ringraziare il presidente uscente Giovannino Antonini che, con un atto di grande responsabilita', ha voluto garantire sino in ultimo il futuro della Banca popolare di Spoleto, nonché tutto il consiglio di amministrazione”.
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Popolare Spoleto
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La sorpresa Quando è iniziato il Consiglio non pensavo di uscirne da presidente. Le parole d’ordine: continuità dell’azione amministrativa e autonomia di questa Banca
Bps, è D’Atanasio il nuovo presidente Zuccari vice. Antonini resta nel cda della controllante Scs di MASSIMO SBARDELLA
SPOLETO - “Quando sono entrato a Palazzo Pianciani per il cda non pensavo proprio di uscirne da presidente. Un incarico molto impegnativo, per lo svolgimento del quale chiederò la collaborazione agli altri consiglieri”. Queste le prime parole, da presidente della Banca popolare di Spoleto, di Nazzareno D’Atanasio, patron della società di recupero crediti Maran. E’ lui l’uomo scelto per far uscire la banca umbra dall’impasse creatasi dopo il diktat di Bankitalia ed il conseguente scontro con i soci di minoranza. La “quadra” nella notte. Sono da poco passate le 3 di notte quando il cda di Bps ratifica il nuovo assetto dei vertici. A sorpresa, a raccogliere il testimone di Giovannino Antonini (che esce da Palazzo Pianciani dopo 6 anni di vicepresidenza e 10 di presidenza) è D’Atanasio, il consigliere che una settimana prima aveva votato contro la fiducia al presidente e la sospensione del
filo con Pallini. D’altra parte, si ottempera al diktat di Bankitalia, che aveva chiesto un deciso cambio della governance. Ma nel cda resta il braccio destro di Antonini, Marco Bellingacci. Ed entrambi restano ai vertici di Scs. Occhi sulla controllante. La partita, in effetti, non è finita. Resta da capire chi ha più voce all’interno della controllante, dove lunedì pomeriggio si è consumato lo scontro vero. Il presidente Protasi, a cui era stata offerta la guida della Banca, aveva chiesto tempo. Ma tempo non ce n’era. Per questo, dopo aver valutato l’opzione Zuccari, il compromesso è stato trovato sul nome di D’Atanasio. Parole d’ordine. “Continuità dell’azione amministrativa, per una costante crescita della solidità e della redditività di Bps, perseguendo sempre, con ogni forza, con ogni tenacia e con ogni sacrificio, l’autonomia della Banca”. Queste le parole d’ordine in-
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dicate dal neo presidente. Che ieri mattina, insieme a Zuccari, ha avuto un breve incontro con i dirigenti ed i rappresentanti sindacali della Banca, per tranquillizzarli sulla solidità dell’istituto: “Se ci sono state turbolenze - ha detto - sono passate. Non ripartiamo, continuiamo”. Poi, con Zuccari, è approdato a Perugia, per un incontro informale con il direttore della filiale di Bankitalia, Pasca, definito “molto cordiale e soddisfacente”. Oggi, entro la scadenza fissata da Saccomanni, ci sarà il contatto ufficiale con via Nazionale. Poi, la prossima settimana, il cda tornerà a riunirsi a Palazzo Pianciani. Un cda di nuovo con 14 membri, se nel frattempo si convinceranno i soci di minoranza a tornare a sedere al tavolo.
