N. 1 - Gennaio/Marzo 2010 Direttore responsabile: Arcangelo Tedone
Redazione: Paola Grimaldi, Anna Filograno
Conversione digitale e funzioni ipertestuali: Valter Messore
Sviluppo nel sito web: Gianfranco Marzano
Marketing informativo: Giulia Murolo, Giuseppe Angiuli
Il periodico viene edito in formato digitale nell’URL della Biblioteca all’indirizzo
http://www.bcr.puglia.it/tdm/webzine.htm L’edizione in formato cartaceo è in numero limitato di copie ed inviata solo su richiesta scrivendo a:
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SOMMARIO
Siti in Internet, pag.3
Banche dati, pag. 17
Riviste, pag. 19
Monografie, pag. 21
Quotidiani, pag. 25
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Associazione italiana del Consiglio dei comuni e delle regioni d’Europa http://www.aiccre.it Enti (g)locali. Clima, tratta di esseri umani, immigrazione, gemellaggi, educazione e sviluppo: l’azione dei governi locali traccia la strada verso il “glocale” (Intervento di Vincenzo Menna, Segretario Generale dell’Aiccre) “Parto dalla parola chiave di questo incontro, ovvero ‘glocale’ per sottolineare che essa indica un processo di fusione tra globale e locale in corso da tempo, ma che di fatto non ha nella realtà raggiunto ancora una dimensione concreta. La glocal-city è certamente una prospettiva futura, eppure sappiamo che oggi le nostre città, le nostre regioni, il nostro territorio vivono e si sviluppano nella loro quotidianità soprattutto attraverso la dialettica tra stato centrale e poteri locali, tra politiche e direttive nazionali ed europee e politiche a livello regionale, provinciale e municipale. Penso quindi che tutto quello che di potenziale e di positivo sia sotteso nel termine ‘glocale’ debba essere considerato attentamente perché è importante (e per questo penso siamo qui assieme ad alti rappresentati delle nostre istituzioni a livello nazionale) saper guidare e indirizzare sin da ora questo delicato processo di interdipendenze e reciproche influenze. Noi, che siamo parte del cuore delle amministrazioni, abbiamo il dovere di guidare un processo di trasformazione in atto perché il sistema delle reciproche influenze cresca su una base di sana reciprocità tra azione dei governi sovranazionali (come l’Ue), nazionali, e locali. Tutto questo per non correre il rischio che alla parola ‘glocalizzazione’ si sostituisca il termine ‘inglobamento’ cioè una fagocitazione della dimensione subnazionale. Quest’ultima dimensione invece è molto attiva e soprattutto nella sua dimensione associativa, sia sul piano nazionale che internazionale. L’Aiccre ne è una dimostrazione oltre che una garanzia della necessaria dialettica tra governi sovranazionali (quale l’Unione europea), nazionali e locali. Non a caso i fronti d’azione sono molteplici ‘sconfinando’ anche su quelle grandi questioni come i cambiamenti climatici che sembrano dover essere affidate a decisioni, non dico sul piano internazionale, ma addirittura globale. La nostra rete europea di tutte le Sezioni del CCRE si sta impegnando nella lotta affinché l’impegno a livello locale e territoriale nella lotta al cambiamento climatico del pianeta sia non solo effettivo, ma anche coordinato. In questo senso la rete degli enti locali è un perno irrinunciabile a garanzia dell’equilibrio tra i diversi livelli di governance ed una chance in più per i governi nazionali di vedere impegnati concretamente i propri governi territoriali su temi, come il clima, che sembrano vincolati indissolubilmente ad accordi a livello planetario di difficile raggiungimento. Ne è una dimostrazione il fatto che, a differenza di quanto accaduto a Kyoto e poi a Copenhagen, la nuova spinta all’impegno sia arrivata proprio dai governi subnazionali. Vi riporto a questo proposito una dichiarazione del già Presidente del Comitato delle Regioni e dei poteri locali (CdR) Luc Van den Brande: "I leader mondiali riuniti in Danimarca hanno compiuto soltanto un mezzo passo avanti. Ora però non c’è più tempo da perdere e dobbiamo ripartire subito e passare alla marcia superiore. Ormai solo un concreto e audace impegno sul campo da parte degli enti regionali e locali può assicurare il successo degli accordi, evitando che essi diventino carta straccia". A conferma della concretezza di ciò che si sta facendo a livello di governi subnazionali in campo climatico vi anticipo che il Patto dei sindaci dell’Ue, nel quale il Comitato delle Regioni è impegnato molto attivamente, firmerà un accordo formale con la Conferenza dei sindaci degli Stati Uniti per
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promuovere lo scambio di buone pratiche e creare programmi di gemellaggi verdi tra le città delle due sponde dell’Atlantico. A prescindere dagli impegni ‘globali’, l’impegno coordinato alla riduzione delle emissioni di Co2 comincia dai governi subnazionali, indipendentemente da quello che sarà il risultato della Conferenza COP 15 alla quale partecipano come sapete ben 20.000 delegati ufficiali da 192 paesi. Difficile mettere d’accordo 192 paesi (e qualche superpotenza), facile invece che a livello subnazionale si trovi quella comunanza d’intenti e quello spirito di concretezza che spesso si perde quando si ragiona di ‘sistemi massimi’ a livello ‘glocale’. Vi ho fatto questo esempio soltanto per rendervi chiaro quanto siano importanti gli accordi e i gemellaggi con le associazioni dei sindaci (in questo caso statunitensi) anche al di fuori dell’Unione europea. L’Aiccre grazie al suo impegno a favore della cooperazione decentrata, vuole porsi all’interno dei rapporti tra governi centrali nazionali e locali come una forza dinamica, capace di mettere in moto quei meccanismi, quei processi di cambiamento e sviluppo altrimenti non realizzabili attraverso l’elaborazione di direttive verticistiche. Questo processo di democrazia dal basso può integrarsi perfettamente con le dinamiche nazionali e sovranazionali se mantiene sempre aperto il confronto ed il dialogo, la concertazione. Il CdR è l’organo più adatto per promuovere lo scambio di buone pratiche tra gli enti regionali e locali dell’Ue e quelli dei paesi in via di sviluppo, un processo questo che è stato avviato con la prima edizione delle Assise della cooperazione decentrata che si è svolta all’inizio di dicembre a Bruxelles. Il Comitato è fermamente deciso a portare avanti questo lavoro adoperandosi perché temi fondamentali come la lotta ai cambiamenti climatici restino al centro della politica europea in materia di sviluppo. A questo proposito voglio aggiungere che il Comitato delle Regioni collaborerà anche con gli enti subnazionali dei paesi in via di sviluppo per garantire che gli impegni presi a Copenaghen in materia di finanziamenti destinati ad aiutare i paesi in via di sviluppo a ridurre le loro emissioni siano tradotti in azioni concrete. Ancora di azioni concrete vi voglio parlare per dimostrarvi quanto sia diretta e fruttuosa l’azione dei governi subnazionali sul fronte di fenomeni di portata globale come la tratta di esseri umani. Quest’ultimo è un fronte aperto da anni per il Comitato delle Regioni dell’Unione europea che nella seduta plenaria del 3 dicembre scorso ha approvato il progetto presentato dal Sindaco della città slovacca di Sturovo, Jàn Oravec, relativo alla lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pedopornografia, per la prevenzione e repressione della tratta degli esseri umani e protezione delle vittime. Sono iniziative che impegnano i singoli governi territoriali ad un impegno concreto nei confronti di problemi enormi di dimensioni appunto globali alle quali sembra impossibile che a livello della singola città o del singolo paese possano trovare una soluzione. Le soluzioni, lo dico con forza, si trovano quando si costruisce una rete associativa costruita attraverso la condivisione degli intenti. Non a caso l’Aiccre ha uno statuto condiviso. Pensate, fenomeni globali e ‘glocali’ drammatici come la tratta hanno conseguenze visibili anche sulle città. Bene, l’Aiccre come associazione di enti subnazionali si è assunta il compito di divulgare, attraverso i nostri tremila enti locali associati, il messaggio del rispetto e della garanzia dei diritti umani. Un esempio: lo scorso settembre è stato presentato proprio presso la sede nazionale dell’Aiccre il rapporto di ‘Human rights watch’ che mira ad individuare nelle autorità libiche i responsabili dei maltrattamenti inflitti ai migranti; e individuare nel Governo italiano e, nell’Unione europea e nella sua agenzia di controllo dell’immigrazione dalle frontiere esterne (Frontex), i responsabili di qualunque danno tocchi in sorte a chi viene respinto in Libia senza valutarne il suo bisogno di protezione. Un impegno che unisce in una strada unica livello internazionale, nazionale ed subnazionale finalizzato alla difesa dei diritti umani sia di coloro che cercano in Italia una vita migliore sia nella stessa Libia dove nelle carceri si violano regolarmente i diritti della persona. In questo senso, in tema di diritti umani, la parola ‘glocale’ può voler dire questo: la difesa della dignità umana 4
