Piano Urbanistico Generale (PUG) MATINO ASPETTI AGRO PAESAGGISTICI NEL TERRITORIO DI MATINO Analisi e valutazioni diagnostiche sullo stato di conservazione delle risorse locali
Tecnico incarico: dott. Daniele ERRICO agronomo paesaggista collaboratori: dott. Massimo D’AMBROSIO pianificatore territoriale (cartografia) dott.ssa Serena CHETTA dott. in architettura del paesaggio (ricognizione sistema insediativo rurale)
documento stralcio: Morfotipologie rurali prevalenti negli agropaesaggi di Matino Le Serre salentine sono morbide onde allungate, parallele, intessute di frutteti, oliveti, vigneti e campi di grano che si adagiano a lambire un fitto arcipelago di centri, radicato nelle acque sotterranee. […]. Circondato da un’estesa costa movimentata, il petroso e lussureggiante giardino salentino raccoglie un mondo interno, equilibrato, collegato da un lieve reticolo stradale, che si protende verso il mare con degli esili avamposti costieri. (da PPTR Puglia). <> (Schivano, 1763)
Dopo le grandi trasformazioni fondiarie avvenute nel Sette e Ottocento, è interessante notare come la paziente cura del territorio agricolo salentino abbia portato molti studiosi del passato a paragonare le immagini del paesaggio agrario a quelle di un giardino coltivato. Soprattutto nell’ultimo trentennio del secolo appena trascorso, invece, l’assetto paesaggistico di lunga durata risente fortemente dei cambiamenti socioeconomici sopravvenuti e delle rilevanti spinte urbanizzative che hanno determinato profonde trasformazioni degli assetti originari. L’aspetto attuale del paesaggio agrario (fortemente impoverito nella qualità ambientale e paesaggistica complessiva; connotato da una progressiva frammentazione del tessuto rurale e da una scarsa competitività delle aziende agricole; nonché, segnato dalla perdita del carattere funzionale del patrimonio rurale e dalla proliferazione in ambito agricolo di case residenziali) restituisce il quadro di un’organizzazione più fragile e instabile rispetto al passato. In questo contesto generale, l’identificazione e la definizione delle principali morfotipologie rurali risponde alla necessità di descrivere e interpretare il territorio rurale al fine di individuare la dimensione strutturante e persistente dei segni del paesaggio agrario. Questa lettura trova la sua utilità nella identificazione dei contesti rurali e nella conseguente definizione di indirizzi di conservazione, salvaguardia, riqualificazione o trasformazione da attribuire alle diverse porzioni omogenee di territorio.
Partiture paesistiche: paesaggi agrari a trama, a mosaico e di transizione1 Il riconoscimento delle principali morfotipologie è stato condotto su due livelli: a scala locale restituisce un’interpretazione delle caratteristiche minute delle aree agricole (rapporto costruito/spazi aperti, valore ecologico delle aree agricole, trama agraria, persistenza degli elementi del paesaggio tradizionale)2; alla scala di area vasta le principali morfotipologie individuate sembrano mostrare un carattere di prevalenza all’interno dell’ambito paesaggistico di riferimento3.
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Per paesaggi di transizione si intende una porzione di territorio che unisce due paesaggi diversi, nel caso in esame quello urbano e quello rurale. 2 Per maggiori approfondimenti delle analisi appena elencate si rimanda alla sezione “Risorse paesaggistiche”. 3 Cfr. “3.2.7 Le Morfotipologie rurali”, in: l’Atlante del patrimonio ambientale, territoriale e paesaggistico – descrizioni strutturali di sintesi, PPTR Puglia.
I paesaggi rurali che caratterizzano e qualificano il patrimonio agro-paesistico del territorio in esame sono fondamentalmente gli oliveti collinari della serra, posti nella parte orientale del territorio, e il paesaggio del mosaico presente nei leggeri terrazzi alluvionali, posti sul versante di ponente rispetto all’insediamento urbano. Il paesaggio dell’oliveto, con una partitura paesistica a trama definita dai sesti d’impianto regolari e dai terrazzamenti, è il paesaggio maggiormente caratterizzante il territorio, in quanto la sua percezione e la sua dominanza paesistica lo pongono in forte evidenza. Il paesaggio del mosaico, caratterizzato da piccole tessere disperse in un reticolo di strade principali, secondarie e poderali, definisce il sistema delle relazioni tra il retroterra costiero e l’insediamento urbano di Matino. Questo paesaggio conserva un ampio patrimonio edilizio storico e tutta una serie di manufatti minori che componevano il paesaggio rurale tradizionale. Tutt’intorno all’insediamento urbano di Matino, inoltre, è possibile riconoscere alcune forme di transizione delle due morfotipologie prevalenti, caratterizzate da aree agricole a forte influenza urbana.