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dg Alfredo Pallini. Un segno di distensione, dunque, verso i soci di minoranza Montepaschi e Coop Centro Italia, i cui 5 rappresentanti si erano dimessi nei giorni scorsi. Al suo fianco, come vicepresidente vicario (carica lasciata da Marco Bellingacci, che resta però nel Consiglio) dal cda della controllante Spoleto credito e servizi (Scs) viene cooptato l’avvocato Michelangelo Zuccari. Il nuovo equilibrio. Decisioni, si legge nella comunicazione fatta da Bps alla Borsa Italiana, che “rappresentano un segnale di equilibrio con la funzione istituzionale di Banca del territorio e vedranno completo compimento nella prossima ricomposizione del collegio sindacale”. In effetti, si tratta di una soluzione di compromesso, alla luce della situazione che si era venuta a creare. D’Atanasio era la voce critica all’interno dei soci espressione di maggioranza. Con lui, dunque, più facile riavere in Consiglio i rappresentanti dei soci minoritari. E non ha mai reciso il
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>> La sede centrale della Ban-
ca popolare di Spoleto Nel tondo, il neo presidente Nazzareno D’Atanasio Nelle foto piccole in alto: Bankitalia a Perugia e la sede di Montepaschi a Siena
3,17 Il prezzo in euro di un’azione di Bps alla chiusura della Borsa di Milano di ieri
-0,24% L’andamento rispetto alla quotazione precedente del titolo, oscillato da 3,17 a 3,31
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Le reazioni Tutti in difesa della guida locale
Ora occhi puntati sul futuro di Credito e servizi SPOLETO - Chi attendeva la “resa incondizionata” di Antonini, dopo aver appreso nel dettaglio la composizione dei nuovi assetti di Bps ed Scs non esulta più di tanto. Quanti speravano invece nella resistenza ad oltranza, storcono la bocca nel non vedere più il nome di Antonini tra gli inquilini di Palazzo Pianciani. Lui manda segnali di pace. Evidentemente non è così scontento di come, alla fine, sono andate le cose. Anche se, in una notte di passione, ha dovuto modificare la strategia preparata a Roma con il pool di consulenti. “E’ naturale - commenta - che ci sia un ricambio. Del resto, sono stato 6 anni vice e 10 anni presidente di una Banca dove è difficile resistere...”. Banca di cui ha segnato la storia: “Ritengo di aver fatto un buon lavoro. In questi anni gli sportelli sono passati da 35 a 104, circa 500 le assunzioni, completato il restauro di Palazzo Pianciani. E poi, con la Human Healt Foundation abbiamo dato un futuro in Umbria ai ricercatori italiani, prima costretti ad un volo verso gli Usa senza ritorno”. Qualcuno scommette su una sua futura presidenza di Scs. “Sono a disposizione degli azionisti, ma sia chiaro che non sono a caccia di poltrone. E l’ho dimostrato con le dimissioni da Bps, a Antonini cui sono legato. Dal di dentro o “Sono a disposizione dal di fuori - assicura - continuerò sempre a dare il mio contributo dei soci, ma mai perché la Bps resti autonoma. Ina caccia di poltrone sieme ai dipendenti, a cui sono molto legato, abbiamo costruito Dentro o fuori Bps una grande banca, al servizio del- lavorerò per l’autonomia” le imprese e delle famiglie del territorio ed in piena salute, come si è visto anche in questi giorni”. Nonostante le divergenze degli ultimi giorni, scambio di complimenti con D’Atanasio, che ha ringraziato il suo predecessore per il lavoro svolto: “Come me - è l’apprezzamento di Antonini - è un uomo che si è fatto da solo”. Dalla Rocca dei Perugini, dove i prossimi cda potrebbero essere più dialettici rispetto a quelli che si sono tenuti in questi due anni (ad eccezione degli ultimi due), il presidente Protasi invia un messaggio di tranquillità. “E’ tutto a posto - dice - la Banca sta bene e la soluzione trovata è stata ovviamente condivisa da Scs”. Lui, alla rottura con Montepaschi (ipotesi che però si paventa ancora in ambienti sindacali) non ha mai creduto: “I contatti non sono mai stati interrotti”. Benedetti, auguri e ringraziamenti. Dalle nevi delle Alpi, il sindaco di Spoleto, Daniele Benedetti, esprime soddisfazione per la scelta di D’Atanasio: “Avere un rappresentante della nostra città alla guida dell’importante istituto di credito è non solo un elemento di orgoglio, ma anche e soprattutto un fattore di garanzia per il nostro territorio”. Ringrazia il cda per una scelta che va nella direzione auspicata dal documento sottoscritto dal consiglio comunale e Antonini per “l’atto di grande responsabilità”. Le reazioni in città. A Spoleto si brinda alla guida rimasta nelle mani di un figlio della città Ducale. Il tema dell’autonomia “territoriale” della Banca è uno dei pochi che mette d’accordo tutti. “In un momento di difficoltà per le imprese - commenta Stelvio Gauzzi (Confartigianato) - Bps è un bene che deve essere salvaguardato. Siamo certi che i nuovi amministratori confermeranno il contributo dato alle imprese”. “Tutti vogliamo che Bps continui ad essere riferimento per le imprese locali” è il commento della presidente degli industriali, Maria Flora Monini. Non ha mai spento i riflettori il presidente di Ascom, Andrea
Tattini: “Abbiamo un presidente spoletino, un self-made man. Un fatto di grande auspicio per tutti gli imprenditori. Tra l’altro, D’Atanasio è socio di Confcommercio. Un successo per la squadra, che è riuscita a mediare. Se oggi D’Atanasio ha una banca di cui essere presidente sottolinea - è grazie alla caparbietà di Antonini”.