prescinde dal luogo, dai suoi confini. Penso che una forte rete associativa come quella del CCRE possa fare molto in questo senso perché, pur essendo di fatto locale, trascende gli interessi particolari legati al territorio per trasformarsi in una rete associativa ‘transnazionale’. L’azione intensa a livello subnazionale o transnazionale, è la premessa anche dell’applicazione concreta delle politiche messe in campo dai governi nazionali. Per questo considero la dimensione ‘glocale’ un punto di arrivo, un obiettivo da raggiungere rispetto alla piena reciprocità tra globale, nazionale, locale. Attualmente un luogo in cui il concerto di ‘glocale’ si traduce in realtà c’è: sono i gemellaggi. Dal momento in cui due comuni o due regioni si uniscono per perseguire un progetto comune la dimensione locale è superata, e si attuano quei valori fondanti che vorremmo vedere riconosciuti nella realtà globale. Il gemellaggio è un’azione complessa, ricca di prospettive; è principalmente uno strumento straordinario di azione interculturale fra Regioni diverse dell’Europa e non solo: vince pregiudizi, procura un incontro umano fra Nord e Sud, cuce in una prospettiva unitaria le "diversità" europee; crea autentici legami di amicizia fra giovani di lingue e costumi diversi; verifica complementarietà economica fra Città europee assai distanti tra loro. Il gemellaggio fra città è caratterizzato da un vasto coinvolgimento dei cittadini e può quindi fornire un importante contributo allo sviluppo della cittadinanza europea che ha creato nell’Europa comunitaria una fitta rete di cittadini di oltre 20.000 Comuni ed altri Enti territoriali. Una dimostrazione che questo percorso di reciprocità è già in atto la possiamo trovare sul fronte dell’istruzione e degli sforzi che l’Aiccre da anni compie per garantire alle nuove generazioni, ma anche a quelle presenti, una piena consapevolezza della necessità di ampliare i propri orizzonti. Due sono i cardini di questo impegno: il programma Erasmus Mundus e il Lifelong learning programme. L’Erasmus Mundus con un obiettivo globale punta a promuovere l’istruzione superiore europea, aiutare a migliorare e potenziare le prospettive di carriera degli studenti e promuovere la comprensione interculturale attraverso la cooperazione con i paesi terzi, in conformità con gli obiettivi della politica estera dell’UE, al fine di contribuire allo sviluppo sostenibile dei paesi terzi nel campo dell’istruzione superiore. I programmi di Lifelong learning passano anche per l’Aiccre, che si prende l’incarico di guidare gli enti locali nella diffusione dei programmi dell’Ue sul territorio. Le sfide della globalizzazione si vincono così, solamente così. Infatti non basta ad esempio siglare accordi di cooperazione tra imprese o semplici aziende di paesi Ue. È necessario saper gestire un progetto di sviluppo e di cooperazione perché da questi accordi esca qualcosa di veramente produttivo e fruttuoso. Come Aiccre insisto quindi sull’intensificazione e l’allargamento a più soggetti possibile dell’educazione e della preparazione non solo delle nuove generazioni, ma di quelle presenti già inserite nel mondo del lavoro. Ma vi ricordo che l’Aiccre promuove anche il Master in Europrogettazione e la Scuola di Europroject managment perché crediamo fermamente che sia inutile parlare di governi locali ed Europa se non formiamo prima il personale qualificato perché questa multilevel governance si realizzi concretamente attraverso le capacità dei singoli. Se mi è permesso in questo frangente vorrei definire i Lifelong Learning Programmes delle oasi ‘glocali’, perché veramente qui si costruisce l’interazione tra le ricchezze e le potenzialità dei singoli territori e le loro future intersezioni a livello transnazionale. Il livello cosiddetto ‘subnazionale’ è quindi quello in cui l’Unione europea agisce come motore di avviamento dell’economia. Ma non fermiamoci al fatto economico: attraverso i programmi di Lifelong Learning si impara a lavorare nella dimensione e nella prospettiva europea, ovvero della costruzione e dello sviluppo di una cittadinanza coesa anche se governata attraverso un sistema multilivello. All’interno del sistema di governo a più livelli dell’Unione europea gli enti locali rappresentano il cuore dell’amministrazione del territorio. Questo sistema può, a mio avviso, tracciare la giusta strada del futuro rapporto global-locale. Il ‘format’ se così lo vogliamo chiamare, della ‘multilevel governance’ con particolare riferimento all’Europa, contiene le modalità di interconnessione tra governo europeo, governi nazionali e governi subnazionali attribuendo ad ognuno di essi i propri poteri, le proprie sfere di influenza, le proprie autonomie. In particolare la nozione di governance 5
multilivello viene in tal senso impiegata al fine di illustrare meglio, in termini più tradizionali, le nuove modalità di funzionamento delle relazioni intergovernative all’interno dell’Unione europea; in altri termini essa consente di descrivere in modo più accurato l’azione delle amministrazioni pubbliche e dei governi nazionali e subnazionali che si sono trovati imbrigliati da vincoli sopranazionali. Se inizialmente multilevel era un termine da riferirsi a due livelli di governo, sopranazionale e nazionale, in seguito l’analisi delle politiche pubbliche europee (e in particolare delle politiche di coesione) ha mostrato come nel corso degli anni ’90 anche il livello subnazionale di governo svolgesse un ruolo diverso rispetto al passato. Si è venuto a creare di fatto un terzo livello di governance che è l’unico che oggi ci permette di mettere in rete, gemellare, far cooperare ed associare migliaia di comuni diversi e di far interagire regioni lontane su progetti comuni. Grazie a questa consapevolezza individuale delle persone che partecipano attivamente a questi programmi è possibile attuare cooperazioni fruttuose. So bene quanto il Ministero degli Esteri stia facendo in materia di cooperazione tra regioni e per la promozione del partenariato attraverso il Formez. Anche con programmi di cooperazione trasversale con i Balcani e per la valorizzazione dell’area Jonica ed anche del Mediterraneo. La consapevolezza che tanto si stia facendo a livello nazionale mi spinge ancor più a parlare della necessità che questo terzo livello locale di attività politica sia in stretto collegamento con il livello primario in cui su fronti impegnativi come quello ad esempio dell’immigrazione le regioni ed i comuni hanno bisogno di un tavolo di concertazione e di reciproco confronto tra la direttiva nazionale e la sua applicazione sul territorio. In certi casi la cosiddetta sussidiarietà non basta: è necessaria una biunivocità in questo senso. Questo era uno degli argomenti trattati anche a Barcellona durante il Vertice europeo dei governi locali che ha riunito fino a ieri i rappresentanti di molti enti locali per discutere sul ruolo delle città in Europa con i rappresentanti dei governi nazionali, istituzioni europee ma anche del settore privato. A Barcellona anche il CCRE ha avuto uno spazio importante nel quale sono emersi i vantaggi di lavorare ed operare all’interno delle reti associative degli enti locali. In una prospettiva ‘glocale’, prospettiva che considero desiderabile, un ruolo fondamentale spetta alla ridistribuzione dei poteri e di conseguenza alla necessaria semplificazione normativa che rende possibile l’effettiva applicazione della legge in un sistema federale. Questa è una delle missioni dell’Aiccre che lavora attivamente alla costruzione di pluralismo di sovranità territoriali ed istituzionali dal livello locale a quello europeo che si uniscono e si suddividono, con una distribuzione funzionale dei compiti e delle risorse finanziarie e strumentali. L’Aiccre resta convinta che il federalismo si costruisca partendo dai compiti derivanti dalle funzioni fondamentali. Lo Stato centralizzato si rivela spesso inadeguato ed inefficiente rispetto alla nuova governance e da questo deriva la necessità di un profondo processo di ridistribuzione dei poteri nell’ambito della costruzione europea fondata su un pluralismo di sovranità territoriali ed istituzionali dal livello locale a quello europeo che si uniscono e si suddividono, con una distribuzione funzionale dei compiti e delle risorse finanziarie e strumentali. Perché questo accada è necessaria una costante attività di semplificazione. Attività che si inserisce anche in una prospettiva in fieri di costruzione di una realtà ‘glocale’. Insomma la sfida al ’glocale’ come raggiungimento di una reciprocità non solo sul fronte economico, ma anche sociale, culturale e politico. Se infatti la prospettiva glocale è quella capa¬ce di coniugare l’azione locale con il pensiero globale e viceversa in questo percorso di reciprocità bisogna si costruiscano strutture comuni ed un sistema linguistico e di comunicazione che pur nelle differenze riconosca i minimi (o i massimi) comuni denominatori. Di qui l’importanza fondamentale della conoscenza reciproca, anche linguistica, la condivisione dei percorsi e dei metodi lavorativi di coloro che lavorano negli enti locali e territoriali dei singoli paesi. Stiamo costruendo questo difficile percorso a senso unico dove le lingue da conoscere e da comprendere saranno molteplici e le ‘crasi’ coniare moltissime. E’ necessario costruire e mantenere
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un insieme di reti organizzative che permettano al sistema produttivo di un territorio di poter sostenere la sfida con il mercato e il rapporto diretto con l’Unione europea della quale sono parte. Non voglio, tralasciare i molteplici aspetti di dialettica politica e di respiro culturale che si possono sviluppare riflettendo sul termine ‘glocale’, ma essendo in realtà le economie globali il fattore determinante la cultura collettiva e dei singoli, è giusto parlare di ciò che l’Unione europea può fare in termini di incentivi allo sviluppo. Si tratta di riuscire a trovare le adeguate risposte a “sfide” imposte dal manifestarsi concomitante di più variabili, talune espressione dell’ambiente globale, altre dell’ambiente locale, ma tutte rilevanti per la sopravvivenza delle nostre regioni. Alla base, bisogna riconoscere, c’è spesso la difficoltà di regolamentare fenomeni globali (di mercato, ma anche culturali). Prendiamo ad esempio internet: ogni tentativo di regolamentazione verrebbe preso (e in parte rischierebbe di essere in realtà), come una censura. Su questo fronte la via indicata dall’Aiccre è quella della condivisione del sistema esistente di regole, e della creazione di un codice di regolamentazione attraverso un percorso comune. Ma le regole vanno anche diffuse e comunicate adeguatamente perché coloro che lavorano all’interno delle governance locali siano in grado di diffonderne la consapevolezza ed il rispetto. A questo scopo l’Aiccre ogni anno organizza seminari finalizzati alla preparazione di personale sempre più qualificato capace di portare all’interno della propria struttura lavorativa già esistente gli aggiornamenti necessari, anche in termini tecnologici e linguistici. È una di quelle forme di ‘solidarietà ‘glocale’ che, assieme alla buona amministrazione locale e alla difesa di diritti del cittadino, ci impegniamo a difendere. La strada verso una perfetta fusione tra locale e globale, verso quella necessaria traduzione delle politiche nazionali e sovranazionali in un modus vivendi del singolo territorio è lunga, ma vale la pena perseguirla e porre le basi perché la ‘glocalità’ non rischi di prendere, con il tempo, un’accezione negativa. La sfida ‘glocale’ consiste anche in questo”.