Aree agricole a trama: l’oliveto collinare Questa morfotipologia rurale è caratterizzata dalla forte prevalenza dell’oliveto posto in ambito collinare. La percezione è spesso quella di un paesaggio di pregio, specie in quelle porzioni di territorio in cui è prevalente la presenza del terrazzamento costituito da muretti a secco.
Il paesaggio a trama dell’oliveto collinare
Il morfotipo rurale è fortemente influenzato dalla natura calcarea del substrato geolitologico e dalle limitazioni d’uso agronomico che trovano nella coltivazione dell’oliveto a maglia larga la principale vocazione colturale. Il carattere strutturante di queste aree agricole è dato dalla densità dei segni delle sistemazioni agrarie a campi chiusi che, attraverso il reticolo dei muretti a secco, ne definisce la maglia di appoderamento. In alcune aree questa trama paesaggistica è ancora ricca di tracce delle permanenze storiche mentre, in altre, le urbanizzazioni recenti (piattaforme produttive) e gli usi meno recenti (attività estrattive: cave abbandonate), hanno snaturato e semplificato il fitto reticolo storico un tempo centrato sull’attività di poche masserie (Mass.a Spiri, Giannella, Molloni) a prevalente indirizzo olivicolo.
Aree agricole a mosaico: oliveti, vigneti e seminativi dei ripiani alluvionali Le aree agricole a mosaico si caratterizzano per una forte eterogeneità delle tipologie colturali presenti che restituisce l’immagine di una maglia agraria complessa e fortemente frammentata. Il morfotipo rurale risulta radicato nel substrato geolitologico e pedologico (calcareniti, argille e sabbie) e nelle elevate capacità d’uso agronomico dei terreni che, nei processi di lunga durata, hanno fatto
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registrare alterne vicende di espansione e contrazione dei vigneti e dell’oliveto a scapito del seminativo. Il carattere strutturante di queste aree agricole, poggiate su leggeri terrazzi alluvionali che degradano lungo la costa sul versante di ponente, è dato dalla densità dei segni delle sistemazioni idraulicoagrarie, costituite da canali principali e da canali colatori minori, dell’articolato reticolo stradale che congiunge l’abitato all’entroterra costiero e dal sistema dell’insediamento rurale storico che trova nella costruzione di Casini, Casine, Ville e Giardini murati (v. processi di territorializzazione) quelle forme organizzative necessarie alle grandi trasformazioni fondiarie e alla conduzione delle attività produttive.
Paesaggio a mosaico: oliveti, vigneti, seminativi, ecc..
Il quadro strutturale che emerge è quello di un paesaggio fortemente articolato, nel quale la dimensione insediativa assume un ruolo rilevante, oggi caratterizzata da una elevata propensione alla dispersione insediativa (prime e seconde case) non più legata alla produttività agricola ma alla dimensione e all’immagine urbana.
Aree periurbane di transizione Morfotipo caratterizzato da una forte eterogeneità delle tipologie colturali presenti che si unisce alla forte influenza e dominanza del paesaggio urbano, suburbano e infrastrutturale. L’immagine che emerge è quella di un paesaggio di transizione dove è possibile riconoscere diversi rapporti tra aree agricole e aree urbane (v. Aree agricole a forte influenza urbana): aree ecotonali, aree agricole intercluse e semi intercluse, cunei verdi, ecc...
Aree agricole periurbane
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Rapporti tra aree agricole e aree urbane Il rapporto puramente morfologico tra lo spazio agricolo e quello urbano viene esaminato con l’utilizzo di una carta tematica dove vengono accentuati i contrasti tra gli spazi costruiti (aree in bianco) e i segni del territorio aperto cosi come evidenziati dall’ortofoto (fonte: SIT Regione Puglia). La lettura evidenzia le principali relazioni tra i pieni dell’edificato e i “vuoti” del territorio aperto: più precisamente si evidenzia chiaramente la gerarchia primaria della rete viaria e ferroviaria che assolve alla funzione di telaio insediativo per il tessuto urbano consolidato, per i fenomeni insediativi contemporanei che, in via di consolidamento, si presentano come propaggini o estroflessioni rispetto al sistema lineare storico, per quelli dell’edilizia diffusa nel paesaggio agrario e per la presenza “isolata” della piattaforma industriale-commerciale. A questa si contrappone la matrice rurale del territorio con la rete della vegetazione e l’orditura dei campi che evidenzia un mosaico fittamente articolato ed eterogeneo. Nelle aree di frangia, inoltre, sono facilmente riconoscibili fasce di transizione, aree intercluse e semi intercluse all’interno degli spazi costruiti, e le aree agricole a cuneo che penetrano i margini urbani tra Parabita-Matino e Matino-Casarano.