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M. S.
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POLEMICA Turisti e imprese, lo “spettro” del federalismo fiscale LA
PERUGIA - Le tasse di ieri. Ma anche quelle di domani. Soprattutto alla luce di un’autonomia fiscale che potrebbe dare agli enti locali la possibilità di introdurre ulteriori balzelli a una lista già piuttosto corposa. Come potrebbe essere la “tassa di soggiorno” da mettere ai carico dei turisti, con costi che potrebbero arrivare fino a 5 euro a notte. E che di fatto contribuirebbero ad abbattere un settore già in difficoltà e che, invece di rappresentare un trampolino di sviluppo, correrebbe il rischio di vedere segnata la propria fine. Possibile anche che venga introdotta una tassa sui cittadini non residenti, così da andare a sostituire gli ammanchi derivati dalla cancellazione dell’Ici. Nel mirino di Confesercenti anche “l’addizionale federalista sul lavoro autonomo”. In caso di disavanzo di bilancio potrebbe essere introdotta una addizionale Irpef che, al di sotto di un certo reddito, verrebbe pagata soltanto dai lavoratori autonomi. E nel caso di adozione, sarebbero eliminate tutte le agevolazioni Irap. “Insomma - attacca Confesercenti - un balzello mirato contro i lavoratori autonomi e le piccole imprese”.
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Cioccolentino, record di presenze con 100 mila visite
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TERNI - Si è conclusa con un grande successo l’ottava edizione di Cioccolentino, la manifestazione ternana che sposa amore e cioccolato e che quest’anno ha visto affluire nella città umbra ben 100 mila visitatori, 20 mila in più rispetto alla passata edizione. “Con i 100 mila visitatori di questa edizione – dichiara Bruno Fringuelli, direttore generale di Eurochocolate – abbiamo raggiunto un traguardo auspicato, segno che la cooperazione fra la realtà perugina e ternana iniziata lo scorso anno sta producendo sinergie importanti per l’intera regione Umbria. Guardando al futuro, il principale obiettivo sarà quello di rafforzare questa collaborazione ponendoci sempre nuovi e importanti obiettivi” . “Sono molto soddisfatto del successo ottenuto da questa edizione di Cioccolentino - afferma Andrea Barbarossa, presidente di PromoEventi - che oltre ad aumentare il numero di presenze, ha consolidato il rapporto con Eurochocolate. In modo particolare mi piace sottolineare il successo ottenuto dai vari laboratori per bambini, compreso quello dei piccoli fornai realizzato in collaborazione con Interpan”. Grazie a Cioccolentino più di 1.500 coppie si sono dichiarate il proprio amore fra un assaggio e l’altro di cioccolata partecipando alle numerose attività a loro dedicate, come il servizio di posta Love Express, che ha visto oltre 200 innamorati imprimere i propri pensieri d’amore sulle speciali cartoline imbucate negli appositi Post Express. Oltre 95, inoltre, sono stati i quintali di cioccolato consumati nei quattro giorni di manifestazione, rendendo ancor più dolce il San Valentino dei numerosi ternani e dei turisti giunti nella città umbra per festeggiare la festa più romantica dell’anno. Sono
inoltre stati più di 3.000 i bambini che hanno preso parte alle svariate attività a loro dedicate, come i percorsi ludico-didattici Milk & Chocolate, i laboratori manipolativi de I Pasticcioni, le lezioni di cioccolateria di Con la tua manina crea la tua pralina tenute dal maestro cioccolatiere Stefano Tavanti che ha saputo conquistare i bimbi, ma anche i genitori, grazie alla sua Fabbrica di Cioccolato e ai gustosi cuori cioccolatosi realizzati live e, infine, l’attività che li ha visti diventare Piccoli Fornai con più di 4mila panini prodotti.