STORK più vicino a realizzare piloti sull’identità elettronica in tutta Europa http://www.cnipa.gov.it/ Il coordinatore dei piloti STORK, Alberto Crespo, commenta: “Dopo la pubblicazione dei documenti tecnici e una volta che il processo d’integrazione dei piloti con lo strato comune di interoperabilità di STORK sarà raggiunto, l’obiettivo principale sarà condurre un test graduale delle implementazioni dei piloti che comprenderà anche utilizzatori reali. Ciò consentirà agli Stati membri che partecipano a STORK di valutare internamente se gli obiettivi definiti dal progetto sono soddisfatti fino a quel momento e prendere la decisione finale sull’entrata in funzione dei progettipilota come previsto. I piloti di STORK rappresenteranno una pietra miliare senza precedenti nella collaborazione tra Stati membri dell’Unione europea in materia di interoperabilità dell’identità elettronica perché dimostreranno i benefici dei servizi di eGoverment transfrontalieri in contesti reali”. I cinque progetti pilota, che coinvolgono ciascuno Stati membri diversi, sono i seguenti: Piattaforma di autenticazione transfrontaliera per servizi elettronici, un dimostratore che evidenzia come servizi elettronici transfrontalieri possono operare in diversi Stati membri; verrà testato da LIMOSA in Belgio, service-bw in Germania, il portale help.gv in Austria, il Portal do Cidadão in Portogallo e il portale integrato del cittadino in Estonia.
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Chat più sicura, per promuovere l’uso sicuro di Internet da parte dei bambini e dei giovani. L’obiettivo è costruire una piattaforma per un ambiente online più sicuro in cui le persone possono comunicare utilizzando la loro identità elettronica. Mobilità degli studenti, per agevolare le persone che vogliono studiare in un altro Stato membro. Permette agli studenti stranieri di ottenere l’accesso a qualsiasi servizio amministrativo online offerto da una particolare università utilizzando le loro carte d’identità elettroniche nazionali di origine a fini di identificazione. Consegna elettronica, per sviluppare meccanismi transfrontalieri che garantiscano la consegna online di documenti basata sulle infrastrutture nazionali esistenti. La capacità di concludere elettronicamente dei processi transazionali è una componente essenziale dell’eGovernment, peraltro richiesto anche dalla Direttiva Servizi. Cambio di indirizzo, per assistere i cittadini dell’UE che si trasferiscono e si stabiliscono in altri paesi europei. Il pilota non comprende soltanto l’integrazione delle identità elettroniche ma consentirà al cittadino anche di inviare automaticamente il suo nuovo indirizzo al paese in cui risiedeva precedentemente. I soggetti interessati possono ora accedere ai risultati del progetto sul sito web di STORK nella sezione “STORK Materials”, insieme con i risultati precedentemente pubblicati. STORK è attualmente sostenuto dalla Commissione Europea (programma Competitività e Innovazione) e coinvolge 14 Stati membri dell’Unione europea: Austria, Belgio, Estonia, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Regno Unito e Islanda (come membro del SEE). Che cos’è STORK (http://www.eid-stork.eu/) STORK è un progetto del Programma di Sostegno alle Politiche ICT del Programma quadro Competitività e Innovazione (CIP – ICT PSP). Il Programma quadro europeo Competitività e Innovazione (CIP) mira a favorire la competitività delle imprese europee. Il sostegno alle politiche ICT punta a stimolare l’innovazione e la competitività attraverso una più ampia adozione e un uso ottimale delle ICT da parte di cittadini, imprese e governi. Il calendario e gli obiettivi di STORK sono ideali per produrre risultati ad alto impatto e per contribuire al raggiungimento degli obiettivi della dichiarazione ministeriale di Lisbona (2007), vale a dire l’interoperabilità tra gli Stati membri e la riduzione della burocrazia amministrativa. Nel piano d’azione eGovernment 2010, gli Stati membri dell’UE hanno riconosciuto l’importanza della gestione dell’identità elettronica. Entro il 2010, gli Stati mirano a fornire sistemi elettronici sicuri e convenienti ai cittadini europei e alle imprese per accedere ai servizi pubblici in qualsiasi paese dell’Unione europea. Tali sistemi dovranno funzionare a livello locale, regionale o nazionale e conformarsi alle normative sulla protezione dei dati. Per altre informazioni: http://www.eid-stork.eu/
Posta certificata, in ritardo la mail per i cittadini http://www.cronache-egoverment.it La Pec per tutti dovrebbe migliorare il rapporto tra utenti e amministrazioni e favorire i processi di diffusione dell’e-government. Nonostante direttive specifiche ed entusiasmi nuove nubi si vedono all’orizzonte. Con troppe incertezze. La normativa più recente in tema di innovazione (legge 2/2009) ha ribadito l’obbligo, per tutti gli uffici pubblici, di dotarsi di un indirizzo di Posta Elettronica Certificata (PEC). Ma all’orizzonte già sono comparse nuove nubi, che rendono l’adozione di questo strumento – da molti lodato e da 8
altrettanti denigrato - non priva di incertezze. L’ultimo problema che è sorto riguarda l’obbligatorietà di adozione di un prodotto a parte, quando le comunicazioni riguardano i rapporti tra Enti e cittadini; una soluzione che, secondo alcuni, vanifica gli investimenti già effettuati dalle amministrazioni che per prime hanno creduto in questa tecnologia. La PEC, ricordiamo, è lo strumento che garantisce la validità giuridica delle comunicazioni elettroniche, il quale può essere considerato equivalente alla spedizione tramite raccomandata con ricevuta di ritorno, per quanto riguarda i rapporti tra cittadini ed amministrazione, e una soluzione semplice ed economica per scambiare documenti elettronici tra uffici pubblici, potendone certificare data ed ora di spedizione, oltre che uffici di provenienza e di destinazione. La legge 2/2009 (derivante dal precedente “decreto anticrisi”) conteneva una serie di misure per ridurre i costi amministrativi a carico delle imprese: obbligatorietà di dotarsi di una casella posta certificata, per le imprese stesse e per i professionisti iscritti agli albi; possibilità che tutte le comunicazioni tra enti pubblici, professionisti ed imprese avvengano via posta certificata, senza che il destinatario debba dichiarare la propria disponibilità ad accettarne l’utilizzo. Tale legge si collocava nel quadro di una decisa scelta a favore della PEC già sancita chiaramente dal Codice dell’Amministrazione Digitale, il quale, a sua volta, riprendeva un orientamento già presente nella nostra normativa. Lo dimostra con evidenza il progressivo popolamento, con indirizzi PEC, dell’Indice delle PA, la directory on line ufficiale delle amministrazioni e dei loro uffici, istituito col DPCM 31 ottobre 2000 e disponibile all’indirizzo www.indicepa.gov.it.
Efficienza energetica: le città e le regioni possono investire un miliardo di euro attraverso la Commissione europea e la BEI http://www.europportunita.it La Commissione europea e la Banca europea degli investimenti (BEI) auspicano che nel 2010, il meccanismo europeo per l'assistenza a livello locale nel settore dell'energia (ELENA), lanciata a dicembre permetta di investire oltre un miliardo di euro in progetti per l'efficienza energetica e le energie rinnovabili. Un primo accordo sarà firmato in aprile con la città di Barcellona. Questo accordo è stato annunciato in occasione del lancio della Settimana europea della produzione sostenibile dell'energia, tenutasi a Bruxelles. La BEI sta attualmente accordandosi con altre 16 città o regioni sui loro piani d'investimento per una maggiore efficienza energetica e sviluppo delle energie rinnovabili. Le aree urbane assorbono circa il 70% dell'energia consumata nell'Unione europea, ma gran parte del potenziale investimento in energia sostenibile rimane inutilizzato. ELENA è stato progettato per aiutare le città e le regioni ad utilizzare questo potenziale, fornendo assistenza tecnica per strutturare e realizzare progetti nel modo più efficiente possibile per attrarre finanziamenti da banche locali o da altre fonti, come la BEI. L'assistenza tecnica è finanziata dal programma Energia Intelligente - Europa (EIE). Più di 200 città e regioni hanno già chiesto informazioni concrete sul programma. Solo, il progetto di Barcellona, che ammonta a 500 milioni di euro, prevede di risparmiare ogni anno 280 GWh di energia e ridurre le emissioni di CO2 per l'equivalente di 170.000 tonnellate l'anno. Quattro altri progetti saranno presto istituiti, per i quali più di 500 milioni di euro di investimenti dovrebbero essere rilasciati nei prossimi 12 mesi.