Aree agricole a forte influenza urbana: il paesaggio di frangia Queste aree, soggette a intensi processi di de-ruralizzazione, non più propriamente agricole e non ancora del tutto urbane, si configurano come macroelementi strutturali con funzione di margine tra paesaggio urbano e paesaggio aperto che, essendo luoghi di sovrapposizione degli elementi appartenenti ad entrambe i paesaggi di contatto (città e campagna), possono essere identificati come un tipico paesaggio di frangia. La funzione prevalente di questi luoghi dovrebbe essere quella di fascia tampone tra il nucleo urbano e la campagna. Si tratta di aree di transizione che assumono i caratteri ibridi di un paesaggio ‘colonizzato’ dalle strutture e dinamiche urbane dove i conflitti si acuiscono per la concentrazione di attività diverse che restituiscono l’immagine di una matrice frammentata e di una lenta destrutturazione fisica dei luoghi. Queste aree a forte influenza urbana, connotate da una configurazione strutturale e funzionale che le distingue sia dal nucleo urbano che dalla campagna, costituiscono delle vere e proprie Unità di Paesaggio che possono essere identificate attraverso gli elementi che le compongono (eterogeneità), dal tipo di margini e dalla fase evolutiva in cui si trovano. In queste aree i margini possono evidenziare un diverso grado di “contrasto” degli elementi componenti i paesaggi adiacenti e forme di transizione graduali (ecotone) o brusche (barriera) in funzione del grado di specializzazione e compatibilità delle interazioni. Alta specializzazione e contrasto degli elementi denotano un incremento della vulnerabilità intrinseca di queste aree che risentono di una scarsa correlazione formale e interazione funzionale di elementi tra loro scarsamente complementari. L’analisi conoscitiva del quadro paesaggistico locale, relativo alle aree a forte influenza urbana, permette di identificare una serie di tipologie di elementi che costituiscono il paesaggio di frangia, in funzione del grado di interazione tra maglia agraria, edificato e infrastrutture. Sono facilmente riconoscibili le aree intercluse dall’edificato nelle zone di espansione residenziale in fase di consolidamento dove si staccano i legami con la matrice che, frammentata da barriere e Pagina 4 di 6
ritagli, evidenzia lembi di terreno incolto o in stato di abbandono quasi in attesa di una futura edificazione.
Da sinistra: Aree periurbane di frangia, in evidenza i canaloni (azzurro), gli areali pratosi, i pascoli e gli incolti (nei toni marroni), il nucleo urbano compatto (grigio), l’espansione dell’edificato con giardini di pertinenza (verde-grigio), la matrice ulivetata e il bosco intercluso. Particolare del bosco intercluso (fascia tampone) nell’area di espansione urbana in via di consolidamento.
Altrettanto evidenti sono, inoltre, le aree agricole semi-intercluse dove lo spazio coltivato risulta circondato su più lati dal nucleo urbano pur mantenendo le connessioni con il territorio aperto. Si tratta di veri e propri cunei verdi che riescono a penetrare nel tessuto sfrangiato della città. Qui, i contrasti tra gli elementi si rendono ancora più evidenti, gli spazi di interazione si assottigliano per l’effetto barriera dovuto alle infrastrutture, rendendo sempre più instabili e fragili queste aree. Si tratta di aree agricole che assumono la fondamentale funzione di zone cuscinetto in grado di mitigare gli impatti o di ostacolare la saldatura dei fronti urbani.
Sopra: Cuneo verde evidenziato dalle infrastrutture (strada Taviano-Matino e Ferrovia) nei pressi della zona 167. Sotto: Cuneo verde tra l’edificato di Matino e Parabita: assume la fondamentale funzione di zona cuscinetto impedendo la saldatura dei fronti urbani.
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E’ possibile poi riconoscere un’altra tipologia di aree agricole o seminaturali a forte influenza urbana caratterizzata da spazi che insistono direttamente sul fronte del margine urbano: in questo caso è il tessuto rurale che sovrasta il profilo delle frange urbane ormai consolidate la cui evoluzione risulta cristallizzata da una serie di impedimenti strutturali come la presenza di gradini morfologici e/o incisioni carsiche o canaloni. Queste aree che insistono lungo tutto il margine orientale dell’insediamento urbano di Matino, risultano caratterizzate prevalentemente da areali pratosi, pascoli e incolti che rendono evidenti le incisioni carsiche dei canaloni e attenuano i contrasti tra gli elementi dei paesaggi adiacenti a matrice urbana e agricola. L’ampiezza variabile di queste aree permette di identificarle come vere e proprie fasce di transizione o ecotoni, caratterizzate da un elevato grado di naturalità e diversità che le rende meritevoli di conservazione.
Aree seminaturali a forte influenza urbana (fasce di transizione o ecotoni: in bianco). Aree intercluse nella maglia urbana (fucsia) e semi intercluse (bianco).
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