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TURISMO: PROVINCIA TERNI PORTA CASCATA MARMORE A BIT MILANO
ascata delle Marmore, sport all'aria aperta e nuova guida turistica saranno questi i tre prodotti che la Provincia di Terni presenterà alla Bit 2011 di Milano. Nell'ambito degli stand della Regione Umbria, l'amministrazione provinciale, insieme al Ditt e all'associazione "165 m Marmore falls", promuoverà una serie di pacchetti turistici legati ai vari temi che caratterizzano il territorio provinciale, dando risalto alle tante realtà e alle loro iniziative principali. Una particolare attenzione verrà riservata all'iniziativa One (Outdoor, nature, experience), ai vari sport all''aria aperta che si possono praticare nell''area della Cascata, tra cui rafting, canoa, arrampicata o più semplicemente la visita al sito naturalistico con i suoi vari percorsi, al duomo di Orvieto e al sito archeologico di Carsulae. A tale proposito, oltre alle pubblicazioni sui vari temi turistici, la Provincia - è detto in un suo comunicato presenterà la nuova guida Qr Code "Terni, città tra due fiumi", realizzata dal Ditt, in collaborazione con l'amministrazione provinciale, e che costituisce un prodotto unico e innovativo capace di integrare il tradizionale formato cartaceo con una serie di servizi multimediali. Sulla guida è infatti collocato un codice informatico bidimensionale e di lettura veloce tramite smartphone, attraverso il quale l'utente viene indirizzato su contenuti informatici riguardanti foto, video, informazioni in tempo reale su dove mangiare, dove dormire e cosa vedere. Per quanto riguarda la Cascata delle Marmore la Provincia e gli enti gestori presenteranno gli speciali coupon che verranno distribuiti ai primi
250 visitatori. Daranno diritto all''ingresso gratuito al sito e ad una serie di sconti su strutture alberghiere e ristorative del territorio provinciale.
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Il decreto Aiuti per la patrimonializzazione delle banche. Confermata la tassa sul cinema. Più tempo per i ricorsi dei precari
Nuovo fisco per i fondi comuni italiani Arriva il maxiemendamento del governo al Milleproroghe: slitta a oggi la fiducia ROMA — Slitta a oggi il voto di fiducia al Senato sul maxiemendamento del governo che introduce alcune novità al decreto Milleproroghe. Viene confermato lo stop alla tagliola per i precari, sui fondi comuni nazionali arriva la tassazione sul realizzato (e non più sul maturato) allineando l’Italia all’Europa. In pratica la tassazione del 12,5%, ora sul risultato annuo, si applicherà soltanto al momento dell’effettiva percezione da parte del sottoscrittore del reddito generato dal fondo. Ma c’è di più, sarebbe previsto un meccanismo per asciugare il credito d’imposta accumulato dai fondi in passato (negli anni delle perdite) con il vecchio sistema e pari a poco meno di 4 miliardi. Confermato anche l’intervento per le banche, che consentirà di portare a credito d’imposta le tasse anticipate su svalutazioni di crediti, rendendo meno stringenti i vincoli di Basilea3. Previsto anche il rinvio al 2014 dell’obbligo di alienazione delle partecipazioni superiori allo 0,5% del capitale nelle banche popolari. Per i Comuni si prevede un acconto Irpef in attesa che entri in funzione il federalismo municipale, le Poste potranno «acquistare partecipazioni anche di controllo nel capitale di banche» ma solo per la Banca del Sud, così come viene consentito lo scorporo delle attività di Bancoposte per realizzare un soggetto bancario del tutto autonomo. Nelle pieghe dello sterminato decreto viene confermato l’aumento di un euro per il biglietto del cinema, così come viene aumentato di 30 milioni il plafond per l’editoria e di 15 quello per le tv e le radio locali. Ci sarà anche un anno in più di proroga per gli sfratti delle