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23/12/2009 - Linea Amica: nell'ultima settimana più di un milione di contatti assistiti da operatori http://www.innovazione.gov.it Entro il 4 luglio 2010 – in adempimento dell'articolo 7 della legge 69 del 2009 – tutte le pubbliche amministrazioni devo adeguare i termini dei propri procedimenti al tetto massimo di 90 giorni, oppure di 180 giorni, ma solo nel caso di procedimenti eccezionalmente complessi, quando emergono elementi di sostenibilità organizzativa e di approfondita valutazione degli interessi pubblici in questione. Le amministrazioni dello Stato, entro la scadenza di luglio, devono provvedere all'emanazione di nuovi regolamenti che elenchino tutti i procedimenti amministrativi di cui sono titolari e, per ciascuno di essi, indicare quali sono i termini di conclusione previsti. La stessa norma del 2009, inoltre, prevede la responsabilità del dirigente nel caso di reiterata violazione dei termini e il risarcimento del danno ingiusto causato da un ritardo di natura dolosa o colposa. In vista del raggiungimento di questo obiettivo, il Dipartimento della funzione pubblica ha messo a disposizione delle amministrazioni statali una procedura informatica per rendere più veloci e monitorabili l'aggiornamento dei termini dei procedimenti e per realizzare la banca dati nazionale dei procedimenti amministrativi statali. I cittadini potranno accedere ai regolamenti adottati dalle amministrazioni che hanno utilizzato la procedura informatica. Ddl Brunetta collegato alla finanziaria: i contenuti della Carta dei doveri della Pubblica Amministrazione e delle altre norme approvate Il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge "Disposizioni in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica amministrazione con cittadini e imprese e delega al Governo per l'emanazione della carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche", collegato alla manovra finanziaria per gli anni 2010-2013. Il testo, che adesso dovrà ricevere il parere della Conferenza unificata per poi essere presentato in Parlamento, si compone di compone di 35 articoli divisi in tre titoli: − Disposizioni in materia di innovazione e di semplificazione dei rapporti della pubblica amministrazione con cittadini e imprese; − Disposizioni in materia di personale pubblico; − Delega al Governo per l'emanazione della carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche. Nel provvedimento sono incluse norme concordate con i Ministri della Giustizia, degli Esteri, della Gioventù e della Semplificazione normativa. Le norme che riguardano la pubblica amministrazione si inseriscono nel quadro già tracciato dal Piano industriale della P.A. presentato all'inizio della legislatura e intendono semplificare ulteriormente i rapporti con le imprese e con i cittadini. Ne segnaliamo di seguito le più importanti: TITOLO I - SEMPLIFICAZIONE DELLA TENUTA DEI LIBRI SOCIALI: si modifica il Codice civile prevedendo l'utilizzo degli strumenti telematici per gli obblighi di numerazione progressiva e di vidimazione previsti dalle disposizioni di legge o di regolamento per la tenuta dei libri, repertori e scritture. 10
- DATE UNICHE PER L'INTRODUZIONE DI NUOVE NORME SULLE IMPRESE: i nuovi adempimenti amministrativi per le imprese, con esclusione di quelli contabili e fiscali, hanno efficacia a decorrere dal primo marzo o dal primo settembre di ogni anno. - ADEMPIMENTI PER I GESTORI DELLE STRUTTURE RICETTIVE: devono comunicare, entro le dodici ore successive all'arrivo, alle questure territorialmente competenti le generalità delle persone alloggiate con i mezzi informatici e con le modalità stabilite con decreto del Ministero dell'Interno. - CARTELLE CLINICHE: saranno conservate esclusivamente in forma digitale. La presente disposizione entra in vigore il 1° luglio 2010. - ATTIVITÀ EDILIZIA LIBERA: sono liberalizzate alcune procedure per gli interventi edilizi, in particolare, gli interventi volti all'eliminazione di barriere architettoniche che non comportino la realizzazione di rampe o di ascensori esterni, ovvero di manufatti che alterino la sagoma dell'edificio. - COMUNICAZIONE DELLA CESSIONE DI FABBRICATI: sono semplificate le procedure relative alla comunicazione e saranno effettuate in via telematica attraverso un modello in formato elettronico. - LAVORATORI DELLO SPETTACOLO: il certificato di agibilità dei locali per lo spettacolo sarà rilasciato alle imprese in regola con l'assolvimento degli obblighi contributivi per gli artisti. - RIDUZIONE DEGLI ONERI AMMINISTRATIVI: si introduce una serie di interventi per potenziare le attività di misurazione e riduzione degli oneri amministrativi gravanti sulle imprese, estendendo la misurazione anche alle Regioni e alle Autorità amministrative indipendenti con l'obiettivo di ridurli entro il 31 dicembre 2012. Si potranno conseguire risparmi pari a circa 5 miliardi di euro all'anno soltanto per le piccole e medie imprese. - ANAGRAFE: sarà possibile effettuare il cambio di residenza senza la presenza fisica dell'interessato, rendendolo possibile per via telematica, grazie a modifiche al regolamento anagrafico. - CARTA DI IDENTITÀ: sarà rilasciata a coloro che hanno compiuto i 10 anni, ora 15 anni. I minori di età inferiore a 14 anni potranno utilizzare la carta di identità per viaggiare all'estero purchè accompagnati da uno dei genitori o di chi ne fa le veci. - EDILIZIA: saranno presentate allo Sportello unico per l'edilizia - esclusivamente per via telematica - le istanze, le dichiarazioni e la relativa documentazione che saranno a loro volta inoltrate telematicamente alle altre amministrazioni coinvolte. - ISTITUTO DIPLOMATICO: potrà svolgere attività formative approntando moduli formativi specifici per soggetti nazionali estranei alla pubblica amministrazione, come anche per quelli di nazionalità straniera. - FONDO PER L'ACCESSO AL CREDITO: si prevede l'obbligo della previa intesa con la Conferenza Unificata, per la definizione, mediante un decreto interministeriale, dei criteri per l'accesso al Fondo e le modalità di funzionamento del medesimo.
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- FONDO DI SOSTEGNO PER L'OCCUPAZIONE E L'IMPRENDITORIA GIOVANILE: si intende consentire una maggiore flessibilità per l'accesso al Fondo tramite un sistema più agile e snello di erogazione delle risorse, nonché attraverso la previsione di più generali forme di sostegno per i giovani, ampliando e rendendo maggiormente incisiva la politica di contrasto ai processi di precarizzazione e di sviluppo di nuove imprenditorialità giovanili. - CODICE FISCALE: sarà attribuito "d'ufficio" anche ai cittadini residenti all'estero. - RICETTA MEDICA ELETTRONICA: entro il 31 dicembre 2012 tutte le prescrizioni farmaceutiche e specialistiche saranno scritte su un supporto elettronico, fermo restando il diritto del cittadino ad ottenere copia cartacea del contenuto della prescrizione. - PAGELLA ELETTRONICA E UNIVERSITÀ DIGITALE: a decorrere dall'anno scolastico 2012/2013, le scuole redigeranno la pagella degli alunni in formato elettronico, eliminando i costi legati alla gestione delle pagelle di tipo cartaceo. Per migliorare i servizi per gli studenti, riducendone i costi connessi, le Università adottano procedure telematiche che consentono di effettuare online l'iscrizione, i pagamenti, la gestione informatizzata degli esami. Già dal primo anno gli effetti stimati, in termini di riduzione del costo della carta, ammontano a 7 milioni di euro. Gli effetti quantificabili a regime ammontano, invece, a 30 milioni di euro all'anno. - DIGITALIZZAZIONE DELLA GIUSTIZIA: si stabilisce l'adozione delle nuove tecnologie nel processo civile ed in quello penale; l'amministrazione della giustizia conseguirà rilevanti risparmi nelle spese correnti, mediante l'anticipazione dell'entrata in vigore del processo telematico. Sarà immediatamente applicabile la previsione delle comunicazioni e notificazioni telematiche tra
uffici giudiziari e avvocati.
Si incentiva la riduzione dell'uso della carta per il rilascio delle copie, prevedendo che le stesse
costino il 50 per cento in più rispetto a quelle rilasciate in formato elettronico.
Si introducono disposizioni per la attuazione dei pagamenti telematici nel settore.
- RECUPERO E RISCOSSIONE DELLE SPESE DI GIUSTIZIA: si rendono maggiormente efficienti le procedure di riscossione. - GESTIONE DEI RIFIUTI DI APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE: sono semplificati gli oneri informativi. TITOLO II - GIURAMENTO DEI DIPENDENTI DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI: al momento della assunzione in servizio, tutti i dipendenti pubblici, a pena di licenziamento, dovranno prestare giuramento di fedeltà alla Repubblica e di leale osservanza della Costituzione e delle leggi. Il giuramento serve a rafforzare la coscienza civile del Paese ed a valorizzare la figura del dipendente pubblico, il quale è chiamato ad adempiere ai doveri del proprio ufficio nell'interesse dell'Amministrazione e per il pubblico bene. - ASSENZE PER MALATTIA: le amministrazioni pubbliche hanno l'obbligo di rilevare e comunicare al Dipartimento della funzione pubblica i dati mensili concernenti le assenze per malattie e la violazione per un tempo superiore a tre mesi sarà valutata ai fini della corresponsione della retribuzione di risultato dei dirigenti e dei responsabili degli uffici competenti.
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- ORDINAMENTO DELLA CARRIERA DIPLOMATICA: si assicura flessibilità e tempestività di impiego all'estero dei funzionari diplomatici e si razionalizzano i requisiti per gli avanzamenti di carriera. - SERVIZIO TEMPORANEO ALL'ESTERO DEI DIPENDENTI PUBBLICI: sono semplificate le procedure per inviare tutti i nostri pubblici dipendenti a lavorare presso enti ed organismi internazionali. - UFFICI ALL'ESTERO DEL MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI: al fine di adempiere agli obblighi gravanti per l'Italia in quanto stato membro dell'Unione Europea per l'istituzione di un Servizio Europeo di Azione Esterna, il Ministero degli Affari esteri può mettere a disposizione delle istituzioni dell'Unione Europea fino a sessanta funzionari della carriera diplomatica. TITOLO III La "Carta dei doveri delle amministrazioni pubbliche" raccoglierà in un unico provvedimento i diritti dei cittadini e i doveri delle pubbliche amministrazioni nei loro confronti, in modo da definire con chiarezza quali comportamenti l'amministrazione è obbligata a tenere o a evitare nello svolgimento delle proprie attività e nell'erogazione dei servizi, con individuazione delle sanzioni da applicare in caso di mancato adempimento degli stessi obblighi. I principi e criteri cui dovrà attenersi il Governo nell'emanazione della Carta dei doveri sono i seguenti: A) Trasparenza, come prevede il decreto legislativo di riforma del lavoro pubblico n.150/2009, consiste nella accessibilità totale attraverso la pubblicazione sui siti internet delle pubbliche amministrazioni, delle informazioni relative all'organizzazione, all'utilizzo delle risorse per il perseguimento delle funzioni istituzionali, ai risultati conseguiti, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo del rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità. B) Eliminazione delle molestie amministrative, l'Amministrazione deve astenersi da qualsiasi azione che determini inutile molestia per i cittadini: si prevederanno sanzioni per chi avanza richieste di pagamenti già adempiuti. C) Tempi ragionevoli di adozione dei provvedimenti, e progressiva riduzione dei tempi di risposta delle amministrazioni. D) Cortesia e disponibilità , tutti i pubblici dipendenti dovranno usare cortesia e disponibilità nei confronti dei cittadini, da considerare come un cliente della pubblica amministrazione, dalla quale ha diritto a ricevere servizi di qualità. E) Chiarezza e semplicità del linguaggio, il linguaggio utilizzato nei provvedimenti amministrativi dovrà essere semplice e chiaro per consentire ai cittadini anche un controllo sull'attività svolta dalla pubblica amministrazione. F) Accesso ai servizi, le amministrazioni pubbliche e i gestori dei servizi pubblici devono garantire agli utenti l'accesso più facile e rapido alle informazioni e ai servizi offerti tramite l'utilizzo delle tecnologie telematiche. G) Documentazione amministrativa, si vieta alle amministrazioni di richiedere al cittadino e alle imprese informazioni, dati e documenti in possesso della stessa o di altre amministrazioni pubbliche, stabilendo il principio dell'acquisizione diretta, anche tramite l'accesso per via telematica alle banche dati delle amministrazioni certificanti. 13
H) Strumenti e poteri sostitutivi, si regolerà il ricorso agli strumenti sostitutivi, da attivare in caso di omissioni, inadempienze e ritardi. Successivamente il Governo adotterà uno o più decreti legislativi per la semplificazione e il riassetto complessivo delle vigenti norme generali concernenti l'attività amministrativa, i procedimenti, i poteri e i doveri delle amministrazioni pubbliche e dei loro dipendenti, raccogliendole in appositi codici o testi unici.
Bari, convegno sui programmi di finanziamento dell’Unione europea nel settore ICT http://www.pore.it A Bari l'11 marzo 2010 presso la Sala dell'Assessorato regionale all'Agricoltura, Lungomare
Nazario Sauro, 47 si è svolto un convegno organizzato dal Dipartimento per la Digitalizzazione
della PA (PCM-DDI) in collaborazione con ARTI-Regione Puglia e Unioncamere Puglia, partner di
Enterprise Europe Network della Commissione Europea e con APRE.
L'iniziativa intende fare il punto sulle strategie nazionali ed europee nel settore ICT e illustrare le
specificità e opportunità di partecipazione del Programma europeo ICT Policy Support (CIP ICT)
2007- 2013.
La giornata è suddivisa in due sessioni; nella prima è prevista una sessione di approfondimento
sulle prospettive dell'ICT nelle strategie a livello europeo, nazionale e regionale in cui interverranno
rappresentanti delle Istituzioni per delineare le priorità nazionali e regionali.
Nella seconda verranno illustrate le specifiche del programma di finanziamento ICT a livello
europeo e di seguito presentate le esperienze di vincitori di progetti CIP-ICT.
Previa richiesta, gli esperti del programma CIP ICT Policy Support saranno disponibili per
eventuali approfondimenti con i partecipanti.
Il bando 2010 pubblicato il 21 Gennaio 2010 e con scadenza 1 Giugno 2010 dispone di un budget
comunitario di circa 107 milioni di euro che sarà distribuito sui seguenti Temi:
- Ambiente e mobilità intelligente; - Librerie digitali; - ICT per la sanità e l'inclusione sociale; - Fornitura di servizi online nelle città - ICT per migliorare servizi per cittadini ed imprese -Web multilinguistico. .
Istat: indicatori regionali per Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006 http://www.regioni.it L’Istat ha reso noti alcuni indicatori regionali nell'ambito del progetto "Informazione statistica territoriale e settoriale per le politiche strutturali 2001-2008". L’impegno dell'Istat è collegato all'attività di monitoraggio e valutazione del Quadro Comunitario di Sostegno 2000-2006, attraverso la costruzione e l'aggiornamento di un'ampia base dati di indicatori socio-economici regionali. 14
Accanto agli indicatori di contesto è oggetto di monitoraggio, con le stesse modalità, un altro set di indicatori, denominate "variabili di rottura". “Si tratta - spiega l’Istat - di 15 variabili selezionate nell'analisi svolta nel corso della valutazione ex-ante dell'impatto macroeconomico del Quadro Comunitario di Sostegno 2000-06, sia per l'immediato significato in termini di questioni di rilievo per le strategia complessiva, sia per il contenuto informativo che esse congiuntamente assumono negli esercizi di simulazione econometria nel cogliere le esternalità positive con effetto sulla produttività potenziale dell'area che il programma intende promuovere”. Indicatori per assi, variabili di rottura e indicatori di genere Dal 21 dicembre 2007, sono inoltre disponibili gli indicatori del Quadro Strategico Nazionale 2007
2013, la cui base ha origine nell'evoluzione della banca dati degli indicatori regionali per le
politiche di sviluppo.
Tale evoluzione, avviata nel precedente ciclo di programmazione comunitaria, ha prodotto una
riorganizzazione degli indicatori, selezionati e quindi articolati per 10 priorità (adeguate agli ambiti
tematici del QSN 2007-2013).
Indicatori per priorità QSN 2007-2013
Per consentire all'utente una lettura più agevole, è stata introdotta una presentazione degli indicatori regionali per le politiche di sviluppo per ambiti tematici trasversali sia al QCS 2000-2006 sia al QSN 2007-2013. Indicatori per tema Indicatori regionali di contesto chiave e variabili di rottura (aggiornamento di febbraio 2010)
Prodotto Anno di riferimento dati
B Nota esplicativa degli indicatori aggiornati a febbraio 2010 -
B Metadati degli indicatori di contesto chiave
e delle variabili di rottura -
B Indicatori di contesto chiave (tutti gli assi) dal 1995
- Asse I - Risorse naturali dal 1995
- Asse II - Risorse culturali dal 1995
- Asse III - Risorse umane dal 1995
- Asse IV - Sistemi locali di sviluppo dal 1995
- Asse V - Città dal 1995
- Asse VI - Reti e nodi di servizio dal 1995
B - Asse I-VI - Indicatori di genere dal 1995
B Variabili di rottura dal 1995
C Statistiche regionali sull'innovazione 2002-2004
C La povertà relativa in Italia nel 2007 2007
C La povertà relativa in Italia nel 2006 2006
C La povertà relativa in Italia nel 2005 2005
C La povertà relativa in Italia nel 2004 2004
C La povertà relativa in Italia nel 2003 2003
C Stima di alcuni aspetti della povertà regionale 2002
Gli indicatori sono disponibili in serie storica nella maggior parte dei casi a partire dal 1995 e forniscono una descrizione delle disparità e del potenziale dei territori di intervento delle politiche 15
di sviluppo. La banca dati include alcuni indicatori ora disponibili su scala regionale grazie all'ampliamento di alcune rilevazioni Istat, quali indicatori regionali di povertà, indicatori di dotazione e utilizzo della ICT nelle imprese. Indicatori regionali per priorità QSN 2007-2013 (aggiornamento di febbraio 2010) Priorità Indicatori Nota esplicativa degli indicatori aggiornati a febbraio 2010 Priorità 1 Miglioramento e valorizzazione delle risorse umane Priorità 2 Promozione, valorizzazione e diffusione della ricerca e dell'innovazione Priorità 3 Energia e ambiente: uso sostenibile ed efficiente delle risorse per lo sviluppo Priorità 4 Inclusione sociale e servizi per la qualità della vita e l'attrattività territoriale Priorità 5 Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l'attrattività e lo sviluppo Priorità 6 Reti e collegamenti per la mobilità Priorità 7 Competitività dei sistemi produttivi e occupazione Priorità 8 Competitività e attrattività delle città e dei sistemi urbani Priorità 9 Apertura internazionale e attrazione di investimenti, consumi e risorse Priorità 10 Governance, capacità istituzionali e mercati concorrenziali ed efficaci
Indicatori regionali per tema (aggiornamento di gennaio 2010) Nota esplicativa degli indicatori aggiornati a gennaio 2010 Acqua Aria Rifiuti Ambiente, altro Energia Beni culturali Lavoro Istruzione e formazione Competitività Dinamiche settoriali Demografia d'impresa Internazionalizzazione Mercato dei capitali e finanza d'impresa Ricerca e innovazione Società dell'informazione Esclusione sociale Legalità e sicurezza Capitale sociale Servizi di cura Città Trasporti e mobilità Turismo.