famiglie disagiate, così come slittano una serie di scadenze: fino al 30 aprile la denuncia delle case abusive, fino al 30 giugno il pagamento delle multe per gli allevatori che non hanno rispettato le quote latte (ma il fondo è passato da 30 a 5 milioni), prorogata a fine anno la riscossione dei tributi per i terremotati d’Abruzzo. Ricordiamo altre innovazioni previste nel provvedimento che va convertito in legge entro il 27 febbraio dopo il passaggio alla Camera. Arriva il foglio rosa per i motorini (fino a 150 cc di cilindrata) e le minicar. La Regione colpita da calamità potrà essere costretta ad alzare le tasse o le addizionali di propria competenza, compresa l’accisa sulla benzina «fino ad un massimo di cinque centesimi per litro». In Campania per fronteggiare l’emergenza rifiuti potrà essere incrementata l’addizionale all’accise dell’energia elettrica. Novità anche per i precari della scuola: sono congelate le graduatorie provinciali dei precari della scuola fino al 31 agosto 2012. Ma, allo stesso tempo, si afferma che «sono fatti salvi gli adempimenti» che seguiranno alla bocciatura della Consulta proprio delle graduatorie provinciali. Durissimo il giudizio della senatrice Pd Anna Finocchiaro: «Nel maxiemendamento sono state introdotte molte novità, questo è sintomo dello smarrimento e della frenesia che contraddistinguono l’agire del governo in queste ultime settimane, il governo sente che la fine è vicina».
Roberto Bagnoli
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Cinema più caro di un euro Sale il plafond per le tv locali
Slitta la denuncia delle case abusive Abruzzo, prorogata la riscossione
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Confermato l’aumento di un euro per il biglietto del cinema, così come viene aumentato di 30 milioni di euro il plafond per l’editoria e di 15 milioni di euro quello per le televisioni e le radio locali. Ci sarà anche un anno in più di proroga per gli sfratti delle famiglie disagiate.
Mario Baldassarri
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Slittano una serie di scadenze: di un mese (fino al 30 aprile) la denuncia delle case abusive, fino al 30 giungo il pagamento delle multe per gli allevatori che non hanno rispettato le quote latte (ma il fondo è passato da 30 a 5 milioni di euro), prorogata a fine anno la riscossione dei tributi per i terremotati d’Abruzzo.
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Imprenditrici italiane: avvio d'impresa anche senza fondi - Lavoro e Impresa - PMI.it
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mercoledì 16 febbraio 2011
Imprenditrici italiane: avvio d'impresa anche senza fondi a cura di Noemi Ricci Piccole e medie imprenditrici italiane secondo CNA: avviano la propria attività senza prestiti nè fondi (misure insufficienti) puntando sulla qualità. Donne che creano imprese dal nulla (il 54%), senza ricorrere a prestiti (solo il 12,1%) perchè i servizi e le azioni di sostegno sono insufficienti (per il 92,1%) e che puntano sulla qualità (55%): è l'identikit delle imprenditrici italiane secondo l'ultima indagine CNA, su un campione di 101 piccole e medie leader d'impresa. I risultati sono stati presentati al convegno "L'altra metà dell'economia, imprenditrici che crescono" in occasione dei 20 anni di CNA Impresa Donna. Nella gran parte dei casi (70%) le imprenditrici sono quarantenni, con oltre dieci anni di esperienza (73,3%), diplomate (56,4%) e titolari della propria azienda (il 53,5%). Si concentrano al Nord Italia (51,5%) e, dal punto di vista settoriale, prevalgono le imprese rosa di Servizi alla comunità (18,8%), ma anche Moda (17,8%) e produzione (13,9%), seguite da quelle attive nell'ambito artistico e tradizionale (11,9%), Terziario avanzato (10,9%), dellAlimentare (8,9%), Bnessere e Aanità (7,9%), istallazione e impianti (6,9%). Solo 3 su 10 nelle Costruzioni. Si tratta prevalentemente di piccole imprese attive in ambito locale o regionale (62,4%), il 27,7% opera su scala nazionale e un piccolo 2% lavora principalmente con l'estero. Diffusa, infine, la pratica di partecipare a corsi di formazione su costituzione e gestione d'impresa (53,5%). Anche se sono molte le donne che improvvisano: l'85,5% ha dato vita ad una nuova attività affidandosi al fai-da-te ed elaborando personalmente il progetto. In più il 63,4% non ha utilizzato alcuno strumento di analisi di mercato, dando ascolto alle proprie capacità e intuizioni. Nel 59,4% dei casi le donne coinvolgono anche i propri familiari all'interno delle imprese: fratelli (66,3%), genitori (63,4%), coniugi (62,4%) e figli (56,4%). Oltre alla qualità, come marchio di riconoscimento le imprenditrici guardano, anche se in misura minore, ad immagine e reputazione (19,8%), originalità delle idee (14,9%), organizzazione del lavoro (9,9%) e capacità innovativa (6,9%).
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Imprenditrici italiane: avvio d'impresa anche senza fondi - Lavoro e Impresa - PMI.it
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Le over 40 sono più solidali con il genere femminile, mostrando forti tendenze ad assumere personale femminile (58,9%) e ad adottare contratti e orari che favoriscano la conciliazione tra la vita privata e quella professionale. Ancora una volta, le imprese rosa si dimostrano le più solide, con il 74,4% delle intervistate che ritiene l'impatto della crisi sulla propria attività meno negativo di quello prodotto in altre aziende. Le titolari delle Pmi, infine, reputano insufficienti le azioni del Governo (91,8%), bocciano l'operato delle amministrazioni locali (84,7%). Migliori i risultati ottenuti dalla banche, che lasciano soddisfatto il 40,2% del campione, nonostante la bocciatura del 59,8%. Articoli Correlati • • • •
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Portale di Tribuna Economica, giornale di economia finanza - Appalti pubblici: consul... Page 1 of 1
APPALTI PUBBLICI: CONSULTAZIONE EUROPEA PER SNELLIRE LE PROCEDURE Tuesday 15 February 2011
Gli appalti pubblici rappresentano circa il 17% del PIL dell'Unione Europea; è necessario che questa risorsa sia utilizzata nel migliore dei modi, tramite un mercato europeo degli appalti più efficiente, per rilanciare l'economia e creare posti di lavoro. Riesaminare il sistema europeo degli appalti pubblici, adottando procedure più snelle e adeguando gli strumenti normativi alle sfide che il mercato impone è dunque una necessità anche alla luce dell’attuale normativa che risale a due direttive del 2004. Con quest’obiettivo la Commissione europea proporrà una proposta legislativa di revisione della materia, preceduta da una consultazione rivolta a tutte le parti interessate, in modo che la futura legislazione tenga conto dei loro punti di vista. I contributi dovranno pervenire entro il 18 aprile 2011 per posta, a: Commissione europea, Direzione generale Mercato interno e servizi, Unità C3, 1049 Bruxelles; oppure, per e-mail all'indirizzo:
[email protected] Alla base della consultazione, un "Libro verde sulla modernizzazione della politica dell’UE in materia di appalti pubblici", predisposto dalla Commissione europea che ha selezionato alcuni settori in cui è auspicabile l’introduzione di riforme. Il Libro verde chiede, per ciascun settore chiave, un parere sulle varie opzioni di modifica della normativa. Ad esempio, come semplificare le procedure vigenti senza compromettere garanzie essenziali di trasparenza e di non discriminazione tra gli offerenti; come ridurre la burocrazia che grava sugli operatori economici, in particolare le PMI; come facilitare la presentazione di offerte in gare di appalto transfrontaliere intra-europee; come garantire una concorrenza efficiente sui mercati degli appalti. Al fine di presentare alla Commissione europea una posizione italiana unitaria sul progetto di riforma del sistema degli appalti pubblici, il Dipartimento per le politiche comunitarie ha chiesto alle amministrazioni centrali competenti ed alle amministrazioni regionali osservazioni in merito alle proposte avanzate dagli uffici di Bruxelles.
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