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Banca Dati Comune di Equal (ECDB) https://equal.cec.eu.int/equal/jsp/index.jsp?lang=it L’iniziativa EQUAL è un laboratorio per nuove idee per la Strategia europea di occupazione e per il processo di integrazione sociale. La sua missione è quella i promuovere un a vita lavorativa più integrata combattendo la discriminazione basata sul sesso, sulla razza o origine etnica, sulla religione o credo, sulla disabilità, età e orientamento sessuale. La Banca Dati Comune di Equal (ECDB) contiene informazioni su tutti i progetti (Partnership di Sviluppo - PS) finanziati all'interno dell'Unione Europea. La Banca Dati Comune di Equal (ECDB) raccoglie i dati forniti dalle PS, che sono stati validati dalle Autorità Nazionali e trasmessi a livello europeo. Questi dati sono destinati a: • Soggetti coinvolti in Equal, per il networking tematico e per le attività transnazionali • Osservatori specifici (politici, della ricerca ecc); • Il pubblico interessato alle problematiche sul lavoro, all'integrazione sociale, alla lotta alla discriminazione ed alle disuguaglianze, all'innovazione ecc. PreLex http://europa.eu.int/prelex/apcnet.cfm?CL=it PreLex è la base di dati delle procedure interistituzionali che permette di seguire le grandi tappe del processo decisionale tra la Commissione e le altre istituzioni : • la fase della procedura, • le decisioni delle istituzioni, • i nomi delle persone, • i servizi responsabili, • i riferimenti di documenti… • e di seguire i lavori delle diverse istituzioni implicate (Parlamento europeo, Consiglio, CES, Comitato delle Regioni, Banca centrale europea, Corte di giustizia... ecc..) Prelex segue tutte le proposte (dossier legislativi e di bilancio, conclusioni degli accordi internazionali) e le comunicazioni della Commissione a partire dalla loro trasmissione al Consiglio o al Parlamento europeo Dei collegamenti permettono di accedere direttamente ai testi elettronici disponibili (documenti COM, Gazzetta ufficiale, documenti del Parlamento europeo, dispacci di stampa... ecc.). InfoRegio http://europa.eu.int/comm/regional_policy/country/prordn/index_en.cfm Questo sito fornisce informazioni aggiornate sull'azione dell'Unione europea a favore dello sviluppo regionale. La politica regionale si ispira ad un principio di solidarietà. In questa ottica, oltre un terzo del bilancio dell’Unione europea è destinato a ridurre le disparità di sviluppo fra le regioni e i divari economici fra i cittadini. Attraverso questa politica l’Unione intende contribuire a riassorbire il ritardo delle regioni più svantaggiate, nonché a favorire la riconversione delle zone industriali in crisi, la diversificazione economica delle campagne penalizzate dal declino delle attività agricole e 17
la riqualificazione dei quartieri cittadini in stato di abbandono e degrado. Tali interventi mirano principalmente a creare occupazione. In sintesi, si tratta di rafforzare la «coesione» economica, sociale e territoriale dell’Unione. RED – Registro Elettronico dei Documenti http://www.cor.eu.int/red/it/search.htm Il Registro Elettronico dei Documenti (RED) è una banca dati che raccoglie i documenti elaborati o ricevuti dal Comitato delle regioni nel quadro delle sue attività. Il RED è alimentato automaticamente dai diversi servizi del Comitato che vi immettono direttamente i documenti fin dalla loro elaborazione. Il Registro, accessibile via Internet, fornisce al pubblico i riferimenti dei documenti e, nella maggior parte dei casi, dà direttamente accesso al testo integrale in tutte le lingue disponibili. Per consultare il Registro, il cittadino dispone di un modulo di ricerca semplice e avanzato nelle undici lingue ufficiali dell'Unione. Eurlex http://europa.eu.int/eur-lex/it/index.html Con l'obiettivo di offrire un quadro completo del diritto dell’Unione europea, in particolare della legislazione e della giurisprudenza, nonché delle procedure decisionali fra la Commissione e le altre istituzioni, il sito web EUR-Lex: • è il punto d'accesso unico alle collezioni complete dei testi giuridici dell'Unione in tutte le lingue ufficiali; • fornisce un accesso diretto alle banche dati gestite dalle istituzioni o dall’EUR-OP e ad altre fonti di documenti istituzionali, in particolare a CELEX, con opzioni di ricerca sofisticate (servizio a pagamento);, • rende disponibili i documenti in vari formati (HTML, PDF, TIF, WORD); • presenta funzioni di ricerca armonizzate che permettono di cercare in una categoria specifica di documenti oppure nell'insieme dei documenti per mezzo di una richiesta testuale; • contiene testi esplicativi sulle procedure legislative dell'Unione europea. Nella rubrica «A proposito del diritto dell'UE» si possono trovare un glossario e le descrizioni del processo decisionale. Scad Plus http://europa.eu.int/scadplus/scad_it.htm Questo sito contiene una sintesi della legislazione UE sotto forma di schede informative facilmente consultabili, suddivise in 32 settori tematici che rappresentano le Attività dell’Unione Europea. Troverete non solo i sunti delle disposizioni esistenti, ma anche il trattamento riservato alle proposte legislative in materie molto varie quali le relazioni esterne e l’occupazione e gli affari sociali. Con quasi 2 500 pagine tematiche aggiornate quotidianamente, la copertura è esauriente e attuale. L'obiettivo di questo sito non è quello di fornire le ultime notizie sulle attività dell'Unione europea, ma di presentare delle sintesi complete sugli ultimi sviluppi della legislazione. La data, che figura in calce ad ogni scheda di sintesi, corrisponde al giorno dell'ultima modifica sostanziale inserita nella scheda (ad es. aggiunta di un atto modificativo, inserimento di un atto connesso ecc.).
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Le istituzioni del federalismo, 6/2008 La definizione delle controversie nelle comunicazioni elettroniche : dall’Autorità ai comitati regionali / di Giacinto della Cananea Negli ultimi anni, la disciplina giuridica delle reti e dei servizi di telecomunicazione e televisivi ha subito nuovi e solo in parte previsti mutamenti. Sotto vari aspetti, il sistema italiano è simile a quelli prevalenti sulla scena internazionale. Persistono, peraltro, ritardi: nella realizzazione di nuove reti, nel conseguimento di maggiori gradi di effettiva concorrenza, nella performance. Prima che entrassero in vigore le direttive comunitarie della seconda generazione (2002), un mutamento è intervenuto nell’assetto istituzionale della Repubblica. Attraverso una riforma costituzionale controversa nel merito e incerta in alcuni esiti, tra le diverse materie sottratte alla legislazione esclusiva dello Stato e sottoposte alla legislazione concorrente, dello Stato e delle regioni, vi è l’ordinamento della comunicazione. All’interno di questo nuovo assetto, è stata attivata la procedura per delegare ai Comitati regionali l’attività di risoluzione delle controversie nel campo delle comunicazioni. Il conferimento delle deleghe ai vari comitati regionali è peraltro subordinato al concretizzarsi di precisi presupposti. Ha particolare rilievo l’indipendenza degli uffici regionali preposti allo svolgimento dell’attività delegata. Nella delega di compiti ai comitati regionali, vi è un indubbio vantaggio di ordine pratico. Con l’incremento dei servizi offerti al pubblico e degli operatori che li offrono, l’azione del regolatore è diventata più complessa. Ciò depone e favore di un ampio coinvolgimento degli uffici territorialmente più vicini alle imprese e a quanti fruiscono dei servizi che esse erogano.
Regioni e comunità locali, 3-4/2009 La “debolezza” degli istituti di democrazia diretta nei nuovi statuti regionali / di Anna Fortunato L’adozione dei nuovi Statuti dopo dieci anni si avvia verso una stentata conclusione con un bilancio tutt’altro che positivo non solo per la lunghezza dei tempi, che già di per sé non è sintomo di efficienza e di capacità politica delle Assemblee regionali, ma anche per le poche scelte innovative che sono state effettuate. Anche sul terreno cruciale della partecipazione, ben pochi sono gli istituti nuovi che gli Statuti riescono ad aggiungere alla strumentazione tradizionale (iniziativa popolare, petizioni, referendum, audizioni, ecc.), sebbene proprio in tema di partecipazione e, più specificamente, di referendum, la stessa Corte costituzionale abbia concesso agli statuti uno spazio più esplicito e più chiaro, affermando, nella sentenza n. 372 del 2004, che “la materia referendaria rientra espressamente, ai sensi dell’art. 123 della Costituzione, tra i contenuti obbligatori dello statuto, cosicché si deve ritenere che alle Regioni è consentito di articolare variamente la propria disciplina relativa alla tipologia dei referendum previsti in Costituzione, anche innovando ad essi sotto diversi profili, prorpio perché ogni Regione può liberamente prescegliere forme, modi e criteri di partecipazione popolare ai processi di controllo democratico sugli atti regionali”.
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SR : *Scienze regionali : italian journal of regional science, 3/2009 Regional economic planning / Aurelio Bruzzo Nell’articolo viene condotta una rassegna del dibattito scientifico sviluppato dai regionalisti italiani, in un periodo che va dalla metà degli anni ’70 fino ad oggi, in materia di Regional Economic Planning (Programmazione economica regionale), qui intesa nell’accezione di attività di programmazione socio-economica svolta dalle Amministrazioni regionali, la quale si estrinseca nell’elaborazione di Programmi regionali di sviluppo. Con tale indagine si intende verificare il contributo recato dagli studiosi italiani al dibattito contestualmente condotto a livello internazionale ai fini di un avanzamento di tale disciplina sia sul piano teorico-metodologico che su quello della sua concreta implementazione. La conclusione raggiunta è che i regionalisti italiani hanno favorito l’adozione della pianificazione strategica ad un livello di governo più elevato e in un contesto territoriale più ampio, come quello delle Regioni, quando tale modello in precedenza era stato applicato, sia in Italia che all’estero, solo a livello di aree urbane e metropolitane.
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*Energia e Mezzogiorno / a cura di Alberto Clò e Riccardo Paternò. – Bologna : Il mulino, [2009]. – 373 p. ; 22 cm INDICE: * Introduzione * La cooperazione energetica nel Mediterraneo 10 anni dopo Barcellona * Potenzialità delle risorse rinnovabili nel Mezzogiorno * Le utilities del Mezzogiorno nel processo di consolidamento del settore * Risorse di idrocarburi e Mezzogiorno * Mezzogiorno e infrastrutture elettriche * Verso una governance decentrata: i piani energetici regionali * Le diverse fasi dell’energia nel Mezzogiorno * Mezzogiorno e infrastrutture metanifere * Energia e finanza nel Mezzogiorno: il ruolo delle banche nazionali e internazionali * Energia, tecnologia, industria nel Mezzogiorno * Le energie rinnovabili in Puglia * Energia, crescita e sviluppo. Prospettive globali e di periferia * Appendice statistica Nell’economia meridionale permangono situazioni di profondo disequilibrio, tipiche delle fasi di sviluppo incompiuto. Emblematico è il “paradosso dell’energia”. Nonostante il contributo fondamentale storicamente dato dal Mezzogiorno al sistema energetico nazionale ed al suo sviluppo post-bellico nelle filiere del petrolio, del metano, dell’elettricità – l’energia continua a rappresentare un vincolo alla modernizzazione del Sud, all’insediamento di nuove attività, all’attrazione degli investimenti. Un paradosso perché l’energia potrebbe rappresentare, invece, una opportunità di sviluppo del Sud: per le sue enormi potenzialità nelle risorse rinnovabili e nel risparmio energetico, per l'essere “ponte naturale” verso la sponda sud del Mediterraneo, ove si dischiudono enormi opportunità di investimento e che costituisce una fonte di approvvigionamento essenziale del Paese; per le ricadute positive che ne potrebbero derivare sull'industria meridionale. Obiettivo del volume è di fornire, ai decisori pubblici ed alle forze imprenditoriali, una base conoscitiva per politiche innovative che favoriscano, facendo leva sull'energia, sull'ambiente, sul territorio, una nuova e diversa fase di sviluppo del Mezzogiorno. Collocazione in Biblioteca BM22A43p
Il *piano casa : commento organico all'Intesa Stato-Regioni del 31 marzo 2009 e a tutte le leggi regionali / a cura di Francesco Caringella, Mariano Protto. - Roma : Dike giuridica, stampa 2009. - XXVI, 820 p. ; 24 cm INDICE: * Conferenza Stato-Regioni ed Enti locali. Intesa del 31 marzo 2009 * Il piano casa della Valle d’Aosta * Il piano casa del Piemonte * Il piano casa della Lombardia * Il piano casa del Veneto * Il piano casa della Toscana * Il piano casa dell’Emilia-Romagna * Il piano casa delle Marche * Il piano casa del Lazio * Il piano casa dell’Abruzzo * Il piano casa della Campania * Il piano casa della Puglia * Il piano casa della Basilicata * Il piano casa della Sicilia * Appendice normativa Il “piano casa”, o meglio, “pacchetto casa”, che si è venuto a comporre dell’Accordo GovernoRegioni del 31 marzo 2009 e di un decreto legge di semplificazione, nasce dall’esigenza di riavviare 21
i motori di una economia fiaccata dalla crisi internazionale dei mercati finanziari, innescando la miccia dell’azione edificatoria per la duplice via dell’incremento delle volumetrie esistenti e delle semplificazioni delle procedure amministrative all’uopo rivolte. Mentre il progetto di un decreto legge di semplificazione rimane travolto dall’evento sismico abruzzese, a partire dalla Toscana, quasi tutte le Regioni hanno adempiuto agli impegni assunti con l’intesa del 31 marzo 2009 esercitando tutta la discrezionalità riconosciuta loro dall’accordo in merito alle scelte da attuare con le leggi regionali. Il panorama che si presenta all'interprete è, quindi, un mosaico normativo degno del miglior comparatista, a partire dalla scelta fondamentale della possibilità di effettuare gli aumenti di volumetria in deroga agli strumenti urbanistici, ammessa da alcune Regioni ed esclusa da altre (Toscana, Emilia Romagna, Umbria). Il presente volume, forte della collaborazione di esperti di livello assoluto in materia di edilizia, tratti dal mondo della magistratura e del libero foro, analizza in modo chiaro e puntuale sia il testo dell'accordo Stato-Regioni che le singole leggi regionali, di cui scandaglia meticolosamente le problematiche di carattere applicativo. Collocazione in Biblioteca BM22E7a
*Servizi pubblici locali e affidamento in house alla luce del decreto legge 23 settembre 2009, n. 135, convertito dalla legge 20 novembre 2009, n. 166 : con appendice normativa, giurisprudenziale ed operativa / Ilaria Rizzo. Roma : Dike giuridica, stampa 2009. - XIV, 477 p. ; 24 cm INDICE: * L’evoluzione dei servizi pubblici locali * L’in house providing * Le ultime vicende normative * Un’ultima stoccata all’istituto dell’in house: l’art. 23-bis L. n. 133/2008 e l’art. 15 D.L. n. 135/2009 convertito in L. n. 166/2009 * Le società partecipate nella giurisprudenza della Corte dei conti * Appendice normativa * Appendice operativa * Appendice giurisprudenziale La stagione di riforma, che vede già da anni coinvolta la materia dei servizi pubblici locali, pare non avere mai fine. Ecco, infatti, il recentissimo intervento normativo di cui alla L. 20 novembre 2009 n. 166, di conversione del cd. decreto Ronchi (decreto legge 25 settembre 2009, n. 135), che innova la disciplina dettata dall'art. 23 bis del d.l. n. 112/2008, conv. dalla legge n. 133/2008. Lo sforzo di interpreti e operatori, da difficile che era, diventa ormai titanico. Gli ardimentosi, che si cimentano nel dipanare l'intricata matassa normativa e giurisprudenziale che soffoca i servizi pubblici, sono infatti, una volta di più, posti di fronte a regole che cambiano con la velocità della luce e a sfide ermeneutiche che fanno tremare i polsi. In particolare, lo scenario inaugurato dalla legge n. 166/2009 non appare, al pari dei precedenti, di agevole decifrazione, ponendo già di primo acchito sul tappeto questioni di non poco conto, quali quelle riguardanti la partecipazione del socio privato alla società mista, il ruolo e l’incidenza del partner privato nella compagine societaria nonché la tipologia dei servizi affidabili. Collocazione in Biblioteca BM22E10a
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Un *paese troppo lungo : l'unità nazionale in pericolo / Giorgio Ruffolo. Torino : Einaudi, [2009]. - VII, 239 p. ; 22 cm INDICE: * Introduzione * L’unità mancata * L’unità incompiuta * L’unità minacciata L’unità nazionale del nostro paese è sempre stata malsicura, minacciata, mai veramente attuata. E non si può certo dire che in questi anni, cosi vicini al 150° anniversario dell’Unità, il problema si stia risolvendo; anzi, sono sempre più forti quelle spinte che, in forme storiche sempre diverse, hanno puntato a una dissoluzione dello stato unitario. Se ci fu un momento in cui avrebbe potuto essere il Sud, unificato dai Normanni e dagli Svevi, a costituire il nucleo e il motore dell’unità italiana, quella occasione sfumò e ciò che non riuscì a Federico II dovette aspettare l’Ottocento per essere compiuto. Da subito il grande movimento del Risorgimento rischiò di invischiarsi nella palude dell’anti-Risorgimento, ma se i pericoli per l’unità italiana furono nei secoli scorsi il nazionalismo violento e oppressivo del fascismo, o il potere temporale della Chiesa cattolica, non si può dire che oggi manchino le minacce, da una forma di populismo privatistico antagonista del sentimento patriottico, a una decomposizione del tessuto nazionale, presente al Nord in forme provocatorie ma tutto sommato pacifiche, e incombente al Sud nella secessione criminale delle mafie. Eppure, secondo Ruffolo, una speranza c'è. “Realizzare attorno a un progetto nuovo di unità nazionale una vasta rete di solidarietà sarebbe il segno che la “gente”, oggi abbandonata all’autoritratto sterile dei sondaggi, può ancora trasformarsi, impegnandosi nella costruzione del suo futuro, in “popolo”. Collocazione in Biblioteca BM22D65p
*Economia del settore pubblico / Giuseppe Sobbrio. - 6. ed. - Milano : Giuffrè, [2010]. - VIII, 406 p. ; 24 cm INDICE: * Prefazione * Il settore pubblico e l’economia pubblica nei sistemi democratici * Pubblico e privato nell’economia * L’economia pubblica e la teoria delle scelte collettive * L’analisi costi-benefici * L’aumento delle attività pubbliche * Il bilancio e i suoi principi in una società democratica * I mezzi per l’attuazione delle scelte collettive * Gli effetti economici delle imposte * La politica fiscale * I principi distributivi * La determinazione della capacità contributiva * la scelta fra imposta diretta e indiretta * La scelta fra imposta straordinaria e debito pubblico * Equità ed efficienza nelle relazioni fiscali intergovernative La struttura del volume è rimasta molto simile nelle diverse edizioni, con gli inevitabili correttivi suggeriti dall'esperienza dell'insegnamento e dai necessari aggiornamenti. Si è cercato di rendere il testo più chiaro possibile e, contemporaneamente di sfrondarlo di quelle parti che sono sembrate meno importanti (e, spesso, molto noiose per gli studenti). È un testo di economia pubblica riferito ad un sistema liberal-democratico che ha privilegiato i temi di “public choice” in tutte le sue parti. I frequenti riferimenti al pensiero liberal-democratico nel testo rispecchiano i valori e le preferenze culturali dell’Autore, che è profondamente convinto che un serio approfondimento dei diversi temi di economia pubblica presupponga una conoscenza di queste tematiche fondamentali. Molti luoghi comuni sul libero mercato e sul ruolo dello Stato sono dovuti spesso ad autentici fraintendimenti del pensiero liberale e dei suoi principi economici. Questi insegnano che molte richieste a favore
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dell'intervento pubblico sotto forma di regolamentazioni e sussidi ammantate da nobili propositi nascondono in realtà molto spesso la ricerca di rendite da parte di gruppi di pressione. Collocazione in Biblioteca BM22E3a
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Appalti, la trattativa è l’eccezione. in: Italia oggi, del 31 marzo 2010 Nell’attuale sistema della contrattualistica pubblica, così come delineato dal D. Lgs. n. 163/2006, l’affidamento di lavori, nonché l’acquisizione di servizi e forniture da parte delle stazioni appaltanti può avvenire mediante una della quattro procedure previste dal Codice dei contratti: procedure aperte, in cui ogni operatore economico interessato può presentare un’offerta; procedure ristrette, caratterizzate dall’invito a formulare un’offerta rivolto dalla stazione appaltante a una selezionata rosa di operatori economici; dialogo competitivo (art.3, comma 39 del Codice), in caso di appalti particolarmente complessi; procedure negoziate, in cui le stazioni appaltanti consultano gli operatori economici da loro scelti e negoziano con uno o più di essi le condizioni dell’appalto. È stato più volte evidenziato lo spiccato favore del legislatore comunitario, e, di riflesso, di quello nazionale, per le procedure aperte, garanti, almeno sul piano teorico, della più ampia imparzialità e concorrenzialità. Software libero per i pc pubblici: non viola la concorrenza invitare gli uffici all’utilizzazione in: Italia oggi, del 31 marzo 2010 Software libero promosso a pieni voti. Non viola la concorrenza invitare le pubbliche amministrazioni a preferirlo al software proprietario, come ha fatto la Regione Piemonte con la sua legge n. 9/2009 (Norme in materia di pluralismo informatico, sull’adozione e la diffusione del software libero e sulla portabilità dei documenti informatici nella pubblica amministrazione). Lo ha affermato la Corte costituzionale (sentenza n. 122 depositata il 22 marzo 2010), che ha ufficialmente sdoganato l’open source. La legge regionale del Piemonte era stata messa alla sbarra dallo Stato, che ne ha sostenuto l’illegittimità sia per violazione della concorrenza sia per violazione del diritto d’autore. Ma la Consulta ha bocciato lo Stato, sostenendo che la regione non ha preferito un marchio o un prodotto specifico, ma solo un tipo di licenza. Servizi locali alla Consulta. Scontri sui limiti alla “in house” e privatizzazione dell’acqua in: Il sole 24 ore, del 28 marzo 2010 È in ritardo la riforma dei servizi pubblici locali. Dietro alla lentezza del regolamento attuativo, che avrebbe dovuto vedere la luce entro fine 2009, ci sono alcuni nodi sostanziali. Nelle scorse settimane sette regioni (Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Umbria e Puglia) hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale. Nel mirino dei sette governatori c’è il pilastro della liberalizzazione, cioè la parte (art. 15, comma 1 del D.L. 135/2009) che prevede l’apertura al mercato come “via ordinaria” alla gestione del servizio e relega l’in house a una funzione “residuale”. Appunti più specifici si concentrano poi sul servizio idrico. Al centro delle contestazioni, c’è la possibilità per il governo di intervenire direttamente sulle gestioni locali. Per 13 regioni strada tutta in salita. Solo due enti territoriali hanno leggi che eliminano la Dia, sei non hanno strumenti; per tutte le altre, discipline “più restrittive” 25
in: Il sole 24 ore, del 25 marzo 2010 Le Regioni si presentano in ordine sparso all’appuntamento con la semplificazione. La liberalizzazione dei lavori di manutenzione ordinaria contenuta nel decreto varato dal governo trova sul territorio qualche spiraglio per l’immediata applicazione, ma appaiono molti di più gli ostacoli sul cammino delle nuove regole. In attesa di dare una valutazione tecnica sul testo definitivo del decreto, si delineano posizioni molto diverse da parte delle regioni ed emergono le prime riserve. Va anche chiarito se le semplificazioni previste dal decreto prevalgano o meno sulle varie discipline regionali. Un restyling al patto di stabilità. Ascluse le spese statali per i grandi eventi, ma sono comprese le risorse Expo In: Il sole 24 ore, del 24 marzo 2010 Quasi al fotofinish il decreto enti locali è diventato legge. Il decreto consente ai comuni di escludere dal patto di stabilità interno le opere realizzate in occasione dei grandi eventi, ma non quelle relative all’Expo 2015 di Milano. Confermata l’esclusione dal patto delle entrate da cessioni e alienazioni. Rinnovato anche il via libera ai pagamenti, autorizzato dalla regione, per gli enti virtuosi, cioè quelli che hanno rispettato il patto nel 2008. Tra le principali novità, vi sono anche la riduzione immediata dei posti di assessore, con tagli del 20% alle giunte di comuni e province, e la rideterminazione dei fondi assegnati ai piccoli comuni. Innovazione, soldi dalla regione in: La Gazzetta del Mezzogiorno, del 20 febbraio 2010 Fare impresa dalla ricerca, con un bando di 5 milioni di euro. È questa la prossima sfida della manovra anticrisi varata dall’assessore regionale allo sviluppo economico Loredana Capone. Un’azione che, spiega il direttore Area sviluppo della regione, Davide Pellegrino, si inaugura con la pubblicazione sul BURP della Regione Puglia del primo dei tre bandi dedicati al connubio tra impresa e ricerca, dunque non solo progetti e brevetti, ma produzione vera, strutturata in aziende reali con occupati regolarmente assunti che avranno il compito di valorizzare a livello produttivo i risultati delle ricerche condotte nei settori industriali strategici per lo sviluppo della Puglia. Federalismo, in aumento i ricorsi davanti alla Consulta in: Il sole 24 ore, dell’11 gennaio 2010 Il contenzioso tra Stato e regioni davanti alla Corte costituzionale riprende vigore: negli ultimi due anni sono aumentati sia i ricorsi presentati da Roma contro le leggi varate in periferia, sia quelli delle autonomie contro le norme del governo centrale. Rispetto al 2007, i ricorsi depositati nel 2009 sono quasi triplicati. Uno scontro giocato sul terreno delle nuove competenze legislative ridisegnate nel 2001 dalla riforma in senso federali del Titolo V della Costituzione. Fra le cause arrivate davanti ai giudici della Consulta, il 47% si è risolto con una pronuncia di illegittimità parziale o totale delle norme impugnate.
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